XXVIII Convegno SISP Università di Perugia - Dipartimento di Scienze Politiche e Università per Stranieri di Perugia - Dipartimento di Scienze Umane e Sociali - 11 - 13 settembre 2014

La sindrome greca? L’Altra Europa per Tsipras: cultura politica, comunicazione e performance elettorale di Francesco Marchianò

Sezione: “Sistema politico italiano” Panel: “Dalle politiche alle europee: strategia dei partiti, dinamiche di voto, rappresentanza” (Panel inter-sezione: sezioni "Sistema politico italiano" - "Elezioni e comportamento di voto")

1. Lo spazio a sinistra del PD

Da quando nel 2007 è nato il Partito Democratico, in occasioni e modi diversi, attori e protagonisti della sinistra hanno sentito l’esigenza di costruire un soggetto politico alla sua sinistra che fosse competitivo, in coalizione o decisamente alternativo. Il primo di questi tentativi, quello della Sinistra Arcobaleno, guidata da , ha esordito con un clamoroso insuccesso portando nel 2008 la sinistra fuori dal parlamento. La lista, che comprendeva oltre a Rifondazione comunista, che era il partito più grande, i Comunisti italiani, Sinistra democratica (una componente dei Democratici di sinistra che aveva scelto di non aderire al PD) e la Federazione dei Verdi, non era nata solo come un cartello elettorale tant’è che nel dicembre dell’anno prima si era svolta alla Fiera di Roma un assemblea per dar vita a questo soggetto1. In seguito alla sconfitta, nel luglio dello stesso anno si è svolto a Chianciano il congresso di Rifondazione che ha diviso il partito,

1 Sulle elezioni politiche del 2008 e sul fallimento della Sinistra Arcobaleno si vedano in particolare: R. D’Alimonte, A. Chiaramonte, (a cura di), Proporzionale ma non solo. Le elezioni politiche del 2008, Il Mulino, Bologna, 2007; I. Diamanti, Mappe dell’Italia politica. Bianco, rosso, verde, azzurro. . . e tricolore, Il Mulino, Bologna, 2009; Itanes, Il ritorno di Berlusconi. Vincitori e vinti nelle elezioni del 2008, Il Mulino, Bologna, 2009. A. Di Virgilio, Le elezioni politiche del 13–14 aprile 2008: l’offerta cambia, la frammentazione è in calo, Berlusconi vince per la terza volta, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 60, Dicembre 2008, pp. 161–185; Id. , Le elezioni “non politiche” del 2008: onda lunga per il centrodestra, offerta difforme, voto diviso, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 61, Giugno 2009, pp. 168–192; D. Fruncillo, Politica senza reti. L’Italia al voto nel 2006 e nel 2008, Ediesse, Roma, 2010; Id. , A sinistra del Partito democratico. La sinistra alle elezioni regionali dopo la débâcle del 2008, Aracne, Roma, 2012; M. Morcellini, M. Prospero (a cura di), Perché la sinistra ha perso le elezioni, Ediesse, Roma, 2009. 1 in particolare, proprio sulla necessità di continuare o meno un processo unitario sul modello dell’Arcobaleno. Il documento che proponeva questa strategia, che candidava alla segreteria Nichi Vendola, è stato il più votato, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta; le altre componenti hanno deciso così di unire le loro forze e guidare il partito in un’altra direzione portando alla segreteria Paolo Ferrero2. Le conseguenze del congresso di Chianciano non si sono fatte attendere e nel giro di poco tempo l’area di Nichi Vendola ha posto in essere l’ennesima scissione dal partito dando vita a Sinistra e Libertà, un nuovo soggetto di ispirazione libertaria al quale hanno aderito alcuni piccoli partiti di area riformista ed ecologista3. Il partito ha esordito nelle elezioni europee del 2009 dove per la prima volta è stato inserito per l’Italia lo sbarramento al 4%. Sia SEL che la lista unitaria presentata di Rifondazione assieme ai Comunisti italiani e altri ha mancato questo obiettivo4. Da allora, anziché provare a unire le forze, i due partiti si sono sempre più allontanati portando SEL verso il PD e Rifondazione a collaborare, oltre che con i Comunisti italiani, anche con partiti di ispirazione giustizialista e giudiziaria. Queste tendenze, che avevano visto SEL crescere nei consensi e ottenere un risultato lusinghiero alle amministrative del 2011 e premiare in parte anche il percorso di Rifondazione, come testimoniava il caso di Napoli, si sono riconfermate nelle politiche del 2013 quando il partito di Vendola ha dato vita alla coalizione Italia Bene con il PD di Bersani e Rifondazione ha costituito il cartello Rivoluzione Civile che ha proposto come leader il magistrato Antonio Ingroia. Tutte e due queste linee non sono risultate vincenti alle elezioni politiche del 2013. Rivoluzione civile non è riuscita a entrare in parlamento e dopo poco tempo si è sbriciolata. Diverso il caso di SEL che era arrivata all’appuntamento elettorale con il vento in poppa e che è invece ha subito lo shock grillino. Il partito di Vendola, che ancora pochi mesi prima del voto volava molto oltre il 5% nei sondaggi, ha raccolto il 3,2%. In seguito il partito ha subìto le indecisioni politiche del PD che ha visto aumentare la sua conflittualità interna e registrato il fallimento della “ditta” di Bersani; quest’ultimo prima aveva provato a tessere un’alleanza con il M5S cercando di sedurre il partito con l’elezione di due esponenti della società civile, di cui uno di SEL, alla presidenza delle camere e poi, dopo lo psicodramma vissuto alle elezioni della presidenza della Repubblica si è dimesso da segretario. Il PD ha così formato un governo di grande coalizione con il centrodestra che ha sancito la fine della coalizione Italia Bene Comune e il passaggio di SEL all’opposizione. Da allora una parte del partito ha continuato a guardare al PD mentre un’altra si è rigirata verso la sinistra più radicale.

2 Su queste vicende si vedano: F. Giordano, Nessun dio ci salverà. Riflessioni sulla sinistra italiana tra sconfitta e speranza, Donzelli, Roma, 2009; P. Ferrero, Quel che il futuro dirà di noi. Idee per uscire dal capitalismo in crisi e dalla seconda; P. Favilli, In direzione ostinata e contraria. Per una storia di Rifondazione comunista, DeriveApprodi, Roma, 2011. Su Rifondazione comunista, uno dei migliori contributi, sebbene relativo al 2004, resta S. Bertolino, Rifondazione comunista. Storia e organizzazione, Il Mulino, Bologna, 2004. 3 Sulla cultura politica di Sinistra e libertà cfr. O. Romano, Le fabbriche di Nichi. Fenomenologia di una comunità politica postdemocratica, in «Democrazia e Diritto», 3–4, 2009, pp.151–176. 4 Sulle europee del 2009 si rinvia a A. Di Virgilio, Le elezioni europee del 6–7 giugno 2009: il “sistema 2008” tiene, la sua differenziazione territoriale cresce, in «Quaderni dell’Osservatorio Elettorale», n. 62, Dicembre 2009, pp. 145–163. 2

2. Verso l’Altra Europa

Il dibattito congressuale apertosi intorno al PD, vissuto e narrato tutto nell’attesa, quasi nell’avvento, di , ha certamente adombrato tutto ciò che di politico è avvenuto alla sua sinistra. Eppure, a ben guardare, già sul finire dell’estate, alcune iniziative di tipo politico-culturale avevano lanciato l’idea di unire le piccole forze della sinistra assieme a movimenti, associazioni e vari esponenti della società civile, per poter risultare competitivi alle elezioni europee in programma l’anno dopo, visto l’alto sbarramento e facendo tesoro del 2009 quando nessuno partito a sinistra del PD era riuscito ad entrare nel parlamento europeo. In un incontro dal titolo «Europa che fare?», svoltosi a Roma il 28 settembre 2013, al quale hanno partecipato diverse associazioni, viene indicato il modello del partito greco Syriza e del suo giovane leader Alexis Tsipras come quello da seguire per dar vita a un processo unitario della sinistra per le europee5. Syriza è un nuovo soggetto politico nato a sinistra del Partito socialista greco (il Pasok) che è riuscito a superarlo e a diventare il secondo partito nelle elezioni politiche. La sua storia inizia nel 2004 quando si forma come cartello elettorale e come spazio politico che raccoglie partiti e movimenti, che derivano dal comunismo greco, e varie sigle della sinistra No global, movimentista, dell’associazionismo, singoli cittadini e così via. Al suo esordio elettorale il 7 marzo del 2004, ottiene il 3,3%. Il successo per la lista arriva durante la crisi che dal 2011 investe la Grecia. Syriza si propone come forze alternativa al Pasok e il suo nuovo leader Alexis Tsipras comincia a riscuotere successo nell’opinione pubblica. Alle elezioni politiche del 17 giugno 2012, Syriza raccoglie il 26,9% dei voti e diventa il secondo partito in Grecia superando i socialisti, puniti probabilmente dalle larghe intese e dalle politiche di austerità. Infine, nel luglio del 2013 si svolge il congresso fondativo che sancisce il passaggio dalla coalizione alla nascita di un partito. Dal punto di vista generale la sua cultura politica si distingue per una forte critica all’austerità e per un modello di sviluppo ecosostenibile. Syriza è critica di questa Europa, ma non del progetto europeo6. Il successo che Syriza raccoglie in Grecia e che lo dà come primo partito nei sondaggi influenza l’incontro romano che si svolge a pochi giorni dal voto politico in Germania che vede il trionfo del cancelliere uscente Angela Merkel, il tracollo della SPD e la piccola crescita della Linke. Le proiezioni greche e il risultato tedesco, pur trattandosi di contesti non facilmente comparabili e, per giunta, “conflittuali” dal punto di vista del rapporti a livello di Unione Europea, hanno un elemento comune che è dato dall’insufficienza delle forze che si riconoscono nel PSE di poter essere competitive, alternative e rappresentative poiché troppo legate alle politiche economiche dell’Europa e non sufficientemente critiche con esse. Se, però, in contesti nei quale non vi è crisi economica e stabilità politica come la Germania, le difficoltà socialiste si traducono in un successo dei partiti conservatori, in

5 R. Ciccarelli, Modello Syriza per gli anti-austerità, proposta per un' «Altra Europa», «Il Manifesto» del 29/09/2013. 6 Su Syriza e su Alexis Tsipras cfr. M. Pucciarelli, G. Russo Spena, Tsipras chi? Il leader greco che vuole rifare l’Europa, Edizioni Alegre, Roma, 2014. 3 contesti di crisi marcata e di instabilità politica come la Grecia esse sono state trasformate in una punto a vantaggio di nuovi soggetti, come Syriza appunto, in grado di rilanciare tematiche più ancorate al terreno valoriale della sinistra, che nella sue componenti più forti, un po’ in tutta Europa, negli ultimi anni si è trasformata in una forza attenta più alle tecniche di bilancio che non all’assicurazione di diritti sociali7, e a impedire che il voto in fuoriuscita dai partiti più moderati fosse intercettato unicamente da forze populiste ed estremiste (nel caso greco, Alba Dorata). Anche per queste ragioni, l’incontro romano, oltre a paventare questo scenario, si è caratterizzato appunto per una forte critica all’austerity e, nello stesso tempo, al PSE esprimendo, l’esigenza di una candidatura e di una lista alternativa a sinistra a questa formazione. Dopo l’incontro romano, il dibattito attorno a questa prospettiva si è riattivato soprattutto in vista del congresso della Sinistra europea, in programma a Madrid dal 13 al 15 dicembre e chiamato a scegliere il proprio candidato alla presidenza della Commissione europea8. Poco prima di questo congresso, intanto, appare sul quotidiano «Il Manifesto» un articolo firmato da un ex parlamentare europeo di Rifondazione Comunista, Roberto Musacchio, e Massimo Torelli, nel quale si spiega fin dalle prime righe che «è necessaria una lotta di liberazione “alla greca” per cambiare volto all'Unione. Per questo anche in Italia va sostenuta la candidatura del leader di Syriza»9. Il 15 dicembre si chiude il congresso della Sinistra europea e il leader di Syriza, Alexis Tsipras, viene scelto come candidato alla presidenza per le elezioni europee10. L’unico partito italiano che aderisce alla SE, ossia Rifondazione Comunista, sostiene entusiasticamente questa scelta. Si apre, invece, un dibattito molto duro all’interno di SEL che a gennaio ha in programma il suo congresso. I dubbi, in particolare, aumentano dopo che l’8 dicembre, l’elezione diretta del segretario del PD ha sancito il successo di Matteo Renzi e dunque di un gruppo dirigente diverso da quello di Bersani con il quale SEL aveva intrapreso un cammino di avvicinamento verso il socialismo europeo che avrebbe dovuto portare al sostegno del candidato Martin Schulz e all’ingresso di SEL nel PSE11. Il dibattito all’interno di SEL sarà, perciò, molto condizionato da questo dubbio che, ovviamente, ha ripercussioni anche sul fronte delle alleanze politiche interne all’Italia. Ancora a fine anno, il partito di Vendola non ha chiara la sua collocazione tant’è che in un’intervista, alla specifica domanda se sostenere Schulz o Tsipras, Vendola risponde in maniera evasiva e ambivalente dicendo che «alle europee dobbiamo presidiare lo spazio politico che va da Martin Schulz ad Alexis Tsipras. (…) Tra questi due personaggi c'è uno spazio politico su cui occorre lavorare»12.

7 Su questo punto cfr. F. Cazzola, Qualcosa di sinistra. Miti e realtà delle sinistre al governo, Il Mulino, Bologna, 2010. 8 Prima di novembre, in realtà (e se si vuole col senno di poi), sono di interesse alcuni editoriali di Barbara Spinelli che dalle pagine del quotidiano «La Repubblica» ha più volte citato positivamente Tsipras indicando il suo programmo come l’unico realmente alternativo alle larghe intese europee, all’austerity e in sintesi il solo in grado di proporre un’altra Europa; cfr. B. Spinelli, Lo spirito della Costituzione, «La Repubblica» del 02/10/2013; Id. , Europa, l'ufficio delle lettere smarrite, «La Repubblica» del 06/11/2013. 9 R. Musacchio, M. Torelli, Con Tsipras contro l'«Europa reale», «Il Manifesto» dell’11/12/2013. 10 J. Rosatelli, La Sinistra europea si affida a Tsipras, «Il Manifesto» del 17/12/2013. 11 D. Preziosi, Sinistra sotto l'effetto Renzi, «Il Manifesto» del 17/12/2013. 12 D. Preziosi, Un riformismo antiliberista fra socialisti e Tsipras, intervista a Nichi Vendola, «Il Manifesto» del 31/12/2013. 4 Il dibattito all’interno di SEL è molto importante sia per il partito stesso che per la riuscita o meno di una lista alternativa al PD a sostegno di Tsipras. Il congresso del partito è in programma a Riccione dal 24 al 26 gennaio 2014. È opportuno ricordare brevemente che il quadro politico italiano, in questa fase, vede come presidente del Consiglio Enrico Letta sostenuto ancora per poco dalla nuova segreteria del PD Matteo Renzi che proprio a gennaio inizierà a imprimere un cambiamento all’orizzonte del partito. Questa fase incerta si riflette su SEL. Da un lato sembra che Vendola sia intenzionato a dialogare con Renzi, provando a fondersi nel PD, in particolare con la sinistra interna13; dall’altro i dubbi di Vendola a SEL aumentano 14 sia per l’entusiasmo che intanto sta raccogliendo la candidatura a sostegno di Tsipras e sia per la nuova linea politica che sta intraprendendo Renzi il quale di lì a poco stringerà quello che nel dibattito pubblico passerà come il «patto del Nazareno», ossia un accordo con sulla legge elettorale prima e sulle riforme costituzionali poi. Intanto nel partito di Vendola aumenta il numero di coloro che vogliono sostenere la candidatura di Alexis Tsipras, a cominciare da alcuni deputati come Giorgio Airaudo e Giulio Marcon che lo chiedono esplicitamente in un articolo15. Il 17 gennaio 2014 viene reso pubblico l’appello «L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile»16 lanciato dagli intellettuali Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale col quale si invitano tutte le forze, le associazioni, i movimenti e i cittadini critici della troika e dell’austerità a sostenere la nascita di una lista alternativa alle europee che abbia come candidato Alexis Tsipras17. L’appello a sostegno della candidatura di Tsipras si rivela molto importante non solo perché dà il via alla lista, ma soprattutto per come lo dà. Intanto a firmarlo sono solo degli intellettuali, di aree politico-culturali differenti con una marcatura neoazionista. Tra essi non è presente nessun esponente partitico e nemmeno a rappresentanza di interessi sociali come sindacati. I primi elementi che si evidenziano sono dunque l’estraneità partitica (e nel caso di alcuni dei firmatari una certa propensione antipartitica) e uno spiccato intellettualismo tendenzialmente elitario. Il contenuto dell’appello parte da un’analisi politico-economica individuando nell’elemento della crisi e nelle politiche di austerità un pericolo per tutto il progetto europeo. Si scrive: «È nostra convinzione che la crisi non sia solo economica e finanziaria, ma essenzialmente politica e sociale. L'euro non resisterà, se non diventa la moneta di un governo democratico sovranazionale e di politiche non calate dall'alto, ma discusse a approvate dalle donne e dagli uomini europei. È nostra convinzione che l'Europa debba restare l'orizzonte, perché gli Stati da soli non sono in grado di esercitare sovranità»18. Contro questa Europa, dunque, ma non contro l’Europa, infatti più avanti nell’appello si precisa che uno degli obiettivi è quello di dare vita a un «parlamento costituente» per

13 G. Casadio, Svolta di Vendola, il futuro di SEL è la federazione con i democratici, «La Repubblica» del 10/01/2014; G. Casadio, Vendola: "Un progetto comune con Renzi demolire le larghe intese e battere Grillo”, intervista a Nichi Vendola, «La Repubblica» dell’11/01/2014. 14 D. Preziosi, La «strada giusta» di SEL oggi porta a un bivio, «Il Manifesto» del 14/01/2014. 15 G. Airaudo, G. Marcon, Candidiamo Tsipras, «Il Manifesto» del 17/01/2014. 16 Cfr. AA. VV., L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile, disponibile online al seguente link: http://listatsipras.eu/chi-siamo/l-appello.html. 17 L’appello è apparso sul «Manifesto» e sul «Fatto Quotidiano». 18 Cfr. AA. VV., L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile, cit. 5 costruire un’altra Europa. Tra le altre proposte lanciate nell’appello c’è il rifiuto totale del Fiscal Compact, l’idea di un «Piano Marshall europeo» per aiutare gli Stati in difficoltà e la trasformazione della Bce sul modello della Federal Reserve americana 19 . Altri temi presenti sono la questione ambientale, lo sviluppo sostenibile, e l’immigrazione. Molto interessante è il passaggio conclusivo dell’appello che conferma la marcata alterità ai partiti e alla stessa Sinistra europea della quale Tsipras è candidato20. Ne è indicativo non solo il contenuto, ma anche lo stesso lessico. Si scrive, infatti, che la lista è promossa in primo luogo da «movimenti e personalità della società civile, autonoma dagli apparati partitici», che possa anche candidare persone con appartenenze politiche purché esse «non abbiano avuto incarichi elettivi e responsabilità di rilievo nell'ultimo decennio». Quest’ultima è una scelta molto probabilmente alimentata dal diffuso sentimento antipartitico e anche antipolitico presente nel nostro Paese. Facendo propria l’idea che il professionista della politica sia una figura deteriore della vita pubblica, dedita solo al proprio interesse personale, la lista cerca di rimarcarne subito le distanze da questa figura. A sugello di queste argomentazioni, la lista fa proprio il dogma grillino sul rifiuto dei rimborsi elettorali, vitali per un partito piccolo non sostenuto dalle lobby mediatiche ed economiche. In perfetto stile grillino si scrive che la lista: «non si manterrà con i rimborsi elettorali» e che anche per questo essa si rivolge a «cittadine e cittadini verso un'Altra Europa». Al di là o meno della fondatezza di queste argomentazioni, bisogna ricordare che il ceto politico è quello più presente e attivo nel territorio e dunque la sua attivazione è indispensabile sia per la raccolta delle firme, obbligatoria per poter presentare la lista, sia per l’organizzazione della campagna elettorale, sia per la raccolta delle preferenze durante le elezioni. L’appello per la lista a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras incontra subito molte adesioni tra cui quelle di diversi intellettuali impegnati e di politici. A esso si uniscono molti dirigenti di SEL che sta per aprire il congresso e che vogliono influenzarlo. Nel partito di Vendola, però, permangono i dubbi. Al congresso partecipano 900 delegati, che rappresentano 34.300 iscritti. All’inizio, pur aumentando la fronda dei sostenitori di Tsipras, sembra che il partito punti a mantenere il rapporto con PD per poi entrare nel PSE21, invece, a sorpresa, la platea dei delegati, invitata a esprimersi sul candidato da sostenere, sceglie a grande maggioranza la Tispras; tuttavia, all’interno di SEL il dibattito non si concluderà mai del tutto e permarranno le posizioni di chi, come il capogruppo alla Camera , spinge per l’avvicinamento al PSE, e chi, come Nicola

19 L’Europa «deve darsi i mezzi finanziari per un piano Marshall dell'Unione, che crei posti di lavoro con comuni piani d’investimento e colmi il divario tra l'Europa che ce la fa e l'Europa che non ce la fa, offrendo sostegno a quest'ultima. Deve divenire unione politica, dunque darsi una nuova Costituzione: scritta non più dai governi ma dal suo Parlamento, dopo un'ampia consultazione di tutte le organizzazioni associative e di base presenti nei paesi europei. (…) Al centro di tutto, deve mettere il superamento della disuguaglianza, lo stato di diritto, la comune difesa di un patrimonio culturale e artistico che l'Italia ha malridotto e maltrattato per troppo tempo»; Cfr. AA. VV., L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile, cit. 20 «Una lista che sostiene Tsipras ma non fa parte nel Partito della Sinistra Europea che lo ha espresso come candidato. I nostri eletti siederanno nell'europarlamento nel gruppo con Tsipras (Gue-Sinistra Unitaria europea)»; Cfr. AA. VV., L'Europa al bivio. Con Tsipras una lista autonoma della società civile, cit. 21 D. Preziosi, SEL, la «strada giusta» riparte in salita, «Il Manifesto» del 24/01/2014; R. Barenghi, Vendola apre il congresso SEL Renzi lo snobba e diserta, «La Stampa» del 25/01/2014; G. Casadio, "Pronti all'alleanza con il PD alle europee anche senza il simbolo”, intervista a Nichi Vendola, «La Repubblica» del 25/01/2014; M. Bongi, La strada stretta di Nichi, «Il Manifesto» del 25/01/2014. 6 Fratoianni, giovane in ascesa nel partito, vicino a Vendola, si compiace per la scelta “greca” . Un volta raccolte le adesioni si è dovuto procedere alla scelta del nome e delle modalità per le candidature. I primi promotori dell’appello, in un secondo intervento ospitato dal Manifesto, si sono autonominati «garanti» della lista, lanciando alcune modalità organizzative. In questo secondo appello è ribadita l’apartiticità della lista: «I sei promotori saranno i garanti dei principi apartitici, democratici, inclusivi e orientati a un federalismo che promuova il rinnovamento radicale delle istituzioni dell'Unione europea, scongiurando cosi interferenze o tentativi di appropriazione del progetto che già in passato hanno fatto fallire analoghe iniziative, nate con intenti altrettanto unitari»22. L’idea dei promotori è quella di lanciare una consultazione online per scegliere il simbolo, raccogliere le candidature e anche i finanziamenti. Inoltre viene proposto di far attivare dei comitati che siano tra loro coordinati; questi comitati dovranno essere composti da associazioni, movimenti, club, partiti e così via23. Viene poi ribadita la clausola che rifiuta i politici più in vista: «Nella lista, in coerenza con il programma, potranno venir candidate persone, anche con appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi elettivi e responsabilità di rilievo in un partito nell'ultimo decennio». Si tratta di una scelta che, però, crea non pochi problemi ai partiti, sia a Rifondazione comunista, sia, soprattutto a SEL che con difficoltà ha accettato di sostenere alla lista24. Un certo clamore ha suscitato, infine, la consultazione online per scegliere il nome e il simbolo, infatti, in nessuno di quelli presentati, figurava il termine «sinistra». Alla fine il nome è stato scelto «L’Altra Europa con Tsipras», bianco su sfondo rosso25. La nascita imprevista del governo Renzi, accelera comunque il processo unitario della lista che nei primi di marzo rende note le prime candidature, in particolare quelle di Barbara Spinelli e Moni Ovadia che dichiarano subito di volersi dimettere nel caso fossero eletti per lasciare posto a persone meno note.

3. La cultura politica e il profilo dei candidati

Per comprendere bene gli elementi pregnanti della cultura politica de L’Altra Europa con Tsipras può essere utile partire dall’analisi dei documenti programmatici essenziali con i quali la lista ha formulato la sua proposta politica. Un primo documento da prendere in considerazione è quello che ha proposto lo stesso Alexis Tsipras chiedendo il sostegno alla sua candidatura. Il documento ruota attorno a tre

22 A. Camilleri, P. Flores d'Arcais, L. Gallino, M. Revelli, B. Spinelli, G. Viale, Lista Tsipras, il lavoro da fare, «Il Manifesto» del 01/02/2014. 23 «Alle associazioni, comitati di lotta, club, organizzazioni politiche, culturali, civiche e ambientaliste, nonché ai partiti che intendono sostenere il progetto mantenendo una loro autonomia operativa, proponiamo di associarsi a livello nazionale e a livello locale in uno o più comitati di sostegno alla lista, secondo il modello adottato per il referendum per l'acqua»; AA. VV, Lista Tsipras, il lavoro da fare, cit. 24 R. Gonnelli, Lista Tsipras, Vendola e i Professori già ai ferri corti, «L’Unità» del 03/02/2014; D. Preziosi, In Italia parte il fronte Tsipras. Niente leader ed ex nella lista, «Il Manifesto» del 05/02/2014. 25 Gli altri tre proposti erano: “Cambiamo l’Europa con Tsipras”, “Con Tsipras riprendiamoci l’Europa”, “Risorgimento Europeo con Tsipras”: cfr. http://www.listatsipras.eu/blog/item/246-lista-tsipras-parte-la- consultazione-on-line-per-scegliere-nome-e-simbolo.html. 7 punti essenziali ossia la critica all’austerità, la proposta di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile e una maggiore apertura e solidarietà verso gli immigrati che entrano in Europa. Il primo di questi tre punti, cioè la critica all’austerità, è quello certamente più importante. Esso si traduca nella proposta di un piano per uscire dalla crisi che prevede, tra l’altro: «un programma di ricostruzione economica, finanziato direttamente dall’Europa tramite i prestiti a basso tasso d'interesse, e centrato sulla creazione di posti di lavoro, sullo sviluppo di tecnologia e infrastrutture»; la sospensione del Fiscal Compact; «una Conferenza europea sul debito, simile a quella che nel 1953 alleviò il peso del debito che gravava sulla Germania, e le consentì di ricostruire la nazione dopo la guerra»; la nascita di una «una vera banca europea» in grado di prestare denaro non solo alle banche ma anche agli stati e di fornire prestiti a tassi di interesse bassi a quegli istituti di credito che a loro volta si impegnano a sostenere le piccole e medie imprese; l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Queste proposte, per essere realizzate, richiedono un rilancio partecipativo della democrazia in Europa che rimetta al centro le persone al fine di creare «un movimento per la costruzione democratica di un’unione che oggi è solo monetaria». Su queste linee guida essenziali si muove anche il programma presentato da L’Altra Europa per Tsipras. Si tratta di un documento più elaborato che articola in maniera molto più approfondita i punti già esposti introducendo anche proposte più specifiche. Anche questo documento presenta la stessa gerarchizzazione. Al primo posto c’è il tema dell’economia, poi l’ecosostenibilità vista come nuovo modello di sviluppo e anche di diritti, la questione dell’immigrazione e infine il tema della democrazia in Europa. Il punto di partenza è una forte critica al neoliberismo e all’austerità vista come suo altro modo di manifestarsi. Non si dice che l’austerità è un’altra faccia del neoliberismo nella misura in cui si basa sul primato dell’economico sul politico; tuttavia si contesta a quest’ultima il fatto di non risolvere la crisi, di aumentare le diseguaglianze e di sostenere sostanzialmente processi di privatizzazione del pubblico26. L’alternativa all’austerità si traduce in primo luogo nel sostegno a politiche economiche di tipo espansivo e innovativo, mirate alla piena occupazione e alla riduzione dell’orario di lavoro. In secondo luogo si propone la cancellazione del Fiscal Compact e la modifica radicale dei trattati, a cominciare da quello di Maastricht. L’obiettivo è di legittimare una legislazione sociale europea che sia svincolata da obblighi di bilancio27. Accanto a queste misure si propone una riforma del ruolo della Bce e l’introduzione degli Eurobond. Sulla Bce, in particolare, si chiede che il parlamento europeo assuma un ruolo di indirizzo politico generale a favore dei cittadini e non delle banche. In rapporto alle banche sono poi enunciate diverse misure volte a inibire le speculazioni finanziare e in

26 «Le politiche di austerità stanno aumentando ancora di più la divaricazione tra le diverse aree e tra le classi all’interno di ogni paese: l’imposizione del rientro dal debito a tappe a forzate serve a produrre ulteriori privatizzazioni con l’obiettivo di trasformare i diritti sociali e i beni comuni in merce per la valorizzazione del grande capitale. La pressione verso le cosiddette “riforme strutturali” serve per cercare di abbattere ulteriormente welfare, salari e diritti del lavoro»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 27 «E’ quindi necessario, come stanno proponendo diversi giuristi, organizzare un referendum sulle leggi ordinarie applicative del pareggio di bilancio e promuovere una legge costituzionale di iniziativa parlamentare che sottragga almeno la spesa per scopi sociali dall’obbligo del pareggio di bilancio, sul modello di quanto avviene in altri paesi»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 8 generale tutti gli aspetti deteriori legati alla finanziarizzazione dell’economia. Ad esempio si propone che la Ue si doti di un’agenzia di rating pubblica in grado di valutare l’affidabilità finanziaria dei singoli paesi prescindendo dalle agenzie private. Si chiede poi di sancire una separazione «drastica» tra banche commerciali e banche di investimento affinché il risparmio dei cittadini non sia esposto a rischi. Si propone poi di limitare a un tetto massimo le retribuzioni e i bonus per i dirigenti delle banche e delle società capitalizzate sia per limitare le diseguaglianze di reddito e sia per evitare distorsioni nella gestione di queste società dovute alla ricerca dell’arricchimento personale fatto spesso a danno dei piccoli investitori. Anche per questo motivo si auspica una maggiore trasparenza nei bilanci delle banche. Si chiede poi di introdurre una limitazione e una regolazione dei titoli derivati e nuovi regolamenti di controllo e tassazione sulle transazioni finanziarie. Infine si propone una lotta all’evasione fiscale. Il programma si sposta poi sui temi economico-sociali, del lavoro e dell’ambiante che vengono fortemente interconnessi: si parla, infatti, di «conversione ecologica dell’economia». In primo luogo, e sempre in opposizione alle teorie economiche di tipo neoliberista, viene ristabilito l’obiettivo della piena occupazione28, almeno dal punto di vista tendenziale, da coniugare con una riduzione dell’orario di lavoro. Si tratta, evidentemente, di due obiettivi tipici e storici della sinistra. Accanto a ciò si unisce la proposta di istituire il reddito minimo garantito29 che non deve essere, però, inteso come un ostacolo alla piena occupazione, ma come «strumento indispensabile per spezzare i ricatti nel mercato e nel mondo del lavoro e affermare il diritto all’esistenza». L’impegno sul fronte occupazionale richiede un intervento economico diretto del parlamento europeo nell’economia con ingenti investimenti per creare occupazione30, per realizzare pienamente la programmazione economica, soprattutto nell’ambito delle politiche energetiche, per investire nella conoscenza31 e nella rete, per costruire strutture per i trasporti diverse dalle grandi opere, come la Tav, già messe in cantiere32.

28 «La nostra proposta è che l’obiettivo della piena occupazione, ovvero di un lavoro decente a una retribuzione sufficiente a soddisfare i bisogni delle persone, sia inserito esplicitamente e in modo cogente nei Trattati europei»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 29 «Tale misura non va intesa come alternativa al lavoro né condizionata all’accettazione di qualunque tipo di lavoro, ma come un concreto sostentamento che metta in condizioni i giovani di trovare un lavoro decente (decent work). In questo senso tale misura va accompagnata da un insieme di servizi gratuiti, che vanno dalla formazione alla fruizione delle manifestazioni culturali, a particolari facilitazioni per assolvere alle esigenze abitative e di trasporto. Il nuovo welfare deve cioè farsi carico del grande problema dell’enorme disoccupazione giovanile, cosa che non era presente in questa misura nel passato, deve essere particolarmente, anche se non esclusivamente, un welfare di nuova generazione per le nuove generazioni» ; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 30 «In particolare riteniamo urgente e possibile che il prossimo Parlamento Europeo, con i necessari passaggi istituzionali, giunga alla elaborazione di un Piano europeo per l’occupazione, il quale stanzi almeno 100 miliardi di euro per dieci anni per fornire occupazione a 5-6 milioni di disoccupati e inoccupati entro un tempo breve (…)»;cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 31 «Bisogna invertire la rotta, rivendicando anche in sede UE il rilancio degli investimenti pubblici su scuola, università e ricerca. Serve una “Maastricht dei saperi” (…)»;cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 32 «Va combattuta quindi una visione che si basa su attraversamenti del territorio secondo grandi dorsali: la visione che ha partorito i famosi corridoi, di cui la Tav Torino-Lione rappresenta uno degli aspetti giustamente più contestati per il carattere faraonico, costoso e invasivo del territorio, mentre esistono concretamente soluzioni alternative assai migliori sia per metodi, che per costi più contenuti, che per risultati»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 9 Anche in questo ambito, come si accennava, la guida è data dalla critica al neoliberismo e qui si estende a tutte quelle misure e trattati che bypassano la legittimazione popolare e riducono lo spazio pubblico a un rapporto per interessi dei privati come il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) tra Unione europea e Usa. Con un richiamo alle grandi mobilitazioni antiglobalizzazione di fine secolo, si propone che «la governance del commercio internazionale deve essere riportata all’interno dell’Onu superando il Wto e la segretezza delle sue trattative». Nel programma si parla di un «Social compact», da contrapporre al Fiscal compact, che non è solo difesa della Stato sociale com’era, ma di un nuovo modello che combatta le conseguenze dell’austerità33 nel quale eliminare le logiche del profitto dagli istituti del Welfare e ribadire anche l’importanza dei cosiddetti beni comuni. Tra le altre proposte caratteristiche c’è il tema dell’immigrazione e della lotta alla xenofobia e del razzismo. In quest’ottica si conduce una critica al programma Frontex e si avanzano dieci proposte che servono a dare maggiori diritti e dignità ai migranti34. L’altro grande tema è quello della costruzione democratica dell’Europa e della partecipazione politica. Contro un sistema definito «a-democratico», per via della perdita di autonomia degli stati nazionali a favore di organismi sovranazionali non elettivi, che secondo l’analisi compiuta ha portato al potere le élites tecnocratiche le quali difenderebbero solo interessi privati, viene proposta una nuova legislatura europea costituente che si realizzi attraverso la forte partecipazione di organizzazioni politiche e sociali, movimenti e cittadini al fine di elaborare «nuovo disegno democratico e costituzionale, con cui ridare credibilità al progetto di unità europea». Condizione perché ciò si realizzi è l’aumento di potere del parlamento europeo e l’introduzione di istituti di partecipazione diretta alle decisioni35. Le ultime proposte riguardano la politica estera dell’UE. All’Europa si chiede un maggiore ruolo nel Mediterraneo e l’impegno a dotarsi di una politica estera comune nella quale relazionarsi diversamente nel mondo e impegnarsi maggiormente nei processi di pace abbandonando organismo quali la Nato e favore dell’Onu. Un primo elemento generale che caratterizza la cultura politica de L’Altra Europa con Tsipras è il valore dell’eguaglianza. Ciò, tenendo come riferimento l’essenziale distinzione

33 «Un social compact che comprenderà misure immediate per affrontare le conseguenze sociali delle politiche di austerità, quali la crescente povertà e marginalità sociale, intervenendo con programmi di sostegno alle categorie maggiormente colpite quali giovani, anziani, donne – nel quadro di quel piano straordinario per la piena e buona occupazione di cui abbiamo già parlato – e in settori fortemente compromessi dalle politiche di taglio della spesa pubblica, in primis il settore sanitario»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 34 «Ratifica della Convenzione dell'ONU del 18/12/1990 "sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie"; Garanzia del diritto di voto amministrativo ed europeo; Riconoscimento della cittadinanza europea; Garanzia del diritto di arrivare legalmente in Europa; Politiche migratorie aperte all'inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro; Garanzia della libertà personale e chiusura dei centri di detenzione; Diritto a un’accoglienza dignitosa; Garanzia della parità di accesso ai sistemi di welfare; Liberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal razzismo; Tutela dei diritti dei minori»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 35 Tra queste si propone di intensificare «l’utilizzo del diritto d'iniziativa dei cittadini europei (ICE) che consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all'elaborazione delle politiche dell'UE, invitando la Commissione europea a presentare proposte legislative sulla materia oggetto della raccolta delle firme»; cfr. Le proposte della lista “L’Altra Europa con per Tsipras” . 10 di Bobbio36, la fa rientrare pienamente nella categoria «sinistra», nonostante non vi sia riferimento a questo termine nel simbolo. Un altro elemento importante che caratterizza la sua cultura politica è certamente la critica al neoliberismo. Questa critica, compiuta assieme all’attenzione ai beni comuni e all’esaltazione della partecipazione politica mobilitata fuori dai partiti, suggerisce, in particolare, di collocare la lista nell’ambito della nuova sinistra37, fortemente influenzata alla fine del secolo scorso dalla critica alla globalizzazione. Nello stesso tempo, tuttavia, nei contenuti programmatici permangono proposte più novecentesche che rinviano, per altro, alla socialdemocrazia e all’economia keynesiana; persino il lessico utilizzato ne è rivelatore. Nella cultura politica, perciò, convivono aspetti più marcatamente materialistici, come il lavoro, e altri che pur essendo di derivazione postmaterialistica38, come l’ecologia, vengono declinati in un’ottica sempre materialistica. Un aspetto molto importante, cui si è fatto riferimento, è la marcata apartiticità della lista che si è voluta fortemente presentare come una lista civica nazionale rivolgendosi a tutti i cittadini, senza connotarsi con interessi conflittuali. Non a caso lo slogan è stato: «Prima le persone». In quest’ottica si comprende meglio anche il perché il processo di selezione delle candidature sia stato fortemente influenzato dal ridimensionamento partitico a favore della società civile. Una breve analisi del profilo dei 73 candidati39 presentati dalla lista può essere utile a rilevare ulteriori elementi di analisi. Come si vede nella Tabella 1, osservando le candidature dal punto di vista del genere, c’è una lieve prevalenza maschile, 39 maschi contro 34 femmine; anzi, considerando che Barbara Spinelli si è candidata in tre circoscrizioni, il numero esatto di donne in lista è di 32. Un dato che colpisce è quello dell’età. La lista ha puntato a comunicarsi come un soggetto nuovo, giovane, innovativo e dinamico; tuttavia la presenza dei giovani risulta tutt’altro che elevata. L’età media dei candidati, infatti, è di 53,8 anni. Dei 73 candidati, solo 6 hanno

36 N. Bobbio, Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, Donzelli, Roma, 1994. 37 Cfr. sulle culture politiche della nuova sinistra: M. Andreatta, D. della Porta, L. Mosca, H. Reiter, Global, noglobal, new global, Laterza, Roma- 2002; D. della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia, Laterza, Roma-Bari 1996. 38 Sui valori postmaterialistici si veda: R. Inglehart, La rivoluzione silenziosa, Rizzoli, Milano, 1983; Id. , La società postmoderna. Mutamento, ideologie e valori in 43 paesi, Editori Riuniti, Roma, 1998. 39 Nord Ovest (20 candidate/i): 1. Curzio Maltese; 2. Loredana Lipperini; 3. Moni Ovadia; 4. Nicoletta Dosio; 5. Domenico Finiguerra; 6. Mauro Gallegati; 7. Anita Giurato; 8. Lorena Luccatini; 9. Carla Mattioli; 10. Nicolò Ollino; 11. Daniela Padoan; 12. Andrea Padovani; 13. Argyrios Panagopolus; 14. Dijana Pavlovic; 15. Alessandra Quarta; 16. Gigi Richetto; 17. Stefano Sarti; 18. Giuliana Sgrena; 19. Alfredo Somoza; 20. Giuseppe Viola. Nord Est (14 candidate/i): 1. Paola Morandin; 2. Adriano Prosperi; 3. Giovanni Alleva; 4. Oktavia Brugger; 5. Isabella Cirelli; 6. Annalisa Comuzzi; 7. Stefano Lugli; 8. Ivan Marescotti; 9. Riccardo Petrella; 10. Cristina Quintavalla; 11. Carlo Salmaso; 12. Edoardo Salzano; 13. Camilla Seibezzi; 14. Assunta Signorelli. Centro (14 candidate/i): 1. Barbara Spinelli; 2. Lorella Zanardo; 3. Nazzarena Agostini; 4. Fabio Amato; 5. Raffaella Bolini; 6. Luca Casarini; 7. Tommaso Fattori; 8. Marco Furfaro; 9. Francuccio Gesualdi; 10. Lucia Maddoli; 11. Roberto Mancini; 12. Sandro Medici; 13. Felice Pizzuti detto Felice Roberto Pizzuti; 14. Rosslla Rispoli. Sud (17 candidate/i):1. Ermanno Rea; 2. Barbara Spinelli; 3. Silvana Arbia; 4. Franco Arminio; 5. Costanza Boccardi; 6. Anna Lucia Bonanni;7. Gaetano Cataldo; 8. Antonio Di Luca; 9. Dino Di Palma; 10. Enzo Di Salvatore; 11. Raffaele ; 12. Eleonora Forenza;13. Domenico Gattuso; 14. Teresa Masciopinto; ,15. Valeria Parrella; 16. Tonino Perna;17. Claudio Riccio. ISOLE (8 candidate/i): 1. Barbara Spinelli; 2. Elena Ledda; 3. Mario Cicero; 4. Alfio Foti; 5. Antonella Leto; 6. Simona Lobina; 7. Antonio Mazzeo; 8. Olga Nassis. 11 non superano i 35 anni d’età. I candidati compresi nella fascia 36-50 sono 22; i restanti 45 hanno più di cinquant’anni.

Tabella 1 Profilo candidati de L'Altra Europa con Tsipras NORD NORD CENTRO SUD ISOLE ITALIA % TOT OVEST EST Maschi 11 7 8 10 3 39 53,4 Femmine 9 7 6 7 5 34 46,6 Partito 3 1 3 3 3 13 17,8 Società civile 17 13 11 14 5 60 82,2 Età media 51 60,6 53 52,6 53 53,8 /// fino a 35 anni 3 0 1 2 0 6 8,2 36-50 4 4 5 6 3 22 30,1 oltre i 50 13 10 8 9 5 45 61,6

Un elemento peculiare che caratterizza i candidati è la precedente esperienza “politica”, per questa ragione si è scelto di dividere i candidati in due grandi categorie: partito e società civile. Nella prima sono stati inseriti tutti coloro che al momento della candidatura avevano un legame forte con un partito, in molti casi dirigenziale, e che in quanto tali venivano candidati. Nella seconda, invece, sono stati raggruppati tutti gli altri. L’etichetta società civile raggruppa un insieme ampio e molto eterogeneo che include intellettuali, scrittori, docenti universitari, attori ma anche esponenti di movimenti, associazioni, quadri sindacali e politici, che sono molto impegnati nella politica, nelle istituzioni e nel sociale. I candidati della società civile, per ragioni sia strategiche che politico-culturali, sono nettamente prevalenti: 60 candidati, ossia l’82,2%, contro i 13 restanti (17,8%) di espressione partitica.

4. Appunti sulla comunicazione politica

L’attenzione principale dei media durante la campagna elettorale per le Europee è stata rivolta in particolare ai due partiti più grandi, ossia il PD e il M5S. Tutto l’avvicinamento alle urne si è svolto, perciò, attorno alla competizione tra questi due attori e al possibile sorpasso del partito di Grillo ai danni del PD. Inoltre, per questa ragione, molta attenzione mediatica si è focalizzata sui due leader di questi partiti, pur non essendo candidati, al punto da spingere Beppe Grillo, restìo ad andare in Tv, a essere ospite in una puntata del talk show «Porta a porta». La conseguenza principale è stata la scarsa attenzione mediatica che ha avuto la L’Altra Europa con Tsipras al punto da spingere negli ultimi giorni di campagna elettorale la sua responsabile della comunicazione a postare sui social network una sua foto un po’ maliziosa per denunciare questa scarsa attenzione. Oltre a una provocazione, questo gesto è stato comunque utile a recuperare una seppur minima visibilità. L’Altra Europa con Tsipras ha affrontato la campagna elettorale partendo da tre condizioni sfavorevoli: l’assenza di denaro, l’essere un soggetto nuovo (condizione che talvolta

12 potrebbe anche essere favorevole), l’assenza di un leader “nazionale” e dunque una non chiara possibilità di personalizzare la campagna. Anche per queste ragioni, non ci sono state particolari novità da segnalare nella campagna elettorale. La lista ha, ovviamente, utilizzato in primo luogo gli elementi classici della comunicazione politica come i comizi in piazza e le iniziative tra le persone e i manifesti elettorali. Questi ultimi si sono caratterizzati per una grafica semplice che ne esaltava il simbolo, rosso con scritta bianca, su sfondo rosa-arancio. Da segnalare la foto in bianco e nero di Alexis Tsipras. In basso a destra lo slogan «Prima le persone» che, come si accennava, si inserisce in una cultura politica apartitica nella quale le persone, appunto, vengono prima dei partiti. Altrove, infatti, questo slogan è stato seguito da un altro: «L’Europa dei cittadini».

Figura 1 Manifesto L'Altra Europa con Tsipras

La lista si è dotata anche di un sito col quale fornire informazioni sui candidati, sugli eventi e sui programmi. Oltre alla sezione dei manifesti, nel sito è presente anche un’altra nella quale poter scaricare dei volantini nei quali sono riassunti i punti del programma della lista. Questi ultimi non spiccano per particolare capacità comunicativa; si tratta di volantini illustrativi piuttosto densi di contenuti, non raffinati nella grafica e sprovvisti di slogan accattivanti.

Figura 2 Esempio volantio L'Altra Europa con Tsipras

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Il sito della lista è stato costruito in maniera molto semplice e nella home prevale un modello tipo blog dove sotto la barra dei menù scorrono articoli e notizie. Uno spazio è stato dato anche ai social network con una pagina Facebook, Twitter, e un canale YouTube. Queste pagine sono state frequentemente aggiornate durante tutta la campagna elettorale anche se dal sito i collegamenti ai canali social non erano particolarmente messi in risalto. La pagina Facebook, aperta il 1° febbraio 2014 ha raggiunto i 78.453 “mi piace”. Il profilo Twitter, anch’esso molto aggiornato, è arrivato a 11.700 follower. Quello YouTube, infine, ha registrato 1.060 iscritti. Da segnalare nel canale YouTube la presenza di molti video di diverso contenuto: riprese di eventi, presentazione dei candidati, endorsement di personalità che hanno sostenuto la lista come Stefano Rodotà, e anche spot autoprodotti. Tra questi spicca un simpatico video dal titolo «Se sei di sinistra... firma e vota per l'Altra Europa con Tsipras» nel quale un giovane elettore del PD, in presa a una crisi identitaria, fa una specie di seduta psicoterapeutica con una voce narrante fuori campo convinto che il suo partito sia di sinistra. Alla fine si accorge dell’errore e in preda a un piccolo delirio se ne va buttando via la bandiera del suo partito, visibilmente arrabbiato, dicendo in romanesco: «Dovevamo rottamare tutto e stamo a fa’ il governo coi ciellini. (…) Se stamo a fa scavalcà a sinistra dar Papa». Un’altra voce fuori campo, alla fine del video annuncia: «Se sei di sinistria e vuoi smettere di soffrire, vota L’Altra Europa con Tsipras (…)». Questo spot, divertente e ben fatto, ha avuto anche un piccolo risalto mediatico tant’è che è stato ripreso e rilanciato da moltissimi siti di informazione diffondendosi rapidamente.

5. Il voto alle europee

Seppur di un soffio, L’Altra Europa con Tsipras è riuscita a superare l’ostacolo dello sbarramento al 4%. Raccogliendo 1.108.45740 voti ha raggiunto il 4,03% riuscendo a conquistare tre seggi al parlamento europeo. Non in tutte le circoscrizione è stato raggiunto questo risultato, soltanto nella terza (Italia Centrale), 4,17%, e nella quarta (Italia Meridionale), 4,15%. Nelle altre tre circoscrizioni la percentuale è stata inferiore al 4%: Nord occidentale, 3,82%; Nord orientale, 3,67%; Insulare, 3,70%. Dal punto di vista regionale si hanno conferme di queste tendenze seppur, con qualche dato interessante. La regione nella quale la lista raggiunge il massimo in termini percentuali è la Valle d’Aosta, 7,68%, seguita dal Trentino Alto Adige, 6,66%. Buono anche il risultato in Basilicata dove la lista arriva al 5,67%. In Toscana raggiunge il 4,7% e si mantiene sempre sopra il 4% nel Lazio (4,68%), in Molise (4,54%), In Liguria (4,51%), in Abruzzo (4,33%), in Puglia (4,27%), in Calabria (4,21%), in Piemonte (4,14%), in Umbria (4,13%), in Sardegna (4,11%), nelle Marche (4,09%) e, infine, in Emilia Romagna (4,07%). In cinque regioni, invece, è sotto il 4%: Campania (3,8%), Friuli Venezia Giulia (3,7%), Sicilia (3,57%), Lombardia (3,51%) e Veneto (2,74%). Per comprendere meglio il voto può essere utile provare a fare una comparazione con le scorse Europee del 2009 per vedere le differenze. Allora l’area a sinistra del PD si

40 Italia più Estero, fonte Ministero dell’Interno. 14 presentava divisa: una lista comprendeva Rifondazione comunista, Comunisti italiani e altri; un’altra era invece quella di Sinistra e libertà che esordiva elettoralmente per la prima volta. Per notare le differenze sono stati sommati i voti che nel 2009 hanno totalizzato queste due liste di sinistra. Premesso che le ultime elezioni europee in Italia hanno registrato un sensibile calo della partecipazione, osservando i dati a livello nazionale si nota che nel 2009 le liste di sinistra insieme, pur non avendo ottenuto nessun seggio, mancando entrambe il superamento dello sbarramento, hanno totalizzato insieme 1.986.457 voti, pari 6,5%. La differenza con L’Altra Europa con Tsipras è sensibile: -722.565 voti, in percentuale -2,47 punti.

Tabella 2 Confronto Europee 2014 e 2009 tra L'Altra Europa con Tsipras e i partiti della sinistra radicale per circoscrizione Europee 2014 Europee 2009 Tsipras Rif+altri+ SEL Rif+altri+ SEL Diff. Voti % Voti % Voti % NORD OCCIDENTALE 303.805 3,81 442.754 5,10 -138.949 -1,29 NORD ORIENTALE 208.365 3,66 282.085 4,46 -73.720 -0,80 CENTRALE 267.957 4,7 504.349 7,08 -236.392 -2,38 MERIDIONALE 238.951 4,15 631.671 9,25 -392.720 -5,10 INSULARE 84.125 3,7 125.598 5,13 -41.473 -1,43 ITALIA 1.263.892 4,03 1.986.457 6,50 -722.565 -2,47 Fonte Ministero dell’Interno, elaborazione nostra

A livello circoscrizionale, il calo più grande si registra nel Meridione dove la lista ottiene 392.720 voti in meno, -5,1%. Rilevante è anche il calo nell’area Centrale, -2,38%, ossia 236.392 voti in meno. Un po’ più contenuto quello nell’Italia Insulare, -1,43%, e in quella Nord Occidentale, -1,29%. La circoscrizione nella quale perde di meno è quella Nord orientale, -0,8%, 73.720 voti di differenza. Ancora più interessante è la differenza a livello regionale. Come si può vedere nella Tabella 3 la regione la regione che in termini percentuali registra la perdita più significativa è la Calabria (-8,29%), seguita da Puglia (-5,95%), Umbria (-5,65%), Campania (-4,35%) e Basilicata (-4,15%). Perdite importanti si registrano anche in Sardegna (-3,64%), in Toscana (-3,54%), nelle Marche (-3,3%), nel Lazio (-2,83%) e in Abruzzo (-2,61%). Più contenute le perdite in Molise (-1,93%), Liguria (-1,68%), Piemonte (-1,49%), Trentino Alto Adige (-1,25%), Lombardia (-1,20%), Emilia Romagna (-1,01%), Sicilia (-0,80%), Veneto (- 0,63%) e Friuli Venezia Giulia (-0,45%). L’unica regione in controtendenza è la Valle d'Aosta dove rispetto al 2009 c’è un incremento del 4,59%.

15 Tabella 3 Confronto Europee 2014 e 2009 tra L'Altra Europa con Tsipras e i partiti della sinistra radicale per regione Europee 2014 Europee 2009 Tsipras Rif+altri+ SEL Rif+altri+ SEL Diff. Voti % Voti % Voti % Valle d'Aosta 3.569 7,68 1.725 3,09 1.844 4,59 Piemonte 93.206 4,14 135.144 5,63 -41.938 -1,49 Liguria 35.102 4,51 52.632 6,19 -17.530 -1,68 Lombardia 171.928 3,51 253.253 4,71 -81.325 -1,20 Trentino Alto Adige 27.361 6,66 35.853 7,91 -8.492 -1,25 Veneto 65.821 2,74 91.142 3,37 -25.321 -0,63 Friuli Venezia Giulia 21.219 3,7 27.005 4,15 -5.786 -0,45 Emilia Romagna 93.964 4,07 128.085 5,08 -34.121 -1,01 Toscana 97.268 5,12 180.291 8,66 -83.023 -3,54 Marche 32.603 4,09 65.456 7,39 -32.853 -3,30 Umbria 19.186 4,13 50.166 9,78 -30.980 -5,65 Lazio 118.900 4,68 208.436 7,51 -89.536 -2,83 Abruzzo 29.254 4,33 45.015 6,94 -15.761 -2,61 Molise 6.816 4,54 11.098 6,47 -4.282 -1,93 Campania 87.609 3,8 225.839 8,15 -138.230 -4,35 Puglia 70.042 4,27 210.401 10,22 -140.359 -5,95 Basilicata 3.706 5,67 30.424 9,82 -26.718 -4,15 Calabria 31.524 4,21 108.894 12,50 -77.370 -8,29 Sicilia 60.879 3,57 82.905 4,37 -22.026 -0,80 Sardegna 23.246 4,11 42.693 7,75 -19.447 -3,64 Fonte Ministero dell’Interno, elaborazione nostra

Uno sguardo più approfondito può risultare quello sul voto nelle singole province. Come si vede nella Tabella n. 4, Bolzano, in termini percentuali, è la provincia dove L’Altra Europa con Tsipras è più forte raccogliendo il 9,91% seguita da Aosta, 7,68%; si tratta, intuitivamente, di “casi limite” dove la forte componente territoriale ha probabilmente condizionato il voto grazie ai consensi di candidati locali41. Tra le province dove la lista va meglio sono da segnalare per dimensioni Firenze (6,52%) e Bologna (6%). La prima grande città è Roma (5,29%) seguita da Torino (5,14%). Molto buono anche il risultato di Milano (4,93%). Sono da segnalare anche le province di Bari (5,59%), Reggio Calabria (5,48%), Genova (4,97%), e Palermo (4,85%). L’unica grande città nella quale la lista va male è Napoli, dove raccoglie il 3,89%. A conferma dei dati circoscrizionali e regionali, si nota anche dai dati provinciali che L’Altra Europa per Tsipras ottiene la maggior parte dei suoi consensi nelle provincie della Toscana, nelle grandi città e, in generale, nelle aree urbane. È invece meno forte il suo

41 Nella provincia di Aosta, il candidato “locale” Andrea Padovani ha raccolto 1.578 voti sulle 3.203 preferenze espresse; nella provincia di Bolzano, la candidata Oktavia Brugger ha raccolto 15.787 su 17.593 preferenze. 16 consenso soprattutto nell’area del Nord Est, dove supera il 4%, oltre alla già citata Bolzano, nelle sole province di Trieste (5,9%) e Gorizia (5,54%), anche queste ultime due province di frontiera. Male, invece, il risultato delle province più importanti di quest’area come Venezia (3,5%) e Verona (2,49%). L’Altra Europa con Tsipras va male anche nella rossa Emilia Romagna dove supera il 4% solo a Bologna (6%) e a Reggio Emilia (4%). Fanalino di coda sono le province di Treviso (2,44%), Trapani (2,44%), Vicenza (2,43%) e, ultima, Sondrio (2,3%).

Tabella 4 Consensi a L'Altra Europa con Tsipras per provincia Provincia voti % Bolzano 18.948 9,91 Aosta 3.569 7,68 Firenze 34.270 6,52 Bologna 31.811 6 Livorno 10.908 5,97 Trieste 5.773 5,9 Ascoli Piceno 6.573 5,79 Potenza 9.643 5,71 Pisa 12.164 5,67 Bari 30.215 5,59 Matera 4.063 5,56 Reggio Calabria 10.101 5,48 Roma 96.918 5,29 Torino 59.864 5,14 L'aquila 7.316 5,1 Massa 4.642 5,09 Genova 20.795 4,97 Milano 72.937 4,93 Avellino 10.184 4,9 Cagliari 9.454 4,9 Palermo 20.335 4,85 Pescara 7.988 4,71 Ancona 11.116 4,66 Siena 6.636 4,62 La Spezia 4.899 4,54 Gorizia 3.024 4,54 Carbonia 1.745 4,53 Nuoro 2.015 4,52 Lucca 8.281 4,5 Medio 1.634 4,47 Catanzaro 5.921 4,29 Perugia 14.323 4,17 Rieti 3.268 4,15 Brindisi 6.440 4,11

17 Teramo 6.728 4,06 Pistoia 5.931 4,05 Grosseto 4.458 4,03 Caserta 14.340 4,03 Terni 4.863 4,01 Reggio Emilia 11.071 4 Ravenna 8.192 3,98 Isernia 1.535 3,98 Lecce 13.083 3,98 Messina 8.842 3,98 Barletta-Andria-Trani 5.022 3,91 Napoli 43.882 3,89 Trento 8.413 3,83 Savona 5.710 3,82 Cosenza 11.760 3,82 Parma 8.127 3,78 Oristano 1.835 3,76 Macerata 5.879 3,67 Chieti 7.222 3,67 Imperia 3.698 3,63 Fermo 3.007 3,63 Ogliastra 736 3,62 Asti 3.838 3,61 Enna 1.983 3,55 Venezia 13.792 3,5 Prato 4.235 3,47 Lecco 6.038 3,45 Ragusa 3.281 3,44 Ferrara 6.521 3,37 Taranto 7.259 3,36 Verbano 2.728 3,34 Modena 12.295 3,34 Sassari 4.702 3,33 Cremona 6.300 3,32 Udine 8.814 3,32 Viterbo 5.107 3,31 Catania 12.646 3,28 Belluno 3.262 3,24 Arezzo 5.743 3,23 Crotone 1.759 3,22 Piacenza 4.455 3,19 Salerno 15.255 3,16 Monza 13.303 3,15 Alessandria 6.976 3,14

18 Cuneo 9.526 3,14 Vibo Valentia 1.983 3,11 Forlì 6.514 3,07 Pesaro e Urbino 6.028 2,99 Campobasso 6.028 2,99 Benevento 3.948 2,98 8.023 2,97 Frosinone 6.808 2,92 Rimini 4.978 2,91 Pavia 8.108 2,9 Bergamo 16.460 2,88 Caltanissetta 2.810 2,87 Vercelli 2.570 2,85 Lodi 3.265 2,84 Padova 13.769 2,84 Biella 2.762 2,81 Brescia 17.924 2,81 Latina 6.799 2,81 Como 8.376 2,79 Varese 11.578 2,7 Novara 4.942 2,69 Siracusa 3.555 2,69 Mantova 5.313 2,65 Olbia 1.125 2,58 Rovigo 3.147 2,54 Agrigento 3.779 2,54 Pordenone 3.608 2,5 Verona 10.946 2,49 Treviso 10.255 2,44 Trapani 3.648 2,44 Vicenza 10.650 2,43 Sondrio 2.152 2,3 Fonte Ministero dell’Interno, elaborazione nostra

Un ultimo aspetto dell’analisi elettorale è quello delle preferenze. In totale la lista, su 1.108.457 ha ottenuto 791.144 voti di preferenze. Tra i candidati che hanno raggiunto il maggior numero di preferenze sono da segnalare Barbara Spinelli prima in due delle tre circoscrizioni nelle quali si è presentata: 37.056 voti nell’Italia Centrale e 28.099 nell’Italia Meridionale; nelle Isole ha totalizzato, invece, 14.033 preferenze, arrivando terza. Seguono poi Moni Ovadia (33.589), Curzio Maltese (32.344) e Giuliana Sgrena (31.155), tutti e tre nella circoscrizione Nord occidentale. Al sesto posto c’è il primo candidato “di partito” Marco Furfaro che, nel Centro, raccoglie 23.826 preferenze, seguito da altri due esponenti di partito candidati nella circoscrizione Meridionale: Eleonora Forenza (22.719) e Gaetano "Gano" Cataldo (21.673). Sono da segnalare poi i risultati di Oktavia Brugger

19 (21.446, Nord orientale) Claudio Riccio (20.568, Meridionale) Paola Morandin (19.984, Nord orientale) e Fabio Amato (18.207, Centrale).

Tabella 5 I venti primi candidati per numero di preferenze totalizzate CIRCOSCRIZIONE CANDIDATO PREFERENZE Centrale Barbara Spinelli 37.056 Nord occidentale Salomone "Moni" Ovadia 33.589 Nord occidentale Curzio Maltese 32.344 Nord occidentale Giuliana Sgrena 31.155 Meridionale Barbara Spinelli 28.099 Centrale Marco Furfaro 23.826 Meridionale Eleonora Forenza 22.719 Meridionale Gaetano "Gano" Cataldo 21.673 Nord orientale Oktavia Brugger 21.446 Meridionale Claudio Riccio 20.568 Nord orientale Paola Morandin 19.984 Centrale Fabio Amato 18.207 Centrale Riccardo "Dino" Di Palma 16.404 Meridionale Lorella Zanardo 16.265 Insulare Mario Cicero 15.439 Nord occidentale Nicoletta Dosio 15.323 Insulare Antonio Mazzeo 14.043 Insulare Barbara Spinelli 14.033 Insulare Maria Elena "Ledda" Elena Ledda 13.708 Meridionale Ermanno Rea 13.657 Fonte Ministero dell’Interno, elaborazione nostra

Non c’è dubbio che l’apporto dei candidati della società civile sia stato notevole e in alcuni casi anche oltre le aspettative come testimonia il successo di Barbara Spinelli, Moni Ovadia e Curzio Maltese; tuttavia, a bene vedere, i candidati di partito sono riusciti in proporzione a portare più preferenze di quelli della società civile. Come si vede nella Tabella 6, i candidati della società civile, presenti per l’82,2% nelle liste, hanno raccolto il 79% delle preferenze mentre quelli di partito, presenti al 17,8%, hanno raccolto il 21%. Sembrerebbe, dunque, che, nonostante tutto, il candidato di partito abbia tendenzialmente una maggior capacità di individuare il consenso rispetto al candidato della società civile; probabilmente, se si fosse lasciato uno spazio maggiore a questo tipo di candidati, il risultato sarebbe stato migliore.

20 Tabella 6 Apporto di preferenza dei candidati di partito e della società civile Partito Società Civile Tot % % Candidati 17,8 13 82,2 60 73 Preferenze 21 163.889 79 627.255 791.144 Indice preferenze 1,59 1,09 0,98

L’indice di preferenza è calcolato come rapporto tra il totale delle preferenze raccolte da ciascun gruppo di candidati e il totale delle preferenze normalizzato per il numero di candidati di ciascun gruppo e moltiplicato per 100. Fonte Ministero dell’Interno, elaborazione nostra.

5. Qualche conclusione

Le recenti elezioni europee, a livello continentale, hanno registrato un calo delle culture politiche storiche, in particolare quella socialdemocratica. I voti in uscita dai socialisti e dai popolari sono andati, spesso, a partiti nuovi o più radicali, sia a destra che a sinistra. L’Italia è l’unico Paese europeo nel quale, invece, almeno un partito “centrale”, ossia il PD ha tenuto meglio. Nonostante ciò, però, la nuova forza che si candidava alla sua sinistra, oggetto di questo contributo, è riuscita a entrare nel parlamento europeo. L’Altra Europa con Tsipras, nata nel volgere di pochi mesi su iniziativa di alcuni intellettuali, si è presentata come una specie di lista civica nazionale, proponendo un programma critico all’austerità e a questo modello europeo, ma pur sempre europeista, connotato sul sociale, sull’ecosostenibilità e sull’ampliamento della partecipazione politica in Europa. Il suo consenso si è concentrato in particolare nelle aree urbane e nell’Italia centrale. La lista si è contraddistinta per una marcata apartiticità che si è tradotta nella scelta di candidare per oltre l’80% persone della società civile e comunque di escludere tutti coloro che negli ultimi dieci anni avessero avuto cariche politiche elettive. I candidati della società civile hanno raccolto un successo lusinghiero sebbene in termini percentuali quelli di partito siano stati in grado di raccogliere più preferenze. Dopo il voto, una serie di polemiche legate alla scelta di Barbara Spinelli di accettare il seggio, su richiesta dello stesso Tsipras, nonostante avesse dichiarato prima della candidatura di rifiutarlo in caso di elezione, ha contribuito a frenare non poco un processo che sembrava oramai avviato. Sul futuro non compete fare pronostici. Quel che è certo è che la sinistra radicale italiana è molto lontana dall’emulare la greca Syriza che nelle elezioni europee è giunta prima in Grecia.

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