Culture Teatrali
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Culture Teatrali Studi, interventi e scritture sullo spettacolo 25, Annale 2016 Culture Teatrali SOMMARIO Studi, interventi e scritture sullo spettacolo Annali fondati e diretti da Marco De Marinis Nuova serie LA REGIA IN ITALIA, OGGI n. 25 – 2016 PER LUCA RONCONI 7 Claudio Longhi Direzione: Marco De Marinis Comitato Scientifico: Georges Banu (Université de la Sorbonne Nouvelle, Paris III); «L’unico responsabile sono io»? Josette Féral (Université de la Sorbonne Nouvelle, Paris III); Helga Finter (Justus Appunti di regia, ricordando Luca Ronconi (quasi un’introduzione) Liebig - Universität Giessen); Raimondo Guarino (Università di Roma III); Freddie 41 Luca Ronconi Rokem (Tel Aviv University); Nicola Savarese (Università di Roma III); Richard Il mio Teatro Schechner (New York University - Tisch School). Redazione: Fabio Acca, Laura Budriesi, Roberta Ferraresi, Claudio Longhi (resp.), 52 Mirella Schino Silvia Mei, Enrico Pitozzi. C/o Dipartimento delle Arti - Università degli Studi di Teatro come bene comune. La regia al suo nascere e il Novecento Bologna, via Barberia 4, 40123 Bologna. 66 Marco De Marinis Regia e post-regia: dalla messa in scena all’opera-contenitore Contatti online rivista: www.cultureteatrali.org - [email protected] 79 Lorenzo Mango Direttore responsabile: Marco De Marinis La regia dopo la regia. Tre variazioni sul tema 94 Enrico Pitozzi Peer review: la pubblicazione di un contributo su «Culture Teatrali» comporta il pas- Comporre secondo la logica del corpo: saggio attraverso un sistema di peer review affidato al comitato scientifico e alla redazio- un affresco della scena coreografica italiana ne. È in corso di adozione il sistema di valutazione esterna double blind peer review. 108 Laura Mariani La rivista «Culture Teatrali» è pubblicata con il contributo del Dipartimento delle Registe di teatro in Italia. Ce n’est qu’un début Arti dell’Università di Bologna. Per abbonamenti e acquisti postali rivolgersi a: DOSSIER LA MUSA METICCIA. VoLo publisher srl, via della Zecca 15, 55100 Lucca, tel. 0583/494820 MATERIALI D’AUTORE PER LA CONOSCENZA E LO STUDIO DELLA REGIA LIRICA [email protected] a cura di Gerardo Guccini Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 7374 del 6 novembre 2003 127 Gerardo Guccini ISSN: 1825-8220 “Regiekultur” vs “Regietheater”. Introduzione alla regia lirica contemporanea © 2015 by VoLo publisher srl via Ricasoli, 32 - 50122 Firenze. PARTE I GROTOWSKI-VACIS-MICHIELETTO: LA MUSICALIZZAZIONE DEL TEATRO Tel. +39/055/2302873 Email: [email protected]. Sito internet: www.lacasausher.it 137 Gerardo Guccini Vacis alla “Paolo Grassi”. Un iceberg pedagogico con diverse In copertina: Sturm und Drang, regia di Luca Ronconi, Firenze, Teatro della Pergola, 17 maggio 1995. Foto di scena di Marcello Norberth. ramificazioni nel campo della regia lirica (Emma Dante, Micheli, Michieletto, Muscato, Sinigaglia) ISBN: 978-88-98811-243 150 Damiano Michieletto Finito di stampare nel mese di dicembre 2016 presso Mediaprint srl - Verona. Tono, ritmo, volume PARTE II PROGETTO OPERABHUTAN LA REGIA IN ITALIA, OGGI PER LUCA RONCONI 160 Gerardo Guccini Verso un teatro d’opera euroasiano 167 Stefano Vizioli Sulla pagina bianca del teatro: Opera ESTrema DOSSIER INTORNO ALLA REGIA. TESTIMONIANZE DI LAVORO ALLE SOGLIE DEL NUOVO MILLENNIO a cura di Claudio Longhi 181 Fabrizio Arcuri, Pietro Babina, Eugenio Barba, Elena Bucci, Luigi De Angelis, Elio De Capitani, Pippo Delbono, Andrea De Rosa, Raffaella Giordano, Antonio Latella, Roberto Latini, Valter Malosti, Marco Martinelli, Mario Martone, Stefano Massini, Ermanna Montanari, Armando Punzo, Cesare Ronconi, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Virgilio Sieni, Federico Tiezzi, Gabriele Vacis INTERVENTI 221 Marco De Marinis Vuoti di memoria e filologia del quasi. A proposito di Valentina Valentini, Nuovo Teatro Made in Italy 1963-2013, con saggi di Anna Barsotti, Cristina Grazioli, Donatella Orecchia, Roma, Bulzoni, 2015 STUDI 239 Carmen Cutugno Reenactment: da Marina Abramovic´ all’intangible cultural heritage dell’Unesco 261 Roberta Ferraresi Una nuova teatrologia. Il processo di rifondazione degli studi teatrali in Italia fra gli anni Sessanta e Settanta 285 Note bio-bibliografiche e abstract Claudio Longhi «L’UNICO RESPONSABILE SONO IO»? APPUNTI DI REGIA, RICORDANDO LUCA RONCONI (QUASI UN’INTRODUZIONE) Je vais vous dire une chose: la mise en scène, on n’en a pas besoin. […] J’aime bien un bon metteur en scène qui fait de beaux éclairages, de beaux décors, etc. Mais c’est quand même une espèce de crabe qui s’est posé sur le théâtre qui n’a pas été utile pendant des siècles, et qui ne le sera pas à un moment donné. B.-M. Koltès, Une part de ma vie. Entretiens (1983-1989) La regia è simile a quei diritti sociali, come si dice nel gergo del movimento sindacale, che non si possono più rimettere in discussione. Sì, la regia equiva- le alle ferie retribuite istituite in Francia nel 1936 dal Front Populaire. Questa metafora, aldilà del suo carattere troppo concreto, ha il merito di ascrivere la regia al campo delle conquiste durature e di non considerarla come una fun- zione transitoria, da rimettere in discussione a ogni svolta e di cui dubitare in ogni momento di crisi. G. Banu, Il ruolo del regista. Cambia lo statuto, ma la regia resta Si le petit sauvage était abandonné à lui-même; qu’il conservât toute son im- bécillité et qu’il réunît au peu de raison de l’enfant au berceau, la violence des passions de l’homme de trente ans, il tordrait le col à son père, et coucherait avec sa mère. J. Diderot, Le Neveu de Rameau Circa due lustri fa, ormai quasi alle soglie degli ottant’anni, discorrendo – con una giovane studiosa – dell’arte smisurata ed etimologicamente stravagante di una delle sue compagne di viaggio più appassionate e devote, ossia Marisa Fabbri mancata il 10 giugno del 2003, Luca Ronconi, vincendo per una volta il suo proverbiale e quasi patologico pudore, il suo affilato e così affascinante cinismo, la sua riluttanza a rico- noscere e fin quasi ad ammettere la grandezza, con la sua consueta misura, non scevra di un dolente quanto rattenuto disincanto, dichiarava: Il teatro purtroppo dimentica presto. La memoria di quello spirito che ha ani- mato Marisa nel suo lavoro artistico, può essere vivo [sic!] solamente in chi l’ha conosciuta personalmente. L’etica e il significato dell’arte dell’attore, per una come Marisa, non trova molto riscontro nel teatro di oggi. Anche in questo consiste la sua eccezionalità non solo di bravura e di talento ma anche della sua 7 posizione e del rapporto che aveva con il teatro di dieci, venti, trenta o quaranta solvi in cui paiono riecheggiare, curiosamente, gli imperiosi accenti dell’astuta anni fa. Marisa è stata un’attrice outsider: questa era la sua forza e da un certo precettistica avanguardista del non certo amato Bert Brecht, vocata al più imper- punto di vista anche il suo limite soprattutto se vista con gli occhi di chi non sonale anonimato4: ha capito la sua non comune abilità, di chi non ha avuto la capacità di leggere i suoi spettacoli e le sue interpretazioni giudicandole non solo in base ai propri gusti personali1. Allontanati dai tuoi compagni alla stazione, / va’ al mattino in città con la giac- ca abbottonata, / cercati un alloggio e se un compagno bussa alla porta: / non aprire, oh non aprire la porta, / ma / cancella le tracce! // […] // Fa’ in modo, Eh già: «Il teatro purtroppo dimentica presto». Sono passati quasi ventiquat- quando conti di morire, / che non vi sia un sepolcro e riveli dove tu giaci, / con tro mesi dalla fin de partie del grande regista e quella laconica constatazione, così una epigrafe nitida che ti denunci / e l’anno della tua morte, che ti dimostri amara e bruciante nel suo apparente distacco, sembra ora ritrovare la sua puntua- colpevole! / Ancora una volta: / cancella le tracce! // (Questo mi fu detto)5. le e immancabile conferma proprio al crocevia col destino di chi con tanta impas- sibile fermezza l’ha enunciata. Quasi ventiquattro mesi, infatti, e già le suggestive Ma innegabilmente molto ha pesato la congenita inclinazione del teatro a di- visioni di uno dei più immaginifici uomini di teatro a cavallo tra XX e XXI secolo menticare, specie del nostro teatro. «Se ripenso alla mia carriera», era solito ripe- hanno cominciato rapidamente a sbiadire. La caleidoscopica e rutilante giostra tere Ronconi negli ultimi anni, «devo ammettere di essermi divertito molto; non dell’Orlando (1969) coi suoi incantesimi improvvisati da ciarlatani, la clinica Ore- posso non chiedermi – però – cosa rimarrà di tutto ciò che ho fatto. Probabilmente stea neocostruttivista di Belgrado (1972), sospesa tra archeologia e fantascienza nulla»6. Doveroso, quindi, per una rivista consacrata alla metodica coltivazione dei – e non ignara dell’antropologia di Lévi-Strauss –, i fiammeggianti sogni lacustri saperi teatrali, scientemente al plurale, combattere questi insidiosi vuoti di memo- della “romantica” Das Käthchen von Heilbronn di Zurigo (1972), incagliatasi sui ria per sottrarre alla «nebbia di sempre» un percorso così ricco, vivace e scoperta- banchi della burocrazia a metà strada tra utopia e realtà, gli sfarzosi sortilegi della mente antidogmatico come quello di Ronconi e doveroso farlo non nei termini ora- festa barocca di Fairy Queen (1987) persa nei giardini di Boboli al cospetto della ziani di una museificazione monumentale (e sclerotizzante), probabilmente invisa stupefatta Palazzina della Meridiana, le algide illustrazioni geometriche del Cal- prima di tutti allo stesso Luca, ma nella forma libera e irrisolta di una discussione derón (1978), astrazioni dei concettosi teoremi ottici di Velázquez, e poi ancora in fieri, capace di restituire il senso della ricerca incessantemente aperta di questo le prospettive impossibili e rifratte di Lodoïska (1991), le proiezioni circolari non artista (o forse meglio “produttore” di teatro) incline a sottoporre ad aspra critica euclidee di Infinities (2002)… su tutto un velo di polvere grigio e compatto ha ogni certezza (e ancora una volta si insinua inquietantemente tra le righe dei nostri iniziato a depositarsi inesorabile nel volgere di un paio di anni.