And ANTON CORBIJN LOOKING BACK
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U2 and ANTON CORBIJN LOOKING BACK www.vogue.it/l-uomo-vogue/cover-story 0479_UV_1703_U2.indd 150-151 06/03/17 12:29 “The Joshua Tree” compie 30 anni. In esclusiva gli outtakes dal celebre shooting dell’album Il ricordo dei giorni trascorsi sul set nelle parole del fotografo olandese «Non ne ho colto immediatamente la portata: capita con i capolavori» L’ultima giornata dello shooting itine- shua, che esortava il suo po- nia. «Ne vado ancora fiero: ricordano le facce rante organizzato per il lancio di “The polo a seguirlo verso la Terra d’immigrati appena sbarcati in America. Ma con Joshua Tree” non era iniziata nel mi- Promessa. Il mattino dopo, il successo del disco quelle foto circolarono ovun- gliore dei modi. «Con gli U2 eravamo scendendo a fare colazione que, finendo col promuovere un’immagine fin reduci da un paio di tappe in un villag- con una Bibbia in mano, Bo- troppo seria degli U2, che faceva un po’ a pugni gio fantasma nei pressi dello Yosemite no ci comunicò che “The Jo- con il loro nuovo status di popstar planetarie». Park e nella Death Valley. Poi ci siamo shua Tree” era il nuovo titolo Per riequilibrare la situazione, da “Achtung baby” fermati a una capanna abbandonata dell’album». A quel punto il in poi Corbijn scelse di rappresentarli con uno sti- sulla strada per Palm Springs e Bono è fotografo si mise alla ricerca le più giocoso, meno documentaristico. «La band andato su tutte le furie: per lui era una dell’albero giusto da usare ha sempre avuto un occhio di riguardo per i temi perdita di tempo», ricorda il fotografo e come sfondo del celebre ri- sociali, ma questo non vuol dire che i ragazzi non regista olandese Anton Corbijn, che tratto che appare all’interno si divertissero, anzi. Le facce serie di “The Joshua aveva organizzato il viaggio. «Gli rispo- del 33 giri. «Lo trovai il secon- Tree” in realtà sono dovute al freddo che faceva si che ritrarre i dettagli è importante do giorno, a sud di Zabriskie (per dare maggiore coerenza all’ambientazione quanto scattare grandi panorami sce- Point, dove avevo scattato desertica, Corbijn aveva chiesto ai musicisti di to- nografici». Fortunatamente Corbijn, quella che poi divenne la foto gliersi i cappotti, anche se era dicembre e le tem- definito da alcuni il “quinto membro di copertina. Decisi di utiliz- perature erano di poco sopra lo zero, nda)». della band” (e celebre per aver conce- zare una lente panoramica Quello sull’immagine della band non è il solo pito anche l’immagine dei Depeche che non conoscevo per sfrut- “malinteso” nato dal servizio fotografico: il titolo Mode, per la regia di molti video musi- tare al massimo l’ampiezza dell’album ha indotto molti appassionati a pensa- cali, e per aver diretto i film “Control” e del paesaggio». Solo una set- re che le foto siano state scattate nel Joshua Tree “The American”), si era già conquistato timana dopo, ritirando i nega- National Park, che invece si trova 300 chilometri la fiducia dei musicisti irlandesi scattan- tivi dal laboratorio, Corbijn più a sud. «Non sono mai stato in quel parco ma do le immagini per tre dischi preceden- realizzò il rischio che aveva purtroppo l’equivoco ha segnato anche una tra- ti. A ben guardare anche il titolo del corso: le foto erano tutte leg- gedia: nel 2011 una coppia di fan si è avventurata nuovo album, che avrebbe trasformato germente sfuocate, con un alla ricerca dell’albero e ha perso l’orientamento; gli U2 in giganti del rock mondiale, era unico soggetto nitido sullo sono morti per insolazione». Tra l’altro, anche se i nato da una sua intuizione. «All’inizio sfondo, l’alberello. «All’inizio due fossero stati a conoscenza dell’esatta loca- del viaggio doveva chiamarsi “The de- provai un tuffo al cuore e tion della celebre foto, dell’albero non avrebbe- sert songs” o “The two Americas”. Per pensai: ho fatto un casino. So- ro trovato traccia. «Non c’è più, è stato tagliato questo avevo scelto come ambientazio- lo in un secondo momento o forse è morto, ucciso dai fan che si sono porta- ne i deserti californiani. Ma il primo mi resi conto che il risultato ti a casa pezzi di rami per ricordo». Conclude giorno raccontai a Bono la storia di un così era ancora più potente». Corbijn, ripensando a quei giorni memorabili: albero di quei luoghi, che i coloni mor- Nel ritratto Bono, The Edge, «L’unico rimpianto è di non averne colto im- moni avevano battezzato “Joshua Tree” Larry e Adam hanno espres- mediatamente la portata. Ma è normale: è dif- perché con i suoi rami ricordava le sioni intense e orgogliose ma ficile realizzare di essere davanti a un capola- braccia alzate al cielo del profeta Jo- velate da un filo di malinco- voro mentre ci stai lavorando». Nicola Scevola 0479_UV_1703_U2.indd 152-153 06/03/17 12:29 Per il critico dell’Irish Times più vicino alla band è un disco ancora attuale, «perché si innesta perfettamente nel quadro sociopolitico di oggi» Bono sta sorseggiando una caipi- frirà loro l’occasione di una Edge: «Se ripenso a quando sono state scritte rinha, mentre mi spiega che gli U2 “working vacation” prima originariamente quelle canzoni e poi rifletto hanno appena scoperto che esiste dell’uscita – forse alla fine su quest’epoca di sconvolgimenti globali, di anche la retromarcia… «Non mi è del 2017, ma la data è da movimenti politici di estrema destra e di vio- mai interessato ciò che avevamo già confermare – del nuovo al- lazione dei diritti umani fondamentali, sem- fatto, solo ciò che stavamo per fare. bum registrato in studio. bra quasi che abbiamo chiuso il cerchio. Pro- Ma a un certo punto arriva il mo- Nel clima di incertezza po- prio perché quei brani sembrano ora così at- mento in cui non guardare al passa- litica provocata dalla tuali e profetici, abbiamo deciso di fare una to diventa quasi anormale». L’occa- Brexit e dall’elezione di serie di concerti per celebrare l’album, ci è sione di scrutare in profondità nel Trump e con il futuro della sembrata la cosa giusta da fare in questo mo- vissuto della band arriverà quest’an- UE in qualche modo in bi- mento storico preciso». Gli U2 hanno sempre no, quando gli U2 riporteranno in lico, il gruppo sa bene che avuto un grande feeling con i loro fan italiani tour “The Joshua Tree”, l’album del le idee e le speranze rac- e parlano ancora della connessione che si era 1987 che il 9 marzo festeggia chiuse in quella manciata creata con il pubblico nel corso del primo trent’anni dalla prima uscita (con di canzoni risulteranno tour per “The Joshua Tree” nel nostro paese, una riedizione speciale di Island Re- estremamente attuali an- culminato con un memorabile concerto allo cords, in vendita a giugno). Gli U2 che per un pubblico di oggi. stadio Flaminio di Roma nel maggio del tornano dunque al loro passato per “The Joshua Tree” è stato 1987; Reggio Emilia nel 1997 avrebbe rega- dare un senso al loro futuro: “The concepito come una lettera lato agli U2 il loro pubblico più numeroso di Joshua Tree” ha venduto 25 milioni d’amore/odio all’America, sempre (170.000 persone), mentre il dvd live di copie, e di fatto trasformato i 4 ra- passione per il cinema, la del Vertigo tour è stato registrato a San Siro gazzi di Dublino in superstar della musica e la letteratura del a Milano nel 2005. Come spiega Bono: «For- musica a livello mondiale. È l’album paese, e avversione per un se noi irlandesi non vestiamo bene come gli che ha cambiato completamente la governo repubblicano di italiani, e forse non mangiamo neanche bene loro vita e un tour estivo di quattro destra (il presidente all’e- come loro, ma di certo sappiamo cantare al- mesi (con due date allo Stadio Olim- poca era Ronald Reagan, trettanto bene. La patria dell’opera sarà pico di Roma, il 15 e il 16 luglio) of- ndr). Dice il chitarrista The sempre casa anche per gli U2». Brian Boyd 0479_UV_1703_U2.indd 154-155 06/03/17 12:29 Death Valley, il fascino di un luogo sacro e maledetto Tra i pionieri, Charles Manson e Joan Didion All’inizio degli anni 60, Joan Didion muore, la sua giovane fi- molti anni in California e i miei ricordi della si trovava nell’Enterprise Motel danzata sopravvive ma ha Death Valley sono legati a una serie di Fe- and Trailer Park nella Death Valley un’emorragia interna ed è stival musicali ispirati ai Grateful Dead. I a scrivere un saggio intitolato “On sotto shock. Un’infermie- raduni si chiamavano “Dead in the desert” morality”. Fuori c’erano 48 gradi. ra che passa in macchina e si svolgevano in mezzo alla steppa arida. L’aria condizionata era rotta ma lei davanti al luogo dell’inci- All’inizio non capivo quale fosse l’appeal di teneva aperto lo sportello del free- dente raccoglie la ragazza stare a quaranta gradi senza un filo di ombra zer. Avvolgeva cubetti di ghiaccio in e attraversa, lasciando il mentre dei signori di una certa età in tie-dye stracci che si passava dietro al collo marito a vegliare il ca- ululavano “Fire on the mountain” dal palco, per rinfrescarsi. Joan Didion è stata davere, 185 miglia di de- ma dopo qualche giorno nel deserto la pro- una delle prime scrittrici a interpre- serto prima di trovare un spettiva cambiava. Diventava facile capire tare le sfumature culturali della Ca- ospedale.