L’ARCHITETTURA TRA ETERONOMIA E DOSSIER AUTOGENERAZIONE Luigi Alini,
[email protected] Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Università degli studi di Catania, Italia Introduzione «Non ho mai lavorato nell’esal- atelier di Brera del 1988 e gli interni dell’Hotel Gallia del 1989. tazione tecnocratica, alla risolu- “La vera architettura si autogenera”1: un approccio che si conso- zione di un problema costruttivo e basta. Ho sempre cercato di lida negli anni della collaborazione con Raúl Villanueva in Ve- interpretare lo spazio della vita dell’uomo» (Vittorio Garatti). nezuela e trova compimento a Cuba nel progetto delle Scuole Vittorio Garatti (Milano, 6 aprile 1927) è certamente uno degli d’Arte, dove Garatti ricorre ad una pluralità di strumenti non ultimi testimoni di una stagione “eroica” dell’architettura italia- confinabili rigidamente al mondo dell’architettura. na. Nel 1957 si laurea in architettura al Politecnico di Milano Nel 1957 a Caracas entra in contatto con Ricardo Porro e Ro- con una tesi che propone il ridisegno di una porzione del centro berto Gottardi. Sarà Ricardo Porro, rientrato a Cuba nel 1960, storico di Milano: l’area compresa fra piazza della Scala, via Bro- a coinvolgere Vittorio Garatti e Roberto Gottardi nel progetto letto, via Filodrammatici ed i giardini dell’ex edifico Olivetti di delle Escuelas Nacional de Arte. via Clerici. I tre giovani architetti saranno protagonisti di una felice stagio- Sono gli anni in cui Ernesto Nathan Rogers si afferma come una ne de “l’architettura della Rivoluzione”, saranno attraversati da delle principali personalità della cultura milanese. Garatti fa quell’energia “rivoluzionaria” che Ricardo Porro ha definito “re- propria la critica espressa da Rogers all’omologazione del “lin- alismo magico”.