Elisa Gerolimetto 2019.Pdf
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Indice Premessa 3 Introduzione 5 1 La tromba: principi e storia dall’antichità al XVII secolo 13 1.1 Le origini 13 1.2 Il Medioevo 20 1.3 Il Rinascimento 25 1.4 Il Barocco 29 2 L’ambiente veneziano 37 2.1 Il fasto della Serenissima 37 2.2 La cappella musicale della Basilica di San Marco e le 42 cerimonie di Stato 2.3 Zorzi Trombetta e il complesso dogale 50 2.4 Le trombe d’argento del Doge 59 2.5 La musica all’interno delle confraternite 69 2.6 Trombe e pifferi nelle manifestazioni delle Scuole Grandi 73 2.7 Trombe e pifferi nelle manifestazioni delle Scuole Piccole 84 2.8 La tromba nell’opera veneziana 90 3 La tromba squarciata 93 3.1 I diarii di Marin Sanudo 93 3.2 Le descrizioni della messa di ringraziamento di Claudio 101 Monteverdi 3.3 Il termine tromba squarzada 109 3.4 L’Accademia Filarmonica di Verona 113 3.5 La tromba squarciata nell’iconografia veneziana 122 Conclusioni 127 Appendice 135 Riferimenti bibliografici 157 1 2 Premessa Desidero ringraziare il professor David Douglas Bryant e il professor Sergio Durante, relatore e correlatore di questa tesi e fonti di inesauribile conoscenza, per avermi trasmesso la passione per la ricerca ed avermi guidato in questo percorso. Un sentito ringraziamento va a Michele Magnabosco, Bibliotecario conservatore presso l’Accademia Filarmonica di Verona, per la disponibilità, l’aiuto ed il materiale fornito, indispensabili per l’elaborazione di alcune riflessioni. Un ringraziamento anche al professor Luigi Collarile, docente di Semiotica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ed al professor Marco Massimo Di Pasquale, docente di Storia della Musica presso il Conservatorio Statale di Musica “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, per aver contribuito alla delucidazione di alcuni enigmi organologici. Uno speciale ringraziamento anche al Maestro Diego Cal, docente di Tromba presso il Conservatorio Statale di Musica “Cesare Pollini” di Padova, al Maestro Gabriele Cassone, docente di Tromba presso il Conservatorio Statale di Musica “Guido Cantelli” di Novara ed al Maestro Igino Conforzi, docente di Tromba presso il Conservatorio Statale di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna, per avermi entusiasmata nello studio della tromba da un punto di vista diverso ed avermi fornito dei preziosi consigli senza i quali la stesura di tale elaborato non sarebbe stata possibile. Elisa Gerolimetto 3 4 Introduzione Gli strumenti musicali appartenenti ai secoli scorsi sono stati motivo di molti dibattiti in campo musicologico. La storia, la struttura, la classificazione ed il funzionamento di uno strumento musicale non sono infatti sempre facili da ricostruire, soprattutto nei casi in cui gli strumenti stessi risultano scomparsi o si sono conservati in modo precario. Fino al 2000 la ricerca italiana è inoltre rimasta vincolata agli interessi e alle esigenze dei singoli ricercatori, «perlopiù inclini agli studi sulla liuteria e sugli organi»1. La ricerca storica si avvale della raccolta di quante più informazioni siano usufruibili per poter avanzare delle ipotesi fondate e, per valutare la rilevanza di un modello in un determinato ambiente musicale o in un luogo preciso, è necessario interpretare le varie informazioni in modo corretto. Le tavole dei trattati o le stesse fonti musicali talvolta possono risultare inaccurate o fantasiose tanto quanto le fonti iconografiche. Poiché il fine degli artisti è raramente legato alla riproduzione di scene musicali fini a se stesse, le rappresentazioni non sono necessariamente da considerarsi come uno specchio della realtà. La lettura iconografica presenta infatti non poche problematiche legate sia ai repertori dei singoli artisti che al contesto, alla tecnica ed allo scopo per cui l’opera ha preso vita. Nel caso degli strumenti musicali è di fatto da tenere a mente come questi siano spesso soggetti ad alcune deformazioni morfologiche, utilizzate come mezzo per enfatizzare alcuni chiari messaggi simbolici. Nel caso della tromba, allegoria per eccellenza della Gloria e della Fama, la campana è ad esempio assiduamente rappresentata in modo esagerato o con delle insolite svasature proprio per enfatizzare il messaggio divino. Dal momento che gli strumenti e gli strumentisti sono stati spesso rappresentati ed identificati in modo ambiguo nelle fonti, non è sempre possibile estrapolare delle informazioni cristalline. Alcuni esempi eclatanti sono riscontrabili negli inventari dell’Accademia Filarmonica di Verona, dove i tromboni sono elencati a seconda del catalogo e del periodo in modo diverso, oppure negli elenchi dei pagamenti agli 1R. Meucci, Organologia: definizione e contenuti di una recente disciplina, in Rendo lieti in un tempo gli occhi el core. Il museo degli strumenti musicali del Conservatorio“Luigi Boccherini” di Firenze, a cura di M. Branca, Livorno, Sillabe, 1999, p. 110. 5 strumentisti ingaggiati per le cerimonie, le processioni o gli eventi ludici, nei quali i nomi degli esecutori e dei vari strumenti venivano talvolta modificati. La mancanza di informazioni trasparenti denota molta confusione negli scrittori e archivisti i quali, commettendo tali errori, non avrebbero dovuto avere una grande conoscenza né della musica né degli strumenti stessi. Lo scarso interesse organologico di suddette figure professionali emerge in particolare dalla frequenza con cui sono utilizzati erroneamente la maggior parte dei termini nei diversi documenti. Considerato che nei libri contabili il principale obiettivo era la semplice registrazione degli avvenuti pagamenti, l’abbinamento dei nominativi ai relativi strumenti avrebbe causato un grande spreco di tempo per gli amministratori. La pratica più utilizzata per indicare i pagamenti ed evitare inutili digressioni sarebbe stata con tutta probabilità quella di scegliere in modo arbitrario il nome di uno strumento ed applicarlo poi in abbinamento ai vari strumentisti2. Per quanto riguarda la città di Venezia lo studio degli ottoni, ed in particolar modo della tromba nel XVII secolo, ha fatto emergere alcune problematiche circa la nomenclatura, la forma e l’uso delle trombe squarciate. Presenti nelle descrizioni di alcune processioni e cerimonie veneziane tra Cinquecento e Seicento, questi strumenti non sono stati ancora identificati in modo certo a causa della mancanza di esemplari, partiture e soprattutto di chiare associazioni terminologiche. Nonostante le numerose apparizioni dei termini tromba e squarciata in fonti quasi esclusivamente veneziane, nessun commentatore ha effettivamente utilizzato tali termini nel descrivere dettagliatamente uno strumento. La presenza delle trombe squarciate è infatti solamente menzionata nelle descrizioni delle processioni veneziane di Marin Sanudo e Francesco Sansovino e in due documenti riferiti alla descrizione dell’esecuzione musicale della messa di ringraziamento di Claudio Monteverdi, senza alcuna chiara associazione alle 2Un esempio di tale pratica è riscontrabile in un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Treviso in cui viene menzionato il pagamento del trasporto di una “cassa delle violle”. Gli strumentisti della cappella del Duomo di Treviso sono però trombonisti. Oltre ai suonatori del Duomo per l’esecuzione riferita al documento in oggetto risultano pagati anche un violino, un trombone, un liuto e una viola. Cfr. Archivio di Stato di Treviso, Corporazioni religiose soppresse, monastero di Santa Maria Nova di Treviso, b. 37, reg. segnato «Vacheta delle discrete del anno 1587» sulla copertina; Archivio di Stato di Treviso, Corporazioni religiose soppresse, monastero di San Teonisto di Treviso, b. 72, reg. segnato «Zornal ordinario del monastero de San Theonisto de Treviso de l’anno 1596». 6 fonti iconografiche3. Quelle in oggetto, rappresentando fino ad ora le uniche testimonianze dell’impiego della tromba squarciata in un’esecuzione di musica appositamente scritta per un evento, risultano essere fonti di straordinaria importanza4. Lo scritto del cronista Marco Ginammi5, testimone dell’evento, ed il documento presente nei Cerimoniali dell’Archivio di Stato di Venezia, solleverebbero fra l’altro un quesito circa l’esecuzione di tale Messa la cui musica, non essendo pervenuta alcuna partitura espressamente dedicata, è stata identificata con alcuni frammenti de La selva morale di Claudio Monteverdi6. Ad aver contribuito all’errata associazione della tromba squarciata al trombone non è stata solamente l’indicazione in tale partitura dei tromboni come strumenti opzionali, ma anche la loro catalogazione e associazione alla tromba squarzada negli inventari della collezione di strumenti musicali dell’Accademia Filarmonica di Verona7. Approfondendo gli studi di Jeffrey Kurtzman e Linda Maria Koldau sulla risoluzione del problema che ruota attorno all’identità della tromba squarciata, è emerso inoltre un documento molto interessante che, nel caso in cui non fosse frutto di un refuso, potrebbe portare alla formulazione di alcuni quesiti piuttosto interessanti. Nel documento in questione, contenuto all’interno della celebre opera settecentesca Verona illustrata di Scipione Maffei8, la tromba squarciata viene menzionata come il soggetto del trattato Tutta l’arte della trombetta, donato nel 1614 all’Accademia Filarmonica di Verona assieme ad una tromba da Cesare Bendinelli stesso. Come è stato ben chiarito da Michele Magnabosco, gli inventari dell’Accademia 3Nonostante le descrizioni degli eventi menzionati siano stati rappresentati da alcuni artisti, nell’iconografia non vi è alcun chiaro riferimento agli strumenti identificati con il termine tromba squarciata. Cfr. paragrafo