Modelli Antropologici E Realtà Identitarie a Ferentino
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Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Sociologia Modelli antropologici e realtà identitarie a Ferentino Relatore Laureanda Prof. Pompeo Francesco Mariani Annamaria Anno Accademico 2016-2017 1 Indice Introduzione 3 Capitolo I - Quadro storico. Le trasformazioni di un territorio 1.1 Le origini storiche di Ferentino 7 1.2 Dalla società feudale al riscatto delle terre contadine 15 1.3 La società contadina tra stereotipo e realtà 26 1.4 Ascesa e crisi dello sviluppo industriale 35 1.5 Le lotte per il lavoro 44 1.6 Caratteri della modernizzazione socio-culturale in Ciociaria 48 Capitolo II - Dal passato prossimo al presente 2.1 L‟evoluzione dell‟artigianato, del commercio e del terziario. Nuovi attori e nuove reti economiche 53 2.2 Geografia locale della grande distribuzione 62 2.3 Passeggiando nel centro commerciale 76 2.4 Criticità locali nel presente 82 Capitolo III - il nuovo reticolo urbano 3.1 Lo spazio come costruzione culturale 85 3.2 Centro storico e nuove periferie 89 3.3 Nuove presenze nel territorio 99 3.4 Quartieri, spazi privati e spazi pubblici dei migranti 111 3.5 La costruzione dello spazio nell‟immigrazione 118 Conclusioni 126 Bibliografia 133 Sitografia 138 2 Introduzione Questo lavoro nasce dal mio interesse e dalla mia curiosità di voler conoscere, in quanto nata e da sempre vissuta nella piccola cittadina ciociara di Ferentino, le sue modificazioni antropologiche ed urbane dalle origini ad oggi, e quindi di voler approfondire le cause e le modalità di tali trasformazioni in quanto avvertite sempre in prima persona anche senza mai averne una profonda cognizione di causa. Essenzialmente si è voluto comprendere come lo spazio, inteso come insieme di relazioni sociali, assume configurazioni e significati diversi sia nei vari momenti della evoluzione storica del territorio sia nella contemporaneità attraverso le nuove presenze migratorie e le dinamiche del mondo globale. La nascita, la crescita e la continua presenza nel luogo mi hanno consentito di iniziare questo percorso da una “sensibile”, spontanea e quotidiana osservazione e conoscenza degli spazi, degli attori e delle relazioni del territorio senza la necessità di dovermi calare in una realtà sconosciuta e di doverne interpretare i codici locali. Una “impregnazione” completa, per voler usare un termine tanto amato dagli antropologi, che tuttavia mi ha fatto avvertire anche la difficoltà di distaccarmi e di estraniarmi. “Immaginarsi al di fuori” di una realtà ( Mills, 1962) che sempre ha costituito il mio stesso habitus è stato per me l‟ostacolo operativo più grande da superare per poter interpretare in modo oggettivo tutti i particolari, spesso sfuggenti perché dati per scontati, senza tra l‟altro cadere in giudizi favoriti da un coinvolgimento intenso ed emotivo. Questa è stata la necessità: uscire dalle intuizioni e sensazioni soggettive per trovare conferma nella ricerca. I primi passi della ricerca sono stati fatti per raccogliere fonti scritte storiche ed attuali e dati statistici relativi alla situazione economica e demografica di ieri e di oggi. I dati rielaborati sono stati raccolti dall‟Ufficio della Camera di Commercio di Frosinone, dall‟Ufficio Anagrafe del Comune di Ferentino, dal Centro per l‟Impiego di Frosinone, dalle pubblicazioni Istat. L‟esistenza di reti di relazioni quotidiane, già costruite sul territorio nel corso della mia vita, mi ha facilitato la raccolta di testimonianze, storie di vita ed interviste svoltesi come chiacchierate spontanee in cui gli interlocutori non hanno vissuto il disagio ed il distacco di una presenza sconosciuta. Le interviste e le storie di vita 3 sono state trascritte mantenendo l‟anonimato degli intervistati indicati solo con un nome proprio. Nel primo capitolo ripercorro le tappe storiche attraverso cui si determinava dall‟origine una forte immagine identitaria locale del paese, anche come strenuo difensore della sua autonomia di fronte alla potenza di Roma, con specifiche caratteristiche naturalistiche e morfologiche, vocazioni economiche e tradizioni culturali. Descrivo attraverso le fonti storiche le origini di Ferentino e le profonde trasformazioni da centro economico-culturale con agricoltura, artigianato e commercio fiorenti, già dai tempi del dominio di Roma, a centro soprattutto agricolo caratterizzato dal latifondo, dalle colture estensive e dalla povertà contadina durante l‟età medievale. Un paragrafo apposito è stato dedicato agli usi, tradizioni, abitudini che ruotavano intorno al modello familiare della cultura rurale che ha profondamente caratterizzato la Ciociaria, così denominata tra l‟altro per la particolare calzatura contadina. Infine la descrizione degli anni Sessanta è stata realizzata attraverso l‟analisi di dati prelevati da pubblicazioni specialistiche della Camera di Commercio di Frosinone relative agli anni fiorenti del Consorzio di Sviluppo. L‟avvento delle grandi industrie grazie all‟intervento della Cassa del Mezzogiorno ha avviato la strutturazione di una nuova identità economica con modificazioni sociali, urbanistiche e demografiche. Sono stati analizzati quindi gli aspetti di questa rivoluzione antropologica rimasta tuttavia incompiuta. I contadini trasmigrarono improvvisamente nella nuova identità operaia senza mai farla propria completamente, continuando a coltivare le terre concepite fino ad allora come uniche fonti di sostentamento: terre lavorate per anni con contratti di enfiteusi, affitto, colonia, mezzadria e soccida, successivamente riscattate in proprietà e tolte ai grandi latifondisti, oppure terre acquistate al ritorno dall' emigrazione in America. Le nuove generazioni colsero meglio dei loro genitori l‟opportunità del cambiamento. Andarono a lavorare in fabbrica e sul pezzo di terra lasciato in eredità dai genitori costruirono la casa dove andare a vivere con moglie e figli. Le mogli anch'esse operaie, soprattutto presso la Bonser, allora famosa fabbrica di camicie con uno spaccio interno per la vendita diretta, stavano compiendo il primo passo verso l'emancipazione in un luogo fatto fino ad allora solo di terra e focolare domestico. I figli dei nuovi operai dovevano frequentare la scuola obbligatoriamente, la scuola diventò scuola di massa e non più solo per i figli dei grandi proprietari terrieri. Il secondo capitolo vuole essere una descrizione dell‟evoluzione delle attività del terziario dopo la crisi del secondario. Il nuovo circuito socio-economico messo in moto dall‟industrializzazione e dallo sviluppo di un terziario ad essa connesso è destinato ad 4 interrompersi negli anni Settanta in quanto modello totalmente importato e trapiantato in un tessuto sociale con peculiarità e vocazioni non collegate alle attività industriali impiantate sul territorio. Ancora una volta nella località si configura una ristrutturazione spaziale in cui agiscono nuovi attori e nuove reti di relazioni. “ Nuove forme di socialità dense, squilibrate e complesse si ricostituiscono nelle isole del consumo” ( Pompeo 2012, pag. XXIX) e si generano in un territorio caratterizzato nel presente da nuove problematiche ambientali e occupazionali. Infine l‟ultimo capitolo contiene una ricostruzione della situazione migratoria sul territorio che tende a configurarsi non più come un processo di trasferimento temporaneo ma come un processo di stabilizzazione la cui conclusione è l‟acquisizione della cittadinanza italiana. I dati raccolti presso la Caritas diocesana della Provincia sono stati integrati dalla raccolta di informazioni verbali e dal contatto diretto con le attività dell‟Associazione “Oltre l‟Occidente” di Frosinone, presso la quale ho svolto attività di tirocinio, che da anni lavora su temi della migrazione e sulle trasformazioni socio-politiche che essa ha prodotto. Il focus di tale capitolo può essere individuato nella analisi e riflessione sul processo di continua de-costruzione e ri-costruzione di una nuova spazialità, di “neo-luoghi” attraverso una nuova relazione tra dispersione e densità, tra centro storico e nuove periferie. Luoghi dove si generano “nuovi discorsi e si tessono nuove relazioni convergenti o conflittuali” tra gli stessi autoctoni e tra gli autoctoni e i migranti, in una località caratterizzata dalla mobilità del mondo globale e della surmodernità (Pompeo 2012) . La preparazione di questo lavoro non sarebbe stata possibile senza la collaborazione di tutti coloro che alla fine di questa introduzione vorrei ringraziare. Innanzitutto il relatore, prof. Pompeo Francesco, docente di antropologia culturale e sociale presso l‟Università di Roma Tre e profondo conoscitore della mia terra a lui emotivamente vicina, che mi ha guidato nella ricerca e nella stesura attraverso suggerimenti, consigli e correzioni. Infine proseguo nel ringraziare tutti coloro che mi hanno consentito la consultazione di fonti e di testi e che mi hanno fornito materiali e dati statistici. Un ringraziamento particolare va a mio padre che già da qualche anno ha lasciato questo mondo e che mi ha trasmesso l‟amore per la cultura del mio paese. Sin dall‟infanzia mi ha consentito la vicinanza con le tradizioni dei suoi parenti contadini che non ha mai 5 dimenticato, nonostante la sua istruzione e l‟arrivo di tempi nuovi gli abbiano consentito una vita più agiata da impiegato presso le Ferrovie dello Stato. Il suo amore per la coltivazione della terra nel tempo libero, le frequentazioni di feste, cerimonie e ricorrenze presso cugini e nipoti con saltarelli sull‟aia e tagliatelle per pranzo faranno sempre parte dei miei ricordi e della mia formazione. Infine i ricordi dei racconti