La Sindrome Greca? L’Altra Europa Per Tsipras: Cultura Politica, Comunicazione E Performance Elettorale Di Francesco Marchianò
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XXVIII Convegno SISP Università di Perugia - Dipartimento di Scienze Politiche e Università per Stranieri di Perugia - Dipartimento di Scienze Umane e Sociali - 11 - 13 settembre 2014 La sindrome greca? L’Altra Europa per Tsipras: cultura politica, comunicazione e performance elettorale di Francesco Marchianò Sezione: “Sistema politico italiano” Panel: “Dalle politiche alle europee: strategia dei partiti, dinamiche di voto, rappresentanza” (Panel inter-sezione: sezioni "Sistema politico italiano" - "Elezioni e comportamento di voto") 1. Lo spazio a sinistra del PD Da quando nel 2007 è nato il Partito Democratico, in occasioni e modi diversi, attori e protagonisti della sinistra hanno sentito l’esigenza di costruire un soggetto politico alla sua sinistra che fosse competitivo, in coalizione o decisamente alternativo. Il primo di questi tentativi, quello della Sinistra Arcobaleno, guidata da Fausto Bertinotti, ha esordito con un clamoroso insuccesso portando nel 2008 la sinistra fuori dal parlamento. La lista, che comprendeva oltre a Rifondazione comunista, che era il partito più grande, i Comunisti italiani, Sinistra democratica (una componente dei Democratici di sinistra che aveva scelto di non aderire al PD) e la Federazione dei Verdi, non era nata solo come un cartello elettorale tant’è che nel dicembre dell’anno prima si era svolta alla Fiera di Roma un assemblea per dar vita a questo soggetto1. In seguito alla sconfitta, nel luglio dello stesso anno si è svolto a Chianciano il congresso di Rifondazione che ha diviso il partito, 1 Sulle elezioni politiche del 2008 e sul fallimento della Sinistra Arcobaleno si vedano in particolare: R. D’Alimonte, A. Chiaramonte, (a cura di), Proporzionale ma non solo. Le elezioni politiche del 2008, Il Mulino, Bologna, 2007; I. Diamanti, Mappe dell’Italia politica. Bianco, rosso, verde, azzurro. e tricolore, Il Mulino, Bologna, 2009; Itanes, Il ritorno di Berlusconi. Vincitori e vinti nelle elezioni del 2008, Il Mulino, Bologna, 2009. A. Di Virgilio, Le elezioni politiche del 13–14 aprile 2008: l’offerta cambia, la frammentazione è in calo, Berlusconi vince per la terza volta, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 60, Dicembre 2008, pp. 161–185; Id. , Le elezioni “non politiche” del 2008: onda lunga per il centrodestra, offerta difforme, voto diviso, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 61, Giugno 2009, pp. 168–192; D. Fruncillo, Politica senza reti. L’Italia al voto nel 2006 e nel 2008, Ediesse, Roma, 2010; Id. , A sinistra del Partito democratico. La sinistra alle elezioni regionali dopo la débâcle del 2008, Aracne, Roma, 2012; M. Morcellini, M. Prospero (a cura di), Perché la sinistra ha perso le elezioni, Ediesse, Roma, 2009. 1 in particolare, proprio sulla necessità di continuare o meno un processo unitario sul modello dell’Arcobaleno. Il documento che proponeva questa strategia, che candidava alla segreteria Nichi Vendola, è stato il più votato, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta; le altre componenti hanno deciso così di unire le loro forze e guidare il partito in un’altra direzione portando alla segreteria Paolo Ferrero2. Le conseguenze del congresso di Chianciano non si sono fatte attendere e nel giro di poco tempo l’area di Nichi Vendola ha posto in essere l’ennesima scissione dal partito dando vita a Sinistra e Libertà, un nuovo soggetto di ispirazione libertaria al quale hanno aderito alcuni piccoli partiti di area riformista ed ecologista3. Il partito ha esordito nelle elezioni europee del 2009 dove per la prima volta è stato inserito per l’Italia lo sbarramento al 4%. Sia SEL che la lista unitaria presentata di Rifondazione assieme ai Comunisti italiani e altri ha mancato questo obiettivo4. Da allora, anziché provare a unire le forze, i due partiti si sono sempre più allontanati portando SEL verso il PD e Rifondazione a collaborare, oltre che con i Comunisti italiani, anche con partiti di ispirazione giustizialista e giudiziaria. Queste tendenze, che avevano visto SEL crescere nei consensi e ottenere un risultato lusinghiero alle amministrative del 2011 e premiare in parte anche il percorso di Rifondazione, come testimoniava il caso di Napoli, si sono riconfermate nelle politiche del 2013 quando il partito di Vendola ha dato vita alla coalizione Italia Bene Comune con il PD di Bersani e Rifondazione ha costituito il cartello Rivoluzione Civile che ha proposto come leader il magistrato Antonio Ingroia. Tutte e due queste linee non sono risultate vincenti alle elezioni politiche del 2013. Rivoluzione civile non è riuscita a entrare in parlamento e dopo poco tempo si è sbriciolata. Diverso il caso di SEL che era arrivata all’appuntamento elettorale con il vento in poppa e che è invece ha subito lo shock grillino. Il partito di Vendola, che ancora pochi mesi prima del voto volava molto oltre il 5% nei sondaggi, ha raccolto il 3,2%. In seguito il partito ha subìto le indecisioni politiche del PD che ha visto aumentare la sua conflittualità interna e registrato il fallimento della “ditta” di Bersani; quest’ultimo prima aveva provato a tessere un’alleanza con il M5S cercando di sedurre il partito con l’elezione di due esponenti della società civile, di cui uno di SEL, alla presidenza delle camere e poi, dopo lo psicodramma vissuto alle elezioni della presidenza della Repubblica si è dimesso da segretario. Il PD ha così formato un governo di grande coalizione con il centrodestra che ha sancito la fine della coalizione Italia Bene Comune e il passaggio di SEL all’opposizione. Da allora una parte del partito ha continuato a guardare al PD mentre un’altra si è rigirata verso la sinistra più radicale. 2 Su queste vicende si vedano: F. Giordano, Nessun dio ci salverà. Riflessioni sulla sinistra italiana tra sconfitta e speranza, Donzelli, Roma, 2009; P. Ferrero, Quel che il futuro dirà di noi. Idee per uscire dal capitalismo in crisi e dalla seconda; P. Favilli, In direzione ostinata e contraria. Per una storia di Rifondazione comunista, DeriveApprodi, Roma, 2011. Su Rifondazione comunista, uno dei migliori contributi, sebbene relativo al 2004, resta S. Bertolino, Rifondazione comunista. Storia e organizzazione, Il Mulino, Bologna, 2004. 3 Sulla cultura politica di Sinistra e libertà cfr. O. Romano, Le fabbriche di Nichi. Fenomenologia di una comunità politica postdemocratica, in «Democrazia e Diritto», 3–4, 2009, pp.151–176. 4 Sulle europee del 2009 si rinvia a A. Di Virgilio, Le elezioni europee del 6–7 giugno 2009: il “sistema 2008” tiene, la sua differenziazione territoriale cresce, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 62, Dicembre 2009, pp. 145–163. 2 2. Verso l’Altra Europa Il dibattito congressuale apertosi intorno al PD, vissuto e narrato tutto nell’attesa, quasi nell’avvento, di Matteo Renzi, ha certamente adombrato tutto ciò che di politico è avvenuto alla sua sinistra. Eppure, a ben guardare, già sul finire dell’estate, alcune iniziative di tipo politico-culturale avevano lanciato l’idea di unire le piccole forze della sinistra assieme a movimenti, associazioni e vari esponenti della società civile, per poter risultare competitivi alle elezioni europee in programma l’anno dopo, visto l’alto sbarramento e facendo tesoro del 2009 quando nessuno partito a sinistra del PD era riuscito ad entrare nel parlamento europeo. In un incontro dal titolo «Europa che fare?», svoltosi a Roma il 28 settembre 2013, al quale hanno partecipato diverse associazioni, viene indicato il modello del partito greco Syriza e del suo giovane leader Alexis Tsipras come quello da seguire per dar vita a un processo unitario della sinistra per le europee5. Syriza è un nuovo soggetto politico nato a sinistra del Partito socialista greco (il Pasok) che è riuscito a superarlo e a diventare il secondo partito nelle elezioni politiche. La sua storia inizia nel 2004 quando si forma come cartello elettorale e come spazio politico che raccoglie partiti e movimenti, che derivano dal comunismo greco, e varie sigle della sinistra No global, movimentista, dell’associazionismo, singoli cittadini e così via. Al suo esordio elettorale il 7 marzo del 2004, ottiene il 3,3%. Il successo per la lista arriva durante la crisi che dal 2011 investe la Grecia. Syriza si propone come forze alternativa al Pasok e il suo nuovo leader Alexis Tsipras comincia a riscuotere successo nell’opinione pubblica. Alle elezioni politiche del 17 giugno 2012, Syriza raccoglie il 26,9% dei voti e diventa il secondo partito in Grecia superando i socialisti, puniti probabilmente dalle larghe intese e dalle politiche di austerità. Infine, nel luglio del 2013 si svolge il congresso fondativo che sancisce il passaggio dalla coalizione alla nascita di un partito. Dal punto di vista generale la sua cultura politica si distingue per una forte critica all’austerità e per un modello di sviluppo ecosostenibile. Syriza è critica di questa Europa, ma non del progetto europeo6. Il successo che Syriza raccoglie in Grecia e che lo dà come primo partito nei sondaggi influenza l’incontro romano che si svolge a pochi giorni dal voto politico in Germania che vede il trionfo del cancelliere uscente Angela Merkel, il tracollo della SPD e la piccola crescita della Linke. Le proiezioni greche e il risultato tedesco, pur trattandosi di contesti non facilmente comparabili e, per giunta, “conflittuali” dal punto di vista del rapporti a livello di Unione Europea, hanno un elemento comune che è dato dall’insufficienza delle forze che si riconoscono nel PSE di poter essere competitive, alternative e rappresentative poiché troppo legate alle politiche economiche dell’Europa e non sufficientemente critiche con esse. Se, però, in contesti nei quale non vi è crisi economica e stabilità politica come la Germania, le difficoltà socialiste si traducono in un successo dei partiti conservatori, in 5 R. Ciccarelli, Modello Syriza per gli anti-austerità, proposta per un' «Altra Europa», «Il Manifesto» del 29/09/2013. 6 Su Syriza e su Alexis Tsipras cfr.