La Letteratura

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La Letteratura IL NOTIZIARIO DELLA SCUOLA Anno 2010/2011 - Numero 1 – ISIS GESUALDO - www.isisgesualdo.it - tel. +39 0825-401094 LA SCUOLA IL TERRITORIO La nostra scuola, collocata tra la valle dell’Ufita, la valle del Calore e l’alta Irpinia, rappresenta per il ter- Il territorio presenta un profilo socio-economico tipi- ritorio un punto di riferimento formativo molto impor- co delle zone interne della Campania: agricoltura, tante. Sorta negli anni ’70, è costituita da tre diversi piccole imprese, prevalenza di pubblico impiego e Istituti: l’I.T.C. e l’I.P.S.S.C. con sede a Gesualdo in moderato sviluppo industriale. Piazza Canale e l’I.P.S.S.C. con sede a Mirabella Sono inoltre presenti aree di interesse archeologico Eclano in Via Roma. Essa offre una preparazione e paesaggistico, poco valorizzate per la mancanza culturale rigorosa che si completa con attività di la- di fondi adeguati al piano di sviluppo turistico. boratorio, dove si utilizzano le più moderne tecnolo- Il tasso di disoccupazione è elevato, il che ha fatto gie e stages formativi in aziende fuori regione, con riprendere il fenomeno dell’emigrazione. certificazioni spendibili sia all’interno dell’istituzione In quest’ultimo periodo molto importante è stata sia nel mondo del lavoro. Ciò che la nostra scuola si l’apertura di nuovi centri commerciali come “Il Car- propone è di formare figure professionali capaci di ro” di Mirabella Eclano che ha dato la possibilità di operare all’interno di aziende private e pubbliche e lavorare a numerosi giovani e di altri centri com- capaci di adattarsi alle trasformazioni e evoluzioni merciali adiacenti che rappresentano un punto di dei sistemi comunicativi e produttivi. Infatti una delle riferimento per le diverse esigenze della popolazio- caratteristiche del nostro Istituto è quella di garantire ne. una costante sinergia tra la realtà esterna e la pro- Cenca E. IIID fessionalità dello studente. 1 Anno 1 - Numero 1 LA STORIA DI MIRABELLA ECLANO Magia, ai cittadini Eclanesi fu concessa la cittadi- nanza Romana e alla città il titolo di ”Municipium”. Con tale Status incrementarono i traffici commer- ciali, e furono create infrastrutture quali l’acquedotto, le terme, il foro ed il teatro. Con l’avvento dei longobardi la città di Aeclanum fu compresa nel ducato di Benevento ma fu rasa al suolo a seguito della lotta tra Longobardi e Bizan- Gli insediamenti nel territorio dell’attuale comune tini. di Mirabella Eclano hanno origini molto lontane. Questo territorio, sin dall’antichità, è stato ricco di corsi d’acqua e terreni resi fertili da un clima mite. Le civiltà che si stanziarono appartenevano al po- polo dei Sanniti e degli Osci. Essi fondarono tra il VII e il VI secolo a.C. il villaggio di Aikolanom, do- po aver sterminato le popolazioni del luogo. Con il sopraggiungere delle truppe romane nel Sud Italia ed in particolare nel Sannio, tra il V e il I successivi scontri tra Papato e Normanni indus- sero i cittadini a trasferirsi in un luogo più difendi- bile e lontano dalle vie di comunicazione, troppo pericolose in quel tempo. Sorse così, nel luogo in cui oggi è edificata Mirabella Eclano, la città di Aquaputida che fu munita dai Normanni di un ca- stello. Durante la successione degli Angioini del Regno IV secolo a.C., vi furono numerose battaglie che delle due Sicilie il nome di Aquaputida mutò in Mi- penalizzarono molto le popolazioni Sannite ed Ir- rabella. La posizione geografica consentiva pine. Con la vittoria dei Romani contro Pirro e la gli scambi commerciali e culturali con Napoli gra- conseguente sconfitta dei Sanniti, la città di Ae- zie alla presenza del “Real cammino di Puglia” (ex clanum poté godere di un cinquantennio di pace via Appia). Nel 1862 il re Vittorio Emanuele II con- sotto il controllo di Roma. Con le guerre puniche, cesse ai cittadini di apporre al nome Mirabella il tuttavia, gli Irpini si schierarono nuovamente con- suffisso di Eclano. Undici anni più tardi fu conces- tro Roma a favore di Annibale e, con la distruzio- so il titolo di città e l’autorizzazione di possedere ne di Cartagine, Aeclanum subì molti saccheggi e lo stemma civico raffigurante la fenice che si sol- danni ma con l’intervento della potente famiglia leva da tre cumuli di roghi, rappresentante la ca 2 Anno 1 - Numero 1 pacità di Mirabella Eclano di rinascere dalle pro- I MISTERI prie ceneri in ogni epoca e contesto storico. I Misteri di Mirabella Eclano, che l'artigiano Anto- nio Russo, dopo dieci anni di intenso lavoro, con- segnò alla storia della sua città nel 1875, occupa- no ancora oggi un posto di rilievo nel patrimonio culturale di Mirabella Eclano. Rimasti sotto le ma- cerie del terremoto del 1980, furono recuperati con grande sollecitudine, riparati e restaurati. Di recente sono stati collocati nel museo. Pagina oscura della sua storia è rappresentata dai numerosi terremoti che hanno devastato tutta l'Ir- pinia. I più disastrosi sono stati quelli del 1456, del 1688, del 1732 e del 1980. Si tratta di circa trenta sculture in cartapesta, di grandezza naturale, riunite per gruppi su "tavola- ti" separati e distinti tra loro. Un tempo erano molto più numerose, ma gli anni e la fragilità del materiale ne hanno ridotto il nu- mero. Osservando le scene, l'opera può essere conside- rata un poema religioso, scritto con materiale di poco valore ma con grande perizia tecnica e abili- tà pittorica. I "Misteri di Mirabella" segnano la ri- scoperta del Venerdì santo inteso come momento di dolore, così fortemente presente nella cultura popolare della città. L’autore, dalla carta vecchia è riuscito a creare volti umani e corpi pieni di vita e con la sua fede a dare una commovente immagi- ne di Cristo e dei suoi santi. 3 Anno 1 - Numero 1 Inoltre i misteri di Mirabella sono un eccezionale Il Carro viene trasportato attraverso i campi e lun- documento storico: nella straordinaria varietà dei go le strade cittadine, da sei coppie di buoi e da personaggi scolpiti rivive la società eclanese tante persone. Aggrappati alle funi viene tirato a dell'Ottocento, con pregi e difetti. braccia per frenare la corsa e la caduta, conside- rata una grossa sventura. Nel 1881 e del 1961 il Carro si abbatté al suolo, annunciando la carestia che colpì l’Irpinia nel 1882 e il terremoto del 1962. La tirata dura circa cinque ore e si conclude con la benedizione degli animali. La tradizione del Carro è quella di essere smontato per essere poi rimontato verso la fine di agosto. Per tutta la dura- ta dell’anno, invece, è sottoposto a restauri, come se venisse curato, accudito, perfezionato, con un lavoro e un impegno incessante, come quello del contadino che il grano, fondamentale per la so- pravvivenza dell’essere umano. Esempio notevole di arte popolare, di artigianato pregevole, i Misteri di Antonio Russo rappresen- tano al meglio quello che può la fede nella vita di un uomo. IL CARRO Fu verso la metà del 1600 che i contadini iniziaro- no a donare alla Madonna Addolorata una parte di grano appena mietuto allestendo i carretti colmi di spighe, che dalle campagne giungevano fino al centro abitato; in effetti si trattava di piccoli obeli- schi, su cui veniva posizionata l’immagine della Madonna o di qualche santo, anch’essa di paglia intrecciata. La ricorrenza annuale di tale appun- A Mirabella Eclano il sabato che precede la terza tamento ha fatto sì che, con il passare del tempo, domenica di settembre, giorno in onore della Ma- si sia passati a quella collettiva, con la costruzione donna Addolorata, viene costruito un obelisco alto di un unico carro, più grande ed arricchito da pan- circa venticinque metri, il cui scheletro è costituito nelli di paglia lavorata a mano. da una struttura di travi di legno rivestite da pan- Classe IV D nelli di paglia, lavorata a mano. 4 Anno 1 - Numero 1 Giotto… l’arte in bottega Intervista a Fausto Giotto L’arte dell’intreccio iniziata ufficialmente alla fine D: Da quante generazioni esiste questa tradizio- del 1600, continua tutt’oggi grazie a Giotto Fau- ne? gno junior che, con la collaborazione di una équi- R: La tradizione ha origine lontane, c’è stata tra- pe di abili intrecciatori, rinnova di anno in anno il mandata da una famigòlia di Fontanarosa, per poi prezioso rivestimento, facendo brillare il giallo do- passare al mio bisnonno fino ad arrivare a me. rato del grano. D: Il modo di intrecciare la paglia ha subìto modi- fiche? R: No, però sono statì creatì nuovi intrecci di pa- glia del tipo a sette steli con fili di paglia rigorosa- mente dispari. D: Come sei solito scegliere la paglia? R: C’è da fare inizialmente una distinzione tra i diametri degli steli, i quali una volta selezionati, a seconda dell’impiego vengono messi in “ammollo” per renderli più maneggevoli e facilmente model- labili. Sono diversi i modi di trattare gli steli di paglia e la D: L’arte dell’intreccio e la realizzazione dei manu- lavorazione, non si misura in tempo. Un prezioso fatti rendono dal punto di vista economico? oggetto in paglia lavorata a mano è frutto di un R: No, non rende ricchi a livello economico, ma lento e duro lavoro dell’artista. sicuramente mi rende ricco nell’anima, perchè la mia arte è apprezzata non solo in italia ma anche all’estero. D: Nel corso di questi anni sei riuscito a trovare dei ragazzi interessati all’arte dell’intreccio? R: Si! Ci sono dei giovani del posto che hanno da- to vita ad un’associazione denominata: “Gli Amici del Carro”, i quali di tanto in tanto mi aiutano nella lavorazione della paglia.
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