PTCP 2006 – Rapporto Ambientale
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PTCP 2006 – Rapporto Ambientale 1 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale Sub-ambiti compresi nell’AIL L – VESUVIO NORD AIL AIR n° Sub-ambito tipo APR Ha L VESUVIO 1 NORD 34 Ponticelli - Cercola - Volla CPT 13-16 1490 18,2% 35 Piana tra Volla e Pomigliano d'Arco e S. Anastasia RT 13-16 1349 16,5% 36 Versante S. Sebastiano - PollenaTrocchia CRT 16 1016 12,4% 37 Versante di S.Anastasia CRT 16 743 9,1% 38 Versante di Somma CRT 16 1536 18,8% 39 Piana tra Marigliano e Somma V. RT 22-16 2038 24,9% 8171 100,0% Comuni ricadenti, in tutto o in parte, nel Sub-ambito n° Sub-ambito N° Comuni* Ha Cercola 19,05%, Napoli 56,22%, Pollena Trocchia 0,27%, San Giorgio a Cremano 1,22%, San Sebastiano al Vesuvio 1,58%, 34 Ponticelli - Cercola - Volla 6 Volla 21,66% 1490 Casalnuovo 5,58%, Cercola 3,22%, Pollena Trocchia 9,71%, Pomigliano d'Arco 21,52%, Sant'Anastasia 58,15%, 35 Piana tra Volla e Pomigliano d'Arco e S. Anastasia 6 Volla 1,81% 1349 Cercola 9,39%, Ercolano 3,21%, Massa di Somma 16,57%, Pollena Trocchia 47,86%, 36 Versante S. Sebastiano - PollenaTrocchia 5 San Sebastiano al Vesuvio 22,97% 1016 37 Versante di S.Anastasia 1 Sant'Anastasia 100% 743 38 Versante di Somma 1 Somma Vesuviana 100% 1536 Brusciano 5,46%, Castello di Cisterna 1,11%, Mariglianella 1,49%, Marigliano 16,61%, Nola 5,73%, San Vitaliano 1,67%, Scisciano 13,73%, 39 Piana tra Marigliano e Somma V. 8 Somma Vesuviana 54,20% 2038 2 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale Parte I Descrizione Ambiente Insediativo 1. Caratteristiche del territorio Il territorio comprende il sistema insediativo pedemontano a nord del monte Somma (San Sebastiano,. Pollena Trocchia, Massa di Somma, Cercola, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Pomigliano d’Arco, Marigliano) con gli insediamenti sviluppatisi a corona lungo le pendici del Vesuvio, fino a pochi decenni fa ancora fortemente caratterizzati dall’attività agricola e da complessive condizioni di riconoscibilità e stabilità insediativa, ma interessati negli anni più recenti da fenomeni di crescita che hanno portato a saldare i centri lungo la viabilità principale e ad incrementare le aree di diffusione insediativa. L’area vesuviana interna, nei primi decenni del secolo, si configura come un territorio paesaggisticamente omogeneo, fortemente caratterizzato dal punto di vista agricolo, in cui si articola un sistema di centri di media e piccola dimensione, collegati da un’unica strada con orientamento est- ovest (SS 268) e da una viabilità secondaria trasversale di collegamento con la Via Appia (SS 7 bis). L’area presenta una sua riconoscibilità e si differenzia nettamente dall’area vesuviana costiera, anche perché poco relazionata all’area urbana napoletana; più forti appaiono infatti le relazioni tra i comuni vesuviani con quelli dell’area pomiglianese - nolana e con quelli dell’area dell’agro nocerino- sarnese. Dal punto di vista geomorfologico il versante settentrionale del Somma-Vesuvio è costituito da coperture di prodotti piroclastici eterometrici e lave affioranti in aree di limitata estensione compresi in un intervallo altimetrico di 100–1000m (s.l.m.). Tale area è caratterizzata da una permeabilità variabile legata alla granulometria prevalente e da una vulnerabilità connessa prevalentemente all’erosione, al trasporto lungo gli impluvi fortemente incisi nelle coltri piroclastiche, alla vulnerabilità della falda medio–alta e all’alta pericolosità vulcanica. Per quel che riguarda il Sistema geomorfologico ed idrogeologico le componenti che lo costituiscono sono: - le emergenze geomorfologiche costituite dal cratere e dal cono vulcanico del Vesuvio, dalle bocche eruttive affioranti e sepolte, dalle colate e dai banchi di lava affioranti, dall’orlo calderico del Somma affiorante e sepolto, dagli ulteriori orli craterici e calderici, dalle fratture eruttive affioranti e sepolte, dai colli, dai poggi e dalle creste, da valli e valloni, dal mare, dalla costa e dagli arenili; - le acque e la rete idrografica costituita dal sistema morfologico dei bacini e delle incisioni fluviali e comprendente gli acquiferi superficiali e profondi, le sorgenti, il reticolo di drenaggio superficiale delle acque (alvei, lagni, torrenti, fossi) e le vasche di raccolta delle stesse. Per quel che riguarda il Sistema agricolo-forestale costituiscono componenti strutturali: - i boschi costituiti da pinete, castagneti, boschi misti a dominanza di latifoglie decidue, leccete,querceti, arbusteti, - le aree agricole di elevato valore storico-culturale, comprensive delle sistemazioni agrarie tradizionali (terrazzamenti), e quelle frammentarie delle fasce periurbane e urbane. L’area presenta suoli ad alta biodiversità, vulcanici andici, generalmente profondi con orizzonti di superficie ricchi di sostanza organica, ad elevata reattività ambientale e con un’elevata capacità di interagire con xenobiotici. Sono i suoli più fertili delle pianure della regione Campania. Per quanto riguarda le caratteristiche delle aree naturali e agrarie, l’area è caratterizzata da un elevato valore naturalistico, con una forte incidenza di zone naturali ad altissima biodiversità , nella zona centrale dei rilievi del Vesuvio- Somma, circondata da una fascia coltivata a frutteti. Risultano quasi assenti sistemi colturali ad alto impatto ambientale e bassa o bassissima biodiversità. La presenza di agricoltura di pregio caratterizzata da numerosi prodotti tipici (Vigneti DOC “Vesuvio”, “Albicocca vesuviana” IGP, Pomodorino “Piennolo del Vesuvio” DOP) potrebbe essere ulteriormente diffusa dall’utilizzazione del marchio “Parco del Vesuvio”. Le aree naturali godono già di ampia tutela grazie alla presenza del Parco Nazionale del Vesuvio, e di un SIC. A causa delle pendenze e delle caratteristiche geo- litologiche, il territorio dell’Ail è vulnerabile ai dissesti idrogeologici. Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL L - Vesuvio nord Ha % Aree e componenti d'interesse naturalistico 10 0,1% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 152 1,9% Aree e componenti d'interesse rurale 5662 69,3% Aree e componenti d'interesse urbano 2345 28,7% Aree di criticità e degrado 3 0,0% Aree complessive* 8171 100,0% 3 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale 2. Aree di interesse naturalistico e rurale L’agricoltura dell’area a nord del Vesuvio è caratterizzata da estesa frutticoltura con prevalenza dell’albicocco nella parte meridionale e con discreta presenza di ciliegio, melo e kaki. Si tratta di sistemi colturali ad alta biodiversità, che consentono lo sviluppo di flora spontanea e la presenza di avifauna e di piccoli mammiferi. In quest’AIL i frutteti sono considerati fattori strutturanti del paesaggio in quanto ne caratterizzano non solo l’aspetto, ma anche l’economia da secoli, praticamente sin dalla comparsa dai primi insediamenti umani, come testimoniano ritrovamenti archeologici e numerose testimonianze storiche. Predomina l’albicocco nella parte meridionale. Sono presenti estese aree naturali nella parte meridionale sulle pendici del Monte Somma. AREE DI INTERESSE NATURALISTICO FATTORI STRUTTURANTI Boschi di conifere, di latifolie 825 ha pari al 10% della superficie ALTRE AREE DI INTERESSE Aree a ricolonizzazione, cespuglieti, rocce affioranti 124 ha pari all’1 % della superficie AREE DI INTERESSE RURALE FATTORI STRUTTURANTI Frutteti e frutti minori 3858 ha pari al 45% della superficie Sistemi colturali complessi 470 ha pari al 5% della superficie Vigneti 48 ha pari all’1 % della superficie Terrazzamenti 186 ha pari all’2% della superficie ALTRE AREE DI INTERESSE Colture erbacee 239 ha pari al 3 % della superficie L’albicocco è stato introdotto in Italia per la prima volta nell’area vesuviana e le prime tracce risalgono al VI secolo. Le prime trattazioni sistematiche risalgono al 1500 e sono dovute a Gian Battista della Porta al quale si deve anche la loro definizione come cisomele da cui deriva il termine dialettale “crisommole”. Il territorio di questo AIL è prevalentemente interessato alla produzione di albicocche. Infatti la Campania è la regione più importante, nella coltivazione di albicocche, con quasi 50.000 tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dall'area vesuviana, che rappresenta circa l'80% della produzione regionale. Nell'area dei comuni vesuviani attualmente vi sono circa 2000 ettari di albicoccheti, con una produzione che in condizioni climatiche normali si dovrebbe attestare sui 400.000 quintali. La maggior parte è destinata al consumo fresco. Una quota variabile di anno in anno viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, mentre una piccola parte viene trasformata in confetture, essiccati e canditi, e in ultimo una quota molto limitata è trasformata in prodotti surgelati e sciroppati. Ancora oggi nell’area vesuviana si produce oltre la metà della produzione regionale e il 20% di quella nazionale. Nell’area vesuviana è presente un’elevatissima biodiversità genetica in quanto sono ancora diffuse oltre 70 varietà ed ecotipi locali tra i quali si ricordano Barracca, Boccuccia Ntruppecosa, Ceccona, Monaco Bello, Portici, Palummella, S. Castrese, Vitillo, Fracasso, Pellecchiella, Boccuccia Liscia e Boccuccia Spinosa, Portici, Vitillo, molti dei quali dall’inequivocabile origine dialettale partenopea. Il ciliegio è da secoli diffuso in Campania e nella nostra provincia è presente, oltre che nell’area flegrea e nelle colline napoletane, anche alle falde del Vesuvio- monte Somma, dove sono ancora presenti una moltitudine di cultivar che al momento non risultano ancora del tutto censite e che rappresentano un preziosissimo serbatoio di biodiversità.