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Sommario N 24-25 I 8-9 L’U eleonora pusceddu cristofanilli, donatella formisano,greyestelaadames,mary montessori,alessandradelsignore, ducci, claudiomercuri, valentinanoce,sarabucciarelli, giovanni musella,lucabuerti,alessia bianca santoro,luigi bracagliamorante,leonardomanzari, giovannigrande,lotito,delfina emanuela crescenzi,mariocatullogentilcore, rodolfococcia,barbaraturriziani,cesaremarinacci, ambrosetti, gabrielesabetta,simonesergio, maurod’angelo,mariocerroni,enzorossi,kaukoff, angelo maurod’angelo,massimosergio, maurosabetta,antonioditacco,amedeobrogli,claudia COLLABORANO 46-47 M L 30/31-32/33 R O U PERISCOPIO UB N OMO SICA SI RIC BU

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28-29 CA L ATI 2017 L N CIO 38 15 I V L L 7 N O E E

editoriale DALLA FINESTRA DEL CAMPANILE di Nicandro D’Angelo

Giovanni Turriziani L’Uomo dell’anno

l Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła, la motivazione editoriale “… Alla base del riconoscimento, nel gennaio 1995 questo giornale dedicò la coper- che si pone all’opinione pubblica, vi sono fatti e circostanze Atina “L’Uomo dell’Anno”, con la motivazione edi- che hanno portato la scelta di quella “Persona”… Il dot- toriale “In un mondo in cui scenari di guerra, corruzione e tor Stirpe, figlio del Cavaliere del Lavoro Benito, è Diret- inimicizia dominano la quotidianità; la voglia di un cam- tore Generale del Gruppo Industriale Prima. IL Gruppo ha biamento e il varcare la soglia della speranza sono i mes- diversi stabilimenti in Italia e all’estero e oltre mille di- saggi che giungono dal profondo del cuore di Giovanni pendenti: Prima S.p.a di Torrice (Frosinone), Tecnoprima Paolo II. Così sembra intrecciarsi a questo senso di paura S.p.a di Sezze (latina), Prima Eastern S.p.a. di Torino di e di insicurezza la perfezione e la sicurezza di Alberto Sangro (Chieti), Prima Iver S.r.l. di Minturno (Latina), Me- Tomba. Proprio in queste due righe si nota l’antinomia del talplastic S.p.a di Pisa, Prima Appliance Division S.r.l. di nostro secolo: tra perfezione tecnologica e imperfezione Teverola (Caserta); Almec S.p.a di Nusco e Prima France dei valori umani. Quel superare se stesso in ogni prova è la S.a.s. di Amiens (Francia), Belmec Die Casting “p.t.y” qualità positiva di Alberto Tomba, la quale si scontra con L.t.d (Sud Africa) Eripress S.r.l di Cicerale (Salerno), Shan- quel senso di vuoto e paura che piega, invece, le ali del- drani Italia S.r.l. di Marsciano (Perugia) S.&T. Enginee- l’uomo… perfezione e sicurezza momentanea e quel senso ring S.r.l. (Torino)… Nel programma della propria dell’insicurezza eterna della nostra civilià, colmabile solo presidenza all’Unione Industriale di Frosinone ha pro- dalla fede e dall’amore per se stesso e per gli latri…”Ben mosso il dibattito per la definizione del Patto territoriale cinque anni dopo questo giornale dedicò la copertina a della Provincia di Frosinone… ha portato a termine l’ope- Maurizio Stirpe “L’Uomo dell’Anno” con razione “Frosinone Progetto Qualità” ed è tato l’ar- tefice della costruzione “Frosinone Industria Per- form”.. Grande attenzione Stirpe ha riversato a favore del sostegno dell’espressioni artisti- che locali mettendo a disposi- zioni, per le esposizioni delle opere, la sede di rappresentanza dell’Unione industriale… Sul piano umanitario l’incontro con Don Davide Solano partecipando al progetto della costruzione in Colombia di un centro pedia- trico..” Oggi questo giornale, al- l’unanimità della Redazione ha conferito al dr. Giovanni Turri- ziani la copertina: “L’Uomo del- l’Anno”. All’interno la intensa attività del giovane imprenditore e attuale Presidente dell’Unione In- dustriale /Confindustria di Frosi- none.

7 L’Uomo dell’Anno

iovanni Turriziani, 42 anni, nato a Roma, laureato in Economia e Com- Gmercio presso l’Università Luiss Guido Carli a Roma, imprenditore di se- conda generazione è attualmente Procu- ratore Generale della Turriziani Petroli S.r.l., società che opera nella distribuzione e nella logistica di prodotti petroliferi, e ri- veste la carica di Amministratore Delegato della società BT Trasporti S.p.A., società che opera nel settore del trasporto petro- lifero conto terzi per le principali Compa- gnie Petrolifere. Dal 2001 al 2005 ha ricoperto la carica di Presidente dei Gio- vani Assopetroli. Dal 2009 al 2012 è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Con- findustria di Frosinone. Attualmente rive- ste la carica di Presidente di Unindustria Area Territoriale di Frosinone e di consi- gliere della Camera di commercio industria artigianato ed agricoltura di Frosinone.

Motivazione della copertina “L’Uomo dell’Anno” “Per l’impegno profuso dal dr. Giovanni Turriziani, per la crescita del nostro Territorio: Occupazione, Am- biente, Mise, Impegno per la Legalità, Confronto con la Politica, Principio di valore del Lavoro e dell’Im- presa, Collaborazione con l’Università da parte di Unindustria e Rapporto Unindustria e Accademia unite in un Connubio di Arte e Moda, questa Redazione in data 19 dicembre 2017 all’unanimità ha deciso di de- dicare la copertina del nostro giornale al dr. Giovanni Turriziani, L’Uomo dell’Anno”.

di Nicandro D’Angelo

o intervistai nel novembre del 2016, quando era chiarato – lo deve fare il territorio, rendendosi competi- stato da poco eletto Presidente di Unindustria/Con- tivo ad attrarre investimenti e posti di lavoro. Sui posti di Lfindustria Frosinone, e nei suoi “Sì” trovai l’uomo lavoro ha tracciato una rotta: puntare sull’export dove ci che poteva muovere e mettere in moto la grande macchina sono maggiori spazi; magari serve più lavoro qualificato. dell’industria nella nostra Provincia e accendere i motori Si sta battendo per semplificare l’iter amministrativo e le guardando diritto ai problemi che ci sono e si presentano. autorizzazioni puntando sulle imprese che fanno innova- Nell’antefatto dell’intervista scrissi: “E’ un giovane dalle zione. Il Presidente Turriziani sostiene che le nostre ec- idee chiare e vive nel mondo dell’imprenditoria venendo cellenze sono tante e i dati dell’export dicono che in questa da una famiglia di imprenditori, che hanno promosso provincia tirano settori come l’automotive, la farmaceu- grandi iniziative nella città di Frosinone e fuori, facente tica, la chimica; queste sono il fiore all’occhiello ed è no- capo al Gruppo Turriziani Petroli Srl e a diverse conso- stro intento sostenerle e difenderle. In una sua ciate… Possiamo dire che il giovane dr. Giovanni Turri- dichiarazione ha ribadito: “… ci sono tante aziende medie, ziani potrebbe essere paragonato all’allora giovane dr. di nicchia, che rappresentano un patrimonio importante Maurizio Stirpe, conoscendoli entrambi…”. In questo pe- per l’economia di questa provincia”. riodo ha cominciato a dialogare con gli operatori, con gli E poi l’Ambiente. Ha iniziato immediatamente a porsi al Enti, con gli Amministratori e le Associazioni. In una sua servizio delle Aziende consociate dando un imput proprio più recente intervista ha ribadito che “il mondo del lavoro sull’ambiente con un convegno sulla “Giustizia e impresa è cambiato, occorre reagire e adattarsi in fretta”. Su que- per la tutela dell’ambiente”. Un tema ostico in un mo- sto piano le strategie che ha posto in campo è il mettere le mento in cui le autorizzazioni nicchiano e spesso allonta- idee innovative e le azioni imprenditoriali, il resto – ha di- nano gli imprenditori che vogliono fare impresa nel nostro

8 Territorio. E’ qui il forte slancio del Presidente Tur- riziani di “… risolvere una volta per tutte la questione ambientale per un iter più veloce per il rilascio delle autorizzazioni, al caso Sin (Sito di interesse nazionale) della Valle del Sacco che non sono più rinviabili” e grazie a questo incidere oggi dalla Regione Lazio è arrivato l’accordo di pro- gramma per disciplinare i fondi disponibili per le atti- vità di bonifica nel Sin per oltre 36 milioni di euro. Molte le zone interessate che partono dalla discarica “Le Lame” di Frosinone, le ex regolamenti vigenti ai quali tutti i collaboratori e dipen- aree della Olivieri di Falvaterra- Ceprano, la cartiera di Fe- denti, nonché i terzi che entrano a contatto con le Società, rentino per arrivare alla Snia-Bpd/Bosco Faito e cava pie- devono uniformarsi e attenersi. Non dimeno il suo impe- trisco di Ceccano. Insomma l’Unione Industriale ha visto gno, quale Presidente, verso l’arte e la moda. Questa ini- giusto trattando il tema dell’ambiente come benzina nel ziativa promossa da Unindustria Frosinone ha visto la motore del nostro sistema imprenditoriale. Inoltre, lo stesso partecipazione di Stefano Dominella, Presidente della se- Presidente, ha affrontato il tema delle politiche aziendali e zione Tessile e Abbigliamento di Unindustria, nonché lea- il Codice Etico. Su questo ha voluto sottolineare che la der di Gattinoni che ha messo a disposizione pezzi unici stessa Turriziani Petroli srl, la Turriziani Service srl, e la dall’archivio storico della Maison. Nell’occasione, presso Turriziani Trasporti srl, nell’ambito delle proprie attività l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, Turriziani ebbe a imprenditoriali e commerciali sono da sempre impegnate a dire: “E’ stato importante realizzare questa iniziativa cul- garantire il rispetto della Legge e a favorire l’adozione di turale per valorizzare i giovani talenti locali, vera risorsa comportamenti responsabili e socialmente positivi. Ciò si per questo territorio. Auspico che questo evento sia solo esplicita, in particolare, nel proteggere la salute e la sicu- l’inizio di un proficuo dialogo e collaborazione futuri, al rezza dei dipendenti, dei collaboratori, degli appaltatori dei fine di favorire sempre più la contaminazione positiva tra fornitori, dei terzi e della comunità in generale, nonché a tu- il mondo dell’impresa e quella della cultura”. telare l’ambiente in cui operano garantendo la security nello Ad maiora, Presidente Turriziani: siamo certi che il cam- svolgimento delle loro attività. In riguardo al Codice Etico mino che Lei ha intrapreso possa servire a migliorare que- ha evidenziato i valori ai quali le Società si ispirano per una sto territorio, a volte dimenticato, e non proficuamente gestione aziendale, rispettosa delle regole, delle leggi e dei valorizzato.

9 Recensione e Critica Letteraria di Nicandro D’Angelo “QUESTA VOLTA LA VEDO TROPPO MALE GIÙ, HO BISOGNO DI AIUTO!!!”

i voleva il dr. Angelo Scimé, Segretario Generale del anni stava finalmente a vivere, non aveva dubbi la sua ca- Comune di Frosinone, per farmi leggere, tutto di un parbietà e la sua carica vitale era inesauribile, “eppure si era Cfiato, il libro “Solo una Vita” di Mariuccia La Manna, persa strada facendo, aveva persa se stessa e rimaneva di lei però ne è valsa la pena perché più ero immerso nella lettura solo un’immagine riflessa in quello specchio davanti al quale e più mi appassionava, dove pagina dopo pagina ho potuto trascorreva ore a osservarsi per riuscire a comprendere chi avvertire in maniera incisiva il concetto del “male di vivere”. avesse dinnanzi, chi fosse diventata, col passare del tempo”. La prefazione al libro di Stefania Rinaldi mi ha dato l’occa- La stessa Marina Keegan scriveva: “L’idea che sia troppo sione di cogliere alcuni spunti che sono un po’ l’essenza della tardi per fare qualcosa è comica. Siamo così giovani. Noi scrittrice. “Non esistono vite prive di dobbiamo perdere questo senso di pos- sbagli; esistono scelte e nessuno di sibilità, perché alla fine di tutto è tutto noi dovrebbe scegliere di voler mo- quello che abbiamo”. Sì, Marta, era ri- rire. Solo una vita è una storia stra- masta da sola, abbandonata da tutti a ordinariamente reale, vera, a tratti quell’ineluttabile destino, in quella pri- dura ed essenziale, capace di pun- gione che con le sue stesse mani si era tare dritto al cuore di ogni lettore. E’ costruita, quando poco più che una ra- impossibile non immedesimarsi con i gazza aveva scelto di stare al fianco di protagonisti, non porsi domande, quell’uomo per il quale avrebbe dato la non sentire il dovere di cercare e tro- sua vita e che amava più di se stessa. Il vare delle risposte, quasi a voler vero dramma era quello specchio, lei si cambiare a tutti i costi un finale che guardava dentro e vedeva i segni che ancora non si conosce ma che leg- portava sul corpo, le cicatrici di quel- gendo questo libro, pagina dopo pa- l’amore che l’aveva cambiata per sem- gina (mi rappresento anch’io) si pre. Aveva sedici anni quando aveva inizia a intuire e sentire addosso conosciuto lui (Paolo) e se ne era inna- tutta la sua realtà e concretezza, morato tanto da prendersela e farla su- freddo, sempre più vicino, parola bito sua, era il 15 maggio del 1984. Qui dopo parola, emozione dopo emo- inizia la storia tra Marta e Paolo, una ra- zione, in un continuo alternarsi di gazza come tante, un destino come conferme dolorose, brevi e intensi molte, forse troppe donne; tante vicende spazi di luce, intervalli di cercata e un unico comune denominatore; un solitudine, slanci verso il futuro, amore violento. “Tu sei mia, sei sola- nuove cadute, dolorosa e, al con- mente mia” Quell’uomo aveva abusato di tempo liberatrice, accettazione della realtà… lei! Il possederla era come essere sua. Solo una vita, una sola autrice, una sola grande, giusta, en- Marta dal dopo matrimonio comincia ad accorgersi che il ma- comiabile “ratio” che emerge tra i flutti dell’infinito oceano rito è violento come il padre, quel padre che picchiava a san- delle emozioni: la denuncia di ogni forma di violenza”. E gue la madre e che si scagliava contro di lui infierendo con la nella prefazione stessa il richiamo al grande poeta e scrittore cinghia sul suo corpo. Un brutto giorno Paolo nell’ennesima Eugenio Montale che scriveva “Spesso il male di vivere ho lite, prese la pistola e con freddezza ammazzò il padre. Il ri- incontrato”, ignaro che stava per partorire un capolavoro formatorio, la successiva uscita dal carcere e il “lupo” interno senza tempo, una vera opera d’arte. Allora?, possiamo para- della violenza contro Marta dettata da una gelosia morbosa gonare La Manna al grande poeta? Se Montale fosse tra noi hanno fatto di questa donna abituata al dolore delle percosse approderebbe alla medesima realizzazione anche se nella sto- del marito una vittima che riceveva sputi e schiaffi e lei per ria di Marta troviamo un intero mondo, il mondo di oggi, (in- quell’ “amore” iniziale sopportava tutto, finanche la perdita cipit) il nostro mondo. (Omnia Munda Mundis) – tradotto del figlio dovuto alle percosse del marito. Lei non denun- letteralmente- Tutto è puro per i puri. Intanto Marta a trentuno ciava, anzi a letto assecondava le voglie dell’ “animale”. Un

10 anonimo scriveva: “Il mostro non dorme sotto il letto, il mostro può dormire accanto a te”. Ora il ma- rito, pur di farle del male, aveva cominciato a usare le parole con metodo. “Le mascherava di quel sentimentalismo eccessivo, per giustificare il suo amore, ma ri- manevano, in realtà, quel che erano: lame affilate per lacerare l’anima, punte di coltello che il tempo non aveva smussato, anzi tutt’altro”. Siamo all’estrema ratio. Il mostro che era dentro quell’uomo stava compiendo l’atto finale. Lei non sopportava più che lui la penetrasse o la ba- ciasse, portava ribrezzo e schifo e braccio fosse eterno per crederci ancora. Fin questo aveva scatenato in Paolo quando il destino non bussa alla sua porta. Paolo un “Raptus violento di follia: que- esce dal carcere e si vendica ancora una volta uc- sto era stato il responso della pe- cidendo Amedeo che fa da scudo a quella donna rizia psichiatrica per quanto che doveva diventare sua moglie. Una tragedia accaduto a Paolo. Quella sera, inumana, una donna uccisa due volte, una donna quando aveva cercato di uccidere vittima della gelosia assurda di un uomo malato la sua Marta lui non era in sé: che lei aveva amato dando se stessa. Chiudo que- «l’uomo non distingueva la sua sto mio articolo pensando ad Oriana Fallaci che realtà dalla realtà affettiva». scrisse: “Avevo un nemico dentro di me: un l’aveva trascinata dal bagno fino alieno, che ha invaso il mio corpo per distrug- alla cucina, afferrandola per il gerlo. Ora abbiamo un rapporto di guerra: Lui braccio sinistro, tra le lacrime. Le vuole ammazzarmi, io voglio ammazzare lui”. stava strappando la maglia di lino Ogni due giorni una donna viene uccisa dal com- bianco che portava addosso e con pagno. Lo scorso anno le vittime di femminicidio ferocia le stava sferrando tre sono state 120. Sette milioni di donne hanno su- colpi, gli ultimi tre colpi, prima bito qualche forma di violenza nel corso della che Marta, gemente dal dolore perdesse conoscenza. L’aveva loro vita. L’analisi dell’Istat e del Ministero della Giustizia ci accoltellata squarciandole il ventre. Marta era agonizzante in mostra i numeri di un massacro che non si arresta nonostante quella pozza di sangue. Paolo aveva gettato il coltello e si era la legge del 2013. E proprio il femminicidio, l’uccisione di fermato a osservarla, inerme davanti a lei, occhi negli occhi. una donna con la quale si hanno legami sentimentali o ses- Un’ultima lacrima le rigava il volto ricoperto d’amaro fluido suali, rappresenta la parte preponderante degli omicidi con- vermiglio in quella sua lenta agonia. Marta ormai si stava spe- tro il genere femminile. Più dell’82 per cento dei delitti gnendo, mentre Paolo non smetteva di fissarla, e più la guar- commessi a scapito di una donna, nel nostro paese, sono clas- dava morente e più continuava a ripeterle: «Tu sei mia, tu sei sificati come femminicidi. Un numero gigantesco: oltre quat- la mia Marta, solo mia e di nessuno». Grazie a Dio, Marta fu tro su cinque. portata in ospedale e si salvò, ma davanti a quello specchio, nuda, si stava osservando, provava vergogna di sé, di quel- l’orrore inciso sul suo corpo. “La ferita che portava dentro era visibile a occhio nudo, era quella cicatrice che, dal petto, le scendeva giù, fino al ventre, quel ventre ormai vuoto da tempo, che tale sarebbe rimasto per tutta la vita. Erano i segni di quel grande amore, di quell’unico amore. Erano i segni di quell’amore crudele”. Le donne che si trovano in quelle condizioni devono reagire, devono avere il coraggio di denunciare, devono aver la forza di iniziare per rivivere una propria vita, e Marta l’ha fatto: “Non devo morire, non voglio morire, io non morirò” E la vita continua… Marta ini- zia una nuova vita su quell’uscio della libreria dove incontra Amedeo e abbracciandola lei avrebbe voluto che quell’ab-

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Politica di Nicandro D’Angelo

VERSO LE ELEZIONI Fumata nera per i Big locali sottomessi alla “Ratio” dei Giganti

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? con Nicola Zingaretti alla Presidenza della Regione Lazio, cer- quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem tamente sarà un leader non del nostro territorio. Ieri il Presidente “sese effrenata iactabit audacia? …” dalle “Le Catilinarie” Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ha trattato diversi temi: di Marco Tullio Cicerone “ Fino a quando approfitterai, Cati- il lavoro, punto di forza nelle famiglie; la campagna elettorale lina, della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora codesta che dovrebbe essere improntata nel rispetto delle Regole e tua folle condotta ci sfuggirà? l’astensionismo, invitando i giovani Fino a che punto si spingerà la tua (quelli del ’99) al voto, paragonan- sfrenata audacia?...” Al palo gli doli a quelli della stessa età della uomini che nel centrodestra e nel Grande Guerra. Ma è difficile per centrosinistra aspiravano a candi- quei giovani, senza lavoro, per i cit- dature, nemmeno prese in consi- tadini che sono sfiduciati e che al- derazione dalle mani potenti dei l’orizzonte hanno visto profilarsi le Partiti (Berlusconi), (Renzi) (ex prime stangate: luce, gas, acqua, Alfano e company) e altri partitu- autostrade e immondizia, andare a coli e Movimenti nati alla fine di votare. C’è troppa differenza di sti- questa legislatura. I politici di Fro- pendio tra il cittadino e il parla- sinone, con qualche eccezione (in mentare (eletto); non c’è illo tempore), – i fidati di Andreotti ex DC – o del Psi/Psdi, non perequazione e questo allontana sempre di più l’elettore verso sono stati mai presi in considerazione per poter essere candidati un’elite non più accettabile con questo sistema. La sfiducia, caro e eletti per rappresentare degnamente questa Terra per una cre- presidente Mattarella, nei confronti degli uomini politici è evi- scita del territorio, spesso considerata di ; eppure espres- dente, considerati inadeguati a comprendere il Paese e a risolvere sione di uomini di una “Intellighenzia” non di meno ai le crisi che lo attanagliano apparendo sempre più incapaci di in- “Cervelli” del Nord, quasi sempre solo portatori di voti per la novazione proprio in un’epoca storica chiamata a grandi cam- pancia dei Grandi. I nomi sono facili: Nicola Ottaviani, sindaco biamenti; così come sconfortante appare la percezione della di Frosinone, uomo di punta e di spessore politico, relegato a leadership politica appollaiata su vecchi schemi e su logiche su- fare il Primo cittadino, (eletto per la seconda volta e al primo perate. Ho aperto questo mio articolo con Cicerone e chiudo con turno con il 56,38%) - perché non poteva essere candidato alla una Sua famosa frase: “Salus populi suprema lex esto”. “ Il be- Presidenza delle Regione Lazio? L’unico contentino per Mario nessere del popolo deve essere la legge più importante”. Abbruzzese, - alla Camera o al Senato - uomo trainante del Partito Forza Italia e di grande esperienza politica! Gli uomini di sinistra cercano il contentino o continuità, Francesco Scalia, Maria Spilabotte e Naz- zareno Pilozzi e riparte Gianfranco Schie- troma e infine Luca Frusone M5S. Comunque la lealtà degli uomini politici locali rimarrà tale e la campagna elettorale sarà improntata alla conferma dei voti verso quegli uomini che i N. Ottaviani M. Abbruzzese leader nazionali presente- ranno e i rispettivi partiti che rappresentano. La Ciociaria ha perso quella centralità politica che negli anni passati ha rap- presentato. Non sap- piamo chi si scontrerà F. Scalia L. Frusone M. Spilabotte

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BREVIARIO SULLA RIFORMA AL CODICE PENALE inammissibilità. Le novità di maggior rilievo sono: 1) rito came- LEGGE 23/06/2017 n 103, G.U. 04/07/2017 - parte V rale anche per decidere sulle misure cautelari reali; 2) la Corte può decidere senza formalità sui casi di inammissibilità previsti dal- DIRITTO PROCESSUALE PENALE l'articolo 591 c.p.p., comma 1 lett. a) b) c) e d), e sull'inammissi- DISCIPLINA DELL'IMPUGNAZIONE bilità del ricorso avverso sentenze di patteggiamento e di L'articolo 55 della legge n 103 del 2017 disciplina una nuova concordato in appello; 3) in caso di conferma della sentenza di forma dell'impugnazione, sostituendo l'articolo 581 c.p.p, secondo primo grado in appello potrà essere presentato ricorso per cassa- la nuova formulazione l'impugnazione è da considerarsi inam- zione solo per i vizi di cui all'articolo 606, lett. a) b) e c) c.p.p.; 4) missibile: 1) se non sono indicati il provvedimento impugnato, la la parte non potrà provvedere personalmente alla presentazione data del provvedimento e il giudice che lo ha emesso; 2) i capi e del ricorso di Cassazione; 5) le Sezioni della Cassazione possono i punti della decisione ai quali si riferisce l'impugnazione; 3) le disporre la rimessione alle Sezioni Unite anche quando non con- prove delle quali si deduce l'inesistenza, l'omessa assunzione o cordino con un principio già pronunciato dalle stesse Sezioni l'omessa o erronea valutazione; 4) le richieste anche istruttorie; 5) Unite e non condiviso dai giudici della sezione remittente; 6) le i motivi, con l'espressa indicazione delle ragioni in fatto e in di- Sezioni Unite possono enunciare un principio di diritto anche se ritto che sorreggono ogni specifica richiesta. il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per una causa soprav- venuta; 7) la Cassazione può procedere ad annullamento senza CONCORDATO IN APPELLO SUI MOTIVI E RINUNCIA rinvio al giudice del merito, quando non sono necessari ulteriori Gli articoli 56, 57, 58 e 59 della legge n 103 del 2017 introdu- accertamenti; 8) la Cassazione può procedere a rideterminare la cono la nuova disciplina del concordato sui motivi di appello, se- pena, nel caso in cui sia possibile effettuarla sulla base delle sta- condo la quale le parti possono concordare di far accogliere in tuizioni del giudice di merito; 9) nel caso di ricorso straordinario tutto o in parte i motivi di appello, anche rinunciando ad alcuni per la correzione di errore materiale o di fatto, la rilevazione del- motivi, rideterminando la pena da infliggere. Il giudice dell'ap- l'errore può avvenire anche d'ufficio, senza particolari formalità, pello decide immediatamente in camera di consiglio accogliendo ma la correzione deve avvenire entro 90 giorni dalla deliberazione; l'accordo, o non accogliendolo e ordinando la prosecuzione o la 10) nel caso di inammissibilità del ricorso per cassazione, la san- citazione a comparire in dibattimento. In caso di non accogli- zione pecuniaria può essere aumentata fino al triplo in ragione mento l'accordo e la rinuncia perdono effetto, ma possono essere della causa di inammissibilità, con un adeguamento biennale degli riproposte in dibattimento. Non possono essere impugnate in ap- importi sanzionatori. pello le sentenze avverso contravvenzioni punite con la sola am- Per ulteriori approfondimenti si rinvia ad un mio libello di pros- menda o con pena alternativa arresto o ammenda. Non possono sima pubblicazione in tema di “ I nuovi requisiti della sentenza formare oggetto di concordato i delitti di cui agli artt. 51, comma penale e la sua impugnazione”. 3-bis e 3-quater, i reati sessuali e i procedimenti contro delinquenti dichiarati abituali, professio- nali e per tendenza. In caso di impugnazione del pubblico ministero di una sentenza di proscio- glimento fondata sulla valutazione in appello della prova dichiarativa assunta nel primo grado è prevista la rinnovazione dell'istruttoria dibat- timentale.

DISCIPLINA DEI PROCEDIMENTI AVANTI LA CORTE DI CASSAZIONE Le novità rilevanti in tema di procedimenti avanti la Corte di Cassazione sono descritte dagli articoli 60 e seguenti della legge n 103 del 2017. La riforma ha introdotto un regime san- zionatorio in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso per cassazione. La Corte di Cassa- zione può condannare fino al doppio della san- zione amministrativa prevista dalla legge in caso di rigetto i ricorrenti; e fino al triplo in caso di

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16 Lex “ADDIO CENCELLI. COME MISURARE IL MERITO IN POLITICA”

n questo numero, mi occuperò della presentazione del tiplicato per zero fa zero", sostiene il giornalista Ruschioni. libro intitolato: “Addio Cencelli. Come misurare il me- È questa, insomma, la precondizione per poter accedere a Irito in politica”, scritto a quattro mani da Fabrizio San- qualunque partito politico, ma da sola non può reggere, altri- tori, consigliere regionale del Lazio e dal giornalista Michele menti si creerebbe una classe politica onesta, ma incapace. Ruschioni, pubblicato da Armando Curcio Editore, avente Ma prima di arrivare alla formula vengono raccontate tutte l’obiettivo di colmare il gap, sempre più profondo, tra le di- le malattie che possono colpire e affondare un Paese quando namiche delle politiche istituzionali e la partecipazione terri- questo sbatte la porta in faccia al Merito. Non essendo un toriale. Il volume vuole fornire una guida valida e “pronta libro schierato, se non nei confronti del Merito stesso, può all’uso” per evitare candidature improbabili e politici inca- permettersi di bacchettare tutti gli schieramenti politici: un paci, e mandare in pensione il famoso manuale Cencelli, me- elenco che non risparmia nessuno. La tesi sostenuta dai due todo ideato negli anni Sessanta dal dirigente democristiano a autori è che se la formula del Merito fosse stata applicata, il cui deve il nome e che metteva ordine nella spartizione delle risultato ottenuto non avrebbe permesso a certi personaggi di ‘poltrone’ più importanti. “Se l'Italia occupare posizioni così di rilievo. assiste impotente alla fuga dei mi- Tra i contributi che arricchiscono il gliori cervelli all'estero è perché que- libro, la prefazione scritta da Gior- sto è un Paese che non premia il gia Meloni e, in chiusura, l’intervi- Merito. Se la politica inizierà a per- sta a Massimiliano Cencelli, assieme correre la strada della meritocrazia, a quelle alla giornalista marocchina il cambiamento sarà fisiologico e ed ex deputata Souad Sbai, all’ex inarrestabile. Bisogna solo iniziare, sottosegretario Guido Crosetto, e del bisogna solo applicare la formula per critico Vittorio Sgarbi. selezionare i più meritevoli", af- Fabrizio Santori, nasce a Roma nel ferma e spiega Santori. Nel percorso 1976. Sposato con due figli, è con- tracciato dagli autori, le parole e le sigliere regionale del Lazio dal 2013 argomentazioni della scienza poli- e membro dell’Assemblea nazio- tica incontrano addizioni, parentesi, nale di Fratelli d’Italia. Inizia il suo percentuali e divisioni. Il risultato è percorso politico all'età di 16 anni una formula quali-quantitativa per nei gruppi giovanili di Alleanza Na- misurare appunto il Merito in poli- zionale. Eletto per due mandati tica. "Con questo lavoro proviamo, nel nostro piccolo, ad aiu- come consigliere del XVI Municipio di Roma, nel 2008 viene tare il Merito ad emergere. La formula del Merito in Politica eletto consigliere comunale di Roma. Laureato in Economia, che abbiamo ideato vuole alzare l'asticella delle ambizioni ha lavorato in aziende private come sistemista informatico ed perché, finalmente, prova a misurare ciò che fino a ieri nes- esperto in formazione manageriale. suno ha misurato, o non ha voluto misurare" sostengono San- Michele Ruschioni, nasce a Roma nel 1977. Laureato in So- tori e Ruschioni nell'introduzione. Ma che dice questa ciologia, è giornalista professionista ed esperto di comunica- formula? Per misurare il Merito del politico di turno, sia esso zione. Dal 2003 al 2011 ha scritto per il quotidiano “Libero”. un consigliere di un piccolo paesino o un eurodeputato, è ne- Attualmente collabora con Il Messaggero.it. È coautore as- cessario incanalare il giudizio entro parametri oggettivi che, sieme a Vittorio Feltri del libro ‘I Sindaci in Rosso’ pubbli- sommati tra loro, possono dirci il reale valore di una persona. cato nel 2006. E quali sono questi parametri? I trascorsi di una persona, la sua affidabilità, la capacità di attrarre consenso, la sua intel- ligenza, la capacità di innovazione, le idee, il carattere, l’im- pegno, la capacità di leadership, l’empatìa e ciò che si è prodotto nella vita politica e al di fuori di essa. Questi tasselli vanno sommati tra loro e moltiplicati per il fattore più im- portante di tutti: l'onestà. "Se l'onestà di una persona è pari a zero, anche se avesse il massimo dei voti sugli altri para- metri otterrebbe sempre zero perché qualunque numero mol-

17 PRODOTTI COSMETICI CAUDALIE - COFANETTO DI ALTA QUALITÀ I cofanetti the des vignes contiene: 1) Profumo The des vignes 50 ml 2) omaggio The des vignes doccia 50 ml 3) omaggio The des vignes crema corpo 50ml

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interpretazione medico legale (o interpretazione psi- alla fase degli accertamenti clinici constatativi, quando cioè - chiatrico forense) di un reperto deve essere un pro,cesso estratti e fatti oggetto di denominazione specifica i fenomeni in- L'di analisi del reperto stesso, analisi che deve essere fon- dividuati- è fatto obbligo di procedere all'ordinata descrizione data, prudente, razionale e critica. Non può non risultare imme- degli stessi, quella descrizione che non si limita più a riassumere diatamente evidente che con tali espressioni non si avanzano di asetticamente sul piano tecnico il repertato, ma che deve essere certo determinazioni d'ordine metodologico in ambito di pro- la naturale premessa a quella susseguente interpretazione in fun- cesso interpretativo, ma che -al contrario- si enunciano soltanto zione medico legale che deve venir assegnata all'accertato me- criteri deontologici, relativi cioè allo stile di comportamento che desimo. Quivi, però i limiti delle reciproche spettanze sono il tecnico deve tenere nel corso del processo interpretativo me- piuttosto fluidi e -se si vuole- tanto indefiniti, quanto reciproca- desimo, riguardo alle risultanze emerse dagli accertamenti pre- mente confluenti ed è invero ben noto che le ragioni di queste liminarmente compiuti. In effetti, ciò che si qualifica con i indeterminatezze attingono al senso ed alla portata interna del predicati della fondatezza, della prudenza, della razionalità e del processo descrittivo medesimo. In effetti, sul piano di una valu- buon senso critico è soltanto l'assetto -per così dire- più ovvio tazione estrinseca si potrebbe asserire che non importa e che sa- della doverosità della funzione interpretativa e -addirittura- più rebbe comunque di rilievo secondario il che cosa si che un atteggiamento vero e pro- descriverebbe perché ben più cen- prio è -nella specie- il necessario trale sarebbe invece il come si ef- stato d'animo che deve informare fettuerebbe la descrizione stessa e -animandolo- il contegno inter- -con essa- l'ordine interno che si pretativo, contegno che -come è assegnerebbe ai diversi contenuti noto- è un fenomeno diverso - della descrizione e quindi tanto al anche se finalisticamente siner- risalto che si concederebbe ai me- gico- rispetto a quella serie di desimi, quanto la rilevanza che si investigazioni che si debbono demanderebbe ad essi. La do- esercitare su un reperto acciò che manda che qui ci si deve porre in- questo possa accedere sensata- fatti è come sia concepibile una mente al possesso della realtà tec- descrizione di fatti che possa pre- nica che nel medesimo è iudovata scindere dal gravare tali fatti delle e della quale è richiesta l'esplici- loro dimensioni di collocazione in tazione erga omnes tanto nella funzione prospettica degli stessi, forma di una evidenza 1a più in- dato che ai medesimi preesiste una controversa quanto nella sostanza realtà giudiziaria che li avrebbe della sua più esplicita verità. E' precorsi e come sia ancora possi- necessario aver presenti questi "aspetti" dell'indagine perché, in bile riferire su di essi senza che negli stessi possa prendere posto ambito medico legale, la realtà a cui testé si è fatto riferimento, implicitamente una loro preconcetta seriazione di valori, e in- è quella posta in essere dai risvolti giudiziari suscitati tanto da fine, come sia possibile garantire il preliminare sistematico svin- una situazione comportamentale antecedente al momento del- colo della descrizione dagli obiettivi e dalle finalità che hanno l'indagine forense (o indagine retrospettiva), quanto da una si- posto in essere la necessità stessa degli accertamenti. Ovvia- tuazione di futura temibilità avvenire, ovvero di un futuro mente tutto ciò -in presenza del fatto giudiziario di già accaduto pregiudizio alla linearità di un contegno successivo non pro- o semplicemente paventato- si pensi qui anche ad un procedi- priamente corretto da parte di un soggetto indagato attualmente mento di interdizione. Questa -in sostanza- sarebbe poi la diffe- e di cui il magistrato attende l'adeguata chiarificazione del con- renza fondamentale, si tratta di una differenza piuttosto tegno prognostico(o avvenire) da parte dello specialista, nella consistente perché, se la descrizione di qualsiasi altra disciplina sua qualità di valido competente. In effetti, non si può ignorare può esitare in un mero elenco di fatti, questa facoltà non é certo che nella fase dell'accertamento tecnico è di già ampiamente pre- ammissibile in medicina legale, non fosse altro perché il fatto sente il processo interpretativo portato sugli atti,sui fatti, sui di- non è mai un evento puro, autonomamente isolabile in se stesso scorsi e sugli atteggiamenti che un singolo essere umano assume in seno a qualsiasi vita psichica. Ciò su cui solitamente si astrae nel corso dell'interrogatorio, ma è ben vero che un siffatto pro- nelle descrizioni -in linea di massima- è rappresentato costante- cesso interpretativo delimita il suo spazio proprio alla sola ed mente dalla plurima sistematicità delle implicazioni vitali ed esi- esclusiva individuazione delle eventuali componenti della con- stenziali possibili che gravano su un soggetto ed è altresì dotta (sensu lato) del soggetto indagato. Ma qui è ancora dove- costituito dalle interrelazioni che si costituiscono fra sintomi, vita roso considerare che un processo interpretativo molto particolare psichica (globalmente considerata), non che impegni, coinvol- ha luogo altresì anche nel momento immediatamente successivo gimenti, ripercussioni ed effetti.

19 L’Opinione di Massimo Sergio A CHI ATTOCCA, S’ARROSCIA!...

Si dice “perdere la testa”, ma uno può perdere anche quello che non ha mai avuto. (I. Montanelli)

mmobili fatiscenti ma considerazioni. Eppure siamo coscienti di degni di attenzione. quante altre posizioni in discesa vengano at- IAnche il Comune Capo- tribuite alla città in cui abitiamo, ogni volta luogo ha un suo patrimonio, fatto che un giornale specializzato in simili classi- di terreni e fabbricati. E questo ficazioni o indagini metta mano ai vari para- potrebbe anche considerarsi una metri per poter giudicare che un luogo possa ricchezza, un’aurea riserva. Ma considerarsi vivibile e a misura d’uomo. Per se questi sono tenuti in condi- ora ci dobbiamo accontentare degli ultimi zioni disagiate, per non dire di- posti, facendo a gara per non retrocedere ul- sastrate, è tutto un altro discorso! teriormente con le città del sud. Per ora ma- Càpita perciò che un mio affezionato lettore, l’attento stichiamo ancora amaro: per essere allegri o addirittura Giancarlo Grande, mi procuri delle immagini di questi im- felici chissà quanto ancora dovremmo aspettare. Ma la mobili fatiscenti per renderne partecipi anche gli altri con- tigna e la pazienza dei ciociari è proverbiale. Ne abbiamo cittadini. Essi potrebbero essere tenuti meglio e quindi tanta che potremmo esportarla. Accontentiamoci allora di sfruttati in senso positivo. Purtroppo se ne stanno negletti quanto passa il convento, sperando sempre in un colpo ed abbandonati, rifugio di ratti e zoccole, di malintenzio- d’ala o di fortuna!... nati e così via dicendo. In particolare, a titolo di esempio, un intero palazzo che andrebbe ristrutturato e reso funzio- Fuochi fatui. L’amministrazione comunale – assessorato nale (vedi l’eloquente immagine fotografica). E’ in via del alla riqualificazione del centro cittadino – ce la sta met- Carbonaro, ma con accesso da piazza Scappaticci. Fu tendo tutta. Porta avanti un piano di gestione che tenda a anche in varie fasi successive: spaccio della Questura, cir- rivitalizzarlo. Per ora pochi sono quelli che vi hanno ade- colo scacchistico dedicato a P. Murphy, sede della banda rito, speriamo in un numero più consistente, più cospicuo, cittadina, nonché del segretario amministrativo Gino Ro- visto e considerato che purtroppo altri esercizi commer- tili e la sua ampia famiglia, e ricovero per emigrati. Es- ciali continuano a chiudere le loro saracinesche. Si po- sendo in pieno centro storico, così com’è, nelle condizioni trebbe dire con l’antico adagio che “si sono ricordati di in cui si trova, non è proprio uno spettacolo edificante da chiudere le stalle quando ormai le vacche sono fuggite al- osservare. Pare che si sia pensato di farne una dependence trove!”. Ve l’immaginate i nostri amministratori correre, del Museo archeologico. Ma che si faccia presto e bene, col fiato corto che hanno, alla ricerca delle suddette vac- prima che anche le sue pietre o mattoni possano essere og- che evase per riportarle a casa?!? Basteranno queste op- getti da catalogare come… reperti antichi ed attribuibili ai portune, ma purtroppo tardive, provvidenze ed operazioni nostri progenitori volsci… a far tornare la situazione accettabile se non proprio flo- rida? Sembrano fuochi fatui, come quelli che si possono Un capoluogo… alle- osservare nelle calde sere d’agosto, che sembrano dei mi- gro? Qualche tempo fa ebbi raggi. Sono invece fiammelle di solito di colore blu. Tan- la ventura di leggere su un tissime sono le leggende inerenti: alcune genti nordiche quotidiano locale come Fro- credevano che seguendoli si trovasse il proprio destino. sinone, capoluogo della Cio- Ecco tali interventi mi appaiono proprio come fuochi fatui. ciarìa, venisse considerata Sono scettico, ma una città allegra, contenta. anche speranzoso. Tale notizia straordinaria ve- Frosinone è stata niva avallata da sociologi, per troppi anni ab- studiosi di storia e tradizioni bandonata a se popolari, ed altrettali soloni. stessa, senza guida Mi è parsa una boutade, valida ed esperta. come dicono i transalpini, Coraggio! Che sia una battuta pubblicitaria, fo- la volta buona!... riera di ben altre attenzioni e

20 L’Opinione di Gabriele Sabetta IL CROLLO DEL BITCOIN, QUALI CONSEGUENZE?

econdo la narrazione dei media più “accreditati”, Sl’economia sta godendo del suo miglior periodo dalla crisi iniziata nel 2008, che inaugurò la peggior recessione del dopoguerra. Il tanto atteso passo in avanti verso la crescita globale definitiva sarebbe ac- compagnato, oggi, da un au- mento dei consumi, da una moderata ripresa degli investi- menti e da solidi incrementi occupazionali. In realtà, la ri- salita dei corsi azionari è stata assai più rapida della crescita, molto limitata, dell’economia reale sottostante. Se le ban- smo di scambio e regolazione è stato messo a punto da uno che centrali, allo scoppio della bolla speculativa dei mutui sconosciuto chiamato Satoshi Nakamoto ovvero da un subprime (2008), garantirono il salvataggio incondizionato gruppo di programmatori che utilizzano quel nome. Come del sistema bancario – l’iniezione di grosse somme di de- per ogni altro prodotto finanziario o valutario, gli ingordi naro e l’abbassamento dei tassi di interesse ai minimi sto- “mercati” si sono immediatamente attivati per costruire su rici ha provocato favolosi guadagni nei mercati finanziari. di esso un castello di prodotti “derivati”: in questo caso, si I complessi giochi della finanza non rispecchiano in alcun tratta di “futures”, cioè di contratti a termine con i quali le modo un aumento della ricchezza reale – che si ottiene, è parti si obbligano a scambiarsi, alla scadenza, un certo bene chiarirlo, attraverso l’espansione degli investimenti e quantitativo di determinate attività finanziarie a un prezzo dell’occupazione – ma in ultima analisi rappresentano prestabilito. Pura scommessa finanziaria; ma questa volta, l’esito di scommesse più o meno rischiose sulle spalle dei il gioco è durato poco, e già dopo cinque giorni dall’aper- lavoratori. Uno dei principali fattori che ha sorretto il gon- tura delle nuove negoziazioni si è assisto ad un crollo re- fiarsi della nuova bolla speculativa, pronta ad esplodere, è pentino – e ancora del tutto inspiegabile – del valore di stato il recente taglio alle imposte sui redditi d’impresa da una cripto-valuta (il bitcoin, per l’appunto) e dei suoi de- parte dell’Amministrazione Trump; decisione che, seppur rivati. Pompando ingenti somme di denaro nel sistema fi- lodevole di principio, poiché rappresenta un’operazione nanziario globale negli ultimi dieci anni, le banche centrali “espansiva” di politica economica, siamo certi che non hanno creato un vasto oceano di capitali che stanno ora promuoverà nuovi investimenti nell’economia reale – e cercando un rendimento sempre più alto (e rischioso); il ciò finché non vi sarà un forte indirizzo politico in tal senso programma sviluppato in risposta al crollo prodotto dal –ma fornirà nuova linfa per la pura speculazione finanzia- collasso della bolla subprime ha creato solo le condizioni ria. Sintomatico del reale stato di cose è che la notizia di per il prossimo sconvolgimento. La frenesia creatasi at- maggior risalto in ambito economico-finanziario, nelle ul- torno al bitcoin è solo l’espressione più eclatante di una time settimane, ha riguardato il lancio del trading di con- speculazione finanziaria che ha sempre più dominato l’ac- tratti futures sul bitcoin, presso l’operatore Cboe Global cumulazione dei profitti al posto degli investimenti nel- Markets con sede a Chicago. Spieghiamo meglio di cosa si l’economia reale e dell’espansione della produzione. Non tratta. Le origini del bitcoin risiedono nello sviluppo di una è affatto chiaro quale sarà l’effetto dell’eventuale collasso tecnologia che consente transazioni via internet utilizzando provocato dallo scoppio della bolla bitcoin; ma se nel 2008 “cripto-valute”, così denominate poiché rappresentano la bolla dei subprime ammontava a circa 50 miliardi di dol- strumenti monetari “non ufficiali” che aggirano le valute lari, oggi l’opacità ancor più marcata del sistema finan- nazionali e le autorità di regolamentazione finanziaria; il ziario, rende difficile determinarne l’esatto ammontare e bitcoin è una sorta di moneta “anarchica”, il cui meccani- l’estensione delle sue interconnessioni.

21

L’Opinione di Alessia Cristofanilli Il neofascismo non è una storiella per spaventare i bambini

icembre 2016. Il quartiere San Basilio si rivolta contro una famiglia marocchina, legittima Dassegnataria di una casa popolare, in difesa degli abitanti abusivi dell’alloggio. Nel pomeriggio del 1 aprile, militanti di Forza Nuova effettuano un blitz con mazze e caschi al centro sociale Gta. In serata venticinque militanti di CasaPound aggrediscono un componente della Rete degli studenti. Il ragazzo viene inseguito, spintonato e gettato nel Naviglio tra insulti e sputi. Il 15 giugno Forza Nuova protesta sotto Palazzo Madama contro lo Ius Soli: «Ormai è guerra possibile questo clima dilagante di odio e diffidenza, e la aperta. In questo momento un manipolo di guerrieri sono politica deve, per una maledetta volta, pensare seriamente ai schierati qui in piazza. La legge non passerà, o sarà battaglia giovani. I giovani, questi sfaticati sconosciuti che fuggono in tutta Italia» è scritto in un post su Facebook del per andare a servire ai tavoli a Londra, questi lamentosi movimento neofascista. 23 novembre 2017, atti vandalici a choosy buoni a nulla che dormono dalla mattina alla sera sui Bologna: bruciata una corona sotto la lapide dedicata ai libri universitari, questi fantasmi che vagano senza meta e caduti della Resistenza in via Bentivoglio, quartiere che non sanno neanche lavarsi le mutande. Sì, proprio loro, Cirenaica. 28 novembre, durante l’assemblea della rete il futuro del mondo che viene calpestato e insultato ogni ‘Como Senza Frontiere’, un gruppo di fascisti ha fatto giorno. Proprio loro, quelli che scappano e vanno a fare la irruzione ed ha obbligato la platea all’ascolto della lettura di fortuna dei Paesi esteri, senza che a nessuno sembri un volantino delirante sul tema della cosiddetta ‘invasione’. importare. Proprio noi, pieni di una rabbia cruda e viscerale L’azione è stata compiuta dalla sedicente ‘associazione che voi adulti avete dimenticato, capace di spostare le culturale Veneto fronte skinhead’. 06 dicembre: spedizione montagne, con una pesantezza sulle spalle da farci sentire fascista sotto la sede di Repubblica: un gruppetto di militanti tutt’uno col cemento. Alcuni di noi stanno prendendo in mano mascherati, che esponeva una bandiera di Forza Nuova e un un manganello, pur di essere ascoltati. Quella minoranza di cartello con la scritta “Boicotta Repubblica e L’Espresso”, ha giovani che al giorno d’oggi si avvicina alla politica, lo fa acceso fumogeni sotto la sede del giornale e letto un proclama andando a destra. Il perché non è difficile da capire; è la di accuse alla redazione. politica che parla alla pancia e al cuore, è la politica che fa Questi sono solo alcuni dei tanti, innumerevoli episodi sentire forti, considerati, parti di qualcosa, un potenziale, e violenti di matrice neofascista accaduti nell’ultimo anno. Che non un arto senza muscolo. La politica è fatta dalle persone, un forte vento estremista stia soffiando sull’Italia, anche se non da numeri o da fantocci che escono dai libri di storia e si c’è ancora chi ha il coraggio di minimizzare? Ora, c’è da ripresentano a cadenza secolare: tuttavia, si cade sempre negli avere paura, come i politici in vista delle elezioni imminenti, stessi errori. Non si prendono sul serio le emozioni della ci spingono a fare? No! Bisogna, al contrario, arginare prima gente. D’altra parte questo è un Paese dove a Predappio, il luogo dove nacque Mussolini, è ininterrotta la presenza di nostalgici gitanti che se ne tornano a casa con gadget, accendini, magliette e gagliardetti con il faccione del duce. Ma questo sembra non destare nessuna preoccupazione. Emanuele Macaluso in un’intervista al Foglio di qualche mese fa ha detto: “Si sono persi per strada i caratteri fondamentali che l’antifascismo aveva dato alla nostra democrazia. Tutta questa roba che circola oggi in Italia, che la avvelena e ci avvelena, nega la sostanza vera della nostra democrazia repubblicana, antifascista e costituzionale. Cos’è in definitiva l’antifascismo? Non è una posa, non è materia estetica. Non è uno slogan. Non è una cantilena. E’ cultura ed è politica”.

23 Il periscopio di Massimo Sergio

DEL PORCO, NON SI BUTTA NIENTE!... A cento metri, sotto il palazzo comunale, grugniva il mercato dei porci e siccome qualche tempo prima gli uffici pubblici restavano aperti anche al mattino dei giorni festivi, il segretario comunale, infastidito dagli strepiti, aveva fatto esporre davanti al portone il cartello: “Si prega di far stare zitti i maiali, per non disturbare quelli di sopra…”.

ar su el porsel” – ammazzare il maiale, dis- teso come sopraffare. Di un ingenuo truffato alla fiera sanguarne le carni, sezionarle, lavare le bu- dai soliti imbroglioni si diceva: “Il lo ga fato su come un “Fdella per insaccarle di biancorosata pasta salame”, cioè incontrare resistenza, come al norcino non erano una serie di operazioni fatte dalle callose mani dei resiste la molle carne del maiale sminuzzata col trita- contadini. Per estensione, voleva significare anche cor- carne, salata, insaccata ed appesa alla fine al chiodo del bellare, gabbare qualcuno nelle implacabili beffe pae- baldacchino. Per cui brachilogicamente l’ingiuria: “Sei sane, che finivano per rimbalzare sulle spalle della come un salame!”. Umana ingratitudine! Del porco vittima. In tale accezione, “fare” è il verbo dei vincenti, usiamo la carne come cibo ed il nome come insulto. dei dritti; tipo: farla a qualcuno/giocargli un brutto tiro. Esso indica disprezzo verso una persona ed è anche sim- Oppure farsi una ragazza/portarsela a letto. Il fare in- bolo di vizi umani, quali principalmente la lussuria. Porco è la persona di costumi volgari. Porco è sinonimo di avido e ingordo. Dante Alighieri chiama brutti porci gli abitanti del Casentino. Altresì porco e sporco sono sinonimi. Per designare un uomo sporco si dice: “Sudicio come un porco” perché il porco non si lava mai e non fa come il gatto che con la lingua si lecca e liscia il pelo. Altra cultura, di- versa filosofìa, evidentemente. Però, ne- anche la gallina si lava e quella ruspante che si struscia nel letamaio è la più am- bìta e non viene additata come un’incor- reggibile nemica dell’igiene. Perché, in fin dei conti, ce l’abbiamo tanto col porco? A sua strenua difesa nel 1761, un poeta buontempone come l’abate Giu- seppe Ferrari da Castelvetro, pubblicò in Modena, soffice terra di zamponi, un’estesa lode appunto dal titolo: Gli elogi del porco, sotto lo pseudonimo di Triginto Bistonio:

Parlo di te, mio rispettabil porco, / onor de la quadrupede famiglia, / benchè di Illustrazione di Quino fuori impiastricciato e sporco; / tu che

24 vivi alla buona, e senza briglia / di moda, e servitù, che Verdi: non v’è nulla da buttar via, e lo considerano l’ani- tanto annoia; / l’usanza tua di libertà è figlia / e Plinio in- male per . Tale privilegio viene concesso sol- segna che un color da boia / sempre t’investe, ond’è che tanto al fondatore mitico di Roma, Romolo, che alla fine poi ti piace / nel pantano smorzar sì crudel noia. / Roma, della vita fu assunto all’Olimpo, col nome di Quirino. E Epidauro con sua buona pace / adorar serpi; idolatrò su quel monte v’era una dea buongustaia, di nome Maia, l’Egitto / gatti, cipolle e il coccodrillo edàce. / Lodò l’or- alla quale il porco veniva spesso sacrificato, donde il zata, in voce ed in iscritto, Ippocrate; e Caton, quel fier ro- nome di maiale. Altresì si dice: porco Giuda! Anche se mano, / per un cavolo sol sarìasi il porco non ha mai tradito nes- fritto. / Dìocle alla rapa; e il vate suno, figuriamoci Gesù Cristo. sovrumano, / primo cantor delle Si dice: porca l’oca, rendendo troiane imprese, / fece ai topi e ai delle offese così a due bestie do- ranocchi onor sovrano (…) / Ai mestiche in un sol colpo. Asso- tessàli il cavallo era un tesoro; / ciamo con arbitrio alle imprese un cane in Samo era il più dolce ladresche sia il piede di porco oggetto / e un asino, in Arcadia, che l’onesto suino, animale del era in decoro. / E tu, mio caro tutto privo del senso del danaro, porco benedetto, / tu che devi pas- che disprezza ori e gioielli da far sar per la maggiore, / tu l’estremo scrivere a Matteo nel Vangelo: sarai, sarai negletto? / No, fin che “Non gettate le perle ai porci, avrò parole, avrò vigore, / pre- perché non le calpestino!”. Ed il sente me non ti vedrai schernito, / porco è bestia esemplare che nel fosse del Gran Mogol l’impera- tempo ha acquistato tanti meriti, dore (…) / Oh cotichin, null’altra a te somiglia / in fra- tante benemerenze pur non dandosi arie, come fa il pa- granza, e in vapor, vivanda eletta! / Quando tu giungi, vone invece. Ad esempio, quando i veneziani trafuga- inarca ognun le ciglia. / I grati effluvi ad assorbire in fretta rono dall’Egitto il corpo dell’evangelista Marco, lo / si spalancano i tubi ambo nasali / e un “oh!” comune il nascosero sotto i quarti di un maiale, ben consci che i godimento affretta; / e tosto in bocca, e giù per li canali / gendarmi musulmani si sarebbero rifiutati di toccare delle gole bramose, l’acquolina / si sentono venire i com- quella carne, invisa alla loro religione. Se si va un po’ mensali: / e fossevi ancor latte di gallina / ed in piatto real più indietro nei secoli, veniamo a sapere che fu una vergin fagiano, / a te la preminenza si destìna. scrofa a indicare al pio Enea, arrivato dal mare, il luogo dove, secondo il Fato, sarebbe dovuta sorgere Roma. Se consideriamo l’uso totale che se ne fa della sua carne: Perciò nello stemma della Città Eterna dovremmo met- salame, prosciutto, culatello, cotechino, zampone, tere, accanto alla lupa se non al suo posto, una troia. No- coppa, pancetta, lardo, costine, àrista, braciòle, cìccioli, nostante questi quarti di nobiltà continuiamo a sanguinacci ed ho forse dimenticato qualcos’altro?!!... pronunciarne il nome con un misto di ribrezzo e di di- Dicono quelli di Parma che il porco è come la musica di sprezzo…

25 Ambiente e territorio Bianca Santoro LA “LUCE” DEL CAMPANILE

n linea con le strategie amministrative comunali, quest’anno sono state realizzate le luminarie di Natale a tema: “Il Cam- Ipanile”. Idea condivisa ed apprezzata. La nostra Città viene spesso rappresentata da questo monumento storico sia per la sua posizione, la più alta della città, che per il suo pregio architetto- nico e strutturale, testimone da vari secoli di storia, egregiamente a costituire un “Simbolo”. Bene!!! Altro fa e ha fatto l’Ammi- nistrazione nel campo della culturale con l’acquisto e l’uso di un teatro, con l’acquisto e la ristrutturazione di un se- condo teatro più piccolo, con manifestazioni invernali e soprat- tutto estive di teatro, musica, esposizioni e quant’altro. Anche la partecipazione alla costruzione del nuovo campo sportivo può dare un’immagine diversa, più positiva. E ancora, la promessa di costruire un nuovo parco sull’area del dismesso insigne “Ma- tusa”. Sono tutte iniziative encomiabili e condivisibili, ma re- Eppure è finito così: la nostra città ha pochi siti pregiati. Quelli steranno interventi riguardanti l’ “Effimero”. Per inciso ricordate che potevano essere adeguati e trasformati in tali, sono stati de- l’epoca dell’ “Effimero” romano, degli anni ’80 con l’assessore turpati. Vedi l’intervento a P.le De Matthaeis, fatto per l’esalta- Niccolini, che risvegliò la Città Eterna, rendendo attraenti tanti zione di un distributore di carburanti, ignorando la storia del siti sconosciuti e facendo conoscere tanti artisti e personaggi fino luogo. Il piazzale della Prefettura con lo storico e imponente Pa- allora poco noti! Il tempo libero fu occupato in modo qualifi- lazzo del Governo e la chiesa abbaziale di S.Benedetto poteva cato, interessante e gioioso. Tutto questo divenire purtroppo non rappresentare il luogo deputato per tutte le manifestazioni civili, poteva essere duraturo perché mancava di solide e ampie basi è stato solo ripavimentato conservando l’orrendo edificio delle culturali e coinvolgenti. Cioè non educava tanto da poter ap- Poste. La piazza davanti alla Cattedrale dedicata a S. Maria, sto- prezzare ciò che si faceva e non costituiva un’iniziativa stabile, rico luogo, preferito per cerimonie religiose, è ridotto a uno necessaria e indispensabile per la maggioranza della popola- squalificato parcheggio. Lo spazio fra la chiesa di S.Antonio e zione, che l’ha forse capìta più per la pubblicità del momento il Palazzo dell’Amministrazione Provinciale, pregevole opera che per la sua essenzialità, restandone estranea senza coinvolgi- dell’architetto Giovanni Iacobucci, che ristrutturato potrebbe es- menti. E’ triste ciò, ma è vero, purtroppo. Cosa si può tentare di sere un qualificato ed ampio luogo per funzioni religiose e civili, fare, allora?! Non voglio essere presuntuosa, ma ho pensato che per incontri e manifestazioni, non è in nessun modo fruibile è necessario prima, dopo e durante esaminare più attentamente dai cittadini perché dispone solo di un improvvisato squallido i luoghi e la popolazione a cui ci si rivolge. L’esperienza ci dice parcheggio. E tant’altro si potrebbe dire esaminando gli spazi che l’Effimero Romano si svolgeva prevalentemente nei siti ar- più ampi, all’interno della nostra città. Nel piazzale della Sta- cheologici, storici e pregiati di cui Roma ampiamente dispone. zione (Kambo) è iniziato un piccolo intervento di riqualifica- zione, ma il resto è rimasto come era. E che dire del Piaz- zale davanti alla Sede Comu- nale, enorme parcheggio e solo in rare eccezioni utiliz- zato diversamente ma con un pesante negativo riflesso per il traffico. Altri grandi spazi come quello di Piazzale Eu- ropa e P.le Madonna della Neve, sono squalificati. Il primo è da poco utilizzato per un parcheggio di un super- mercato, l’altro non solo è at- traversato da un pesante flusso di auto, ma i pochi spazi rimasti sono adibiti a Frosinone: Rudere Piazza Valchera parcheggi autorizzati o abu-

26 lento, in salita o dopo una curva. E poi che dire delle strisce pe- donali, in molti casi non si vedono, in altri sono rifatte vicino a quelle già esistenti e per assurdo alcune finiscono da un lato nel nulla (cioè in un burrone) (vedi Via Cia- marra, Via S.Liberatore, ecc.) e poi quando si decide di ri- verniciarle si eseguono i la- vori di giorno. E che dire ancora delle brutture che Edificio Via Marco Minghetti La Cattedrale sembrano costituire un vanto e non una vergogna. Bandoni sivi e perfino la pregiata e storica fontana cosiddetta “De Caro- di lamiera sui cigli dei marciapiedi posti da decenni, recinzioni lis”, dal nome del committente, nel 1711, è stata mal restaurata con rete nera o verde usata per i pollai, facciate scrostate e ca- ed incassata nei giardini della Piazza. E poi mi ripeto senza scru- sette diroccate, vecchie e decrepite su vie principali percorse tutti poli sulla mancanza di verde, per l’indifferenza per il fiume i giorni da centinaia di auto e persone. Terreni privati e pubblici Cosa, la trascuratezza per gli impianti sportivi (per fortuna ci in piano o scoscesi pieni di erbacce, rovi, cannetti e spesso spor- pensano i privati) compensando quanto manca, l’interessamento cizia e ancora una volta citiamo la vergogna cittadina dei “Pi- pubblico. Si ignorano le esigenze dei ciclisti e dei “pedoni pas- loni”. La nostra Città appare come una persona malvestita e con seggiatori” e quindi ci ripetiamo urlando che tutto ciò abbassa le scarpette rotte, a cui ogni tanto si concede di truccarsi con ros- sempre più la qualità della vita. Infatti qual è il posto che occupa setto, mascara e cipria ma basta poco per perdere il trucco e tor- Frosinone nelle classifiche nazionali? Sempre molto giù, nare allo stato iniziale. Vedi la aiuole fiorite, le luminarie troppo!! Ci sorge il dubbio che pur sussistendo la volontà di mi- provvisorie, le feste e le iniziative tampone, ma ciò che qui co- gliorare la situazione l’Amministrazione comunale non possa stituisce uno scarso “effimero” non supportato da interventi qua- disporre di adeguate risorse finanziarie da ben gestire. Ma in lificanti e duraturi. Ciò che potrebbe far diventare questa Città questo caso ci si domanderebbe come vengono impiegati, ad piacevole sono l’ordine, la pulizia, i servizi primari e secondari esempio, gli introiti dell’IMU che sostanzialmente, come tassa per una qualità di vita superiore. Ed ora che fare? Urlare perché di tipo patrimoniale, dovrebbero poter coprire per buona parte come d’incanto si risveglino tutti con la voglia di realizzare strut- proprio la spesa per il mantenimento della struttura abitativa da ture, servizi e riqualificazioni durature e migliorative per il bene cui trae il cèspite. Ci sono poi risorse attingibili da contributi re- della Città. Intanto il nostro Campanile, rattristato, si spegne… gionali e perfino europei. Ma non ci risultano notizie di domande inoltrate dalle quali siano pervenute risorse per specifiche ne- cessità previste dalla normativa al riguardo. Si ripete la solita storia: “Chi arriva a Frosinone la riconosce soltanto per la via- bilità sconnessa!”. Purtroppo è tutto vero; sembra quasi che il problema delle strade, delle buche, dei chiusini affondati, dei cigli trascurati, dei marciapiedi sconnessi o mancanti, dei dis- suasori della velocità, delle strisce pedonali, la posizione dei bi- doni della spazzatura non interessi l’Amministrazione comunale. Ma interessa i cittadini e cosa possono fare? Nulla, perché anche le proteste cadono nel dimenticatoio. Le deficienze delle strade sono sotto gli occhi di tutti. In più non sono state costruite, negli ultimi decenni, strade nuove, bretelle di collegamento o strade alternative. Tant’è vero che in alcune ore del giorno si creano file e ingorghi che molto contribuiscono alla cattiva qualità del- l’aria. Il dislivello fra i chiusini e il fondo stradale non viene mai colmato, basterebbero i cerchi di rialzo quando si ripavimen- tano. Una particolarità si riferisce al posizionamento di molti Frosinone: Rudere in Via Tommaso Landolfi “dissuasori” che rallentano il traffico laddove è già di per sè

27 BPC eventi di GEA BANCA POPOLARE DEL CASSINATE: TOP PERFORMER TRA LE BANCHE DELLA REGIONE LAZIO

nche quest'anno la Banca Popolare del Cassinate crisi economica che, in questi anni, ha colpito il nostro ter- sale sul podio della classifica redatta da Milano ritorio, il nostro Paese e l'Europa. AFinanza e Italia Oggi e pubblicata sull'Atlante «Abbiamo saputo affrontare il momento difficile – spiega delle Banche Leader. La BPC si aggiudica il terzo posto il presidente Formisano – e, anzi, abbiamo continuato a tra le banche commerciali della Regione Lazio e, grazie sostenere il territorio, le famiglie e le imprese. Abbiamo ai risultati raggiunti, viene definita “top performer” da una trovato nuove forme di crescita, introducendo delle inno- delle testate più autorevoli nel panorama economico fi- vazioni importanti e lavorando sui servizi e abbiamo con- nanziario. Un traguardo importante, che conferma il trend tenuto il rischio del credito secondo il principio fondante positivo della banca che, negli ultimi anni, ha sempre delle banche popolari “non molto a pochi, ma poco a guadagnato le prime posizioni a livello provinciale e molti”. Con la sua attività la banca ha distribuito ric- nazionale. chezza al territorio, creando Nella classifica relativa alla valore per la comunità e per i Regione Lazio vengono ana- soci. Questi ultimi hanno lizzati diversi dati e parame- visto incrementarsi il valore tri, tra i quali il cosiddetto corrente delle loro azioni e MF INDEX, ovvero l'indica- percepiscono ogni anno un tore che coniuga dimensioni dividendo sulla base del- e risultati, con l'obiettivo di l’utile di esercizio e sulla individuare gli istituti che base di quanto stabilito hanno saputo abbinare allo dall’Assemblea dei Soci su sviluppo della massa ammi- proposta del Consiglio di nistrata la capacità di fare Amministrazione. Dal 1956 cassa e generare profitti. La ad oggi la BPC ha erogato classifica prende in conside- dividendi per oltre 82 milioni razione le banche commer- di euro, generando effetti po- ciali con mezzi amministrati sitivi su tutto il territorio nel inferiori ai 100 miliardi. Dal- quale risiedono i Soci. La no- l'analisi dei diversi dati, la stra banca, in oltre sessan- banca ottiene un punteggio tale da garantirle, anche que- t’anni di attività, grazie alla professionalità dei suoi st'anno, una posizione ai vertici della classifica. operatori e ad una sana e prudente gestione, si è guada- Come ha spiegato il Presidente della BPC Donato For- gnata la fiducia dei soci che, al 31/12/2016, erano 1668, misano nell'intervista rilasciata proprio a Milano Finanza, con un aumento di 93 unità rispetto all'anno precedente. tra gli strumenti vincenti messi in campo dalla banca c'è lo Un numero che ha continuato ad incrementarsi anche nel stretto rapporto tra banca e territorio e la profonda cono- corso del 2017: è un segnale della solidità del nostro Isti- scenza della realtà locale. In sessant'anni di storia la banca tuto ed è per noi motivo di orgoglio, che ci spinge a lavo- ha intessuto relazioni profonde con la comunità di riferi- rare ancora di più per il futuro, continuando il percorso di mento e proprio la capacità di curare le relazioni con soci, crescita, di innovazione, di miglioramento che contraddi- clienti, stakeholders, interlocutori istituzionali, enti di for- stingue il nostro operato». mazione rappresenta il fiore all'occhiello dell'attività della «Tra le innovazioni che abbiamo introdotto – spiega il Di- BPC. rettore Generale Nicola Toti – c'è una profonda revisione Questa storia fatta di valori profondi e ben radicati nella del nostro modello organizzativo, commerciale e distribu- struttura della banca, si unisce ad una gestione attenta e tivo che ci ha permesso di aumentare la nostra efficienza, prudente che ha permesso alla banca di reagire bene alla contenere i costi e continuare ad offrire un servizio sempre

28 più qualificato, mantenendo una presenza capillare su munità di riferimento. Per la redazione di questo docu- tutto il territorio e guadagnando una posizione di leader- mento ha collaborato con noi KPMG, prestigiosa società ship per la quale desidero esprimere il mio ringraziamento di consulenza, con la quale abbiamo realizzato questo anche a tutto il personale, che continua a lavorare con en- testo in conformità alle linee guida G4 “Sustainability Re- tusiasmo, con passione, con professionalità. Anche nel porting Guidelines definite nel 2013 dal GRI – Global Re- prossimo futuro, grazie anche a dei buoni livelli di reddi- porting Iniziative”. Con il suo primo bilancio sociale la tività e patrimonio, continueremo ad innovare, sfruttando banca, al di là degli obblighi legislativi, fa un passo in più al massimo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per creare “valore condiviso” tra i proprio soci, i clienti, per rispondere alle esigenze sempre più articolate della gli stakeholder e, in generale tutta la società con cui nor- nostra clientela. Una particolare attenzione vogliamo ri- malmente la banca si rapporta. E' una prova importante, servarla alle nuove generazioni e ai cosiddetti “mille- quella del bilancio sociale, ma anche una sfida, per la nials”, che hanno una particolare dimestichezza e banca, perché significa misurare realmente e concreta- familiarità con le nuove tecnologie e con la comunica- mente l'impatto della propria attività sul territorio. E' un zione. Per questo, la banca sta rinnovando il proprio lin- primo passo e in questa direzione continueremo a lavo- guaggio e sta sperimentando e mettendo a disposizione rare anche nei prossimi anni». nuovi strumenti e nuovi servizi. Il nostro obiettivo è quello «Concludiamo questo anno – dice ancora il Presidente Do- di interagire con i giovani utilizzando il loro stile e ri- nato Formisano – con tante soddisfazioni, ma anche con spondendo alle loro richieste ed esigenze, supportandoli tanti nuovi progetti che ci introducono al 2018 pieni di vo- nei loro percorsi di crescita e di formazione. In questo am- glia di fare, pieni di entusiasmo e pronti a rilanciare la no- bito la nostra banca si è impegnata e attivata già da tempo stra attività, coltivando sempre il rapporto con i nostri con diversi progetti, primo fra tutti PRIMA IDEA per il fi- clienti e puntando molto anche ai giovani e alle nuove ge- nanziamento delle imprese innovative proposte da giovani nerazioni. Continueremo a lavorare in rete, a creare si- imprenditori del nostro territorio, che la banca sostiene nergie, ad innovare e lo faremo rimanendo saldi ai valori scommettendo sul valore dell'idea imprenditoriale». di sempre: l'attenzione alla persona e la custodia del ter- ritorio. Valori che fanno parte della nostra storia e sempre «In questi anni – aggiunge il Vicepresidente Vincenzo attuali per il futuro». Formisano – la nostra banca, è cresciuta molto e lo ha fatto sempre mettendo al primo posto il be- nessere del proprio territorio. Il nostro impegno etico e sociale fa parte della nostra storia, era nello spirito dei soci fondatori e ancora oggi rie- sce a permeare ogni nostra scelta. Il 2016 è stato un anno molto importante anche perché la nostra banca, per la prima volta, accanto al bilancio or- dinario, ha redatto la sua redazione sociale, ren- dicontando non soltanto la propria attività economica e finanziaria e i propri dati, per così dire, quantitativi, ma anche tutto ciò che riguarda l’impatto della banca sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, welfare aziendale, rap- porto con gli stakeholders, responsabilità sociale di impresa, distribuzione della ricchezza sul ter- ritorio e attenzione al benessere della propria co-

29 Rubrica di medicina

a cura del Prof. Dr. Leonardo Manzari Medico Chirurgo Specialista Otorinolaringoiatra e Chirurgia Cervico Facciale Direttore Sportivo Virtus TSB Cassino Via Tommaso Piano, 16 - 03043 Cassino T. 0776.310745 - M. 338.2864625 LA VERTIGINE POST TRAUMATICA

cenario: Italia, provincia del centro-sud (ma immagino la luce sul comodino, bè, uhm….sono dolori…mi ha capito”. che il contesto possa essere riferito a qualunque altra Il medico riascoltò pazientemente al telefono l’ennesima te- Sparte d’Italia), cittadina di 30.000 abitanti, lunedì mat- lefonata, l’ennesimo refrain, l’ennesimo racconto di quel pa- tina ore 8.45, squilla il telefono in un ambulatorio di medicina ziente e provò, oberato da scartoffie sempre più noiose a generale, già peraltro pieno di pazienti…fuori piove è no- rispondere : “veda…caro Tullio,la sua……il suo è proprio un vembre inoltrato, fa freddino ma non troppo ed il medico, problema semplice da risolvere basta che faccia un Rx del ra- quarantaquattrenne originario proprio di quel paese appas- chide cervicale e poi un po’ di fisioterapia …. Tutto si siste- sionato politico, consigliere-comunale, aveva avvertito la sua merà….!!!!” segretaria di non inoltrare telefonate ad eccezione di quelle L’assistito allora sbottò, cambiando radicalmente il tono di che “….tu ben sai…”. voce “…a dottò, ma se le ricorda le cose…, ma già l’ho fatta Quella però al Sig. Tullio oggi non sapeva cos’altro dire dopo la radiografia, me l’hai consigliata tu (il “cambio” del pro- giorni di melina telefonica … erano più di 5 mesi da quel ma- nome è un classico….) 3 mesi fa….e ho fatto pure la fisio- ledetto giorno dell’incidente automobilistico, che con ca- terapia , lì al centro “Forza e salute” da quella fisioterapista, denza giornaliera telefonava ed a quel punto, la signorina, sì quella carina , perché ad esse carina lo è ma purtroppo ogni avendo esaurito tutte le scuse possibili, ma soprattutto stufa volta no strazio mi alzavo da quel lettino ma la vertigine con- della voce del suo interlocutore fece finta di nulla e …“Dottò, tinuava , breve …. 30 – 40 secondi, ma c’era sempre …eh…e dottò …è lei ,oh finalmente_ esclamò Tullio, finalmente felice quella: “ stia tranquillo un po’ di pazienza e passerà…dob- di poter contare sulla voce amica del suo curante_ so tre biamo insistere con i massaggi al collo … sì con il Pompag- giorni che…uhm.. la cerco da quando… da quando ho avuto gio..” “Pompage, pompage…Tullio, pompage non quella botta lì , si quella con la macchina …sì quella in testa, pompaggio…” lo interruppe il medico con tono autoritario… si ricorda l’incidente …mi ha capito bene,…mi sento strano “ Ahò a dottò chiamalo un po’ come te pare ma a me questa mi gira tutto, non posso mettermi a letto…perché, perché se me sembra na presa in giro, un mare de soldi ….eh…risultati lo faccio……mi gira tutto ……soprattutto se provo a met- zero….m’hai capito… però senti dottò a me m’hanno detto termi in certe posizioni… ah poi, uhm, se provo ad accendere che c’è na possibilità…” Il medico stralunato e pensieroso lo ascoltò mentre continuava a scrivere le sue ricette e pensava accendendo la sua ennesima sigaretta (…) al consiglio co- munale della notte precedente, protrattosi fino a notte fonda…, ed a quella discussione avuta con il consigliere d’opposizione sul rilancio dei territori urbani degradati ed a quell’appalto……tanto discusso… “A dottò m’hai sentito???” incalzò Tullio, “Sì, scusami mi squilla il telefonino un attimo…” attimo d’attesa e “…dimmi Tullio, dimmi, t’hanno detto ….” “Dottò m’hanno detto che posso risolve …. C’è un medico …un otorilar..otroler..in- somma uno di quelli delle recchie, sì quello che cura le recchie che se me vede me fa la manovra… boh … e mette a posto…” il medico pur di risolvere la discussione che si protraeva da ben 20 minuti disse “A Tullio fa un po’ come te pare ….” I pazienti con vertigine post-traumatica possono essere dif-

30 ficili da trattare anche in base alla cronicizzazione ,come ab- biamo visto, dei loro sintomi. Questi possono presentare de- ficit vestibolari periferici,centrali o combinati. Tuttavia, ancor oggi che la vestibologia ha assunto un ruolo particolarmente definito in ambito medico a livello interna- zionale, non esistono linee-guida per risolvere i problemi di questi pazienti e riavviarli ad una vita normale. Gli obiettivi di questo capitolo della vestibologia sono quelli discutere le problematiche inerenti la diagnosi, le tecniche di manage- ment, e le linee guida per riavviare i pazienti alla normale vita quotidiana. Recentemente in letteratura medica sono comparse in fatti evidenze tese a impo- gio di Glasgow Coma stare un corretto approccio Scale[GCS] di 3–8), 10% al disturbo dell’equilibrio sono di grado moderato post-traumatico. (GCS score di 9–12), and La vertigine post-traumatica 80% are lievi(GCS _13). in fatti può determinare l’in- Lievi traumi cranici sono staurarsi di una cronicizza- più insidiosi e sono respon- zione dei sintomi da parte sabili di 130-200 ricoveri del paziente ed impedirne la ospedalieri ogni 100.000 possibilità di ritorno alla persone per anno .Questa normale vita quotidiana. sindrome è definita come Un trauma chiuso del cranio una combinazione di sin- o del cervello può interve- tomi fisici, cognitivi e\o nire attraverso vari meccanismi che includono incidenti au- comportamentali\emotivi: il trattamento accettato per questa tomobilistici, incidenti durante la pratica sportiva , lesioni da sindrome post-concussiva è multiforme ed include medica- aggressioni, cadute ed incidenti sul lavoro. La letteratura spe- menti per la cefalea, uso di antidepressivi e psicoterapia per cialistica utilizza diversi termini per descrivere questi acci- la depressione , programmi di apprendimento cognitivo fino denti e le loro sequele oto-neurologiche che ne risultano. Si al trattamento medico-chirurgico e riabilitativo del sintomo utilizzano spesso “traumi cranici chiusi”,“Trauma-cranico”, vertigine. “concussione”, “insulto cranico”, “insulto cerebrale trauma- I disordini dell’equilibrio come ben sappiamo sono molto dif- tico”. fusi nella popolazione generale e soprattutto il medico di base Si deve poi considerare e pensare che un trauma cranico è re- riferisce questo tipo di pazienti , specialmente in Italia allo sponsabile di circa la metà dei decessi in un grande paese specialista in otorinolaringoiatria. come gli Stati Uniti d’America in un anno e determina una Vedremo in seguito, nel prossimo numero della rivista, come larga incidenza di disabilità con una incidenza, sempre negli una possible spiegazione di ciò sia dovuta al fatto che molti Stati Uniti, di approssimativamente 1.8 milioni di casi per altri specialisti(ortopedici e neurochirurghi soprattutto) pro- anno. pongono soluzioni chirurgiche difficili da seguire e soprat- Si deve poi pensare che uno stato di disabilità continuo nella tutto con risultati piuttosto modesti. funzione dell’equilibrio , cefalea e “dizziness” sono sintomi Bisogna poi considerare che le forze lesionali che interessano comuni soprattutto dopo un evento traumatico e molti altri il cranio nei traumi cranici chiusi sono combinazioni di forze sintomi possono persistere per mesi dopo un evento trauma- prodotte dal meccanismo di accelerazione \ decelerazione e\o tico. Un altro problema che deve porsi un sanitario che ap- di forze rotazionali. procci un paziente vertigino o sub-vertiginoso è l’approccio Le forze lesionali che si generano intracranialmente possono assolutamente soggettivo al disturbo .Un altro problema è de- esitare in emorragie microscopiche ed in eventi che tendono cidere quanto e come quantificare la disabilità, aspetto non a scompaginare l’architettura neuronale. Si tendono a deter- secondario perché investe anche il portafoglio dell’assistito e minare in tal modo dei reperti clinico – strumentali ben defi- delle compagnie assicurative . niti anche in assenza di reperti neuropatologici documentabili Un insulto traumatico del cervello e del cranio è una malat- con le tecniche di imaging. tia pubblica estremamente significativa e determina appros- In aggiunta, le cosiddette “whiplash injuries”, possono cau- simativamente 373.000 ospedalizzazioni all’anno, con più di sare disordini della funzione vestibolare di tipo uni o bilate- 99.000 etichettati come disabili ogni anno. Il 10% degli in- rale che possono andare dalla semplice asimmetria fino alla sulti traumatici sono di grado severo (definiti con un punteg- vera e propria perdita della funzione.

31 Rubrica di medicina Odontoiatria

A cura del dott. Gerardino Grimaldi

Via Aldo Moro, 199 03100 Frosinone - Tel. 0775.822024

AGENESIA DELL’INCISIVO LATERALE: COSA E’, COME E QUANDO INTERVENIRE

metri quali il profilo del paziente,il tipo di malocclusione, la forma, il colore e la dimensione dei denti e il biotipo paro- dontale (tessuti di supporto del dente. Esistono due opzioni terapeutiche per la risoluzione di que- sta problematica: • la chiusura dello spazio, sostituendo l’incisivo laterale con il canino; • la riapertura dello spazio e la sostituzione implanto-pro- tesica. l termine agenesia in medicina indica la mancanza con- Inizialmente ci si è orientati verso la chiusura degli spazi, dal genita di un organo; in odontoiatria indica l’assenza di Iuno o più elementi dentali. Attualmente i denti più fre- momento che risultava una procedura ben accetta dai pa- quentemente agenesici risultano essere i terzi molari (denti zienti, che non comportava problematiche all’Articolazione del giudizio), ma anche le agenesie parziali sono un problema temporomandibolare e che assicurava un maggior rispetto dei abbastanza diffuso e, sfortunatamente, riguardano i denti più tessuti di supporto parodontali. visibili della bocca. L’avvento dell’implantologia osteointegrata ha ridotto note- L’assenza dell’incisivo laterale superiore è una condizione volmente la popolarità della chiusura degli spazi, incenti- che si riscontra in circa il 5-6% della popolazione ed è l’age- vando invece la riapertura dello spazio e la sostituzione nesia più frequente nel distretto antero-superiore, costituendo implantare. Sebbene potrebbe sembrare preferibile, da un 1 circa il 20% di tutti i casi di agenesia . Statisticamente sono punto di vista estetico e funzionale, riaprire lo spazio e posi- più colpiti i soggetti di sesso femminile, con una netta pre- zionare un impianto, studi più recenti hanno dimostrato che valenza delle agenesie bilaterali rispetto alle monolaterali. tale metodica può comportare molteplici complicanze dal Dal punto di vista eziologico sono stati chiamati in causa fat- tori genetici, ma anche interferenze ambientali, quali ad punto di vista biologico. Tra queste la pigmentazione blua- esempio eventi traumatici dento-alveolari, agenti infettivi, te- stra del margine gengivale, il riassorbimento dell’osso anti- rapie radianti in giovane età. stante l’impianto, perimplantiti, esposizione di parte È noto che pazienti con agenesia degli incisivi laterali mani- dell’impianto dovuta alla retrazione gengivale, la perdita di festano sin da giovani problemi estetici e funzionali, tali da supporto osseo sui denti adiacenti, ma soprattutto la progres- compromettere spesso la loro autostima nonché le capacità siva infraocclusione dell’elemento sostituito. Ciò può acca- relazionali, in un periodo critico come quello adolescenziale. dere anche quando l’impianto è stato posizionato in osso Ripristinare un sorriso armonico rappresenta talora una vera maturo adulto, a causa dalla continuativa eruzione dei denti sfida, che richiede un approccio multidisciplinare al fine di adiacenti. Infatti è attualmente impossibile stabilire il grado ottenere un risultato ottimale con una terapia minimamente di crescita verticale dell’osso e ciò rappresenta una controin- invasiva e con il minor sacrificio biologico per il paziente. La diagnosi di agenesia dell’incisivo laterale viene in genere dicazione alla realizzazione degli impianti nel settore fron- effettuata in giovane età ma, accanto ad un esame clinico ef- tale (specie nel caso di esposizione dei tessuti gengivali fettuato dall’odontoiatra, occorre necessariamente un esame quando si sorride) radiografico (RX orto panoramica) che confermi il sospetto Un altro elemento da considerare quando si riaprono gli spazi diagnostico. in pazienti giovani che bisogna attendere parecchi anni prima La scelta del trattamento è influenzata da una serie di para- di poter inserire un impianto; ciò implica che, dopo un trat-

32 Per tali ragioni, alla chiusura degli spazi deve necessaria- mente seguire un intervento di rifinitura estetica che prevede essenzialmente l’addolcimento delle forme del canino che, mediante procedure conservative, può essere reso molto si- mile all’incisivo laterale. La trasformazione può essere fatta con delle semplici ricostruzioni in composito in età adole- scenziale, che potranno eventualmente essere sostituite da faccette in ceramica in età adulta. Secondo gli autori Rosa- Zachrisson vi è un’indicazione as- soluta alla chiusura degli spazi in tre categorie di pazienti Adolescenti e giovani adulti Pazienti che espongono molta gengiva durante il sorriso Pazienti che devono sottoporsi a chirurgia maxillo-facciale

Tra le controindicazioni si annoverano: • Assenza di malocclusione, con buona ingranaggio dentale • Pronunciate spaziature nell’arcata superiore • Differenza marcata di dimensione tra canini e premolari Il maggior vantaggio della chiusura degli spazi è nella com- patibilità biologica e nella persistenza del risultato. Al ter- mine del trattamento ortodontico la papilla gengivale circonderà i denti in modo appropriato. Inoltre i restauri este- tici possono essere realizzati immediatamente dopo la rimo- zione delle apparecchiature fisse , con una preparazione Fig 1. Infraocclusione di una corona su impianto applicata a minimamente invasiva fine crescita. A-B il sito impiantare è stato aperto in maniera Al contrario la riapertura dello spazio e gli impianti impon- adeguata a 19 anni. C-D l’impianto è stato posizionato du- gono al paziente un restauro artificiale per tutta la vita, per di rante il trattamento ortodontico, a 20 anni. F-I appare evi- più nella zona più visibile della bocca. In tale area, l’ombra dente come, nel corso di sette anni, si sia verificata la del dente, il contrasto tra luci e trasparenze, il margine gen- progressiva infraocclusione dell’impianto e della corona, con givale, sono fattori critici e difficili da controllare a lungo ter- conseguente migrazione del margine gengivale e peggiora- mento dell’estetica del sorriso. mine. tamento ortodontico di riapertura dello spazio, nel corso degli anni, le radici dell’incisivo centrale e del canino potrebbero riavvicinarsi (Olsen e Kokich hanno riportato che nell’11% dei casi è necessario un’ulteriore fase di rifinitura ortodon- tica). Al contrario, la sostituzione con il canino ha il vantag- gio di limitare il trattamento ad un’unica fase, con un risultato permanente e indipendente dalla crescita residua dell’osso- mascellare. Ad ogni modo, sebbene accettabile dal punto di vista funzionale, la semplice sostituzione con il canino non è sufficiente dal punto di vista estetico. Le ragioni sono molte- plici: • Il margine gengivale appare spesso innaturale: troppo alto in corrispondenza del canino che sostituisce l’incisivo la- terale e troppo basso sul primo premolare (che si trova al posto del canino)7 Fig 2 Stabilità a lungo termine e rimodellamento gengivale. • I canini sono in genere più gialli degli incisivi laterali A-F Bambina di 8 anni, III classe Iperdivergente, maxilla con- tratta, affollamento inferiore, agenesia unilaterale del 12. Ini- • Il canino appare spesso troppo largo e ciò rende difficile zialmente è stata trattata con espansore rapido e trazione ottenere un buon equilibrio con i denti adiacenti ortopedica inversa, usando i denti da latte come elementi di • Gli spazi chiusi tendono a riaprirsi in alcuni pazienti ancoraggio.

33 Tradizioni popolari di Massimo Sergio IL FALO’: TRADIZIONE E RITUALE alò= balannuni, burgiu, cascaruni, ciencialone, cippo, ddisa, faglia, fanfarate, fanoglie, fanoje, Ffaòne, farchia, faùgne, focarazzi o fochere, focata, foche, focura, fracchie, luminaria, ndoccia (ntorcia) ad Agnone, pagghioli, pannusi, pira,scaccariata di Pasqua a Ferla, scruani, stuzze a Fiuggi, uglia, vampe,vegne, zuc- chi… Nomi per il falò che sono diversi nei diversi dialetti e che si fanno risalire a tradizioni, leggende o avvenimenti storici antichi. rituali o accezioni storico/religiose, che col trascorrere del tempo Sin da piccolo sono stato affascinato dal falò, dall’accen- sono andati modificandosi nello svolgersi delle manifestazioni, sione all’aperto di cataste di fascine. Abitando in campagna o addirittura scomparendo nel bailamme confuso del progresso partecipavo anch’io alla raccolta del materiale da bruciare, moderno. In alcuni casi esso ha assunto una connotazione poli- ch’era come un rituale. Poi si accatastava per formarne tico/storica oppure solamente di protesta. Nell’area del cen- tanti mucchi in forma conica, quale più grande e spettaco- tro/meridione i rituali hanno perso le tracce di presunta paganità lare, quale medio o piccolo rassomigliandosi fra loro, spinti da farne far parte anche i anche dalla Chiesa che per secoli ha bambini e i ragazzi. Il falò cercato di dare sempre più un’im- ha sempre rappresentato il pronta cattolica e meno paganeg- punto cruciale/nodale di un giante, giustificando il tutto con riti momento di grande koiné, GLIE FAONE sacri specifici. Alcuni scrittori/cul- di grande condivisione, nei Ammischiàte pe’ le fratte tori di tradizioni popolari (demolo- quali s’inserivano a volte anche grosse i bardascitti, maschi i femmene, gìa) hanno voluto mettere in risalto canti di questua e balli di so- uànne trincènne spine. il lato pro domo sua di riscatto delle cievole allegrìa. Si consuma- Le mòcchiera crèscune, s’arìzzene, classi subalterne, badando sola- vano anche cibi propiziatori, si prò ‘nce bbasta ancora. mente all’aspetto demologico e non facevano come delle sacre rap- Pe’ glie faone de Santa Lucìa anche a quello storico/cultuale/cul- presentazioni paesane e talvolta se tè da fa’ ‘na cosa fina; turale, non capendo che era tutto un anche con la benedizione degli cchiù so’ grosse i cchiù nen scòrtene. popolo che era presente senza di- animali. Specialmente in que- E’ ‘na festa a guardarglie: stinzioni di classe e che tali riti si sto mese di gennaio, in onore di qua ‘ne mucchitte, allòche già alde. trasformavano in situazioni aggre- sant’Antonio Abate (il giorno ganti e polarizzanti della comunità Ce sta pure chi ce ne mette ancora 17), protettore di tutti gli ani- locale, della strada o del rione o del mali domestici. Però il punto i cachedune s’areuòteca. quartiere. In effetti andrebbero fatte cardine era il momento dell’ac- Le furcine uànne ‘nfretta ‘nfùria, ricerche sociologiche più approfon- censione e il periodo (che po- le bbraccia so’ sgraffiate i pengecate dite e peculiari per poter meglio in- teva durare anche più ore, a ma neciune ce fa’ case. quadrare l’argomento, il discorso seconda della consistenza del E’ scure i tutti stàue sitti: senza volere proiettare le proprie vi- falò) del consumo da parte mo’ ‘ncumenza. Essene une, mo’ ‘n atre, sioni politiche, religiose, umanisti- delle fiamme, del fuoco propi- ‘n atre ancora i dope s’appìccene che sui protagonisti di tali eventi ziatore rimaneva come parte all’araùglia; mièse pe’ le macchie, tradizionali che hanno altri intendi- discendente del rituale e della ‘ncim’a glie colle, pe’ le ‘mpiàne. menti. In definitiva il falò – bisogna tensione personale ma soprat- Se balla, se canta a cannarile, ribadirlo e tenerlo sempre a mente – tutto collettiva. Le ceneri, a ce se jetta pe’ ttera; t’arescàlla glie core, ha una dimensione comunitaria per- volte, o soltanto il tizzone resi- i nen te pare uère… ché intorno al fuoco si balla, si duale venivano messi da parte (1969) cantano stornelli, si fa musica e custoditi quasi reliquie per paesana, si chiacchiera animata- devozione. Ogni luogo, ogni mente, si strilla, si fanno sber- paese o borgo d’Italia ha la sua leffi, si mangia, si beve e si specifica tradizione e i propri prega…

34 35 Niente in comune di Valentino Mingarelli

Un Governo di responsabilità per il paese

vevo auspicato una riforma elet- Atorale che riu- scisse a garantire la maggiore governabilità possibile, così però non è stato, non so quanto per volontà di al- della politica stessa e di avere un concetto integralista e settario cuni partiti e quanto invece per necessità alla luce delle forti divi- della vita. La contaminazione tra le diverse idee, tra le diverse ri- sioni politico-parlamentari. Fatto sta che con la riforma approvata cette di governo è e deve essere il viatico migliore per iniziare un di recente, in un’Italia sostanzialmente tripolare, nessuno dei tre percorso virtuoso per il nostro futuro. La situazione del nostro maggiori schieramenti avrà i numeri per poter governare da solo. Paese è di certo meno drammatica rispetto a qualche anno fa ri- Ed allora non vi è altra strada che quella di stabilire, già da adesso, guardo l’aspetto finanziario, ma presenta tuttora forti criticità a la disponibilità delle forze autenticamente democratiche a lavo- partire dall’aspetto sociale, economico e della sicurezza pubblica. rare per un futuro governo di salute pubblica, di responsabilità o Ciò di cui più si ha bisogno è un governo che richiamandosi ai di unità nazionale che si voglia, e che garantisca innanzitutto una principi della solidarietà e della sussidiarietà sappia mettere in atto governabilità forte e duratura in grado di poter assicurare la ne- soprattutto a livello economico misure atte a ridare speranza al cessaria stabilità e quelle riforme di cui il Paese abbisogna ormai nostro sistema produttivo e alle tante persone in cerca di occupa- da lungo tempo. E in questa direzione è sicuramente da apprezzare zione. Un governo che ridìa dignità ad un mondo del lavoro dove la presa di posizione del leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, vige sempre più la legge della giungla e che metta tra le priorità sulla possibilità di poter proseguire l’esperienza dell’attuale Pre- le grandi questioni della sanità e della giustizia. Un governo che sidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ovviamente con una mag- sappia mettere mano anche alla sicurezza gestendo in modo ordi- gioranza diversa, con lo stesso centrodestra, la coalizione del nato il flusso e la permanenza degli immigrati sul nostro territo- centrosinistra guidata dal partito Democratico e la nascente ag- rio e che lavori per una vera integrazione con diritti ormai non più gregazione di Liberi e Uguali pronte ad assumersi le loro respon- rinviabili e doveri comunque inderogabili. Un governo inoltre che sabilità nel superiore interesse del Paese isolando le forze più finalmente investa sulle nostre tante intelligenze, sulla ricerca e restìe al confronto e al dialogo. La grande coalizione più volte sullo sviluppo scientifico e sulle infinite ricchezze turistiche del messa in campo in Germania tra socialdemocratici e democristiani nostro immenso patrimonio. Un governo che si batta per una mag- e che potrebbe riproporsi a breve nel Paese della Merkel è un mo- giore equità tra tutte le classi sociali e che lavori per allontanare dello a cui guardare con la massima attenzione. Così come non le eccessive spinte nazionalistiche sempre più crescenti nella no- va dimenticata l’esperienza della solidarietà nazionale del 1976, stra Europa. Questi alcuni dei temi su cui ci si dovrà confrontare messa in campo in Italia con il sostegno esterno addirittura del- già nell’ormai imminente campagna elettorale e soprattutto poi al l’allora Partito Comunista, unitamente al Partito Socialista e i par- momento della costituzione del futuro governo. Tenendo ben pre- titi laici minori, ad un governo a guida democristiana. Lo avevo sente che in un sistema democratico nessuno può immaginare di auspicato già nel 2013 e almeno per parte della legislatura è stato essere autosufficiente, l’essenza della democrazia infatti è proprio così. Senso dello Stato e assunzione della massima responsabilità la capacità di saper discutere, confrontarsi e trovare le necessarie devono essere i princìpi a cui debbono ispirarsi i nostri politici soluzioni ai problemi, rispettando sempre e comunque le mino- cercando di tenere lontano un clima di divisione sociale e territo- ranze. Con uno spirito decisamente costruttivo quindi, pur tenendo riale che potrebbe nuocere gravemente al Paese. La nostra Italia conto delle inevitabili e fisiologiche scaramucce e tensioni eletto- non ha bisogno dello svilupparsi di sentimenti di rancore ed invi- rali, ci si avvii alla prossima competizione elettorale con l’obiet- dia sociale ma coesione, confronto e dialogo. Chi rinuncia al dia- tivo di costruire il giorno dopo un Paese più forte, più equo e più logo ha già perso dimostrando di non conoscere nemmeno l’abc solidale.

36 Il racconto di Valentino Mingarelli

LA DOCCIA FREDDA NELLO STADIO DEL GHIACCIO

ra una freddissima domenica di dicembre e sarei vo- boso diventava sempre più bianco per la nevicata che non ne lentieri rimasto sotto le lenzuola al caldo sino all’ora voleva proprio sapere di smettere ma noi comunque gioca- Edi pranzo, ma quell’anno partecipavo al campionato vamo con tutto l’entusiasmo e la spensieratezza della gio- di calcio giovanile del settore allievi e le partite si gioca- vinezza. Sul finire del primo tempo dopo un assalto vano quasi sempre di domenica mattina per cui ci si doveva continuo i padroni di casa passarono in vantaggio a seguito alzare invece abbastanza presto. E così alla quarta, quinta o di un calcio di rigore provocato dal sottoscritto che era en- sesta chiamata di mia madre, mia sveglia naturale da sem- trato a gamba tesa, o meglio tesissima, sul centravanti. Uno pre, avevo ceduto e sacrificato i sacri diritti del sonno e del a zero e tutti negli spogliatoi a bere un thè caldo offerto dalla caldo al Dio pallone. Il mediano di mischia, il numero 4 squadra di casa. Il nostro mister effettuò un doppio cambio come si era soliti all’epoca quando i numeri andavano rigo- e mi invitò a più riprese ad osare di più e a cercare la via del rosamente in ordine crescente nelle squadre, doveva stare goal, anche per sopperire alla mancanza del nostro bomber in campo, correre a perdifiato, rincorrere gli avversari, bloc- che quel giorno era a letto influenzato. Alla ripresa del gioco care con le buone o con le cattive le iniziative d’attacco dei ci fu la piacevole sorpresa della fine della nevicata con un goleador e dei registi della squadra avversaria, impostare le clima leggermente più gradevole. Per circa trenta minuti te- azioni di attacco e all’occasione magari buttarla anche den- nemmo d’assedio la porta avversaria e a più riprese sfio- tro. Colazione dell’atleta e poi con mio padre in macchina rammo il pareggio. Poi nel tentativo di impedire al che mi accompagnò all’appuntamento con il mister e i diri- centravanti avversario di raddoppiare entrai ancora fallosa- genti della squadra per recarci in trasferta. Quella domenica mente tenendolo per la maglia. Altro calcio di rigore e que- si giocava fuori casa e così a bordo di quattro macchine ci sta volta ammonizione. Il centravanti però si fece avviammo verso un paese che si trovava proprio vicino alle ipnotizzare dal nostro portiere che era davvero uno specia- montagne d’Abruzzo. La strada era praticamente una lastra lista nel parare rigori. Ormai esausto e con la paura di un di ghiaccio e in più di una occasione avemmo l’impressione altro cartellino giallo e la relativa espulsione e quindi con- che ci stessimo recando ad una partita di hockey piuttosto seguente squalifica per la partita successiva con i nostri vi- che di calcio. Ad un posto di blocco fummo anche fermati cini di paese, per una sorta di derby, chiesi al mister il da una pattuglia dei Carabinieri che ci consigliò di deviare cambio. Più volte fece finta di non sentire invitandomi in- dalla strada principale, che risultava troppo ghiacciata, e di vece ad andare avanti. E quando ormai mancava appena un proseguire per una secondaria più sicura e scorrevole. Ad minuto alla fine della partita recupero una palla a centro- un certo punto iniziò anche a nevicare e forte fu la volontà campo, salto due avversari e mi involo in area di rigore, re- di tutto il gruppo di girare le auto e di tornarsene a casa, ma sisto ad un fallo del terzino e mi ritrovo faccia a faccia con per non rischiare di poter perdere la partita a tavolino per il portiere, pallonetto e goal del pareggio e simultaneo fi- mancata presentazione proseguimmo verso la meta. Una schio di chiusura dell’arbitro. Tutti sotto la doccia. Ed è qui volta giunti allo stadio, nonostante il clima polare e il fatto che si consuma il momento più tragicomico della giornata. che fosse comunque un campionato di calcio giovanile, sulle All’inizio l’acqua è tiepida, poi piano piano sempre più tribune ad attenderci c’erano centinaia di persone. Facemmo fredda fino ad essere gelida. Ma tutti insaponati dalla testa il riscaldamento e vista la temperatura che era sotto lo zero ai piedi resistiamo eroicamente facendoci coraggio a vi- fu davvero necessario per entrare in campo nelle giuste con- cenda e cantando gli inni delle nostre rispettive squadre na- dizioni per una partita di calcio invernale. L’arbitro chiese zionali per cui facevamo il tifo. Gli eroi della pedata non ad entrambe le squadre e ai relativi mister e dirigenti se fos- potevano fermarsi davanti ad una doccia fredda, ma davanti sero tutti d’accordo per giocare, e alla risposta positiva di a più di qualche di malanno dovuto al freddo nei giorni suc- tutti non ebbe dubbi e fischiò il calcio d’inizio. Il manto er- cessivi sì!

37 jazz corner

di Donatella Formisano “Versatile” ... In tutti i sensi. Van Morrison e il suo genio!

na fortissima vena creativa unita ad un legame in- americana lo pone al ventiquattresimo in quella dei cento scindibile con la sua terra d’origine, l’Irlanda del migliori cantanti. UNord, e con la musica tradizionale di quelle lati- Le sue esibizioni dal vivo, nello splendore massimo della tudini, uno stile inconfondibile ed assolutamente unico nel sua verve musicale, sono state definite come mistiche e suo genere, una caratteristica vocalità e un’innata oltre che trascendenti. intensa poetica che abbraccia musica e parole in modo al- Due dei suoi album più famosi, Astral Weeks e Moon- tamente espressivo fanno di George Ivan “Van Morrison” dance, compaiono nella lista dei 500 migliori album di un genio assoluto nel panorama musicale internazionale sempre, ancora e sempre secondo Rolling Stone. degli ultimi anni. Ma Van Morrison non finisce mai di stupire i suoi fans e Ma perché questo bluesman, questo rocker, questo cantore la critica musicale da incredibile ed istrionico personag- gospel finisce a pieno titolo in una rubrica di musica jazz? gio musicale. Presto detto. Ed ecco infatti l’uscita, assolutamente non prevedibile , Van Morrison in realtà, nel corso della sua carriera ha perché avvenuta a soli tre mesi di distanza dalla sua tren- sconfinato spesso nei territori della musica jazz ma con tasettesima fatica musicale intitolata Roll With the Pun- l’ultima fatica discografica uscita proprio in questi giorni ches, oltre che per i suoi contenuti, di questo album, pre-natalizi, dal titolo “Versatile”, il cantante irlandese può appunto “Versatile”. occupare anche spazi prettamente dedicati alla musica che E così Van Morrison ha pubblicato il suo 38 ° album in amiamo, il jazz. studio. Van Morrison è, a detta di tutti gli addetti ai lavori, critici Versatile è una curiosa piccola gemma di disco. Vi sono e melomani, un’icona indiscussa della musica rock. Basti incisi in gran parte standard dell'età d'oro pre-rock e del pensare che la rivista specializzata Rolling Stone lo pone classico songwriting americano, integrato con una man- al quarantaduesimo posto nella sua lista dei cento migliori ciata di originali scritti da Van (alcuni registrati nuova- artisti di sempre. Ma non solo, perché sempre la rivista mente, alcuni nuovi di zecca - gli accordi di apertura di Take It Easy Baby hanno una sorprendente somi- glianza con il tema di Police Squad, a sua volta com- posta e interpretata da Count Basie). Gli arrangiamenti sono tutti molto simili ed asso- lutamente raffinati - una configurazione jazz di ot- toni, basso in piedi, pianoforte, batteria e chitarra - ed è davvero un album d'atmosfera, dolcemente oscillante tra le melodie retrò ed una rivisitazione moderna dei brani. Ci sono dei misteri - è difficile sapere esattamente cosa ha indotto Morrison in una versione strumentale della Skye Boat Song - ma i piaceri all’ascolto dell'album sono molti. È diffi- cile sbagliare con buoni musicisti e grandi canzoni. Su Versatile, Morrison serve i testi di cui ha biso- gno (I Get a Kick Out of You), e respira la vita ina- spettata in canzoni macchiate dall'ubiquità (Unchained Melody).

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Lo Chef Massimo Cirillo, Vi invita ad assaporare le delizie a base di pesce. Garanzia di massima qualità. Copyright Promograph Comm Sas - 0775212261

Ristorante "Il Pescatore" ALATRI (FROSINONE) Via Circ.ne Basciano, 55 (Via Verolana) Per prenotazioni contattare ai numeri 333.7524097 - 0775.409158 40 40 Almanacco di Gennaio Tu ne quaesieris, scire nefas, quem di Barbara Turriziani mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, Carpe Diem pati. Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam, quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare Tyrrhenum: u non chiedere, è vietato sapere, quale fine a me, quale sapias, vina liques, et spatio brevi a te gli dei abbiano assegnato, o Leuconoe, e non con- spem longam reseces. Dum loquimur, Tsultare la cabala babilonese. Quanto (è) meglio, qual- siasi cosa sarà, accettarla! Sia che Giove abbia assegnato fugerit invida aetas: carpe diem quam più inverni, sia che abbia assegnato come ultimo quello che minimum credula postero ora sfianca con le scogliere di pomice che gli si oppongono [ Orazio, I, 11] il mare Tirreno, sii saggia: versa i vini e ad una breve sca- denza limita la lunga speranza. Mentre parliamo sarà fug- gito, inesorabile, il tempo: cogli l’attimo, il meno possibile colo fittissimo di esperienze ed emozioni che è lecito vivere fiduciosa nel successivo. intensamente prima della morte. Ciò che rende immortale la poetica di Orazio sono i temi da lui trattati e lo stile. Egli parla Inauguriamo il nuovo anno con il componimento del poeta dell’uomo e ne conosce i più segreti meandri della sua anima. latino Quinto Orazio Flacco, l’undicesimo del primo libro Egli è in grado di creare immagini eterne, con uno stile sem- delle Odi ed uno dei più celebri dell’intera letteratura romana. plice e raffinato, nel quale ogni parola è esattamente dove Esso si presenta come un breve ma profondo avvertimento deve essere e proprio per questo brilla e si riempie di ogni alla fanciulla Leuconoe, in greco Mente candida, sulla natura sfumatura di significato. La serenità con cui Orazio riesce a della vita, secondo i precetti della morale epicurea : è meglio guardare alla vita affonda le radici nella sua immensa cultura vivere l’attimo piuttosto che interrogarsi inutilmente sul de- e nelle sue esperienze, che sa rielaborare in linguaggio poe- stino che ci attende. Il carpe diem assume così la formula di tico. La sua opera è un classico, di quelli che non devono es- un frammento di dialogo con la tenera ed un po’ ingenua ra- sere riposti su polverosi scaffali, ma che andrebbero sfogliati gazza, che ritiene di poter vedere quel che attende lei e il di giorno in giorno, accompagnando ancora oggi la crescita poeta. La filosofia oraziana si fonda sulla considerazione che di ciascuno che voglia dirsi davvero Saggio. Perché tra quelle all’uomo non è dato di conoscere il futuro, né tantomeno di parole si trova, assieme alla mitologia, alla cultura antica, che determinarlo. Solo sul presente egli può intervenire e solo sul è poi l’origine della nostra, anche l’insegnamento essenziale presente, quindi, devono concentrarsi le sue azioni, che, cer- per un’esistenza che possa dirsi davvero felice. cando di cogliere le occasioni, le opportunità, le gioie che si presentano oggi, senza alcun condizionamento derivante da Buon anno a tutti! ipotetiche speranze o ansiosi timori per il futuro. Si tratta di una saggezza che pone in primo piano la li- bertà dell’individuo nel gestire la propria vita e in- vita a essere responsabili del proprio tempo, perché, come dice il poeta stesso nel verso precedente, “Dum loquimur, fugerit invida aetas”, “mentre par- liamo, sarà fuggito avido il tempo”, ed è inutile spre- care la vita cercando di conoscere l’imponderabile. Orazio vuole infondere una serena dignità all’uomo, che dia valore alla propria esistenza, sfidando l’usura del tempo e il suo status effimero. Lungi quindi dal- l’essere un crasso e materialista invito al piacere, il carpe diem è piuttosto ispirato alla concezione epi- curea di felicità come assenza di dolore ed esprime l’angosciosa imprevedibilità del domani, la gioia di- gnitosa e la rassegnazione nell’accettare la morte, che il poeta cerca di esorcizzare con l’invito a vivere il presente. È l’espressione di un valore che spesso nelle odi oraziane si confonde con l’ammirata esplo- razione lirica del paesaggio, talvolta meraviglioso e sublime, talvolta a tinte cupe e fosche ma sempre ri- flesso perenne di un’esistenza complessa, di un reti- Nella foto: Mare tempestoso in Etretat, Monet, 1883

41 Caffè per l’anima di Rodolfo Coccia caffeperlanima.wordpress.com

LE PAROLE DIETRO LE QUINTE

o condivido volentieri il mio spa- conservo gelosamente non solo un piace- zio con Barbara, primo perché va vole incontro letterario e intellettuale ma Loltre il suo professionale mestiere anche un corposo testo ricevuto in dono, di attore e secondo perché figlia di un dove sono raccolte tutte le sue opere tea- amico, illustre intellettuale e critico d’arte, trali, molte delle quali rappresentate in Ita- purtroppo venuto a mancare due anni fa e lia e all’estero, con la direzione di illustri al quale proprio lo scorso mese il Comune registi. Ma Rocco Familiari non è solo uno di Taranto, nel corso di un doveroso tributo dei più grandi drammaturghi e saggisti ita- all’illustre concittadino, lo ha ricordato liani, ma anche un fine scrittore con all’at- con l’affissione di una targa nella via del tivo un lungo numero di romanzi e testi suo studio, che condivideva con la moglie teatrali, alcuni dei quali come “Il Sole Grazia Lodeserto, mamma di Barbara e Nero” dal quale il regista Krzysztof Za- pittrice tarantina di fama internazionale. nussi ricavò un film da una sua piece di Gli va stretto il ruolo di attrice a Barbara Amodio, nono- ambientazione siciliana, con Valeria Golino, Kaspar Cap- stante abbia lavorato con i più grandi registi e attori teatrali paroni e Lorenzo Calducci. italiani e non. La sua vena artistica ed intellettuale l’ha spinta nel corso degli anni a misurarsi con la regìa ma anche e soprattutto nella scrittura teatrale, di prosa e di poesia, delle quali rimangono testimonianze i tanti testi teatrali e di critica saggistica. Non ultimo il libretto di “50 ore – Canto di dolore per la Mamma Ciociara” a cura del compianto Giovanni Amodio e con una testimonianza di Dacia Maraini, edito da Le Nuvole Teatro-Roma (2015), la cui trasposizione teatrale, diretta da lei stessa, ha girato in lungo e in largo in Italia. Un lavoro, quest’ultimo, che mantiene vivo il ricordo delle nefandezze di guerra, quel mese di maggio del 44 a guerra quasi finita, avvenute per mano delle truppe del generale Juin, il quale concesse come premio ai Goumiers “libera- tori” cinquanta ore di assoluta libertà nel violentare, sac- cheggiare, affondare per sempre nel dolore il popolo ciociaro e precisamente quell’area dei Monti Ausoni, dove, per un preciso e limitato numero di ore, si riversò la peg- giore bestialità che essere umano nascondesse. E il testo, come il dramma teatrale, riesce a scuotere e smuovere il lettore, ma anche lo spettatore, in un intimo blackout del- l’anima, perché il continuo martellare del tempo che scan- disce le ore, affonderà sempre più una lama da perenni tagli sanguinanti che mai si cicatrizzeranno.

Condivido volentieri anche quanto scritto da Barbara sull’ultimo romanzo di Rocco Familiari, che ho cono- sciuto nel corso di una premiazione a Teatro e della quale

42 La critica letteraria di Barbara Amodio è rivolta proprio all’ultimo romanzo di Rocco Familiari “Per interposta persona” edito da Marsilio Editore-2017, la storia di un rischioso gioco a tre, dell’amore e dei sentimenti più in- timi dei tre personaggi centrali, nella cornice della Lon- dra fine anni sessanta.

LA PAROLA COME RELIQUIA DI FUOCO di Barbara Amodio

Per Rocco Familiari, parole e senso, espressione e sottotesto, convivono nell’esercizio del pensiero, quale vivo dettato dell’anima per emergere e superare le pagine e convertirsi in azione pura, nell’oc- chio del lettore!

Una giostra di accadimenti apparentemente quotidiani, si spogliano di estetismo per cavalcare il po- tere del ricordo, si susseguono con voracità narrativa, con astuzia drammaturgica e colano come pro- fetico miele, nelle corde della mente che ne accoglie innocente il bagaglio misterioso e surreale. “Per interposta persona” è un monologo che si dirama a tre voci “come Cerbero dalle tre teste” snoda una solitudine intrecciata e moltiplicata nell’assoluzione delle dinamiche universali del cuore…VITA, AMORE, MORTE! Così, la crocifissione del tormento interiore del protagonista David, si amalgama e confonde con quello inversamente e diversamente distruttivo di Lynn e Fhilip. L’Autore guida trama e personaggi come un abile domatore di destini, rendendo il lettore attivo con- tenitore di immagini, prolungamento evolutivo di emozioni e turbamenti! La scrittura di Rocco Familiari non è una carezza della prosa, ma un fuoco che irrompe e corrompe la stessa grammatica verbale, le parole vivono, soffrono, respirano con l’autore e per lui, non abban- donano mai il piacere del ritmo pur quando lo dilatano, lo frammentano o lo accelerano. Ogni elemento di punteggiatura, sintetizza e sottolinea un disegno emotivo, come una danza erotica della geometrica stilistica! L’onda melodica di una propulsione dialettica, la verticalizzazione delle descrizioni, il ribaltamento a sorpresa, la circolarità lessicale, la tensione magnetica dei protagonisti, plana ad alta quota nel vo- cabolario dell’io profondo, seducendo di poesia la scrittura e di scrittura la poesia! Una poesia alta, quella di Familiari unica e teatralmente esigente, reale e dionisiaca! Ed io vestendo gli abiti di lettore, naufrago di alchimia tra le ombre magiche di questa storia, deside- rando di essere dentro la storia, per ingoiare a pieni polmoni il “flusso di creatività” parafrasando quello joyciano di coscienza, che ne espande il vibrante e labirintico significato!

43 Eventi Autunno/Inverno di Massimo Sergio LA STAGIONE TEATRALE: DI BENE IN MEGLIO!...

approda al cinema, scrivendo e dirigendo successivamente commedie teatrali e in cellu- loide. La cena dei cretini (Le diner de cons – 1998) è anche un film scritto e diretto dal medesimo, liberamente tratto da un testo drammaturgico degli anni ’90, messo in scena con successo e replicato per tre anni a Parigi. E’ una stra- ordinaria commedia degli equivoci, un concentrato di comicità travolgente e conta- giosa. E’ un copione collau- dato che ormai da anni compagnìe amatoriali e pro- l cartellone stagione 2017/2018 snocciola 2 serate fessionali hanno voluto in cartellone, facendone gustare degne di essere narrate e commentate. Il teatro comu- l’umoristica verve francese. La trama racconta di un Inale Nestor, come d’abitudine, è il luogo deputato agli gruppo di amici-bene, annoiati ma ricchi, che organizza, incontri col teatro e non solo, fortemente voluto dal- ogni sacrosanto mercoledì della settimana, una cena alla l’Amm.ne del Capoluogo – Assessorato alla Cultura, ve- quale ognuno di loro reca con sé una persona reputata e nendone ripagato dal folto pubblico sempre presente. scelta, non si sa con quale criterio, per essere un cretino, L’ultimo numero della nostra Rivista ha riportato il primo uno stupido da riderne impietosamente per tutta la serata. spettacolo “Nudi e crudi” di Alan Bennett, ora per con- Ma come si sa, non sempre le ciambelle riescono col buco cludere in piena allegrìa l’anno appena trascorso bisognerà e stavolta il “cretino” di turno ribalta la situazione, tanto necessariamente mettere a fuoco la nostra attenzione su da arrivare a renderla paradossale. Dopo un tourbillon di quelli andati in scena durante il passato mese di dicembre. momenti più o meno risibili, Francois Pignon (Nicola Pi- Ribadendo che per tutta la stagione sino ad aprile inoltrato stoia), contabile presso il Ministero delle Finanze e col ber- avremo modo di vedere ancora altri 8 eventi teatrali che, noccolo del particolare hobby di monumenti ed come afferma l’ass. Valentina Sementilli nella brochure di installazioni più famosi, fatti coi fiammiferi, ed al quale presentazione, riusciranno, “anche stavolta, a declinare in toccherebbe l’ingrato compito di essere lo zimbello dei tutte le sue sfumature le emozioni e il divertimento propri convitati, si rivela invece la persona più candida e saggia dello spettacolo dal vivo di altissima qualità…”. di questo mondo. Stavolta sarà la vittima a sopraffare il carnefice, ribaltando così la situazione. Tanto da indurre Martedì 5 dicembre 2017. E’ di scena la briosa com- Pierre Brochant (Paolo Triestino), editore di successo, a media di Francis Veber: “La cena dei cretini”, nella tra- confessare: “…Andremo comunque a cena, mercoledì duzione di Filippo Ottone, per la regìa in perfetta prossimo, ma questa volta sarà lei a invitare me. E sono si- consonanza di Nicola Pistoia e Paolo Triestino, che ne curo di conquistare la palma!”. Al che Pignon risponde sono anche gli interpreti principali, assieme a Simone Co- con disarmante semplicità: “Sono sfinito… E’ terribilmente lombari, Maurizio D’Agostino, Loredana Piedimonte e faticoso essere intelligente!”. Scattando poi l’onestà intel- Silvia Degrandi; scene/Giulia Romolini, costumi/Lucrezia lettuale di un tal personaggio, Pignon/Pistoia chiede al Farinella, e luci/Luca Palmieri; produzione Teatro Ghione ricco ed insofferente Brochant/Triestino di stringere con in collaborazione con Fiore & Germano. lui un accordo, proferendo una delle ultime battute del co- Francis Veber (Neuilly-sur-Seine (Parigi) – 1937) è un pione: “Deve promettermi che ci penserà su due volte regista, sceneggiatore e produttore francese. Dapprima prima di dare del cretino a qualcuno…” e Pierre, accorato giornalista, si diede poi alla creazione di sketches, pièces ma convinto, conclude rispondendo: “Glielo prometto, teatrali, racconti e romanzi. Da tali esperienze letterarie Francois. Glielo giuro”. La commedia è un divertisse-

44 ment, scevro da blasfemìe e volgarità, riu- scendo ad analizzare con irriverente ma lucida ironìa l’odierna società col sovvertire luoghi comuni e quotidianità, mettendo in risalto il malvagio ch’è in noi e regalandoci finalmente un intelligente diversivo. Dicevamo all’inizio, spettacolo brioso e divertente, coi tempi per- fettamente giusti e giustamente incastrati. At- tori che hanno divertito e si sono divertiti. Cosa volere di più? Applausi a scena aperta con ova- zione finale, convinta e benefica in nome di una consentanea soddisfazione per la riuscita della messa in scena…

Giovedì 14 dicembre 2017. Il consumato sipario rosso scarlatto con bordatura dorata del Nestor si apre alle 21.30 per assistere alla mes- sinscena di “Bukurosh, mio nipote – ovvero il ritorno de “I suoceri albanesi” di Gianni Cle- menti (Roma – 1956), per la regìa di Claudio Boccaccini, nell’interpretazione di Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà ed Elisabetta Clementi – per la Viola Produzioni. Pannofino e Rossi tornano a raccon- tarci, dopo il successo del film, le peripezìe della famiglia di Lucio, consigliere comunale progressista (ma non co- munista!) e di Ginevra, master/chef di cucina molecolare, che non attecchisce nel suo locale di lusso, contrastata pure e con successo dalla dirimpettaia pizzerìa La Pomodorona, con questo spettacolo che ha calcato anche le tavole del palcoscenico frusinate e col bagaglio di oltre 200 repliche effettuate in tutta Italia. Dopo essere tornati dall’Albanìa all’indomani delle nozze dell’unica figlia, Camilla, 17enne ed incinta, con Lushan, giovane fratello di Igli, ti- tolare di una piccola ditta edìle, essi hanno da affrontare problemi ed angosce esistenziali di Corrado, colonnello gay in pensione, e di Benedetta, che gestisce l’erboriste- l’unione della coppia (Lucio/Ginevra) e, come recita un rìa sotto casa, ed in sovrappiù con i suoi prorompenti im- antico adagio spagnolo: “Un bambino arriva sempre col pulsi ormonali senili. Incombono però le elezioni alle quali pane sottobraccio”, la venuta al mondo di Bukurosh pare Lucio partecipa con un nuovo look sui manifesti, affissi acquieti l’atmosfera familiare e pacifichi gli animi e i bol- per tutta Roma ma anche su monumenti storici, quali le lenti spiriti di tutti. E’ lo spaccato d’un interno medio/bor- mura Aureliane e quelle Vaticane. Dalle quali esce scon- ghese; la descrizione di una famiglia che ha la sensazione fitto e non più rieletto, con l’amara sorpresa di multe salate di perdere la sua solidità, essendo costretta a rimettersi in per importi pari a circa 30mila euro: come a dire, il danno ballo. Una riflessione scanzonata ma puntuale sulla no- si assomma alla beffa! Oltre agli altri problemi di ritro- stra società, su quante debolezze e contraddizioni, sui tanti varsi in casa i due novelli sposi litigiosi per una gravidanza pregiudizi etnico-sociali che incombono sulle e nelle no- che si prospetta non proprio agevole. Tuttavia, parados- stre teste. Scroscianti applausi, dirompenti e spontanee ri- salmente, tali difficoltà servono a riavvicinare e cementare sate a scena aperta ed al termine…

45 Cultura musicale di Cesare Marinacci Reverie

el porgere a tutti voi lettori i più affettuosi auguri mu- Fortemente pionieristiche sono sicali per un nuovo anno di pura armonia desidero im- anche l’opera ‘Pelleas e Meli- Nmediatamente celebrare con voi la massima ricorrenza sande’ e le musiche scenografi- del 2018 musicale; 100 anni or sono infatti entrava tra gli ar- che del ‘Martyre de tisti immortali di ogni epoca Claude-Achille Debussy pianista Saint-Sebastien’ da Gabriele e compositore francese nato nel 1862. Debussy è considerato, D’Annunzio. Uno stile più de- assieme ai colleghi Gabriel Fauré e Maurice Ravel, il pioniere cantato si ritrova nelle ultime della rinascita strumentale francese ed in particolare l’inizia- opere, ispirate alla classicità, tore della ‘musica moderna’. Pur possedendo una solida for- come il quartetto e le sonate per mazione classica, grazie agli studi in conservatorio con violino, violoncello e piano- Marmontel e Giraud, il suo ideale creativo fu sempre lontano forte. Proprio il pianoforte rap- da un accademismo di tipo tradizionale; tuttavia dimostrò di presenta, per tutta la vita sapersi avvalere all’occorrenza e con acume della più raffinata creativa di Debussy, un mezzo tecnica, conquistando nel 1884 l’ambito Prix de Rome per la di ricerca ed estrinsecazione, un composizione che gli valse un soggiorno di studio triennale diario stilistico fedele e co- nella capitale italiana. Fin da quest’episodio si tratteggia la fi- stante. Nelle prime composi- gura di un musicista il cui immenso talento corrispose di rado zioni ottocentesche come la ad altrettanto senso pratico; si narra infatti che, non ricono- ‘Ballade’, il ‘Nocturne’ o ‘Re- scendolo, avesse cacciato di casa il funzionario del Conserva- verie’ emerge il gusto tardo ro- torie di Parigi che lo aveva raggiunto per comunicargli la mantico per il languore vittoria del prestigiosissimo premio, rischiando dunque di ve- strumentale e l’indagine tim- derselo revocare. Comunque al rientro da quel ‘Erasmus’ co- brica derivata dall’influenza on- minciò a frequentare gli ambienti artistici legati alle correnti nipresente di Fryderyk Chopin; impressioniste e simboliste come il salotto del poeta Stephane nelle Suites come ‘Pour le Mallarmè, oltre alle stanze private delle più affascinanti fan- Piano’ e la ‘Bergamasque’ invece la devozione verso il lin- ciulle di Parigi… considerato irresistibile dalle donne che lo guaggio asciutto e cembalistico della scuola francese barocca. circondarono, Blanche, Therese, Gaby, Lily, Emma, tra le uf- Nei cicli pianistici delle ‘Images’ le seduzioni in bilico tra cro- ficiali, senza volerlo indusse alcune a tentare il suicidio per lui matismo colorista e rigore formale, nelle ‘Estampes’ il gusto e la più seducente ‘demi-mondaine’ di Parigi ad abbandonare per il più raffinato esotismo. Nei ‘Preludi’ e negli ‘Studi’ del la sua vita lussuosa per dividere una povera soffitta con lui, 1910-15 infine affiora il compositore più sperimentale che as- bislacco sognatore che il più delle volte non aveva un soldo in segna a forme tradizionalmente minute ed autoreferenziali i tasca ma sapeva far intravedere le più romantiche avventure e concetti estetico-musicali bensì più densi. Debussy si muove suscitare le più vive impressioni grazie anche al suo modo raf- dall’estetica tradizionale e dagli esempi favoriti per esplorarne finatissimo di suonare il pianoforte dal quale sapeva trarre tim- possibilità espressive inconsuete. Di Wagner ama l’idea di un briche inusitate ed i toni più delicati come se sfiorasse discorso musicale aperto ma non la sua ferrea consequenzia- direttamente le corde. Negli anni di studio si avvicinò con pas- lità logico-sintattica. Il discorso aperto per Debussy deve ri- sione all’opera di Richard Wagner, considerato il musicista più spondere non ad un divenire narrativo ma ad accostamenti di denso e rivoluzionario del suo tempo, dall’altra parte invece ri- immagini istantanee; l’interesse viene distolto dall’idea di uno mase affascinato dalle sonorità provenienti dall’estremo svolgimento ineluttabile per concentrarsi sui valori immediati oriente, ascoltate in occasione dell’esposizione universale del del flusso musicale percepiti nella loro presenza solitaria, in- 1889; influenze tra loro fortemente eterogenee contribuirono in dipendentemente da un ‘prima’ ed un ‘dopo’. Rivoluzionario Debussy a creare uno stile modernamente personale, dirom- è dunque il concetto debussiano di temporalità dell’opera mu- pente ma non distruttivo e che dunque lasciò proseliti ma non sicale, anche in relazione all’estetica classico-romantica, e de- veri seguaci. Al 1894 risale il primo considerevole successo cisivo per gli sviluppi della musica novecentesca; affine del compositore con il poema sinfonico ‘Prélude à l’après-midi peraltro alle tecniche poetico-letterarie del romanzo moderno d’un faune’ cui seguirono i celebri ‘Nocturnes’ per orchestra mirabilmente raffigurate nell’opera di Macel Proust. Il musi- del 1899. Ancora al virtuosismo orchestrale sono dedicati nella cista, nelle sue pagine più emblematiche, capovolge l’idea del prima decade del’900 i cicli di ‘La Mer’ ed ‘Iberia’ nei quali brano musicale visto come un racconto in cui si presentino i il musicista realizza dei mirabili esempi di timbrica sinfonica. personaggi e le loro peripezie, gli elementi costitutivi in senso

46 evolutivo all’interno di smettere le impressioni più astratte e indefinite, suggerire emo- un’idea dinamica di sviluppo. zioni e stati d’animo, penetrare l’intima essenza delle cose, evo- Debussy trova in Wagner il care corrispondenze misteriose attraverso anche i semplici suoni massimo esponente di questa delle parole tra concetti lontanissimi. Così ad esempio nei ‘Pre- tendenza; nelle straordinarie ludi’, Debussy isola melodie ed accordi lasciandoli sospesi o opere del tedesco effettiva- reiterandoli fino a spersonalizzarli ed a renderli indipendenti dal mente assistiamo ad un ritor- contesto; un po’ come il ripetere tante volte una parola tende a nare di temi, ad una farle perdere i contorni ed il significato convenzionale così met- espansione continua dal punto tere insieme varie dissonanze separandole da una risoluzione, di vista melodico come da invece di aumentare la tensione percettiva paradossalmente la quello armonico in un infinito stempera, fa scomparire la dissonanza per rivelare l’esclusiva rincorrersi di premesse e conse- essenza vibratoria caricando al contempo gli oggetti sonori di guenze. Debussy contrappone a significazioni che vanno ben oltre la norma. Nella citata opera- quest’idea strutturalmente dina- simbolo per orchestra, ‘Prélude à l’après-midi d’un faune’, De- mica un concetto di staticità bussy combina mirabilmente una straordinaria oculatezza dei temporale; il brano musicale mezzi con una profondità evocativa senza precedenti. Voluta- non necessariamente deve es- mente scarni i due piccoli temi melodici principali così come il sere visto come un racconto, de- loro quasi inesistente sviluppo in una vaga struttura tripartita; rivante dagli intrecci tra alchemici e rarefatti gli interventi degli strumenti orchestrali, materiali musicali, ma anche ognuno con il suo prezioso quanto minuto intervento. Ad ogni come un quadro in cui ogni riproposta del tema, pur sempre perfettamente riconoscibile, particolare può essere ammi- questo viene ‘illuminato’ diversamente dall’armonia e dalla stru- rato indipendentemente dal mentazione fino a trasformarsi in qualcosa di rinnovato ed unico tutto pur se all’interno di una …ecco le ‘luci di Rouen’. L’opera prende spunto da una lirica costruzione complessiva. poetica di Stephane Mallarmè, ed evoca le fantasie di un fauno Così come possiamo contem- che, in uno scenario bucolico, tra sonno e veglia al suono di un plare, in un intero dipinto, un flauto ha un illusorio incontro amoroso con alcune bellissime singolo agglomerato croma- ninfe. Invano leggendo il corrispondente letterario cercheremmo tico o un prezioso dettaglio, immagini puntuali e descritte in musica; comune è solo il prin- così in un’opera sonora pos- cipio: come nella poesia di Mallarmé balenano più le caratteri- siamo godere di un inciso mi- stiche sonore delle parole ed una illimitata sensualità, così nella nuto, di un accordo isolato musica di Debussy prevalgono emotività ineffabili e corrispon- nella sua essenza sonora, senza necessariamente metterlo in denze intraducibili. Generoso, eccentrico, visionario, Claude relazione consequenziale e diretta con gli altri elementi circo- Debussy non fu trascurato in vita, eppure le incantevoli pagine stanti. Ed ecco allora capovolgersi anche l’idea di gerarchia sbocciate nei limpidi intermezzi d’ispirazione tra le sue ribelli funzionale delle armonie in base alla quale ad una dissonanza avventure erano destinate anni più tardi al successo intramonta- deve seguire una consonanza equilibratrice, ad una tensione la bile che ancora le caratterizza. Al loro primo apparire suscita- sua risoluzione; ogni singolo ente sonoro può assumere una rono al pari di quelle di Ravel le più opposte reazioni, sfumatura indipendente dalla sua funzionalità abituale, un si- dall’adorazione entusiasta di amici e colleghi fino all’indigna- gnificato assoluto e pertanto unico a seconda anche del suo zione che pervase anche taluni ambienti accademici se è vero semplice colore percepibile che diviene parametro creativo al che agli studenti del Conservatorio di Parigi non venne consen- pari di armonia, melodia e ritmica. In tale concezione senz’al- tito di assistere alla prima del ‘Pelleas et Melisande’. tro si possono avvertire le suggestioni dell’impressionismo pit- La sua musica così colta, raffinata ed anche sensuale veniva tal- torico e del simbolismo letterario dell’epoca. Per il pittore volta giudicata impudica, addirittura audace al punto di turbare impressionista l’oggetto da ritrarre, pur essendo sempre uguale le fanciulle di buona società che, secondo alcune parole del a se stesso, può essere sempre infinitamente diverso a seconda tempo, rischiavano, solo studiando il ‘Claire de Lune’, di per- del momento e del luogo di osservazione; dunque una stessa fi- dere la loro ‘innocenza’. Tanto a Roma dov’egli sospirava il ri- gura ritratta in diversi attimi del giorno con diverse condizioni torno a Parigi, quanto in Russia dove la mecenate di climatiche e temporali assume illimitate ‘nuances’ di luci ed Tchaikovsky lo aveva voluto come pianista privato o a Ea- ombre se si guarda più al colore che al segno, come emble- stbourne dove trascorse i giorni incantevoli e movimentati del maticamente sperimentato da Claude Monet nelle numerose suo secondo scandaloso matrimonio con Emma Bardac, l’esi- versioni della Cattedrale di Rouen del 1890. Per il simbolismo stenza di Debussy ondeggiò sempre fra gli estremi della felicità invece una singola parola può essere tanto più poetica quanto e del tormento, del trionfo e dell’ apparente tracollo. Dunque suscettibile d’interpretazioni diverse, tanto più carica di sim- egli può essere considerato l’archetipo di tutti quegli artisti di bologie e significati quanto più vaga. Autori come Stephane genio che nel loro essere autentici creatori, come affermò Jan- Mallarmè, Arthur Rimbaud o Charles Baudelaire ritenevano kelevitch, sono inadeguati al ragionare ed al condursi con il che il poeta non dovesse descrivere la realtà, ma cogliere e tra- resto degli uomini.

47 Scienza Modernas Testo e disegni di Mario Catullo Gentilcore Nave Terra orse durante la nostra vita mai ci sfiora l’idea che viviamo su un pianeta del Sistema Solare, cioè la Terra, che come una Nave Spaziale ci traghetta attraverso l’Universo (ruotando attorno al Sole e con Flo stesso viaggia attraverso la Via Lattea e con quest’ultima ruota muovendosi verso la galassia di An- dròmeda. La nostra distanza dal Sole, di circa 150 milioni di chilometri, permette alla Terra di descrivere un’orbita lunga circa un miliardo di chilometri, che viene percorsa alla fantastica velocità di oltre 100.000 Km/h. Così l’astronave Terra traghetta tutti noi nello spazio e nel tempo universale.

Fig. 1 - La Terra avvolta come un questo pianeta (energia, acqua, mare, 1 bimbo dalle fasce di Van Allen (cin- aria, pesca, ecc.) o nel controllo del- ture di protoni ed elettroni) che de- l’inquinamento, dell’agricoltura, dei viano alcune pericolose particelle rifiuti, del suolo, dell’industria, del spaziali clima, delle migrazioni. Il mio docente di Sismologia a “La Sapienza” di Roma il prof. Michele Foto 2 - Il bilancio termico terre- Caputo, primo direttore dell’Istituto stre è legato a tanti fattori fonda- Nazionale di Geofisica e Vulcalogìa, mentali per la vita biologica sosteneva (in una sua interessante Nel grafico è possibile notare come pubblicazione degli anni ‘80 sui pre- mentre gli oceani con la loro inerzia cursori dei terremoti) “che il nostro termica attenuano (generando oscil- pianeta è un fenomeno unico e stra- lazioni) le variazioni termiche in ordinario nell’Universo! Infatti di- corso, i gas serra (come la CO2) ceva che “Se la vita è un miracolo di Dio, la Terra non è danno un contributo decisamente esponenziale e crescente alla dammeno”. E proseguiva, con riferimento sempre a questo pia- temperatura! Addirittura i tempi di persistenza dell’anidride car- neta, che non è tanto piccolo da aver perso la sua atmosfera per ca- bonica in atmosfera diventano pressocché secolari. Dal grafico renza di forza gravitazionale, come la Luna e Marte. Parimenti risulta, parimenti evidente, che la crescita della temperatura su- non è tanto grande da avere un’atmosfera pesante che ci schiac- perficiale del nostro pianeta va di pari passo con l’incremento del- cerebbe, come su Giove. Ugualmente la sua distanza dal Sole è l’anidride carbonica. Pertanto devono essere messi sotto controllo tale che non è troppo breve perché bruceremmo, nè tanto lunga tutti quei fattori ambientali ed antropici che hanno un ruolo nello che geleremmo, ma è mediata da un’atmosfera che ci avvolge e svolgimento della vita su questo pianeta. Similmente l’uso delle mitiga le escursioni termiche. Inoltre lo schiacciamento dell’orbita risorse della Terra deve tenere conto di queste necessità. Ovvero e l’inclinazione dell’asse terrestre è tale da evitare agli esseri lo sviluppo sostenibile deve articolarsi a vari livelli: mondiale, na- umani di andare d’estate al mare senza “scafandro condizionato” zionale, regionale e locale. Infatti se a livello mondiale giocano un e d’inverno a sciare senza “scafandro termico”. Infine c’è un piz- ruolo primario gli accordi sul clima e sulla gestione del mare e zico di radioattività al suo interno che permette di sviluppare del dell’atmosfera, a livello nazionale vanno affrontati i problemi del calore che sommato alla radiazione solare ricevuta, insieme al- consumo delle risorse (minerarie, geotermiche, suolo, acqua, ecc.) l’irraggiamento emesso verso lo spazio, la mantengono tiepida in ed anche le tecniche di produzione dei beni (energia, cibo, ecc.). superficie. Poi l’illustre professore si Viceversa a livello regionale e locale domandava “…quanto potrà du- acquista valenza primaria la gestione rare…” questo miracolo, vista “..la de- 2 dell’agricoltura, degli spazi verdi, licatezza degli equilibri della della vegetazione, dei sistemi di tra- Terra…”.E poco dopo aggiungeva che sporto, delle aree urbane, del tratta- “…la Terra ha misteri ben più inte- mento rifiuti, della gestione delle ressanti e difficili da scoprire, rispetto acque, del risparmio energetico, del ri- a molti altri settori della ricerca scien- scaldamento, dei flussi di popolazione tifica…”. Ed infine dichiarava che migrante. “…la soluzione dei misteri della Terra, porterebbe enormi vantaggi al- Fig. 3 - Grafico della concentrazione l’umanità…”. Basti pensare a tutte le degli inquinanti, responsabili della difficoltà che l’uomo incontra proprio distruzione dell’ozono nella corretta gestione delle risorse di Pertanto, ad esempio, l’inquinamento

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atmosferico crea una situazione di de- scavato dall’uomo raggiunge appena grado della vita umana che va ben cinque chilometri ). Attraverso lo stu- oltre ogni immaginazione. Infatti la dio dei percorsi delle onde sismiche troposfera (che ha uno spessore di ap- (ovvero come le stesse si comportano pena 10 Km) permette la nostra so- subendo rifrazioni e riflessioni) è stato pravvivenza attraverso la presenza del possibile capire i differenti strati che vapore acqueo (fondamentale per lo compongono la stessa e i passaggi da sviluppo delle nubi e delle precipita- un settore all’altro caratterizzato da zioni) e dell’ossigeno che garantisce le quattro superfici di discontinuità sismi- funzioni vitali. Ogni alterazione di che (Conrad, Moho, Gutenberg, Leh- queste componenti (presenza di smog, man ). Questo pianeta, che è figlio della gas, fumi, polveri sottili, ecc.) deter- 5 nostra stella centrale (il Sole), mostra mina danni climatici enormi (aumento tanti caratteri paterni (presenza d’idro- delle temperature, scioglimento dei geno, elio, radioattività, campi elettro- ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, piogge acide, ecc.). magnetici, ecc.) assieme a tante peculiarità del tutto uniche nel Parimenti si distruggono quelle barriere naturali (come lo strato sistema solare come atmosfera, acqua, vegetazione e vita. Ma di ozono O3) che fanno da scudo alle tante particelle provenienti queste caratteristiche specifiche eccezionali sono un vero e pro- dallo spazio cosmico. Senza la difesa dell’ozono le radiazioni prio miracolo e vanno curate, preservate e difese con coraggio, ionizzanti sono in grado di rompere la molecola del nostro DNA sapienza e lungimiranza. e produrre gravi danni organici. Del resto i principali schermi che abbiamo contro queste aggressioni provenienti dallo spazio Fig. 5 - La struttura interna della Terra come viene rilevata sono due: l’atmosfera e la magnetosfera terrestre. dallo studio delle onde sismiche Turbare i delicati equilibri della Terra ha un costo inimmagina- Fig. 4 - Atmosfera e magnetosfera proteggono la Terra da bile per tutto il genere umano che va al di là di ogni valore le- tante radiazioni spaziali. gato a calcoli economici, giuridici e politici. A ben pensarci, la Il nostro pianeta ha una struttura complessa che ci viene descritta cura della Nave Terra condiziona, ieri come oggi, e oggi come dalle onde sismiche che in continuazione corrono sotto i nostri domani, la navigazione nello spazio sidereo, assicurando la vita piedi. La sismologia è l’unica disciplina che ci permette di co- di tanti esseri viventi su di essa. A ben vedere ognuno di noi può, noscere l’interno della nostra Terra ed i terremoti (che a volte da subito, contribuire efficacemente a preservare il suo piccolo scuotono il pianeta intensamente fino a generare onde stazio- ecosistema personale che poi assieme ad altri diventa ecosistema narie che fanno vibrare, anche per interi giorni, la Terra, come se cittadino, e poi provinciale, e poi regionale, e poi nazionale, e poi fosse una campana) rappresentano una preziosa ed unica miniera mondiale. La regola basilare e semplice consiste nel compor- di informazioni. Senza le onde sismiche sarebbe impossibile co- tarsi come avveduti amministratori e non come padroni e signori noscere la composizione interna della sfera terrestre il cui rag- nel nostro vivere quotidiano. Infatti come dice il Vangelo “Chi gio supera i seimila chilometri, mentre la nostra conoscenza è fedele nel poco è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel diretta arriva solo a qualche chilometro (il pozzo più profondo poco è disonesto anche nel molto.” (Luca 16,10).

IMPORTANTE! Errata corrige. Nel numero di dicembre 2017 vi sono stati numerosi errori tipografici nel riprodurre l’articolo IL SOLE a firma di Mario Catullo Gentilcore. Tanto dovevamo, scusandocene, ai lettori ma soprattutto all’estensore dello stesso, professore di Fisica e Geologìa. A pag. 42 – prima co- lonna, al rigo 9, dopo la foto, si legga: “Del resto la sua massa risulta pari a 2 . 10 27 . A pag. 42 – seconda colonna, al rigo 2, si legga:

49 Referenze letterarie di Massimo Sergio

L’EPOPEA DELLE BRIGANTESSE DONNE AMANTI, A VOLTE CRUDELI?

“…io vojo dì che nell’Italia intera ce ne so’ ancora un sacco di briganti, ma questi d’oggi vesteno eleganti, senza lo schioppo e senza cartuccera. …Na sete de giustizia che lo coce, un cappellaccio a fongo su la testa e du piedoni avvorti da le cioce” - Natale Polci/La storia del brigante Gasbarrone.

a pubblicazione dell’atteso libro di Maria Scerrato ramento selvaggio e sanguinario che, come avevo sentito dire, “FIORI DI GINESTRA – donne briganti lungo la caratterizzava le brigantesse…”. Questo nei secondi cin- LFrontiera 1864 – 1868” è stato accolta dai lettori e dagli quant’anni dell’Ottocento. Soltanto negli anni ’60 dello scorso studiosi di storia locale come un evento importante e meritevole secolo vi furono molti autori che si diedero a scrivere in maniera di ampi consensi e plausi. Esso è stato presentato in varie loca- più appropriata e diffusa del brigantaggio al femminile, come lità della provincia ciociara, oltre che nel capoluogo, discusso e Mario Monti, Franca M. Trapani, Maurizio Restivo, e ancora nel commentato da critici e storici di comprovata esperienza e pas- 2007 Valentino Romano. Ora, a distanza d’una decina d’anni, sione civile. Curato dall’Arte Stampa Editore di Roccasecca, è Maria Scerrato chiude il cerchio quadrandolo a mezzo della sua andato alle stampe nel luglio 2016, di pagg. 167, con copertina fatica Fiori di ginestra, storia di 7 brigantesse, 7 come i peccati e quarta disegnate a matita da Francesca capitali, diventate note per i loro rapporti coi più famosi Tosco, con ampia e dotta prefazione di nomi del brigantaggio locale o meglio di Fernando Riccardi, ed un corredo di foto quel “territorio che nel corso del decen- raffiguranti bei quadri d’epoca. La fatica nio postunitario è stato tra i più “caldi” di Maria Scerrato è stata premiata da ri- in quanto depositario di quella linea di conoscimenti ufficiali, quale ad esempio, confine che separava il Regno delle Due il Premio Fiuggi – Storia – Lazio Meri- Sicilie prima e il Regno d’Italia dopo, dionale. dallo Stato Pontificio…” (F. Riccardi). Ma Si dice che sono 7 gli spiriti dei nostri fe- questa è tutta un’altra storia! Da raccon- lini domestici, e 7 sono le storie di donne tare e far capire in miglior maniera. Poche di malaffare (malandrine) che Maria le foto, solamente quelle ufficiali ci restano Scerrato ci propone con esattezza storica e si tramandano di mano in mano, delle bri- ma anche, in carenza di ampia docu- gantesse, di queste donne audaci, passate mentazione, con spirito d’avventura che alla storia per essere guidate dal loro istinto trascina il lettore a leggerne le vicissi- ed a volte gareggiare in crudeltà e scellera- tudini. Si sa e ce lo conferma il prefa- tezza coi propri manutengoli. La propa- tore Riccardi, come la monumentale ganda di regime ha fatto sì che l’esperienza Storia del brigantaggio dopo l’Unità di e le vicissitudini di tali donne, che amavano Franco Molfese, uscita nel 1964 per i profondamente i loro compagni, dessero la tipi di Feltrinelli, rimanga un punto stura e facessero leggere un’iconografìa di- fermo del quale tener debito conto per storta e a volte aldilà della loro reale condi- chi volesse intraprendere a scrivere di zione di vita e di sentimenti. Per cui ci nuovo di tali vicende e studiarne anche un troviamo fra le mani solo foto di donne che aspetto più segreto e perciò maggiormente misconosciuto dai imbracciano un’arma, un fucile, una pistola, un pugnale, avendo più, cioè l’universo femminile del brigantaggio. D’altronde un il cipiglio nelle espressioni del viso pur non mostrandosi pro- altro acuto osservatore, l’inglese W.J.C. Moens, uomo d’affari, priamente tristi o deluse. si mise a viaggiare per le terre del Mezzogiorno, scrivendo, sotto Dicevamo dei 7 ritratti dipinti con passione e schiettezza, delle forma di diario, appunti sui briganti e le loro donne, che non 7 muliebri vicende inanellate ed incastonate come in un dia- erano così truculente e selvagge come venivano descritte solita- dema, che sono nell’ordine: di Maria Teresa Molinari nata Ro- mente:“…Vestivano esattamente come gli uomini e portavano i selli da Castro dei Volsci (con cinque figli venuti al mondo in capelli tagliati cortissimi…Non dimostravano affatto il tempe- rapida successione, concepiti come fiori di carne…); di Mi-

50 chelina Di Cesare, di Terra di Lavoro, la malandrina (…mio figlio è nato orfano); di Elisa Garofali, da Ama- seno (già San Lorenzo), la “Regina delle Montagne” a tendere agguati; di Nicolina Iaconelli, da San Biagio Sa- racinisco, che “adorava le ginestre (…) flessibili, sottili e resi- un’opera capace di estrarre, far uscir fuori poesia nuova da una stenti, proprio come lei”; di Rosa Cedrone nata Antonucci, materia d’arte, di storia e d’esperienze passionali (di passioni arpinate, una virago dei boschi, “aveva sedici anni, alta, bruna, intense) in gran parte che resta da esplorare ed approfondire con la carnagione luminosa e le gote rosse”; di Cristina Co- ancora. La Ciociarìa è stata patria di briganti, che avevano gioco cozza, da Valvori-Vallerotonda, la più feroce di tutte (forse!?), facile per nascondersi o fuggire nel vicino Regno delle Due Si- e di Maria Capitanio, da San Vittore, “…A casa di mio padre cilie, ove trovavano spesso protezione ed aiuti. Ma anche rifu- ero signora/ e pe’ te divenni schiava d’ammore… L’ammore che gio più sicuro su queste montagne e quei villaggi isolati, perché me cundanna/ je nen lo pozzo chiù annasconne”. Quest’ultima la nostra terra, il nostro territorio è ancor oggi come allora ricco delle sette “ha continuato ad esistere quando già era morta sul di vegetazione e profondi anfratti e caverne. L’accostamento tra Monte Cavallo di Presenzano un giorno di marzo del 1868”. storia e fantasia è possibile e legittimo; perché la storia a volte Ben vengano scrittori, ricercatori, studiosi di storia locale come è troppo assurda da sembrare fantastica e la fantasìa è tanto so- Maria Scerrato, che nell’ampio cumulo di notizie e di dati rac- fisticata controfigura della realtà da sembrare storia. Solo che la colti, anche spesso alla rinfusa, ha saputo scoprire e sceverare storia è accadimento; la fantasìa è invenzione. E questo lo scrive un ricco filo narrativo che ha in parte condotto anche ad una Michele Ferri nel suo libro sul brigante Chiavone. Mentre il fi- narrazione romanzesca dei fatti accaduti e dei caratteri salienti losofo francese Blaise Pascal scriveva che nell’uomo c’è un an- dei protagonisti, anzi, pardòn!, delle protagoniste, pur sempre gelo e una bestia. Ma questa è la storia dell’uomo, se vogliamo, rispettosa del rigore storico. Ha allargato così la conoscenza di delle sue conquiste, delle sue speranze, delle sue delusioni: è noi ciociari ma anche degli italiani più in generale, su eventi di quella che in fin dei conti denominiamo chiamandola “ci- tanta importanza e risonanza che li riguardano da vicino, e con viltà”… la certezza necessaria alla comprensione di problemi e dubbi tuttora persistenti. L’A. spiega, infatti, come questi uomini (com- prese le donne, s’intende!), così crudeli e spietati spesso non siano stati semplici o soltanto ladroni e assassini/tagliagole ma impersonavano una reazione talvolta fu- riosa e cieca, talaltra cosciente, alle anghe- rìe ed ingiustizie patite dai loro compatrioti più deboli e più poveri. Uno stile colorito il suo, e moderno che fa partecipe chi legge alle esperienze, nel bene e nel male, dei briganti e delle loro donne. Una tale pub- blicazione ci offre lati biografici, storici, poetici, dei quali non sospettavamo l’esi-

stenza. Ma la prova ci poteva e doveva es- disegno di Sossio De Angelis De Sossio di disegno sere convalidata soltanto da chi e da

51 Cultura letteraria di Alessandra Del Signore Un confidente per la vita: The Secret Sharer di Conrad

“E’ solo chi non fa niente che non fa errori, suppongo” - J.Conrad

he Secret Sharer ovvero il compagno segreto, è il fedele confidente di un giovane capitano al suo primo incarico Tsu una nave rimasta sprovvista del comandante. Leggatt è un fuggitivo che è stato costretto ad abbandonare la sua nave perché durante una tempesta ha dovuto eseguire una manovra fondamentale per salvare la nave e l’equipaggio, ma un mari- naio negligente e fannullone gli si era opposto e nella collutta- zione un maroso li aveva fatti cadere entrambi ed il marinaio aveva perso la vita. Leggatt aveva finto dunque il suicidio get- tando i suoi panni a mare e si era messo in salvo sulla nave del capitano. Il nome del capitano e della nave vengono lasciati ano- nimi da Conrad espediente letterario che, secondo il critico Mas- venta un vero uomo e un adepto del mare, fiero di sé e padrone simo Fusillo, è utilizzato per favorire l’effetto di identità ossia il della propria coscienza senza aver più paura delle fantasmago- lettore riesce in tal modo ad indentificarsi con il protagonista e rie ossia della presenza o interferenza inesplicabile del fantasma con il suo ospite segreto, il quale, come è spiegato nella nota nella vita reale che, secondo Milner, è propriamente l’impossi- dell’autore, è un personaggio realmente vissuto e di cui si è par- bilità di relegare le creature dell’incubo oltre una soglia che ci lato in un fatto di cronaca. In tal modo il lettore non potrà pen- possa garantire dalle loro insidie e dalla fascinazione che eser- sare che siano i soliti racconti di mare scritti da un giovane citano su di noi. Leggatt si presenta come un second self del ca- marinaio, quale Conrad era, né essere frutto di semplici memo- pitano, una proiezione fantasmagorica del suo inconscio che fa rie autobiografiche. In realtà in The Secret Sharer c’è molto del emergere tutte le sue paure, dubbi e insicurezze ma è anche un primo comando di Conrad sulla nave Otago a Bangkog, ma lo personaggio razionale, coraggioso, dotato di capacità tecniche, scrittore vuole proporre al pubblico un romanzo di formazione esperienza e selfpossession, ossia padronanza di sé, qualità che e non di avventure esotiche per questo introduce la figura mi- mancano al protagonista e che ammira. L’outcast o reietto in re- steriosa di Leggatt finalizzata alla crescita del protagonista. Il altà è visto come un segno provvidenziale e necessario ad intra- lettore non sa se Leggatt sia un personaggio reale o un alter ego prendere il proprio “viaggio”. Secondo la critica decostruttiva del capitano, una sorta di proiezione interiore con la quale ama non ci dovrebbe essere l’identificazione del lettore con Leggatt dialogare oppure un personaggio immaginario frutto della sua perché è una figura immorale, un presunto assassino, eppure ha fantasia se non addirittura un fantasma visibile solo ai suoi occhi. molte qualità e pregi a tal punto da essere stimato e divenire un Infatti nessuno lo vedrà salire sulla nave né ne scoprirà la pre- modello da imitare. Secondo Angelo Aparo, infatti, Leggatt è senza nella sua cabina. Leggatt penetra fortuitamente la sera una figura che ricalca l’autorità paterna per il suo aspetto deci- stessa della partenza in cui il capitano contravvenendo alle con- sionale e maturità. Il secret self funge dunque da strumento di suetudini marinare si impartisce un turno di guardia di 5 ore con- analisi introspettiva che aiuta il capitano a vincere i propri limiti gedando l’intero equipaggio. E’ in questo momento che il e a reagire di fronte alle paure interiori in un processo di matu- fuggiasco si aggrappa alla scala di corda che non è stata ritirata razione che culmina con la separazione dal double. Infatti il di- ed il capitano, giunto a rimetterla a posto, si accorge di una fi- stacco dall’altro sè avviene nel momento in cui Leggatt ha gura spettrale, nuda e rischiarata dal bagliore della luna. Acco- raggiunto il suo scopo: ora il capitano è un vero uomo di mare glie il clandestino sulla nave, ascolta la sua versione dei fatti e che non deve temere né gli altri né il mare ma soprattutto sé sulla fuga, decide di non giudicarlo ma di nasconderlo nella sua stesso. In Conrad il doppelganger esemplifica il nostos psichico cabina e di aiutarlo a raggiungere la terraferma. Infatti l’indo- cioè il ritorno dell’io alla spiritualità, all’ascolto della coscienza mani cerca di avvicinarsi il più possibile alla costa affinché Leg- e al mancato rifiuto dell’inconscio perché negarlo comporte- gatt possa raggiungerla a nuoto. Lascia al compagno un cappello rebbe la distruzione dell’io stesso. Tutti vorremmo un second bianco per proteggersi dal sole e 3 monete d’oro per ogni ne- self al quale parlare sottovoce, confidare i nostri segreti più in- cessità. Si dirige quindi verso la montagna di Koh-ring. E’ una timi senza essere giudicati e sperare di essere guidati nei mo- sfida pericolosa e la manovra davvero difficile ma Leggatt in menti difficili con consigli saggi fino a raggiungere una maturità qualche modo lo guida. Infatti proprio nel momento cruciale tale da potersi staccare dal porto materno per navigare da soli vede galleggiare in mare il cappello dell’amico che gli indica le verso nuovi orizzonti. L’inizio dell’anno è per tutti un nuovo coordinate esatte da seguire. E’ l’iniziazione del capitanoAntonio che Coppotelli di- viaggio e sfida con sé stessi: che sia un 2018 pieno di successi!!

52 Testi di Rodolfo Coccia - Immagini di Giovanni Grande L’accidentato percorso Offroad

Il mezzo “scurifizza”, la mano è ferma e l’occhio attento. Il solco della ruota si fa sempre più profondo. Sal- tare, impennare, girare, ripassare più volte la stessa aspra e ondulata pista è il regolamento, di un gioco di abilità ma anche di forza. Si sfida l’imprevedibile e l’unica certezza rimane la polvere e il fango sulle ruote, sul mezzo, incollato sulla tuta. Rimane un’ultima lercia mascherina da staccare sulla visiera, e gli occhi che brillano oltre gli impervi dossi.

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Anagni

54 Cinema di Alessia Cristofanilli Il coraggio di non cambiare le cose

a tempesta di sabbia (Sufat differenti e uguali, da due donne che Chol) è una pellicola vogliono scegliere; Jalila combatte Lisraeliana diretta da Elite stringendo i denti, Layla combatte a Zexer in lingua araba. Il doppiaggio muso duro, nell’ingenua convinzione italiano lascia a desiderare, perciò è di riuscire a cambiare le cose. La consigliata la visione in lingua caratteristica che impregna la pellicola originale, o in lingua inglese. In una è il senso di sacrificio di queste donne: bidonville mangiata dal deserto pur essendo consapevoli e dilaniate beduino vive una famiglia. Madre, dalla loro misera condizione di padre, e cinque sorelle. Quando lui infelicità, non si ribellano per non decide di sposare una seconda donna generare una reazione a catena sulla molto più giovane, la prima moglie Jalila ne è profondamente famiglia e salvaguardarne il futuro. Per trasmettere questo infastidita, ma non si ribella. La figlia più grande, Layla, va a concetto, occorre un film non per tutti fatto di lunghi sguardi e scuola ed è innamorata di un ragazzo di un altro villaggio. parole non dette. Non a caso, la parola della donna non ha potere Quando i genitori vengono a saperlo, non hanno la reazione in queste società patriarcali, anzi può portare a maggiore accomodante che lei sperava. Jalila, da parte sua, si sente ferita sventura, perciò bisogna centellinarla. Il ritmo è lento e procede e surclassata dalla seconda moglie, ma conosce bene il mondo in a lunghi battiti, come un cuore morente. La pellicola è priva di cui vive, e sa che può solo stringere i denti e andare avanti. Layla colpi di scena, l’azione è quasi del tutto inesistente, ma per chi è giovane invece, e vuole combattere senza riserve, sfidando la possiede empatìa e capacità introspettive, è un film che colpisce tradizione. È una doppia rivolta, combattuta in modalità come un pugno allo stomaco.

Ano Hana e la nostalgia dell’infanzia di Alessia Cristofanilli

no Hana, il cui nome completo - assurdamente lungo, ma dal grande significato- è Ano hi mita hana no namae o bokutachi wa mada Ashiranai (Ancora non conosciamo il nome del fiore che abbiamo visto quel giorno) è una serie di 11 episodi del 2011 scritta da Mari Okada con la regìa di Tatsuyuki Nagai. Sei bambini vivono i loro giorni d’infanzia in assoluta spensieratezza facendosi chiamare “Super busters della Pace”, fino al giorno in cui diventano cinque: una bambina, Menma, muore tragicamente. Il gruppo si disintegra, e cinque anni dopo i rimanenti si sono trasformati nei classici stereotipi giapponesi: l’hikikomori (il ragazzo depresso che non esce mai di casa), la ragazza perfettina, il bello e malvagio, la ragazza superficiale e il tizio strambo e un po’ depravato. Hanno perso totalmente i contatti, anzi, alcuni di loro vivono nel disprezzo reciproco, fino a che un giorno il fantasma di una Menma adolescente appare a Jinta, il ragazzo hikikomori; all’inizio Jinta si convince che Menma sia un’allucinazione del suo inconscio, ma la ragazza è in grado di riferire informazioni conosciute solo da lei, ed è in grado di interagire con gli oggetti (cucinare, giocare ai videogames e farsi la doccia) tanto da sembrare reale a tutti gli effetti, se non che va in giro scalza e con lo stesso vestito del giorno in cui è morta. Menma comunica a Jinta che è apparsa a lui - perché solo lui é in grado di vederla - per veder realizzato un suo desiderio, ma da brava protagonista kawaii e sbadata, non ricorda quale esso sia. Ciò che conquista in Ano Hana è la semplicità con cui le emozioni fluiscono; si alternano momenti tristi a momenti più rilassati, ma il tutto è caratterizzato da un’atmosfera molto soft, molto dolce, che ci riporta tutti alle indistruttibili - e perse - amicizie dell’infanzia. La storia può essere manchevole in alcuni punti; per esempio, Menma non fa mai nulla per rendere palese la propria presenza agli occhi altrui, e riappare adolescente anche se è morta da bambina, ma il punto di forza di Ano Hana -che batte tutto il resto- è il faccia a faccia con il dolore. Menma infatti, seppur in modo infantile, mette i ragazzi di fronte ai loro sensi di colpa. L’armonia è una conseguenza, ma la battaglia vera viene prima, ed è la parte più difficile, e poco raccontata. Un racconto bello, puro e commovente, per adulti e ragazzi.

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opo gli effimeri sommovimenti del 1848 che interessa- rono un po’ tutta l’Europa e a seguito del momentaneo Dinsediamento di governi anti-reazionari, “a Roma e nel Veneto si svolgevano degli avvenimenti che avrebbero avuto grande importanza nella storia del nostro Risorgimento”(1). Dopo la fuga di Pio IX a Gaeta, nel novembre del ’48, successiva ai drammatici avvenimenti che portarono all’assassinio di Pellegrino Rossi, Primo Ministro del Papa, i liberali indissero le elezioni per la Costituente e il 9 febbraio del 1849 dichiararono la Repubblica Romana ponendovi a capo il celebre triumvirato costituito da Giu- seppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Il comando delle milizie fu affidato a Giuseppe Garibaldi il quale si avvalse della partecipazione di cittadini provenienti da tutti gli strati sociali: aristocratici, borghesi e popolari, tutti impegnati a rintuzzare le forze alle quali si era appellato il Pontefice dopo la fuga a Gaeta. Forze, evidentemente, cattoliche visto che il Vescovo di Roma si era rivolto alla Spagna, alla Francia e al Re di Napoli. Era in ballo ricorderò, morendo, tra un pensiero a Dio e uno alla persona più la cosiddetta ‘questione romana’ che tanto a cuore stava alle na- cara e parmi che le mie ossa, ovunque il caso farà che giacciano, zioni cattoliche, segnatamente la Francia nella persona del Presi- trasaliranno, com’io allora, il giorno in cui una bandiera di re- dente della Repubblica Luigi Napoleone, nipote del Bonaparte. pubblica s’innalzerà, pegno dell’unità della patria italiana, sul Luigi Napoleone pensò subito di inviare un corpo di spedizione Campidoglio e sul Vaticano”(6). Anche Garibaldi non poté sot- sotto il comando del generale Oudinot il quale sbarcò nel porto di trarsi al fascino della Città Eterna tant’è vero che egli così si Civitavecchia. Garibaldi nelle sue ‘Memorie’(2) opera un quadro espresse al riguardo:”Sul teatro delle maggiori grandezze del abbastanza preciso e particolareggiato della situazione politico- mondo! Nell’Urbe! Che speranze, che avvenire! Non erano dun- militare nei capitoli, del citato libro, rispettivamente intitolati que sogni, quella folla d’idee, di vaticini, che aveva fantasticato ‘Nello Stato romano ed arrivo in Roma’, “Proclamazione della nella mia mente dell’infanzia, nella mia immaginazione di di- repubblica e marcia su Roma” e ‘Difesa di Roma’. Entrati negli ciotto anni, quando per la prima volta, vagai tra le macerie dei su- Stati pontifìci, il Generale nizzardo e i suoi soldati passano, prima, perbi monumenti della Città eterna; quelle speranze di per Ravenna, soggiornano “in varie città della Romagna, ben ac- risorgimento patrio, che mi fecero palpitare nel folto delle foreste colti dal popolo e mantenuti dai municipi”(3), approdano a Ce- americane e nelle tempeste degli oceani, che mi guidarono al sena e, in seguito, raggiungono Fermo, Macerata e Rieti. “Eletto compimento de’ miei doveri, verso i popoli oppressi, sof- dai maceratesi a deputato – è sempre Garibaldi che parla -, fui frenti!”(7). Nel frattempo, per effetto dello sbarco delle truppe chiamato a Roma per far parte dell’assemblea costituente, ed il francesi a Civitavecchia, iniziò ciò che Garibaldi stesso chiamò, dì otto febbraio 1849, ebbi la fortuna, uno dei primi, alle 11 della in un capitolo delle ‘Memorie’, “Difesa di Roma”. La descrizione, sera di proclamare con la quasi unanimità quella Repubblica di sì precisa e minuziosa, del Generale così suonava:”Chi conosce gloriosa memoria, e che sì presto doveva esser schiacciata dal ge- Roma e le sue diciotto miglia di mura, sa molto bene esser im- suitismo collegato come sempre all’autocrazia europea”(4). Ora, possibile difenderla con poche forze, contro un esercito superiore se è vero, com’è vero, che Mazzini nell’approssimarsi a Roma in numero ed in ogni specie di materiale di guerra, com’erano i ebbe accenti di commossa ammirazione per la Città Eterna, è al- francesi nel 1849”(8). Ciononostante, ha ragione lo storico Otta- trettanto certo che anche Garibaldi non fu da meno nel tessere le vio Barié quando sottolinea che “ben maggiore fermezza, energia lodi della Capitale del mondo allorché gli si presentò l’occasione e spirito di sacrificio mostrò la democrazia italiana nella difesa di arrivarvi e di partecipare ai lavori, com’egli scrisse, “nell’aula della Repubblica Romana. Si può a buon diritto parlare di demo- stessa ove si adunavano i vecchi tribuni della Roma dei crazia ‘italiana’ perché nella città per il suo immenso significato Grandi”(5). Ed ecco le mirabili espressioni del Genovese:”Roma storico, morale e nazionale confluirono patrioti di tutte le regioni era il sogno de’ miei giovani anni, l’idea-madre nel concetto della della penisola”(9). Il giudizio del Barié è esatto poiché “que- mia mente, la religione dell’anima; e v’entrai, la sera, a piedi, sui st’episodio ha un’importanza eccezionale nella storia del Risor- primi del marzo, trepido e quasi adorando” “Per me Roma era – gimento. Esso segna infatti il trionfo completo delle idee ed è tuttavia malgrado le vergogne dell’oggi – il Tempio del- mazziniane (non a caso Mazzini fu a Roma l’animatore massimo l’umanità; da Roma uscirà quando che sia la trasformazione reli- della repubblica e della successiva resistenza militare contro i giosa che darà, per la terza volta, unità morale all’Europa.(…) E Francesi, fino a instaurarvi una sorta di dittatura) alle quali si col- nondimeno trasalii, varcando Porta del Popolo d’una scossa quasi lega, con particolare accentuazione anticlericale, Giuseppe Gari- elettrica, d’un getto di nuova vita. Io non vedrò più Roma, ma la baldi”(10). A questo punto, gli avvenimenti e le operazioni

58 militari diventarono laboriosi e convulsi con scontri, fra i con- Mameli, Dandolo, Manara ed altri si coprirono di gloria, ma la tendenti, a Palestrina e a Velletri durante i quali la vittoria arrise superiorità, in mezzi e uomini, dell’esercito d’oltralpe era troppo ai garibaldini e, come osservò, il Generale, “in ambi la legione si evidente mentre le sorti della Repubblica Romana si avviavano coprì di gloria”(11). Intanto, Garibaldi, a seguito dei menzionati verso la fine. Proprio in tale frangente, il Commissario straordi- eventi, ricevette l’ordine, son sue parole, “d’invadere lo stato na- nario facente funzione di Preside, Pietro Sterbini, con un Mani- poletano, per la via d’Anagni, Frosinone, Ceprano, e Rocca festo intitolato ‘REPUBBLICA ROMANA, Notizie di Roma’, d’Arce”(12). Il 18 aprile 1849, il Governatore di Anagni, Marti- datato Frosinone 6 giugno 1849, incitò i comuni ad inviare, nel nelli, con dispaccio n. 244, informò il Preside della Provincia di territorio del Lazio, giovani in difesa delle libertà repubblicane. Frosinone dell’arrivo in città di un gruppo di 50 uomini della Le- Dopo aver esaltato il “valore delle truppe e dell’invitto Garibaldi” gione Garibaldi, formata da 1500 uomini, mentre nello stesso e dopo aver biasimato la Repubblica francese rea di aver attac- giorno, sempre il Governatore anagnino, con un altro dispaccio, cato un’altra Repubblica, quella Romana, il Commissario invitò, n. 3244, diretto a Garibaldi, consigliò quest’ultimo di distribuire innanzitutto, i comuni ad indirizzare “all’istante a Frosinone l’alloggio della Legione fra i comuni della medesima Anagni, di quella gioventù che vuole difendere i proprii paesi e la libertà”, e, Ferentino, di Tecchiena, di Alatri e di Frosinone. In conseguenza in secondo luogo, condannò “quel branco d’invasori, rapaci e cru- di ciò, l’Eroe dei due mondi, il 28 maggio giunse a Frosinone ac- deli che c’invia il distruttore di Napoli, delle Calabrie, e di Pa- colto con entusiasmo e con acclamazioni. Il giorno successivo, il lermo”. Di Pietro Sterbini, nato a Sgurgola(Frosinone) il 25 Generale inviò subito il Colonnello Manara ad occupare Rocca gennaio 1793, dottore in medicina, parla in una celebre novella – d’Arce, presidiata dal comandante borbonico Viale il quale si ri- intitolata ‘Musica vecchia’, in ‘Novelle per un anno, ‘Dal naso al tirò, immediatamente, a San Germano, l’odierna Cassino. A que- cielo’(Oscar Mondadori, Milano, 1971) – Luigi Pirandello. Se- sto punto, mentre le operazioni militari dei garibaldini condo il drammaturgo, il giovane musicista Icilio Saporini, procedevano con successo, un ordine dei Triumviri richiamò Ga- avrebbe musicato un Inno con versi di Pietro Sterbini “valente me- ribaldi a Roma, “minacciata – a detta del Nizzardo – nuovamente dico, valente poeta”, a detta dell’autore di ‘Enrico IV; “quello – dai francesi”(13). Il Generale ci rimase male convinto – e il di- aggiunge l’Agrigentino – della famosa congiura contro Pellegrino sappunto è registrato nelle più volte menzionate ‘Memorie’ – che Rossi”. Così continua Pirandello:”Sì, perché Pietro per la famosa doveva essere lasciato libero di “invadere il regno napoletano, il ricorrenza del 21 aprile 1846, Natale di Roma, dovendosi tenere cui esercito sconfitto trovavasi nell’impossibilità di rifarsi e le di una gran festa alle Terme di Tito, su all’Esquilino, per inneggiare cui popolazioni ci aspettavano a braccia aperte”(14). Ancora una al divino Pio IX, esaltato allora come secondo fondatore del- volta, Garibaldi ubbidì e il 31 maggio rientrò a Roma accolto l’eterna città, Pietro valente medico, valente poeta, aveva compo- trionfalmente dalla popolazione, ma prima di avviarsi verso sto un bellissimo inno, breve, di due strofette con un ritornello”. Lo l’Urbe, egli, in data 28 maggio 1849, da Frosinone, inviò un Pro- scrittore siciliano, ci ha conservato, nella menzionata novella, clama diretto ‘AI FRATELLI NAPOLETANI, I SOLDATI anche i 6 versi che così suonano:” Eri caduta; lévati, / Madre di DELLA REPUBBLICA ROMANA’. Proclama nel quale si legge, tanti eroi…/ Tu vivi in Campidoglio, / Tu sei regina ancor…/ A te tra l’altro.”Napoletani, Figli d’Italia! Popoli traditi! Noi siamo lo scettro, il soglio,/ A te l’eterno allor…”. Probabilmente, il nar- con voi , noi che vincemmo il vostro tiranno a Palestrina e a Vel- ratore aveva avuto contezza di un personaggio così importante, letri: il vostro tiranno che prima di fuggire vi trascinò col suo come Pietro Sterbini, perché dal 18 luglio 1904 era stato commis- esempio, e spense in voi ogni scintilla di coraggio. Se oggi non so- sario, in un Liceo, durante gli esami di stato, nella cittadina di Ala- migliate a quei napoletani che un giorno vinsero con santo valore tri, poco distante da Sgurgola e da altre cittadine limitrofe dove il lo straniero a Velletri, non è vostra la colpa, ma di quella tirannide futuro esponente della Repubblica Romana aveva lavorato come che vi conduceva a combattere contro i fratelli; e voi pure sarete medico. Il 13 ottobre dello stesso anno, lo scrittore tornerà ad Ala- degni del nome italiano quando pugnerete animati del santo tri, per la seconda sessione d’esami, e nei ‘Foglietti inediti’, pub- amore di libertà e d’indipendenza”. Il Proclama è lungo ed arti- blicati da Corrado Alvaro, egli registrò anche le somme percepite. colato, ma la sua conclusione è la seguente:”Fratelli! Imitate Lire 350, nella sessione estiva, e Lire 244,50, nella sessione au- l’esempio di Roma e di Venezia. Fratelli! Sorgete e al solo grido tunnale. Ma, come abbiamo osservato, il destino della Repubblica di libertà uscito dai vostri petti fuggiranno i tiranni e gl’infami Romana era segnato: il 30 giugno il Triumvirato si sciolse, il 2 lu- servi dei tiranni”. Frattanto, continuava la difesa di Roma non glio la città s’arrese e il 3 dello stesso mese i primi soldati di Ou- senza grandi difficoltà militari e logistiche da parte dei Triumviri dinot entrarono a Roma. Mazzini partì per Marsiglia, mentre e delle milizie provenienti da ogni parte d’Italia; prova ne è che Garibaldi, sempre il 2 luglio, si accomiatò dalla Città Eterna con Mazzini, ‘primus inter pares’ del governo repubblicano, offrì a tali significative parole:”Io esco da Roma per continuare la guerra Garibaldi, parole di quest’ultimo, “il posto di generale in allo straniero, chi vuol farlo mi segua”. Quattromila volontari ri- capo”(15). Porta San Pancrazio e il Casino dei Quattro Venti sposero all’appello anche, se poi, essi si ridussero a duemilacin- erano i punti più esposti e, ad onta della superiorità numerica dei quecento. Dopo una pericolosissima fuga e tante peripezie – non francesi, sempre a detta di Garibaldi, “quel combattimento del 3 esclusa la morte di Anita – il Generale raggiunse Chiavari dove lo giugno 1849 – uno dei più gloriosi per le armi italiane, durò dal- colse l’arresto da parte del Governo piemontese che lo relegò nel- l’aurora alle prime ore della notte”(16). Masina, Daverio, Peralta, l’isola La Maddalena. Era il 25 settembre 1849.

NOTE 1) Il Risorgimento Italiano, Mondadori Editore, Verona, 1966, p. 112 - 2) Memorie, Biblioteca Universale Rizzoli, 1982 - 3) Ivi, p. 158 - 4) Ivi, pp. 162-63 5) Ivi, cit., p. 163 - 6) In ‘Giuseppe Mazzini’, Adelphi, Milano, 1972, pp. 239-40 - 7) Mem., cit., p. 163 - 8) Ivi, cit., p. 171 - 9) Storia contemporanea, III, Soc. Ed. Dante Alighieri, Roma-Milano-Napoli-Città di Castello, 1976, p. 144 - 10) In ‘Roma Capitale d’Italia’, Nel Primo Centenario, Mondadori, Verona, 1971, p. 81 11) Mem., cit., p. 167 - 12) Ivi, cit., p. 170 - 13) Ivi, cit., p. 170 - 14) Ivi, cit., p. 171 - 15) Ivi, cit. p. 172 - 16) Ivi, cit., pp. 173-74

59 Service quarta ed ultima parte L’Ariel di Scappaticci Tommaso e C. Sas

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di Simone Sergio

embra non finire mai la serie di sconfitte in campionato della Biosì Indexa Sora. Con la battuta d’arresto contro la SRevivre Milano, le giornate senza successi diventano 9 e la classifica rimane deficitaria. Poco hanno potuto i ragazzi di mister Barbiero contro i lombardi, trascinati ancora una volta dall’MVP Abdel-Aziz Nimir, come al solito devastante in attacco (21 punti) e al servizio (6 ace). Pronti e via e sono i padroni di casa a dettare legge ma Sora appare in partita e si assiste ad una frazione equi- librata fino alla maledetta quota 20. I bianconeri si fermano, i lom- bardi no e il parziale si chiude 25-21. Nel secondo set l’opposto grazie al turno di servizio di Rasmus Nielsen Breuning che piazza olandese dei meneghini sale in cattedra picchiando sia al servizio ben 3 ace e ribalta completamente l’andamento della gara. Ca- che in contrattacco e il gap tra le due squadre si fa importante. stellana Grotte, pur stordita dalla veemenza ospite, riprende a gio- Mattei e compagni reagiscono, rosicchiando qualche punticino care e vende cara la pelle fino ai vantaggi che sono appannaggio ma Milano accelera ancora una volta e si arriva al 25-19. La mu- degli ospiti per 26-28. I padroni di casa sono nuovamente prota- sica si ripete anche nel parziale successivo e la contesa si chiude gonisti nel quarto set, dimostrano di avere quel qualcosa in più che definitivamente sul 25-20. Nel successivo match casalingo con- li conduce ben presto al 25-18 e rimanda il verdetto sul match al tro Piacenza, la Biosì Indexa Sora, pur giocando un buon match, tie-break. Dopo l’ennesimo inizio ottimo dei castellanesi, i lirensi non riesce ancora ad ottenere la prima vittoria e rimedia una scon- si rifanno subito sotto e al cambio obbligatorio di campo sono nuo- fitta per 1-3. Ottimo inizio di gara per gli emiliani che partono vamente avanti. Il match si fa teso, le compagini buttano il cuore forte e si ritagliano immediatamente un buon vantaggio. I ragazzi oltre l’ostacolo per cercare di prevalere. Sono necessari i vantaggi di patron Giannetti appaiono timidi e, pur provando a rifarsi sotto, per determinare un vincitore e l’errore di Djalma Moreira regala ai lasciano il set agli emiliani che chiudono sul 17-25. Dal secondo bianconeri il primo successo in questa Superlega. Anticipo infra- parziale si vedono cose migliori. Rosso e compagni giocano so- settimanale al palasport di Frosinone contro la corazzata Diatec stanzialmente alla pari e punto a punto per tutto il tempo, ma an- Trentino che si presenta in Ciociaria in un ottimo momento di cora una volta si perdono nel momento clou e consegnano ai Lupi forma. La compagine guidata da mr. Lorenzetti prosegue nel suo il 21-25. Piacenza è intenzionata a chiudere rapidamente la con- buon momento e porta a casa i 3 punti con il risultato di 1-3. Ko- tesa, ma nonostante un allungo nelle fasi centrali, Sora riesce fi- vacevic guida i suoi con un inizio arrembante, Sora prova ad ar- nalmente a tirare fuori qualcosa in più recuperando prima lo ginare gli ospiti ma le difficoltà in ricezione e la buona continuità svantaggio e, grazie ad una eccellente performance a muro (6 su degli attaccanti trentini conducono rapidamente al 13-25. L’avvio 12 totali solo in questo set), riesce a portarsi avanti, raggiungendo di seconda frazione è ancor più difficile rispetto alla precedente con le unghie e con i denti il 25-23 che riapre la partita. Un inizio ma pian piano i ragazzi di Barbiero trovano continuità nel cambio fulmineo dei padroni di casa nel quarto parziale è prontamente palla. I bianconeri recuperano qualche punto ma non sono mai in annullato dalla simmetrica risposta degli ospiti ma Petkovic e soci grado di avvicinarsi concretamente a Giannelli e compagni che sono in partita e sembrano avere tutte le carte in regola per por- volano verso il 19-25. La scossa arriva nel terzo set. Il protagoni- tare il match al tie-break, grazie al buon margine accumulato nel sta è l’MVP di giornata Marrazzo, subentrato ad uno spento Se- corso del parziale. Piacenza non si fa pregare e, trascinata dal- ganov, che con una prestazione eccellente in tutti i fondamentali l’ineccepibile distribuzione di un Baranowicz in grande spolvero, consente ai volsci di prendere il largo. Lorenzetti prova a mischiare riporta l’inerzia del match dalla propria parte e la storia si chiude le carte, ma Sora vince con pieno merito per 25-18. L’asticella del sul 23-25. Il match delle ultime due della classe contro BCC Ca- match torna a pendere in favore degli ospiti nel quarto parziale che stellana Grotte è la grande occasione per centrare finalmente termina sul 22-25. Pochi giorni prima dell’ultimo match del gi- l’agognata prima vittoria. Sul campo del PalaFlorio di Bari, al- rone d’andata arriva la notizia tanto attesa da tutto l’ambiente so- l’undicesimo tentativo, i bianconeri riescono a centrare l’obiet- rano ovvero il ritorno definitivo al PalaGlobo Luca Polsinelli a tivo e dopo oltre due ore di battaglia conclusasi solo al tie-break, partire dalla prima di ritorno. La Lega ha preso atto dell’omolo- cancellano lo zero dalla casella dei successi. Le compagini scen- gazione della struttura da parte del Sindaco di Sora. La Tonno Cal- dono in campo agguerrite e il primo parziale viaggia sui binari lipo Calabria Vibo Valentia è l’ultimo avversario da affrontare dell’equilibrio fino al 16-16. I bianconeri piazzano un break pron- prima del giro di boa. Prosegue la tradizione positiva, dopo le epi- tamente annullato e ribaltato dai padroni di casa. Le difficoltà in che battaglie dell’anno della promozione in Superlega, perché ricezione si ripercuotono in fase di costruzione e attacco ed il Rosso e compagni portano a casa il successo pieno per 0-3. Match primo set prende la strada dei padroni di casa che vincono per 25- a senso unico coi bianconeri, trascinati dal solito Petkovic MVP di 21. Nella seconda frazione Sora prende subito in mano il pallino giornata, e parziali che recitano 21-25, 19-25 e 20-25. Due vitto- del gioco, si ritaglia un margine che mantiene praticamente inva- rie e undici sconfitte per un totale di 6 punti sono il bottino finora riato sino alla fine e si torna in parità sul 22-25. I gialloblu pugliesi raccolto, ma le ultime prestazioni mostrano una squadra in netta giocano in maniera arrembante l’inizio della terza frazione e ac- crescita che finalmente ha iniziato a giocare anche dopo il 20° cumulano un buon margine ma Rosso e compagni mostrano punto. Tanti segnali positivi che lasciano ben sperare per il fu- grande carattere rosicchiando punti pian piano. La svolta arriva turo!...

61 IL FROSINONE PROSEGUE LA falsi delle due più dirette inseguitrici, Bari e RINCORSA AL PALERMO, Parma che le tengono distanziate dai ciociari di tre preziose lunghezze. Il Frosinone avrebbe CHE SI LAUREA CAMPIONE D’INVERNO potuto portare a casa un risultato più rotondo se la sfortuna o l’imprecisione dei suoi attac- L’ultima di andata consegna la vittoria canti non avessero fatto il resto. Comunque una alla squadra giallazzurra valido approccio da parte di tutta la squadra per una partita decisiva per l’andamento del girone di Massimo Sergio - fotoservizio di Federico e Tonino Casinelli di andata, che era iniziato in quel di Vercelli a passo di marcia per essere interrotti soltanto dal Perugia e dal Novara, per poi riprendere a fasi iamo giunti al giro di boa, ed il campionato della serie alterne un passo comunque proficuo inanellando una serie cadetta ha portato a compimento il girone di andata. di partite ben preparate e che non l’ha più vista soccom- SIl Palermo, già di due punti avanti alla squadra cara bere, dalla nona giornata (Frosinone/Palermo = 0-0) sino al patron Maurizio Stirpe, battendo per 3-0 la Salernitana all’ultima del 28 dicembre dell’anno scorso, la ventunesima allo Barbèra si è aggiudicata la palma di campione d’in- (Foggia/Frosinone = 1-2), per un totale di positività pari a verno, che come dicono le statistiche offrirebbe buone chan- ben 13 partite giocate. Che non è un ruolino di marcia da ces a chi la conquista di essere primo anche al termine del poco tenendo conto della validità delle altre contendenti. campionato in maggio per la salita alla massima serie. Il Bisogna rimarcare a questo proposito che il Frosinone è Frosinone allo stadio Zaccheria di Foggia ha portato a casa i tre punti contro i satanelli rossoneri, pur giocando bene nel primo tempo ma meglio ancora nel secondo. Infatti la squadra pugliese al termine del primo tempo era in vantag- gio, al primo e forse unico vero affondo, di un gol siglato da Beretta, con la difesa che è rimasta a guardare. Mentre nel secondo si è visto il vero Frosinone, gagliardo e cinico, che con due magistrali gol di , uno di testa e l’al- tro di sinistro, ha ribaltato il risultato portandosi sul defini- tivo 2 a 1. E’ stata una partita scorbutica e frammentata da singoli episodi che hanno portato alle rispettive segnature. Il portiere Bardi negli ultimi minuti della partita ha com- piuto un vero prodigio sventando un gol già fatto del Fog- gia e salvando il risultato finale. L’importante era uscire indenni, ma vincitori per poter approfittare dei mezzi passi

62 stato capace di superarle tutte nell’anno appena trascorso e di essere additata come la migliore formazione imbattuta per un periodo di tempo appena raccontato. Tanto da far dire a qualche incauto o ri- danciano critico spor- tivo essere la squadra giallazzurra la Juven- tus della serie cadetta; ma queste afferma- fuori casa. Per quanto concerne i goals zioni sono soltanto sono stati 37 quelli fatti e 27 quelli subìti; delle boutades che la- con marcatori il Daniel sciano il tempo che Ciofani con 10 reti, con 8, trovano. Certo è che il con 4, Frosinone è una squa- con 3. Seguono , Matteo dra forte e capace di Ciofani e tutti e tre con 2 reti, sovvertire anche in- mentre Paganini, Terranova, Sammarco, fauste giornate di gio- Maiello e Beghetto sono fermi con una catori e di arbitri, che troppo spesso non si mostrano molto rete, a completare il quadro dei gol fatti. teneri con la compagine ciociara in campo. Ora il campionato si prenderà una benefica pausa, che con- sentirà al team frusinate di caricare le proprie batterie e di ritornare a sorridere con il ritorno all’attività agonistica degli infortunati di turno (Paganini, Frara e Sammarco). Forse il mercato di gennaio vedrà anche il Frosinone impe- gnato nell’acquisire tra le sue fila qualche forza fresca da in- nestare a centrocampo, che si mostra per il momento un po’ carente rispetto agli altri reparti. Un tale intento è stato esternato qualche settimana fa da Maurizio Stirpe ai mi- crofoni di Radio Day e ribadito sulle colonne dei quotidiani locali. I giocatori attualmente in attività sono coscienti della loro professionalità e del loro valore atletico per il prosie- guo della scalata a quello che ci si è prefissi, e cioè il ri- torno in , ma del quale scaramanticamente viene vociferato poco e soltanto in sordina. Il Frosinone è forte e deve continuare a dimostrarlo partita dopo partita, già fra una quindicina di giorni allorquando il girone di ritorno vedrà nella prima partita in cartellone la Pro-Vercelli, già battuta all’andata col classico punteggio all’inglese e cioè per 2 a 0. Riepilogando la marcia di andata, il Frosinone ha giocato 21 partite, vincendone 6 in casa (tenendo conto che due di esse sono state giocate sul campo neutrale ma amico del Partenio di Avellino, a causa dell’indisponibilità sia del Matusa che del nuovo ) e 3 fuori per un totale di 9; le uniche 2 partite perse sono state quelle fuori casa, giocate a Perugia (solo la sfortuna ci ha privato d’un sacrosanto pareggio se non della vittoria) ed a Novara (ove v’è stata una presenza evanescente di tutta la squadra); men- tre le partite pareggiate sono state 10 in totale, di cui ben 6

63 BPCLetteratura VIRTUS CASSINO

di Donatella Formisano

La Banca Popolare del Cassinate è assolutamente virtuosa e non conosce sconfitte. Cassino sugli scudi per una clamorosa rimonta in classifica.

a BPC Virtus Cassino sa solo vincere ed inanella una serie di vittorie consecutive da urlo. Sono otto le par- Ltite che hanno visto vittoriosi gli uomini di coach Luca Vettese. Cassino mai, in quattro anni di , aveva cono- sciuto una serie di sorrisi di questa lunghezza. La compagine cassinate dal terzultimo posto che occupava dopo la sconfitta tino non indifferente di 10 punti in classifica. Due formazioni con Barcellona si ritrova adesso a sole quattro lunghezze dal dunque appaiate a quota 10 punti. duo capolista Barcellona Palestrina. La pratica per i cassinati però non è stata affatto semplice da Ma in casa BPC aumenta e monta il rammarico per la scon- archiviare. Gli uomini viaggianti in maglia bianco blù soste- fitta patita il 1 novembre scorso sul parquet del Pala Virtus nuti da un appassionato pubblico al seguito hanno reso più che proprio contro Barcellona, al difficile la vita a Carrizo termine di una gara stregata e compagni. “Sì, è proprio così, quello Questi ultimi però prima scellerato quarto ci ha impe- del match avevano potuto dito e ci impedirà, di fatto, di festeggiare una prima partecipare alle Final Eight buona notizia. Infatti in di (che si dispu- panchina per i benedettini teranno a Jesi nel prossimo si accomodava dopo oltre mese di marzo, ndr). Adesso due mesi di assenza e per con due punti in più la prima volta in questo avremmo potuto celebrare e campionato il pivot tito- certificare la partecipazione lare di Vettese, Simone alla manifestazione del pros- Bagnoli. Il forte giocatore simo mese di marzo, ma la rossoblù riassaporava in storia è questa e non si può tal modo, come scritto, cambiare” commenta il Di- dopo quell’incubo ini- rettore Sportivo della BPC ziato il 15 settembre, Virtus Cassino, il dottor Leonardo Manzari, al termine del- l’odore del parquet ed il sapore di un evento agonistico, lui l’ultima gara vittoriosa in ordine temporale, ottenuta sul par- che è veterano di mille battaglie. C’è da dire che il coach della quet di Isernia. BPC, Luca Vettese, non lo chiamerà mai in causa nel corso 25 novembre 2017: il derby del sud Lazio e della BPC. della tenzone ma il rivederlo in campo al momento della pre- Scauri è sconfitta 85-77 al Pala Virtus di Cassino. E che sentazione è stato accolto dal pubblico della Città martire con Carrizo….. un grande e lungo applauso quasi liberatorio. La Banca Popolare del Cassinate Virtus Cassino continua la 2 dicembre 2017: Al PalaVirtus la “manita” è servita: Cas- sua corsa, sconfigge la combattiva formazione del litorale sud sino supera anche Costa D’Orlando per 110-83. pontino, il Basket Scauri e inanella la quarta vittoria conse- Quinta vittoria consecutiva doveva essere, e quinta vittoria cutiva in questo Campionato nazionale di Serie B, girone D, consecutiva è stata per gli uomini di coach Vettese, che grazie edizione 2017-18 in occasione della decima giornata della re- ad una sublime prestazione offensiva, con ben 110 punti rea- gular season, girone di andata. lizzati, incominciano nel migliore dei modi una “lunga” setti- Alla vigilia però molti addetti ai lavori avevano fotografato mana, che vedrà in campo i lupi rossoblù impegnati per altre il match come un derby di alta quota. In effetti alla palla a due volte nell’arco di soli sette giorni. due arrivava due formazioni che possono contare su un bot- Dieci uomini a referto, cinque uomini in doppia cifra e due

64 doppie-doppie. Una serata davvero da incorniciare dunque “Una buona partita, certo potevamo incorrere nel pericolo di per la società della presidentessa Donatella Formisano, che sottovalutare l’impegno, ma non lo abbiamo fatto. Siamo stati conquista così anche un altro piccolo record personale, non bravi a prepararla così come andava fatto e soprattutto a non avendo mai portato a casa i due punti nel terzo campionato incorrere in rischi che altre volte abbiamo corso in modo non nazionale, per ben cinque volte l’una di seguito all’altra. consono a quelle che sono le nostre possibilità e le nostr ca- 6 dicembre 2017: La Virtus Cassino “operaia” va in Pa- pacità” queste le parole al termine del vittorioso incontro con- radiso, suona la sesta ed espugna il parquet della Stella tro Patti del Team Manager della BPC Virtus Cassino, Furio Azzurra Roma. De Monaco. Vero , verissimo. Quale è la vera BPC Virtus Cassino? Quella spumeggiante di E dunque la Banca Popolare del Cassinate inanella il settimo tre giorni orsono che infila nel cane- sigillo consecutivo di questa sta- stro avversario ben 110 punti oppure gione. La settima vittoria consecu- quella di questa sera che si arma di tiva, la terza in questa settimana di clava e spada ed espugna il compli- fuoco per gli uomini di Luca Vettese catissimo puzzle tattico proposto da che raggiungono quota 18 in classi- Germano D’Arcangeli e dai suoi fica e si preparano alla trasferta deli- stellini? cata in terra molisana, dove Poco importa a nostro avviso. Forse domenica prossima affronteranno in questa formazione che veste i co- Isernia. lori rossoblù con la “V” sul petto con- 17 dicembre 2017 : la Virtus Cas- vivono le due anime, quella sino espugna il parquet di Isernia narcisistica e quella, appunto, operaia. per la vittoria consecutiva numero 8 Ma forse a vederla meglio, ed è pro- Una vera e propria battaglia “spor- prio qui la grandezza di questo team tiva”, una gara vissuta sul filo del- allenato da Luca Vettese, la BPC Vir- l’equilibrio per 35 minuti e risolta tus Cassino ha una spiccata capacità solo negli ultimi minuti dalla voglia di adattarsi alle varie situazioni tatti- e dal carattere degli uomini in maglia che che le sfide impongono. Un tes- rossoblù. suto sicuramente da grande squadra che si sta, mano a mano, Una partita difficile da raccontare a chi non era al Palazzetto evidenziando in tutto il suo splendore. dello Sport di Isernia perché il tifoso o l’appassionato assente, Infatti portare a casa il sesto successo consecutivo in questo alla visione del risultato sarebbe portato a pensare ad una fa- girone della Serie B nazionale non è affatto semplice se devi cile affermazione degli uomini di coach Luca Vettese. rimodellare in corsa, complice la malasorte (anche stasera Ed in effetti non è stato affatto così. Le “V” rossoblù hanno uno dei cassinati , Lorenzo Panzini, è rimasto vittima di un in- dovuto patire e sudare le proverbiali sette camicie per venire fortunio, ndr), il tuo tessuto cutaneo e camaleonticamente la a capo di un avversario che al termine del terzo quarto era ad BPC Virtus Cassino, bisogna dirlo, c’è riuscita. un solo possesso, 46-43, dalla Banca Popolare del Cassinate 9 dicembre 2017 : Il settimo sigillo della Virtus Cassino. e che soprattutto si era aggiudicata i primi due quarti della La BPC non sbaglia e supera Patti. gara andando al riposo lungo avanti di 4 lunghezze, 36-32.

65 IL MONDO IN PILLOLE Gli eventi storico-culturali di Alessia Cristofanilli più attesi del 2018

COREA DEL SUD I XXIII Giochi olimpici invernali si svolgeranno nella contea di Pyeongchang, nella Corea del Sud, dal 9 al 25 febbraio 2018. Nella stessa località si terranno anche i XII Giochi paraolimpici invernali. È la seconda Olimpiade ospitata dalla Corea del Sud dopo l’edizione estiva del 1988, disputata nella capitale Seul.

GLI STATI BALTICI Il 2018 segna il centenario della proclamazione di tre stati baltici: Estonia, Lituania e Lettonia. Per festeggiare, si svolgeranno numerosi eventi e celebrazioni durante tutto l’anno: il 2018 sarà quindi il momento perfetto per visitare questi tre paesi.

USA New Orleans è famosa per la sua movida scatenata e, nel 2018, la festa continuerà ben oltre il tradizionale Martedì Grasso: la città festeggerà infatti il suo 300° compleanno in grande stile, con eventi speciali, spettacoli pirotecnici e concerti che si protrarranno dal 9 al 13 febbraio.

AUSTRIA Nel 2018, la capitale austriaca celebrerà il Modernismo di Vienna, segnando 100 anni dalla morte di quattro figure cruciali dell’epoca: Klimt, Wagner, Schiele e Moser. Aspettatevi svariati eventi ed esposizioni sull’impatto che questi artisti ebbero sulla città all’inizio del XIX secolo.

TURCHIA I dervisci rotanti, appartenenti alla Confraternita di Mawlawiyya, si cimentano nell’ipnotica danza della “sema” nello stesso giorno da ben 750 anni per segnare la morte di Rumi, poeta afgano che produsse gran parte delle proprie opere a Iconio. La ricorrenza è celebrata con letture, concerti e spettacoli nei giorni che precedono l’anniversario della sua morte, ma l’attrazione principale è la danza religiosa dei dervisci rotanti il 17 dicembre.

SUDAFRICA Il 18 luglio 2018, Nelson Mandela avrebbe compiuto 100 anni. È stata istituita una commissione governativa per organizzare gli eventi commemorativi, ancora da confermare; potete comunque aspettarvi numerose celebrazioni in sua memoria.

RUSSIA Dal 14 giugno al 15 luglio 2018, la Russia ospiterà l’evento calcistico internazionale più grande del mondo, coinvolgendo 11 città in ogni parte del paese e milioni di tifosi sintonizzati in tutto il mondo per sostenere la propria squadra. Mancherà purtroppo l’Italia!

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