Raimondo Selli
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R A I M O N D O S E L L I IL BACINO DEL METAURO Descrizione geologica, risorse minerarie, idrogeologia A C U R A D E L L A C A S S A D I R I S P A R M I O D I F A N O Quando, nell'ormai lontano 1942, l'indimenticabile mio predecessore nella Presidenza di questa Cassa di Risparmio, Conte Cav. Guido Castracane, ebbe la felice iniziativa di fare eseguire uno studio geologico- applicato sul bacino del Metauro, per poter con esso far conoscere le risorse sfruttabili del sottosuolo dell'ampia Vallata Metaurense, e ne dava incarico al Senatore Professor Gortani, che iniziava il lavoro insieme al Prof. Raimondo Selli, dovette pensare che l'opera paziente degli studiosi si sarebbe potuta svolgere in un non lungo periodo di tempo in una relazione sintetica, capace di ulteriore sviluppo da parte di altri studiosi. Le vicende belliche fecero sospendere le ricerche, che furono riprese dal Prof. Selli nel 1947; ma tale ritardo giovò all'iniziativa, perché dette allo scienziato una maggiore possibilità di approfondire gli studi che hanno avuto per risultato un lavoro di grande valore illustrativo della Vallata del Metauro nella sua struttura geologica. Lo studio che è riuscito di una mole considerevole, accompagnato da numerose tavole illustranti la geologia del bacino del Metauro, nelle sue pratiche applicazioni, mette in luce le possibilità minerarie e idrologiche del medesimo: potrà quindi essere, senza dubbio, una guida per gli sviluppi industriali della Vallata del Metauro e per le utilizzazioni dei minerali, dei materiali da costruzione e dei combustibili che essa nasconde e delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Dando alle stampe il presente volume, sintesi del paziente e profondo lavoro dall'Autore compiuto, la Cassa di Risparmio di Fano ha creduto, in omaggio alla memoria del defunto Presidente, di porre in atto una volontà non espressa, ma nell'intimo dell'animo Suo desiderata, di far conoscere l'opera eminente compiuta da uno scienziato, e di contribuire validamente agli studi geologici diretti a fini eminentemente pratici nel bacino della maggiore Vallata della Provincia. Fano, 15 luglio 1954 Il Presidente della Cassa di Risparmio di Fano FILIPPO PASQUALUCCI PREMESSA Nella primavera del 1942 l'allora Presidente della Cassa di Risparmio di Fano, Conte Guido Castracane, diede al Sen. Prof. Gortani, Direttore dell'Istituto Geologico di Bologna, l'incarico di compiere uno studio geologico-applicato sul Bacino del Metauro, per conto di questa Cassa. Dopo un sopralluogo di alcuni giorni compiuto in compagnia del Prof. Gortani, cominciai il vero e proprio lavoro sul terreno nell'estate del 1942; le difficoltà varie dipendenti dallo stato di guerra mi costrinsero però, dopo poche settimane, a rimandare ogni cosa a tempi migliori. Questi si ripresentarono solo nel 1947, durante il quale anno attesi per oltre quattro mesi consecutivi alle ricerche sul terreno. Condussi poi in seguito il rilevamento geologico particolareggiato di buona parte della regione metaurense e di quelle contermini. Solo ora, dopo un ritardo prolungato oltre ogni limite lecito, vede la luce questo mio lavoro conclusivo, che in compenso ha raggiunto una mole imprevista. Però un tale ritardo, causato da altri vari miei impegni sopravvenuti, mi ha permesso di affrontare con maggior sicurezza alcuni problemi pratici, per le molte cognizioni acquisite nel frattempo su gran parte della regione marchigiana. Prima di iniziare l'esposizione è mio dovere rendere omaggio alla memoria del Conte Castracane, che volle quest'opera e la seguì con tanto interesse ai suoi inizi. I miei ringraziamenti più sentiti, insieme alle mie scuse più profonde per la lunga attesa della presente pubblicazione vanno al Comm. Avv. Filippo Pasqualucci che, succeduto al compianto Conte Castracane nella carica di Presidente della Cassa di Risparmio di Fano, ha sempre appoggiato e voluto la prosecuzione ed ultimazione di questo studio, al Rag. Marchini, Direttore del predetto Istituto, che tanto si interessò perchè mi fosse reso meno gravoso e più spedito tale studio, al mio Maestro Sen. Prof. Gortani, che me lo affidò in incarico, e all'Ing. Molari, che molto si adoperò per facilitare il mio lavoro. Dovrei infine ricordare un gran numero di persone che agevolarono in ogni modo le mie ricerche fornendomi spesso notizie e dati preziosi; sono i Sindaci, i Segretari Comunali e i Capi degli Uffici tecnici dei Comuni della regione Metaurense, i Funzionari del Distretto minerario di Bologna e numerosi Tecnici, conoscitori di cose locali, dilettanti, ecc.. Il loro numero sale indubbiamente a parecchie decine, ma a tutti anche se non mi è possibile per ragioni di spazio ricordarne i nomi, va indistintamente il mio grazie sincero. Il presente studio ha lo scopo fondamentale di mettere in luce le possibilità minerarie ed idrologiche del Bacino del Metauro. Si tratta evidentemente di un compito cospicuo, aggravato dal fatto che per molte questioni è necessario prendere in considerazione anche le regioni contigue del Foglia e del Cesano. Hanno servito di base al mio lavoro tutti i dati editi ed inediti, cui ho potuto accedere, e tutte le informazioni di vario genere, che ho potuto raccogliere; per primi si troverà un elenco bibliografico in appendice a questo lavoro. Mi son però voluto rendere conto preciso di tutti i vari problemi mediante appositi sopralluoghi, al fine di dare il mio giudizio obiettivo; ciò mi ha anche permesso di mettere in luce molti fatti nuovi. Perciò credo che i dati esposti siano tutti controllati e abbastanza completi; vi sarà certamente purtroppo ancora qualche lacuna, che non dovrebbe però essere di soverchia importanza. Notizie tecniche e dati di produzione su cave e fornaci in attività e la maggior parte delle portate delle sorgenti mi sono state fornite dagli interessati; rimetto quindi a loro ogni responsabilità al riguardo. Per necessità ho dovuto far precedere la trattazione con uno studio geologico stratigrafico e tettonico della regione; esso è indispensabile per la completa comprensione dei fatti esaminati in seguito, però, dato un suo certo rigore scientifico, potrà riuscire non sempre chiaro ad alcuni tecnici e pratici. Onde ovviare a questo inconveniente ho cercato di dare ad ognuno dei capitoli successivi una certa indipendenza. Credo inutile soffermarmi sui limiti precisi della regione esaminata, che oltre il bacino del Metauro, comprende quello dell'Arzilla, una fascia costiera e parte dei Bacini finitimi del Foglia e del Cesano; le carte allegate sono chiare al riguardo. Pure inutile mi sembra accennare qui all'ordine di esposizione dei vari argomenti e alle parti di cui si compone il lavoro; un semplice sguardo all'indice renderà edotto il lettore. Non ho accennato, sembrando superfluo, al progresso storico delle conoscenze geologiche della regione Metaurense. In questo lavoro si troveranno molti fatti nuovi e altri già noti, ma raccolti e disposti organicamente: per questi ultimi in ogni caso ho citato le fonti; i numeri fra parentesi infatti si riferiscono all'elenco bibliografico. Spero di portare con questo studio un modesto contributo alle conoscenze geologiche di questa bella e interessante regione e di invogliare Studiosi, Tecnici e Industriali a farne oggetto di maggiori attenzioni. PARTE I LA GEOLOGIA DELLA REGIONE E' necessario far precedere a ogni esposizione sulle risorse minerarie un riassunto della stratigrafia e della tettonica della regione in istudio; ciò permette un più rapido orientamento nell'esame dei problemi pratici e meglio ne chiarisce il significato. Per quanto le questioni strettamente geologiche siano assai interessanti, data la vastità della regione Metaurense e la varietà di terreni affioranti, cercherò di limitarmi qui allo stretto indispensabile rimandando a pubblicazioni, che ho in preparazione, un esame più approfondito di determinati argomenti (1). La carta e le sezioni geologiche e gli schemi tettonici e stratigrafici penso riusciranno a rendere più chiara e a completare l'esposizione. La carta geologica allegata è stata in buona parte disegnata sulla base dei Fogli della Carta Geologica d'Italia (Pesaro 109, Sinigaglia 110, Città di Castello 115, Gubbio 116, Iesi 117) (2). Però vaste aree, specialmente ad oriente del mediano di Fossombrone, sono state interamente rifatte sulla base dei miei rilevamenti inediti al 25.000 e al 10.000; per maggiori particolari rimando alla spiegazione della Tav. 1. Perciò malgrado la piccola scala che mi ha costretto ad eliminare molti dettagli, la carta geologica qui unita rappresenta per ampi tratti un progresso, talora notevole, rispetto a quelle finora pubblicate per la regione. CAPITOLO I LA SERIE DEI TERRENI 1. Trias Superiore - Sinemuriano s.s. Nel nucleo dei rilievi mesozoici (3), dove le azioni erosive hanno operato profonde incisioni, affiorano enormi spessori di un calcare dolomitico a (1) Mentre il presente studio era ancora in corso di stampa, alcune di queste pubblicazioni sono già comparse. Vedi nn. 217-220 della bibliografia. (2) Ringrazio l'Ing. Beneo, Direttore del Servizio geologico d'Italia per avermi autorizzato a queste parziali riproduzioni. (3) Intendo qui e in seguito il termine "rilievo mesozoico" in senso strutturale; cioè rilievo positivo fondamentalmente anticlinalico (v. cap. II di questa I parte). stratificazione generalmente indistinta noto nella letteratura geologica col nome di calcare massiccio . I caratteri della roccia sono un po’ variabili; per lo più è compatta, a frattura poliedrica, di colore bianco-gialliccio, con frequenti fratture e sempre