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Madame Sans-Gêne Commedia in tre atti di RENATO SIMONI Dalla commedia omonima di Vittoriano Sardou e E. Moreau

Personaggi:

Caterina Hubscher (Madame Sans-Gêne: stiratrice) () Toniotta (stiratrice) (soprano) Giulia (stiratrice) (soprano) LaRossa (stiratrice) (soprano) Lefebvre (sergente guardia nazionale) (tenore) Fouché (baritono) Il Conte Neipperg (tenore) Vinaigre (tamburino) (tenore) La regina Carolina (soprano) La Principessa Elisa (soprano) Despréaux (maestro di ballo) (tenore) Gelsomino (valletto) (baritono) Leroy (sarto) (baritono) De Brigode (ciambellano di corte) (baritono) Napoleone (baritono) La Signora De Bülow (dama di corte) (soprano) Roustan (capo dei Mammalucchi) (baritono)

Coro e comparse, Borghesi, bottegai, popolani, popolane, guardie nazionali, artiglieri, Dame di Corte, ufficiali e diplomatici, accademici, valletti, cacciatori, due mammalucchi.

Prima rappresentazione: New York, Metropolitan 25 gennaio 1915

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Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo ATTO PRIMO La lavanderia di Madame Sans-Gêne a Parigi il 10 agosto 1792 Una bottega di lavandaia in via S. Anna. Grandi finestre e vetrate e porta principale, anch’essa a vetrate, mostrano la strada. A destra, in primo piano, una porta d’ingresso minore dà sul cortile. A sinistra, ancora in primo piano, un’altra porta mette alla stanza da letto di Caterina. Su corde tese, molta biancheria posta ad asciugare: sottane a righe tricolori, camicette insieme a pizzi ari- stocratici. Una vasta tinozza, è posta sopra un treppiede. Vicino alla porta del cortile, una credenza. Sul fondo, un camino a cappa con fornello per scaldare i ferri da stirare. Tavole ed assi posate su cavalletti per stirare. Sgabelli di legno. Una grande poltrona presso la tavola. All’aprirsi del velario, Toniotta, Giulia e la Rossa stirano distrattamente e svogliate, sempre pronte a cor- rere all’uscio a ogni strepito. Nella strada, una folla mobile, agitata e curiosa, di borghesi, di bottegai guarda verso le Tuileries, a destra. C’è un via vai continuo. S’odono voci, commenti, esclamazioni. Da lon- tano, scoppi di fucilate e il rombo cupo del cannone.

TONIOTTA GIULIA Sono in via della Scala! Li sentite? Una guardia! Urli e strepiti orrendi il vento porta! TONIOTTA GIULIA Infelice! Che paura, Dio mio! GIULIA LA ROSSA Io tremo tutta! Se vengon qui! (Tuona ancora il cannone. Nella via la folla si agita; GIULIA una parte di essa volge verso sinistra)

(cadendo ginocchioni) LA ROSSA Vergine santa! Il cannon romba e tuona!

TONIOTTA TONIOTTA Qui non verranno. E la padrona che non torna ancora! L’han con le Tuileries. È il re che vogliono mettere alla porta. LA ROSSA Dio l’assista, la povera padrona! (Romba, lontano, una cannonata)

LA ROSSA TONIOTTA S’è intestata ad uscire ad ogni costo! (turandosi le orecchie)

Ci spezzeranno i vetri! TUTTE Vergine santa! (Movimento vivissimo nella via. Una guardia nazio- Ah! Ti ricorderò, dieci d’agosto! nale, ferita alla gamba, è portata a braccia entro la bottega, volgendo le spalle al pubblico) TUTTE TONIOTTA (guardando nella strada, chiamando con la voce e (andando alla finestra) con i cenni) Ecco un ferito! Olà, signor Fouché! Entrate! Entrate!

1 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo (Fouché entra rapido, guardandosi indietro, come Star tappati oggi in casa conviene. chi aspetti di essere spiato. Porta una valigia, e impugna un ombrello rosso.) (Si avvia verso la porta d’uscita)

GIULIA GIULIA Signor Fouché! Che notizie recate? Le si è detto; ma sì, chi la tiene?

FOUCHÉ FOUCHÉ I patroni hanno le beffe e il danno Purché torni. E trionfa il tiranno. Su! La mia biancheria datemi presto, TUTTE ch’io metta nel sacco assieme al resto. Ci fate tremare.

(Toniotta e Giulia tolgono alcuni capi di biancheria (Due cannonate. Esclamazioni. Movimento nella via. non ancora lavata da un canestro. Egli ne fa dei Tamburi che battono la carica. Fouché che sta per rotoli, che caccia e stipa nella valigia, sempre conti- uscire si arresta) nuando a parlare) VOCI DI FUORI LA ROSSA Ecco Sans-Gêne! È qui Sans-Gêne! Ahimè! Scappate? (Caterina seguita da un gruppo di gente, entra fret- FOUCHÉ tolosa e affannata, con un canestro di biancheria La parola è dura! sotto il braccio. Tutte le giovani lavandaie le si affol- Parto con un zinzino di premura. lano intorno festosamente)

TUTTE GIULIA Dunque le Tuileries son prese? (portando una sedia nel mezzo della scena, e offren- dola a Caterina) FOUCHÉ Ah, padrona! Finalmente! Osso duro! Osso duro! Prima il colpo pareva sicuro! FOUCHÉ Ora invece il disastro è completo. Si temeva, si tremava! E trionfa Capeto. CATERINA (Toniotta dà a Fouché un fazzoletto di colore con un Son qui tutta. grosso strappo nel mezzo. Fouché lo esamina) Non è mio! GIULIA Brava! TONIOTTA Sì, è vostro! FOUCHÉ Brava! FOUCHÉ (mette il fazzoletto nella valigia) CATERINA La padrona? Ah! Non ne posso più!

GIULIA FOUCHÉ È ancor fuori. Dunque, là in fondo?

FOUCHÉ CATERINA Imprudente. Un inferno, un finimondo. 2 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

FOUCHÉ Lungo tutto il battaglione! Bolle sempre? Mi rassegno al mio destino, lascio fare a quegli audaci CATERINA che m’azzeccan cento baci, profumati all’aglio e al vino! Bolle! Finché libera mi stacco, batto il tacco, FOUCHÉ svolto in fretta per la via Bene! e son giunta a casa mia. Raccontate quel che avviene. (Tutti ridono) CATERINA Non ho visto proprio nulla. VOCI DI FUORI Viva la Nazione! FOUCHÉ (Tutti si voltano e corrono alla porta) (deluso) Nulla? FOUCHÉ (si fa largo e chiede, gridando, alla folla di fuori) CATERINA Dite, voi, cosa c’è? Nulla! VOCI (siede e parla affannata) Il popolo vince Mentre andavo via leggera Ed hanno la peggio Tra le grida, gli urli, i canti, L’Austriaca ed il Re. batto il naso in una schiera Si son già rifugiati al Maneggio! di giganti con la barba nera nera! FOUCHÉ Un di quelli balza avanti E gli Svizzeri? E comincia a domandare: «Dove vai?» – «Dove mi pare» – VOCI Dice: «Chiuso t’è il passaggio Cessano il tiro, Se non paghi il tuo pedaggio!» – non han più munizioni. E m’afferra per la vita. Mi solleva su su su E mi schiaccia FOUCHÉ Un gran bacio sulla faccia (rientra e viene verso la ribalta fregandosi le mani) Con quell’ispida barbaccia! Respiro!

(si alza) (Le voci, ripetendo Viva la nazione! Si allontanano. – Bestia! –, grido inviperita. Restano in scena Fouché, Caterina e le ragazze) Ride il mostro, e poi mi slancia Tra la barba folta folta CATERINA Del vicin che, alla sua volta, (alle ragazze) mi sbaciucchia sulla guancia! Il popolo, laggiù, fa il suo bucato E noi facciamo il nostro. Su, figliuole, (facendo passare il paniere da un braccio all’altro, via dalla porta! Distendete al sole due colte) questi panni lavati, nel cortil. E così di bocca in bocca Passeggiare, ahimè, mi tocca (Toniotta e Giulia portano via la tinozza dalla porta Tra le barbe di carbone di destra)

3 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

(alla Rossa) FOUCHÉ E tu, Roussotte, fila via! (si accomoda sulla poltrona) All’ufficiale di via dei Mulini Amore d’infanzia? Porta questa biancheria. Non ne ha troppa. E non gli dare CATERINA Il conto. Non ha da pagare, È all’asciutto. Ma che! Lo conobbi non sono due mesi (La Rossa va via) Al Wauxall, a una festa da ballo. …Un ceffo da scimmia m’apposta, CATERINA mi sbircia, mi segue, s’accosta. (chiamando un ragazzo che è in strada) Pareva Berlicche! Sghignazza: T’invito, mia bella ragazza Ehi, Maturino, La fricassée a far con me. corri al posto di via Colbert, Gnornò, dico io. a vedere se c’è –Perché? Dice lui il sergente Lefebvre, e, se c’è, – Perché, dico io, digli che venga da me. Ballar non mi garba, signor! – Smorfiosa –, mi grida Berlicche, (Il ragazzo corre via. La scena si vuota. Resta solo sei forse la dama di picche? Fouché non visto da Caterina. Costei chiude i vetri Ma giunto alle picche, una pacca delle finestre, lasciando aperte le imposte. Quell’orrido muso gli spacca, Durante tutta la seguente scena con Fouché, Cate- La pacca era appunto… rina si dà un gran da fare. Prende dal fornello il catino d’acqua e amido e lo depone sulla tavola; FOUCHÉ stende su questa i panni per stirare, immerge cuffie …Lefebvre! e cravatte nell’amido, poi le strizza, le fa sgoccio- lare, le distende sopra una salvietta piegata in due; CATERINA poi, avvolgendole in essa, ne fa un pacchetto che – Mercè, dico io. spreme tra le mani e si accinge a stirare, Prende un – Macchè – dice lui! ferro, lo accosta alla guancia per sentire se è caldo, Con slancio m’afferra, lo rimette sul fornello, ne prende un altro, lo netta, con slancio lo stringo, stira; con un ferro da arricciare increspa le trine di si pestano i piè, si sgambetta, una cuffia, ecc. ecc.) si salta, si piroetta! Così ci siam cotti d’amore FOUCHÉ Ballando la fricassée! Mia bella Caterina! FOUCHÉ CATERINA Dunque presto le nozze? (voltandosi sorpresa) Voi siete ancora qui? CATERINA Presto sì, FOUCHÉ se quel geloso non guasta tutto. Quel Lefebvre vi è assai caro, mi pare!? (colta di un pensiero, espressiva con un gesto della CATERINA mano) È forse proibito d’amare? Anzi, un consiglio, filate! «Marche!» È bello, è forte ed è cortese… E poi è del mio paese. FOUCHÉ Alsaziano come me! Invece aspetto.

4 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

CATERINA (con un inchino burlesco a Fouché) Aspettate? che cosa? Quando sarà chiamato al Ministero, mi pagherà il suo conto, non è vero? FOUCHÉ Sono tre mesi, sa, Vostra Eccellenza, Che le Tuileries siano prese. che la stiro e la inamido a credenza!

CATERINA FOUCHÉ È per voi che si picchiano laggiù. (con malizia bonaria) È per farvi ministro. Non sono il solo! Un altro c’è Che nel pagare somiglia a me! FOUCHÉ C’è l’ufficial d’artiglieria! (mezzo serio, mezzo comico) La Roussotte or gli portò Su per giù. La biancheria, ma il conto no…

ATERINA CATERINA C Ministro? Non della guerra. Voi siete un fannullon, quello è un soldato. Piuttosto di Polizia. Avete un musetto tagliente… FOUCHÉ Disperato! FOUCHÉ Ha perso il grado, Per annusare la gente! briga, intriga, per riaverlo e non l’avrà! CATERINA CATERINA Vi piace curiosare… Poveretto! FOUCHÉ FOUCHÉ Frugare… Per mangiare, l’orologio egli ha impegnato CATERINA iermattina da Fouvelet. Spiare, con quegli occhi vivi e scaltri… CATERINA Non c’è vecchia portinaia FOUCHÉ ficcanaso come voi. …con questi occhi vivi e scaltri… FOUCHÉ CATERINA Se aspettate che vi paghi … nei segreti degli altri. Quel signor Timoleon…

OUCHÉ F CATERINA E sia, (correggendo) vada per la polizia! Napoleon! CATERINA Ei ci crede, e lo confessa! FOUCHÉ (insistendo) (con uno scoppio di risa) Timoleon! Ministro voi sarete, quand’io sarò duchessa!

5 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

CATERINA in fondo alla bottega e in strada)

(irritata) VINAIGRE Napoleone Buonaparte! Popolo di Parigi! L’Austriaca e suo marito Han dovuto sloggiare dalla reggia! FOUCHÉ Il palazzo è del popolo, ed il popolo È un corso selvatico, Governa! verdognolo e secco, dall’occhio enigmatico, LA FOLLA dal naso che è un becco! Morte ai tiranni! Evviva il popolo! Lasciate che vada, farà poca strada, VINAIGRE credetelo a me! La Francia Va scalza alla vittoria, con le mani CATERINA Tinte di sangue… Crepi l’astrologo! LA FOLLA (Le campane suonano a stormo. Crescono lo stre- Evviva il sangue e la Francia novella! pito, lo scalpiccio e le voci. Rombo di cannone. Giulia e Toniotta entrano dalla porta di destra e VINAIGRE corrono al fondo. Caterina corre anch’essa verso il fondo. Fouché la segue. Guardano fuori) Cittadini! Chi vuol venir con me A visitare l’antro del tiranno? FOUCHÉ Nuvole di fumo! TUTTE (con un urlo) CATERINA Tutti! Tutti! Viva la Nazione! Brucian le Tuileries! (Vinaigre si allontana battendo la carica, accompa- FOUCHÉ gnato dalla folla che grida: Viva la Nazione! Tutti, Respiro! Evviva! meno Caterina, lo seguono. Giulia, Toniotta e la Rossa chiudono le imposte delle finestre ed escono. (Grida e canti lontani di vittoria: Vittoria! Vittoria! Caterina serra la porta d’entrata e ne chiude le Viva la Nazione! Entra Vinaigre seguito e circondato imposte; la scena si oscura. Preso il mantello, ella dalla folla, nella quale è anche la Rossa) si appresta ad uscire per la porta di destra. Si odono due colpi di fucile assai vicini. La porta di destra si INAIGRE V apre. Entra Neipperg, che la richiude rapidamente (entrando, scalmanato, col tamburo alla cintola) come un uomo inseguito)

Vittoria! Vittoria! CATERINA (sorpresa) FOUCHÉ Dunque il palazzo? Ohè, dico…

VINAIGRE NEIPPERG È preso. (origliando alla porta) Per pietà!… Son ferito! FOUCHÉ Io trionfo! CATERINA Ferito? (Esce frettoloso abbandonando la sua valigia. Vinai- gre balza sul tavolo e grida alla folla che si addensa 6 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

NEIPPERG LEFEBVRE (quasi svenendo) (di fuori) Hanno perduto le mie tracce… Ohè, Caterina! Sono il conte di Neipperg, austriaco… Sei qui?

CATERINA VOCI DI SOLDATI (a distanza, con accenno di disprezzo) Madame Sans-Gêne! Un realista?… CATERINA

NEIPPERG (forte) Ho fatto il mio dovere Vengo! Cercando di salvare la Regina. (A Neipperg, porgendogli le bende) CATERINA Fasciatevi (con sdegno) da solo! Verrò poi… Me se vi sentono siete morto! L’Austriaca! (Neipperg entra nella stanza di Caterina, che chiude (Vedendo Neipperg pallido, quasi svenuto per la l’uscio e mette in tasca la chiave) ferita, presa da pietà) ma un ferito LEFEBVRE è sacro! Non temete! Che fai dunque, lumaca?

NEIPPERG (Caterina corre ad aprire la porta. La scena si Ah! Grazie! rischiara. Lefebvre entra con sei soldati. Uno di essi chiude l’uscio a vetri lasciando aperte le imposte) (Caterina corre a cercare delle bende in un canestro Non lo vuoi abbracciare il tuo soldato? di biancheria. Passi di fuori, e voci che si fermano alla porta) CATERINA NEIPPERG (con slancio) (atterrito) Nespole, se lo voglio! Scoperto! LEFEBVRE (Strepito di fucili che picchiano sul selciato) Son tornato Vincitore, intatto e intero. LEFEBVRE (di fuori, spingendo la porta per aprirla) CATERINA Ohè, Caterina! (maliziosa) Eh, lo spero! CATERINA (sottovoce, sbigottita) LEFEBVRE Lefebvre! (presentando Caterina ai suoi compagni) La signorina Caterina Hubscher, (Indicando a Neipperg la porta della sua stanza) alsazianetta giuliva e viva, Nella mia stanza, presto! piccante, petulante, spumeggiante, lesta di mano e schietta di parola, onde in tutto il quartier chiamata vien

7 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo Madame Sans-Gêne Penso a quel cane che abbiam ferito Ed è fuggito! TUTTI Se lo riagguanto, Madame Sans-Gêne! perdio, lo schianto!

LEFEBVRE CATERINA Or che hai vinto, perdona e pensa a me. (andando a deporre il fucile in un angolo)

Alle giubbe scarlatte diam la caccia, LEFEBVRE ed ai vili sicari del tiranno! Tra un odio ed un amor sono diviso! Uno proprio qui presso ci sfuggì. Ma ha del piombo nell’ala e senza fallo (Rimboccandosi una manica) L’acchiapperemo! Intanto un gotto. Abbiamo La gola asciutta ed arsa. Guarda su questo braccio, un artista provetto, (Accennando a una bottiglia che sta sul canterano) sotto al frigio berretto, questo motto m’ha inciso: Ecco del vino! Morte ai tiranni!

CATERINA TUTTE Oh, ne ho di più meglio! (brindando con le scodelle colme di vino) (Va alla credenza, ne toglie due bottiglie, un cava- Morte ai tiranni! tappi e alcune scodelle che posa sulla tavola) LEFEBVRE LEFEBVRE E venga il meglio! (accennando all’altro braccio) Ma su quest’altro invece, (Sturando la bottiglia che gli appresta Caterina) bada, c’è un cuor trafitto, Ah, perdio, tu un travaglio e sotto il cuor sta scritto: Rude. Dai tetti e dai balconi Sans-Gêne mia per la vita! Che gragnola di piombo! Pan! Pan! Ad ogni colpo CATERINA Era un grido, era sangue, era un caduto! (pavoneggiandosi, ma insieme intenerita) Or gli Svizzeri, Sans-Gêne tua per la vita! inseguiti a fucilate, son dispersi, son distrutti! LEFEBVRE Il palazzo ora è nostro! Adesso la folla vi penetra; Per la vita, in due… son piene le stanze di grida, di canti e di danze! CATERINA Che gioia! La gente si abbraccia …nella nostra lacera e straccia, piccola casa infiorata… fa man bassa, rompe, spacca, fracassa, LEFEBVRE scaraventa nella via Una casa con l’orto e il focolare specchi, bottiglie, mobili, Pieno di vampe e pieno di faville, pentole e sguatteri! come al nostro paese! Oh! Che allegria! CATERINA (Risata generale. Ma Lefebvre si rabbuia ed E una cucina grande… esclama, mordendosi le mani)

8 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

LEFEBVRE Sei mio per sempre E Sans-Gêne che corre… ed io ti tengo stretto contro il mio petto CATERINA e nessun ti toccherà. Noi vivrem così, … e attizza il fuoco. ti vo’ lo sai ognor.

LEFEBVRE I SOLDATI …il mio fucile appeso presso all’uscio. (a Caterina e Lefebvre) CATERINA Basta smorfie, ragazzi; all’Assemblea! Tu fumi la tua pipa, il fumo danza LEFEBVRE e Sans-Gêne canta! (guardandosi le mani) Sacco in pacco, che mani! LEFEBVRE Canta ed io benedico CATERINA il dì che l’ho incontrata con la sua gota fresca e porporina… Sono nere di polvere, ed è un nero che onora. CATERINA LEFEBVRE (annunciando ai soldati) Un po’ d’acqua! Bada che i camerati ti sentono… (si dirige verso un catino che sta sopra una tavola e fa per lavarsi le mani) LEFEBVRE CATERINA (volgendosi ai soldati) Che fai? Compagni, Vuoi lavarti nell’amido? sono il vostro sergente! Attenti a me! Obbedienza e disciplina! LEFEBVRE Mentre io parlo a Caterina, (dirigendosi verso la stanza di Caterina) un, due e tre… turatevi le orecchie!… Vado nella tua camera.

(i soldati ridono) (ci si avvia risoluto)

E poi mi piace CATERINA che sentan tutti, (con una certa inquietudine) l’esercito, la Francia, il mondo intero! Oggi la vita è tutta una canzone! Ma no, Del vecchio tempo nulla più rimane! vieni qui alla fontana. Ecco il sapone. Mentre l’odio ha la voce del cannone, l’amore squilla come le campane! (Prende un pezzo di sapone di Marsiglia e apre la Nella luce del sol, giovine e bionda, porta di destra che dà sulla corte) in cospetto degli uomini e di Dio EFEBVRE il mio braccio t’attira e ti circonda, L figlia del mio paese, amore mio… (che intanto ha cercato di aprire la porta di Cate- rina) CATERINA Perché hai chiusa la porta? O mio Berlicche ormai, lasciarti chi potrà?

9 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

CATERINA LEFEBVRE Perché sto per uscire. (con finta gaiezza, facendo un grande sforzo per dis- simulare il violento dubbio che lo affanna) LEFEBVRE C’è che mi ha preso in trappola! Perché hai tolto la chiave? C’è…

CATERINA (con un riso falso) (perdendo la pazienza) …che non c’è nessuno! Perché mi pare e piace. (Richiude la porta per impedire ai soldati di entrare)

LEFEBVRE I SOLDATI (cieco di gelosia) (Comicamente, invitandolo a far pace con Caterina) C’è qualcuno lì dentro! Riappiccica!

CATERINA LEFEBVRE (con audacia) (con finta buffoneria) E se fosse? Son libera! Riappiccico!

LEFEBVRE (Fa un cenno ai soldati di allontanarsi. I sei uomini Voglio la chiave! Là vanno verso il fondo senza far rumore, e, mentre C’è un amante!… Lo sgozzo! segue l’azione, riprendono i fucili volgendo il dorso alla scena. Lefebvre intanto si avvicina lentamente a (Si slancia brutalmente su di lei. Ella, istintivamente, Caterina. Questa, con la faccia al pubblico, non lo nette una mano alla tasca del grembiule. Egli vede guarda. Lefebvre la osserva attento) l’atto e con violenza le strappa la chiave. I soldati Perché non dirmi che di là c’era un morto? accorrono per difendere Caterina. Lefebvre si divin- cola ed entra nella stanza. Silenzio) CATERINA CATERINA (sorpresa) (atterrita) È morto? Nessuna voce! Nessun rumore! LEFEBVRE Morto! Ha una palla nel fianco. (Coprendosi le orecchie con le mani) Convien farlo portare alla sua casa. L’ucciderà! CATERINA (Chiamando) Dove? Di lui soltanto so che ha nome Conte di Neipperg. Me l’ha detto. È tutto. Lefebvre!

(Lefebvre riappare sulla soglia, pallido, turbato) LEFEBVRE Non lo conosci? I SOLDATI O Lefebvre, che c’è? CATERINA Entrò mentre chiudevo, e si reggeva appena. Voi giungeste feroci, se l’aveste trovato dilaniato l’avreste.

10 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto primo

(Si volge e vede che egli la osserva attentamente) CATERINA Perché dunque mi guardi? (presa da una subita commozione, fa per abbrac- ciarlo e intanto i soldati aprono la porta di fondo e LEFEBVRE le finestre laterali per osservare la folla che si avvi- cina nella via) (freddo, inquisitore) E se fosse il tuo amante? LEFEBVRE (continua sottovoce) ATERINA C Via, non farti capire (alzando la voce) Abbi cura di lui; Il mio amante un austriaco? questa notte verrò, lo faremo fuggire. LEFEBVRE CATERINA Parla piano, se t’odono… (con le lacrime nella voce) CATERINA Oh, mio Lefebvre, sei buono! (facendo spallucce) LEFEBVRE Ora è morto. Non mi serbi rancore? LEFEBVRE CATERINA (sottovoce) Ti adoro e ti perdono! Ora è vivo! LEFEBVRE CATERINA Sans-Gêne, qui sul mio cuore! (volgendosi a lui contenta) T’adoro. Ma che hai detto? (Caterina si getta nelle braccia di Lefebvre. Nella strada giungono da destra guardie nazionali e LEFEBVRE artiglieri. I sei soldati e Lefebvre, si uniscono alla Mentivo. schiera che passa, seguiti dalla folla che acclama) Fu una prova perché Dubitavo di te. Ora non dubito più.

11 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo ATTO SECONDO Il castello di Compiègne settembre 1811 Un grande e festoso salone del più puro stile impero. Sul fondo, tre arcate, dalle quali entrano gli invitati. A destra una grande porta che conduce agli appartamenti interni. Gelsomino attizza il fuoco nel caminetto. Leroy è in piedi presso la tavola, sulla quale sono tre scatole. Entra Despréaux.

DESPRÉAUX Che grazie! Che portento La Duchessa di Danzica? Di gesti e portamento!

GELSOMINO LEROY (solenne) Le dame più squisite Io le vestivo, ed era Vien subito! È avvisata Come una primavera! Che il sarto (a tre) (indicando Leroy) Oh bei tempi soavi svaniti così! qui l’attende. La Duchessa di Danzica! GELSOMINO Adesso gran titoli, (sbotta a ridere) ducati, contee… DESPRÉAUX (con grande sussiego) LEROY Ma modi da sguatteri Scusi, perché mi ride in faccia?… E facce plebee!

GELSOMINO DESPRÉAUX Rido… ma non di Vostra Signoria! È lustra la buccia, Rido di certe nobiltà che sanno ma, sotto, gentuccia. D’amido e ranno E di lavanderia. (a tre) (accostandosi a Despréaux, con un inchino) Gentuccia, gentuccia, gentuccia! Signor Despréaux, io la conobbi quando DESPRÉAUX ell’era direttore del balletto all’ (a Gelsomino) Il vostro padrone, sergente non era? (con pomposo orgoglio) ed io ero valletto LEROY del Duca di Penthiévre. E lei vivandiera?

(con un sospiro) GELSOMINO Oh bei tempi! Tempi fini Or Duchi di Danzica! Capite! Capite! E pieni di fragranza, tempi d’ogni eleganza! LEROY (con comico orrore) DESPRÉAUX Che delicati inchini! Danzica! Oh Dio! Che nome d’acquavite!

12 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

GELSOMINO Devo mettermi in ghingheri (e poi a tre) Per ricevere un mucchio di regine, principesse, duchesse e altri generi… Ah! Per un uom di nascita e di gusto, Se fosse gente del mio stampo, oh allora che disgusto! Quattro frittelle, quattro capriole, una padella di castagne arrosto (Caterina entra seguita dalla cameriera) e ci sarebbe dal crepar dal ridere! Ma son tutte da mazze schizzinose CATERINA Che ti parlano sempre a bocca storta Bondì, signor Despréaux! Dimenando, come anitre… la coda. Ci vogliono, per loro, dei saluti (Despréaux e Leroy s’inchinano tre volte profonda- Di prima qualità! mente) Ho detto: Despréaux mi insegnerà. DESPRÉAUX E LEROY Perché lui… queste smorfie, son proprio Madama la Duchessa! La sua specialità…

(Gelsomino via) DESPRÉAUX (inchinandosi) CATERINA Gran fortuna per me! (rivolgendosi a Despréaux) Venir per me a quest’ora è grande cortesia! (tra sé, mortificato ed offeso) Voi avete sposato la Guimard, se non sbaglio… Smorfie!

DESPRÉAUX CATERINA Madama la Duchessa si ricorda di lei? (a Leroy) CATERINA Proviam! Per bacco! Aveva certa biancheria! (La cameriera corre a prendere uno sgabello, che (rivolgendosi a Leroy) mette sotto ai piedi di Caterina. Leroy si inginocchia dinanzi a Caterina e le calza i coturni. Le sua abili Caro signor Leroy, l’amazzone è già pronta? mani avvolgono e stringono il nastro attorno alle gambe della marescialla) LEROY Pronta! Ed è un capo d’opera CATERINA Inaudito! Una cosa Ehi, dico, sei giunto al polpaccio! Deliziosa, armoniosa… Fai conto di andare più su?

CATERINA LEROY (interrompendolo e indicandogli una sedia) (alzandosi) Va bene… Ora si metta a cuccia Madama è servita… Un momento, mentr’io Dico due parolette (Caterina si alza per provare l’amazzone. Mentre Al signor venditor di piroette. leroy e la cameriera l’aiutano ad indossarla, si volge a despréaux) (Despréaux fa una smorfia) CATERINA CATERINA Caro signor Despréaux, (a Despréaux) vorrei qualche cosa di spiccio e insieme… di sopraffino… Sono fuori dai gangheri!

13 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo CATERINA DESPRÉAUX (volgendosi a Despréaux) (ispirato) Sor ballerino, a noi. Proviam la riverenza. Il semplice e il fino? L’inchino! Madama mi presti attenzione, (Disegna goffamente una specie di inchino) mi ascolti con religione! L’inchino è l’essenza Non c’è mal! Più pastoso, del passo di danza, più untuoso, è il ballo in potenza… più morbido!… direi più di velluto!… è il ritmo in sostanza… Mi guardi, la prego… Io mi piego LEROY Così… porto con grazia e con candore sulla sinistra il treno posteriore… (drappeggiando le pieghe della veste con gesti gravi e m’arrotondo e con sussiego) poi mi sprofondo, È molto migliore ma elastico e plastico… di quella che ho avuto l’onore Vediamo… vediamo… di far per l’imperatrice. Ahimè, non ho avuto il permesso (Caterina riprova, imbarazzatissima, a inchinarsi) Di fare la prova io stesso! Bene… il gesto più lento… L’Imperatore non vuole… Si sprofondi ancora… Si sprofondi!… CATERINA …Che vedan sua moglie in camicia. CATERINA (cadendo quasi) LEROY (staccandosi da Caterina, e guardandola con ammi- Sì, sul pavimento! razione) DESPRÉAUX Che linea! Che grazia! Che fasto! È perfetto!

CATERINA CATERINA (dimenandosi entro l’amazzone) Ma col manto di corte Mi pare di essere chiusa in un basto! sarà un affar più serio… nelle sue pieghe strambe (prende il cappello che le porge Leroy e se lo pianta m’intricherò le gambe… in testa a rovescio) E devo portar questa torta? DESPRÉAUX Provar vuol con la coda LEROY dell’amazzone? È ben la stessa cosa… È facile! È semplice! È agevole!… Non è così che si porta! Basta un colpo di garretto un… due… tre (mettendole il cappello come va messo) e allez… Ecco! (fa col piede il gesto di chi getta indietro lo stra- CATERINA scico) È un bodino! CATERINA

LEROY (prova, s’impiccia nello strascico) È di moda! Un… due… tre… Ma che! Questa coda maledetta, 14 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo quest’accidente di coda (Mentre i due ministri d’ogni eleganza, escono rin- chi me l’ha appiccicata! culando e inchinandosi, entra Lefebvre)

CATERINA DESPRÉAUX Lefebvre! Mi dia la mano e faccia il gesto che io farò… (Caterina lo guarda e lo vede accigliato) Il piè sinistro, Hai due spanne di muso. (Caterina avanza il destro) No! È il destro! LEFEBVRE Colpa tua. CATERINA Ah, che fatica! CATERINA (con sorpresa) DESPRÉAUX Dico, ti gira? Un… due… tre… oplà, vede?… c’è… LEFEBVRE Sai, l’Imperatore mi ha parlato di te… CATERINA Quante smorfie mi fa far Sua Maestà! CATERINA Così va? Di me? Perché? Più non mi reggo sulle gambe, che stanchezza! LEFEBVRE Per i tuoi modi che gli dan fastidio. LEROY È una cosa CATERINA Prodigiosa! Che destrezza! Che modi? Che bellezza! LEFEBVRE DESPRÉAUX Questi, corpo d’una sciabola! Madama la Duchessa Torno e ti trovo qui, in camicia, in mezzo Può gareggiar con le più esperte dame! A servi e fornitori, e tu per tu, con le spalle nude. Poi questa gente chiacchiera… CATERINA

(si sveste) CATERINA Davvero? Non son poi troppo salame? Lo so, e me ne infischio. DESPRÉAUX (inchinandosi) LEFEBVRE Madama la Duchessa, servitore! (con ira) Io, no. LEROY Sei o non sei duchessa, santo diavolo? (inchinandosi) Mondo assassino! Agisci da duchessa, e non da serva, corpo d’una pipa! Servitore, Madama la Duchessa!

(si avviano verso l’uscita. La cameriera esce a destra portando con sé le scatole)

15 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

CATERINA L’ho amato nella miseria (ridendo) Ho stentato con lui la dura vita, l’ho arrischiata a sua fianco, Farò come fai tu. ho pianto per la prima sua ferita, ho cantata la sua prima vittoria! LEFEBVRE Chi me lo strappa, strappa la mia carne! Sono un soldato Siamo impastati, inchiodati, uno stesso E parlo da soldato, e da soldato cuore, uno stesso sangue! E se ci tagliano bestemmio… in due, i brani dolorosi si cercheranno ancora, CATERINA si incolleranno ancora! Insomma, che t’ha detto? Ho il mio Lefebvre e me lo tendo stretto». Così all’Imperatore Risposto avrei! Così risposto avresti LEFEBVRE Se tu avessi una briciola di cuore… Ha detto: «Dove diavolo ha preso il suo linguaggio (rompe in lacrime) vostra moglie? È uno scandalo! Si ride alle sue spalle ed alle vostre. Ma LEFEBVRE c’è un rimedio per tutto! E ho risposto così! C’è il divorzio!» CATERINA CATERINA (la commozione e la gioia si mescolano in lei. Ella (con un violento sussulto) non riesce a parlare, cerca le parole, non le trova. Eh?! Il divorzio? Finalmente salta al collo di Lefebvre) Bestia d’un uomo! LEFEBVRE Dillo subito, dunque, e non mi fare «Si capisce spasimare così! che penseremo a vostra moglie. Avrà la terra di Combault LEFEBVRE e un appannaggio degno. Ma lui m’ha detto: Andate, parlate, spicciatevi, «Meno chiacchiere! Stasera stessa tutto in quindici giorni sia finito!» parlerò io con la Duchessa… » E questa sera ti chiamerà. CATERINA (balzando in piedi, con gli occhi accesi e il pianto CATERINA nella voce) Non ho paura! E che hai risposto? LEFEBVRE LEFEBVRE (sorridendo con malizia affettuosa) E tu? S’egli t’avesse Chissà! Chissà! Parlato di divorzio e di castelli E di ricchezze, che gli avresti detto? CATERINA (fingendo di strangolarlo) CATERINA (commossa) Tu non sperare di scappar via. Sei roba mia! Gli avrei detto: «tenetevele! Dunque, rassegnati, tienimi e taci, Che me ne faccio del vostro castello? o ti mangio… dai baci! Che me ne faccio del vostro denaro? Ho il mio Lefebvre e me lo tengo stretto!

16 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

LEFEBVRE CATERINA (dopo averla baciata) Ah! Per non dir spropositi, sai quel che faccio? Questa tua bocca profumata e pura Taccio! che la mia di baciar non è mai sazia, e t’abbraccio… mi fa pensare ai frutti dell’Alsazia che il natio sol nell’orto mio matura. (Gli siede sulle ginocchia e lo bacia: Entra Gelso- Sapor d’infanzia e di malinconia mino; vedendoli in quella posizione fa un gesto di mi scende al cuore, e nel pensier ridesta disdegno, poi tossisce) la casa, il campo, la chiesetta in festa e le campane dell’Avemaria! CATERINA Or nelle tue parole cerco e ascolto (balzando in piedi) l’accento noto del paese, l’eco dei dì passati! E li rivivo teco, Accidenti! e cerco la mia patria sul tuo volto! Laggiù in Alsazia, noi pensammo un dì GELSOMINO andar vecchietti, in pace, a chiuder gli occhi! (annunziando) Il signor Conte di Neipperg. CATERINA E invece, caro, siamo sempre qui, NEIPPERG io con la coda, e tu pieno di fiocchi! Se quand’eri bambino, (entra rannuvolato. Caterina e Lefebvre gli vanno venendo al villaggio vicino, incontro festosi) tu m’avessi incontrata… Vengo a dirvi addio…

LEFEBVRE CATERINA Se t’avessi incontrata? Partite?

CATERINA NEIPPERG Se t’avessero detto: (con gesto di sconforto) quella bimba mocciosa sarà un dì la tua sposa?… Per l’esilio!

LEFEBVRE CATERINA E LEFEBVRE Se t’avessero detto: (a due, con sorpresa) quel ragazzo cencioso Per l’esilio! sarà il duca tuo sposo?… NEIPPERG CATERINA (con sdegno e dolore) Sarei crepata dal ridere! L’Imperator mi scaccia. Ha scoperto (ride) un mio amor nella Reggia! Mi colpisce! È un pretesto! Egli appaga un odio antico!… LEFEBVRE Sarei crepato dal ridere! LEFEBVRE (con tristezza, ma con dignità) (ride; improvvisamente si tura la bocca, assumendo un’aria seria) È il padrone… Acciderba… che modo di parlare Non si dice: crepare… NEIPPERG E obbedisco…

17 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

LEFEBVRE NEIPPERG Tristi gli addii quando la giovinezza (fuori di sé) declinando s’annebbia di tristezza… La rivedrò. Scoloran lentamente i dì felici M’ha fatto dire di non partire e il cuore cerca solo i vecchi amici… senza vederla… e obbedirò.

NEIPPERG CATERINA E l’amico che va, senza ritorno, Non so chi sia costei! Tremo per voi… pensa la casa che gli fu ospitale Non dovete tornar! e sospira…

NEIPPERG CATERINA La rivedrò! (con affettuosa malizia) E sospira la sua donna (a Lefebvre) che lascia qui… Se vi togliessero questa vostra donna diletta… (Neipperg alza gli occhi e la fissa con dolore) Perché, perché non dire LEFEBVRE che soffrite per lei, povero amico?… Si provino, per Dio!

NEIPPERG NEIPPERG (con profondo sconforto) E volete ch’io fugga? Lasciar colei che s’ama GELSOMINO e andarsene lontano e sentir che ci chiama (entra ed annunzia) invano, invano… Sua Eccellenza il Ministro di Polizia!

LEFEBVRE CATERINA Tutti e tre Silenzio, è qui Fouché. abbiamo un pena nel cuore, abbiamo una pena d’amore (entra Fouché) tutti e tre! NEIPPERG CATERINA Amici, addio! Oggi l’Imperatore dichiara guerra all’amore! (Caterina gli presenta le guance, egli le bacia, stringe la mano a lefebvre ed esce in fretta com- NEIPPERG mosso) (prorompendo) FOUCHÉ Ah, non posso tacere il mio martirio (salutando Neipperg con un inchino ironico) con voi! È una febbre! È un delirio! Buon viaggio, signor Conte. E voglio rivederla! E fingerò di partir, ma stanotte tornerò. (tra sé) E subito ritorno…! LEFEBVRE Siete pazzo. (a Caterina) Marescialla, v’annunzio

18 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo le Loro Serenissime di tal partenza svelerà il perché. Altezze Imperiali. Badate, c’è per aria una congiura; vogliono FOUCHÉ provocarvi a parlare, far nascere uno scandalo! E chi può mai saper, dame vezzose, Sopportate prudente! Resistete all’attacco il perché delle cose? e cambiate discorso quando piglio tabacco. (tra sé) (Lefebvre ha un gesto d’ira) Però, CATERINA io lo so! (sbuffando, minacciosa) LA DAME La corda troppo tesa alla fine si strappa. Vedremo! (circondando Fouché) O taciturno, che tutto sapete, (avviandosi verso l’uscio) dite il segreto: saremo discrete! Perdonate! Vo’ a metter la gualdrappa. Non appena in un orecchio il segreto profumato (Esce in fretta. Cominciano a giungere gli invitati) lieve lieve sarà entrato, fuor dall’altro sortirà! LEFEBVRE Lo giuriamo. Vengono gli ospiti di già. FOUCHÉ (inquieto) Lo giurate? La marescialla Bene! Allora immaginate non è pronta… che sia entrato e uscito già.

(Dal fondo entra uno stuolo variopinto di dame e (Le dame protestano furiose, ma in quell’istante un di cavalieri: ufficiali, accademici, diplomatici. Uni- confuso movimento che si propaga dal fondo, un formi fastose. Azione. Lefebvre saluta, va sul fondo, brusio improvviso, e il solenne silenzio che subito si perde fra la folla, riappare) dopo si distende, preannunziano l’arrivo delle impe- riali sorelle) (Un gruppo di dame, sottovoce) GELSOMINO LA DAME (dal fondo annunzia solennemente) Una notizia! – Una notizia! Sua Maestà la Regina di Napoli… – ch’è una primizia! Sua altezza Imperial la Principessa – ch’è una primizia! di Lucca e di Piombino!

TUTTE (Quadro. Tutti i presenti si levano in piedi e si allineano, splendidi di ori, di galloni, di gioielli. Neipperg partì! Entrano Carolina ed Elisa, con dame di compagnia Perché? e cavalieri d’onore, Lefebvre si precipita incontro ad – Mah! esse) – Chissà! Si buccina, si chiacchiera, si mormora CAROLINA sotto voce – sotto vento – ma nessuno cono- (guardandosi intorno altera) sce il vero. Ah! Come provoca, irrita e stuzzica La Duchessa di Danzica non vedo! questo mistero!

(rivolgendosi a Fouché) Ma qui, Fouché 19 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

LEFEBVRE È inimitabile! (confuso) (Un valletto entra portando un vassoio di dolci che Vostra maestà, perdoni! È sofferente… pone sulla tavola. Un altro valletto offre del punch Darà qui tosto. agli uomini. Caterina prende un bicchiere di punch dal vassoio e tocca, col suo, il bicchiere di un uffi- (tra sé) ciale) Io sudo e gelo insieme. CATERINA (Le due regine aggrottano le ciglia. Intorno è un (brindando) pesante silenzio pieno di imbarazzo) Alla tua! (Caterina si precipita in scena inciampando nella porta, frettolosa, affannata, turbata) (Ma nel momento in cui Caterina allunga il braccio, Fouché si mette a tossire e prende rumorosamente CAROLINA tabacco. Troppo tardi, Caterina vede il gesto e, inti- (acida) midita, depone il bicchiere senza aver osato di bere. Poi va alla tavola, prende il vassoio dei dolci e ne Vi fate ben desiderar, Duchessa! offre a Carolina) Vostra Maestà, gradisce due frittelle? CATERINA Io prego Sua Maestà, CAROLINA Sua Altezza Imperiale E tutta la compagnia (con aria canzonatoria) Di scusare il ritardo. No, le frittelle no mi tentan punto!

(strizzando l’occhio) (Sorrisi, risatine in giro) Ma per mettermi in… pompa CATERINA Ci vuole sempre un secolo. (a Elisa) (Risatina dietro i ventagli delle dame. Fouché Vostra Altezza! tabacca rumorosamente. Caterina, rossa e impac- ciata, vede che tutte le donne si fanno vento, e, per ELISA darsi un contegno, si sventola anch’essa vivace- mente. Poi con subita risoluzione, come chi ha una (ridendo con malizia) trovata, a Lefebvre) No, no! Maresciallo, suvvia, offri da bere… CATERINA (alle dame, con cortesia nella quale bolle un princi- (chiamo il servo con voce acuta) pio di collera) Pivert! Signore belle?

UNA DAMA LA DAME (alle altre, piano) (tutte insieme, con aperta aria di derisione) Ah! Siamo all’osteria! No, non ci fanno gola le frittelle.

LA DAME LEFEBVRE (mormorando con risa soffocate e sventolandosi) (all’orecchio di Caterina, con ira repressa) È incredibile! Non insister, ti dico, non insistere! È inesprimibile! È incomparabile! (Fouché tabacca ripetutamente, rumorosamente. 20 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo

Caterina si volta per allontanarsi, ma si trova con CAROLINA i piedi avviluppati nella coda. Tenta di liberarsi, e (con ira e con alterigia) peggiora la sua posizione) Ed avete l’audacia…? CATERINA (gridando) CATERINA Accidenti alla coda! (con impeto) Oh! La gloria è sublime (Risata unanime. Caterina sconcertata) se, partendo dal basso, si raggiungon le cime! Mille scuse, Maestà! Della Rivoluzione tutti figli si è, Un momento e mi srotolo… ed in questo palazzo ch’Ella sola ci diè, chi rinnega la madre, è un perverso e un CAROLINA vigliacco! (con ironia sorridente) FOUCHÉ È delizioso questo linguaggio (che tabacca invano, serra rumorosamente la tabac- Che usano solo le pescivendole chiera, esclamando) E le ragazze facili e fragili Del Palais Royal… Patatrac!

(Lefebvre ha un gesto d’ira) CAROLINA (con acerbo disprezzo) CATERINA (fremendo, con le nari dilatate) Con chi parlo stasera? È con la marescialla o con la vivandiera? Sento odore di polvere. CATERINA CAROLINA (con fierezza) In quel quartiere, appunto, mi fu detto, eravate… Con tutte e due, Maestà!

CATERINA CAROLINA (tagliandole la parola, con orgoglio) (esasperata) …lavandaia, Maestà! Completò la caserma la bottega…

(risata unanime, clamorosa. Caterina, volge uno ELISA sguardo severo su chi ride) (furiosa, ironica) Ed ho il gergo del popolo …e la cantina… dove e del popolo ho il gesto, si trinca e si bestemmia… perché popolo sono! Siamo in tanti del resto! CAROLINA ED ELISA Tutti usciti dal nulla! Non fu Brune stampatore? Ney bottaio? Bessières barbiere? Lennes tin- (insieme) tore? …ed il bivacco dove Fu garzon d’osteria Murat, vostro marito, si dorme, tra i soldati, sulla paglia! sì che molti di quelli che lo chiamano Maestà, gli avranno detto: «ragazzo, porta un piatto CATERINA pulito!» (interrompendo con forza) Se ce n’è! Ma più spesso la terra era il giaciglio,

21 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto secondo per i nostri riposi! CAROLINA Sì, dormii tra i soldati, più di voi rispettosi Lo vedremo! Per la donna che sono, per il nome che porto! Ho trottato dal Reno al Danubio, (Le due sorelle dell’Imperatore escono seguite dalle di battaglia in battaglia, dame. Quadro) con la santa canaglia. Sotto neve, pioggia e mitraglia, DE BRIGODE tra la fame e gli stenti, (entra dal fondo. Con fredda autorità) raccogliendo i feriti, L’Imperatore invita la Duchessa consolando i morenti, di Danzica a recarsi sull’istante chiudendo gli occhi ai morti! da lui… E versando una goccia di liquore ai soldati che vi davano un regno, CATERINA faticavo per voi, Subito! per la vostra corona! A voi facile fu (De Brigode fa un inchino profondo ed esce) Poi chinarvi, tuffare CATERINA Dentro al sangue le dita E raccoglierla su! (volgendosi agli ufficiali) Camerati, vado (Caterina sta per venir meno. Lefebvre, raggiante, la a combattere ancora una battaglia! sostiene. Le regine si alzano al colmo dello sdegno) (Tra scherzosa e commossa) CAROLINA Rimpiangerete ben presto Presentate le armi! queste vostre parole. (Tutti la salutano militarmente. Caterina sulla porta, CATERINA volgendosi con un sorriso pieno di bontà) Non più dell’altre, Maestà! Buona notte!

(Lefebvre le va vicino, allarga le braccia) Febvre, mio Febvre! Non ci commoviamo! Vincerò, perché t’amo!

22 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo ATTO TERZO Il gabinetto dell’Imperatore A destra, davanti al caminetto, dove arde un fuoco basso, il tavolo dell’Imperatore, ingombro di carte e di giornali. A sinistra, un canapè, poltrone ad X. A destra, in primo piano, la porta che conduce agli appartamenti dell’Imperatore. Sul fondo, sempre a destra, una larga porta a doppio battente si apre sopra un grande corridoio illuminato da lampade che non si vedono; di là del corridoio, in coincidenza con la porta, l’uscio della camera dell’Imperatrice. Ancora sul fondo, verso sinistra, si apre, con due grandi porte, un vestibolo che dà sopra il parco imperiale. Sulla tavola, una lampada dal pesante «abat-jour», due calamai, uno grande ed uno piccolo, un mazzetto di violette, la cartella dell’Imperatore, una tazza ed una zuccheriera. La spada è sul caminetto. A sinistra, in primo piano altra porta. L’Imperatore, al suo tavolo, scorre qualche giornale. Roustan è in piedi, sul fondo, a destra. A sinistra, in fondo, stanno silenziosamente raccolti alcuni alti ufficiali, un capitano degli usseri e Fouché. Tutta la scena è in mezza luce. Solo il viso dell’Imperatore è vivamente illuminato dalla lampada che sta sul tavolo davanti a lui. Breve silenzio; poi Napoleone leva gli occhi dai giornali e si rivolge al capitano degli usseri.

NAPOLEONE inchinarsi per salutare la Sovrana che non si scorge, Ora il vostro rapporto, capitano. Poi le dame entrano in scena; passano davanti a Napoleone, inchinandosi; Carolina ed Elisa entrano (Il capitano va rapidamente al tavolo, saluta e pre- prime. Le altre le seguono. Ultima è la Signora De senta il rapporto. Napoleone fa cenno a Fouché. Bülow.) Questi si avvicina al tavolo.) NAPOLEONE (Sottovoce) (levandosi) Dunque, Neipperg? La buona notte anch’io, Partì. or do all’Imperatrice.

NAPOLEONE (alle Dame) Bene. Aspettate, Signore! (Tabacca lentamente) DE BRIGODE FOUCHÉ (annunziando alla soglia, verso la stanza dell’Impe- (si allontana calmo, con la solita espressione di fur- ratrice) beria sorniona e dice tra sé) L’Imperatore! E forse è ancor qui…! (Napoleone entra nella stanza dell’Imperatrice. – Le (Constant entra da destra con una caffettiera d’ar- dame in vari gruppi si accomodano sul canapè e gento. Versa il caffè a Napoleone e si pianta vicino sulle sedie. Carolina ed Elisa sono in primo piano.) alla porta di destra. Entra De Brigode) ELISA NAPOLEONE (bisbigliando) (rivolgendosi a De Brigode) Ha la voce dei giorni cattivi. La Duchessa di Danzica? CAROLINA DE BRIGODE L’occhio torvo e il gesto nervoso. Ora viene, ELISA, CAROLINA E LE DAME (Si apre la porta della stanza dell’Imperatrice. Si È sdegnato, è furente, è geloso! vedono in una luce rosa di veilleuse le dame d’onore

23 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo (a Fouché, in tono di scherno) Elisa e Carolina hanno un tenue riso di scherno, e Oh, Fouché, dite un po’… dite un po’… fulminano con occhiate superbe Caterina, che si è fermata presso la porta. Quando tutti sono usciti Napoleone fa cenno bruscamente a Madame Sans- FOUCHÉ Gêne di sedere sul canapè. Poi si aggira un po’ (con esagerata galanteria, sorridendo) imbronciato per la stanza. Infine le si pianta davanti Comandate ed obbedirvi saprò. e le parla con ira contenuta e con piglio imperioso) NAPOLEONE ELISA, CAROLINA E LE DAME Signora, voi coprite di ridicolo Si sussurra che egli apra indiscreto me, la mia Corte, il vincitor di Danzica… fin le lettere della sua sposa. Io non lo voglio! Lefebvre v’ha già parlato?

FOUCHÉ CATERINA (con aria maliziosa) Sì, m’ha detto: Non so nulla! L’Imperator m’ha proposto di separarmi da te. ELISA, CAROLINA, LE DAME Parlare non osa! NAPOLEONE E che avete risposto? FOUCHÉ So serbare, Signore, un segreto. CATERINA (con molta semplicità) ELISA, CAROLINA E LE DAME Io gli ho riso sul muso! Oh, Fouché dite un po’… dite un po’… Ecco tutto, Maestà!

FOUCHÉ NAPOLEONE Non affermo e non dico di no. E la mia volontà?

DE BRIGODE CATERINA (annunziando) (con calma, quasi con bonarietà, ma con fermezza) L’Imperatore! Spazzare i troni, al mondo mutar faccia, ah, questo sì, Vostra Maestà lo può! (Napoleone rientra. La stanza dell’Imperatrice si Ma strappare Lefebvre dalle mia braccia chiude) E dalle sue strapparmi… ah! questo no!

NAPOLEONE NAPOLEONE (alle Dame) (facendo spallucce) Alle quattro la caccia Sentiremo Lefebvre… comincia. Signore, andate a riposare e non manchi nessuna. CATERINA Cambiar non mi vorrà DE BRIGODE con una principessa tutta boria, che sempre in lui vedrà (annunziando) il figlio d’un mugnaio… La Duchessa di Danzica.

(Madame Sans-Gêne entra lentamente con la pellic- cia sulle spalle, mentre le dame escono. Sulla soglia,

24 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

NAPOLEONE NAPOLEONE (interrompendola con forza) (che s’è andato entusiasmando durante l’enumera- …il figlio della gloria! zione) Una ferita? Bene! Conservate CATERINA i galloni che avete guadagnato! Duchessa, se la gloria (sempre con semplicità) vi battezzò in un giorno di vittoria, Sì, ma un villan rifatto… come Vostra Maestà! l’Imperator conferma!…

NAPOLEONE (sorridendo) (una vampata di collera gli illividisce il volto; poi Ma la Corte egli si domina e dice bruscamente) non è fatta per voi… È con questo linguaggio che stasera uno scandalo avete provocato! CATERINA (allegra) CATERINA C’è troppa folla. Uno scandalo! È vero! Le sorelle di Vostra Maestà schernir così NAPOLEONE l’esercito… (con gaiezza bonaria) NAPOLEONE C’è troppe cerimonie. (con stupore) CATERINA L’esercito? E troppa colla.

CATERINA NAPOLEONE Sì, nella mia persona, visto che servii sotto la bandiera. (ridendo) Dunque non ci venite. Io vi dispenso… NAPOLEONE Voi? (con allegria) Una festa al sobborgo è assai più gaia… CATERINA La fiaschetta al fianco. CATERINA (con vivacità) NAPOLEONE Mi ricordo quand’era lavandaia… Vivandiera?

NAPOLEONE CATERINA (furente, tagliandole la parola) (con impeto crescente) Lavandaia? Anche questo? Lavandaia? Con Febvre. Armata dei Vosgi, Tutti i mestieri avete fatto? Armata della Mosella, Armata di Sambra e Mosa ed Armata del Reno! CATERINA Trentasei mesi di battaglia, dodici Due: combattimenti, e una ferita al braccio. ed ho dovuto chiudere bottega per colpa dei cattivi pagatori! Alla Corte c’è un tale che mi deve Sessanta franchi e non se ne ricorda.

25 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

NAPOLEONE CATERINA (alzando le spalle) In persona, Maestà! Sia lode al cielo! NAPOLEONE (Siede allo scrittoio e tenta di scrivere: la penna non Quella buona figliuola! va. La getta nervosamente; ne prende un’altra) CATERINA CATERINA In persona, Maestà! Gli ho portato il conto, così, per rinfrescargli la memoria. NAPOLEONE

(Estrae dal corsetto una logora lettera a cui è (resta assorto, guardando la lettera) appuntato con uno spillo un conto. Apre la lettera, si Questo logoro foglio scolorito avvicina alla lampada e legge a fatica) quanti ricordi suscita! Mi vedo «Con la mia magra paga di soldato solo, pensoso, senza più speranza, «devo…» È scritta da cane! in una nuda stanza «devo aiutar mia madre, al quarto piano… «che ha lasciato la Corsica.» CATERINA NAPOLEONE Al quinto… (colpito) NAPOLEONE La Corsica? Che dite? Al quarto… (Si alza vivamente, le corre vicino, le strappa di CATERINA mano la lettera, guarda la firma, legge sorpreso, sorridendo subito dopo) Al quinto! Fin sotto i tetti v’eravate spinto! «Buonaparte» NAPOLEONE CATERINA (sorridendo) Ecco, Sire, un cattivo pagatore. È vero, è vero, mi ricordo, sì! (Siede alla poltrona con comica aria di trionfo) (raccogliendo nella sintesi di un gesto largo tutto il NAPOLEONE fasto della Reggia) Lasciate che vi guardi! Ah, vi ravviso! E fa piacere ricordarlo qui! Siete voi… siete voi… (scuotendosi, uscendo dai ricordi e riprendendo il (Cerca nella memoria il nomignolo vivace della tono vivace) Duchessa) Madame Sans-Gêne, or discutiamo il conto. CATERINA (suggerendoglielo) (Esaminandolo in tono di burla) …Madame Sans-Gêne. È salato!

NAPOLEONE CATERINA Ma no. (ridendo)

Madame Sans-Gêne! NAPOLEONE La mia allegra vicina! Ma sì! Via, via, quaranta franchi di soli rammendi! 26 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

CATERINA io gli dono anche il resto!» Ah Sire, se sapeste che lavoro! Un giorno soprattutto! Ero venuta La vostra biancheria da voi tutta ridente e fresca e lucida, era come traforo! la sciarpa al vento e un ghiribizzo in testa! E salgo, oh quante scale! NAPOLEONE E picchio! Oh Dio, che palpiti! Ed entro! E mi tremavano i ginocchi! Non facciam paragoni! Depongo il cesto della biancheria… In breve, Vostra Maestà non leva neanche gli occhi Buonaparte vi deve? da una carta geografica. Io mi dico: «Vediam se lascia la sua geografia CATERINA per occuparsi un poco della mia!» (allungando la mano) E mi aggiro, e vi sfioro, e fo tic tac Tre napoleoni! coi tacchetti inquieti sul plancito e la stanza gelata vi riscaldo di gioventù, di strepito e d’invito. NAPOLEONE Ma voi, sempre più freddo e cieco e muto, (si fruga in tasca) non vedeste l’amore ch’era venuto, Ahimè, cara vicina, non li ho. non vedeste l’amor che se n’è andato! E così fu CATERINA che a casa riportai la mia virtù, Pazienza, aspetterò… intatta sì, ma furibonda… Vi fo credito ancora Per qualche ora! NAPOLEONE (prendendole la mano) NAPOLEONE Stolto ben fui quel giorno a non vedere (sedendo vicino a lei, esaminandola tutta, rapida- questa piccola man che m’era offerta, mente) caro pegno d’amore… Madame Sans-Gêne, voi siete una donnina tutta malizia… CATERINA (in tono di burla) (le tira scherzosamente l’orecchio) Ecco un conquistatore. con l’orecchia fina NAPOLEONE (guardandole il viso) E la ferita? e fino il viso, e vivido lo sguardo… CATERINA CATERINA (indicando il braccio) (con allegro rimprovero e quasi confidenzialmente) È qui. Vostra maestà lo nota un po’ in ritardo. NAPOLEONE NAPOLEONE (facendo l’atto di baciarle il braccio) Che vuol dir? Voi permettete?

CATERINA CATERINA (sorridendo) Il saluto ai feriti, sempre. Che in quel tempo io pensavo: «Accidenti, se questo (Napoleone bacia la cicatrice e poi con le labbra tenentin mi domanda qualche cosa, scorre più in su, sempre più in su) 27 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo No. (Poi, còlto da subito pensiero) Sire, no! No. Non cercate più in su, ferite non ce n’è più! (Additando a Roustan la porta della sua camera)

NAPOLEONE Là, e chiudi la porta… Se chiamo, corri. (insinuante) Via, poiché pago i conti del tenente… (Roustan esce con la lampada. La scena è tutta buia)

NAPOLEONE CATERINA (a Caterina, duramente e a bassa voce) (alzandosi con gesto dignitoso e inchinandosi) E silenzio! CATERINA L’Imperator non mi dovrà più niente! (Nella stanza oscura entra furtiva la Signora De Bülow; si guarda intorno, esamina il gabinetto che NAPOLEONE le sembra deserto, si inoltra nella direzione della (serio) stanza dell’Imperatore, poi nell’anticamera. Rassi- curata, torna sui suoi passi, riapre l’uscio dal quale È giusto! Ora vi faccio accompagnare. è passata e fa cenno a Neipperg di avanzare e lo conduce verso la porta dell’Imperatrice. A questo (Chiamando forte) punto l’Imperatore si avanza rapido, pone brusca- Roustan! mente una mano sulla spalla di Neipperg e chiama, gridando) (Entra Roustan) NAPOLEONE NAPOLEONE Roustan! Un ufficiale di servizio. (Roustan entra subito con una lampada, che posa ROUSTAN sulla tavola. La scena si illumina) (attraversa la scena per obbedire all’Imperatore, LA SIGNORA DE BÜLOW che intanto si è avvicinato a Caterina e l’ha aiutata (atterrita) ad indossare la pelliccia. Ma ha appena varcato la porta di fondo, che si arresta e ascolta attentamente. L’Imperatore! Napoleone fa un gesto di interrogazione) CATERINA ROUSTAN (tra sé) (sottovoce) Ah, disgraziato, era lui! Hanno aperto la porta segreta. NAPOLEONE NAPOLEONE (con uno scoppio sordo di furore) A quest’ora? Neipperg! ROUSTAN (con voce soffocata, tutto fremente di collera) Odo un passo. Voi!? A quest’ora? Qui? Voi? NAPOLEONE (A Roustan, indicando la signora De Bülow) (facendogli segno di prendere la lampada che illu- mina la stanza) Via questa donna! Via! Va e vedi! (Roustan fa uscire la Signora De Bülow, poi ritorna 28 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo verso il fondo della scena e rimane immobile e NAPOLEONE attento) (a Roustan) NEIPPERG E fatela tacere! Son venuto a prender commiato CATERINA dall’Imperatrice, com’è (disperata, piangente) mio diritto. È un assassinio! NAPOLEONE (Inginocchiandosi e aggrappandosi a Napoleone, (con un grido soffocato, al colmo dello sdegno) che la respinge) Ed il mio, Ah, grazia, Sire, per la vostra gloria, trovandovi di notte, a quella porta, grazia, grazia, vi supplico! è di trattarvi come un malfattore còlto sul fatto e sopprimervi qui. NAPOLEONE

NEIPPERG (a Roustan) (con calma) Obbedite…

Voi ne avete il potere… (Roustan e i due mammalucchi si avanzano verso Neipperg, che getta sul canapè il suo mantello e li NAPOLEONE ferma col gesto) (con forza) NEIPPERG E ne uso! Roustan, (a Napoleone) qui la tua gente! Ma trattatemi almeno da soldato! (Roustan corre alla porta, fa un segno e subito due Fatemi fucilar vigliaccamente mammalucchi appariscono sulla soglia) come il duca di Enghien!

CATERINA NAPOLEONE Sire, pietà! (fuori di sé)

NAPOLEONE …No! troppo onore! per un bandito, degno solamente (a Roustan) ch’io gli strappi le insegne e lo schiaffeggi Portate via costui! con esse.

CATERINA (Gli strappa i cordoni delle insegne e fa il gesto di percuoterlo) (interponendosi, fuor di sé) Se fanno un passo, grido! NEIPPERG (fa un salto indietro e sfodera la spada) (Gli uomini che stavano per avvicinarsi a Neipperg, Fate dunque! a questa minaccia si arrestano incerti)

NAPOLEONE (I mammalucchi si gettano su di lui e lo riducono E osate?! all’immobilità. Egli cade sul ginocchio) CATERINA CATERINA (gridando) Grido! Grido: «Qui si sgozza un uomo». Aiuto! Aiuto!

29 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

(Accorrono tre ufficiali, ad uno dei quali Roustan LEFEBVRE consegna la spada di Neipperg. L’ufficiale la depone (disperato) sullo scrittoio) L’Imperator mi chiama NEIPPERG per farlo fucilare! Ed io dovrò (dibattendosi ancora) dir la parola che lo ucciderà!

Un vero Corso, avrebbe tratto il suo (Entra nella camera di Napoleone) coltello… CATERINA (ai mammalucchi) (con angoscia profonda) Manigoldi!… Lo uccidono! E non posso far nulla! Nulla!… Ah, sì! NAPOLEONE Svegliar l’Imperatrice (mostrandogli i cordoni delle insegne) e gridarle: «Per Dio, sgozzano il vostro amante e voi dormite!…» Strangolare con questi io vi dovrei! Ma non lo faccio (Corre alla porta dell’Imperatrice, l’apre e, dietro per rispetto del vostro imperatore!… il primo uscio, nel corridoio che precede la stanza, trova fermo, impassibile Roustan. Caterina arretra e (Getta lontano i cordoni con disprezzo e risale a richiude la porta) destra della tavola. – Ai tre ufficiali, con autorità) Quest’uomo su di me levò la spada! LEFEBVRE Fouché e Lefebvre sian chiamati qui, (esce dalla camera di Napoleone, pallido e com- e tutto sia finito avanti il giorno! mosso) Né consiglio di guerra né giudizio. (Caterina disperata, cade su una sedia) Neipperg tra un’ora fucilato. Si chiude rapidamente il velario E tocca proprio a me! (Si riapre il velario) CATERINA Le candele stanno per spegnersi, il fuoco muore. (stringendosi a lui e parlando con la voce piena di Accasciata sulla sedia, col mento tra le mani, Cate- lacrime) rina pensa dolorosamente assorta. Entrano Fouché e Lefebvre. Fouché si dirige frettolosamente verso la Febvre, la vita che gli concedesti stanza di Napoleone e vi entra. un giorno, or gli ritogli…

CATERINA LEFEBVRE (va incontro a Lefebvre e gli prende la mano) (commosso) Febvre, Febvre, mio Febvre! Ah, non guardarmi e taci! Neipperg fu còlto là su quella porta Se tu mi preghi, che risponderò? Il destino è segnato, io sono l’arma (indicando la porta dell’Imperatrice) del destino, e spietato obbedirò! e alzò la spada sull’Imperatore! ma quando torno, fa che non le veda le tue lacrime, o cara! Ch’io non trovi LEFEBVRE il tuo pallido viso sulla soglia… Ah, disgraziato, egli è perduto! …E fuggirò dove la casa è più solitaria e segreta, CATERINA solo col mio dolore e un’ombre fredda che m’inseguirà. No, Ah, non guardarmi e taci… non dirlo, no, salvalo tu! (esce risoluto a destra) 30 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

NAPOLEONE io mi dibatto e grido! (entra con il viso convulso; vede Caterina, riassume Uccido, e non so perché uccido! la consueta freddezza) Muore quest’uomo, e il suo segreto piomba, muto, con lui, dentro una muta tomba! Siete qui? Chiedo anelando il vero Ancora qui! Meglio così! e soffoco nel buio e nel mistero! Ah dovevo aspettare, (Le si accosta ed afferma, quasi per rassicurare se coglierlo nella stanza profanata… stesso) Quell’uomo va alla morte! Era colpevole. (come illuminato da un pensiero improvviso) Ma quello che non feci or posso fare! (Ma ancora il suo dubbio lo tormenta. Guarda negli occhi Caterina, come se volesse chiederle CATERINA qualche cosa. Poi ripete, con intensa espressione di domanda) (atterrita) Era colpevole? Ah, Sire, che pensate?

CATERINA NAPOLEONE Sire… Li credete innocenti? È facile la prova; bussate a quella porta, NAPOLEONE (con forza) (indica la porta dell’Imperatrice) Voi dovete abbassando la voce, sapere… annunciate dal buio che Neipperg è qui ancora… CATERINA (continuando) CATERINA Non so nulla. Ah, che insidia vigliacca!

NAPOLEONE NAPOLEONE (con ira) (minaccioso) Confessate! Ricusate? Egli era vostro amico, con voi si confidò… CATERINA (con fermezza) CATERINA Ricuso! Non so nulla. NAPOLEONE NAPOLEONE Ah, la vostra paura Giurate, se potete! più sincera di voi, confessa e lo condanna! CATERINA Non so nulla! (con grande forza) Muoia, dunque! NAPOLEONE (come uno schianto) Ah, menzogna, menzogna! Tutti complici siete! E in questa turpe rete 31 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

CATERINA NAPOLEONE (con un grido) (leggendo l’indirizzo della lettera) No, Sire! «A Sua Maestà l’Imperatore d’Austria»

NAPOLEONE (Sorpreso) (con un gesto imperioso) Suo padre?! Entrate! (Esita un momento, poi scrolla le spalle e rompe i suggelli, leggendo) CATERINA «Signore e caro Padre, poiché il ministro di (esitante, agitata tra propositi diversi, con la voce polizia apre le mie lettere, ricorro al conte di piena di pianto) Neipperg per inviarvi in segreto la presente… Che tortura! Le sue assiduità… turbano me e l’Imperatore… trattenetelo a Vienna…» (Ancora ripugnante, si dirige lentamente verso la porta che mette all’appartamento dell’Imperatrice. CATERINA Napoleone la fissa, con i suoi occhi pieni di irresi- (con un’esplosione di gioia) stibile comando. Smarrita, come un automa, ella si avanza, apre la porta. Roustan, ch’è tuttora fermo È innocente, è innocente! nel vestibolo, le lascia il passo e rientra nel gabi- netto imperiale. Caterina, giunta all’uscio dell’Im- NAPOLEONE peratrice, alza la mano per bussare, ma la mano le (con l’espressione di chi è sollevato da un gran peso, ricade ed ella si volge ancora in atto di Implorare e con calma voluta) verso l’Imperatore) Il mio cuore (Napoleone, implacabile, le comanda col gesto non ha mai dubitato! di entrare. Abbassa la fiamma della lampada. La stanza si fa oscura; Caterina bussa e apre la porta) CATERINA LA VOCE DELL’IMPERATRICE (tra sé) Ah, siete voi, signora De Bülow? Che razza di sfacciato!

CATERINA NAPOLEONE (tremate, con un filo di voce) (consegnando a Roustan la lettera) Maestà, Neipperg è qui! Risigilla e riporta.

LA VOCE DELL’IMPERATRICE (Roustan esce. – Entra Fouché; poi Lefebvre) Bene… Dategli questo… FOUCHÉ (s’intravede il braccio nudo dell’Imperatrice, che Sire, ecco la sentenza! consegna a Caterina una grande busta sigillata) CATERINA E addio… (con un gesto vivacemente popolaresco) (Caterina chiude la porta, ma non ha la forza di Che sentenza d’Egitto! avanzarsi verso l’Imperatore. Egli corre a lei, con una mano l’afferra per un polso e la trascina mezzo (Accorre Lefebvre e gli parla frettolosamente sotto- svenuta verso la scrivania, con l’altra mano le voce) strappa la lettera, alza convulsivamente la fiamma, mentre Caterina piomba spossata e disperata sopra una poltrona)

32 Giordano: Madame Sans-Gêne - atto terzo

NAPOLEONE (I servi aprono le grandi porte di fondo. Col crescere (prende sul suo scrittoio la spada di Neipperg e la del giorno la stanza s’illumina a poco a poco) consegna a Fouché) (Carolina ed Elisa entrano nel gabinetto, in costume Consegnatela e Neipperg! da amazzone, seguite dalla loro scorta d’onore) Fo’ grazia! Parta subito! (L’atrio che dà sul parco, si va popolando di cava- lieri e di amazzoni. Il giardino imperiale appare (Fouché esce – Napoleone volgendosi con piglio luminoso, pieno di cavalleggeri, di cacciatori, e di burbero a Lefebvre canattieri. È uno splendore di uniformi, un brusio, Quanto al vostro divorzio… un parlare, un agitarsi, uno squllar di corni da Il mio volere è questo: caccia)

(accostandosi a Caterina, tirandole l’orecchia e DAME cambiando tono di voce) Il giorno sorge lucente di rugiada, sereno e chiaro! Che tu la tenga sul tuo cor serrata, che tu ringrazi il Ciel che te l’ha data! CORO DEGLI UOMINI (Volta le spalle ed entra nella sua stanza. – Si sen- (interno) tono fuori gli squilli dei corni da caccia. I servi Alalì! Alalì! aprono le porte di fondo. Col crescere del giorno la stanza si illumina a poco a poco) (entrano in scena) CATERINA (Napoleone ritorna dalla sua stanza in redingote (a Lefebvre con gaia vivacità) grigia, cappello e stivaloni. Va verso Caterina, al colmo della gioia, volge lo sguardo, con una mezza O vecchio mio, più mai smorfia, a Elisa e Carolina. Napoleone tenendo sfuggirmi non potrai! sempre per mano Caterina, si avvia al fondo, seguito Il tuo destino è al mio destin legato! da Lefebvre e da tutta la Corte) Dio mi ti ha dato e, chi ti tocca, guai! TUTTI Viva l’Imperatore! LEFEBVRE A lui sia gloria e onor!… Il dì che splende già, sorridendo ci guarda, e ci ridà e l’amore e l’amico! Io benedico la mia rinata felicità!

FINE DELL’OPERA

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