IN Valle Trompia La Valle Trompia
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ASSESSORATO CULTURA E TURISMO IN VALLE TROMPIA La Valle Trompia Collio Trento Bovegno Pezzase Lago Irma d’Iseo Lago Tavernole Marmentino d’Idro Lodrino Gardone Lago V. T. Marcheno di Garda Polaveno Sarezzo Lumezzane Brione Villa Carcina Caino Concesio Bovezzo Nave Bergamo Milano Brescia Verona Cremona Piacenza Mantova www.cm.valletrompia.it 1 PRESENTAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ MONTANA DI VALTROMPIA La posizione privilegiata di Brescia, circondata da colline e valli facilmente raggiun- gibili, la rende città ideale per tutti coloro che amano il contatto con la natura e che desiderano praticare sport all’aria aperta e la Valle Trompia ben si presta vista la vicinanza geografica alla città. Lo scenario naturale della Valle Trompia, racchiuso da montagne, ideali per lunghe camminate, riserva, a tutti gli appassionati di sport, emozioni forti durante tutto l’an- no: dallo sci di discesa allo sci alpinismo, dalle arrampicate ai sentieri tematici, dalla mountain bike al downhill. Da qualche anno è possibile anche scoprire i segni del patrimonio culturale della Valle Trompia e delle sue tradizioni. I beni storici, culturali e naturalistici sono visitabili attraverso musei , percorsi ed itinerari; in particolare la Via del Ferro, un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso l’evoluzione delle attività minerarie, siderurgiche e le testimonianze che questo passato ha lasciato nel territorio. In questa guida sono descritti i 380 chilometri della Valle, con i suoi 18 comuni e più di centotredicimila abitanti. Chilometri di sentieri nei boschi da percorrere a piedi, itinerari in bici, alpinismo e sci invernale, ma anche di prodotti agricoli e gastronomici, tradizioni culturali, artigianali e industriali. Un piccolo grande mondo ricco di monumenti dell’arte e della natura che speriamo di far scoprire ai visitatori della Valle e ai suoi cittadini. IL PRESIDENTE Bruno Bettinsoli PRESENTAZIONE DELL’ ASSESSORE ALLA CULTURA E AL TURISMO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA ASSESSORATO CULTURA E TURISMO La Valle Trompia è una piccola perla della nostra provincia tra le meno note ma tra le più suggestive. Qui il turismo non è ancora invadente e forse parte del fascino si deve proprio a questa particolarità, che la consacra tra le mete ricercate ma non affollate, dove è possibile vivere appieno lo spirito e le peculiarità uniche di questa verdissima terra. Le due anime della Valle Trompia, quella artigiana, legata alle ricchezze mi- nerarie, e quella contadina, legata ai pascoli d’altura e alle coltivazioni tipiche della bassa valle, convivono e si completano vicendevolmente. Questo microcosmo, facile da raggiungere grazie all’estrema vicinanza alla città di Brescia, è caratterizzato da una molteplicità di ambienti che consentono un’offerta davvero variegata di svaghi e passatempi: boschi, altipiani, parchi avventura, itinerari cicloturistici, campi da sci, senza contare le antiche fortificazioni che costellano questa terra, i suggestivi borghi da visitare e il meraviglioso percorso della Valle del Ferro e delle Miniere. A comple- tare il quadro, anche qui, come in tutta la provincia di Brescia, una forte e radicata tradizione gastronomica, che vede prodotti tipici eccellenti, come le favolose pesche e castagne o il formaggio nostrano, protagonisti di ghiotti itinerari e festosi eventi pa- esani. La Valle Trompia vi aspetta! ASSESSORE ALLA Cultura E AL TURISMO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA Silvia Razzi 4 territorio al fiume che l’ha scavata per oltre IL TERRITORIO 40 chilometri dalla sua sorgente fino alla pianura determinandone l’ambiente ma an- che le attitudini della popolazione col suo corso più rapido e alpino prima, più lento e pedemontano poi. In poco più di 50 km di lunghezza, la Valle Trompia racchiude in sé buona parte della storia geologica delle Alpi Meridionali bresciane: dalle marne calcaree (fanghi marini solidificati) depositatesi in un antico Mediterraneo attorno a 60 milioni di anni fa, agli scisti con mica e quarzo posti nell’arco settentrionale della Valle, risalenti a oltre 350 milioni di anni fa. Il paesaggio, così come ci viene insegnato, è la risultante La Valtrompia è la più piccola delle tre valli logica e naturale dell’esercizio combinato che costituiscono il territorio montano della fra natura (suolo, clima) e uomo (operazioni provincia di Brescia, ma proprio per la vici- colturali, tradizioni, storia). In Valle Trompia nanza alla città è anche quella più legata a questo susseguirsi incalzante e negli ultimi Brescia dal punto di vista geografico, della anni vorticoso ha portato a mutamenti e nel storia, dell’economia, della cultura. Proprio contempo, a strani equilibri che si scopro- a Brescia infatti le ultime propaggini delle no ad ogni passo lungo l’asse vallivo. In due schiere parallele di montagne degrada- alta valle, a partire dalle vette del Maniva, no lentamente fino a sfumare nelle colline resiste il sistema degli alpeggi e dei prati- che si perdono nell’alta pianura brescia- pascoli, pressoché immutato nell’arco dei na. Il territorio che costituisce la Comunità secoli, dove ogni anno, all’inizio dell’estate, della Valtrompia si estende su una super- si consuma il rito della transumanza del be- ficie di 380 chilometri quadrati incuneati stiame verso le malghe dell’alta Valle Trom- tra le valli Sabbia, Camonica e il bacino pia. Nella media valle, grazie alle risorse del Sebino ed è composto da 18 Comuni minerarie presenti, la vecchia struttura ha e precisamente: Bovegno, Bovezzo, Brio- da tempo ceduto il passo ad un sistema ne, Caino, Collio, Concesio, Gardone Val industriale ed artigianale fra i più evoluti al Trompia, Irma, Lodrino, Lumezzane, Mar- mondo e le vestigia di passate generazioni cheno, Marmentino, Nave, Pezzaze, Pola- (miniere, fucine, magli ecc..), restaurate e veno, Sarezzo, Tavernole sul Mella e Villa valorizzate, stanno a testimoniare il trava- Carcina. Lungo l’asse della valle scorre il glio e la trasformazione di un territorio e fiume Mella (lat. Mel, is) ovvero miele, che della sua gente. La bassa valle mantiene ha origine dalle pendici del passo Maniva e una superficie residua destinata alle colture che, dopo aver attraversato la Valle e lam- cerealicole e fruttiviticole che caratterizza- bito Brescia, affluisce nel fiume Oglio dove vano il paesaggio agricolo più produttivo ed trova “pace” dopo un corso di 96 chilometri. evoluto pur con un’ aggressione industriale Da Brescia a S. Colombano il fiume si sno- ed urbanistica costante e vorace. In queste da per più di 40 chilometri ricevendo nume- zone tuttavia sono presenti gli ultimi totem rosi affluenti dalle vallette confluenti, alcu- dell’equilibrio ideale fra natura ed uomo: le ne delle quali piuttosto ampie ed altrettanto vecchie selve castanili che, con i loro esem- ricche di storia e cultura. La Valle Trompia, plari plurisecolari, resistono agli assalti del più di ogni altra valle bresciana, lega il suo tempo, delle intemperie e dell’incuria. 5 FLORA sue più elevate quote, il bosco di latifoglie Il paesaggio vegetale della Valle Trompia si arricchisce del Faggio (Fagus sylvatica), trova la sua caratterizzazione nell’apparte- che predilige le fresche vallecole e i luoghi nenza alle Prealpi Lombarde del territorio dove l’umidità è garantita e dove il terreno triumplino. La copertura vegetale si diver- è sufficientemente profondo. Lo stesso pa- sifica in relazione al clima, alla natura delle esaggio una volta ospitava l’Abete (Abies rocce, ma anche, e in certe zone soprat- alba) profondamente decimato dall’uomo e tutto, all’intervento dell’uomo che ha muta- sostituito con l’Abete Rosso (Picea excel- to l’originario aspetto, sostituendo al bosco sa), una specie arborea meno esigente e prati e pascoli per l’allevamento zootecni- più robusta che rappresenta la conifera più co, modificandone la composizione (forte diffusa nei boschi sia montani che alpestri. è sempre stato il prelievo di legna per la Alle quote più basse troviamo il Peccio, che città nonostante la vicinanza della Valle ad con altre essenze quali il Faggio, il Tiglio e essa). gli Aceri, forma il bosco misto; a quote su- Nei tratti meridionali della Valle, la fisiono- periori (1800-1900 m) invece si estende la mia della vegetazione è data dal paesaggio classica Pecceta. della Roverella, una quercia che raggiunge Giunti al limite della foresta, la copertura modeste dimensioni, a cui si associa fre- vegetariana cambia, ora dominano i Rodo- quentemente l’Orniello (Fraxinus ornus), il dendri, i Mirtilli, i Ginepri nani, ultima conti- folto cespugliame dello Scotano (Cotinus nuità di antichi sottoboschi. Gli arbusti con- coggygria) e il Carpino Nero (Ostria Car- torti contendono spazio alla prateria alpina pinifolia), la cosiddetta “tàera” del dialetto d’altitudine, presente dal Guglielmo alla bresciano. Dove i substrati sono costitui- Vaghezza passando per il Maniva, dove la ti da rocce calcaree con noduli di selce o continuità della presenza erbacea è allieta- intercalazioni marnose, troviamo l’Erica ta nella successione stagionata da appari- (Erica erborea). A completare il paesaggio scenti e splendenti fioriture. Sono i Narcisi si associano la Rovere (Quercus robur), della zona del Muffetto e del Rondeneto; il Tremulo (Populus tremula) e meno fre- le Viole speronate sugli acidi terreni pre- quentemente il Carpino bianco (Carpinus senti dal Maniva lungo lo spartiacque oc- betulus). Risalendo la valle entriamo nel cidentale triumplino; le Primule dalle rosse paesaggio del Cerro (Quercus cerris), un corolle che impreziosiscono i luoghi prativi tempo maggiormente diffuso di quanto