AssoSoftwareDayPress mercoledì, 22 gennaio 2020 AssoSoftwareDayPress mercoledì, 22 gennaio 2020

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

22/01/2020 La Repubblica Pagina 22 DI SERGIO RIZZO 7 Inps, Anas e Cdp Governo paralizzato al ballo delle nomine

22/01/2020 Agenda Digitale 10 Servizio idrico comunale e fatture elettroniche: come gestire gli scarti del SDI

Agricoltura e Dogane

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 M.Mo.G.Par. 12 Accordo sulle Agenzie fiscali: Ruffini può tornare alle Entrate

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 24 13 Adc e Anc solidali con i lavoratori

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 15 14 Agenzie fiscali, verso lo sblocco delle nomine

22/01/2020 Corriere della Sera Pagina 25 15 Autostrade offre un investimento di 7,5 miliardi di euro per evitare la revoca delle concessioni.

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 31 16 brevi

Contabilità e Bilancio

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 18 Agevolabili gli investimenti effettuati nel 2020

22/01/2020 EutekneInfo 20 Bonus per beni strumentali ordinari e super-ammortamento da confrontare

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Pagina a cura diAlessandra CaputoGian Paolo Tosoni 22 Credito per i beni strumentali anche per le imprese agricole

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 1 Maria Carla De Cesari 24 Interventi in attesa di regole a regime

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 24 Alessandro Germani 25 La rivalutazione dei beni migliora lo score bancario delle imprese

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 27 le novitàin pillole

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa 28 Pemiata anche l' innovazione di processo

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 9 30 Penalizzati gli investimenti oltre i 10 milioni

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 32 Più contenuto il premio sui software

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 4 Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa 34 Ricerca e sviluppo, i costi dei contratti con gli atenei maggiorati del 150%

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 10 36 Sconti cumulabili con incentivi regionali 22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Pagina a cura diLuca Gaiani 38 Superammortamento in regola con la compliance

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa 40 Tre crediti per il vecchio bonus R&S

Fatturazione Elettronica

22/01/2020 EutekneInfo 42 Allegati facoltativi nella fattura elettronica

22/01/2020 EutekneInfo 44 Apparecchi da divertimento esclusi dall' invio dei corrispettivi

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 9 Pagina a cura diLuca Gaiani 46 Chi sfrutta la coda del 2020 mantiene il bonus maggiorato

22/01/2020 italiaoggi.it 48 Detrazione Iva di fine anno ancora senza pace

22/01/2020 EutekneInfo 50 Fattura e documento commerciale non sempre alternativi

22/01/2020 EutekneInfo 52 Fatture «a cavallo d' anno», serve un intervento urgente per la detrazione IVA

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 21 54 I CONTENUTI DI TELEFISCO

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 32 FABRIZIO G. POGGIANI E FRANCESCO ZUECH 55 La detrazione Iva senza pace

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marco MobiliGianni Trovati 57 La famiglia fa impazzire l' Irpef

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 23 Alessandro MastromatteoBenedetto Santacroce 59 La lista riepilogativa dei trasporti non va inviata allo Sdi

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 30 FRANCO RICCA 61 Niente dettagli in fattura

22/01/2020 italiaoggi.it 63 Ok alla fattura con gli allegati invisibili

Fisco e Dichiarazioni

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 M. Mo. 65 «Con un' Iva a due aliquote più contrasto all' evasione»

22/01/2020 La Stampa Pagina 18 68 Banco Bpm vara la lista per il cda Tononi presidente affianca Castagna

22/01/2020 La Nazione Pagina 2 69 Bonaccini rivendica il buon governo Borgonzoni: siamo i liberatori

22/01/2020 La Repubblica Pagina 6 DI ELEONORA CAPELLI 71 Borgonzoni, gaffe e promesse La candidata imposta da Salvini per "liberare" l' Emilia rossa

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Pagina a cura diLuca Gaiani 73 Credito di imposta fino al 40% con un massimo di 10 milioni

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 35 MANOLA DI RENZO 75 Cuneo fiscale, una beffa

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 13 78 E lo Stato accantona la sanatoria: quasi 5 miliardi da recuperare

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 11 80 Forfait al 5% su piante e fiori rivenduti 22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Pagina a cura diAlessandro Sacrestano 82 Formazione 4.0 svincolata dai contratti collettivi

22/01/2020 italiaoggi.it 84 Il 730 precompilato rischia di creare nuovi adempimenti

22/01/2020 La Repubblica Pagina 26 DI CLAUDIO TITO 86 Il grande equivoco

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 31 GIULIANO MANDOLESI 88 Il precompilato rischia il botto

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 13 90 Imu alla Chiesa, c' è una lista Raggi salva 300 immobili Il Vaticano: pronta la mappa

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 10 92 le novità in pillole

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 11 93 Le novità in pillole

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 33 ANDREA BONGI 94 Nuovi Isa, vecchi guai

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Pagina a cura diAlessandra CaputoGian Paolo Tosoni 96 Per coltivatori diretti e Iap niente Irpef sui terreni

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 33 GIANLUCA STANCATI 98 Prevale il regime convenzionale

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 14 100 Regime ad hoc per gli sportivi professionisti

22/01/2020 EutekneInfo 102 Ricorso contro le variazioni colturali entro il 29 aprile

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 1 104 Sconti, bonus e flat: Irpef fuori controllo

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Pagina a cura diAlessandro Germani 105 Torna l' Ace al posto della mini Ires L' incentivo anche per il 2019

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Salvatore Padula 107 Una imposta che naviga nel mare delle differenze

Industria 4.0

22/01/2020 La Stampa Pagina 26 109 "La nuova frontiera della medicina sono i dati per studiare l' interazione tra Dna e ambiente"

21/01/2020 Digital 4 Biz 110 Accordo P4I e Beaconforce per migliorare l' engagement dei dipendenti in azienda

22/01/2020 La Stampa Pagina 30 MARCO CAMBIAGHI 112 Algoritmo super, ma poco psicologo

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 18 Fabrizio Onida 114 antitrust meno severo per competere sui mercati

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 26 V.V. 116 Cinquanta assunzioni per il chatbot dei capi HR

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 8 117 Clima, Trump attacca Greta: basta con i profeti di sventura

22/01/2020 Corriere della Sera Pagina 29 Fabio Savelli 119 Comonext a Ivrea, un polo hi-tech rilancerà l' ex Olivetti

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Pagina a cura diAlessandro Sacrestano 120 Dai big data alla robotica, più risorse sulla Sabatini

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 122 Esclusi i comparti finanziari e assicurativi 22/01/2020 La Nazione Pagina 14 124 Facebook si pente: nuove regole sulla privacy

22/01/2020 Corriere della Sera Pagina 27 Martina Pennisi 126 Facebook: per Internet servono nuove regole Web tax, collaboriamo

22/01/2020 La Stampa Pagina 26 ALBERTO ABBURRÀ 128 Il tour dell' innovazione a Trieste per raccontare la salute del futuro

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 37 130 Inaugurato al Cto il nuovo blocco operatorio

22/01/2020 La Stampa Pagina 31 SILVIA BANDELLONI 131 Insegnare il tatto alla cyber-mano

22/01/2020 Corriere della Sera Pagina 22 133 La grande storia della scienza I 40 volumi da Archimede a Hawking

22/01/2020 La Stampa Pagina 21 GIANNI RIOTTA 134 la sfida digitale divide gli alleati

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 136 Le app di Facebook leva di business per le Pmi italiane: più fatturato anche all' estero

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 10 138 Parola

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 139 Politica industriale, è tempo di realismo tecnologico. L' Italia si dia una mossa

22/01/2020 La Nazione Pagina 23 140 Settore conciario e industria 4.0 Tante opportunità ancora da cogliere

Lavoro e Previdenza

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 11 LORENZO ALLEGRUCCI 141 Basta con la pioggia dei contributi variabili e coriandolizzati alla famiglia. Meglio 300 euro fissi per ogni figlio dagli zero ai 18 anni

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 12 143 le novità in pillole

Privacy e GDPR

22/01/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 19 Laura Cavestri 144 Clegg (Facebook): la scelta migliore? Una intesa globale in sede Ocse

21/01/2020 Agenda Digitale 146 Consenso al trattamento dei dati sanitari: ecco perché col GDPR è cambiato tutto

22/01/2020 Il Messaggero Pagina 9 156 Facebook: «Pronti ad accettare le decisioni dell' Ocse sulle tasse»

22/01/2020 Corriere della Sera Pagina 17 LUIGI FERRARELLA 158 Il padre naturale le cerca in Rete Le figlie a Facebook: cancellatelo

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 2 MARINO LONGONI 160 L' Apocalisse aveva già previsto i guai del web

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 161 L' Fbi la spunta su Apple: stop al backup "blindato" su iCloud

21/01/2020 Agenda Digitale 163 Neurotic marketing: così la politica ci manipola sfruttando le nostre nevrosi

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 167 Nick Clegg: "Internet è cambiato, servono nuove regole"

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 169 Privacy, da Garanti Ue sanzioni per 114 milioni: Google al top 21/01/2020 Agenda Digitale 170 Ricerca scientifica e data protection, le raccomandazioni del Garante europeo

22/01/2020 Italia Oggi Pagina 2 176 The Apocalypse had already predicted the web' s troubles

21/01/2020 Corriere Comunicazioni 177 Wind Tre Business investe nella data protection in cloud

[§24022536§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 22 La Repubblica Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

POLTRONE DI STATO Il caso clamoroso di Valentino Grant, da 8 mesi consigliere Cdp e eurodeputato leghista Proroghe continue anche per Autorità della Privacy e Agcom

Inps, Anas e Cdp Governo paralizzato al ballo delle nomine

DI SERGIO RIZZO

ROMA - Il segno inequivocabile della paralisi assoluta che attanaglia il governo Conte due e la sua maggioranza è nell' elenco dei consiglieri di amministrazione della più grande holding di stato, la Cassa depositi e prestiti. Dove compare ancora, a distanza di otto mesi dalle elezioni europee del 26 maggio 2019, Valentino Grant, eletto quel giorno europarlamentare in carica della Lega di Matteo Salvini. Fosse deputato o senatore della Repubblica italiana, l' incompatibilità fra le due poltrone sarebbe manifesta fin dal 1953, undici anni prima che Grant nascesse. Risale infatti a quell' anno la legge che vieta ai parlamentari di "ricoprire cariche o uffici di qualsiasi specie in enti pubblici o privati per nomine o designazione del governo", inibendo loro anche la presenza nelle banche, negli istituti finanziari e in tutte le società che gestiscono servizi per conto dello Stato. Ma l' esistenza di una incompatibilità oggettiva pure fra questi incarichi e un seggio all' europarlamento è talmente ovvia che all' indomani dell' elezione di Grant la filiera sovranista aveva già individuato il suo possibile sostituto alla Cassa nella persona in Giulio Sapelli. Economista il cui nome era circolato anche come eventuale presidente del consiglio in concorrenza con Giuseppe Conte, all' epoca del sodalizio gialloverde. Nell' indecisione, tuttavia, il sodalizio ha cambiato colore. E nell' indecisione ancora più grande che ne è seguita, con l' ipotesi di un ritorno nel consiglio della Cdp dell' ex presidente Franco Bassanini affossata da un veto dei 5 Stelle, Grant è rimasto incredibilmente al suo posto. Caso unico nel mondo occidentale, immaginiamo, di un politico eletto che è insieme amministratore di una grande società pubblica. Non soltanto formalmente, visto che quando l' attività politica glielo consente partecipa anche ai consigli di amministrazione, magari in audioconferenza, com' è avvenuto lo scorso 21 novembre. Senza che nessuno facesse una piega. Perché quello che sta accadendo davvero non ha alcun precedente nella storia repubblicana. Se il governo giallorosso non riesce a fare una nomina che sia una, e ben più importanti di questa, come si può pretendere che qualcuno si occupi del caso Grant? Dice tutto, a proposito dell' immobilismo che si è impadronito di questa curiosa maggioranza politica, l' articolo 2 del decreto Milleproroghe. Che prendendo atto della impossibilità di nominare i nuovi vertici delle autorità per le Comunicazioni e la Privacy, scaduti rispettivamente dal 25 luglio e dal 19 giugno 2019, ha prorogato i loro mandati al 31 marzo 2020. La seconda proroga in sei mesi, sperando che almeno per l' inizio della primavera il rebus si risolva.

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[§24022536§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Repubblica Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Per due authority prorogate ce n' è invece una terza direttamente decapitata da tre mesi. E non un organismo marginale, considerando che si tratta dell' autorità anticorruzione. Dopo l' uscita di scena anticipata di Raffaele Cantone è guidata dal consigliere anziano Francesco Merloni, in quale però non ha le medesime deleghe di un presidente. Anche qui nessuno nel governo se ne sta curando. Ci sono tuttavia casi ancora più impellenti da affrontare e risolvere. Da un mese e mezzo ormai sono decaduti i direttori delle tre agenzie fiscali nominati dal governo Conte uno ma che il Conte due non ha voluto riconfermare. Senza però indicare le alternative. L' unica che abbia oggi un facente funzioni di direttore è l' Agenzia delle entrate, affidata al capo del personale Aldo Polito, che è però in procinto di andare in pensione. Il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri vorrebbe rimettere al suo posto l' ex direttore Ernesto Maria Ruffini giubilato dal suo predecessore gialloverde Giovanni Tria. Ma finora nemmeno quest' operazione si è sbloccata. Non c' è da stupirsi, del resto, se si pensa che il 31 dicembre è scaduto anche l' incarico del commissario straordinario per il terremoto nel Centro Italia, il geologo Piero Farabollini, ritenuto da più parti inadeguato a gestire una ricostruzione anch' essa praticamente ferma a ben tre anni e mezzo dal sisma. E non si è ancora provveduto né alla sua conferma, né al suo avvicendamento. Sorvolando su ciò che sta accadendo alla Rai, resta vacante anche il consiglio di amministrazione dell' Inps. Qui c' è la situazione paradossale di un dirigente interno, Adriano Morrone, che ricopre il ruolo di vicepresidente: sostenuto a suo tempo dai salviniani per controbilanciare la presidenza di marca grillina di Pasquale Tridico. E figuriamoci se in questo stallo completo i politici si mettono d' accordo per sistemare una partita come quella dell' Anas, dove l' amministratore delegato Massimo Simonini viene ormai da mesi considerato un ex. Nemmeno sul suo sostituto c' è ovviamente accordo, visto che il ballottaggio fra l' ad Consip Cristiano Cannarsa e il dirigente interno Ugo Dibennardo non ha dato per ora alcuna risposta. Se prevalesse poi Cannarsa l' effetto collaterale sarebbe l' apertura di un altro caso, appunto quello della Consip. Quanto alla vicenda spinosa del Gestore dei servizi energetici, società pubblica incaricata fra l' altro di amministrare i miliardi degli incentivi per le fonti rinnovabili, si è fatto ricorso come per l' Agcom e la Privacy al Milleproroghe. Da mesi al Gse volano gli stracci fra il presidente Francesco Vetrò e l' amministratore delegato Roberto Moneta, nominati entrambi dal governo gialloverde. Incapace di risolvere la faccenda per le vie normali, il governo giallorosso ha ben pensato di commissariare la società, dandosi però due mesi per studiare il dossier. Ecco l' antipasto per le altre prossime delicatissime incombenze di questo governo. Nella prossima primavera scadono i vertici di quasi tutte le grandi società pubbliche. Scade, per esempio, l' amministratore delegato dell' Eni Claudio Descalzi, alle prese con qualche guaio giudiziario. La sua più che probabile

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[§24022536§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Repubblica Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

sostituzione potrebbe innescare una reazione a catena, nel caso in cui al suo posto venisse spinto l' attuale amministratore delegato dell' Enel Francesco Starace, come qualcuno ipotizza, anziché promuovere un manager di filiera: tipo quel Marco Alverà già riconfermato alla guida della Snam. Perché scade anche Starace, e scade l' amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo, scade l' amministratore delegato delle Poste Matteo Del Fante, e dulcis in fundo scade l' amministratore delegato di Terna Luigi Ferraris e i vertici del Monte dei Paschi di Siena. Prove da far tremare i polsi a chi in questo governo deve trovare la quadra e non è stato capace finora nemmeno di tappare i buchi più piccoli. Sempre che, naturalmente, per quell' epoca un governo ci sia ancora. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022537§] mercoledì 22 gennaio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Servizio idrico comunale e fatture elettroniche: come gestire gli scarti del SDI

La normativa di riferimento è l' articolo 6 del DPR 633/1972, che prevede che la fattura emessa dall' ente riferita a una prestazione di servizi si considera effettuata al momento del pagamento del corrispettivo

DOMANDALa normativa prevede l' invio della fattura elettronica allo SDI contestualmente o massimo entro 12 giorni dalla sua emissione. Come si deve comportare un Comune che emette un ruolo idrico e invia anche in forma cartacea la fattura e il relativo modello PagoPA per il versamento del dovuto, quando lo SDI scarta le fatture per errori vari e non si riesce a rinviarle in tempi utili ad evitare la sanzione? Non è possibile annullare la precedente fattura con nota di credito ed emettere nuova fattura perché la maggior parte degli utenti usano il bollettino allegato alla fattura/nota di cortesia ricevuta dal comune. Potrebbe essere già stata versata una rata o la totalità della fattura stessa. Purtroppo in un comune grande gli scarti sono numerosi tenuto conto dell' alto numero di fatture emesse e quindi è difficoltoso gestire la mole di lavoro nei tempi proposti dalla normativa. Come si dovrebbe comportare il comune e in quali sanzioni incapperebbe? Il comune in questione ha una liquidazione IVA trimestrale.Alberto GattiRISPOSTALa fattura emessa dall' ente si riferisce ad una prestazione di servizi che, a norma dell' articolo 6 del DPR 633/1972, si considera effettuata al momento del pagamento del corrispettivo. Poiché al momento di emissione della fattura l' evento generatore dell' obbligo non ritengo si sia ancora verificato, è la emissione della fattura che determina, sempre ai sensi dell' articolo 6, la effettuazione della operazione; ma ovviamente ciò è vero a condizione che la fattura non sia scartata dal SdI, perché, in questo caso, si ha per non emessa, e cui l' Ente non avrebbe necessità alcuna di emettere una nota di credito.Tuttavia lei fa presente di avere inviato una copia analogica della fattura (poi scartata) all' utente che, nel frattempo, potrebbe anche aver pagato la fattura poi scartata. È questa l' unica ipotesi in cui l' ente è obbligato a riemettere la fattura eventualmente scartata nel termine di 12 giorni previsto dall' articolo 21, comma 4, del DPR 633/1972. Se non lo fa incorre nelle sanzioni previste dall' articolo 6 del Decreto legislativo 471/1997, ossia una sanzione dal 90% al 180% dell' IVA, con un minimo di 500 Euro, ridotti a 250 Euro se la omissione non ha inciso sulla corretta liquidazione dell' IVA.Cercando di calarsi nel suo caso, le fatture scartate potrebbero non essere ri emesse con lo stesso numero e data, posto che la nuova emissione non può avvenire - come da lei paventato - entro i 12 giorni fissati dalla legge, quindi mi permetto di suggerirle di effettuare una nuova emissione, con altra data e con altro numero attuali, in modo da poter rispettare il termine del 12 giorni. Vero è che questa procedura potrebbe generare dei "buchi" nella numerazione progressiva delle fatture, ma la ragione di ciò sarebbe documentata e la condotta non sanzionabile, considerato che Lei avrebbe rispettato

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[§24022537§] mercoledì 22 gennaio 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

il precetto dell' articolo 21 relativo all' obbligo della numerazione progressiva. Tra l' altro, la emissione della fattura è monitorata dal sistema di interscambio, per cui, ammesso e non concesso che il salto di numerazione possa essere ritenuto un errore (e secondo me non lo è), la violazione sarebbe meramente formale e, quindi, non sanzionabile ai sensi dell' articolo 6, comma 5-bis del decreto legislativo 472/1997.Un ultimo suggerimento: io spedirei la copia analogica della fattura analogica solo dopo avere acquisito la certezza del suo buon esito presso il SDI, altrimenti Lei si troverebbe obbligato ad informare l' utente che la "copia di cortesia" della fattura ricevuta in precedenza non è valida in quanto sostituita da una nuova fattura elettronica rettificata.Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema "Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale" è possibile scrivere a: [email protected] essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022538§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

NOMINE DOMANI IN CDM

Accordo sulle Agenzie fiscali: Ruffini può tornare alle Entrate

M.Mo.G.Par.

Accordo fatto nella maggioranza sul nome di Ernesto Maria Ruffini come nuovo direttore dell' agenzia delle Entrate. Dopo i diversi rinvii che hanno lasciato le Agenzie fiscali senza vertici per quasi un mese e mezzo, la formalizzazione dell' intesa sui nuovi direttori è attesa per il Consiglio dei ministri in programma domani sera. Una coincidenza forse non troppo casuale con la prima giornata di mobilitazione indetta dai sindacati proprio per domani dalle 10 alle 12 per bloccare l' attività degli uffici finanziari sia delle Entrate che di Dogane-Monopoli. L' assenza prolungata dei vertici (scaduti il 9 dicembre) e dei comitati di gestione (vacanti dalla primavera 2019), secondo le associazioni sindacali, non solo mette a rischio il maggior gettito da lotta all' evasione e alle frodi previsto dalla manovra ma fa allontanare la soluzione alle risorse umane e finanziarie da reperire per garantire il funzionamento delle Agenzie. Se il Cdm darà il via libera a Ruffini, sarà lo stesso premier Giuseppe Conte che un anno e mezzo fa - alla guida del Governo gialloverde - firmò il decreto di nomina del suo sostituto Antonino Maggiore a sancirne ora il ritorno al vertice delle Entrate. A livello politico, Ruffini è forte del sostegno di Pd e Italia Viva e su di lui sarebbero cadute le ultime resistenze del M5S. Proprio i pentastellati dovrebbero portare a casa le altre due poltrone vacanti del Demanio e di Dogane-Monopoli. E proprio alle Dogane l' obiettivo sarebbe di portare un esterno (soluzione non gradita ai sindacati). In lizza ci sono i nomi di Francesco Lo Passo e Antonio Agostini. Per una corsa che sembra arrivata al traguardo ce n' è un' altra che è alla volata finale. Il ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, avrebbe ristretto la rosa dei possibili candidati chiamati a ricoprire l' incarico di presidente e ad di «Sport e salute». In pole position ci sarebbe l' attuale capo di gabinetto del Mise, Vito Cozzoli. A contendergli la poltrona l' attuale reggente, il primario Francesco Landi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022539§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 24 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

PROTESTA ENTRATE

Adc e Anc solidali con i lavoratori

In occasione della protesta di domani dei lavoratori delle Entrate e delle Dogane, per denunciare carenza di personale, organizzazione obsoleta e taglio dei fondi, i commercialisti Adc e Anc invitano le istituzioni a non essere indifferenti. Gli uffici del Fisco - scrivono Adc e Anc - hanno il diritto di lavorare in condizioni adeguate per non compromettere la qualità dei servizi ai cittadini. Adc e Anc ricordano anche che si attende ancora la remissione in termini per i professionisti che hanno partecipato allo sciopero di ottobre.

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[§24022540§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 15 Il Messaggero Agricoltura e Dogane

Agenzie fiscali, verso lo sblocco delle nomine

LA DECISIONE ROMA Si sarebbe sbloccata all' interno del governo l' impasse sulle nomine dei vertici delle Agenzie fiscali. Le Entrate, il Demanio e le Dogana sono ormai senza guida quasi due mesi. Al consiglio dei ministri di domani il nodo potrebbe essere sciolto. Per l' Agenzia delle Entrate in pole position ci sarebbe di nuovo Ernesto Maria Ruffini, che già aveva guidato la macchina del Fisco sotto i governi Renzi e Gentiloni. Per l' Agenzia delle Dogane, che sovrintende anche ai Monopoli dello Stato, il nome che circola è quello di Francesco Lo Passo. Attualmente a capo dela branch romana della società di consulenza Brattle, Lo Passo è stato in passato membro del consiglio degli esperti del Tesoro per le privatizzazioni e consulente per l' energia del ministero degli Affari Esteri. Da definire c' è anche il nome per l' Agenzia del Demanio. In corsa ci sarebbe ancora Alessandra Dal Verme, ispettore generale della Ragioneria dello Stato. La scelta dei vertici delle Agenzie fiscali è soltanto l' antipasto della tornata di nomine pubbliche che dovrà affrontare il governo la prossima primavera, quando scadranno i vertici delle principali controllate, da Eni a Enel fino a Leonardo. Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022541§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 25 Corriere della Sera Agricoltura e Dogane

Autostrade offre un investimento di 7,5 miliardi di euro per evitare la revoca delle concessioni.

Autostrade offre un investimento di 7,5 miliardi di euro per evitare la revoca delle concessioni. Ciò comprende ammodernamenti della rete, sicurezza, investimenti in processo di sorveglianza, installazione di 9 mila sensori, uso di droni etc., senza voler scendere nel dettaglio del totale dell' investimento. Mi chiedo: ma se non ci fossero stati tutti quei morti con il crollo del ponte Morandi, noi utenti avremmo continuato a essere convinti di pagare, felici di viaggiare su ponti che perdono i pezzi e autostrade con scarsa manutenzione, accettando passivamente al 1° gennaio di ogni anno aumenti regolari delle tariffe del 4-5% motivati dal nulla se non dalla necessità di aumentare i profitti della società concessionaria? Se il ponte Morandi non fosse crollato questi 7,5 miliardi sarebbero mai stati messi sul piatto del rinnovo? Pippo Marchesi Sono edicolante a Milano da vent' anni e vivo sulla mia pelle il declino della professione, che tra le cause annovera anche un aumento generalizzato delle spese di gestione. Ogni volta che sento parlare di difficoltà di pagamento con carte o bancomat e di paragoni con altri Paesi, dando per scontato che la causa sia l' evasione fiscale mi infurio. A fronte di un ricarico che, nel mio caso, si aggira intorno al 17-18% per i prodotti editoriali, al 3% per la biglietteria Atm, allo 0,3-0,5% per le ricariche telefoniche, perché dovrei accettare un pagamento che erode, nel caso delle carte di credito in modo significativo, il mio magro guadagno? Oscar Panzoli Milioni di cinesi lavorano tessile o componenti elettronici per 3 euro al giorno. Come pensiamo noi di fare concorrenza? La Cina o meglio la liberalizzazione delle dogane ci ha creato una disoccupazione mai vista. Ritengo che anche se il differenziale fra export-import gioca a nostro favore, non è certo così per l' occupazione. Bruno Nunziati.

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[§24022543§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 31 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

brevi

Il Comitato del Consiglio d' Europa per la prevenzione della tortura (Cpt) ha pubblicato ieri un rapporto in cui raccomanda di abolire la misura d' isolamento diurno imposto dal tribunale come sanzione penale accessoria per i detenuti condannati a reati che prevedono la pena dell' ergastolo. Il Cpt accorda inoltre particolare attenzione a varie forme di isolamento e di separazione dal resto della popolazione carceraria imposte ai detenuti, in ragione della durata indeterminata di tali provvedimenti e dell' assenza di procedure e garanzie relative alla loro applicazione e riesame. Sono 174.367 le istanze per l' accesso al Fondo di garanzia prima casa, istituito dalla legge 147/2013, per agevolare l' acquisto e gli interventi di ristrutturazione e accrescimento dell' efficienza energetica delle unità immobiliari, site sul territorio nazionale, da adibire ad abitazione principale del mutuatario. Di queste, 155.000 sono state ammesse al finanziamento con l' erogazione di mutui, da parte del sistema bancario, con un trend che segna un deciso incremento in particolare dall' anno 2017. È quanto emerge dalla relazione sulla «La gestione fuori bilancio del fondo di garanzia prima casa», relativa al periodo 2015-2019, approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni centrali dello stato con delibera n. 21/2019/G, che ricostruisce i meccanismi di funzionamento del Fondo di garanzia nel primo quinquennio di attività. «Si è chiuso un anno di difficile interpretazione; da una parte i servizi di progettazione che registrano una sia pure lieve flessione, dall' altra tutto il mercato dei servizi tecnici che raggiunge un livello record in un quadro segnato dalla tenuta delle gare di maggiore importo. Tutto ciò ci indica che non va abbassata la guardia sui principi fondamentali, quale quello della centralità del progetto». Lo ha detto Gabriele Scicolone, presidente Oice, commentando i dati dell' osservatorio Oice/Informatel che dopo un primo semestre 2019 di bandi per progettazione in forte crescita (+21% in valore sul 2018) vede il secondo semestre invertire il segno e registrare un -30%. Spiegare i rifiuti tecnologici e il loro riciclo in modo semplice e divertente per iniziare a fare la differenza e farla insieme: questo lo scopo di Remedia, Consorzio leader nella gestione eco-sostenibile di tutti i Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pile e accumulatori esausti, che lancia il suo nuovo remediapervoi.it, sito web completamente dedicato ai cittadini, con contenuti «educational» alla portata di tutti. In merito allo stato di agitazione da parte degli uffici dell' Agenzia delle entrate, oltre a quelli dell' Agenzia delle dogane e dei monopoli, previsto per il prossimo 23 gennaio e che sarà messo in atto per denunciare le difficoltà di svolgere adeguatamente il proprio lavoro a seguito della carenza

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[§24022543§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Agricoltura e Dogane

di personale, di una organizzazione obsoleta e del taglio dei fondi per i lavoratori, i commercialisti delle associazioni Adc e Anc si augurano «che alla protesta dei lavoratori siano date dalle istituzioni le opportune e doverose risposte» e che «quelle stesse istituzioni riconoscano la rimessione in termini per i commercialisti che hanno aderito allo sciopero della categoria e che, avendolo fatto nel rigoroso rispetto delle procedure e di tutte le condizioni previste, non possono continuare ingiustamente a subirne le conseguenze.». «Abbiamo presentato, con l' onorevole Sara Foscolo e gli altri colleghi del gruppo Lega per Salvini Premier della commissione affari sociali della camera, un emendamento per sopprimere la norma aberrante introdotta nell' ultima legge di bilancio, che non permette la detraibilità del 19% per le spese sanitarie pagate in contanti presso professionisti e strutture private, anche a fronte di regolare fattura». Lo annuncia Rossana Boldi (Lega), vicepresidente della commissione affari sociali della camera del deputati. «Questa stretta sui pagamenti in contanti, particolarmente in ambito sanitario, complica inutilmente la trafila degli adempimenti burocratici che i contribuenti italiani sono tenuti a osservare per vedere riconosciuti i propri diritti in sede di dichiarazione dei redditi», commenta. Il consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l' Unesco, che si è riunito ieri presso la sede del Mibact, ha deliberato la presentazione della candidatura dei Portici di alla Lista del Patrimonio Mondiale per il 2020 con esito finale nel 2021. I Portici di Bologna rappresentano un bene seriale costituito da 12 elementi, selezionati nell' ambito dei 62 chilometri di portici della città, localizzati sia al centro che nelle aree più periferiche. @Riproduzione riservata.

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[§24022545§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Credito d' imposta. Occhio alle date

Agevolabili gli investimenti effettuati nel 2020

Credito di imposta per investimenti effettuati nel 2020, con un occhio alle date di consegna. Per stabilire se l' investimento rientra nell' agevolazione prevista dalla legge di bilancio occorre rifarsi alle regole generali della competenza previste dall' articolo 109, commi 1 e 2, del Tuir, in deroga al principio di "derivazione rafforzata" (circ. 4/E/2017 riguardante l' iperammortamento). Con riferimento alle cessioni di beni mobili, l' art. 109, comma 2, del Tuir, stabilisce che il costo si considera sostenuto alla data di consegna o spedizione del bene ovvero, se diversa e successiva, alla data in cui si verifica il passaggio della proprietà. Laddove l' investimento sia costituito da macchinari complessi per i quali il venditore si obbliga, non solo alla consegna, ma anche a prestazioni collaterali (montaggio, installazione, ecc.) occorre distinguere due casi. Se si tratta di prestazioni essenziali ("vendita-appalto"), il venditore assume una obbligazione complessa ed unitaria e il perfezionamento della cessione si verificherà solo al momento della messa in funzione, con il relativo collaudo. In caso contrario , si è in presenza di una "vendita con posa in opera" nella quale la verifica del buon funzionamento è normalmente effettuata in stabilimento e dunque il momento rilevante per il sostenimento del costo resta la data di consegna o spedizione. Se le prestazioni accessorie sono distintamente valorizzate rispetto al corrispettivo del bene, potranno concorrere alla determinazione del costo su cui spetta il credito di imposta a condizione che la relativa ultimazione avvenga nel periodo agevolato. Se invece il contratto non prevede una distinta valorizzazione dei servizi accessori, si ritiene che, alla data di consegna, l' intero corrispettivo rilevi quale costo agevolabile ancorché tali prestazioni non siano ancora state eseguite. Per gli investimenti realizzati in appalto, il costo si considera sostenuto alla data di ultimazione della prestazione, ovvero, in caso di stati di avanzamento lavori (SAL), alla data in cui l' opera (o porzioni di essa) risulta verificata ed accettata dal committente. Il sostenimento (di parte) del costo, prima dealla ultimazione, richiede però che detti "SAL" siano accettati dal committente in conformità a quanto stabilito dall' art. 1666 del codice civile, entro il periodo di vigenza dell' agevolazione (circ. 4/E/2017). L' accettazione parziale dell' opera, affinché abbia la valenza descritta comporta che con la sottoscrizione del SAL il committente attesti la congruità dell' opera e si "auto" precluda la possibilità di invocare ex post l' esistenza di vizi sulla parte di opera realizzata. Il costo agevolabile per il credito di imposta si determina seguendo il disposto dell' art. 110 del Tuir, quindi sulla base del prezzo di acquisto risultante dalla fattura, maggiorato degli oneri accessori

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[§24022545§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

di diretta imputazione. Le diverse quantificazioni contabili previste dal criterio del costo ammortizzato con attualizzazione (Oic 19) non rilevano; questa era l' impostazione ministeriale riferita al superammortamento e dovrebbe ritenersi confermata. Se a fronte dell' investimento sono erogati contributi pubblici in conto impianti, gli stessi, che pure riducono (direttamente o indirettamente) il costo ammortizzabile, non dovrebbero impattare sul calcolo del credito di imposta (in questo senso si è espressa l' agenzia delle Entrate in relazione all' iperammortamento). Ad esempio, per un bene di costo pari a 100, con contributo in conto impianti di 30, l' ammortamento contabile sarà quantificato su 70, mentre il credito di imposta si calcola su 100. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022546§] mercoledì 22 gennaio 2020

EutekneInfo

Contabilità e Bilancio

Bonus per beni strumentali ordinari e super-ammortamento da confrontare

La nuova agevolazione potrebbe consentire una maggior velocità di fruizione per alcuni beni

Per comprendere l' effettivo vantaggio fiscale derivante dal nuovo credito d' imposta per investimenti in beni strumentali "ordinari" è utile fare un confronto con il super-ammortamento. Da alcuni semplici riscontri empirici emerge come le variabili che più contribuiscono ad amplificare le differenze siano rappresentate dalla velocità di fruizione della "vecchia" agevolazione e dall' aliquota d' imposta del soggetto beneficiario. Il nuovo credito d' imposta del 6% può essere fruito in 5 quote annuali di pari importo dal periodo d' imposta successivo a quello di entrata in funzione del bene (acquisto ed entrata in funzione del bene nell' anno 1, risparmio d' imposta dall' anno 2), e ciò indipendentemente dal periodo di ammortamento del bene oggetto di investimento; per il super-ammortamento il tempo di recupero era invece legato al coefficiente di ammortamento del bene (fermo restando che il risparmio d' imposta effettivo si verificava per la prima volta al momento del pagamento del saldo IRPEF/IRES, quindi anche in tal caso dall' anno 2). Per i soggetti IRES , caratterizzati da un' imposizione proporzionale, le due agevolazioni presentano un risparmio d' imposta non dissimile in termini assoluti, ma che divergono profondamente sotto l' aspetto finanziario. Prendendo ad esempio un bene materiale strumentale il cui costo ammonta a 500.000 euro, con coefficiente di ammortamento del 20%, gli effetti sono(tabella 1): - super-ammortamento: 500.000 × 30% = 150.000 euro, ripartito per quote di 30.000 euro annui, con un risparmio d' imposta totale di 36.000 euro (150.000 x 24%), pari a 7.200 euro annui (senza considerare, per semplicità di calcolo, la riduzione alla metà del coefficiente di ammortamento per il primo periodo ai sensi dell' art. 102 comma 2 del TUIR, con cui gli anni di recupero dell' agevolazione sarebbero effettivamente 6); - nuovo credito d' imposta: 500.000 × 6% = 30.000 euro, ripartito per quote di 6.000 euro annui. Se lo stesso bene avesse, invece, un coefficiente di ammortamento del 10%, gli effetti sarebbero (tabella 2): - super-ammortamento: 500.000 × 30% = 150.000 euro, ripartito per quote di 15.000 euro annui, con un risparmio d' imposta totale di 36.000 euro (150.000 × 24%), pari a 3.600 euro annui; - nuovo credito d' imposta: 500.000 × 6% = 30.000 euro, ripartito per quote di 6.000 euro annui. Il nuovo credito determina, quindi, in termini assoluti un vantaggio leggermente inferiore, ma per i beni dal periodo di ammortamento medio o lungo consente un beneficio finanziario, potendo essere utilizzato per quote costanti di 1/5 nei cinque periodi d' imposta successivi.In termini generali, una situazione di (quasi) equivalenza si ha per i beni dal coefficiente di ammortamento del 20%; per i beni dal coefficiente più basso il nuovo credito risulta più appetibile, mentre per i beni a rapido ammortamento

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[§24022546§] mercoledì 22 gennaio 2020

EutekneInfo

Contabilità e Bilancio

esso lo risulta di meno; all' estremità di questa scala stanno i beni di costo inferiore a 516,46 euro, per i quali il super-ammortamento poteva essere dedotto integralmente nell' esercizio di sostenimento, mentre il nuovo credito d' imposta deve essere comunque ripartito in 5 quote annuali, anche se l' investimento è minimo. Il secondo elemento di confronto, come sopra evidenziato, è l' aliquota d' imposta del soggetto che effettua l' investimento. Mentre, infatti, il nuovo credito d' imposta prescinde totalmente da questo parametro, il super-ammortamento risultava tanto efficace quanto più elevata era questa aliquota. Per cogliere la portata di questa affermazione è sufficiente trasporre il contenuto del primo esempio (investimento di 500.000 euro in un bene strumentale da ammortizzare in 5 anni) in capo ad un' impresa individuale o a una società di persone il cui titolare, o socio, assoggetti a tassazione il reddito prodotto con l' aliquota marginale massima del 43% . In tal caso (tabella 3): - super- ammortamento: 500.000 × 30% = 150.000 euro, ripartito per quote di 30.000 euro annui, con un risparmio d' imposta complessivo di 64.500 (150.000 × 43%), pari a 12.900 euro annui; - nuovo credito d' imposta: 500.000 × 6% = 30.000 euro, ripartito per quote di 6.000 euro annui. Il margine, peraltro, risulterebbe anche più elevato se si pensa che il super-ammortamento andava a ridurre anche la base imponibile previdenziale dichiarata nel quadro RR. Si consideri anche il diverso limite agli investimenti ammissibili all' agevolazione, pari a 2 milioni di euro per il nuovo credito d' imposta "generale" e a 2,5 milioni per il super-ammortamento 2019. Il nuovo credito d' imposta ha, invece, dalla sua, oltre che l' estensione dei potenziali fruitori (soggetti che beneficiano di regimi forfetari di determinazione del reddito, in primis quello disciplinato dalla L. 190/2014 ), i vantaggi legati, ad esempio, al fatto che esso può essere utilizzato in compensazione "orizzontale" nel modello F24 a riduzione di altri tributi e contributi (quindi, ad esempio, con l' IVA, i contributi previdenziali, le ritenute IRPEF dei dipendenti, ecc), e che esso presenta una "spendibilità" immediata anche per le imprese in perdita fiscale, mentre il super-ammortamento incrementava la perdita stessa. Tabella 1 - Bene con coefficiente di ammortamento del 20% acquistato da soggetto IRES (aliquota 24%) Anno Risparmio d' imposta (super-ammortamenti) Risparmio d' imposta (credito per acquisto beni strumentali) 1 - - 2 7.200 6.000 3 7.200 6.000 4 7.200 6.000 5 7.200 6.000 6 7.200 6.000 TOTALE 36.000 30.000 Tabella 2 - Bene con coefficiente di ammortamento del 10% acquistato da soggetto IRES (aliquota 24%) Anno Risparmio d' imposta (super-ammortamenti) Risparmio d' imposta (credito per acquisto beni strumentali) 1 - - 2 3.600 6.000 3 3.600 6.000 4 3.600 6.000 5 3.600 6.000 6 3.600 6.000 7 3.600 - 8 3.600 - 9 3.600 - 10 3.600 - 11 3.600 - TOTALE 36.000 30.000 Tabella 3 - Bene con coefficiente di ammortamento del 20% acquistato da soggetto IRPEF (aliquota 43%) Anno Risparmio d' imposta (super-ammortamenti) Risparmio d' imposta (credito per acquisto beni strumentali) 1 - - 2 12.900 6.000 3 12.900 6.000 4 12.900 6.000 5 12.900 6.000 6 12.900 6.000 TOTALE 64.500 30.000.

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[§24022547§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Credito per i beni strumentali anche per le imprese agricole

Finora era stato escluso chi calcolava il reddito su base catastale

Pagina a cura diAlessandra CaputoGian Paolo Tosoni

Il nuovo credito di imposta per le spese sostenute a titolo di investimento in beni strumentali nuovi, introdotto dai commi 184-197 della legge 160/2019, interessa anche i contribuenti in regime forfettario e gli agricoltori che dichiarano il reddito agrario.Inizialmente, la bozza di legge di Bilancio aveva previsto la proroga del super e dell' iper ammortamento ma nella versione finale è stato previsto un nuovo tipo di beneficio che consiste nel riconoscimento di un credito d' imposta alle condizioni e nelle misure stabilite dai commi 188, 189 e 190 della medesima legge, differenziato in relazione alle diverse tipologie di beni agevolabili. Il credito spetta alle imprese che effettuano investimenti a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro il 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Il comma 186 definisce quali soggetti possono beneficiare dell' agevolazione e precisa che possono accedere al credito di imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, ivi incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito. Restano escluse le imprese in stato di crisi e quelle destinatarie di sanzioni per violazione delle norme sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Dalla formulazione letterale della norma si desume che possono accedere al beneficio anche due categorie di soggetti che erano escluse dalle norme su super e iper ammortamento: le persone fisiche che applicano il regime forfettario e le imprese agricole che determinano il reddito su base catastale (per questo si veda anche l' altro articolo in pagina). Regime forfettario Con riferimento ai contribuenti in regime forfettario, la circolare 4E del 30 marzo 2017, emanata dall' agenzia delle Entrate in collaborazione con il Mise, aveva precisato che questi contribuenti, in virtù delle modalità di determinazione del reddito nel quale non rileva l' ammontare dei costi sostenuti, erano esclusi dall' applicazione della maggiorazione del super e dell' iper ammortamento. Nel regime forfettario il reddito imponibile si determina applicando all' ammontare di ricavi/compensi, un coefficiente di redditività, differenziato in base al tipo di attività; i costi sostenuti sono indeducibili, perché sostituiti dalla forfettizzazione. Il comma 191 chiarisce che il credito di imposta in esame è utilizzabile esclusivamente in compensazione, ai sensi dell' articolo 17 del decreto legislativo 241/1997, in 5 quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali, a decorrere

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[§24022547§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

dall' anno successivo a quello di entrata in funzione dei beni o a quello dell' avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. I contribuenti in regime forfettario potranno compensare il credito di imposta con l' imposta sostitutiva del 5-15% e con i contributi dovuti a Inps e Inail. Agricoltori Possono fruire del nuovo credito di imposta anche le imprese agricole che dichiarano il reddito su base catastale. Come i contribuenti in regime forfettario, anche questi agricoltori erano esclusi dal beneficio del super e iper ammortamento. Infatti, la legge 208/2015 precisava che il super ammortamento era riservato ai titolari di reddito di impresa e agli esercenti arti e professioni con esclusione dei soggetti titolari di reddito agrario. Ora, invece, le imprese agricole potranno compensare il credito di imposta con il debito Iva: ciò potrà avvenire, per esempio, nel caso di produttori agricoli che operano in regime speciale che versano la differenza fra l' Iva riscossa e quella corrispondente alle percentuali di compensazione; oppure con le imposte dirette. Dal 2021 anche coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione previdenziale, che oggi usufruiscono dell' esenzione Irpef sui redditi dei terreni, pagheranno l' Irpef sul 50% dei redditi fondiari. Infine, le imprese agricole, come i contribuenti forfettari, potranno compensare il credito con i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti e con quelli propri per le imprese individuali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022548§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

ILBILANCIO

Interventi in attesa di regole a regime

Maria Carla De Cesari

La legge di Bilancio per il 2020 ha azzardato sulla riforma delle agevolazioni per le imprese: sono stati ridisegnati infatti i bonus per la ricerca e sviluppo, per l' acquisto di beni strumentali (superammortamento) e per i macchinari di Industria 4.0. Bilancio in agrodolce 1La prima considerazione va fatta sui tempi di iper e super ammortamento: senza un intervento sarabbero stati destinati a essere applicati quest' anno solo per le code degli investimenti prenotati (con almeno il 20% di acconto) lo scorso anno. La trasformazione delle due agevolazioni in crediti d' imposta, seppure con limiti di investimenti agevolabili e coefficienti premiali più bassi, è dunque una notizia positiva. Se non fosse che, con rammarico, occorre prendere atto che il legislatore non riesce a definire misure e a trovare risorse per una disciplina a regime. Così da favorire, in modo costante, il rinnovamento delle imrpese. Le misure valgono infatti solo per quest' anno ed eventuali code nel 2021. Va pure detto che, quest' anno, i crediti d' imposta interessano anche il settore agricolo e i forfettari. Ricerca & sviluppo 2Anche per questo capitolo di incentivi si è deciso di cambiare, riarticolando il vecchio bonus in tre. Il fattore più rilevante consiste nel fatto che la nuova disciplina - ma si attendono ancora le linee guida del ministero dello Sviluppo economico che dovrà spiegare bene il funzionamento - è la scelta esplicita di premiare l' innovazione di prodotto e di processo, un capitolo che in questi anni è stato occasione di un contenzioso molto esteso tra le aziende e l' agenzia delle Entrate. Purtroppo la disciplina è limitata a un anno, per ora. Un credito spendibile 3Va, però, sgombrato il campo da qualunque possibile equivoco: i crediti d' imposta relativi alle agevolazioni non sono soggetti alla stretta stabilita dal decreto legge 124 proprio in materia di compensazioni orizzontali dei crediti maturati nel periodo d' imposta in corso al 31 dicembre 2019. Non si applica, cioè il vincolo, - per importi superiori a 5mila euro - di presentare prima la dichiarazione da cui emerge il credito. Lo si evince dalla risoluzione 110/E del 2019 che ha cancellato defintivamente uno dei primi dubbi sulla portata della stretta del decreto legge fiscale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022549§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 24 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

LEGGE DI BILANCIO

La rivalutazione dei beni migliora lo score bancario delle imprese

L' operazione permette di aumentare il patrimonio netto con benefici sui ratios Il nuovo vantaggio fiscale è la riduzione dell' aliquota dell' imposta sostitutiva

Alessandro Germani

La legge di Bilancio 2020 riapre la possibilità di rivalutare i beni d' impresa e ciò, al di là dei calcoli di mera convenienza fiscale, comporta riflessi contabili che possono condurre ad un miglioramento dei bilanci, anche in un' ottica di ratios bancari. L' articolo 1 commi 696 e seguenti della legge 160/19 prevede la rivalutazione nei bilanci 2019 per i beni che siano già presenti nei bilanci 2018. La disciplina ricalca le misure delle recenti leggi di bilancio, ma si differenzia per la riduzione dell' imposta sostitutiva, fissata al 12% per i beni ammortizzabili e al 10% per quelli non ammortizzabili, rispetto alle precedenti aliquote rispettivamente del 16 e del 12 per cento. Accanto a questo elemento di appeal, c' è anche la possibilità di optare per il versamento rateale degli importi: fino a 3 milioni di euro, in tre rate annuali; oltre i 3 milioni, in un massimo di sei rate di pari importo. Tutto ciò, unitamente alla possibilità di compensare gli importi dovuti nel modello F24 con crediti vantati dal contribuente, dal punto di vista fiscale impone alcune valutazioni di convenienza grazie alla riduzione di aliquota. Infatti, con una sostitutiva che in relazione ai beni ammortizzabili si pone esattamente alla metà (12%) rispetto all' aliquota Ires ordinaria (24%), nell' ipotesi in cui si ritenga di alienare in futuro un bene il cui valore contabile, anche per via degli ammortamenti, è sottostimato rispetto a quello di mercato, ci può essere convenienza a procedere. Per chiudere i ragionamenti di ordine fiscale va considerato, tuttavia, che per i soggetti solari gli effetti fiscali ai fini dei maggiori ammortamenti e valori per la disciplina delle società di comodo decorrono dal 2022, mentre quelli per le plusvalenze e minusvalenze dal 2023. Ciò costituisce certamente un elemento di minor appeal. Come nel passato, la misura prevede poi anche la possibilità di affrancare il saldo attivo di rivalutazione attraverso un' ulteriore imposta sostitutiva del 10 per cento. Tuttavia, la convenienza di tale ulteriore sostitutiva è legata al fatto di distribuire ai soci le riserve formate con la rivalutazione. In caso contrario, infatti, può costituire un ulteriore esborso non necessariamente conveniente. Giova infine considerare che la rivalutazione va fatta per categorie omogenee (articolo 4 Dm 162/2001), dovendo riguardare obbligatoriamente tutti i beni appartenenti alla medesima categoria. Guardando agli immobili, che possono essere oggetto di rivalutazione in quanto spesso l' impresa ne possiede uno solo e quindi il concetto di categoria omogenea non diviene preclusivo, queste ricomprendono le aree fabbricabili aventi la stessa destinazione urbanistica, le aree non fabbricabili, i fabbricati non strumentali, i

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[§24022549§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

fabbricati strumentali per destinazione, i fabbricati strumentali per natura(circolare 14/E/17). A questo punto è utile effettuare come si accennava all' inizio, alcuni ragionamenti contabili. Indipendentemente dalla modalità scelta (rivalutazione del costo storico e del relativo fondo ammortamento, rivalutazione del solo costo storico, riduzione del fondo ammortamento) ciascuna di esse conduce all' iscrizione in bilancio dello stesso valore netto contabile che va poi ripartito lungo la vita utile dell' immobilizzazione (Oic 5 par. 14). Immaginando la seconda modalità, in ipotesi di rivalutazione pari a 100 relativa ad un bene non ammortizzabile (ad esempio un' area), la sostitutiva sarà pari a 10 e comporterà un incremento di equity che dovrà essere iscritto al netto di quest' ultima, risultando pari a 90 (Oic 5 par. 8-10). L' incremento di patrimonio netto ha un effetto positivo sui ratios bancari, tipicamente il gearing ratio o rapporto di indebitamento, dato dal rapporto D/E. Ciò in quanto la rivalutazione è in grado di incrementare il denominatore e, di conseguenza, fa diminuire il peso dell' indebitamento rispetto all' equity. L' aspetto è in grado di condizionare positivamente lo scoring dell' impresa nell' ambito delle procedure che le banche comunemente adottano per la concessione dei fidi alla clientela corporate. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022550§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

le novitàin pillole

A chi spetta Imprese residenti in Italia non in liquidazione né in procedura concorsuale. È necessario che siano rispettate le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Credito esteso ai professionisti alle medesime condizioni. Investimenti agevolabili Sono agevolati i beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nel territorio dello Stato. Sono esclusi i fabbricati e costruzioni, beni con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5% e auto e altri mezzi indicati nel comma 1 dell' art. 164 del Tuir. Quando spetta Gli investimenti devono essere effettuati nel 2020 o anche nel primo semestre 2021 in presenza di ordini e acconti 20% pagati entro la fine del corrente anno. Il costo su cui calcolare il credito di imposta si quantifica secondo le regole fiscali (art. 110 del Tuir). Come si calcola Il credito di imposta è pari al 6% del costo fino a un massimo di 2 milioni. Il beneficio massimo è di 120 mila euro. Il credito di imposta si compensa in F24 senza limiti previsti per le altre compensazioni in cinque rate annuali, la prima delle quali nell' esercizio successivo a quello di entrata in funzione del bene.

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[§24022551§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Pemiata anche l' innovazione di processo

Bonus per ora limitato a quest' anno Decreto entro il 1° marzo

Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa

In base al comma 201 dell' articolo 1 della legge 160/2019, per il solo 2020, le imprese che investiranno nell' innovazione tecnologica potranno fruire di uno specifico credito di imposta, separato, ulteriore e con aliquote diverse rispetto al credito di imposta previsto per le attività di ricerca e sviluppo (vedasi la tabella che evidenzia le caratteristiche dei tre crediti di imposta). In particolare, il comma 201 introduce un credito per le attività di innovazione tecnologica, ossia per le attività, diverse da quelle per le quali si può fruire del credito per gli investimenti in ricerca e sviluppo di cui al comma 200, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati. Poiché vi è una separazione tra credito per attività di ricerca e sviluppo e credito per l' innovazione, si riproporranno per gli operatori le difficoltà di distinguere fra le varie tipologie di attività: un supporto dovrebbe essere fornito dal decreto attuativo del Mise, di cui si auspica la tempestiva approvazione prima della scadenza del termine di emanazione del 1° marzo. Va sottolineato che per le attività di innovazione di processo e di innovazione organizzativa la risoluzione 40/E del 2 aprile 2019 aveva inopinatamente negato la fruibilità del vecchio credito d' imposta R&D previsto dall' articolo 3 del decreto legge 145/2013, facendo riferimento alle definizioni del Manuale di Oslo dell' Ocse e rinviando invece all' utilizzo di altre agevolazioni quali, per esempio, l' iper-ammortamento, che si applica solo ai beni strumentali nuovi e non alle spese del personale. Visto il rinvio del nuovo comma 201 al Manuale di Oslo, il decreto attuativo detterà i criteri per la corretta identificazione delle attività agevolabili per innovazione tecnologica. Per prodotto o processo di produzione nuovo o sostanzialmente migliorato si intende un bene materiale o immateriale o un servizio o un processo che si differenzia, rispetto a quelli già realizzati o applicati sul piano delle caratteristiche tecnologiche, delle prestazioni, dell' eco-compatibilità, dell' ergonomia, per altri elementi sostanziali rilevanti nei diversi settori produttivi. Non sono considerate innovazioni tecnologiche ammissibili al credito di imposta le attività di routine per il miglioramento della qualità dei prodotti e le attività volte a differenziare i prodotti dell' impresa da quelli simili presenti sullo stesso mercato concorrenziale per elementi estetici o secondari, né le attività per l' adeguamento di un prodotto esistente alle specifiche richieste di un cliente nonché le attività per il controllo di qualità e la standardizzazione dei prodotti. Il beneficio, che ha un limite annuale di 1,5 milioni, è calcolato in misura pari al 6% o al 10% della relativa base di calcolo, al netto delle sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti sulle stesse spese ammissibili.

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[§24022551§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Il comma 203 prevede che, fermo restando limite di 1,5 milioni, il beneficio passa dal 6% al 10% della base di calcolo se le attività sono destinate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0. A parità di investimenti, il beneficio è maggiore se sono finalizzati alla transizione ecologica e alla innovazione digitale. La base di calcolo, simile a quella degli altri crediti, è calcolata sui seguenti elementi riferiti direttamente alle attività ammissibili: a. Spese per il personale, che in presenza di talune condizioni (età non superiore a 35 anni, primo impiego, possesso di un titolo qualificato, assunzione con contratto a tempo indeterminato e impiegati esclusivamente nell' innovazione tecnologica) concorrono per il 150% del loro ammontare; b. Quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o semplice, spese relative ai beni materiali mobili e software utilizzati anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, nel limite del 30% delle spese di personale indicate alla lettera a); c. Spese per contratti con residenti italiani, Ue, See o white list. Nel caso di contratti infragruppo, si applica il concetto di trasparenza; d. Spese per servizi di consulenza ed equivalenti, forniti da residenti italiani, Ue, See o white list, nel limite del 20% delle spese di personale indicate alla lettera a); e. Spese per materiali, forniture e simili impiegati anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota, nel limite del 30% delle spese di personale indicate alla lettera a), ovvero del 30% delle spese per i contratti indicati alla lettera c). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022552§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Gli esempi. Il risparmio fiscale si può ridurre fino a 1,5 milioni

Penalizzati gli investimenti oltre i 10 milioni

Il nuovo credito di imposta penalizza gli investimenti 4.0 che superano i 10 milioni di euro. Nel passaggio dall' iperammortamento a scaglioni della legge 145/2018 al credito di imposta 40-20 per cento del comma 189 della legge di bilancio 2020, le imprese che investono tra 10 e 20 milioni subiscono una riduzione del tax saving fino a 1,5 milioni. Un esempio concreto può evidenziare questa differenza. Si supponga che una società effettui nel 2020 investimenti in beni Industria 4.0 (tabella A della legge 232/2016) del costo complessivo di 20 milioni di euro (con coefficiente di ammortamento pari al 20%), oltre ad un investimento in software 4.0 (tabella B della legge 232/2016) del costo di 1,2 milioni. L' entrata in funzione dei beni e la relativa interconnessione sono effettuate entro il 31 dicembre 2020. In relazione all' investimento in beni materiali per 20 milioni di euro, la società potrà usufruire del credito di imposta di cui al comma 189 della legge 160/2019 per 2.500.000 euro (40% di 2.500.000 e 20% di 7.500.000, zero oltre tale limite) utilizzabile in F24 come segue: anno 2021 (esercizio successivo alla interconnessione) per 500.000 euro; anno 2022 per 500.000 euro; anno 2023 per 500.000 euro; anno 2024 per 500.000 euro e anno 2025 per 500.000 euro. Qualora la società avesse invece "prenotato" gli investimenti entro il 31 dicembre 2019 con ordine e acconto del 20% (si veda il pezzo in alto), avrebbe potuto usufruire del precedente iperammortamento a scaglioni, ottenendo un risparmio complessivo di Ires pari a 4.020.000 euro. Le deduzioni complessive, ripartite nel periodo di ammortamento fiscale del bene, sarebbero infatti risultate pari a 16.750.000 euro (maggiorazione del 170% fino a 2,5 milioni; maggiorazione del 100% tra 2,5 e 10 milioni e maggiorazione del 50% tra 10 e 20 milioni), importo che, moltiplicato per l' aliquota Ires del 24% genera il descritto tax saving di 4.020.000 euro. Il risparmio fiscale dell' iperammortamento sarebbe stato ripartito come segue (considerando l' anno in cui si versa il saldo dell' imposta riferita all' esercizio di deduzione: anno 2021 per 402.000 euro; anni 2022, 2023, 2024, e 2025 per 804.000 euro; anno 2026 per 402.000 euro. L' investimento in software 4.0 genera invece un credito di imposta di 105.000 euro (pari al 15% fino a un importo di 700.000 euro) il cui utilizzo è così ripartito: anno 2021 per 35.000 euro; anno 2022 per 35.000 euro; anno 2023 per 35.000 euro. Con il precedente iperammortamento sui beni immateriali, si sarebbe invece ottenuto un risparmio di Ires di 144.000 euro (pari al 24% del 40% di 1.200.000 euro) così ripartito: anno 2021 per 48.000 euro;

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[§24022552§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

anno 2022 per 48.000 euro; anno 2023 per 48.000 euro. Meno differenze vi sono invece per gli investimenti in beni "ex superammortizzabili". Considerando, ad esempio, acquisti complessivi per 1.000.000 di euro, il credito di imposta spettante sarà pari a 60.000 euro, mentre con il superammortamento (scadente al 30 giugno 2020) si sarebbero risparmiati 72.000 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022553§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Beni immateriali. Bonus del 15 per cento con limite di 700mila euro

Più contenuto il premio sui software

Credito di imposta del 15% con un tetto di 700mila euro per gli investimenti in software connesso a industria 4.0. Rispetto alla precedente agevolazione, il beneficio si riduce notevolmente per importi molto elevati. Per i diversi crediti di imposta, scattano adempimenti formali particolarmente stringenti. Le fatture, anche quelle per i beni ex superammortizzabili, devono riportare i richiami alla legge 160/2019 e per i beni 4.0 occorre una perizia e una comunicazione al Mise. Il comma 190 della legge 160/2019 estende all' anno 2020 (con la coda temporale del primo semestre 2021 in presenza di ordini accettati e acconti del 20% entro fine 2020) la agevolazione per i beni immateriali dell' allegato B) alla legge 232/2016. Al posto della maggiorazione del 40% nella quantificazione delle quote di ammortamento deducibili prevista dalla normativa precedente, si attribuisce un credito di imposta del 15% calcolato però su un costo massimo di 700mila euro (in precedenza non sussistevano limiti). Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute in relazione all' utilizzo dei beni di cui al predetto Allegato B mediante soluzioni di cloud computing, per la quota imputabile per competenza. Il credito di imposta, utilizzabile in F24 al pari di quello previsto per gli investimenti in beni materiali, si sconta in tre quote annuali dall' esercizio successivo a quello di entrata in funzione (o di interconnessione, se prevista). Il credito di imposta, compreso quello per gli investimenti in beni materiali, va iscritto tra i crediti tributari con contropartita il conto economico (anche se non concorre poi a formare il reddito e dovrà formare oggetto di variazione in diminuzione). L' iscrizione dovrebbe avvenire (Oic 15) nel momento in cui vi è la certezza della spettanza e dunque quando il bene è stato acquistato ed è entrato in funzione (nonché è stato interconnesso per i beni Industria 4.0). Ciò anche se la compensazione avviene solo dall' anno seguente. La fruizione del credito di imposta richiede l' espletamento di svariate formalità da parte dei contribuenti. In generale, è richiesta la conservazione, pena la revoca del beneficio, della documentazione idonea a dimostrare l' effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi agevolabili. Le fatture e gli altri documenti relativi all' acquisizione dei beni agevolati devono contenere un riferimento alle disposizioni dei commi da 184 a 194 della legge di bilancio. Posto che l' agevolazione, per i beni ex iperammortizzabili, richiede anche che l' impresa li interconnetta al sistema di gestione, il fornitore

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[§24022553§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

non potrà che riportare descrizioni generiche, senza garantire che il bene è effettivamente agevolabile. In relazione agli investimenti nei beni cui spetta il credito di imposta del 40-20 per cento e/o il credito di imposta del 15% occorre inoltre far predisporre una perizia tecnica non giurata redatta da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali oppure un attestato rilasciato da un ente di certificazione accreditato. La relazione dovrà attestare che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli negli elenchi della legge 232 e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per gli investimenti in beni di costo unitario non superiore a 300.000 euro, in luogo della perizia, può essere prodotta una autocertificazione del legale rappresentante ai sensi del Dpr 445/2000. Le imprese devono effettuare una comunicazione al Mise. La comunicazione è finalizzata a mere rilevazioni statistiche quindi non dovrebbe essere condizione per la fruizione del beneficio. Un apposito Dm stabilirà il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione in relazione a ciascun periodo di imposta agevolabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022554§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Ricerca e sviluppo, i costi dei contratti con gli atenei maggiorati del 150%

Le quote di ammortamento per privative non rilevano per il design

Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa

Imprese a caccia di rapide certezze sull' identificazione delle spese che costituiscono la base di calcolo dei crediti di imposta previsti dalla legge 160/2019 (legge di Bilancio 2020) per incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative. L' attuale orizzonte temporale, limitato a un anno, impone la necessità di attrezzarsi fin da subito per identificare le attività agevolabili e le spese a esse pertinenti che rilevano nel calcolo del beneficio, facendo attenzione perché vi sono alcune differenze tra i vari crediti di imposta nella determinazione delle spese rilevanti che ne costituiscono le rispettive basi di calcolo (si veda tabella). Inoltre, l' individuazione delle spese ammissibili può richiedere anche un adeguato supporto contabile che deve essere predisposto appena possibile. Si può confermare che sono state mantenute le regole già note fino al 2019 per il previgente credito in base al decreto legge 145/2013, e che quindi è comune a tutti i crediti il fatto che le spese: sono considerate ammissibili nel rispetto delle regole generali di effettività, pertinenza e congruità; rilevano temporalmente secondo i criteri di cui all' articolo 109 del Tuir, per tutte le imprese, indipendentemente dai principi contabili adottati; il loro effettivo sostenimento e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall' impresa devono risultare da certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti, secondo quanto previsto dal comma 205 dell' articolo 1 della legge 160/2019; dovranno riferirsi ad attività per le quali è predisposta una relazione tecnica che ne illustri le finalità, i contenuti e i risultati, in relazione ai progetti o ai sottoprogetti in corso di realizzazione. Se sotto questi profili vi è una disciplina comune per i benefici, è nel momento di determinare la base di calcolo che i singoli crediti di imposta devono essere separatamente considerati, in quanto seppur tendenzialmente vi è una comunanza di disposizioni, emergono però alcune differenze. Per esempio, rilevano solo per le attività di ricerca e sviluppo (e non per l' innovazione ed il design): le spese per i contratti stipulati con università e istituti di ricerca aventi sede nel territorio dello Stato, in misura maggiorata al 150%; le quote di ammortamento relative all' acquisto da terzi, anche in licenza d' uso, di privative industriali e simili relative a un' invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale. Non si comprende bene perché la maggiorazione al 150% per le spese per i contratti stipulati con università e istituti di ricerca non sia di applicazione generale. In merito a tutte le tipologie di credito, sia le spese per contratti aventi per oggetto il diretto

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[§24022554§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

svolgimento delle attività ammissibili, sia le spese per servizi di consulenza ed equivalenti, rilevano sempre laddove esse siano sostenute nei confronti di un soggetto residente in Italia, e questo a prescindere dalla formulazione letterale delle varie norme sul punto. Infatti, le precisazioni riferite alle spese sostenute nei confronti dei soggetti residenti Ue, See o white list hanno lo scopo di estendere il beneficio, e non di restringerlo a contrario se sostenute nei confronti di residenti italiani. In ogni caso, parrebbe utile che tale ovvia interpretazione fosse confermata nell' emanando decreto di attuazione. Anche le spese del personale hanno bisogno di un' adeguata attenzione da parte delle imprese, considerato che vi vengono incluse sia le spese per il personale dipendente, a prescindere dalla durata del rapporto, che quelle per il lavoro autonomo o quelle relative ad altri rapporti diversi dal lavoro subordinato. Inoltre, è opportuno rammentare che le spese per il personale costituiscono anche la base a cui parametrare il tetto per l' ammissibilità di altri costi (ad esempio le quote di ammortamento dei beni materiali mobili e dei software). Infine, si osserva che solo per il credito del comma 200 si precisa che il limite massimo di rilevanza delle spese per servizi di consulenza, è conteggiato «senza tenere conto delle maggiorazioni previste» in misura pari al 20% delle spese per il personale ovvero al 20% delle spese per i contratti aventi per oggetto attività ammissibili. L' inciso secondo cui il limite è conteggiato «senza tenere conto delle maggiorazioni previste» non è invece riproposto per i crediti di cui ai commi 201 e 202. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022555§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Le novità. Misura differenziata sulla base dei beni acquistati

Sconti cumulabili con incentivi regionali

Il credito di imposta è riconosciuto in misura differenziata secondo la tipologia di beni oggetto dell' investimento. In particolare, per gli investimenti aventi a oggetto beni ricompresi nell' allegato A annesso alla legge di bilancio 2017 (legge 232/2016), ovvero i beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0, il credito di imposta è riconosciuto: nella misura del 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni; nella misura del 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili, pari a 10 milioni. Per gli investimenti per beni immateriali connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0, ricompresi nell' allegato B alla legge di bilancio 2017 (come modificato dalla legge di bilancio 2018) il credito di imposta è riconosciuto nella misura del 15% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 700mila euro. Infine, per gli investimenti per beni diversi da quelli ricompresi nei predetti allegati, il credito di imposta è riconosciuto nella misura del 6% del costo, determinato ai sensi dell' articolo 110, comma 1, lettera b), del Tuir e nel limite massimo di due milioni. Quindi il credito di imposta spettante a qualsiasi impresa può essere beneficiato anche dalle imprese agricole sia quelle tassate in base alle risultanze catastali, sia quelle tassate a bilancio. Spesso le imprese agricole usufruiscono di contributi in conto impianti erogati nell' ambito dei Piani di sviluppo rurale regionali. Il credito di imposta in questo caso si applica sul costo del bene al netto del contributo ricevuto. Ad esempio l' acquisto di un nuovo trattore può usufruire del contributo regionale del 35%; quindi il credito di imposta ordinario del 6% si applica sul residuo costo del 65 per cento. Quindi in presenza di qualsiasi acquisto in beni strumentali nuovi le imprese agricole usufruiscono di un credito di imposta del 6% da utilizzare in compensazione in cinque anni. Per i beni già oggetto di iper ammortamento per i quali il credito di imposta è pari al 40% per gli investimenti fino all' importo di 2,5 milioni è necessario che siano interconnessi e gestiti da remoto. In agricoltura sono frequenti i robot nelle sale di mungitura regolate da computer. In questi casi è possibile ottenere anche un secondo credito di imposta sul software per la gestione della interconnessione. Ancora l' agricoltura di precisione opera con macchine agricole autogestite e collegate con il satellite per regolare le semine, la concimazione e quant' altro. Anche queste macchine operatrici se gestite da remoto ed interconnesse con altre funzioni aziendali possono usufruire del credito di imposta.

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[§24022555§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Particolare attenzione nelle imprese agricole deve essere prestata alla necessità della interconnessione in quanto le macchine operatrici lavorano in aperta campagna e devono essere gestite da remoto. Quindi l' assistenza tecnica è necessaria. La norma prevede che qualora l' investimento sia di ammontare superiore a 300.000 euro che vi sia una attestazione da parte di un ingegnere o perito industriale che certifichi i requisiti per ottenere il credito di imposta. È consigliabile che tale attestazione sia prodotta anche per investimenti di importo inferiore tenuto conto della importanza del beneficio fiscale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022556§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Superammortamento in regola con la compliance

Credito di imposta al 6% e tetto di due milioni ripartito in cinque anni

Pagina a cura diLuca Gaiani

Il superammortamento del 130% si trasforma in credito di imposta ma si riduce il beneficio fiscale. Per gli investimenti in beni strumentali nuovi nel 2020 (con coda al 30 giugno 2021 per ordini e acconti 20% entro fine anno) - diversi da quelli 4.0 interconnessi - il comma 188 della legge 160/2019 attribuisce un credito di imposta pari al 6% del costo (con un tetto di 2 milioni), ripartito in cinque anni da quello successivo all' entrata in funzione. Esclusi immobili e auto I commi da 184 a 197 della legge di bilancio 2020 sostituiscono le precedenti agevolazioni per super e iperammortamento con tre distinti crediti di imposta utilizzabili in compensazione in presenza di investimenti in beni strumentali nuovi, investimenti Industria 4.0 interconnessi e investimenti in beni immateriali correlati con industria 4.0. In tutti i casi, sono agevolati (comma 185) gli investimenti effettuati nell' anno 2020, oltre che nel primo semestre 2021 in presenza di ordine confermato entro il 31 dicembre 2020 e pagamento di un acconto almeno pari al 20% del costo. I beni agevolabili devono essere nuovi e destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Sono in ogni caso esclusi: fabbricati e costruzioni, beni con coefficiente di ammortamento (Dm 31.12.1988) inferiore al 6,5% e autovetture (anche se strumentali) e altri mezzi indicati nel comma 1 dell' art. 164 del Tuir. Sono invece compresi gli autocarri, trattori, muletti e altri mezzi semoventi non compresi in quest' ultima disposizione. Esclusi anche i beni di cui all' Allegato 3 alla legge 208/2015 (condutture e simili), nonché i beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell' energia, dell' acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti. Per gli investimenti in beni materiali diversi da quelli Industria 4.0 (l' ex iperammortamento, allegato A alla legge 232/2016), il credito di imposta spetta (comma 194) anche agli esercenti arti e professioni. in regola con la compliance I beni agevolabili devono caratterizzarsi per il requisito della strumentalità rispetto all' attività esercitata dall' impresa (o dall' esercente arti e professioni). I beni devono essere di uso durevole ed atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all' interno del processo produttivo dell' impresa. Sono pertanto esclusi i beni autonomamente destinati alla vendita (c.d. beni merce); i beni trasformati o assemblati per l' ottenimento di prodotti destinati alla vendita; i materiali di consumo. Il requisito della novità sussiste per i beni acquistati presso il produttore e per quelli acquistati

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[§24022556§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

da un soggetto diverso dal produttore e dal rivenditore purché non siano già stati utilizzati né da parte del cedente né da alcun altro soggetto. Possono avvalersi dei diversi crediti di imposta le imprese residenti in Italia (comprese le stabili organizzazioni), a prescindere dai regimi fiscali di determinazione del reddito (quindi compresi i soggetti in regime forfettario). Sono escluse le imprese in liquidazione, fallimento, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra procedura concorsuale. La spettanza del credito di imposta è subordinata al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Queste condizioni vanno rispettate anche dai lavoratori autonomi. Agevolazione 6% Il credito di imposta sugli investimenti "ex superammortizzabili" è pari al 6% del costo e non spetta per importi oltre 2 milioni di euro (per il superammortamento in scadenza al 30 giugno 2020, invece, il tetto è fissato a 2,5 milioni). Il beneficio è pertanto analogo (ancorché leggermente inferiore), fino al descritto limite, a quello del superammortamento, che, per una società di capitali, generava un tax saving pari a (30% x 24%) = 7,2%. Per investimenti superiori, invece, il beneficio tende a scendere drasticamente. Ad esempio, per acquisti di 2,5 milioni, il credito di imposta è pari a 120 mila euro , mentre il superammortamento consentiva un risparmio di 180 mila euro. Il credito si compensa in F24 (senza intaccare i limiti delle compensazioni) in cinque anni a partire da quello successivo alla entrata in funzione dei beni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022557§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

Tre crediti per il vecchio bonus R&S

Al nuovo sconto ricerca e sviluppo si aggiungono innovazione e design e ideazione

Pagina a cura diEmanuele ReichFranco Vernassa

L' articolo 1, commi 198-209, della legge 27 dicembre 2019 n. 160, modifica con decorrenza dal periodo d' imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019 (2020 per i soggetti solari) il credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo, finora previsto dall' articolo 3 del decreto legge 145/2013 che cessa in via anticipata. Il vecchio credito di imposta viene sostituito da tre misure: ricerca e sviluppo (comma 200), innovazione tecnologica (comma 201) e altre attività innovative come il design e l' ideazione estetica (comma 202). L' orizzonte temporale è limitato a un anno e ciò non incentiva la pianificazione pluriennale degli investimenti: l' intendimento del governo è di prevedere un periodo temporale pluriennale compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica (comma 184) ma non vi è ancora traccia scritta. I tre crediti di imposta hanno natura volumetrica, sono riconosciuti con percentuali, tetti massimi e spese agevolabili diverse a seconda dell' attività svolta, e necessitano di un nuovo decreto attuativo da emanare entro il 1° marzo. La novità introdotta dalla legge 160/2019 presenta sia aspetti positivi che negativi. Tra i punti positivi si evidenzia: la scomparsa della media di riferimento 2012-2014; un' esplicita inclusione in unico testo di norme precedentemente sparse in più provvedimenti legislativi (per esempio l' inammissibilità delle spese di acquisto di beni immateriali infragruppo); la scomparsa del limite minimo annuo di spesa di 30mila euro; l' esplicita codificazione delle spese di innovazione tecnologica; l' invarianza della documentazione richiesta e della correlata relazione tecnica. Tra gli aspetti negativi: la necessità di un nuovo decreto attuativo che sostituirà (o integrerà soltanto?) il precedente Dm 27 maggio 2015; l' abrogazione della possibilità per i committenti esteri di affidare la ricerca e sviluppo a società commissionarie italiane; un differimento finanziario in tre anni della compensazione; la comunicazione da inviare al Mise; la mancata regolamentazione del periodo transitorio tra il vecchio credito ricerca e sviluppo e i nuovi crediti d' imposta. Va detto che la norma continua a mancare di stabilità normativa e interpretativa, il che potrebbe continuare a generare incertezze tra imprese e verificatori, anche in considerazione del fatto che questi ultimi redigono verbali di constatazione che sfociano sovente in accertamenti per crediti inesistenti pur in presenza di attività di ricerca comunque svolte. Ecco le principali caratteristiche dei tre crediti: a. Ricerca e sviluppo: in misura pari al 12% e nel limite di 3 milioni, per gli investimenti in attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico, come definite, rispettivamente, alle lettere m), q) e j) del paragrafo 1.3 del punto 15 della comunicazione della Commissione (2014/C 198/01) del 27 giugno 2014, concernente "Disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione",

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[§24022557§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

identificabili tenendo conto del Manuale di Frascati dell' Ocse (si veda la tabella a lato che evidenzia le differenze rispetto al credito ricerca e sviluppo vigente nel 2019); b. Innovazione tecnologica: in misura pari al 6% e nel limite di 1,5 milioni, per le attività di innovazione tecnologica, identificabili sulla base del Manuale di Oslo dell' Ocse. L' importo del credito è elevato al 10%, sempre nel limite massimo di 1,5 milioni, per le attività transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0; c. Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari: in misura pari al 6% e nel limite massimo di 1,5 milioni per le attività svolte da imprese di tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica; d. La determinazione della base di calcolo del credito d' imposta ammette, in varia misura, spese di personale, quote di ammortamento e simili, spese per contratti di ricerca extra-muros, quote di ammortamento relative all' acquisto da terzi, di privative industriali e simili, spese per servizi di consulenza e spese per materiali e forniture. Il credito è utilizzabile in compensazione in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d' imposta successivo a quello di maturazione, subordinatamente all' avvenuto adempimento degli obblighi di certificazione (comma 204), e che dovrà essere oggetto di specifica comunicazione al Mise. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022558§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

Allegati facoltativi nella fattura elettronica

Le prestazioni accessorie vanno obbligatoriamente correlate all' operazione principale

La lista contenente il riepilogo delle prestazioni rese in un determinato periodo può anche non essere allegata al file XML della e-fattura, ma deve essere obbligatoriamente conservata in modalità cartacea o elettronica. È, questo, uno dei chiarimenti contenuti nella risposta a interpello n. 8 pubblicata ieri dall' Agenzia delle Entrate. Nel documento di prassi l' Amministrazione finanziaria è preliminarmente tornata sulla questione della distinzione fra la nozione di fattura "riepilogativa differita ", nel senso inteso e disciplinato dall' art. 21 comma 4 lettera a) del DPR 633/72 e di fattura che, pur documentando più operazioni, deve ritenersi " immediata ". La prima, infatti, come già affermato nelle precedenti risposte a interpello 24 settembre 2019 n. 389 e 16 dicembre 2019 n. 528 , certifica cumulativamente più prestazioni di servizi rese nel mese nei confronti dello stesso cliente "per cui si è verificata l' esigibilità", condizione che si sostanzia, in linea generale, nel momento in cui viene pagato il corrispettivo ( cfr. art. 6 comma 3 del DPR 633/72). Il caso oggetto di interpello concerne, invece, una società di autotrasporto merci, che accompagna ogni singola prestazione nei confronti del committente con un documento di trasporto o una lettera di vettura. Al termine del mese viene redatta una lista riepilogativa delle prestazioni eseguite, che, una volta approvata dal cliente, viene richiamata nella fattura emessa nei suoi confronti. Atteso che il pagamento avviene solo successivamente all' emissione, nel caso di specie si è in presenza di una "fattura che documenta più prestazioni rese nel mese, il cui momento impositivo" - cioè a dire quello nel quale l' operazione si considera effettuata e l' imposta diviene esigibile - "coincide con l' emissione della fattura stessa" ( cfr. risposta n. 389/2019 ). Altra questione esaminata nel chiarimento pubblicato ieri riguarda la necessità, in una circostanza come quella in esame, di allegare al file XML della fattura elettronica la lista contenente l' elenco dei trasporti periodicamente effettuati. Sul punto l' Agenzia delle Entrate sostiene che pur essendo in presenza di una fattura "immediata", per poter assolvere gli obblighi previsti dall' art. 21 comma 2 lettera g) del DPR 633/72 con riferimento all' indicazione della natura, quantità e qualità dei beni e servizi che formano oggetto dell' operazione, devono essere rispettati i medesimi " oneri documentali e descrittivi" richiesti dall' art. 21 comma 4 lettera a) del DPR 633/72 in tema di fatturazione differita. Al proposito l' Amministrazione finanziaria, pur riferendosi alle cessioni di beni, ricorda che i documenti di trasporto devono essere portati in conservazione con la fattura elettronica se allegati alla stessa, ma possono

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[§24022558§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

essere conservati in maniera cartacea (FAQ 21 dicembre 2018 n. 52 ), precisando altresì che i DDT richiamati nel documento "potranno essere allegati" al file XML (FAQ 19 luglio 2019 n. 120 ). In sostanza gli adempimenti descrittivi richiesti dalla norma possono ritenersi assolti anche evitando di allegare le sopra citate liste riepilogative alla fattura elettronica (che ne farà comunque menzione al proprio interno), potendo il soggetto passivo scegliere se procedere o meno in tal senso. Resta in ogni caso fermo l' obbligo di conservazione di tale documentazione, alternativamente, in modalità cartacea o elettronica. Per le prestazioni accessorie obbligatorio riferirsi alla fattura principale L' ultima questione oggetto di analisi nel documento di prassi ha riguardato la corretta fatturazione dei servizi accessori . Tali prestazioni possono anche essere documentate separatamente dalle operazioni principali, a condizione che siano indicati "gli estremi delle fatture relative a queste ultime, per il necessario collegamento " (C.M. 13 agosto 1996 n. 198 ). Secondo l' opinione dell' Agenzia delle Entrate, al fine di "valorizzare" detto collegamento non è sufficiente richiamare, nel campo descrittivo della fattura ("Dati Beni Servizi"), la lista riepilogativa in cui vengono evidenziati i servizi resi nel mese e quelli, accessori, relativi a periodi precedenti. In tale evenienza, infatti, occorre procedere alla compilazione della sezione 2.1.10, "Fattura Principale" del file XML, indicando numero e data del documento relativo all' operazione originaria , cui la prestazione accessoria si riferisce. Benché le indicazioni dell' Agenzia delle Entrate, perfettamente aderenti a quanto riportato nelle specifiche tecniche allegate al provv. n. 89757/2018 , consentano di porre chiaramente in evidenza il collegamento fra le diverse operazioni (principale e accessoria), la soluzione proposta potrebbe risultare piuttosto rigorosa, posto che la sola indicazione della correlazione nella sezione "Dati Beni Servizi" renderà necessario, come evidenziato dall' Amministrazione finanziaria nella risposta n. 8/2020 , emettere una nota di variazione ex art. 26 del DPR 633/72 e procedere alla ri-emissione di una fattura correttamente compilata.

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[§24022559§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

Apparecchi da divertimento esclusi dall' invio dei corrispettivi

Anche il servizio di raccolta delle giocate non è soggetto all' obbligo di trasmissione dei dati

Con la risposta a interpello n. 9 pubblicata ieri, l' Agenzia delle Entrate ha chiarito che i corrispettivi percepiti per il servizio di raccolta delle giocate e quelli incassati mediante apparecchi da divertimento e intrattenimento senza vincita in denaro , installati in luoghi pubblici o in locali aperti al pubblico, non sono soggetti all' obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica di cui all' art. 2 comma 1 del DLgs. 127/2015. Il caso esaminato nel documento di prassi riguarda un soggetto passivo IVA che, operando come gestore di apparecchi di cui all' art. 110 comma 6 lett. a) del TULPS e di videolottery collocati presso bar, tabaccherie, sale da gioco, ecc., provvedeva, per conto del concessionario, alla raccolta delle somme di denaro giocate, comprensive del PREU e del canone di concessione, limitandosi ad annotare i relativi compensi sul registro dei corrispettivi per la quota di competenza. Secondo l' Agenzia, le somme in argomento costituiscono il compenso per il servizio di raccolta delle giocate per cui beneficiano del regime di esenzione IVA ai sensi dell' art. 10 comma 1 n. 6) del DPR 633/72. Tali operazioni non rientrano tra quelle riconducibili all' attività di commercio al minuto di cui all' art. 22 del DPR 633/72. Tra le operazioni esenti richiamate dall' art. 22 n. 6), infatti, non sono annoverati i servizi di raccolta delle giocate. Di conseguenza, esse non possono considerarsi soggette all' obbligo dei corrispettivi telematici di cui all' art. 2 comma 1 del DLgs. 127/2015, in quanto quest' ultimo si applica esclusivamente alle operazioni effettuate nell' ambito delle attività di commercio al dettaglio e assimilate di cui al citato art. 22 del DPR 633/72. Tuttavia, i servizi in parola non rientrano neanche tra le operazioni soggette all' obbligo di fatturazione , in quanto l' art. 21 comma 6 lett. c) del DPR 633/72, nel prevedere l' emissione della fattura per le operazioni esenti di cui all' art. 10, esclude espressamente quelle di cui al relativo n. 6). In definitiva, i compensi derivanti dalla raccolta delle giocate possono essere semplicemente annotati sul registro dei corrispettivi. L' ulteriore chiarimento contenuto nella risposta n. 9/2020 riguarda le modalità di certificazione dei corrispettivi incassati mediante apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento senza vincita in denaro (es. giochi per bambini, flipper, freccette, biliardini, photoplay ) di cui all' art. 110 comma 7 del TULPS. Nello specifico, l' istante rappresenta di effettuare periodicamente e manualmente, per il tramite dei propri dipendenti,la verifica e il prelievo degli importi incassati, annotando le somme nel registro dei corrispettivi. Resta fermo l' obbligo di registrazione Anche in questo caso non sussiste l' obbligo di invio telematico dei dati giornalieri, ma l' esonero , disposto dall' art. 1 lett. a) del DM 10 maggio 2019, è previsto soltanto in fase di prima applicazione del nuovo regime. Infatti, la norma citata esclude dalla memorizzazione e dall' invio dei corrispettivi, fino a data che dovrà determinarsi con successivo

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[§24022559§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

decreto ministeriale, tutte le operazioni già esonerate dalla certificazione fiscale mediante scontrino o ricevuta ai sensi dell' art. 2 del DPR 696/96, comprese, dunque, in virtù di tale rinvio, anche le operazioni di cui alla lett. g) di tale disposizione, vale a dire "le cessioni e prestazioni effettuate mediante apparecchi automatici , funzionanti a gettone o a moneta ; le prestazioni rese mediante apparecchi da trattenimento o divertimento installati in luoghi pubblici o locali aperti al pubblico , ovvero in circoli o associazioni di qualunque specie". In ogni caso, per tali operazioni resta fermo l' obbligo di registrazione dei corrispettivi ex art. 24 del DPR 633/72.

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[§24022560§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 9 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

Chi sfrutta la coda del 2020 mantiene il bonus maggiorato

Le prenotazioni di fine 2019 possono fruire dei tetti di spesa più alti

Pagina a cura diLuca Gaiani

Iperammortamento e credito di imposta su investimenti in beni 4.0 al test convenienza. Le imprese che hanno prenotato investimenti entro il 31 dicembre 2019, per importi complessivi oltre 10 milioni di euro, devono verificare con attenzione la possibilità di concludere l' acquisizione entro fine 2020 per poter ricadere sotto la maggiorazione degli ammortamenti disposta dalla legge 145/2018. Per i beni superammortizzabili prenotati entro lo scorso mese di dicembre e rientranti nell' agevolazione del Dl 34/2019, c' è tempo fino al 30 giugno 2020 per usufruire della maggiorazione del 30 per cento. Grandi investimenti Il credito di imposta per gli investimenti introdotto dai commi 184 e seguenti della legge 160/2019 prevede tetti di spesa su cui calcolare il beneficio generalmente inferiori a quelli delle corrispondenti misure agevolative per iper e superammortamento. La legge 145/2018 ha prorogato l' iperammortamento a tutto il 2019 prevedendo una coda per il 2020 in presenza di ordini accettati e acconti del 20% pagati al fornitore entro la fine dello scorso anno. La norma ha stabilito una maggiorazione del costo valido per quantificare gli ammortamenti e dei canoni di leasing deducibili pari al: 170% per importi fino a 1,7 milioni; 100% per importi compresi tra 2,5 e 10 milioni; 50% per importi da 10 milioni a 20 milioni. Per chi ha in programma investimenti oltre 10 milioni, e ancor di più a ridosso della soglia di 20 milioni, il "vecchio" iperammortamento (salvo il ritardo nella monetizzazione del risparmio per chi è in perdita fiscale) è più conveniente del credito di imposta. Anche per gli investimenti in software 4.0 (allegato B alla legge 232/2016) la maggiorazione del costo (40% senza limiti di costo massimo) genera vantaggi, soprattutto oltre i 700mila euro. Per mantenere l' agevolazione iper occorre che il costo dell' investimento sia sostenuto entro la fine del 2020 e a tal fine rilevano i criteri di competenza fissati dall' articolo 109 del Tuir. Superammortamento Il Dl 34/2019 ha reintrodotto il superammortamento del 30% per gli investimenti effettuati tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2019, con una possibile ulteriore coda temporale fino al 30 giugno 2020 se si effettuava la prenotazione (ordine confermato dal fornitore e acconto del 20%) entro la fine del 2019. Anche il superammortamento ha un vantaggio leggermente superiore al nuovo credito di imposta introdotto dalla legge di bilancio (che riguarda sostanzialmente gli stessi acquisti): 7,2% di tax saving con un massimo di 180mila euro contro 6% con un massimo di 120mila euro. Le imprese che hanno "prenotato" i beni con la vecchia norma hanno dunque interesse a concludere l' investimento entro il 30 giugno (consegna del bene o ultimazione dell' appalto entro tale data) , per sfruttare il maggior risparmio d' imposta del superammortamento e lasciare libero il plafond della nuova

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[§24022560§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

agevolazione per ulteriori investimenti. Un dubbio potrebbe porsi qualora l' investimento "prenotato" nel 2019 non venga effettuato in tempo utile in base al Dl 34/2019, ma si realizzi nel secondo semestre del 2020. Potrà usufruire del credito di imposta? Pur in assenza di chiarimenti ufficiali, la risposta non può che essere affermativo non essendovi preclusioni nella legge. Attenzione, però, occorrerà in questi casi che siano stati rispettati i nuovi obblighi formali della legge 160/2019, tra cui, in particolare, il richiamo della disposizione nella fattura del fornitore. Sarebbe dunque opportuno che i fornitori indicassero comunque nelle loro fatture per beni potenzialmente ammessi al credito il dato normativo (commi 184-194 della legge 160/2019). Sarà poi l' acquirente a valutare se l' investimento fruisce o meno della agevolazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022561§] mercoledì 22 gennaio 2020

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

Detrazione Iva di fine anno ancora senza pace

La norma nazionale, attualmente, non consente agli operatori di esercitare su dicembre la detrazione dell' Iva pagata in detto mese, se la relativa fattura, pur emessa nei termini, arriva in gennaio. Tale situazione, però, pone la norma nazionale a rischio violazione del "principio di neutralità"

Detrazione Iva di fine anno ancora senza pace per imprese e professionisti. La norma nazionale, attualmente, non consente agli operatori di esercitare su dicembre la detrazione dell' Iva pagata in detto mese, se la relativa fattura, pur emessa nei termini, arriva in gennaio. Tale situazione, però, pone la norma nazionale a rischio violazione del «principio di neutralità», contrastando con situazioni equivalenti, dove il principio risulta invece rispettato. A denunciarlo le associazioni di categoria e dei professionisti (Confimi e Anc) che come da tempo evidenziato (nota di ieri) hanno pronta una nuova denuncia alla Commissione Ue se tale iniqua situazione non verrà sistemata nemmeno con il «milleproroghe». La vicenda. La problematica è stata innescata, com' è noto, dalle modifiche introdotte dall' articolo 2 del dl 50/2017, agli articoli 19 e 25 del dpr 633/1972 attraverso le quali (con l' obiettivo di avvicinare flusso «DTE fornitore» e flusso «DTR cliente» dello spesometro oggi venuto meno con l' obbligo della fatturazione elettronica a flusso unico) il legislatore ha inteso ridurre il dies ad quem (termine ultimo) per l' esercizio del diritto della detrazione. La previsione legislativa ha generato una particolare criticità per le fatture a cavallo dell' anno, ovvero emesse a fine dell' anno precedente ma arrivate nel successivo. Con un recente documento di prassi (circ. 1/E/2018) l' Agenzia delle entrate ha tuttavia (re) interpretato in chiave «unionale» dette disposizioni precisando che «il dies a quo da cui decorre il termine per l' esercizio della detrazione deve essere individuato nel momento in cui in capo al cessionario/committente si verifica la duplice condizione i) (sostanziale) dell' avvenuta esigibilità dell' imposta e ii) (formale) del possesso di una valida fattura redatta conformemente alle disposizioni di cui all' articolo 21 del menzionato dpr. 633» e che, fissato in detti termini il termine iniziale, «tale diritto può essere esercitato al più tardi entro la data di presentazione della dichiarazione relativa all' anno in cui si sono verificati entrambi i menzionati presupposti e con riferimento al medesimo anno». Con tale ultima precisazione è stato (ri)espanso così il dies a quem anche per le fatture di fine anno arrivate ad inizio del successivo, scongiurando i rischi di violazione denunciati alla Commissione Ue dalle citati organizzazioni datoriali e sindacali in una prima denuncia risalente maggio 2017. Le osservazioni della Commissione. A chiusura di detta denuncia (novembre 2018) la Commissione (TAXUD C3 D (2018) 50007306 e TAXUD C3 D(2018)6177124) ha osservato che: a) gli Stati possono esigere che il diritto a detrazione sia esercitato durante il periodo in cui è sorto, fermo restando che il termine biennale non sarebbe in contrasto con la direttiva; b) che l' esercizio della

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[§24022561§] mercoledì 22 gennaio 2020

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

detrazione non dovrebbe essere eccessivamente difficile o oneroso purché le modalità di tale esercizio si iscrivano nelle disposizioni della Direttiva 2006/112/CE, come nella fattispecie, per via dell' interpretazione fornita dalla citata circolare (n. 1/E/2018); c) che il dpr 100/98 non è incompatibile con il diritto dell' Ue. Possesso e retroimputazione. In merito al requisito formale del possesso della fattura, con le modifiche introdotte dal dl 119/2018 nel dpr 100/98, è inequivocabilmente prevalsa la tesi secondo la quale è possibile imputare al mese di effettuazione l' Iva delle fatture ricevute in tempo utile per la liquidazione e, più precisamente, entro il 15 del mese successivo. Con dette modifiche tuttavia il legislatore ha introdotto un' esclusione «per i documenti di acquisto relativi ad operazioni effettuate nell' anno precedente» ossia per le fatture arrivate nei primi giorni dell' anno successivo. Questa iniqua eccezione espone la norma nazionale a potenziali censure per violazione del principio di equivalenza giacché la norma funzionerebbe in modo diverso per casi identici (per esempio, a novembre e a dicembre) e, addirittura, di neutralità laddove il cessionario/committente avesse a tutti gli effetti subito la rivalsa pagando concretamente il corrispettivo la cui fattura (pur nei termini) arriva però i primi giorni dell' anno nuovo. Come comunicato ieri, le associazioni citate sono pronte ad attivare una nuova denuncia, in sede Ue, se Governo o Parlamento non rimedieranno a detta incongruenza con il decreto milleproroghe in corso di discussione. © Riproduzione riservata.

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[§24022562§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

Fattura e documento commerciale non sempre alternativi

Il corrispettivo non riscosso potrebbe rendere necessario il rilascio di altra documentazione

Nell' ambito del commercio al minuto sono tutt' altro che infrequenti le circostanze in cui al fornitore viene richiesta l' emissione della fattura . Benché quest' ultima sia sostitutiva del documento commerciale (o della ricevuta/scontrino fiscale, per coloro che sono ancora abilitati al rilascio degli stessi), può accadere che il cedente o prestatore si trovi nella condizione di emettere l' uno e l' altra. Preliminarmente è opportuno ricordare che, a decorrere dallo scorso 1° gennaio, i commercianti al minuto e coloro che esercitano attività assimilate il cui volume d' affari, nel 2018, aveva superato 400.000 euro, sono tenuti alla certificazione delle operazioni tramite il rilascio del documento commerciale , mentre, sino al prossimo 30 giugno, gli altri operatori (il cui volume d' affari non superava il limite di 400.000 euro nel 2018) possono applicare le semplificazioni di cui all' art. 12- quinquies del DL 34/2019, continuando a rilasciare ricevute o scontrini fiscali e trasmettendo telematicamente i dati dei corrispettivi entro il mese successivo a quello di effettuazione dell' operazione. Una tipica circostanza nella quale il fornitore si trova a dover emettere fattura è, ad esempio, quella in cui il cessionario sia un soggetto passivo. L' art. 22 comma 3 del DPR 633/72 dispone, infatti, che gli imprenditori che acquistano beni che formano oggetto dell' attività propria dell' impresa da commercianti al minuto siano "obbligati a richiederla". Tale scelta potrebbe peraltro non dipendere dalla richiesta del cliente, posto che, come previsto dall' art. 3 comma 2 del DPR 696/96, il "rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale" (ora leggasi "del documento commerciale") non è obbligatorio qualora per la medesima operazione sia stata emessa la fattura. Considerato che, secondo quanto previsto dall' art. 21 comma 4 primo periodo del DPR 633/72, possono trascorrere dodici giorni dal momento di effettuazione dell' operazione per la trasmissione della fattura, nelle circostanze sopra descritte potrebbe verificarsi la necessità di "certificare" l' operazione con un documento alternativo. Sul punto l' Agenzia delle Entrate si è espressa nella FAQ 21 dicembre 2018 n. 45 e, successivamente, con analoghe conclusioni, nella risposta a interpello 16 gennaio 2019 n. 7 . Nell' ipotesi in cui la fattura non sia immediatamente consegnata al cessionario, sarà consentito il rilascio al cliente di "apposita quietanza ( ex art. 1199 c.c.) che assume rilevanza solo commerciale e non fiscale". Alternativamente, sempre secondo quanto riportato nella FAQ n. 45/2018, potrà essere consegnata alla parte "una stampa della fattura ovvero la ricevuta del POS ". Resta comunque ferma la possibilità di rilasciare lo scontrino o la ricevuta fiscale (per i soggetti che ne avessero tuttora facoltà) o il documento commerciale . Altra situazione in cui potrebbero essere emessi entrambi i documenti concerne, ad esempio, la circostanza in cui le

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[§24022562§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

prestazioni siano stati rese, ma il pagamento non sia ancora avvenuto. Si pensi ai servizi alberghieri o di ristorazione nei quali viene concessa al cliente abituale la facoltà di procedere a pagamenti con cadenze prestabilite. Come segnalato nella risposta n. 486/2019 , l' esercente può in tal caso utilizzare "una fattura pro-forma o altro documento similare, compreso il documento commerciale con la dicitura « corrispettivo non riscosso »", emettendo poi la fattura al momento dell' incasso. Quest' ultima soluzione potrebbe creare, come ammesso dalla stessa Amministrazione finanziaria (risposte nn. 419/2019 e 486/2019 ), un " disallineamento " tra i dati trasmessi in via telematica (che comprendono, da un lato, il documento commerciale e, dall' altro, la e-fattura transitata mediante SdI), e quelli risultanti dalla liquidazione. Tale anomalia dovrebbe trovare però soluzione grazie all' aggiornamento del tracciato "Tipi Dati per i Corrispettivi" (si veda " Nuove regole per l' invio dei corrispettivi dal 1° luglio 2020 " del 28 dicembre 2019). Corrispettivi certificabili dalla fattura Benché, secondo quanto testé evidenziato, siano diversi i casi in cui la fattura sia preceduta dal documento commerciale, in linea generale le due certificazioni risultano alternative . In questo senso merita segnalare quanto affermato dall' Agenzia delle Entrate nella risposta a interpello n. 149/2019 . Atteso che, secondo quanto disposto dall' art. 2 comma 5 del DLgs. 127/2015, le modalità di assolvimento degli obblighi di cui all' art. 12 della L. 413/91 (secondo cui il rilascio della ricevuta/scontrino fiscale è alternativo all' emissione della fattura) sono sostituite da memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi, questi ultimi obblighi non ricorrerebbero laddove il soggetto passivo continuasse a certificare i corrispettivi mediante fattura, da emettere, generalmente, in via elettronica mediante SdI dal 1° gennaio 2019. Tale scelta non parrebbe peraltro compatibile con l' adozione dei registratori telematici, posto che tali strumenti dovrebbero comunque trasmettere i corrispettivi di ciascuna giornata, anche nel caso in cui l' importo avesse valore zero.

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[§24022563§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fatturazione Elettronica

Fatture «a cavallo d' anno», serve un intervento urgente per la detrazione IVA

ANC e Confimi chiedono una soluzione con la conversione del Milleproroghe. In caso contrario pronta la denuncia alla Commissione Ue

Associazione nazionale commercialisti e Confimi Industria (Confederazione dell' industria manufatturiera italiana) sul piede di guerra per la mancata risoluzione della questione relativa alla detrazione IVA sulle fatture "a cavallo d' anno", ovvero arrivate nei primi 15 giorni di gennaio ma relative a prestazioni effettuate nel mese di dicembre. Ad oggi, stando all' art. 1 del DPR 100/98, così come modificato dall' art. 14 del DL 119/2018, per tali tipologie di fatture non si applica la regola generale che consente l' esercizio del diritto alla detrazione per i documenti di acquisto ricevuti e annotati entro il 15 del mese successivo. La norma, infatti, esclude "i documenti di acquisto relativi ad operazioni effettuate nell' anno precedente" (si veda " Detrazione IVA nel 2020 se la fattura arriva a gennaio " del 27 dicembre). In altri termini, a differenza di tutti gli altri mesi dell' anno, l' IVA contemplata dalla fattura arrivata a gennaio ma riferita a una prestazione del mese precedente non potrà essere portata in detrazione nella liquidazione relativa a dicembre 2019, ma dovrà essere inserita in una delle liquidazioni periodiche successive, relative al 2020. Nel comunicato stampa diffuso ieri, ANC e Confimi si chiedono se questo principio, che consente di portare in detrazione l' IVA sulle fatture arrivate nei 15 giorni del mese successivo, "possa funzionare solo per 11 mesi su 12 e se sia pertanto lecito, secondo i canoni comunitari, che il legislatore introduca l' eccezione che si abbatte sulle fatture arrivate dal 1° al 15 gennaio dell' anno successivo". "Non è possibile - continuano i due enti - che, sulla stessa cosa, le regole funzionino per 11 mesi in un modo e a fine anno in un altro. Non vi sono motivi, se non quelli di voler far cassa giocando sulle differenze temporanee dei flussi ma il principio di neutralità vieta che l' IVA gravi sugli operatori intermedi". Con questa convinzione, si chiede all' Esecutivo di risolvere il problema, al più tardi, con la conversione in legge del Milleproroghe. Se anche con questo veicolo normativo non dovessero arrivare soluzioni, si procederà con una "nuova denuncia alla Commissione Ue ". Si ricorda che proprio grazie a una denuncia alla Commissione Ue da parte di ANC e Confimi si arrivò alla norma che permise, per i primi 11 mesi dell' anno, di portare in detrazione l' IVA sulle fatture arrivate nei 15 giorni successi al mese di effettuazione dell' operazione. Se non si dovesse sanare il vulnus legato al mese di dicembre, si percorrerà la stessa strada: "La denuncia è già pronta - si legge nel comunicato -. Ci basta un click". Denunce (a mezzo stampa) sulla mancata concessione della rimessione in termini a favore dei commercialisti che hanno partecipato allo sciopero dello scorso 30 settembre, invece, l' ANC ne ha già presentate tante. L' ultima scrivendo, assieme alle altre otto sigle sindacali che avevano promosso lo sciopero, addirittura al Presidente

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[§24022563§] mercoledì 22 gennaio 2020

EutekneInfo

Fatturazione Elettronica

della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui si chiedeva un intervento diretto per fare sì che fosse riconosciuto anche ai commercialisti il diritto, costituzionalmente garantito, di scioperare. Sulla rimessione in termini per lo sciopero ancora nessuna risposta Non avendo ancora ottenuto i risultati sperati, il sindacato guidato da Marco Cuchel è tornato sulla questione, attraverso un comunicato congiunto diffuso ieri assieme all' ADC, nel quale si esprime solidarietà per i dipendenti dell' Agenzia delle Entrate. Questi ultimi, a causa della carenza di personale che rende difficile il lavoro quotidiano, hanno proclamato lo stato di agitazione per domani, 23 gennaio. "Ci auguriamo - scrivono Cuchel e Maria Pia Nucera, Presidenti dell' ADC- che alla protesta dei lavoratori dell' Agenzia delle Entrate siano date dalle Istituzioni le opportune e doverose risposte . Ugualmente, ci aspettiamo che quelle stesse Istituzioni riconoscano la rimessione in termini per i commercialisti che hanno aderito allo sciopero della categoria e che, avendolo fatto nel rigoroso rispetto delle procedure e di tutte le condizioni previste, non possono continuare ingiustamente a subirne le conseguenze".

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[§24022564§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 21 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

I CONTENUTI DI TELEFISCO

LE RELAZIONI La stretta sulle compensazioni e le ritenute Luca Gaiani Il regime dei forfettari Gian Paolo Tosoni Le modifiche ai reati tributari e la regolarizzazione degli illeciti Antonio Iorio Il nuovo obbligo di contraddittorio preventivo e le novità per l' accertamento Dario Deotto La fiscalità locale e i nuovi poteri di riscossioneLuigi Lovecchio Gli Isa: revisioni, premiale e controlli Gian Paolo Ranocchi La svolta sulla tassazione del trust Angelo Busani Le novità su fattura elettronica e scontrini telematici Raffaele Rizzardi Le novità per l' Iva del 2020 (scambi intra-Ue e nuove disposizioni interne)Benedetto Santacroce I compiti di controllo di sindaci e revisori nella crisi d' impresa Nicola Cavalluzzo Le novità su contabilità e bilanci Franco Roscini Vitali Le nuove regole sugli interessi passivi e dividendi Marco Piazza Le regole per i nuovi crediti d' imposta su investimenti, attività di ricerca e sviluppo e innovazione tecnologicaPrimo Ceppellini Il bonus per le aggregazioni e le novità per le auto aziendaliRoberto Lugano GLI ALTRI CONTRIBUTI Crisi d' impresa Pier Paolo Ceroli Gli effetti di Brexit Guglielmo Maisto Il nuovo registro del Terzo settore Gabriele Sepio L' antiriciclaggio Valerio Vallefuoco.

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[§24022565§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 32 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Confimi denuncia la violazione del principio di neutralità per i documenti di dicembre

La detrazione Iva senza pace

Stop allo sconto se la fattura è pagata a gennaio

FABRIZIO G. POGGIANI E FRANCESCO ZUECH

Detrazione Iva di fine anno ancora senza pace per imprese e professionisti. La norma nazionale, attualmente, non consente agli operatori di esercitare su dicembre la detrazione dell' Iva pagata in detto mese, se la relativa fattura, pur emessa nei termini, arriva in gennaio. Tale situazione, però, pone la norma nazionale a rischio violazione del «principio di neutralità», contrastando con situazioni equivalenti, dove il principio risulta invece rispettato. A denunciarlo le associazioni di categoria e dei professionisti (Confimi e Anc) che come da tempo evidenziato (nota di ieri) hanno pronta una nuova denuncia alla Commissione Ue se tale iniqua situazione non verrà sistemata nemmeno con il «milleproroghe». La vicenda. La problematica è stata innescata, com' è noto, dalle modifiche introdotte dall' articolo 2 del dl 50/2017, agli articoli 19 e 25 del dpr 633/1972 attraverso le quali (con l' obiettivo di avvicinare flusso «DTE fornitore» e flusso «DTR cliente» dello spesometro oggi venuto meno con l' obbligo della fatturazione elettronica a flusso unico) il legislatore ha inteso ridurre il dies ad quem (termine ultimo) per l' esercizio del diritto della detrazione. La previsione legislativa ha generato una particolare criticità per le fatture a cavallo dell' anno, ovvero emesse a fine dell' anno precedente ma arrivate nel successivo. Con un recente documento di prassi (circ. 1/E/2018) l' Agenzia delle entrate ha tuttavia (re) interpretato in chiave «unionale» dette disposizioni precisando che «il dies a quo da cui decorre il termine per l' esercizio della detrazione deve essere individuato nel momento in cui in capo al cessionario/committente si verifica la duplice condizione i) (sostanziale) dell' avvenuta esigibilità dell' imposta e ii) (formale) del possesso di una valida fattura redatta conformemente alle disposizioni di cui all' articolo 21 del menzionato dpr. 633» e che, fissato in detti termini il termine iniziale, «tale diritto può essere esercitato al più tardi entro la data di presentazione della dichiarazione relativa all' anno in cui si sono verificati entrambi i menzionati presupposti e con riferimento al medesimo anno». Con tale ultima precisazione è stato (ri)espanso così il dies a quem anche per le fatture di fine anno arrivate ad inizio del successivo, scongiurando i rischi di violazione denunciati alla Commissione Ue dalle citati organizzazioni datoriali e sindacali in una prima denuncia risalente maggio 2017. Le osservazioni della Commissione. A chiusura di detta denuncia (novembre 2018) la Commissione (TAXUD C3 D (2018) 50007306 e TAXUD C3 D(2018)6177124) ha osservato che: a) gli Stati possono esigere che il diritto a detrazione sia esercitato durante il periodo in cui è sorto, fermo restando che il termine

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[§24022565§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

biennale non sarebbe in contrasto con la direttiva; b) che l' esercizio della detrazione non dovrebbe essere eccessivamente difficile o oneroso purché le modalità di tale esercizio si iscrivano nelle disposizioni della Direttiva 2006/112/CE, come nella fattispecie, per via dell' interpretazione fornita dalla citata circolare (n. 1/E/2018); c) che il dpr 100/98 non è incompatibile con il diritto dell' Ue. Possesso e retroimputazione. In merito al requisito formale del possesso della fattura, con le modifiche introdotte dal dl 119/2018 nel dpr 100/98, è inequivocabilmente prevalsa la tesi secondo la quale è possibile imputare al mese di effettuazione l' Iva delle fatture ricevute in tempo utile per la liquidazione e, più precisamente, entro il 15 del mese successivo. Con dette modifiche tuttavia il legislatore ha introdotto un' esclusione «per i documenti di acquisto relativi ad operazioni effettuate nell' anno precedente» ossia per le fatture arrivate nei primi giorni dell' anno successivo. Questa iniqua eccezione espone la norma nazionale a potenziali censure per violazione del principio di equivalenza giacché la norma funzionerebbe in modo diverso per casi identici (per esempio, a novembre e a dicembre) e, addirittura, di neutralità laddove il cessionario/committente avesse a tutti gli effetti subito la rivalsa pagando concretamente il corrispettivo la cui fattura (pur nei termini) arriva però i primi giorni dell' anno nuovo. Come comunicato ieri, le associazioni citate sono pronte ad attivare una nuova denuncia, in sede Ue, se Governo o Parlamento non rimedieranno a detta incongruenza con il decreto milleproroghe in corso di discussione. © Riproduzione riservata.

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[§24022567§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

La famiglia fa impazzire l' Irpef

Le aliquote reali. Con coniuge e due figli a carico il Fisco chiede agli autonomi fino a 106 volte in più dei dipendenti Confronto. Penalizzati anche i pensionati che non possono beneficiare del bonus Renzi e del taglio al cuneo fiscale

Marco MobiliGianni Trovati

roma Per il fisco italiano 20mila euro di reddito prodotti da un professionista o un autonomo in genere possono valere fino a 106 volte di più degli stessi 20mila euro guadagnati da un lavoratore dipendente. E preziosissimi, agli occhi dello stesso Fisco, sono anche i 20mila euro ricevuti da un pensionato: valgono il 20% in meno di quelli dell' autonomo, ma pesano 84 volte tanto quelli del dipendente. Almeno a giudicare dal conto delle tasse. Con 20mila euro di reddito e due figli a carico, l' Irpef chiede al dipendente 16,8 euro, con un' aliquota effettiva dello 0,1%, mentre pretende 1.421 euro dal pensionato e 1.786 euro dall' autonomo. Cioè, appunto, 106 volte in più. Correggi di qua e forfettizza di là, l' idea della "curva" Irpef, che dovrebbe garantire la progressività dell' imposta prevista in Costituzione, rimane ormai confinata nei capitoli teorici dei manuali di scienza delle finanze. Nella pratica quotidiana invece il fisco sui redditi è una lotteria, un «suk» per dirla con l' ex viceministro all' Economia Enrico Zanetti, in cui è impossibile ricostruire una razionalità nei numeri che escono dal bussolotto dell' Irpef. Parte da qui il dibattito sulla riforma che si sta per aprire al Mef. Dibattito che per esempio porta Italia Viva a chiedere con Luigi Marattin di «ripartire da zero» cancellando quasi integralmente il sistema attuale di aliquote, detrazioni e regimi speciali per semplificare il sistema, mentre nel Pd si guarda alla riduzione delle aliquote e nell' M5S si punta a un sistema a tre scaglioni con coefficiente famigliare. I numeri, si diceva. Quelli citati all' inizio riguardano il caso di un contribuente con coniuge e due figli a carico. E mostrano un fenomeno particolare: le bizzarrie dell' aliquota effettiva, cioè la quota del reddito lordo che Stato ed enti locali chiedono per funzionare, riguardano tutti i profili. Ma crescono con il numero di famigliari a carico. Per capirlo basta guardare il grafico in pagina, che tiene conto anche delle addizionali e degli effetti del progetto governativo sul cuneo fiscale. Prendiamo il caso di un reddito da 25mila euro. Al contribuente senza famigliari a carico, il fisco chiede il 15,3% se è un lavoratore dipendente, quasi pareggiando il 15% imposto dalla cosiddetta Flat Tax degli autonomi. Ma se il reddito è da pensione, la richiesta effettiva volta al 20,7%. Basta un coniuge a carico per allargare queste forbici, passando dal 12,6% del dipendente al 17,9% del pensionato (l' autonomo resta fedele alla tassa piatta del 15%), ma se si

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[§24022567§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

aggiungono due figli le differenze fra le tipologie di reddito diventano una voragine: 6,7% di aliquota effettiva per il dipendente, e 12,1% per il pensionato. In questo caso tramonta anche il 15% degli autonomi: perché l' Irpef tradizionale, con le sue detrazioni, porta la richiesta al 13,3%. E nel confronto non va dimenticato il peso dei contributi, esclusi da questi calcoli ma assai presenti nella realtà quotidiana, che sono interamente a carico del professionista o dell' artigiano. Quello che emerge è una sorta di scambio tacito con i dipendenti, che restano i protagonisti veri del gettito: prelievo alla fonte in cambio di aliquote reali più leggere fino a un certo livello di reddito. Scambio discutibile, e soprattutto non previsto da una strategia dichiarata. Questo balletto di aliquote reali, che finiscono per non essere nemmeno lontane parenti di quelle legali scritte nel Testo unico delle imposte sui redditi, sono un effetto collaterale del maquillage infinito a cui è sottoposta da anni l' imposta sui redditi delle persone fisiche. Perché ovviamente agli occhi del fisco i figli sono tutti uguali, e producono le stesse detrazioni per dipendenti e autonomi. Ma sul conto finale incidono le mille variabili che rendono quegli sconti più o meno pesanti a seconda delle situazioni. Si crea così una sorta di quoziente famigliare al contrario, che in proporzione penalizza pensionati e autonomi al crescere dei famigliari a carico. «Per correggere questo fenomeno - ragiona Maurizio Leo, professionista e ordinario di diritto tributario alla Scuola nazionale dell' amministrazione - sarebbe utile un meccanismo che moduli le detrazioni per carichi famigliari in base alla tipologia di reddito, per arrivare a una sorta di sconto personalizzato in grado di evitare le sperequazioni». La prova del nove arriva dal fatto che quando il reddito cresce, il fisco sui redditi diventa esoso ma equanime. E le differenze scompaiono insieme all' effetto delle detrazioni. Ma basta andare un po' più a fondo per scoprire altre bizzarrie nel caleidoscopio dell' Irpef. Secondo i calcoli dell' Ufficio parlamentare di bilancio, per esempio, lo scalone creato fra gli autonomi dal forfait produce una «trappola» che fa perdere 5.900 euro di reddito disponibile a chi si arrischiasse a dichiarare un solo euro in più rispetto alla soglia dei 65mila euro. Un altro paradosso è quello delle famiglie a reddito misto, che hanno diritto agli assegni famigliari solo se dal lavoro dipendente arriva almeno il 70% delle entrate. Nei casi vicini a questo confine, basta una piccola variazione nella composizione dei redditi, per esempio per qualche fattura in più realizzata dal coniuge lavoratore autonomo, per perdere il diritto all' assegno: anche qui, l' aliquota marginale su quella fattura supererebbe di parecchio il 100 per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022568§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 23 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

E-FATTURA

La lista riepilogativa dei trasporti non va inviata allo Sdi

Documento su prestazioni nel mese: il momento impositivo all' emissione

Alessandro MastromatteoBenedetto Santacroce

Possibile il mero rinvio a una lista riepilogativa, non necessariamente allegata al file Xml della e-fattura, per documentare natura, quantità e qualità di beni ceduti e servizi prestati; in caso di rendicontazione e fatturazione, in momenti diversi, delle prestazioni accessorie rispetto a quella di trasporto, occorre inoltre compilare la sezione dedicata alla fattura principale richiamando gli estremi del relativo documento veicolato tramite Sdi. Sono alcuni dei chiarimenti forniti dall' agenzia delle Entrate nella risposta ad interpello 8/E pubblicata ieri. L' istanza L' interpello è stato presentato da un' impresa che effettua attività di autotrasporto di merci per conto terzi, emettendo una fattura unica per tutte le prestazioni rese in ciascun mese nei confronti del medesimo cliente sulla base di una lista riepilogativa predisposta dal committente stesso e trasmessa al vettore mediante posta elettronica nei primi giorni del mese successivo. Una volta riscontrati i dati contenuti nella lista, il vettore emette una unica fattura elettronica, richiamando nell' oggetto il numero d' ordine e la lista redatta dal committente. La fatturazione di eventuali servizi accessori di trasporto, come ad esempio indennizzi per carichi e scarichi multipli, soste prolungate e soste notturne, viene effettuata con la prima successiva lista mensile. La risposta Interesse della società istante era intanto conoscere la tempistica di fatturazione; secondo la stessa si trattava di una ipotesi di fatturazione differita da realizzarsi entro il giorno 15 del mese successivo all' esecuzione dei trasporti. A tale riguardo l' Agenzia, richiamando le posizioni già rese con le risposte 389 e 528/E/2019, ha ricordato come l' emissione, entro il giorno 15 del mese successivo, di una fattura riepilogativa differita è ammessa, in base all' articolo 21, comma 4, lettera a) del Dpr 633/1972, in relazione alle operazioni rese nel mese precedente nei riguardi del medesimo cliente quando si è verificata l' esigibilità dell' imposta che, per le prestazioni di servizi, coincide con il momento di pagamento e non, come nel caso di specie, all' atto del completamento del trasporto. Si è invece in presenza di una fattura che documenta più prestazioni rese nel mese e il cui momento impositivo coincide con l' emissione della fattura, da trasmettersi a Sdi entro il dodicesimo giorno successivo alla data riportata sullo stesso documento. L' agenzia delle Entrate concorda invece con la possibilità di limitarsi, nel tracciato Xml, ad un mero rinvio alla lista riepilogativa dei trasporti effettuati senza obbligo tuttavia di allegarla o di dettagliarla nel file: l' unica prescrizione è la conservazione dell' elenco in formato cartaceo

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[§24022568§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

o elettronico. Gli obblighi descrittivi prescritti dalla lettera g) sono ritenuti pertanto in questo modo assolti, nonostante il Dl 124 del 2019 abbia riconosciuto ad agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza la possibilità di memorizzare per otto anni ed utilizzare ai fini di controllo a tutti i dati della e-fattura, compresi quelli relativi a natura, quantità e qualità di cui, di conseguenza, potrebbero non disporre. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022570§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 30 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Risposta delle Entrate sulla descrizione della prestazione dei servizi

Niente dettagli in fattura

Possibile rinviare ad un documento separato

FRANCO RICCA

È corretta la fattura che non contiene la descrizione della prestazione, ma rinvia ad un documento separato recante le informazioni dettagliate sulla natura, qualità e quantità dei servizi resi. Tale documento deve essere conservato dal contribuente, in forma cartacea o elettronica, ma non c' è l' obbligo di allegarlo alla fattura da trasmettere al Sdi. Relativamente alle prestazioni accessorie a quelle di trasporto fatturate separatamente all' operazione principale, è indispensabile richiamare nella fattura, per il necessario collegamento, gli estremi delle fatture principali; eventuali omissioni di queste indicazioni, pertanto, dovranno essere regolarizzate mediante note di credito e riemissione delle fatture debitamente compilate. È quanto emerge dalla risposta ad interpello n. 8, pubblicata dall' Agenzia delle entrate ieri, 21 gennaio 2020, in relazione ai quesiti di un' impresa di autotrasporti che procede alla fatturazione riepilogativa mensile delle prestazioni effettuate, sulla base di liste descrittive recanti le informazioni di dettaglio sui servizi resi nel mese di riferimento, predisposte dallo stesso committente e verificate dall' impresa. Al riguardo, l' agenzia ribadisce anzitutto che fatture del genere, emesse senza che si sia ancora verificata l' esigibilità dell' imposta, collegata al pagamento del corrispettivo della prestazione, non si qualificano fatture riepilogative «differite» ai sensi dell' art. 21, comma 4, del dpr n. 633/72. Si tratta, invece, di fatture che documentano più servizi che si considerano effettuati nel giorno dell' emissione delle fatture stesse; tali fatture (immediate) devono quindi essere trasmesse al Sdi entro dodici giorni dall' effettuazione dell' operazione, coincidente con la data fattura, e non entro il giorno 15 del mese successivo. Trattandosi comunque di fatture riepilogative di più prestazioni eseguite nel corso del mese nei confronti dello stesso cliente, per quanto riguarda l' obbligo di indicazione della natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell' operazione, osserva l' agenzia, valgono gli stessi oneri documentali e descrittivi richiesti dal comma 4, terzo periodo, lettera a). Richiamati quindi i chiarimenti forniti con riguardo alla fatturazione elettronica delle cessioni di beni risultanti da Ddt, l' agenzia conferma che le stesse considerazioni valgono con riguardo alla fatturazione delle prestazioni di servizi, per la quale ci si può basare, ai fini della individuazione della prestazione eseguita, della data di effettuazione e delle parti contraenti, sulla documentazione commerciale prodotta e conservata, quali ad esempio il documento attestante l' avvenuto incasso, il contratto, la nota di consegna dei lavori, la lettera d' incarico, la relazione professionale ecc. (circolare n. 18/2014). Pertanto, anche l'

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[§24022570§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

obbligo di descrivere analiticamente nella fattura il contenuto dell' operazione è assolto mediante il rinvio alla lista riepilogativa, che il contribuente può scegliere o meno di allegare al file trasmesso allo SdI, fermo l' obbligo di garantirne la conservazione in modalità cartacea o elettronica. Quanto alle modalità di fatturazione delle prestazioni accessorie ai servizi di autotrasporto, l' agenzia osserva che la circolare n. 198/1996 consente di fatturare dette prestazioni separatamente da quelle principali «salvo l' indicazione degli estremi delle fatture relative a queste ultime, per il necessario collegamento». Pertanto, qualora il contribuente non avesse richiamato, in sede di fatturazione elettronica delle prestazioni accessorie, gli estremi delle fatture emesse per i servizi principali, dovrà procedere alla regolarizzazione mediante emissione di note di variazione ai sensi dell' art. 26 del dpr 633/72 e successiva riemissione di fatture corrette. © Riproduzione riservata.

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[§24022571§] mercoledì 22 gennaio 2020

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

Ok alla fattura con gli allegati invisibili

E' corretta la fattura che non contiene la descrizione della prestazione, ma rinvia ad un documento separato recante le informazioni dettagliate sulla natura, qualità e quantità dei servizi resi. Tale documento deve essere conservato dal contribuente, in forma cartacea o elettronica, ma non c' è l' obbligo di allegarlo alla fattura da trasmettere al Sdi

È corretta la fattura che non contiene la descrizione della prestazione, ma rinvia ad un documento separato recante le informazioni dettagliate sulla natura, qualità e quantità dei servizi resi. Tale documento deve essere conservato dal contribuente, in forma cartacea o elettronica, ma non c' è l' obbligo di allegarlo alla fattura da trasmettere al Sdi. Relativamente alle prestazioni accessorie a quelle di trasporto fatturate separatamente all' operazione principale, è indispensabile richiamare nella fattura, per il necessario collegamento, gli estremi delle fatture principali; eventuali omissioni di queste indicazioni, pertanto, dovranno essere regolarizzate mediante note di credito e riemissione delle fatture debitamente compilate. È quanto emerge dalla risposta ad interpello n. 8, pubblicata dall' Agenzia delle entrate ieri, 21 gennaio 2020, in relazione ai quesiti di un' impresa di autotrasporti che procede alla fatturazione riepilogativa mensile delle prestazioni effettuate, sulla base di liste descrittive recanti le informazioni di dettaglio sui servizi resi nel mese di riferimento, predisposte dallo stesso committente e verificate dall' impresa. Al riguardo, l' agenzia ribadisce anzitutto che fatture del genere, emesse senza che si sia ancora verificata l' esigibilità dell' imposta, collegata al pagamento del corrispettivo della prestazione, non si qualificano fatture riepilogative «differite» ai sensi dell' art. 21, comma 4, del dpr n. 633/72. Si tratta, invece, di fatture che documentano più servizi che si considerano effettuati nel giorno dell' emissione delle fatture stesse; tali fatture (immediate) devono quindi essere trasmesse al Sdi entro dodici giorni dall' effettuazione dell' operazione, coincidente con la data fattura, e non entro il giorno 15 del mese successivo. Trattandosi comunque di fatture riepilogative di più prestazioni eseguite nel corso del mese nei confronti dello stesso cliente, per quanto riguarda l' obbligo di indicazione della natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell' operazione, osserva l' agenzia, valgono gli stessi oneri documentali e descrittivi richiesti dal comma 4, terzo periodo, lettera a). Richiamati quindi i chiarimenti forniti con riguardo alla fatturazione elettronica delle cessioni di beni risultanti da Ddt, l' agenzia conferma che le stesse considerazioni valgono con riguardo alla fatturazione delle prestazioni di servizi, per la quale ci si può basare, ai fini della individuazione della prestazione eseguita, della data di effettuazione e delle parti contraenti, sulla documentazione commerciale prodotta e conservata, quali ad esempio il documento attestante l' avvenuto

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[§24022571§] mercoledì 22 gennaio 2020

italiaoggi.it

Fatturazione Elettronica

incasso, il contratto, la nota di consegna dei lavori, la lettera d' incarico, la relazione professionale ecc. (circolare n. 18/2014). Pertanto, anche l' obbligo di descrivere analiticamente nella fattura il contenuto dell' operazione è assolto mediante il rinvio alla lista riepilogativa, che il contribuente può scegliere o meno di allegare al file trasmesso allo SdI, fermo l' obbligo di garantirne la conservazione in modalità cartacea o elettronica. Quanto alle modalità di fatturazione delle prestazioni accessorie ai servizi di autotrasporto, l' agenzia osserva che la circolare n. 198/1996 consente di fatturare dette prestazioni separatamente da quelle principali «salvo l' indicazione degli estremi delle fatture relative a queste ultime, per il necessario collegamento». Pertanto, qualora il contribuente non avesse richiamato, in sede di fatturazione elettronica delle prestazioni accessorie, gli estremi delle fatture emesse per i servizi principali, dovrà procedere alla regolarizzazione mediante emissione di note di variazione ai sensi dell' art. 26 del dpr 633/72 e successiva riemissione di fatture corrette. © Riproduzione riservata.

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[§24022572§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

l' intervistaFernando Di Nicola. L' esperto ed ex superispettore del Secit: «Semplificare i panieri con prelievi al 7,5% e al 20%»

«Con un' Iva a due aliquote più contrasto all' evasione»

M. Mo.

Pur avendo sterilizzato clausole per oltre 23 miliardi i problemi dell' Iva sono ancora tutti sul tappeto. E non solo perché a fine 2020 il Governo si troverà a fare i conti con una nuova clausola da circa 20 miliardi da stoppare, ma soprattutto perché l' imposta più evasa dagli italiani (il tax gap è a 33,6 miliardi di euro) è ormai datata e richiede una profonda revisione. Come spiega Fernando Di Nicola, ex super ispettore del Secit, ora all' Inps ma fino a poco tempo fa in forze al ministero dell' Economia, «i problemi dell' Iva italiana sono tali da richiedere una vera riforma in grado di riallocare beni e servizi anche in sole due aliquote, semplifichi drasticamente la struttura per gruppi di beni affini, razionalizzi la percentuale di carico evitando inspiegabili disparità, infine - last but not least - consenta un significativo recupero di gettito». Inoltre da una rimodulazione dell' Iva si potranno sia ridurre gli spazi di manovra per gli evasori sia recuperare una buona dote di risorse da redistribuire ai contribuenti con la riforma dell' Irpef. Un' Iva a quattro aliquote non è più sostenibile? L' Imposta italiana oggi è dispersa in tre aliquote principali sui consumi (4%, 10% e 22%) più un' aliquota del 5% che ci avvicina ai vertici mondiali "dell' astrusità fiscale". Dal 23 luglio 2017 in Italia basilico, rosmarino e salvia, freschi, nonché l' origano a rametti o sgranato, destinati all' alimentazione, oltre alle piante allo stato vegetativo di basilico, rosmarino e salvia (ma non le piante di origano!) scontano un' aliquota del 5 per cento. Dal 1° gennaio anche i prodotti per l' igiene intima femminile, ma solo se "biodegradabili". I detrattori della riforma dell' Iva sbandierano problemi di recessione e penalizzazioni per i ceti meno abbienti soprattutto sui prodotti alimentari. È davvero così? Non proprio. Oggi guardando la tabella dell' Iva assistiamo a una dispersione delle aliquote alimentari su tutte le aliquote, con una logica che sembra sempre più aver perso le sue ragioni. Si può dire ad esempio che alcuni prodotti freschi o surgelati "civetta" (pane, pasta e ortofrutta su tutti) sono al 4%, mentre tutte le preparazioni alimentari industriali sono al 10%, con l' aggiunta di uova, formaggi, pesce, carne, per citare alimenti di assoluto rilievo. Ma non mancano altri paradossi: acqua minerale (per molti un obbligo, considerato lo stato delle tubature comunali a ridotta manutenzione) e caffè, che costano il 4% in mensa, il 10% se serviti in bar e ristoranti, il 22% se acquistati in

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[§24022572§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

negozio. Di fatto, è diventata prevalente la spesa alimentare ad aliquota superiore al 4%, cosicché le famiglie meno abbienti non subirebbero un aggravio dal loro accorpamento attorno ad un' aliquota intermedia, come ad esempio il 7,5 per cento. Distorsioni solo sul fronte alimentare e sulle aliquote ridotte o è un fenomeno più generale? No. Anche tra il 10% ed il 22% esistono rilevanti e inspiegabili differenziazioni: in una nazione come l' Italia, povera di risorse energetiche, soluzioni di consumo fondate sul gas (anche qui con complicate distinzioni) sono gravate dal 22%, mentre l' energia elettrica è al 10%. In tal modo ogni la scelta inerente i fornelli costa il 22% se fondata sul gas, il 10% se fondata sull' elettricità; stessa cosa per l' ancor più rilevante riscaldamento, che come noto può essere organizzato basandosi sul gas come sull' elettricità, (ma quest' ultima risulta favorita dall' aliquota del 10%, nonostante un rendimento energetico in genere inferiore). Un sistema a più aliquote si dice da sempre che favorisca l' evasione. Come la vede da ex super 007 del Fisco? È innegabile che con più aliquote si possa favorire una sorta di evasione "intermedia" che trae ispirazione dalla differenziazione delle aliquote all' acquisto ed alla vendita. Anche per questo andrebbero riscritte tornerebbe utile semplificare le tabelle dei beni e servizi prevedendo solo due aliquote sul modello tedesco: tutti i beni alimentari tassati con una aliquota intermedia tra il 4 ed il 10% (ad es. 7,5%) e un' aliquota ordinaria ridotta rispetto ad oggi (ad esempio 20%) per tutti gli altri beni e servizi. Con quali benefici? Una drastica semplificazione applicativa e riduzione dei costi di adempimento e consulenza. Un taglio secco all' evasione - a parità delle capacità di controllo - e una tutela redistributiva senza gravare i decimi più poveri di popolazione, a maggior consumo di alimenti che oggi sono per lo più al 10 per cento. Verrebbero cancellate disparità di aliquota per beni simili, con obiettivi anche ecologici di razionalizzazione e contenimento dei consumi energetici e non da poco conto per i conti dello Stato si potrebbero recuperare 7 miliardi, tra contrasto all' evasione ed effetto della riallocazione dei beni su due aliquote (7,5-20%). E il costo sul piano politico? Non lo ritengo elevato. Sarebbe facile comprendere che se pago qualcosa in più il pane e la pasta, ma riduco il costo di quasi tutti gli altri cibi, non vedo peggiorare drasticamente le finanze familiari e contribuisco ad una manovra che altrimenti graverebbe sui bilanci in altre forme. Ma il policy maker, in questi ultimi 10 anni, non è stato disposto a fare una riforma, preferendo "spostare" le aliquote,

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[§24022572§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

peraltro spesso virtualmente, anziché riallocare le voci di consumo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022573§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 18 La Stampa Fisco e Dichiarazioni

la rosa di quindici candidati

Banco Bpm vara la lista per il cda Tononi presidente affianca Castagna

Fumata bianca per la lista predisposta dal consiglio di amministrazione di Banco Bpm in vista del rinnovo del cda della banca, che scadrà con l' assemblea del prossimo 4 aprile. La rosa di quindici candidati conferma l' amministratore delegato Giuseppe Castagna e candida Massimo Tononi alla presidenza, mentre Mauro Paoloni sarà vicepresidente unico. Banchiere cresciuto in Goldman Sachs, assistente personale di Romano Prodi all' Iri, sottosegretario al Mef con Tommaso Padoa-Schioppa e poi presidente di Borsa Italiana e Mps, Tononi, è stato ritenuto l' uomo giusto per superare i bilanciamenti territoriali che hanno caratterizzato il primo triennio di vita del Banco, nato nel 2017 dalla fusione tra Bpm e il Banco Popolare. Nella lista di quindici candidati figurano anche Marina Mantelli, Maurizio Comoli, Luigia Tauro, Carlo Frascarolo, Costanza Torricelli, Eugenio Rossetti, Giulio Pedrollo, Manuela Soffientini, Mario Anolli, Paola Galbiati, Chiara Laudanna, Claudio Rangoni Machiavelli. e.r. - © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022574§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 2 La Nazione Fisco e Dichiarazioni

Bonaccini rivendica il buon governo Borgonzoni: siamo i liberatori

Grande successo per il faccia a faccia nella sede del Resto del Carlino Fair play iniziale, ma alla fine lo scontro si accende e volano le stoccate

di Federico Del Prete BOLOGNA «Pensavo di avere un' avversaria, me ne sono trovato un altro». «Mi avete denigrato in tutti i modi, è stata una campagna elettorale triste, triste, triste». Tra i due sfidanti, il pepe arriva alla fine. Dopo un' ora di sostanziale fair play, senza punzecchiarsi troppo e rimanendo spesso e volentieri sulla difensiva. Forse perché tutte le previsioni parlano di arrivo al fotofinish e, dunque, meglio evitare passi falsi e azzardi fatali. Lucia Borgonzoni e sono stati protagonisti del confronto organizzato nella sede del Qn- il Resto del Carlino a Bologna: 'arbitro' il direttore Michele Brambilla, in un match - lo hanno riconosciuto entrambi - in cui finalmente si è provato a dare più spazio a programmi e proposte. Rispetto a novembre, quando i candidati si sfidarono in tv a 'Cartabianca', i volti sono stanchi e le voci roche. Conseguenza di due mesi di tour in giro per la Regione e di influenze, gioco forza, non curate. Ironia della sorte, il primo round è sulla sanità. «È stato il vostro governo a definirci regione 'benchmark'», ribadisce Bonaccini, ripercorrendo i primati dell' Emilia-Romagna a trazione centrosinistra: «C' è da migliorare, certo, fisseremo a sei ore l' attesa massima in Pronto Soccorso e assumeremo migliaia di professionisti, ma qui il modello lombardo non passerà». Replica Lucia: «Tutto funziona, perché c' è gente fa tantissimi straordinari. Noi vogliamo il privato, ma accreditato, perché questo sistema ne ha bisogno». Il governatore uscente snocciola numeri, risultati e primati. La sua preparazione bilancia un' immagine più ingessata. La leghista appare più sciolta, ma pecca di concretezza su ambiente e lavoro: «La mia ricetta è sedersi a un tavolo e ascoltare, per trovare la soluzione migliore». Sulle tasse il primo battibecco. La Borgonzoni promette «il taglio dell' Irpef, si può fare», Bonaccini affonda: «Sì, ma dove trovi i soldi? Sarebbero 300 milioni in meno per la sanità». Sull' autonomia, invece, va in scena un corto circuito politico. È un cavallo di battaglia storico della Lega, ma ad attaccare, invece, è proprio il governatore uscente: «Magari il governo gialloverde ce l' avesse concessa: un euro qui viene speso molto meglio che a Roma». Parole impensabili solo qualche anno fa. La Borgonzoni abbozza: «È colpa del M5s, come fai a portarla a casa ora che ci governi insieme?». La sfidante incalza, per ben due volte, sulla vicenda di Jolanda di Savoia: «Sicuro non ci siano state pressioni? Bonaccini non risponde». E lui: «È surreale piegare la discussione su un Comune di 3mila abitanti».

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[§24022574§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Nazione Fisco e Dichiarazioni

Finiscono le domande, si chiude con gli appelli al voto. I due sfidanti bevono un bicchiere d' acqua e si schiariscono la voce. «La mia avversaria è stata oscurata, parlano di mandare a casa il Governo e non di Emilia- Romagna», attacca Bonaccini: «Ci hanno chiamato pattumiera d' Italia e una regione da liberare, ma mentre lei posta foto di gattini, io avanzato proposte concrete». Lucia non fa una piega: «Non diciamo che è tutto sbagliato, ma che aggiusteremo quello che c' è da migliorare. Sono 50 anni che promettete le stesse soluzioni, ora possiamo ricominciare a sognare e vincere». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022575§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 6 La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

Il personaggio

Borgonzoni, gaffe e promesse La candidata imposta da Salvini per "liberare" l' Emilia rossa

DI ELEONORA CAPELLI

In principio fu il Trentino, indicato come regione confinante dell' Emilia Romagna dalla candidata leghista Lucia Borgonzoni. Da quello scivolone radiofonico, pronunciato ai microfoni di "Un giorno da Pecora", sono passati lunghi mesi di una campagna elettorale che ieri Borgonzoni ha definito «triste». E dire che la donna scelta da Matteo Salvini per la sfida in Emilia, nonostante molte riserve avanzate dagli alleati, non è certo alla prima sfida importante. A 43 anni ha già mandato al ballottaggio il sindaco Pd di Bologna alle elezioni del 2016, oltre ad essere stata eletta in parlamento e quindi scelta come sottosegretario alla cultura. Ma questa volta la posta in gioco è molto più alta, si tratta di "Liberare l' Emilia", secondo lo slogan. Una mira così ambiziosa da aver spinto il suo staff della comunicazione, scelto direttamente tra i migliori a disposizione del Carroccio, a diffondere una enorme quantità di sue foto insieme agli "amici pelosetti". Cioè cani, gattini, coniglietti. Sempre abbracciati teneramente, alla fine anche con un po' di polemica: «Forse il mio sfidante non ama gli animali?». In realtà per Borgonzoni si è trattato di un cammino tutto in salita. «Non credo di essere un genio ma sono una persona normale che cerca di metterci la testa - si è sfogata ieri durante un confronto con il suo avversario Stefano Bonaccini - sfido chiunque a dire che si è trovato male lavorando con me». A tenere banco sono state spesso le sue gaffe. Che sono diventate veri e propri ritornelli, persino dei "meme" su Internet. Ancora oggi, nei cori dei contestatori che aspettano Matteo Salvini a ogni piè sospintolungo la via Emilia, si può sentire l' urlo: «Dov' è Lucia, in Trentino?». Già durante le amministrative bolognesi il "curriculum" le aveva creato qualche grattacapo, con la frequentazione in gioventù del centro sociale Link documentata da foto amatoriali. Oppure la discendenza dal pittore Aldo Borgonzoni, molto vicino al Partito Comunista e al sindaco Giuseppe Dozza. Tanto che ancora oggi il padre di Lucia ne regala i quadri alle Sardine per sostenere la battaglia contro la Lega. Ma la vera "grana" stavolta sono state alcune dichiarazioni. Nella serata del PalaDozza che i leghisti fanno di tutto per dimenticare - in quel 14 novembre che ha visto nascere le Sardine in piazza Maggiore - Borgonzoni ha lanciato la sua proposta sugli ospedali. La candidata ha detto che sarebbe giusto, come in Veneto e in Lombardia, averli aperti anche al sabato e alla domenica. Un' affermazione che ha acceso l' ironia anche nei meno interessati alla politica. «Lavoro al 118, ma dal venerdì sera le persone che raccolgo le lascio a morire in un fosso - era uno delle centinaia di tweet sul tema - perché da noi gli ospedali sono chiusi ». In realtà la proposta nasceva da un ragionamento:

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[§24022575§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

per ridurre le liste d' attesa, bisognerebbe poter fare visite e esami nel week-end o addirittura la notte. Ma la spiegazione non era stata molto chiara. Il tasto dolente, in ogni caso, resta la geografia. Quando Borgonzoni ha annunciato di voler trasformare l' Emilia nella «regione dei due mari» un brivido ha percorso le schiene degli astanti. Si trattava di stipulare nuovi accordi con le regioni confinanti, ma è sfuggito ai più l' interesse di portare i turisti da una costa all' altra dell' Italia, in una specie di improbabile vacanza acrobatica. Ancora, per dare appuntamento agli elettori a Bologna, Borgonzoni ha pubblicato su Facebook la sua foto nella splendida cornice di Ferrara. Niente di grave, ma non c' è bolognese che non l' abbia notato. Ieri è stato affrontato nel faccia a faccia con Bonaccini il tema dell' economia: Borgonzoni propone di azzerare l' Irpef e Bonaccini fa notare che le risorse nel bilancio della Regione non ci sono. «Come avevamo trovato le risorse per la flat tax, troveremo quelle per l' Irpef» la risposta. Ma la flat tax non c' è e quindi sembra di poter concludere che anche l' azzeramento dell' Irpef sia a rischio. La candidata accusata sempre di essere stata messa in ombra da Salvini, che ha passato la campagna elettorale in piccoli appuntamenti, dagli allevamenti di galline ai collezionisti d' auto d' epoca, in realtà la faccia ce l' ha messa. Proprio sul versante più scivoloso, quello dei dati, delle cifre, delle competenze. La sfidante Lucia Borgonzoni, bolognese, 43 anni è senatrice della Lega e candidata della destra alla Regione.

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[§24022576§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Credito di imposta fino al 40% con un massimo di 10 milioni

I beni devono avere le stesse caratteristiche degli ex iperammortizzabili

Pagina a cura diLuca Gaiani

Investimenti in beni industria 4.0 con credito di imposta variabile tra il 40% e il 20%, ma con un tetto assoluto di 10 milioni di costo agevolabile. Il comma 189 della legge di Bilancio 2020 agevola gli investimenti in beni ricompresi nell' allegato A) alla legge 232/2016 effettuati nel 2020 e nel primo semestre 2021 con ordini e acconti del 20% entro la fine dell' anno in corso. Necessari adempimenti formali a partire dal richiamo alla legge nelle fatture del fornitore. Requisiti oggettivi Per usufruire del credito di imposta del 40-20%, gli investimenti (beni nuovi e strumentali destinati a strutture italiane) devono possedere le caratteristiche degli ex "iperammortizzabili" della legge 232/2016. I beni dell' allegato A) alla legge 232/2016, per rientrare tra quelli agevolabili con il credito di imposta, devono possedere i 5 requisiti indicati nel par. 11.1 della circolare 4/E/2017 (riferita all' iperammortamento ma le cui indicazioni dovrebbero essere confermate per la nuova agevolazione): controllo per mezzo di Cnc e/o Plc (Programmable logic controller); interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program; integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine; interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive; rispondenza ai parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro. Devono poi essere verificate almeno due su tre delle caratteristiche (pure riportate nella circolare) necessarie per renderli assimilabili a sistemi cyberfisici. Il credito di imposta 4.0 (20-40%) non spetta agli esercenti arti e professioni. Credito in cinque anni Il credito è pari al 40% del costo fino a 2,5 milioni e al 20% per la parte di costo compresa tra 2,5 e 10 milioni. Oltre quest' ultimo ammontare, non spetta alcun beneficio. Ad esempio, per un investimento di 10 milioni (o oltre) con caratteristiche 4.0, il credito sarà pari a 2,5 milioni. Il credito di imposta si potrà compensare in F24 (senza impattare sui limiti annuali di compensazione di 700mila e 250 mila euro previsti dalla legge 388/2000 e dalla legge 244/2007) in cinque quote annuali. L' utilizzo del credito parte dall' anno successivo alla entrata in funzione, oppure dall' anno seguente a quello in cui avviene l' interconnessione, se quest' ultima è differita rispetto all' entrata in funzione. Come già indicato nella risoluzione 110/E/2019, per i crediti da incentivi (compreso dunque quello in esame) non valgano le nuove restrizioni sulla compensazione e dunque l' obbligo di impiego solo decorsi dieci giorni dalla presentazione della dichiarazione (articolo 3, Dl 124/2019). Il credito (come pure quello del 6% per i beni non 4.0) non concorre a formare il reddito imponibile

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[§24022576§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

(Ires o Irpef) e neppure la base imponibile dell' Irap. Il credito di imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto, tenendo conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito. Decadenza se si cedono i beni Il credito (sia quello 4.0 che quello per investimenti ex superammortizzabili) viene ricalcolato al ribasso, in modo proporzionale, in caso di cessione o di destinazione a strutture estere dei beni agevolati entro il 31 dicembre del secondo anno seguente a quello di acquisto. Non si decade in caso di effettuazione di investimenti sostitutivi (legge 205/2017 commi 35 e 36). Il maggior credito di imposta eventualmente già compensato in F24 rispetto a quello ricalcolato deve essere versato entro il termine per il saldo delle imposte dell' esercizio in cui è avvenuta la cessione. Non si applicano sanzioni o interessi. Il credito non riguarda gli investimenti 2020 che rientrano nella coda temporale prevista dalle precedenti disposizioni. Chi ha ordinato i beni ammortizzabili, con l' acconto del 20%, entro la fine del 2019 continuerà cioè ad usufruire, per gli investimenti effettuati nel primo semestre 2020, del superammortamento del 30%, nonché per quelli effettuati nell' intero anno 2020 dell' iper a scaglioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022578§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 35 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Il presidente Cnai Orazio Di Renzo commenta le misure in manovra

Cuneo fiscale, una beffa

Più che un taglio è una leggera sforbiciata

MANOLA DI RENZO

Più che un taglio, è una leggera sforbiciata. Questo è ciò che ha in programma di mettere in atto l' attuale esecutivo, per quanto concerne la pressione fiscale. Viene, infatti, impropriamente definito un taglio del cuneo fiscale, ma, a guardare le cifre messe nero su bianco nella proposta che è stata sottoposta ai tre sindacati dei lavoratori confederati, si evince che la disparità tra quanto disposto come risorse finanziarie e quanto sarebbe realmente necessario intercorre una distanza quasi siderale. Se difatti lo stanziamento attualmente in discussione sul tavolo di confronto (come quantificato dalla legge di bilancio 2020) per il cuneo fiscale, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro, diversi enti terzi autorevoli, tra i quali le rilevazioni del Centro Studi Cnai, attesterebbero un ammontare a regime compreso tra i 7 e i 10 miliardi di euro, come tesoretto minimo per sortire un qualche tipo di effetto sussultorio sui salari e, di riflesso, sui consumi della classe media. A seguito della conclusione, lo scorso sabato, dell' incontro organizzato dal governo con i tre sindacati confederati (che ha dato, ovviamente, esito più che positivo, a sentire le dichiarazioni al termine), è presumibile che la bozza riceverà quanto prima tutti i crismi dell' intervento ministeriale: «Tutte le parti citate gioiscono, anche se tutto questo teatrino ha poco a che vedere con la reale riforma del sistema fiscale di cui ha urgente bisogno l' Italia», avverte il presidente Cnai, Orazio Di Renzo. «Il tanto sbandierato taglio del cuneo ha un' entità estremamente modesta, ma non è l' unico difetto. Per come è stato congeniato e per come, probabilmente, verrà approntato al termine dell' iter legislativo risulterà anche estremamente macchinoso, financo dannoso per le imprese». L' intervento in oggetto, infatti, seguirebbe il principio di un doppio forno: da una parte ci sarebbe il mantenimento e il potenziamento progressivo del bonus di 80 euro dell' esecutivo Renzi (ovvero per redditi compresi tra gli 8.200 e 26 mila euro), per i redditi maggiori, tra i 20 mila e i 35/40 mila euro, invece il bonus verrebbe mantenuto come entità (seppur progressiva) ma convertito in detrazione di imposta. Tra i motivi che spingerebbero per questa soluzione composita vi è l' impossibilità di rendere detraibile il bonus Renzi, in special modo per i redditi più bassi. Ecco quindi che sono stati previsti benefici che toccano 1.200 euro annuali per la prima fascia di contribuenti, fino ai 192 annui per i redditi con tetto a 39 mila euro. La misura del governo prevedrebbe anche una estensione dei beneficiari, i quali passerebbero dagli

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[§24022578§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

attuali circa 11 milioni del bonus Renzi, a quasi 16 milioni: l' incremento più consistente sarebbe garantito dai quasi 4 milioni di nuovi beneficiari degli 80 euro. «C' è da dire che la macchinosità dell' intervento del ministero è evidente anche da un ulteriore elemento. Infatti la variazione della misura è previsto che si realizzi a partire dal primo luglio 2020», ricorda il presidente Cnai Orazio Di Renzo, «cosa che determinerà, giocoforza, un' annualità fiscale di natura ibrida, che, a sua volta, complicherà il sistema economico e produrrà una cascata di conguagli». In estrema sintesi il taglio del cuneo previsto prevede un' estensione della platea del bonus Renzi, che per la prima fascia sarebbe anche potenziato di 40 euro; per i redditi tra i 26 mila e i 35 mila gli 80 euro si tradurrebbero in detrazione, mentre tra i 35 mila e i 40 euro si attuerebbe il decalage. «Evidenziamo che tutto questo ha ben poco della riforma epocale di cui si è parlato insistentemente durante le varie campagne elettorali. Una riforma che si prefiggeva, addirittura, di aggiornare radicalmente le aliquote Irpef (eliminandone due su cinque) e introducendo al contempo il cosiddetto quoziente famigliare. Questo sta a dimostrare come l' intervento di maquillage ora in discussione, ha tutto l' aspetto di una misura di natura puramente politica, approntata alla bene e meglio, del tutto priva di alcuna visione prospettica e del tutto disinteressata verso le conseguenze che una tale improvvisazione potrebbe determinare. Il riferimento è, molto semplicemente, legato alla difficoltà di far quadrare i conti, visto che il bilancio dello Stato rimane ancora sotto lo scacco degli incrementi dell' Iva e dei vincoli europei. Non dimentichiamoci, inoltre, il ritorno negativo di questo taglio del cuneo sulle aziende e, in particolare, per le piccole e medie imprese: infatti queste ultime si troveranno a far fronte a ulteriori oneri e farraginosi adempimenti a fronte di un introito effettivo, per i lavoratori, di al massimo 20 euro al mese», ancora il presidente Di Renzo. «Si tratta di troppo lavoro che ricadrebbe in capo alle aziende, con oneri e costi di impresa non giustificati da un importo che non avrà il benché minimo effetto sul potere di acquisto della classe media». Da più parti si è poi sollevato un ulteriore interrogativo, che getta una luce inquietante sul taglio del cuneo fiscale: questo, di fatto, esclude gli incapienti da qualsiasi intervento, pensionati e soprattutto lavoratori atipici sarebbero i grandi penalizzati. Sotto gli 8.200 euro i contribuenti continueranno a non beneficiare del bonus Renzi e non se ne scorge la ragione politica o economica: «Si potrà dire che sotto questa soglia si attiva il Reddito di cittadinanza, ma è un equivoco politico. Infatti, nonostante la propaganda di governo, il Rdc non ha nulla a che fare con le politiche attive del lavoro, tanto è vero che stiamo ancora attendendo alcuni decreti attuativi di questa misura totalmente assurda. Il Rdc non è altro che il più vistoso e costoso esempio di assistenzialismo di Stato che si sia mai visto. Anzi, secondo la nostra opinione, sarebbe il caso di cessare con questo inutile e dispendioso

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[§24022578§] mercoledì 22 gennaio 2020

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intervento, per dirottare le risorse verso un reale e diffuso taglio del cuneo fiscale che interessi tutti i settori e le fette di popolazione: dagli incapienti alle Pmi», rincara il presidente Di Renzo, «Non vorremmo poi che alla fine della giostra al danno si aggiunga la beffa: infatti non vorremmo mai che, per continuare a finanziare il Rdc, con la spada di Damocle degli aumenti Iva, il governo decida di andare a pescare risorse nuovamente nelle tasche degli italiani, introducendo ulteriori balzelli. In tal modo le famiglie e le imprese si troverebbero con lo specchietto di un taglio fiscale di infima entità da una parte, ma beffati da una nuova tassazione indiretta dall' altra». © Riproduzione riservata.

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[§24022579§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 13 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

E lo Stato accantona la sanatoria: quasi 5 miliardi da recuperare

IL FOCUS ROMA Il tentativo dello Stato di recuperare l' Ici non versata dalla Chiesa tra il 2005 e il 2011 per i suoi immobili commerciali, è stato il più classico dei fuochi di paglia. Se ne è discusso subito a ridosso della sentenza della Corte di giustizia che lo scorso anno ha intimato all' Italia di recuperare le somme non versate in quei sei anni. Poi il dossier è finito in un cassetto. La cifra in ballo sarebbe rilevante, 4,8 miliardi di euro, 800 milioni per ogni anno di mancato versamento. Ma il condizionale è d' obbligo. Questa quantificazione viene attribuita all' Anci che, tuttavia, ufficialmente non l' ha mai confermata. E la ragione è semplice. Il motivo per cui i Comuni non riescono a recuperare le somme non versate dalla Chiesa per i suoi immobili commerciali tra il 2005 e il 2011 è proprio la difficoltà di individuare gli immobili da tassare ed effettuare una quantificazione del dovuto. Ci sono immobili che sono stati venduti, altri che hanno cambiato destinazione, altri per i quali è difficile separare l' attività religiosa da quella commerciale. Un labirinto nel quale è difficile districarsi a 15 anni di distanza. La Corte di giustizia europea, in realtà, aveva suggerito all' Italia una serie di meccanismi da mettere in campo per accertare l' imposta non versata. I MECCANISMI Come per esempio quello utilizzato dal Comune di Roma, ossia di mettere in campo degli ispettori per valutare caso per caso il dovuto. Un percorso così complesso che ha costretto gli accertatori del Campidoglio a issare bandiera bianca. La Corte aveva anche suggerito di utilizzare un meccanismo di «autocertificazione», ossia di chiedere ai diretti interessati quale era l' Ici evasa. La verità è che l' unica via percorribile è, probabilmente, quella che aveva individuato durante il primo governo Conte, l' allora vice ministro leghista all' Economia, Massimo Garavaglia, che aveva proposto una sorta di «pace fiscale», una sanatoria al 20-25% del dovuto. Lo Stato, se le cifre fossero quelle fatte informalmente circolare, ossia i 5 miliardi di euro, avrebbe comunque incassato un miliardo. Anche quella proposta, però, è stata al momento accantonata. Al ministero dell' Economia, almeno per adesso, nessuno ha preso in mano il dossier lasciato da Garavaglia. In Parlamento, poi, giace una proposta presentata dal senatore del Movimento Cinque Stelle Elio Lannutti. Una proposta che non guarda soltanto al passato ma anche al presente. Dopo il 2011 il governo Monti ha riformato l' Ici trasformandola in Imu e imponendo alla Chiesa di pagare se l' attività commerciale è «prevalente» su quella religiosa. Nel primo semestre del 2019 l' Apsa, che gestisce il patrimonio immobiliare del Vaticano, ha versato circa 4,5 milioni di euro

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[§24022579§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

di Imu, che su base annua diventano 9 milioni circa. I Cinque Stelle hanno sempre considerato queste somme troppo basse. La norma Monti, insomma, sarebbe facile da eludere. Così hanno proposto che a controllare i bilanci delle società o delle associazioni che gestiscono le attività comemrciali della Chiesa siano soggetti terzi, che se ne assumono la responsabilità. Ma anche di questa proposta si sono perse le tracce. Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022580§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Florovivaisti. L' aliquota si applica sul volume d' affari generato dai prodotti aqcuistati da terzi e messi in commercio

Forfait al 5% su piante e fiori rivenduti

Novità per i florovivaisti. La legge di Bilancio ha introdotto un regime forfettario per il commercio di piante vive e prodotti della floricoltura con aliquota del 5 per cento. Il comma 225 introduce il comma 3-bis nell' articolo 56-bis del Tuir, che disciplina le modalità di calcolo del reddito di impresa con riferimento ad alcune specifiche attività agricole. La nuova norma dispone che per le attività dirette alla commercializzazione di piante vive e prodotti della floricoltura acquistate da imprenditori agricoli florovivaistici, nei limiti del 10% del volume di affari, da altri imprenditori agricoli florovivaistici, il reddito da assoggettare a imposizione si determina applicando all' ammontare dei corrispettivi delle operazioni registrate o soggette a registrazione agli effetti dell' imposta sul valore aggiunto il coefficiente di redditività del 5 per cento. I requisiti per accedere a questo regime sono, quindi, tre. Il primo riguarda i soggetti che partecipano all' operazione, i quali devono essere imprenditori agricoli florovivaisti (sia chi acquista che chi vende); sono esclusi gli acquisti effettuati presso i commercianti. Il secondo requisito attiene all' ambito oggettivo, l' acquisto deve cioè riguardare piante vive e prodotti della floricoltura. Infine, l' ultimo requisito è la misura dell' acquisto che deve essere non superiore al 10% del volume d' affari, che a nostro parere deve essere considerato in modo specifico e cioè solo quello relativo alla attività floroviviastica. Al verificarsi di queste condizioni, il reddito imponibile si determina applicando un coefficiente del 5% alle operazioni registrate o soggette a registrazione ai fini Iva. Ipotizzando che un floricoltore abbia un volume d' affari pari a 100mila potrà acquistare piante vive e prodotti della floricoltura da un altro imprenditore agricolo florovivaista fino a 10mila euro che se rivendute, ad esempio per euro 14mila euro, determineranno un reddito imponibile di euro 700. Si tratta di una novità importante in quanto, in passato, le attività di mera commercializzazione svolte da agricoltori, pur essendo consentite (si pensi alla vendita diretta ai consumatori finali disciplinata dalla legge 228/2001), non avevano mai avuto un trattamento fiscale agevolato. Ai fini delle imposte dirette, le attività agricole possono essere classificate in tre categorie: le attività produttive di reddito agrario ai sensi dell' articolo 32 del Tuir; le attività produttive di reddito di impresa determinato con criteri forfettari, incluse nell' articolo 56-bis del Tuir; attività soggette a reddito di impresa determinato con criteri ordinari. L' Agenzia delle entrate, con le circolari 44E/2002 e 44E/2004, aveva escluso le cessioni di prodotti acquistati e rivenduti dall'

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[§24022580§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

agricoltore allo stato originario, dall' ambito di applicazione dell' articolo 56-bis. Mentre con risoluzione 11E/2018 aveva precisato che la potatura, rinvasatura ed altre attività di manipolazione svolte sulle piante da parte dei vivaisti sono attività agricole connesse e quindi rientranti nel reddito agrario, fermo restando il rispetto della prevalenza di prodotti propri. In sintesi con riferimento agli imprenditori florovivaisti: producono reddito agrario le attività di coltivazione e cessione di piante proprie, coltivate e cresciute nel vivaio, nonché di piante acquistate da terzi ma sottoposte a lavorazione e manipolazione nel vivaio, nei limiti della prevalenza; producono reddito di impresa determinato forfettariamente con percentuale del 5%, le cessioni allo stato originario di piante acquistate nei limiti del 10% del proprio volume d' affari da altri florovivaisti; producono reddito di impresa determinato con criteri ordinari le cessioni allo stato originario di prodotti acquistati da soggetti diversi o che eccedono i limiti del 10% nonché le cessioni di prodotti acquistati da terzi e soggetti a manipolazione ma che non rispettano il requisito della prevalenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022581§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Formazione 4.0 svincolata dai contratti collettivi

Credito in décalage a misura d' impresa Massimale a 250mila euro

Pagina a cura diAlessandro Sacrestano

La legge di Bilancio interviene sul bonus Formazione 4.0 nell' ottica di snellirne l' iter burocratico di accesso. La norma istitutiva dell' incentivo, fissata dall' articolo 1, commi da 46 a 56, della legge 205/17, risulta ora prorogata fino a tutto il 2020 e si arricchisce di una accresciuta disponibilità finanziaria concessa dalla legge di Bilancio, pari a 150 milioni di euro. Come detto, comunque, l' intervento più atteso riguarda certamente quello dettagliato nei commi da 210 a 217 dell' articolo 1. Questi ultimi, oltre a modificare i massimali di aiuto concedibile, intervengono, abrogandola, sulla previsione secondo cui l' accesso al beneficio era condizionato alla preventiva disciplina delle attività di formazione all' interno dei contratti collettivi aziendali o territoriali. L' incentivo, vale la pena ricordarlo, è finalizzato alla formazione del personale dipendente per l' acquisizione o il consolidamento esclusivamente delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale previste dal Piano nazionale impresa 4.0, quali big data e analisi dei dati, cloud, fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali. Sono, invece, escluse le attività di formazione ordinaria, come, ad esempio, quelle organizzate dall' impresa per conformarsi alle norme in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e di protezione dell' ambiente o ad altre norme obbligatorie in materia di formazione. L' accesso al beneficio è consentito a tutte le imprese, a prescindere dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato. Restano, però, escluse le cosiddette imprese "in difficoltà" e, con le modifiche introdotte con la legge di Bilancio, anche quelle oggetto di sanzioni interdittive ai sensi del Dlgs n. 231/01 e quelle non in regola con le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e con gli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. L' agevolazione è goduta attraverso la formula del credito d' imposta e deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d' imposta in cui è maturata e in quelle relative ai periodi di imposta successivi in cui il credito è impiegato. L' agevolazione spendibile è calcolata su un massimale di spesa ch risulta differenziato per soggetto beneficiario: alle piccole imprese spetta un credito d' imposta nella misura del 50% delle spese ammissibili

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[§24022581§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

nel limite massimo annuale di 300.000 euro; alle medie e grandi imprese, invece, il bonus è riconosciuto rispettivamente nella misura del 40% e del 30% delle spese ammissibili, nel limite annuale di 250mila euro. Fermo restando i massimali di spesa, il credito d' imposta è attribuito in misura maggiorata fino al 60% nel caso in cui i destinatari delle attività di formazione ammissibili rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o ultra svantaggiati. La formazione potrà essere erogata direttamente da soggetti interni all' impresa o, in alternativa, da terzi soggetti accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso la regione o provincia autonoma, università, pubbliche o private o strutture ad esse collegate, soggetti accreditati presso i fondi interprofessionali e soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma Uni En Iso 9001:2000 settore EA 37. Un ulteriore elemento di novità introdotto dalla legge di Bilancio ha incluso fra i soggetti erogatori anche gli Istituti tecnici superiori. È stato, inoltre, disposto che il credito d' imposta sia utilizzabile a decorrere dal periodo d' imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili, esclusivamente in compensazione con obbligo, in capo alle beneficiarie, di effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Cade, come anticipato, l' obbligo di disciplinare espressamente lo svolgimento delle attività di formazione in contratti collettivi aziendali o territoriali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022582§] mercoledì 22 gennaio 2020

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Fisco e Dichiarazioni

Il 730 precompilato rischia di creare nuovi adempimenti

Per colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità "consentite"

Il 730 precompilato rischia di saltare per aria. Per colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità «consentite». La problematica, che interesserà ovviamente non il 730/2020 ma quello targato 2021 relativo ai redditi 2020, non è di poco conto e rischia seriamente di trasformarsi nell' ennesimo adempimento fiscale a carico di imprese e professioni. In base a quanto disposto dall' articolo 1, commi 679 e 680 della legge 160/2019 (la legge di Bilancio 2020) infatti dal 1° gennaio 2020, ai fini dell' imposta sul reddito delle persone fisiche, la detrazione dall' imposta lorda nella misura del 19% degli oneri spetta a condizione che la spesa sia sostenuta con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili. Tra gli strumenti tracciati sono quelli identificati dall' articolo 23 del decreto legislativo 241 del 1997 ovvero i versamenti bancari o postali ovvero quelli avvenuti tramite carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari. Esclusi dall' ambito applicativo della norma, dunque detraibili anche se pagati in contanti, restano i medicinali e i dispositivi medici, nonché le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Il problema sul precompilato. Il 730 precompilato è strutturato e costruito grazie a ben 13 adempimenti a carico di imprese, professionisti e intermediari che comunicano all' Agenzia delle entrate la tipologia e gli importi delle tax expenditures che i contribuenti poi ritrovano nel dichiarativo. Dalle spese sanitarie comunicate al portale TS (tessera sanitaria) dal settore sanitario, alle comunicazioni inviate delle università sulle rette, fino al mare magnum di invii di banche e intermediari per interessi passivi dei mutui, premi assicurativi e quote di previdenza complementare: il 730 precompilato sta di fatto in piedi grazie a una serie infinita di input «esterni» che l' Agenzia ha solo il compito di recepire e reindirizzare nelle «caselle» del modello. Con il sistema attuale l' Agenzia non è in grado di conoscere la modalità di pagamento delle stesse ed il rischio appunto è che i dati indicati nel precompilato benché effettivamente esistenti, non rispettino i nuovi requisiti richiesti per la detraibilità perché non pagati con mezzi tracciati. La soluzione di certo a carico di imprese

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[§24022582§] mercoledì 22 gennaio 2020

italiaoggi.it

Fisco e Dichiarazioni

e professionisti. È da dire che i principali oneri detraibili viaggiano già tramite strumenti tracciati e di certo non è possibile accantonare e sconfessare l' impianto del 730 precompilato buttando all' aria un investimento considerevole (fatto a spese dei contribuenti). La soluzione a questo punto è una soltanto, sempre la stessa: un altro adempimento a carico di imprese e professionisti o meglio, l' implementazione dell' adempimento esistente. Le varie comunicazione attualmente inviate all' Agenzia delle entrate dovranno infatti essere tutte integrate riportando il dettaglio del pagamento (se pagate tracciate) oppure, dovranno essere inviati unicamente i dati degli oneri che hanno i requisiti per essere poi effettivamente riportati in dichiarazione e detratti. In poche parole asili nido, università, medici ed imprese funebri diventeranno indirettamente «certificatori» integrando le comunicazioni per il precompilato con le modalità di pagamento, cosa che renderà l' adempimento ancora più complesso e a rischio errori. © Riproduzione riservata.

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[§24022583§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 26 La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

Il caso 5 Stelle

Il grande equivoco

DI CLAUDIO TITO

Le probabili dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento 5 Stelle non costituiscono solo il fallimento di una carriera politica. Sono la rappresentazione plastica del gigantesco e permanente equivoco che ha accompagnato la nascita e la vita della creatura grillina. Un corpo senza anima, una essenza senza natura. Che la politica e soprattutto i sistemi democratici raramente tollerano per troppo tempo. La dichiarazione di non appartenenza né alla sinistra né alla destra è di certo uno slogan efficace quando non si governa, quando si può solleticare senza conseguenze la reazione viscerale dei cittadini. Quando la semplificazione può trasformarsi in mistificazione senza alcun costo politico o elettorale. Nel momento in cui si governa, invece, le scelte sono una grande forza di gravità che trascina tutti verso il senso della realtà. E la realtà non fa sconti a nessuno. Le leggi, i decreti, le decisioni non possono essere neutrali. Obbligano chiunque a scendere in un campo e in uno solo. L' onestà, la giustizia, la correttezza sono valori che identificano virtualmente un' intera collettività. Sono una sorte di precondizione. Il passo successivo svela gli inganni che restano coperti quando si sta all' opposizione. A quel punto le opzioni si ripresentano ossessivamente e ineludibilmente: stai con l' Europa o contro, sei per l' inclusione o l' esclusione, a favore dell' economia di mercato o a sfavore, sei un alleato del Pd o della Lega. Il punto è proprio questo: i 5Stelle non sanno cosa sono, non sanno quale sia la loro natura. Sono strattonati da una costante oscillazione tra sovranismo e assistenzialismo, tra populismo e moralismo, tra un' idea visionaria del futuro e l' attaccamento alla poltrona. È inaccettabile un grado così elevato di ambiguità e contraddittorietà alla guida di un grande Paese. Non si passa da un esecutivo con Salvini a uno con Zingaretti senza alcun pegno. E Di Maio paga in primo luogo il difetto di nascita del Movimento. Non si tratta solo della fine di una leadership - se davvero lascerà il suo incarico -, si assiste semmai alla crisi strutturale di un progetto. O, come direbbero i grillini degli albori, di un non-progetto. Come se davvero ci si potesse definire per quel che non si è e non per quel che si è. L' M5S per questo sta denunciando da tempo i sintomi di una malattia esplosiva: risultati elettorali in caduta verticale, difficoltà di elaborare idee nuove, impossibilità di costruire una classe dirigente degna di questo nome. Il marzo del 2018 sembra ormai un altro secolo. In due anni si è scavato l' abisso dell' estinzione. Del resto, quando si coltiva il

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[§24022583§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Repubblica Fisco e Dichiarazioni

mantra della deprofessionalizzazione della politica si ottengono inevitabilmente questi risultati. Le leadership diventano infingimento quando sono solo il frutto di una delega e non di un consenso. Svaniscono quando il delegante cambia opinione - come sembra stia accadendo - o non sa quali siano i suoi obiettivi. Le dimissioni sono l' ultimo effetto di una tara esistenziale. Il Movimento, proprio nella sua confusione identitaria, si è da tempo immerso in una guerra per bande. Con minacce, correnti, camarille, espulsioni e fuoriuscite. Il capo politico così non può che diventare un visconte dimezzato. In particolare alla vigilia di un voto come quello emiliano che rischia di essere dirompente per i grillini e il loro rappresentante. Per non parlare della tornata amministrativa fissata per la prossima primavera. Fisiologico allora mettersi di fianco prima che la valanga travolga tutto e tutti. Questa condizione, però, non potrà che riflettersi anche sul governo Conte. La deflagrazione del Movimento, il disorientamento dei parlamentari che già pensano alla strada alternativa per tornare alla Camera o al Senato, sono una mina sotto Palazzo Chigi. L' esecutivo e la maggioranza giallorossa hanno dinanzi una serie di impegni in cui si deve scegliere: si revoca la concessione ad Autostrade oppure no? Si preferisce una riforma elettorale proporzionale o maggioritaria? In Libia si appoggia Haftar o Serraj? In autunno, nella legge di Bilancio, si taglierà l' Irpef o l' Iva? Il partito di maggioranza relativa - maggioranza relativa nel Palazzo e non nel Paese - è in grado di compiere queste scelte? O è in grado di stabilire la sua natura tanto rapidamente? Perché questa è l' epoca delle posizioni nette. L' oceano dell' indistinto genera solo l' onda della sconfitta. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022584§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 31 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

La problematica interesserà il 730 targato 2021, quello relativo ai redditi del 2020

Il precompilato rischia il botto

Spese cash e tracciabili non sono tra loro distinguibili

GIULIANO MANDOLESI

Il 730 precompilato rischia di saltare per aria. Per colpa del nuovo obbligo che vincola i contribuenti a pagare tramite mezzi tracciati gli oneri detraibili pena la perdita dello sconto fiscale stesso, il 730 precompilato rischia di essere un vero e proprio flop poiché non in grado (senza input esterni) di distinguere tra spese sostenute cash e attraverso modalità «consentite». La problematica, che interesserà ovviamente non il 730/2020 ma quello targato 2021 relativo ai redditi 2020, non è di poco conto e rischia seriamente di trasformarsi nell' ennesimo adempimento fiscale a carico di imprese e professioni. In base a quanto disposto dall' articolo 1, commi 679 e 680 della legge 160/2019 (la legge di Bilancio 2020) infatti dal 1° gennaio 2020, ai fini dell' imposta sul reddito delle persone fisiche, la detrazione dall' imposta lorda nella misura del 19% degli oneri spetta a condizione che la spesa sia sostenuta con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili. Tra gli strumenti tracciati sono quelli identificati dall' articolo 23 del decreto legislativo 241 del 1997 ovvero i versamenti bancari o postali ovvero quelli avvenuti tramite carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari. Esclusi dall' ambito applicativo della norma, dunque detraibili anche se pagati in contanti, restano i medicinali e i dispositivi medici, nonché le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Il problema sul precompilato. Il 730 precompilato è strutturato e costruito grazie a ben 13 adempimenti a carico di imprese, professionisti e intermediari che comunicano all' Agenzia delle entrate la tipologia e gli importi delle tax expenditures che i contribuenti poi ritrovano nel dichiarativo. Dalle spese sanitarie comunicate al portale TS (tessera sanitaria) dal settore sanitario, alle comunicazioni inviate delle università sulle rette, fino al mare magnum di invii di banche e intermediari per interessi passivi dei mutui, premi assicurativi e quote di previdenza complementare: il 730 precompilato sta di fatto in piedi grazie a una serie infinita di input «esterni» che l' Agenzia ha solo il compito di recepire e reindirizzare nelle «caselle» del modello. Con il sistema attuale l' Agenzia non è in grado di conoscere la modalità di pagamento delle stesse ed il rischio appunto è che i dati indicati nel precompilato benché effettivamente esistenti, non rispettino i nuovi requisiti richiesti per la detraibilità perché non pagati con mezzi tracciati. La soluzione di certo a carico di imprese e professionisti. È da dire che i principali oneri detraibili viaggiano già tramite strumenti tracciati e di certo non è possibile accantonare e sconfessare l' impianto

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[§24022584§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

del 730 precompilato buttando all' aria un investimento considerevole (fatto a spese dei contribuenti). La soluzione a questo punto è una soltanto, sempre la stessa: un altro adempimento a carico di imprese e professionisti o meglio, l' implementazione dell' adempimento esistente. Le varie comunicazione attualmente inviate all' Agenzia delle entrate dovranno infatti essere tutte integrate riportando il dettaglio del pagamento (se pagate tracciate) oppure, dovranno essere inviati unicamente i dati degli oneri che hanno i requisiti per essere poi effettivamente riportati in dichiarazione e detratti. In poche parole asili nido, università, medici ed imprese funebri diventeranno indirettamente «certificatori» integrando le comunicazioni per il precompilato con le modalità di pagamento, cosa che renderà l' adempimento ancora più complesso e a rischio errori. © Riproduzione riservata.

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[§24022586§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 13 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Imu alla Chiesa, c' è una lista Raggi salva 300 immobili Il Vaticano: pronta la mappa

Il Comune è a conoscenza dei morosi ma non è intervenuto: buco da 19 milioni Monsignor Galantino: «Noi trasparenti presto online l' elenco delle proprietà»

IL DOSSIER ROMA Diecimila immobili, magari, saranno difficili da censire. Ma il Campidoglio, in realtà, non partirebbe proprio da zero, nella partita sul recupero dell' Imu non versato per le strutture commerciali di proprietà della Chiesa. E così mentre dal Vaticano arriva un assist al Comune di Roma - sotto forma di un conteggio degli immobili di proprietà della Santa Sede - si scopre che a Palazzo Senatorio già da tempo c' è una lista di circa 300 strutture ricettive di enti e congregazioni religiose. Case vacanza e B&b, ma anche veri e propri alberghi con tutti i comfort, con tariffe comprese tra i 100 e i duecento euro per notte. FUORI REGOLA Di queste strutture, 233 risulterebbero non in regola con il pagamento delle imposte locali, da quelle sulla proprietà alla tariffa rifiuti: un potenziale contenzioso da 19 milioni di euro che rientra nel conto dal 200 milioni annui di potenziali incassi per Roma Capitale stimati nel 2016 proprio dal M5S, durante la campagna elettorale che ha condotto Virginia Raggi sul colle capitolino. A mettere in fila queste strutture è stato il deputato radicale Riccardo Magi, pescando tra quelle censite sul sito del dipartimento turismo del Campidoglio e accertando la loro posizione contributiva con gli stessi uffici comunali. Insomma, una lista già pronta a cui poter presentare i conti arretrati. Tanto che a Palazzo Senatorio c' è chi teme un danno erariale: «Roma Capitale potrebbe essere chiamata a recuperare quanto non richiesto», si legge in verbali interni all' amministrazione. IL CENSIMENTO Al di là del Tevere, intanto, monsignor Nunzio Galantino, a capo dell' Apsa, l' ente finanziario al quale fa capo il patrimonio immobiliare della Santa Sede, è intervenuto per spiegare per l' ennesima volta che il Vaticano ha fatto e sta facendo la sua parte, non solo pagando regolarmente le tasse dovute al Comune e sborsando ogni anno oltre 9 milioni di euro per l' Imu, ma ultimando il primo conteggio degli immobili vaticani che sia mai stato fatto. Un importante studio che l' arcivescovo ha messo in cantiere proprio ai fini della trasparenza. In pratica entro qualche mese sarà finita la mappatura finale di tutte le proprietà che il Vaticano possiede a Roma e in tutta Italia. I dati con ogni probabilità verranno pubblicati sul sito istituzionale. «Noi non abbiamo nessun motivo per essere opachi» ha affermato l' arcivescovo, precisando che questa ricerca innovativa ha richiesto tante energie e tempo. Un passaggio resosi necessario per la determinazione e il controllo degli asset. IL PROBLEMA Tuttavia il problema della classificazione e della composizione del patrimonio ecclesiastico appartamenti, edifici, stabili, negozi, capannoni, palazzi, terreni, centri commerciali, ostelli resta

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[§24022586§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

purtroppo aperta e non per colpa del Vaticano ma degli ordini religiosi. Monsignor Galantino spiega che ogni ente religioso avendo una propria una personalità giuridica, di conseguenza, è indipendente nella gestione economica. «Il che significa, per farla breve, che non vengono a comunicare i bilanci a noi. Non sappiamo nulla di quello che fanno. Sono autonomi in tutto e per tutto, e non li possiamo nemmeno controllare». In passato su disposizione di Papa Francesco era stata diramata una sorta di comunicazione interna rivolta a tutti gli ordini religiosi residenti in Italia ad essere più coerenti e trasparenti possibili nella propria amministrazione. Sono anche stati organizzati dei corsi annuali rivolti agli economi degli ordini, al fine di aggiornarli sulle legislazioni, le modalità fiscali e dare ad ognuno di loro gli strumenti conoscitivi per svolgere il compito. «Ma più di questo non possiamo fare». IL PUZZLE Il problema che affiora dalle parole di monsignor Galantino fa riferimento al vastissimo arcipelago degli ordini religiosi sia maschili che femminili presenti in Italia. Un vero ginepraio. Francescani, cappuccini, gesuiti, salesiani, vincenziani, maristi, domenicani, calasanziani, ai quali si aggiungono i rami femminili (molto più numerosi) che, nel corso dei anni hanno anche subito sdoppiamenti giuridici o accorpamenti. Probabilmente nemmeno la Congregazione dei Religiosi ha un elenco completo del caotico mondo religioso, peraltro sottoposto ultimamente a veloci mutamenti ed accorpamenti per la drastica mancanza di vocazioni. Monsignor Galantino ha studiato però il problema della mappatura finale e l' unico suggerimento concreto (e attuabile) che si sente di fare arrivare al Campidoglio è quello di lavorare sul Catasto. «Lì ci dovrebbe essere tutto, i riferimenti, le modifiche, i passaggi». Ma si tratta di tirarsi su le maniche e iniziare a comporre davvero un puzzle macchinoso. Franca Giansoldati Fabio Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022587§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

le novità in pillole

Come funziona Il nuovo credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi si applica alle imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito. Possono beneficiare del credito di imposta i contribuenti che applicano il regime forfettario che, quindi, potranno usare il credito per compensare l' imposta sostitutiva dovuta o i contributi previdenziali.Possono accedere al beneficio anche i produttori agricoli in regime speciale i quali potranno utilizzare il credito per compensare Iva, contributi o, se dovute, Irpef e Irap dovuta.

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[§24022588§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Le novità in pillole

La proroga La legge di Bilancio per il 2020 ha prorogato il regime di esenzione da Irpef per i redditi dominicali e agrari per i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. L' agevolazione è riservata alle persone fisiche, restano escluse le società di capitali e i soci di società di persone che dichiarano i redditi per trasparenza. L' agevolazione spetta invece ai soci di società semplice, sempre che siano in possesso dei requisiti chiesti dalla norma. Per l' anno 2021, i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e Imprenditori Agricoli Professionali, iscritti nella previdenza agricola, concorreranno a formare il reddito in misura pari al 50%. Salvo ulteriori proroghe, a partire dal 2022, la tassazione torna ad essere in misura piena. I florovivaisti Gli imprenditori agricoli florovivaisti che acquistano piante vive o prodotti della floricoltura da altri imprenditori agricoli florovivaisti, purchè nei limiti del 10% del proprio volume d' affare, possono beneficiare di uno speciale regime forfettario di determinazione del reddito. Applicando questo regime, il reddito si determina applicando all' ammontare delle operazioni registrate o soggette a registrazione ai fini dell' Iva, un coefficiente pari al 5%. Il nuovo regime si applica solo alle commercializzazioni di prodotti allo stato originario; resta inteso che nel caso di acquisto di piante che vengono poi manipolate, queste sono produttive di reddito agrario, fermo restando il rispetto della prevalenza.

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[§24022591§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 33 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Nessuna soluzione per i penalizzati dall' applicazione per il 2018

Nuovi Isa, vecchi guai

Anomalie anche per l' anno d' imposta 2019

ANDREA BONGI

Nuovi Isa, vecchi problemi. Il debutto sulla scena dei nuovi indicatori sintetici di affidabilità fiscale, approvati con decreto ministeriale del 24 dicembre 2019, lascia presagire una nuova stagione ancora tormentata a causa del fatto che soltanto alcune delle criticità evidenziatesi al momento del loro debutto, sono state analizzate e risolte. Molte delle anomalie che hanno caratterizzato la scorsa stagione dei dichiarativi torneranno dunque puntualmente a farsi sentire anche per il periodo d' imposta 2019. Prima di esaminare le questioni rimaste sul tappeto non si può non considerare che, a tutt' oggi, non si è ancora trovata una via d' uscita per tutti quei contribuenti che sono usciti, non per loro colpa, penalizzati dai responsi Isa sul periodo d' imposta 2018. Resta cioè da capire come sia possibile ottenere tutela nel caso in cui, per errori manifesti dei software di calcolo, il contribuente sia stato classificato come inaffidabile oppure sia stato escluso dai benefici del regime premiale. Sul punto pare che l' amministrazione finanziaria stia pensando ad una soluzione di compromesso basata sull' utilizzo delle versioni evolute degli Isa (sono ben 89 sui 75 totali i modelli revisionati con effetto dal 2019) per rideterminare i punteggi sull' anno 2018. Le categorie economiche e professionali invece auspicano una soluzione più radicale quale, ad esempio, la sterilizzazione dei punteggi Isa per il periodo d' imposta 2018. La mancata soluzione di questa problematica è uno, ma non l' unico, dei motivi che ha spinto Rete imprese e il Cndcec a non partecipare ai lavori di approvazione dei modelli Isa per il 2019 nell' ultima riunione della commissione degli esperti tenutasi lo scorso 5 dicembre a Roma. Il nodo sui punteggi 2018 resta dunque aperto e deve, necessariamente, trovare una soluzione. In caso contrario significherebbe ammettere che il nostro ordinamento giuridico non contempla una tutela a fronte di un responso palesemente errato o infondato di un software di calcolo della dichiarazione dei redditi, della quale gli Isa costituiscono parte integrante, in grado di incidere patrimonialmente ed economicamente, sulla posizione di migliaia di contribuenti italiani. Tornando alle criticità non risolte dagli Isa approvati per l' annualità 2019 non si può non prendere atto del mancato intervento sulle cosiddette situazioni di marginalità economica. Anche nel 2019 avremo pertanto penalizzazioni nei punteggi in tutte quelle situazioni nelle quali il contribuente esercita l' attività con modalità, soggettive o oggettive, inferiori a quelle giudicate

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[§24022591§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

«normali» dalle variabili del software Isa. Nessun rimedio sembra essere stato posto nemmeno per le famose anomalie generate sulla base della variabile «apporto delle figure non dipendenti» che tanti problemi hanno generato nella prima edizione degli indicatori. Nessuna modifica nemmeno alle logiche con le quali scendono in campo gli indicatori sintetici di anomalia che, in moltissime situazioni, finiscono per abbattere in maniera significativa quanto ingiustificata, i punteggi Isa anche se riferite a circostanze del tutto marginali rispetto al totale dei ricavi e all' attività del contribuente. Il mancato intervento su tali criticità lascia piuttosto perplessi anche perché le stesse sono state oggetto di molteplici segnalazioni inviate all' amministrazione finanziaria e in alcuni casi anche recepite, come tali, negli interventi e nei documenti di prassi della stessa Agenzia delle entrate. Dunque se qualche passo in avanti sembra essere stato fatto, si pensi, ad esempio, alla revisione delle variabili Isa precalcolate con l' eliminazione di alcune informazioni, come quelle legate ai dati delle Cu che avevano generato moltitudini di anomalie, molto resta ancora da fare. © Riproduzione riservata.

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[§24022592§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Per coltivatori diretti e Iap niente Irpef sui terreni

Per il 2021 i redditi agrari e dominicali concorreranno alla formazione del reddito al 50%

Pagina a cura diAlessandra CaputoGian Paolo Tosoni

Esonero dell' Irpef per coltivatori diretti e Imprenditori agricoli professionali (Iap), iscritti alla previdenza agricola anche per il 2020. Per il 2021, invece, i redditi dominicali e agrari concorreranno alla formazione del reddito dei medesimi soggetti nella misura del 50%. Lo prevede il comma 183 della legge di Bilancio 2020. L' agevolazione prorogata era stata introdotta per la prima volta dalla legge di Bilancio 2017 (legge 232/2016), la quale, con il comma 44, aveva previsto, per il triennio 2017-2019, la non concorrenza dei redditi dominicali e agrari alla formazione della base imponibile ai fini dell' imposta sul reddito delle persone fisiche dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di cui all' articolo 1 del decreto legislativo n. 99 del 29 marzo 2004, iscritti nella previdenza agricola. Per coltivatore diretto si intende colui che si dedica direttamente e abitualmente alla manuale coltivazione dei terreni e che impiega manodopera dipendente che non eccede le due unità per ogni unità familiare attiva; lo Iap è invece colui che possiede competenze tecniche in agricoltura, che ricava almeno metà del proprio reddito di lavoro e dedicano almeno metà del proprio tempo lavorativo nel settore agricolo (decreto legislativo 99/2004). Come precisato nella relazione illustrativa della legge di Bilancio 2017, la misura era stata introdotta per sostenere, in un periodo di notevole crisi, gli operatori del settore agricolo, con specifico riferimento ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola. L' attuale legge di Bilancio, con la lettera a) del comma 183, interviene direttamente sul comma 44 sostituendo nel testo le parole "2019", con le parole "2019 e 2020"; ne consegue che, essendo la norma la medesima, devono ritenersi ancora validi i chiarimenti già forniti dalla Agenzia delle entrate. Con la circolare 8E/2017, in particolare, l' Agenzia delle entrate ha chiarito che l' agevolazione si applica esclusivamente ai fini Irpef e con riferimento alle persone fisiche e che, pertanto, non possono beneficiare dell' esonero le società di capitali né i soci delle società in nome collettivo e delle società in accomandita semplice che abbiano optato per la determinazione del reddito su base catastale in base al comma 1093, legge 296/2006; in questo caso, infatti, come chiarito dal decreto ministeriale 213/2007 (emanato proprio in attuazione del comma 1093) e dalla circolare 50/E/2010 dell' agenzia delle Entrate, il reddito che viene attribuito mantiene la natura di reddito di impresa. Possono invece beneficiare delle agevolazioni le società semplici che attribuiscono per trasparenza ai soci persone fisiche redditi fondiari, sempre che i soci siano in possesso della qualifica di coltivatore diretto o di Iap e che siano iscritti nella previdenza agricola. Si precisa che la norma

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[§24022592§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

agevolativa non richiede che i terreni siano posseduti direttamente: l' agevolazione spetta anche all' agricoltore che conduce un terreno in affitto e al quale va imputato il reddito agrario. I redditi dominicali e agrari andranno comunque indicati in dichiarazione dei redditi, salvo poi non concorrere alla formazione della base imponibile. Per l' anno 2021, come previsto dalla lettera b) del comma 183, i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e Iap iscritti nella previdenza, concorreranno alla formazione della base imponibile Irpef nella misura del 50 per cento. La legge 160 interviene sugli anni 2020 e 2021 e pertanto, dal dato letterale della norma (fatte salve ulteriori proroghe) si desume che, a decorrere dal 2022, la tassazione tornerà a essere applicata in misura piena. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022593§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 33 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

corte di cassazione e detassazione dei dividendi

Prevale il regime convenzionale

GIANLUCA STANCATI

Detassazione integrale dei dividendi: prevale il regime convenzionale. Con tre decisioni depositate a fine 2019 (29635, 30140,30347) la Corte di cassazione ha statuito che il regime di detassazione integrale dei dividendi in entrata, previsto dall' art. 24, par. 2, cap. b) della Convenzione Italia- Germania, deve trovare applicazione in via prioritaria. La fattispecie riguarda una società italiana che deteneva l' intero pacchetto partecipativo di una società residente in Germania. L' amministrazione aveva recuperato a tassazione il 5% dei dividendi erogati alla controllante, oltre a sanzioni ed interessi, asserendo che la stessa fosse incorsa nella violazione dell' art. 89, comma 2 del Tuir. In due dei tre giudizi la pretesa impositiva veniva confermata sia in primo grado sia in appello, salva la disapplicazione delle sanzioni disposta dalla Ctr. Nel caso deciso con la sentenza n. 30347, invece, il contribuente risultava vittorioso in secondo grado. La Corte, in primo luogo, ricostruisce i principi dell' interpretazione delle fonti nella specie rilevanti, concludendo che, secondo l' art. 31, par. 1 della Convenzione di Vienna del 1969, l' esegesi letterale ha valenza prioritaria. Sulla base di questa premessa, si evidenzia, poi, che il suddetto articolo 24 della Convenzione in esame, prescindendo dalla «previa ritenuta alla fonte sui dividendi», con una previsione di chiarissimo tenore sterilizza ed impedisce «la doppia imposizione economica internazionale». Gli Ermellini passano, quindi, ad argomentare la assoluta prevalenza di tale regime convenzionale, sia rispetto alle regole domestiche sia avendo riguardo a discipline di fonte unionale. In termini generali, le Convenzioni, una volta recepite ad opera della legge di ratifica, si qualificano come fonte primaria (art. 10 Cost.) che, per la specialità del suo ambito di formazione, riveste rango superiore rispetto a concorrenti disposizioni domestiche, posto l' obbligo per il legislatore nazionale di soggiacere ai vincoli assunti in sede internazionale (art. 117 Cost.). Nella materia tributaria, attese peraltro le indicazioni sistematiche contenute nella nostra disciplina (art. 75 del dpr n. 600/1973; art. 169 del Tuir), il primato delle norme pattizie trova specifico fondamento nella loro ratio di evitare fenomeni di doppia imposizione. La circostanza che l' integrale esclusione dei dividendi dal reddito del socio sia riservata ad una soglia partecipativa «qualificata» (pari almeno al 2%), non può essere letta come frutto di una interpretazione discriminatoria oltre che arbitraria, ma al contrario discende proprio da una specifica ed apprezzabile volontà degli stati contraenti. Questa scelta, invero, risponde ad un parametro universalmente coerente che le varie fonti (domestiche e sovranazionali) seguono allorché fanno derivare da un dato quantitativo della partecipazione la rilevanza della sua qualità funzionale, segnatamente rispetto alla idoneità ad influenzare decisioni

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[§24022593§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

e indirizzi gestionali riferibili al soggetto partecipato. Né, prosegue la Cassazione, può sostenersi che la vigenza e l' efficacia nel nostro ordinamento della norma convenzionale de qua siano cessate per effetto della cosiddetta direttiva madre-figlia. Infatti, è la stessa direttiva, all' art. 7 par. 2 che risolve a favore della norma bilaterale il suo concorso con la previsione comunitaria, disponendo l' impregiudicata «applicazione di disposizioni nazionali o convenzionali intese a sopprimere o ad attenuare la doppia imposizione dei dividendi». Anche il considerando sub 10 della direttiva 123 del 2013 (che ha modificato l' impianto originario del regime madre-figlia ex direttiva 90/453/Cee) appare coerente con la disciplina pattizia, laddove attribuisce valore sistematico al regime di esenzione dei dividendi. In senso analogo l' art. 4, par. 1 della direttiva, come più volte evidenziato dagli orientamenti della Corte di giustizia (sent. 8/3/2017, causa C448/15). © Riproduzione riservata.

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[§24022595§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 14 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Il settore. Esente Irpef metà del reddito. È richiesto il pagamento di un contributo aggiuntivo dello 0,5%

Regime ad hoc per gli sportivi professionisti

Il regime fiscale degli «impatriati» si applica anche agli sportivi professionisti che si trasferiscono in Italia con detassazione del reddito nella misura del 50% (e non del 70% come nel regime ordinario) a fronte di un contributo pari allo 0,5% della base imponibile. In sede di conversione in legge del Decreto Crescita, è stato infatti introdotto un regime ad hoc per i lavoratori che operano nel settore dello sport professionistico. In particolare, il regime si applica ai rapporti tra società e sportivi disciplinati dalla legge n. 91/1981. Per sportivi professionisti si intendono, ai sensi dell' articolo 2 della legge, gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi ed i preparatori atletici, che esercitano l' attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell' ambito delle discipline regolamentate dal Coni e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali (al momento solo calcio, pallacanestro, ciclismo, golf). Per questi soggetti, ferme restando le condizioni generali previste per gli impatriati, i redditi derivanti dall' attività lavorativa svolta (in primo luogo lo stipendio corrisposto dal club di appartenenza) concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare, in tal caso senza differenziazioni per chi si trasferisce al Sud. Per i calciatori, ad esempio, vige una presunzione di subordinazione del rapporto di lavoro (lo ricorda anche l' agenzia delle Entrate nella circolare 37/E/2013). La tassazione dei relativi redditi segue quindi il principio di onnicomprensività, in ragione del quale il reddito di lavoro dipendente comprende tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d' imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Agli «sportivi professionisti» che rientrano nel regime fiscale speciale si applicano le norme di maggior favore (con allungamento del periodo agevolato) previste in caso di almeno un figlio a carico e di acquisto di almeno un immobile residenziale. L' adesione alla tassazione agevolata è su opzione e comporta il versamento di un contributo, destinato al potenziamento dei settori giovanili, pari allo 0,5% della base imponibile, che si ritiene coincidente con il 50% del reddito soggetto a tassazione. Anche in questo caso, a seguito della recente modifica ad opera del Dl Fiscale, i benefici spettano già dal periodo di imposta 2019 a chi ha trasferito la residenza fiscale in Italia a decorrere dal 30 aprile 2019 acquisendo la residenza fiscale italiana nell' anno. Per gli sportivi non «professionisti» nell' accezione prevista dalla norma (si pensi ad un pallavolista, in quanto la FIVAP non è professionistica,

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[§24022595§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

o al calcio femminile) rimane valido il regime ordinario, con tassazione dei redditi solo nella misura del 30%, percentuale che scende al 10% nel caso di trasferimento al Sud. Il regime ordinario può essere applicato anche ai procuratori sportivi che quindi potrebbero essere stimolati a trasferirsi in Italia spostando la residenza fiscale. La corretta applicazione dell' agevolazione richiede una attenta disamina da compiersi caso per caso. Si pensi alla fattispecie dei «prestiti» dei calciatori tra squadre di diversi Paesi, al requisito della permanenza in Italia per due anni in caso di contratti con clausole di risoluzione anticipata o di rinnovo, al regime applicabile ai redditi derivanti dallo sfruttamento dei diritti di immagine e ai cosiddetti «fringe benefits», ai rimedi nel caso in cui venga accertata l' insussistenza dei requisiti per godere del regime o maturino cause di decadenza dal beneficio, per cui è fondamentale la stesura dei contratti di lavoro in conformità alle norme che regolano i regimi in questione. Stessa attenzione va riservata alla gestione di eventuali redditi e asset all' estero (es. "star companies"), che potrebbero rendere conveniente, in alternativa al regime degli impatriati, l' opzione per l' imposta forfetaria di 100mila euro annui su tutti i redditi esteri. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022597§] mercoledì 22 gennaio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Ricorso contro le variazioni colturali entro il 29 aprile

Possibile consultare le particelle catastali interessate dall' aggiornamento entro il 29 febbraio presso ciascun Comune interessato oppure on line

Nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2019 è stato pubblicato il comunicato, predisposto dall' Agenzia delle Entrate, con il quale sono stati resi noti i Comuni per i quali sono state completate le operazioni di aggiornamento della banca dati catastale sulle particelle di terreno che, nel corso del 2019, sono state oggetto di variazioni colturali. Le operazioni di aggiornamento di tali archivi catastali, previste espressamente dal comma 33 dell' art. 2 del DL n. 262/2006 (convertito dalla L. n. 286/2006 ), sono eseguite sulla base del contenuto delle dichiarazioni relative all' uso del suolo delle singole particelle catastali, presentate dai soggetti possessori nell' anno 2019, agli Organismi pagatori riconosciuti ai fini dell' erogazione dei contributi agricoli prevista dalla Politica agricola comunitaria (PAC), come, ad esempio, l' Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) e l' Ente nazionale risi. Il comunicato in esame riporta, in ordine alfabetico e per Provincia, un lungo elenco di Comuni interessati alle variazioni colturali. Si ricorda che le particelle catastali interessate dall' aggiornamento, vale a dire ciascuna porzione di particella e le informazioni relative alla qualità catastale, alla classe, alla superficie e ai redditi dominicale e agrario, nonché il simbolo di deduzione (ove esistente), si possono consultare , per i 60 giorni successivi alla pubblicazione del comunicato (quindi entro il 29 febbraio 2020), presso ciascun Comune interessato e presso le sedi competenti delle direzioni provinciali e uffici provinciali- Territorio dell' Agenzia delle Entrate. Gli elenchi delle particelle catastali aggiornate sono pubblicate anche sul sito internet dell' Agenzia delle Entrate. Qualora il titolare di diritti reali sulle particelle interessate dall' aggiornamento riscontri delle incongruenze tra la qualità di coltura iscritta in catasto e quella effettiva dichiarata all' organismo pagatore, può chiedere il riesame dell' atto di accertamento attraverso un' apposita istanza di autotutela (modello 14T disponibile sul sito dell' Agenzia stessa), trattata dall' ufficio provinciale-Territorio secondo le ordinarie modalità. L' istanza di autotutela non interrompe e non sospende il termine per la proposizione dell' eventuale ricorso/reclamo alla Commissione tributaria provinciale competente, ai sensi del comma 2 dell' art. 2 del DLgs. n. 546/1992, contro la variazione dei redditi (dominicale e agrario). L' istanza di autotutela non sospende il termine per il ricorso L' eventuale ricorso/reclamo , che può contenere anche una specifica proposta di mediazione, va presentato all' Agenzia entro il termine (perentorio) di 120 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del comunicato nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2019 (quindi entro il 29 aprile 2020); successivamente, scaduti i 90 giorni (in caso di non accoglimento da parte dell' Agenzia o di mediazione non concordata), è necessario depositare

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[§24022597§] mercoledì 22 gennaio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

telematicamente il ricorso/reclamo alla Commissione adita, entro il termine (perentorio) di 30 giorni, con la relativa costituzione in giudizio. Al riguardo si applica, per espressa disposizione di legge, la sospensione feriale dei termini processuali (periodo che va dal 1° al 31 agosto). Si ricorda infine che la previsione di un termine per il ricorso/reclamo contro la variazione reddituale, espressamente derogatorio rispetto a quello di cui al comma 1 dell' art. 74 della L. n. 342/2000, esclude che possa ritenersi tempestivo un ricorso/reclamo contro la variazione del reddito, presentato oltre il termine di 120 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, perché presentato nel termine della durata di 60 giorni stabilita in via generale dall' art. 21 del DLgs. n. 546/1992, con decorrenza dalla notifica dell' avviso di accertamento dell' IMU pretesa dal comune impositore competente sulla base della variazione stessa (conforme, Cassazione n. 4220/2019 e n. 3297/2019). Ciò significa anche che i Comuni bene farebbero ad attendere la scadenza dei termini per l' eventuale ricorso/reclamo avverso le variazioni colturali, prima di notificare ai contribuenti gli eventuali avvisi di accertamento.

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[§24022598§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Sconti, bonus e flat: Irpef fuori controllo

A un autonomo con 20mila euro di reddito il Fisco può chiedere fino a 106 volte in più rispetto a quanto pretende da un dipendente con le stesse entrate. L' incrocio di detrazioni, bonus e regimi speciali moltiplica le differenze irrazionali di tassazione fra le diverse tipologie di contribuenti. Penalizzando, tra i redditi medio-bassi, autonomi e pensionati rispetto ai dipendenti. E le differenze crescono all' aumentare dei famigliari a carico. Da qui parte il dibattito sulla riforma Irpef a cui lavora il governo. Mobili e Trovatia pag. 3con un' analisi di Salvatore Padula.

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[§24022599§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Torna l' Ace al posto della mini Ires L' incentivo anche per il 2019

Dal 4,75% del 2016 ora all' 1,3% sull' incremento del patrimonio contabile

Pagina a cura diAlessandro Germani

La reintroduzione dell' Ace con la legge di Bilancio 2020 e la contestuale abrogazione della mini Ires, di fatto mai applicata, appaiono positive per il tax planning delle imprese: danno continuità a misure consolidate evitando cambiamenti della politica fiscale. Unica nota stonata il coefficiente all' 1,3%, che riduce di molto l' appeal dell' Ace. Coefficiente che si applica sull' incremento del patrimonio netto contabile rispetto a quello al 31 dicembre 2010. Vediamo ora la sequenza per i soggetti Ires. Variazioni in aumento Rilevano come variazioni in aumento del capitale proprio (articolo 1 comma 5 de decreto legge 201/2011): i conferimenti in denaro gli utili accantonati a riserva ad esclusione di quelli destinati a riserve indisponibili. Quanto ai primi, sono tali i versamenti a titolo di aumento di capitale o di sovrapprezzo azioni o quote, quelli a fondo perduto o in conto capitale. Sono assimilati le compensazioni dei crediti in fase di sottoscrizione di aumenti di capitale e la rinuncia dei soci ai crediti verso la società (articolo 5, comma 2, del decreto ministeriale 3 agosto 2017). Secondo l' agenzia delle Entrate rileverebbero solo le rinunce su crediti finanziari ma non anche commerciali (circolare 21/E/15), nonostante l' Oic 28 abbia un tenore differente. Proprio per il fatto che non sono poste che interessano l' equity non rilevano i finanziamenti dei soci in quanto aventi natura di debito. Gli accantonamenti di utili,invece, costituiscono riserve indisponibili che non rilevano ai fini Ace e ciò avviene quando formati da utili non realmente conseguiti (articolo 2433 del Codice civile) oppure quando formati con utili conseguiti ma che per legge non sono distribuibili, non utilizzabili per aumento di capitale sociale né per la copertura delle perdite. Per quanto riguarda la modalità di computo degli incrementi patrimoniali, gli accantonamenti a riserva rilevano a partire dall' inizio dell' esercizio in cui le riserve si sono formate mentre i vari conferimenti rilevano dal momento in cui vengono fatti con una logica di pro rata temporis. Verrà poi meno nei periodi successivi quando gli incrementi risulteranno pieni. Variazioni in diminuzione Rilevano in diminuzione le riduzioni di patrimonio netto con attribuzione ai soci in denaro o natura, a partire dall' inizio dell' esercizio in cui sono stati fatti. Ciò varrà anche a regime per i periodi d' imposta successivi. Le cosiddette clausole anti abuso (articolo 10 del Decreto ministeriale del 3 agosto 2017) riducono la base Ace, da segnalare a livello infragruppo: i conferimenti in denaro l' acquisto o l' incremento di partecipazioni l' acquisto di azienda o di rami d' azienda l' incremento dei crediti da finanziamento.

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[§24022599§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

I conferimenti in denaro provenienti da soggetti domiciliati in paradisi fiscali rilevano sempre. La disapplicazione di tali clausole può avvenire previa presentazione di interpello probatorio ex articolo 11 comma 1 lettera b della legge 212/2000 o con la compilazione del rigo "elementi conoscitivi" del prospetto Ace contenuto nel quadro Rs della dichiarazione. titoli e valori mobiliari Ai sensi dell' articolo 1 comma 6-bis del Decreto legge 201/2011 la variazione in aumento del capitale proprio non ha effetto fino a concorrenza dell' incremento delle consistenze dei titoli e dei valori mobiliari diversi dalle partecipazioni rispetto a quelli risultanti dal bilancio dell' esercizio in corso al 31 dicembre 2010 (si veda altro articolo in pagina). limite del patrimonio netto In base all' articolo 11 del Decreto ministeriale 3 agosto 2017 la variazione in aumento del capitale proprio (come somma algebrica delle variazioni positive e negative) non può eccedere il patrimonio netto risultante dal bilancio(incluso l' utile d' esercizio) ed esclusa la riserva per azioni proprie, come confermato a Telefisco 2017. ammontare detassato L' ammontare detassato è determinato applicando alla base Ace, come calcolata in precedenza, un coefficiente di remunerazione previsto per legge che gradualmente è stato ridotto, rispetto al 4,75% del 2016. In base al comma 287 dell' articolo 1 della legge di Bilancio 2020 per i periodi d' imposta successivi a quello in corso al 31dicembre 2018 il coefficiente è stabilito nella misura dell' 1,3%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022600§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

L' ANALISI

Una imposta che naviga nel mare delle differenze

Salvatore Padula

Già da molti anni l' Irpef non è più «l' imposta di tutti», come l' aveva giustamente definita Il Sole 24 Ore nell' ottobre del 1973, quando fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto presidenziale che la istituiva. Non è più «l' imposta di tutti» perché l' Irpef - destinata a tassare tutte le tipologie di reddito (con poche eccezioni) e tutti i contribuenti in misura uniforme - ha visto da un lato moltiplicarsi la nascita di imposte sostitutive e cedolari, che escludono taluni redditi dalla tassazione progressiva. E dall' altro lato, ha dovuto fare i conti con il convincimento di una maggior fedeltà fiscale dei lavoratori dipendenti rispetto ad autonomi e partite Iva. Non a caso, si dice che l' Irpef sia diventata l' imposta su lavoratori dipendenti, collaboratori e pensionati, visto che quasi l' 86% dei contribuenti (35 milioni di soggetti), dichiara proprio questi redditi. Ci si scorda spesso che restano 5-6 milioni di contribuenti che hanno invece redditi di altra natura pure tassati con Irpef, in prevalenza imprenditori, soggetti che partecipano a società di persone, lavoratori autonomi e titolari di redditi diversi. La cosa che sorprende è che, quando si parla di Irpef, si pensa sempre meno a queste categorie. E neppure agli oltre 14,5 milioni di pensionati che, almeno a partire dal Bonus Renzi, sono stati spesso ignorati dalle iniziative per ridurre il peso del prelievo. Molti studi evidenziano come uno dei principali difetti dell' Irpef attuale sia l' andamento, diciamo, "estemporaneo" delle aliquote marginali effettive (implicite, come le chiamano gli studiosi, per differenziarle da quelle esplicite, ovvero di legge). Si tratta di un andamento che dipende da un groviglio stratificato di detrazioni per lavoro, detrazioni per carichi di famiglia, addizionali e bonus mensile da 80 euro (in procinto di passare a 100), con la doppia stravaganza di un' aliquota marginale che diventa negativa quando entrano in gioco gli 80 euro o che fa vertiginosi balzi all' insù quando scattano le addizionali locali. Questa è anche la principale causa di una progressività eccessiva sui redditi più bassi, che di fatto si appiattisce dopo i 30-40mila euro. C' è poi un' ulteriore aggravante: detrazioni e bonus si applicano in modo differenziato in base alle diverse tipologie di contribuenti, a vantaggio dei dipendenti, probabilmente come portato politico-culturale della centralità del lavoro subordinato (lo dice anche Luigi Marattin sul Foglio di lunedì). Così, per i redditi fino a 30-35mila euro, l' aliquota media - cioè quella calcolata in base all' imposta effettivamente pagata sul proprio reddito netto - è più elevata per i pensionati e per le partite Iva rispetto ai dipendenti (fanno eccezione i forfettari, che sono penalizzati quando il loro reddito è molto basso ma che per

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[§24022600§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

i redditi più elevati possono contare sui vantaggi dell' aliquota fissa del 15%, comprensiva anche di addizionali e Irap, e senza pagare l' Iva, con notevoli vantaggi anche rispetto ai dipendenti a pari livello di reddito). L' uniformità del prelievo per tutte le tipologie arriva solo quando il reddito sale, ovvero quando smettono di incidere detrazioni e bonus. Per le partite Iva, il sistema attuale - con un approccio discutibile - sembra in qualche modo affondare le sue ragioni nel fatto che questi contribuenti abbiano, per così dire, maggiori possibilità di sfruttare la complessità del sistema fiscale per "modulare" il loro debito con il fisco, soprattutto rispetto alla fedeltà "obbligatoria" alla quale il sistema dei sostituti di imposta costringe i dipendenti (pur con qualche eccezione). Sono storture alle quali si dovrà rimediare, se davvero sarà possibile avviare un percorso organico di riforma dell' imposta personale. Si dovranno evidentemente impedire comportamenti non corretti, ma sarà consigliabile farlo all' interno di un sistema meno sperequato di tassazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022601§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 26 La Stampa Industria 4.0

SERGIO PAOLETTI Presidente di Area Science Park

"La nuova frontiera della medicina sono i dati per studiare l' interazione tra Dna e ambiente"

TORINO Sergio Paoletti è nato a Trieste. Laureato in Chimica, oggi è presidente di Area Science Park, un polo scientifico e insieme un' agenzia per l' innovazione, un centro di eccellenza con sede nel capoluogo giuliano. Guardando al futuro della ricerca non ha dubbi. «La sfida sfiora il livello filosofico e ci mette di fronte a un ripensamento generale del ruolo della scienza nei confronti della società». Quali temi vede all' orizzonte? «Due in particolare. L' incrocio della genomica con l' intelligenza artificiale e l' esplorazione dell' universo». E parlando di medicina? «Sicuramente l' analisi dei big data. I progressi nella lotta al cancro sono arrivati grazie alle azioni di prevenzione. Allo stesso modo sarà l' incrocio e l' analisi di dati genomici e dati ambientali a portarci in una nuova era, la cosiddetta "Quarta dimensione della genetica". Studiare, capire e prevedere le interazioni del codice genetico con l' ambiente sarà determinante per la tutela della salute». L' idea che c' è dietro ad Area Science Park è che la ricerca si fa meglio mettendo insieme le forze? «Noi diciamo "fare sistema". Il nostro obiettivo è creare piattaforme scientifiche e tecnologiche per facilitare la ricerca, generare scambi interdiscplinari e occasioni di incontro. In sintesi: mettere insieme risorse per ottenere effetti moltiplicatori». Ricerca, innovazione e sviluppo economico sono i pilastri del vostro lavoro. Come si coniugano? «Favorendo la collaborazione tra le parti. C' è sempre più bisogno di coniugare realtà e luoghi diversi. Non si parla solo di medicina, si spazia dal cibo all' energia ». Provi a immaginarsi il mondo della ricerca scientifica fra 50 anni, che cosa vede? «Vedo una fortissima interazione tra quelli che oggi sono mondi separati: il pubblico, il privato, le università, la piccola e grande impresa. Tutto sarà più mescolato. Sia nelle forze che negli obiettivi. Poi vedo centri di ricerca e innovazione sganciati dalle forze produttive, vedo luoghi di pensiero libero. Come erano le università mille anni fa, non localizzate nelle capitali dell' epoca». Scorge anche dei rischi? «La storia ci insegna che la panacea non esiste così come il futuro radioso sempre e comunque. I rischi sono dietro l' angolo. Per questo la fiducia nella scienza va controbilanciata con il pensiero critico che rimette sempre in discussione se stessi. In questo modo si riducono i rischi». ALB.ABB. - © RIPRODUZIONE RISERVATA INTERVISTA SERGIO PAOLETTI Presidente di Area Science Park In futuro sarà fondamentale mettere in relazione genomica e intelligenza artificiale.

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[§24022602§] martedì 21 gennaio 2020

Digital 4 Biz

Industria 4.0

Accordo P4I e Beaconforce per migliorare l' engagement dei dipendenti in azienda

La societa controllata di Digital360, specializzata in servizi di Advisory e Coaching a supporto della trasformazione digitale di imprese e PA, e l' azienda che fornisce la piattaforma software per la raccolta, misurazione e interpretazione di dati relativi all' engagement dei lavoratori uniscono competenze e strumenti per offrire alle imprese servizi HR, sempre più orientati a un approccio digitale, data-driven e personalizzato

P4I-Partners4Innovation , controllata di Digital360 , ha sottoscritto un accordo strategico con Beaconforce Italia con l' obiettivo di sviluppare un' offerta congiunta di advisory e coaching per accompagnare le imprese italiane in un percorso di misurazione e miglioramento dello stato di motivazione ed engagement dei dipendenti .Con questa partnership Digital360 aggiunge un altro tassello alla sua strategia di business che mira allo sviluppo di un' offerta di avisory più innovativa e accessibile, facendo leva su piattaforme tecnologiche digitali, e su servizi ricorsivi e a canone, che aiutano i clienti a individuare le azioni da mettere in campo grazie al supporto dei dati. La piattaforma Beaconforce, infatti, raccoglie, misura e interpreta i dati realtivi all' engament dei collaboratori.«L' accordo con Beaconforce rientra nella strategia di P4I-Partners4Innovation di creare un ecosistema di servizi e applicazioni per l' innovazione dei modelli di leadership e la gestione del capitale umano, all' interno di una più ampia strategia di advisory basata su servizi a canone, ricorsivi, sempre più incentrati sulle nuove tecnologie digitali - spiega Gabriele Faggioli, Amministratore Delegato di P4I- Partners4Innovation -. Abilitati dalla piattaforma software Beaconforce, i servizi di advisory e coaching di P4I- Partners4Innovation contribuiranno ulteriormente ad innovare i servizi HR, facendoli evolvere verso un approccio più digitale, data-driven e personalizzato».Gabriele Faggioli Giurista, CEO di P4I - Partners4Innovation, Presidente Clusit e Adjunct professor MIP - Politecnico di MilanoServizi consulenziali e di coaching in ambito HR e una piattaforma software per misurare l' engagementCome dimostra la ricerca dell' Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano , il coinvolgimento delle persone è uno dei fattori critici di successo e una delle principali sfide per le organizzazioni che decidono di intraprendere una percorso di trasformazione digitale. Se adeguatamente coinvolti, i lavoratori sono più produttivi, propensi al cambiamento e disponibili a mettersi in gioco. Ecco perché è strategico poter contare su innovativi sistemi di monitoraggio e miglioramento dell' engagement.È proprio in virtù di queste considerazioni che P4I e Beaconforce hanno deciso di unire le loro competenze e fornire al mercato una soluzione unica che integra ai servizi consulenziali e di coaching in ambito HR una piattaforma software per gestire in modo innovativo il monitoraggio e miglioramento dell' engagement dei collaboratori.Da un lato c' è quindi l' esperienza di Partners4Innovation nel campo dell' innovazione dei servizi HR, attraverso l' introduzione di nuovi modi di lavorare e di modelli

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[§24022602§] martedì 21 gennaio 2020

Digital 4 Biz

Industria 4.0

di leadership abilitati da nuove tecnologie, dall' altro invece c' è la piattaforma Beaconforce, che combina Intelligenza Artificiale e scienze comportamentali, per rilevare e interpretare il livello di engagement di ciascun collaboratore, raccogliendo dati per la valutazione del clima e del benessere organizzativo: in questo modo è possibile individuare e valutare eventuali azioni di miglioramento.L' utilizzo di Beaconforce in un percorso di coaching permette ai manager e alle Direzioni HR di avere a disposizione informazioni tempestive e di valore.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022603§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 30 La Stampa Industria 4.0

DUE SCUOLE DI PENSIERO A CONFRONTO sui poteri e sui limiti dell' intelligenza artificiale

Algoritmo super, ma poco psicologo

Perché l' uomo sfugge spesso alle previsioni "Siamo gli scettici contro i visionari"

MARCO CAMBIAGHI

Marco Cambiaghi università di verona Come per tutte le rivoluzioni scientifiche gli esperti spesso si dividono tra scettici e fiduciosi. Senza scomodare Galileo o Darwin, quello che sta avvenendo nel campo dell' Intelligenza Artificiale ha il sapore di una rivoluzione in atto. Della quale, però, l' esito resta incerto. La questione è semplice o, almeno, così pare. Vi fidereste di quel che vi dice un computer, ovviamente il migliore in circolazione e al quale confidate tutto, in merito ai vostri successi lavorativi o allo stato della vostra salute dei prossimi 10 anni? E anche sull' andamento della Borsa nel prossimo semestre? Io no. In una visione del mondo, e del futuro, sempre più «computercentrica» si sta forse perdendo quel po' di egoismo specie-specifico dettato dall' antropocentrismo che ci caratterizza. Da tempo predire il destino non è più mestiere per oracoli o maghi. Ma quanto sono reali le capacità attribuite all' IA e al Big Data? Herbert Simon Society Del tema si è discusso a Torino al workshop annuale della Herbert Simon Society, dal titolo «The digital world, cognition and behavior». Tra gli ospiti Konstantinos Katsikopoulos, professore di scienze comportamentali alla University of Southampton che si colloca fra gli scettici. «Industrie e governi - spiega - vogliono i Big Data e le analisi che ne derivano per prevedere il comportamento umano in determinate situazioni, ma la cosa al momento non funziona». Pensiamo - dice - alle scelte sulla Brexit o sul voto per Trump. «Le analisi prevedevano la vittoria di Hillary Clinton - dice Katsikopoulos - ma non è andata così. Gli algoritmi basati sui Big Data sono ancora poco accurati per quanto riguarda problemi rilevanti come le elezioni o l' individuazione del profilo di un criminale». Questo non vuol dire che l' IA non funzioni, ma ci sono dei limiti. Sottolinea Katsikopoulos: «Il "deep learning" funziona: basta pensare al riconoscimento facciale. Altra cosa, però, è il comportamento umano, soggetto a continui cambiamenti di idee o le previsioni sulla salute, in cui la presenza di molti subdomini complica tutto». Tra gli esempi in cui i Big Data sembrano funzionare bene (al pari dei migliori specialisti in carne e ossa) c' è il riconoscimento dei melanomi cutanei: il sistema paragona l' immagine del paziente con un database enorme ed è bravo nella predizione. Ma non mi può dire se morirò di cancro entro 10 anni, anche avendo registrato ogni mio comportamento. «C' è una componente che prende il nome di "errore irriducibile". Si tratta di fenomeni così complessi che sono impossibili da predire. Ciò non vuol dire abbandonare i Big Data, ma nemmeno considerarli magia». Anche Riccardo Viale, ordinario di logica e filosofia della scienza all' Università di Milano-Bicocca, specialista di economia comportamentale, non ha dubbi. «Trattandosi di fenomeni incerti - spiega -

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[§24022603§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Stampa Industria 4.0

l' euristica di un consulente finanziario mi dà più fiducia dell' analisi di un chatbot, il quale può funzionare bene per le situazioni più semplici. Anche se, in futuro, potrebbe diventare un servizio psicologico o religioso». Oggi il «gap» con l' essere umano sembra incolmabile, quanto meno per un aspetto non indifferente: «Il consulente ha l' empatia che lo allinea alla tua psicologia. In ambito sanitario avere un medico che ti capisce e, momento per momento, comprende le tue paure è essenziale per le decisioni future». Il gioco «Magic» Anche nel gioco, dove l' IA vanta enormi successi già dagli Anni 90 - ne sa qualcosa Garry Kasparov, sconfitto da Deep Blue -, la questione sembra riaprirsi. Al Mit di Boston è stato condotto uno studio sul gioco «Magic. The Gathering»: oltre 2 mila regole per qualcosa come 20 mila carte da gioco. Risultato: il gioco è troppo complicato e, ad oggi, nessun algoritmo è in grado di determinare a priori chi vincerà la partita. «La dimensione umana - conclude Viale - rimane insuperabile nella capacità di adattarsi in un mondo caratterizzato da incertezza e imprevedibilità». Il computercentrismo ci ha portati a generare algoritmi sempre più raffinati, sostenuti da capacità di calcolo sempre migliori. Si dovrebbe però considerare il fatto che la statistica sui grandi numeri ha di fronte un problema di non poco conto. Il fine ultimo, accumulare dati significativi, è più facile da ottenere se si ricorre a campioni molto numerosi, come con i Big Data. Questo, però, fa sì che si possano produrre risultati privi di importanza pratica, quando non fuorvianti o errati. Come la correlazione tra il numero di matrimoni in primavera e quello di rondini in cielo. Ci avete mai pensato? - © RIPRODUZIONE RISERVATA Konstantinos Katsikopoulos è professore di scienze comportamentali alla University of Southampton.

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[§24022604§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

antitrust meno severo per competere sui mercati

Fabrizio Onida

In che senso l' Europa dovrebbe rivedere le regole della concorrenza, come richiesto dal neocommissario Ue Thierry Breton nell' intervista di Beda Romano pubblicata il 17 gennaio su questo giornale? Breton cita tempi più rapidi di istruttoria e fa un generico riferimento alla sfida del Green new deal. Cita poi - fra i casi passati di malfunzionamento in cui la Corte di Giustizia del Lussemburgo ha annullato decisioni della Commissione Ue contrarie a fusioni tra concorrenti in nome dei rischi da posizione dominante - la vicenda in cui nel 2001 l' allora Direzione Ue alla Concorrenza presieduta da Mario Monti bloccò l' acquisizione da parte della francese Schneider del suo più diretto concorrente francese Legrand sul mercato delle apparecchiature elettriche a bassa potenza (centraline, quadri e relativi materiali). Va ricordato che, tra ricorsi e controricorsi in primo e secondo grado, in questo caso molto particolare la stessa Schneider già nel 2002 rinunciò unilateralmente alla partecipazione societaria in Legrand rivendendola al fondo Wendel/Kkr, con una perdita superiore al miliardo di euro. Il caso si è chiuso nel 2009, condannando la Commissione a un solo modesto indennizzo a Schneider di 50mila euro per spese processuali. La mancata concentrazione non sembra peraltro aver nuociuto alla crescita dell' industria europea in questo settore. Legrand nel 2006 si è quotata mantenendo Kkr e Wendel come azionisti col 60% di maggioranza e realizza oggi un fatturato intorno ai 6 miliardi con 37mila addetti, dopo aver proseguito in una fitta serie di acquisizioni (tra cui l' italiana B-Ticino) e specializzandosi in aree chiave come l' Interne t of things. Schneider resta il maggiore concorrente con 25 miliardi di euro di fatturato e 136mila dipendenti. Dopo altri casi di contrasto fra Commissione e Corte di Giustizia nel valutare la liceità di concentrazioni industriali (infra-nazionali come Airtours-First Choice nei viaggi vacanza nel Regno Unito, o crossborder come la svedese Tetra Laval con la francese Sidel nelle bottiglie di plastica), nel 2004 il Consiglio Ue ha rivisto il Regolamento sulle fusioni (Merger Regulation), accrescendo i poteri ispettivi della Commissione. La materia è dunque ancora in divenire. Al di là delle disquisizioni procedurali sulle fasi di ascolto e istruttoria, che alimentano la letteratura di Diritto europeo e su cui lucrano molto volentieri gli studi di avvocati a difesa della Commissione o delle parti industriali, da economista che segue la concorrenza dinamica sui mercati internazionali penso che la politica della concorrenza nella Ue potrebbe affinare le proprie armi di garanzia sotto almeno

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[§24022604§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

due profili. In primo luogo sarebbe utile un confronto aperto fra economisti sui limiti analitici dei modelli di simulazione econometrica "calibrata", da cui la Commissione attinge per valutare in quale misura fenomeni di concentrazione industriale e relativa posizione dominante di qualche soggetto (domestico o crossborder) producono pericolosi effetti di inefficienza come prezzi di monopolio, riduzione della gamma di prodotti-servizi offerti, minor concorrenza tra fornitori a monte, minori incentivi a innovare. È noto agli addetti ai lavori che anche lievi varianti nella specificazione econometrica e nei parametri quantitativi del modello - magari derivanti non solo dalla stima del passato, ma anche di ragionevoli ipotesi sul prossimo futuro quanto alle quote di mercato mondiale - possono portare a conclusioni empiriche assai diverse sull' abuso di posizion e dominante. Ricordiamo che in punto di diritto non è disciplinata per sé la posizione dominante dei soggetti, ma il rischio provato di abuso, per esempio pratiche di prezzi predatori o requisiti operativi che oggettivamente impediscono l' ingresso di nuovi concorrenti. In secondo luogo, occorre tener conto che l' Europa intera (non solo l' Italia) è sempre più esposta ai rischi di una aggressiva concorrenza esterna (Cina, Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud, Taiwan, India...) in settori a forte dinamismo tecnologico e di forme di mercato, dove la dimensione aziendale e le relative economie di scala e di scopo possono essere decisive nel condizionare gli esiti del gioco competitivo globale. Si pensi a informatica e gestione di big data, telecomunicazioni, energia, trasporti aerei-navali-terrestri, farmaceutica, c himica fine. Ciò suggerisce che, per evitare decisioni affrettate che possono compromettere la capacità europea di competere con efficacia e lungimiranza, nei casi in cui l' istruttoria lasci ampi margini di incertezza circa il rischio di abusi, la Commissione approvi in prima battuta la proposta di concentrazione europea, riservandosi di monitorare a scadenza ravvicinata l' effettiva evoluzione dei mercati e gli eventuali abusi da potere dominante. Già storicamente la Commissione si avvale di valutazioni discrezionali, come quando impone al nuovo gruppo di dismettere alcune partecipazioni minori. Un uso saggio e lungimirante (non statico) della discrezionalità nei poteri esclusivi della Commissione può garantire la reciproca compatibilità tra politica antitrust e una moderna politica industriale. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA In che senso l' Europa dovrebbe rivedere le regole della concorrenza, come richiesto dal neocommissario Ue Thierry Breton nell' intervista di Beda Romano pubblicata il 17 gennaio su questo giornale? Breton cita tempi più rapidi di istruttoria e fa un generico riferimento alla sfida del Green new deal.

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[§24022605§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 26 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

citel group

Cinquanta assunzioni per il chatbot dei capi HR

V.V.

Citel Group, società italiana specializzata nello sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale, ha messo sul mercato DigitaHR, un servizio innovativo dedicato alla selezione del personale. Si tratta di un chatbot, pensato per recruiter e Direttori Risorse Umane, in grado di semplificare notevolmente il lavoro dei selezionatori e di migliorare l' esperienza dei candidati. Primo chatbot di recruiting HR sviluppato da una società nata e cresciuta in Italia, è valso all' azienda il premio "Innovazione SMAU 2019". Il gruppo, per il triennio 2018 - 21 prevede una crescita del 50% nel fatturato, e 50 assunzioni entro quest' anno. Grazie a potenti algoritmi di machine learning, DigitaHR è in grado di elaborare grandi quantità di informazioni e dati, permettendo di fare rapidamente le prime selezioni di lavoro, comunicando in modo del tutto naturale con i candidati e indirizzandoli verso posizioni in linea con il proprio profilo professionale. DigitaHR può inoltre essere utilizzato dai direttori HR delle aziende quale efficace strumento di comunicazione con il dipendente, ad esempio per informazioni di chiusura e apertura aziendale, richiesta di ferie e permessi, agevolando l' operatività immediata e permettendo alle divisioni HR di dedicarsi a compiti più complessi . Attraverso un algoritmo di scoring delle competenze e dei requisiti, supportato dalla piattaforma di Citel Group, DigitaHR permette di attrarre i migliori talenti, aiutando e velocizzando l' iter di selezione delle aziende. Ad ogni competenza richiesta - o a soft skill, o caratteristiche del candidato di altro tipo, a seconda delle necessità e delle posizioni da coprire - viene infatti assegnato un punteggio; la somma ponderata di tutte le informazioni, raccolte dal chatbot e immagazzinate in un database dedicato, permette la classificazione di tutte le candidature con un importante guadagno in termini di efficienza e di qualità della selezione. Citel Group propone servizi innovativi a medie e grandi aziende e agli enti della pubblica amministrazione, accompagnandoli nel processo della trasformazione digitale. Ha headquarters a Napoli, sedi a Milano, Roma, Genova, Sao Paulo e Rio de Janeiro, conta 10 milioni di fatturato tra Italia e Brasile, grazie all' impiego di oltre 160 professionisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022606§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 8 Il Messaggero Industria 4.0

Clima, Trump attacca Greta: basta con i profeti di sventura

L' attivista svedese accusa di nuovo i politici: «La nostra casa brucia e voi non fate niente» Nessun mea culpa dal presidente americano che anzi rilancia: economia Usa mai così bene

IL MEETING NEW YORK Il gigante e la bambina sono in scena a Davos. Solo un' ora ha separato l' esordio dell' attivista svedese Greta Thunberg sul palco del paesino svizzero che ospita il World Economic Forum, da quello altrettanto atteso di Donald Trump. I due non si sono chiamati per nome, ma i toni dei rispettivi discorsi non avrebbero potuto essere più diretti. «Tutti i leader del mondo condannano gli Usa per aver deciso di ritirarsi dall' accordo di Parigi per il controllo del clima ha esordito Greta ma nessuno si scandalizza per il fatto che gli stessi capi politici non fanno nulla di concreto per dare corpo agli obiettivi fissati». Thunberg ha ripetuto l' appello dello scorso anno: «Il mondo è in fiamme! Badate bene, non basta ridurre le emissioni di anidride carbonica, bisogna eliminarle. Non basta piantare alberi in Africa mentre si distrugge l' Amazzonia». Diciotto mesi sotto i riflettori hanno addolcito gli spigoli emotivi delle prime apparizioni, ma non il tono del messaggio: «Non mi lamento certo di non avere voce, anzi vogliono che io parli in continuazione. Il problema è che la voce dei giovani e della scienza non vengono ascoltati dai protagonisti di questo dibattito». Donald Trump non poteva non pensare a lei quando ha invitato la conferenza a non prestare attenzione ai «perenni profeti di sventura» e agli «eredi dei ciarlatani del passato, e dei divinatori del futuro». Il leader degli Stati Uniti vede un presente ben diverso da Greta, fatto del successo «senza precedenti» dell' economia del suo paese, e della «portata storica» della sua stessa presidenza. Trump ha invitato tutti a riconoscere l' efficacia della sua politica isolazionista, e l' utilità per gli Usa dei dazi con i quali ha colpito il resto dei partner commerciali intorno al mondo. Più che un intervento sui temi della conferenza: il volto umano del capitalismo e le prospettive di crescita sostenibile e condivisa, il suo è stato l' ennesima autocelebrazione sulla scena internazionale, particolarmente significativa nel giorno in cui al senato di Washington iniziava il processo dell' impeachment con il quale l' opposizione vorrebbe rimuoverlo di peso dalla Casa Bianca. LA CORSA All' ombra di questo scambio di posizioni che ha monopolizzato l' attenzione dei media, il summit di Davos si è aperto ieri con sessioni dedicate al rapporto tra Intelligenza artificiale e privacy, le trasformazioni economiche dettate dalla tecnologia, e l' emergenza climatica che colpisce selettivamente i paesi più poveri come quelli dell' Africa. Lo storico e antropologo culturale israeliano Yuval Harari ha paventato un futuro imminente, nel quale i dati a disposizione di grandi aziende e di apparati statali li metteranno nella condizione di conoscere le nostre identità e il nostro corpo «meglio di quanto li conosciamo noi stessi», e di manipolarci a distanza. «Stiamo assistendo ad una corsa imperialista

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[§24022606§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Messaggero Industria 4.0

per il dominio mondiale - ha detto Harari - nella quale non ci sarà più bisogno di inviare soldati per soggiogare un popolo, ma sarà possibile hackerare i singoli cittadini». I protagonisti di questa guerra sono per lo scrittore israeliano il governo cinese, in saldo controllo della tecnologia e con libero accesso ai dati, e Silicon valley dall' altra parte, ben più cosciente della stessa Washington della posta in palio. Il ceo della Huawei, Ren Zhengfei, ha cercato di ricordare che simili fobie hanno circondato in passato le maggiori transizioni di ere tecnologiche, ma che alla fine le nuove tecnologie hanno favorito lo sviluppo umano piuttosto che impedirlo. La tecnologia ha cambiato il mondo e ne ha preso possesso. Il grafico dei flussi finanziari si identifica ormai con quello della raccolta dei dati, e questi ultimi governano la sicurezza, la finanza e la politica. Dieci anni fa solo 8 aziende di settore vantavano una capitalizzazione superiore ai 100 milioni di dollari, oggi ce ne sono più di 100, e le prime quattro (Amazon, Apple, Facebook e Alphabeth) hanno superato i mille miliardi. Tra le prime cinquanta, quarantadue sono basate negli Stati Uniti e otto in Cina. L' Europa soffre di un ritardo preoccupante secondo la cofondatrice di CloudFare Michelle Zatlyn. Il decennio che si apre sarà segnato dalla necessità per i singoli paesi di dettare le regole di accesso al proprio mercato, e le aziende cinesi sono più pronte. Al contrario dei giganti statunitensi, riconoscono la necessità di negoziare con i governi locali e di collaborare con loro. Flavio Pompetti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022607§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 29 Corriere della Sera Industria 4.0

Accordo con Icona

Comonext a Ivrea, un polo hi-tech rilancerà l' ex Olivetti

Fabio Savelli

Un polo tecnologico nelle fabbriche dell' ex Olivetti ad Ivrea, compresa quella «di mattoni rossi» dove cominciò (e tramontò) il mito della Silicon Valley italiana. Un hub per l' innovazione che rinverdisca l' epopea di quegli impianti, nel Canavese, dove furono progettate, tra le altre, la mitica «Divisumma 14», la prima calcolatrice elettromeccanica al mondo e la «Programma 101», il primo elaboratore da cui hanno preso forma gli attuali pc. Ora Ivrea prova a ripartire prendendo a modello Comonext. Tramite un accordo con Icona, l' associazione di 18 imprenditori che hanno acquistato i complessi delle fabbriche e sulle quali intendono ora innestare un laboratorio d' innovazione che a Lomazzo, nel comasco, è diventato in pochi anni uno spazio da 21 mila metri quadri, 130 aziende, 900 tra ingegneri e ricercatori. Per capire la portata della sfida conviene partire da Comonext, che ha sviluppato un mega centro di formazione per Industria 4.0 al servizio del Paese, con la collaborazione di fondazione Cariplo che anni fa erogò un finanziamento a fondo perduto e ora lo supporta pedagogicamente anche grazie ai progetti avviati con le grandi aziende hi-tech. Internet ha fatto crollare qualunque tipo di steccato in pochi anni. Geografico, settoriale, culturale. Gli ambiti di attività si sovrappongono. «Mettono spesso in competizione realtà che prima appartenevano a filiere completamente distinte», ha raccontato il direttore generale Stefano Soliano. Secondo un modello a margherita, di cui Comonext è il bocciolo. Il parco tecnologico collabora con le aziende da cui provengono istanze di innovazione che non riescono a trovare internamente. Con le università, come la fondazione Politecnico di Milano, che è anche socia. Con le istituzioni-azioniste di Sviluppo Como, tra cui figurano tutte le associazioni di categoria come Confartigianato e Cna. E con gli istituti di credito, come Intesa Sanpaolo, i grossi fondi internazionali (come Eos) e di venture capital (come ItVenture). Le fabbriche della ex Olivetti, saranno in grado di replicare il modello a bocciolo? Per ora ha trovato spazio una startup, Datapoiesis, che studia i dati per costruire relazioni, empatia e partecipazione.

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[§24022608§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Dai big data alla robotica, più risorse sulla Sabatini

Un terzo dei fondi sulle tecnologie digitali. Una quota per le regioni del Mezzogiorno

Pagina a cura diAlessandro Sacrestano

La legge di Bilancio trasforma la Sabatini in un incentivo con una forte vocazione all' innovazione tecnologica, al rispetto ambientale e al sostegno delle aree in ritardo di sviluppo. A leggere nelle pieghe dei commi da 226 a 229 dell' articolo 1 della legge di Bilancio, infatti, si comprende appieno che l' intenzione dell' Esecutivo è stata quella di sposare una delle leve di sostegno all' imprenditoria più collaudate, disciplinata dall' articolo 2 della legge 98/2013, con le tematiche di sviluppo imprenditoriale più sentite del nostro periodo. Nel dettaglio, il primo provvedimento adottato per consolidare l' incentivo in argomento è quello di aumentarne le disponibilità con maggiori risorse: 105 milioni di euro per il 2020, 97 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024 e 47 milioni di euro per l' anno 2025. I fondi accresciuti rispettano anche una sostanziale selettività della loro destinazione. E questa è la prima delle modifiche operative apportate al meccanismo di funzionamento dell' agevolazione dalla legge di Bilancio. Pertanto, una quota, pari al 30 per cento delle maggiori risorse messe in campo è espressamente destinata al sostegno degli investimenti tecnologici, ossia macchinari, impianti e attrezzature in tecnologie digitali, quali gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. All' interno di questa "riserva", comunque, trova spazio il raggiungimento di un ulteriore elemento di selettività. La norma, infatti, dispone che 60 milioni siano ad appannaggio di micro e piccole imprese che effettuano gli investimenti tecnologici nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Singolare il meccanismo attraverso il quale questo obiettivo sarà conseguito. Come noto, gli investimenti tecnologici godono in generale di una percentuale di aiuto rafforzata, ossia il 3,575 per cento contro il 2,75 per cento che viene garantito per il sostenimento di quelli che chiameremo investimenti "ordinari". Ebbene, la legge di Bilancio prevede che, nel caso gli investimenti tecnologici siano realizzati nelle regioni prima individuate, la percentuale di aiuto spettante passi al 5,5 per cento, con una maggiorazione, quindi, del 100 per cento del contributo base previsto per gli investimenti "ordinari". Se i parametri del tecnologico e del territoriale risultano essere due delle direttrici della nuova Sabatini, un terzo obiettivo strategico che si rafforza è poi, certamente, quello del rispetto ambientale. Dispone, infatti, la legge di Bilancio che il 25 per cento delle maggiori risorse complessivamente

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[§24022608§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

rese disponibili sia destinato alle micro, piccole e medie imprese per l' acquisto, anche mediante leasing, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell' ambito di programmi finalizzati a migliorare l' ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi. Un messaggio chiaro quello del legislatore, nell' ottica di un sistema produttivo che si ispiri sempre più profondamente alla cosiddetta linea verde. Le caratteristiche di impatto ambientale degli investimenti, spiega la norma, dovranno essere certificate dal fornitore dei beni e dei servizi o da un professionista indipendente. Sotto il profilo preferenziale, viene stabilito che questa tipologia di investimento sia in tutto e per tutto equiparata a quella "tecnologica". Pertanto, il contributo ottenibile al loro sostenimento sarà pari al 3,575 per cento. Ovviamente, il legislatore ha previsto un criterio di "recupero" nel caso in cui la sensibilità delle imprese verso i temi evidenziati sia inferiore rispetto alle attese. Di conseguenza, le risorse che, al 30 settembre di ciascun anno, non risultino utilizzate per le riserve illustrate, rientreranno nelle disponibilità complessive della misura. Altro interessante provvedimento adottato con la legge di Bilancio, limitatamente agli investimenti "fuori riserva", riguarda la connessione fra investimento agevolato e garanzia bancaria di sostenibilità della spesa. Viene previsto che per gli investimenti realizzati la garanzia ex lege 662/96 sia concessa in favore delle micro, piccole e medie imprese a titolo totalmente gratuito, pur se nel rispetto delle regole di cumulo e delle intensità massime previste dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato. La norma chiarisce anche il "salvadanaio" dal quale saranno attinte le fonti finanziarie di questa previsione. Agli oneri derivanti dall' applicazione della disposizione si provvederà mediante utilizzo delle risorse non impiegate sulla dotazione della sezione speciale del fondo destinato all' editoria, pari a 7 milioni di euro. In ogni caso, è bene ribadirlo, l' accesso gratuito per le micro, piccole e medie imprese al Fondo di garanzia per le Pmi a titolo gratuito interessa i soli finanziamenti concessi sulle risorse delle riserve non utilizzate e, quindi, non ha carattere generale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022609§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

L' accesso agli incentivi. Agevolato anche l' acquisto in leasing

Esclusi i comparti finanziari e assicurativi

La Sabatini rappresenta uno degli incentivi più collaudati del nostro panorama normativo (articolo 2 della legge 98/2013). Nel dettaglio, l' incentivo si traduce in un aiuto destinato a sostenere le Mpmi (micro, piccole e medie imprese), senza esclusione di settore, fatta eccezione per i comparti delle attività finanziarie e assicurative (sezione K della classificazione delle attività economiche Ateco 2007). L' agevolazione premia l' acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti, beni strumentali d' impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware, o immateriali, come software e tecnologie digitali, a uso produttivo), anche se eseguiti attraverso leasing finanziario. Questo meccanismo discende, i da quello che rappresenta il canale privilegiato dell' aiuto concesso e, cioè, il riconoscimento di un finanziamento o di un leasing finanziario, concessi da banche e intermediari finanziari aderenti alla convenzione Cdp-Abi-Mise, a copertura del 100% dell' importo totale degli investimenti candidati agli aiuti, con una durata massima (comprensiva di un periodo di preammortamento non superiore a dodici mesi) di cinque anni, decorrenti dalla data di stipula del contratto di finanziamento ovvero, nel caso di leasing finanziario, dalla data di consegna del bene. Non tutti gli investimenti sono meritevoli di sostegno. Per aver accesso ai benefici di legge l' importo singolo di spesa non potrà essere inferiore a ventimila euro. Su altro fronte, invece, il tetto massimo di spesa per ogni beneficiario è fissato a quattro milioni di euro, importo che può essere frazionato in più iniziative di acquisto. L' incentivo, comunque, non si sostanzia solo in un accesso facilitato alle risorse finanziarie. Una parte complementare del beneficio è, infatti, accordata attraverso il riconoscimento di un contributo finalizzato a coprire parte degli interessi sopportati a fronte del finanziamento o del leasing sottoscritto. La misura del contributo varia a seconda del tipo di investimento eseguito. L' aiuto, per gli investimenti ordinari, è pari all' interesse calcolato, in via convenzionale, al tasso del 2,75% su un finanziamento di cinque anni e d' importo equivalente a quello concesso dalla banca o intermediario finanziario aderente alla convenzione. Per le imprese che investono, invece, in tecnologie digitali la percentuale è incrementata del 30% ed è, pertanto, pari a 3,575%. Si tratta dell' acquisto di macchinari, impianti e attrezzature in tecnologie digitali, quali gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica,

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[§24022609§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti. Tutte le Mpmi che effettuano gi investimenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono ottenere uno spread della percentuale del contributo che passa al 5,50%. Analogamente, per l' acquisto, anche mediante leasing, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell' ambito di programmi finalizzati a migliorare l' ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi, certificati dal fornitore dei beni e dei servizi o da un professionista indipendente, sarà fruibile un contributo sugli acquisti del 3,75%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022610§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 14 La Nazione Industria 4.0

Facebook si pente: nuove regole sulla privacy

Il responsabile della comunicazione Nick Clegg a Roma. «Fatti errori, ma la rete resti libera. Attenti alla Cina. Fake news? Dimezzate»

di Giovanni Rossi ROMA Ci sarà un motivo se Mark Zuckerberg, poco incline alla beneficenza, lo ha voluto alla vicepresidenza della comunicazione. Sir Nicolas Clegg, 53 anni, studi in antropologia a Cambridge, un brillante passato da giornalista prima del volo in politica come leader dei liberali inglesi e poi come vicepremier del governo Cameron dal 2010 al 2015, oggi gira il mondo per Facebook. Con la missione di dimostrare che il gigante di Menlo Park è disponibile a cambiare prima di essere spezzettato per eccesso di potenza. Alla Luiss di Roma gli studenti sentono odore di cenere. Pentimento e ripensamento. Un discorso politico. «Facebook è consapevole delle proprie responsabilità e dei propri errori», è l' ammissione. «Capisco che alcuni legislatori riflettano, specialmente dopo Cambridge Analytica (ndr, il megascandalo dati), ma il mio messaggio alla nuova Commissione Ue e al Parlamento è questo - dice Clegg -: mettiamoci al lavoro su nuove regole. Internet è entrato in una nuova fase». La svolta è insidiosa, il giro di vento soffia da oriente. Chiarito che «Mark Zuckerberg non è dio» e non sta a lui «giudicare se sia vero o no quel che dicono i politici», premette Clegg, «ora c' è una battaglia in atto per l' anima e il futuro di Internet». «Di fatto ne esiste già un' altra, l' Internet cinese basata su valori molto diversi dai nostri: controllo statale, censura, sorveglianza. Alcuni Paesi stanno seguendo l' esempio». È quindi «importante che il legislatore in Europa e negli Usa capisca che è tempo di lottare per conservare la rete libera, aperta e globale - spiega Clegg -. Il regolamento Gdpr ha esercitato grande influenza nel dibattito mondiale sulla privacy: penso che l' intelligente politica di questo continente possa diventare canone per il futuro». L' occhiuta Europa che dà lezione alla Silicon Valley? Una bugia a fin di business che Sir Nick illustra così: «Vogliamo collaborare con l' Ue e i governi del mondo su privacy, portabilità dei dati, lotta al linguaggio d' odio e integrità nella comunicazione politica. Sono un tecno-ottimista, credo che la tecnologia possa rendere il mondo migliore». Poi arriva lo scalpellotto in stile british. «C' è la tendenza in Europa a pensare che i Big Data siano una cattiva cosa e che siano cattive le compagnie che hanno come modello di business l' aggregazione dei dati su larga scala. Il business di Facebook è meno misterioso di quello che si pensi: recapitiamo agli utenti pubblicità basata sui dati che sono disposti a condividere». È già ora di rivendicare i progressi: «Fb ha 35.000 persone a protezione della piattaforma. Siamo in grado di eliminare milioni di account falsi ogni giorno. E la presenza di fake news è crollata

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[§24022610§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Nazione Industria 4.0

del 50% dal 2016. Bloccare CasaPound? Una decisione estrema, ma siamo convinti giusta». «La legge dice che Casapound ha il diritto di esprimersi», è la replica per direttissima. Il nuovo spauracchio è il deepfake, la tecnica di falsificazione di immagini e parole manovrata dall' intelligenza artificiale: «Ha il potenziale per fare cose impossibili», denuncia Clegg. Stati Uniti ed Europa, rispetto alla tecnologia, possono trovare una via comune? «Secondo un sondaggio tra le aziende europee, usare le app di Facebook ha contribuito a generare oltre 200 miliardi di euro di fatturato nell' ultimo anno», dichiara Sir Nick. Ovvero «tre milioni di nuovi posti di lavoro». «Perciò - lamenta subito dopo - sebbene capisca l' impulso dei politici europei a criticare le tech company, tagliare fuori i giganti della Silicon Valley non sarebbe una buona ricetta per le aziende Ue. Non è un gioco a somma zero. I social sono ormai parte integrante dell' economia europea». Resta il buco nero fiscale. I giganti del web vogliono continuare a svicolare? «Noi sosteniamo quanto dice l' Ocse - dichiara l' ambasciatore di Facebook -. Vogliamo una regolamentazione che valga in tutti i Paesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022611§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 27 Corriere della Sera Industria 4.0

Facebook: per Internet servono nuove regole Web tax, collaboriamo

Il vicepresidente Clegg: consapevoli dei nostri errori

Martina Pennisi

Da Monaco di Baviera a Davos passando per Roma. Il vice presidente degli affari globali e della comunicazione di Facebook, Nick Clegg, è in tour per sostenere le posizioni del colosso californiano su come verrà normato il settore tecnologico, soprattutto dall' Europa. Ieri - in occasione di un incontro all' Università Luiss, arrivando dalla Germania e prima di partire per Davos dove è in corso il World economic forum - ha ribadito il sostegno all' individuazione di nuove regole, anche per proteggere la Rete dal modello cinese «basato su controllo dello Stato, censura, sorveglianza e isolamento della sua popolazione». Le norme, ha proseguito, non siano però frutto della volontà di «placare le ansie» e non «rallentino l' Europa o soffochino la nascita di nuove imprese». Quanto alle imprese mature, ha dichiarato che la sua restituisce al Vecchio Continente quello che guadagna «aiutando le aziende che usano le app di Facebook a generare più di 200 miliardi di euro in un anno e sostenendo l' export». Definirebbe il rapporto equo anche se si parla di tassazione? «Tutti pensano che sia il caso di cambiare il sistema di pagamento delle tasse, noi saremo collaborativi e sosteniamo quanto l' Ocse. Mi auguro che i governi facciano lo stesso (e valutino di sospendere le norme nazionali, come la Francia, ndr). In Europa paghiamo le tasse in Irlanda e rispettiamo la legge. A livello globale, nel 2019 abbiamo pagato 5 miliardi di dollari». Ragionando sulla possibilità che il Digital Services Act cui sta lavorando a Bruxelles la Commissione europea renda le piattaforme legalmente responsabili di tutto ciò che pubblicano gli utenti, Clegg ha citato la legge tedesca - «non ottimale perché ci porta a rimuovere più contenuti di quanto dovremmo» - e l' approccio della Francia, «dove si discute l' obbligo di intervento entro 24 ore dopo che l' illecito è stato notificato». Secondo Clegg, «più che il numero di ore in cui il contenuto rimane online, andrebbe considerata la quantità di persone che ha raggiunto, perché può diventare virale in pochi minuti». Per quello che riguarda il braccio di ferro legale con l' organizzazione di estrema destra CasaPound Italia, eliminato dalla piattaforma di Facebook in settembre e riammesso dal Tribunale di Roma il 12 dicembre: «È stata una decisione estrema basata sul loro comportamento sia dentro sia fuori dalla piattaforma (e che conferma come adesso inneggiare al fascismo sia bandito dalle regole del social, a differenza del passato, quando serviva l' intervento di un giudice, ndr). Siamo convinti di essere nel giusto, ma rispetteremo le decisioni delle autorità competenti». Tornando all' asse Usa-Ue, lunedì a Bruxelles l' amministratore delegato di Alphabet Sundar Pichai ha auspicato «una regolamentazione dell' Intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale» - che l' Europa sta pensando di bloccare per un periodo fino a cinque anni - a patto che sia «ragionevole

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[§24022611§] mercoledì 22 gennaio 2020

Corriere della Sera Industria 4.0

e proporzionata» e coerente «a livello internazionale».

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[§24022612§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 26 La Stampa Industria 4.0

IL TERZO APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DA LA STAMPA CON IL GRUPPO GNN

Il tour dell' innovazione a Trieste per raccontare la salute del futuro

ALBERTO ABBURRÀ

ALBERTO ABBURRÀ TORINO «Il dottore del futuro non darà medicine, motiverà i suoi pazienti ad avere cura del proprio corpo, alla dieta, alla causa e prevenzione della malattia». Thomas Edison lo diceva 100 anni fa e si può dire che la sua previsione, almeno in parte, si sia realizzata. Oggi sappiamo che la nostra salute va a braccetto con l' alimentazione, lo stile di vita e le condizioni ambientali. Quello che ancora non sappiamo è che cosa ci riserverà il futuro nel campo della ricerca scientifica applicata alla medicina. Nell' ultimo secolo le conquiste sono state enormi, ma le domande in cerca di risposte - e le malattie in attesa di una cura - sono ancora molte. Il 23 gennaio il Tour dell' innovazione organizzato da La Stampa con le testate del gruppo GNN (Gedi News Network) sbarca a Trieste. Dopo aver affrontato il tema del turismo (a Livorno) e quello dell' ambiente (ad Alba), la ricerca di un «Alfabeto del futuro» si sposta proprio nel campo della salute. Cosa dobbiamo aspettarci? Quali sono le frontiere alla portata dell' uomo e quali traguardi invece resteranno ancora distanti? Le cure continueranno a fare progressi? Quali speranze ci sono nella battaglia contro i tumori e le malattie neurodegenerative? La tecnologia può fare la differenza? Il contributo dell' uomo ovviamente resta cruciale, basti pensare al mondo dell' università e della ricerca. Ma poi dovremo iniziare a famigliarizzare con temi nuovi come l' intelligenza artificiale e la robotica. Già oggi nelle sale operatorie alcune funzioni mediche vengono svolte da macchinari e il futuro sembra improntato sempre più in questa direzione. Per completare il quadro dovremo infine guardare a noi stessi e chiederci: aldilà della scienza, come possiamo tutelare la nostra salute? Il nostro stile di vita è sostenibile? Per aiutare la riflessione e provare a offrire qualche risposta, sul palco della Sala Saturnia nella Stazione Marittima di Trieste saliranno il ministro della Salute Roberto Speranza (che dialogherà con il direttore de La Stampa Maurizio Molinari) e Margherita Granbassi, la triestina bronzo olimpico a Pechino 2008 e pluricampionessa del mondo di scherma (intervistata dal direttore de Il Piccolo Enrico Grazioli). Ma non è tutto. Mauro Giacca, professore di Scienze cardiologiche al King' s College di Londra, terrà una lezione dal vivo mentre Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park, offrirà una panoramica delle realtà più innovative. Ci saranno il sindaco Roberto Dipiazza e l' assessore regionale alla Sanità Riccardo Riccardi. Attesi anche Roberto Di Lenarda (rettore dell' Università di Trieste), Gianfranco Sinagra (direttore del Polo cardiologico di Trieste) e Michela Flaborea (presidente e ad di Televita Spa) oltre a Renzo Simonato (direttore Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo).

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[§24022612§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Stampa Industria 4.0

«L' Alfabeto del futuro trova a Trieste una tappa avvincente perché la frontiera della salute riguarda ciò che di più importante abbiamo: qualità e durata della nostra vita - spiega Molinari -. Tecnologia e sviluppo, le risorse dell' innovazione, ci consentono di guardare con curiosità e passione ai risultati di ricerche e studi che discuteremo assieme ai nostri ospiti». - © RIPRODUZIONE RISERVATA Molinari: "Sfida avvincente perché riguarda la qualità e la durata della vita" LUZphoto.

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[§24022613§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 37 Il Messaggero Industria 4.0

Inaugurato al Cto il nuovo blocco operatorio

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, accompagnato dall' assessore alla Sanità Alessio D' Amato, ha visitato ieri mattina l' ospedale Cto - A. Alesini, inaugurando il nuovo blocco operatorio. L' ospedale negli ultimi anni è stato interessato da lavori di ristrutturazione che hanno consentito una radicale opera di ammodernamento per il rilancio della struttura. Gli ultimi interventi per un totale di circa 2 milioni di euro hanno riguardato la nuova tac, la week surgery e le nuove sale operatorie. «Rilanciamo il Cto con investimenti e nuove tecnologie. È una giornata che rende chiaro quanto si sta facendo, perché c' è un grande investimento in un ospedale pubblico, figlio di politiche, che oltre a tagliare le tasse sugli stipendi con la finanziaria, hanno tagliato il superticket e messo miliardi sull' edilizia sanitaria e sul fondo nazionale» ha detto Zingaretti. Secondo D' Amato il Cto «sarà l' ospedale dell' ortopedia e della riabilitazione, ci sono e ci saranno le tecnologie del futuro, la robotica farà parte della chirurgia ortopedica». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022614§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 31 La Stampa Industria 4.0

LA RICERCA ALL' ISTITUTO SANT' ANNA DI PISA Fa PARTE DELLA MEGA INIZIATIVA "HUMAN BRAIN PROJECT"

Insegnare il tatto alla cyber-mano

"Hackeriamo i messaggi del cervello e si riacquista la sensibilità perduta"

SILVIA BANDELLONI

SILVIA BANDELLONI «Hackeriamo il sistema nervoso per mandare dei messaggi elettrici al cervello in modo che inducano le percezioni che vogliamo». A raccontarcelo è Alberto Mazzoni, ricercatore dell' Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant' Anna, responsabile scientifico del laboratorio di Neuroingegneria Computazionale e collaboratore dello Human Brain Project, il progetto europeo partito nel 2013 che coinvolge un numero record di indagini sul nostro organo più misterioso. Alla quarta Conferenza internazionale degli studenti sulla ricerca interdisciplinare del cervello, organizzata a Pisa, Mazzoni ha raccontato il suo ultimo lavoro su «Scientific Reports». Obiettivo è sviluppare protesi di nuova generazione - le braccia robotiche - che i pazienti riescono non solo a padroneggiare, ma a percepire come proprie. «Se la persona pensa di chiudere la mano - spiega Mazzoni -, la mano robotica decodifica l' intenzione e si chiude. Ma il salto sta nel fatto che, se un oggetto viene toccato dalla mano robotica, si sente nel cervello la sensazione di quello che è stato appena toccato. In altre parole si riacquista sensibilità tattile. Le due persone sottoposte al test, infatti, riuscivano a riconoscere la natura di diversi materiali». I pazienti idonei sono particolari: la loro parte del cervello che, prima dell' incidente, rispondeva agli stimoli provenienti dalla mano che non c' è più è ancora attiva. Questa regione dedicata a tali stimoli fa sì che i pazienti soffrano spesso della «sindrome dell' arto fantasma» e provino la sensazione di possedere ancora quell' arto. «Quello che facciamo noi neuroingegneri è tradurre il linguaggio dei sensori della mano robotica nel linguaggio del sistema nervoso», dice Mazzoni. Una traduzione realizzabile mediante modelli computazionali sempre più complessi, capaci di simulare l' attività dei neuroni periferici della mano e il loro percorso per arrivare fino al cervello. «Tramite questi modelli - aggiunge - realizziamo una selezione degli input elettrici che i neuroni della mano avrebbero mandato se fossero stati ancora al loro posto, in modo che, quando al cervello arriva la stimolazione, questo la riconosca». Ricerca di base e ricerca applicata sono interconnesse. Anche in questo caso, per capire il funzionamento del cervello e quindi trovare le cause e i rimedi alle patologie, è necessario legare le conoscenze teoriche a livello neuronale con quelle sperimentali, che osservano i comportamenti macroscopici. «Il mio gruppo realizza una ricerca di base. Ma siamo consci

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[§24022614§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Stampa Industria 4.0

degli obiettivi clinici finali», afferma Mazzoni. E, allora, qual è l' ambizione dietro gli innumerevoli obiettivi delle ricerche dello Human Brain Project? La finalità del progetto, frutto di una strategia per unificare molti studi in un unico mega tema, era, all' inizio, realizzare il modello più accurato possibile della corteccia cerebrale, in grado di comprendere le funzioni di ogni neurone: una sorta di mappa funzionale su diverse scale, straordinariamente dettagliata. «L' obiettivo - dice Mazzoni - è stato però giustamente rimodulato. L' ambizione di riprodurre tutto il cervello in ogni dettaglio andava al di là delle nostre capacità. Il progetto è stato quindi diviso in vari obiettivi tattici più realizzabili e che consistono in studi mirati a riprodurre diverse parti funzionali del cervello». È stata apportata un' altra modifica del progetto: riguarda la realizzazione di piattaforme in cui ogni gruppo pubblica i propri risultati, ottenendo infrastrutture informatiche di dati che possono essere consultati e utilizzati dai vari gruppi. Se l' idea iniziale prevedeva la gestione dei database, con lo scopo di raccogliere tutti gli esperimenti, su tutte le aree del cervello e in tutte le condizioni, oggi non è più così: «Nella nuova versione del progetto - commenta Mazzoni - la gestione dei database è diventato un obiettivo primario che consiste non solo nel mettere a disposizione le informazioni, ma nel sistematizzare la mole di dati. In una biblioteca senza catalogo non troverò mai il libro che cerco. Ecco perché, allo stesso modo, voglio poter trovare tutti i possibili studi svolti su un determinato argomento». Grazie a una politica di condivisione studenti e ricercatori avranno l' opportunità di approdare a una piena conoscenza di questi strumenti. «Il progresso - conclude Mazzoni - si raggiunge non tanto con la competizione, ma con la condivisione». - © RIPRODUZIONE RISERVATA Alberto Mazzoni ricercatore dell' Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant' Anna, è responsabile del laboratorio di Neuroingegneria Computazionale Non soltanto arti artificiali: le protesi di prossima generazione verranno percepite come proprie dai pazienti.

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[§24022615§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 22 Corriere della Sera Industria 4.0

Oggi il terzo libro in edicola

La grande storia della scienza I 40 volumi da Archimede a Hawking

È in edicola al prezzo di 6,90 euro più il quotidiano il terzo volume, dedicato a Pitagora e alle origini della matematica, della collana «Grandangolo Scienza» del Corriere della Sera . Tutti i mercoledì fino al 7 ottobre le monografie, realizzate da ricercatori e docenti di università italiane, racconteranno le vite e le opere di 40 tra i più grandi scienziati della storia. I libri spaziano fra diverse discipline, dalla fisica alla matematica, dalla chimica alla quantistica, dalla cosmologia all' intelligenza artificiale. Il prossimo volume, dedicato Newton, sarà in vendita il 29 gennaio. A seguire quello dedicato a Copernico (5 febbraio) e quello su Enrico Fermi (12 febbraio).

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[§24022616§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 21 La Stampa Industria 4.0

la sfida digitale divide gli alleati

gianni riotta

GIANNI RIOTTA

Chi ha vinto e chi ha perso al World Economic Forum di Davos nello scontro su web tax e tariffe tra il focoso presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il cerebrale presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Boris Johnson, spettatori interessati l' Europa della neopresidente Ursula von der Leyen, il primo ministro Giuseppe Conte, le grandi piattaforme digitali, Amazon, Google, Facebook, Apple e l' industria manifatturiera tradizionale? Un tempo sarebbe stato facile assegnare i punti, come l' arbitro sul ring dei pesi massimi, calcolando gli effetti su bilance commerciali e conti fiscali, oggi questa ragioneria, pur sempre cospicua, non decide più da sola scacchi e successi. Perché Trump ha di certo incassato un risultato positivo, in giornate per lui decisive con i senatori americani trasformati in giudici nell' impeachment sul caso Ucraina. Dopo aver presentato un' immagine «da geyser ruggente» dell' economia Usa, Trump potrà, tornando a casa nell' aspra campagna elettorale verso il voto di novembre, vantare la retromarcia di Macron sulla tassa che voleva imporre ai monopoli digitali, rinviata in un tweet a fine 2020. «Non che io ami quei gruppi» afferma duro Trump, che diffida di Google perché non si impegna contro la Cina sull' Intelligenza Artificiale militare, di Apple perché non sblocca gli iPhone su richiesta della polizia, di Facebook sospettata di favorire via algoritmi i democratici e infine di Jeff Bezos di Amazon, l' odiato editore del quotidiano Washington Post. Ma per «Fare l' America di Nuovo Grande», come afferma il suo slogan di battaglia, Trump non può accettare che l' orgoglio informatico del Paese paghi dazio agli europei infingardi. Macron, però, non esce sconfitto dal confronto, perché il suo ministro delle Finanze Bruno Le Maire, dopo un confronto brutale con il segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin, «il più aspro della mia vita», ha in fondo ottenuto che le decisioni vengano prese a fine 2020, o quando i negoziati, fin qui lentissimi, all' Ocse, l' organizzazione internazionale per lo sviluppo, non troveranno un accordo su come tassare i monopoli multinazionali. Non sfuggirà al lettore che, a fine anno, sapremo se Trump tornerà alla Casa Bianca per altri quattro anni o se invece Cina ed Europa avranno da baccagliare un presidente democratico, magari più protezionista di Trump, vedi il senatore Sanders, ma che comunque azzererà i giochi. Ecco perché, a sorpresa, il primo ministro britannico Johnson non segue Macron nell' attendismo e alza la posta, insistendo che, a ogni costo, il primo di aprile il suo pesce per il presidente Trump sarà una web tax da 600 milioni di euro, e se le ritorsioni in dazi minacciate da Mnuchin contro Londra scattassero, ci sarebbe una seconda guerra commerciale, dopo quella con la Cina appena chiusa da una fragilissima tregua. Johnson deve, in febbraio, trattare con l' amministrazione Trump la «relazione speciale Londra-Washington»

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[§24022616§] mercoledì 22 gennaio 2020

La Stampa Industria 4.0

dopo Brexit e il leader conservatore, che mastica populismo da sempre, decide di essere più trumpista di Trump e negoziare alla sua maniera, rovesciare il tavolo come prima mossa, poi accordarsi più avanti. Insomma, con la Cina rimasta sola a Davos a elogiare il mondo globale, la diplomazia di Donald Trump fa scuola e, dal digitale all' industria classica, tariffe e dazi sono impugnati come clave contro amici e nemici. Il segretario Mnuchin minaccia di sguincio anche l' Italia, se non eliminiamo la nostra web tax ci pioveranno addosso ritorsioni contro il Made in . Il premier Conte e il ministro Gualtieri meditino sul balletto di Macron e Johnson, passi opposti per un' uguale coreografia, alternare blandizie e pugno di ferro alla Trump. L' Italia prenda tempo, se c' è da puntare i piedi lo faccia e alla fine tratti allo spasimo, la sola dote che il presidente repubblicano ammiri negli avversari. - Instagram @gianniriotta © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022617§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Le app di Facebook leva di business per le Pmi italiane: più fatturato anche all' estero

Secondo i risultati di un' indagine condotta con Ipsos, anche Whatsapp e Instagram favoriscono lo sviluppo. Benefici per le aziende in tutta Europa. E Zuckerberg annuncia 1.000 nuovi posti di lavoro nel Regno Unito

Per il 44% delle Pmi italiane le app di Facebook - Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp - favoriscono lo sviluppo del business . E il 40% sostiene che i social "hanno contribuito a rafforzare le loro attività". Lo rivela un' indagine Facebook-Ipsos che fa il punto sull' impatto degli strumenti messi a punto dall' azienda californiana per le imprese .Il focus non si limita all' Italia: secondo un' indagine condotta per il social da Copenhagen Economics realizzato su 7.700 aziende in 15 paesi europei, l' utilizzo dei social ha aiutato le imprese a generare nel 2019 208 miliardi di euro che si traducono in circa 3.1 milioni di posti di lavoro .E' con questi numeri che il social media si presenta all' Europa mentre annuncia nel Regno Unito post- Brexit l' assunzione di altre 1.000 persone entro la fine del 2020 . Vediamo nei dettagli.Focus di Facebook sul business nella Ue"I social media - fa sapere Facebook in una nota - stanno cambiando cambiato il modo con il quale le aziende, soprattutto quelle più piccole, fanno crescere il proprio business". L' azienda stima che più di 25 milioni di business nell' Unione Europea , per lo più piccole imprese, utilizzino ogni mese i servizi offerti da Facebook.Dal report europeo di Copenhagen Economics emerge inoltre che sono soprattutto le aziende fondate da donne ad attribuire, ai social media, il merito di averle aiutate ad avviare e a far crescere la propria attività . Il 58% delle aziende fondate da donne ha, infatti, dichiarato che le app di Facebook sono state fondamentali per intraprendere un' attività, mentre il 65% ha dichiarato che hanno contribuito a far crescere il loro business.Le app di Facebook per le Pmi italianeSul fronte italiano in particolare Facebook ha aiutato le Pmi, nel 44% dei casi, ad incrementare le vendite, sia sul mercato sia sul mercato domestico sia su quello internazionale. Mentre Instagram , viene ritenuto molto importante per entrare in contatto con nuovi clienti (55%) e per migliorare la capacita competitiva. Messenger , oltre a dare accesso a nuovi clienti (49%), secondo il 42% delle Pmi, ha contribuito in modo importante a incrementare la soddisfazione dei clienti. Infine, il 51% delle aziende intervistate ha potuto raggiungere nuovi clienti, in modo più semplice e rapido, grazie all' utilizzo WhatsApp .Facebook, nuovi posti di lavoro nel Regno UnitoSul fronte britannico la direttrice operativa Sheryl Sandberg, ha annunciato nuovi posti di lavoro a Londra, che porteranno il personale totale in Gran Bretagna a oltre 4.000 persone . Londra, dove Facebook ha oltre 3.000 dipendenti, ospita il più grande hub di ingegneria del software della società al di fuori degli Stati Uniti. La maggior parte delle offerte di lavoro sarà focalizzata su tecnologia e prodotto.Un obiettivo chiave dei piani di crescita sarà il potenziamento degli sforzi di Facebook per affrontare l' hating online

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[§24022617§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

insieme allo sviluppo di intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale e le app di messaggistica WhatsApp e Workplace , quest' ultima destinata alle aziende e considerata una rivale di Slack e dell' app Teams di Microsoft ."Molti di questi lavori altamente qualificati ci aiuteranno ad affrontare le sfide di una Internet aperta" ha detto Sandberg : "Ci aiuteranno a costruire gli strumenti che aiutano le piccole imprese a crescere, competere con le aziende più grandi e creare nuovi posti di lavoro".In Gran Bretagna, il governo del primo ministro Boris Johnson dovrebbe introdurre una nuova legislazione volta a combattere i danni online. Le proposte presentate in un white paper lo scorso anno hanno indicato la creazione di un regolatore indipendente che potrebbe ritenere i dirigenti senior dei social responsabili della mancata limitazione della distribuzione di posti dannosi.Facebook sta inoltre costruendo nuovi uffici nella King' s Cross di Londra , che potrebbe ospitare fino a 6.000 postazioni di lavoro. Il primo edificio aprirà alla fine del 2021.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022618§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 10 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Parola

Credito d' imposta industria 4.0 La legge 232/2016 (legge di Bilancio per il 2017) è la norma di riferimento per il credito di imposta che viene riconosciuto in misura differenziata secondo la tipologia di beni che sono oggetto dell' investimento. Sono elencati i tipi di investimento ammissibili e la relativa quota su cui è riconosciuto il credito di imposta. Anche le imprese agricole (sia quelle tassate in base alle risultanze catastali, sia quelle tassate a bilancio) possono beneficiare del credito di imposta spettante a qualsiasi impresa.

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[§24022619§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Politica industriale, è tempo di realismo tecnologico. L' Italia si dia una mossa

L' ottimismo non basta a traghettarci nella quarta era industriale. Senza un 'update' delle politiche economiche governative a partire da una riforma del lavoro fino a un nuovo sistema di tassazione per non parlare del sistema scolastico, non andremo da nessuna parte

Dall' ottimismo tecnologico al realismo tecnologico. Ossia virare l' attenzione sulle azioni e i programmi concreti, sulle iniziative che possono davvero contribuire allo sviluppo economico sostenibile, lasciando da parte i progetti "visionari". Questa una delle riflessioni portate sul tavolo del Forum di Davos 2020 del World Economic Forum. Lo scoccare del nuovo decennio deve fare il paio con la realizzazione di un ecosistema che consenta di mettere a terra progetti che fino ad oggi non sono riusciti a esprimere appieno il loro potenziale. Di quarta rivoluzione industriale si parla ormai da qualche anno, ma in molti Paesi tutto è ancora in embrione mentre siamo già entrati in una nuova fase, quella dell' intelligenza artificiale.Imprese da un lato, governi dall' altro: così non va, così non può andare. Se non ci si siede tutti attorno allo stesso tavolo, a discutere non tanto del cosa ma del come fare la rivoluzione digitale - quella votata allo sviluppo economico e alla crescita delle società - la rivoluzione digitale ce la potremo scordare, così come il raggiungimento degli obiettivi dell' Agenda Onu 3030. E a raccogliere i frutti resteranno i soliti noti, multinazionali e colossi del calibro di Google e Facebook che pur contribuendo allo sviluppo della società non ne rappresentano i fondamenti economici e sociali. E la rivoluzione digitale ce la potremo scordare soprattutto in un Paese come l' Italia, dove la mancanza di una politica industriale votata allo sviluppo futuro compromette qualsiasi iniziativa lodevole sulla carta.Il messaggio emerso a Davos è chiaro: è tempo di aggiornare la politica strutturale affinché sia adatta agli obiettivi di un mondo da quarta rivoluzione industriale. E politica strutturale fa rima con riforme del mercato del lavoro, riforme fiscali, reti di sicurezza sociale e investimenti nell' istruzione. Senza tutto ciò non andremo mai lontano, non saliremo mai sul treno del futuro.La call to action lanciata a Davos@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022620§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 23 La Nazione Industria 4.0

Santa Croce sull' Arno: ricerca della Regione Toscana sull' innovazione

Settore conciario e industria 4.0 Tante opportunità ancora da cogliere

SANTA CROCE (Pisa) Solo un' impresa su cinque delle intervistate ha attivato collaborazioni con centri di ricerca secondo un' indagine delle università di Firenze, Pisa e Siena dedicata all' impatto delle tecnologie 'industria 4.0' sulla filiere produttive del settore concia-pelle-cuoio calzature. Il livello medio delle aziende intervistate, si spiega, si colloca tra principiante e intermedia mentre i settori della pelletteria e della meccanica presentano valori medi più elevati. Secondo la Regione Toscana, è «una linea di tendenza da considerarsi positiva, tenuto conto anche delle particolarità di alcune componenti della filiera, in cui la componente della lavorazione manuale e artigianale è predominante rispetto a quella meccanica». L' indagine registra «situazioni che spingono le singole aziende a muoversi verso l' automazione industriale integrando alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business». Infine, l' indagine evidenzia che «l' uso dei dati a supporto delle decisioni manageriali appare più diffuso a livello strategico: oltre il 40% delle imprese afferma di prendere decisioni sulla base di analisi quantitativa di dati registrati internamente, mentre quasi il 34% si affida alla valutazione di dati non registrati e il 17.5% a una valutazione del contesto non basata su dati». Secondo l' assessore regionale Stefano Ciuoffo, «il settore è una delle locomotive dell' economia toscana anche se la ricerca ci fotografa un tessuto produttivo non ancora proiettato alle opportunità che le innovazioni tecnologiche stanno portando nell' industria».

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[§24022621§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 11 Italia Oggi Lavoro e Previdenza

E fino a un massimo di tre figli. Le famiglie potrebbero contare su un' entrata sicura

Basta con la pioggia dei contributi variabili e coriandolizzati alla famiglia. Meglio 300 euro fissi per ogni figlio dagli zero ai 18 anni

LORENZO ALLEGRUCCI

L' Istat afferma che in Italia i nonni salvano oltre 7 milioni di famiglie dalla povertà e dalla disgregazione sociale (aggiungo io). L' indice di natalità non solo è ai minimi storici, ma peggiora ogni anno il suo record negativo. Inoltre, tra pochissimo tempo, i nati alla fine degli anni 50 e ai primi anni 60 (ma qualcuno ha già raggiunto l' obiettivo), andranno massicciamente in pensione creando un forte calo della popolazione attiva. A fronte di questa emergenza nazionale la risposta politica che si sta dando è timida, incerta, ma fantasiosa. Gli ingredienti proposti sono fantasiosi: Bonus bebè, bonus asilo nido, bonus cultura, bonus latte artificiale, obbligo di congedo parentale per i padri, ampliamento di quello delle madri, carta giovani, agevolazioni per scuolabus, piscina, mensa, e ancora detrazioni per attività sportive, scuole di musica, carta giovani. Il tutto condito da quella burocrazia dannosa e non utile (come il colesterolo, esiste la burocrazia buona e quella cattiva), ad esempio: calcoli Isee, conservazione e trasmissione ricevute. Tutta questa spinta creativa a cercare sempre qualche prodotto o servizio su cui far cadere un bonus, visti i risultati, dovrebbe cessare e cedere il passo alla razionalità, alla programmazione e alla efficacia. Ad esempio tutte le misure predette non sono prevedibili, quanto dureranno? Saranno confermate l' anno prossimo? Cosa succederà dei loro importi? Cosa ne farà il prossimo governo? Chi desidera avere figli, al di là del necessario amore, deve contare su strutture concrete (asili), e su risorse certe sia come importo che come durata, altrimenti rinuncia. Le relazioni di lungo periodo (che poi sono quelle che salvano dagli imprevisti gravi) richiedono certo degli investimenti di sentimenti ma anche di risorse. Invece la vita reale non aspetta di porsi solamente le domande predette, vuole risposte, soluzioni. Ebbene anziché rassegnarci inerti alla decadenza economica e sociale si dovrebbe mettere mano ad una riforma seria, semplice e sostenibile. In questo senso, l' avvio di un tentativo di soluzione è rappresentato dal Fondo per la famiglia che dovrebbe partire dal 2021. Però non solo l' importo dell' assegno è ancora esiguo (fino a tre anni di età del bambino praticamente zero , poi 160 /mese), ma anche con una copertura anagrafica un po' paternalista (da 18 e fino a 26 anni, 80 /mese). A ciò si aggiunge l' immancabile aumento percentuale in funzione del numero dei figli (autentica presa in giro visto che raramente si arriva a 2), nonché l' esclusione dai benefici in base al reddito.

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[§24022621§] mercoledì 22 gennaio 2020

Italia Oggi Lavoro e Previdenza

Invece, un progetto di rilancio basato sulla serietà dei rapporti Stato-cittadini dovrebbe essere fondato sul lungo periodo, sulla chiarezza, sulla responsabilità e sulla concretezza. Quindi un importo vero (300 /mese a figlio, fino a tre figli; oltre si provvede esclusivamente con le proprie risorse), un orizzonte di lungo periodo (fino a 18 anni e poi basta) e senza limiti di reddito familiare, da erogare direttamente nel conto corrente e senza domanda, ma chi vuole può rinunciarci. L' erogazione indipendentemente dal reddito, farà sobbalzare più di qualcuno, ma, invece, contiene un importante elemento di attenuazione degli squilibri sociali. Infatti tra 2 famiglie, una avente 10 mila di reddito e un' altra 2 mila, nella ipotesi massima di 3 figli, si passerà da un rapporto di reddito tra le 2 famiglie da 1 a 5 ad un rapporto 1 a 3,75, negare il bonus ai più abbienti abbasserebbe il divario solamente a 1 a 3,44. Inoltre, non concedere a tutti un incentivo del genere provocherà ancora una ulteriore spinta disgregatrice della nostra società. Addirittura non avviare tale beneficio economico lascerà il «privilegio» di avere figli solo ai più abbienti con tutte le ripercussioni positive in tema di assistenza di lungo periodo. Il contrario esatto della lotta alle disparità. La spesa iniziale (a fronte di 500 mila nascite) è dell' ordine dei 2 mld /annui e a regime (al 18° anno) dell' ordine di 36, le risorse andrebbero prese dall' attuale regime degli assegni familiari (per cortesia leggete come fare per averli e qual è l' importo se ci riuscite, a proposito di prevedibilità e serietà), e da tutte le misure creative estemporanee citate. © Riproduzione riservata.

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[§24022622§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

le novità in pillole

Proroga dell' incentivo per il 2020, escludendo però le imprese oggetto di sanzioni interdittive ai sensi del DLgs n. 231/01 e quelle non in regola con le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e con gli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori Alle piccole imprese spetta un credito d' imposta nella misura del 50% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 300.000 euro; alle medie e grandi imprese, invece, il bonus è riconosciuto rispettivamente nella misura del 40% e del 30% delle spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 250.000 euro Bonus elevato al 60% per lavoratori dipendenti svantaggiati o ultra svantaggiati Abolito l' obbligo di disciplinare espressamente lo svolgimento delle attività di formazione in contratti collettivi aziendali o territoriali.

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[§24022623§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 19 Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

social media

Clegg (Facebook): la scelta migliore? Una intesa globale in sede Ocse

Laura Cavestri

«Tassare una società tecnologica non è come tassare una manifattura tradizionale. Se i governi vogliono cambiare le regole della fiscalità noi saremo collaborativi. Ma spero che anche altri Paesi, come l' Italia, abbiano lo stesso approccio del presidente francese Emmanuel Macron nel far slittare l' entrata in vigore della web tax fino a quando sarà pronto il progetto messo a punto dall' Ocse». Per Nick Clegg, da un anno circa vicepresidente Global Affairs and Communications di Facebook - ieri a Roma, nella sede dell' Universita Luiss - Guido Carli per la sua prima visita in Italia - la minaccia di dazi Usa verso Gran Bretagna e Italia se andranno avanti col proposito di una web tax sui giganti del Tech (ribadita dal sottosegretario al Tesoro proprio ieri in un' intervista al Wall Street Journal) non è la risposta giusta. Tuttavia, un rinvio della norma (approvata con la legge Finanziaria e in vigore dal 1 gennaio)- lo sarebbe. «Siccome - ha aggiunto Clegg - i prodotti digitali sono transfrontalieri, è giusto mettere una tassazione transnazionale. Anche perché il rischio è quello che ogni Paese, alla fine, incassi poche centinaia di euro». L' anno scorso, negli Usa - ha detto ancora Clegg - Facebook ha pagato 5 miliardi di euro». A parole, è sacrosanto per tutti che i giganti della tecnologia paghino più tasse. Ma gli Stati rimandano a un accordo europeo e la Ue guarda all' Ocse per un' intesa globale. Risultato: i Paesi si stanno muovendo in ordine sparso, provocando tensioni tra chi dovrebbe risolverle. A muoversi per primi erano stati i francesi con un' imposta del 3% sulle società con un fatturato mondiale di 750 milioni di euro, 25 dei quali generati in Francia. Congelata per il timore di dazi più alti di quanto ricaverebbe l' Erario. L' Italia ne ha approvata una simile (aliquota al 3% ed eliminazione del credito d' imposta per società con ricavi oltre i 750 milioni, di cui almeno 5,5 milioni derivati da servizi digitali): minacciata di dazi. Aldilà delle minacce, però, Clegg vede un asse tra Usa e Ue. Perché l' Internet cinese «si basa su valori molto diversi: controllo dello Stato, censura, sorveglianza e separazione del resto della Rete. Se non sarà l' Occidente a fare le regole - afferma Clegg-, le subirà». Un assist, poi, alla Ue e alla nuova Commissione europea - con cui i giganti del Tech cercano di dalogare e incidere. Perché se negli Usa, oggi, il dibattito è «spezzettare le grandi compagnie», qui, nella Ue, si tratta in gran parte di come le società tecnologiche dovrebbero essere meglio regolamentate. Il Gdpr è stato il primo serio tentativo di creare una serie di regole sui dati privati nell' era digitale. Ma oggi il tema è quello della portabilità dei dati (cioè la possibilità di spostarli da una piattaforma all' altra) e il Gdpr la rende difficoltosa". E difende l' apertura di Facebook alla pubblicità

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[§24022623§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

elettorale e la non censura di contenuti sgradevoli e messaggi di odio, ma non illeciti. "Con quale diritto e in assenza di regole - una società privata quale Facebook può censurare contenuti offensivi ma non illegali? Come possiamo fare fact-checking ad ogni messaggio e spot che un politico veicola sulle piattaforme?».

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Consenso al trattamento dei dati sanitari: ecco perché col GDPR è cambiato tutto

Uno dei settori su cui l' entrata in vigore del GDPR ha inciso in maniera più significativa è quello del trattamento dei dati relativi alla salute. La nuova normativa pone una disciplina differenziata a seconda che si tratti di un trattamento 'necessario' o 'accessorio' all' erogazione dei servizi sanitari

Uno degli aspetti su cui il GDPR ha inciso maggiormente sono le basi giuridiche del trattamento e tra queste, nello specifico, il ruolo del consenso dell' interessato, la cui centralità sembra essere venuta meno.Tra i settori su cui la nuova configurazione del Regolamento ha avuto maggiore impatto, come vedremo, c' è quello della sanità.Indice degli argomentiGdpr e centralità del consensoNel sistema del Codice privacy al consenso dell' interessato era riconosciuto un ruolo centrale quale presupposto legittimante e condizione di liceità del trattamento dei dati personali. La regola generale era, infatti, quella secondo cui i dati personali potevano essere trattati solo con il consenso dell' interessato . Ulteriori condizioni di legittimità del trattamento, pur previste dal Codice, si configuravano come deroghe alla regola del consenso , giustificate solo dalla straordinarietà di determinate situazioni.L' art. 6 del Gdpr nel disciplinare la liceità del trattamento, elenca sei diverse basi giuridiche . In questa elencazione il consenso dell' interessato figura solo come una delle possibili alternative su cui il trattamento di dati personali può essere fondato e si pone sullo stesso piano rispetto agli altri presupposti legittimanti. Non si configura più quindi un rapporto di regola - eccezione, ma piuttosto si individuano una pluralità di condizioni tra loro equiparate . Questo comporta che il titolare del trattamento, coerentemente con il principio di accountability , per ciascun trattamento posto in essere dovrà individuare la base giuridica più idonea scegliendo, a seconda del caso specifico, una delle sei alternative previste dall' art. 6 del GDPR.Il venir meno della centralità del consenso risulta ancora più evidente, ed ha un impatto ancora più significativo, con riferimento al trattamento delle categorie particolari di dati personali (come meglio definite in seguito).L' art. 9 del Regolamento infatti, al paragrafo 1 pone un divieto generale di trattare queste categorie di dati. Tale divieto viene tuttavia derogato dal successivo paragrafo 2 che ammette il trattamento di questi dati purché sussista almeno una delle dieci condizioni dallo stesso elencate. Anche in questo caso il consenso dell' interessato figura solo come una delle possibili condizioni, ponendosi sullo stesso piano delle altre alternative previste.Il consenso per il trattamento dei dati relativi alla saluteNel quadro delineato dal Codice privacy i dati sanitari potevano essere trattati, salve poche ipotesi marginali, solo con il consenso dell' interessato. L' art. 26 del Codice prevedeva infatti al comma 1 che i dati sensibili (di cui i dati sanitari erano parte) potevano essere oggetto di trattamento

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

solo con il consenso dell' interessato e previa autorizzazione del Garante. Il successivo comma 4 prevedeva una serie di casi particolari in cui il trattamento di questi dati era ammesso anche senza consenso, ferma restando la necessità della previa autorizzazione del Garante. In particolare, per quanto riguarda i dati relativi alla salute, la lett. b) faceva riferimento all' ipotesi in cui il trattamento dei dati fosse necessario per la salvaguardia della vita o dell' incolumità fisica di un terzo. Se invece la stessa esigenza si poneva con riferimento all' interessato, e questo non era in grado di prestare il consenso per impossibilità fisica, incapacità di agire o incapacità di intendere e di volere, era previsto che "il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l' interessato".Nella stessa ottica l' art. 82 del Codice dettava una disciplina specifica per le situazioni di emergenza, prevedendo che l' informativa e il consenso al trattamento dei dati personali potevano intervenire "senza ritardo, successivamente alla prestazione" quando sussisteva una delle seguenti ipotesi: (i) impossibilità fisica, incapacità di agire o incapacità di intendere e di volere dell' interessato, quando non è possibile acquisire il consenso dai soggetti indicati dalla lett. b) dell' art. 26; (ii) rischio grave, imminente e irreparabile per la salute o l' incolumità fisica dell' interessato e (iii) prestazione medica che può essere pregiudicata dall' acquisizione preventiva del consenso, in termini di tempestività o efficacia.Il quadro che emergeva dal combinato disposto di questi articoli dimostrava che, di fatto, nel sistema codicistico non esistevano casi in cui il trattamento di dati sanitari per finalità di cura dell' interessato potesse prescindere dal rilascio di un consenso (preventivo o successivo, proveniente direttamente dall' interessato o da un terzo, ma comunque sempre necessario). D' altra parte il Codice non contemplava l' ipotesi in cui l' interessato, pur richiedendo una prestazione sanitaria necessaria per la tutela della sua vita o incolumità fisica, rifiutasse di prestare il consenso al trattamento dei suoi dati personali. Nel sistema delineato dal Codice in questo caso, a rigore, il medico avrebbe dovuto rifiutarsi di eseguire la prestazione, e il tema diveniva ancora più complesso nel caso in cui il medico avesse già effettuato la prestazione senza richiedere alcun consenso, per la sussistenza di una delle ipotesi di cui all' art. 82, ma successivamente l' interessato avesse rifiutato di rilasciare il proprio consenso. In questo caso il medico che era intervenuto tempestivamente per salvaguardare l' incolumità dell' interessato avrebbe rischiato di essere chiamato a rispondere per avere trattato illecitamente i dati personali di quest' ultimo.Questa situazione paradossale è stata superata dal Regolamento attraverso l' introduzione di una nuova impostazione per la gestione del trattamento dei dati personali in ambito sanitario.Innanzitutto, il Regolamento introduce per la prima volta una definizione di "dati relativi alla salute", secondo cui tali dati consistono ne "i dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano informazioni relative al suo stato di salute".In secondo luogo, come prima accennato, il Regolamento introduce cinque basi giuridiche alternative al consenso, tutte astrattamente idonee a costituire la

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

condizione di liceità per il trattamento dei dati relativi alla salute.L' inadeguatezza del consenso come base giuridica per il trattamento dei dati sanitari e la nuova configurazione del GDPRPer meglio comprendere la ratio di questa nuova impostazione del Regolamento è opportuno svolgere una breve riflessione preliminare.L' art. 4 n. 11 del GDPR definisce il consenso dell' interessato come "qualsiasi manifestazione di volontà libera, specifica, informata e inequivocabile dell' interessato []". Come sottolineato anche dal Gruppo di Lavoro ex art. 29 nelle "Guidelines on Consent under Regulation 2016/679" (WP 259), il consenso si caratterizza, tra le altre cose, per essere " libero" , ovvero per presupporre una scelta e un controllo effettivi da parte dell' interessato. Il considerando 42 precisa che il consenso non può essere considerato liberamente espresso, e quindi valido, se l' interessato non può operare una scelta effettivamente libera o se non può rifiutare di prestare il proprio consenso senza subire pregiudizi . L' art. 7(4) aggiunge che nel valutare se il consenso è stato liberamente prestato si deve considerare in particolare se la prestazione del consenso sia una condizione essenziale per l' esecuzione della prestazione. Questo significa che se dal rifiuto del consenso possono derivare conseguenze significativamente negative per l' interessato, quali, in particolare, l' impossibilità di usufruire del servizio o di ricevere la prestazione richiesta, è evidente che il soggetto che ha interesse o bisogno di ricevere quella prestazione non gode di fatto di una libertà di scelta. Ne deriva che il consenso non è libero e, quindi, non può essere considerato valido come base giuridica del trattamento.Con riferimento al consenso al trattamento di dati personali per l' esecuzione di un trattamento sanitario, è evidente che tale consenso non può che essere necessario in quanto un professionista sanitario non potrebbe mai trattare, sul piano sanitario, un paziente, senza trattare anche i suoi dati personali. Il professionista dovrà infatti necessariamente venire a conoscenza di una serie di dati identificativi e clinici (es. anamnesi, stato di salute, farmaci assunti) e, d' altra parte, egli stesso, nel trattare il paziente, andrà a produrre una serie di dati relativi alla salute di quest' ultimo (es. lastre, referti, fogli chirurgici, ecc.). Dal momento che anche la semplice raccolta e consultazione dei dati costituisce un trattamento, è evidente che il medico, nello svolgimento delle sue funzioni, tratta costantemente e inevitabilmente i dati personali dei pazienti. Il consenso al trattamento dei dati diventa quindi "obbligatorio" proprio perché senza di esso il medico dovrebbe rifiutarsi di eseguire la prestazione medica. Tuttavia, parlare di "consenso obbligatorio" è evidentemente un ossimoro in quanto, come detto in precedenza, il consenso per essere effettivo deve sempre essere libero. La conseguenza è che il consenso al trattamento dei dati personali per finalità di trattamento sanitario risulta essere sempre invalido, e dunque si deve ritenere che esso non possa mai costituire un' idonea base giuridica per tale trattamento.In quest' ottica il Regolamento interviene superando l' impostazione del Codice privacy secondo cui il trattamento dei dati sanitari poteva avvenire solo con il consenso dell' interessato, salve ipotesi eccezionali. La nuova configurazione del Regolamento si fonda sul combinato disposto dell' art. 6 e dell' art. 9 dedicato al "Trattamento di categorie particolari di dati personali".Innanzitutto, dal

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

momento che i dati relativi alla salute sono ricompresi tra le categorie particolari di dati personali, ovvero dati che per loro natura risultano particolarmente sensibili e quindi richiedono un più elevato livello di tutela , ad essi si applica il divieto generale di trattamento posto dal paragrafo 1 dell' art. 9 e derogabile solo in presenza di almeno una delle condizioni previste dal paragrafo 2 dello stesso articolo. In particolare, per il settore sanitario, rilevano le condizioni di cui alle lett. h) e i).La lett. h) fa riferimento all' ipotesi in cui "il trattamento è necessario per finalità di medicina preventiva o di medicina del lavoro, valutazione della capacità lavorativa del dipendente, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali sulla base del diritto dell' Unione o degli Stati membri o conformemente al contratto con un professionista della sanità, fatte salve le condizioni e le garanzie di cui al paragrafo 3" . Il paragrafo 3 precisa che i dati personali devono essere trattati da o sotto la responsabilità di un professionista (o altra persona) soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell' Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti.La lett. i) fa invece riferimento all' ipotesi in cui "il trattamento è necessario per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, quali la protezione da gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero o la garanzia di parametri elevati di qualità e sicurezza dell' assistenza sanitaria e dei medicinali e dei dispositivi medici, sulla base del diritto dell' Unione o degli Stati membri che prevede misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti e le libertà dell' interessato, in particolare il segreto professionale".Si segnala che il paragrafo 4 dell' art. 9 riconosce agli Stati membri la possibilità di mantenere o introdurre ulteriori condizioni, comprese limitazioni, per il trattamento di dati genetici, dati biometrici o dati relativi alla salute. Rimane quindi aperta la possibilità, per il legislatore nazionale, di introdurre condizioni più stringenti volte a garantire un livello di tutela più elevato di quello derivante dalla disciplina del Regolamento . In ogni caso, in assenza di tale intervento, a partire dal 25 maggio 2018 (data della definitiva applicabilità del GDPR) la necessità di diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale, o la necessità per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, configurano condizioni sufficienti per permettere il trattamento dei dati relativi alla salute dei pazienti, senza bisogno di acquisire il consenso degli stessi.Una volta accertata la sussistenza di una (o più) delle predette condizioni, viene meno il divieto generale di trattamento di cui al paragrafo 1 dell' art. 9, con la conseguenza che i dati relativi alla salute potranno essere trattati, analogamente alla categorie "ordinarie" di dati personali, facendo riferimento ad una delle basi giuridiche di cui all' art. 6.Il secondo passaggio consiste, dunque, nell' individuare la base giuridica più appropriata per il trattamento di specie. Dal momento che, come illustrato precedentemente, il consenso non può costituire una base giuridica valida per il trattamento di dati personali necessari per l' erogazione di servizi sanitari (in quanto dal mancato rilascio dello stesso conseguirebbe l' impossibilità di ricevere la prestazione richiesta), dovrà essere individuata una base giuridica diversa. Tra le ipotesi previste

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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dall' art. 6 quelle che appaiono più idonee e a cui si dovrà fare riferimento, a seconda dei casi, sono:lett. b): il trattamento è necessario all' esecuzione di un contratto di cui l' interessato è parte o all' esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta dello stesso. Quando un soggetto si rivolge ad un professionista sanitario (o a una struttura sanitaria) per l' ottenimento di una prestazione medica, si conclude, infatti, tra il paziente e il professionista/la struttura, un contratto di assistenza sanitaria, con cui il professionista/la struttura (titolare del trattamento) si obbliga nei confronti del paziente (interessato) ad eseguire la prestazione richiesta dietro (eventuale) pagamento di un compenso. In questo caso il titolare del trattamento non potrà adempiere la propria obbligazione (erogare la prestazione) senza trattare i dati personali (e in particolare quelli relativi alla salute) del paziente;lett. c): il trattamento è necessario per la salvaguardia degli interessi vitali dell' interessato o di un' altra persona fisica.Una volta individuata anche la corretta base giuridica, sarà possibile trattare i dati relativi alla salute, senza necessità di acquisire il consenso dell' interessato.Definita l' impostazione delineata dal GDPR, è opportuno a questo punto considerare come questa si coordina con il sistema normativo italiano.Il decreto n. 101 del 2018.In Italia, il 19 settembre 2018, è entrato in vigore il Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 recante Disposizioni per l' adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 (c.d. decreto di adeguamento).Tale decreto ha confermato l' impostazione del Regolamento con riferimento sia alle sei basi giuridiche del trattamento , sia alle dieci condizioni per il trattamento delle categorie particolari di dati personali, confermando così la possibilità di trattare i dati relativi alla salute anche senza il consenso dell' interessato.Il decreto infatti abroga l' intero Titolo III della Parte I del Codice contenente i principi e le regole generali per il trattamento dei dati personali e aggiunge al Tiolo I, inter alia , l' art. 2-septies che conferma che "i dati genetici, biometrici e relativi alla salute possono essere oggetto di trattamento in presenza di una delle condizioni di cui al paragrafo 2 del medesimo articolo [art. 9] ed in conformità alle misure di garanzia disposte dal Garante, nel rispetto di quanto previsto dal presente articolo". Nei commi successivi dello stesso articolo si prevede infatti l' adozione, da parte del Garante, di un provvedimento che stabilisca le misure di garanzia per il trattamento dei dati in oggetto, in conformità a quanto previsto dal paragrafo 4 dell' art. 9 del GDPR. Ad oggi tuttavia il Garante non si è ancora pronunciato in tal senso.Con riferimento alla Parte II del Titolo V del Codice, rubricato "Trattamento di dati personali in ambito sanitario", il decreto ha modificato l' art. 75 prevedendo che "il trattamento dei dati personali effettuato per finalità di tutela della salute e incolumità fisica dell' interessato o di terzi o della collettività deve essere effettuato ai sensi dell' articolo 9, paragrafi 2, lettere h) ed i), e 3 del Regolamento, dell' articolo 2-septles del presente codice []". È stato inoltre modificato l' art. 77, relativo alle modalità particolari per trattare i dati personali e per fornire all' interessato le informazioni sul trattamento, in cui è stato eliminato il riferimento al consenso per il trattamento dei dati personali. Il decreto è poi intervenuto

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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Privacy e GDPR

marginalmente sugli articoli 78, 79, 80 e 82, adeguandoli alle nuove disposizioni del GDPR ma lasciandoli invariati nel loro contenuto sostanziale, e ha invece abrogato gli articoli 76, 81, 83 e 84. Di particolare rilievo, ai fini della presente trattazione, è stata l' abrogazione dell' art. 81 relativo alla "Prestazione del consenso" che prevedeva la possibilità di manifestare oralmente il consenso al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute, con annotazione dell' esercente la professione sanitaria ai fini di documentare il rilascio del consenso. Tale abrogazione conferma dunque il venir meno della necessità di acquisire il consenso del paziente.Il decreto di adeguamento dimostra quindi l' intenzione del legislatore di adeguare in pieno la disciplina nazionale al Regolamento superando, anche con riferimento ai dati relativi alla salute, la precedente concezione basata sulla centralità del consenso.In ogni caso, indipendentemente dal decreto di adeguamento, a partire dal 25 maggio 2018 il Regolamento è definitivamente applicabile in tutti gli Stati membri, con conseguente automatica disapplicazione di tutte le norme nazionali con esso incompatibili. Si ricorda infatti che la fonte normativa della nuova disciplina europea sul trattamento dei dati non è più una direttiva, come per la disciplina precedente su cui si basava il Codice privacy, bensì, appunto, un regolamento che, in quanto tale, non necessita di una legge nazionale di implementazione, ma è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Questo significa che fin dal 25 maggio 2018, anche in mancanza del decreto di adeguamento, è divenuto possibile trattare per finalità mediche i dati relativi alla salute senza bisogno di acquisire il consenso del soggetto interessato , purché sussista una delle condizioni previste dal paragrafo 2 dell' art. 9 del GDPR e il trattamento si fondi su una delle basi giuridiche di cui al paragrafo 1 dell' art. 6 del GDPR.La conferma del provvedimento del GaranteLa ricostruzione sopra delineata è stata da ultimo confermata dallo stesso Garante per la protezione dei dati personali che in data 7 marzo 2019 ha adottato il provvedimento n. 9091942 recante "Chiarimenti sull' applicazione della disciplina per il trattamento dei dati relativi alla salute in ambito sanitario". Attraverso tale provvedimento il Garante ha inteso chiarire alcuni aspetti relativi al trattamento dei dati sanitari che, seppur già disciplinati dal Regolamento e dal D.lgs. 101/2018, avevano finora continuato a dare adito ad una serie di dubbi interpretativi.In particolare, il Garante ha confermato in maniera esplicita che il professionista sanitario (sia quando opera come libero professionista che quando offre la propria prestazione medica all' interno di una struttura sanitaria) non è tenuto ad acquisire il consenso del paziente per il trattamento dei dati relativi alla salute quando tale trattamento è "necessario" al perseguimento delle finalità di cura. Il Garante conferma, infatti, che il divieto di trattare categorie particolari di dati personali posto dall' art. 9, paragrafo 1 del GDPR viene meno in presenza di una delle condizioni di cui alle lett. g), h) o i) dell' art. 9, paragrafo 2. Il consenso resta invece comunque necessario per tutti i trattamenti di dati che, seppur latu senso collegati alla prestazione sanitaria, non risultano tuttavia necessari ai fini della cura del paziente (es. utilizzo di app mediche, invio di comunicazioni promozionali, ecc.

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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).Il summenzionato provvedimento, se da un lato costituisce un importante strumento interpretativo della normativa vigente, dall' altro tuttavia lascia ancora alcuni punti aperti. N ello specifico, il Garante non analizza il delicato tema del trattamento dei dati relativi alla salute realizzato dal personale amministrativo per lo svolgimento di attività funzionali all' erogazione della prestazione sanitaria . Questo tema solleva in particolare due questioni:se il personale amministrativo che, di regola, non è soggetto nel nostro ordinamento ad un obbligo di segreto professionale, può trattare categorie particolari di dati personali; ese le attività di natura amministrativa funzionali all' erogazione del servizio sanitario possono essere considerate "necessarie" al perseguimento delle finalità di cura di cui alla lett. h) dell' art. 9, paragrafo 2 GDPR.Se il primo problema può essere agevolmente superato ponendo, nell' ambito dell' organigramma aziendale, il personale amministrativo sotto la responsabilità dei professionisti sanitari tenuti al segreto professionale, più complessa rimane la risoluzione della seconda questione. Il Garante infatti non chiarisce cosa debba intendersi per "trattamenti attinenti, solo in senso lato, alla cura, ma non strettamente necessari"; espressione questa utilizzata nel provvedimento di cui sopra per identificare i trattamenti per i quali permane la necessità di acquisizione del consenso, ma il cui significato non è stato esplicitato dal Garante.Sul punto si dovrà dunque attendere un ulteriore chiarimento da parte del Garante stesso che potrebbe essere fornito, si auspica, in occasione dell' emanazione dei provvedimenti, previsti dall' art. 2-septies del novellato Codice privacy, che stabiliscono le misure di garanzia per il trattamento dei dati relativi alla salute e di cui si attende tuttora l' adozione.Il Dossier Sanitario ElettronicoInfine, sempre in ambito sanitario, ma su un piano diverso, si pone il tema del consenso all' implementazione del dossier sanitario elettronico (DSE) che, come confermato anche dal Garante nel provvedimento del 7 marzo 2019, permane alla luce del quadro normativo vigente.Il DSE, secondo la definizione contenuta nelle "Linee guida in materia di dossier sanitario" emanate nel 2015 dal Garante, costituisce l' insieme dei dati personali generati da eventi clinici presenti e trascorsi riguardanti l' interessato presso lo stesso titolare del trattamento. La funzione del DSE è di documentare parte della storia clinica dell' interessato permettendo al personale sanitario di una determinata struttura che di volta in volta lo prende in cura di avere accesso a tutte le informazioni sul suo stato di salute, così da poterlo assistere in maniera più efficace.Il trattamento di dati personali realizzato mediante il DSE si differenzia dalla compilazione e tenuta della cartella clinica per il fatto che questa contiene solo le informazioni relative al singolo evento clinico. D' altra parte si differenzia anche dalla mera conservazione delle singole cartelle cliniche relative a un determinato paziente e generate presso lo stesso titolare del trattamento; il DSE si caratterizza infatti per mettere l' insieme dei dati del paziente in condivisione logica a vantaggio dei professionisti sanitari che lo prendono in cura, consentendo loro di consultare tali dati in qualsiasi momento per tutto il tempo in cui si articola il processo di cura.La consultazione del dossier costituisce dunque un trattamento ulteriore rispetto al trattamento dei dati sanitari per l' erogazione della prestazione

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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medica e rappresenta in ogni caso un trattamento facoltativo. In caso di impossibilità di accesso al dossier infatti il medico potrà comunque eseguire la prestazione a lui richiesta dal paziente, con la sola differenza che dovrà acquisire direttamente da quest' ultimo, qualora possibile, o eventualmente da terzi, le informazioni necessarie, senza la possibilità di consultare i dati prodotti in occasione dei precedenti eventi clinici (salvo che egli stesso abbia raccolto tali dati).In questo caso quindi l' interessato gode di una effettiva libertà di scelta in quanto può decidere di impedire la formazione del DSE senza che tale scelta pregiudichi la possibilità di ricevere la prestazione (l' interessato deve anzi essere specificamente informato che l' eventuale mancato consenso al trattamento dei dati personali mediante DSE non incide sulla possibilità di accedere alle cure mediche richieste).Il consenso al trattamento dei dati personali mediante dossier sanitario è inoltre modulabile con riferimento ai dati che vi possono essere inseriti. Innanzitutto occorre un consenso specifico per l' inserimento delle informazioni relative a eventi sanitari pregressi all' istituzione del dossier, per cui l' interessato può scegliere di non inserire tali informazioni. In secondo luogo, l' interessato ha il diritto all' oscuramento, ovvero il diritto di chiedere che alcuni dati o documenti sanitari non compaiano nel dossier senza che risulti che egli abbia effettuato tale richiesta.L' interessato ha inoltre il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso. In questo caso il DSE non potrà essere ulteriormente implementato e le informazioni sanitarie in esso presenti non potranno essere più condivise con i professionisti che in seguito prenderanno in cura l' interessato, fermo restando che tali informazioni devono rimanere comunque sempre consultabili da parte del professionista o della struttura interna al titolare (es. reparto) che le ha redatte.Il Fascicolo Sanitario ElettronicoConsiderazioni sostanzialmente analoghe sono riferibili anche al consenso alla costituzione e all' alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).Il FSE, inizialmente regolato solo sul piano della soft law attraverso le "Linee guida in tema di Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e di dossier sanitario" adottate dal Garante il 16 luglio 2009, ha successivamente trovato uno specifico fondamento normativo nell' articolo 12 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 e nel DCPM 29 settembre 2015, n. 178 recante il "Regolamento in materia di fascicolo sanitario elettronico".Come il DSE, anche il FSE costituisce uno strumento per la raccolta, in forma elettronica, dei dati relativi a tutti gli eventi clinici riguardanti un determinato paziente; la differenza rispetto al DSE consiste nel fatto che mentre quest' ultimo raccoglie i dati generati in occasione di eventi clinici che hanno avuto luogo solamente all' interno della struttura sanitaria presso cui il dossier è stato costituito, il FSE è gestito a livello nazionale o regionale e, pertanto, può contenere i dati relativi ad eventi clinici che hanno avuto luogo in qualunque struttura sanitaria del territorio (nazionale o regionale) e può essere alimentato da ciascun medico operante in ognuna di queste strutture. Il FSE risulta, dunque, molto più ampio e più completo del DSE e presenta l' ulteriore vantaggio di consentire una condivisione logica di portata estremamente più ampia.Ne consegue che il FSE può rilevarsi uno strumento particolarmente

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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utile, essendo in grado di accentrare tutti i dati relativi alla salute di un paziente e rendendo tali dati accessibili e consultabili da qualunque medico che in un determinato momento abbia in cura quel paziente, indipendentemente dal luogo in cui si trovi.Naturalmente, una tale raccolta di dati e, in particolare, di dati relativi alla salute, rileva anche sotto il profilo del trattamento dei dati personali: occorre, infatti, garantire che la raccolta, la consultazione e la conservazione dei dati personali avvenga nel pieno rispetto della normativa nazionale ed europea in materia di trattamento dei dati personali.A tal fine, uno degli strumenti previsti dal legislatore per la tutela degli interessati è la preventiva acquisizione del consenso come condizione necessaria per l' alimentazione del FSE. Questo perché, così come per il DSE, l' utilizzo di tale strumento viene considerato come un servizio accessorio offerto ai pazienti, non strettamente necessario per il perseguimento delle finalità di diagnosi e cura. Pertanto, il trattamento dei dati personali finalizzato all' alimentazione del FSE costituisce un trattamento diverso e ulteriore rispetto a quello necessario per la cura del paziente; in quest' ottica, non sarà applicabile la condizione di cui all' art. 9, paragrafo 2, lett. h) del GDPR per il trattamento delle categorie particolari di dati personali e, in mancanza di altre condizioni applicabili, si dovrà ricorrere a quella di cui alla lett. a) dello stesso articolo consistente, per l' appunto, nell' acquisizione di un consenso esplicito dell' interessato.La medesima riflessione è replicabile con riferimento alla base giuridica del trattamento : non essendo la compilazione del FSE un trattamento "necessario" ai fini dell' esecuzione del contratto concluso tra il paziente e la struttura sanitaria avente ad oggetto l' erogazione della prestazione medica, in assenza di altra idonea base giuridica si dovrà procedere all' acquisizione del consenso dell' interessato ai sensi dell' art. 6, paragrafo 1, lett. a) del GDPR.In questo caso, dunque, come per il DSE, il consenso dell' interessato rappresenta sia la base giuridica del trattamento ex art. 6 GDPR sia la condizione per il trattamento delle categorie di dati personali ex art. 9 GDPR.Vale per il FSE tutto quanto detto per il DSE con riferimento al diritto dell' interessato di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato e alle conseguenze di tale revoca.Preso atto dell' attuale impostazione così come delineata al legislatore, si potrebbe tuttavia sollevare il dubbio se l' utilizzo del FSE possa effettivamente essere considerato un servizio accessorio e facoltativo rispetto alla prestazione sanitaria in senso stretto. Se da un lato è evidente che un professionista sanitario possa intervenire anche in assenza di qualunque conoscenza pregressa in merito all' anamnesi del paziente e ad eventuali eventi clinici pregressi, dall' altro è innegabile che, in alcune circostanze, la conoscenza di tali informazioni potrebbe risultare rilevante, o addirittura determinate, per un tempestivo intervento e, in alcuni casi, per la vita stessa del paziente o, comunque, per la qualità della vit a. In questa prospettiva sarebbe quindi lecito domandarsi se effettivamente l' utilizzo di un tale strumento possa ancora essere considerato non " necessario " e se tale utilizzo possa essere subordinato ad una esplicita manifestazione di volontà del paziente con la conseguenza che un paziente che non abbia la possibilità

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[§24022624§] martedì 21 gennaio 2020

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di manifestare una tale volontà risulterebbe essere privato di uno strumento che potrebbe concorrere alla tutela della sua integrità fisica.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022625§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 9 Il Messaggero Privacy e GDPR

Facebook: «Pronti ad accettare le decisioni dell' Ocse sulle tasse»

LE REAZIONI ROMA Dateci delle regole, e noi le seguiremo. Ormai il mantra in casa Facebook è chiaro: che si tratti di fisco, privacy o gestione della piattaforma, l' importante è avere una regolamentazione a cui far riferimento. E questo perché è altrettanto chiaro che qualsiasi decisione presa in autonomia dal social network è fonte di grattacapi. Lo ha ammesso con una certa onestà Nick Clegg, da un anno responsabile della Comunicazione di Facebook (ed ex vice primo ministro del governo di David Cameron in Gran Bretagna), che ieri è intervenuto alla Luiss di Roma per un incontro con gli studenti: «Facebook è consapevole dei propri errori. Capisco che alcuni legislatori riflettano, specialmente dopo il caso Cambridge Analytica, ma il mio messaggio alla nuova commissione e al nuovo Parlamento Ue è: mettiamoci al lavoro su nuove regole su privacy, portabilità dei dati, linguaggio d' odio e integrità nella comunicazione politica. Internet è entrato in una nuova fase, servono nuove regole». Ma soprattutto, ha detto Clegg, «Se i governi vogliono cambiare il sistema di pagamento delle tasse, noi saremo collaborativi. Sosteniamo quello che sta facendo l' Ocse» in materia di web tax. E quindi ben venga, per Facebook, la decisione della Francia di Emmanuel Macron, che ha fatto slittare l' entrata in vigore della web tax per attendere la messa a punto del progetto dell' Ocse: «Spero che anche altri Paesi, come l' Italia, abbiano lo stesso approccio». Clegg, riguardo alla politica fiscale di Facebook, non vuole sentir parlare di illegalità: «In Europa noi paghiamo le tasse in Irlanda, che è un membro dell' Unione Europea. Paghiamo le tasse dove l' azienda crea valore, nel nostro caso negli Stati Uniti: lì lo scorso anno abbiamo sborsato 5 miliardi di dollari». LA RICETTA Via libera alle regole nel Vecchio Continente, ma con un avvertimento: «Il ridimensionamento della Silicon Valley non è una ricetta per il successo delle aziende europee. La prossima Google o Alibaba potrebbe nascere in Europa se ci sono le condizioni per le aziende tecnologiche di prosperare». Secondo uno studio di Copenaghen Economics, citato da Clegg, «le app di Facebook hanno aiutato a generare più di 200 miliardi di vendite nell' ultimo anno e 3 milioni di posti di lavoro». Ma non è l' unico avvertimento che Clegg ha voluto lanciare: «La nostra idea di internet potrebbe smettere di esistere nel giro di qualche anno. La Cina sta già isolando i suoi cittadini dal resto del mondo. Lì non si crede in una rete universale, che sia concepita alla luce dei valori della libera espressione, della responsabilità e della trasparenza, ma si punta al controllo e alla censura». A proposito di libertà d' espressione, non poteva non finire sul tavolo la questione di Casapound e della decisione

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[§24022625§] mercoledì 22 gennaio 2020

Il Messaggero Privacy e GDPR

di Facebook di oscurare la pagina del gruppo politico (poi riammessa online da una sentenza del Tribunale di Roma) per incitazione all' odio: «È stata una decisione estrema ma legittima. La nostra policy si basa sul comportamento sia dentro che fuori dalla piattaforma. Ma ci atterremo a quello che decide il legislatore». La risposta di Casapound non si è fatta attendere: «Per fortuna la Costituzione prevale sulle multinazionali», ha commentato il leader Simone Di Stefano. Lo scorso ottobre a Firenze, l' ad di Apple, Tim Cook, aveva lanciato una frecciata a Facebook sulla sua criptovaluta Lybra, dicendo che «nessuna azienda dovrebbe sostituirsi allo Stato coniando una valuta» e poi aggiungendo: «va bene vendere dei prodotti alle persone, ma non rendere le persone prodotti». «Lybra non è una valuta», ha risposto Clegg in un incontro a margine della conferenza, «è un metodo di pagamento che permette ai nostri 1,7 miliardi di utenti di pagare con il cellulare ovunque, soprattutto in Africa, Asia e America Latina dove molte persone sono fuori dal sistema bancario. E poi basta dire che noi vendiamo dati. Noi vendiamo pubblicità, che grazie ai dati che abbiamo a disposizione si adatta di più agli utenti. Apple porta avanti un modello di business a pagamento, che va bene nei Paesi più ricchi, ma non per la maggioranza delle persone in tutto il mondo. Noi offriamo servizi gratuiti, e così permettiamo a tutti di comunicare». Andrea Andrei © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022628§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 17 Corriere della Sera Privacy e GDPR

Il caso

Il padre naturale le cerca in Rete Le figlie a Facebook: cancellatelo

Milano, l' uomo aveva postato nomi e date di nascita. Il giudice ordina lo stop al social

LUIGI FERRARELLA

Milano Facebook rispondeva di non ritenere di dover intervenire, e il Garante della Privacy rispondeva di non ritenere di poter intervenire: ma adesso il Tribunale civile di Milano accoglie il ricorso di due ragazze adottate, che lamentavano il destabilizzante «trattamento illecito dei loro dati personali» operato dal padre biologico sulla propria bacheca pubblica di Facebook, dove chiedeva agli utenti di aiutarlo a rintracciarle nelle loro nuove vite e famiglia adottiva. E in riforma del diniego del Garante della Privacy, per la prima volta il Tribunale ordina alla casa madre europea Facebook Ireland Ltd di rimuovere e bloccare tutti quei messaggi contenenti appunto i dati personali delle due figlie naturali, facilmente reperibili anche con il semplice utilizzo di qualunque motore di ricerca. Un giorno che, come tante minorenni, curiosava su Facebook cosa uscisse abbinato al proprio nome e alla data di nascita, la ragazza - tolta tanti anni fa al padre biologico per gravi problemi familiari e data in adozione a un' altra famiglia insieme alla sorella maggiore - viene reindirizzata sul profilo pubblico Facebook (quindi da chiunque consultabile) di un uomo che, definendosi come il loro padre biologico, va cercandole chiedendo aiuto agli internauti: «Mi rivolgo a voi utenti di Facebook... Mi chiamo... e vivo nel paese di... vicino a... Tanto tempo fa mi sono state adottate due figlie», e giù nomi e date e luoghi di nascita di entrambe: «Sono state adottate per diversi problemi familiari, ma ora mi mancano, vorrei che sapessero che hanno un padre e una madre diversi da quelli che hanno... Quindi se poteste condividere questo messaggio mi dareste una mano...». Le due sorelle, «già affette da specifiche fragilità», stando anche alle relazioni psicologiche accusano il colpo, e specie la minorenne appare «destabilizzata» e «confusa» e «disturbata». Non vuole assolutamente attivare la speciale procedura che consente a chi è stato adottato di chiedere ai giudici di sapere chi fossero i propri genitori biologici (procedura che al contrario non è possibile al genitore biologico): anzi «ha paura di andare a scuola per timore di essere intercettata lungo il tragitto dall' uomo», e pure i genitori adottivi temono lo sconvolgimento del proprio equilibrio dovuto alla ora facile identificabilità e raggiungibilità del nuovo nucleo familiare. Il primo passo legale è chiedere allora a Facebook la rimozione dei post con i dati personali delle ragazze divulgati dall' uomo senza il loro consenso, ma l' algoritmo del social network risponde asetticamente che «abbiamo esaminato il post che hai segnalato e non viola i nostri standard della community». Ovvio, non contiene parole di violenza o sesso o discriminazione razziale, eppure è paradossalmente più violento

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[§24022628§] mercoledì 22 gennaio 2020

Corriere della Sera Privacy e GDPR

di esse per una ragazza che da un post su Facebook apprende in teoria chi sia suo padre biologico, non vuole rischiare di incontrarlo, ed è sconvolta dall' idea che nel proprio territorio e a scuola e tra gli amici possa essere disvelata una parte così sofferta e intima della propria esistenza. Il secondo passo legale è allora chiedere di intervenire all' Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, il cui collegio respinge però il ricorso con la motivazione che «la fattispecie descritta non appare riconducibile nell' ambito delle finalità della legge 71 del 29 maggio 2017» sul cyberbullismo, giacché i post del padre biologico non avrebbero (come invece pretende l' articolo 1 della legge) «lo scopo intenzionale e predominante di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo». La ragazzina, al pari dei genitori adottivi parimenti in ambasce, con gli avvocati Grazia Ofelia Cesaro e Annamaria Pedroni impugnano allora il diniego del Garante della Privacy davanti al Tribunale civile di Milano. E qui la giudice della I sezione Martina Flamini, all' esito di udienze nelle quali chiama in causa come terzi (rimasti però contumaci) sia Facebook Italia sia la casa madre europea che sta in Irlanda, emette una sentenza che «accerta che i messaggi sulla bacheca pubblica» del padre biologico «costituiscono trattamento illecito dei dati personali delle figlie naturali», idonei a identificarle; e, in riforma del provvedimento del Garante, «ordina a Facebook Ireland Ltd la rimozione e il blocco di tutti i messaggi». In attesa delle motivazioni tra 60 giorni, dal dispositivo si intuisce che anche il Tribunale abbia ritenuto inservibile l' apparato sanzionatorio della legge di due anni fa sul cyberbullismo a causa del tenore letterale del suo articolo 1 (quello che appunto seleziona le condotte punibili solo attraverso gli «occhiali» della loro finalità o meno di «voler isolare» le vittime minorenni), ma nel contempo abbia ravvisato quantomeno lo sfondamento della trincea minima del trattamento illecito dei dati personali della minorenne.

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[§24022630§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 2 Italia Oggi Privacy e GDPR

L' analisi

L' Apocalisse aveva già previsto i guai del web

MARINO LONGONI

Internet, agli inizi di questo secolo, era sinonimo di libertà, condivisione, gratuità, partecipazione. Paradossalmente, sta diventando uno strumento formidabile di controllo e di manipolazione di massa, al cui confronto il Kgb di Stalin e la macchina propagandistica di Goebbels erano giochetti da ragazzi. Tra pochi anni, tutti i nostri movimenti, le nostre parole, tutto ciò che scriveremo e anche quello che penseremo sarà costantemente monitorato e, in cambio, ne avremo premi o sanzioni, informazioni, opportunità, svaghi, insomma tutto ciò che serve a rendere le persone funzionali e produttive. È quello che hanno sempre fatto i genitori nei confronti dei figli, e i re con i loro sudditi, ma ora sarà realizzato su scala universale e con una capacità di controllo illimitata. In Cina, alcune città stanno già utilizzando, in via sperimentale, simili sistemi di monitoraggio intensivo della popolazione abbinati a sanzioni e premi. Sarà abolito il denaro contante e i pagamenti saranno tutti tracciabili. Sarà sconfitta definitivamente l' evasione fiscale. Furti e violenze si ridurranno praticamente a zero e i pochi delinquenti che ancora rimarranno sulla faccia della terra saranno comunque sempre individuati e puniti. Il mondo assomiglierà sempre più a un complesso meccanismo ben oliato, dove ogni cosa è al suo posto e tutto gira in modo efficiente e con il minimo di attrito. La privacy rimarrà un diritto fondamentale, ma sarà bypassata tutte le volte che interessi superiori (ordine pubblico, sicurezza, mercato, lotta all' evasione o al riciclaggio ecc. ) lo richiederanno, cioè sempre. Tutto ciò è stato previsto da George Orwell nel romanzo 1984, con «il grande fratello». Ma già venti secoli prima, l' autore dell' Apocalisse profetizzava il sorgere di un drago che: «obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio» (Ap 13, 16-17). Quando la rete avrà sviluppato tutte le sue potenzialità, chi sarà in grado di controllarla avrà in mano il mondo intero. Il sistema politico sarà solo ancillare. Attualmente la partita se la stanno giocando i colossi del web americani e quelli cinesi. L' Europa è relegata nel ruolo di spettatore. Pagante. © Riproduzione riservata.

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[§24022631§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

L' Fbi la spunta su Apple: stop al backup "blindato" su iCloud

L' opzione abbandonata a seguito del pressing delle forze di intelligence, che temevano ostacoli nelle indagini. Cupertino avrebbe rischiato una pioggia di cause legali e fornito il pretesto al Congresso per una temuta legge anti- encryption

Apple ha rinunciato a introdurre per i clienti di iPhone l' opzione di cifratura completa dei backup dei loro device nel servizio iCloud . L' azienda di Cupertino aveva intenzione di offrire questa funzionalità due anni fa ma ha invece accolto le obiezioni dell' Fbi che si era lamentata che la crittografia end-to-end avrebbe ostacolato lo svolgimento delle indagini di polizia . La notizia emerge solo oggi grazie a fonti confidenziali interne sia ad Apple che all' Fbi che hanno parlato con l' agenzia Reuters.Il passo indietro di Apple sull' encryption dei backup su iCloud dimostra che l' azienda di Cupertino desidera in qualche modo cooperare con le forze dell' ordine e le agenzie di intelligence nonostante faccia del rispetto della privacy dei suoi utenti uno degli elementi distintivi della sua offerta e non abbia esitato a lasciarsi coinvolgere in dispute legali col governo, come nel caso dello smartphone dell' attentatore di San Bernardino (nel 2016).Lo spettro della legge anti- encryptionAllora Apple si era rifiutata di cedere agli investigatori le credenziali per accedere ai contenuti nell' iPhone dell' attentatore in nome della protezione dei dati personali. Il tema è tornato di attualità nei giorni scorsi quando lo U.S. Attorney General William Barr ha pubblicamente chiesto ad Apple (con una mossa non consueta per un procuratore generale) di sbloccare gli iPhone usati da un ufficiale delle Forze aree saudite che ha ucciso tre americani alla base navale di Pensacola , Florida, lo scorso mese.Il presidente Donald Trump ha rincarato la dose su Twitter accusando Apple di non ostinarsi a negare l' accesso a cellulari usati da "killer, trafficanti di droga e altri criminali". I senatori sia Repubblicani che Democratici hanno espresso pareri simili in un' audizione con Apple a dicembre e hanno minacciato di far approvare una legge contro l' encryption end-to-end citando casi in cui non è stato possibile raccogliere prove di crimini contro minori a causa della "privacy" sui telefoni.Questioni legaliApple in realtà ha ceduto alle autorità i backup su iCloud del killer di Pensacola e ha respinto l' accusa non aver fornito un "sostanziale contributo". Secondo Cnbc.com , anzi, Apple offre assistenza "dietro le quinte" all' Fbi, anche se non in relazione a specifici casi o investigazioni.Una delle fonti sentite da Reuters afferma che Apple ha rinunciato a varare la funzionalità della cifratura end-to-end dei backup su iCloud perché non voleva rischiare di essere additata dai funzionari del governo come azienda che protegge i criminali. Apple temeva anche delle cause legali legate al fatto di aver spostato dati prima accessibili alle autorità in un servizio di storage dove non avrebbero più potuto essere visibili. Infine, l' azienda di Cupertino non voleva essere additata a prima responsabile nel caso che il Congresso avesse approvato

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[§24022631§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

una legge contro l' encryption proprio alla luce del servizio di cifratura offerto per i device della Mela. Ora Appe offre la cifratura totale solo per alcuni dati particolarmente sensibili , come le password e le informazioni mediche.Quanti dati ha fornito Apple alle autoritàAvendo irinunciato alla cifratura end-to-end dell' intero backup dei dati su iCloud, le autorità americane (con regolare mandato del giudice) possono ottenere l' accesso ai backup dei device e altri contenuti su iCloud, come i messaggi su iMessage o WhatsApp. Nei primi sei mesi del 2019, come riportato dalla stessa Apple, le autorità Usa hanno chiesto e ottenuto di vedere i backup e altri contenuti su iCloud in 1.568 casi che coprono circa 6.000 account. Apple ha riferito di aver consegnato alle autorità alcuni dati per il 90% delle richieste ricevute, la maggior parte dietro ordine delle agenzie di intelligence. Nessuna informazione avrebbe potuto essere accessibile all' Fbi e ad altri uffici governativi se Apple avesse reso disponibile l' opzione della cifratura end-to-end totale del dispositivo sul cloud.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022632§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Neurotic marketing: così la politica ci manipola sfruttando le nostre nevrosi

Lo scandalo Cambridge Analityca ha svelato al mondo l' utilizzo di tattiche di microtargeting politico allo scopo di influenzare l' opinione dell' elettorato. La rete di infiltrazione è, tuttavia, ben più estesa di quanto si sarebbe potuto immaginare. Vediamo allora gli impatti e conseguenze del 'neurotic marketing'

Nel 2018 il mondo è stato scosso dallo scandalo che ha coinvolto Facebook e la società inglese Cambridge Analytica. Le pesantissime indagini, tuttora in corso, resero noto l' utilizzo di tattiche di microtargeting politico allo scopo di influenzare l' opinione dell' elettorato.A quasi due anni di distanza dall' insorgere dello scandalo, la notte di Capodanno, l' account Twitter @HindsightFiles ha provveduto a diffondere numerosi nuovi documenti che rivelano nuovi aspetti di quella che sembra essere, a tutti gli effetti, una vera e propria strategia globale di distorsione e abuso del political marketing.Partendo dagli ultimi fatti di cronaca, entriamo, dunque, nei meandri del "neurotic microtargeting" per provare a capire, dinanzi ad un simile scenario, quali rischi possono prospettarsi per gli utenti e quanto alta è la possibilità che quanto avvenuto si stia ripetendo.Indice degli argomentiI nuovi leak di Cambridge AnalyticaLa diffusione di documenti da parte dell' utente twitter Hindsight, appartenenti alla whistleblower Brittany Kaiser, ex dipendente di spicco di Cambridge Analytica, ha rivelato nuovi e inquietanti aspetti delle strategie di azione del gruppo SCL cui la società inglese era parte . La rete di infiltrazione delle campagne marketing a sfondo politico, notoriamente utilizzate nella campagna elettorale di Donald Trump, stando a quanto è possibile leggere dalle stesse mail, brochure e comunicazioni avvenute con membri politici di alto rango, sarebbe ben più estesa di quanto sinora si sarebbe potuto immaginare.Non solo USA e Brexit, non solo Nigeria e Kenya (come rivelato dal The Guardian nell' inchiesta di marzo 2018), ma ben 68 nazioni sarebbero coinvolte nello scandalo , inclusi Brasile, Kenya, Iran e Ghana, come dimostrerebbero gli oltre 10.000 documenti che Hindsight ripromette di rendere pubblici nel corso dei mesi. Nulla di sorprendente alla luce delle dichiarazioni della stessa Kaiser, la quale aveva più volte annunciato come tutto fosse parte di una massiva operazione globale appositamente ideata per profilare, targettizzare e manipolare gli elettori di comune accordo con governi, servizi di intelligence, campagne elettorali e società commerciali , il tutto secondo tattiche illegali di raccolta dati (vendute, tuttavia, come perfettamente lecite ai potenziali clienti di Cambridge Analytica).Ad oggi, i file diffusi online suggerirebbero, fra tutti, il coinvolgimento di Cambridge Analytica persino nella campagna elettorale condotta da UMNO (United Malays National Organisation), il partito del Primo Ministro Najib Razak, all' esplicito scopo di influenzare le votazioni di 14 collegi elettorali parlamentari nella 14° General Election del 2013 e riconquistare 13 seggi.Il tutto muovendosi all' interno di una consistente "area grigia", determinata

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[§24022632§] martedì 21 gennaio 2020

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da lacune nelle legislazioni nazionali ed internazionali, che consentirebbe a chiunque, ivi inclusi Stati e partiti politici, di acquistare set di dati anche per gli scopi più vari.Come funziona il "neurotic" microtargetingCiò premesso, su quali basi si fonda il microtargeting messo in atto da Cambridge Analytica? Ed in che modo rende possibile la manipolazione degli elettori?In parole semplici, il microtargeting rappresenta una modifica su larga scala delle pratiche commerciali tradizionali utilizzate nel direct marketing (call center, etc), attuata per il tramite di sofisticati database contenenti enormi quantità di dati, nello specifico di elettori. All' interno di tali database, contenenti tutti i dati relativi alle abitudini degli elettori (affiliazione ad un partito, il numero di volte che si è espresso il proprio voto, contributi e donazioni, attività di volontariato), si combinano ed elaborano anche numerose altre tipologie di dati , acquisiti da data brokers specializzati nella raccolta e commercializzazione di dati personali.Le informazioni raccolte sono poi elaborate ed analizzate al fine di identificare quali problematiche assumono maggiore rilevanza per gli elettori e se un determinato utente possa identificarsi con gli ideali di uno o dell' altro partito politico . I gruppi di elettori, così individuati, vengono classificati e resi oggetto di pubblicità e messaggi, non solo online, costruiti ad hoc , che generano in questi ultimi delle reazioni emotive specifiche, le quali porteranno un utente ad allinearsi alle idee politiche del partito che, di volta in volta, avrà utilizzato le suddette tattiche di marketing.Nello specifico, Cambridge Analytica utilizzava sia dati proprietari che dati estrapolati da Facebook, ricomprendenti persino i like espressi dagli utenti, per classificare gli elettori secondo categorie psicologiche , sulla base di un punteggio fondato su 5 tratti della personalità: apertura alle esperienze, coscienziosità, estroversione, piacevolezza, nevroticismo ( openness to experience, conscientiousness, extraversion, agreeableness, neuroticism ), per poi ideare delle pubblicità mirate per ciascuna delle classi elettorali così individuate.Le pubblicità realizzate avevano quale obiettivo, di volta in volta, quello di promuovere le campagne elettorali del partito di turno stimolando e sensibilizzando gli elettori su temi caldi quale la sicurezza nazionale, sulla base delle reazioni "nevrotiche", ossia del livello di preoccupazione e di ansia, delle speranze e delle paure dell' utenza in relazione a suddette tematiche.Impatti e conseguenze del "neurotic marketing"Sebbene ad oggi, dai documenti in nostro possesso, non si comprenda ancora pienamente quanto le già indicate strategie di marketing a scopo politico siano efficaci, se ne riconosce universalmente la crescente pericolosità , specie ove si pensi al sempre maggior valore che i dati personali assumono nell' attuale contesto economico, geo-politico e sociale globale.La semplicità di raccolta dei dati da sottoporre ad elaborazione, la rapidità di diffusione degli ads, la difficoltà per i gestori delle piattaforme di controllare attentamente i contenuti che transitano sui social, unite alla mancanza di trasparenza nei confronti degli utenti ed al dilagare di pratiche illecite di compravendita di dati senza il consenso degli stessi, rendono, infatti, estremamente semplice per società quali Cambridge Analytica attuare strategie "grigie".Anche Antonello Soro , Presidente dell' Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, ha più volte affermato come "attraverso la sempre

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[§24022632§] martedì 21 gennaio 2020

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maggiore conoscenza delle nostre propensioni, questi soggetti (Cambridge Analytica, nda) sono in grado di consigliarci sia il prodotto da comprare sia il partito da votare. () È chiara la sproporzione in termini di condizionamento di alcuni soggetti, attraverso la loro capacità di conoscere e raccogliere informazioni, notizie, suggerimenti su di noi mediante le piattaforme digitali. Fb potrebbe condizionare due miliardi di utenti e finire per indirizzare l' intera umanità" .A ciò si aggiunga la tendenza di società come Facebook di "tollerare" l' utilizzo dei dati dei propri utenti, come testimoniato da Andrew Bosworth , attualmente vicepresidente del settore realtà aumentata e realtà virtuale di Facebook, in un lungo e criticato memo nel quale riconosce che , nel 2015, la società di Zuckerberg sarebbe stata consapevole delle azioni di marketing che Cambridge Analytica stava attuando per mezzo del programma "Facebook Marketing Partner", ma avrebbe sottostimato gli eventi , rendendosi "inconsciamente" complice (sebbene ciò sia stato smentito da documenti che avrebbero attestato l' esatto contrario, ossia la conoscenza del fatto che Cambridge Analytica stesse apertamente violando le Facebook Platform Policies, le quali vietavano la vendita di dati ottenuti dai social) dell' illecito utilizzo dei dati dei propri utenti da parte della società inglese e, conseguentemente, dello scandalo che ha portato la stessa Facebook a pesanti ritorsioni economiche e di immagine.Eventi che, ad oggi, sembrerebbero essere ancora all' ordine del giorno : stando a quanto rivelato dalla Kaiser, molti degli ex dipendenti di Cambridge Analytica starebbero ancora lavorando a strategie di marketing politico miranti, sulla base dei medesimi dati originariamente estrapolati da Facebook, per mezzo di società neocostituite. Tra queste Emerdata, il cui core business è parimenti focalizzato sull' elaborazione dati, della quale fanno parte alcune delle originarie figure apicali di Cambridge Analytica.È agli atti delle indagini anche l' avvenuta sottrazione, da parte dei dipendenti di Cambridge Analytica, di laptop e hard disk contenenti i dati utilizzati dalla società, sottoposti alla custodia degli amministratori della società, oltre all' accesso all' infrastruttura cloud della stessa. L' incapacità di impedire la diffusione dei dati e l' utilizzo degli stessi a scopi illeciti innalza così esponenzialmente il rischio di una nuova minaccia per la neutralità dell' opinione pubblica e per la libertà di pensiero politico.Risulta evidente, dunque, come la situazione attuale non possa che peggiorare e che quanto già accaduto sia destinato a ripetersi, alla luce di azioni correttive da parte dei Governi e delle Autorità competenti non sufficienti ad arginare il fenomeno manipolatorio , tristemente intrecciato a eventi e soggetti politici. Dello stesso parere anche Christopher Steele, ex funzionario dell' MI6, i servizi segreti britannici, il quale sostiene che Cambridge Analytica abbia soltanto cambiato nome e che gli attori dello scandalo siano ancora all' opera, impuniti, ed anzi stiano adottando tecniche più avanzate per impedire che le proprie azioni vengano allo scoperto, persistendo la semplicità di violare la privacy degli elettori e di manipolarne le opinioni.Come evitare che succeda ancora?Quanto successo ci ha aperto gli occhi su una realtà ad altissimo rischio e di difficile controllo, la cui dimensione non si conosce. Il fatto che gli attori del fenomeno si muovano entro labili confini di legalità pone ancora di più l' attenzione sulla necessità, da parte dei legislatori globali

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[§24022632§] martedì 21 gennaio 2020

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e delle Authority, di realizzare azioni di contenimento tempestive che possano salvaguardare l' effettiva libertà di pensiero nell' ambito politico, di primaria importanza costituzionale, nelle more delle elezioni del 2020.Un simile obiettivo, tuttavia, non risulta di facile realizzazione: la necessità di preservare la neutralità delle piattaforme e la libertà di pensiero e di espressione da strategie di marketing cui non si conoscono gli esatti confini, si scontra con limiti tecnici (legati all' analisi delle meccaniche di sottrazione, elaborazione e utilizzo dei dati senza che l' utente ne sia adeguatamente informato o abbia fornito il relativo consenso) e normativi (legati all' individuazione dei confini di liceità di una determinata azione od omissione).A parere della Kaiser, le problematiche principali risiedono proprio nella natura opzionale delle attuali linee guida, non sufficienti a contenere il fenomeno, rendendosi necessario un intervento radicale a livello legislativo , che detti dei requisiti minimi uguali per tutti e parametrati sulle odierne tecnologie di elaborazione dati. Nel mentre, le piattaforme social dovrebbero preservare sé stesse con azioni a monte, che impediscano alle società di pubblicare ads a sfondo politico, ove non fosse possibile arginare il fenomeno con altre soluzioni.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Nick Clegg: "Internet è cambiato, servono nuove regole"

Il responsabile Affari istituzionali e Comunicazione di Facebook: "Ma ridimensionare le big tech non giova alla Ue. Noi pronti a collaborare". E avverte: "Una Rete aperta e competitiva antidoto al modello cinese di censura e sorveglianza"

" Facebook è consapevole delle proprie responsabilità e dei propri errori. Vogliamo collaborare con l' Ue e i governi del mondo su privacy, portabilità dei dati, linguaggio d' odio e integrità nella comunicazione politica. Internet è entrato in una nuova fase, servono nuove regole. Sono un tecno-ottimista, credo che la tecnologia possa rendere il mondo migliore". Lo ha detto Nick Clegg, responsabile degli Affari istituzionali e Comunicazione di Facebook, ex vicepremier inglese nel governo di David Cameron , in un intervento alla Luiss di Roma."Capisco che alcuni legislatori riflettano, specialmente dopo Cambridge Analytica, ma il mio messaggio alla nuova commissione e al nuovo Parlamento Ue è questo: mettiamoci al lavoro su nuove regole - ha osservato Clegg - Una delle aree in cui dovremmo lavorare insieme, rapidamente, è la portabilità dei dati se vogliamo un Internet aperto e competitivo dove i nuovi servizi possano competere con grandi piattaforme come Facebook. C' e' una tendenza in Europa a pensare che i bg data siano una cattiva cosa e che siano cattive le compagnie che hanno come modello di business l' aggregazione dei dati su larga scala. Il business di Facebook è meno misterioso di quello che si pensi: recapitiamo agli utenti annunci pubblicitari basati sui dati che sono disposti a condividere con noi".Per Clegg, il giusto bilanciamento tra le regole che governano la condivisione dei dati e la privacy "lo devono trovare i legislatori eletti democraticamente, in Europa e nel mondo, non società private come Facebook" . "Facebook - ha aggiunto - ha agito per affrontare importanti questioni etiche e sociali e ha apportato cambiamenti negli ultimi anni. Abbiamo triplicato il numero di persone, arrivando a oltre 35.000, che lavorano per proteggere la nostra piattaforma e ora siamo in grado di eliminare milioni di account falsi ogni giorno". E, a breve, ha sottolineato, annunceremo i membri "del nostro nuovo consiglio di sorveglianza indipendente, una novità istituzionale che giudica in modo indipendente controversie sul ritiro o meno dei contenuti dalla nostra piattaforma".La Ue e le big tech"Pur comprendendo l' impulso politico dei decisori europei sulle società tecnologiche Usa, questi dovrebbero capire che il ridimensionamento della Silicon Valley non è una ricetta per il successo delle aziende europee - ha evidenziato Clegg - Il prossimo Google o Alibaba potrebbe nascere in Europa se ci sono le condizioni per le aziende tecnologiche di prosperare"."L' Ue sia pioniera come ha fatto per la privacy con il Gdpr, servono nuove regole - ha ribadito Clegg - e anche il mercato unico digitale, non serve spezzettare le aziende di successo. I legislatori si impegnino per creare le giuste condizioni per il settore tecnologico e completino il grande progetto di un mercato

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[§24022633§] martedì 21 gennaio 2020

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unico digitale, un mercato senza confini, fatto da decine di milioni di consumatori. Una cattiva regolamentazione potrebbe portare l' Europa indietro di anni, con il rischio di soffocare la nascita di nuove imprese europee".Secondo uno studio di Copenhagen Economics, citato da Clegg, "le app di Facebook hanno aiutato a generare più di 200 miliardi di vendite nell' ultimo anno e 3 milioni di posti di lavoro. Non siamo una società che guadagna alle spalle dei consumatori europei senza restituire nulla - ha sottolineato - L' Europa è un fattore determinante per il successo di Facebook, così come il successo di Facebook è un fattore nella crescita delle società e dell' economia europea".Internet rischia un modello cinese"Mentre parliamo - ha aggiunto Clegg - è in corso una lotta per l"anima' di Internet. Perché esiste già un' altra Internet ed è quella cinese, basata su valori molto diversi come il controllo stradale, la censura, la sorveglianza, la separazione dei suoi utenti dall' Internet globale. E alcuni paesi, in misura maggiore o minore, stanno iniziando a seguire l' esempio della Cina". E importante , ha concluso che l' Europa e gli Usa "creino nuove regole di Internet"."Ora è più importante che mai, che i legislatori europei e statunitensi capiscano che è tempo di venire allo scoperto per preservare l' Internet aperto, globale e accessibile come tutti lo conosciamo - ha osservato Clegg - costruito su tutti i valori che condividiamo. E' tempo per creare le nuove regole di Internet e l' Europa ha dimostrato di essere pioniera in questo con il Gdpr. Penso che la regolamentazione che nasca nel Vecchio Continente e basata su valori europei può essere un piano per un Internet futuro che minimizza i mali di Internet mentre protegge il meglio dell' Internet globale e accessibile in cui crediamo".@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022634§] martedì 21 gennaio 2020

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Privacy, da Garanti Ue sanzioni per 114 milioni: Google al top

Secondo i dati di Dla Piper sono 1.886 i casi di data breach notificati all' Authority italiana. Il nostro Paese si colloca all' undicesimo posto in Europa per numero di notifiche e al quarto per l' ammontare delle multe emesse pari a 11,55 milioni

Dall' entrata in vigore del Gdpr a maggio 2018, ci sono state più di 160mila notifiche di "data breach" nei 28 Stati membri dell' Unione Europea, oltre a Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Secondo l' ultima indagine svolta da Dla Piper i Garanti per la protezione dei dati personali hanno emesso sanzioni per un valore complessivo di 114 milioni di euro per diverse tipologie di violazioni del regolamento e non solo per data breach.Sono 1.886 i casi di data breach notificati al Garante italiano, valore che classifica il nostro Paese all' undicesimo posto nell' Unione europea per numero di notifiche, mentre le sanzioni emesse - pari a 11,55 milioni - classificano l' Italia al quarto posto. Francia, Germania e Austria sono in cima alla classifica per il valore totale delle sanzioni inflitte ai sensi del Gdpr con rispettivamente poco più di 51 milioni, 24,5 milioni e 18 milioni. Olanda (40.647 casi), Germania (37.636) e Regno Unito (22.181) sono in cima alla tabella per il numero di notifiche di data breach.Anche il tasso giornaliero di notifiche di data breach è aumentato del 12,6%: da 247 notifiche al giorno per i primi otto mesi di Gdpr (da maggio 2018 al 27 gennaio 2019) a 278 notifiche di data breach al giorno per l' anno in corso. Valutando i risultati in confronto alla popolazione dei Paesi, l' Italia ha segnalato 2,05 data breach per 100mila persone, rispetto a 0,9 per 100mila persone l' anno scorso: un dato che classifica il paese al 25esimo posto rispetto alla penultima posizione dell' anno scorso. La sanzione finora più elevata, pari a 50 milioni di euro, è stata imposta dal Garante privacy francese ai danni di Google per presunte violazioni del principio di trasparenza e mancanza di un valido consenso.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022635§] martedì 21 gennaio 2020

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Ricerca scientifica e data protection, le raccomandazioni del Garante europeo

La Ue sta predisponendo il framework di utilizzo del nuovo Horizon Europe per il settennio 2021-2027: i dati saranno grandi protagonisti della scena e saranno pertanto diversi gli strumenti legislativi che interverranno nella regolamentazione, primo fra tutti il GDPR

Con il ciclo settennale di bandi di Horizon 2020 in via di esaurimento, il Parlamento europeo sta approvando il nuovo Programma di finanziamento Horizon Europe per il settennio 2021-2027.Particolarmente focalizzato sull' innovazione digitale, cambiamenti climatici, sostenibilità ed economia circolare, il nuovo Programma intende rafforzare la competitività e la partecipazione degli Enti europei mediante nuovi framework, attualmente in fase di elaborazione; l' esigenza di sicurezza, al passo con l' evoluzione tecnologica, è sempre maggiore, e non a caso in questo periodo assistiamo ad uno sviluppo di strumenti legislativi e regolatori particolarmente vivace.Rispetto a Horizon 2020, che per quanto attiene alla protezione dati, essendo nato nel grembo della Direttiva 45/96/CE, ha "scoperto" il GDPR soltanto nella piena maturità, Horizon Europe potrà infatti contare anche su altri strumenti legislativi. Vediamo come inquadrare meglio sia il supporto fornito, sia alcune insidie a cui anche il Garante Europeo , con una recente pubblicazione (6 gennaio 2020), invita a prestare attenzione.Indice degli argomentiGli strumenti legislativi a supporto di Horizon Europeil Regolamento (UE) 2018/1807 sulla libera circolazione dei dati non personali nell' Unione europea;la direttiva relativa al " secondary use " delle informazioni nel settore pubblico (Direttiva (UE) 2019/1024 del Parlamento europeo e del Consiglio);" delle informazioni nel settore pubblico (Direttiva (UE) 2019/1024 del Parlamento europeo e del Consiglio); il recentissimo Regolamento (UE) 2019/881, più noto come Cybersecurity Act , che prevede anche nuovi modelli di certificazione, e che, insieme al Regolamento ePrivacy di prossima adozione, potrà influire sui framework di gestione dei progetti di ricerca con eventuali requisiti di sicurezza ICT.Inoltre il 6 gennaio 2020 lo European Data Protection Supervisor ha pubblicato una Preliminary Opinion on data protection and scientific research , nell' ambito della propria responsabilità e del rispettivo potere di fornire indicazioni alle istituzioni UE su ogni fattispecie relativa alla protezione dei dati personali. Pubblicazione molto importante, perché non limitata al regime di applicabilità del Regolamento 2018/1725 che governa la protezione dati degli Organismi dell' Unione Europea.Tale pubblicazione, sebbene ribadisca che per la ricerca scientifica sussistono, in presenza di opportune misure di garanzia, alcune deroghe agli obblighi previsti dal GDPR per i Titolari del trattamento, pone l' attenzione sui seguenti punti:La digitalizzazione e le tecniche di elaborazione dati rendono sempre più veloce ed efficace la ricerca scientifica, sia per l' analisi che per la disseminazione dei risultati; di conseguenza, l' esposizione a minacce cresce in maniera esponenziale ed i presidi di sicurezza dei trattamenti devono

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[§24022635§] martedì 21 gennaio 2020

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essere adeguati alla sensibilità delle informazioni;rendono sempre più veloce ed efficace la ricerca scientifica, sia per l' analisi che per la disseminazione dei risultati; di conseguenza, l' esposizione a minacce cresce in maniera esponenziale ed i presidi di sicurezza dei trattamenti E' sempre più labile il confine fra ricerca scientifica di natura accademica e quella privata , con interessi che sempre più intersecano l' interesse pubblico con gli scopi commerciali di sponsor o partners di natura privatistica, e il segreto aziendale spesso inficia sulla finalità più "etica" della ricerca;, con interessi che sempre più intersecano l' interesse pubblico con gli scopi commerciali di sponsor o partners di natura privatistica, e il segreto aziendale spesso inficia sulla finalità più "etica" della ricerca; Il GDPR e gli altri strumenti regolatori già prevedono misure per il rispetto dei principi applicabili ai trattamenti di dati personali, anche sfruttando la "presunzione di compatibilità", soprattutto nel campo medico scientifico, nei trial clinici, etc.; l' EPDB, gli Stati Membri, come le Autorità di controllo, dovrebbero da un lato vigilare su una corretta ed etica applicazione delle regolamentazioni , soprattutto per l' ambito correlato alle reali finalità delle ricerche (trasparenza, basi giuridiche, proprietà intellettuale, diversità del consenso informato dal consenso al trattamento dati, etc.), con attenzione al potere delle realtà private, soprattutto di quelle tecnologiche che detengono la gestione di quantità sempre crescenti di dati; dall' altro dovrebbero collaborare con la comunità scientifica ed i comitati etici nel supportare lo sviluppo di standard per la sicurezza , meccanismi di certificazione e codici di condotta per garantire la necessaria fiducia, soprattutto per realizzare concreti presidi di privacy by design nella ricerca, e agevolare i trasferimenti internazionali di dati.L' impatto del GDPR sui progetti di ricerca scientificaTenuto conto dell' Art. 179 del TFUE, che specifica che «l' Unione si propone l' obiettivo di rafforzare le sue basi scientifiche e tecnologiche con la realizzazione di uno spazio europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente», il Regolamento (UE) 2016/679 ha sicuramente recepito le necessità di maggiore libertà nel riutilizzo di informazioni , anche di natura particolare, nei progetti di ricerca scientifica finalizzati al miglioramento delle condizioni umane; ad ogni modo, con maggiore attenzione nell' applicazione delle misure di sicurezza ai trattamenti, e con i necessari aspetti regolatori di accountability che ritroviamo in tutto il GDPR.Sono numerosissimi i Considerando in cui si fa riferimento alla ricerca scientifica: 26,33, 50, 52, 53, 62, 65, 113, 156, 157, 159, 161, 162.E troviamo un valido supporto negli Articoli 5, 9, 14, 17, 21, e nello specifico Articolo 89.In Italia, con il Titolo VII del Codice Novellato (Artt. da 97 al 110 bis), sono state confermate le logiche di apertura già attuate da tempo nel nostro paese e, grazie alle Regole deontologiche per trattamenti a fini statistici o di ricerca scientifica (pubblicate nel gennaio 2019), e alle misure di garanzia indicate nel Provvedimento dell' Autorità Garante Privacy del 5 giugno 2019 (recante le prescrizioni relative al trattamento di categorie particolari di dati, ai sensi dell' art. 21, comma 1 del d.lgs. 10 agosto 2018, n. 1), il focus su minimizzazione dei dati e misure di pseudonimizzazione e crittografia per la riduzione dei rischi è ormai ben conosciuto da

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[§24022635§] martedì 21 gennaio 2020

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Università ed Enti di ricerca.Tuttavia con l' avvento del GDPR, nei progetti che prevedono trattamenti di dati personali (anche se elaborati per successivi processi di anonimizzazione) con la necessità di formalizzare per gli enti partecipanti (Coordinatori, Partners, WP Leaders) sia le attività di trattamento nei Registri ex Art. 30 del Regolamento, sia i ruoli (Titolare, Responsabile, Contitolare, talvolta difficili da individuare nell' ambito del progetto), si sono inizialmente riscontrate alcune difficoltà ; forse anche perché le previsioni normative sono state recepite, all' interno dello stesso framework Horizon 2020, come immediati vincoli per stabilire come gestire gli aspetti di protezione dati in documenti progettuali quali i templates di proposta del Model Grant Agreement (MGA) di Horizon 2020, il Consortium Agreement, e soprattutto per la valutazione dei rischi da realizzare, ove necessario, nel Documento di Progetto.Fortunatamente, grazie alla crescente consapevolezza acquisita con lo spirito di innovazione (che certo non manca nel settore), ai percorsi formativi specifici e all' obbligo, per molte Organizzazioni, di dotarsi di un Data Protection Officer, man mano gli adempimenti sono diventati sempre meno complicati .Soprattutto nei progetti di ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, il tema della complicata gestione del consenso, da considerarsi comunque base giuridica preferenziale, ha trovato, nel caso sia impossibile, estremamente difficile o non opportuno acquisirlo, conforto nelle disposizioni normative nazionali , e nella conferma delle misure di garanzia, che prevedono il ricorso al parere dei comitati etici, all' effettuazione di valutazioni di impatto e, in taluni casi, alla consultazione preventiva dell' Autorità Garante.Non si vuole in questa sede dettagliare le condizioni di liceità e le ulteriori disposizioni, già analizzate in questo articolo .Può essere invece utile fornire alcuni spunti di riflessione per evitare confusione in alcuni step operativi.Eccone alcuni:poiché i ruoli privacy degli Enti partecipanti vanno formalizzati, è essenziale che ciascun ente sia in grado di dimostrare le necessarie garanzie a tutela dei dati personali trattati ; una piena comprensione dei principi e delle disposizioni del Regolamento e delle misure di sicurezza da applicare ai trattamenti è dunque obbligatoria per ogni addetto ai lavori, che dovrà essere opportunamente formato e istruito.; una piena comprensione dei principi e delle disposizioni del Regolamento e delle misure di sicurezza da applicare ai trattamenti è dunque obbligatoria per ogni addetto ai lavori, che dovrà essere opportunamente formato e istruito. nello schematizzare le fasi progettuali in Working Packages è necessario definire le attività di trattamento coinvolte, anche solo a livello preliminare. Spesso ci si chiede se debbano tutte essere inserite nei registri delle attività di trattamento dell' Ente: il suggerimento che lo scrivente si sente di dare è il seguente: sicuramente servirà dettagliare maggiormente l' attività in quanto solo con una attenta analisi delle operazioni i ruoli e le finalità vengono chiarite, per cui il Registro ex Art. 30 potrebbe anche riportare soltanto il progetto nella sua globalità, rimandando le descrizioni più sistematiche dei trattamenti in altre evidenze (ad esempio il Registro delle Valutazioni di impatto, visto che di fatto i l report DPIA è considerato ormai un deliverable di progetto quasi sempre obbligatorio .è necessario definire le attività di trattamento coinvolte, anche solo a livello

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preliminare. Spesso ci si chiede se debbano tutte essere inserite nei registri delle attività di trattamento dell' Ente: il suggerimento che lo scrivente si sente di dare è il seguente: sicuramente servirà dettagliare maggiormente l' attività in quanto solo con una attenta analisi delle operazioni i ruoli e le finalità vengono chiarite, per cui il Registro ex Art. 30 potrebbe anche riportare soltanto il progetto nella sua globalità, rimandando le descrizioni più sistematiche dei trattamenti in altre evidenze (ad esempio il Registro delle Valutazioni di impatto, visto che di fatto i . elencare dunque le diverse attività di trattamento fornendo per ciascuna una descrizione sistematica , che risponda alle domande: "Quali sono i dati trattati? Quali sono le risorse di supporto ai dati? (Assets - PC - App - Servers - Documenti cartacei ..)? Quali sono le operazioni sui dati dell' attività di trattamento? Qual è il ciclo di vita del trattamento dei dati? "Delle tabelle come queste riportate di seguito (a livello molto semplificato) possono essere utili nella stesura del Data Management Plan :Tipologia di dati personali Assets a supporto Sistemi di comunicazioneEnte partecipante Attività svolta Garanzie affidabilitàTipologia di operazioni relative al trattamento Selezione Descrizione Raccolta Registrazione Organizzazione e Strutturazione Conservazione Consultazione Uso Modifica Estrazione Elaborazione automatizzata Elaborazione decisionale interamente automatizzata Profilazione Pseudonimizzazione Anonimizzazione Comunicazione mediante trasmissione Diffusione Raffronto o interconnessione Limitazione Cancellazione Distruzione Copia protetta / Backup Ripristino Inoltre, è bene documentare il flusso dei dati nell' ambito delle diverse fasi del progetto. Ecco un esempio di inizio flowchart:Sicuramente documentare nel dettaglio tutti questi aspetti può essere considerato un esercizio oneroso, che viene svolto in genere a progetto approvato, ma aiuta a non confondere i ruoli nelle attività di trattamento, a non perdere di vista aspetti organizzativi e tecnologici (che possono incidere sui costi!), e soprattutto consente di fornire evidenze concrete a supporto della Valutazione di impatto sulla protezione dati.Ultimo suggerimento, è quello di individuare una metodologia e uno strumento specifico per la valutazione del rischio , visto che quest' ultima deve essere inclusa nel Piano di progetto, e una metodologia per la Valutazione di impatto.E' opportuno documentare le scelte metodologiche in una Policy specifica, che possibilmente indichi anche gli strumenti da utilizzare, condivisibile con ogni partecipante e utile per la generale accountability dell' attività.Anche perché nel Data Management Plan, a seconda della tipologia di progetto, il Project Officer della Commissione UE potrebbe richiedere documentazione aggiuntiva.Esperienze, considerazioni e problematiche aperteIn un recente ciclo di incontri formativi svolti in APRE (Agenzia Promozione Ricerca Europea), nei quali lo scrivente è stato docente insieme a Renato Fa (Senior Innovation Manager di APRE) sul tema della protezione dati (Valutazione dei Rischi e Valutazione di Impatto, Processi e sicurezza dei trattamenti, implicazioni nei progetti di ricerca finanziati) diversi elementi e criticità sono emerse dal confronto molto costruttivo con i discenti (Responsabili di progetto del CNR e di diverse Università Italiane, Ricercatori, alcuni DPO di Ateneo); vale la pena evidenziarli perché molto importanti e devono far riflettere:I ricercatori italiani sono bravissimi; e non si tirano affatto indietro agli

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oneri derivanti dal rispetto dei diritti e libertà fondamentali, sono consapevoli dell' importanza delle misure di tutela e delle previsioni regolatorie; sono altresì attenti ed efficaci nell' approccio basato sul rischio, curiosi e appassionati delle tecniche di protezione dati; quindi ben venga il dialogo richiesto dal Garante Europeo fra Autorità di Controllo e comunità scientifica;italiani sono bravissimi; e non si tirano affatto indietro agli oneri derivanti dal rispetto dei diritti e libertà fondamentali, sono consapevoli dell' importanza delle misure di tutela e delle previsioni regolatorie; sono altresì attenti ed efficaci nell' approccio basato sul rischio, curiosi e appassionati delle tecniche di protezione dati; quindi ben venga il dialogo richiesto dal Garante Europeo fra Autorità di Controllo e comunità scientifica; Le Università, i Dipartimenti di ricerca, gli IRCCS, le Strutture Ospedaliere che partecipano ai progetti devono urgentemente disporre di più personale di riferimento per la protezione dati, opportunamente preparato; un DPO da solo non è sufficiente, perché ha oneri complessivi che non lasciano spazio ai deliverables richiesti dai progetti di ricerca (per i quali appunto i ricercatori o i responsabili di dipartimento si rivolgono, necessariamente, al DPO designato); questo è un problema molto, molto sentito;che partecipano ai progetti devono urgentemente disporre di più personale di riferimento per la protezione dati, opportunamente preparato; un DPO da solo non è sufficiente, perché ha oneri complessivi che non lasciano spazio ai richiesti dai progetti di ricerca (per i quali appunto i ricercatori o i responsabili di dipartimento si rivolgono, necessariamente, al DPO I dipartimenti di ricerca spesso lamentano mancanza di collaborazione e di attenzione al tema della protezione dati da parte delle funzioni ICT (non di preparazione tecnica); questo aspetto è in realtà correlato al precedente: la ricerca necessita, spesso, di risorse "dedicate"; quindi, necessità evidenziata a livello quasi "corale", è quella di formazione in materia, e collaborazione proattiva. In altri casi, ci è stato riferito che alcuni DPO hanno suggerito la non partecipazione a progetti di ricerca per l' obbligatorietà di effettuazione della Valutazione di impatto e consultazione preventiva all' Autorità Garantee di attenzione al tema della protezione dati da parte delle funzioni ICT (non di preparazione tecnica); questo aspetto è in realtà correlato al precedente: la ricerca necessita, spesso, di risorse "dedicate"; quindi, necessità evidenziata a livello quasi "corale", è quella di formazione in materia, e collaborazione proattiva. In altri casi, ci è stato riferito che alcuni DPO hanno suggerito la non partecipazione a progetti di ricerca per l' obbligatorietà di effettuazione della Valutazione di impatto e consultazione preventiva all' Autorità Garante la "privacy by design" per la proposta di progetto di ricerca ha bisogno di standard . Poiché questa fase, non consuntivabile e quindi completamente a costo, non può dettagliare più di tanto gli aspetti di protezione dati (con una Valutazione di impatto, ad esempio), anche perché i diversi partners del progetto non sono certi, così come dal punto di vista privacy gli ambiti di trattamento non sono già ben definiti , servirebbero al più presto strumenti efficaci di garanzia.Per questo ultimo punto, i meccanismi di certificazione ed i codici di condotta potrebbero davvero aiutare: si pensi ad esempio alla comodità di poter informare gli interessati sul progetto di ricerca in modo semplice: "La struttura

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[§24022635§] martedì 21 gennaio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

ospedaliera condurrà il progetto di ricerca con il dipartimento di ricerca dell' Ateneo XXXX, ed entrambe aderiscono al codice di condotta .. ; partecipa inoltre al progetto la società YYYY specializzata nel sequenziamento genomico, che effettua servizi certificati ai sensi dell' Art. 42 del GDPR".Sicuramente c' è molto da fare. Ma non si può restare indietro.Se per il programma quadro Horizon 2020 sono stati stanziati circa 30 miliardi di euro, per il programma Horizon Europe si parla di un valore di circa 3 volte tanto.Perché l' Italia non coglie le opportunità, con le indubbie capacità e competenze dei nostri validissimi elementi?Si spera che i forti messaggi e le richieste della comunità scientifica e universitaria vengano presto ascoltate, e che il nostro paese possa davvero cavalcare l' onda dell' innovazione e della ricerca.ConclusioniCon il programma quadro di finanziamenti Horizon 2020 in chiusura, l' Unione Europea sta predisponendo il framework di utilizzo del nuovo Horizon Europe per il settennio 2021-2027, che vedrà i dati quali grandi protagonisti della scena.Non soltanto dati personali, ed infatti sono diversi gli strumenti legislativi che interverranno nella regolamentazione.Primo fra tutti, comunque, il GDPR, particolarmente rilevante per le finalità di ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, che intende, anche mediante le disposizioni normative di diritto nazionale e le misure di garanzia disposte dalle Autorità, fornire da un lato il pieno supporto alle attività di ricerca, dall' altro mettere al centro la sicurezza dei trattamenti.A tal proposito, con la recente Preliminary Opinion on data protection and scientific research , il Garante Europeo ha sottolineato che il dibattito sul tema del presunto "intralcio" del GDPR alla ricerca scientifica va risolto con attenta applicazione degli strumenti regolatori e con un efficace dialogo degli Stati membri e delle Autorità di controllo con la comunità scientifica; al tempo stesso, è urgente incentivare il clima di fiducia e le garanzie, visto il connubio ormai sempre più evidente fra privato e pubblico nei progetti di ricerca. A tal fine, lo sviluppo di codici di condotta e di meccanismi di certificazione è ormai di importanza fondamentale.L' Italia non deve perdere l' occasione di approfittare del nuovo programma quadro di finanziamenti dei progetti di ricerca per i prossimi sette anni, e può anzi ambire ad un ruolo di primo ordine, con le eccellenze che si ritrova (sia nel campo della ricerca scientifica, sia nella protezione dati).Se però la comunità scientifica, le risorse per Università e ricerca, i collegi delle Autorità Garanti debbono attendere i mal di pancia della politica italiana, ci si espone alle solite circostanze di inadeguatezza che fanno tanto male al nostro paese.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24022637§] mercoledì 22 gennaio 2020 Pagina 2 Italia Oggi Privacy e GDPR

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The Apocalypse had already predicted the web' s troubles

At the beginning of the XXI century, the Internet meant freedom, sharing, gratuitousness, and participation. Paradoxically, it is becoming a dangerous tool of control and mass manipulation, compared to which Stalin' s Kgb and Goebbels' propaganda machine were child' s play. In a few years, the Internet will continuously monitor all our actions, our words, everything we write, and even what we think. In return, we will have rewards or sanctions, information, opportunities, entertainment; in short, everything people need to be functional and productive. Parents have always done that with their children and kings with their subjects. But now it will be on a universal scale and with unlimited control. In China, some cities are already using, on an experimental level, monitoring systems combined with sanctions and rewards. Cash will disappear, and payments will all be identifiable. Tax evasion will be dead once and for all. Theft and violence will go basically to zero, and the few criminals left on the face of the earth will always be identified and punished. The world will increasingly resemble a complex, well-oiled mechanism, where everything is in order, and everything runs efficiently with minimal friction. Privacy will remain a fundamental right, but it will be defeated whenever higher interests (public order, security, the market, the fight against evasion or money laundering, etc.) require it, that is, always. All this was foreseen by George Orwell in his novel «1984», with the «Big Brother». Although already twenty centuries earlier, the author of the Apocalypse prophesied the rise of a dragon: «And the second beast required all people small and great, rich and poor, free and slave, to receive a mark on their right hand or on their forehead, so that no one could buy or sell unless he had the mark» (Ap 13, 16-17). Once the web had developed its full potential, those controlling it will have the whole world in their hands. The political system will only be secondary. Currently, the American and Chinese web giants are playing the game. Europe is just watching. Paying. © Riproduzione riservata Traduzione di Carlo Ghirri.

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[§24022639§] martedì 21 gennaio 2020

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

Wind Tre Business investe nella data protection in cloud

Messe a punto con Veeam le due nuove soluzioni Cloud Backup Protection e Cloud Disaster Recovery pensate per aziende e pubbliche amministrazioni. Si punta a mettere in sicurezza i dati e a garantire la business continuity. Il tutto in modalità pay-as-you-grow

Archiviare e mettere in sicurezza i dati aziendali . Ed anche abilitare i piani di business continuity e il rapido ripristino delle applicazioni . Wind Tre Business lancia due nuove soluzioni Ict dedicate alle aziende e alle pubbliche amministrazioni .Messe a punto in partnership con Veeam , le proposte - spiega l' azienda guidata da Jeffrey Hedberg - "si sviluppano sui core asset di Wind Tre , ovvero connettività, infrastrutture Ict e competenze, e ne rafforzano il valore per i clienti, con la possibilità, inoltre, di attivare un modello di utilizzo pay-as-you-grow ".In dettaglio " Cloud Backup Protection " serve ad archiviare e mettere in sicurezza i dati aziendali. Si tratta di una soluzione di 'Backup-as-a-Service' (BaaS) che consente di proteggere i dati aziendali attraverso una copia on-premises, al fine di differenziare geograficamente la collocazione delle informazioni e di aumentare l' affidabilità, la sicurezza e la disponibilità delle informazioni stesse. "I dati, infatti, vengono memorizzati in un' evoluta infrastruttura Cloud di Wind Tre, distribuita e ridondata sulle due strutture di Roma e Siziano (Pavia), collegate al backbone Wind Tre", spiega ancora l' azienda." Cloud Disaster Recover y" è, invece, il servizio 'Disaster-Recovery-as-a-Service' (DRaaS) che permette di replicare le macchine e le applicazioni dei clienti, dai semplici virtual server ai Data Center più complessi, nell' infrastruttura Cloud di Wind Tre, per garantire il ripristino sicuro delle operazioni in caso di eventi improvvisi e non prevedibili, che possano pregiudicare la business continuity.Entrambe le nuove soluzioni - puntualizza l' azienda - possono essere fornite anche in modalità Managed, ossia con la gestione e la consulenza del Security Operations Center di Wind Tre, un team specializzato sempre a disposizione dei clienti.A seguito dell' accordo con Veeam Wind Tre ha ottenuto la certificazione Silver nel programma Veeam Cloud & Service Provider (Vcsp), che attesta l' esperienza e l' affidabilità dell' azienda nel fornire ai propri clienti servizi di Cloud Data Management Veeam di tipo BaaS e DRaaS.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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