Comunità Pastorale Santa Maria Madre di Dio La Pieve Notiziario delle parrocchie di Cadorago, Caslino al Piano e Bulgorello

www.sanmartinocadorago.it - www.parrocchiacaslinoalpiano.it

S. PASQUA 2018 FESTA DI GIOIA E SPERANZA

Mi è capitato di leggere queste parole di Papa Francesco sul senso della Pasqua (festa di gioia e speranza) paragonata al tanto male e dolore che vediamo scorrere nella vita. Come avere pace quando, a volte, tutto sembra crollare? Il Papa risponde proprio a questa domanda e augurando a tutti una Buona Pasqua vi propongo questa lettura che a me ha fatto tanto bene. don Alfredo

“Oggi la Chiesa ripete, canta, grida: “Gesù è risorto!”. Ma come mai? Pietro, Giovanni, le donne sono andate al Sepolcro ed era vuoto, Lui non c’era. Sono andati col cuore chiuso dalla tristezza, la tristezza di una sconfitta: il Maestro, il loro Maestro, quello che amavano tanto è stato giustiziato, è morto. E dalla morte non si torna. Questa è la sconfitta, questa è la strada della sconfitta, la strada verso il sepolcro.

Ma l’Angelo dice loro: “Non è qui, è risorto”. E’ il primo annuncio: “E’ risorto”. Ma i discepoli restano chiusi tutta la giornata nel Cenacolo, perché avevano paura che accadesse a loro lo stesso che accadde a Gesù. E la Chiesa non cessa di dire alle nostre sconfitte, ai nostri cuori chiusi e timo- rosi: “Fermati, il Signore è risorto”.

Ma se il Signore è risorto, come mai succedono tante disgrazie, malattie, traffi- co di persone, tratte di persone, guerre, distruzioni, mutilazioni, vendette, odio? Ma dov’è il Signore? Ieri ho telefonato a un ragazzo con una malattia grave, un ragazzo colto, un ingegnere e parlando, per dare un segno di fede, gli ho detto: “Non ci sono spiegazioni per quello che succede a te. Guarda Gesù in Croce, Dio ha fatto questo col suo Figlio, e non c’è un’altra spiegazione”. E lui mi ha risposto: “Sì, ma ha domandato al Figlio e il Figlio ha detto di sì. A me non è stato chiesto se volevo questo”. Questo ci commuove, a nessuno di noi viene chiesto: “Ma sei contento con quello che accade nel mondo? Sei disposto a portare avanti questa croce?”. E la croce va avanti, e la fede in Gesù viene giù.

Oggi la Chiesa continua a dire: “Fermati, Gesù è risorto”. E questa non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori. Questo è bello, ma non è questo è di più; è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza. Cristo è risorto, questo significa.

In questa cultura dello scarto dove quello che non serve prende la strada dell’u- sa e getta, dove quello che non serve viene scartato, quella pietra – Gesù - è scartata ed è fonte di vita. E anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre, il senso di dire: “Guarda non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa am- bivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino, hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato”.

Cosa ci dice la Chiesa oggi davanti a tante tragedie? Questo, semplicemente. La pietra scartata non risulta veramente scartata. I sassolini che credono e si attaccano a quella pietra non sono scartati, hanno un senso e con questo sen- timento la Chiesa ripete dal profondo del cuore: “Cristo è risorto”. Pensiamo un po’, ognuno di noi pensi, ai problemi quotidiani, alle malattie che abbiamo vissuto o che qualcuno dei nostri parenti ha; pensiamo alle guerre, alle trage- die umane e, semplicemente, con voce umile, senza fiori, soli, davanti a Dio, diciamo “Non so come va questo, ma sono sicuro che Cristo è risorto e io ho scommesso su questo”.

Papa Francesco CALENDARIO LITURGICO CADORAGO

Giovedì 29 marzo ore 21:00 S. Messa in Coena Domini GIOVEDI’ SANTO a seguire veglia comunitaria fino alle ore 6 del mattino

Venerdì 30 marzo ore 15:00 Solenne liturgia della Passione VENERDI’ SANTO ore 20:30 Via Crucis per le vie del paese.

Sabato 31 marzo ore 21:00 Veglia Pasquale SABATO SANTO e S. Messa di Resurrezione

Domenica 1 aprile ore 8:00 S. Messa SANTA PASQUA ore 11:00 S. Messa

Lunedì 2 aprile ore 10:00 S. Messa CASLINO AL PIANO

Giovedì 29 marzo ore 21:00 S. Messa in Coena Domini e adorazione GIOVEDI’ SANTO

Venerdì 30 marzo ore 15:00 Solenne liturgia della Passione VENERDI’ SANTO ore 20:30 Via Crucis con partenza dalle scuole elementari fino al Lazzaretto

Sabato 31 marzo ore 21:00 Veglia Pasquale SABATO SANTO e S. Messa di Resurrezione

Domenica 1 aprile ore 8:30 S. Messa SANTA PASQUA ore 11:00 S. Messa ore 18:00 S. Messa

Lunedì 2 aprile ore 10:00 S. Messa

BULGORELLO

Giovedì 29 marzo ore 20:30 S. Messa in Coena Domini e adorazione GIOVEDI’ SANTO

Venerdì 30 marzo ore 15:00 Solenne liturgia della Passione VENERDI’ SANTO ore 20:30 Via Crucis per le vie del paese, partenza dalla chiesa

Sabato 31 marzo ore 21:00 Veglia Pasquale SABATO SANTO e S. Messa di Resurrezione

Domenica 1 aprile ore 9:45 S. Messa SANTA PASQUA

Lunedì 2 aprile ore 10:00 S. Messa CONFESSIONI

Venerdì 30 marzo dalle ore 16:00 (dopo la Liturgia della Croce) Cadorago, Caslino e Bulgorello

Sabato 31 marzo dalle ore 9:30 alle 12:00 Cadorago, Caslino e Bulgorello dalle ore 14:30 alle 17:00 Bulgorello dalle ore 15:00 alle 17:30 Cadorago e Caslino

CONFESSIONI COMUNITARIE CON LA PRESENZA DEI SACERDOTI DEL VICARIATO

Lunedì 26 marzo ore 20:45 a Caslino Martedì 27 marzo ore 20:45 a S. Siro Mercoledì 28 marzo ore 20:45 a

CELEBRAZIONE DELLA PRIMA CONFESSIONE

Domenica 8 aprile a Cadorago

CELEBRAZIONE DELLA PRIMA COMUNIONE E CONFERMAZIONE

Domenica 13 maggio ore 15 presso il Santuario di S. Anna a Caslino

ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Domenica 6 maggio Bulgorello ore 9:45

Domenica 20 maggio Cadorago ore 11:00

Domenica 23 settembre Caslino ore 11:00 GESU’ E’ VIVO

Il titolo di questa riflessione è volu- cuore. Dovremmo avere nel cuore un tamente una domanda: Gesù è vivo? incendio che divampa di passione Una domanda che in occasione della e zelo per il Signore e, invece, se va Pasqua deve interrogarci profonda- bene, abbiamo le candeline dell’Ikea mente sulla nostra fede e sul nostro dentro una bella lanterna di vetro, stile di vita. Se apro il Vangelo la ri- non sia mai che il fuoco si propaghi. sposta è chiara: Gesù è vivo, Egli è Per venti secoli i discepoli del Signore il Risorto. Se lo chiedo ai cristiani, hanno fatto di tutto perché la salvez- anche qui la risposta è piuttosto uni- za di Cristo raggiungesse ogni uomo, voca, sì, Gesù è vivo. Se, però, entro erano disposti a morire piuttosto nelle case, nei posti di lavoro, a scuo- che rinunciare alla loro fede. Ancora la qualche dubbio comincia a venir- oggi, migliaia di nostri fratelli vivono mi. Tutti parlano del Risorto, pochi guidati dalla fede nel Signore risor- vivono come se questo fosse successo to, pensiamo alla gioia delle Chiese davvero… africane, all’impetuosa crescita delle A noi cristiani è stata donata la notizia Chiese asiatiche o alla fortezza dei più straordinaria della storia: Gesù, nostri fratelli del medio oriente. In il crocifisso, quello che è stato per questi uomini e donne davvero la fede tre giorni sotto terra in una tomba, è si è incarnata, si è fatta vita, e in noi? vivo! È risorto e non morirà mai più! La fede nella Pasqua del Signore do- Ma c’è di più, perché ha promesso che vrebbe illuminare ogni aspetto della anche noi risorgeremo! Noi cristiani nostra vita, è così? Siamo capaci di abbiamo in mano una bomba atomica capace di sconvolge- re in maniera radicale la vita di qualunque uomo e la ab- biamo ridotta a un gattino da salotto. Questo è lo scandalo. Ci siamo abituati alla Pasqua e così le parole più rivoluzio- narie al mondo sono divenute per noi una frase fatta. Nel- la nostra testa sappiamo che Gesù è risorto, è vivo, che è presente in ogni momen- to della nostra vita, che un giorno dovremo presentarci davanti a avere un rapporto costante, quotidia- Lui per essere giudicati, ce lo hanno no, vitale con il Signore? «Io sono la insegnato a catechismo, ma sembra vite, voi i tralci. Chi rimane in me e che questa conoscenza non riesca a io in lui, fa molto frutto, perché senza passare dalla nostra mente al nostro di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Oppure ci accontentiamo di andare a così il suo amore per noi. La morte Messa per senso del dovere e di pre- non è la più grande forza dell’univer- garlo perché non sappiamo a chi altro so, essa è stata sconfitta dall’amore rivolgerci per i nostri bisogni? Posso che il Figlio di Dio ha per noi. Questa sinceramente dire che il Signore è il è la grande certezza che deve illumi- mio “tutto” o c’è la mia vita e in essa nare le nostre Gesù deve ritagliar- giornate riem- si il suo spazio? piendole di gio- Gesù è il Vivente ed iosa speranza, è sempre con me, ferma volontà questa è la buona nel bene e pas- notizia del Vangelo. sione per le Ogni volta che dono cose di Dio. tempo ed energie per Gesù è il Vi- gli altri, Lui è con me vente e io e mi assicura che il sono chiama- bene che io faccio to ad entrare non andrà perduto, in relazione, ma viene accumula- in comunio- to come un tesoro nei ne con Lui. forzieri del Cielo. Ogni Devo imparare vivere secondo questa volta che soffro, Lui è con me e mi fede e per farlo ho bisogno di man- conforta facendomi capire che il mio tenere sempre aperto il canale della dolore non è senza senso, ma mi of- grazia attraverso cui l’amore di Gesù fre la possibilità di collaborare con mi raggiunge: l’eucarestia da ricevere Lui alla redenzione del mondo e ogni e adorare quanto più spesso possi- mia lacrima viene raccolta dal Padre. bile, la confessione almeno mensile, Ogni volta che mi sento solo e inutile, la preghiera quotidiana, l’ascolto del- Lui è con me e mi ricorda che io sono la Parola, le opere di carità fraterna. prezioso hai suoi occhi, che per me Nella nostra comunità molti si impe- vale la pena morire. Ogni volta che il gnano per il bene, diversi hanno una mio peccato mi schiaccia e il senso di buona frequenza ai sacramenti, ma colpa mi divora, Lui è con me e gua- dobbiamo ancora crescere, dobbiamo risce le mie ferite con il balsamo della innamorarci nuovamente del Signore sua misericordia sostenendomi con Gesù, solo così la nostra gioia sarà la sua fiducia. Ogni volta che sono piena. nella gioia, Lui è con me prometten- Gesù è vivo? Sì! Gridiamo a tutti que- domi che verrà un giorno in cui la sta nostra fede nel Risorto, apriamo- gioia sarà piena e senza fine. Ogni ci alla sua azione nella nostra vita e volta che prego, Lui è con me e mi niente sarà più come prima perché ascolta guidandomi verso la volontà Lui fa nuove tutte le cose. Gesù non del Padre. Ogni volta che mi sacrifico solo è vivo, Egli è la Vita! amando, Lui è con me e si rallegra per il mio desiderio di assomigliare a Buona Santa Pasqua! Lui. Gesù è con noi ogni giorno, ogni istante della nostra vita. Gesù vive e Don Remo CAMPO INVERNALE A VETTO

Il giorno 28 dicembre 2017, noi dell’oratorio CABUCA, ci siamo recati a Vetto, una piccola frazione di Lanzada in provincia di Sondrio, per trascorrere una bellissima esperienza tutti insieme. Oltre ai piccoli problemi logistici dovuti alla quantità elevatissima di cibo, siamo arrivati sani e salvi, anche se molto affamati e infred- dolititi. Grazie al nostro abbigliamento “consono”, il freddo non ci ha intimoriti a tal punto che subito dopo aver pranzato ci siamo “lanciati” a capofitto nella fresca e soffice neve. Nei giorni successivi, non sono mancati mo- menti di riflessione e preghiera… in cui ab- biamo conosciuto la figura di San Filippo Neri, uomo in cui ardeva il fuoco della fede. Oltre alla preghiera, abbiamo ovviamente dedicato parecchio tempo allo sva- go e al puro divertimento, con discese mozzafiato sulla neve, pattinate inten- se, fantastici giochi di società e con esilaranti e buffe faccende domestiche. È finalmente arrivato il momento tanto atteso, ovvero quello di festeggiare tutti insieme il CAPODANNO! Durante la notte che dà il via all’anno nuovo, abbiamo ballato, giocato, fe- steggiato tutti insieme e come ogni tradizione che si rispetti non potevano mancare le lenticchie con il cotechino. L’ultimo giorno, lo abbiamo dedicato alle pulizie generali dato che il pomerig- gio del giorno stesso dovevamo lasciare la casa. Una volta saliti in pullman ha preso il sopravvento un senso di tristezza, per aver abbandonato un posto così bello dove noi dell’oratorio CABUCA abbiamo trascorso una bellissima esperienza tutti insieme. La tristezza è ormai passata, adesso non vediamo l’ora che arrivi l’anno pros- simo, per provare emozioni così belle tutti insieme.

Riccardo G. e Riccardo B.

FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO

Il 31 gennaio la Chiesa in svariati modi hanno commemora San Gio- fatto più rumore possi- vanni Bosco patrono bile: chi con campanac- dell’oratorio e dei giova- ci, chi con pentole, ecc. ni. Questo importante I roghi sono momenti evento si è deciso di ri- molto suggestivi che, cordarlo dedicando in grazie all’aiuto della ciascuna delle tre par- protezione civile di Ca- rocchie un intero giorno dorago, risultano esse- di festeggiamenti. re altrettanto sicuri. Si è partiti il venerdì sera Domenica, invece, a Ca- a Bulgorello con la san- slino c’è stato il pranzo ta Messa conclusa col in oratorio seguita dalla bacio della reliquia (in festa con i giochi per i ciascuna parrocchia è bambini. È stato un bel stata presente una reliquia del santo: momento di raccoglimento per ricor- ossa, carne o veste). I festeggiamenti dare San Giovanni bosco a cui si deve per san Giovanni Bosco si sono tenu- l’oratorio. Nonostante oggi l’oratorio ti in concomitanza con la ricorrenza sia diver- di una tradizione locale: il rogo della so da come giubiana. Si è soliti costruire (prepa- egli lo aveva rare) un fantoccio che rappresenta istituito, è una strega per poi bruciarlo sopra comunque una catasta di legna. Lo stesso rogo partito tut- è stato ripetuto il sabato sera anche to da questo a Cadorago preceduto dal corteo che santo che ha ha visto la giubiana sfilare per le vie dedicato la del paese seguita dai cittadini che vita intera all’educazio- ne alla fede, al lavoro, alla scuola dei suoi ra- gazzi per i quali, fra le altre cose, passava sveglio intere notti a ram- mendarne i calzini.

Sofia, Chiara, Davide LA GIUBIANA

Inserito nelle numerose manifestazione organiz- zata per ricordare Don Bosco, anche quest’anno l’oratorio di Cadorago ha bruciato la Giubiana. In una brumosa serata di questo mite inverno i Cadoraghesi si sono ritrovati col naso in su a os- servare affascinati le lingue di fuoco che violente e distruttive hanno devastato il simbolo dell’in- verno. Il fuoco ha sempre avuto un effetto ipnotico sull’uomo e nel mondo contadino i roghi hanno segna- to la fine dei lunghi inverni. Bruciare il simulacro di una vecchia cattiva e mangiatrice di bambini, o di personaggi similari, significava quindi simbo- leggiare il desiderio di allontanare la brutta sta- gione, che nei tempi andati e non molto lontani da noi, vedeva soffrire e spesso soccombere i più deboli, proprio i bambini, ai malanni del freddo. Oggi ci avviciniamo ancora a questo rito antico, con la stessa allegria e senso di comunità, ma siamo ben consci che non bastano le fascine di legna ad allontanare i mali dal mondo! Ciò non toglie la bellezza dello stare assieme, di sorriderci guardando negli occhi dei nostri vicini il riverbero delle fiamme e di osservare salire le “mo- nachelle” verso il cielo.... Allora : Viva la Giubiana ( e chi l’ha preparata!) R. R. CARNEVALE CA.BU.CA LEGHIAMOCI - RICICLIAMO

L’11 febbraio, domenica di Carneva- i costumi erano pronti e così, il giorno le, si è tenuta la consueta sfilata in di Carnevale, ci siamo ritrovati tutti maschera per le vie del paese orga- insieme. È stato bello vedere come i nizzata dalla Pro Loco. Alla partenza, tre gruppi, che avevano lavorato se- fissata sul piazzale del santuario di paratamente, si sono mescolati e Caslino, si sono presentati in mol- confusi in una rapsodia di colori. Il ti, anche se c’erano solo i due carri nome scelto per il gruppo è stato pro- degli asili; sembra ci fosse più gente prio azzeccato: “Leghiamoci”. Come i dell’anno passato. Tra i diversi grup- mattoncini lego veri ci siamo uniti tra pi in maschera non poteva mancare noi, formando un solo gruppo attra- il gruppo dell’oratorio. Quest’anno verso il paese fino all’oratorio di Ca- abbiamo scelto il tema dei LEGO, i dorago, dove ci aspettava la meren- mattoncini colorati che piacciono a da. Questo il breve resoconto di una tutti e davvero si è dimostrato così: giornata di festa insieme, che, l’anno eravamo il gruppo più numeroso con prossimo, speriamo di poter condivi- partecipanti di tutte le età. La prepa- dere con ancora più amici. razione alla sfilata è cominciata di- verse domeniche prima quando, nei Dierre nostri tre oratori di Caslino, Bulgo- rello e Cadorago bambini e ragazzi, aiutati dai genitori e dagli animatori, si è cominciato a dar forma agli sca- toloni per trasformarli nei mattoncini lego. Chi ha partecipato assicura che il bello non sta soltanto nella sfilata, ma nel trovarsi a lavorare insieme in allegria. Dopo due pomeriggi di lavoro

ASILO SANTA MARIA

All’Asilo Santa Maria di Cadorago zioni eterogenee, ciascuna con un’in- l’anno scolastico è iniziato con alcu- segnante di riferimento; una grande ne importanti novità, che riguardano risorsa è l’educatrice, dipendente soprattutto cambiamenti all’interno dell’Asilo a tempo pieno, che gestisce del Consiglio di Amministrazione. i servizi di pre e post-scuola, il mo- Il saluto più rilevante è quello dovuto mento della nanna per i più piccoli e al Presidente Sig. Paolo Iacchia, che la compresenza nelle tre classi. tutti i bambini, il Personale e le fami- La scuola è intesa come ambiente di glie ricorderanno per la sua operosa vita, perché cura l’accoglienza, il be- presenza quotidiana a scuola. Reste- nessere emotivo, l’autonomia, la so- rà nella memoria di un’istituzione per cializzazione, il “fare” del bambino, lo la quale ha perseguito la linea edu- sguardo interculturale. cativa con profondo affetto e carica Garantisce l’inclusione, valorizzando umana. il potenziale di ciascun alunno e fa- A seguito dell’Assemblea dei Soci è vorendo la partecipazione scolastica subentrata la neoeletta Sig.ra Mar- di tutti. gherita Verga, che si è proposta su- Oltre alla progettazione educativo-di- bito come abile Presidente nel con- dattica, l’offerta formativa è integra- dividere l’ispirazione cristiana, ta dal Progetto di Religione Cattolica, educativa e didattica che contrad- quello della biblioteca con prestito distingue la nostra scuola paritaria, settimanale, dai corsi di educazione che vanta un’offerta formativa ricca psicomotoria, educazione al ritmo e nella progettazione nonché nelle at- di sensibilizzazione alla lingua ingle- tività extracurricolari e nei servizi of- se per tutte le fasce di età. ferti all’utenza. Ogni settimana sono previste attività I bambini che frequentano la scuola di intersezione in cui i bambini sono dell’infanzia sono inseriti in tre se- raggruppati per fascia di età. Il rapporto scuola-famiglia è valoriz- All’Asilo Santa Maria è appena sta- zato da momenti formali ma anche to rinnovato il salone, anche grazie da quelli di festa, per gustare la gio- all’impegno dell’Associazione Volon- ia dello stare insieme, attraverso la tari di Cadorago, ai quali va tanto ri- Festa dei Nonni, la recita di Natale e conoscimento per un risultato davve- quella di fine anno scolastico, la Do- ro soddisfacente. menica Insieme nel mese di giugno… Inoltre a Settembre 2018 sarà inau- e da ogni proposta del gruppo geni- gurata l’apertura della Sezione Pri- tori nei periodi a tema ( Carnevale, mavera, che accoglierà bambini in papà, mamma …). età dai 24 ai 36 mesi, in linea con il Quest’anno i bambini sono impegna- desiderio di offrire alle famiglie un’ul- ti in esperienze sul tema del riciclo e teriore opportunità educativa. del rispetto dell’ambiente. Si è appena concluso positivamente il Questa tematica è definita dal Colle- periodo riservato alle iscrizioni… fra gio Docenti con la supervisione del- poco ci conteremo, certi di aver incre- la Coordinatrice, che opera anche mentato il numero degli iscritti che all’Asilo S. Anna di Caslino al Piano. hanno creduto in un’offerta formativa L’argomento delle attività è di valore per i loro piccoli, condivisa ad entrambe le scuole e concretizzato nel quotidiano da tutta la comunità in ogni struttura in base alle risorse educante del nostro asilo. presenti nel rispetto di ciascuna re- altà. Asilo S. Maria 1898-2018 BULGORELLO FESTEGGIA I 120 ANNI DELLA PARROCCHIA

Era quello di una semplice cappella sono ora esposti, restaurati, nella il luogo dove sorge l’attuale chiesa sede del Parco del Lura. parrocchiale di Bulgorello. La vide in costruzione nel 1578 il visitatore apostolico mons. Bonomi che la dis- se dedicata a S. Giustina. La citano poi, nelle successive visite pastorali, i Vescovi Volpi e Ninguarda. Costui, nel 1592, nel menzionare che il bor- go aveva “18 fuochi e 130 anime” dà conto dell’esistenza nell’edificio di un dipinto che, riscoperto nel 1995, si rivelerà la pregevole composizio- Risale alla meta’ del ‘600 il trasfe- ne a fresco della Crocifissione, oggi rimento alla nuova chiesa, in luogo restaurata nell’andito di accesso di quello di S. Giustina, del titolo alla sacrestìa. dei Santi Giacomo e Filippo, proba- Che il borgo, nominato nei primi do- bilmente derivato dalla cappella di cumenti Bulgaro o Bulgariburgal- campagna di cui si è detto. lo, avesse radici antiche, dislocate Fu ancora verso la metà del secolo un po’ più verso oriente, lo hanno che la chiesa, rientrante nella Pie- attestato le scoperte archeologi- ve di Fino, fu affidata alle cure di che recenti risalenti ad età roma- un Cappellano: è del 6 maggio 1659 na nell’area prossima alla cappella il primo battesimo registrato. Con campestre detta Gesiö dedicata ai nomina dell’autorità civile ratifica- Santi Giacomo e Filippo e, poco più ta dal Vescovo fu promossa Vicarìa nel 1784 con l’obbligo per il titolare di risiedere in loco, di celebrare la Messa nei giorni festivi, di insegna- re ai fanciulli a leggere e scrivere, di amministrare i Sacramenti, di visi- tare gli infermi, di assistere i mori- bondi. Fra i Vicari è particolarmente ricordato, con la dedica di una via pubblica e dell’asilo, don Francesco Aluigi (1806 -1856) che inaugurò il nuovo cimitero e lasciò i suoi averi oltre, la chiesa romanica (sec. XI) per la distribuzione del pane bianco dedicata a S. Eusebio nella Casci- la vigilia di Natale e per la dote alle na S. Angelo, i cui preziosi affreschi “zitelle povere che si maritano”. Non poco travagliato fu il passaggio da Vicarìa a Parrocchia soprattutto a causa della burocrazia governativa in buona parte anticlericale. Spettò a don Alessandro Bianchi la soddi- sfazione di vedere, nel 1898, esau- dita l’aspettativa dei fedeli e sua. Era Vicario da pochi anni e Parroco rimase fino al 1946 vivendo da pa- dre amoroso, pur nel forte temperamen- to, le tragiche vicende delle anche vita a significative opere di ri- due guerre adattamento di vecchi ambienti per mondiali con fini specifici. Lo stesso ruolo toccò doloroso tri- al suo successore don Mario Fiorani buto anche che si assunse anche il non lieve di giovani del compito di proseguire e concludere paese di cui gli imponenti restauri della chiesa è memoria il bulgorellese riportandone alla luce Parco delle dipinti e antiche sembianze. Pre- Rimembran- maturamente ed inaspettatamente ze. Fu, per scomparso nel 2010 e smembrate, altro verso, nel corso del suo mini- per volontà su- stero che il paese perse la propria periore, le due autonomia venendo, nel 1928, ag- parrocchie, ag- gregato, unitamente a Caslino al gregando quella Piano, al Comune di Cadorago. di Bulgorello a Gli succedette don Alberto Man- quella di Casli- giacavalli, che a Bulgorello rimase no, è stato don per ben 47 anni ed è ricordato per Alfredo Nicolar- aver costruito la nuova casa par- di il nuovo at- rocchiale ma soprattutto per la sua tivo parroco di grande devozione alla Vergine di entrambe prima Lourdes, meta di cui, con i pellegri- di assumere la titolarità anche della naggi dell’Unitalsi, fu instancabile parrocchia di Cadorago, così come frequentatore inducendo a seguirlo, attualmente, nel quadro della Co- negli anni, centinaia di parrocchia- munità Pastorale di S. Maria. Col- ni ed amici. laboratore gli è il Vicario don Remo L’assegnazione congiunta delle par- Bracelli. rocchie di Bulgorello e di Socco vide Non va sottaciuto che trattandosi di alle prese, dal 1993 l’intraprendente una parrocchia di modeste dimen- e cordiale valtellinese don Giuseppe sioni (dai 300 abitanti di fine Set- Scherini che seppe, in poco tempo, tecento ai 600 di metà Ottocento ai amalgamare le due comunità dando 950 della fine del secolo scorso ai circa 1200 di oggi) gli eventi della salinghi telai per i pochi opifici del vita parrocchiale per lo più hanno paese; le poche ma laboriose botte- coinciso con l’evoluzione della vita ghe artigiane; gli allegri incontri se- civile, con gli inevitabili reciproci ri- rali di gruppi di giovani nella casa flessi. parrocchiale; le Filodrammatiche; il Così balzano alla memoria, traman- richiamo nei bar delle prime TV; le data o vissuta, boschi curati, campi sagre di S. Rocco; la Messa in ita- e prati coltivati con laboriosa fatica liano; i passati e recenti corsi di ca- da una comunità agricola con i pro- techismo; le affollate giornate lou- dotti ricoverati nelle vecchie corti rdiane; i ripetuti vivaci Grest estivi; con cascinali, fienili e portici, luoghi il nuovo Asilo con le Suore Giusep- d’incontro delle famiglie. Il rosario pine; il Centro Civico (già Scuola serale era recitato nelle case o, d’in- elementare); la nascita dell’Associa- verno, nelle stalle. Era la vecchia zione Sportiva Bulgorello e del cam- “Costa” la “strada comunale” acciot- po sportivo; la Corale parrocchiale; tolata che (prima dell’apertura nel la Farmacia e la secolo scorso della “Strada nuova” Posta (poi sop- per la Stazione) scendendo ripida la pressa); il parco valle dal sagrato della chiesa, con- pubblico; i gran- duceva a Cadorago, non priva alle di presepi nell’o- spalle del monito murale che all’in- ratorio di S. Lu- terno dell’abitato era “severamente igi; il restauro vietato”, oltre alla questua, ”il ga- del Santuario di loppo e il trotto serrato”. S. Rocco, dell’or- Sono da ricordare le migrazioni otto- gano ottocente- centesche dal paese in Francia o in sco e del dipinto America e quelle qui sopravvenute di S. Giustina e più tardi dal Veneto, dal Meridione Agata. ed ora da lontani siti extraeuropei; Nel tempo quello che era il vecchio le numerose vocazioni religiose; centro urbano è andato man mano il dolore del campanone requisito estendendosi a raggiera con un sus- per farne cannoni; la “Rungia”, il seguirsi di villette singole o a schie- lavatoio,ora interrato, luogo di im- ra, segno di progressivo benessere pegnativi bucati e di infiniti pette- ed anche di un sensibile incremento golezzi; la Cooperativa di Consumo, demografico. Non mancano tuttavia laico crocevia anche a Bulgorello, come altrove, dello spirito segni di degrado purtroppo oggi dif- dove gli uomi- fusi (droga, furti, vandalismi) ma la ni convenivano Chiesa, fulcro della comunità par- all’uscita dalla rocchiale, rimane pur sempre un ri- Messa grande; ferimento sicuro per tutti coloro che l’allevamento intendono rimanere all’ombra del dei bachi da suo campanile. Ombra lunga che seta sostituito, potrà preservare da improvvide in- nell’età indu- solazioni. striale, da ca- Cesare Piovan RICORDO DI DON LEO

Dopo la scomparsa di don Leo- nardo, annunciata con un breve scritto sul Bollettino di Natale,mi sembra opportuno condividere con tutti quelli che gli hanno vo- luto bene,il ricordo letto da don Giorgio, ex parroco di S. Agata, al suo funerale. Ha riassunto in modo egregio la vita di don Leonardo pastore, padre e amico, sempre pronto a far tornare la serenità nel cuore e il sorriso sul volto in chi si ri- volgeva a lui!

a cura di Piercarla Monti

Classe 1931, don Leonardo è stato ordinato sacerdote da Mons. Felice Bono- mini il 22 giugno del 1958, ha iniziato la sua missione sacerdotale a Lomazzo dove si è fermato quasi un anno dal ‘58 al ‘59, poi vicario a Fino per 10 anni fino al ‘69, quindi parroco a Caslino al Piano per 8 anni fino al ‘77, di nuovo a Fino, ma questa volta nelle vesti di parroco per 11 anni fino all’ ’88, poi nella parrocchia di S. Agata in parroco per 20 anni fino al 2008, infine nove anni, sempre in S. Agata, come collaboratore fino alla morte.

Don Leonardo era innanzitutto una persona contenta e gioiosa, con un caratte- re solare e dentro una grande carica di entusiasmo, gli piaceva stare in mezzo alla gente e partecipare alla vita di tutti, delle famiglie, nei momenti di gioia e ancor più in quelli dolorosi. Legatissimo alle sue origini moltrasine di cui era orgoglioso, amante del “suo lago” che definiva carezzevole, ci parlava spesso del suo mitico parroco don Luigi Bianchi, del suo amico vescovo Plotti e di tanti altri compagni di vita: non ha mai smesso di pensare al suo paese nativo.

Don Leo era una persona contenta della vita e soprattutto felice di essere sacer- dote del Signore, vedeva la sua vocazione come un grande e immeritato dono. Quando ha celebrato i 50 anni del suo sacerdozio e contemporaneamente i 20 del suo essere parroco in S. Agata ha riassunto in queste parole, durante l’o- melia, il suo pensiero: “MISERERE MEI, DEUS: per le mie leggerezze, fragilità, peccati. TE DEUM LAUDAMUS: per la pazienza che mi hai elargito nella mia esistenza, per l’attesa che mi hai concesso nel cammino della conversione non ancora raggiunta, per le tue consolazioni puntuali ai miei scoraggiamenti, per le soddi- sfazioni che mi hai donato in gioia indicibile ed immeritata. Chiedo a voi tutti preghiera e vicinanza perché possa essere vero sacerdote di Cristo Signore.”

E poi ha aggiunto: “Se qualche volta mi sono arrabbiato e vi ho sgridato, voi capite: la responsabilità!” Quella della responsabilità e della serietà nello svolgere il suo ministero è stata una caratteristica costante nella pastorale di don Leonardo educatore.

Don Leonardo aveva una bella umanità, ascoltava e capiva le esigenze della gente. Da giovane prete ha creato tantissime iniziative per i giovani, andando incontro ai loro desideri: ricordo che a per sua iniziativa fu rea- lizzato un bellissimo campo di calcio per l’oratorio, il campo Laurenti; a Caslino, mi hanno detto, mise in piedi il gruppo teatrale, la corale, ridiede vita al G.S. Grisoni, sistemò il teatro cinema ecc.; qui in S. Agata con alcuni collaboratori, fece nascere la Polisportiva e voleva che gli allenatori fossero chiamati “alledu- catori”, diede anche vita al cosiddetto gruppo storico delle famiglie, dove a par- tecipare erano un centinaio di persone, una risorsa enorme per la parrocchia.

Giovane prete molto intraprendente, non gli bastavano l’oratorio e la parroc- chia, perciò decise di uscire dai confini della Chiesa, come direbbe papa Fran- cesco, per fare l’esperienza del cappellano dell’Inter, dove qualche volta porta- va anche me come chierichetto e spesso ci raccontava tutto quello che vedeva quando accompagnava la squadra. Noi eravamo curiosi di sentir parlare di questi campioni. Qui emerge un’altra sua caratteristica: sapeva cogliere al volo le occasioni, ve- loce di pensiero e con un occhio di falco: “l’Inter è ad , qui a due passi, e io ci tento”. Era furbo don Leonardo, sapeva osare.

La sua umanità lo avvicinava ai problemi della gente, portandolo, ad esempio, a condividere le umiliazioni di alcuni esercenti di Fino che subivano estorsioni da parte di alcune cosche mafiose. Andava a trovare queste persone che si erano confidate con lui e dava il suo sostegno e il suo consiglio, quello di non pagare il pizzo. Ma più volte lui stesso fu intimorito e minacciato dai malviventi, una dura prova per lui.

Don Leo ha sempre mostrato una particolare sensibilità per il mondo della sof- ferenza, per gli ammalati, che andava spesso a trovare a casa e negli ospedali, per sostenerli con la luce della fede e per trasmettere loro forza e coraggio. Una bellissima testimonianza, specialmente per noi preti. Quando qui in S. Agata ha smesso di fare il parroco e ha ceduto il posto al sot- toscritto, ha deciso ancora una volta di uscire dai confini parrocchiali per fare il cappellano presso l’Hospice di S. Martino, dove saliva tre volte alla settimana per essere vicino ai ricoverati, ma anche come amico di tutti gli operatori che ivi lavoravano e dei volontari dell’Associazione Accanto.

In questi ultimi anni aveva una gran voglia di comunicare il suo pensiero, di esprimersi, di dire la sua e nell’ottica del voler dare frutti nuovi nell’ultima sta- gione della sua vita, ha scoperto in sé una frizzante vena poetica e si è dato alla scrittura. Dalla sua penna sono uscite di getto poesie e commenti ai Van- geli della domenica. Leggendoli ci si accorge come don Le- onardo fosse profondo nel pensiero, fotografico nelle espressioni e conciso: “Basta ciciarà!”. Poesie che venivano dal cuore, animate da un pensiero teo- logico bello, fondato sulla misericordia e sulla bontà di Dio, simile a quello di Papa Francesco, di cui era entusiasta. In questi ultimi scritti si coglie la sua apertura mentale, vengono a galla le sue indignazioni per le ingiustizie, la sua grande sofferenza per la Chiesa cristiana che amava intensamente.

Ma la cosa più bella è stata per me la sua testimonianza di fede. Ha scritto una mamma che l’ha cono- sciuto bene: “Nel suo affetto e nella sua attenzione per tutti e per ciascuno di noi traspariva l’amore per Cristo e il suo desiderio di condividerlo. Ci ha portato Te, Signore, nei sacramenti che ci ha amministrato, nel Pane e nella Parola che ha spezzato per noi tutti i giorni per tanti anni, con la miseri- cordia che ci ha fatto incontrare nella Riconciliazione, negli incontri personali e comunitari che si svolgevano sempre in un clima dialogante e rispettoso della libertà e della personalità di ciascuno”.

Poi l’ultima sofferenza, quella di questa estate che l’ha portato alla morte, da lui sentita e concepita come un incontro. Pregava tantissimo, la corona sempre in mano. Ha avuto il conforto anche di un badante pachistano Gill e nelle notti in cui era agitato chiedeva tenerezza e gridava: “Vieni Gill, sta qui con me, tu che sei tanto buono”. Anche questa, nel momento della sua debolezza, è una bellissima testimonianza!

Caro don Leo, grazie di tutto e ti chiediamo perdono, io in primis, se non abbia- mo fatto tutto quello che potevamo fare per te. Ciao, don Leo. don Giorgio ANAGRAFICA PARROCCHIALE

CADORAGO CASLINO AL PIANO BULGORELLO

Battesimi Battesimi Battesimi

Cairoli Pietro Pontiggia Tommaso Ferrato Enea Vinci Eva Pontiggia Martino Verga Tommaso Olgiati Viola Anna Piacentino Elia Leonardo Oria Sebastian Piacentino Nicolas Introzzi Giorgia Biscardi Giulia Defunti Martucci Irene Defunti Patrevita Valentino Arici Battista Feltrin Maria Melchiorre Fabio Gervasoni Emilio Defunti Ferrari Piera Turconi Giuseppe Gussago Alessandrina Sonvico Giuseppe Quadrio Mario De Marchi Pietro Rumi Marco Mancuso Pierina Chiappini Dorina Vanossi Luciano Biagiotti Rufino Tarenzi Giuseppe Riccardi Guerrino Mainardi Alessandrina

Numero 16 - Autorizzazione Tribunale di Como n. 2/2011 - Direttore responsabile: Antonella Sala Redazione: don Alfredo, don Remo, Piercarla Monti, Renata Romano - Impaginazione: Mauro Montanelli - Sampa: Presscolor Milano