Documento Preliminare Al Piano Strutturale Della Provincia Di Potenza Sezione 2

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Documento Preliminare Al Piano Strutturale Della Provincia Di Potenza Sezione 2 DOCUMENTO PRELIMINARE AL PIANO STRUTTURALE DELLA PROVINCIA DI POTENZA SEZIONE 2: - IL QUADRO CONOSCITIVO: LO STATO DELL’ARTE Sezione2 - Il quadro conoscitivo: lo stato dell’arte 29 La SEZIONE 2 presenta la documentazione di base per la formazione del PSP, assunta attraverso studi ad hoc svolti dall’Unità di Ricerca del DAPIT, individua le procedure di massima ed i tempi per eventuali completamenti alla scala a maggior denominatore (1:100.000 o 50:000), nonché gli approfondimenti da sviluppare a scala più ravvicinata (1:10.000). A questo riguardo, si propone il coinvolgimento degli altri Enti che su queste proposte potranno esprimersi sia in sede di incontri di lavoro che in sede di Conferenza di Pianificazione. Questa sezione è articolata secondo settori di studio disciplinarmente distinguibili, riferiti alle indicazioni di cui all’articolo 13, c2, lett. a) della LR 23/99 e rappresenterà, unita alle maggiori articolazioni previste per la CRS, alla quale deve fare riferimento (cfr. articolo 2 della stessa legge), un primo contributo alla costruzione del quadro dello stato dell’arte sulle conoscenze del territorio provinciale. 1. L’ESAME DEI DOCUMENTI DELLA FASE CONOSCITIVA GIÀ ATTUATA DALL’AMMINISTRAZIONE. LA VERIFICA DELLA ADATTABILITÀ AL SIT E LA INTEGRAZIONE CON DATI A CURA DEL DAPIT. 1.1 Il riordino dei dati cartografici di base Riferimenti metodologici e fonti informative Il lavoro di ricerca relativo all’individuazione ed alla conoscenza della struttura del Sistema Naturalistico Ambientale provinciale ha avuto il suo punto di partenza nell’acquisizione dei dati esistenti in riferimento alle risorse ambientali, alla loro qualità e consistenza, ed alla loro individuazione sul territorio: − geometrici, numerici, disegni, diagrammi, modelli digitali del terreno, immagini fotografiche, fotorilevate; − dati statistici economici e demografici tutti aventi come caratteristica unificante il fattore spaziale, al fine di ottenere una conoscenza integrata e coerente del sistema oggetto di studio. Una parte dello studio del Sistema Naturalistico Ambientale si è avvalso di dati statistici dell’Istat, al fine di indagare, attraverso l’individuazione di variabili socio-economiche significative, la caratterizzazione del sistema insediativo e produttivo in relazione ad usi, potenzialità e rischi. Per quello che riguarda la definizione e l’estensione territoriale del SNA, il sistema dei dati a disposizione, proviene in massima parte da fonti ufficiali della Regione Basilicata, da documenti e carte della Provincia di Potenza e dagli studi prodotti dal DAPIT. 30 Documento Preliminare al P.S.P. di Potenza Il quadro d’insieme è risultato essere composito e complesso, perché disomogeneo dal punto di vista della natura dell’informazione; in alcuni casi di difficile valutazione dal punto di vista dell’attendibilità; non sempre aggiornato e frammentario dal punto di vista della completezza della conoscenza territoriale. Per quanto riguarda l’individuazione delle componenti fisiche del SNA e la loro distribuzione geografica, ci si è trovati di fronte ad un quadro problematico del sistema dei dati di riferimento, perché composto da informazioni di tipo descrittivo, da dati di natura metrica, da cartografie cartacee e da poche cartografie di tipo informatizzato e georeferenziato. Si è pertanto proceduto, attraverso l’acquisizione dell’insieme delle fonti documentarie e delle informazioni disponibili, al loro utilizzo ed elaborazione partendo dalla consultazione, dal confronto critico tra dati cartacei e dati informatizzati e da un controllo a campione attraverso l’uso delle ortofoto. Dati cartografici Da circa dieci anni le leggi urbanistiche regionali iniziano ad introdurre, con diversi livelli di attenzione, il concetto di S.I.T nella disciplina urbanistica (Cipriano, 2002). La stessa legge urbanistica regionale della Basilicata, all’articolo 41, definisce esplicitamente il ruolo del SIT nella pianificazione nel seguente modo: “Il sistema informativo territoriale costituisce il riferimento conoscitivo fondamentale nella definizione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica e di programmazione economico-territoriale […]”. L’Italia è il paese europeo che mostra nel settore dell’informazione geografica, assieme alla Germania e all’Inghilterra, il più forte dinamismo di mercato di Hw e Sw, ma è anche quello, insieme alla Grecia e al Portogallo, dove si notano le maggiori difficoltà nel settore della ricerca e dello sviluppo. Ciò significa che vengono acquistate macchine e programmi senza sapere cosa farsene e senza sviluppare applicativi (Cavalcoli 2002). I liberi professionisti, cioè coloro che “fanno i piani”, si accontentano degli strumenti di mercato più docili, che offrono una buona rappresentazione grafica dei contenuti tradizionali dell’urbanistica: un buon CAD, con una buona interfaccia grafica, dotato, al massimo, di qualche funzione di calcolo (Cavalcoli 2002). Il passaggio dal CAD al GIS Oggi di frequente capita di imbattersi in lavori dove si è utilizzato un software GIS allo stesso modo di un software di grafica vettoriale. L’uso dei sistemi di gestione dell’informazione geografica è spesso ancora visto come una sorta di applicativo da utilizzare quando il piano è già fatto, spesso solo per visualizzarlo sotto una bella veste, stamparlo, appenderlo alle pareti, facendo ingiallire il minuto mosaico di colori a cui corrispondono Sezione2 - Il quadro conoscitivo: lo stato dell’arte 31 diritti, oneri, divieti, vincoli, interi apparati normativi, esplicitati in faldoni di norme depositate negli armadi. In questo caso il GIS è erroneamente visto come uno strumento che è al di fuori del processo di pianificazione, prevedendo l’acquisizione a posteriori dei dati cartacei. In Italia ci troviamo in una fase di transizione dal CAD verso il GIS, che porta ad un mutamento nei metodi di analisi del territorio; questo passaggio non sarà del tutto indolore se non si adotteranno tutte le procedure idonee per l’acquisizione dei dati e per il loro trattamento. Fino a poco tempo fa, la digitalizzazione di dati cartacei in ambiente CAD era fondamentalmente finalizzata ad una veloce produzione di stampe e ad alla possibilità di effettuare rapide modifiche degli elaborati. Questo tipo di approccio finisce per associare alla voce del tematismo solo i retini, mentre i contorni appartengono casualmente ad un layer, senza quasi mai essere composti da polilinee chiuse. Questi sono i tipici problemi che si incontrano quando si migra da un approccio di tipo CAD ad uno di tipo GIS e sono ricorrenti nel periodo di evoluzione delle tecniche e di diffusione del GIS che stiamo attraversando. Le operazioni tipiche da affrontare nel passaggio dal CAD al GIS possono essere schematizzate nelle seguenti quattro attività: − il riordino dei Layers: l’esperienza applicativa, anche nei settori del disegno tecnico e dell’architettura, dimostra come la gestione dei layers nella produzione in CAD sia spesso sottovalutata; va invece sostenuto il concetto che il disegno CAD è una forma di programmazione che deve seguire delle regole rigide di omogeneizzazione nella rappresentazione e nella denominazione dei Layers; − la chiusura delle polilinee e la creazione delle topologie: Il modello vettoriale si basa su un modello di rappresentazione fondato su entità geografiche, dette primitive geometriche, rappresentate graficamente da punti, linee e poligoni. Uno dei principi da seguire in maniera rigorosa se si intende esportare entità geografiche dall’ambiente CAD a quello GIS è quello di disegnare gli oggetti secondo queste primitive. Nella maggior parte dei casi ci si imbatte in contorni individuati dai retini, molte volte esplosi, dovendo, quindi, affrontare noiose e spesso inutili operazioni di correzione, di chiusura di poligoni e di costruzione delle topologie; − la georeferenziazione: per poter utilizzare le tecniche di overlay mapping e di map algebra è necessario collocare i dati, raster e vettoriali, spesso vaganti per lo spazio ed in scale disomogenee, in un sistema di riferimento cartografico secondo delle proiezioni in un sistema di coordinate; 32 Documento Preliminare al P.S.P. di Potenza − il controllo dei dati: quando si parte da una base di dati con notevoli problemi di accuratezza e si affrontano una serie di correzioni spesso in automatico è necessario affrontare una fase di attento controllo dei risultati, incrociando i vari strati informativi ottenuti con documenti rigorosi come le cartografie ufficiali dell’ I.G.M.I e le ortofotocarte dell’AIMA. La gran parte della pubblica amministrazione italiana, dopo essersi dotata di strumenti di base per la costruzione di Sistemi informativi territoriali (HW e SW), anche di grande sofisticazione, si scontra con la trasposizione di un quadro di dati di base largamente incompleto e non sistematico, entro un ambiente che a tale sistematicità non può rinunciare. 1.1.1 Il Sistema dei dati afferenti al Sistema Naturalistico Ambientale La schedatura dei dati L’avvio della fase di analisi e dell’implementazione di un SIT richiede, preliminarmente, una ricognizione dei dati disponibili o eventualmente da reperire. Questa prima fase va affrontata con la consapevolezza che si è ben lontani dall’aver costruito un vero SIT, ma che essa comunque rappresenta un passaggio indispensabile per la sua realizzazione. A tale fine, si sono schedati e riportati in un file di Excel i dati forniti dalla Provincia e quelli presenti presso il DAPIT. Per tutti i dati presenti in formato informatico, presso la nostra sede e dopo la prima
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