presentano

LUPIN III IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO

Diretto da

USCITA PREVISTA: 6 LUGLIO 2007 CREDITS

Titolo originale LUPIN SAN SEI: CAGLIOSTRO NO SHIRO Tratto dai fumetti originali di Regia HAYAO MIYAZAKI Sceneggiatura HAYAO MIYAZAKI HARUYA YAMAZAKI Art Director SHICHIRO KOBAYASHI Direttore dela Fotografia HIROKATA TAKAHASHI Musiche Direttore delle Animazioni YASUO OHTSUKA Produttore Esecutivo YUTAKA FUJIOKA Produttore TETSUO KATAYAMA Sigla HONO NO TAKARAMONO (Treasure of the Flame) Animatori MASAKO SHINOHARA KAZUHIDE TOMONAGA HIDEO KAWACHI NOBUO TOMIZAWA TSUKASA TANNAI SHOJYURO YAMAUCHI KOJI MARUYAMA JYOJI MANABE NOBUMASA SHINKAWA

Original Comic Books created by Monkey Punch © Monkey Punch All Rights Reserved © TMS All Rights Reserved Under Licence to YAMATO S.r.l.

Produced by TMS ENTERTAINMENT, LTD.

Giappone, 1979/colore/durata: 100 minuti

MIKADO FILM , DOLMEN HOME VIDEO e YAMATO VIDEO

sono lieti di presentare la nuova edizione rimasterizzata di LUPIN III - IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO con un inedito doppiaggio italiano che si avvale delle voci “storiche” della serie

VOCI

Lupin ROBERTO DEL GIUDICE Jigen SANDRO PELLEGRINI Goemon ANTONIO PALOMBO Fujiko ALESSANDRA KOROMPAY Zenigata RODOLFO BIANCHI

SINOSSI

Saccheggiare il casinò di Montecarlo o rubare il cuore a una bella donna? Non c’è furto impossibile per Lupin III, ladro, gentiluomo, Casanova e maestro dei travestimenti. Questa volta Lupin e il fedele Jigen hanno rintracciato la fonte delle banconote false che stanno mettendo in ginocchio l’economia mondiale: il piccolo paese di Cagliostro, governato dall’omonimo conte. Tra le mura di pietra del suo castello, il conte tiene imprigionata la bella principessa Clarissa, che conosce la chiave per un tesoro inimmaginabile. E dove c’è Lupin con i suoi amici, non sono lontani né Fujiko né Zenigata. Lupin vuole liberare la ragazza, punire i malvagi e naturalmente prendersi il tesoro. Basteranno tutte le forze dell’Interpol, una banda di ninja dalle unghie a sciabola, e una cospirazione internazionale per fermarlo?

LUPIN III Il castello di Cagliostro

La favola del ladro gentiluomo

IL MIGLIORE DEI LADRI, IL MIGLIORE DEI REGISTI Ormai quasi trent’anni ci separano dal momento in cui Hayao Miyazaki, giovane ma già con una ricca carriera alle spalle, pose mano alla più memorabile delle avventure di Lupin: Cagliostro no Shiro (Il castello di Cagliostro). Ora finalmente anche il pubblico italiano potrà averne una edizione degna della bellezza dell’opera e della sua importanza. L’incontro tra Lupin e Miyazaki non era una novità assoluta: il regista aveva già partecipato in collaborazione alla creazione della prima serie televisiva del 1971 e avrebbe poi lasciato brevemente il segno sulla seconda stagione con due sensazionali episodi diretti nel 1980. Qui però l’agio e i mezzi di un film per le sale potenziano gli effetti del confluire della sensibilità attenta e delicata del regista con il gusto dell’azione energica, inesauribile, scanzonata e un po’ cinica che è da sempre il marchio delle avventure di Lupin III. Che qui si trova in una situazione insolita anche per lui: mentre cerca di rintracciare un immenso tesoro e sventare i piani nefasti di un misterioso falsario internazionale, scopre che in realtà la cosa che desidera veramente è proteggere la delicata principessa Clarissa e impedire il suo matrimonio con il malvagio zio-reggente del piccolo regno di Cagliostro, nascosto tra le Alpi. I compagni di Lupin, l’infallibile pistolero Jigen e l’inflessibile samurai Goemon, benché sorpresi, hanno abbastanza cavalleria e generosità per seguirlo in questa avventura, mentre la bella continua a mirare con tenacia al tesoro. E naturalmente non passa molto prima che arrivi anche l’ispettore Zenigata, sempre all’inseguimento del più grande ladro del mondo.

UN CAST DA LEGGENDA 9 Alla sceneggiatura collabora con Miyazaki, Haruya Yamazaki, che sigla anche Rocky Joe, L’isola del Tesoro, e Capitan Harlock.

9 Le musiche, come sempre nelle storie di Lupin, sono di Yuji Ohno, che ha colaborato anche con Osamu Tezuka per diversi lungometraggi televisivi.

9 La direzione artistica è di Shichiro Kobayashi, come in Berserk, Rocky Joe, Kimagure Road, Lamù Beautiful Dreamer e Venus Wars. NOTIZIE DAL MONDO DI CAGLIOSTRO

9 Nel 1980, in seguito al successo ottenuto dal film presso i fan, Miyazaki comparve con lo pseudonimo di ‘Telecom’ in due storici episodi della seconda serie di Lupin III: “Albatross, le ali della morte” (episodio n. 145) e “I ladri amano la pace” (episodio n. 155). 9 Leggenda vuole che Steven Spielberg sia uno dei più grandi fan di questo film. 9 Il castello di Cagliostro è stato votato continuativamente come ‘miglior film’ dai lettori della rivista Animage fino all’uscita di Nausicaä, cinque anni dopo. Clarissa è stata votata continuamente come ‘eroina preferita’ fino alla comparsa di Nausicaä. 9 Due videogiochi si ispirano a Il castello di Cagliostro: un lasergame del 1983 che utilizza anche animazioni da La pietra della Saggezza, e un gioco per Playstation del 1997. 9 Anche nella serie Macross, in un’astronave del futuro compare un videogioco ispirato a Cagliostro: si riconoscono Clarisse e la 500 gialla di Lupin. 9 L’idea della città sommersa di Cagliostro viene dal romanzo di La Demoiselle aux yeux verts. 9 L’automobile di Lupin è una Fiat 500 giallo pulcino, come quella del responsabile dell’animazione delle serie di Lupin, Yasuo Otsuka: Miyazaki scrisse un omaggio alla 500 di Otsuka per un libro di quest’ultimo. 9 L’automobile di Clarissa è invece una Citroen 2CV nei classici colori rosso Bordeaux e nero. Una 2CV è stata la prima auto di Miyazaki, che le ha dedicato un breve : Corri, 2CV, più veloce del vento! 9 Sulle strade del film corrono anche la Nissan Bluebird 1957 di Zenigata, una Humber Super Snipe del 1940 carica di ninja e una jepp militare canadese del 1943. 9 Anche tutte le armi che compaiono nel film sono esatte riproduzioni di modelli reali. 9 La pellicola è costata all’epoca 500 milioni di yen e sono serviti ben 47 mila disegni per animarla. 9 Il successo del film precedente, Lupin III – La pietra della saggezza (1978), che aveva incassato l’allora ragguardevole cifra di un miliardo di yen, convince la TMS e il produttore Yutaka Fujioka a puntare su un nuovo film da affidare agli autori della prima serie di Lupin III (1971): Hayao Miyazaki e Yasuo Ohtsuka, appunto. 9 Il film si discosta dai toni adulti del fumetto e delle serie TV. È più una moderna favola con principessa da salvare e un castello che ricorda quello visto nel film del 1969 Il Gatto con gli stivali in cui proprio Ohtsuka e Miyazaki avevano collaborato. Altri riferimenti colti sono tutti indirizzati al film Le Roi et l’Oiseau (1979) di Paul Grimault, regista francese amatissimo in gioventù da Miyazaki. 9 Le storiche voci originali del film potevano contare sul doppiatore ufficiale di Lupin III, il famoso (oggi purtroppo scomparso) che ha prestato la sua voce al personaggio fino al 1995. In Giappone era altrettanto celebre per essere il doppiatore ufficiale di . Un’altra celebrità è l’attrice Sumi Shimamoto che darà la voce a Clarissa. La Shimamoto è oltremodo famosa fra gli ammiratori di Miyazaki in quanto doppiatrice della protagonista di Nausicaä della valle del vento (1984). Ed è anche molto amata per essere stata la voce della dolce vedova Kyoko Otonashi di Maison Ikkoku. Le altre voci del cast originale sono: Eiko Masuyama (Fujiko Mine), già protagonista in Cutie Honey; (Goemon Ishikawa), voce storica di Capitan Harlock; (Jigen Daisuke); Gorô Naya è l’Ispettore Zenigata, ma è stato anche Lord Yupa in Nausicaä e ha doppiato John Wayne e Obi Wan Kenobi in Star Wars (episodi 4, 5 e 6); Tarô Ishida è invece la voce del Conte Cagliostro, mentre il suo fedele assistente Jodo era doppiato da Ichirô Nagai, storica voce degli nel cui curriculum troviamo ruoli come il monaco Sakurambo di Lamù, Mito in Nausicaä e il Capitano Dyce di Conan il ragazzo del futuro.

BUON COMPLEANNO, LUPIN III di Mario A. Rumor

Ci sono due modi per far sentire vecchio un personaggio come Lupin III. Ricordargli che quarant’anni fa debuttava come fumetto sulle pagine di “Manga Action” oppure, con sbiadita magnanimità, rammentargli l’esordio alla Tv giapponese circa trentacinque anni fa. Ma siccome i cartoon non invecchiano mai realmente (a meno che non ci pensi la mano del disegnatore), la fortunata creatura ideata da Monkey Punch come ibrido fra James Bond e i romanzi di Maurice Leblanc è ancora qui fra noi con la sua inesauribile voglia a soggiornare sullo schermo. Quasi un marchio di fabbrica, alla stregua di che almeno una volta all’anno deve materializzarsi per il pubblico giapponese. Diventare un personaggio è costato parecchio a Lupin. Diciamo: una vita intera, piegata alle esigenze del business e di chi, nonostante la titubanza del disegnatore e la sua irrazionale avversione per l’animazione di casa, all’inizio ha preferito sposare la causa di un eroe più ruffiano e meno solidale con l’originale materia a fumetti. Di quest’ultima è sopravvissuto un pilot film del 1969 di Masaami Osumi e Gisaburo Sugii, autentica replica animata del personaggio di Punch, e almeno buona parte della prima serie Tv (tenuta a battesimo nel 1971 su Yomiuri Television) diretta inizialmente da Osumi, poi allontanato e sostituito dalla coppia non ancora famosa Isao Takahata e Hayao Miyazaki. L’altra buona parte della serie è uno straordinario mix di azione e ironia, ma l’aplomb del personaggio è quasi per intero andato a farsi benedire. Dove? Ancora nessuno lo sa. Forse aveva ragione Monkey Punch a non fidarsi. Solo i più accaniti fan sanno che esistono differenze abissali tra fumetto e serie animata; il grande pubblico invece va a intuito e qualcosa prende a muoversi nel suo animo. Tanto per cominciare Lupin è un personaggio mai visto prima. Con quella giacchetta verde che diventerà di culto (assieme a quella rossa di qualche anno più tardi) e la gang formata da un pistolero, un samurai irascibile e uno splendido esemplare di femmina, molti in Italia avranno pensato di poter crescere in tutta fretta senza dare nell’occhio. Ci vogliono come minimo altri sei anni prima che in Giappone il nome Lupin sia sinonimo di straripante successo negli ascolti, ma intanto la macchina dell’animazione s’è mossa così alla svelta da snaturare la mitologia classica immaginata da Punch. Sempre con l’Ispettore Zenigata alle calcagna, il nostro eroe cambia aspetto e diventa con Le nuove avventure di Lupin III (1977) il gigione che imperverserà per 155 episodi sulle reti televisive. Il momento d’oro per lui equivale a corteggiamento da parte del cinema animato e non (proprio in questi mesi esce per Yamato Video il film live del 1974 Lupin III – La strana strategia psicocinetica), con picchi di esaltazione autoriale quando lo stesso Miyazaki appone due volte il suo nome con il film capolavoro Il Castello di Cagliostro (1979) e con la regia di due episodi della serie che vengono solitamente intesi come solitaria deriva de luxe per via della trama ecologista e antimilitarista e la superlativa qualità delle animazioni. Diventare personaggio significa anche nutrirsi di ambizioni artistiche che, al cinema o negli speciali televisivi trasmessi annualmente su Nihon Tv dal 1989, servono a saggiare oggi come non mai le intemperanze di giovani che con Lupin sono cresciuti. Così il mondo del ladro gentiluomo finisce per fossilizzarsi su trame degne di James Bond (appunto) e giochi di prestigio per conquistare l’attenzione e nel frattempo i suoi lineamenti tradiscono l’entusiasmo di chi cerca disperatamente di immortalare l’eterna giovinezza del nostro eroe. Tratto adulto, design nostalgico: poco importa. La mitologia così com’è rinata per mezzo dell’animazione è impermeabile a contraccolpi e contrappassi. Tranne uno: diventare personaggio amato da tutti significa, talvolta, cedere a veniali tentazioni, compresi spot a tutta birra per reclamizzare la Esso. Come a dire che anche Lupin è sulla via della perfetta beatificazione televisiva.

MONKEY PUNCH, IL DISEGNATORE CHE AMAVA JAMES BOND

A Kazuhito Kato, nato in Hokkaido nel 1937, il nome d’arte Monkey Punch è sempre andato stretto. Lo adoravano i suoi editori e lo avrebbero amato milioni di lettori giapponesi del tutto impreparati, alla fine degli anni ’60, all’avvento di un poco cordiale modo di disegnare fumetti. Così poco giapponese da sembrare frutto di una matita allenata a ben altri stili e di proprietà di un autore che forse non conosceva Osamu Tezuka e la scuola di pensiero “manga” in voga all’epoca. A decidere la sorte dell’imberbe fumettista concorre una sana passione per l’agente James Bond che tanto aiuterà nella definizione del personaggio di Lupin. In pensione da qualche tempo, Punch è uno dei veterani del fumetto contemporaneo, amante delle belle donne (che non mancano mai nei suoi fumetti) e della tecnologia legata a computer e Internet. Se negli anni dell’esordio guardava con sospetto al mondo dell’animazione, nel 1996 viene convinto dallo studio TMS a girare egli stesso uno dei film della serie Lupin III, Dead or Alive, realizzato con grandi mezzi, tanta grinta e insospettate doti registiche.

UN CAPOLAVORO: IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO

Nella storia del cinema di Hayao Miyazaki è il film più defilato, quello che finisce associato per intero alla serialità da piccolo schermo. Eppure Lupin III – Il Castello di Cagliostro (1979), opera cinematografica d’esordio del regista Premio Oscar rappresenta due volte qualcosa di più che un solitario capolavoro nella sterminata filmografia dedicata al ladro Lupin. A bordo dell’autoreferenziale Fiat 500 (per passione di regista e capo animatore, Yasuo Otsuka), e con la classica giacca verde, sullo schermo passa una intrigante favola moderna con protagonista principe azzurro, graziosa principessina da salvare e cattivone che vive rintanato in una inespugnabile fortezza che ricorda il castello di Le Roi et l’Oiseau (1953) di Paul Grimault, artista enormemente amato da Miyazaki. Ma per non tradire la tradizione formativa di in cui è cresciuto quelle coordinate di spazio rimandano anche a Il Gatto con gli stivali (1969), altra pietra miliare nella carriera del Nostro. Il resto è tutta farina del suo sacco, compresa la miscela perfetta di azione e poesia che all’epoca avrebbe dovuto mettere sull’avviso il minuscolo drappello di fan del non ancora consacrato sovrano dell’animazione nipponica.

Da “Widescreen”, nr. 9, Aprile 2007

HAYAO MIYAZAKI: UNA BREVE BIOGRAFIA

Il regista Hayao Miyazaki è probabilmente l’artista dell’animazione giapponese più conosciuto nel mondo. Nato a il 5 gennaio del 1941, nel 1963 dopo la laurea in scienze economiche entra come animatore al grande studio Toei Doga, collaborando così a molti classici ben conosciuti anche da noi. Già allora si segnala per la grande abilità nel disegno e il continuo fluire di proposte innovatrici. Nel 1971 passa all’A pro con Isao Takahata e nel 1973 alla Nippon Animation, partecipando a molte delle serie di enorme successo della World Masterpiece Theatre che rielaborano i classici occidentali per l’infanzia. Nel 1978 è per la prima volta regista per Conan, il ragazzo del futuro, mentre l’anno successivo passa alla Tokyo Movie Shinsha per il primo lungometraggio, Lupin III Il castello di Cagliostro. E’ del 1984 Nausicaa, basato su un suo manga. Il successo è enorme e immediato e permette di fondare lo che da allora parteciperà a tutte le successive opere del Maestro Takahashi e di altri registi, tra cui il grande Isao Takahata, sempre con grande successo di pubblico e critica. Nonostante la fama sempre crescente tra gli appassionati, il successo internazionale arriva solo nel 1987 con La principessa Mononoke, uscito nelle sale di tutto il mondo, e prosegue con i due film successivi, La città incantata ( Premio Oscar © come Miglior Film di Animazione) e Il castello errante di Howl. Nel 2005 Myazaki è stato premiato con Il Leone d’oro alla carriera. Nonostante avesse annunciato il proprio ritiro, Miyazaki sta attualmente lavorando a un nuovo film.

I REALIZZATORI

YUTAKA FUJIOKA – Produttore Esecutivo (1927 – 1996) Storico presidente di Tokyo Movie Shinsha (TMS), uno degli studi d’animazione più importanti del Giappone che ha cominciato a muovere i primi passi alla fine degli anni ‘60, per conoscere il periodo di maggior creatività e successo tra il 1977 e il 1983. Sono gli anni in cui trionfano serie come Rocky Joe, Lady Oscar, la seconda stagione di Lupin III (lunga ben 155 episodi), Occhi di gatto, Il fiuto di Sherlock Holmes. È Fujioka a spingere i suoi animatori a tentare con insistenza la strada del grande schermo. Oltre ai film della serie Lupin, ha prodotto infatti capolavori come Space Adventure Cobra (1982) e (1983), diretti da Osamu Dezaki. A fornire sostegno allo studio viene creata la filiale Telecom Animation Studio affidata alla direzione di Koji Takeuchi, che si occuperà appunto di Lupin III – Il Castello di Cagliostro e di molti altri film di Hayao Miyazaki. L’ultimo successo di TMS cui Fujioka assisterà prima di morire è il cartoon poliziesco per bambini Detective Conan (trasmesso con successo su Italia 1).

SHICHIRO KOBAYASHI – Art Direction (Hokkaido, 1932) Veterano dell’industria degli anime giapponesi e artista che ha dedicato tutta una vita alla pittura e all’art direction applicata al cinema d’animazione. Nella sua filmografia si contano almeno una trentina di opere a cui ha lavorato come semplice autore dei fondali scenografici e come supervisore. Dopo anni di intense collaborazioni con i più importanti studi, ha fondato una propria compagnia, la Kobayashi Production, tra le più apprezzate dall’industria e da registi come Mamoru Oshii (Ghost in the shell). Per la televisione ha realizzato gli sfondi di serie come Rocky Joe, Remì, Creamy, Samurai Giants, L’Isola del Tesoro, Orange Road, Berserk e Utena. Al cinema invece è accreditato in pellicole come Lupin III – Il Castello di Cagliostro (dove riceve la collaborazione di Nizo Yamamoto, un interno di Telecom Animation Studio che diventerà celebre al seguito di Miyazaki), Lupin III – La cospirazione dei Fuma, Uccello di fuoco 2772, Panda Kopanda, Space Adventure Cobra, Venus Wars e Lamù – Beautiful Dreamer dove realizza tutte le angoscianti immagini della città rasa al suolo. Tra le sue ultime produzioni, Blood+ e Windy Tales per lo studio Production I.G.

YASUO OHTSUKA – Direttore dell’animazione (1931) Animatore e veterano del cinema animato nipponico, è anche tra i fondatori dello storico studio Toei Doga (oggi meglio conosciuto come Toei Animation). È considerato da Miyazaki come uno dei suoi maestri, nonché amico e insostituibile collaboratore. Assieme a Isao Takahata, regista di Heidi e Anna dai capelli rossi, e al giovane Miyazaki ha animato i cortei di protesta durante gli anni della contestazione giovanile e condiviso una sfrenata passione per il cinema d’animazione europeo. Ammirato per il suo stile e per la cura nei dettagli delle animazioni, Ohtsuka ha lavorato e supervisionato film come Hakujaden (1958, il primo cartoon a colori della storia giapponese), Anju to Zushiomaru, Gulliver no Uchu Ryoko, Il Gatto con gli stivali e Hols no Daiboken. In TV il suo tratto elegante e riconoscibile dagli appassionati è finito in serie come Samurai Giants, la prima stagione di Lupin III, Moomin e il cult Conan il ragazzo del futuro. Sue molte delle scene più acrobatiche di Lupin III – Il Castello di Cagliostro, a cui ha dedicato un simbolico omaggio nella sequenza di apertura del film Lupin III – La cospirazione dei Fuma. Ed è ancora sua la scelta di far guidare a Lupin III la gloriosa FIAT 500, auto da lui realmente posseduta negli anni ’70. Negli ultimi tempi Ohtsuka collabora ancora con il Telecom Animation Studio, dove è riverito come un autentico Maestro, e per questo gli è stata affidata una cattedra come insegnante per i giovani animatori attraverso una scuola “virtuale” intitolata “Anime Juku”. Scuola che nel 2005 ha collaborato con la prestigiosa Università di Kyoto. Ohtsuka è anche autore di alcuni libri sul mestiere di animatore.

HIROKATA TAKAHASHI - Direttore della fotografia Altro veterano degli anime. E storico collaboratore del regista Osamu Dezaki, grazie al quale ha risollevato le quotazioni dello studio TMS. I due si conoscono nel 1977 e, assieme al chara designer Akio Sugino, diventano un trio artistico di indubbio valore, capace di rivoluzionare le serie televisive del periodo grazie a uno stile di disegno realistico e ad un utilizzo della luce mai visto prima in un cartoon. La collaborazione con Dezaki inizia con Remì e prosegue in capolavori come L’Isola del Tesoro, Rocky Joe, Jenny la tennista, Space Adventure Cobra, Golgo 13. Altri titoli di riferimento della sua filmografia: Lady Oscar, Il fiuto di Sherlock Holmes e la superba serie di OAV Black Jack.

YUJI OHNO – Musica (Atami, Shizuoka, 1941) Musicista giapponese e autore anche di colonne sonore per alcune serie animate. Ha dedicato gran parte del suo lavoro proprio al personaggio di Lupin III e composto numerose canzoni che sono poi finite nelle serie TV e nei film a lui dedicati (come “Honoo no Takaramono”, la canzone che si ascolta nella sequenza dei titoli di apertura di Cagliostro, da lui composta su testo di Jun Hashimoto). Tra le altre produzioni musicali per l’animazione: Andromeda Stories, Bandar Book, Espresso Sottomarino e Capitan Futuro.

DOLMEN HOME VIDEO E YAMATO VIDEO PRESENTANO IN DVD DAL 24 LUGLIO

LUPIN III – PRIMA SERIE 1972

I 23 episodi in versione integrale sono raccolti in un prestigioso cofanetto da collezione a 5 dvd, contenente il doppiaggio italiano e quello giapponese con sottotitoli; un’intera sezione è dedicata agli extra di approfondimento. Ogni episodio è aperto dalla storica sigla Planet O. Il successo della prima serie è legato all’intervento di due maestri assoluti dell’animazione: Hayao Miyazaki e Isao Takahata.

LUPIN III – SECONDA SERIE 1977

La serie è conosciuta tra gli appassionati come quella della giacca rossa: il disegno si perfeziona e la trama si fa sempre più avvincente di puntata in puntata, grazie ad un sapiente mix tra azione ed ironia. Ogni dvd conterrà 6 episodi, diversi approfondimenti e avrà un’uscita mensile.

I dvd saranno disponibli nei migliori punti vendita e sul sito www.emik.it e www.yamatovideo.com