Acta Curiarum Regni Sardiniae 16. Il Parlamento Straordinario Del Viceré
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Acta Curiarum Regni Sardiniae 16. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona (1626) a cura di Gianfranco Tore ACTA CURIARUM REGNI SARDINIAE Volumi già pubblicati 1. 'Acta Curiarum Regni Sardiniae Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna Atti del Seminario di Studi (Cagliari, 28-29 novembre 1984) Cagliari, 1986 (seconda edizione, 1989). 2. Il Parlamento di Pietro IV dAragona (1355) a cura di Giuseppe Meloni Cagliari, 1993. 3. I Parlamenti di Alfonso il Magnanimo (1421-1452) a cura di Alberto Boscolo Revisione, apparati e note di Olivetta Schena Cagliari, 1993. 5. I Parlamenti dei viceré Giovanni Dusay e Ferdinando Girón de Rebolledo (1494-1511) a cura di Anna Maria Oliva e Olivetta Schena Cagliari, 1998. 12. Il Parlamento del viceré Gastone de Moncada marchese di Aytona (1592-1594) a cura di Diego Quaglioni Cagliari, 1997. 14. Il Parlamento del viceré Carlo de Borja duca di Gandía (1614) a cura di Gian Giacomo Ortu Cagliari, 1995. 16. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona (1626) a cura di Gianfranco Tore Cagliari, 1998. ACTA CURIARUNI ******t**tt********t* REGNI SARDINIAE ************t*****t** IL PARLAMENTO STRAORDINARIO DEL VICERÉ GEROLAMO PIMENTEL MARCHESE DI BAYONA (1626) a cura di Gianfranco Tore CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA C) Copyright Consiglio regionale della Sardegna, 1998 Redazione, stampa e distribuzione a cura dell'EDI.CO.S. (Editori Consorziati sardi) s.r.l. Vía Contivecchi 8/2 - 09122 Cagliari Tel. e Fax (070) 270507 Fotocomposizione e impaginazione, Artestampa Via Catalani 30 - 09128 Cagliari Comitato scientifico per la pubblicazione degli Atti dei Parlamenti sardi Il PRESIDENTE del Consiglio regionale On. SALVATORE ZUCCA, Vice Presidente del Consiglio regionale Prof. BRUNO ANATRA, ordinario di Storia moderna nell'Università di Ca- gliari Prof. ITALO BIROCCHI, ordinario di Storia del Diritto italiano nell'Uni- versità La Sapienza di Roma Dott. MARIAROSA CARDIA, ricercatore di Storia delle Istituzioni politiche nell'Università di Cagliari Prof. GUIDO D'AGOSTINO, ordinario di Storia delle Istituzioni politiche nell'Università di Camerino, membro della "Commission Internatio- nale pour l'Histoire des Assemblées d'États" Prof ANTONELLO MATTONE, ordinario di Storia delle Istituzioni politi- che nell'Università di Sassari Dott. GABRIELLA OLLA REPETTO, ispettore generale peri Beni archivi- stici Prof. MARCO TANGHERONI, ordinario di Storia medievale nell'Università di Pisa Segreteria del Comitato scientifico Dott. GIAMPAOLO LALLAI, capo Servizio segreteria del Consiglio regio- nale della Sardegna Dott. ANNA DESSANAY, funzionario del Servizio studi del Consiglio re- gionale della Sardegna Dott. MARIA SANTUCCIU, funzionario del Servizio amministrazione del Consiglio regionale della Sardegna A mio padre. I Gianfranco Tore Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona (1626) ABBREVIAZIONI ACA: Archivo de la Corona de Aragón, Barcelona ACC: Archivio Storico del Comune di Cagliari ACI: Archivio Storico del Comune di Iglesias BUC: Biblioteca Universitaria di Cagliari RAH: Real Academia de la Historia ASS: Archivio di Stato di Sassari ASC: Archivio di Stato di Cagliari. Antico Archivio Regio (AAR) ACS: Archivio del Comune di Sassari 1. Il Parlamento della «Unión de Armas» 1. Gli ultimi anni del regno di Filippo III furono caratterizzati da una complessa crisi sulla quale avevano influito la ridotta estensione delle terre coltivate, il collasso delle attività artigianali, l'iniqua politica fiscale, i vuoti demografici lasciati dalle epidemie e dall'emigrazione verso le Americhe, gli eccessivi privilegi dei nobili e degli ecclesiastici. Per con- sentire alla Corona spagnola di mantenere il prestigio che, fino ad allora, le era stato riconosciuto in Europa era necessario ristrutturare profonda- mente il sistema economico, ridurre i privilegi e superare il particolari- smo politico dei singoli regni che impediva alla monarchia di reperire le risorse finanziarie necessarie a rafforzare la compagine statale, costituire un'efficiente struttura amministrativa ed organizzare un esercito forte e agguerrito con il quale mantenere e difendere la preponderanza spagno- la in Europa 1. I privilegi concessi agli antichi regni impedivano infatti al sovrano di creare un efficiente sistema fiscale che consentisse di finanziare, con en- trate certe e costanti nel tempo, le spese militari e quelle necessarie ad assicurare il funzionamento delle strutture amministrative centrali e pe- riferiche. A contribuire regolarmente alle ingenti spese militari era stato solo il regno di Castiglia, ma il secolare drenaggio di risorse economiche e demografiche aveva finito con l'impoverire anche quest'area, rendendo indilazionabile una revisione generale dei rapporti tra i regni che com- ponevano la Corona spagnola così da porre tutti i sudditi di fronte ad eguali responsabilità. La scomparsa di Filippo III, la volontà restauratrice manifestata da Filippo IV, i processi avviati contro i duchi di Lerma e di UQeda, accu- sati di essere gli artefici dello sfacelo in cui stava precipitando la compa- gine statale, stavano creando un clima favorevole a profondi mutamenti politici 2. Per un quadro sufficientemente articolato delle vicende legate a questa problemati- ca cfr. AA.VV., Historia de Espaiia fundad4 por R. Menéndez Pidal voli. XXIII-XXVI, Madrid, 1982-1989. 2 Sui processi ai validos e sulla successiva svolta politica cfr. J. H. ELLIOTT, J. F. DE LA PERA, Memoriales y cartas del Conde Duque de Olivares. Politica interior: 1621 a 1627, vol. I, Madrid, 1978, p. XLII e ss.; e F. TOMAS VALIENTE, Los validos en la monarquía espaííola del si- glo XVII, Madrid, 1982. 11 A Madrid il terreno era stato già preparato dagli arbitristi e dalle corti castigliane che avevano chiesto a gran voce un concreto program- ma d'intervento 3. Don Baldassarre Zuiiiga e il conte de Olivares, mini- stri di Filippo IV, ripresero nel 1621 queste proposte e definirono un ar- ticolato progetto politico ed economico col quale si proponevano di ri- sollevare le sorti dell'agricoltura, dell'industria e del commercio dalla stagnazione in cui erano cadute. Il programma collegava le agevolazioni a sostegno degli agricoltori, degli artigiani e dei commercianti al progres- sivo incremento dell'imposizione fiscale a danno dei ceti privilegiati che godevano ancora di amplissime esenzioni. La nobiltà e il patriziato urba- no, sui quali sarebbero dovute gravare le nuove imposte, reagirono tutta- via negativamente a tali iniziative 4 e l'Olivares, convinto assertore della monarchia assoluta, per evitare che le corti respingessero i suoi progetti si vide costretto a patteggiare la collaborazione dei ceti privilegiati senza l'assenso dei quali nessun mutamento sarebbe stato possibile. Come emerge dal Gran Memorial che il Conte-Duca consegnò nel dicembre 1624 a Filippo IV, si trattava di porre le basi di una collabora- zione finalizzata a rafforzare il potere della Corona attraverso una com- plessa azione politica, legislativa ed economica 5. Questi intenti riforma- tori e le disposizioni emanate dal sovrano per riaffermare nei singoli re- gni l'autorità della Monarchia suscitarono crescente diffidenza soprattut- to negli stati che facevano parte della Corona d'Aragona, ove si temeva che egli volesse sopprimere gli antichi privilegi ed uniformare le istitu- zioni delle singole realtà statuali a quelle della Castiglia 6. Nel Regno di Sardegna, a farsi interprete di questi orientamenti cen- tralístici, fu il viceré Vivas il quale, facendo leva sui contrasti e sulle riva- lità esistenti tra la nobiltà residente a Sassari e quella dimorante a Ca- Su tali proposte di riforma, avanzate fin da quando era ancora in carica il duca di Lesmos, si veda A. GONZALEZ PALENCIA, La Junta de Reformación, Valladolid, 1932, p. 13-16. 4 Sulle resistenze dei ceti privilegiati ai progetti formulati dall'Olívares si veda quanto rilevano l'amo= e J. F. DE LA PESA, Memoriales y cartas cit., p. 2. 5 Sui progetti assolutistici inizialmente coltivati dall'Olivares cfr. J. H. ELLIOTT, El Conde-Duque de Olivares. El politico en una época de decadencia, Barcelona, 1990 (l'opera è sta- ta recentemente tradotta in italiano); e F. CHAMORRO, Yo, Conde Duque de Olivares. El arte de lo imposibile, Barcelona, 1989. Una articolata analisi del Gran Memorial in J. H. ELLIOTT, J. F. DE LA PENA, Memoriales y cartas cit., doc. IV, pp. 49-100. Per l'ideologia che sottende l'a- zione politica del Conte Duca si veda inoltre, sempre dell'ELLioTT, Introspección colectiva y decandencia en Espana a prilzcipios del siglo XVII, in AA.VV., Poder y Sociedad en la Espana de los Austrias, Barcelona, 1982, pp. 118-223. 6 Su questi aspetti e sui problemi politici interni alla società spagnola nell'età di Filip- po IV si veda AA.VV., La Espana del Conde Duque de Olivares. Encuentro Internacional celebra- do en Toro (Zamora) los dias 15-18 de setembre 1987, Valladolid, 1990. 12 gliarí, durante il Parlamento celebrato nel 1624 aveva fatto votare il do- nativo e concludere le Corti senza tener conto del dissenso manifestato da alcuni dei più influenti membri degli Stamenti. Prima di ricevere il nuovo incarico egli era stato, per diversi anni, ambasciatore a Genova ed aveva fatto da tramite fra la corte madrilena e gli stati italiani gestendo i più riservati progetti della monarchia. Avendo percepito il rapido mutare del clima politico a corte, fin dal 1623 il Vivas si era adoperato per far prevalere anche in Sardegna quelle istanze