Giampaolo Trotta

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Giampaolo Trotta Gia mpaolo Trotta Sant'Angelo a Legnaia Fede, arte e storia 1. La via Pisana tra il porto fluviale di Verzaia ed il Pian di Legnaia 1.1. La via per Pisa ad Occidente di 'Florentia' L’area di pianura, all’interno del territorio sudoccidentale fiorentino, è attraversata dall’antichissimo tracciato della via Pisana, con i suoi borghi lungo- strada, originariamente caratterizzati, in prevalenza, da case a schiera con botteghe al pianterreno. Tale arteria, di origine etrusca (porzione di un antichissimo percorso collegante Pisa sul Tirreno con Spina sull'Adriatico), costituì un asse fondamentale per la posteriore colonizzazione e centuriazione della zona in età romana, ancor prima della fondazione di Florentia. È ipoteticamente possibile – sebbene non vi siano prove documentarie in merito – che il tracciato di questa strada non seguisse l’amplia flessione verso Sudovest che tuttora la caratterizza nel tratto compreso tra Monticelli e Lastra a Signa, ma fosse maggiormente spostata verso Settentrione (quindi in un’area più prossima alla sponda sinistra dell’Arno). In tal caso avrebbe seguito un percorso sostanzialmente rettilineo, almeno nel tratto orientale fino all’attuale zona delle Torri a Cintoia e all'attraversamento della Greve, per poi flettere verso Sudovest, in direzione appunto di Lastra a Signa, passando dalle aree immediatamente a Settentrione dell'odierno Ponte a Greve, dove attualmente sorge il moderno edificio del Centro Commerciale Coop. In corrispondenza di tale struttura sono tornati alla luce, infatti, i resti di una necropoli ad incinerazione e ad inumazione, che fu attiva tra il I secolo a. C. ed il 1 V d. C. e che si doveva verosimilmente sviluppare in aderenza ad un tracciato viario di una qualche importanza. Anche se di questo presunto tracciato più settentrionale, come si è detto, non vi è nessuna prova oggettiva, né tantomeno un inoppugnabile ritrovamento archeologico che lo comprovi (durante i lavori di restauro alla villa delle Torri Capponi-Vogel, ad esempio, non sono tornati alla luce elementi architettonici anteriori al XIII secolo1), questa ipotesi sarebbe potuta essere plausibile in età romana in quanto è verosimile che in tale epoca, come già sosteneva Mario Lopes Pegna nel 19742, sia stata realizzata tutta una serie di canali di drenaggio, resi indispensabili dalla forte tendenza all’impaludamento di questi terreni presso il fiume, soggetti a inondazioni, costituendo essi il naturale bacino di espansione dell’alveo fluviale. Del resto, i Romani erano notoriamente esperti in tali opere idrauliche. L’ampia e fertile pianura sudoccidentale (regio dexstrata citrata) fu oggetto di una rigorosa centuriazione che ancor oggi è documentata dalla maglia di strade tra loro perpendicolari già delimitanti le centuriae e da vari toponimi, come Cintoia stessa (centuria). Luogo di intensa attività agricola – in particolar modo cerealicola – e di commercio, la zona vide il sorgere di ben organizzati praedia rustica, cioè fondi poderali con fattorie. Solamente in seguito, con l'abbandono della manutenzione idrica ed il conseguente nuovo impaludamento in età tardo-antica e soprattutto altomedievale, certamente presente oramai nel V secolo d. C., i terreni furono nuovamente soggetti a inondazioni e la via per Pisa - o quel che ne restava - passava sicuramente lungo il tracciato odierno, perimetrando le zone maggiormente paludose ad Ovest del porto d'Arno a Verzaia, nelle quali andò a trovarsi comunque anche il portus stesso, di cui riparleremo nei paragrafi seguenti. Ma anche la strada per Pisa andò ben presto in rovina e non fu più carrareccia (cioè percorribile regolarmente da carri) tra il IV ed il V secolo. 1.2. I borghi lungo la strada consolare romana lungo l'Arno, tra orti, colline e boschi: 'vicus in Viridariis ad primum lapidem', 'vicus ad Monticellos ad secundum', 'vicus in Lignaria ad tertium' 1 G. TROTTA, Villa Capponi Vogel. Arte e storia, Signa 2011, p. 13. 2 M. LOPES PEGNA, Firenze. dalle origini al Medioevo, Firenze 1974. 2 La strada consolare diretta a Pisa, principiando da Florentia, ad capitem pontis (ponte posto poco più a monte dell'attuale Ponte Vecchio), aveva la sua prima lapis ubicata ad Viridaria, presso i frutteti e gli orti verdeggianti di Verzaia e presso il loro portus, non distante dall’insediamento di pescatori lungo l’Arno che in seguito darà origine al sobborgo e al porto del Pignone. La seconda pietra miliare era all'incirca in corrispondenza di quello che sarà il borgo pedecollinare di Monticelli. Certamente in età alto-medievale il tertius ab urbe lapis si trovava presso il borghetto di San Quirico, ai margini delle vaste boscaglie lungofiume, dove poi sorgerà l'ecclesia Sanctorum Quirici et Julittae de Lignarja. Con il nome di Monticelli, originariamente, si indicava non solo la zona bassa attorno all’incrocio tra la via per Pisa e quella per Soffiano (memoria di un praedium Sufii), ma anche l’area maggiormente elevata del Boschetto, fino a lambire l’odierno colle di Monteoliveto (Monte di Bene), in ‘antitesi’ con la sottostante piana di Verzaia-Legnaia3. Evidentemente il toponimo deriva da monticelli, monticuli, ma la natura di tali ‘monticelli’ non è ancora così evidente come potrebbe immediatamente apparire. Tale denominazione, infatti, potrebbe teoricamente non riferirsi in modo generico alle ultime propaggini delle colline a Sud della pianura dell’Arno e protraentisi come un 'cuneo' petrigno verso il fiume (ricoperte in origine di boschi di castagno), ma a dei rilievi artificiali (orograficamente una sorta di ‘mammelloni’ selvosi), collegati ad un'ipotetica presenza di tombe etrusche del VII secolo a. C.: tombe a dromos con celle laterali e un tholos a falsa cupola. Comunque, ciò resta per il momento solo un'ipotesi non suffragata da prove esaustive. 3 E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze 1833-1846, voll. 6; C. C. CALZOLAI, La Chiesa Fiorentina, Firenze1970; M. LOPES PEGNA, Firenze dalle origini al Medioevo, Firenze 1974; G. TROTTA, Monticelli. Da borgo suburbano a periferia fiorentina, Firenze 1987; G. BARAFANI, S. Pietro a Monticelli di Firenze, Firenze 1927, ried. anastatica a cura di G. TROTTA, Firenze 1989; 1989G. TROTTA, Legnaia, Cintola e Soffiano. Tre aspetti dell’antico ‘suburbio occidentale’ fiorentino, Firenze 1989; M. CASINI WANROOIJ, C. FROSININI, G. TROTTA, La chiesa e il convento di S. Pietro a Monticelli. Memorie storiche ed artistiche, Firenze 1990; G. TROTTA, Il Pignone a Firenze. Tra ‘memoria’ ed oblio, Firenze 1990 (G. TROTTA, 1990 A); G. TROTTA, Villa Strozzi al Boschetto, Firenze 1990 (G. TROTTA, 1990 B); C. SODERI, Il territorio del Quartiere 4 dal Basso Medioevo ai nostri giorni. Organizzazione territoriale ed amministrativa attraverso i secoli, Firenze 1995; G. CAPECCHI, a cura di, Alle origini di Firenze. Dalla Preistoria alla città romana, Firenze 1996; G. TROTTA, Ad Occidente di Firenze. Borghi e territorio dell’attuale Quartiere Quattro. I più recenti interventi architettonici, Firenze 2002; M. PAGNI, a cura di, Atlante archeologico di Firenze. Indagine storico-archeologica dalla Preistoria all'Alto Medioevo, Firenze 2010. 3 1.4. L'ipotetico 'portus florentinus occidentalis in Viridariis' È possibile, sebbene pure in tal caso a tutt'oggi non vi sia alcuna prova documentaria - né a carattere di testimonianza letteraria, né archeologica - che in epoca romana (forse in età adrianea), come si è detto, esistesse un porto posto ad Occidente di Florentia, forse più esteso rispetto a quello che in seguito sarà il porto 'lineare' settecentesco del Pignone, prolungandosi maggiormente verso Ovest. Come sappiamo, infatti, l'originario e documentato porticciolo di Florentia era ubicato a monte del ponte sull'Arno (all'altezza dell'odierna piazza Mentana), quindi interdetto alle imbarcazioni di maggior dimensione che non potevano passare al di sotto del ponte medesimo, inizialmente a travata lignea, poi ricostruito ad archi in muratura durante l'età imperiale ed ubicato immediatamente a monte dell'odierno Ponte Vecchio. Quello commerciale più rilevante d'età imperiale e, come si è detto, segnatamente adrianea, però, doveva trovarsi a monte dell'originaria confluenza del Mugnone in Arno, ma presso l'opposta sponda sinistra meridionale, a ridosso della strada proveniente da Pisa e ai piedi del rilievo petrigno e selvoso di Monteoliveto-Monticelli, che, come si è detto, creava naturalmente un cuneo roccioso in direzione del fiume, influendone il percorso e facilitando la formazione di un sinus immediatamente a monte di esso e da esso riparato. Il sistema di insenature, nelle quali forse avrebbe potuto trovarsi anche il presunto portus (ancora non indagato né - ripetiamo - certamente provato dalla moderna storiografia), doveva ipoteticamente occupare l'area dell'Isolotto fino all'alveo meridionale dell'Arno, oggi scomparso ma esistente ancora agli inizi del Cinquecento, costituendo l'originaria sponda meridionale di tali insenature. La larghezza del fiume era minima là dove era stato costruito il primo ponte fiorentino, ma era massima proprio immediatamente prima e dopo la 'strozzatura' provocata dal promontorio di Monteoliveto-Monticelli, dove l'alveo si espandeva ad 'imbuto' fino alla confluenza del Terzolle suIl'opposta sponda, occupando l'area delle Cascine e formando forse fin da allora un'insula mediana, emergente nei periodi di secca (le future Cascine dell'Isola). I sarcofagi d'età Tardo Antica - uno rinvenuto nel 1740, un secondo e parte di un terzo ritrovati all'altezza del ponte alla Vittoria presso il greto d'Arno
Recommended publications
  • La Sapienza Di Niccolò Da Uzzano: L’Istituzione E Le Sue Tracce Architettoniche Nella Firenze Rinascimentale1
    View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Firenze University Press: E-Journals Emanuela Ferretti La Sapienza di Niccolò da Uzzano: l’istituzione e le sue tracce architettoniche nella Firenze rinascimentale1 Le vicende e lo sviluppo dell’architettura universitaria fiorentina - dalla co- struzione della sede dello Studio generale, nei pressi della Cattedrale, alla fon- dazione della Casa della Sapienza nel quadrilatero di S. Marco - rappresentano temi di storia architettonica e urbana di grande rilievo nel contesto della città medievale e moderna2, la cui analisi permette da un lato di guardare da una nuo- va prospettiva episodi e questioni generali di storia urbana già esaminate dalla storiografia, dall’altro di portare ulteriori elementi di conoscenza relativamente al poliedrico rapporto fra città e Studio3. Precisare le sedi, la cronologia, la qualificazione delle imprese edificatorie legate direttamente o indirettamente allo Studio e delineare le figure dei prota- gonisti – siano essi i committenti, nelle persone degli ufficiali dello Studio, siano essi gli esecutori materiali, ovvero i progettisti e le maestranze – è operazione resa complessa dalla scarsezza delle fonti4 e dalle oggettive discontinuità nella storia dell’istituzione, che scorre come un fiume carsico fra Medioevo e Rinascimento. Dalla dichiarazione inaugurale del 1321 al trasferimento a Pisa nel 1472, la storia dello Studio è infatti piena di luci e di ombre. Se la sede dell’istituzione universitaria in via dello Studio
    [Show full text]
  • Neri Di Bicci: a Study of Three of His Patrons' Commissions of the Assumption of the Virgin Altarpieces with a Focus on Their Choice of an All'antica Style
    Georgia State University ScholarWorks @ Georgia State University Art and Design Theses Ernest G. Welch School of Art and Design Summer 8-12-2014 Neri di Bicci: A study of three of his patrons' commissions of the Assumption of the Virgin altarpieces with a focus on their choice of an all'antica style Kara Samples Follow this and additional works at: https://scholarworks.gsu.edu/art_design_theses Recommended Citation Samples, Kara, "Neri di Bicci: A study of three of his patrons' commissions of the Assumption of the Virgin altarpieces with a focus on their choice of an all'antica style." Thesis, Georgia State University, 2014. https://scholarworks.gsu.edu/art_design_theses/162 This Thesis is brought to you for free and open access by the Ernest G. Welch School of Art and Design at ScholarWorks @ Georgia State University. It has been accepted for inclusion in Art and Design Theses by an authorized administrator of ScholarWorks @ Georgia State University. For more information, please contact [email protected]. NERI DI BICCI: A STUDY OF THREE OF HIS PATRONS’ COMMISSIONS OF THE ASSUMPTION OF THE VIRGIN ALTARPIECES WITH A FOCUS ON THEIR CHOICE OF AN ALL’ANTICA STYLE by KARA SAMPLES Under the direction of Dr. John Decker ABSTRACT This thesis will analyze why three of Neri di Bicci’s patrons—the Spini family of Florence, a nun of the Bridgettine Order of Florence, and Ser Amideo of Santa Maria degli Ughi—desired to commission an altarpiece of the Assumption of the Virgin in an all’antica style. Neri di Bicci’s background as an artist, existing scholarship, and comparisons of older styles of art will also be discussed.
    [Show full text]
  • THE BERNARD and MARY BERENSON COLLECTION of EUROPEAN PAINTINGS at I TATTI Carl Brandon Strehlke and Machtelt Brüggen Israëls
    THE BERNARD AND MARY BERENSON COLLECTION OF EUROPEAN PAINTINGS AT I TATTI Carl Brandon Strehlke and Machtelt Brüggen Israëls GENERAL INDEX by Bonnie J. Blackburn Page numbers in italics indicate Albrighi, Luigi, 14, 34, 79, 143–44 Altichiero, 588 Amsterdam, Rijksmuseum catalogue entries. (Fig. 12.1) Alunno, Niccolò, 34, 59, 87–92, 618 Angelico (Fra), Virgin of Humility Alcanyiç, Miquel, and Starnina altarpiece for San Francesco, Cagli (no. SK-A-3011), 100 A Ascension (New York, (Milan, Brera, no. 504), 87, 91 Bellini, Giovanni, Virgin and Child Abbocatelli, Pentesilea di Guglielmo Metropolitan Museum altarpiece for San Nicolò, Foligno (nos. 3379 and A3287), 118 n. 4 degli, 574 of Art, no. 1876.10; New (Paris, Louvre, no. 53), 87 Bulgarini, Bartolomeo, Virgin of Abbott, Senda, 14, 43 nn. 17 and 41, 44 York, Hispanic Society of Annunciation for Confraternità Humility (no. A 4002), 193, 194 n. 60, 427, 674 n. 6 America, no. A2031), 527 dell’Annunziata, Perugia (Figs. 22.1, 22.2), 195–96 Abercorn, Duke of, 525 n. 3 Alessandro da Caravaggio, 203 (Perugia, Galleria Nazionale Cima da Conegliano (?), Virgin Aberdeen, Art Gallery Alesso di Benozzo and Gherardo dell’Umbria, no. 169), 92 and Child (no. SK–A 1219), Vecchietta, portable triptych del Fora Crucifixion (Claremont, Pomona 208 n. 14 (no. 4571), 607 Annunciation (App. 1), 536, 539 College Museum of Art, Giovanni di Paolo, Crucifixion Abraham, Bishop of Suzdal, 419 n. 2, 735 no. P 61.1.9), 92 n. 11 (no. SK-C-1596), 331 Accarigi family, 244 Alexander VI Borgia, Pope, 509, 576 Crucifixion (Foligno, Palazzo Gossaert, Jan, drawing of Hercules Acciaioli, Lorenzo, Bishop of Arezzo, Alexeivich, Alexei, Grand Duke of Arcivescovile), 90 Kills Eurythion (no.
    [Show full text]
  • Indexes Index of Changes of Attribution
    INDEXES INDEX OF CHANGES OF ATTRIBUTION Old Attributioll Kress Number New Attributioll Amadeo da Pistoia KI024 'Alunno di Benozzo,' p. II7, Fig. 320 Amadeo cia Pistoia KI02S 'Alunno di Denozzo,' p. II8, Fig. 319 Andrea da Firenze K263 Master of the Fabriano Altarpiece, p. 29, Fig. 68 Andrea di Giusto K269 Attributed to Vecchietta, p. lSI, Fig. 409 Baldovinetti K402 Pier Francesco Fiorentino, p. II4, Fig. 312 Balduccio, Matteo K222 Girolamo di Benvenuto, p. 162, Fig. 448 Baronzio KI3I2 Master of the Life of St. John the Baptist, p. 68, Fig. 182 Baronzio K264 Master of the Life of St.John the Baptist, p. 69, Fig. 184 Baronzio KI084 Master of the Blessed Clare, p. 70, Fig. 187 Bartolo di Fredi K204S Paolo di Giovanni Fei, p. 62, Fig. IS9 Bartolommeo di Giovanni K77 Master of the 'Apollini Sacrum,' p. 128, Fig. 34S Bartolommeo di Giovanni K79 Master of the 'Apollini Sacrum,' p. 128, Fig. 346 Bartolommeo di Giovanni KI72IA, B Master of the Apollo and Daphne Legend, p. 129, Figs. 347, 349 Cimabue(?) K36r Italian School, c. 1300, p. 6, Fig. II Cimabue (?) K324 Italian School, c. 1300, p. 6, Fig. 12 Cimabue, Contemporary 01 KII89 Tuscan School, Late XIII Century, p. 6, Fig. 8 Cossa, Francesco del K3 87 Ferrarese School, Late XV Century, p. 86, Fig. 236 Daddi, Bernardo KI97 Master of San Martino alla Palma, p. 30, Fig. 71 Daddi, Bernardo, Follower of K263 Master of the Fabriano Altarpiece, p. 29, Fig. 68 Domenico di Michelino KS40 Pesellino and Studio, p. IIO, Fig. 302 Domenico di Michelino KS41 Pesellino and Studio, p.
    [Show full text]
  • The Production Methods of Neri Di Bicci and the Prevalence of Cartoon Usage in Fifteenth-Century Florence
    The Production Methods of Neri di Bicci and the Prevalence of Cartoon Usage in Fifteenth-Century Florence Jennifer Adrienne Diorio A thesis submitted to the Graduate Program in the Department of Art in conformity with the requirements for the Degree of Doctor of Philosophy Queen’s University Kingston, Ontario, Canada August 2013 Copyright © Jennifer Adrienne Diorio 2013 ABSTRACT Florentine artist Neri di Bicci (1418-1492) was one of the most prolific and financially successful artists of the fifteenth century. The hundreds of extant paintings from his workshop are a testament to his industry, which is further underlined by a close examination of the 798 entries he wrote between 1453 and 1475 in his account book, his Ricordanze. The purpose of this dissertation is to analyse the monetary and social history in Neri’s Ricordanze in order to provide a framework for an exploration of the way that paintings were constructed in Neri’s workshop, and a close examination of the evidence concerning collaboration between Neri and his contemporaries. This thesis determined that the repeated use of full-size paper patterns, known as cartoons, was a key aspect of Neri’s painting procedure. Cartoon usage was established by overlaying scaled images of paintings in Photoshop, which demonstrated that the outlines of many of Neri’s figures and architectural designs were identical. Analysing the price of Neri’s paintings also revealed trends which suggested that he used cartoons. Half of the 224 objects described in the Ricordanze cost 30 lire or less, and the average of the 40 paintings between two and four square meters was 151 lire, less than half the regional average for paintings of comparable size.
    [Show full text]
  • Tesi Dott Segreteria.Pdf
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA TRE Dottorato di Ricerca in Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e d’Architettura a/a 2008 Il libro di bottega segnato “A” di Bernardo di Stefano Rosselli (15 giugno 1475 – 3 marzo 1500) Pittura a Firenze nel secondo Quattrocento DOTTORANDA: TUTOR: Margherita Ciampaglia prof. Alessandro Guidotti INDICE Introduzione Capitolo 1: I libri di bottega: lo stato degli studi e le diverse angolazioni di lettura 1.1. Nella Storia dell’Economia 1.2. Nella Storia della Lingua 1.3. Nella Storia dell’Arte 1.4. Conclusioni Capitolo 2: Il contesto storico-economico: l’ordinamento comunale 2.1. Le Arti fiorentine 2.2. Le Arti maggiori 2.3. L’Arte dei Medici e Speziali 2.4. Le matricole Capitolo 3: I Libri di commercio 3.1. Libri di commercio o libri contabili 3.2. Caratteristiche e tipologie 3.3. L’alfabetizzazione di mercanti e artigiani 3.4. La partita doppia 3.5. Gli artefici fiorentini e i loro libri contabili Capitolo 4: Vita in bottega 4.1. Di maestro in discepolo: Le Ricordanze di Neri di Bicci ed il Libro A di Bernardo di Stefano Rosselli 4.2. I rapporti tra maestro e discepoli 4.3. La bottega come luogo fisico 4.4. L’arredamento della bottega 4.5. Le collaborazioni tra artefici e le compagnie di pittori 4.5.1. Marco del Buono: un enigma 4.6. L’approvvigionamento delle materie prime 4.7. Vita privata: vicende familiari di Neri e di Bernardo Capitolo 5: La produzione della bottega di Bernardo: spoglio dei dati 5.1.
    [Show full text]
  • Saggi | Architettura Design Territorio S
    S 12 saggi | architettura design territorio S Saggi | architettura design territorio La pubblicazione è stata oggetto di una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata dal Comitato Scientifico del Dipartimento DIDA con il sistema di blind review. Tutte le pubblicazioni del Dipartimento di Architettura DIDA sono open access sul web, favorendo una valutazione effettiva aperta a tutta la comunità scientifica internazionale. Coordinatore | Scientific coordinator Saverio Mecca | Università degli Studi di Firenze, Italy Comitato scientifico | Editorial board Elisabetta Benelli | Università degli Studi di Firenze, Italy; Marta Berni | Università degli Studi di Firenze, Italy; Stefano Bertocci | Università degli Studi di Firenze, Italy; Antonio Borri | Università di Perugia, Italy; Molly Bourne | Syracuse University, USA; Andrea Campioli | Politecnico di Milano, Italy; Miquel Casals Casanova | Universitat Politécnica de Catalunya, Spain; Marguerite Crawford | University of California at Berkeley, USA; Rosa De Marco | ENSA Paris-La-Villette, France; Fabrizio Gai | Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Italy; Javier Gallego Roja | Universidad de Granada, Spain; Giulio Giovannoni | Università degli Studi di Firenze, Italy; Robert Levy| Ben-Gurion University of the Negev, Israel; Fabio Lucchesi | Università degli Studi di Firenze, Italy; Pietro Matracchi | Università degli Studi di Firenze, Italy; Saverio Mecca | Università degli Studi di Firenze, Italy; Camilla Mileto | Universidad Politecnica
    [Show full text]
  • Annali Di Storia Di Firenze
    ANNALI DI STORIA DI FIRENZE VI 2009 FIRENZE UNIVERSITy PRESS 2009 ANNALI DI STORIA DI FIRENZE Pubblicazione periodica annuale Gli «Annali» sono la rivista di «Storia di Firenze. Il portale per la storia della città» La versione elettronica ad accesso gratuito è disponibile all’indirizzo <www.storiadifirenze.org> Direttore responsabile Andrea Zorzi Coordinamento editoriale Aurora Savelli «Storia di Firenze. Il portale per la storia della città» Direzione Marcello Verga (Università di Firenze), Andrea Zorzi (Università di Firenze) Comitato Scientifico Anna Benvenuti (Università di Firenze), Bruna Bocchini Camaiani (Università di Firenze), Maurizio Bossi (Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux), Riccardo Bruscagli (Università di Firenze), Fulvio Conti (Università di Firenze), Carlo Corsini (Università di Firenze), Andrea Giuntini (Università di Modena e Reggio Emilia), Sandro Landi (Université Michel de Montaigne - Bordeaux), Enrica Neri (Università di Perugia), Marco Palla (Università di Firenze), Renato Pasta (Università di Firenze), Sergio Raveggi (Università di Siena), Sandro Rogari (Università di Firenze), Carla Sodini (Università di Firenze), Franek Sznura (Università di Firenze), Luigi Tomassini (Università di Bologna - Sede di Ravenna), Paola Ventrone (Università Cattolica del “Sacro Cuore” - Milano) Coordinamento Aurora Savelli (Università di Siena) Redazione Marco Bicchierai (Università di Firenze), Federico Cantini (Università di Pisa), Antonio Chiavistelli (Università di Firenze), Maria Pia Contessa (Università di Firenze), Silvia Diacciati (Università di Firenze), Enrico Faini (Università di Firenze), Matteo Mazzoni (Istituto Gramsci Toscano onlus), Marco Morandi (Università di Firenze), Sara Mori (Università di Pisa), Maria Pia Paoli (Scuola Normale Superiore di Pisa), Gaetano Pizzo (Università di Firenze), Leonardo Raveggi (Università di Firenze), Lorenzo Tanzini (Università di Cagliari) Registrazione al Tribunale di Firenze n.
    [Show full text]
  • Sua Mano and Modo Et Forma Requirements Balancing Individual Creativity and Collective Traditions in Contracts for Altarpieces in the Italian Renaissance
    View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by NORA - Norwegian Open Research Archives Sua mano and modo et forma requirements Balancing individual creativity and collective traditions in contracts for altarpieces in the Italian Renaissance Knut F. Kroepelien Masteroppgave i kunsthistorie Veileder: førsteamanuensis Leif Holm Monssen Institutt for filosofi, idé- og kunsthistorie og klassiske språk Universitetet i Oslo, høsten 2008 Illustration on front page: Michele Giambono, Coronation of the Virgin (Venice, Accademia), 1448. 2 ...non sii facta per tante man come pare verria esser facto, per non fare l’opera disforma; ma una di voy la fornisca, essendo obligati in solidum, più presto sii possibile. (...not as if it was made by many hands, like it seems to be done now, because then it might become disformed, but by one of you alone that are obliged by the contract, and as quickly as possible.) Letter 23 August 1476 from the Duke of Milan to Bonifazio da Cremona, Vincenzo Foppa and Jacomino Zaynario 3 4 Preface I would like to thank assistant professor Leif Holm Monssen for supervising this thesis with insight and interest, Ms. Mona Vestli for her crucial translations and Mr. John Waterman for his valuable comments on structure and language. Oslo, November 2008 Knut F. Kroepelien 5 6 Contents SUMMARY ........................................................................................................................................................... 9 1 INTRODUCTION ....................................................................................................................................
    [Show full text]
  • Lucchese, Aretine, and Umbrian Schools Xiii Century Florentine, Venetian, Paduan, Modenese, and Sienese Schools Xiii-Xiv Century
    LUCCHESE, ARETINE, AND UMBRIAN SCHOOLS XIII CENTURY FLORENTINE, VENETIAN, PADUAN, MODENESE, AND SIENESE SCHOOLS XIII-XIV CENTURY LUCCHESE SCHOOL, c. I200 MARGARITONE KI7I5 : Figure 6 Margarito d'Arezzo, called by Vasari Margaritone. School of Arezzo. Active second half of thirteenth century. There MADONNA AND CHILD. EI Paso, Tex., El Paso Museum is only one documentary reference to him, in 1262; but he of Art {1961-6/1}, since 1961.1 Transferred from wood to signed a number ofpaintings. Probably trained in Florence, masonite {1950-51}. 46kx30! in. {II8'2X78'2 cm.}, with­ he progressed from a very flat style to a somewhat more out moldings. Good condition; cleaned very slightly 1953. plastic manner. Lucca was the center of the most important Tuscan School KI347 : Figure I of painting during the twelfth century and well into the thirteenth. The work of the early period was varied and MADONNA AND CHILD ENTHRONED. Washington, rich; by the early thirteenth century it had become less D.C., National Gallery of Art {807}, since 1945. Wood. exuberant, more stereotyped and uniform. Though 38kx 19k in. {97X49.5 cm.}. Inscribed, with the artist's executed by a heavier hand, KI715 seems to go back for in­ signature, at bottom: MARGARIT' [de a] RITIO ME FECIT spiration to the figures of the holy women in scenes on the {Margaritus of Arezzo made me}.l Fair condition. earliest surviving panel from the School of Lucca, the painted cross signed by Guglielmo and dated II 38 in the The lack of perspective in this painting - only the footstool Cathedral of
    [Show full text]
  • Andrea Del Verrocchio Life and Work
    ARTE E ARCHEOLOGIA STUDI E DOCUMENTI 27 DARIO A. COVI ANDREA DEL VERROCCHIO LIFE AND WORK LEO S. OLSCHKI EDITORE 2005 INDEX* Abel, 34 Biagio d'Antonio, 195-197, 238, 239; 195, 196, 197, 198, 200 Adam, 34 Bicci di Lorenzo, 81 n. 45, 82 n. 47 Agnolo di Polo, 13, 257 n. 26 Billi, Antonio, 23, 24, 52, 116 n. 141, 181 Alberti, Leon Battista, 39-40, 157 n. 33, 206; 155 Birmingham, 112, 113; 83 Albertini, Francesco, 52, 55, 181 Bischeri family, 7 Alessandro del Cavallo (nickname of Alessandro Leo- Bobbio, S. Colombano, 84 nn. 56 and 57 pardi), 1, 22, 157-158 Bologna, 66 Alexander the Great, 140, 143 ± Shrine of St. Dominic, 22 Amadeo, Giovanni Antonio, 63 ± Tomb of Alessandro Tartagni, 110, 148, 149, 166, 245, Ammanati, Bartolommeo, 98 246; 140, 141 Amsterdam, Rijksmuseum (see also Verrocchio, Andrea BorgaÊ (Finland), Cathedral, 84 n. 56 del), 110-111 n. 114, 113-114, 246; 88 Borghini, Don Vincenzo, 215, 233 Andrea di Domenico di Polo, 98 Boston (see Verrocchio, Andrea del) Angelico, Fra Giovanni, 142, 175-176, 180, 191 n. 104, 194 Botticelli, Sandro, 8, 132, 184, 188, 218 n. 24, 220, 221 n. 46, n. 122 222 n. 52, 238, 243, 257 n. 26 Anonimo Magliabechiano (or Gaddiano), 23, 24, 52, 55, Botticini, Francesco, 188, 202, 208, 210, 224, 257 n. 26 116 n. 141, 181 Brozzi, S. Andrea, 176, 199; 171 Antonio di Cristoforo, 159 Brunelleschi, Filippo, 44, 50, 63, 117; 40 Antonio di Salvi, 95 n. 25, 116; 91 Bruni, Lionardo, 24, 92, 108; 2 Aquila, 257 n.
    [Show full text]
  • Lorenzo Di Bicci, Crucifixion, C
    The Treatment and Technical Study of a Painted Crucifixion by Lorenzo di Bicci Kristin Robinson The Conservation Center, Institute of Fine Arts, New York University Abstract The technical examination of a gold ground Crucifixion from the workshop of Lorenzo di Bicci brings into focus several aspects and problems surrounding the study of workshop practice in Florence during the late trecento and early quattrocento. The examination of the panel before and after the removal of discolored varnish and overpaint revealed several interesting features. The cross, which had been repainted brown, was originally bright blue, prompting further research into the history, origin, and ex- amples of blue crosses during this period. The painting technique of the angels is different from the Christ figure, allowing insight to the division of labor within the workshop, and along with the inscription, possibly implies the employment of manuscript illuminator. The deciphering and reconstruction of the nearly illegible inscription reveals the absence of two words, which, in conjunction with the configura- tion of the joins, allows us to hypothesize about the original size, shape, and function of the tondo. This 1 study also deals with the construction and original appearance of this Crucifixion, in the context of the Research Paintings Kress Research Paintings Kress creation and subsequent dismemberment of complex altarpieces, and the making and meaning of reli- gious panel paintings in Florence during this period. Introduction A late trecento gold-ground Crucifixion by Lorenzo di Bicci (figure 1) entered the Kress Collection in 1936 and is owned by the Allentown Art Museum in Pennsylvania. The painting was selected for con- servation primarily because discolored varnish and retouching obscured the clarity and tone of the egg tempera paint as well as the brilliance of the gold ground.
    [Show full text]