Mazzoni Michele Comune Di Firenze/01307110484
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Indice Relazione 1. Premessa 2. L’impianto 3. L’area interessata dalla costruzione della Fortezza 4. Le esigenze dei Medici 5. Il progetto di Antonio da Sangallo 6. La costruzione dei bastioni 7. Dalla morte di Alessandro alla fine del governo dei Medici 8. Dal governo dei Lorena a Firenze capitale 9. Dal 1865 alla fine del 1800 10. Dal 1900 al 2015 Schemi grafici periodizzazione fasi di costruzione Vedute e piante storiche 1469-1955 Foto aeree 1935 - 2015 Note storico-stilistiche Bibliografia Relazione 1. Premessa La Fortezza da Basso è ritenuta la prima e più emblematica delle fortezze moderne di Firenze e di Toscana (…) la sintesi della riorganizzazione del potere mediceo con le teorizzate e raffinate tipologie di architetture militare disponibili nei primi decenni del Cinquecento. (Francesco Gurrieri, Paolo Mazzoni, La Fortezza da Basso: un monumento per la città, Firenze, Ponte alle Grazie, 1990) La fortezza fu progettata da Antonio da Sangallo il Giovane e realizzata tra il 1534 e il 1537 con un ingente impiego di manodopera e di mezzi su committenza di Alessandro de' Medici e per volere di suo zio Giulio, papa Clemente VII, successivamente all'assedio di Firenze del 1529-1530 e dopo il suo ritorno a Firenze; fu quindi ideata per alloggiare un grosso contingente militare e proteggere la città da attacchi esterni ma anche per sedare rivolte interne e offrire rifugio ai governanti in caso di insurrezioni. Chiamata originariamente Castellum Alexandria, in onore di Alessandro de' Medici, poi Fortezza di San Giovanni Battista, in onore del patrono di Firenze, fu detta infine “da Basso” forse per distinguerla dal Forte Belvedere situato in posizione collinare. Questo studio condotto nell’ambito della redazione del progetto preliminare e definitivo è stato implementato in sede di progetto esecutivo sulla scorta delle indagini svolte dall’Università degli Studi di Firenze - DICEA (Responsabile Scientifico Prof. Grazia Tucci, Relazione storica Arch. Ph.D. Costantino Cec- canti) e intende fornire ulteriori elementi di approfondimento sulla nascita e sullo sviluppo della fabbrica della fortezza rispetto alle analisi svolte in fase di redazione del piano di recupero; gli esiti dello studio hanno portato all’elaborazione di una specifica tavola denominata “Schemi grafici periodizzazione fasi di costruzione” allegata al progetto definitivo e anche alla presente Relazione, che riporta una ipotesi di attribuzione della datazione della costruzione dei vari edifici attualmente esistenti. In calce alla Relazione sono state aggiunte brevi note storico stilistiche per illu- strare sinteticamente quali sono stati i criteri di restauro del progetto. 2. L’impianto La pianta della fortezza è costituita da un pentagono irregolare con bastioni situati in ciascun angolo, ai quali si aggiunge, sul lato prospiciente la città, il mastio che ingloba la torre dell’antica Porta a Faenza. I bastioni, pentagonali e simmetrici rispetto alla Porta, e le cortine che li collegano sono inclinati a scarpata per sostenere la spinta del terrapieno interno e circondati interamente da fossati. Sono costruiti in muratura di mattoni con spigoli profilati in pietra forte e caratterizzati lungo tutto lo sviluppo dalla presenza di un “cordone” toroidale anch’esso in pietra forte. I bastioni erano dotati di cannoniere, ora quasi tutte murate ma ancora visibili per la pietra forte di bordo o la diversa stesura dei mattoni, allo scopo di colpire i bastioni opposti e le cortine, impedendo la salita degli assedianti. Lungo tutto il perimetro delle fortezza, all’interno dei bastioni e delle cortine, corre il corridoio delle troniere, oggi solo parzialmente percorribile, che permetteva la difesa del fossato. Lo studioso Pietro Moschella individua in questo corridoio postazioni difensive che permettono la difesa della fortezza qualora il nemico fosse riuscito a penetrare livello 2 al suo interno: tutti gli angoli formati all’incontro di un bastione con un baluardo [cortina] si trova una stanzetta di forma semicircolare con feritoie che avevano la possibilità di battere tratti di corridoio in tutta la loro lunghezza. (Pietro Moschella, Cenno storico-topografico di un’antica fortezza fiorentina (la Fortezza da Basso) in Francesco Gurrieri, Paolo Mazzoni, La Fortezza da Basso: un monumento per la città, Firenze, Ponte alle Grazie, 1990). Il mastio è una struttura imponente, una sorta di bastione ridotto, dalla facciata con bugne in pietra forte sfaccettate a punta di diamante e pietre sferiche che evocano lo stemma mediceo. In posizione centrale tra il mastio e la torre della antica porta a Faenza si trova livello 1 il corpo di guardia. L’accesso principale alla fortezza avviene attraverso una porta posta sul fian- co destro del mastio, in origine protetta da un ponte levatoio e chiusa intorno al 1867, quando con i lavori per la sistemazione di Firenze capitale furono interrati i fossati circostanti le mura. Superato l’ingresso, percorso un piccolo vano con- trollato da feritoie e originariamente anche da una saracinesca, si accede ad una rampa che conduce al corpo di guardia. La rampa è fiancheggiata da due corridoi di difesa e vi si aprono feritoie su ciascun lato; alcune feritoie, utilizzabi- li anche come piombatoi, sono presenti anche sul soffitto. Il corpo di guardia livello 0 ha pianta ottagonale, copertura a cupola, ed è costruito in mattoni con riquadri in pietra in corrispondenza delle nicchie, dei vani delle aperture nonché all’im- posta della cupola; dai testi consultati si desume che era originariamente illumi- nato dall’alto. Comunica con la rampa di accesso e con un corridoio laterale ad essa, nonché con altri due vani, uno dei quali forse già adibito ad alloggio dei soldati e l’altro interno all’antica torre. I primi due livelli della torre corrispondono in alzato alla sala ottagonale del corpo di guardia; Il terzo livello corrisponde al livello della terrazza sovrastante la sala ottagonale. Si può accedere al livello sommitale in due modi: - dallo scalone situato ad est della torre si giunge alla terrazza laterale, posta pressappoco al primo livello della torre stessa, si accede al vano della torre e, livello –1 percorrendo una scaletta a chiocciola ricavata all’interno dello spessore della muratura, si raggiunge il terzo livello; - da uno dei due vani situati ad ovest del corpo di guardia si percorre una ram- pa di scale rettilinea ricavata all’interno dello spessore murario che conduce direttamente all’altra terrazza laterale da cui mediante un’altra rampa rettilinea sezione e una passerella metallica si raggiunge l’ultimo livello della torre. La porta del Soccorso o “sortita verso la campagna” è la seconda delle porte Piante e sezione del mastio originali della fortezza riportata nei disegni del Sangallo; fu interrata anch’essa intorno al 1867, durante i lavori di sistemazione di Firenze capitale. Sull’edificio interno, la Casamatta, è visibile traccia di un’epigrafe che secondo i testi con- sultati riportava l’anno 1535. (La Fortezza di San Giovanni Battista in Firenze Evoluzione e decadenza di un sito Comune di Firenze – Quartiere 1 Centro Storico gruppo Archeologico Fiorentino Firenze, Fortezza di San Giovanni Bat- tista, Dicembre 1979 – Gennaio 1980) Francesco Gurrieri così si esprime sull’opera del Sangallo: La sua genialità architettonica si esprime soprattutto su tre aspetti del suo im- pianto: 1) la pianta pentagonale si situa a cavallo delle mura medievali, che vengono assunte come parte delle cortine della fortezza. Pianta idealmente iterata nei cinque “baluardi” d'angolo (Rastriglio, Bellavista, Imperiale, Strozzi, Cavaniglia), che trova soluzione geniale nella raffinata concrezione della porta a Faenza nel volume del Masti: 2) la redazione delle cortine murarie in cotto, scarpate e geometricamente defi- nite con cornici, sguanci, bordature in pietra forte. Definizione linguistica e ma- terica davvero apprezzabile che si prospetta con una perentorietà cromatica di grande fascino secondo una tradizione di colore, appunto, che fu sempre pre- sente nel Medioevo e nel Rinascimento fiorentino, nell'architettura, nella scultu- ra e nella pittura e nella scultura, presenta una perentorietà cromatica estrema- mente affascinante. È poi da credere che la cortina muraria a grandi monoliti di pietra forte, che costituiva e costituisce la facciata verso l'interno della città, possa considersi uno dei capolavori assoluti dell'architettura militare; palese è il suo significato simbolico e metaforico, con l'alternarsi di bozze a punta di dia- mante (cristallo) e a calotta sferica: qualcosa che evoca l’arma medicea e i proietti dell'artiglieria. Ma anche qualcosa che descrive e dimostra come un “paramento murario” possa divenire scultura o scultura architettonica, qualcosa che riconduce, psicologicamente, a remote mura megalitiche, testimoni di civil- tà antiche e grandiose (…). 3) Infine la sala ottagona della Guardia, a cui si accedeva dalla rampa d'ingres- so: un vero capolavoro rinascimentale di evidente suggestione romana. In un certo senso si tratta riproposizione, di una attualizzazione archeologica di gran- de raffinatezza; a cui va aggiunto l’apprezzamento per la singolarità della tessi- tura delle otto vele della volta, ove si trova impiegata la “spina pesce” (a doppio mattone per coltello) che fu riproposta da Filippo Brunelleschi per la cupola di Santa Maria del Fiore “senza armatura”. (Francesco Gurrieri, Paolo Mazzoni, La Fortezza da Basso: un monumento per la città, Firenze, Ponte alle Grazie, 1990) 3. L’area interessata dalla costruzione della Fortezza L’area interessata dalla realizzazione della Fortezza era, già prima della sua costruzione, caratterizzata dalla presenza di vari manufatti tra cui i resti dell’ac- quedotto romano, il monastero di Santa Umiltà e l’ultima cinta muraria di Firen- ze con le sue porte Faenza e Polverosa. La costruzione dell’acquedotto e della via Cassia Nova avevano creato gravi danni a causa delle barriere fisiche che divisero le proprietà in parti non comu- nicanti; l’area, soprattutto la parte a sud-ovest percorsa dalla via Cassia subì un forte degrado a causa di problemi di sicurezza, ordine pubblico e igiene dovuti alla presenza del traffico).