32 2011 Bisio Giuntelli I Coleotteri Carabidi Della Val
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Rivista piemontese di Storia naturale, 32, 2011: 173-226 ISSN 1121-1423 LUIGI BISIO * - P IERO GIUNTELLI ** I Coleotteri Carabidi della Val Maira (Coleoptera Carabidae) ABSTRACT - Carabid beetles of the Maira Valley (Cottian Alps, Piedmont, Cuneo, Italy) (Coleoptera Carabidae). A synthesis of the carabidological researches carried out so far in Maira Valley (Cuneo, Piedmont, Italy) is given. A list of 203 carabid beetles species (Cicindeli - nae included) known from this valley is provided. For each species a list of locali - ties and the pattern of distribution (chorotype of each species) are also reported. Furthermore, most significant assemblages of carabid beetles observed in the val - ley are described. KEY WORDS - Coleoptera Carabidae, Alpine fauna, Western Alps, Piedmont, Cuneo, Maira Valley. RIASSUNTO - Gli autori pubblicano una sintesi delle ricerche carabidologiche condotte sino ad oggi in Valle Maira (Cuneo). Viene presentato un elenco di 203 specie di Coleotteri Carabidi (Cicindelinae incluse) conosciute di questa valle. Di ogni specie sono riportati una lista di località e il corotipo di riferimento. Infine, vengono inoltre descritte le principali carabidocenosi osservate. PREMESSA Con la presente nota dedicata alla Val Maira gli autori continuano la se - rie dei contributi riguardanti i Carabidi (Cicindelinae incluse) delle valli delle Alpi Cozie (Bisio, 2001, 2004, 2007b, 2010; Bisio & Giuntelli, 2008). Nella valle in oggetto gli scriventi hanno condotto recentemente una serie di ricerche entomologiche, estese a buona parte del territorio vallivo, volte ad arricchire e completare un peraltro già consistente nucleo iniziale di dati posseduti. Tali dati, utilizzati in parte in precedenti pubblicazioni da uno * via Galilei 4 - 10082 Cuorgné (TO). E-mail: [email protected] ** via Torino 160 - 10076 Nole Canavese (TO). E-mail: [email protected] 173 I Coleotteri Carabidi della Val Maira (Coleoptera Carabidae) degli autori (Bisio, 1995, 1999, 2000, 2005, 2007a, 2008, 2009a, 2009b, 2009c) riguardano soprattutto la carabidofauna che popola gli orizzonti al - pino e altoalpino della valle e sono il risultato delle numerose e ripetute escursioni effettuate dallo stesso sui monti del territorio in oggetto. Ai re - perti personali si sono aggiunti i molti dati riguardanti i generi Calosoma , Carabus e Cycrhus comunicati dall’amico Pier Franco Cavazzuti. Altrettanto numerosi sono stati i dati tratti dalla letteratura entomolo - gica. Un discreto numero di taxa é stato citato per la Val Maira da Magi - stretti (1965) nel suo catalogo topografico sinonimico e da Casale et al . (2006) nella CKmap. Altri dati sono stati forniti, talora come semplici se - gnalazioni, da Breuning (1932-1936), Bucciarelli & Sopracordevole (1959), Capra (1941), Casale (1988), Casale & Cavazzuti (1976), Casale et al . (1982), Cavazzuti (1973, 2004), Cavazzuti & Meli (1999), K. Daniel (1902), J. Daniel (1903), De Monte (1946, 1947), Giachino (1993), Giachino & Casale (1983), Monzini & Pesarini (1986), Schatzmayr (1930), Schauberger (1936), Sciaky (1984) e Vigna Taglianti et al . (2001). Nel presente lavoro vengono riassunte le conoscenze a tutt’oggi dispo - nibili sulla fauna carabidica di questa valle. DESCRIZIONE DEL TERRITORIO Inquadramento geografico La Val Maira (fig. 1) – solcata dal torrente omonimo – si sviluppa da Ovest verso Est per circa 60 km sul versante orientale del breve tratto di cresta assiale alpina delimitato a Sud dal Monte Vanclava (2874 m) e a Nord dal Monte Maniglia (3177 m). Tale tratto – che comprende, oltre ai due monti citati, il Monte Oronaye (3100 m), il Colle delle Munie (2531 m), il Colle del Sautron (2687 m), il Monte Sautron (3166 m), il Buc de Nubiera (3215 m), il Brec de Chambeyron (3389 m), il Col de Gippiera (2948 m), la Tête de la Frema (3142 m), la Tête de l’Homme (3202 m), la Tête du Vallonet (2822 m), il Col Maurin (2668 m), la Tête de Cialancion (3019 m) e il Colle di Ciabriera (2829 m) – ne costituisce la testata. Dal Monte Maniglia – lungo la sinistra orografica – si sviluppa in dire - zione Est la cresta formata dai rilievi Colle di Bellino (2804 m), Monte Bel - lino (2942 m), Monte Faraut (3046 m), Cima Sebolet (3023 m), Colle di Vers (2862 m), Rocca La Marchisa (3072 m), Colle Sagneres (2894 m), Monte Camoscere (2926 m), Pelvo d’Elva (3064 m), Colle Bicocca (2285 m), Monte Morfreid (2495 m), Colle di Sampeyre (2284 m), Cugn di Goria 174 Rivista piemontese di Storia naturale, 32, 2011: 173-226 ISSN 1121-1423 (2384 m), Monte Nebin (2510 m), Monte Cugulet (2494 m), Monte Rast - cias (2404 m), Monte Birrone (2131 m), Monte Cornet (1939 m) e Monte S. Bernardo (1625 m), che separa la valle in oggetto dalla Val Varaita. Dal Monte Vanclava prende origine il contrafforte – lungo il quale si trovano il Colle della Scaletta (2614 m), il Monte Scaletta (2840 m), il Monte Oserot (2861 m), il Colle Oserot (2640 m), il Passo di Rocca Bran - cia (2620 m), il Monte Servagno (2752 m), il Monte Bodoira (2747 m), la Rocca La Meja (2831 m) (fig. 2), il Colle del Mulo (2621 m), la Cima Fau - niera (2515 m), il Colle del Vallonetto (2447 m), il Colle d’Esischie (2370 m), il Colle Sibolet (2582 m), il Monte Tibert (2647 m), la Rocca Cernauda (2284 m), il Picco del Mezzogiorno (2006 m), il Colle del Gerbido (1326 m), il Monte Lombernardo (1467 m), le Rocce Balmarossa (1326 m), la Cima Varengo (1170 m) e, al margine più orientale, l’abitato di Montemale di Cuneo – che costituisce la destra orografica della valle in oggetto e la se - para dalle Valli Stura e Grana. L’abitato di Busca, situato a 500 m di quota nei pressi dell’imbocco, è il punto più basso della valle. Il torrente principale, che assume inizialmente (nella conca di Chiap - pera) una direzione Nord-Ovest/Sud-Est, devia più a valle il suo corso in direzione Est poco a monte dell’abitato di Acceglio. Esso riceve le acque Fig. 1 - La Valle Maira, area oggetto della ricerca. 175 I Coleotteri Carabidi della Val Maira (Coleoptera Carabidae) da numerosi valloni. Limitando l’elenco a quelli di maggior estensione, partendo dalla testata meritano la citazione: - lungo il versante destro il Vallone di Stroppia (che si sviluppa in dire - zione Ovest-Est) e i Valloni di Unerzio, di Marmora (del quale è tributa - rio il Vallone di Preit), di Celle di Macra, di Combamala, di Moschieres e di Piossasco (che assumono invece una direzione Sud-Nord); - lungo la sinistra il Vallone di Traversiera (il cui asse va da Nord-Ovest a Sud-Est) e i Valloni di S.Michele, di Elva, di Cucchiales e di Chesta (di - sposti da Nord a Sud). Litologia e morfologia Dall’esame della Carta geologica d’Italia 1:100000 (Fogli n° 78-79 Ar - gentera-Dronero) si denota che la valle in oggetto è un mosaico litologico alquanto complesso ed eterogeneo. Essa, infatti, è attraversata da una se - quenza di formazioni geologiche di origine e composizione diverse che, in Fig. 2 - Il versante Nord della Rocca La Meja nell’alto Vallone di Preit (8.VI.2009). 176 Rivista piemontese di Storia naturale, 32, 2011: 173-226 ISSN 1121-1423 fasce parallele disposte secondo una direzione Nord-Ovest/Sud-Est, inter - secano in più punti il fondovalle: 1) I monti dell’alta valle – lungo la destra orografica tra il Col Maurin e la testata del Vallone di Marmora – sono modellati in un lembo marginale della Zona Brianzonese costituito prevalentemente (fig. 3) da calcari, da dolomie, da scisti carboniosi e da scisti ardesiaci. 2) A Nord-Est di tali formazioni la valle è attraversata, a partire dalla sini - stra orografica della conca di Chiappera (gruppo Castello-Rocca Pro - venzale) (fig. 4) e in corrispondenza della conca di Acceglio (Monte Chersogno), da affioramenti del basamento permo-carbonifero (deno - minato “assiale”). In tale affioramenti si alternano quarziti conglomera - tiche, conglomerati e scisti quarzoso-sericitici. 3) Il settore medio della valle, tra Acceglio a S. Damiano Macra, appar - tiene invece alla Zona Piemontese dei calcescisti ofiolitiferi. I calcescisti (diffusi soprattutto sul versante sinistro) e i calcari dolomitici (presenti invece sul versante opposto sino all’imbocco della valle) sono le litologie Fig. 3 - Il Vallone del Lago d’Apzoi modellato nei calcari e nelle dolomie della Zona Brianzonese (24.VIII.2008). 177 I Coleotteri Carabidi della Val Maira (Coleoptera Carabidae) dominanti, mentre le pietre verdi affiorano qua e là occupando aree di estensione molto modesta. 4 Infine, a valle di S. Damiano Macra verso l’imbocco, il versante sinistro è scavato nelle propaggini più meridionali del Massiccio cristallino Dora-Maira caratterizzato dall’alternanza di gneiss minuti, di micascisti e, in misura minore, di gneiss occhiadini. A monte di Acceglio, lungo l’asse principale e nell’alto Vallone di Preit (nell’Altipiano della Gardetta), la morfologia risente in modo marcato del glacialismo quaternario (fig. 5) e la valle presenta un paesaggio relativa - mente ampio e aperto. Alcuni valloni laterali, come il Vallone di Stroppia dal quale discendono le cascate omonime (fig. 6), si presentano come “valli sospese” che sono state incise meno profondamente a causa di una esara - zione meno intensa operata dal ramo glaciale laterale rispetto a quello principale. Nel tratto medio, tra Acceglio e S. Damiano Macra, la valle diventa piuttosto angusta e tortuosa e si restringe in strette gole talora racchiuse tra Fig. 4 - Vallone Maurin (19.VI.2007): in primo piano a sinistra il gruppo Castello- Rocca Provenzale; sullo sfondo a destra il Monte Oronaye. 178 Rivista piemontese di Storia naturale, 32, 2011: 173-226 ISSN 1121-1423 pareti rocciose. Anche i valloni secondari, in tale tratto, sono in gran parte piuttosto stretti ed incassati (merita a tale proposito di essere citato l’orrido del Vallone di Elva, uno dei più profondi ed impressionanti delle Alpi). Nei pressi dell’imbocco, tra Cartignano e Busca, la morfologia fluviale assume aspetti alquanto peculiari.