All. 3 Documento Di Indirizzo Per La Qualificazione Del TPL Nel Bacino
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Documento di indirizzo politico- programmatico per la qualificazione della mobilità e del TPL nel bacino modenese Il presente documento si pone l’obiettivo di accompagnare il percorso di autoriforma dell’Agenzia per la mobilità previsto dalla LR n°10 del 20/06/2008 e dall’Intesa quadro sottoscritta dalle Province e i Comuni principali soci delle Agenzie, e che dovrà essere reso efficace entro il 31.12.2010. Un processo come questo non può infatti a nostro avviso, non essere supportato da linee di indirizzo politico-programmatiche che orientino e chiariscano i compiti dell’Agenzia e che indichino le priorità per la qualificazione della mobilità e del TPL nel bacino modenese L’evoluzione del sistema della mobilità delle persone e delle merci ha evidenziato sino a ora un’importante crescita dei consumi di trasporto privato e una tendenziale marginalizzazione del trasporto collettivo, seguendo un andamento riscontrabile anche a livello nazionale. Le esperienze sino a oggi maturate nel rapporto tra pianificazione territoriale e pianificazione trasportistica, come evidenziato e contenuto all’interno del PTCP della Provincia di Modena, si sono quindi rivelate per certi aspetti inadeguate, anche a seguito dell’accelerazione dei processi di trasformazione avvenuti sul territorio. Tuttavia il periodo di crisi economica ha frenato il trend di crescita nell’acquisto/rinnovo di mezzi a motore e ridotto in modo significativo i trasporti di merci anche sul nostro territorio, senza aumentare, di fatto, la domanda e l’uso del mezzo pubblico presente. Nell’ottica di perseguire più elevati livelli di sostenibilità del sistema di mobilità , e puntare ad una sua qualificazione, è indispensabile focalizzare la strategia su finalità principalmente inerenti a: 1. evitare l’ulteriore rafforzamento della dipendenza del sistema economico-sociale e territoriale dal trasporto individuale; 2. fornire segnali corretti di incentivo/disincentivo per orientare positivamente i comportamenti modali; 3. consentire che la scelta anche solo ‘volontaristica’ di comportamenti responsabili possa avvenire senza che questo comporti penalizzazioni eccessive dei livelli di benessere personale o dei costi economici. Dai tre punti sopra elencati discendono altresì i seguenti principali obiettivi specifici: 1. orientare gli sviluppi insediativi e la localizzazione delle attività in funzione dei profili di accessibilità, e al tempo stesso evitare di rafforzare lo sviluppo lungo corridoi che non vedano la presenza di un adeguato sistema di trasporto collettivo; 2. inserire/rafforzare gli elementi di governo della mobilità meccanizzata privata, attraverso l’adozione di opportuni “segnali di prezzo” e/o di vincoli da imporre ai segmenti di domanda strutturalmente più elastici; 1 3. evitare di converso di stimolare lo sviluppo di domanda automobilistica incrementando prestazioni e capacità della rete stradale in assenza di fenomeni congestivi e/o di altre criticità rilevanti; 4. prevedere la copertura del territorio con sistemi alternativi all’auto privata, cui garantire livelli di flessibilità, accessibilità, qualità per quanto possibile uniforme, diversamente declinati rispetto agli specifici territori ed ambiti coinvolti. In tema di mobilità sostenibile, in coerenza con le politiche regionali e dei principali enti territoriali, occorrerà finalizzare sempre più gli investimenti pubblici e privati su alcune prioritarie azioni, che possano concorrere a raggiungere l’obiettivo anche di tutelare, migliorare e risanare la qualità dell’aria del nostro territorio. In particolare riteniamo che vadano moltiplicati gli sforzi per farsi che gli investimenti nel settore debbano essere volti principalmente a consentire un’effettiva attrattività del trasporto pubblico e a creare una diversione modale, rispetto al traffico veicolare privato, attraverso: Il potenziamento e il rinnovo dei veicoli del trasporto pubblico, anche mediante la riqualificazione del parco esistente, compreso quello filoviario di Modena, per il miglioramento dell’accessibilità e l’utilizzo di mezzi a basso impatto. Completamento del sistema di tariffazione integrata, con i servizi ferroviari regionali e potenziamento dei servizi di Infomobilità, con l’implementazione degli attuali sistemi tecnologici interoperabili di pagamento, di informazione, di comunicazione e di pianificazione del viaggio da parte dell’utenza; la promozione e il sostegno all’utilizzo del TPL con il rinnovo del parco veicoli e la realizzazione di infrastrutture che favoriscano l’uso del mezzo pubblico, come la riqualificazione delle fermate, le corsie riservate e controllate e la gestione delle flotte del trasporto pubblico, unite alle misure di razionalizzazione e di snellimento dei flussi di traffico urbano con l’applicazione delle migliori pratiche e tecnologie disponibili, come ad esempio la regolazione automatizzata degli impianti semaforici con precedenza ai mezzi pubblici, la diffusione della sperimentazione del telecontrollo sugli incroci semaforici e il controllo informatizzato degli accessi; il potenziamento delle politiche di marketing mirato alle diverse categorie di utenti, per l’utilizzo del TPL, anche attraverso agevolazioni tariffarie; lo sviluppo dell’intermodalità fra sistemi di trasporto pubblico, predisponendo, tra l’altro, punti di interscambio modale e migliorando l’accessibilità alle stazioni ferroviarie, con particolare attenzione allo sviluppo dell’integrazione ciclopedonale, prima fra tutti la realizzazione del nuovo polo intermodale di interscambio, con la nuova stazione delle autocorriere, presso lo scalo merci in dismissione della stazione FS, nonché il progetto di riqualificazione della stazione piccola; la diffusione della figura del Mobility Manager ed attuazione di azioni di mobility management, con il coinvolgimento di tutte le parti istituzionali, economiche e sociali presenti nel territorio, monitorando la concreta operatività dei mobility manager aziendali e di area previsti dal Decreto ministeriale del 27/3/1998 “Mobilità sostenibile nelle aree urbane” e verificando la redazione e l’attuazione dei Piani di spostamento casa-lavoro; la realizzazione e/o potenziamento dei servizi integrativi e complementari al trasporto pubblico locale, come i servizi a chiamata, il car pooling e l’incentivazione al rinnovo del parco auto pubblico e privato, con veicoli a basso impatto ambientale. 2 Non secondario rimane anche l’obiettivo del potenziamento della mobilità ciclistica e pedonale attraverso la condivisione di linee di intervento su area vasta già peraltro previste dagli strumenti di pianificazione, quali: creare continuità, capillarità e integrazione della rete ciclopedonale esistente, con particolare attenzione all’integrazione modale, anche mediante bike-sharing, con il sistema ferroviario; attivare azioni promozionali e di supporto alla scelta di mobilità ciclopedonale con servizi di noleggio biciclette, progetti partecipati di percorsi sicuri casa-scuola e casa- lavoro, accompagnata anche dalla realizzazione degli interventi di traffic calming, e l’introduzione nei centri urbani di sistemi automatici per il controllo dei limiti di velocità; attivare azioni monitoraggio della rete in relazione all’estensione, alla tipologia e all’utilizzo della stessa, al fine di costituire una banca dati regionale (cartografica e statistica) coordinata e condivisa con tutti i bacini provinciali; I servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) e il Piano dell’Agenzia della Mobilità (AMO) Il Piano di ristrutturazione del TPL del bacino modenese messo a punto dall’Agenzia della Mobilità di Modena rappresenta uno dei riferimenti più importanti e innovativi, utilizzati anche per la stesura dello strumento di Pianificazione provinciale (PTCP). Oltre alle ipotesi di razionalizzazione/ristrutturazione delle linee di trasporto, il Piano fissa alcuni importanti elementi strategici e che si vogliono qui riprendere come punti cardine attorno ai quali muovere le politiche per la mobilità: - l’individuazione delle stazioni ( ed una gerarchia tra esse) come luoghi privilegiati di organizzazione della mobilità sul territorio, cui garantire gli opportuni livelli di accessibilità multimodale, le necessarie funzioni di interscambio (in particolare per biciclette e bus), la presenza di servizi correlati con il rango di ciascuna di esse; - il riconoscimento di una gerarchia della rete , con l’identificazione di linee e di assi ‘forti’ che, debitamente attrezzati, possono costituire un riferimento sia per la riorganizzazione complessiva della rete che per il territorio; - la rete “forte” dovrà in particolare essere strutturata secondo uno schema più semplice e opportunamente gerarchizzato, in modo che sia facilmente leggibile e fruibile anche da un utente occasionale; - la valutazione dell’opportunità di adottare anche per servizi extraurbani su gomma, con particolare riferimento agli assi forti, forme di preferenziazione, ovvero procedere a investimenti stradali specificatamente mirati alla velocizzazione del TPL ; - il tentativo di estendere i servizi a zone storicamente poco servite come i grandi poli produttivi periurbani, oggi esclusivamente serviti dall’automobile, con l’intento di considerare per tali zone uno standard di base il disporre di un livello minimo di accessibilità garantito con il trasporto pubblico, facendo ricorso a servizi erogati con modalità flessibili e nel quadro di politiche della riorganizzazione degli spostamenti casa – lavoro, da realizzare attraverso apposite intese tra Associazioni imprenditoriali ed Organizzazioni