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NELL’ORIZZONTE DI VENEZIA

NUOVI SPAZI PER ABITARE LA LAGUNA

Le case minori veneziane sono grandi go dell’industria pesante e della città luogo che fu; Sant’Erasmo rarefatto natura stessa della città. barche multicolorate e naviganti in- giardino; ancor prima è stata l’ambi- borgo agricolo; un tratto di Sant’Ele- Ciò che accomuna questi luoghi al di torno a questi edifici marmorei emersi zione dogale che ha irradiato in ogni na compresa tra l’area cantieristica in là del trovarsi tutti all’interno della la- dalle acque. parte del mediterraneo e verso oriente dismissione dell’, la darsena e i re- guna nord, di un ambiente per molti (Luigi Moretti, Colore di Venezia, in l’influenza della città costruita sull’ac- cinti dello stadio e del collegio navale versi eccezionale, è una certa loro con- Spazio, a. I., n. 3 ottobre 1950) qua. Evocare continuamente l’inacessi- “Morosini”; l’architettura liberty dell’ex dizione di abbandono – che si affron- bilità e al contempo contenere i per- ospizio marino al Lido – vero e proprio tino le piccole isole sparse o l’estrema corsi che collegano tra loro le isole che ensemble urbano su spiaggia – sono punta nord della città, o il suo affaccio A Venezia stare dentro la città non la punteggiano sono aspetti precipui alcuni dei luoghi di quest’orizzonte ve- più diretto e turisticamente sfruttato vuole solo dire percorrerne le sue dell’ ambiguo carattere della laguna neziano, che i progetti degli studenti sul mare – si tratta di porzioni di suolo fondamenta, orientarsi negli intricati come territorio artificiale sospeso tra hanno tentato di ricomporre in una se- ed insiemi di edifici che la città non percorsi e ritrovare nei suoi campi e natura e città. quenza spaziale che ridesse senso alla usa più, ne per abitarli, ne per esporli, campielli, dopo le lunghe ombre ta- Ma anche quando ogni aspetto, per prevalente condizione di rovine dei ne per trarne ricchezza. Pezzi superstiti gliate da lame di azzurro delle calli, la cosi dire tecnico, del suo funzionamen- manufatti con i quali s’identifica molto di mondi spariti, talvolta interessanti differente luminosità dei colori che ca- to vitale si chiarisce, restano i luoghi spesso la morfologia stessa delle iso- reperti rispetto ai quali si è in dubbio librano la natura e la consistenza delle comuni legati alla percezione del suo le anche in quei casi in cui sono stati se abbia più senso guardarli con la vi- sue architetture. paesaggio e dei sui ciclici ritmi afasi- sottoposti a restauri – a meno di San sionarietà dell’occhio archeologico o ci, resta la surreale dimensione rural Francesco nel deserto, Sant’Erasmo, il come se si trattasse di relitti e scarti di Per capire quanto radicale, eversiva e – marina a rendere sfuggente ogni Lido e il resto di Sant’Elena, isole che cui l’architettura attualmente pratica- giornale edito a conclusione del concreta sia la “magia” di questa città possibilità di identificarla con un pro- hanno avuto piuttosto il ruolo di in- ta debba cinicamente sbarazzarsi, essi Laboratorio integrato è necessario entrare nel suo orizzonte, getto di città. Eppure proprio in questa cardinare i nuovi progetti per le altre hanno se non altro il merito di inserire I anno II semestre perché è li, come tutte le storie e i do- labilità dell’ecosistema lagunare, in isole agli aspetti concreti dell’abitare la vicenda di Venezia nel più ampio di- clasarch città, cattedra B cumenti raccontano, che inizia ciò che questo suo continuo oscillare fisico e in laguna. battito sul destino della città europea, oggi si è fissato nelle sue pietre. Così di senso è possibile rintracciare i geni sulla inesorabile contrazione di molte docenti Riccardo Cianchetti, Edoardo Danzi, come è nella fragile tenuta di questo di una diversa urbanità, di un diverso La tentazione di affidarsi ad un pro- delle medie e piccole città a favore di Fernanda De Maio, Giusa Marcialis, orizzonte fatto d’acqua che Venezia modo di abitare e di essere della ar- getto paesaggistico, di soli movimen- poche grandi megalopoli e sulla capa- Alessandra Quendolo scommette per il suo futuro, cosa in chitettura, che pur legandosi profon- ti di suoli ed acque è serpeggiata cità delle prime di ri-generarsi a parti- tutta evidenza dimostrata dai progetti damente a tutto ciò che nella Venezia prepotente all’interno del corso ed in re dall’individuazione di un particolare con per il Mose al di là di ogni polemica. di pietra serve a costruire il tessuto, fondo appariva la via più adeguata in tipo di rapporto con alcuni dei temi Luciano Claut, Antonella Indrigo, Emanuel Lancerini, Daniele Levi, Connotata da una liquida densità fat- appare – anche laddove è fornito solo un simile contesto. Forzare i limiti di più incalzanti posti dalle accelerazio- Francesco Trovo, Paola Virgioli, ta di lievi moti ondosi e dal fluire del- degli apparati di una architettura mi- questa interpretazione dell’architettu- ni e dalle apparenti omologazioni cui Francesca Zannovello le maree, da luoghi tra terra e acqua nore – monumentalizzato dal suo iso- ra, per approdare a progetti di edifici tende la nostra epoca. Se, al di là delle espressioni di una geografia mobile, lamento insulare. composti di parti e volumi differenti scelte formali, un merito può essere anni accademici da frammenti di terra guadagnata oppure strutturati sulla prevalenza di ascritto ai progetti degli studenti che 2005/06 2006/07 all’acqua come le sue isole, piccole Ragionare sulla natura complessa un segno/percorso parzialmente o in- presentiamo, questo riguarda proprio 2007/08 anche quando sono le più grandi e an- di questa pianura d’acqua, solo ap- teramente abitato, i quali al di là del- la capacità di svelare la latente qualità ticipazioni molto spesso più che ema- parentemente priva di differenze è la scala dell’intervento, mostrassero rigenerativa di questi luoghi, aspet- coordinatore scientifico nazioni della Serenissima, la laguna è stato l’obiettivo che in un triennio di come particolare prerogativa quella di to non secondario affinché le pree- Fernanda De Maio un luogo difficile da immaginare se si laboratorio integrato la docenza ha addensare nella propria articolazione sistenze coinvolte, ora come sfondo eludono gli specifici meccanismi idro- messo in campo occupandosi di una il significato urbano riferito alla ricerca ora come parti essenziali delle nuove a cura di Antonella Indrigo geologici che la regolano e la ricostru- specifica parte della Laguna venezia- di relazioni differenti con il contesto è composizioni, possano continuare a iscono continuamente. Irreggimentata na, quella settentrionale. La grande stata la questione al centro delle di- intessere quella trama di nessi tra un fotografia aerea di Alessandra Chemollo nello statuto di parco essa appare corte/piazza del Lazzaretto occupata scussioni e delle sperimentazioni del passato ormai tramontato e un futuro come luogo estremo e liminare che al centro dai depositi delle merci de- corso in questo triennio. Se i progetti ancora là da venire che ancora rende Università Iuav di Venezia circonda e racchiude la città – come stinate alla quarantena e recintata da per il primo dei tre laboratori integrati, necessario, nello scenario globale, il Santa Croce 191 Tolentini 30135 Venezia fosse altro da questa – e di cui ha rap- un muro che l’iconografia tramanda presentati nelle pagine che seguono, pensiero sulla complessa e intricata 041.257.1111 tel presentato al contempo il baluardo come fatto di case; il rudere scoperto mostrano una più ambigua oscillazio- vicenda delle nostre città. www.iuav.it difensivo e il principale elemento di della chiesa di Madonna del Monte ne tra paesaggio e città, durante i due La comprensione di questo e di molto ©Iuav 2008 separazione dalla terraferma. Abitare coincidente con la dimensione stessa anni successivi le scelte dei temi e dei altro gli studenti e la componente più dentro la laguna eppure continuamen- dell’isolotto su cui sorge; l’ex convento luoghi della laguna settentrionale da giovane, solo anagraficamente, della Iuav giornale dell’università iscritto al 1391 del registro di stampa te esplorare ciò che ne sta al di fuori è di San Giacomo in Paludo, trasformato indagare hanno, in modo più deciso docenza devono alla curiositas e alla tribunale di Venezia l’attività che ha reso i veneziani famosi in ridotto militare e oggi tristemente affrontato il progetto d’architettura, generosa determinazione con cui Giu- a cura del servizio comunicazione nel mondo oltre che ricchi. Espande- restaurato; il piccolo convento di San come questione strettamente urbana sa Marcialis ha condotto il percorso [email protected] re i limiti di Venezia oltre la laguna è Francesco nel deserto, oasi felice di un benché a Venezia, in ogni sua parte didattico lungo gli scivolosi itinerari l’afflato che anima coloro che abitano medioevo che resiste alle sollecitazioni non sia possibile fare a meno di con- della laguna nord. stampa Grafiche Veneziane , è stato l’obiettivo di coloro che del presente; la selvatica Certosa di cui frontarsi con gli elementi del suo pae- Venezia hanno inventato Marghera come luo- non resta se non nel nome traccia del saggio tanto essi sono connaturati alla Fernanda De Maio Iuav : 62 2

Storia, progetto e restauro molteplici tracce culturali e naturali Diario di bordo di progetto. La tecnologia non è certo materiali utilizzabili, questo bagaglio nell’esperienza del laboratorio impresse sui manufatti all’interno del- la disciplina centrale del laboratorio, di esperienze maturato dallo studente integrato le vaste aree di progetto non hanno Mi interrogo su quale ruolo deve avere ma va detto che si è scelto di lavora- risulta più spesso un repertorio di so- infatti potuto formalizzarsi attraverso la disciplina “tecnologia dell’architet- re collegialmente a pari livello. Nelle luzioni di cui fa acritico uso nei primi Storia, progetto e restauro nell’espe- le classiche analisi dei materiali, del- tura” in un laboratorio di progettazio- esperienze svolte, sin dagli incontri pre- e lunghi approcci. E in alcuni casi ne rienza del Laboratorio integrato lo stato di conservazione (alla scala di ne nella laurea in “Architettura della paratori tra docenti, sono state sempre rimane ingabbiato fino alla fine. La vastità del territorio interessato dal- riconoscibilità dei fenomeni da detta- Città”. Un laboratorio che integra e aperte e vivaci le discussioni e incrociati le analisi e la necessità di strutturare gliarsi sulle superfici architettoniche) riunisce quattro discipline su un tema i confronti fra obiettivi formativi del la- E allora, nelle diverse esperienze con- un progetto unitario che prevedesse né attraverso l’analisi stratigrafica, di un progetto con scenario territoria- boratorio, obiettivi delle singole disci- dotte, perché temi, docenti e studen- l’integrazione della scala urbanistica quale consolidato strumento per la le, ambito urbano con contesto storico pline, temi da affrontare ed esplorare, ti sono cambiati, la fase più lunga e con quella architettonica e di detta- comprensione diacronica delle struttu- e cultura costruttiva. risultati minimi attesi. Scelta non scon- impegnativa dell’attività laboratoria- glio costruttivo ha necessariamente re presenti. Un laboratorio per sessanta studenti tata, coraggiosa ed impegnativa quella le, ma anche ricca di risultati, è stata comportato, per quanto riguarda l’in- che hanno già svolto con profitto la di evitare gerarchie disciplinari apriori- quella di rompere la conformità e di segnamento di restauro, un approccio La messa a punto dei metodi atti a laurea triennale. Un’esperienza di lavo- stiche, misurate su crediti o monte ore esplorare oltre la superficie dell’imma- didattico e di attività progettuale che valutare le possibilità e i modi di riu- ro fatta di analisi e riflessioni condotte di didattica. E si è fatto come si dice gine che gli studenti estraggono dal- esula dalle consuete strumentazioni so e di riqualificazione dei manufatti collettivamente, di studio individuale, “tesoro” delle esperienze svolte, anno le riviste specializzate. Immagine che offerte all’interno del disciplinare. esistenti, nel rispetto della complessità di incontri e di contradditori che dura- dopo anno, al fine di migliorare metodo è lettura limitativa dell’architettura. Un elemento centrale di riflessione dei segni depositati, senza inficiare le no quattro mesi. e strumenti di lavoro. Immagine che può essere utilizzata all’interno del laboratorio integrato potenzialità di innovazione progettua- E la tecnologia? solo come primo indizio, traccia di una riguarda il significato del rapporto tra le, significa soprattutto stabilire i criteri È una questione prioritariamente di sca- Con l’aiuto dei miei collaboratori, in volontà di ricerca e di una curiosità. consapevolezza critica delle azioni mi- di valutazione del grado di trasforma- la di rappresentazione e di progetto? questi anni, ho lavorato con gli stu- Complici certo in questa deformazione rate alla conservazione dell’autenticità bilità delle architetture, considerazioni del reale, in questa stilizzazione dell’ar- materiale dei manufatti e indagine che non necessariamente coincidono chitettura, le riviste patinate piene di sulle potenzialità trasformative delle con il regime dei vincoli, e del tipo di grandi e belle foto delle architetture aree prescelte per l’intervento a scala tecnologie costruttive da adottare. alla moda, dei materiali alla moda e urbana. dei prodotti che vanno per la maggio- Lo studio delle modalità insediative Le esigenze di riuso e riqualificazione re. Anche i particolari costruttivi sono e delle vicende storiche che hanno sono state poste al centro di un’inda- oramai un fenomeno di moda. Oggetti caratterizzato le tre aree della laguna gine che istituisca un rapporto fecon- di consumo. nord di Venezia ha costituito una fon- do tra conservazione della complessità damentale base di conoscenza del ter- testimoniale del passato ed apertura a Penso al contrario che nel particolare ritorio sul quale formalizzare analisi e nuove interpretazioni di un contesto: costruttivo e non è una questione di progetto: il tentativo è stato quello di la ricerca di un’attribuzione di sen- scala, si possa e si debba ritrovare e superare un utilizzo strumentale della so a quei segni di discontinuità che misurare il senso del progetto. Si può storia come semplice suggestione for- caratterizzano la materia stratificata partire da un particolare per leggere male, per riflettere sulla consistenza può diventare quindi un’acquisizione un progetto di architettura e si può fisica delle fabbriche coinvolte all’in- di coscienza rispetto al permanere di invece trovare nel particolare la con- terno del processo di progettazione a una “densità” di memoria come nucleo ferma di un racconto, di un’idea, di scala territoriale. “attorno” al quale costruire il progetto un progetto. Nelle architetture si trova del nuovo. questa circolarità di senso nelle scale La conservazione della complessità di progetto. testimoniale dei manufatti che costel- La correlazione tra analisi dei fenome- Ho chiesto agli studenti uno studio lano il territorio antropizzato nel quale ni macroscopici, legati in particolare delle ragioni ambientali, economiche e inserire la proposta progettuale si con- allo stato di conservazione delle super- di linguaggio architettonico che hanno cretizza allora attraverso una presa di fici architettoniche (dove il concetto portato all’adozione di un particolare coscienza del valore di un percorso di di degrado viene trasformato in dato sistema tecnologico–costruttivo per la scoperta dei dati che, attraverso la loro testimoniale del tempo che trascorre realizzazione di un edificio significa- fisicità, trasmettono il senso diacroni- “sulle” cose) e della consistenza fisi- tivo assunto a caso studio di proget- co della costruzione e trasformazione ca di fabbriche stratificate, indagate to. Attraverso una lettura biografica dell’ambiente e la cui perdita costi- attraverso l’interpretazione delle loro degli autori, del contesto storico con tuirebbe un depauperamento delle fasi evolutive (anche se, come abbia- particolare riferimento alle tecnologie possibilità di trasmissione al futuro del mo detto, non in termini strettamente costruttive correnti, una ricostruzione carattere di un luogo. stratigrafici, quanto piuttosto attraver- delle esigenze della committenza, una Acquisire la capacità di indagare le so una mentalità di interpretazione lettura degli assetti regolamentari, de- forme, i caratteri e i materiali costi- stratigrafica) vuole costituire una base gli obiettivi economici dell’opera. Per tuenti le permanenze architettoniche di valutazione delle ricadute proget- andare oltre la lettura del particolare di parti urbane di antico impianto, at- tuali connesse alle diverse modalità di costruttivo come sapiente giustapposi- traverso la comprensione della natura intervento, attraverso un “riuso compa- zione di elementi tecnici. dei luoghi e della morfologia urbana, tibile”, termine questo la cui ambigui- Gli strumenti di lettura utilizzati sono significa trasferire a scala di lettura tà concettuale necessita di definizioni stati poi alla base di un metodo di la- territoriale quelle tecniche analitiche circostritte ai casi peculiari oggetto di voro nella puntuale verifica del proget- che vengono usualmente applicate a studio, dove i molteplici segni deposi- to condotta durante il laboratorio, con scala architettonica. Questo adatta- tati sulle fabbriche possano continuare lo scopo di dare tracce, nel racconto mento non è immune da rischi: se da a trasmettere la percezione diacronica propriamente tecnologico, dei livelli di una parte risulta evidente l’impossibi- del loro “essere nel tempo”. coerenza tra funzione, struttura, forma lità di analizzare con un’appropriata Salvaguardare l’identità di un luogo e materia e delle relazioni con il conte- scala di dettaglio tutte le fabbriche e la molteplicità delle tracce che ne È una questione di metodo di lavoro? denti ponendo alcune questioni che sto storico e ambientale. coinvolte nell’intervento di progetta- costituiscono il palinsesto, compatibil- Di livello del progetto? sono proprie e costitutive del progetto zione, dall’altra la ricerca di un livello mente con l’adeguamento funzionale È centrale il tema delle procedure e tecnologico: quali relazioni si instaura- E per valutare con risultati tangibili di acquisizione dei dati attento a non e le esigenze di espressione di un “nuo- delle organizzazioni, in tema dell’ar- no fra materiali, funzioni, forma, quali l’attività degli studenti in ordine alla perdere le qualità che possiamo con- vo sguardo” capace di reinterpretarne chitettura invisibile? relazioni con l’ambiente circostante e tecnologia è stato chiesto di svilup- siderare necessarie e sufficienti alla caratteri e potenzialità, necessita la È necessario se non obbligatorio af- il contesto storico, quali ricadute del pare il disegno di una sezione archi- comprensione delle dinamiche di for- messa a punto di percorsi conoscitivi frontare la cultura della materia, del- progetto nel ciclo di vita del manufat- tettonica in scala al cinquanta, di una mazione e trasformazione degli ogget- adeguati alla scala territoriale in grado la produzione e della costruzione per to? In fondo temi classici di cui la lette- assonometria del sistema strutturale e ti architettonici risulta ancora in fase di evidenziare gli elementi caratteriz- parlare di tecnologia? ratura e, più di recente, la pubblicistica di uno schema dell’integrazione degli di sperimentazione. zanti che permettono la comprensione Gli approcci sono molteplici. Variano offrono numerosi esempi allo sguardo. impianti nel sistema edilizio. Disegni, Data la dimensione dell’intervento e il della natura dei luoghi, della morfolo- con il tema di progetto scelto. Varia- Eppure non è stato semplice. Gli stu- legende e tabelle su cui si devono fis- ridottissimo tempo per l’elaborazione gia urbana e dei manufatti che, attra- no soprattutto perché nell’esperienza denti si presentano con un bagaglio di sare i requisiti di progetto che andreb- progettuale all’interno del laborato- verso i segni depositati sulle superfici, laboratoriale, a differenza dal corso esperienze certo ricco e articolato: ma bero poi in un secondo momento, oltre rio semestrale, è apparsa evidente la costituiscono il luogo privilegiato di monodisciplinare, si fa sistema tra le quando si tratta di iniziare a tracciare il tempo dell’esperienza laboratoriale, difficoltà di individuare, analizzare e sedimentazione dell’immagine di un altre discipline. Dunque una condizio- un racconto fra gli elementi del conte- sviluppati con una approfondita pro- comprendere il potenziale informativo territorio antropizzato. ne fondativa dell’esperienza didattica sto ambientale fisico e climatico, i ca- gettazione esecutiva degli elementi legato alla leggibilità delle superfici di laboratorio è costruire le relazioni ratteri del sistema ambientale interno tecnici. architettoniche: gli strumenti di indi- Edoardo Danzi tra approcci, linguaggi, contenuti e determinato dalle esigenze d’uso, la viduazione, rilievo e trasmissione delle Alessandra Quendolo temi delle discipline attorno al tema volontà di forma, i primi timidi cenni ai Riccardo Cianchetti Iuav : 62 3

Il cambiamento non è una sfilata attraverso l’osservazione della vita di di durata secolare alla ricerca di un co- ritorio labile, composto da velme, bare- ta l’indagine è sempre quell’ambito di tutti i giorni e il colloquio con gli abi- stante equilibrio con le acque, quelle ne, ghebi e terra, che, talvolta versa in indefinita consistenza che circonda la In tempi di riflettori e luci abbaglianti, tanti del luogo. A loro abbiamo chie- interne, quelle del mare e quelle dei stato di abbandono. Le isole minori vi- città storica. L’area di intervento della esistono territori che, se guardati attra- sto di costruire Master Plan che, met- fiumi. Molto di questo è divenuto ma- vono una condizione di estrema solitu- composizione si concentra nella zona verso le carte di analisi tendo in campo uno sforzo estremo di teriale di progetto, molte descrizioni dine, determinata dai tempi rallentati di Sant’Elena, che viene destinata a finora prodotte, vengono rappresenta- immaginazione e uno sguardo capace di antiche morfologie sono diventate degli spostamenti e dalla difficoltà di social housing, insieme ad altre strut- ti come sostanzialmente “vuoti”, privi di vedere ed interpretare criticamente fondamenti per nuovi programmi, per raggiungere altri luoghi; si distinguono ture che connettono la darsena e le di interesse urbanistico, di un qualche i processi di trasformazione in atto, nuovi piani e per nuove immagini di per caratteri topologici e morfologici e preesistenze. Il progetto si confronta valore omogeneo alle descrizioni che nascessero dalla lettura di quei segni futuri possibili. In questi anni abbiamo per la rarefazione del costruito rispetto anche con la presenza della chiesa e dello spazio urbano normalmente si sul suolo che documentano la storia accompagnato gli studenti a guardare al nucleo insediativo centrale che ri- del Collegio Navale “Francesco Mo- usano restituire: territori mancanti di lunga e complessa delle relazioni tra al sistema venezia città–laguna nelle mane pur sempre Venezia. Oltre a ciò, rosini”, che vengono rimessi in gioco un significativo carattere urbano ma uomo e terra. Assieme, abbiamo prova- sue relazioni con i margini perilaguna- la variazione dei loro margini, dovuta nell’impianto complessivo. Questo luo- anche di grandi emergenze ambientali to a trasformare in progetto i resoconti ri, con le potenzialità dei litorali, con le all’erosione dell’acqua, determina un go, rispetto alle caratteristiche morfo- e sociali. del loro errare in laguna cercando di sue trasformazioni in atto, ma sempre progressivo cambiamento della forma logiche di Venezia, ha delle peculiarità A guardare bene, tuttavia, è proprio trasmettere la consapevolezza che il con l’obiettivo di costruire un futuro del perimetro. Stando a San Francesco molto diverse, si confronta con la fab- nelle zone d’ombra prodotte da queste cambiamento, evidentemente, non è reale per una città che potrà esistere nel Deserto piuttosto che a San Gia- brica dell’arsenale e con la rarefazione sovraesposizioni che c’è tempo e modo una sfilata che si può osservare man se recupera la conoscenza di se stessa como in Paludo diventa predominante del costruito dei giardini della Bienna- perché accadano cose nuove. E così, mano che passa. e delle sue specificità. la sensazione di essere sospesi in un le, focalizzando il tema sul rapporto per tre anni, all’interno del “Laborato- I Master Plan sono stati pensati come altro tempo, sensazione che viene am- con lo specchio d’acqua e sulla rela- rio integrato – Architettura per la città “cornici di senso” entro cui far operare Francesca Zannovello plificata dalla presenza di frammenti zione con il recinto delle enclave dello 2” coordinato dalla professoressa Giu- diverse forze e al tempo stesso diver- archeologici e rovine che evocano un spazio del collegio e della biennale. sa Marcialis, abbiamo indagato uno di genze, delle varietà di conflitti che si glorioso passato e lasciano all’immagi- Il progetto nasce per intessere una questi “vuoti”. manifestano all’interno di queste cor- nazione del progetto contemporaneo nuova relazione con l’isola della Cer- La laguna nord di Venezia, pur nel- nici. Come dei “campi interattivi” par- la soluzione del difficile confronto con tosa, ragionando su quella promenade la sua eccezionalità, risulta nei fatti zialmente strutturati, i progetti hanno la storia. che inizia dal vuoto di Piazza san Mar- oscurata dalla luminosità di Venezia, cercato di far interagire soggetti e og- In questi luoghi, densi di suggestioni, co, attraversa la Riva degli Schiavoni e in “penombra” nelle immagini satel- getti tra loro differenti rendendo ope- si incentra l’ambito di intervento del raggiunge la fine dell’isola dove inizia litari notturne, nelle rappresentazioni rativi specifici vincoli, risorse, opportu- primo anno di laboratorio, i progetti un verde più urbano che si sfrangia delle estese conurbazioni venete, nel- nità e possibilità di sviluppo. Come dei si sono occupati di ridare significato fino a diventare bosco. le mappe dei territori rurali. Qualcosa “supporti” atti ad accogliere l’architet- al sistema territoriale, scendendo di Spesso Venezia è stata un luogo di sta accadendo, però, in questo luogo tura per la città, i Master Plan hanno scala in punti nevralgici individuati sperimentazione, di progetti non re- di confluenza del bacino idrografico elaborato originali forme di arbitrag- dagli studenti, attraverso un’indagine alizzati che, peraltro, hanno lasciato , sottoposto ora a processi di gio, di reciproca approssimazione, di che partendo dagli approdi e i sistemi una traccia indelebile nella storia della intensa sovraesposizione turistica, al- separazione e/o di contaminazione di accesso, arriva alla valorizzazione composizione architettonica, come il meno per quanto riguarda alcune sue tra differenti materiali urbani. Sulla dell’isola di Sant’Erasmo; dalla defini- progetto Novissime, che è divenuto un porzioni, ora alla progressiva riduzione scorta della lezione di Samonà (Mae- zione del sistema di attraversamento riferimento imprescindibile per i ragio- del livello di antropizzazione. stro in questa scuola) abbiamo cercato e di visita della laguna, alla ricerca di namenti a scala urbana. Qui i processi di deantropizzazione, di di non dimenticare che il nostro “fare una nuova funzione per l’isola del Laz- Ampliando l’orizzonte questo territorio crisi della produzione agricola, di sosti- progettuale” deve essere a difesa delle zaretto. Guardare la laguna da un pun- si inserisce nel contesto del litorale tuzione di segmenti di popolazione, di differenze e delle ragioni dei luoghi. to di vista deciso attraverso il progetto adriatico, di cui l’isola del Lido defini- modificazione della attività produttive Abbiamo cercato di trasmettere agli è uno dei temi più frequentemente sce il limite inferiore della laguna, che non delineano certo una situazione di studenti una progettualità sostanziale affrontati, scegliere l’inquadratura per attualmente è in fase di modificazione arretratezza, né divengono indizi di un più che formale, secondo una prospet- definire all’interno di una cornice ciò attraverso i progetti per le bocche di possibile “ritardo”. tiva che richiama i legami, oggi oramai che si vuole guardare è un modo per porto, stabilendo la nuova condizione Possiamo intravedere anzi un qualche recisi, della nostra disciplina con una rivelare il paesaggio, come avviene per dei confini dell’ambito perilagunare. diverso sentiero di sviluppo dove il certa cultura illuminista e riformista. le finestre del Teatro del Mondo. ritmo di vita che caratterizza questo Se si osserva, invece, il territorio da un Il Lido è, da sempre, il luogo di vacan- territorio non è sinonimo di ritardo, Emanuel Lancerini punto di vista zenitale, attraverso le za e di svago, e vive della dicotomia tra ma semmai di un movimento con un carte geografiche, ciò che sembra un la città, Venezia, e la sua spiaggia; no- minore numero di giri che diventa Sguardi in laguna con Giusa fondo e che occupa quasi tutto lo spa- nostante la vicinanza con la terraferma fattore distintivo di uno sviluppo or- zio e forma uno strato, sempre dello – Punta Sabbioni – non ha mai com- mai lontano dall’idea di crescita tanto Eravamo su una barca, una di quelle stesso colore che si differenzia solo per promesso o alterato il rapporto con la cara all’urbanistica moderna. Questo così piccole dove nemmeno le sedie la profondità è l’acqua della laguna, città storica. Qui tutto diventa possibi- ritaglio territoriale, straordinario e per hanno spazio e navigavamo lungo quei che è al centro di ogni ragionamento le, dalla sperimentazione formale del tanti versi marginale, ci è sembrato un canali più nascosti della laguna nord ed è da sempre, il plusvalore di queste Blue Moon di De Carlo, la cui forma ottimo campo di indagine all’interno assaporando la quiete di luoghi che terre. Il rapporto con l’acqua ha, ovvia- evoca luoghi lontani, al progetto per del quale gli studenti potevano con- solo apparentemente sembrano domi- mente, caratterizzato i progetti per Ve- il nuovo palazzo del cinema. La punta frontarsi attraverso esercizi di proget- nio della natura. Da una parte canneti, Terre incerte nezia a prescindere dalla scala dell’og- estrema, ha ancora una definizione in- tazione urbana e territoriale. dall’altra barene e in lontananza qual- getto, pensiamo all’ingresso realizzato certa, qui si trovano l’ospedale al mare, Per “illuminare” questo ambiente di che rudere, ultimo frammento di una L’ambiente lagunare dove sorge Vene- da Carlo Scarpa per il palazzo Querini il cimitero e l’aeroporto “Nicelli”. Pro- vita abbiamo spinto gli studenti a più antica società. zia, con il limitato numero di imbocchi Stampalia, dove questo elemento va- prio nell’ultimo anno l’esperienza fatta guardare agli articolati e crescenti le- Così è accaduto, oramai molti anni fa, naturali lungo il cordone litoraneo, con lorizza e modifica le altezze degli spa- con gli studenti si concentra nell’area gami interni e con l’esterno dei suoi che andassimo con Giusa alla scoperta una difficile navigazione sulle misterio- zi, o al progetto di Le Corbusier per dell’ex-ospizio marino, dove la preesi- abitanti, al recupero di pratiche col- di nuove immagini per i luoghi della se distese d’acqua suscettibili di diurne l’ospedale, che si appropria dell’acqua stenza storica e la sua ri-definizione, il lettive nella gestione dei servizi alla laguna nord. Così è iniziata una nuova e stagionali variazioni, con le vie se- come se fosse terra e svela attraverso il rapporto tra interno ed esterno che da persona o nella cura del territorio, a storia, la storia di molti anni accade- grete dei canali navigabili, che legano riflesso in movimento la sacralità dello sempre ha caratterizzato queste strut- come ci si muove usando mezzi nuovi mici, di molti studenti, di molti pro- queste lagune alle altre, …...si ritiene spazio interno. tura, sono diventate il centro della e tradizionali, a rinnovate esperienze getti che passando dal corso triennale abbia costituito ….un luogo di sicuro discussione, come peraltro il rapporto di radicamento nel tessuto regionale a quello della laurea specialistica ha rifugio: sbarrato anche dal mare...... La densità dello spazio è un’altra parte con i recinti dell’aeroporto e del cimi- che si associano all’attivazione di nuo- beneficiato di una integrazione inter- e perciò lo abbiamo prescelto. del carattere di Venezia, generato dal tero. I progetti tendono a ridare unità ve reti di relazione e di comunicazione disciplinare arricchita. (Egle Renata Trincanato, Su Venezia e susseguirsi delle variazioni della luce e al sistema a padiglioni creando nuo- tra territori simili: presidi agroalimen- Numerosi semestri per raccontare in la laguna veneta, e altri scritti di archi- dell’ombra nelle calli e nei campi. ve sinergie e connessioni con le altre tari, eventi culturali, musei, laboratori forma sistemica il significato della la- tettura 1948-1993, Roma 1997) Infatti la densità diventa matrice an- parti della città, in modo da inserirle didattici per l’educazione ambientale. guna, della sua intrinseca connessione che per il progetto in laguna, come pe- all’interno della città contemporanea . In laguna nord, non solo nuove popo- con il tessuto urbano di Venezia. Una Questa descrizione di Egle Renata raltro avviene alla negli spazi lazioni di differente provenienza e con città “strana”, una città dove l’acqua Trincanato della laguna coglie precisa- realizzati da Gino Valle, che degrada- Lo sguardo allargato, che ha caratte- redditi e collocazioni lavorative assai non è limite ma occasione, una città mente il carattere di questi luoghi, del- no verso il mare e dove calle, campo e rizzato il percorso triennale del labo- diversi vi si inseriscono dall’esterno e che riduce la sua densità fino a ritor- la loro indefinitezza ed eccezionalità. portico , all’interno del “tappeto” abi- ratorio, ha avuto esiti diversi tra loro, si sostituiscono ad altri che partono, nare laguna. Indagare la laguna ha significato ap- tativo, vengono declinati. condotti sempre con il tentativo di ma tradizioni socio–culturali locali e Un tema che in qualche modo sor- profondire la conoscenza di una fascia Il secondo anno di laboratorio si è approfondire la conoscenza di questo nuovi stili di consumo e di vita si ibri- prende sempre, soprattutto quando si di territorio che ha subito continue concentrato sulla fascia della laguna territorio per svelare delle peculiarità dano o si giustappongono in modi scopre che oltre la natura c’è l’inten- modificazioni, dove la Serenissima ha che intercetta la “coda” di Venezia fino nascoste e sperimentare possibili con- sorprendenti. Abbiamo accompagnato sa opera dell’uomo, di una società di fondato i primi insediamenti. Questa ad allargare lo sguardo, passando per figurazioni di questi spazi. gli studenti nel rielaborare l’esperienza uomini d’ingegno che avevano saputo insolita “periferia”, ha una delimitazio- l’isola della Certosa, a Sant’Erasmo. La pluridimensionale dello studio in situ, programmare e progettare interventi ne variabile e si presenta come un ter- fascia di territorio verso cui viene rivol- Antonella Indrigo Iuav : 62 4

Anno Accademico 2005-2006 ABITARE IL CANTIERE LAGUNA

Enrico Contestabile Andrea Gironda Daniela Ruggeri

Il progetto si colloca all’interno del- per vocazione e collocazione, di conse- la struttura delle isole della Laguna guenza proponiamo di adibire la prima, nord di Venezia, un tempo ricche di accessibile dal mare, alla produzione attività integrate al tessuto urbano, di barche di grandi dimensioni; la se- proponendo di rivitalizzare questo si- conda, caratterizzata da un sistema di stema attraverso la densificazione di canali interni, a quella di imbarcazioni una delle isole maggiori: Sant’Erasmo. tipiche lagunari di piccola taglia (tipo L’intento del progetto risiede nella mototopo); infine la terza, viene adibita costruzione di un polo attrattore che a squeri, in cui è possibile la produzione spinga la popolazione a ri–abitare la di barche tipiche veneziane in legno. laguna, pertanto abbiamo pensato Seguendo le caratteristiche dell’inse- di legare il processo di densificazio- diamento preesistente abbiamo pro- ne all’insediamento di nuove attività gettato edifici in linea che garantisco- produttive, avvicinando residenza e no permeabilità e visibilità dall’isola, lavoro, e riducendo gli spostamenti. in particolare dalle aree agricole verso L’isola di Sant’Erasmo risultava più la laguna e viceversa. Riprendendo predisposta a questo tipo di inter- la tradizione della casa sullo squero, vento, visto che rispetto alle altre l’idea è quella di racchiudere in ogni isole, oltre ad avere una superficie quartiere tre “livelli” funzionali. Il pro- più vasta, non presenta difficoltà di getto prevede una disposizione a filie- attracco e risulta ben servita dal siste- ra dei cantieri e delle zone dedite alle ma dei trasporti pubblici di Venezia. attività prettamente artigianali. Sopra La vocazione di quest’area è preva- i laboratori è stato posto uno spazio lentemente agricola e ittica, per la pubblico e delle abitazioni, invece al vicinanza delle valli da pesca; il siste- di sopra dei cantieri di grossa produ- ma viario, che la attraversa, mette in zione è stato previsto solo un livello relazione i due bordi tra loro diversi, utilizzato per attrezzature pubbliche, uno artificiale – sul canale Passa- come ad esempio un centro sporti- ora – in cui si trovano gli attracchi vo. Il progetto concentra in un unico dell’Actv ed uno naturale – coinci- volume le tre funzioni sopra citate. dente con il litorale di Sant’Erasmo. La tipologia delle abitazioni è quella In particolare sono state individuate della casa in linea, costruita a secco, tre fasce di territorio da addensare, per ridurre i costi di costruzione, visto ovvero quelle corrispondenti alle aree che edificare in laguna impone ogget- già maggiormente abitate. La prima tive difficoltà. I materiali utilizzati per area si trova sull’asse viario che col- le facciate sono la rivisitazione di un lega la prima fermata del vaporetto ”vocabolario” veneziano, al contempo i con la torre Massimiliana, la seconda prospetti denunciano la diversificazio- si sviluppa attorno al nucleo abitati- ne delle funzioni, in particolare abbia- vo centrale – il più grande dell’isola mo utilizzato, calcestruzzo per le zone – la terza in prossimità della “Pun- produttive, la pietra d’ per le parti ta” vicino al Ridotto Sant’Erasmo. pubbliche e il cotto per le abitazioni. La tradizionale cantieristica navale co- In conclusione le scelte di progetto niuga il tema dell’attività produttiva hanno riguardato il rispetto del ca- con quello dell’abitazione; lo squero, rattere agricolo dell’isola e si sono in cui le abitazioni degli artigiani era- poste come obiettivi di ri–configurare no costruite in adiacenza ai laborato- i margini e di aumentarne la perme- ri, diventa il pretesto del progetto. Le abilità accentuando il carattere dua- tre aree hanno caratteristiche diverse le delle attività che vi si svolgono. Iuav :: 6262 5

te uno spazio pubblico deve essere re- sono quelle vegetali. La festa ludica si conoscenza approfondita dell’ambien- stituzione di un’idea ma soprattutto di festeggia agli inizi dell’estate e saluta te circostante: aperta al pubblico il una identità. Quando questa ancora il momento dello svago e l’arrivo dei maggior tempo possibile, l’isola torne- manca, lo spazio pubblico lavora per turisti, parte integrante dell’economia rà ad essere il riparo per viandanti che MAYHEM costruirla. Quando questa si sta lenta- lagunare. La festa antropica è il mo- a lungo è stata, e che solo nell’ultimo mente affievolendo, lo spazio pubblico mento dei saluti e del ritorno al lento periodo di occupazione militare non le agisce per rafforzarla o per crearne di ritmo invernale, le zattere che raffigu- è stato possibile di svolgere. In questa nuove. In questo ultimo campo d’azio- rano il lavoro umano sono al loro mas- dinamica il recupero degli edifici esi- Giovanni Nardin ne si pone lo spazio pubblico errante simo splendore. stenti, che dovranno svolgere funzione della laguna nord denominato proget- Un progetto culturale per le isole della di ricovero, spazi museali e luoghi infor- to Mayem. Tre grandi zattere iniziano Laguna nord. mativi, non nasconderà la storia stessa a muoversi per la laguna nord, pubbli- Le isole della laguna nord sono luoghi di cui tali manufatti sono protagonisti, che, accessibili a tutti. Esse raffigurano carichi di storia (e di storie) che sem- ma anzi dovrà tendere all’enfatizzazio- i caratteri passati, presenti e futuri che brano non voler sopravvivere al domani ne di una stratificazione fisica già oggi Progetto Mayem è il tentativo di co- concorrono alla continua ri-definizione che arriva. L’inclemenza dell’ambiente fortemente accentuata per la presenza struire uno spazio pubblico in cui il ter- di questi luoghi: la vegetazione, l’uo- lagunare e il suo continuo spopola- di ruderi di epoca diversa e nella tra- ritorio circostante si riconosca. È l’idea mo, l’aspetto ludico. Nel loro continuo mento sono la causa di uno stato di ma muraria delle casermette. Una di antica che la piazza del paese sia luo- vagare solitario, queste strutture lam- abbandono sempre più manifesto di queste in particolare ospiterà il punto go di incontro, di scambio, di creazio- biscono spazi non considerati, o ride- ambienti naturali ed ambienti antropi- logistico del sistema Mayem, uno spa- ne e valorizzazione di identità locale. finiscono per brevi periodi scenari visti ci, in queste terre difficilmente scindi- zio in cui sia possibile riconoscere ciò Ma non è forse un controsenso agire spesso come immutabili. Per tre volte bili uno dall’altro. Progetto Mayem si che tale progetto vuole rappresentare, per punti, per spazi fisici limitati in un lungo tutto l’anno esse si ritrovano in pone il difficile obbiettivo di riallaccia- con la possibilità da parte dei visita- ambiente come quello lagunare che un luogo definito, che varia di volta in re una serie di relazioni divenute sem- tori e degli abitanti autoctoni di inte- probabilmente deve proprio a questo volta, per festeggiare a rotazione i tre pre più tenui col passare del tempo e ragire con esso e di pilotarne assieme tipo di approccio la sua esasperante (e aspetti che le caratterizzano. La festa che pure sono state il fondamento per l’evolversi tramite decisioni collettive. relativamente nuova) frammentazione “ambientale” ha luogo con l’arrivo del- lo sviluppo e la costruzione di ciò che Per questi motivi si vuole mostrare e causa di un declino che sembra irrever- la primavera e festeggia la fine della oggi vediamo in laguna. In questo pro- non occultare i segni della storia della sibile, a cui ancora ci si oppone tramite brutta stagione, le zattere che fun- cesso l’isola di San Giacomo in Paludo Laguna nord. interventi localizzati? Si avverte la ne- gono da fulcro per questo momento diventa punto di riferimento per una cessità di lavorare ad un progetto di unificazione non solo formale di questi luoghi e da qui nasce l’idea di uno spa- zio pubblico lagunare in cui gli abitan- ti, i turisti, i viandanti, possano ancora percepire di trovarsi al centro di un si- stema di relazioni complesse che sono altre rispetto ad una qualunque città di terraferma, ma che sono altre anche rispetto quella complessità relativa alle singole isole, per quanto grandi e pro- blematiche esse possano essere. Quali sono i legami che creano una comuni- tà? Tutti sappiamo che questi legami non nascono per vicinanza o per rap- porto fisico. C’è altro che ha fondato la nascita e lo sviluppo di ogni singolo paese in qualsiasi parte del pianeta: c’è la necessità di collaborare, di intes- sere relazioni; c’è la necessità di condi- videre e partecipare allo sviluppo della propria realtà. Come fa un singolo luo- go rappresentare tutto ciò? Quando si parla di rappresentazione di un qual- cosa ciò significa mostrarne le caratte- ristiche che rendono questo qualcosa unico e diverso dal resto. Maggiormen- Iuav : 62 6

IL PERCORSO ABITATO

Teresa Cos Nicolò Giurato Alvise Pagnacco

Il percorso abitato è un nastro che si in un percorso pedonale e ciclabile che con piscine galleggianti, gradinate estende dai bacini di Venezia fino alla prevede la realizzazioni di noleggi di per spettacoli all’aperto, ormeggio costa ovest di Cavallino Treporti. È un biciclette posizionati in prossimità del- per imbarcazioni private e attracco modello urbano che si applica al si- le fermate del vaporetto. Nell’isola di del traghetto che porta alla seconda stema della laguna nord attraversan- Sant’Erasmo, viste le sue dimensioni tappa del nostro percorso. Nei pressi do in particolare l’isola delle , e le sue peculiarità territoriali, il per- di Sant’Erasmo abbiamo cercato di della Certosa, di Sant’Andrea e di corso ciclabile e pedonale si affianca valorizzare le peculiarità del luogo: il Sant’Erasmo. Il suo è un duplice sco- alla strada esistente, che accoglierà nastro serve la spiaggia a ridosso della po: collegare Venezia alla terra ferma anche un servizio di bus a chiamata. torre Massimiliana, prosegue per tutta e ospitare alcune funzioni distribuite Nell’isola di Sant’Andrea, vista la sua l’isola diventando marciapiede, pista lungo la sua lunghezza atte a riquali- prossimità a Venezia, il percorso acco- ciclabile e pensilina per l’attesa del ficare e dare nuova vita a quelle realtà glie un ostello della gioventù , spalti e servizio autobus. Nella punta setten- insulari che spesso soffrono di solitu- spogliatoi di un impianto sportivo. Lo trionale il percorso esplode in un’orgia dine. Proponiamo quindi un sistema svago e il divertimento sono le attività di fiori: il giardino botanico, i cui servi- in “potenza”, indicando quelle che, che riteniamo importanti per ripopo- zi accessori sono un centro conferenze, secondo noi, sono le prime e neces- lare queste isole in cui il tasso di an- un ristorante e uno spazio per l’espo- sarie attività che potrebbero in futuro zianità è sempre in crescita. Nel punto sizione dei prodotti tipici del luogo; in stimolare una ulteriore crescita lungo in cui il percorso attraversa l’acqua questo punto abbiamo pensato di col- il percorso individuato. La mobilità è per collegare Sant’Andrea a Sant’Era- locare l’attracco per raggiungere San l’elemento generatore, si materializza smo, questo diventa molo attrezzato Francesco del Deserto e Treporti. Iuav : 62 7

Anno Accademico 2006-2007 PARCO DELLA LAGUNA

Alessandro Baiguera Tommaso Biroli Andrea Galanti

L’intervento progettuale intende co- Sarà inoltre creata una nuova ferma- struire un nuovo sistema di relazioni ta dell’ Actv nella punta nord di Sant’ tra le diverse parti che compongono Erasmo per agevolare il trasporto tra il paesaggio lagunare a nord-est della Treporti ed il centro sperimentale. Una città di Venezia. nuova visione per Sant’Elena Il pro- Riteniamo importante agire sulla con- getto si configura come uno sguardo versione funzionale di alcune aree aperto sulla città di Venezia che inten- strategiche con la possibilità di pochi de abbracciarne la sua instabile stati- e significativi interventi puntuali fina- cità, la tradizione della sua modernità. lizzati nel loro insieme a costruire un Ne saggia i limiti e si confronta con nuovo modo di abitare ed interagire le diverse figure che ne compongono, con questo straordinario paesaggio. alle diverse scale, il ricchissimo patri- Si intende quindi organizzare il pro- monio paesaggistico architettonico. getto del passaggio da un sistema di- Il progetto si interroga quindi sul li- sgregato di economie estensive ad un mite settentrionale della forma della sistema integrato di percorsi turistico– città e sulla necessità di costruire un culturali che mettano in relazione le di- rapporto fecondo con il tessuto urba- verse peculiarità dei luoghi, dalla pro- no preesistente e le sue eterogeneità. duzione dei prodotti tradizionali agli Ripensando la storia della città come aspetti storico-paesaggistici. All’isola un ritorno continuo alla propria ori- della Certosa il progetto predispone gine, cifra questa della sua compiuta un nuovo parco urbano che si affaccia modernità, la visione fondamentale su Sant’Elena e che contribuisce allo del progetto segue la traccia di questa sviluppo delle attività dell’isola ge- “ tradizione” riconfermando l’identità nerato dall’inserimento dell’ “Istituto delle parti che come isole si sono unite Europeo del Design”. L’isola delle Vi- nel tempo in Venezia. gnole viene ripensata come il naturale Verrà quindi formata una nuova gran- proseguimento del parco della Certosa de darsena dando una nuova forma e attraverso la progettazione di un nuo- modificando gli accessi del bacino ac- vo ponte pedonale e ciclabile. queo dove oggi si affaccia l’Actv che si L’isola di Sant’Erasmo verrà investita aprirà quindi in direzione dell’isola di dai maggiori interventi progettuali San Pietro, verso la quale sono già ri- che predisporranno nel loro insieme volte la Darsena Grande dell’Arsenale un nuovo sistema di interesse econo- e le piccole darsene militari costruite mico culturale e paesaggistico, nella al di fuori di quest’ultima. Si da vita zona orientale dell’isola sono previsti quindi ad un tentativo di ridefinire il li- un nuovo sistema composto da: un mite della città pensandolo come una percorso ciclo pedonale, un nuovo apertura che configuri da un punto di campeggio nella zona meridionale in vista contemporaneo, in modo logico e prossimità di una valle da pesca per il coerente, il paesaggio particolarissimo potenziare la ricettività turistica, ele- della Laguna Nord in continuità alla menti puntuali di ristorazione ed uno sua specificità formale, fonte principa- spazio per festival musicale, una nuo- le dell’identità del suo essere abitata. va strada di collegamento trasversale Il progetto si sviluppa secondo l’attua- dell’isola nell’area a nord in adiacenza zione di due programmi intimamente al Ridotto, il quale verrebbe rivalutato in connessione tra loro. Un sistema di come aera espositiva, infine prevedia- servizi collocato principalmente nella mo un centro sperimentale di comuni- nuova grande figura d’acqua, con cui cazione visiva legato alla produzione si relaziona attraverso la scelta ap- nel campo della moda e del design. propriata della scala degli interventi I trasporti saranno potenziati in linea architettonici proposti e un intervento con ciò che il di Venezia ha residenziale di notevoli dimensioni, già fatto per quanto riguarda le trat- che si presenta come una continuazio- te 41 e 42 che si fermeranno all’isola ne del tessuto urbano del quartiere di della Certosa. castello. Iuav : 62 8

FIL ROUGE

Pietro Bolis Adriana Cappellari Ilaria Mietto Elisa Monegato

Le batimetrie del territorio lagunare loro riflettersi sull’acqua. Alla luce di vincolano fortemente l’accessibilità quanto detto proponiamo di superare delle imbarcazioni nella laguna. la discontinuità fisica tra le entità che I percorsi nell’acqua sono tracciati in riteniamo importante collegare attra- maniera definita, di conseguenza non verso una rete connettiva attraverso lo si può parlare di totale continuità fisi- sguardo. Proponiamo di salvaguardare ca tra centro storico ed isole. Il senso quanto più possibile i caratteri della di un collegamento tra le varie realtà bassa densità dell’area di progetto e lagunari è invece molto più presente di valorizzare le diversità di ogni sin- in termini di relazioni e rimandi visivi. gola isola anche grazie alla creazione Ci siamo allora soffermati su una let- di itinerari turistici rispettosi. L’area- tura che provasse a prendere in con- cerniera di Sant’Elena lega i luoghi del Gli oggetti fatti “per essere visti” sa- a Sant’Elena, più una valorizzazione siderazione alcuni modi del vedere in turismo di massa alla bassa densità e ranno collocati , per quanto riguarda dell’esistente che un’operazione invasi- laguna come un possibile territorio da alla quiete della laguna nord ancora le isole di Certosa e le Vignole, in pun- va vorremmo sfruttare alcuni elementi esplorare ai fini del nostro progetto. inesplorata. Attraverso di essa, come ti lontani dai luoghi di attracco, per far già presenti nel territorio per farli di- Dalla mappatura dei vuoti nel territo- abbiamo osservato in precedenza, pas- conoscere l’interno delle isole. ventare luoghi di inquadramento e di rio preso in esame sono emersi rapporti sa la spinta di uno percorso pubblico Ci sembra interessante valutare l’idea visione del paesaggio lagunare. ritmici di diversa natura. A Sant’Elena che parte da e attra- di sfruttare il carattere ibrido delle Per migliorare la qualità della vita il costruito è denso e crea compressio- versa la laguna nord. Sant’Elena divie- Vignole e il futuro collegamento tra nelle isole riteniamo utile inserire – in ni e dilatazioni dello spazio molto ser- ne l’occasione per costruire una “mac- con per giungere al forte un’ottica di essenzialità – alcuni servizi rate tra loro. Se ci si trova in uno spazio china per inquadrare” la laguna, dove di Sant’Andrea, con la creazione di un che possano essere utili sia ai residenti compresso, lo sguardo viene in qual- a pochi passi il paesaggio si trasforma. servizio di collegamento. Ci sembra in- sia ai turisti e che possono coincidere che modo guidato verso una direzione. Vorremmo fare in modo che i venezia- teressante porre come punto finale di concretamente con le microarchitettu- Il costruito stacca degli inquadramenti ni, attratti nell’area dai giardini, e i tu- questo sistema di sguardi la parte nord re che immaginiamo di poter realizzare nel panorama sia verso aree di spazio risti, giunti a Sant’Elena per visitare la di Sant’Erasmo in relazione di contra- per accentuare il vedere. compresso sia verso aree in cui lo spa- Biennale, venissero spinti a guardare sto con il punto introverso di San Fran- Pensiamo che sarebbe inoltre interes- zio si dilata. Diverso è il vedere da uno quei “punti magnetici”. Verrebbe così cesco del Deserto. In quell’area il suolo sante valutare la possibilità di inserire spazio dilatato. Guardando le parti più a crearsi un sistema di rimandi visivi stesso è a una quota maggiore rispetto lungo quello che potrebbe diventare dense di Venezia dall’acqua si acuisce, in grado di togliere la patina di anoni- alla media. anche un itinerario storico-naturalisti- all’aumentare delle distanze, un senso mato che hanno attualmente le isole Ci sembra un’occasione importante da co, alcuni servizi in grado di ospitare di appiattimento dei fronti e una per- se confrontate con le vicine , sfruttare per la creazione di un ogget- turisti plurigiornalieri, in coerenza con dita della percezione delle relazioni tra , . Per superare il gap to per vedere Burano, Torcello, Crevan l’idea che quel tipo di turismo sia mol- i diversi piani della visione. tra continuità visiva e discontinuità e la zona delle barene della Laguna to più controllabile e molto più frut- Riferimenti per orientare lo sguardo fisica proponiamo un aumento dei tra- nord. tuoso di quello escursionistico per la diventano allora gli elementi verticali sporti delle linee pubbliche che colle- Nel tentativo di rendere l’intervento, laguna. che spiccano nella forte orizzontalità gano Sant’Elena e Certosa, Vignole e della laguna e sono accentuati dal Sant’Erasmo. Iuav : 62 9

NUOVI BORDI

Angelisa Coppolecchia Sara Scialpi

Il bordo è diventato la “linea guida” ex valli da pesca, che diventano vere del progetto, svolgendo un’analisi at- e proprie darsene dotate di moli, in tenta dell’area, si è verificato che all’in- modo da facilitare l’attracco. In segui- terno della fascia territoriale presa in to ad un’analisi storica dell’intero terri- esame, esso si presenta in modo diffe- torio di Sant’Erasmo, il nostro percorso rente: fortemente definito e indefinito assolve la funzione di collegare le aree in quanto “limite” di acqua, (canale, campione con il centro dell’isola, dan- darsena, laguna). do vita a diversi scenari. Il “circuito” si In base alle varie declinazioni che que- chiude rivalutando l’antico bordo occi- sto presenta, variano gli atteggiamenti dentale, trasformandolo in percorso. A adottati in fase progettuale; sono stati partire da questo punto sono stati ipo- individuati, all’interno di ogni singola tizzati dei collegamenti con San.Fran- isola, i bordi per noi maggiormente si- cesco del Deserto e con il Lazzaretto gnificativi, quelli che svolgono un im- Nuovo con il fine di creare percorsi portante ruolo di “cerniera” tra acqua storico–culturali. Per quanto riguarda e terra. Questi, pur essendo differenti l’isola delle Vignole, il progetto propo- tra loro costituiscono il fil rougeche tie- ne il riutilizzo e la valorizzazione del ne insieme l’intera fascia lagunare. Il grande canale che taglia l’isola ad est, bordo diventa percorso, attraversando attraverso l’inserimento di attività di il quale è possibile accedere a diver- svago e divertimento. se funzioni dislocate nelle vicinanze. Nell’isola della Certosa, si è pensato Si parte da una densità volumetrica all’inserimento di attrezzature spor- massima nell’isola di Sant’Elena, che tive, dove esiste un polo nautico re- pian piano va scemando fino a ridursi, centemente restaurato. Nel parco si è nell’isola di Sant’Erasmo, a semplice preferito mantenere la copiosa quanti- percorso. tà di alberi esistenti, inserendo, delle Per quanto concerne quest’isola, si piattaforme per la sosta e dei setti che, prevede la riqualificazione delle aree anche in questo caso, dividono gli spa- attualmente in stato di abbandono, zi, differenziandoli, e offrono riposo ai rispettando l’identità agricola che da passanti. sempre la caratterizza. Infine, sull’isola di Sant’Elena, “coda” di L’idea progettuale nasce dal voler fa- Venezia e “testa” del sistema lagunare, vorire un turismo di “nicchia”, come l’elemento che regola il tutto rimane, quello storico-naturalistico, come stru- ancora una volta, il bordo darsena; in mento per la tutela e la valorizzazione questo caso gli edifici, si attestano per- dell’ambiente, con lo scopo di far co- pendicolarmente all’acqua. noscere le potenzialità dell’isola. L’intervento può essere distinto in Quanto alla destinazione d’uso, si due aree principali; la prima è quella pensa alla costituzione di un albergo attualmente di proprietà dell’Actv, la diffuso, riutilizzando alcuni fabbricati seconda è quella limitrofa alla Chiesa. esistenti nelle aree prese come cam- In entrambe le aree, il nostro modulo, pione, destinando questi spazi ad uf- che parte con la forma di un rettan- fici dell’azienda agricola, che sostiene golo, si svuota, alternando “pieni” e l’economia dell’albergo stesso. “vuoti”, unità abitative e giardini che Il bordo–percorso coinvolge anche le si disarticolano. 1 Iuav : 62 10

Anno Accademico 2007-2008 PODIO

Andrea Celotto Davide Mezzavilla

La proposta di progetto prevede dei molto fitta e densa di fabbricati di- pletamente al pubblico l’area, senza cambiamenti radicali dell’area, sia dal sposti in linea che ospiteranno le re- interferire con l’attività didattica che si punto di vista della circolazione che sidenze e i servizi. Lo spazio centrale svolge al piano interrato e all’interno per quello funzionale. Innanzi tutto si ospita una serie di spazi verdi che oltre degli edifici. Le corti che vengono in- prevede di spostare l’ingresso all’ae- a fornire luoghi per le attività all’aper- serite nel podio e garantiscono aria e rostazione dove attualmente trovano to fungono da connettori ai vari eventi luce alle aule sono facilmente raggiun- posto gli spazi di servizio cogliendo architettonici presenti in loco. Le ope- gibili attraverso rampe verdi che colle- in questo modo l’occasione per ridi- razioni eseguite sono state pensate gano le due quote principali del terre- segnare gli hangar e i magazzini in sempre con l’intenzione di integrare le no. Nel piano seminterrato del “podio” un complesso più funzionale e meno nuove edificazioni con le preesistenze vengono allocati gli spazi legati alla invasivo del territorio, recuperando in modo da rafforzare il concetto di ap- vita studentesca e di supporto all’inte- anche parte delle strutture di valore partenenza alla città cercando di porre ro complesso, ristoranti, bar, spazi per dei primi del novecento attualmente fine all’isolamento di quest’area. lo studio, depositi, impianti e parcheg- abbandonate e in stato di abbandono, La parte più corposa degli interventi gi. Le scelte progettuali nascono dal- che risultano così protette dalla pine- è sicuramente destinata all’Ospizio la volontà di restituire la complessità ta situata a sud. In questo modo l’ac- Marino, la demolizione di parte degli di questo luogo e la bellezza dei suoi cesso principale viene spostato verso edifici che costringevano il complesso spazi. Attraverso la creazione di nuovi il lungomare creando nuove relazioni ad isolarsi dalla città ha contribuito tracciati e il recupero di altri, attraver- alla creazione di una struttura urbana so la costruzione in continuità con la non più riconducibile alla “corte” di struttura morfologica dei luoghi e at- edifici che si affacciano su uno spazio traverso la comprensione delle caratte- interno bensì alla struttura originaria ristiche intrinseche dell’area abbiamo costituita da padiglioni distribuiti sul cercato di togliere dall’isolamento le territorio. Questa tipologia oltre al fat- aree prese in analisi, nella convinzione to di valorizzare i singoli edifici rimasti che solo attraverso un corretto utilizzo permette una organizzazione del Cam- degli spazi è possibile parlare di città. pus più pertinente alla sua funzione. L’elemento più innovativo introdotto all’interno del complesso è sicuramen- te la struttura del “podio”. Si è cercato di ricollegare gli edifici in maniera tale da non riproporre la soluzione distri- butiva precedente che imponeva una chiusura degli spazi, garantendo un collegamento senza distruggere l’im- pianto a padiglioni. Questo “podio”, è una struttura semi interrata che permette di collegare tra le strutture balneari, il lungomare sotto terra tutti gli edifici e all’esterno, e il nuovo ingresso. Questa soluzione alzandosi fino a raggiungere la quota distributiva ci fornisce la possibilità di di 120 centimetri, crea una sorta di aprire verso nord tutto lo spazio prima grande piazza pubblica pavimentata occupato dalle strutture dell’aeroporto che permette di percorrere liberamen- e creare in questo modo un “Parco Ar- te lo spazio tra gli edifici e di percepirli cheologico” che partendo dai resti del da un diverso punto di vista. Questo Forte di San Nicolò, recuperati e valo- dispositivo permette di aprire com- rizzati, si sviluppa inglobando la chiesa di San Nicolò e il complesso monasti- co, arrivando fino ai resti delle mura, ricostruendo in maniera filologica le parti mancanti. La ricostruzione delle mura crea un nuovo recinto che ha la funzione di dividere due aree molto diverse e allo stesso tempo rappresen- ta una testimonianza della storia del luogo, entrando a far parte di quel Parco Archeologico che racchiude un segmento importante della storia di Venezia e della sua Laguna. L’area dell’Ospizio viene convertita in Campus per la Ricerca Biomedica. Nelle aree a nord della via dell’Ospizio Marino, il progetto prevede di inserire un quartiere residenziale in continuità con il costruito per ospitare gli stu- denti e i professori legati al campus. Il piano prevede il raccordo delle strade principali che confluiscono nel sito e vengono rese pedonali diventando le vie principali di accesso al complesso. Il costruito si sviluppa con una serie 1 Iuav : 62 11

VIVERE IL RECINTO

Debora Buso Marco De Fanti Giovanni Orlandini

La proposta di riqualificazione urbani- Due percorsi collegano le aree di pro- stica e di ri–definizione del sistema di getto: il primo lambisce il padiglione accessi al Lido di Venezia affronta le Marinoni e il padiglione Centrale che intrinseche complessità del tema urba- fanno da quinta, verso la spiaggia vie- no ed architettonico. ne affiancato da attrezzature – bar e La questione fondamentale da risol- aree di sosta – e si conclude, sempre vere per il riuso dell’area occupata alla stessa quota passando tra le dune dall’ex Ospedale al Mare è l’accessibi- fino ad affacciarsi sul mare;il secondo lità dal centro storico; il progetto na- attraversa tutta l’area fino ad interse- sce dall’individuazione di due nodi: da care il padiglione Principe di Piemon- un lato il viale Santa Maria Elisabetta, te, trasformandosi in una zona filtro assunto come punto di accesso princi- tra l’interno dell’area e la spiaggia. pale, dall’altro la strada parallela che Questo percorso collega le zone desti- connette all’ attracco del ferry boat. nate alla collettività, allo stare insieme L’obiettivo è di riqualificare questa e alla spiaggia, sviluppandosi con un area, considerando attentamente le andamento che varia la sua quota, at- relazioni che i nuovi edifici instaurano traverso rampe che conducono verso il con le costruzioni esistenti. mare. L’organizzazione planimetrica dell’area La progettazione del complesso è sta- e la distribuzione funzionale degli am- ta suddivisa in tre aree. bienti degli edifici sono dettate dalla Nella prima sono previste attrezzature volontà di ottimizzare il disegno del sportive, realizzate in parte ripristinan- territorio e dall’intento di favorire le vi- do quelle esistenti e in parte proget- ste più suggestive senza rinunciare alla tando nuovi spazi. qualità abitativa degli spazi interni. La seconda prevede un nuovo edificio residenziale, un’ampia piazza e un par- cheggio privato completamente inter- rato. Nella terza il costruito è dato in gran parte dagli edifici preesistenti che vengono integrati con l’ambito univer- sitario, in questo spazio è previsto un secondo parcheggio pubblico comple- tamente interrato. L’allineamento dei padiglioni esistenti forma una corte interna. Il progetto integra questo sistema creando un’al- tra corte, e un collegamento non solo visivo ma anche fisico con l’ospedale, invertendo i ruoli degli spazi aperti; in questo modo la strada non risulta essere una cesura ma diventa parte in- tegrante del nuovo sistema. L’edificio collocato più a nord contiene le aule e nel volume sopraelevato tro- va spazio la biblioteca. Il secondo, centrale rispetto all’intera area antistante, si sviluppa intorno ad una piazza che, integrandosi con gli edifici presenti, riprende le geometrie del costruito formando un unico as- setto urbano. La piazza, elemento pre- dominante sull’intera area, si presenta come palcoscenico della nuova città, in dialogo diretto con la parte storica. Infine il terzo blocco, a ridosso dell’ac- cesso all’area verso sud, è costituito da un edificio direzionale. I recinti sono l’elemento caratterizzan- te e più importante del nostro proget- to, l’area è circondata da recinzioni, vegetali, di rete metallica o di muratu- ra che creano un senso di protezione. L’obiettivo è lavorare all’interno dei recinti non come divisione, ma come veri e propri elementi architettonici, che variano in sezione e in altezza. Le diverse quote degli edifici permettono di guardare il paesaggio e il mare da diversi punti di vista. Iuav : 62 12

TERRITORIO DI RELAZIONI

Francesca Motta Laura Patrizi Paola Zanotto

La laguna di Venezia è un ambiente menti balneari in una forma tipica af- unico, che tuttavia include al suo in- fidata primariamente al campeggio e terno una tale ricchezza di variazione quindi al bosco. dei suoi paesaggi da costituire un I tre ambiti vengono posti in relazione soggetto complesso per qualsiasi tipo tra loro proprio per esaltarne la diver- di approccio di studio, analisi o inter- sità. Il Lido è un’isola-barriera: descrive vento progettuale che lo riguardi. Le un margine, una soglia di transizione connotazioni che la contraddistinguo- tra laguna e mare, in bilico tra processi no sono state sintetizzate in tre fasce di trasformazione naturali come la se- differenti di territorio. dimentazione e l’erosione. Le fasce della gronda lagunare e del In primo luogo si è cercato di trovare incrociano flussi pedonali, carrabili e centro di ricerca e dell’acquario si è canale Pordelio, caratterizzata da for- una regola per l’intervento nel territo- ciclabili. Da questo si sviluppano pa- pensato di scavare un canale lungo le me del paesaggio quali le valli da pe- rio, si sono individuati lungo l’isola del rallelamente ulteriori corridoi: i cor- mura del forte come nel passato. sca e le barene, e quelle del territorio Lido una serie di corridoi: sezioni che ridoi–residenziali, i corridoi–confine, L’impianto generale è caratterizzato agricolo, punteggiato di torri; la fascia attraversano l’isola trasversalmente e corridoi–d’acqua e corridoi d’accesso da un percorso che, attraversa l’area lungo la via Faustina, caratterizzata che rappresentano il passaggio da un al parco. Il bordo laguna è un margine dei laboratori e della didattica e cul- dalle forme della bonifica agraria e ambito lagunare ad uno marittimo. Il definito e piuttosto duro, artificiale; il mina all’ultima fascia trasversale La da insediamenti a carattere rurale; la primo corridoio è quello dell’approdo, bordo mare è mutevole, soggetto alla composizione dell’acquario è determi- fascia litoranea, caratterizzata dalla il Viale Regina Elisabetta; rappresen- variazioni delle maree, la cui morfolo- nata dall’accostamento di “scatole” al spiaggia e dalle dune e dagli stabili- ta la grande hall d’accesso dove si gia permette un contatto diretto con cui interno si trovano patii e giardini, l’uomo. giochi d’acqua, vasche di grandi e pic- Il nostro intervento ha la volontà di la- cole dimensioni. Il percorso espositivo vorare soltanto alle estremità di alcuni dell’acquario ha generato la sua for- corridoi definendo così le polarità che ma, è un continuo sviluppo di rampe vanno ad intersecare un attraversa- all’interno delle scatole, e permette di mento longitudinale dell’isola: sono visitare l’evoluzione degli ecosistemi interventi puntuali che individuano marini ricreati al suo interno passan- nuove polarità. L’approdo al vaporetto do dalla laguna al mare Adriatico, al e quello del ferry boat vengono con- mar Mediterraneo fino a giungere alla nessi al sistema della laguna. grande vasca dell’oceano. Piazza Pola, che attualmente è inserita L’approfondimento architettonico e all’estremità del corridoio residenzia- tecnologico svolto per l’acquario co- le, viene ripensata come una piazza- stituisce un coronamento dell’intero mercato costituita da un insieme di quadro di riconversione degli spazi fasce che variano in quota. La strate- dell’ospedale. gia del master plan prevede, a seguito dell’analisi del territorio, la stesura di un programma funzionale che abbia lo scopo di sostenere la tutela del siste- ma lagunare e del mar Adriatico. All’interno dell’Ex Ospedale marino si propone di realizzare, un centro di ricerca che disponga del polo scientifi- co, con laboratori di chimica, biochimi- ca, biotossicologia, centro elaborazioni dati, polo didattico, con aule, audito- rium e mensa; e polo residenziale con alloggi per studenti e per ricercatori; strutture di studio esterne con serre ittiologiche, coltivazioni arboree pe- schiere per analisi biologiche e per riserva del parco per studi faunistici. Il piano funzionale del centro di ricerca viene integrato con una funzione pub- blica: l’acquario. Per integrare la necessità idrica del