Ad Usum Fratris…
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sonia chIodo con il patrocinio di Ad usum fratris… Catalogo della mostra tenuta Progetto espositivo Presentazione multimediale in Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze Fabrizio Monaci e Roberta Paganucci Biblioteca Medicea Laurenziana: Claudio Finocchi Miniature nei manoscritti laurenziani dal 18 marzo al 25 giugno 2016 Ifnet s.r.l.: Simone Falteri e dal 5 settembre 2016 al 7 gennaio 2017 Coordinamento generale organizzazione e segreteria Università di Firenze: Giovanni Martellucci Biblioteca Medicea Laurenziana Progetto scientifico Settore esposizioni e iniziative culturali Video di Santa Croce (secoli XI-xiii) Sonia Chiodo Anna Rita Fantoni, Roberto Seriacopi Presentazione a cura di Opera di Santa Croce Realizzazione Culturanuova, Arezzo Settore riproduzioni Eugenia Antonucci, Leonardo Meoni Allestimento Settore manoscritti-conservazione Machina s.r.l. La ricerca è stata svolta con il contributo del Ministero Ida Giovanna Rao con una introduzione di dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito Amministrazione Servizio biglietteria e accoglienza del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN Grazia Scarafile, Dina Giuliani, Antonella Taiti, Opera d’Arte Ida gIoVanna Rao 2009): Il libro miniato e il suo committente: per Carla Tanzi la ricostruzione delle biblioteche ecclesiastiche del Comunicazione Progetto grafico della mostra/Bookshop medioevo italiano (secc. IX-XIV). Silvia Scipioni Mandragora © 2016 Mandragora. Tutti i diritti riservati. Mandragora s.r.l. piazza del Duomo 9, 50122 Firenze www.mandragora.it Redazione e impaginazione Marco Salucci con la collaborazione di Giorgio Bencini, Francesca Del Zoppo Fotografie Archivio Diocesano, Udine Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo. Giovanni Martellucci, Unifi Opera di Santa Croce, Firenze The Pierpont Morgan Library, New York Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno, Pisa Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo. Stampato in Italia IsbN 978-88-7461-298-7 Mandragora Il più antico inventario della biblioteca dei francescani di Santa Croce che è pervenuto, stilato in- torno alla metà del Quattrocento, elenca 785 manoscritti, con pochissime esclusioni gli stessi che poco più di tre secoli dopo sarebbero stati trasferiti presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, se- condo le indicazioni contenute nel motuproprio del granduca Pietro Leopoldo del 3 ottobre 1766. Vicende successive, in questo volume ricostruite esemplarmente da Ida Giovanna Rao, avrebbero decurtato la raccolta, ma si trattò di dispersioni di modesta entità che, nella sostanza non hanno alterato in maniera significativa le originarie proporzioni tra i vari nuclei della biblioteca. Dei circa duecento manoscritti miniati individuati da chi scrive tra i codici che ci sono pervenuti, quelli miniati in Italia e anteriori all’anno 1300, cui questo volume è dedicato, sono ottanta, una trentina dei quali anteriori alla nascita stessa dell’Ordine. Il nucleo dei manoscritti miniati duecenteschi riflette la geografia artistica dell’epoca e si caratterizza infatti per la prevalente presenza di codici bo- lognesi cui si affiancano rari ma preziosi esemplari miniati in Umbria, ma deve essere integrato con i volumi francesi e inglesi duecenteschi, codici di studio con i testi dei maestri della scolastica che rappresentano una testimonianza ancora da scoprire degli stretti rapporti del convento dei france- scani fiorentini con la cultura d’oltralpe. Dovranno prima o poi anche essere studiati i manoscritti miniati del Trecento, che riflettono la diversificazione delle scuole locali nell’ambito della Penisola e il rilievo che la sede papale concede ai miniatori di Avignone, mentre la nuova passione per l’antico si riflette nei codici a “bianchi girari” donati alla metà del Quattrocento dal bibliotecario Sebastiano Bucelli. Quello che qui si presenta è dunque solo il primo capitolo di una storia lunga e avvincente che attraverso un osservatorio defilato, quale quello del libro miniato, si interroga sul rapporto dei minori fiorentini con le arti figurative ma più in generale con la cultura del proprio tempo. La mostra e il catalogo che raccolgono i risultati dello studio del nucleo più antico dei mano- scritti miniati italiani di Santa Croce sono il risultato di una felice sinergia tra le risorse intellettuali e finanziarie del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. La ricerca, che ne è la necessaria premessa, è stata svilup- pata infatti nell’ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale coordinato da Alessandra Perriccioli Saggese (Napoli, II Università) intitolato “Il libro miniato e il suo committente: per la ricostruzione delle biblioteche ecclesiastiche del medioevo italiano (IX-XIV sec.)” finanziato dal MIUR nel 2009, ma devo alla disponibilità della Biblioteca Medicea Laurenziana che ha accolto e “adottato” il progetto, includendolo nella programmazione delle attività culturali promosse e so- stenute dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, la possibilità di affiancare al volume l’esposizione di gran parte dei manoscritti in esso inclusi, in una successione che per quanto possibile vuole ricordare quella con cui si disponevano nei plutei della biblioteca antica. In ragione di ciò i miei primi e sinceri ringraziamenti vanno ad Alessandra Perriccioli Saggese e agli altri membri del gruppo di ricerca insieme a Ida Giovanna Rao, che prima come responsa- bile dei manoscritti poi come direttrice della Biblioteca Medicea Laurenziana mi ha dato fiducia e ha sostenuto con determinazione e straordinaria liberalità il progetto. Grazie poi ad Andrea De Marchi, Teresa De Robertis e Stefano Zamponi che mi hanno esortato ad “aggredire” la biblioteca di Santa Croce e che spero non resteranno troppo delusi. E grazie per il supporto in vario modo fornito da Giuseppe De Michele, Simone Falteri, Giovanni Martellucci, Laura Regnicoli, Ludovica Sebregondi, Claudia Timossi, Vera Valitutto, Julia Weiss, dall’editore Mario Curia, dai suoi impa- gabili collaboratori Marco Salucci e Paola Vannucchi, Giorgio Bencini e Francesca Del Zoppo. La mia gratitudine va infine ad Alvaro Saieh per la sua generosa disponibilità. soNIa chIodo introduzione Introduzione In una copia cartacea di uso interno dei “Negozzi attinenti alla Regia Biblioteca Laurenziana dall’anno 1757 all’anno 1779” (fig. 1)1 si legge: Dalla cassa dell’arte de’ Mercatanti si passino in mano del canonico Angiolo Maria Bandini gli scudi sei, lire sei, soldi sette e otto denari salvo im(previsti), risultanti dall’avanzo della vendita de’ banchi ed altro già esistente nello stanzone del convento di S. Croce, ove era la Libreria attenente a detta arte, dopo saldati i conti relativi al trasporto e collocazione de’ medesimi nella Laurenziana, acciò il suddetto canonico bibliotecario faccia con tal denaro ricuoprire e risarcire que’ codici, che ne abbisognano. Dato in Firenze, lì otto aprile mille settecento sessantasette. Pietro Leopoldo M(anu) p(ropria) V(isto) Rosenberg Guadagni Subito sotto, ma cronologicamente precedente: Si trasportino nella Libreria Laurenziana tutti i codici manoscritti che esistono nella libreria del Convento di Santa Croce di questa città, attenente all’arte dei Mercatanti. Ed il luogotenente fiscale dia gli ordini e disposizioni opportune per la loro traslazione, e per la respettiva consegna di essi codici al bibliotecario di detta Libreria Laurenziana. Dato in Firenze, lì tre ottobre 1766. Pietro Leopoldo M(anu) p(ropria) V(is)t(o) Rosenberg Guadagni Risale quindi al 3 ottobre 1766 il motuproprio di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena (1747- 1792), granduca di Toscana (1765-1790), che dispose il collocamento della libreria dei frati di Santa Croce nella Biblioteca Laurenziana, dove fu trasferita il 16 dello stesso mese, con il be- neplacito del diplomatico austriaco, suo maggiordomo maggiore e presidente del consiglio di Finanze, conte Francesco Orsini di Rosenberg (1723-1796) e del rinomato giurista fiorentino Leopoldo Guadagni (1705-1785). Sei mesi dopo lo spostamento, l’8 aprile 1767, i medesimi firmatari stabilivano anche uno stanziamento economico per il restauro e la legatura dei volumi, praticamente autofinanziato dalla vendita delle suppellettili della libreria appena soppressa. Curiosamente, in Laurenziana, nella filza dei «Negozzi» appena citata, non si trovano altri riferimenti puntuali, o inventari, dei codici attinenti all’importante dislocazione di cui sopra. Forse la motivazione è da cercare nel quarto volume del monumentale Catalogus2 del prefetto della biblioteca, il canonico Angelo Maria Bandini (1726-1803), pubblicato nel 1777, un decen- nio dopo la soppressione, che è quasi interamente dedicato proprio alla descrizione dei codici latini della biblioteca di Santa Croce – gli unici sei volgari sono descritti nel quinto tomo3 – corredata da un’esauriente presentazione storica della collezione.4 1. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 5 In esso il numero totale dei pezzi della collezione di Santa Croce risulta di 772,5 di cui 601 dex. 1 (cat. 6), f. 210r (particolare). (595 + 6) sono quelli arrivati in Laurenziana e regolarmente catalogati, sei i dispersi,6 165 i ma- 7 introduzione introduzione