DAF DIZIONARIO AUTONOMISTICO FRIULANO Golaine di Studis sul Autonomisim

10 DAF - Dizionario Autonomistico Friulano Golaine di Studis sul Autonomisim © Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean” Vicolo Androne, 7 33033 Codroipo (Ud) Tel e fax: 0432.915186 e-mail: [email protected] www.istitutladinfurlan.it

Con il sostegno della Regione Autonoma GIANFRANCO ELLERO

DIZIONARIO AUTONOMISTICO FRIULANO

2007 ISTITUˆ T LADIN-FURLAN “PRE CHECO PLACEREAN” Il Friuli nella carta disegnata nel 1553 da Giovanni Antonio Vavassori, detto Guadagnino.

Siede la patria mia tra il monte ’l mare Quasi theatro, ch’abbia fatto l’arte, Non la natura, a’ riguardanti appare, E ’l Tagliamento l’interseca et parte: S’apre un bel piano, ove si possa entrare, Tra ’l merigge, et l’occaso, e in questa parte Quanto aperto ne lassa il mar, e ’l monte Chiude Liquenza con perpetuo fonte.

Erasmo di Valvasone Preambul

O soi cunvint che l’autonomisim al vadi nudrît di storie e di culture, no do- me di lenghe, dispès mâl fevelade, ven a stâi di une furlanetât dome sentimen- tâl. S’al è vêr che, come ch’al scrivè Pasolini, “il Friuli è sul punto, ora, di passare dall’essere al dover essere”, bisugne che ju autonomiscj si armin di une ideologjie sigure, fondade sul teren culturâl, parcè che la sielte fra il jessi e il scugnî jessi (vuê al sarès miôr dî il volê jessi) e passe pe cussience e la reson, no dome pal afiet. Bisugne in atris peraulis metisi te cundizion di capî parcè che une viere cjase arcade cun puiûl e je tant plui biele di una cjase inventade cun liniis caprissio- sis, parcè che la prime e à un valôr storic e la seconde dome economic, parcè che la prime e fâs part di une civiltât secolâr e la seconde e je fie dal consumisim. Ogni autonomist degn di chest non al scuen alore imparâ a cjalâ il Friûl cun vôi gnûfs, cirint di capî ben il sens di tantis peraulis (autonomie, patrie, patriar cjât…): al è par chest ch’o vin acetât di publicâ chest dizionari, un contribût dal sigûr no complet, ma une vore util massime pai zovins e, in gjenerâl, par ducj chei ch’a vuelin impegnâsi tes bataiis pe autonomie dal Friûl.

Geremia Gomboso

5 Lettura del cartiglio incluso nella carta del Guadagnino a pag. 4.

Il cartografo non traccia i confini della Patria ma, in basso a sinistra, la descrive come segue:

“La vera descritione Del friu / li & patria con le Citta, terre, Castelli, Ville, mon- / ti, fiume, valle, porti de Mare, campagne e pasi per / liqauli possino gli Oltramontani e Barbari passar / in Italia. La patria antedetta confina da Leuante co[n] / l’istria e lapidia al presente detta Carso, da ponen- /te con il Territorio Treuisa- no, Belunese da Setten- / trione con l’Alpe de Alemagna e, da Meggio gior- / no con la parte dil mare Adria- tico qual e tra il por / to del fiume Timauo, e Liuenza. Il circuito suo sie / miglia. CCL. La Longeza sie mi- glia. Lxii. la sua al / teza sie miglia, Lxyj. Il capo e metropoli del Friu / li e Vdene da gli antiqui nomata foro Iulio per ho / nore di Giulio Cesare suo fabricatore da moder- / ni verame[n]te Vdene, e p[er] esser stata instaurata da gli / Humni populi e Atila suo re. La ditta e nobilissima / e gra[n]de & populosa. Et in meggio di essa siede vno / belissimo Castello fabricato sopra vn Monte fatto / manualme[n]te: & irigata da doi corni mirabilme[n]te / condutti fuora del Fiume Torre. Le terre murat / te sottoposte a Vdene sono q[ues]te. Ciuidal altrime[n]te detta Citta de Austria humetata dal fiume Natiso / ne: porto Gruaro posta sopra il fiume Lemene da / Plinio detto Romatino. Concordia sopra il detto / fiume. Pordeno[n] dal fiu- me Naucello. Sacille, Motta. / & Brugnera dal fiume Liuenza. Polcenigo doue na / sce Liue[n]za. Caneva. Et portia e Cordubato. s. Vito / Valuason, e Spilinbergo posto sopra le ripe del Ta / gliame[n]to. s. Daniel. Giemona. Ven zon e Tolmezo /ale mure delqu[ua]le batte il Tagliame[n]to, Belgrado di- / uiso dal fiume Varano, e Mo[n]tefalco[n]e forteza inespu / gnabile, e similme[n]te Goritia da strabone detta No / reia: e gradisca detta Hemopoli bagnate dal fiume / Lisontio, Aquilegia dal fiume Natissa, e la Tisana / dal fiume Tagliame[n]to, al p[re]sente, sono sottoposte / a ditione Separate Vale. In Vinegia per Giouan- / ni Andrea Valuassore detto Guadagnino. / M.C.LIII”.

Non si tratta di una carta politica: il cartografo, impegnato a pubblicare “La vera descritione del friuli & patria”, disegna e descrive la regione con criterio storico, e non dà rilievo o notizia della sua spartizione fra Austria e Repubblica Veneta: ci dice, in sostanza, il significato territoriale della parola “Friuli” verso la me- tà del Cinquecento. E naturalmente non disegna Palmanova, che sarebbe stata fondata soltanto il 7 otto- bre 1593, nel ventiduesimo anniversario della battaglia di Lepanto. Prefazione

Questo dizionario è stato pensato e realizzato per due scopi complementari: per dare rilievo, in brevi schede, a tutti i fattori unificanti della regione Friuli, ma anche per disegnare la mappa delle diversità interne, prodotte da fattori di lunga durata. Una tentazione costante per l’autonomista militante è, infatti, quella di pec- care di nazionalismo, sia pure in scala ridotta: e come il nazionalista, a difesa e protezione dello Stato nazionale, misconosce, oppure nega le diversità regionali, spingendosi talvolta fino al disprezzo e alla persecuzione (come in Italia durante il fascismo), e talvolta alla “pulizia etnica”, così l’autonomista, per meglio deli- mitare la sua regione, tende a vederla compatta, omogenea e unitaria, ignoran- do spesso o sottovalutando la portata delle singole tessere del mosaico, unitario sì ma non monocromo. Il Friuli è una federazione di subregioni, agevolmente distinguibili anche per ragioni fisiche. Se prendiamo in considerazione la zona montuosa, ad esempio, dobbiamo imparare a distinguere e riconoscere, per i loro specifici caratteri, le Prealpi Carniche, la Carnia, nei suoi quattro “canali”, il Canal del Ferro, la Val Canale, la valle di Resia, l’alta valle del Torre, le valle del Natisone, il Collio; e fra i monti e il mare la zona morenica, l’alta e la bassa pianura a destra e a sini- stra del Tagliamento, le zone lagunari. Se su questo stampo, all’apparenza sol- tanto fisico, sovrapponiamo il disegno di dieci zone climatiche, di quindici aree dialettali, possiamo capire quanto ricca e complessa sia la nostra regione sotto il profilo storico e culturale, oltre che fisico. L’autonomista dovrebbe frequentarle, queste piccole subregioni, con l’animo as- setato di novità dell’esploratore e con l’umiltà di chi sa di non sapere: non si può essere autonomisti nei confronti del Veneto e nazionalisti verso la Carnia, preten- dendo, per esempio, di insegnare ai bambini di Enemonzo il friulano di Udine! Il famoso detto “Furlans fevelait furlan” ha bisogno di una rettifica: “Furlans fevelait il vuestri furlan”! Scrisse, infatti, il grande Pasolini: “Dutis li fevelis furlanis, di cà e di là da l’aga, dai mons e dal plan, a spetin la stessa storia, a spetin che i Furlans a si inecuarzin di lour, e a li onorin coma ch’a son degnis: fevelà Furlan a voul disi fevelà Latin”. 7 Se una regione o una sub-regione è da molti secoli indicata con un nome pro- prio, ciò significa che, per lente sedimentazioni e stratificazioni, ha assunto una identità, che esiste e resiste anche al di sotto di laceranti confini politici o am- ministrativi. Sarebbe un grave errore credere che in Italia esistano soltanto le venti regioni “storiche” riconosciute dalla Costituzione: ognuna di esse, infatti, contiene una o più sub-regioni, che i veri autonomisti devono conoscere e rispettare. La Lo- mellina, la Garfagnana, la Carnia, la Tuscia, il Salento, la Maremma… si distin- guono, nelle regioni amministrative di appartenenza, non soltanto per la natura dei suoli e per i climi, ma almeno per economia e mentalità degli abitanti, se non anche per storia e parlata. I veri autonomisti, scrisse Tessitori a di Caporiacco, non volevano creare, in sede costituzionale fra il 1945 e il 1947, enti territoriali sul calco delle grandi re- gioni storiche, bensì enti dimensionati sulle sub-regioni. Ecco le parole di Tessitori, tratte da “Storia di un’idea. La regione friulana (1945-1947)”: “…noi regionalisti partivamo da due presupposti, che ancor oggi mi sembrano giusti: primo, che si abolissero le province; secondo, che le regioni fossero più vaste delle province ma meno delle regioni così dette storiche. Ci pareva che la storicità di queste fosse un’etichetta superficiale e senza sostanza e che si dovesse aver riguardo più alla comunanza di interessi economici e alle profonde radicate tradizioni anziché a precedenti assetti politici. Ci sembrava anche che le grandi regioni “storiche” pote- vano correre il rischio di lasciarsi attrarre da disegni ambiziosi, quanto meno d’esse- re lente e impacciate nei movimenti; e noi pensavamo a regioni piccole, snelle, con interessi il più possibile omogenei e tradizionali comuni. Invece…”. L’unica regione realizzata con questo criterio in Italia è la Valle d’Aosta, posto che la “communitas vallis” è una regione naturale; e l’unica regione storica e na- turale non realizzata secondo lo stesso criterio è il Friuli, già definito “provincia naturale” da Pacifico Valussi nell’Ottocento. Sarebbe bastato fondere le provin- ce di Udine e Gorizia, completate con il Mandamento di Portogruaro, per otte- nere una regione più vasta di una provincia ma molto più piccola di due colos- si “storici” come il Veneto e la Lombardia. Il Friuli, restituito alla dimensione dell’antica Patria, sarebbe stato una regio- ne piccola e snella, cementata da “interessi il più possibile omogenei e tradizio- nali comuni”: si è proceduto, invece, in senso contrario, facendo crescere il nu- mero delle province creando quella di Pordenone; lasciando la bassa pianura a destra del Tagliamento in provincia di Venezia e, quindi, nel grande Veneto; ag- 8 giungendo al Friuli e i pochi resti della Venezia Giulia! Persino Mussolini, nel 1923, istituendo la Provincia del Friuli, ottenuta per fusione delle province di Udine e Gorizia, unica in Italia a portare il nome di una regione storica, aveva costruito una provincia che vent’anni più tardi sarebbe pia- ciuta, limitatamente all’estensione territoriale, a tutti coloro che dopo la secon- da guerra mondiale proposero la riforma regionalistica. Il DAF è stato scritto anche per dimostrare il grave danno arrecato al Friuli dall’unione con la Venezia Giulia: si tratta di un danno all’immagine, che si tra- sforma in un disturbo di comunicazione e di distorsioni nella mentalità indivi- duale media e collettiva. Non è infatti pensabile che la maggior parte dei cittadini sia portatrice della cultura necessaria per motivare le diversità esistenti fra il Friuli e la Venezia Giu- lia, che per la maggioranza rimangono due entità dai contorni sfumati e confu- si. Il cosiddetto “uomo della strada”, se intervistato, dimostra di sapere a quale Comune appartiene e a quale Provincia, ma non sempre è in grado, soprattutto in Provincia di Gorizia, di dire con sicurezza se sta nel Friuli o nella Venezia Giu- lia. Se messo alle strette, per cavarsi d’impaccio dice di appartenere alla Regione Friuli Venezia Giulia. D’altra parte, neanche i cartografi e i loro editori, come dimostriamo sulle pagine seguenti, sanno distinguere il Friuli dalla Venezia Giulia: facile quindi prevedere le negative ricadute sulla cultura che un tempo si soleva definire “ge- nerale”. Il DAF è, infine, la vetrina dei gruppi che, a vario titolo, si proclamarono au- tonomisti negli ultimi sessant’anni, e un manuale di agevole consultazione e di sintetica informazione sul passato e sul presente della nostra terra.

G.E.

9 Il Friuli nella carta di Abraham Oertel, detto Ortelio, stampata ad Anversa nel 1570.

10 Voci del dizionario Academiuta di lenga furlana Deputazione di Storia patria per il Friuli Alpe Adria dialetto aquila di bessoi Aquileia città romana di là e di ca da l’aghe Aquileia diocesi di là e di ca dal clap Aquileia metropoli diocesi e province Aquileia preromana dipartimento Aquileia stato Dipartimento dell’Adriatico aquileiesi Dipartimento del Tagliamento area culturale o regione di fatto Dipartimento di Passariano Assemblea delle Province friulane divorzio da Trieste Associazione per l’Autonomia Friulana Dizionario Biografico Friulano atlanti linguistici Ducato longobardo austriacante europeista autonomia amministrativa Fieste dal 3 di Avrîl autonomia culturale Forum di Aquileia autonomia regionale friulani Autonomie Furlane friulano a scuola bandiera friulana Friuli amministrativo bovarismo Friuli austriaco bracciale nero Friuli climatico campanilista Friuli della diaspora Carnia “Friuli d’oggi” Carta di Leonacco Friuli fisico cartografia Friuli linguistico casa Friuli: nazione o federazione? Circolo universitario friulano Friuli storico Clape Culturâl Acuilee Friuli veneto ed ex-veneto Comitato dei Sette Saggi “Friuli Universitario” Comitato di iniziativa e di studio Fronte di Azione Friulana Comitato per l’Università friulana giornali Comitato student. per l’Università friulana Glesie furlane comune censuario Governo centrale del Friuli comune denominativo grafia ufficiale comune rustico gruppo giovanile confini “Il Pileo” Consorzio Universitario del Friuli “Int” Contadinanza “Int Furlane” “Corriere del Friuli” “In uaite” defriulanizzazione di Gorizia irredentismo friulano 12 Destra Tagliamento Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean” Istituto tecnico di Udine Regione Giulia Ladini Ricostruzione alla friulana “La Panarie” riviste “La Patrie dal Friûl” Sappada “La Patrie Ladine” separatista Lega Autonomia Friuli Sinistra Tagliamento “Sinistra Universitaria” Liga Veneta Slavia friulana Litorale Adriatico Società Alpina Friulana Made in Friuli Società Filologica Friulana Moviment Autonomistic Popolâr Furlan Stato di Aquileia Movimento Friuli statuto Movimento Popolare Friulano sudditanza culturale Mozione del clero dell’Arcidiocesi di Udine Tocai municipalismo Tre Venezie nomi di aziende e prodotti Trieste paesaggio Triveneto Pal Friûl Udinese Parlamento della Patria Union Furlane dai Universitaris patria unità regionale Piccola Patria Università friulana Premio Epifania Venetia et Histria protestatario Venezia Provincia del Friuli Venezia Giulia Provincia Pordenone-Portogruaro Venezia Giulia IGT qualunquista Venezie radio in friulano vicinia regione vocabolari regione fisica o naturale

Avvertenze Il DAF esprime, nelle sue “voci”, il punto di vista dell’Autore, che ebbe un ruolo non secondario in campo cul- turale, giornalistico e politico: per molti anni fu direttore di “Friuli d’oggi” e del “Corriere del Friuli”, consiglie- re comunale di Udine dal 1970 al 1975, rappresentante dello stesso Comune nel Consorzio universitario, segre- tario della Filologica, direttore di “Sot la Nape”, membro della Deputazione di Storia Patria per il Friuli. Alcune schede risultano in parte ripetitive perché l’Autore, anziché ricorrere a frequenti rinvii, ha preferito alle- viare la fatica del lettore richiamando più volte lo stesso concetto. Le bibliografie e le emerografie per voce possono essere incomplete perché l’Autore le ha compilate utilizzando principalmente libri, saggi e articoli contenuti nella sua biblioteca privata, e in qualche caso si è limitato a sce- gliere i titoli più importanti. 13 Clauzetto, 27 febbraio 1926. Cucina in casa del sig. Durlì. Questa è la prima delle 7156 fotografie scattate da Ugo Pellis nei diciassette anni del suo lavoro di raccoglitore unico dell’ALI, Atlante Linguistico Italiano, oggi conservate dalla Società Filologica Friulana. Fu pubblicata per la prima volta su “Ce fastu?”, n. 8-10 del 1931, e in apertura del volume, di Gianfranco Ellero e Manlio Michelutti, “Ugo Pellis fotografo della pa- rola”, Udine 1994. Gli atlanti linguistici forniscono prove indiscutibili sull’esistenza e sull’estensione territoriale delle regioni storiche ed etniche. L’ALI, realizzato per due terzi da Ugo Pellis, è il più grande monumento eretto ai dia- letti italiani.

14 A Academiuta di lenga furlana di), Ciasarsa, San Zuan, Vilasil, Versuta, numero unico della Società Filologica Friulana, Udine 1995; Gianfranco Ellero, Lingua poesia autono- mia. Il Friuli di Pier Paolo Pasolini, Istitût Ladin- Furlan “Pre Checo Placerean”, 2005.

Alpe Adria

L’autonomista corre il rischio di concen- Cenacolo letterario fondato da Pier Pao- trarsi sulla sua regione e di guardarla come lo Pasolini a Versuta di Casarsa il 18 feb- un’isola, rimanendo sordo e cieco di fron- braio 1945. te ai vincoli che la legano alle regioni vici- Scopo dichiarato della piccola accademia ne, oppure percependo soltanto quelli era quello di rafforzare la lingua friulana, economici, spesso effimeri o provvisori. utilizzando anche le varietà dei margini, In realtà, nessuna regione è un’isola: non attraverso una produzione poetica d’alto lo sono neanche la Sicilia o la Sardegna, livello, al passo con i grandi movimenti isole naturali, dotate di indiscutibili con- letterari del Novecento in Europa. fini, che hanno capitalizzato molteplici Pasolini era convinto, infatti, che attra- influssi perché raggiungibili per mare: è verso la poesia si fortifica la lingua e ben nota la presenza della lingua araba quindi il sentimento autonomistico del nel dialetto e nella toponomastica della popolo: la poesia come strumento politi- Sicilia, ad esempio, e lo stanziamento di co, quindi, non puramente estetico. una minoranza catalana in Sardegna. L’intuizione del grande poeta casarsese Spesso accade che il quadro statale sia il trovò conferma quando lui stesso e tutto meno adatto per scoprire la vera natura, il suo gruppo aderirono alle due istitu- o meglio funzione storica di una certa re- zioni che coltivavano la friulanità in gione, soprattutto se situata ai margini campo linguistico-culturale e politico: la del territorio. Società Filologica Friulana e l’Associazio- Nel caso del Friuli, sarebbe riduttivo am- ne per l’Autonomia Friulana fondata da mettere che abbia avuto relazioni soltanto Tiziano Tessitori il 29 luglio 1945. con il Veneto, ignorando i suoi secolari rapporti con il mondo slavo e tedesco, in Bibliografia: Nico Naldini (a cura di), Pier Paolo particolare con la Carinzia e la Slovenia. Pasolini. L’Academiuta friulana e le sue riviste, Ne- Oggi il Friuli appartiene all’Europa, e ri Pozza, Vicenza 1994; Gianfranco Ellero (a cura l’autonomista dovrebbe evitare di usare 15 Le regioni dell’Alpe Adria, riunite in “comunità di lavoro” dal 20 novembre 1978, sono contenute nel pe- rimetro della Metropoli d’Aquileia nel V secolo dopo Cristo, rappresentato sulla carta da segmenti di ret- ta. Si tratta evidentemente di un “calco” ancora attivo dopo quindici secoli.

le parole “straniero” o “forest” quando ciali (i confini degli stati nazionali) ve- parla di altri europei, soprattutto se resi- diamo riemergere (con diverse funzioni, denti nelle regioni più prossime, che con d’accordo) la filigrana di antiche e non il Friuli convissero in ampi quadri storici arbitrarie aggregazioni. molto prima che fossero fagocitate dagli Il protocollo dell’Alpe Adria fu firmato stati nazionali: basti pensare alla Venetia dai rappresentanti di regioni caratterizza- et Histria di Augusto e al Patriarcato d’A- te da molteplici connessioni storiche, ele- quileia nelle sue varie accezioni. menti di coesione nel campo della cultu- Ma già prima della nascita dell’Europa ra, numerosi legami economici e unita, quando ancora esisteva da Stettino geografici, nell’intento di raggiungere sul Baltico a Trieste sull’Adriatico la “cor- obiettivi comuni, come la creazione di un tina di ferro”, il 20 novembre 1978 a Ve- modello di collaborazione per gli stati di nezia fu firmato il protocollo della Co- appartenenza e anche fra altre istituzioni; munità di lavoro Alpe Adria che, non per realizzazione di progetti comuni nel cam- pura combinazione, ricalca l’ambito ter- po dell’ecologia, della viabilità, eccetera. ritoriale della grande metropoli di Aqui- Le regioni dell’Alpe Adria si impegnaro- leia nel V secolo dopo Cristo! E la ma- no a rafforzare i rapporti di buon vicina- croregione in progetto tende a to e a favorire i rapporti di reciproca co- configurarsi sul calco dell’antica diocesi noscenza fra i loro popoli, e nella ricerca di Aquileia! di nuovi elementi di coesione. Se guardiamo la banconota dell’Europa Per il Friuli-Venezia Giulia firmò il Presi- 16 in controluce, al di là dei segni superfi- dente della Giunta Antonio Comelli. aquila la scritta “Arma della Patria” in lettere ca- pitali”. Quella donna coronata di tre torri non accese la fantasia popolare, che preferì l’aquila, adottata anche da Tiziano Tessi- tori (qui accanto riprodotta) nel 1945 come simbolo della sua Associazione per l’Autonomia Friulana. Da allora, l’aquila bertrandina rimane, per gli autonomisti, la bandiera del Friuli, non solo della Pro- vincia di Udine. “Stemma della Patria del Friuli – scrisse Giandomenico Ciconi – era l’aquila ro- Bibliografia: Giovanni Maria Del Basso, Lo stem- mana d’oro in campo azzurro o veneto, ma della Patria del Friuli, Memorie Storiche Foro- retaggio di Aquileia, e tale è tuttora lo giuliesi, XLVII; Enrico del Torso, Araldica Civica scudo della provincia udinese”. del Friuli, a cura di Giovanni Maria Del Basso, Il nome di Aquileia, che pure ha a che fa- Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone 1978. re con le aquile e con il vento chiamato “aquilone” o “tramontano”, non è latino e non ci ha lasciato in retaggio l’aquila Aquileia città romana come simbolo. In verità l’aquila d’oro in campo azzurro La città di Aquileia, ultima delle colonie è volata da Tolosa ad Aquileia perché era latine a nord del Po, fu fondata nel 181 l’arma nobiliare del patriarca Bertrand de avanti Cristo da Publio Scipione Nasica, Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Gaio Flaminio e Lucio Manlio Acidino. Aquileia dal 1334 al 1350. La deduzione o fondazione fu decisa dal “L’antico stemma e sigillo della Patria del Senato dopo che era stata arginata e re- Friuli – scrive Enrico del Torso – era l’a- spinta oltre le Alpi l’invasione di una nu- quila d’oro in campo azzurro. Nel secolo merosa tribù di Galli, decisa a stanziarsi, XVII si incominciò ad usare l’insegna forse nei pressi di Medea, in un territorio della donna turrita”. sicuramente poco popolato che Tito Li- L’aquila di Bertrando fu quindi assunta vio definisce “carnico”. come bandiera dell’intera Patria, ma poi Dopo la fondazione, mentre verso la cit- rimase soltanto sullo stemma della Pro- tà si stavano allungando le strade da Ra- vincia di Udine, per volare infine sulla venna e da Genova, chiamate Annia e Po- bandiera della Regione Friuli Venezia stumia, il territorio circostante fra Isonzo Giulia, dove possiamo vederla stilizzata e e Tagliameto fu disboscato, drenato con appollaiata di profilo. canali e centuriato, cioè diviso in appez- L’insegna secentesca è così descritta da zamenti serviti da strade interpoderali del Torso: “Scudo sagomato alla donna che venivano date in coltivazione ai colo- posta in piedi vestita di vari colori al na- ni, inizialmente provenienti dall’Irpinia e turale, tenente nella destra una lancia, dal Sannio. nella sinistra un libro aperto, il capo or- Si andava così allargando un tessuto inse- nato da una corona di tre torri, sotto c’è diativo ancor oggi in parte visibile, pun- 17 raggiungeva Pola; la Gemina, diretta ver- so Emona (oggi Lubiana) e la via per il Noricum (oggi Austria), denominata da- gli storici Iulia Augusta. Nel tempo della nascita di Cristo la città, spesso frequentata dall’imperatore Augu- sto e dalla sua famiglia, contava centomi- la abitanti, che parlavano diverse lingue e adoravano molti dèi. Le mura di Aquileia apparivano grandio- se già in lontananza e destavano la mera- viglia dei visitatori. Erano munite di tor- ri, di porte ferrate e difese da fossati, verosimilmente riempiti dall’acqua del Natisone che a est forniva anche l’acqua per il porto, servito da una banchina co- struita con giganteschi blocchi di pietra d’Istria e da vasti magazzini. All’interno delle mura, il foro, il circo, le terme, le botteghe di ambre lavorate, ve- Aquileia: segni della romanità e del cristianesimo. tri e acciai, formavano una città che agli storici antichi appariva splendidissima, sublimis, clara, felix, aggettivi che non teggiato da vici, i paesini o talvolta le vil- hanno bisogno di traduzione. le che portano un nome inconfondibil- La città, sempre più minacciata dalle po- mente latino: Terzo da tertium, la terza polazioni che premevano sul confine del- pietra miliare dalla città; Cervignano da l’impero, si impoverì e decadde lenta- Cervenius, il nome di un colono derivato mente, fino al famoso incendio di Attila alla latina, come Muzzana da Mucius, nel 452 dopo Cristo. Fraforeano da Furfurius, Titiano da Ti- tius, o alla celto-latina, come Chiarisacco da Carisius, Bicinicco da Beccinius, ecce- Aquileia diocesi tera. In tal modo la città stava costruendo il Non sappiamo quando i primi cristiani si suo retroterra, cioè l’agro aquileiese, e di- stanziarono in Aquileia, ma una data è ventava sempre più ricca e colta, per ra- certa: al Concilio di Arles, nell’anno 314, gioni dapprima militari, poi economiche erano presenti “Theodorus episcopus, e commerciali. Agaton diaconus, de Civitate aquileiensi, E quando Roma volle spostare al Danu- provincia Dalmatiae”. bio il confine del suo impero, la città di- È evidente che se, già prima dell’editto di venne una base militare per una politica Milano del 313 sulla libertà religiosa, esi- di espansione e il punto di partenza per le steva un vescovo, assistito da un diacono, strade che si irradiavano vero nord-est, doveva esistere una diocesi, non sappia- 18 come la Flavia, che per Trieste e l’Istria mo quanto estesa. La Metropoli d’Aquileia nel V secolo dopo Cristo comprendeva, da nord, regioni chiamate Raetia II, No- ricum, Pannonia, Savia, Venetia, Histria, corrispondenti oggi alla Baviera, all’Austria, all’Ungheria occi- dentale, alla Slovenia, alla Croazia settentrionale, al Veneto, al Friuli, a metà dell’Istria. Fonte: Gian Carlo Menis, Dimensioni spazio-temporali del Patriarcato di Aquileia, in “pan e vin”, Udine 1971.

Siccome però le circoscrizioni ecclesiasti- Quando Carlo Magno stabilì poi, nel- che venivano (e per quanto possibile ven- l’811, che il corso della Drava doveva se- gono) dimensionate su quelle civili, è gnare il confine fra la diocesi di Aquileia probabile che inizialmente la diocesi e quella di Salisburgo, vediamo ricono- comprendesse i territori dei municipi di sciuta anche in diritto quella che fino al- Aquileia e Cividale. L’antica diocesi con- le soglie dell’età moderna fu la più estesa finava, quindi con quelle di Iulia Con- diocesi d’Europa: “una spettacolare unità cordia, di Iulium Carnicum (Zuglio), di religiosa – la definisce Gian Carlo Menis Emona (Lubiana) e Tergeste (Trieste), – comprendente, oltre al Friuli, il Cado- rette da vescovi inclusi nella metropoli di re, la Carinzia meridionale e la Slovenia, Aquileia. dove vivevano popolazioni parlanti lin- Dopo le vicissitudini del VII secolo, gue latine, tedesche e slave”. che misero a dura prova anche i Lon- Il territorio della diocesi si ridusse nel gobardi già stanziati in Friuli, le dioce- 1463, quando la pieve di San Nicolò di si di Zuglio e Lubiana non sopravvisse- Lubiana fu elevata al rango di diocesi, e ro alla devastazione e i loro territori nel 1751, quando rimase diviso fra Udi- furono di fatto incorporati nella diocesi ne e Gorizia per la bolla Iniuncta nobis di di Aquileia. Benedetto XIV. 19 Aquileia metropoli

In Occidente le circoscrizioni metropoli- tiche si vanno formando, sui calchi del- l’organizzazione amministrativa dell’im- pero, per consolidate tradizioni e spontanee convergenze a partire dalla fi- ne del III secolo: c’erano, in sostanza, gruppi di diocesi e di vescovi che dipen- devano da un vescovo visto come guida. Nell’Italia settentrionale, in particolare dopo la morte di Sant’Ambrogio (397), accanto a quella di Milano venne forman- dosi la metropoli di Aquileia, culla dell’or- todossia e centro missionario. Già verso la fine del V secolo comprendeva non sol- tanto i territori della Venetia et Histria, la regione amministrativa creata da Augusto (se ne parla sotto la voce corrispondente), L’Ipogeo celtico di Cividale, scavato a colpi d’ascia ma anche quelli oltralpini della Raetia II, nel conglomerato della riva destra del Natisone, è del Noricum, della Pannonia I e della Sa- definito da Carlo Guido Mor ambiente “di fattura via (oggi diremmo Baviera, Austria, Un- celtica influenzata da correnti artistiche mediterra- gheria occidentale, Slovenia e Croazia a nee” e collocato fra il 200 e il 100 avanti Cristo. nord del fiume Sava). Un territorio im- menso, che lentamente si restrinse per va- rie cause, e nel secolo XII comprendeva le trovarono un nome già pronto e radicato diocesi suffraganee (dipendenti) di Man- sul territorio dei Carni, come onesta- tova, Como, Trento, Verona Vicenza, Pa- mente scrisse Tito Livio. dova, Treviso, Concordia, Ceneda (Vitto- Tracce celtiche, o preromane, (monete, rio Veneto), Feltre, Belluno, Pola, armi,…) emergono talvolta dagli scavi Parenzo, Pedena, Trieste, Capodistria e quando si scende al di sotto dello strato Cittanova d’Istria. In questa dimensione si latino, e permangono anche nella topo- mantenne fino al 1751, quando fu sop- nomastica, cioè nei nomi di luogo. presso il Patriarcato di Aquileia. Nella regione di Aquileia sono preroma- ni alcuni nomi di acque, a partire dai fiu- mi più importanti: Tagliamento, Isonzo, Aquileia preromana Fella, Livenza, Cosa, Varmo, Timavo, Ausa, e di parecchi monti: Montasio, Il nome della città di Aquileia, assicura- Plauris, Tìnisa, Varmost, Lavardet… e no i linguisti, non è latino, perché la de- non sono latini i macrotoponimi Carnia, sinenza in –eia non appartiene alla lingua Carso, Bressa, Beligna… di Roma. Ciò significa che nel 181 avan- Tracce di celticità si trovano nella desi- ti Cristo, quando venne dedotta o fonda- nenza di numerosi nomi di luogo deriva- 20 ta la colonia latina di Aquileia, i Romani ti alla celtica dal nome del colono latino, come Pagnacco, Remanzacco, Tavagnac- quentia” scrisse che “Aquilegenses crude- co, Urbignacco, Vergnacco, Zegliacco, liter ces fastu eructuant”: come si vede, Cargnacco, Majaso, Lorenzaso, Venda- sono detti aquileiesi tutti coloro che sio, Maniago, Istrago, Usago e ancora eruttano (sic!) “ces fastu” (anche Dante Lucinico, Orcenico, Ciconicco, Pantia- può sbagliare!). E si noti en passant il dis- nicco, Redenzicco, Poincicco… prezzo di quell’eructuant, determinato Preromani sono anche i castellieri, cioè da una lingua che sente lontana ed estra- quegli argini di terra che si trovano nella nea (anche Dante parla di cose che non pianura friulana a Gradisca di Sedeglia- conosce, come molti politici italiani e, no, Savalons, Pozzuolo del Friuli, Rive senza offesa, friulani). d’Arcano e altrove. I castellieri della pia- nura sono molto diversi da quelli in pie- tra eretti a secco sull’altopiano del Carso. area culturale o regione di fatto

Le regioni antiche emergono come fili- Aquileia stato grane da una banconota in controluce e ci appaiono come aree culturali, cioè co- Per le ragioni più volte narrate dagli stori- me entità esistenti di fatto, anche senza il ci del Friuli (Paschini, Leicht, Menis, crisma del riconoscimento statale. Mor…), lo stato patriarcale aquileiese Ma che cosa sono le aree culturali? nacque il 3 d’aprile 1077 perché l’impe- Rispondiamo con le parole del grande ratore, con diploma emesso a Pavia, con- storico francesce Fernand Braudel: “un’a- cesse a Sigeardo, patriarca d’Aquileia, l’in- rea culturale è una massa molto diversa di vestitura feudale sulla contea del Friuli. beni, di tratti culturali, come la forma e il Nacque così uno Stato feudale, governa- materiale delle case, del loro tetto, come to da un eccelsiastico, che disponeva di un certo stile d’impennate la freccia, co- un proprio esercito, batteva moneta, me un dialetto o un gruppo di dialetti, emanava leggi per tutto il territorio, e fe- dei gusti culinari, una tecnica particolare, ce nascere il Parlamento verso il 1231. un modo di credere, un modo di amare Quello Stato, che ricalcava in senso terri- […]. È il raggruppamento regolare, la fre- toriale il ducato longobardo e fu chiama- quenza di di certi tratti, la loro ubiquità to Patria del Friuli, fu utero e culla della in un’area precisa che costituiscono i pri- lingua friulana. mi segni di una coerenza culturale… un’area con il suo centro, il suo nucleo, le sue frontiere, i suoi margini…”. aquileiesi Non c’è dubbio che queste parole siano perfettamente applicabili al Friuli storico. Letteralmente gli abitanti della città di Aquileia. Ma per molti secoli furono chiamati aquilegenses gli abitanti della re- Assemblea delle Province friulane gione che i Longobardi chiamarono Friuli. Nei secoli del basso Medio Evo L’idea dell’assemblea delle province friula- aquileiese significava friulano. Dante Ali- ne nasce nell’ambito di un quadro che, nel ghieri, ad esempio, nel “De vulgari elo- volume di Arnaldo Baracetti intitolato 21 “Sempre per il Friuli e la sua gente. Scrit- Onde Furlane) di spaccatura della Regio- ti e discorsi qui e in Parlamento”, è defi- ne Friuli-Venezia Giulia (in quel tempo nito “Il nuovo autonomismo”, dove per ancora con il trattino), e Baracetti ricor- “nuovo” si intende un impegno politico da di essersi dichiarato contrario all’ini- che, muovendo dall’area moderata del ziativa, ma riprende anche un passo di centro, si estende ai partiti della sinistra una proposta statutaria presentata dai democratica: “nuovo” significa altresì che parlamentari comunisti (Beltrame, Vida- i nuovi autonomisti possono tirare le li, Pajetta e altri) il 10 luglio 1958: somme dopo un sufficiente numero di “La costituenda Regione deve quindi so- anni di convivenza del Friuli con Trieste. stanzialmente dare soddisfazione a due Essi possono guardare, quindi, non ad diversi e non confondibili problemi: for- una regione in progetto o astratta, ma ad nire al Friuli (e con questa dizione inten- una regione in atto, cioè concreta. diamo anche la Provincia di Gorizia) uno Alcune idee nuove, appunto, vennero a strumento atto a stimolare il progresso galla grazie al dibattito avviato e condotto economico, ad avviare a soluzione i suoi dal “Messaggero Veneto” nel 1984, che fu problemi sociali, la sua situazione di zo- aperto da Vittorino Meloni il 13 agosto. na economicamente depressa; e fare sì Il 2 settembre Baracetti, deputato del che Trieste, operando anche con propri PCI, rivolgendosi al Direttore del gior- organi legislativi ed esecutivi, si avvii a ri- nale, scrisse: “Lei ha ricordato, il 13 ago- prendere gradualmente quelle funzioni sto scorso, che nella seconda metà degli di porto del bacino danubiano alle quali anni ’50, ai tempi della formulazione deve la sua passata prosperità…”. dello statuto speciale della nostra Regio- Abbiamo voluto dimostrare con queste ne “voluta e pensata in friulano”, si pro- citazioni che l’idea di due amministrazio- pose che a Trieste fosse concessa un’auto- ni separate, chiamiamole così, non è nuo- nomia particolare, compresa però dentro va, e, nella fase di progettazione dello sta- quella speciale del Friuli-Venezia Giulia. tuto, fu prospettata dai due maggiori Ha ricordato che l’idea fu bandita come partiti; la Democrazia Cristiana, citata da antipartito… Ed era e resta, invece, una Vittorino Meloni, e il Partito Comunista idea saggia”. Italiano (si noti, en passant, che era con- E ancora: “Ha ragione Lei a dire: in Friu- divisa anche dal triestino Vittorio Vidali). li e a Trieste valutiamo autocriticamente Baracetti conclude con la proposta di ri- gli errori che abbiamo fatto. Io credo che nunciare tanto alla spaccatura quanto al- il principale sbaglio compiuto sia stato l’unità regionale così com’è per dar vita a quello di considerare che i problemi di una Regione “una et bina”. Trieste potevano risolversi nel quadro Non meno importante e incisivo fu, l’11 dell’unità regionale con il Friuli, dimen- settembre 1984, l’intervento di Loris ticando che la loro specificità aveva biso- Fortuna, socialista, il quale dopo aver gno invece di specifici strumenti di auto- brillantemente riconosciuto il diritto del governo. Abbiamo così dato, tra l’altro, Friuli a essere riconosciuto come regione un alibi provvidenziale al disimpegno autonoma, e aver succintamente illustra- dello Stato per Trieste”. to le ragioni internazionali che indussero Era allora in atto una richiesta popolare lo Stato a estendere l’autonomia friulana 22 (novantatremila firme raccolte da Radio fino a Trieste, così concluse: “Trieste, con l’appoggio convinto dei friu- alle stampe un numero speciale di “Qua- lani, ottenga una legge speciale nazionale, derni Friuliani”. una autonomia reale, una definizione par- Un ruolo importante ebbero, allora, in ticolare centrata sul porto e sull’emporio. sede politica, anche i Presidenti della Il Friuli con le sue province costituisca una Provincia di Udine, Carlo Melzi prima e entità differenziata con Udine capitale re- Marzio Strassoldo poi, e il Presidente gionale” (il corsivo è nostro). della Provincia di Pordenone Elio De Il progetto dell’assemblea dei consigli Anna, con la loro adesione al progetto. E provinciali di Gorizia, Pordenone e Udi- prima di venire a tempi recenti, vorrem- ne, elaborato poi da Gino di Caporiacco, mo ricordare che l’Assemblea delle Pro- acquistò la forza di una proposta in sede vince friulane fu anche una promessa politica grazie a Mario Lizzero e Arnaldo elettorale del vincitore delle elezioni re- Baracetti il 18 settembre 1987. gionali nel 2003: “Illy: farò subito l’u- Ecco quanto si legge, sotto il titolo “Bara- nione delle Province friulane” (intervista cetti sul Friuli: rimane la proposta di in- al “Messaggero Veneto” del 24 maggio). contri fra i tre consigli provinciali”, sul Non è questa la sede per trattare un ar- Messaggero Veneto del 3 ottobre 1987: gomento che richiederebbe un lungo “Questa proposta che, come è noto, è sta- saggio. Ci limitiamo quindi a ricordare ta assunta ufficialmente dal Comitato re- l’esistenza di un Comitato che funzionò, gionale comunista il 18 settembre scorso, de facto, dal 2000, e intervenne più vol- allontana assolutamente, tra l’altro, ogni te in fase di proposta e di difesa degli in- preoccupazione di egemonia udinese teressi friulani, anche con la raccolta di (perché i consiglieri provinciali udinesi 50.000 firme per chiedere l’Assemblea sono 30, quelli goriziani e pordenonesi delle Province. sono 48) sia di lesione dei poteri ammini- Il “Comitato per l’autonomia e il rilancio strativi autonomi di ogni singola provin- del Friuli” fu poi costituito de iure, ovve- cia poiché questa proposta non prevede ro di diritto, l’8 novembre 2005, da una sorta di super-provincia con relativi Gianfranco D’Aronco, Renzo Pascolat, apparati burocratici e amministrativi”. Lorenzo Pelizzo, Lucio Roncali, Roberto Nuove prospettive furono aperte dalla leg- Dominici, Carlo Del Torre, Vincenzo ge costituzionale n. 2 del 1993, commen- Cisilin, Gino Dorigo, Giovanni Frau, tata da Arnaldo Baracetti e Gino di Capo- Geremia Gomboso, Giorgio Santuz, riacco in una lettera congiuntamente Bruno Tellia, Ubaldo Muzzatti, Filippo firmata sul Messaggero Veneto del 9 gen- Tabacchi, Giovanni Biasatti, Raimondo naio 1999 e intitolata “Valorizzare il Friuli Strassoldo, Filippo Gottardis, Arnaldo e Trieste attuando il federalismo regionale”, Baracetti. e dal decreto legislativo di attuazione della L’Assemblea costituente per l’autonomia stessa legge del 2 gennaio 1997. e il rilancio del Friuli si svolse in Udine, All’interno dei Democratici di Sinistra, nel salone del Parlamento, il 25 novem- evidentemente non compatti di fronte bre 2006. alle proposte di Baracetti, fu costituita Le proposte sono illustrate in cinque re- l’“Associazione per il trasferimento dei lazioni, stampate per la circostanza in poteri agli enti locali e per l’identità del opuscolo e presentate in castello da do- Friuli”, che nell’ottobre del 2000 diede centi dell’Università di Udine. 23 Emerografia dal Messaggero Veneto salvo diversa in- na fede, al di sopra delle divergenze poli- dicazione: Vittorino Meloni, Se Trieste piange il Friuli tiche, e li invita a stringersi compatti per non ride, 13 agosto 1984; Vittorino Meloni, Udine la buona battaglia che è seria, nobile, al- non è Trento e Trieste non è Bolzano, 19 agosto 1984; ta e che deve finire con la vittoria per il Piero Fortuna, Un matrimonio senza amore quello fra migliore avvenire della Patria del Friuli”. Trieste e il Friuli, Il Giornale Nuovo 29 agosto 1984; Arnaldo Baracetti, Dibattito sulla Regione, 2 settembre Bibliografia: Tiziano Tessitori, L’autonomia friu- 1984; Loris Fortuna, Dibattito sulla Regione, 11 set- lana, concetto e motivi, Udine 1945; Tiziano Tessi- tembre 1984; Vittorino Meloni, Quel trattino. Libro tori, Come nacque la regione Friuli-Venezia Giulia: bianco, Supplemento al Messaggero Veneto n. 29 del 7 documenti e note, Udine 1947; Tiziano Tessitori, febbraio 1985; Friuli autonomo: chi è favorevole?, 7 Discorsi parlamentari, Milano 1966; Gino di Ca- agosto 1987; Renzo Pascolat, Perché no, un referendum poriacco, Storia di un’idea. La regione friulana sulla regione Friuli?, 17 agosto 1987; In settembre a Vil- (1945-1947), Plaino di Pagnacco 1978; Gianfran- la Manin. Regione Friuli: uno statuto dal Forum degli co D’Aronco, Friuli regione mai nata, Reana del autonomisti, 19 agosto 1987; Vittorino Meloni, A car- Rojale 1983; AA.VV., La figura e l’opera di Tizia- te scoperte, 23 agosto 1987; Vittorino Meloni, L’idea no Tessitori, a cura di Manlio Michelutti, Udine Friuli, 30 agosto 1987; Elvio Ruffino, Considerazioni 1988; Gianfranco Ellero, L’Associazione per l’Auto- sull’idea Friuli, 3 settembre 1987; Ad Einsiedeln. Friu- nomia Friulana in Tiziano Tessitori, Autonomia li regione da fare, La Vita Cattolica 12 settembre 1987; per il Friuli, 1945-1964, Istitût Ladin-Furlan “Pre Piero Zanfagnini, Udine capoluogo regionale. Trieste con Checo Placerean” 2003. autonomia differenziata, 13 settembre 1987; Una ri- flessione sulla Regione Friuli, Messaggero del Lunedì 21 settembre 1987; AA.VV., Trieste così com’è, Edizioni atlanti linguistici Dedolibri, Trieste 1988; Gino di Caporiacco, Valoriz- zare il Friuli e Trieste attuando il federalismo regionale, 9 La prova più sicura e convincente dell’e- gennaio 1999; Gino di Caporiacco, Gli autonomisti e i sistenza di una regione etnica e della sua Ds tra tesi e spazi vitali, gennaio 2000; Gianfranco El- estensione territoriale è contenuta negli lero, Autonomismo di ieri e di oggi per il Friuli del 2000, atlanti linguistici, realizzati con le parole Quaderni Friulani ottobre 2000; Gino di Caporiacco, dialettali raccolte nelle singole regioni. Assemblea delle Province, inizio del cambiamento, 30 Detto in parole semplici: il raccoglitore gennaio 2001; Arnaldo Baracetti, Sempre per il Friuli e individua un informatore per ogni locali- la sua gente, Arti Grafiche Friulane, Tavagnacco 2003; tà visitata, pone una domanda per con- Francesco Cardella, Biasutti rilancia il modello Trenti- cetto (per esempio: come si dice “fulmi- no-Alto Adige, Il Gazzettino 6 febbraio 2007; Udine e ne” in questo paese?) e scrive le risposte Pordenone più vicine: nasce l’assemblea delle Province, 17 usando un alfabeto molto ricco di sim- marzo 2007; Assemblea delle Province, Gorizia non par- boli per fermare sulla carta anche le mi- teciperà, 18 marzo 2007. nime inflessioni dialettali. Le risposte possono essere semplicemen- te elencate in repertori, oppure stampate Associazione per l’Autonomia Friulana su carte geografiche che le visualizzano nella loro distribuzione territoriale. Il 29 luglio 1945, dall’Osteria “Alla buo- Il Friuli, molto studiato per la singolarità na vite” in Udine, l’avvocato Tiziano Tes- dei suoi dialetti, è ben rappresentato nel- 24 sitori si rivolge “a tutti i friulani di buo- l’ALI, Atlante Linguistico Italiano, colossa- Durante il Congresso di Gradisca d’Isonzo, svoltosi il 26 ottobre 1924, la Società Filologica Friulana prese la storica decisione di gestire l’Atlante Linguistico Italiano progettato da Matteo Bartoli e Giulio Bertoni del- l’Università di Torino, e Ugo Pellis divenne il “raccoglitore unico” di quella straordinaria inchiesta dialettale. le lavoro di raccolta compiuto per due ter- pali biblioteche, a partire da quella del- zi da Ugo Pellis, secondo Presidente della l’Università di Udine, recentemente ri- Società Filologica Friulana, che nel periodo battezzata “Universitât dal Friûl”. 1925-1942 visitò tutte le regioni d’Italia. Il La presente scheda può essere utilmente suo lavoro, concluso dopo la guerra da al- integrata con la lettura di “dialetti” e di tri studiosi, sta ora uscendo in grandi volu- “Friuli linguistico”. mi a cura dell’Università di Torino e dell’I- È interessante notare che Mussolini fi- stituto Poligrafico dello Stato. nanziò l’ALI, Atlante Linguistico Italia- Il Friuli è presente anche nell’AIS, Atlan- no, per ragioni nazionalistiche: avrebbe te Italo-Svizzero, realizzato dai linguisti infatti dimostrato, secondo i fascisti, l’i- Jaberg e Jud in collaborazione con il rac- talianità dell’Istria e di altre zone di re- coglitore Paul Scheuermeier. cente inclusione nel Regno d’Italia. In Ma il Friuli dispone di uno straordinario realtà l’inchiesta dell’ALI avrebbe dimo- atlante, intitolato ASLEF, Atlante Storico strato soltanto la presenza di dialetti neo- Linguistico Etnografico Friulano, realiz- latini, dovunque si trovassero, e senza la zato da Giovan Battista Pellegrini, Gio- pretesa di negare l’eventuale presenza di vanni Frau e altri collaboratori, che as- altri dialetti nelle stesse regioni. semblarono gli esiti delle precedenti Così facendo, per ironia della storia, il indagini e ne compirono di nuove. I sei fascismo finì per erigere il più straordi- volumi sono consultabili nella sede della nario dei monumenti agli odiati dialetti Società Filologica Friulana e nelle princi- italiani. 25 austriacante autonomia amministrativa

Aggettivo politicamente infamante, di Due sono le accezioni politiche della pa- conio e uso risorgimentale, attribuito in rola “autonomia”, traducibile con “auto- Italia a tutti coloro che manifestavano governo sulla base di leggi proprie”: quel- simpatia per l’impero asburgico o, molto la degli stati, che chiameremo assoluta o più semplicemente, che non si ornavano politica, e quella delle regioni e di altri con la retorica bianca rossa e verde. enti territoriali, come le province e i co- Verso la metà degli anni Sessanta del No- muni, che trova la sua ragione di esistere vecento fu rispolverato per bollare a fuoco soltanto in senso relativo, cioè nell’ambi- i nuovi autonomisti del Movimento Friu- to di uno stato. li. Si continuava quindi a ragionare con la Esiste anche l’autonomia degli stati ap- logica risorgimentale, dell’Ottocento e del partenenti a una federazione, che può es- primo Novecento, quando al di là delle sere più estesa di quella delle regioni in- Alpi orientali c’era soltanto l’Austria, ovve- cluse in uno stato, ma non può essere ro l’impero austro-ungarico governato da assoluta, pena la fine della federazione. Franz Joseph, quel Francesco Giuseppe che per dileggio veniva chiamato Cecco Beppe. Ma dopo la prima guerra mondia- autonomia culturale le, che aveva dissolto l’impero, al di là del- le Alpi orientali rimaneva un’Austria esan- Molti credono che la cultura sia soltanto gue, non più legata all’Ungheria, e la quella che si impara a scuola, e non dubi- federazione degli slavi del sud, la Jugosla- tano neanche per un momento che la via. È interessante notare che l’equazione scuola possa essere al servizio del potere, il autonomista = austriacante (e non si capi- quale si propone di creare, proprio attra- sce perché non slovenizzante) poteva esse- verso la scuola, uno dei tratti più vischio- re applicata, per ragioni di contiguità ter- si, e quindi di più lunga durata, della ritoriale, soltanto agli autonomisti friulani, personalità di un individuo: la mentalità. non certo a quelli di altre regioni italiane, Leggiamo allora una parte, da noi tradot- per esempio ai valdostani o ai sardi! ta in italiano per non offrire alibi lingui- stici, dell’articolo “Purgâ i libris di scue- Emerografia: L.C. (Leone Comini), Cecco Beppe in le” di Giuseppe Marchetti, pubblicato su Carnia, Il Gazzettino 3 dicembre 1967; I giovani dc “Patrie dal Friûl” dell’ottobre 1949: denunciano le manovre dei separatisti, Messaggero “Nel corso di una riunione dell’UNE- Veneto 12 dicembre 1967; Friulani austriacanti?, Il SCO, tenutasi pochi giorni fa a Parigi, sir Postiglione delle Alpi, Canazei 7 aprile 1968; Ma- Bertrand Russel, uno dei più famosi scrit- rio Cervi, Inchiesta nell’Italia che vota. Trieste tra fi- tori e pensatori dell’Inghilterra, ha parla- ducia e protesta, Corriere della Sera 3 aprile 1968; to del dovere che hanno le scuole di tutti Fausto Schiavi, Movimento Friuli, Corriere della Se- paesi di preparare le nuove generazioni in ra 18 aprile 1968; Lettere al Messaggero. Li conosco- uno spirito di intesa e di solidarietà inter- no bene, Messaggero Veneto 26 aprile 1968; Franco nazionale. E ha criticato il costume in au- Nencini, Udine non ama Trieste, Il Resto del Carli- ge nelle scuole di tanti stati, che assecon- no 13 dicembre 1968; Gianfranco Ellero, Non tor- dano ed esaltano la stupida, istintiva 26 neranno con Cecco Beppe, 20 dicembre 1968. inclinazione dell’uomo a sopravvalutare la sua nazione. Ne ha dette di cotte e di a palate e, spesso, di una lingua italiana crude, e di certo non a vuoto. che fa raggrinzire la pelle). Altro che pur- Francesi, tedeschi e anche inglesi non gare i libri di scuola!”. hanno la coscienza immacolata sotto que- Questo è uno splendido esempio di au- sto profilo. Ma temiamo che nessuno ab- tonomia culturale, cioè di capacità criti- bia la coscienza sporca come lo stato ita- ca e di indipendenza di pensiero: è preci- liano: nelle nostre scuole è considerato samente questa autonomia che deve come un dovere, come un fondamentale precedere quella amministrativa. Se non dovere pedagogico, anzi come il primo e si mette a fuoco l’oggetto, cioè la regione, più importante compito dell’educatore che autonomia si chiede allo stato? Se la quello di gonfiare le budella del bambino regione la cerchiamo nei manuali di sto- con l’indiscutibile “dogma” del primato ria scritti in forma standard, cioè nazio- civile e morale degli italiani e con quello nale e unitaria, per le scuole comprese fra della barbarie, dell’inferiorità e della con- il Brennero e Pantelleria, non la troviamo geniale malvagità di tutti gli altri popoli. o la troviamo in forma impropria. Qui, poi, in Friuli, con la famosa torcia Un altro bellissimo esempio di autono- della latinità alzata nell’oscurità delle te- mia culturale fu l’opuscolo “La Regione nebre che ci avvolgono per ogni dove… del Friuli”, che comprendeva i contribu- Sir Bertrand Russel ha proposto di ripu- ti di numerosi studiosi, costituiti in co- lire da queste fandonie i libri di testo. E mitato in seno alla Società Filologica ci viene da ridere. Proprio in questi gior- Friulana dopo il Congresso di Spilimber- ni i bambini grandi e piccoli sono torna- go, pubblicato il 15 dicembre 1946 per ti a scuola, e sotto il braccio portano un le edizioni della Camera di Commercio fascio di carta stampata nella quale, eli- di Udine. minato il nome del Duce e la scure [del L’opuscolo, prontamente distribuito ai fascio], la retorica bugiarda e sciovinista membri della II Sottocommissione, ot- più stomachevole impregna ancora quel- tenne l’effetto sperato. Nella seduta del le pagine. Nulla è stato mutato: tutto lo 18 dicembre, infatti, essi decisero con 17 spirito della scuola fascista, della mistica voti contro 10 (contrari socialisti e comu- fascista vi è riassunto e condensato. Ed è nisti) di concedere l’autonomia regionale ancora più pericoloso perché non porta al Friuli con Udine capitale. La nuova re- più la sua vera etichetta, quella scure che gione, priva peraltro del Mandamento di un tempo avvertiva la gente per bene sul- Portogruaro, avrebbe dovuto accogliere le la reale natura del papocchio che conte- terre non friulane eventualmente assegna- neva. E la prova più luminosa che questo te all’Italia dal trattato di pace (ancora in sia il clima che regna nelle nostre scuole gestazione in quel tempo), e per questo è dimostrato dalla rivista pedagogica “Ri- l’onorevole Uberti propose di chiamarla sveglio magistrale”, che un gruppetto di Friuli-Venezia Giulia. maestri e professori stampano a Udine: Fu certamente convincente, l’opuscolo, un brano del discorso del papa per na- se il Friuli, da quel giorno, non fu più scondere il marchio di fabbrica, e poi l’ennesima provincia del Veneto: è un ri- non c’è pagina, non c’è riga che non me- sultato, questo, che non sarebbe stato riti l’imprimatur di uno Starace qualun- raggiunto senza l’autonomia culturale que. (Per non parlare dei refusi seminati degli studiosi che lo compilarono. 27 Altri fondamentali episodi di autonomia sua tradizione. Del resto la mentalità dei culturale sono i tre saggi di Giuseppe suoi abitanti (sempre per restare in mar- Marchetti citati in bibliografia: prima di gine ai vantaggi troppo ovvii) è molto lui le chiesette votive (più di ottocento in settentrionale, cioè nel tempo stesso po- tutto il Friuli) e le statue lignee erano sitiva e romantica; molto adatta dunque considerati dagli storici dell’arte dei sot- a tramutarsi in ‘civiltà’. toprodotti. Lui vide, invece, in quelle È in queste ‘civiltà’ che si progredisce, che umili architetture e in quelle statue arti- si distrugge lo spirito nazionalistico, che gianali, la straordinaria luce umanistica e si coltivano problemi superpolitici, (co- rinascimentale del popolo friulano, e og- me il federalismo europeo).” gi nessuno più dubita che avesse visto giusto e in profondità. Bibliografia: Giuseppe Marchetti, Guido Nicolet- Ma a definire la nostra regione dal di ti, La scultura lignea del Friuli, Milano 1956; Giu- dentro contribuìrono anche gli studi di seppe Marchetti, Il Friuli. Uomini e tempi, Udine Giuseppe Gentilli sui climi, di Giovanni 1959; Giuseppe Marchetti, Le chiesette votive del Frau sui dialetti, di Andreina Ciceri sulle Friuli, a cura di Gian Carlo Menis, Udine 1972; tradizioni popolari… Giuseppe Gentilli, Il Friuli. I climi, Udine 1964; Non possiamo, infine, dimenticare, fra Andreina Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, Rea- gli episodi di anticonformismo culturale na 1982 e 1983; Giovanni Frau, I dialetti del Friu- altamente creativo, l’Academiuta di lenga li, Udine-Pisa 1984; Giovan Battista Pellegrini e furlana, già trattata alla voce corrispon- collaboratori, Atlante Storico Linguistico, Etnografi- dente. co Friulano, Università di Padova e Società Filolo- Senza l’autonomia culturale non ci può gica Friulana, dal 1972; Gianfranco Ellero, L’auto- essere una vera autonomia amministrati- nomia culturale di Giuseppe Marchetti, 1946-1949, va. Scrisse infatti Pasolini nel “Quaderno Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean” 2006. romanzo” del 1947: “… il ‘fatto’ di ap- partenere a una patria è natura, è senti- mento, ma acquisterà validità solo nel ca- autonomia regionale so che si muti in coscienza, che si volga al futuro, valorizzando il passato solo come Alle origini dell’autonomismo troviamo esperienza, e non vezzeggiandolo alla certamente alcune pagine di Pacifico Va- maniera di coloro che il Nietzsche chia- lussi, ma la prima e inaspettata proposta merebbe cultori della storia ‘antiquaria’ o di autonomia per il Friuli proviene da Go- ‘monumentale’, non certo della storia rizia e fu espressa in un tempo squassato e ‘critica’. Qui in Friuli, non lo negheremo, devastato dal vento del nazionalismo. prevalgono le tesi autonomistiche a ca- Stiamo parlando di due articoli pubblica- rattere storico-naturalistico, ahimè, e ti su “La Libertà”, organo dei repubblica- non storico-dinamico […] Ma, a parte no di Gorizia, sceso in campo a difesa di tutto, si pensi con quale accuratezza e Achille Tellini, duramente attaccato da quale tendenza alla profondità ci si po- Carlo Battisti per le idee espresse su “La trebbe curare in genere delle istituzioni a Patrie Ladine”. Furono pubblicati l’11 carattere educativo, in una regione così giugno e il 2 luglio 1921 sotto i titoli “Il cosciente di sé come potrebbe divenire la Friuli ai friulani” e “Autonomia friulana”. 28 friulana, per via della sua lingua e della Ecco un brano: “L’attività di tutti i buoni Autonomie Furlane

“La forme politiche de regjon Friuli- Venzia Giulia no lasse nissune possibili- tât ’e valorizazion des nestris carateristi- chis e dai nestris intares, tant plui ch’è je insedade tun stât centralizât, ch’al strenç dut il podè in pocjs mans”. Da questa considerazione di base, maturatasi in ta- luni ambienti in questi ultimi dieci an- ni, ha preso vita “Autonomie Furlane”, non un nuovo partito, ma una associa- I castellieri della pianura friulana – nella foto quello zione culturale, costituitasi ufficialmen- di Savalons – delimitati da argini di terra, sono il te venerdì 7 marzo 1986 al ristorante primo tratto distintivo della regione: sono molto di- versi, infatti, da quelli in pietra costruiti sul Carso. “Al Podere” di Martignacco, su inziativa personale di Federico Rossi, direttore di Onde Furlane, di Mauro Tosoni, diretto- friulani deve essere diretta all’unione delle re di In Uaite, e di pre Antoni Beline, province di Gorizia e di Udine, anzi tutto, direttore de La Patrie dal Friûl. Vi han- ed appena in un secondo tempo ad una lot- no aderito già una quarantina di perso- ta fervidissima per il conseguimento della ne. Obiettivo, detto in breve, è quello di autonomia regionale del Friuli unito”. istituire “la regjon autonome Friûl”, Le province di Udine e Gorizia furono svincolata da Trieste. Una vecchia pro- unite nella “Provincia del Friuli” nel 1923, posta del Movimento Friuli, poi caduta ma quelli non erano tempi di autonomia nel dimenticatoio e, proprio per questo, regionale (improponibile per il fascismo), ripresa. e la stessa “Provincia del Friuli” fu smem- “Istituire ‘la regjon autonome Friûl’ non brata nel 1927. significa – si legge nel documento base di Pochi furono i friulani che si schierarono ‘Autonomie Furlane’, quattro carte fitta- con Tessitori nel 1945, e molti coloro mente dattiloscritte in lingua friulana – che, con vari pretesti ideologici, si oppo- staccarsi tout court da Trieste, ma gettare sero al suo progetto, e lui ammonì: “Se la le basi ‘per una nuova identità politica in risposta sarà negativa, il Friuli si rassegne- grado di portare i friulani ad un livello di rà ad essere, se non l’ultima, una delle autogoverno’…”. province del Veneto, libero di cantar le Lontana dall’idea di costituire un nuovo sue villotte e di organizzare le sue sagre partito politico, Autonomie Furlane, de- paesane. Ma la risoluzione dei suoi pro- nunciata “la debolezza e l’isolamento del blemi vitali dipenderà da una maggioran- Movimento Friuli”, si propone di diven- za non friulana, in concorrenza con le tare un centro di raccolta e di organizza- pressioni d’altre province, con sicuro ri- zione, finora assente, in grado di coordi- tardo e quasi sempre con nessuna sensibi- nare ed organizzare “dute la fuarce che il lità. Ve li immaginate voi i nostri rappre- popul furlan al è in grât di meti sul plat”. sentanti nel Consiglio della nazione Così Mauro Nalato su “La Vita Cattoli- veneta?” (“Libertà”, 24 novembre 1946). ca” del 15 marzo 1986. 29 B bandiera friulana bracciale nero

Si veda la voce “aquila”. Il 26 luglio 1966, per celebrare il cente- nario dell’ingresso dell’esercito italiano a Udine (all’evento è dedicato il piazzale 26 bovarismo luglio 1866 fuori porta Poscolle) fu tenu- ta una solenne seduta del Consiglio re- Il bovarismo, termine derivato da gionale nel salone del Castello. Fra gli M.me Bovary, la protagonista dell’o- spettatori dell’affollata cerimonia si aggi- monimo romanzo di Gustave Flaubert, ravano cinque o sei giovani che ostentata- è definito da J. de Gaultier come il po- mente portavano un bracciale nero sul tere dell’uomo di apparire diverso da braccio sinistro, subito fermati e interro- quello che è, assumendo modi e atteg- gati dagli agenti della squadra politica giamenti che lo promuovono social- della Questura di Udine. I bracciali neri mente. Esiste un bovarismo individua- furono addebitati dalla stampa locale e le, più facilmente verificabile, e un nazionale al neonato Movimento Friuli, bovarismo collettivo, che, a giudizio di già in precedenza accusato di austriacanti- Gaetano Perusini, ha colpito anche il smo e separatismo. Un portatore di brac- Friuli a partire dal Settecento, quando ciale nero diede una spiegazione del suo la classe dominante iniziò a parlare gesto su “Il Gazzettino” del 5 agosto, ma (male) il veneto, e fu giustamente ripa- il Movimento fu poi costretto a difender- gata dai (veri) veneti con il proverbio si dall’immeritata accusa per altri tre anni. “dìme can ma no furlan”! Morale, mai passare armi agli avversari. L’uso di una lingua ritenuta superiore, nella fattispecie il veneto, è una delle più Emerografia: Gli incurabili, Il Gazzettino 27 lu- evidenti manifestazioni di bovarismo, e glio 1966; Giorgio Jus, Un lutto per il centenario, Il Perusini così conclude: “il Friuli non sa- Gazzettino 5 agosto 1966; Chi prepara a Saragat rà guarito dal bovarismo finché ci sarà una scortese accoglienza?, Messaggero Veneto 28 chi si vergognerà di sentirsi friulano o di agosto 1866; Fausto Schiavi, Movimento Friuli, parlare friulano e crederà di elevarsi so- Corriere della Sera 18 aprile 1968; Franco Nenci- cialmente fingendosi veneto” (oggi po- ni, I separatisti del “Movimento Friuli”.“Se l’Italia ci tremmo dire, per aggiornamento, italia- è matrigna torneremo a Cecco Beppe”, La Nazione no standard). dicembre 1968; Franco Nencini, Udine non ama Trieste, Il Resto del Carlino 13 dicembre 1968; Bibliografia: Gaetano Perusini, Bovarismo friulano, Gianfranco Ellero, Non torneranno con Cecco Bep- 30 Sot la Nape n.3, mai-jugn 1956. pe, Il Resto del Carlino 20 dicembre 1968. C campanilista gnata dal mare, ma ci sono altre prove che le confermano: Aquileia, come rivela il Campanilista è colui che dimostra un suo nome in –eia, sicuramente non latino amore eccessivo, spesso fazioso ed esclusi- garantiscono i linguisti, e come è stato re- vo, per gli usi e le tradizioni del proprio centemente dimostrato dagli scavi, pree- paese o della propria città. Aggettivo infa- sisteva alla “deduzione” latina, e ciò di- mante, largamente usato sulla stampa e mostra che i Carni si erano stabilmente nei comizi contro gli autonomisti friula- insediati in prossimità della laguna di ni, ma non contro gli autonomisti di altre Grado prima dei Romani. regioni e di Trieste. Basta rileggere, relati- Poi, per effetto dell’espansione latina ver- vamente alla lunga lotta per l’Università so le montagne, e in particolare per la friulana, gli atti del Consiglio regionale e dura repressione di Emilio Scauro nel gli articoli apparsi su “Il Piccolo” per ca- 115 avanti Cristo, i Carni dovettero riti- pire quanto siano stati campanilisti i trie- rarsi nell’Alta Valle del Tagliamento e dei stini, per non parlare poi della “Lista per suoi affluenti da sinistra, e il macrotopo- Trieste” in anni successivi, ma soltanto nimo Carnia assunse il significato terri- pochi osarono accusarli di campanilismo, toriale ancor oggi in uso. facendo peraltro ricorso a un vocabolo La Carnia protostorica è un’entità etnica più riguardoso: municipalismo. e fisica della massima importanza, perché definisce, sia pure con un’immagine Emerografia: Leone Comini, Soltanto una coscien- “fuori fuoco”, una regione che successi- za regionale eliminerà i campanilismi friulani, Il vamente fu chiamata Friuli. Gazzettino 16 giugno 1966; Contro le posizioni campanilistiche. I motivi del dissenso degli studenti democratici, Messaggero Veneto 29 settembre 1967. Carta di Leonacco

Si trattava di un gruppo d’opinione infor- Carnia male, composto da “osservatori friulani”. La prima apparizione sulla stampa av- Tito Livio scrive che la colonia latina di venne il 4 ottobre 1984, per far emerge- Aquileia fu dedotta, cioè fondata, nel 181 re a chiare lettere la crisi determinata avanti Cristo nella Carnorum regio, cioè nella Regione dalla Lista per Trieste. Nel nella regione dei Carni, un popolo di ori- comunicato, pubblicato sul “Messaggero gine transalpina, probabilmente celtica. Veneto” a firma di Gianfranco Ellero e Basterebbero le parole di Livio per poter Gino di Caporiacco, il momento era de- affermare che la regione dei Carni era ba- finito grave e imprevedibili le reazioni in 31 Friuli “se alla Lista per Trieste sarà data la so nelle quattro province e la spesa ripar- possibilità di governare anche su un ter- tita dalla regione nelle quattro province, ritorio, il Friuli, dal quale si dichiara to- appare evidente la vocazione a tentar di talmente estranea e, di fatto, antagoni- penalizzare il Friuli in settori specifici sta”. della legislazione, quali, a esempio, l’agri- La seconda è di qualche giorno più tardi, coltura, l’artigianato, la montagna”. precisamente dell’8 ottobre, ancora sul “Messaggero Veneto”: “Carta di Leonac- co. Friuli e Lista per Trieste: si annuncia cartografia un dibattito”. Nel testo del comunicato si leggono an- La carte geografiche sono fra i documenti che queste parole: “Poiché anche recente- storici più importanti, ai fini della defini- mente, sulle colonne del Messaggero Ve- zione territoriale di una regione. Le più neto, un autorevole esponente di questa antiche non furono disegnate con criteri formazione politica ha ribadito il concet- scientifici, ma risultano comunque ricche to sostanziale che intende ottenere i nu- di elementi descrittivi di rilevante interes- meri veri riguardanti il gettito fiscale di se. E anche se, nel Cinquecento e nel Sei- ciascuno degli ultimi dieci anni suddivi- cento, i cartografi non tracciavano i confi-

La “Fori Iulii accurata descriptio” nell’Atlante dell’Ortelio, 1573. Fonte: Luciano Lago e Claudio Rossit, Theatrum Fori Ivlii. La Patria del Friuli e territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il secolo XVIII, 32 vol I, Edizioni Lint, Trieste 1988. Carta della Regione elaborata da “L’Italia”, Zanichelli, Bologna 1990.

Carta della Regione elaborata da “Grande Atlante Geografico”, Istutito Geografico De Agostini, Novara 1959.

Fonte, anche per la car- ta della pagina se - guente: Licio De Clara, Friûl: une cartografie false, in Sot la Nape, n. 4, dicembar 1997. 33 Carta della Regione elaborata da “Atlante Enciclopedico Touring”, Milano 1986. Queste tre carte sono molto più scientifiche nel disegno di quella dell’Ortelio, ma molto meno veritiere.

ni delle regioni, noi riusciamo ugualmen- Liquenzia fl. diuide Forum Iulij a Mar- te a ricostruirli sulla base di documenti chia Treuigiana”, ovvero: Il Livenza, un letterali, come i diplomi feudali, i catasti- tempo chiamato fiume Liquenza divide ci, gli inventari, i trattati di pace, e talvol- il Friuli dalla Marca trevigiana. ta per indicazioni contenute sulle carte. A est del Friuli il cartografo scrive i nomi Dalla “Nova descritione di tutta la Patria del Carso e dell’Istria, ma non della Ve- del Friuli” disegnata da Pyrrho Ligorio nezia Giulia che, quindi, in quel tempo nel 1563, ad esempio sappiamo che do- non esisteva. po la metà del Cinquecento il Friuli era La più antica carta sulla quale appare la chiamato Patria; che i Turchi tenevano nostra regione è la celebre Tabula Peutin- una base militare stabile a est di Trieste, geriana, itinerario del terzo secolo dopo da dove talvolta si spingevano in Italia; il Cristo: vi sono rappresentati la città di Friuli era quindi in Italia, nome geografi- Aquileia e la sua distanza da Concordia, co e storico di una terra che, sotto il pro- lo stabilimento termale del Timavo e la filo politico, risultava divisa in più stati. sua distanza da Tergeste (Trieste), il fiume La carta disegnata nel 1563 da Abraham Tiliabinte (Tagliamento), il Frigido (cor- Oertel, detto Ortelio, intitolata “Fori rispondente forse al Timavo), la distanza Ivlii, vvlgo Friuli typus”, contiene una di Aquileia da una località chiamata ad preziosa indicazione letterale riguardante Silanos, nei pressi di Gemona, il mare il confine occidentale della Patria. In bas- Adriatico. 34 so a sinistra si legge infatti: “Liuenza ol: La carte degli ultimi due secoli furono disegnate con criterio scientifico, e quin- funzionali. E nessuno pensi di tirare in di sono più aderenti alla realtà, ma non è ballo il terremoto del 1976, che ha solo certo che siano più veritiere e affidabili accelerato determinati processi in atto delle antiche, almeno sotto il profilo cul- dagli anni Cinquanta, e ha il pregio di turale. Da quando esiste la Regione Friu- aver aperto gli occhi a molti friulani sui li Venezia Giulia, nome troppo lungo per valori della loro identità. una regione troppo piccola, capita di ve- Si dice che “chi salva una vita salva il dere il nome del Friuli appoggiato sulle mondo”; ma anche chi salva una casa sal- Prealpi e quello della Venezia Giulia sul- va il mondo di quella casa: nel nostro ca- la pianura friulana: che cosa può pensare so salva un lembo di Friuli, in una delle una persona non munita della cultura sue espressioni più caratteristiche e di- geografica e storica indispensabile per stintive: l’architettura rurale. una corretta lettura della carta? Può sol- C’è da augurarsi che gli autonomisti ac- tanto pensare che il Friuli sta sui monti, quistino la cultura e la sensibilità neces- al posto della Carnia, e che Venezia Giu- sarie per la difesa della nostra architettu- lia sia il nome della pianura… friulana! ra tradizionale, che comprende anche le chiesette votive campestri studiate da Bibliografia: Luciano Lago, Claudio Rossit, Giuseppe Marchetti. Salvando il più pos- Theatrum Fori Ivlii. La Patria del Friuli ed i terri- sibile le case tradizionali, si salva anche il tori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il se- volto dei paesi, cioè la struttura urbani- colo XVIII, 2 volumi, Edizioni Lint, Trieste 1988; stica friulana. Licio De Clara, Friûl: une cartografie false, Sot la Nape, n. 4, Dicembar 1997. Bibliografia: AA.VV., Aviano. Storia, gente, di- more, Comune di Aviano 1967; Silvano Bertossi, Le case dei Forni Savorgnani, Forni di Sopra 1974; casa Giovanni Del Puppo, La casa in Friuli, Annali dell’Istituto Tecnico di Udine 1907-1909; Lucia- I friulani, tradizionalmente affetti dal no Di Sopra, La struttura urbanistica friulana, “mâl dal clap”, stanno perdendo l’amore Del Bianco, Udine 1967; Renato Fiorini, La casa per la casa, la cjase o ciasa ereditata dagli dei friulani, Udine 1999; Giuseppe Marchetti, Le avi, per i quali era il lûc o lòuc per eccel- chiesette votive del Friuli, Società Filologica Friula- lenza, il luogo di vita e di lavoro per la fa- na, Udine 1972; Tito Miotti, Castelli storici del miglia contadina e i suoi animali: una ca- Friuli, Udine 1967; Giovanni Nogaro, Adriano sa, di solito “a schiera”, con arco passante Novello, Carnia. Architettura spontanea e costume, fra strada e cortile, con stalla, fienile, gra- Görlich, Milano 1973; Enzo Pascolo, Case della naio, pollaio e orto. Slavia friulana, Società Filologica Friulana 1993; Vittime anch’essi della mobilità e del Lucio Peressi, Mezzo secolo di cultura friulana, vo- consumismo (si dice che gli americani ce Case tipiche friulane, Società Filologica Friula- cambiano casa sette volte nella vita: come na 1974; Armando Pizzinato, Poffabro. Luogo ma- possono affezionarsi così spesso a un “ap- gico, Maniago 1992; Emilio Scarin, La casa rurale partamento”?), i friulani abbattono le in Friuli, Comitato Nazionale per la Geografia, vecchie case, dall’inconfondibile profilo Firenze 1943; Lodovico Zanini, La casa e la vita storico, per costruirne di nuove, dalle li- in Carnia, Udine 1968; Italo Zannier, Una casa è nee arbitrarie, capricciose e spesso poco una casa, Pordenone 1972. 35 Le meravigliose linee dell’architettura tradizionale friulana, influenzate dai climi e dalla natura fisica della nostra regione, definita da Ippolito Nievo “piccolo compendio dell’universo, alpestre, piano e lagunoso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì”. Fonte: Emilio Scarin, La casa rurale in Friuli, Comitato Nazio- nale per la Geografia, Firenze 1943.

36 Circolo universitario friulano no) intitolato “Il Pileo” (dal nome del ca- ratteristico cappello goliardico), che nel Istituito in Udine nel 1957 dall’Opera novembre 1965, con il sostegno finanzia- dell’Università di Trieste per facilitare gli rio dell’Ordine dei medici e del Collegio studenti lavoratori residenti in Friuli, ebbe dei primari, fu tirato e diffuso in dieci- sede in un appartamento del primo piano mila copie; quello di via Aquileia stam- del cosiddetto grattacielo di via del Gelso, pava “Friuli universitario”. con accesso dalla Galleria Astra, e rimase aperto fino alla metà degli anni Sessanta. Il Circolo, come ufficio, funzionava sal- Clape Culturâl Acuilee tuariamente, ma rimaneva aperto ogni giorno, soprattutto di pomeriggio, come È terra di clapis, il nostro Friuli, cioè di luogo di incontri e di ricreazione. gruppi, composti da poche o molte per- Quasi subito se ne disputarono il potere di sone che ruotano intorno a un leader e gestione due gruppi contrapposti: quello coltivano i campi più disparati. dei cattolici della FUCI e dell’Intesa Uni- Alcune di queste clapis – come la Cinete- versitaria, e quello dell’UGI (Unione ca del Friuli di Gemona, Cinemazero di Goliardica Italiana), che assemblava i lai- Pordenone e il Centro Espressioni Cine- ci moderati dai liberali ai socialisti. matografiche di Udine – hanno raggiun- Verso il 1962 i primi finirono per riunirsi to risultati di grande prestigio anche a li- in via Treppo, in locali di proprietà della vello internazionale; altre, operando in Curia arcivescovile; i secondi nella sede diversi settori – come l’Associazione La del Circolo Bancario in palazzo Kechler. Bassa di Latisana, il Circolo Menocchio Sorse, infine, un terzo Circolo in via di Montereale Valcellina, l’Istituto di ri- Aquileia, nella cui sede, con la collabora- cerca Achille Tellini di Manzano, l’Istitût zione degli altri due gruppi, furono orga- Ladin-Furlan Pre Checo Placerean di nizzate le grandi manifestazioni del 1965 Coderno, l’Associazione Cortolezzis di e del 1967. Treppo Carnico – hanno ottenuto risul- Il Circolo di via del Gelso svolse sicura- tati non meno interessanti. Ma quelle ci- mente un’importante funzione autono- tate sono clapis che emergono come albe- mistica in campo studentesco, come è di- ri d’alto fusto in un vasto terreno coperto mostrato dal fatto che, quando si trattò di erbe o cespugli, annualmente irrorati, di organizzare la lotta per l’Università di spesso con pochi euro, dalla nostra Re- Udine, simbolo e strumento del riscatto gione. friulano, le fila si serrarono compatte al Nel campo che più da vicino ci interessa, di sopra delle consolidate divisioni ideo- quello dell’autonomismo, si staglia per logiche. l’originalità e la chiarezza dei programmi, Le idealità friulaniste coltivate in quei la straordinaria perseveranza nel perse- circoli furono poi efficacemente diffuse guirli e la capacità di chiedere e ottenere da organi di stampa dalla durata effime- collaborazioni la Clape Culturâl Acuilee ra ma dal forte impatto propagandistico. (inizialmente con la ‘q’), fondata de facto Il Circolo di palazzo Kechler dava, infat- in un’assemblea svoltasi a Udine il 1 di- ti, alle stampe fin dal 1962 un agile pe- cembre 1971, de iure con atto notarile riodico (usciva tre o quattro volte all’an- dell’8 gennaio 1974. 37 Ideologo e factotum della Clape è Gian- nale musicalità. (“Messaggero Veneto”, Il ni Nazzi, autore di grammatiche, voca- Friuli possibile del Forum di Aquileia, 23 bolari e traduzioni, che ha adottato la giugno 2001). grafia proposta, tramite il suo vocabola- Noi abbiamo sempre considerato impor- rio fraseologico, da Giorgio Faggin. tante la CCA per il senso unitario del Anche noi (pronome plurale che sta a si- Friuli che la ispira in pubblicazioni che, gnificare Gino di Caporiacco e Gianfran- al livello popolare, sono, a nostro giudi- co Ellero) abbiamo dato una sia pur mar- zio, anche più importanti delle traduzio- ginale collaborazione alla Clape, come ni come i volumi “Di Carnera a Zoff: i viene correttamente riconosciuto nel vo- campions dal Friûl” e “Friûl e spetacul”, lumetto “Clape Culturâl Acuilee tren- e alcuni “libri bianchi” firmati da Gianni t’anni”, pubblicato nel 2002, ma non ab- Nazzi: “Defriulanizzazione di Gorizia”, biamo mai condiviso la sua impostazione 1991; “Trieste e il Friuli”, 1996; “Vene- politica della “questione friulana”, non zia e il Friuli”, 1997. quella strettamente culturale. Nazzi ha in più occasioni criticato, in mo- D’altra parte non abbiamo mai condiviso do puntuale, la grafia ufficiale adottata dal- i giudizi negativi espressi da illustri perso- la Regione e promossa da Adriano Ce- naggi sulle traduzioni dei classici delle let- schia, già componente dell’Osservatorio terature straniere pubblicate dalla CCA. della lingua e della cultura friulana (OLF). Non capiremo mai, ad esempio, perché Ma non dimentichiamo che, in prece- Nico Naldini abbia definito la traduzione denza, il Ceschia ottenne ospitalità sul di Shakespeare in friulano “una follia che giornale del Movimento Friuli, con pro- nasce da tentativi timidi e delicati per di- poste grafiche alquanto stravaganti, pro- ventare sfrontata e odiosa” (“Il Gazzetti- prio durante la presidenza Nazzi. Ecco, no”, I filologici uccidono Pasolini, di A. per memoria, l’incipit di un articolo inti- Garlini il 12 giugno 1999), dimentican- tolato “Bisugne fevelà furlan” apparso su do di dire che fra quei “tentativi” c’è an- “Friuli d’oggi” del 24 gennaio 1972: “Al- che, su “Il Stroligut” n. 2 del 1946, una kovente dât testemoni de volontât puliti- sua traduzione da Juan Ramon Jimenez, che dal MF di inkressi la kussience etni- accanto a quella di Pasolini da Giuseppe ke daj Furlans ancje e soredut te lôr Ungaretti e di Bortotto da Valery La- lenghemari par k’e-viodin j ignorants ke braud, per non parlare del saggio “Dalla ta keste lenghe e-si pues fevelà di dut, par lingua al friulano” del suo grande cugino, k’e-sepin kej k’e-fevelin tal non dal pro- pubblicato su “Ce fastu?” nel 1947, e gres ke ogni popul al à di kori daûr e sô ignorando, forse, che le traduzioni in storie ku la sô kussience…”. Interessante friulano (del Pater noster, dell’Eneide, anche il titolo del 21 febbraio 1972: “La della Commedia, del Catechismo…) so- kulture baske (furlane) e-à di sej une no una secolare tradizione locale. kuintri-kulture”. Anche il giudizio espresso a suo tempo Lo stesso Nazzi e Ceschia furono anche da Paolo Maurensig non è condivisibile, sentitamente ringraziati per la collabora- posto che ogni traduzione, in qualunque zione da Sergio Salvi, l’autore de “Le na- lingua, è spesso un tradimento, se non zioni proibite” e de “Le lingue tagliate”. del testo, sicuramente della struttura Condividiamo, anche, alcune delle criti- 38 compositiva e, naturalmente, dell’origi- che rivolte dalla Clape alla Filologica; ma non riusciamo francamente a capire Comitato di iniziativa quale sarebbe il vantaggio del Friuli e del friulano se la Filologica dovesse morire. Il 22 ottobre 1964 l’Ordine dei medici di Udine indisse una pubblica riunione per spiegare alle autorità le ragioni che avevano Comitato dei Sette Saggi ispirato il documento votato il 7 ottobre. Oratore ufficiale fu il dottor Vincenzo Il tema della Regione soltanto friulana fu Ilardi, che elencò quattro ragioni tecniche: posto sul tappeto il 20 settembre 1987 1. Udine baricentro della Regione; da un Comitato composto da Corrado 2. frequentabile più agevolmente da tutti; Cecotto, Gianfranco D’Aronco, Gino di 3. possibilità di sfruttamento dell’attrez- Caporiacco, Raimondo Strassoldo, Tizia- zatura e dell’organizzazione di un otti- no Della Marta, Roberto Bertoia e Nelso mo ospedale; Tracanelli. 4. la facoltà sarebbe costata a Udine cin- “Il Movimento Friuli non è tutto l’auto- que volte di meno che a Trieste; nomismo friulano – dichiarò Gino di e una politica: Caporiacco al “Messaggero Veneto”–. È visto che Trieste aveva avuto partita vinta una sua faccia, un suo aspetto, forse in per il capoluogo regionale, a titolo di questi 20 anni il più rappresentativo e or- compensazione i friulani avrebbero do- ganizzato. Ma c’è stata un’evoluzione, l’i- vuto pretendere la facoltà di medicina. dea è andata avanti. L’autonomismo si è Concludeva dicendo che se l’Università diffuso a tanti livelli”. di Trieste avesse opposto un rifiuto, ri- A quel Forum, che si svolse nella Villa maneva aperta la strada della facoltà libe- Manin di Passariano, parteciparono due- ra. cento persone in rappresentanza di venti Le fasi del dibattito sulla relazione Ilardi gruppi autonomisti organizzati. sono sinteticamente illustrate nel libro Il Comitato elaborò un documento inti- bianco “L’Università friulana” di Gian- tolato “Verso la Regione Friuli”. Le con- franco Ellero e Raffaele Carrozzo. clusioni furono tratte da Raimondo Stras- Alla fine, visto che diversificate erano le soldo e pubblicate in un volume citato in posizioni emergenti dal dibattito, su pro- bibliografia e, in sintesi, a pagina 257 nel- posta Ilardi fu istituito, sotto la presiden- la terza edizione della “Storia dei Friulani” za di Mario Livi, Presidente della Cassa di Gianfranco Ellero. (Si veda la voce “Fo- di Risparmio, il “Comitato di iniziativa e rum di Aquileia”). di studio pro istituenda facoltà di medi- cina”, con l’incarico di riferire in breve i Bibliografia utilmente integrabile con l’emerografia risultati di studi seri e approfonditi. Vi- della voce “Assemblea delle province”: E.S., Avviata sto inutile ogni sforzo per ottenere dal- col Forum a Villa Manin. Una riflessione sulla Regio- l’Università di Trieste il decentramento ne Friuli, Messaggero del Lunedì 21 settembre di qualche facoltà, nel gennaio del 1966 1987; Raimondo Strassoldo, La sfida del Forum di il Comitato indicò in un Consorzio, al Aquileia, in “Lingua, identità autonomia. Ricerche e quale avrebbero dovuto aderire i princi- riflessioni sociologiche sulla questione friulana”, Cam- pali enti della capitale del Friuli, lo stru- poformido 1996; Raimondo Strassoldo, Friuli. La mento giuridico adatto per cogliere il soluzione finale, Clape Culturâl Aquilee 2005. frutto di tante lotte e fatiche. 39 Comitato per l’Università friulana Comitato di iniziativa aveva esaurito il suo compito e, come abbiamo scritto alla voce Dopo una riunione preparatoria di vari corrispondente, si era sciolto auspicando rappresentanti di enti e associazioni, la nascita di un Consorzio fra enti pubbli- svoltasi il 26 gennaio1972, il Comitato ci del Friuli; a sua volta il Consorzio, pur per l’Università friulana fu fondato a esistente di fatto, non poteva funzionare Udine il 10 febbraio dello stesso anno. in quanto non riconosciuto di diritto. L’art. 2 dello statuto, recita: “Il Comita- Dall’esterno si aveva la sensazione di un to, con assoluta autonomia, si propone impaludamento programmato e concor- di sensibilizzare l’opinione pubblica ri- dato: come potevano i politici eletti nei guardo l’importanza della istituzione di consigli comunale e provinciale di Udine una Università Autonoma in Friuli e di mettere in imbarazzo i loro colleghi elet- promuovere le iniziative più opportune ti del Consiglio regionale? per l’istituzione di un Centro di Studi Si mossero nel frattempo gli studenti del- Universitari, organico e completo, con le scuole superiori di Udine. La prima sede in Udine”. Presidente e animatore manifestazione di circa tremila studenti del Comitato fu, fino al 5 gennaio 1997, si ebbe il 28 gennaio a mezzogiorno. il professor Tarcisio Petracco. Il 7 febbraio fu fondato con rogito nota- La prima manifestazione pubblica si svol- rile il “Comitato studentesco per l’Uni- se, con la partecipazione di Ardito Desio, versità friulana”, (in direttivo, Carlo Bot- in piazza XX Settembre a Udine il 25 to presidente, Sandro Comini marzo 1972. Ma l’iniziativa più impor- vicepresidente e Luciano Damiani segre- tante fu la raccolta di firme per una pro- tario) che il 9 febbraio organizzò un pub- posta di legge di iniziativa popolare, av- blico dibattito in sala Ajace, al quale fu- viata il 15 marzo e conclusa l’11 luglio rono invitati tutti i senatori, i deputati e 1976. L’iniziativa, che poteva essere osta- i consiglieri regionali eletti in Friuli. La colata dal terremoto del 6 maggio, otten- lettera di “convocazione” iniziava con ne sorprendentemente 125.000 adesioni. queste parole: “Egregio Signore, l’anno 1966, che si era aperto con le più lusin- Bibliografia: Chiara Rossetti, L’Università di Udi- ghiere speranze, si è concluso con la più ne, Il Poligrafo, Padova 1997; Tarcisio Petracco, amara delle disillusioni. Le promesse non La lotta per l’Università friulana, Forum, Udine hanno avuto seguito: è quasi diventato 1998; Gianfranco Ellero, Le radici dell’Università un reato parlare di Università a Udine. affondano in tutto il Friuli, Messaggero Veneto 3 Gli studenti friulani, attraverso il loro marzo 2000; Gino di Caporiacco, Lotte per l’Uni- “Comitato per l’Università friulana”, Le versità friulana, www.dicaporiacco.it. chiedono ragione della mancata istituzio- ne delle promesse facoltà…”. Pochi i politici presenti nella gremitissi- Comitato studentesco ma sala e palesemente in difficoltà: il so- per l’Università friulana cialista unitario Loris Fortuna, il social- democratico Renato Bertoli, il liberale All’inizio del 1967 il problema dell’Uni- De Carli e il missino Boschi. versità friulana rimaneva insoluto, e la Il “Messaggero Veneto” aveva annunciato 40 sensazione era che fosse insolvibile. Il la riunione il 9 febbraio sotto il titolo “Processo ai politici” e il giorno 10 l’ave- quotidiani il giorno 26, per rilevare “la va commentata sotto il titolo di “Gazzar- sussistenza al momento di forti difficoltà ra senza dibattito”. per l’istituzione di corsi di magistero a Nuova dimostrazione di 6.700 studenti Udine”. Dal suo canto il Comitato fece il 13 febbraio. Il Comitato diffuse per la presente al Presidente della Giunta che “il circostanza una lettera con richieste con- piano Gui prevede l’istituzione di nuove crete: “secondo e terzo biennio della fa- università ove si presentino opportune coltà di medicina, istituto superiore di condizioni, in particolare nelle zone de- grafica, un istituto universitario tale da presse”. Alla fine d’aprile, sarebbero anda- creare laureati del primo livello da inseri- ti anche a Roma i rappresentanti del Co- re nei vari livelli dell’istruzione media”. mitato, ad esporre le loro ragioni al dottor “Questa volta – scrisse “Il Gazzettino” di Comes, direttore generale del ministero Udine, il 14 febbraio – la protesta è stata della Pubblica Istruzione. clamorosa e massiccia: in sciopero 6700 Nel frattempo furono presentate quattro studenti per l’università friulana”. interrogazioni in Consiglio regionale, al- Il “Messaggero Veneto”, al contrario, le quali Berzanti rispose il 20 marzo. Il stigmatizzò lo “pseudo sciopero” degli capo del governo regionale denunciò il studenti, che nelle loro vivaci proteste fu- contrasto esistente fra la pretesa funzione rono affiancati dal Movimento Friuli e regionale dell’ateneo triestino e l’atteg- ottennero il plauso de “La Vita Cattoli- giamento intransigente e preclusivo del ca”, il settimanale diocesano, primo cam- senato accademico di Trieste, che aveva panello d’allarme per la Democrazia Cri- opposto un netto rifiuto alle proposte stiana. E il 15 febbraio annunciò: “La della giunta: nessun trasferimento di fa- Regione assolverà l’impegno di dare a coltà già funzionanti da Trieste a Udine e Udine una università”, ma il palazzo era nessuna possibilità di corsi paralleli nel tutt’altro che tranquillo. capoluogo del Friuli. Di fronte a tanto Il 19 febbraio il Comitato distribuì un disse: “Non posso non esprimere il vivo volantino agli spettatori della partita Udi- rammarico della giunta e mio personale nese-Monza: “Sportivi friulani! Tutto il per la decisione negativa assunta dal se- Friuli è una terra di Serie C. Di fronte al- nato accademico”. le 6 sedi universitarie lombarde, alle 5 Due interrogazioni erano state presenta- emiliane, alle 4 marchigiane, alle 4 vene- te da consiglieri della destra triestina, te, alle 3 toscane, alle 2 umbre e così via, preoccupati – a proposito di visione glo- al Friuli è stata finora negata ogni e qual- bale dei problemi – per il ventilato tra- siasi Facoltà. L’Università del Friuli è ne- sferimento a Udine di alcune facoltà; una cessaria […] se vogliamo che sia per sem- dal Centro udinese in appoggio alla linea pre risolto il problema della profonda della Giunta; una dal socialdemocratico abissale depressione della nostra econo- friulano Renato Bertoli, che criticò la mia”. chiusura del senato accademico triestino, Nei giorni successivi, dopo un incontro in prospettiva autolesionistica, visto che con il Presidente Berzanti, di Botto, Bo- a Udine erano già stati presi contatti con nesi, Crapiz e Marchetti, il Comitato di- le Università di Padova e di Venezia. chiarò sospesa l’agitazione degli studenti e La Filologica, infatti, aveva accolto in vi- diffuse un comunicato, pubblicato dai sita il prof. Guido Ferro, Rettore dell’U- 41 niversità di Padova, per un sondaggio dal versità friulana, Il Gazzettino 30 aprile; L’Un iver- trasparente significato. sità di Trieste dà una mano a Udine, Il Giorno 17 Quella stagione d’oro del Comitato fu maggio; Il ministro Gui favorevole alla facoltà di compromessa alla fine di settembre da lingue a Udine, Massaggero Veneto 4 agosto; Vit- uno strumentale dissenso con il Movi- torino Meloni, Il Friuli dei fatti, Messaggero Ve- mento Friuli, culminato con le dimissio- neto 4 agosto; Favorevoli commenti all’università ni di Botto, Comini e Micelli tanto dalla cittadina, Messaggero Veneto 8 agosto; Università: dirigenza dello stesso Comitato quanto unanimità di pareri, Messaggero Veneto 10 ago- dal Movimento Friuli: furono rese pub- sto; Mario Parovel, L’università e le regioni, lettera bliche con una lettera al “Messaggero Ve- al Corriere della Sera 11 agosto. neto” che innescò una dura polemica giornalistica. Fatta eccezione per Botto e Micelli, ritroveremo ancora gli altri di lì comune censuario a poco nel Movimento Friuli: si vedano le voci Gruppo Giovanile e Fronte di Territorio appartenente a un comune ru- azione friulana. stico, considerato come ambito storico per le rilevazioni catastali iniziate e realiz- Emerografia 1967: Un processo ai politici, Mes- zate dai francesi dopo il 1805. saggero Veneto 9 febbraio; Gazzarra senza dibat- I tre comuni censuari di Basaldella del tito, Messaggero Veneto 10 febbraio; In sciopero Cormôr, Bressa e Campoformido, ad 6700 studenti per l’università friulana, Il Gazzet- esempio, comuni rustici esistenti prima tino 14 febbraio; La Regione assolverà l’impegno di di Napoleone, furono assemblati nel co- dare a Udine una università, Messaggero Veneto mune denominativo di Campoformido 15 febbraio; Udine avrà l’università ha dichiarato per effetto della riforma amministrativa ieri l’on. Elkan, Messaggero Veneto 19 febbraio; attuata nel Regno d’Italia. La posizione della Regione per l’università a Udine, L’assemblamento dei Comuni rustici fu Messaggero Veneto 26 febbraio; Incontro degli attuato perché si trattava di enti territo- studenti con il presidente Berzanti, Il Gazzettino riali troppo piccoli, e quindi troppo po- 26 febbraio; Quali sono le difficoltà dell’università veri per rendere agli abitanti i servizi ri- friulana, Il Gazzettino 3 marzo; Berzanti indica le chiesti dalla moderna convivenza, come esigenze dell’istruzione universitaria, Il Gazzettino l’anagrafe civile (dopo il Concilio di 21 marzo; Il senato dell’Ateneo triestino contro il de- Trento esisteva soltanto l’anagrafe par- centramento a Udine e Critiche di Berzanti agli op- rocchiale), l’istruzione elementare, la positori di una facoltà universitaria a Udine, Mes- certificazione delle cause di morte, ec- saggero Veneto 21 marzo; I giovani della Dc cetera. contrari al compromesso dell’università, Messaggero Veneto 7 aprile; I giovani Dc e l’Università, Il Gaz- zettino 7 aprile; Nuovi provos per l’Università?, Il comune denominativo Gazzettino 9 aprile; Domenico Zannier, Non può essere negato il buon diritto del Friuli, La Vita Cat- Si tratta generalmente di un comune ru- tolica 9 aprile; Il senato accademico di Trieste riesa- stico che dà il nome a un nuovo comune minerà le richieste di Udine, Messaggero Veneto 21 sorto per l’assemblamento di più comuni aprile; L’azione dei socialisti in tema di università, Il rustici nell’ambito della riforma ammini- 42 Gazzettino 25 aprile; Nessuna prospettiva per l’uni- strativa napoleonica. Fraforeano, ad esempio, comune rustico dotato di vicì- Udine e ampliato fino a comprendere nia, fu aggregato al comune rustico di Zugliano, Cortello, Cargnacco, Terenza- Ronchis (di Latisana), che divenne in tal no e Lumignacco. modo comune denominativo. Nel 1815 il territorio del Comune di Udine, per decisione del governo austria- co, si dilata enormemente, fino a inclu- comune rustico dere (ci limitiamo a indicare gli estremi) Adegliacco e Zugliano, Colloredo di Pra- Ente territoriale spontaneo, governato to e Lovaria. per antica consuetudine con formule di Nel 1816 il territorio comunale di Udine elementare democrazia, a tutela degli in- viene nuovamente ridimensionato per ef- teressi collettivi di un villaggio: sfrutta- fetto della ricostituzione dei comuni di mento dei pascoli pubblici e delle selve Paderno e Vât a nord e di Cussignacco a demaniali, viabilità vicinale, amministra- sud. Ma nel 1819 viene riportato alle at- zione dei beni delle chiese, elezione dei tuali dimensioni con l’esclusione di Go- parroci e delle cariche pubbliche (si veda dia e San Bernardo attribuiti al Comune la voce “vicìnia”). di Feletto. E finalmente, nel 1822, il Co- Si trattava di un ente medioevale, cioè di mune si consolida nei limiti attuali. un soggetto storico interessantissimo, Naturalmente ci furono altri rimaneggia- che si rivelò inadatto alla modernità e fu menti dei quali qui non è possibile dar soppresso da Napoleone. conto. Ci limitiamo a segnalare, per chi Per quantificare la riforma diremo che volesse approfondire l’argomento, l’ulti- nel Dipartimento di Passariano (Distret- mo titolo elencato in bibliografia. ti di Udine, Tolmezzo, Cividale e Gradi- A conclusione di questa breve scheda vo- sca d’Isonzo) i comuni erano 819 nel gliamo ricordare almeno il titolo e qual- 1808 e si ridussero a 135 nel 1812. che verso di una celebre poesia scritta da Si tenga peraltro presente che ci furono Giosuè Carducci: poi diverse riforme, o meglio controri- forme, anche durante il dominio austria- …o noci de la Carnia, addio! co, nel cinquantennio 1815-1866. Erra tra i vostri rami il pensier mio Lunga e travagliata, ad esempio, fu la de- sognando l’ombre d’un tempo che fu. finizione dei confini territoriali del Co- Non paure di morti ed in congreghe mune di Udine, qui ricostruita sulla scor- diavoli goffi con bizzarre streghe, ta di un saggio di Gino di Caporiacco. ma del comun la rustica virtù… Nel 1808 il Comune denominativo di Udine comprende i comuni rustici di Bibliografia: Gino di Caporiacco, I confini del Beivars, Chiavris, Cussignacco, Godia Comune di Udine, Corriere del Friuli, agosto-set- con San Bernardo, Paderno con Vât: fu tembre 1981; Gino di Caporiacco, La genesi poli- definito, quindi, nelle dimensione attua- centrica del Comune di Udine, in “Udin”, numero li. Ma nel 1812 il territorio udinese si re- unico della Società Filologica Friulana, 1983; stringe, perché i comuni rustici situati a Gianfranco Ellero, La pastorizia e le vicìnie udine- nord della città vengono assemblati nel si, in “Udin”, numero unico della Società Filologi- Comune di Paderno e Vât; quello di ca Friulana, 1983; Gianfranco Ellero, Il colmello di Cussignacco, a sud, viene staccato da Leonischis, Udine 1996. 43 IL CONFINE DEL FRIULANO A OCCIDENTE

Il confine linguistico a occidente non coincide con il confine storico del Friuli, segnato dal corso della Livenza.

confini di Bertolini e Rinaldi, i territori circum- lagunari durante la dominazione veneta Il Friuli è, grosso modo, un quadrilatero, appartenevano al Dogado: erano quindi ma uno soltanto dei suoi quattro confini sottratti alla diretta giurisdizione del luo- fisici è naturale e certo: il lido dell’Adria- gotenente di Udine. tico, fra la foce della Livenza e quella del Il confine settentrionale, naturale per il Timavo. Ragionando in termini storici, lungo tratto della catena paleocarnica, tuttavia, vediamo che non sempre coin- divenne parzialmente storico perché fra cise con i confini ecclesiastici e ammini- Pontebba, porta della Patria, e lo spar- strativi della Patria: il patriarcato di tiacque di Camporosso, c’era la Valcana- Aquileia aveva per confine le lagune, per- le, feudo del vescovo di Bamberg. Poi, fra ché a sud, dopo il 568 (venuta dei Lon- le accidentate Alpi Giulie e sul Carso il gobardi) si era formato il patriarcato di confine fu determinato dalla persistenza 44 Grado. E come si può vedere sulla carta di enti territoriali (feudi, diocesi, stati). La linea dello spartiacque, se si trascura- Il “Consorzio per la costituzione e lo svi- no le precarie riforme napoleoniche, fu luppo degli insegnamenti universitari”, raggiunta (e superata: Tarvisio è già nel costituito dal Comune di Udine, dalla vastissimo bacino danubiano!) soltanto Provincia di Udine, dalla Camera di alla fine della prima guerra mondiale. commercio e dalla (allora) Cassa di Ri- Il confine più stabile e duraturo, esplici- sparmio di Udine, fu approvato con de- tamente segnato sulle carte del Cinque- creto prefettizio il 27 novembre 1967, cento come limite fra la Patria del Friuli e ma già prima del riconoscimento giuridi- la Marca trevigiana, è quello occidentale, co aveva ottenuto un primo significativo segnato dal corso della Livenza. Se si con- successo: era riuscito, infatti, a ottenere sidera che si tratta di un ostacolo natura- dall’Università di Trieste il decentramen- le affatto trascurabile, si comprende facil- to della Facoltà di lingue e letterature mente che anche il confine occidentale è straniere, prima pietra di quel nucleo di a sua volta storico ed etnico, ed è proba- facoltà, “forse in un primo tempo legate bilmente un caso unico in Europa, perché a Trieste”, che secondo il Gentilli doveva sicuramente dura da non meno di due precedere la nascita dell’autonoma Uni- millenni. versità friulana. Il confine orientale fu, di fatto, mobile, e L’improvvisa apertura dell’Università di si spostò verso est o verso ovest a secon- Trieste era stata propiziata dal ministro da del vento che spirava in un determi- Gui e vistosamente annunciata dal nato periodo storico. Quel confine, fissa- “Messaggero Veneto” del 4 agosto 1967: to dal Trattato di pace nel 1947 e “Dichiarato in un comunicato emesso ie- ritoccato dal Trattato di Osimo trent’an- ri a Roma. Il ministro Gui favorevole al- ni più tardi, fu un segmento della “corti- la facoltà di lingue a Udine. Ha invitato na di ferro” dal 1945 al 1989. l’università di Trieste, la Regione e gli en- Si conclude che il Friuli è fondamental- ti locali friulani a predisporre gli atti ne- mente una regione storica. Sotto il profilo cessari all’istituzione. L’intesa raggiunta fisico, infatti, potrebbe essere considerato con il rettore Origone, l’assessore Giust e una parte della pianura padano-veneta. il professor Burtulo”. Furono subito aperte le iscrizioni, che in pochi giorni raggiunsero quota trecento Consorzio universitario in un clima di euforia. In realtà, come si legge sul sito Internet del Consorzio, era- La meno conosciuta fra le strutture uni- no iniziati “nove anni di sofferto rappor- ficanti, così definibili perché tutelano va- to con l’Università di Trieste”, che sol- lori di tutto il Friuli storico, come la So- tanto nel 1972, quando ancora una volta cietà Filologica Friulana e la si profilò una crisi per la cosiddetta unità Deputazione di Storia Patria per il Friuli, regionale, concesse il biennio di ingegne- è il Consorzio Universitario del Friuli, ria. che dal 1967 ha dapprima propiziato, Il secondo successo fu quello di aver ot- con opportune iniziative, la nascita del- tenuto, nel tempo, l’adesione dell’Ospe- l’Università di Udine, e poi ha svolto dale civile di Udine, della neocostituita un’efficace azione di raccordo fra la stes- Provincia di Pordenone, della Provincia e sa Università e il territorio. del Comune di Gorizia, del Comune e 45 della Camera di Commercio di Pordeno- ne: in tal modo, se si eccettua il Manda- mento di Portogruaro, il Consorzio era in grado di rappresentare, per gli scopi statutari, il territorio dell’intera Patria del Friuli. Importante e incisiva fu l’azione del Con- sorzio anche dopo l’istituzione dell’Uni- versità di Udine nel 1977 (ex articolo 26 della legge 546/77), al fine di incrementa- re il numero delle facoltà, in particolare quella di medicina, e per agganciare al ter- ritorio friulano l’Università di Udine. Nel frattempo andarono maturando nuove direttive politiche, che si trasfor- marono in norme nella legge 142/90, e il Consorzio fu costretto a rifondarsi il 10 maggio 1994.

Emerografia: Cadetto: l’azione per l’Università, Messaggero Veneto 23 novembre 1985.

Contadinanza

La prima conseguenza della conquista veneta del 1420 fu il ridimensionamento dei poteri del Parlamento della Patria del Friuli, che rimase in vita fino al 1805 ma come istituzione di facciata. Alla decadenza del Parlamento corrispo- se la nascita e la crescita di una nuova istituzione (nuova anche in Italia): la contadinanza, una specie di organizza- zione di classe, un sindacato avanti lette- ra dei contadini, che ne tutelava unitaria- mente gli interessi per il Friuli veneto. La Contadinanza nacque nel 1518 sotto la protezione di Venezia e con l’aiuto dei Savorgnan, che probabilmente la videro come un’arma contro gli odiati nobili strumieri filoimperiali. Inizialmente assemblava tutti i decani Case della Contadinanza a Udine, Fagagna e Ma- 46 delle ville della Destra e della Sinistra Ta- niago (prima del restauro). gliamento, che nel 1525 ottennero il po- riacco, che condusse una coraggiosa e in- tere di verificare i conti delle esazioni im- cisiva inchiesta sulla massoneria. Poi fu poste dal Parlamento. Poi gli stessi deca- ceduto ad altri e perse la sua funzione ni furono chiamati ad eleggere quattro originale di organo d’opinione sui grandi sindaci generali per la Destra e quattro temi di attualità e in particolare sull’au- per la Sinistra Tagliamento, che avevano tonomismo. anche il compito di custodire le armi del- Rileggiamo le prime righe del fondo sul le milizie paesane e la responsabilità di primo numero: “Con questo foglio a edi- una cassa particolare, nella quale versava- zione unica per tutto il Friuli storico, cioè no le imposte sui “fuochi”, ovvero sulle per le Province di Pordenone, Udine e Go- case rustiche. rizia, noi ci proponiamo di riempire un Anche la Contadinanza fu un’istituzione vuoto reale. Non esiste, infatti, e lo scri- unificante e identitaria. viamo con rammarico, un solo organo di stampa che sappia sviluppare una coscien- za comune in tutti i friulani. Dobbiamo “Corriere del Friuli” anzi osservare che le edizioni dei giornali più letti in Friuli, differenziate sulla base Periodico della Società Ecologica Friula- delle cicoscrizioni provinciali, forniscono na fondata nel 1973 da Gino di Capo- un tipo di informazione discriminata che riacco e altre sei persone, diretto per die- determina la divisione psicologica dei friu- ci anni da Gianfranco Ellero. lani in pordenonesi, udinesi, e goriziani, Il foglio fu progettato per occupare, nel- trasformando i limiti provinciali in barrie- l’opinione pubblica, il posto di “Friuli re che, sotto un certo punto di vista, sono d’oggi”, che non usciva più con cadenza più solide dei confini di Stato”. settimanale, cioè per tener vivo il fuoco La nascita del “Corriere” fu annunciata dell’autonomismo a livello giornalistico e con plauso il 7 ottobre 1973 dal “Mes- culturale senza preoccupazioni di partito. saggero Veneto”, il 13 dello stesso mese Il primo numero uscì il 15 ottobre 1973. da “La Vita Cattolica”, il 18 da “Il Gaz- La direzione di Ellero finì il 31 dicembre zettino”. Si unirono poi al coro “Int Fur- 1983, dopo 122 numeri. Su quelle pagine lane” di Etelredo Pascolo e il “Boletin fu attentamente proposta, sostenuta e cri- d’informazions del Fogolâr Furlan de ticata la lotta per l’Università friulana; l’Austrie” del 1° novembre, che riportò le scrupolosamente valutata la politica della parole del poeta e urologo goriziano ricostruzione dopo il terremoto del 1976; Franco de Gironcoli: “Il ‘Corriere del riportata alla luce della storia la nascita Friuli’ a dovaress diventâ, ta idee dal so della Regione e l’invenzione della Venezia diretôr, specialmentri la bandiere de cul- Giulia; condotta una dilatata indagine sul ture furlane di doman”. neorealismo friulano, il movimento artisti- co e letterario dei primi quindici anni do- Emerografia: Indice generale delle collaborazioni, po la seconda guerra mondiale che fu, per Corriere del Friuli ottobre 1976; Gino di Caporiac- il Friuli (ma non per la Venezia Giulia) co, Tutto il Corriere minuto per minuto, Corriere del una grande ed esaltante esperienza corale. Friuli giugno 1986; Di Caporiacco depone la penna Il giornale fu diretto per altri tre anni, ma promette battaglia di idee, Messaggero Veneto 28 cioè da 1984 al 1986 da Gino di Capo- novembre 1986. 47 D Defriulanizzazione di Gorizia La defriulanizzazione dev’essere parsa ec- cessiva anche alla redazione di “Voce Ison- È questo il titolo di un fondamentale tina”, organo della Diocesi di Gorizia, che contributo, critico e polemico, di Gianni di fronte alle proteste suscitate, persino fra Nazzi su una sottile operazione culturale i cattolici sloveni, per l’intitolazione del- e comunicativa in atto da molti anni per l’Auditoriun alla cultura friulana, ritenne defriulanizzare la Provincia di Gorizia, di dover intervenire il 1° marzo 1980 con che in tal modo sarebbe più agevolmente un editoriale intitolato “Non sparare alla annessa alla Venezia Giulia. storia”. Ecco qualche passo: “La più crassa Scomparse tutte le intitolazioni di gior- ignoranza della storia goriziana ed isonti- nali, riviste e istituzioni con il nome del na ha montato in questi giorni espressioni Friuli o l’aggettivo friulano in uso fino ai di meraviglia per la tabella dell’intitolazio- primi anni Venti – L’Agricoltore friulano, ne dell’Auditoriun alla cultura friulana co- La sentinella del Friuli, Il Friuli orientale, me stabilito a suo tempo dalla Regione”. Il corriere friulano…, Banca friulana, Bi- Dopo tante rinunce imposte dal fascismo blioteca popolare friulana, Partito po polare e dalle dolorose vicende del dopoguerra, friulano, Società accademica friulana… – dovrebbe oggi Gorizia anche “vergognarsi si è passati a goriziano, giuliano e isonti- del suo passato in tanta parte friulano”? si no, aggettivo, talvolta sostantivato, in domanda il giornale. Ci si dimentica, scri- uso soprattutto dopo la seconda guerra ve, che nel 1868 la città aveva sedicimila mondiale: Il coltivatore isontino, L’agricol- abitanti, diecimila dei quali erano friulani. tore isontino, Iniziativa Isontina, Bibliote- E dopo aver ricordato tutto ciò che i friu- ca statale isontina, Club enologico isonti- lani di Gorizia diedero alla cultura e alla no… civiltà del Friuli, un patrimonio sepolto C’è da aspettarsi ormai che qualcuno pro- dalla retorica nazionalistica italiana, can- ponga di eliminare la parola Friuli anche cellato anche dalla toponomastica urbana, dal nome dei Comuni di Capriva e Ma- il corsivista così conclude. “Ma che ai riano, che attualmente sono “del Friuli”. Friulani, per una volta, si dia a Gorizia un In questo quadro è davvero miracoloso il innocuo riconoscimento della loro cultu- fatto che il nuovo auditorium di Gorizia ra, che è una componente fondamentale sia stato intitolato alla “cultura friulana”, della cultura della città e della provincia ma i mass media locali fanno il possibile (anche se Gorizia sembra esservi disabi- per non nominarlo scrivendo “audito- tuata) […] trovi ancora qualcuno disposto rium di via Roma”, così come si astengo- ad una voce di protesta è madornale. Tan- no dallo scrivere per intero i nomi dei to più che non s’è mai protestato per l’a- 48 due comuni “del Friuli”. buso di retorica superata né per altre so- Nel 1593 fu stampato a Francoforte un libretto che raccoglieva quaranta traduzioni della Oratio dominica, ovvero del Pater noster. Fra queste la versione nella “Goritianorum & Foroiuliensium lingua”, cioè nella lin- gua dei Goriziani e dei Friulani. lenni dimenticanze, ignoranze, per cancel- p. 12, cfr. pure “Gioia” del 5 novembre lazioni e ricostruzioni che denunciano an- 1984, p. 43 ecc.). Questa notizia l’a- cor oggi un’incredibile violenza alla storia vremmo gradita apprendere anche dalla ed alla cultura, subita senza batter ciglio, stampa locale…”. senza mai tentare una parvenza di ripara- Contro questo andazzo aveva reagito, zione”. con la consueta vis polemica, anche Gino Parole sante, ma ahinoi rare, che convie- di Caporiacco per contestare a Francesca- ne capitalizzare in questo Dizionario. to e Salimbeni l’uso capzioso dell’aggetti- Contro la defriulanizzazione reagirono vo giuliano nel volume “Storia lingua e anche tre sacerdoti, Guido Maghet, Sil- società in Friuli” del 1977. vano Piani e Pino Trevisan, che su “Voce A conclusione della scheda vogliamo ri- Isontina” del 5 gennaio 1985 intervenne- portare il testo di una lettera inviata a ro per affermare la friulanità del premio “Voce isontina” per chiedere notizie sulla Nobel : “…crediamo utile fonte di una carta “antica” del Friuli, riportare anche ciò che la mamma dello pubblicata il 15 luglio 1978: scienziato, la signora Beatrice, e non una “Udine, 20 settembre. volta, ha tenuto a precisare: “Noi Rubbia Gentile Signor Direttore, soltanto oggi siamo friulani” (“Oggi”, 1984, n. 44, ho potuto leggere il numero del 15 lu- 49 glio del Suo pregiato giornale, e sono ri- masto colpito dall’antica carta del Friuli pubblicata a pagina 11, nella quale ap- pare la scritta “FRIVLI VENETIA JU- LIA”. La carta, in verità, è strana o forse nuova – ma non si finisce mai di impa- rare! – perché il confine orientale sembra ricalcare l’attuale confine di Stato, e a occidente risulta escluso dal Friuli il Mandamento di Portogruaro. Quest’ul- timo particolare mi induce a pensare che la carta deve essere stata disegnata dopo il 1838. Ad ogni modo, potrebbe gentil- mente dirmi da dove la carta è stata trat- ta per la riproduzione sul Suo giornale? Grazie e molti rispettosi saluti. Gian- franco Ellero”. Sembrerebbe disegnata fra Cinquecento e Seicen- to questa carta pubblicata su “Voce Isontina” il 15 La lettera, scritta in chiave benevolmente luglio 1978, ma i cartografi di quei secoli non se- ironica, non fu pubblicata, né al mitten- gnavano i confini (attuali!) e non potevano cono- te giunse una risposta privata. scere la Venetia Julia, inventata nel 1863…

Bibliografia: Gino di Caporiacco, Venezia Giu- lia la regione inesistente, Reana del Rojale 1978; Una ventina d’anni fa fu creata la Depu- Gianni Nazzi, La defriulanizzazione di Gorizia, tazione di Storia patria per la Venezia Giu- Udine 1991. lia, attualmente presieduta da Sergio Tava- no, con un ambito territoriale che dovrebbe coincidere con la regione così Deputazione di Storia Patria chiamata da Graziadio Isaia Ascoli nel per il Friuli 1863. Sono due le anomalie che si sono venute in tal modo a creare: la prima con- In ogni regione esiste un gruppo di storici, siste nel fatto che la Deputazione per la riuniti in deputazione riconosciuta dallo Venezia Giulia ha un ambito di compe- Stato, che ha il compito di studiare la sto- tenza che comprende l’Istria, cioè una re- ria nell’ambito territoriale di competenza. gione oggi appartenente alla Slovenia e al- La Deputazione di Storia patria per il la Croazia; la seconda riguarda la Friuli, istituita a Roma nel 1918 e attual- Provincia di Gorizia, studiata da entram- mente presieduta da Giuseppe Bergami- be le Deputazioni. ni, da più di ottant’anni studia il passato della nostra regione nelle sue dimensioni reali, e pubblica la rivista annuale “Me- Destra Tagliamento morie Storiche Forogiuliesi”. Basta la sua sola presenza per dimostrare, Se attribuiamo alle parole “Destra Taglia- scientificamente, l’estensione della regio- mento” il loro significato letterale e fisi- 50 ne in senso storico. co, dobbiamo dire che indicano tutte le terre comprese fra il Tagliamento e il Li- tòur. Dutis li fevelis furlanis, di cà e di là venza, le Prealpi Carniche e l’Adriatico. da l’aga, dai mons e dal plan, a spetin la Ma siccome furono quasi sempre usate, stesa storia, a spetin che i Furlans a si ine- dopo le riforme napoleoniche e austria- cuarzin di lour, e a li onorin coma ch’a che dell’Ottocento, per indicare la parte son degnis: fevelà Furlan a voul disi feve- occidentale della Provincia di Udine, là Latin”. hanno assunto nell’uso comune un signi- Ma che cos’è un dialetto? ficato più limitato, coincidente con l’e- Possiamo rispondere che fra un dialetto e stensione dell’attuale Provincia di Porde- una lingua c’è la differenza che passa fra none. un bambino e un uomo maturo. Il dialetto è in realtà un linguaggio logi- co, disciplinato da regole grammaticali, dialetto che può maturare e diventare lingua sol- tanto in determinate favorevoli condizio- Da sempre i friulani chiamano il loro ni socio-economiche e politiche. Per cre- idioma “lenghe” o “marilenghe” e usano scere dev’essere adoperato da una “massa il termine “dialet” per le varianti del friu- critica” di parlanti, non da poche perso- lano. È facile notare le differenze fra le ne, e per scopi non puramente comuni- aree dialettali del Friuli, talvolta percepi- cativi, ma anche in letteratura, cioè per bili anche in aree molto vicine: basta tal- scopi creativi; deve essere il codice comu- volta il Tagliamento per segnare una linea nicativo di un gruppo di prestigio e go- dialettale, come è facile dimostrare ascol- dere dell’appoggio politico, e così via. tando i parlanti di Casarsa e Codroipo, Quando il re di Francia stabilì che le sen- Spilimbergo e San Daniele. tenze nel suo regno dovevano essere scrit- Si sente dire che il friulano di San Da- te in lingua d’oil, la lingua d’oc, abban- niele è il più puro e bello, e la città del donata da giudici, avvocati, notai, attori, prosciutto si fregia del titolo di “Siene dal docenti di ogni ordine e grado, scrittori di Friûl”, ma anche a San Daniele si parla romanzi e poemi incominciò a indebolir- un dialetto del Friuli, perché quella par- si e a regredire a uno stadio dialettale. lata non è di uso generale. In Italia il dialetto siciliano era già creati- Il friulano dispone altresì di una koinè vo in letteratura prima che il dialetto o che “esiste almeno da quattro secoli ed è volgare toscano fosse trasformato in lin- stata creata ed usata dai nostri maggiori gua da Dante Petrarca e Boccaccio. scrittori, da Ermes di Colloredo, allo Zo- Il dialetto veneto, diffuso anche in Euro- rutti, alla Percoto. In una parola rappre- pa a livello diplomatico, avrebbe avuto senta, nell’ambito friulano, il tipo del molte carte da giocare per diventare una volgare illustre” (Giuseppe Marchetti). lingua superregionale o nazionale se, co- Spesso però i poeti preferiscono utilizza- me disse uno studioso, “nol ghe fusse sta re il loro dialetto nativo, rivendicato co- quel fiol de un can de un Dante”! me un diritto anche da Pier Paolo Pasoli- Della forza della letteratura nella promo- ni che scrisse: “Chel di là da l’aga a no zione delle lingue minori era convinto pol vantàsi, in confront dal nustri, di esi anche Pier Paolo Pasolini, che duramen- lenga, no dialet, propit parsè che, coma te criticava l’uso vernacolo o dialettale ch’i disevi, a no ’l à dat nissun grant scri- del friulano coltivato dalla Filologica, ma 51 predicò quasi in un deserto. di bessôi Il friulano, fino a pochi anni fa, era tra- mandato solo oralmente, era, cioè, una Era il motto in friulano che Tiziano Tes- vera lingua madre, che i bambini assorbi- sitori aveva adottato per la sua Asso- vano con il latte materno e poi coltivava- ciazione, significativamente chiamata no nella socialità familiare e paesana. “Patrie dal Friûl”, nel 1945: figura su un Ma una volta finita la cosiddetta civiltà cartiglio appoggiato agli artigli dell’aqui- contadina e superata la mentalità agraria, la patriarcale allora disegnata per Tessito- si è rotta anche la cinghia di trasmissione ri da Fred Pittino. delle parlate locali, qui come altrove in Eu- Pur essendo di trasparente significato ropa, e se si vuol tentare di prolungarne la – di bessôi significa da soli – ed efficace sopravvivenza bisogna ricorrere alla scuola, per sintetizzare lo spirito e i program- come previsto, per il friulano, dalla legge mi di quel cenacolo di coraggiosi auto- 482/99, votata dallo Stato italiano, antifa- nomisti, fu spesso citato, in seguito, scista sì ma non sempre, con almeno cin- come manifestazione di chiusura e di quant’anni di ritardo: la legge sarebbe sta- grettezza provinciale, se non proprio di ta sicuramente più efficace quando era xenofobia. diffusa una ben diversa sensibilità e sareb- Anche volendo trascurare il fatto, peral- be stato ancora possibile combinare l’azio- tro non marginale, che l’autonomismo ne familiare con quella scolastica. Le lin- era allora lecito in democrazia e molto gue parlate nel mondo, che erano 6.500 utile per approdare a un’autentica rifor- all’inizio del XX secolo, sono oggi ridotte ma regionalistica dello Stato, è quanto a 3.000: un grande cimitero di civiltà. mai trasparente la malafede di quanti dis- torsero il senso di quelle due parole: gen- Bibliografia: Giovan Battista Pellegrini e coll., te malata di nazionalismo e di statalismo ASLEF, Atlante storico, linguistico, etnografico friu- o di internazionalismo. lano, in sei volumi, Udine 1972 e seguenti; Gio- La malafede dei denigratori risulta chia- vanni Frau, I dialetti del Friuli, Udine 1984. rissima se andiamo a leggere i nomi di coloro che avevano raccolto l’appello di Emerografia: Giulio Nascimbeni, Perché muoiono i Tessitori. Rimandando il lettore a una dialetti. Il paradiso perduto della cultura contadina, pagina del terzo numero di questa colla- Corriere della Sera 8 novembre 1975; Elio Bartolini, na di studi su l’autonomismo, ci limitia- Difendiamo il friulano, ma con armi giuste, Il Piccolo no a citare Pier Paolo Pasolini e Giusep- 10 giugno 1982; Francesco Alberoni, Ormai l’italia- pe Marchetti, Siro Angeli e Ottavio no è solo un dialetto europeo, parliamo inglese, Corrie- Valerio, Gianfranco D’Aronco e Piero re della Sera 25 luglio 1978; Goffredo Parise, Macché Pezzè, Alessandro Vigevani e Lao Menaz- dialetto, piuttosto impariamo l’inglese, Corriere della zi Moretti… che si rifavevano alle idee di sera 24 ottobre 1985; Sabino Acquaviva, Ma l’inglese Hamilton e Jefferson, Tocqueville e Cat- non esclude il dialetto, Corriere della Sera 27 ottobre taneo, Proudhon e Mounier, don Sturzo 1985; Luciano Visintin, E se la scuola adottasse il dia- ed Einaudi: sarebbero questi gli uomini letto?, Corriere della Sera 19 marzo 1986; Arnaldo della chiusura? Baracetti, Sempre per il Friuli e la sua gente. Scritti e “Di bessôi”, come bene si evince dagli discorsi qui e in Parlamento, sezione In difesa della friu- scritti di Tessitori, Pasolini, D’Aronco e 52 lanità, Arti Grafiche Friulane, Tavagnacco 2003. altri, significava soltanto staccare il Friuli dal Veneto, cioè riconoscere alla Patria del Friuli il diritto di autoamministrarsi. Se non vogliamo l’autonomia, scrisse Tessitori, posto che la Costituzione pre- vede la riforma regionalistica, dovremo rassegnarci ad essere l’ennesima provincia del Veneto. E Pasolini di rincalzo: “Il Friuli non è Ve- neto, è Italia, questo sì, e c’è da arrossire anche soltanto a pensare il contrario...”. Ma, come è noto, nessuno è più sordo di chi non vuol sentire. di ca e di là da l’aghe

L’aghe, l’acqua per eccellenza, è per i friulani il Tagliamento che, scrisse Era- smo di Valvasone, “interseca et parte” la Patria. Le parole di ca o di là da l’aghe, di uso soltanto colloquiale, stanno dunque a si- gnificare che un luogo o una persona ap- partiene alla sinistra orografica del gran- Il “clap” con l’aquila bicipite segnava il confine fra de fiume (di ca) oppure alla destra (di là): il feudo imperiale di Teor e la Terra di Latisana. il senso geografico delle parole e il fem- minile in –e dimostrano che, così formu- late, le parole possono essere usate guar- di ca e di là dal clap dando il fiume da sinistra, diciamo da Udine per facilitare i lettori: è, infatti, Il confine fra il Friuli veneto e il Friuli evidente che queste parole acquistano un austriaco fu segnato, per quattro secoli significato specularmente contrario se conclusi alla fine della prima guerra pronunciate, con il femminile in –a, dal- mondiale, da cippi di confine nei pressi la destra della grande acqua. Per esprime- del fiume Judrio, popolarmente indicati re contemporaneamente l’appartenenza con il termine claps, sassi. alla Piccola Patria e l’autonomia cultura- Chi guardava il fiume da ovest diceva le e linguistica dal friulano centrale (Chel quindi che Gorizia, Gradisca, Cormôns, di là da l’aga a no pol vantàsi, in confront Mariano, Ronchi, Monfalcone, erano di dal nustri, di esi lenga, no dialet, propit là dal clap, cioè al di là del confine fissa- parsè che, coma ch’i disevi, a no ’l à dat nis- to nei primi anni del Cinquecento, e sun grant scritòur) nell’aprile del 1944 cancellato nel 1918, mentre Manzano e Pier Paolo Pasolini diede alle stampe una Palmanova rimanevano di ca dal clap. Si piccola rivista intitolata Stroligut di ca da trattava, naturalmente, di espressioni l’aga. soltanto orali e colloquiali. 53 diocesi e province Dipartimento del Passariano

Il territorio del Friuli storico risulta divi- Il 28 novembre 1805 le Frioul, cioè la so in tre diocesi e tre province, con terri- Provincia del Friuli con Udine capitale, fu tori non coincidenti. divisa in tredici distretti, fra i quali c’erano La diocesi di Concordia insiste sui terri- quelli di Gradisca e di Monfalcone (in tori della Provincia di Pordenone e del quello di San Vito al Tagliamento era in- Mandamento di Portogruaro, in Pro- cluso il territorio di Portogruaro fino al vincia di Venezia, nella Regione del Ve- mare e alla Livenza, oggi in Provincia di neto. L’arcidiocesi di Udine include Venezia e nella Regione del Veneto): sol- Sappada, in Provincia di Belluno e nella tanto la città di Gorizia, con le sue imme- Regione del Veneto. La diocesi di Gori- diate dipendenze, era rimasta all’Austria. zia comprende Aquileia in Provincia di Con decreto emanato da Saind Cloud il Udine. 29 aprile 1806, Napoleone scelse il Ta- gliamento quale limite fra i due diparti- menti del Friuli nei limiti sopra descrit- dipartimento ti, ma fino al dicembre 1807 gran parte del Friuli storico era rimasta nel Diparti- Il dipartimento, in lingua originale dé- mento del Passariano. (Verosimilmente partement, è una parte del territorio fu lo stesso Napoleone, memore del francese amministrata da un prefetto tempo trascorso nella Villa Manin di che assiste un consiglio generale. Gene- Passariano fra l’estate e l’autunno del ralmente i dipartimenti sono più picco- 1797, a suggerire il nome del Diparti- li di una regione storica e prendono il mento, ma i suoi funzionari, abituati a nome da un’acqua che li lambisce o li derivare dalle acque le denominazioni attraversa. L’Alsazia, ad esempio, è divi- territoriali, pensarono che Passariano sa nei due dipartimenti denominati fosse un fiume o un torrente di poca im- Haut Rhin e Bas Rhin, cioè Alto Reno e portanza, e così nacque il Dipartimento Basso Reno. del Passariano). Quando i francesi, dopo la rapida con- Nel frattempo Napoleone prese una de- quista e la fugace permanenza del 1797, cisione che ancor oggi esclude dalla Pa- ripresero il governo del Friuli nel 1805, tria del Friuli un lembo di territorio a attuarono profonde riforme amministra- sud-ovest: il 7 dicembre 1807, al fine di tive (nuova divisione del territorio in di- porre termine alle lamentele dei venezia- partimenti, accorpamento dei comuni ni, che non si rassegnavano al declassa- rustici, catasto generale…). mento subito nel 1797, “per provvedere ai bisogni della Nostra buona città di Ve- nezia” aggiunse al dipartimento dell’A- Dipartimento dell’Adriatico driatico terre sottratte ai dipartimenti del Basso Po, del Brenta, del Tagliamento e Circoscrizione amministrativa del Regno di Passariano, nel nostro caso la bassa d’Italia facente capo a Venezia, alla quale pianura sud-occidentale. nel 1807 Napoleone aggiunse il Manda- Anche i distretti erano stati ridotti di nu- 54 mento di Portogruaro. mero, e così, per la parte concernente la Patria del Friuli l’Almanacco reale del Bibliografia: Gino di Caporiacco, Ordinamenti 1808 presenta il seguente quadro: amministrativi in Friuli dal 1797, in “Una Provin- · Dipartimento dell’Adriatico con i di- cia nel terremoto”, Udine 1980; Roberta Corbelli- stretti di Venezia, Chioggia, Adria e ni e coll., Il Friuli nel 1807, Società Filologica San Donà; Friulana 1992. · Dipartimento di Passariano: Udine, Tolmezzo, Gradisca e Cividale; · Dipartimento del Tagliamento; Trevi- Dipartimento del Tagliamento so, Conegliano, Ceneda, Pordenone e Spilimbergo. Circoscrizione amministrativa facente In tal modo la Destra Tagliamento, stac- capo a Treviso, che nel 1807 incluse i di- cata lungo il fiume dal Dipartimento di stretti friulani di Pordenone e Spilimber- Passariano, risultava divisa in due parti go. dipendenti da capitali lontane: Pordeno- ne e Spilimbergo facevano capo a Trevi- so; Portogruaro a Venezia. divorzio da Trieste Dopo la guerra del 1809 l’Austria dovet- te cedere ai francesi Gorizia e le province Fu un’opzione caldeggiata dal Movimen- vicine, territori raggruppati nella circo- to Friuli delle origini e anche, più tardi, scrizione denominata Province Illiriche. da radio Onde Furlane, che raccolse no- Nel 1811, per effetto degli accordi di pa- vantatrémila firme in calce alla proposta ce, Tarvisio e Weissenfels furono inclusi di separazione. nel Regno d’Italia con Caporetto. Grande favore popolare incontrò l’ipotesi L’Austria, dopo la caduta di Napoleone di “divorzio” anche nel tempo del dibatti- nel 1815, volle subito riattivare il proprio to avviato e condotto da Vittorino Melo- sistema amministrativo, ma già nel 1814 ni sul “Messaggero Veneto”: era il 1984. aveva provveduto a separare il Circolo di Durante quel dibattito l’obiezione più so- Gorizia da quello di Trieste e il cosiddet- lida al progetto di divorzio fu quella solle- to Friuli veneto. In pratica ripristinò la vata dal professor Livio Paladin, illustre contea di Gorizia e Gradisca, a est del costituzionalista, il quale ricordò che a te- confine che l’Italia volle allontanare da sé nore dell’art. 132 della Costituzione, fra le nel 1915, e confermò l’assegnazione del- condizioni poste per creare nuove regioni la Destra Tagliamento a sud-ovest, il co- c’era quella del minimo demografico, fis- siddetto Mandamento di Portogruaro, sato in un milione di abitanti. Se anche ta- alla Provincia di Venezia. le minimo fosse stato raggiunto sul ver- Così, dopo tre secoli, il Friuli centro-oc- sante friulano, la Provincia di Trieste cidentale fu smembrato in nuove circo- sarebbe rimasta largamente al disotto del scrizioni amministrative con gravi riper- limite, e “non si può certo immaginare – cussioni identitarie: le divisioni scrisse – che la sola provincia di Trieste amministrative, infatti, non sono inno- venga aggregata ad altre Regioni ordinarie cue, perché creano divisioni nei tessuti ovvero finisca per formare l’unica zona del storici, sulle quali si dimensionano nuo- Paese sottratta alla riforma regionale”. ve forme mentali e talvolta anche lin- L’8 ottobre rispondemmo che “il 17 di- guistiche. cembre 1963 il Parlamento creò la regio- 55 ne del Molise, che conta, secondo un’at- Macor, Unità e autonomia, Voce Isontina, 3 gennaio tendibile fonte statistica, 330.475 abi- 1987; Trude Polley, Udine will Haupstadt werden, tanti, cioè poco più di quelli della Pro- Kärntner Tageszeitung, Klagenfurt 9 gennaio 1987; vincia di Trieste […]. Egli dimentica poi Grazia Fuccaro, Regione Friuli è l’ora della verità, in- che il modello Trentino-Alto Adige fu tervista a Vittorino Meloni, La Vita Cattolica 17 realizzato anche attraverso la creazione di gennaio 1987; Celso Macor, Unità e autonomia, Vo- due Province autonome di Trento e Bolza- ce Isontina 3 gennaio 1987; Fulvio Salimbeni, Pic- no, enti non previsti, a quanto mi risul- cole e grandi patrie, Voce Isontina 17 gennaio 1987; ta, dal testo originale della Costituzione. Mauro Nalato e Grazia Fuccaro, Regione Friuli? Ec- Perché, dopo tanto, dovremmo impedir- co le vie per arrivarci, La Vita Cattolica 24 gennaio ci di pensare che sia possibile dare alla 1987; L.P., Ancora sulla “Regione Friuli” pro e contro Provincia di Trieste un’autonomia regio- con variazioni, Il Momento, Pordenone febbraio nale o, in subordine, un’autonomia pro- 1987; Gino di Caporiacco, Coraggio di progettare fu- vinciale? Le norme del diritto sono sanci- turo, Il Momento, Pordenone febbraio 1987. te da leggi, che possono essere mutate per volontà del Parlamento, e non riesco pro- prio a capire perché il professor Paladin Dizionario Biografico Friulano le consideri immutabili. È certo in ogni caso che i precedenti ci autorizzano a Di grande importanza storica e culturale progettare ogni soluzione, e quindi il li- per la ricomposizione del Friuli storico è mite del milione d’abitanti non può esse- il Dizionario Biografico Friulano, scritto re una delle cause collanti, e quasi un eli- da Gianni Nazzi e altri collaboratori, sir di lunga vita della Regione giunto alla IV edizione nel 2007. Friuli-Venezia Giulia così com’è”.

Emerografia: Inchiesta giornalistica del “Messagge- Ducato longobardo ro Veneto” sulle due regioni, dicembre 1986 e gen- naio 1987, avviata da Vittorino Meloni con un fon- Fu istituito da Alboino, re dei Longobar- do intitolato Il Friuli da fare, pubblicato il 14 di nel 568 d.C., ponendo agli ordini di dicembre 1986. Numerose interviste a cittadini di Gisulfo, suo nipote, la regione composta Udine, Trieste, San Daniele, Rivignano, Tarcento, dai quattro municipi romani di Aquileia, Tavagnacco, Tolmezzo, San Vito al Tagliamento, Forum Iulii, Iulia Concordia e Iulium Majano, Manzano, Remanzacco, Morsano di Stra- Carnicum. Gisulfo fu il primo duca di da, Pontebba, Forgaria, Villa Santina, San Giorgio Forum Iulii, una città che per i Longo- di Nogaro, Campoformido, Pagnacco, Ragogna, bardi era la Civitas Austriae, la città del Osoppo, Moimacco, Torreano di Cividale, Treppo sud quando la guardavano dal Danubio. Grande, Moggio…con corale adesione alla Regione Da fuori si finì per credere che duca di Friuli. Fra gli interventi più importanti segnaliamo, Forum Iulii significasse capo di una re- dopo il fondo di Vittorino Meloni del 14 dicembre, gione chiamata F[o]riuli, e così il nome i seguenti: G.N., Il Friuli dimentica quanto Trieste ha passò dalla città al territorio. dato alla regione, Il Piccolo 30 dicembre 1986; Vit- Quel ducato in funzione difensiva, che torino Meloni, Chi c’è dietro?, Messaggero Veneto 31 ricalcava la Carnia protostorica, diede il dicembre 1986; Piero Fortuna, Friuli e Trieste aria di nome e la dimensione alla Patria del 56 divorzio, Friuli nel Mondo gennaio 1987; Celso Friuli. E europeista lo Stato accentratore, burocratico e auto- ritario. […] Che tale autonomia non sia Quando nacque il Movimento Friuli, nel in contrasto con l’ordinamento federale 1966, ci fu chi affermò l’incompatibilità di una Europa unita, l’Assemblea del dell’autonomismo con gli ideali europei- “Movimento Friuli” lo ha capito perfet- sti. Rispose il dottor Guido Comessatti tamente. Proprio perché – nella maggio- con una lettera pubblicata il 20 aprile re e forse anche nella minore capitale – vi 1966: “Sul “Messaggero” di lunedì 18, è ancora chi vorrebbe trattarlo da “mar- che riporta la cronaca dell’assemblea re- ginale”, il Friuli non intende esserlo nel gionale del “Movimento Friuli”, leggo contesto di quell’Europa che si va fatico- che “il federalista dottor Comessatti ha samente costruendo, ed è già così fami- ravvisato nell’aspirazione di estremo au- liare ai suoi figli, i quali vi hanno ovun- tonomismo del Movimento uno spirito que portato il contributo del loro lavoro, che non sarebbe, a suo dire, in contrasto guadagnandosi così il diritto ad una cit- con gli ideali europeisti”. Per quel che mi tadinanza europea ideale, ancor prima riguarda, non è a mio dire, cioè secondo che federale”. una interpretazione personale ed opina- Questa risposta, così nobile e circostan- bile, esser lo spirito autonomistico com- ziata, avrebbe dovuto tracciare una linea patibile con gli ideali federativi, europei e di “fuori gioco” ideologico e storico, ma non europei. Molto prima e con ben al- così non fu se un certo P.D., su “La Vita tra autorità di me, lo hanno affermato Cattolica” del 12 maggio 1968 scrisse: pensatori e statisti da Hamilton a Jeffer- “Di fronte ad una Europa che abbisogna son, da Tocqueville a Cattaneo, da di essere oggi più che mai unita e forte, la Proudhon a Mounier a don Sturzo, da politica dei “bessôi” non solo è contro- Einaudi a J. Kennedy, per tacere dei vi- producente ma deleteria”. Ma in seguito venti. Proprio nel rispetto delle autono- nessun polemista si avventurò più su un mie e delle libertà locali, essi hanno po- terreno ritenuto palesemente sterile. sto il fondamento di una moderna società federale, come lo dimostrano due Emerografia: Guido Comessatti, Autonomia e fe- paesi a popolazione multinazionale come deralismo, Messaggero Veneto 20 aprile 1966; gli Stati Uniti e la Svizzera, nei quali la P.D., Il “Movimento Friuli” e gli elettori friulani, La democrazia non è una etichetta di como- Vita Cattolica 12 maggio 1968; Guido Comessat- do. Fra le strutture federative all’interno ti, Il Friuli e l’Europa, Friuli d’oggi 23 maggio e al di sopra degli Stati, non vi è diversi- 1968; Fausto Schiavi, L’Europa delle regioni, Friuli tà che di grado e di ampiezza. Il federali- d’oggi 27 febbraio 1969; Fausto Schiavi, Regioni smo è la concezione opposta a quella del- monoetniche, Friuli d’oggi 29 ottobre 1970. 57 F Fieste dal 3 di Avrîl Forum di Aquileia

È il giorno in cui si celebra la Festa della Dopo le fiammate del Movimento Friuli Patria del Friuli. La prima edizione si prima maniera (1966-1972) e i contribu- svolse ad Aquileia il 3 di aprile 1977, no- ti ideologici del “Corriere del Friuli” vecentesimo anniversario del diploma di (1973-1983), il dibattito sull’autonomia Enrico IV, che concesse a Sigeardo, pa- friulana si riaccese nel 1984 per merito triarca d’Aquileia, l’investitura feudale, del “Messaggero Veneto”, che dapprima con prerogative ducali, sulla contea del pubblicò i testi di numerosi interventi e Friuli, creando lo Stato patriarcale. poi li raccolse in un libro intitolato Grande protagonista dell’edizione inau- “Quel trattino” (che ancora in quel tem- gurale, organizzata dal Gruppo “Glesie po univa la parola Friuli alle parole Vene- Furlane” in collaborazione con il Movi- zia Giulia nella denominazione ufficiale mento Friuli, fu don Francesco Placerea- della Regione). ni, al quale fu poi intitolato l’Istitût La- Di Regione Friuli si riparlò nell’estate del din-Furlan, che da molti anni coordina 1987, per merito di sette “saggi” riuniti gli eventi celebrativi. in Forum, che il 20 settembre di quel- Dopo diverse edizioni in tono minore, l’anno chiamarono al dibattito nella Vil- l’Istitût riuscì a trasformarla in un even- la Manin di Passariano tutti i partiti po- to annuale in collaborazione con i Co- litici e numerose associazioni. muni che via via la accolsero con grande Sulla base di quel dibattito Raimondo disponibilità: Codroipo, Dignano, Sede- Strassoldo redasse poi una relazione invia- gliano, Valvasone, Spilimbergo (due vol- ta a tutti i partecipanti al convegno, ai po- te), San Daniele (due volte), Udine, litici, agli organi di stampa, che fu ripresa Ajello, Mereto di Tomba, Lestizza, Santa in sunto anche nella IV edizione della Maria la Longa, Bordano, Ovaro e Cor- “Storia dei friulani” di Gianfranco Ellero. mons. Il documento definisce “deboli” le ragio- Dopo il 2000 la manifestazione ha otte- ni storiche e linguistiche addotte dagli au- nuto l’adesione dei presidenti delle Pro- tonomisti per reclamare una regione sol- vince di Gorizia, Pordenone e Udine, e tanto friulana, perché la matrice dei vescovi delle tre diocesi del Friuli, as- nazionalistica e ottocentesca appariva ob- sumendo in tal modo un significato uni- soleta nell’Europa occidentale del 1987 e tario e unificante per il territorio dell’an- più ancora oggi, dopo il crollo del muro tica Patria del Friuli. di Berlino e la nascita dell’Europa, unita Nel 2007, per il trentennale, la fieste è anche dall’adozione della moneta unica. 58 tornata ad Aquileia. D’altra parte “deboli” apparivano, allora e ancora di più oggi, le argomentazioni eco- minimo sforzo di ingegneria costituzio- nomiche, politiche e costituzionali che nale: un trattino di penna nel nome e il vengono correntemente proposte per so- cambio del nome del capoluogo. Essa ri- stenere l’unità della regione Friuli-Venezia chiede poi un certo costo di trasferimen- Giulia. Il documento definisce “mito sen- to fisico degli uffici centrali; ma si tratta, za fondamento” la complementarità delle più che di un costo netto, di un investi- due economie, agricola e industriale in mento di valorizzazione di un gioiello ur- Friuli, terziaria a Trieste, perché “l’econo- banistico. La proponiamo perciò con mia moderna non si svolge in spazi ri- molta serietà all’attenzione del movimen- stretti; essa ha orizzonti nazionali e inter- to autonomista e delle forze politiche nazionali e, soprattutto, non ha riguardo istituzionali”. per i confini amministrativi”. Da parte nostra, per aggiornamento, possiamo rilevare che la Regione fu tenu- friulani ta in frigorifero per quindici anni perché ritenuta pericolosa lungo il confine Popolazione del Friuli. Ma quando lo sta- orientale: oggi quel confine, dopo la ca- tus non è puramente anagrafico o residen- duta del comunismo, il disfacimento del- ziale, i friulani assumono caratteri partico- la Jugoslavia e l’ingresso della Slovenia lari, ereditati dalla loro civiltà cristiana e nell’Europa unita assume un significato contadina: la lingua, la religione, la men- del tutto diverso. talità, l’architettura rurale, la cucina… Quel Forum si dimostrò ovviamente favo- Fino a cinquant’anni fa erano quasi tutti revole a una regione soltanto friulana, ma cattolici praticanti e friulanofoni (nell’a- si dichiarò favorevole ad altre soluzioni so- rea di diffusione dei dialetti friulani al- prattutto “per amor di Gorizia”, cioè per l’interno del Friuli storico); oggi il nu- non costringere Gorizia, già provata da mero dei parlanti è sensibilmente tante vicende laceranti, a scegliere fra il diminuito per abbandono e per voglia di Friuli, al quale appartiene per lunga tradi- omologazione, sotto la pressione della zione storica, e la Venezia Giulia, nella scuola e della televisione in lingua italia- quale fu inserita dalla storia recente. na, e anche drasticamente ridotto è il nu- In conclusione il Forum propose una Re- mero di coloro che “santificano le feste gione Unitaria Friuli, con autonomia dif- comandate”. ferenziata per Trieste e capitale a Palma- Pesanti responsabilità hanno anche i ge- nova: a giudizio dei “saggi” era quella la nitori, convinti di aiutare i figli “a far be- soluzione “più adatta per armonizzare ne a scuola” adottando in famiglia un ita- opposte esigenze, quella dell’autonomia liano povero e televisivo, spesso “leât cul friulana e quella del mantenimento del- filistrin” e intarsiato di calchi (“sono die- l’unità regionale”. tro a fare da mangiare”, traduzione lette- Anche questa soluzione tuttavia “richiede rale di “o soi daûr a fâ di mangjâ”…), e – oltre, ovviamente, l’improbabile con- gli insegnanti, che lo Stato abilita all’in- senso politico di Trieste, degli esuli, dei segnamento dal Brennero a Pantelleria, nazionalisti e dei burocrati – comunque anche nelle scuole materne ed elementa- una revisione dello statuto e quindi della ri, senza pretendere che conoscano le cul- Costituzione. Ma è quella che richiede il ture locali. 59 Fino a pochi anni fa, diciamo cinquan- elementari e medie, grazie anche al soste- ta, si diventava friulani semplicemente gno delle istituzioni locali. L’insegnamen- per nascita e convivenza, nelle famiglie e to del friulano deve essere richiesto dai ge- nei paesi: oggi si è friulani soltanto per nitori degli alunni. La maggior parte delle scelta. famiglie chiede l’insegnamento della lin- Su “Friuli d’oggi”, settimanale del Movi- gua friulana e più di 1.000 docenti si so- mento Friuli, nel tempo di Fausto Schia- no resi disponibili ad insegnarlo. vi fu ripetutamente stampato questo Il problema è comunque delicato e di “memento”: “Friulano è colui che – a non agevole soluzione. Il friulano a scuo- prescindere dalle sue origini, dal suo cen- la, anche sotto l’aspetto storico e cultura- so, dalla sua istruzione – ama il Friuli al le, è comunque una necessità se si vuol punto di voler inserirsi nella sua tradizio- capitalizzare il patrimonio della nostra ne culturale, nel suo spirito unitario, per piccola civiltà, cristiana, contadina e comprendere meglio i problemi di questa aquileiese. terra e battersi meglio per la loro rapida e soddisfacente soluzione”. Emerografia: Gianfranco Ellero, Il friulano a scuo- la, La Panarie 1970; Gino di Caporiacco, Friulano: Bibliografia: Carlo Tullio Altan, Noi friulani, La lingua e cultura, Friuli Sera 23, 24, 25 luglio 1974; Stampa 24 maggio 1976; Carlo Tullio Altan, Tra- Giorgio Faggin, La lenghe furlane e i sfueis talians, dizione e modernizzazione. Proposte per un pro- La Vita Cattolica 18 gennaio 1975; Luigi De Bia- gramma di ricerca sulla realtà del Friuli, Udine sio, Il catechismo in lingua friulana dei patriarchi ve- 1981; Carlo Tullio Altan, Udine in Friuli, Tava- neti, Corriere del Friuli gennaio 1976; Gianfranco gnacco 1982; Natalia Archipovna Krasnovskaja, Ellero, Insegnare friulano?, La Vita Cattolica 11 I Friulani, I edizione Mosca 1971; II edizione in marzo 1978; Lingua e cultura friulana nella scuola italiano a cura di Liliana Cargnelutti, con il tito- dell’obbligo, Corriere del Friuli febbraio 1979; An- lo di Tradizioni popolari e cultura materiale in na Casasola, Friulano e media: giornali, radio, tv, in Friuli, Ribis, Udine 1980; Albino Comelli, Com- “Friulano, lingua viva”, Udine, 2006. ponenti psicologiche dell’emigrazione friulana, in “Rassegna Ifres” n. 6, Udine 1972; Andreina Ni- coloso Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, Friuli amministrativo Chiandetti, Reana 1982-1983; Alberto Raffaelli, Autoritarismo e anomia in Friuli, in “Rassegna I primi cartografi usavano l’espressione Ifres” n.6, Udine 1972; Raimondo Strassoldo, Patria del Friuli per indicare tutta la re- Processo ai friulani: pregi o difetti?, Corriere del gione; poi, correttamente, dopo il 1516 Friuli 1 novembre 1973. scrissero Friuli Veneto per indicare la parte della Patria inclusa nella cosiddetta Terraferma, amministrata da un luogote- friulano a scuola nente insediato a Udine. Esistevano tut- tavia anche il luogotenente di Cividale, il L’insegnamento della lingua friulana nelle governatore di Palma, la Terra di Latisa- scuole è stato introdotto ufficialmente na, i territori del Dogado lungo la costa, grazie alla legge 482/99. In realtà, da di- i feudi imperiali inclusi ed esterni, come verso tempo alcuni insegnanti utilizzava- si vede sulla Carta del Friuli al cadere del- 60 no la lingua friulana nelle scuole materne, la repubblica Veneta di Gian Lodovico Bertolini e Umberto Rinaldi. Il Friuli Ve- neto era, quindi, un’aggregazione di più entità feudali e amministrative in conti- guità territoriale. Anche Napoleone, quando scrive nei suoi decreti “le Frioul” – per esempio nel de- creto 30 marzo 1806, emesso per erigere “en Duchés grands-Fiefs de Notre Empi- re les provinces ci-après désignées” – esprime un’entità amministrativa dagli incerti confini, che sarebbe poi stata smembrata nei dipartimenti di Passaria- no, del Tagliamento e dell’Adriatico, la- sciando all’Austria dapprima Gorizia, poi Francesco Giuseppe in visita a Gorizia il 29 set- anche Gradisca. tembre 1900. Dopo il 1866 si iniziò a identificare il Friuli con la Provincia di Udine che, co- me sappiamo, non comprendeva il Man- Friuli austriaco damento di Portogruaro e il Friuli orien- tale o austriaco. Il Friuli austriaco, dapprima arciducale, poi Molti anni più tardi il gauleiter Rainer imperiale, comprendeva la contea di Gori- scriverà che della Zona di operazioni “Li- zia e Gradisca (inclusa, con l’Istria e le iso- torale Adriatico” fanno parte il Friuli le di Cherso e Lussino, in una regione am- (leggasi Provincia di Udine come sopra), ministrativa dell’impero denominata Gorizia, Trieste… Ancor oggi si dice e Küstenland o Litorale) e anche alcuni feu- si scrive, con parole limitanti, e quindi di all’interno del Friuli Veneto, al di là dei errate, che dopo il 1866 il Friuli fu an- quali, verso sud-est, rimaneva, in domi- nesso al Regno d’Italia. nio veneto, il Territorio di Monfalcone. Contro tale luogo comune ripetutamen- Dopo il 1866 netta fu la spartizione sul te intervennero, anche in tono polemico Judrio fra Friuli austriaco, comprensivo a ma con scarsi risultati, “Friuli d’oggi” e questo punto del Territorio già veneto di “Int Furlane”: Gino di Caporiacco anche Monfalcone, e Friuli italiano o, come si sul “Messaggero Veneto”. diceva, ex-veneto. Il Friuli amministrativo, in conclusione, è esistito soltanto fra il 1923 e il 1927, quando quasi tutto il territorio dalla Pa- Friuli climatico tria era contenuto in una sola provincia denominata “del Friuli”, che escludeva Secondo il geografo Giuseppe Gentilli, sul peraltro il Mandamento di Portogruaro a territorio friulano insistono dieci distinte occidente, e includeva la Slovenia occi- zone climatiche. Complessivamente si dentale fino a Postumia. può dire che in Friuli piove molto, nevica Oggi nessuna circoscrizione amministra- poco, è rara la nebbia, talvolta grandina tiva chiaramente delimitata porta il no- soprattutto ai piedi delle Prealpi. I mesi me del Friuli. più piovosi sono maggio e novembre. 61 1 2

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Le dieci zone climatiche del Friuli secondo Giuseppe Gentilli: Il Friuli. I climi, CCIAA, Udine 1964.

La vera discriminante fra il clima friula- Le varianti delle dieci zone sono natural- no globalmente considerato e quello pa- mente prodotte da vari fattori, come l’al- dano-veneto è la nebbiosità: il fiume Fiu- titudine, la distanza dal mare e l’esposi- me, che da Arzene, per Orcenico zione ai venti dominanti: la bora e il inferiore, Fiume Veneto, Pasiano di Por- tramontano d’inverno, lo scirocco e il sò- denone scende verso Meduna di Livenza, fego d’estate. Conseguentemente, Gori- segna il confine fra il clima padano-vene- zia, la Nizza austriaca, ha un clima simile to, frequentemente e intensamente neb- a quello della Liguria, mentre la pianura 62 bioso, e quello friulano. udinese, ad esempio, è molto meno mite. Friuli della diaspora “Friuli d’oggi”

Esiste un Friuli più grande e meno visi- Organo del Movimento Friuli, mensile bile di quello contenuto fra le Alpi orien- dal marzo 1966 al dicembre 1967, setti- tali e l’Adriatico, il Carso e la Livenza: manale fino al giugno 1973, poi quindi- quello della diaspora. Quanti saranno i cinale, infine saltuario. Trascurando i “di- “furlans pal mont”? Nessuno li ha conta- rettori responsabili” e i proprietari o ti. Ma un giorno Chino Ermacora andò editori, figure giuridiche volute dalla leg- a trovare le loro colonie nei cinque con- ge, la direzione politica del mensile fu di tinenti, e poi volle che la “Nostalgia di Gianni Nazzi, quella del settimanale di focolare”, titolo di uno dei suoi libri, tro- Gianfranco Ellero, entrambi insegnanti vasse un legame, un ponte almeno senti- di professione. mentale nell’Ente Friuli nel Mondo e nel Per non equivocare sul concetto di dire- mensile che si stampa dal 1952. Sco- zione politica, è necessario specificare che primmo così che il “Friuli migrante”, ti- la funzione non era limitata alle scelte ri- tolo di un libro di Lodovico Zanini, ave- guardanti la linea del giornale e gli scrit- va scritto pagine memorabili nel più ti da pubblicare: comportava l’onere del- vasto mondo, popolando talvolta villaggi la stesura di alcuni articoli per ogni o cittadine che, come in Argentina e in uscita; la lettura e l’adattamento degli Romania, ancora parlano il friulano, e originali; la titolazione, l’impaginazione, talvolta lascia un nome friulano su pro- la correzione delle bozze per le quattro dotti di straordinaria diffusione, come la pagine (talvolta sei) di ogni numero, tira- vasca per idromassaggi Jacuzzi. E ad to in seimila copie. Il tutto per il modico Avellaneda, un gruppo di emigranti del rimborso spese di lire dodicimilacinque- Friuli orientale volle che lo scaglione ne- cento a numero nel periodo del settima- ro in campo bianco, simbolo di Udine, nale. Considerando che i lavori sopra capitale del Friuli storico, fosse posto al specificati comportavano non meno di centro dell’arma della nuova città. venti ore settimanali, metà delle quali notturne (di solito per scrittura e corre- Bibliografia: Lodovico Zanini, Friuli migrante, zione delle bozze), il rimborso era di sei- Udine 1946; Chino Ermacora, Nostalgia di focola- centoventicinque lire, in quel tempo pa- re, a cura di Dino Virgili, Udine 1967; Gino di ri a un dollaro, all’ora! Caporiacco, Storia e statistica dell’emigrazione dal Doveva essere evidente per qualsiasi uo- Friuli e dalla Carnia, 2 vol., Udine 1967 e 1969; mo sensato che si trattava di un piccolo Maria Iliescu, Le frioulan à partir des dialectes par- miracolo di programmazione e di dedi- lés en Roumanie, Paris 1972; Gianni Frau, I rume- zione, realizzato anche per la puntualità ni che parlano friulano, Il Gazzettino 5 agosto della tipografia e la solerzia della segrete- 1977; Gino e Alberto di Caporiacco, Coloni friu- ria del Movimento: il giornale, impagi- lani in Argentina, Udine 1978; Ottorino Burelli, nato il mercoledì, mattina o pomeriggio, Sergio Gervasutti, Friuli nella Pampa, Udine veniva stampato in seimila copie e conse- 1978; Gino di Caporiacco, L’emigrazione dalla gnato il giovedì, etichettato e spedito il Carnia e dal Friuli, Ente Friuli nel Mondo 1983; venerdì, consegnato dalla posta il sabato Gianfranco Ellero, Fôr pal mont, Università della o, al massimo, il lunedì! Terza Età, Spilimbergo 2002. Ciononostante pochi giornali, crediamo, 63 furono più criticati di “Friuli d’oggi”, ma direttore dello stesso dal 1º gennaio dall’interno del Movimento, non dall’e- 1968, diede le dimissioni il 16 giugno sterno, dove era temuto dagli avversari e 1973, e non intende esprimere giudizi ammirato! Il professor Guido Calgari del- sulla gestione successiva). l’Università di Friburgo lo definì il mi- glior giornale in Europa al servizio di una comunità etnicamente riconoscibile. Friuli fisico Alcuni lo volevano tutto in friulano (Fau- sto Schiavi rispondeva che il giornale del Il territorio dell’antica Patria del Friuli, Movimento Friuli doveva essere imme- compreso fra i fiumi Livenza e Timavo, le diatamente leggibile in Prefettura e al Vi- Alpi Carniche e Giulie e l’Adriatico. Per minale e anche nelle case di quanti dice- alcuni fenomeni, come le vaste brughiere vano di non capire il friulano); altri lo permeabili drenate da risorgive, può essere pretendevano più a sinistra e “nazionalita- assimilato alla valle padana; ma per altri, rio”; altri ancora lo consideravano troppo per esempio il mare parallelo alle monta- personale, cioè troppo aderente agli inte- gne da ovest a est, le lagune, l’abbassa- ressi del direttore (e come può un uomo mento della catena alpina (si paragoni il inventare interessi che non ha, se quanti picco del Coglians a 2.282 m.s.l.m. e lo si si erano impegnati a scrivere almeno un confronti con la sommità del Monte Bian- articolo al mese non scrivono? Conscio co a 4.810), il diffuso carsismo e la sismi- del grande onere che sarebbe caduto sulle cità, assume un carattere molto diverso. spalle del direttore, era questa la condi- Se poi si considera che i fattori fisici con- zione posta da Schiavi a se stesso e ad al- dizionano i climi e viceversa, si compren- cuni membri eminenti del MF, fra i qua- de facilmente che il Friuli non è padano. li c’era anche don Placereani). Alcuni, Lo studio scientifico e sistematico del infine, durante la presidenza Nazzi Friuli fisico ebbe inizio nel 1866, con la (1972), riuscirono a scrivere articoli in fondazione del Regio Istituto Tecnico di friulano con una grafia che contemplava Udine. Vi si dedicarono Torquato Tara- l’uso del ‘K’, rendendo naturalmente ste- melli, autore della “Carta geologica del rile il messaggio da loro stessi lanciato, e Friuli” nel 1868 e di numerose indagini non soltanto per ragioni grafiche: la gran geologiche sulle nostre montagne; Gio- parte dei friulani non si consideravano in- vanni Clodig, studioso di meteorologia; fatti una minoranza oppressa, come si Giovanni Marinelli, geografo e maestro leggeva su “Sinistra Universitaria”, e non della Scuola geografica friulana; Giovan- volevano saperne del mininazionalismo ni Falcioni, autore dello studio su “I mu- alla Sergio Salvi, l’autore de “Le nazioni lini da grano in Provincia di Udine” pub- proibite” e “Le lingue tagliate”. blicato nel 1876, e altri docenti Nel numero datato Pasqua 1972 com- dell’Istituto, che nel 1874 diedero vita al- parve in un riquadro intitolato “Jessi fur- la Società Alpina Friulana. lans” la traduzione in friulano di “Etre Di quegli studi, e dei contributi degli stu- basque”, come se le istanze dei baschi diosi di storia, arte, lingua, folclore, si nu- fossero esattamente le nostre! trì la grande Guida del Friuli, il cui primo (L’autore di questo dizionario, collabora- volume, intitolato “Illustrazione del Co - 64 tore del giornale fin dal primo numero e mune di Udine”, fu pubblicato nel 1886. I fiumi disegnano l’intero volto del Friuli storico. Fonte: La Vita Cattolica 1975.

Bibliografia: AA.VV., Guida del Friuli, Società na Friulana 1924/25; Olinto Marinelli, Guida Alpina Friulana, Udine 1930; AA.VV., Prealpi delle Prealpi Giulie, Società Alpina Friulana Carniche, Società Alpina Friulana 1986; AA.VV., 1912; Olinto Marinelli, Il Friuli come tipo di re- La Carnia. Quaderno di documenti, Civico Mu- gione naturale, Rivista Geografica Didattica seo Revoltella, Trieste 1975; Alvise Comel, Car- 1917; Giulio Kugy, Le Alpi Giulie, da “La vita di ta dei terreni agrari della Provincia di Udine, Fi- un alpinista”, vol. I, traduzione di Ervino Pocar, renze 1973; Egidio Feruglio, Le Prealpi tra Milano 1932; Brigitte Prost, Le Frioul région l’Isonzo e l’Arzìno, Udine 1925; Michele Gortani, d’affrontements, Editions Ophrys, Gap 1973; Caratteristiche generali e fisiche del Friuli, Udine Giorgio Valussi, Friuli-Venezia Giulia, Napoli 1956; Arrigo Lorenzi, Il Friuli come regione natu- 1964. La geografia del Friuli in ‘marilenghe’ è rale e fisica, Udine 1938; Giovanni Marinelli, narrata in brevi capitoli nel volumetto Gjeografie Guida della Carnia e del Canal del Ferro, nuova furlane, di Gianfranco Ellero, Società Filologica edizione a cura di Michele Gortani, Società Alpi- Friulana 2001. 65 Friuli linguistico

Se il Friuli fisico “è un piccolo compen- dio dell’universo, alpestre piano e lagu- noso in sessanta miglia da tramontana a mezzodì” (così lo definisce Ippolito Nie- vo nelle “Confessioni”), il Friuli lingui- stico è un piccolo compendio dell’Euro- pa per due fondamentali ragioni, la prima diacronica, la seconda sincronica: 1. perché nel lessico friulano risuonano parole di origine latina (frut = bambino da fructus, cja- vedâl = ferro del focolare da capitale ferru, flame = fiamma da flamma, gle- I nomi dei venti in friulano. sie = chiesa da ecclesia…), celtica (bar = zolla da barros, broili = ciarìn o guciarin, nella Bassa caligo o frutteto da brogilos, grave = ghiaia da caligu = nebbia da caligo…) e grava…), italiana (gjachete da giacca in luogo di longobarda (bleon = lenzuolo da bla- camisole, sigarete da sigaretta in luogo jo, bancje = panca da banka, flap = flo- di spagnolet…). Ogni giorno i friulani scio da flap, gruse = crosta sulla pelle usano anche parole di origine greca co- da hrudia…), me ledre, e araba come tacuìn, ripreso franca (asse = odio da hatjan, trop = dall’italiano taccuino. E di grande inte- crocchio o gregge da thorp…), resse sono le tracce lasciate dalle lingue germanica medioevale (cramar = citate, appartenenti alle tre grandi cul- merciaio da Krameare, fros = stelo da ture europee, latina germanica e slava, Frass/mangime o foraggio, crot = rana nella toponomastica (Aquileia è topo- da Krôt/ rospo…), nimo celtico o prelatino, come Car- tedesca moderna (chelare = cameriera nia); Cervignano e Pordenone sono lati- da Kellnerin/ragazza della mescita, mi- ni; Lucinico, Ciconicco, Martignacco e smàs = confusione o baldoria da Maniago sono celto-latini; Gradisca e Mischmasch, sine = rotaia da Schiene, Lestizza sono slavi; il monte Fara e Far- in Carnia cartufula = patata da la di Majano portano nomi longobardi; Kartofeln…), Villa Vicentina ha un nome italiano fin slovena (gubane = dolce rustico da gu- dall’origine mentre molti altri paesi bati/attorcigliare, britule = coltellino hanno nomi italianizzati, talvolta per ri curvo da britva, save = rospo da za- errore, come Muscoli da mu- ba…), scli/muschio…) e nell’onomastica inglese (in val Tramontina slipa = tra- (difficile non riconoscere il cognome ve da sleeper/traversina della ferrovia; tedesco Schneider al di là del cognome altrove ciunghe = gomma da masticare friulano Snaidero o Snidero), e non sen- da chewing gum…), tire la parola slovena cˇrn/nero nel co- 66 veneta (cuciarìn = cucchiaino da cu- gnome friulano Cerno, ad esempio). 2. perché nel Friuli storico da molti seco- All’esterno del Movimento aprì nuovi li vivono, accanto alla maggioranza la- orizzonti ai “profeti della nazione friula- dina, comunità slavofone (in Valcana- na”, così definiti dallo stesso di Capo- le, val di Resia, alta valle del Torre, riacco, che finirono per sposare le tesi di valli del Natisone e Collio goriziano), Sergio Salvi, esposte nei due volumi “Le tedescofone (Sauris, Sappada e Ti- nazioni proibite” e “Le lingue tagliate”. mau), venetofone (Marano, Grado, Nel 1970 Salvi aveva cercato di mettersi Latisana, Ronchi e Monfalcone, Pal- in contatto con Schiavi, che lo aveva di- manova, Portogruaro, Pordenone, Sa- rottato verso Gianni Nazzi, ringraziato cile, Udine centro…) e sempre più si nel volume assieme ad Adriano Ceschia, diffonde, ma non per zone o località, Giancarlo Boccotti e Alviero Negro. la lingua italiana. E oggi non possia- Ecco due giudizi espressi da Salvi. mo ignorare la presenza di nuclei di Il primo sul Movimento Friuli: “Il mo- immigrati, sloveni, croati, rumeni, al- vimento friulanista non è ancora riusci- banesi, mediorientali e africani che to a collegare il problema dell’alienazio- spesso esercitano mestieri umili e fati- ne etnica con quello dell’alienazione cosi, rifiutati dai nativi. economica in termini espliciti: a com- Si conclude che il Friuli, non da oggi per piere cioè una scelta socialista. Proprio effetto di recenti immigrazioni, da molti per questo lotta paradossalmente con secoli è una regione multietnica a mag- maggior vigore sul piano della contesta- gioranza ladina. Sarebbe un grave errore zione economica che su quello della tu- storico e politico considerarlo una regio- tela e della restaurazione della lingua ne monoetnica, rivendicando poi i confi- materna (anche se non manca di com- ni dell’antica Patria del Friuli, perché l’a- piere sforzi generosi quanto platonici in rea linguistica ladina, che un tempo questo senso)”. includeva anche Trieste, Muggia e altri Il giudizio di Salvi, espresso nel 1972/73, lembi dell’Istria, è meno ampia del Friu- è esatto, per quanto riguarda la prassi li fisico e storico. parlamentare e giornalistica. Ma sul pia- no dell’analisi storica il Movimento era riuscito a porre in relazione le due alie- Friuli: nazione o federazione? nazioni già nel 1968 in seguito al dibat- tito interno provocato da Schiavi. E na- Il libro “Popoli e lingue d’Europa” di turalmente non era stata accettata la Guy Héraud (pubblicato da Ferro a Mi- “scelta socialista”. lano nel 1966), che esprimeva ad alto li- Il secondo sui separatisti: vello storico la linea del Movimento Fe- “C’è infine qualche minuscolo gruppo deralista Europeo (si vedano le voci ‘separatista’ (che vuol separare il Friuli “regione” e “regione monoetnica”), iniziò non dalla Venezia Giulia ma dall’Italia) il a circolare in Friuli nell’estate del 1968. quale privilegia l’ormai mitica ascenden- All’interno del Movimento Friuli provo- za celtica dei friulani e, quando scrive in cò un importante chiarimento di idee e furlan, usa il K al posto della C dura (ed programmi, rievocato da Gino di Capo- abbiamo visto come tanto i gaelici che i riacco nel volume “Fausto Schiavi. Una gallesi, che sono celti davvero, notino in- battaglia per il Friuli”. vece con una C la K degli inglesi). La lo- 67 ro influenza sembra in aumento: è stata, Friuli storico ad esempio, pubblicata recentemente su ‘Friuli d’oggi’ la traduzione in friulano di Il Friuli storico è la regione fisica cultu- un testo di Sartre sulla lotta del popolo ralmente differenziata fin dalla protosto- basco: tutte le volte che vi ricorreva il no- ria, cioè da alcuni secoli prima della na- me Euzkadi, vi era aggiunto, tra parente- scita di Cristo. I castellieri della pianura si, Friuli; quando invece ricorreva il no- friulana sono diversi da quelli del Carso, me Spagna, compariva, tra parentesi, la ad esempio, per forme materiali e tecni- parola Italia, evidentemente ritenuta che costruttive. In quei secoli, scrisse omologa sul piano della oppressione et- Giacomo Devoto, “è Friuli ciò che non è nica”. veneto”, un’affermazione giustificata dal La prima apparizione all’interno del Mo- fatto che le iscrizioni venetiche definisco- vimento Friuli di quello che Salvi defini- no il Friuli, o meglio la regione attual- sce “minuscolo gruppo separatista” av- mente chiamata Friuli, dall’esterno. venne nell’assemblea del Movimento del La regione così abbozzata sarà poi colo- 28 novembre 1971, quando Adriano Ce- rata di carnicità, se è vero, come scrive schia, G. Carlo Renier e Paolo Pellarini, Livio, che la colonia latina di Aquileia fu che poi entrarono nel Direttivo con Gu- dedotta nel territorio dei Carni. glielmo Pitzalis e Oliviero Paoletti, pre- Sul calco carnico si sedimentarono poi sentarono la loro “Mozion per kulture e vari strati culturali e linguistici, contri- lenghe furlane”. buendo in tal modo a formare un tessu- In netto contrasto con la linea “naziona- to etnico molto originale, nel quale il la- litaria” era la linea “federale” del Movi- tino dei dominatori si corruppe, ma in mento Friuli di Schiavi, così riassunta da modo distinto rispetto ad altre regioni, Gino di Caporiacco. ed è ben noto che il vescovo di Aquileia La struttura federale della Patria del Friu- Fortunaziano doveva parlare in sermo ru- li, scrisse, “impedì, come accadde altrove, sticus per farsi capire dal popolo nel IV che il Friuli vedesse affermarsi un Signo- secolo dopo Cristo. re o un Principe. Negli stessi Comuni La fisionomia della regione d’Aquileia (come acutamente osserva il Ciconi) nes- (per molti secoli, durante il Medio Evo, sun signore riuscì a primeggiare sino a di- gli abitanti della regione, non soltanto ventarne il tiranno”. quelli della città, furono chiamati aquile- “In realtà – spiegò – si trattava di una genses) apparve ben chiara e definita, an- confederazione di tanti Stati [...] che – corché priva di un nome che la distin- pur nella loro autonomia – trovarono guesse all’interno dell’immensa Venetia et nella Patria comune il coagulo”. Histria, anche ad Alboino, il re dei Lon- gobardi, nel 568 dopo Cristo: egli vide nei Emerografia: Gino di Caporiacco, La Patria del quattro municipi romani di Aquileia, Ci- Friuli, Friuli d’oggi 31 luglio 1969; Giovanni vidale, Concordia e Zuglio un unico du- Russo, Gli ucraini si scoprono nazione, Corriere cato agli ordini di suo nipote Gisulfo, e in della Sera 5 aprile 1972; Le lingue tagliate, Cor- tal modo tracciò anche i confini della re- riere del Friuli aprile 1975; I pericoli del naziona- gione storica: le Alpi Carniche e Giulie, il lismo, Corriere del Friuli luglio 1977; Regione o fiume Livenza, il Timavo e il saliente del 68 nazione?, Corriere del Friuli ottobre 1978. Carso, e le lagune dell’Adriatico. In senso storico il Friuli rap- presenta il 75% della popola- zione e il 97% del territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. In termini etnici si può asse- gnare alla Venezia Giulia il ter- ritorio di Monfalcone, ma non i distretti di Cormôns e Gradi- sca. La stessa città di Gorizia è quanto meno mista. Lucinico si dichiara friulano; Capriva e Mariano sono “del Friuli”.

I Longobardi, quindi, furono i primi fo- Gian Carlo Menis, Storia del Friuli, Udine 1969; roiulani o friulani, e non solo per resi- Pier Silverio Leicht, Breve storia del Friuli, IV edi- denza: furono loro ad attribuire alla re- zione, con aggiunte di Carlo Guido Mor, Udine gione quella funzione di antemurale o di 1970; Gianfranco Ellero, Storia dei friulani, IV munito fortino a difesa della penisola ita- edizione, Udine 1987; Gianfranco Ellero, La storia liana che avrebbe conservato per mille- del Friuli, in 52 fascicoli, Newton Periodici Locali, quattrocento anni. Roma 1997; Gino di Caporiacco, Il territorio del Da allora esiste una regione chiamata Friuli, Messaggero Veneto 9 febbraio 2001. Friuli, che può e deve essere definita sto- rica perché formatasi per lenta matura- zione nel grembo della storia: una regio- “Friuli universitario” ne che esiste anche se imbrigliata da una fitta rete di confini feudali, comunali, ec- Periodico del Circolo universitario friula- clesiastici, dipartimentali, provinciali, e no pubblicato per la prima volta nel gen- attualmente confusa con la Venezia Giu- naio 1967. lia. È la regione che nel basso Medio Evo Direttore responsabile Giancarlo Ricci. fu chiamata Patria del Friuli. Vi scrivevano Sandro Comini, Romeo Crapiz, Bruno Damiani, Fulvio Meneghi- Bibliografia: Torquato Taramelli, Carta geologica ni e qualche altro. Schierato in prima linea del Friuli, Udine 1868; Gian Lodovico Bertolini e nelle lotte per l’Università friulana, nel- Umberto Rinaldi, La Patria del Friuli al cadere del- l’autunno del 1967 il Circolo, presentato- la Repubblica Veneta, Udine 1913; Francesco di si alle elezioni per l’Organismo rappresen- Manzano, Gli annali del Friuli, Udine, dal 1859 al tativo dell’Università di Trieste con una 1879; Pio Paschini, Storia del Friuli, Udine 1954; lista intitolata FAF (Fronte di azione friu- 69 lana, del quale si parla in altra voce), riuscì due terzi degli iscritti”. Nobili parole, che a conquistare cinque seggi, attribuiti a Ro- per varie ragioni non ebbero modo di meo Crapiz di Campoformido, Mauro tradursi in fatti. Vale di Gemona, Sandro Comini, Clau- Il FAF apparve di nuovo nelle cronache dio Toldo e Giancarlo Ronco di Udine. due anni e mezzo più tardi alle elezioni comunali di Udine. Il Fronte si ripresentò con un manifesto Friuli veneto ed ex-veneto affisso il 4 giugno 1970 per un duro at- tacco ai consiglieri regionali del Movi- È la parte del Friuli, compresa fra la Li- mento Friuli, e con un volantino nel venza e lo Judrio, rimasta nella Terrafer- quale consigliava di votare solo determi- ma Veneta dopo la guerra del 1508. nati candidati delle liste concorrenti. Si Il Territorio di Monfalcone rimaneva al di dissociarono pubblicamente dall’azione là della contea di Gorizia e Gradisca, per- del FAF i liberali, i repubblicani, i social- duta definitivamente in quella guerra. democratici, i comunisti. E il Movimen- Dopo il 1866 fu chiamato Friuli ex-ve- to Friuli chiese, su un volantino: “Chi neto la Provincia di Udine, che però non paga le fatture delle tipografie?”. coincideva con il territorio del Friuli Ve- Il FAF era costituito da Sandro Comini, neto perché Napoleane aveva aggiunto il giornalista de “Il Gazzettino”, rappresen- Mandamento di Portogruaro al Dipati- tante ufficiale; Piero Villotta, dipenden- mento dell’Adriatico, poi Provincia di te, allora, della Cassa di Risparmio di Venezia. Il Territorio di Monfalcone era Udine e Pordenone (poi giornalista della rimasto nel Litorale dopo la terza guerra RAI); Giancarlo Ronco, collaboratore di indipendenza. del Comune di Udine: ciò risulta da un volantino del Movimento Friuli ripro- dotto nel volume “Fausto Schiavi. Una Fronte di Azione Friulana battaglia per il Friuli” a cura di Gino di Caporiacco e Gianfranco Ellero (Chian- Nella storia dell’autonomismo recente detti, Reana 1982). merita un capitolo il Fronte di Azione Friulana, denominazione di una lista che Emerografia 1970: Il PSU smentisce il voto del nell’autunno del 1967, alle elezioni per il FAF, Friuli Sera 3 giugno; Anche il PLI smentisce il rinnovo dell’organismo rappresentativo FAF, Friuli Sera 3 giugno; La distribuzione di un degli studenti dell’Università di Trieste pieghevole del F.A.F sorprende gli ambienti politici. conquistò cinque seggi. Strana propaganda elettorale…, Il Piccolo 4 giu- La politica del Fronte, leggiamo su “Friu- gno; Anche il P.C.I. respinge la “trovata” del Fronte li d’oggi”, organo del Movimento Friuli, A.F., Il Piccolo 5 giugno; Il Movimento Friuli chie- datato Natale 1967, “partirà dal ricono- de l’apertura d’una inchiesta sul F.A.F., Il Piccolo 6 scimento delle aspirazioni friulane ad giugno; Un’interrogazione al presidente della regio- avere un proprio centro universitario e ne. Anche stavolta scappa fuori una denuncia alla dalla necessità di massicci interventi del- Magistratura?, Friuli Sera 6 giugno. l’Università di Trieste a favore di tutti i fuori sede, in specie dei friulani, che pres- 70 so l’Ateneo triestino costituiscono circa i G giornali 1945 apparve il primo numero del quo- tidiano “Libertà”, organo del CLN, e il In tempi di comunicazioni di massa, 24 maggio 1946 uscì il primo numero grande importanza rivestono i giornali, del “Messaggero Veneto”, così intitolato quotidiani e periodici, per rafforzare o in vista di un trattato di pace che si an- indebolire il senso di appartenenza, e nunciava penalizzante per l’Italia: dila- quindi di autonomia, degli abitanti di tando la parola Veneto al di sopra del una regione. Friuli si sperava di tirare acqua al mulino Ad alcuni periodici, come “La Patrie dal dell’Italia, e di saldare alla madre patria Friûl”, “Int Furlane”, “Friuli d’oggi”, l’estrema regione periferica, oggetto del “Corriere del Friuli”, diretta espressione desiderio (fino al Tagliamento) dei parti- del movimento autonomistico, abbiamo giani di Tito. Continuava, intanto, le dedicato voci specifiche. pubblicazioni “Il Gazzettino”, quotidia- Ma per quanto riguarda i quotidiani, no di Venezia, mentre Gorizia era finita scritti da redazioni con competenza pro- nella zona di influenza de “Il Piccolo”, vinciale, dobbiamo dire che producono giornale di Trieste. distorsioni geografiche e storiche e, nel Mentre sulla testa del Friuli, inteso come caso della nostra regione, fanno perdere Patria, si stava allora svolgendo una lotta ai residenti il senso della Patria, agli im- fra gruppi di potere, economico, ideolo- migrati tolgono la possibilità di ricono- gico e politico, l’unico che parlò dei veri scerla nella sua interezza. interessi del Friuli fu Tiziano Tessitori, Dal 1866 all’avvento del fascismo si ben presto spalleggiato da Pasolini, D’A- stamparono a Udine giornali che richia- ronco e altri su questi giornali, che con- mavano l’intera regione nelle loro testate: cedevano talvolta qualche colonna agli “Giornale di Udine” e “Patria del Friuli”; autonomisti. e una volta chiuso il secondo, il primo, Una delle prime richieste del Movimen- ribattezzato “Il Popolo del Friuli”, fu to Friuli negli anni Sessanta fu quella di stampato e diffuso fino al termine della trasformare il “Messaggero Veneto” in seconda guerra mondiale. “Messaggero del Friuli”: l’obiettivo non A Gorizia, nei primi anni del secolo scor- fu raggiunto per questioni legali, a quan- so, si stampavano, fra altri, “Il Corriere to pare (la vecchia testata, già ben nota al friulano” e “Il Socialista friulano”, anche livello della pubblica opinione, poteva questi soppressi dal fascismo. essere usata da altri), ma dopo molti an- Subito dopo la seconda guerra mondiale ni le parole “Messaggero Veneto” furono dalle testate scomparvero le parole “Friu- accompagnate dalla specificazione “Gior- li” e “Friulano”. A Udine il 2 maggio del nale del Friuli”. E da qualche anno una 71 volta al mese il quotidiano ospita una pa- gina redatta in friulano a cura della So- cietà Filologica Friulana. Certo è che, per effetto della redazione dei quotidiani su base provinciale, il Friu- li storico rimane diviso in tre o quattro scomparti stagni sotto il profilo della co- municazione interna su carta stampata. Analoghe considerazioni valgono anche per i settimanali delle tre diocesi nelle quali è diviso il Friuli storico.

Glesie Furlane

L’unità del Friuli storico fu perseguita anche nell’ambito ecclesiastico da alcu- ni sacerdoti riuniti nel gruppo di “Gle- sie furlane”, che si proponevano la stret- ta collaborazioni delle tre diocesi di Concordia-Pordenone, Gorizia e Udi- Governo centrale del Friuli ne. L’unità ecclesiale fu perseguita attra- verso la traduzione in friulano del Mes- L’8 messidoro dell’anno V, corrisponden- sale con l’imprimatur delle tre curie, te al 23 giugno 1797, il generale Berna- con comuni celebrazioni liturgiche ad dotte insediò in Udine il Governo centra- Aquileia, e con la traduzione della Bib- le del Friuli, composto da persone bia, edita poi da Ribis e presentata a ovviamente scelte dai francesi napoleoni- Giovanni Paolo II durante la sua visita ci. Più dei loro nomi, ci interessano qui le del 1992. Emblematico al riguardo il ti- località di provenienza dei membri del tolo di un volume che raccoglie alcune governo, perché disposte su una carta prediche di don Francesco Placereani: geografica ridisegnano il Friuli dominato “Pe unitât di glesie tal Friûl”, pubblicato fin dal 1420 dalla Repubblica veneta, nel 1972. cancellata da Napoleone con il celebre Scopo ultimo del gruppo era quello di ot- manifesto del 1° maggio, emesso dal tenere il riconoscimento del friulano co- “quartier generale di Palma nuova”. Nove me lingua liturgica da parte del Vaticano, erano di Udine, due di San Daniele, due risultato raggiunto nel 2001, quando or- di Cividale, due di Palma, due di Latisa- mai il Friuli si era abbondantemente scri- na; da un membro erano rappresentate stianizzato: rare le vocazioni sacerdotali, Pordenone, Portogruaro, Codroipo, Ven- scarsa frequenza alla messa domenicale, zone, la Carnia. numerosi matrimoni soltanto civili… “Dopo aver esatto da essi il giuramento d’obbedienza alla Repubblica francese Emerografia: Gino di Caporiacco, Una lunga – scrisse Bernadotte – io gli ho investiti 72 marcia, Sot la Nape n. 1, març 2001. del diritto, e del potere di governare tut- to il Friuli e il Distretto di Monfalco- ne…”. grafico (secondo quanto pattuito fra l’Osservatorio della Lingua Friulana e la grafia ufficiale Società Filologica Friulana), dando ad es- so maggior forza mediante il suo inseri- Anche il friulano, come tutte le altre lin- mento in uno specifico articolo della gue, nel corso della sua storia è stato L.R. 15/96 di tutela della lingua friulana scritto con diverse grafie, alcune delle (art. 13). quali anche molto diverse fra loro. Il percorso che ha portato all’individua- zione di una grafia ufficiale della lingua gruppo giovanile friulana è stato lungo e complicato. Il suo inizio può farsi risalire agli inizi del 1985 Non tutti i fondatori sentivano la neces- quando la Provincia di Udine decise di sità di un gruppo giovanile all’interno del costituire una Commissione ad hoc con il Movimento Friuli, ma alla fine prevalse compito di formulare proposte le più l’opinione di quanti volevano “tener vici- unitarie possibili sulla grafia friulana. La ni i giovani”, dicendo che se tutti i parti- Commissione era composta da Adriano ti avevano il gruppo giovanile ci sarà pur Ceschia, Silvana Fachin Schiavi, Giovan- stata una buona ragione per avercelo. E ni Frau, Amedeo Giacomini, Aldo Mo- così, l’articolo 7 dello statuto del 1966 retti, Gianni Nazzi, Etelredo Pascolo, prevedeva che il Consiglio direttivo fosse Nereo Perini, Giancarlo Ricci, Piera Riz- formato da venticinque membri eletti zolatti, Eraldo Sgubin. dall’Assemblea, cinque dei quali apparte- La scelta definitiva, tuttavia, fu affidata nenti al Gruppo giovanile. Per effetto di dalla stessa Commissione ad un arbitro questa norma statutaria, nel direttivo esterno, il prof. Lamuela, catalano, pro- eletto in aprile erano presenti, accanto ad fessore di filologia romanza presso l’U- Antonio Barattini, Adalberto D’Atri, niversità Autonoma di Barcellona, ed Giorgio Jus, Giancarlo Ronco (giovani sì, esperto di lingua friulana. La proposta ma non eletti per età), cinque rappresen- di Lamuela si basò sul contributo pri- tanti del Gruppo giovanile: Paolo Bone- mario della Commissione e sui contri- si, Sandro Comini, Aldo D’Atri, Rosaria buti delle associazioni e degli scrittori Marini, Mauro Vale. Il Movimento Friu- friulani, con delle soluzioni originali del li ebbe, quindi, un Consiglio composto prof. Lamuela stesso. La proposta di La- da giovani per il 36 per cento. Alcuni dei muela (“La grafie furlane normalizade”) citati (i due D’Atri, Marini, Bonesi) fu approvata dal Consiglio della Provin- scomparvero quasi subito; gli altri rima- cia di Udine con Delibera n. 226 del 15 sero a “lottare per il Friuli”, vedremo co- luglio 1986. me in altre schede. Con Decreto del Presidente della Giunta Nel Consiglio eletto dall’Assemblea Regionale (n. 392, del 25 ottobre 1996), straordinaria del Movimento, riunita al il sistema grafico di Lamuela fu adottato Palace Hotel di Udine il 2 giugno 1967, anche dalla Regione Autonoma Friuli- trovarono posto Sandro Comini, Gior- Venezia Giulia quale “grafia ufficiale del- gio Jus, Carlo Botto, Giancarlo Ronco, la lingua friulana”. La L.R. 13/98 infine, Francesco Micelli, Aldo Baracchini, Ma- apportò alcune lievi modifiche al sistema rio Milano, Luigi Plateo, Romeo Crapiz, 73 Claudio Bonesi, più cinque rappresen- Comini si classificò quarto nella Circo- tanti del Gruppo giovanile: Mauro Vale, scrizione di Udine, cioè primo dei non Paolo Marchetti, Luigi De Prato, Lucia- eletti. E fu proprio quell’insuccesso per no Damiani e Andrea Valcich. A questo così dire interno, maturato nel quadro punto i giovani erano quindici su venti- del grande successo elettorale – 38.898 cinque, e dunque in maggioranza. L’ele- voti e tre seggi – che scatenò una dura zione di Fausto Schiavi alla presidenza opposizione interna. L’obiettivo imme- del Movimento in sostituzione di Arturo diato era quello di far dimettere dal Con- Toso dipese, quindi, dal loro voto, così siglio regionale il prof. Corrado Cecotto, come l’elezione di Francesco Micelli e di primario di neurochirurgia nell’Ospedale Luciano Damiani alle cariche di Vicepre- di Udine: se avesse dato le dimissioni, co- sidente e di Segretario rispettivamente. me pareva aver ventilato in campagna Alcuni dei citati scomparvero presto dal- elettorale, Sandro Comini avrebbe occu- la scena del Movimento; altri non riusci- pato il suo seggio. Ma il prof. Cecotto, rono ad integrarsi in un gruppo, ideolo- sorretto dal Direttivo e dalla totalità de- gicamente composito, che si autodefiniva gli aderenti, decise di rimanere al suo po- il “sindacato dei friulani”. sto. Il dissidio, davvero insanabile, scoppiò in Già a Buja, il 7 luglio, soffiava vento di settembre 1967, quando Comini e Mi- fronda; ma la prima, chiassosa e sguaiata celli proposero un manifesto contro la contestazione contro Fausto Schiavi e il NATO, che – parole loro – “sta prepa- gruppo dirigente iniziò nel corso dell’As- rando in Friuli la terza guerra mondiale”: semblea di Gemona nel novembre del la proposta fu naturalmente bocciata in 1968, quando i secessionisti manifestaro- Consiglio, perché un Movimento Friuli no l’intenzione di spingere il Movimento al seguito del Partito comunista (in quel verso l’estrema sinistra, una scelta che sa- tempo ancora filosovietico e impegnato a rebbe stata fatale per un gruppo politico lottare contro la NATO) sarebbe stato riformista sì, ma non estremista. immediatamente abbandonato da quasi Visto che il tentativo fu rintuzzato con tutti gli aderenti. Micelli diede allora le schiacciante maggioranza, Sandro Comi- dimissioni, seguito di lì a poco da Carlo ni e Luciano Damiani decisero di uscire Botto, improvvisamente indicato con vi- sbattendo la porta e trovarono corsie pri- stosi titoli dal “Messaggero Veneto” come vilegiate sulla stampa locale. campione di democrazia. Seguì una lun- Vale la pena trascrivere, a questo punto, ga polemica sui giornali, conclusa da la parte principale della lettera che Raf- un’acuta analisi di Ugo Walter (pseudo- faele Carrozzo, allora Segretario del MF nimo di Raffaele Carrozzo) su “Friuli inviò ai giornali: “L’episodio, di impor- d’oggi”. tanza senz’altro inferiore a quella sperata La misura doveva essere considerata col- dai due menzionati, segna la fine di un ma, se vogliamo, ma la mentalità giova- contrasto che in seno al Movimento nilistica di quegli anni consigliò di porre Friuli non è mai stato negato e che è in lista per le elezioni regionali del 1968 emerso chiaramente anche all’esterno, Sandro Comini, molto attivo e acuto in prima e dopo l’assemblea di Gemona del quel tempo, anche se, come sappiamo, novembre scorso, la quale ha fatto deca- 74 non sempre in linea con il Movimento. dere da ogni carica nel Movimento il Co- mini e il Damiani. zo; Cjar mat, Fine del mitile, Il Gazzettino 12 mar- Il contrasto, però, non è determinato zo; Brusco richiamo alla realtà politica per i diri- dall’esistenza nel Movimento Friuli di un genti del Movimento Friuli, Il Piccolo 12 marzo; Il gruppo di potere o dalla mancanza di Movimento Friuli risponde alla lettera di Comini e una sostanziale democraticità, ma dal Damiani, Friuli Sera 12 marzo; Replica e controre- tentativo, sempre ripetuto – che traspare plica, Il Piccolo 13 marzo; Raffaele Carrozzo, Il evidente anche dalla lettera di dimissioni giovani nel M.F., Il Gazzettino 13 marzo: Si è di- – di trasformare il Movimento Friuli in messo anche il segretario dei giovani del “Movimen- uno dei tanti gruppi di contestazione di to Friuli”, Il Piccolo 14 marzo; Oggi dibattito in ispirazione nettamente maoista. Ora è Sala Ajace. Altre dimissioni nel Mf, Messaggero Ve- indubbio che il tentativo dei sunnomina- neto 15 marzo; Hanno fatto “13” i dimissionari del ti di dare al Movimento l’impronta ideo- M.F., Il Piccolo 15 marzo; Leonardo Traunero, logica suddetta, tendeva a snaturarlo e a Lettera di un giovane del M.F., Friuli Sera 15 mar- comprometterne ogni possibilità di azio- zo; “Colpi bassi” sul ring di Sala Ajace fra dimissio- ne autonoma e proficua. La nostra oppo- nari e fedelissimi del M.F., Il Piccolo 16 marzo; I sizione a un simile tentativo è stata de- dimissionari del M.F. illustrano i motivi della presa mocraticamente sancita sia all’assemblea di posizione, Messaggero Veneto 16 marzo; Farsa di Buja che a quella di Gemona con parapolitica, Il Gazzettino 16 marzo; Raffaele Car- schiaccianti maggioranze. La defezione rozzo, Trieste e i partiti all’assalto del M.F., Friuli di Comini e Damiani, però, non signifi- d’oggi 20 marzo; Il M.F. e noi, Il Piccolo 26 mar- ca che i giovani si stiano allontanando zo; Gianfranco Ellero, PIF, Friuli d’oggi 27 mar- dal Movimento Friuli…”. zo.

Emerografia 1967: Il Comitato studentesco riven- dica l’autonomia, Messaggero Veneto 27 settem- bre; Fischi per fiaschi nella cronaca di una defezio- ne, Friuli Sera 28 settembre; I motivi del dissenso degli studenti democratici, Messaggero Veneto 29 settembre; Sei precisazioni del Comitato studentesco per l’Università friulana, Friuli Sera 29 settembre; Gli studenti decisi a restare autonomi, Messaggero Veneto 30 settembre; Le formule magiche per ri- abilitare le “pecorelle smarrite”, Friuli Sera 30 set- tembre; Una precisazione che precisa poco, Friuli Se- ra 5 ottobre; Assicurata l’università a Udine con il contributo della Regione, Messaggero Veneto 6 ot- tobre; Ugo Walter, Nato e servitù Botto e risposta, Friuli d’oggi novembre.

Emerografia 1969: Piccolo terremoto nel Movi- mento Friuli, Friuli Sera 10 marzo; Denunciata dal Gruppo giovanile la crisi del Movimento Friuli, Il Gazzettino 11 marzo; Dimissionari due esponenti del Movimento Friuli, Messaggero Veneto 11 mar- 75 I “Il Pileo” “In uaite”

Periodico degli studenti universitari riuni- Mensile a partire dai primi mesi del 1978, ti nell’UGI (Unione goliardica italiana), recava sotto la testata la dicitura “Giorna- ospiti del Circolo Bancario in palazzo le del coordinamento dei paesi terremota- Kechler. Fu pubblicato dal 1962 al 1967 ti”. Successivamente, cioè fino ai primi e svolse un ruolo critico e informativo anni Novanta, fu un periodico progressi- centrale negli anni delle prime manifesta- sta ed ecologista diretto da Mauro Tosoni, zioni per la Facoltà di medicina a Udine. che poi diresse il settimanale “Il Friuli” e attualmente “Il nuovo Friuli”.

“Int” irredentismo friulano Periodico dell’Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean”, interamente bilingue Con neologismo da noi coniato, chia- (friulano, italiano). Fu pubblicato venti- miamo irredentismo friulano il movi- tré volte dal novembre 2001 al dicembre mento che si manifesta nella bassa pianu- 2003. Dal 1° gennaio 2004 si è trasfor- ra sud-occidentale, e anche a Sappada, mato in un portale (sempre bilingue) su come risulta nel volume di Nelso Traca- Internet (www.lenghe.net), frequente- nelli in questa collana. mente aggiornato e ben visitato soprat- Nel marzo 2004, quando il volume fu tutto dai “furlans pal mont”. pubblicato, il Senato stava esaminando un progetto di legge unificato per dar se- guito a quella che allora appariva una pro- “Int furlane” posta condivisa dalla maggioranza della popolazione. Ma il referendum successi- “Sfuei di culture e di interes dal Friûl”, vamente indetto, con più di quattromila mensile a quattro pagine scritto integral- voti favorevoli al Friuli, non diede un esi- mente in friulano da Etelredo Pascolo, to sufficiente. Nel frattempo si stanno che si giovava della collaborazione di Tar- muovendo i Comuni di Cinto e altri. cisio Venuti, Pietro Londero (Pieri Piz- zul), e qualche altro. Sostenitore convin- Bibliografia: Linneo Lavaroni, Il mandamento di to della lotta per l’Università Friulana, Portogruaro, Edizioni del Movimento Friuli 1970; contribuì alla nascita del Movimento Nelso Tracanelli, San Michele al Friuli?, nel n. 6 di Friuli. Fu pubblicato per più di vent’an- questa collana; Antonio Venturin, Portogruaro e Por- 76 ni a partire dal 1963. denone uniti dai monti al mare, Portogruaro 2003. Emerografia: Portogruaro pensa al ritorno, Corriere di elaborazione del lessico friulano, pub- del Friuli febbraio 1975; Il problema di Portogruaro, blicando anche vari vocabolari. Di inte- Corriere del Friuli marzo 1975; Giancarlo Graziosi, resse anche la manifestazione “Puints - San Michele sogna d’esser friulano, intervista a Walter incuintris su lenghe, identitât e autono- Rogato, Messaggero Veneto 10 marzo 1982; Alessio mie”, dedicata all’incontro con le altre Alessandrini, Il futuro è friulano, Corriere di Porto- comunità linguistiche. Da molti anni l’I- gruaro in Corriere di Pordenone 26 febbraio 1990; stitût è il principale promotore delle ini- A.V., Venezia addio, seguendo il Friuli storico, La ziative legate alla celebrazione della festa Nuova Venezia 14 gennaio 1991; Fabio Barbieri, della Patria del Friuli. Soffia sul Regno dell’Est il vento della secessione, La Re- Dal 2001 al 2003 ha realizzato il mensile pubblica 22 gennaio 1995; Renato D’Argenio, San bilingue (italiano-friulano) “INT”, passato Michele. Vince il sì ma non basta, Messaggero Vene- su Internet nel 2004 (www.lenghe.net). to 31 maggio 2005; Gian Piero del Gallo, Cinto può Fra le altre attività editoriali di rilievo si se- passare al Friuli entro la metà del 2008, La Nuova Ve- gnala la “Golaine di studis sul autonomi- nezia 29 marzo 2006; Francesco Frattolin, Un pro- sim”, giunta col presente volume al deci- getto di unione italiana, Limes n. 4, 1994; France- mo numero. Attualmente è presieduto da sco Gilioli, Una nuova provincia? Meglio il Friuli, La William Cisilino. Nuova Venezia 21 ottobre 1999; Lucio Leonardelli, Biasutti. Qui siamo in Friuli, Il Gazzettino 12 no- vembre 1984; Luciano Scalettari, Mai più con Vene- Istituto tecnico zia, Famiglia Cristiana 12 febbraio 1992; Mirco Stefanon, Portogruaro-Pordenone, una nuova realtà L’Istituto Tecnico di Udine, fondato da provinciale, Corriere di Portogruaro 1 febbraio Quintino Sella nel 1866, svolse un ruolo 1990; Marco Zanutto, Veneto addio. La lobby dei Co- fondamentale nello studio del territorio muni scontenti, Corriere del Veneto, inserto del Cor- regionale, indagato sotto l’aspetto geolo- riere della Sera ottobre 2003. gico, pedologico, climatico e naturalisti- co. Se per amare bisogna conoscere, è Internet: www.in-friuli.org (sito del Movimento certo che gli studi condotti da Taramelli Provincia Pordenone-Portogruaro); e Falcioni, Wolf e Marinelli, Pirona e www.comunichecambianoregione.org (sito del- Musoni, per citare soltanto alcuni nomi, l’Unione Comuni Italiani per Cambiare Regione). produssero nel medio e lungo periodo non soltanto notevoli benefici di ordine economico e sociale, ma anche una più Istitût Ladin-Furlan sicura coscienza nei loro allievi, che era- no quasi tutti friulani. Per merito di quei L’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Place- docenti di altissimo livello il Friuli non rean”, che porta il nome di una delle più fu più una porzione dagli incerti confini grandi personalità del Friuli, è un’associa- della Terraferma veneta, ma una regione zione culturale nata a Codroipo nel 1988 nettamente caratterizzata anche sotto il e riconosciuta dalla Regione come ente di profilo fisico e naturalistico. primaria importanza per la promozione della lingua e della cultura friulana. Bibliografia: Piero Fortuna, Liliana Cargnelutti, Nei suoi quasi 20 anni di vita si è distin- Scuola Zanon, Udine 1992; Gianfranco Ellero, Mario to per un’importante attività di ricerca e Blasoni, 140 anni dell’Istituto Zanon, Udine 2006. 77 L Ladini Bibliografia: Giovanni Frau, L’individualità lin- guistica friulana, Corriere del Friuli 1 marzo 1974, Secondo la teoria di Graziadio Isaia Asco- ristampato con il titolo di Individualità linguistica li, l’autore dei “Saggi ladini” pubblicati del Friulano dalla Clape Culturâl Aquilee nello nel 1873, che contengono la dimostrazio- stesso anno. ne scientifica dell’individualità linguistica del friulano nel grande quadro delle lin- gue neolatine, esistono tre gruppi ladini “La Panarie” gravitanti sulla catena alpina, chiamati re- tici (in Svizzera), dolomitici (nel Veneto e I novantasette numeri de “La Panarie”, la in Trentino Alto Adige) e friulani. rivista che Chino Ermacora ideò, diresse Ascoli li individua comparando le tre e pubblicò fra il 1924 e il 1949, sono un parlate, che presentano notevoli tratti di vero, autentico “tesaur” di storia, d’arte, parentela, e formano un arcipelago lin- di folclore, di poesia, di bellezza. guistico formatosi fra i tre grandi mari Un “tesaur” che fece crescere nei lettori il etnici dell’Europa: il latino a sud, il ger- senso di appartenenza alla Piccola Patria. manico a nord, lo slavo a est. “La panarie – scrisse Ermacora sulla pri- La cartina al piede della pagina illustra le ma pagina del primo numero – è, com’è tre “isole” dell’arcipelago della Ladinia, noto, il mobile vetusto che ogni casa pos- distribuite fra Italia e Svizzera (i confini siede, nel quale da tempo immemorabile di Stato in linea tratteggiata). si conserva il pane buono e la farina odo-

SVIZZERA AUSTRIA

retici dolomitici

LOMBARDIA VENETO friulani

ITALIA SLOVENIA 78 rosa, e dal quale emana la dolce poesia na ma profondamente diversa nell’impo- della mensa, cui s’aggiunge quella intima stazione e nella stampa, per molto tempo del focolare, centro della famiglia. Allo diretta da Silvano Bertossi. stesso modo, per una analogia spirituale, ne “La Panarie” un gruppo di giovani ar- tisti e di studiosi, ai quali faranno eletta “La Patrie dal Friûl” corona gli scrittori friulani, s’accingono ad illustrare con modernità d’intenti i Le parole “Patrie dal Friûl” formavano il problemi regionali e gli aspetti dell’attivi- nome dato da Tessitori alla sua Associa- tà friulana in tutti i campi: dall’artistico al zione per l’autonomia friulana nel 1945: letterario, dall’industriale allo scientifico, l’aquila e la divisa “di bessôi” ne comple- dal commerciale all’agricolo.” tavano l’apparato simbolico identificati- Sul sesto e ultimo numero del 1924, a vo e propagandistico. mo’ di consuntivo, scrisse una pagina che Il 24 febbraio 1946 quelle tre parole for- contiene “in nuce” e con trent’anni di marono la testata del quindicinale fon- anticipo il progetto dell’Ente Friuli nel dato da Maria e Felix Marchi, diretto da Mondo: “La Panarie, in questo suo pri- Vittorio Gasparetto, scritto integralmen- mo anno di vita, è stata salutata ovunque te in friulano, che fu la bandiera degli – in Friuli, nelle altre regioni d’Italia e al- autonomisti del dopoguerra e la vetrina l’estero, – come un’amica di cui non si degli scritti di don Giuseppe Marchetti sospettava la comparsa, ma di cui pur fino al 1953: ne riportiamo uno, davve- tuttavia si avvertiva celatamente il biso- ro splendido, nella scheda “autonomia gno. Essa ha recato ai friulani voci dolci culturale”. e visioni serene della terra natìa; ai non Dal 1953 al 1965 il giornale fu diretto da friulani, che qui furono in armi, ha su- Maria Del Fabbro, moglie di Marchi. scitato in folla i ricordi della recente Nel 1973 la “Patrie” (preceduta dall’arti- guerra, ed a tutti ha rivelato, sia pure in colo che avrebbe perduto nel 1975) e l’a- piccola parte, le bellezze naturali ed i te- quila riapparvero in Svizzera nella testata sori d’arte di una fra le più importanti e del “Sfuei dai furlans de Svuizzare” diret- caratteristiche regioni italiane. (…) nel to da Agnul M. Pittana, che uscì per prossimo anno La Panarie sarà notevol- quattro anni dapprima dalle Grafiche mente migliorata, raddoppierà la tiratura Salvioni di Bellinzona e poi dalla Stam- e raggiungerà tutti i più piccoli centri del peria Ferrari di Zurigo. Friuli, le più popolose colonie friulane In Friuli la “Patrie” (di nuovo senza arti- d’Oltralpe e d’Oltremare (…)”. colo) riapparve, in compagnia dell’aqui- Non ebbe vita facile “La Panarie” sotto il la, nel gennaio del 1977 fra le edizioni profilo finanziario, e nel 1936 dovette della Clape culturâl Ermes di Colorêt. sospendere le uscite, che fortunatamente Il fondo del primo numero, firmato ripresero nel triennio 1937-1940. “marc”, era affiancato da una spalla di Dopo la guerra riapparve, in un estremo pre Antoni Beline. Il binomio continuò a tentativo di rinascita, nel 1949, ma si funzionare per qualche tempo. trattò di un fuoco di paglia. Nel 1984 apparvero due “Patrie dal Dal 1968, sotto l’identico nome, sta Friûl”, firmate da Marco De Agostini e uscendo una buona rivista, ancora friula- da pre Antoni. 79 Sul numero 4 di quell’anno, per chiari- na”, riproposti da Gianni Nazzi nel suo mento, il sacerdote, pubblicò il contratto saggio sulla “Defriulanizzazione di Gori- di cessione della testata stipulato da Mar- zia” (Clape Culturâl Acuilee 1991). chi e da lui stesso, risultante da scrittura Ecco un passo significativo: privata del 14 novembre 1977, regolar- “…a nostro avviso il movimento propu- mente registrata a Tolmezzo il giorno gnato da quella rivista non deve limitarsi successivo. Intervenne lo stesso Marchi al puro campo linguistico-letterario. Il per dire quale fosse la vera Patria. Friuli è una regione che ha una serie di Oggi “La Patrie” (di nuovo con l’artico- caratteristiche individuali per le quali una lo) di pre Antoni, rinnovata nell’impagi- futura riorganizzazione politico-ammini- nazione e nel formato, esce mensilmente. strativa d’Italia dev’essere capace di costi- tuire un organismo autonomo con pro- prie istituzioni rette dalla gente friulana. “La Patrie ladine” Oggi il Friuli, data la vecchia suddivisio- ne austriaca, è ancora un’aspirazione: l’u- A partire dal 1921 Achille Tellini (Udine nità è puramente etnografica, apparente, 1866-1938), naturalista, geologo, folclo- con pregiudizio del progresso morale e rista, esperantista, pubblicò “La Patrie la- materiale del paese. dine. Riviste pal Friul, Çarñe, Dolomitis L’attività di tutti i buoni friulani deve es- dal Adis e Canton Grison”: 288 pagine, sere diretta all’unione delle province di in parte a stampa, nelle quali descrive il Gorizia e di Udine, anzi tutto, ed appena suo sogno di veder riconosciuta la digni- in un secondo tempo ad una lotta fervi- tà della lingua friulana sotto la bandiera dissima per il conseguimento dell’auto- ladina nel restaurato Patriarcato d’Aqui- nomia regionale del Friuli riunito. leia, assunto a modello di un Friuli indi- Coi sistemi con cui attualmente il governo pendente. di Roma amministra le nostre provincie Tellini non era, dunque, un regionalista: nessun miglioramento possiamo ripromet- era sicuramente separatista ma non au- terci: le sorti del nostro paese sono affidate striacante, perché non voleva spostare il ad una serie di funzionari ignari delle no- Friuli dall’Italia all’Austria. Il suo sogno stre condizioni e dei nostri bisogni. era quello di un Friuli eretto a stato, come Per l’ascensione culturale, politica ed nel basso Medio Evo: possiamo quindi economica del Friuli, è assolutamente classificarlo come indipendentista. necessario che le direzioni delle ammini- Alla definizione dall’interno della nostra strazioni friulane siano affidate ai friula- regione contribuì con studi sulle acque sot- ni. Non è questa un’aspirazione regiona- terranee, sul clima delle Alpi orientali, sul- listica, ma la giusta distribuzione delle la lingua, la cultura e le tradizioni del Friu- energie e delle competenze”. li. Questo brano, non del tutto condivisibi- La rivista di Tellini, duramente criticata le (non è certo che il piccolo popolo dei alle origini dal linguista Carlo Battisti, fu friulani disponesse allora delle risorse difesa da “Libertà”, l’organo dei repubbli- umane necessarie per autoamministrarsi cani di Gorizia, con due articoli apparsi ad alto livello) sembra tratto da uno scrit- l’11 giugno e il 2 luglio 1921, intitolati to di Tessitori, Marchetti o Pasolini dopo 80 “Il Friuli ai friulani” e “Autonomia friula- il 1945. In realtà fu scritto a Gorizia, da una mano insospettabile, nel 1921. Il successo, davvero rilevante, fu propi- Alle tesi di Tellini, che considerava il Friuli ziato dalla crisi del Movimento Friuli, come parte della Patria Ladina e ne auspi- dallo sfaldamento dei partiti storici noto cava l’autonomia politica, aderirono anche con il nome giornalistico di Tangentopo- Giovanni Lorenzoni, primo Presidente li, e dal traino della Lega Nord. della Società Filologica Friulana, e Dolfo Il Movimento era rappresentato anche Zorzut, etnografo del Friuli orientale. nel Consiglio comunale di Udine.

Bibliografia: A.T., Della vita e delle opere di Giu- lio Andrea Pirona, Udine 1897; Le acque sotterra- Lega Nord nee del Friuli e la loro utilizzazione, 1898-1901; Sulle stazioni meteoriche nuove o riattivate in Friu- Il primo grande successo della Lega li, Torino 1905; Dal Peralba ad Aquileia e dal Li- Nord, il partito secessionista del nord venza all’Isonzo. Libro per esercizi di traduzione dal Italia, favorito dalla profonda crisi delle dialetto friulano, in 3 volumi, Milano 1924; Senti- formazioni che per quarant’anni avevano menti ed affetti nella poesia popolare dei Ladini del governato l’Italia, si registrò alle elezioni Friuli, San Vito al Tagliamento 1924, Udine politiche del 1992, e in scala regionale fu 1926; Gramatiche, vocabolari ed esercicis di lenghe ancora più grande nel 1993. internacional esperanto pai ladins furlans, San Vito In questo dizionario se ne parla non per- al Tagliamento 1945. ché la Lega Nord sia un partito autono- mista, ma per il fatto che allora e in se- Emerografia: Su La Libertà, organo dei repubbli- guito riuscì a catturare voti e uomini del cani di Gorizia, in difesa di Achille Tellini dura- Movimento Friuli o dell’area autonomi- mente attaccato dal linguista Carlo Battisti, furono sta friulana. Fra quelli di maggior spicco pubblicati due articoli significativamente intitolati vogliamo ricordare Fontanini e Visentin, “Il Friuli ai friulani” e “Autonomia friulana”, nei entrambi eletti al Parlamento nazionale, quali si auspicava che il Friuli nella sua interezza, e Matteo Bortuzzo al Consiglio regiona- cioè le province di Udine e Gorizia, potesse rag- le. giungere “l’autonomia regionale del Friuli unito”.

Liga Veneta Lega Autonomia Friuli Formazione politica secessionista degli La Lega Autonomia Friuli fu un “Movi- anni Ottanta, in seguito assorbita o eclis- mento indipendente dai partiti che vuo- sata dalla Lega Nord, proclamatasi parti- le portare nella Regione e nello Stato i to della Padania. valori e le esigenze delle genti friulane”: parole del fondatore, Giancarlo Pedro- netto, che fissò la sede del Movimento a Litorale Adriatico Muzzana del Turgnano, in via Selvotta 17. Non si tratta di una regione autonoma, Alle elezioni regionali del 1993 furono bensì di una Zona di operazioni militari eletti il fondatore nel collegio di Udine ed istituita a Klagenfurt il 1° ottobre 1943, Ennio Vazzoler in quello di Pordenone. che ricalca il vecchio Litorale dell’impero 81 M asburgico con l’aggiunta della Provincia di Udine. Made in Friuli

Marchio commerciale concesso a deter- minati prodotti dalle Camere di Com- mercio di Gorizia, Pordenone e Udine. Evidente risulta il suo valore identitario e unificante.

Moviment Autonomistic Popolâr Furlan

Denominazione assunta da una frazione staccatasi dal Movimento Friuli nel 1988, capeggiata da Adriano Ceschia e Cornelia Puppini D’Agaro.

Emerografia: Scissione nel Mf: nasce il Mapf con Da: “Friuli d’oggi”, n. 1, marzo 1966. Ceschia, la Puppini e altri, Messaggero Veneto 10 ottobre 1988; F.D.M., L’aquila perde un’ala, La Vita Cattolica 15 ottobre 1988; Il Mf replica ai Roma al problema dell’autonomia regio- transfughi sulla seconda lista ricusata, Messaggero nale. Non piaceva la convivenza con la Veneto 12 ottobre 1988. Venezia Giulia, peraltro non delimitata in senso territoriale dallo statuto regiona- le, e c’era risentimento perché il titolo e Movimento Friuli la funzione di capitale erano stati asse- gnati alla decentrata Trieste anziché alla Non si capirebbe la nascita del Movi- baricentrica Udine, culla e fucina dell’au- mento Friuli se non si ricordasse che la tonomismo, per merito di Tessitori e al- maggioranza dei friulani, anche quelli tri con Lui e dopo di Lui, fin dal 1945. che disciplinatamente si recarono a vota- I partiti politici, tutti, accettarono il dog- re il 10 maggio 1964 per l’elezione del ma dell’unità regionale intangibile, di- primo Consiglio regionale, era insoddi- cendo agli elettori che tutto sarebbe stato 82 sfatta per la soluzione che era stata data a deciso “unitariamente”, perché il bene del Friuli era il bene di Trieste e vicever- Franceschinis, Gianfranco Ellero, Renato sa. Scarpa, Francesco Placereani… In linea con tali premesse, il 7 ottobre La fondazione del Movimento avvenne il 1964 l’Ordine del Medici della Provincia 9 gennaio 1966 al Palace Hotel di Udine, di Udine, presieduto dal dottor Vincen- quando fu approvato lo statuto, sancito zo Ilardi, votò un ordine del giorno per successivamente con rogito del dottor chiedere che la facoltà di medicina, pre- Pietro Someda de Marco (15.1.66, vista dal ministro Gui a est di Padova, ve- n.8673/6413). L’esecutivo provvisorio, nisse istituita a Udine, sede di uno dei rimasto in carica fino all’Assemblea gene- migliori ospedali d’Italia. Era una propo- rale del 17 aprile, era composto da Artu- sta sensata, che avrebbe consentito all’U- ro Toso presidente, Vincenzo Ilardi vice- niversità di Trieste, proclamata unica nel- presidente, Pierdaniele Menis segretario. la regione da tutti i partiti, di allargarsi Ci si domanderà: era necessario fondare sul territorio. Ma Trieste oppose un net- un movimento d’opinione per chiedere to rifiuto, in sede accademica e politica, e una facoltà di medicina? Certamente no. nell’autunno del 1965, senza consultare i Infatti i fondatori del Movimento, sulla “conviventi”, avviò i corsi di una libera scorta dei saggi del professor Giuseppe facoltà di medicina. Gentilli pubblicati sul “Bollettino della Quello “sgarro” dimostrò a chiare lettere Camera di Commercio” di Udine, si era- che la sbandierata unità regionale era una no convinti che la capitale del Friuli era chimera e che i politici friulani, in mag- la sede ideale non solo di una facoltà di gioranza nel Consiglio regionale, nulla medicina, ma di un’intera Università, ba- potevano o intendevano fare contro ricentrica rispetto al territorio, e perciò quelli che un cartello degli studenti udi- più adatta di quella di Trieste per rima- nesi definì “soprusi triestini”. nere unica nella Regione! Ci furono allora grandiose manifestazio- Nel giro di pochi mesi il Movimento mi- ni di protesta degli studenti che frequen- se a fuoco i problemi dell’emigrazione e tavano le scuole superiori di Udine, ben delle servitù militari, posti entrambi in re- documentate sulle pagine e nelle fotote- lazione con la carenza di investimenti sta- che dei quotidiani, e si diffuse la sensa- tali a ridosso del confine orientale, che in zione che l’autonomia con Trieste fosse quel tempo era parte della “cortina di fer- una trappola per il Friuli. ro”, e si misurò con tanti altri problemi, Qualcuno pensò che il potere ha pazienza come il disordine idrogeologico, la friula- e sa come lasciar spegnere le fiammate po- nità di Gorizia, il vittimismo triestino e polari. Occorreva, quindi, un organismo così via. capace di tener acceso il fuoco della de- Primo Presidente fu Arturo Toso, il se- nuncia e della polemica, un movimento condo Fausto Schiavi, eletto nel giugno d’opinione davvero indipendente e disin- 1967. Dopo la morte di Schiavi, avvenu- teressato: a questa conclusione erano ta il 23 gennaio 1972, la presidenza fu as- giunti il 22 dicembre, in una riunione se- sunta da Gianni Nazzi, eletto l’8 febbraio rale al Circolo Bancario in palazzo Kech- 1972, al quale successe Adriano Ceschia, ler, i 44 partecipanti a una riunione infor- eletto il 3 gennaio 1973. male: Vincenzo Ilardi, Corrado Cecotto, Dalle origini al giugno del 1973 i vice- Raffaele Carrozzo, Arturo Toso, Silvano presidenti furono Vincenzo Ilardi, Vale- 83 rio Toneatto, Franco Micelli, Bruno Co- Dalle elezioni regionali del giugno 1973 cianni, Luigi Bottos, e nei primi sei mesi il MF uscì con 23.628 voti e due seggi, del 1973 Gianfranco Ellero. occupati da Cornelia Puppini D’Agaro e La carica di segretario fu ricoperta da Pier- da Pietro Severino Bertoli, un emigrato daniele Menis, Corrado Cecotto, Luciano in Svizzera che ben presto uscì dal Movi- Damiani, Claudio Toldo, e, a partire dal 3 mento Friuli (i motivi del dissidio sono gennaio 1973, da Marco De Agostini. ben documentati su “Friuli d’oggi” del- Alle elezioni regionali del 26 maggio l’ottobre 1973: lettera del Bertoli in ri- 1968 il Movimento Friuli ottenne sposta a un precedente scritto del MF e 38.898 voti e tre seggi, occupati da Fau- replica dell’Esecutivo, firmata Ceschia, sto Schiavi, Corrado Cecotto e Gino di Jus, De Agostini, Comini, Castellarin, Caporiacco. Gomboso, Paoloni, Pitzalis e Tondolo). Alle elezioni comunali di Udine, nel Fausto Schiavi era morto il 23 gennaio 1970, il Movimento ottenne 6.041 voti e 1972. Gino di Caporiacco aveva abban- quattro seggi, attribuiti a Gino di Capo- donato il Movimento il 22 giugno dello riacco, Gianfranco Ellero, Raffaele Car- stesso anno. rozzo e Francesco Schiavi. L’autore di questo Dizionario se ne andò il 4 gennaio 1974, e non può essere con-

84 Da: “Friuli d’oggi”, n. 4, giugno-luglio 1966. (A pagina 82 e 84 vignette disegnate da Gianfranco Ellero). siderato testimone diretto delle vicende maggio 1992; Il Mf proporrà ai suoi iscritti l’al- succedutesi dopo quel giorno. leanza elettorale con Bossi, 9 maggio 1991; Iacovis- si: sono ancora del Mf rappresento la sua storia, 3 Emerografia: La storia del Movimento Friuli dal marzo 1992; Movimento Friuli spaccato in due. La 1966 al 1973 è ben documentata dalla raccolta di sentenza affidata agli elettori, 4 marzo 1992; Casti- “Friuli d’oggi” e dal libro “Fausto Schiavi. Una bat- glione: il Mf non ci ha aiutati, 7 aprile 1992; Il Mf taglia per il Friuli” di Gino di Caporiacco e Gian- combatterà contro la Lega per evitare la lombardiz- franco Ellero, pubblicato nel 1982. Per la storia zazione, 10 aprile 1992; Mf: acque agitate, 24 apri- successiva ci si può affidare alle raccolte dei due le 1992; De Agostini precisa: sono del Mf. Non ho principali quotidiani stampati in Friuli, e a qualche convocato alcuna assemblea, 25 aprile 1992; E il Mf altra fonte. Ecco qualche titolo (salvo diversa indi- si scopre Lega Friuli, 26 aprile 1992; Mf uguale Le- cazione la fonte è il Messaggero Veneto): ga? Sì, no, forse, 27 aprile 1992; La polemica del Mf Amarcord. Il Movimento Friuli, Corriere del Friuli finisce in procura, 28 aprile 1992; Movimento Friu- giugno 1979; Mf: congresso a ottobre? La maggio- li contro. Domani la resa dei conti, Il Gazzettino 29 ranza dice no, 27 agosto 1987; Il Mf domani a con- aprile 1992; I due MF a Tricesimo. Intervengono i gresso: l’obiettivo della regione Friuli, 16 gennaio carabinieri. Tavolo conteso tra autonomisti, 1 mag- 1988; Movimenti autonomisti a confronto: dalle gio 1992; Movimento Friuli, assemblea coi Carabi- realtà locali all’Europa, 17 gennaio 1988; Il Mf per nieri, Il Gazzettino 1 maggio 1992; Noi offriamo le regionali cercherà possibili intese con gli ecologisti, alternative ai friulani, 15 maggio 1993; Sergio Cra- 18 gennaio 1988; Movimento Friuli: regolari le vo- gnolini, Enrichetto Basaldella, Non siamo stati tazioni al congresso, 21 gennaio 1988; Di Capo- espulsi dall’Mf, Il Gazzettino 23 giugno 1992; riacco e Cecotto contestano le celebrazioni, 2 feb- Francesco Dal Mas, Padania? No. Friuli nazione, braio 1988; Scissione nel Mf: nasce il Mapf con La Vita Cattolica 7 settembre 1996. Ceschia, la Puppini e altri, 10 ottobre 1988; F.D.M., L’aquila perde un’ala, La Vita Cattolica 15 ottobre 1988; Il Mf replica ai transfughi sulla se- Movimento Popolare Friulano conda lista ricusata, 12 ottobre 1988; Roberto Ia- covissi, Il contributo del Movimento Friuli alla leg- Gianfranco D’Aronco, a pagina 97 del ge di tutela delle minoranze, 12 ottobre 1989; Sap primo volume di “Friuli regione mai na- polemico con il Mf, 16 maggio 1990; Mf: D’Agosti- ta”, scrive testualmente: “L’Associazione ni con un esposto dichiara lo statuto illegittimo, 7 per l’autonomia friulana, come si è visto, maggio 1991; De Agostini (Mf): non ho scatenato si era limitata alla pubblicazione di qual- alcuna guerra, 9 maggio 1991; Da De Agostini che articolo e opuscolo. Il Tessitori era (Mf) un no a Gonano: dall’Aventino io non mi evidentemente convinto dentro di sé che muovo, 27 gennaio 1992; Psi e Mf insieme per ri- conveniva puntare prevalentemente su lanciare il Friuli, 3 febbraio 1992; No all’intesa col un’azione a Roma, e che, lanciata l’idea, Psi dai probiviri del Mf, 13 febbraio 1992; Il Mf so- non era prudente agitarla troppo. Poteva- lidale con il Pri dimezzato, 20 febbraio 1992; Iaco- no nascere, da parte di interessati contra- vissi (Mf) in lista con la Dc, 22 febbraio 1992; Il ri, reazioni pericolose. Meglio dunque Mf espelle Iacovissi e rilancia l’alleanza col Psi, 23 un’azione sotterranea. Noi invece scalpi- febbraio 1992; Gino di Caporiacco risponde a De tavamo. E volevamo non sostituire ma Agostini: questi i fatti, cominciando dal ’72, 24 feb- affiancare l’Associazione, dando forza al- braio 1992; E c’è anche la vivace reazione di Iaco- l’operato condotto al centro dai parla- vissi, 24 febbraio 1992; Un Mf più europeo, 27 mentari, in primo luogo dal Tessitori 85 stesso. Nell’estate 1946 non si sapeva an- la data del 12 gennaio era uscito un ma- cora se la Commissione della Costituen- nifesto, affisso a Udine e nei principali te per le autonomie regionali fosse orien- centri […] Il comizio di apertura fu te- tata nel senso di prevederle per tutte le nuto domenica 19 gennaio, nel vecchio regioni, o non piuttosto di limitarle al Teatro “Puccini”. La popolazione aderì Trentino, all’Alto Adige, alla Valle d’Ao- con entusiasmo, di cui gli stessi organiz- sta, alla Sardegna e alla Sicilia. Perciò la zatori furono sorpresi, e di cui i giornali necessità di dare vita a un ampio moto di diedero larga testimonianza.” opinione pubblica, che non fosse un fuo- Nacque così, con questi scopi, il “Movi- co subito spento, ma che si appoggiasse a mento Popolare Friulano per l’Autono- una organizzazione il più possibile capil- mia Regionale”. Il manifesto era firmato lare. Nell’appunto [spedito dal D’Aronco da Gianfranco D’Aronco (Segretario ad alcuni amici nell’agosto ’46] accenna- gen.); Luigi Ciceri, Chino Ermacora e vamo alla necessità da un lato di tenere le Alessandro Vigevani (Udine); Pier Paolo distanze dagli autonomisti più radicali, Pasolini e Zeffirino Tomè (Casarsa); Atti- dall’altro di predisporre una bozza di sta- lio Venudo (Portogruaro). tuto, che contemplasse il solo Friuli Re- gione autonoma (la Venezia Giulia era al Bibliografia: Pier Paolo Pasolini, Il Friuli e il Mo- momento praticamente avulsa). […] La vimento Popolare Friulano, in Il Mattino del Popo- stagione era colma. Il Movimento nasce- lo 28 febbraio 1948, ristampato in Un paese di va, prima che per volontà di pochi, per temporali e di primule, a cura di Nico Naldini, una esigenza che serpeggiava sempre più Guanda, Parma 1993; Gino di Caporiacco, La re- evidente in mezzo ai friulani. Così che gione friulana, 1945-1947, Grafica Moderna, Plai- potevamo scrivere al Pasolini, il I° gen- no di Pagnacco 1978; Gianfranco D’Aronco, naio 1947: Nascerà forse in questi giorni, Friuli regione mai nata, Reana del Rojale 1983; a Dio piacendo, un Movimento autono- Gianfranco Ellero, Pasolini e la Filologica. Lotte per mistico, che dovrebbe radunare tutte le l’autonomia e rinascita letteraria, in “Ciasarsa”, nu- forze, fino a oggi sparse, di coloro che so- mero unico della SFF, Udine 1995. no favorevoli alla Regione friulana. Fino- ra, l’azione del Friuli è stata sconnessa e discontinua. Il riconoscimento della II Mozione del clero Sottocommissione è piovuto quasi come dell’Arcidiocesi di Udine una grazia. Ora il lavoro è tutt’altro che finito: anzi, ci sarà molto da fare perché Nell’antica oratoria la mozione era un te- la voce del Friuli giunga unanime a Ro- sto capace di commuovere gli animi. ma, quando del nostro problema sarà in- Nella pratica parlamentare è una richie- vestita l’intera Assemblea costituente. sta o proposta avanzata da uno o più Oltre un anno di esperienze ci ha dimo- membri di un’assemblea affinché sia dis- strato che nessuno ha saputo o voluto cussa e posta in votazione, ma per esten- amalgamare le forze sparse. Ancora ci si sione può essere definita mozione anche scarica le responsabilità, ancora si va ter- una proposta informale presentata alle ribilmente a rilento. Si lasciano trascorre- autorità da un gruppo di cittadini. re le settimane senza nulla fare, mentre i La più celebre mozione nella storia del- 86 nostri avversari fanno e molto.[…] Con l’autonomismo degli anni Sessanta del Novecento è quella firmata da 529 sacer- formazione di massa passava, in quel tem- doti dell’arcidiocesi di Udine nell’estate po, per due quotidiani da sempre filogo- del 1967. Eccola, in sintesi, in un volan- vernativi (o meglio: filodemocristiani) e tino distribuito dal Movimento Friuli per il settimanale diocesano: poteva essere, l’11 dicembre di quell’anno: quindi, ripreso e diffuso soltanto dalla “Friulani! 529 sacerdoti della Diocesi di stampa di opposizione o indipendente, in- Udine hanno firmato un documento nel cidendo marginalmente sull’informazione quale riconoscono che la nostra terra è della maggioranza della popolazione. l’unica zona depressa del nord Italia. La “bomba” scoppiò il 5 dicembre su Seriamente preoccupati dei danni morali “Friuli Sera”, quotidiano del pomeriggio e materiali derivanti dalla presente situa- diretto da Alvise De Jeso, e tre giorni più zione, alle autorità centrali e regionali tardi su “L’Unità”, organo del Partito chiedono: Comunista, infine su “Friuli d’oggi”, set- 1. la fine dell’emigrazione; timanale del Movimento Friuli. 2. la revisione del piano di sviluppo re- “La Vita Cattolica” fu allora costretta a gionale; richiamare i lettori al significato squisita- 3. adeguati compensi per le servitù mili- mente pastorale della mozione, mentre la tari; Democrazia Cristiana organizzava una 4. collegamenti efficienti con l’Austria e campagna diffamatoria nei confronti del la Jugoslavia; Movimento Friuli, naturale beneficiario 5. l’Università friulana a Udine. della mozione del clero. Il Movimento Friuli, che da sempre si Quella clamorosa presa di posizione batte per gli stessi scopi, plaude a questa (forse la prima in Italia in quelle dimen- coraggiosa iniziativa e denuncia l’interes- sioni) abbagliò i giornalisti italiani, che sato e significativo silenzio dei politici e fecero derivare il Movimento Friuli dal- della loro stampa”. la mozione del clero, attribuendo al Monsignor Zaffonato, arcivescovo di Movimento un’anima clericale. Si trattò Udine, aveva autorizzato la raccolta delle in realtà di un errore o di una forzatura, firme perché la mozione era in linea con perché il Movimento Friuli era nato lai- il documento conciliare “Gaudium et co il 9 gennaio 1966 sull’onda delle spes” e con l’enciclica “Populorum pro- grandiose manifestazioni studentesche gressio”, ma poi, quando i massimi espo- per la facoltà di medicina svoltesi a Udi- nenti della Democrazia Cristiana gli fe- ne nell’autunno 1965, e soltanto cinque cero notare che la mozione era di fatto, e preti, su centinaia di aderenti, potevano al di là delle buone intenzioni, un duro essere elencati in veste di fondatori. Fra attacco al partito di maggioranza relativa, essi c’era il prof. don Francesco Place- tentò di bloccarne la diffusione. reani, uomo di elevato intelletto, cala- Alcuni dei firmatari non accettarono mitante oratore, traduttore delle sacre l’imposizione e fecero stampare un libret- scritture dal greco in friulano, noto an- to che riproduceva, dopo il testo, le firme che come grande uccellatore nel roccolo autografe dei 529 sacerdoti. di Montenars e come prete polemico e In un regime di stampa non asservita o contestatore, che fu a torto identificato, non controllata dal potere politico quel sulla stampa, come il deus ex machina pamphlet sarebbe stato uno scoop, ma l’in- del Movimento. Gli va riconosciuto co- 87 munque il merito di aver tenuto non municipalismo meno di un centinaio di comizi per il Movimento. Esagerato attaccamento alla propria città; Su questo punto intervenne anche Fau- tendenza a difendere interessi locali con- sto Schiavi: “Non è vero che il Movi- tro interessi più generali. mento Friuli “ha preso corpo anche gra- Nel caso di Trieste, il municipalismo fu zie all’azione di alcuni preti”. Vero è che sempre nobilmente rivestito di cosmo- le idee del Movimento sono affini a quel- politismo e di internazionalità. Ecco, ad le di un numeroso gruppo di sacerdoti esempio, che cosa scrisse “Il Piccolo” dai quali è nato un coraggioso documen- nell’agosto 1967, quando fu diffusa la to pastorale sottoscritto da 529 sacerdoti notizia che la facoltà di lingue e lettera- friulani. È facile constatare che le richie- ture straniere sarebbe stata decentrata a ste contenute nel documento coincido- Udine: bisogna riconoscere che la facol- no, in pratica, con molte di quelle da noi tà sarebbe stata molto meglio ambienta- avanzate”. Così sul “Corriere della Sera” ta “in quelle tradizioni di studio delle del 18 aprile 1968. lingue straniere e di contatti con i popo- li d’altri Paesi che son proprie della vec- Emerografia: Piero Campisi, Moro in persona ten- chia Trieste mercantile”, mentre appare tò di bloccare la mozione dei 529 preti friulani, L’U- discutibile la sua dislocazione “in una nità 8 dicembre 1967; I giovani dc denunciano le provincia preminentemente agricola manovre dei separatisti, Messaggero Veneto 12 di- quale è il Friuli”. cembre 1967; Attacco dei giovani dc al Movimento Rispondiamo senza preoccuparci per i Friuli, Il Gazzettino 12 dicembre 1967; Il docu- quarant’anni che ci separano da quelle mento di un gruppo di giovani D.C. Si vuol far rivi- parole, offensive per la verità più che per vere l’Opera Balilla…, Friuli Sera 12 dicembre il Friuli, peraltro fiero della sua civiltà 1967; Toros denuncia le manovre del movimento agraria: i friulani parlano molte lingue protestatario, Messaggero Veneto 14 dicembre da molti secoli. Non soltanto i nobili 1967; Nessuna tendenziosa interpretazione si deve che stavano a Vienna, a Venezia, a Ro- dare alla mozione sottoscritta dal clero friulano, ma, ma anche i tessitori ambulanti, i Friuli Sera 15 dicembre 1967; I sacerdoti friulani merciai carnici, i mattonai delle fornaci respingono le speculazioni sulla loro lettera, Messag- tedesche, i costruttori di ferrovie del gero Veneto 16 dicembre 1967; I sacerdoti respin- conte Ceconi di Montececon, gli emi- gono anche le offese del Messaggero, Friuli Sera 16 di- granti della Transiberiana e delle ferrovie cembre 1967; Ottorino Burelli, I problemi del del nord-America, i coltivatori dell’Ar- Friuli in una lettera del clero, La Vita Cattolica 17 gentina e del sud-America, i minatori dicembre 1967; Uno dei 529, Lettera, Friuli Sera del Belgio e gli operai della Germania, i 21 dicembre 1967; La dichiarazione di quattro sa- boscaioli del Canada e i tagliatori di can- cerdoti, Friuli Sera 26 gennaio 1968; Esponenti del- na dell’Australia. Altro che tradizioni di la DC denuncerebbero il sacerdoti del M.F., Friuli studio! Sera 13 marzo 1968; Guido Farina, Il diavolo e Molti accusarono di campanilismo i friu- l’acqua santa, Il Lavoratore Socialista, marzo 1968. lani. E quando proprio non potevano Ci fu anche una mozione del clero abruzzese: Il co- non vedere il campanilismo dei triestini, raggioso documento dell’ex-segretario di Papa Gio- parlavano di municipalismo, parola me- 88 vanni, La Domenica del Corriere 15 ottobre 1968. no offensiva. N nomi di aziende e prodotti più noto di un’osteria felicemente chia- mata L’aghesante (Rivignano). Uno dei modi più semplici per costrin- Gli autonomisti dovrebbero suggerire gere la gente a dire ogni giorno almeno nomi nuovi ai produttori di vino: Lis ro- qualche parola friulana è quello di dare sis, ad esempio, per un rosé, vendibile an- alle aziende e ai loro prodotti nomi in che oltre le Alpi perché, afferma il gran- friulano. de Jacques Le Goff, “rosa” è parola È già molto frequente l’uso della parola presente in tutte le lingue dell’Europa oc- “Friuli” nelle intitolazioni delle aziende, cidentale. (A Blanc per Tocai abbiamo come in Friuli Giovane (Fogliano-Redi- dedicato una scheda a parte). puglia) e Friuli Gomma (Prata di Porde- Ma ogni tipo di azienda può acquistare none), usata talvolta in friulano e ardita- vantaggi da distinzione usando il friula- mente coniugata con una parola inglese: no: si pensi a La butegute, Librarìe par si pensi Friulglass (Sacile), Friulgarden fruts, Friulflôrs, La stamparìe, La pipìne, (Basiliano), Friulrainbow (Gemona), Arc di San Marc, Sot il tei… (chiunque Friulair (Ronchi dei Legionari), Friulca- può adottare, senza spese e formalità, le ravan (Udine)… intitolazioni qui suggerite). Molto frequenti sono anche le ditte che Bisogna aver cura, naturalmente, di pro- adoperano gli aggettivi derivati, come porre parole friulane brevi, di facile lettu- Ghiaie Friulane (San Quirino), Friulana ra per chi conosce solo l’italiano, e quin- Calcestruzzi (Pordenone), Arti Grafiche di prive di quelle soluzioni grafiche che Friulane (Tavagnacco)… In Carnia usano rendono normalmente ostica la lettura allo stesso modo la parola Carnia e gli ag- del friulano ai non specialisti. gettivi derivati: Banca Carnica, Latte Car- Anche la pubblicità in marilenghe po- nia, Goccia di Carnia… trebbe essere praticata con profitto, Ci sono anche aziende che si dichiarano come dimostrano i risultati ottenuti da friulane soltanto adoperando la lingua una celebre birra, udinese di origine, del Friuli: si pensi a Il ciant dal rusignûl che in anni recenti si è rivolta con di Dolegna del Collio e a Il mus ch’al messaggi in friulano al target del Friuli svuale di Spilimbergo. storico. Ma bisognerebbe spingere le aziende, ne- cessariamente immobili sul territorio, a Bibliografia: Gianfranco Ellero, Del Friuli si fida- dare nomi friulani ai loro prodotti, che no in affari, non del friulano, Sot la Nape jugn diventerebbero ambasciatori di friulanità 2000; Anna Bogaro, Marketing furlan. La lenghe anche in senso linguistico: un vino bat- furlane tes denominazions des impresis, CCIAA tezzato La Viarte, ad esempio, è molto Udine 2005. 89 P paesaggio Pal Friûl

“La campagna europea fu creata nel cor- Associazione di emigranti, critici verso so del XII e XIII secolo. Essa assunse al- l’Ente Friuli nel Mondo, fondata a Lo- lora l’aspetto che ancora vediamo. In una sanna da Trinito Fabbro di Aviano e altri riflessione sulla storia delle arti europee, verso la metà degli anni Sessanta. Ebbe fi- non è forse necessario soffermarsi su que- liali in varie città della Svizzera, a Torino, st’opera d’arte, immensa e diversa, com- a Parigi e tenne un memorabile Congres- posta dai paesaggi? so a Friburgo nel marzo 1969, ampia- Quattro, cinque generazioni di lavorato- mente documentato su “Friuli d’oggi”. ri, di viticultori li hanno costruiti. Essi adempivano inconsciamente alle funzio- ni che gli intellettuali del tempo assegna- Parlamento della Patria del Friuli vano all’uomo nuovo: concludere l’opera del Creatore, valorizzare il giardino del- Il Parlamento della Patria del Friuli nac- l’Eden aiutandosi con la ragione, riflesso que dalle assemblee consultive dei nobili nell’essere umano della divina saggezza. e del clero, convocate dal Patriarca di La pianta ortogonale dei nuovi villaggi Aquileia fin dal XII secolo per chiedere testimonia questo sforzo paziente per ad- nuove contribuzioni in moneta e in uo- domesticare la natura, per arginare le sue mini d’armi. Ma fin dai primi tempi, ac- esuberanze, per decespugliare, potare, canto ai nobili e agli ecclesiastici, sedeva- rettificare, seguendo l’esempio dei Ci- no i rappresentanti dei Comuni urbani stercensi nelle loro colture modello… che, per effetto dell’economia mercantile Sempre più densamente e solidamente erano in grado di contribuire tangibil- radicata al suolo, la contadinanza fu la mente alle imposizioni in denaro. diga contro la quale vennero a frangersi, Le città di Aquileia, Cividale, Udine, Ge- verso la metà del XIII secolo, in Unghe- mona, Tolmezzo e Sacile furono presenti ria, in Polonia, le orde mongole, e grazie sin dalla prima seduta del Parlamento, a essa l’Europa, sola regione al mondo a avvenuta il 6 luglio 1231. godere di tale privilegio, riuscì da allora a Fin dai primi tempi sedettero in assem- evitare le invasioni distruggitrici”. blea, in rappresentanza del clero, il ve- Così scrive Georges Duby in “Art et société scovo di Concordia, i capitoli (gruppi di au Moyen Age”, Paris 1997. canonici) di Aquileia e Cividale, gli abati I veri autonomisti devono quindi batter- di Rosazzo, Moggio e Sesto al Reghena, si per la tutela del paesaggio, ma tutela della Beligna (a sud di Aquileia) e, più 90 non significa ingessatura. tardi anche quello di Summaga (nei pres- si di Portogruaro), i prepositi di San Fe- Si è voluto proporre per l’Assemblea re- lice e Santo Stefano d’Aquileia, di San gionale il nome di Parlamento in omag- Pietro di Carnia e Sant’Odorico. gio all’antico Parlamento Friulano che, Avevano seggio in Parlamento anche i forse solo fra i Parlamenti medioevali, monasteri femminili di Santa Maria in disponeva di una rappresentanza, oltre- Valle di Cividale e del Monastero Mag- ché dei ceti privilegiati, anche dei comu- giore di Aquileia. ni rurali (la Contadinanza), nonché di I nobili erano divisi in liberi e ministeria- poteri che l’avvicinavano singolarmente li: i primi, come il conte di Gorizia, erano al Parlamento moderno”. tali per volere dell’imperatore, i secondi Dobbiamo rilevare che la Contadinanza, per volontà del patriarca, per il quale svol- una specie di sindacato dei contadini, gevano particolari funzioni ovvero mini- non faceva parte del Parlamento della Pa- steri. Alle comunità in precedenza citate, tria, dove peraltro sedevano, accanto alla si aggiunsero poi quelle di Monfalcone, nobiltà e al clero, i rappresentanti delle Marano, Portogruaro, Venzone, e le abi- città, popolate dalla nascente borghesia; tanze di Fagagna, Meduna, San Vito al ma non è privo di significato il richiamo Tagliamento e Caneva di Sacile. a un organo costituzionale dello Stato pa- I lavori parlamentari si svolgevano in lin- triarcale che, nella sua composizione, rap- gua friulana. presentava, anche in senso territoriale, Il patriarca rappresentava lo Stato feuda- l’intero Friuli veneto o udinese. le, ovvero il principatus Italiae et Imperii creato il 3 d’aprile del 1077 dall’impera- Bibliografia: Pier Silverio Leicht, Il Parlamento tore Enrico IV; il Parlamento rappresen- della Patria del Friuli, sua origine costituzione e le- tava l’universitas friulana presso il princi- gislazione, Udine 1903, ristampato dalla Deputa- pe. E basta segnare su una carta le località zione di Storia Patria per il Friuli nel 1975. Per sopra nominate, eventualmente integrate una sintesi si veda: Gianfranco Ellero, Storia dei con quelle che formano il lungo elenco Friulani, III edizione, Udine 1987. dei nobili (Prata, Porcia, Aviano, Mania- go, Spilimbergo, Villalta, Caporiacco, Partistagno, Soffumbergo, Attimis…) patria per far emergere dalla storia il profilo del- la Patria del Friuli. Letteralmente, in origine, “terra dei pa- È interessante notare, al riguardo, che al dri”, ma oggi è sinonimo di stato naziona- Parlamento della Patria si ispirarono i de- le. Nel Medio Evo la Patria era una terra putati del Partito Comunista Beltrame, sufficientemente vasta governata da una Vidali, Pajetta e altri quando, era il 10 lu- sola legge. Per quanto fino ad oggi sappia- glio 1958, formularono una proposta di mo, il primo documento che contiene l’e- legge costituzionale per dar vita allo sta- spressione Patria del Friuli risale al 1192. tuto della nostra Regione. Ecco le loro “Altra singolarità del Friuli – scrive Gian- esatte parole: “Al titolo III sono specifi- domenico Ciconi – è il titolo di Patria cati gli organi della costituenda Regione: con che lo troviamo designato poco dopo un Parlamento regionale per il potere le- il mille, ed anche in un diploma dell’im- gislativo, una Giunta con il suo Presiden- peratore al patriarca Goffredo del 10 gen- te per quello esecutivo. naio 1192. Patria del Friuli era una divi- 91 sione etnografica per non dir nazionale, e nella Grande. Gabriel di Sante Marie la indicava un popolo convivente sotto la Longe”, scritta su un ritratto fotografico stessa legge in una data estesa regione. del Poeta, donato a Ermacora durante Così eravi la Patria di Vaud, la Patria di una visita al Vittoriale e tosto pubblicato Savoia, la Patria di Provenza. Mentre la su una pagina della rivista, e dal titolo di Patria de’ Veronesi, Vicentini, Padovani, un libro, “Piccola Patria”, scritto dallo Trevisani, limitavasi al territorio delle cit- stesso Ermacora e “Finito di stampare in tà e luoghi dipendenti, cioè ad una pro- Udine, per i tipi de ‘La Panarie’ addì 3 vincia, i Friulani consideravano lor Patria novembre 1928”. l’aggregato di varie piccole provincie, e A giudicare dalle date si può pensare che deliberavano nel lor Parlamento guerra, Ermacora abbia mutuato dalla dedica il pace o tregua per tutta la Patria, o pub- titolo del libro. blicavano leggi pel buono stato dell’inte- Ma può anche essere che, essendo in rap- ra Patria. Perciò questa denominazione porti confidenziali con il Poeta, abbia indicava nel Friuli se non una tal quale parlato del suo libro “in cottura” durante nazionalità, certamente una specie di la visita al Vittoriale. confederazione, un’autonomia regionale. In tal caso Gabriel di Sante Marie la Lon- Forse una delle conseguenze di questa ge avrebbe soltanto citato il titolo, davve- forma di governo fu che nessun comune ro affascinante, nella sua dedica. della Patria venne tiranneggiato da qual- È certo, in ogni caso, che dopo di allora che suo potente cittadino”. le parole Piccola Patria entrarono nel les- sico dei friulani colti e consci della loro Bibliografia: Giandomenico Ciconi, Udine e sua appartenenza. Provincia, Udine 1862; Pier Silverio Leicht, Il no- me di “Patria” attribuito al Friuli, Rivista Storica Bibliografia: Chino Ermacora, Piccola Patria, Italiana 1901. Edizioni de La Panarie 1928.

Piccola Patria Premio Epifania

Visto che nel Medio Evo la nostra regio- Istituito a Tarcento nel 1956 per segna- ne veniva chiamata Patria del Friuli, o lare i friulani che si distinguono nel la- semplicemente Patria come nella celebre voro e nell’economia, nella letteratura e stanza di Erasmo di Valvasone (“Siede la nell’arte, nella ricerca scientifica e nel- patria mia tra il monte ’l mare…”), dopo l’assistenza, nella storiografia e nella lin- il 1866, e più ancora dopo il 1918, fu ne- guistica…: ha un elevato valore identi- cessario distinguere la Patria del Friuli tario e unificante, perché distribuisce dalla Patria italiana, cioè la parte dal tut- riconoscimenti ai migliori figli delle tre to, il piccolo dal grande. province friulane e ai protagonisti del- Il concetto di Piccola Patria doveva esse- l’emigrazione. re quindi implicito e diffuso, ma fu codi- L’albo d’oro del Premio è contenuto nel- ficato da una famosa dedica di Gabriele le pagine della rivista annuale “Il Pigna- D’Annunzio: “Ai coraggiosi compagni de rûl”, da quarant’anni diretta e curata da 92 ‘La Panarie’, custodi della Piccola Patria Luigi Di Lenardo. Da: “La Panarie”, 1928.

93 protestatario

È dall’inizio del Cinquecento, cioè da quando fra Martino di Wittenberg, det- to Lutero, rese pubbliche le sue 95 tesi, che nei paesi cattolici la protesta è consi- derata un reato comportamentale, se non proprio morale o penale, e il “protestan- te” viene visto di cattivo occhio. Chi pro- testa, quindi, è considerato poco meno di un criminale, e basta designarlo con un aggettivo derivato dalla protesta per metterlo in cattiva luce e screditarlo al li- vello dell’opinione pubblica. Nei confronti del Movimento Friuli del- le origini non si usò l’aggettivo “prote- stante” per ragioni semantiche: la parola, infatti, era diventata tecnica in campo re- ligioso ed ecclesiale, e allora si scelse l’ag- gettivo “protestatario” per designare lo stesso movimento e anche l’affiliato a La Provincia di Gorizia prima del 1915. quel “movimento di protesta”.

Emerografia: Toros denuncia le manovre del movi- mento protestatario, Messaggero Veneto 14 dicem- bre 1967; Mario Cervi, Inchiesta nell’Italia che vo- ta. Trieste tra fiducia e protesta, Corriere della Sera 3 aprile 1968.

Provincia del Friuli

Il nuovo confine orientale, che passava a est di Postumia, aveva incluso nel Regno d’Italia molte migliaia di “allogeni” (nati altrove). Alle elezioni politiche del 1921 nel Col- legio di Gorizia, gli “allogeni” avevano dato alla “Concentrazione slava” 34.639 voti, conquistando cinque seggi nel Par- lamento italiano. Secondo la logica fascista, ereditata peral- tro dal Risorgimento, dovevano essere 94 quindi dapprima trasformati in mino- La Provincia di Gorizia dal 1918 al 1923. PROVINCIA DEL FRIULI

Soppressione della Provincia di Gorizia nel 1923. La Provincia divisa in due zone dal 1945 al 1947.

La Provincia di Gorizia nel 1927. La Provincia di Gorizia dopo il 1947. 95 ranza di una più vasta provincia, poi as- alle sue storiche dimensioni, ricalcate su similati, con le buone (scuola, giornali) o quelle della contea. con le cattive (proibizioni e manganello). La Provincia del Friuli, istituita con re- Mussolini, nei primi giorni del 1923, de- gio decreto 18 gennaio 1923, n. 53, cise di annacquarli nella Provincia del comprendeva il territorio della provincia Friuli, unica in Italia ad essere denomi- di Udine (a sua volta soppressa) e i terri- nata come una regione (le altre portava- tori dei distretti giudiziari di Tarvisio, no il nome della città capoluogo: provin- Tolmino, Caporetto, Circhina, Plezzo, cia di Venezia, di Treviso, di Belluno…). Idria (meno il Comune di Caccia), Go- In tal modo scontentò la Città di Gorizia rizia, Aidussina, Canale, Vipacco, Gra- (dove si svolsero vibrate manifestazioni disca, Cormôns, Cervignano (meno il di protesta), ma conquistò molti cuori di Comune di Grado e la frazione di Isola friulani che videro ricomposta de iure Morosini, assegnati alla Provincia di l’antica Patria del Friuli. Trieste) e Comèno (escludendo i Comu- Il Sindaco di Aquileia, cav. Brusin, salu- ni di Malchina, Slivia, San Pelagio e Au- tò Udine, capoluogo della nuova Provin- risina). cia, scrivendo che “Aquileia con animo Accanto ai circondari di Pordenone, vibrante di fede latina gioisce ricostituita Tolmezzo e Cividale, già esistenti nella unità del Friuli”, e Spezzotti rispose che soppressa Provincia di Udine, furono “L’entusiastico consenso di Aquileia Ma- istituiti i circondari di Gorizia, Gradisca dre trova vibrante commossa corrispon- e Tolmino. denza in Udine tutta che vede risolto con Ma non tutti i territori della contea di alta sagacia il problema dell’Unità del Gorizia e Gradisca, appartenenti per lin- Friuli.” gua e storia all’antica Patria del Friuli, fu- Ma anche a Gorizia dovevano esserci, al rono assegnati alla Provincia del Friuli: il di fuori dell’area fascista, uomini favore- mandamento di Monfalcone, infatti, con voli alla decisione di Mussolini. Basti Grado e Isola Morosini, fu assegnato alla pensare che nel 1921 (si veda sotto la vo- Provincia di Trieste con i mandamenti di ce “La Patrie ladine”) il giornale dei re- Sesana e Postumia. pubblicani aveva auspicato l’unione delle province di Udine e Gorizia in due arti- coli intitolati “Il Friuli ai friulani” e “Au- Provincia Pordenone-Portogruaro tonomia friulana”. Il Fascio di Gorizia, addolorato ma disci- Esiste il Movimento per la creazione del- plinatissimo, attendeva sereni provvedi- la Provincia Pordenone-Portogruaro, che menti, e fu tosto accontentato con lo verrebbe a sovrapporsi al calco del Muni- scioglimento della federazione fascista cipio romano di Iulia Concordia e della goriziana, le cui sezioni furono assorbite Diocesi di Concordia tuttora in essere. dalla federazione fascista friulana. Ebbe vita corta, tuttavia, la Provincia del Internet: Friuli, perché con decreto n.1 del 2 gen- www.in-friuli.org (sito del Movimento Provincia naio 1927, cioè a dittatura già solida- Pordenone-Portogruaro); mente instaurata, il governo ricostituì la www.comunichecambianoregione.org (sito del- 96 Provincia di Gorizia, ma non la restituì l’Unione Comuni Italiani per Cambiare Regione). QR qualunquista radio in friulano

Il qualunquismo fu un movimento poli- Onde furlane: emittente radiofonica pri- tico italiano dei primi anni dopo la se- vata che trasmette soltanto in lingua friu- conda guerra mondiale, polemico nei lana. Fu fondata a Udine il 2 febbraio confronti delle ideologie, dei partiti che 1980. Primo presidente, per dieci anni in le adottavano e della democrazia. Il Mo- carica, Silvano Pagani. vimento qualunquista prese il nome da Anche Radio Spazio 103, emittente della “L’uomo qualunque”, testata del giornale Curia udinese, diffonde programmi in fondato nel 1944 dal commediografo G. friulano. Giannini. Qualunquista è, da allora, chi Più sporadica è stata la programmazione ostenta sfiducia o indifferenza nei con- radiofonica in friulano in RAI. Solo recen- fronti della politica e dei partiti, ed espri- temente, grazie alle nuove norme regiona- me concetti semplicistici sullo stato e sul li e statali, è stato possibile avviare cicli di governo. trasmissioni a cadenza più regolare. L’aggettivo contiene, da allora, un giudi- zio negativo e può essere usato a scopo denigratorio anche quando non ricorro- regione no le condizioni necessarie. Fu usato, quindi, per denigrare gli autonomisti Il concetto di “regione” non appartiene al friulani negli anni Sessanta, che non era- mondo antico. Eratostene, è vero, aveva no affatto qualunquisti. diviso la terra in aree delimitare da confi- ni geometrici, e Strabone accenna talvol- Emerografia: Per la sovranità e la laicità dello sta- ta a regioni che, come l’Italia, la Iberia, la to. Contro il qualunquismo, Il Lavoratore socialista, Gallia…, sono distinte dalla stessa natu- gennaio 1968; Sergio Quadranti, La Dc denuncia ra e perciò, essendo chiaramente indivi- il pericolo di un voto ai qualunquisti, Messaggero duabili e univocamente denominabili, Veneto 16 maggio 1968. sono molto utili ai fini della geografia de- scrittiva; ma il grande geografo non si propose, escogitando qualche criterio di classificazione, di “regionalizzare” il mondo allora conosciuto. Nell’antica Roma le regioni erano soltan- to circoscrizioni territoriali della città. Fu Augusto, poi, per ragioni principalmente fiscali, a dividere l’Italia in undici regio- 97 La nostra regione, vista da ovest, sulla Tabula peutingeriana, itinerario stradale del III secolo dopo Cristo: al di sopra del mare Adriatico, in grigio, si vedono il fiume Tiliabinte (Tagliamento); la città di Aquileia; le strade, con le distanze in miglia, che la collegano a Concordia e “ad Silanos” (nei pressi di Gemona); le ter- me alla fonte del Timavo e Tergeste (Trieste).

ni, denominate con criterio etnico, cioè posti dagli umanisti geografi nel XV seco- traendo i nomi da quelli di antichi popo- lo, i quali si preoccuparono soltanto di tro- li che le avevano abitate (Picenum, Brut- vare una corrispondenza fra le denomina- tium, Tuscia…) con due eccezioni: la Ae- zioni antiche e quelle medioevali, non milia prese il nome dalla grande strada certo di dividere l’Italia in regioni politiche che da Rimini saliva verso nord-ovest; la o amministrative, e come Strabone non Regio Transpadana dalla situazione allora formularono alcun criterio per “regionaliz- in atto. La nostra, come è noto, fu chia- zare” l’Italia e il resto del mondo. mata Venetia et Histria, cioè regione dei Il concetto di regione fisica o naturale Veneti e degli Istri. Ma nessuno creda che troverà il suo spazio nella geografia sol- non esistessero altre popolazioni minori- tanto nella seconda metà del Settecento, tarie accanto ai Veneti (forse già scom- e da allora subì notevoli sviluppi (si veda parsi dalla parte della grande regione au- la voce “regione fisica”). gustea oggi chiamata Friuli), e basterebbe Che cos’è oggi una regione? Ecco la ri- citare i Carni. sposta di un fervente europeista friulano, La riforma amministrativa di Augusto non Guido Comessatti: ebbe lunga durata. Gli stessi nomi delle “La Comunità Economica Europea ha sue “regioni” scomparvero sotto altre de- assunto le Regioni, i Länder tedeschi, i 98 nominazioni, ma furono scoperti e ripro- départements francesi a circoscrizioni di base del M.E.C., come quelle unità geo- tempo ci fu chi propose di classificare co- grafiche che presentano una dimensione me regioni naturali o fisiche i territori cir- ottimale, sia per l’ordinamento del terri- coscritti da confini naturali, come mari, torio, sia per l’attuazione di progettazio- monti, fiumi, laghi, deserti…, dando la ni particolari, sia per decentrare l’esecu- precedenza alle catene montuose, che con zione di programmi di sviluppo correlati il loro spartiacque delimitano i bacini alle pianificazioni nazionali o all’integra- idrografici. Fu questo il criterio scelto per zione economica europea. dividere tutta la terra in regioni naturali, e Tuttavia la Regione non è soltanto uno applicato fino alla metà del XIX secolo. spazio geo-economico: essa può identifi- Si deve, infine, a Carlo Ritter una più carsi con un insediamento etnico, con scientifica impostazione del problema: caratteristiche ecologiche e tradizioni se- prendendo a base la plastica del suolo, colari, o con una omogenea compagine vide nelle caratteristiche morfologiche e sociologica o linguistica, che la distin- fisiche forze condizionanti per gli abita- guono pur senza straniarla dal più vasto tori delle singole regioni, che appariva- ambito di cui è parte, realizzando così la no così legati da una specie di destino diversità nell’unità, cioè un peculiare storico. aspetto strutturale delle federazioni. Per capire gli sviluppi successivi, sarà uti- Ben raramente queste componenti si ri- le ricordare che si dà il nome di regione trovano insieme in una Regione: ed è per anche a più aree di diffusione di un solo una singolare e non fortuita convergenza fenomeno, fisico, biologico o antropico di circostanze storiche, di mescolanze di (per esempio, la regione della vite, che in genti, di fattori biologici, d’influssi cultu- Europa comprende le terre del Mediter- rali, ch’esse sono tutte presenti nel Friuli, raneo e, oltre le Alpi, si estende fino al- sì da farne un “piccolo compendio dell’u- l’Ungheria e alla valle del Reno) in tal ca- niverso”, inconfondibile e inimitabile. so si parla di regioni semplici o elementari. Questa è la sua vera ricchezza, che non Ma si parla di regione anche per indicare luccica di vistose apparenze, non è merce territori che hanno in comune un grup- di baratto o di speculazione, poiché ha il po di fenomeni, come per esempio le re- suo filone segreto nelle virtù della sua gioni climatiche (il Gentilli distingue gente e profonde radici fisiche e spiritua- nettamente i climi del Friuli da quelli pa- li nella sua terra malinconica, nelle sue ca- dano-veneti, ad esempio, caratterizzati se severe, nella cadenza del suo rude idio- da un’accentuata nebbiosità), faunisti- ma”. che, fitogeografiche… e in tal caso si può parlare di regioni complesse. Sotto il profilo fitologico, ad esempio, il regione fisica o naturale Friuli è particolarmente ricco di flora al- pina perché appartiene, contemporanea- Furono i geografi francesi che, nella se- mente, a due diverse regioni o areali, e conda metà del XVIII secolo si preoccupa- quindi ci appare come una regione mol- rono di individuare le regioni fisiche della to complessa. Francia, adottando il criterio dell’unifor- Ai fini di una distinzione sistematica, c’è mità, all’interno di esse, di determinate ca- chi suggerisce di considerare innanzi tutto ratteristiche geologiche. Ma nello stesso i fattori climatici, e successivamente di ag- 99 giungere ad essi, per una più esatta indivi- ferenze, sentite anche dagli abitanti, duazione e delimitazione, altri caratteri non soltanto dai geografi, nascono allo- (geologici, morfologici, fitologici…). Le ra spontaneamente nomi territoriali, co- regioni naturali così disegnate non sempre me le Langhe, il Monferrato, il Mugel- rimangono circoscritte da confini natura- lo, che sono antichi e ben vivi nell’uso li, come è agevole verificare in Italia. popolare anche se non corrispondono a Se, per un’ulteriore verifica, si aggiungo- circoscrizioni politiche, amministrative no caratteri derivanti dalla presenza e o ecclesiastiche. Basti pensare, nel Friu- dall’attività dell’uomo (antropici, etnici, li di pianura, all’Alta e alla Bassa, divise economici), vedremo che raramente le dalla linea delle risorgive e dalla Stradal- regioni così determinate coincidono con ta. quelle delimitate da fattori fisici, cioè con le regioni naturali in senso stretto: quan- do questo si verifica, ci appare di fronte Regione Giulia un’autentica regione geografica: è questo il caso del Friuli, che, se da un lato ci ap- La Provincia del Friuli, istituita da Mus- pare come una semplice estensione della solini sul principio del 1923 per annac- pianura padana verso oriente sul piede quare gli allogeni, ovvero gli slavi annessi della catena alpina, dall’altro di stacca per trattato di pace, non piacque ai gori- nettamente dal contesto padano-veneto ziani, come sappiamo, ma incontrò anche per l’abbassamento delle Alpi orientali, l’opposizione dei triestini, che estrassero per l’apertura carsica ai freddi venti da dalla manica l’asso della Venezia Giulia, nord-est (bora), per la vicinanza dell’A- una specie di regione ideale, inventata a driatico alle montagne, e, last but not tavolino da Graziadio Isaia Ascoli nel least, per una struttura geologica che fa- 1863 per indicare con un’unica illustre vorisce la sismicità, come ha tragicamen- denominazione tutte le terre che l’Italia te dimostrato il terremoto del 1976, pre- reclamava dall’Austria, e dunque il Friuli ceduto peraltro da altre disastrose orientale o goriziano, Trieste e l’Istria. manifestazioni sismiche. Visto che Gorizia faceva già parte della La diversa struttura fisica determina una regione ascoliana, e ora apparteneva alla diversità climatica (molta pioggia, poca Provincia del Friuli, essi considerarono neve, poca nebbia, talvolta forti grandi- Udine annessa a Gorizia (!) e, complice il nate, ogni anno giornate con bora sulla grande geografo friulano Olinto Mari- pianura e sulla costa), con evidenti con- nelli, dissero che Trieste era la capitale seguenze sull’agricoltura, sull’architettu- della regione Giulia, estesa fino al fiume ra tradizionale o spontanea, sul carattere Livenza. degli abitanti. Se a tutto questo aggiun- Al disegno triestino si oppose, sul “Gior- giamo la drastica distinzione linguistica, nale di Udine” del 23 febbraio 1923, determinata dalle parlate friulane, possia- l’on. Giuseppe Girardini, con una lettera mo ben concludere affermando, con Pa- che suscitò furiose polemiche anche sui cifico Valussi, che il Friuli è una “provin- giornali di Venezia e Trieste. cia naturale”. “…io non consento affatto – scrisse il Quando, all’interno di una regione così deputato – a considerare il Friuli come 100 delimitata, risultano evidenti palesi dif- una provincia facente parte di una regio- ne presieduta da Trieste (…) il Friuli stati nazionali, ma più omogenee per in- non è soltanto una provincia, fu uno sta- teressi, cultura e lingua: le regioni mo- to ed è una regione (…). Questo concet- noetniche. to della Patria del Friuli io proposi e so- Un critico attaccò il progetto di Héraud, stenni, nella visione della vittoria ancora accusando di criptorazzismo l’Autore, prima della guerra presso l’on. Salandra che così si difese sulle pagine di “Comu- e lo sostenni pure (debbo ricordarlo an- ni d’Europa”, il mensile dell’Associazione cora) in una pubblicazione (…). Il Friu- Italiana per il Consiglio dei Comuni li perderebbe la sua funzione se non fos- d’Europa: “Per ciò che concerne la mia se lasciato e considerato a sé; esso rivive concezione delle regioni, io mi permetto nella sua storia, storia antica e illustre, e di respingere vigorosamente l’accusa di nella sua unità geografica deve compiere “cripto-razzismo” di cui Ella mi gratifica. la fusione delle genti che, varcando il Forse è l’espressione “etnia”, “etnico” che, confine, entrarono nella sua terra (…). per semplice associazione di idee, induce Trieste, la bella e cara Trieste, non è chia- ad attribuirle quell’odioso epiteto? mata da nessun ricordo storico a ripren- Ma la parola “nazione” – pura, questa, di dere un posto, che non ebbe mai, di cen- ogni sospetto e che viene anzi circondata tro di una unione a cui il Friuli sia di un’aureola di rispetto, se non di idola- aggregato…”. tria – non è in rapporto etimologico con Dopo varie repliche, e un intervento di nasci (nascere), e non richiama dunque Francesco Musoni, che si schierò con Gi- una comunità d’origine (“coloro che so- rardini, il deputato intervenne nuova- no nati dagli stessi antenati”)? Con l’e- mente il 4 aprile con una lunga lettera di spressione “regioni mono-etniche” inten- denuncia dei pretesti addotti dalla “bor- do “regioni della stessa nazione”; o, più ghesia triestina” per perseguire il suo di- chiaramente, “regioni a una sola lingua”: segno egemonico, e straordinaria è la ri- giacché è la lingua, e non la razza o i fat- sposta sul tema degli “allogeni”: “Un tori razziali, che deve esser presa in con- altro pretesto è la comune condizione di siderazione. Gli abitanti delle Antille e avere degli allogeni in casa. Sì, ma gli al- dell’isola Réunion (a condizione che lo logeni sono come le materie chimiche: vogliano) fanno parte dell’etnia francese combinate con certi elementi danno un allo stesso titolo di un abitante della certo risultato, combinate con certi altri, Champagne o di Tours: e questo per la ne danno un altro diverso.” semplice ragione che la loro lingua di cultura, prolungamento naturale del dia- letto locale, è il francese. E non vedo co- regione monoetnica me si possa giudicare una simile conce- zione cripto-razzista”. Nel 1986 fu pubblicato un testo fonda- E ancora: “Ritengo che la comunità lin- mentale, “Popoli e lingue d’Europa” di guistica, che è un fatto di natura, presen- Guy Héraud, che sull’argomento espri- ti più interesse – e innocenza – della co- meva l’opinione ufficiale del Movimento munità statale (lo stato-nazione), frutto Federalista Europeo. degli accidenti storici e dunque, in larga Il saggio di Héraud proponeva “l’Europa misura, delle guerre, degli imbrogli diplo- delle regioni”, entità più piccole degli matici, della violenza. Salvare una lingua, 101 sviluppare una cultura originale, mi sem- Ma in questo momento, quanti hanno a bra di maggior valore umano, e di più cuore la nostra civiltà e la nostra storia, grande vantaggio per l’umanità, che non esprimono la loro grande preoccupazione lottare per il mantenimento di Stati spes- ricordando le esperienze del Vajont e del so artificiali, nei loro limiti se non nella Belice, che da noi non dovranno assoluta- loro esistenza, e quasi sempre imperialisti mente ripetersi. Rivolgono pertanto un ap- e colonizzatori (nelle loro “metropoli” se pello agli architetti, agli ingegneri, ai geo- non nei loro “territori d’oltremare”)”. metri e ai periti edili del Friuli, che finora Combattere la teoria “etnica”, concluse hanno sempre dato prova delle loro capaci- Héraud, significa dare la propria cauzio- tà professionali, affinché, rifiutando ten- ne allo Stato e aiutarlo nella sua opera di denze e interventi estranei alla nostra civil- pressione interna e di anarchia esterna. tà, contribuiscano con le popolazioni a ridare al Friuli il suo volto, nel rispetto del particolare tessuto urbanistico e architetto- Ricostruzione alla friulana nico che lo caratterizzava. Fanno inoltre appello alle autorità affinché Assieme ai soccorritori, già nei primi si oppongano ad abbattimenti indiscrimi- giorni dopo il 6 maggio 1976 accorsero nati e alla dispersione di materiali che po- in Friuli “stormi di urbanisti venuti da tranno risultare preziosi nell’opera di rico- lontano”, che furono lesti nel richiedere struzione e di restauro dei luoghi e dei mappe e planimetrie agli Ordini profes- monumenti più caratteristici. sionali di Udine (architetti, ingegneri, Il testo del presente manifesto è firmato da geometri), talvolta esprimendo l’inten- Giuseppe Zigaina, Gino di Caporiacco, zione di proporre una ricostruzione su Gianfranco Ellero, Luciano Morandini, “tabula rasa”, che avrebbe snaturato l’im- Tito Maniacco, Gaetano Perusini, Novella mensa area colpita dal sisma. Cantarutti, Gianni Borghesan, Ottorino Gli Ordini opposero un netto rifiuto, a Burelli, Marcello De Stefano, Renato Fio- quanto ci risulta, o un muro di gomma, rini, Raimondo Strassoldo, Giovanni Frau, ma il pericolo era reale. Mario Argante, Giuseppe Bergamini. Un gruppo di intellettuali decise allora di Dal Friuli, il 12 maggio 1976”. firmare un manifesto, che fu pubblicato sul “Corriere del Friuli” datato Maggio Due studiosi americani hanno scomposto 1976. Ecco il testo: in quattro fasi il tempo successivo a un evento catastrofico e, dopo aver calcolato i “Una terribile catastrofe ha colpito il cuore tempi “fisiologici” di ogni fase – emergen- del Friuli, cancellando un incalcolabile pa- za, riabilitazione, ricostruzione, sviluppo –, trimonio umano, storico, culturale e artisti- che dovrebbe durare dieci volte di più del- co. la precedente, sono giunti alla conclusione Le popolazioni colpite, che in questi giorni che un processo di ripristino può essere di lutto hanno stupito il mondo intero per considerato un successo se si protrae al- il loro coraggio, hanno dichiarato con asso- l’incirca per una decina d’anni. luta fermezza di voler ricostruire al più È precisamente ciò che accadde in Friuli, presto le loro case. posto che nel 1986 a Villa Manin ci fu la 102 Tutto il Friuli è con loro. mostra della ricostruzione! A quella gloriosa impresa contribuirono il governo di Roma a concedere quan- sicuramente l’onesta gestione dei fondi to richiesto da un popolo del quale ci si stanziati dello Stato da parte della Re- poteva fidare, perché formato da citta- gione Friuli-Venezia Giulia e la mentali- dini “saldi, onesti e lavoratori”; tà dei friulani, contadini-muratori per · la presenza in loco di una classe politica lunga tradizione e affetti dal “mâl dal e amministrativa, a tutti i livelli compe- clap”. Ma ebbero un ruolo importante, tente, onesta, determinata e unanime; anche altri fattori, che elenchiamo sulla · la presenza di un eccezionale Commis- scorta di uno studio di Raimondo Stras- sario straordinario, l’on. Giuseppe soldo: Zamberletti, inviato dallo Stato assie- · la presenza capillare di insediamenti me a uno staff di collaboratori che si ri- militari immediatamente mobilitati velò all’altezza del capo. per i primi soccorsi; furono importan- A giudizio di alcuni urbanisti ci furono, ti, in particolare, la base di Aviano, che tuttavia, errori di impostazione. Ecco, ad potè subito accogliere i soccorsi inviati esempio, quanto scrisse Giovanni Pietro dalle potenze della N.A.T.O., e il cam- Nimis: “La ricostruzione friulana sarà po delle Frecce Tricolori a Rivolto, che guardata con interesse anche in futuro consentì un continuo rifornimento non solo per la compressione dei tempi in con aerei da carico appena fuori dall’a- cui è stata realizzata, e perché rendiconta- rea del disastro; bile sulla base di bilanci preventivi e con- · l’integrità della rete viaria e ferroviaria, suntivi, ma anche per essere nei suoi risul- immediatamente liberata da frane o tati, esemplare – nel bene e nel male – del macerie; metodo democratico, del decentramento · la mobilitazione dei friulani della dia- delle decisioni e del realismo nell’approc- spora che indussero i loro governi, se- cio dei problemi. Una fisionomia comun- gnatamente di Argentina, Australia e que problematica, da indagare e analizza- Canada, a una pronta generosità; re a lungo, perché alterata da alcune · la disponibilità di molte case balneari a contraddizioni implicite, come la frantu- un’ora d’automobile dalla zona terre- mazione delle decisioni o la demagogia motata, che si rivelarono molto utili scaturita da una troppo spinta partecipa- soprattutto dopo le tremende scosse di zione popolare. Tali antinomie sono an- settembre; che i risvolti riduttivi dell’esperienza friu- · la presenza, di un centro moderno e lana, quelli che caratterizzano appunto la ben attrezzato come la Città di Udine ricostruzione possibile in quanto frutto appena al di fuori dell’area più dura- del divenire nella triade dialettica di un mente colpita dal sisma; Friuli rimpianto, immaginato e ricostrui- · la posizione geopolitica, che pone il to...”. Friuli a contatto con Slovenia, Austria Protagonisti di quella straordinaria rico- e Germania, immediatamente interve- struzione, capolavoro assoluto del popo- nute in nome di antichi (Mitteleuropa) lo friulano, furono i Sindaci dei Comuni e nuovi (Alpe Adria) legami umani, terremotati che, come Gino Molinaro a culturali e politici; Buja, e molti altri in eletta schiera, non · la simpatia e la solidarietà che subito cir- esitarono ad accollarsi l’eroico compito condarono i friulani in Italia, indussero di gestire la rinascita da quell’apocalittico 103 disastro. Fu una prova corale e di imma- diffondere la nuova rivista: “Affratellati gine di altissimo valore, citata a modello come siamo da lingua, costumi e memo- anche in campo internazionale, resa pos- rie comuni, facciamo appello a quanti sibile dalle doti morali della civiltà cri- amano questa terra che trae nome da Ce- stiana e contadina del Friuli. sare glorioso. […] Animare dunque, anzi rianimare questa nostra cara terra, onde si renda illustre come fu nel passato, co- riviste me dovrebbe essere nel futuro, ecco quanto desideriamo e quanto speriamo Un ruolo molto importante, per la con- che i Comuni e i privati ci aiutino a com- servazione e lo sviluppo di una cultura piere”. regionale, può essere svolto dalle riviste, A Cividale, nel 1905, la Società Storica specie se nella testata ricordano ai lettori Friulana iniziò le pubblicazioni della rivi- la regione che intendono illustrare. sta annuale “Memorie Storiche Cividale- La prima, in ordine di tempo, si chiamò si”, che dopo tre anni si chiamò “Memo- “Pagine Friulane”, definita in sottotitolo rie Storiche Forogiuliesi”, diventando “Periodico mensile di storia e di lettera- dopo la grande guerra il “Giornale della tura della regione friulana”, diretta e Deputazione di Storia Patria per il Friuli”. stampata a Udine da Domenico Del Nel 1920 iniziarono le pubblicazioni di Bianco fra il 1888 e il 1906. Nel 1902, il “Ce fastu?”, rivista della Società Filologica nuovo direttore, Antonio Battistella, di- Friulana, e nel 1924 nacque “La Panarie” chiarò che la rivista non potrà più “acco- di Chino Ermacora, alla quale abbiamo gliere scritti che, per una o per altra ra- dedicato una voce in questo Dizionario. gione, non riguardino il Friuli e non concorrano a illustrarne gente, vicende, Bibliografia: Raffaella Sgubin, Tre riviste e tre uo- istituzioni, costumanze, lingua, letteratu- mini che hanno aperto la strada alla Filologica, in ra, tradizioni, arte e i personaggi per “Friûl di soreli jevât”, numero unico della Società qualsivoglia motivo ragguardevoli”. Filologica Friulana, Udine 1989. Chiusa “Pagine Friulane”, nel 1907 Gio- vanni Lorenzoni si propose di seguirne le orme fondando a Gorizia “Nuove pagi- ne”, che durò soltanto sei mesi perché non ebbe il sostegno di un sufficiente numero di abbonati. Lo stesso Lorenzoni e i collaboratori non si arresero, e nel 1910 diedero vita a “Forum Julii”, che chiuse le sue pagine nel 1914. “Tenendo presente – scrissero – che ben misero e facile ad essere so- praffatto è quel popolo che non cura lo studio delle scienze e delle arti, culto che presso ogni popolo è l’espressione delle sue virtù politiche e sociali”, rivolsero 104 un pressante invito ai friulani a leggere e S Sappada Sinistra Tagliamento

Oasi etnico-linguistica tedesca fra Carnia Letteralmente tutte le terre che stanno e Cadore, assegnata alla Provincia di Bel- sulla sinistra orografica del Tagliamento, luno nel 1852. La sua parrocchia è rima- ma nell’uso comune queste due parole sta nell’Arcidiocesi di Udine. indicano soltanto le terre di pianura o di collina, dalla stretta di Pinzano al mare. Emerografia: Silvio Brovedani, Il ritorno di Sap- La Carnia, infatti, è esclusa dalle parole pada alla Provincia di Udine, La Vita Cattolica 12 Sinistra Tagliamento (e non soltanto per- gennaio 1974. ché comprende anche terre situate fra il crinale prealpino e la sponda destra), e a maggior ragione il Canal del Ferro, la Val separatista Canale e la valle di Resia. Ma anche le lo- calità lontane dalla sponda escono dal si- Aggettivo adoperato per denigrare l’auto- gnificato di due parole adoperate di soli- nomismo friulano. Era considerato sino- to per luoghi vicini al fiume, per esempio nimo di “austriacante” perché, se si sepa- per Spilimbergo e San Daniele, due citta- ra il Friuli dall’Italia, lo si sposta in dine situate a destra e a sinistra del fiume, Austria (o, allora, in Jugoslavia, ma l’eve- o per Casarsa e Codroipo. Mai diremo nienza non interessava a chi continuava a che Udine sta a sinistra in quanto cosa ov- ragionare da risorgimentale). via, e naturalmente l’espressione perde di significato man mano che ci si avvicina Emerografia: Pacciardi e i separatisti in un incontro ad altre acque importanti, che danno ad- a Cividale, Messaggero Veneto 3 marzo 1967; I gio- dirittura il nome ad alcune località, come vani dc decunciano le manovre dei separatisti, Mes- San Pietro e San Giovanni, entrambi “al saggero Veneto 12 dicembre 1967; Un gruppo gio- Natisone”, e Savorgnano e San Vito, il vanile dc [quello di Remanzacco] condanna i primo “del” e il secondo “al” Torre, per ar- separatisti, Messaggero Veneto 24 dicembre 1967; rivare in fine a San Pier d’Isonzo e San Lo- Mario Cervi, Inchiesta nell’Italia che vota. Trieste tra renzo Isontino. fiducia e protesta, Corriere della Sera 3 aprile 1968; Franco Nencini, I separatisti del “Movimento Friu- li”.“Se l’Italia ci è matrigna torneremo a Cecco Beppe”, “Sinistra Universitaria” La Nazione dicembre 1968; Franco Nencini, Udine non ama Trieste, Il Resto del Carlino 13 dicembre Periodico studentesco stampato a Padova 1968; Gianfranco Ellero, Non torneranno con Cecco nei primi anni Settanta. Si veda la voce Beppe, Il Resto del Carlino 20 dicembre 1968. “Union Furlane dai Universitaris”. 105 Slavia friulana po tre delle maggiori facoltà umane: il pensiero, la forza, il senso del bello”. Nei secoli della dominazione veneta la Gli alpinisti di quel tempo si dedicavano regione fisica delle Valli del Natisone, di- infatti all’esplorazione, al rilevamento, visa nelle “banche” di Antro e Merso, fu alla misurazione delle quote, alla produ- chiamata Slovenska Benecja, cioè Slavia zione di carte geografiche, alla fotografia veneta. di montagna. E così la “Carta del Canal La denominazione, esatta quando le Valli del Ferro”, composta da Giovanni Mari- facevano parte della Terraferma veneta, è nelli, fu pubblicata dalla Società Alpina diventata fuorviante da quando esistono Friulana nel 1888. le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. La Società promosse studi non soltanto Alcuni la chiamarono allora Slavia italia- in campi coltivati dai docenti dell’Istitu- na; ma Gino di Caporiacco, con felice in- to tecnico, che del resto figuravano fra i tuizione, avanzò la proposta di ribattezzar- suoi soci, ma anche in altri settori, e così la Slavia friulana, incontrando il favore dei potè pubblicare, a partire dal 1886, la giornalisti e della pubblica opinione. “Guida del Friuli”, colossale opera inter- disciplinare compilata da geografi e stori- Bibliografia: AA.VV., Val Natisone, n.u. della So- ci, geologi e linguisti, studiosi d’arte e di cietà Filologica Friulana 1972; Dino Menichini, tradizioni popolari. L’opera, che riveste Paese di frontiera, Udine 1972; AA.VV., La storia un alto valore documentale, ha sicura- della Slavia italiana, Quaderni Nediza 3, San Pietro mente contribuito a far crescere la cultu- al Natisone - Trieste 1978; Giancarlo Pertegato, ra regionale nei suoi lettori, appartenenti Un’altra piccola patria si affaccia tra le minoranze et- di solito alla classe colta e/o discente, e nico-limguistiche. La Slavia friulana vuole la sua lin- quindi a far crescere il senso di distinzio- gua, Corriere della Sera 2 marzo 1979; Enzo Pasco- ne e di appartenenza. lo, Case della Slavia friulana, Società Filologica Friulana 1998. Società Filologica Friulana

Società Alpina Friulana Fondata a Gorizia il 23 novembre 1919, svolge una fondamentale attività di rac- Anche la Società Alpina Friulana, fonda- colta e di studio della lingua e delle tradi- ta a Udine nel 1874, svolse un ruolo di zioni del popolo friulano. Fra le sue rea- primo piano nello studio del Friuli e nel- lizzazioni di capitale importanza bisogna la definizione della regione. ricordare “Il nuovo Pirona”, vocabolario La Società praticò per cinquant’anni l’al- della lingua friulana, pubblicato nel pinismo scientifico, come allora si dice- 1934; la stampa dei sei grandi volumi del- va, un’attività elitaria di persone che per- l’ASLEF, Atlante Storico Linguistico Et- seguivano scopi non puramente sportivi. nografico Friulano, dai quali l’inconfon- Scrisse Giovanni Marinelli in relazione dibile fisionomia della nostra regione agli studi compiuti in Val Raccolana da emerge come in filigrana; il fondamenta- Giacomo di Brazzà nel 1881: “Così an- le contributo alla realizzazione dell’Atlan- cora una volta l’alpinismo mostrava co- te Linguistico Italiano, che ora sta uscen- 106 me per esso si possa coltivare ad un tem- do in grandi volumi prodotti dall’Istituto Poligrafico dello Stato; i numeri unici Bibliografia: Gino di Caporiacco, Storia di un’i- pubblicati in occasione dei congressi an- dea. La Regione Friulana (1945-1947), Plaino di nuali e molte altre pubblicazioni. Pagnacco, 1978; Gino di Caporiacco, 1943-1945. Sarebbe già tanto per formare e tener vi- Gli anni della non collaborazione, Sot la Nape, n. va la coscienza autonomistica dei friula- 2, jugn 2000; 1945-1948. Il confine orientale, Sot ni. Ma non possiamo dimenticare che la la Nape n. 3-4, luj-dicembar 2000; 1945-1948. Società svolse anche importanti ruoli in La regione friulana, Sot la Nape n. 1, març 2001; campo politico. Nel 1932, ad esempio, Gianfranco Ellero, Pasolini e la Filologica, in “Lin- quando il fascismo decise di far la guerra gua poesia autonomia”, Istitût Ladin-Furlan “Pre ai dialetti e di sciogliere le associazioni re- Checo Placerean” 2005. gionalistiche, la Società riuscì non solo a sopravvivere per merito di Pier Silverio Leicht e Benito Mussolini, ma anche a Stato di Aquileia stampare “Il Nuovo Pirona” e a farsi con- ferire dallo Stato lo status di ente morale “Stato di Aquileia” è il nome dato alla pro- nel 1936. posta di un gruppo di politici e intellet- Durante l’occupazione tedesca, grazie a tuali riuniti nel “Forum di Aquileia”, che Ercole Carletti, riuscì a sottrarsi alle mire nel 1994/95 presentò una nuova “carta” o degli occupanti scegliendo quella che fu statuto con le seguenti innovazioni: via il poi definita “linea di non collaborazione”. nome di Regione sostituito da Stato; via Nei primi mesi dopo la guerra alimentò entrambi i nomi uniti dal trattino, cioè sia con uomini e idee l’Associazione di Tes- il Friuli che la Venezia Giulia, per elimi- sitori e il Movimento Popolare Friulano; nare il dualismo nel nome della regione, e, come sappiamo, produsse “La regione sostituiti da Aquileia; accentuato duali- del Friuli”, l’opuscolo di cui si parla alla smo interno allo Stato, con la massima au- voce “Autonomia culturale”, stampato tonomia possibile concessa alla “Libera dalla Camera di Commercio il 15 dicem- città di Trieste” e alla “Dieta delle comu- bre: un bel risultato se si pensa che, gra- nità e delle autonomie locali” del Friuli. zie a quell’opuscolo, la regione soltanto Inizialmente si associarono Danilo Berto- friulana fu posta nel testo della Costitu- li, Paolo Maurensig, Renzo Pascolat, zione, allora in elaborazione, e vi rimase, Giancarlo Pedronetto, Gilberto Pressacco, come scrisse Gino di Caporiacco, dal 18 Renato Stroili, Federico Rossi e Raimon- dicembre 1946 al 1° febbraio 1947. do Strassoldo. Poi altri si aggregarono. E in anni più vicini a noi non mancò di Nel 1997 la proposta del Forum fu rifor- far sentire la sua voce per reclamare l’U- mulata (prevedeva anche la creazione niversità friulana. Tutti i veri autonomi- delle due province della Carnia e della sti dovrebbero quindi guardare con sim- Bassa) e ripresentata in Consiglio regio- patia e gratitudine alla SFF anche se nale da Giancarlo Pedronetto. talvolta possono non condividere i crite- ri di conduzione e la politica culturale Bibliografia: Raimondo Strassoldo, La sfida del Fo- del sodalizio. Devono, in sostanza, imita- rum di Aquileia, in “Lingua, identità autonomia. Ri- re Pasolini il quale, pur essendo in pole- cerche e riflessioni sociologiche sulla questione friulana”, mica con la Società, mai mancò di far Campoformido 1996; Raimondo Strassoldo, Friu- sentire il suo incoraggiamento. li. La soluzione finale, Clape Culturâl Aquilee 2005. 107 statuto tanto friulano, ma non era opportuno di- mostrarlo e affermarlo per non turbare il La Costituzione repubblicana votata il dogma dell’unità regionale. E in nome di 27 dicembre 1947, entrata in vigore il 1° tale dogma gli storici e gli studiosi delle gennaio 1948, prevede il riconoscimento cosiddette scienze ancillari si tennero alla delle Regioni, distinte in due gruppi: re- larga il più possibile da un settore territo- gioni a statuto ordinario o standard e re- riale che, pur appartenendo al Friuli in gioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, senso storico e geografico, stiamo parlan- Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e do del Mandamento di Portogruaro, non Friuli-Venezia Giulia), così chiamate per- rientra nell’unitaria Regione Friuli-Vene- ché dotate di poteri speciali, concessi dal- zia Giulia. Come diceva Fausto Schiavi, lo Stato per le loro particolari situazioni tutto doveva diventare friulo-giuliano. geopolitiche. Lo statuto della Regione C’era, in verità un’insospettata comunan- Friuli-Venezia Giulia, votato con legge za culturale, dovuta all’estensione territo- costituzionale 31 gennaio 1963, attribui- riale della lingua friulana, parlata anche a sce all’ente competenza in agricoltura, Trieste fino alla fine del Settecento e a autonomie locali, urbanistica, sanità, ec- Muggia fino agli anni Ottanta dell’Otto- cetera. cento, ma non fu data diffusione all’uni- co fenomeno che, almeno in senso stori- co, dava unità alla Regione: si sarebbe sudditanza culturale dimostrato, infatti, che il Friuli aveva con- tribuito anche con la lingua, oltre che con Una volta decisa, con legge costituzionale migliaia di muratori e operai, allo svilup- 31 gennaio 1963, l’istituzione della Re- po di Trieste. gione Friuli Venezia Giulia, e delimitato il Sono, questi, soltanto alcuni esempi di suo territorio, coincidente con quello del- distorsioni culturali causate da sudditan- le province di Udine (allora comprensiva za psicologica e da servilismo verso il po- del Circondario di Pordenone), Gorizia e tere: meglio non urtare, culturalmente, Trieste, ebbe inizio una sudditanza cultu- un ente che, almeno dal punto di vista rale che rimane seconda soltanto a quella degli opportunisti, potrebbe finanziare determinata dalla creazione di uno stato un’iniziativa culturale solo se opportuna- nazionale in Italia nel 1861. Si videro, in- mente dimensionata. fatti, studiosi, enti, istituzioni che dimen- Un esempio preclaro di quanto andiamo sionarono il loro pensiero e la loro azione dicendo è l’Enciclopedia monografica sulla base territoriale dell’unitaria Regione del Friuli-Venzia Giulia, ma molti altri Friuli-Venezia Giulia, sforzandosi in ogni sarebbero gli esempi possibili. modo di trovare l’unità anche in fenome- Va riconosciuta, al contrario, la coerenza ni storici e culturali che caratterizzano di- della Società Filologica Friulana, che non stintamente il Friuli e Trieste. L’agricoltu- diventò friulo-giuliana in omaggio al po- ra, ad esempio, è soltanto friulana, ma sui tere, e alla Deputazione di Storia Patria giornali, nei discorsi e sui libri divenne per il Friuli, che continuò a considerare e “del Friuli-Venezia Giulia”. Nella pittura a studiare il Mandamento di Portogruaro del primo dopoguerra e nella letteratura e la Provincia di Gorizia, annessa di fatto 108 in lingua italiana il “neorealismo” fu sol- alla Venezia Giulia. T Tocai dere sul confine tra la Stiria e l’Ungheria un vitigno con gl’identici caratteri di Su Aquileia’s Patriarchengräber, riportato questo [nostro] Tokaj, e che là chiamano dal “Bullettino dell’Associazione Agraria Mosler…”. Perché, dunque, accettare per Friulana” del 15 febbraio 1884, ripreso buone le ragioni ungheresi, e rassegnarci a poi su “Pagine Friulane” nel 1902, si leg- cambiare il nome del nostro Tocai, un vi- ge quanto segue: “Un fatto meno noto no davvero unificante per la Patria del […] è la circostanza che l’Ungheria deve Friuli? E ancora: perché sostituire il nome uno dei suoi più preziosi prodotti al pa- del Tocai con “Friulano”, brutto aggettivo triarca Bertoldo, poiché re Bela IV, non etnico poco spendibile sul mercato inter- senza l’assenso di suo zio [Bertoldo] tra- nazionale? E per concludere: visto che piantò dal Friuli nel suo regno le viti di nelle ampelografie si dovrà continuare a Tokay. (Bertoldo di Andechs, una delle parlare di viti di Tocai, sarà lecito scrivere più potenti e ricche famiglie dei suoi sulla retroetichetta: “Questo vino è stato tempi – imparentato con principi e re – ottenuto da viti di Tocai allevate sul Ron- dominò in Aquileia trentatré anni, dal co del gufo in Gramogliano”? 1218 al 1251. Visse anni settanta)”. In questa disputa, pessimamente condotta È ben vero, quindi, che in Ungheria da da parte friulana, si sente dire che l’Euro- quasi ottocento anni esiste un vino chia- pa dà ragione all’Ungheria perché il vino è mato Tokay, ma è altrettanto vero che ar- un prodotto legato a un determinato luo- rivò dal Friuli, dove, evidentemente esi- go, e là esiste la città di Tokay. Ma qualcu- steva prima di Bertoldo di Andechs. no si è accorto che nei pressi di Capriva La parola “tocai”, come risulta da più del Friuli le carte dell’impero austro-unga- fonti, è peraltro usata anche in altre re- rico riportano il rio Tocai o Toccai e una gioni d’Europa, per esempio in Alsazia. vasta campagna con lo stesso nome? Ma in altre regioni la vite di Tocai assume Domande senza risposta, a meno che altri nomi. Scrive infatti il Goêthe (H.G., non la si trovi nel sostanzioso stanzia- Handbuch der Ampelographie, Berlin mento del governo italiano a favore dei 1887) che il Tocai sarebbe originario della produttori che vorranno lanciare sul Germania, e il suo nome si applica anche mercato il nuovo (bruttissimo) nome del ad altri vitigni. (Per esempio, il Tokai Ro- Tocai: in tal caso cederanno la primoge- sé des Jardins in Francia e il Pinot grigio in nitura per un piatto di lenticchie. Piemonte). Se, a quanto sembra, questa sarà l’inevi- Sull’Ampelografia del Friuli di Norberto tabile fine di un vino simbolo del Friuli, Marzotto (Del Bianco, Udine 1923) sappiano almeno, i produttori, di aver possiamo leggere: “Ebbi occasione di ve- gettato alle ortiche un’irripetibile occa- 109 sione per adottare la bellissima parola naturali di rilevante consistenza. È lecito friulana “Blanc”, sinonimo di Tocai nelle domandarsi, allora, se Trieste, capitale an- nostre osterie, che sul mercato interna- che del Friuli dal 1963, appartenga al zionale sarebbe stata molto più utile di Friuli fisico o all’Istria. È una domanda al- “Friulano” secondo le regole del marke- la quale risponde, con insospettabili cita- ting: è monosillabica, facile da memoriz- zioni, Gino di Caporiacco nel pamphlet zare, è identica alla corrispondente paro- “Venezia Giulia, la regione inesistente”. la francese… è facilmente comprensibile Il Carli (“Antichità dell’Istria” libro I, anche in spagnolo (blanco)! par. VIII), considerando che Tolomeo e Strabone fissano il confine dell’Istria al Emerografia: Gianfranco Ellero su Il Gazzettino, Timavo, assegna la città alla penisola Tocai & Toccai, fra l’acqua e il vino, 12 agosto istriana; ma il Fistulario, appellandosi al- 2005; Il Tocai fra Friuli e Germania, 29 novembre l’autorità di Plinio, è di diverso avviso. E 2005; Indicazione geografica errata, 29 marzo il Kohen (“Dell’origine di Trieste”, 1829) 2006; Illy ha ragione, il Tocai chiamiamolo Blanc afferma che “Augusto, osservando che furlan, 13 maggio 2006; Quattro domande sul Trieste col suo territorio abitato era dalla Friulano, 2 luglio 2006; Illy: l’Europa ci darà ra- medesima popolazione che abitava il gione salveremo il Tocai friulano, Messaggero Vene- paese oggi chiamato Friuli, a questo e to 18 marzo 2007. non all’Istria la volle aggiunta”. Egli con- clude affermando che “appartiene Trieste per geografica posizione all’Istria, sebbe- Tre Venezie ne per conquista e politica collocazione essa facesse parte della Carnia”. Sono le tre regioni così denominate da Su “L’Archeografo triestino” de Rossetti Graziadio Isaia Ascoli nel 1863. scrive: “il territorio di Trieste, piccola sta- zione della provincia dell’Istria […] con- fina al nord e all’est con la Carnia alpina, Trieste a ovest col mare, e colla residua parte del- l’Istria al sud”. È il villaggio celtico ricordato da Strabone, Ragionando, quindi, in termini geologici, segnalato anche nella Tabula Peutingeria- si deve riconoscere che Trieste appartiene na, che si trasformò in una città a partire all’Istria; in termini storici fu talvolta in- dalla prima metà del Settecento, quando clusa in contesti carnici e ne subì l’in- divenne il porto dell’impero asburgico. fluenza. In realtà oggi è una città-regione, Tumultuoso il suo sviluppo nell’Ottocen- secondo il nostro giudizio, molto diversa to, al quale contribuirono, soprattutto e distante sia dal Friuli che dall’Istria. nell’edilizia, i friulani, ancora ben presen- Dal 1963 è la decentrata capitale della re- ti nell’onomastica cittadina, come è facile gione Friuli Venezia Giulia. constatare sfogliando l’elenco telefonico. La città, cosmopolita, acquistò un’affasci- nante personalità che nettamente la stacca Triveneto e la allontana tanto dal Friuli quanto dal- l’Istria. Il Friuli è sicuramente una regione Sinonimo non ufficiale ma sempre più 110 naturale anche se non segnata da ostacoli usato di Tre Venezie. U Udinese le classi oppresse e sfruttate dei contadini e degli operai, ed è diffuso soprattutto Società sportiva per il gioco del calcio nelle zone meno sviluppate e più povere fondata a Udine nel 1896. Ha mutuato i del Friuli. colori delle divise dall’arma della Capita- Di contro, invece, va sempre più esten- le del Friuli: scaglione nero in campo dendosi tra la borghesia e nelle zone più bianco. È la squadra simbolo del Friuli, evolute, particolarmente nei centri urbani, che ha dato visibilità alla nostra regione l’uso dell’italiano o di un dialetto simile al anche in campo internazionale per le sue dialetto veneto. La distinzione linguistica partecipazioni alla Coppa UEFA e alla ha, dunque, nel caso del Friuli, una preci- Champions League. Gioca nello Stadio sa connotazione di classe. Il fatto che que- che, per la felice decisione del Sindaco di sti universitari friulani si organizzino in Udine Angelo Candolini e del Consiglio gruppo, servendosi della loro madrelin- comunale, pronti ad accogliere una pro- gua, non può significare altro se non che posta avanzata da Gino di Caporiacco (e essi si riconoscono come appartenenti di dallo scrivente), fu intitolato al Friuli. una minoranza nazionale oppressa”. Dovrebbe essere la squadra amata e so- E ancora: “che la questione della mino- stenuta da tutti i veri autonomisti, e non ranza friulana sia un problema reale è di- solo per i suoi meriti sportivi. mostrato dal fatto che partendo da essa ha potuto svilupparsi persino una organizza- zione reazionaria come il Movimento Union Furlane dai Universitaris Friuli…” (lasciamo al lettore il compito, davvero arduo, di rintracciare il filo logi- Fondata a Padova, al centro di via Zaba- co). Infine: “Noi non vorremmo che la rella, il 1 dicembre 1970. L’incontro costi- Union Furlane dai Universitaris facesse la tutivo fu annunciato da un manifesto in fine del Movimento Friuli, che diventasse friulano con precise scelte ideologiche. cioè uno strumento di pressione della bor- “Per ora – leggiamo su “Sinistra Univer- ghesia friulana in cerca di integrazione e sitaria” in un articolo di Giancarlo Boc- un’arma di difesa degli interessi particola- cotti intitolato “La lotta della minoranza ristici dei ceti privilegiati friulani in con- friulana oppressa” – ci limitiamo a sotto- trasto settoriale con gli interessi della bor- lineare che la formazione di un’associa- ghesia italiana” (per la logica si rinvia alla zione di universitari che usano il friulano parentesi precedente). è per noi di fondamentale importanza. Può essere interessante ricordare che que- L’uso della lingua friulana, infatti, è or- ste parole, stampate accanto a un articolo mai limitato, e coincide esattamente con intitolato “Paese Basco e Libertà: E.T.A.”, 111 furono scritte quando Fausto Schiavi era il Presidente di un Movimento Friuli ca- pace di far accettare al PCI la seconda Università nella Regione, quella di Udi- ne, di ottenere dalla Regione la prima conferenza regionale dell’emigrazione e significativi provvedimenti sulla questio- ne linguistica, e così via.

Emerografia: Giancarlo Boccotti, La lotta della minoranza friulana oppressa, Sinistra Universitaria, Padova 1970.

unità regionale

L’unione fra il Friuli e Trieste apparve ar- tificiale e difficile fin dall’origine e non Monumenti simbolo dell’unità del Friuli nel Mu- soltanto agli autonomisti friulani. seo del Duomo a Cividale: in primo piano l’Ara di Ratchis, sullo sfondo il Battistero di Callisto, a de- La stampa regionale, condizionata dai stra la cattedra dei patriarchi di Aquileia. partiti politici che avevano stilato lo sta- tuto unitario con Trieste capitale, era na- turalmente unitarista e bollava con paro- prontamente denunciato, ma invano, dal le di fuoco gli autonomisti (si vedano le neonato Movimento Friuli nel 1966). voci “austriacante”, “qualunquista” e “se- I politici, soprattutto gli eletti al Consiglio paratista”). regionale, enunciarono il dogma dell’in- Non così si espresse la stampa nazionale, tangibilità dell’unità regionale, infranto, e citeremo l’esemplare inchiesta di Gian- peraltro, dopo pochi mesi, quando Trieste franco Piazzesi pubblicata sul “Corriere oppose il suo “niet” alla facoltà di medici- della Sera” nell’ottobre del 1964, sei me- na (della loro Università!) che l’Ordine dei si dopo le prime elezioni regionali, che si medici della Provincia di Udine voleva svolsero il 10 maggio di quell’anno. Ecco collocare accanto all’Ospedale della capi- il sommario dell’articolo citato nell’eme- tale del Friuli. rografia: “La nuova regione ha scontenta- Da allora, cioè fin dal 1964, l’unità re- to tutti: da una parte il Friuli, terra de- gionale fu sempre tema di un dibattito, pressa ma in continuo sviluppo, teme il più o meno acceso, che oscillò fra l’em- sodalizio con una città ancora ricca ma in brassons-nous dei politici unitari e la net- regresso. D’altro canto Trieste ha paura ta separazione proposta dai divorzisti, che Udine pensi a risolvere principal- con diverse proposte di ingegneria auto- mente i propri problemi, grazie alla mag- nomistica interna (Assemblea delle pro- gioranza nel parlamento regionale”. vince friulane, ad esempio). (Queste parole spiegano anche l’incondi- Il dibattito si fece più acceso quando, a zionato appoggio dato dai triestini all’i- pendant del Movimento Friuli, ci fu a 112 stituzione della Provincia di Pordenone, Trieste il clamoroso successo della Lista per Trieste, cioè quando il divorzio fu neto 7 ottobre 1981; N.d.A., Unitât regjonâl: ce proposto anche dalla controparte. Allora tant dificil tignî dongje realtâz difarentis, La Vita anche i vecchi “unitari” friulani si con- Cattolica 17 ottobre 1981; Dibattito sull’unità re- vertirono: Loris Fortuna arrivò a dichia- gionale, Corriere del Friuli ottobre 1981; Vittori- rare che “l’unità regionale è un feticcio” no Meloni, Quel trattino, libro bianco del Messag- (l’avesse detto con vent’anni di antici- gero Veneto 1985; Gli autonomisti friulani alla po…), e Mario Lizzero dichiarò che “la Lpt: legittimo l’uso della sede regionale, Messaggero Regione Friuli-Venezia Giulia non può Veneto 10 settembre 1987; Trieste mia, addio, La restare così com’è senza correre il rischio Vita Cattolica 29 febbraio 1992. di spezzarsi sotto l’effetto di spinte di- spersive” (citazioni da scritti del 1979). La Lista per Trieste, dal suo canto, ebbe il Università friulana pregio di essere quanto mai esplicita: ba- sta leggere la proposta di legge nazionale, Il primo a usare le parole “università friu- presentata nel 1979 dai deputati Giuri- lana” fu il prof. Joseph Gentilli, origina- cin, Pellis, Bologna e Tassinari, eletti dal- rio di San Daniele e docente di geografia la Lista, intitolata “Modificazioni e inte- nell’University of Western Australia, che grazioni della legge costituzionale 31 periodicamente soggiornava a Udine e gennaio 1963 n. 1 concernente lo statuto aveva pubblicato sul Bollettino della stes- speciale della Regione Autonoma Friuli- sa CCIAA due saggi fondamentali: “Per Venezia Giulia”. I triestinisti proponeva- una università friulana” nel novembre no allora una regione “ripartita in due en- 1965 e “Geografia applicata e pianifica- tità circoscrizionali munite di autonomie zione universitaria” nel marzo 1966. anche legislative includenti, la prima, le I due scritti caddero, quindi, a proposito province di Trieste e di Gorizia, e la se- e dimostrarono con metodo scientifico conda quelle di Udine e Pordenone”. che il Friuli doveva avere la sua Universi- Non meno esplicito era stato Fausto tà e che Udine era la sede ideale per Schiavi, scrivendo il pamphlet “Trieste e un’Università davvero regionale, baricen- il Friuli verso il divorzio” nel 1970. trica rispetto al territorio e alla popola- Rinviando il lettore alla voce “divorzio da zione studentesca della Regione Friuli- Trieste”, citiamo qui al piede qualche ti- Venezia Giulia! tolo significativo. Analizzando la domanda friulana di lau- reati, nel saggio del 1965 Gentilli afferma Emerografia: Gianfranco Piazzesi, Friulani e trie- che già allora dovevano essere istituite a stini un matrimonio difficile, Corriere della Sera 15 Udine le facoltà di scienze, chimica agra- ottobre 1964; Trieste vuole la spaccatura e l’annes- ria e medicina: la prima per soddisfare la sione di Gorizia, Corriere del Friuli dicembre crescente domanda di specialisti ad alto 1979; La Regione è unitaria solo sulla carta, Cor- livello nell’industria enologica e casearia; riere del Friuli agosto 1980; L’unità regionale e le la seconda per una difesa del suolo e una realtà locali: tesi a confronto in un dibattito (vi par- conduzione delle aziende agrarie basate teciparono Toros, De Carli, Biasutti, Coloni, Pa- su cognizioni scientifiche; la terza perché scolat, Gambassini, Meloni, con interventi di So- “è non solo desiderabile ma assolutamen- limbergo, Cavallo, Stoka, Battello, Gino di te necessario che il maggior numero pos- Caporiacco e Gianfranco Ellero), Messaggero Ve- sibile di medici sia in grado di compren- 113 dere perfettamente i rispettivi pazienti. Il geografo concluse scrivendo che l’U- Nelle vallate della Carnia, nelle nostre niversità friulana a Udine aveva ragione colline, nei paesi di pianura, il medico di esistere non solo per le illustrate ra- che conosce intimamente il parlar locale gioni pratiche ed economiche, ma an- può intendere il paziente e farsi compren- che per esigenze culturali tipiche del no- dere”. Nella nuova Regione, aggiunge, la stro popolo: “Riteniamo fermamente che maggior domanda di laureati in medicina il Friuli potrà sollevarsi dal suo sottosvi- viene dal Friuli, “ed è pertanto in Friuli luppo attuale producendo i suoi laureati, che si deve collocare la rispettiva facoltà”. animati dall’amore per la Piccola Patria Guardando al corpo studentesco scrive: nei loro studi accademici e nelle loro ri- “Si parla spesso del Friuli come di una zo- cerche sui problemi friulani; attualmente na povera, e si condannano i suoi futuri sono molti più i laureati non-friulani im- dirigenti a sprecare somme non trascura- piegati in Friuli che i laureati friulani im- bili per risiedere in un centro universita- piegati in altre regioni, prova indubbia rio o per recarvisi abbastanza spesso da della carenza di laureati friulani in Friu- ottenere la frequenza. Se tale migrazione li”. studentesca è pendolare, essa comporta Ragionando da uomo di elevate doti inoltre varie ore di viaggio alla settimana, morali, oltre che da scienziato, completò tempo che potrebbe essere dedicato con il suo scritto con una profetica postilla: maggiore utilità allo studio […] Si noti “Riteniamo infine essenziale il principio inoltre che l’attuale migrazione degli uni- base di evitare a tutti costi qualsiasi forma versitari friulani esporta dal Friuli somme di nepotismo politico o di campanilismo non indifferenti, che sarebbero in parte regionale sia nelle fasi di progetto che in spese a Udine se vi fosse l’università”. quelle di attuazione di quest’università Passando a considerare l’ubicazione di friulana, che sogniamo veramente libera una università, definibile regionale anche ed indipendente, e solo rivolta alla ricerca in senso territoriale, Gentilli afferma che del vero”. dovrebbe essere posta sul centro geometri- Riprese l’argomento nel secondo saggio co delle località di residenza degli studen- per rilevare che: ti (allora frequentanti l’Università di Trie- 1. il Friuli impiegava, allora, appena otto ste, unica nella regione e regionale per laureati ogni mille abitanti; a un livel- definizione) per rendere minime le di- lo più basso si trovavano soltanto la stanze dei pendolari e i costi di frequenza: Sardegna orientale e il Polesine; “arrischiamo l’opinione che tale centro 2. ogni anno solo otto giovani friulani su geometrico si trovi più vicino ad Udine diecimila abitanti andavano a iscriver- che a Trieste, e si trovi addirittura ad Udi- si in una Università, come in vaste zo- ne o nelle vicinanze se aggiungiamo gli ne dell’Italia centrale e meridionale; studenti che frequentano Padova o Vene- 3. il Friuli, in fatto di laureati, era una zo- zia”. Le province e i comuni del Friuli, na sottosviluppata: ne produceva po- scrive ancora Gentilli, dovrebbero chiede- chi e ne impiegava meno ancora, im- re e ottenere l’università sul centro geo- portandone in proporzioni rilevanti. E metrico per evitare gli sprechi di tempo e concluse scrivendo che “Il Friuli può e denaro che gravano sugli studenti friulani deve avere varie facoltà, forse in un 114 e le loro famiglie. primo tempo legate a Trieste”. Ci si poteva aspettare, dopo la pubblica- zione dei due saggi, che l’Università friu- lana sarebbe diventata un obiettivo prima- rio e immediato da parte di tutti i partiti, e in particolare della Sinistra perché, face- va notare il neonato Movimento Friuli, erano proprio i figli dei contadini e degli operai, le classi a più basso reddito, quelli che dovevano rinunciare all’Università per le ragioni nitidamente illustrate sul Bollet- tino della CCIAA, ma la politica è cosa ben diversa dalla statistica e dalla geogra- fia applicata: Trieste oppose un netto ri- fiuto, istituì la libera facoltà di medicina nel dicembre 1965, e quasi tutti i consi- glieri regionali friulani stettero a guardare, dicendo che le migliaia di studenti scesi in piazza a Udine erano manovrati, e accu- sando il Movimento Friuli di qualunqui- Libro bianco sulle lotte per l’Università pubblica- smo, campanilismo, miopia politica, e di to nella primavera del 1967. mancanza di senso della globalità. Se avessero preteso l’Università friulana, Il professor Gentilli, con quei due saggi, come sarebbe stato giusto e sacrosanto aveva compiuto una completa analisi so- dopo l’analisi del professor Gentilli, cioeconomica del Friuli, descrivendo ni- avrebbero sicuramente infranto l’unità re- tidamente il circolo vizioso del quale era gionale: i politici triestini, infatti, tentaro- vittima la società friulana: il basso reddi- no con ogni mezzo di ostacolare il pro- to di gran parte delle famiglie allontana- getto nei vent’anni successivi. E d’altra va molti giovani da studi universitari parte non era lecito pretendere fermezza e troppo costosi; per uscire dal sottosvilup- difesa di legittimi interessi da parte di po il Friuli aveva bisogno di laureati, me- consiglieri eletti, nei collegi del Friuli, con glio se prodotti in casa a basso costo; per un programma democristiano che così re- avviare il processo di sviluppo era indi- citava nel punto che qui ci interessa: spensabile la presenza di un’Università al “Nell’intento di potenziare l’Ateneo trie- centro del Friuli. stino quale centro di cultura di tutto il Se la richiesta della facoltà di medicina Friuli-Venezia Giulia, anche l’ammini- da parte dell’Ordine dei medici, conte- strazione regionale […] favorirà un sem- nuta nell’ordine del giorno votato il 7 ot- pre maggiore sviluppo del “servizio cultu- tobre 1964, poteva avere un carattere rale” dell’Ateneo alla sua naturale area di corporativo, la proposta dell’Università influenza, rappresentata innanzi tutto dal friulana avanzata dal professor Gentilli territorio della regione. Verrà quindi assi- aveva un significato globale, e risultava curato l’interessamento e l’appoggio del- inattaccabile perché era il risultato di l’Ente Regione per avviare a soluzione e un’acuta analisi socio-economica. concretare il compimento e la piena fun- 115 zionalità dell’Università di Trieste, anche nei fatti, non in teoria, che la regione con la istituzione della Facoltà di Medici- non è unitaria e non può esserlo perché na”. Non dissimile la posizione di tutti gli composta con due parti non comple- altri partiti. E mentre Gentilli dimostrava mentari, che diventano repulsive e anta- con dati inoppugnabili che: goniste quando i problemi sul tappeto 1. l’Università di Trieste non poteva esse- sono davvero globali. re l’Università del Friuli e che Tutti debbono ricordare, e in particolare 2. se la Regione doveva avere una sola gli autonomisti, che l’Università di Udi- Università doveva essere ubicata a ne, bandiera e strumento del Risorgi- Udine o negli immediati dintorni, mento friulano, recentemente ribattezza- i politici continuavano a schierarsi in ta per merito del Rettore Furio Honsell difesa dell’Università di Trieste. Ecco, “Universitât dal Friûl”, fu istituita affin- desunto da “Sot la Nape”, il pensiero ché sia “organico strumento di sviluppo e dell’Assessore alle attività culturali: “Il di rinnovamento dei filoni originali della prof. Vicario ha concluso parlando del- cultura, della lingua, delle tradizioni e la funzione regionale dell’Università di della storia del Friuli” (art. 26 della legge Trieste alla quale devono essere assicura- n.546 dell’8 agosto 1977). “Essa ha il fi- ti gli incentivi perché divenga veramen- ne di contribuire al progresso civile, so- te l’Università del Friuli”. ciale e alla rinascita economica del Friu- I saggi di Gentilli, le manifestazioni stu- li” (Decreto del Presidente della dentesche, le conferenze dei primari del- repubblica n. 102 del 6 marzo 1978). l’Ospedale di Udine al Lions e al Rotary, la nascita del Movimento Friuli e la diffusio- Bibliografia: Joseph Gentilli, Per una Università ne di nuovi fogli periodici (“Friuli d’oggi”, friulana, Bollettino CCIAA, Udine novembre 1965; “Il Pileo”, “Sveaisi Furlans”…) ponevano Joseph Gentilli, Geografia applicata e pianificazione in imbarazzo i politici friulani, costretti universitaria, Bollettino CCIAA, marzo 1966; Gian- sulla difensiva tanto in Friuli quanto a franco Ellero, Raffaele Carrozzo, L’Università Friula- Trieste, dove venivano “consigliati” di non na, Udine 1967; Gianfranco Ellero, L’Università del dare ascolto alle istanze della piazza e di popolo friulano, Udine 1974; Gino di Caporiacco, un movimento non costituzionale (!). Gianfranco Ellero, Fausto Schiavi. Una battaglia per I triestini e i friulani attendisti avevano fat- il Friuli, Reana del Rojale 1982; Chiara Rossetti, to male i conti, perché il fuoco acceso in L’Università di Udine, eventi e personaggi della nascita Friuli verso la metà degli anni Sessanta di un ateneo, Il Poligrafo, Padova 1994; Tarcisio Pe- non era di paglia: “Il risorgimento friula- tracco, La lotta per l’università friulana, Forum, Udi- no è iniziato e l’Università è la sua ban- ne 1998; Gino di Caporiacco, Lotte per l’Università diera” recitava un volantino di quei giorni. friulana, www.dicaporiacco.it; Gino di Caporiacco, Ma poco abili nei calcoli furono anche i Dalla regione mai nata alla regione mal nata, Istitût politici triestini, perché non avevano pre- Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean” 2002. visto il grande successo elettorale del Mo- Postilla: non si capisce perché l’autore dell’intro- vimento Friuli, che garantì la durata del- duzione al libro di Tarcisio Petracco abbia dimen- l’azione di critica, proposta e protesta. ticato i due saggi di Giuseppe Gentilli e affermato La lotta per l’Università friulana fu au- che non venne “richiesta con convinzione un’uni- tenticamente autonomistica anche per- versità vera e propria” in un libro bianco intitolato 116 ché ebbe il salutare effetto di dimostrare, “L’Università friulana”! V Venetia et Histria L’incontro si concluse, quindi, sul risul- tato di due a uno, e rimase immutato an- Decima regione d’Italia secondo la rifor- che dopo la rivincita del 1616, il rime- ma di Augusto. Se ne parla alla voce “re- scolamento napoleonico e la terza guerra gione”. di indipendenza. Si formarono così due Friuli, uno veneto e l’altro austriaco, ancora uniti sotto il pro- Venezia filo etnico e linguistico, ma ben distinti dal punto di vista politico e amministrati- Pur essendo una città a vocazione marit- vo: basterebbe dire, al riguardo, che il 24 tima e una della quattro “repubbliche maggio 1915 si ritrovarono l’un contro marinare” dell’Italia con Genova, Pisa e l’altro armati. Amalfi, Venezia aveva bisogno di una Venezia potè esercitare il suo potere poli- “terraferma” a sud delle Alpi per ragioni tico, amministrativo, culturale e artistico militari, commerciali, residenziali e di soltanto sul Friuli centro-occidentale, ed approvvigionamento (i boschi della è interessante conoscere su questo punto Carnia e del Cadore fornirono legni es- l’esito della disputa storiografica fra filo- senziali per l’arsenale e per il consolida- veneziani e antiveneziani, magistralmen- mento delle barene edificabili, perché te riassunta da Elio Bartolini su “La Vita “pal fa palùo”). Cattolica” del 21 marzo 1982: La Terraferma era la sua fisiologica area “Tavola fondamentale del lungo, ma di influenza, e il Friuli, data la contiguità estremamente semplice rapporto che il con il Veneto e la sua delicata posizione Friuli ebbe con Venezia dal 1420 al 1797, geopolitica era una preda ambita ma è il rescritto con cui il Senato veneto ac- contesa dall’Austria. cetta i friulani (tamquam bonos et fideles Il primo tempo della partita, con la Pa- servitores nostros). Li accetta, cioè, in sud- tria del Friuli in palio, durò un paio di ditanza, privi di ogni capacità sia politica secoli, e in linguaggio sportivo possiamo che economica e, di riflesso, culturale dire che si concluse con Venezia in van- […]. Dentro questo quadro di calcolato taggio per due a zero. immobilismo […] Venezia porta avanti Ma nel secondo tempo, disputato quasi per quattro secoli una politica che la cor- un secolo più tardi, gli “arciducali” o au- rente più “arrabbiata” della storiografia striaci riuscirono a segnare un goal, con- friulana (specie di certa, contemporanea) quistando il Friuli orientale o goriziano, definisce di sfruttamento, anzi di rapina che rimase nel loro dominio per quattro […] alla tesi “arrabbiata”, ai suoi fatti, alle secoli. sue denunce, non c’è molto da controbat- 117 tere, in verità. Venezia, per tutti i secoli del tre o quattro nomi, senza che tuttavia si dominio, ha continuato a considerare i raggiunga una sufficiente precisione; e friulani “tamquam bonos et fideles servitores son nomi tutti privi di un sufficiente nostros”. Resta, da capire, l’inerzia con cui splendore, i quali danno altresì l’idea di il Friuli, a cominciare da Udine e dal ba- una esuberanza di pretese, di un frazio- stardo dialetto della sua borghesia, si è la- namento dell’ordine etnografico che in sciato “venetizzare”. E qui Venezia non realtà non esiste[…]. Ma a nominare con c’entra. Venezia, se mai, ha approfittato unico e appropriato e opportuno voca- tra ironia e meraviglia. Insomma non de- bolo tutto ciò che nell’Italia nord-orien- ve esserle parso vero che, invece dei tu- tale ancora ci manca, la geografia, la et- multi e delle ribellioni che, specie nel Set- nologia, la storia e l’uso della lingua tecento, punteggiavano la vita sulla nostra vengono a suggerirci la cara paro- terraferma, in Friuli regni invece quella la che abbiam posto in fronte a questo stagnante, opaca e anche servile rassegna- cenno: Le Venezie. […] e Venezia Giulia zione che, non per niente, Paschini può li- ci sarà la provincia che tra la Venezia pro- quidare in una ventina di paginette nella pria e le Alpi Giulie ed il mare rinserra sua Storia”. Gorizia, Trieste e l’Istria”. Ascoli è alla ricerca di un macrotoponimo di prestigio, riassuntivo e indiscutibile, Bibliografia: Prospero Antonini, Del Friuli ed in ma capisce bene che non basta qualche particolare dei trattati da cui ebbe origine la dualità imbarazzo lessicale, giornalistico e diplo- politica in questa regione, P. Natarovich Editore, matico per giustificare la sua proposta. Si Venezia 1873; Gino di Caporiacco, Giurisdicenti e sforza, allora, di scavare nell’ordine etno- Comunità sotto la dominazione veneta: il caso dei grafico, come Lui scrive, per trovare un beni comunali, in “Venezia e il Friuli”, Istituto di collante che non c’è! Ecco le sue parole: Storia dell’Università di Udine, Giuffrè, Milano “Noi ci stimiano sicuri del buon effetto di 1982; Gianni Nazzi, Venezia e il Friuli. Opinioni a questo battesimo sulle popolazioni (tri- confronto, con postfazione di Sergio Cecotti, Cla- dentine e giulie) a cui intendiamo ammi- pe Culturâl Acuilee per le Edizioni Ribis 1997. nistrarlo; le quali sentiranno tutta la veri- tà. Trieste, Roveredo, Trento, Monfalcone, Pola, Capodistria, parlano la Venezia Giulia favella di Vicenza, di Verona, di Treviso; Gorizia, Gradisca, Cormons, quella di È il nome proposto da Graziadio Isaia Udine e di Palmanova. Noi abbiamo in Ascoli nel 1863 per comprendere le terre ispecie ottime ragioni d’andar sicuri che la rimaste nell’impero asburgico dopo la splendida e ospitalissima Trieste s’intitole- terza guerra di indipendenza, combattu- rà con orgoglio la Capitale della Venezia ta e conclusa nel 1866: il Friuli orientale Giulia”. o goriziano, Trieste e l’Istria. È un passo, questo, che dimostra come il “Noi ci troviamo in qualche imbarazzo – nazionalismo possa obnubilare anche la scrisse – quando vogliamo nominare le mente di un genio della glottologia, mol- contrade d’Italia settentrionale che sono to abile nell’usare le parole in modo sot- al di là dei confini amministrativi della tilmente ambiguo, cioè per nascondere 118 Venezia. […] Ci bisognano veramente una verità, non per svelarla. Basti osser- vare al riguardo che Ascoli non nomina ferenza che corre fra la terra e il mare. Tra mai il Friuli: sa benissimo, infatti, e nes- i friulani, infatti, serpeggia qualche invi- suno meglio di lui potrebbe saperlo, che dia per le larghe autonomie di cui godo- il Friuli interromperebbe l’ordine etno- no, nell’ambito di quella regione, il Tren- grafico e linguistico, continuo e compat- tino e l’Alto Adige”. Corriere della Sera, to da Trento a Pola nel quadro delle sue 10 maggio 1976. Venezie. Il Friuli, si potrebbe obiettare, è Ma torniamo all’inventore della Venezia rappresentato da Gorizia, Gradisca e Giulia. La proposta di chiamare “Le Ve- Cormons agganciate a Udine e Palmano- nezie” tutte le terre comprese fra il lago va, ma si tratta pur sempre di popolazio- di Garda e il golfo del Quarnero, non eb- ni tridentine e venete, non friulane! Dif- be poi una grande fortuna, nonostante ficile pensare che Udine, nel contesto Ascoli avesse raccomandato “questo no- delle Venezie disegnate da Ascoli, cioè in stro battesimo al giornalismo nazionale”. un ordine etnografico continuo e com- Se le nostre ricerche sono state esaustive, patto, rappresentasse linguisticamente il possiamo dire che nell’Ottocento appar- Friuli, posto che, come è noto, i borghe- ve un solo studio piuttosto consistente si di città da alcuni secoli ormai parlava- con il nome della Venezia Giulia nel tito- no un dialetto veneto. lo: Paulo Fambri, La Venezia Giulia. Stu- Che Ascoli avesse torto apparve, sia pur dii politico-militari, con prefazione di tardivamente, evidente non soltanto ai co- Ruggero Bonghi, P. Natarovich Editore, siddetti “friulanisti”, ma anche a qualche Venezia 1880. insospettabile. Ecco qualche citazione: A Gorizia, nel 1907, qualcuno parlò di “… due anni fa, in una riunione del Venezia Giulia o di Regione Giulia in Congresso geografico di Firenze, cercai Consiglio comunale, e il conte d’Attems, di dimostrare che non esiste una regione in rappresentanza del governo imperiale, naturale fra le vecchie e le nuove frontie- disse testualmente: “non posso fare a me- re d’Italia e che la denominazione di Ve- no di contestare la legalità della denomi- nezia Giulia avrebbe dovuto cadere a me- nazione di Regione Giulia ai nostri paesi, no che il confine del Judrio non fosse denominazione inammissibile poiché la spostato alla Livenza. Così provocai un Contea Principesca di Gorizia e Gradisca voto nel senso che il nome di Giulia si con il Margraviato d’Istria e con la città estendesse anche all’intero territorio friu- immediata di Trieste costituiscono il Lito- lano…”: così Olinto Marinelli, friulano e rale ma non la Regione Giulia”. inventore della Regione Giulia! Il “Corriere Friulano” fu addirittura se- “La regione amministrativa giulio-friula- questrato per aver scritto “A noi suona na non è indubbiamente né una regione meglio il nome di Venezia Giulia, perché storica né una regione naturale, e non è ha in sé tutta l’armonia delle memorie”, neppure una regione antropica o econo- e poi il Tribunale dichiarò che non era mica”: così Giorgio Valussi, docente uni- reato riprendere quel nome non nuovo, versitario. già presente in opere di storia. E dopo due illustri geografi, ecco un “Tanto bastò – scrisse Gino di Caporiac- giornalista di Milano: “La ragion di Stato co, che rievocò quella vicenda – ai nazio- costrinse il Friuli a sposare Trieste (e vice- nalisti e agli irredentisti per proclamare versa); e c’è fra i due mondi la stessa dif- che persino un tribunale austriaco aveva 119 riconosciuto la denominazione Venezia Furlani, direttore del “Giornale di Udi- Giulia. Fatto incontestabilmente vero, ne” il 30 marzo 1923: “La contraddizio- ma che dimostra chiaramente l’artificiosi- ne che l’on. Girardini crede d’aver trova- tà del termine, la sua pretestuosità pura- to su ciò che diciamo oggi e ciò che mente politica, l’inconsistenza di ogni ar- scrivemmo ieri a proposito della Venezia gomentazione oggettiva per sostenerlo”. Giulia non è mai stata. L’on. Girardini In conclusione: Litorale in italiano, Kü- confonde la Venezia Giulia con la Regio- stenland in tedesco, erano i nomi della ne Giulia che è cosa ben diversa. stessa regione dell’impero asburgico, che La Venezia Giulia è un nome di battaglia Ascoli propose di chiamare Venezia Giulia. dato dagli italiani a quella provincia che La sua proposta divenne ufficiale il 3 no- l’Austria chiamava Litorale ed era forma- vembre 1918, quando il tenente generale ta dal Goriziano, da Trieste e dall’Istria. Il Carlo Petitti di Roreto emise un manifesto giorno in cui fu decretata l’unità del intitolato “Regno d’Italia. Governatorato Friuli e il Goriziano entrò a far parte del- di Trieste” e si proclamò “Governatore del- la provincia del Friuli, la Venezia Giulia la Venezia Giulia”: c’è un evidente contra- ha cessato di esistere: e in quello stesso sto fra l’intestazione e il titolo di governa- giorno sorse la Regione Giulia, di cui tore. Se, infatti, ci fosse stata coerenza fanno parte il Friuli, Trieste e l’Istria…”. Petitti di Roreto avrebbe dovuto procla- Detto in parole più semplici e partendo marsi governatore di Trieste, come risulta, dall’Istria: la Venezia Giulia di Ascoli fi- del resto, dal documento n. 238 firmato da niva sulla sponda dello Judrio; quella di Armando Diaz il 18 novembre 1918: Marinelli (fu il nostro grande geografo, “Con la nomina dei Governatori, all’atto come abbiamo visto, a proporla nel dell’occupazione delle città di Trento e di 1921) e di Furlani si allargava verso ovest Trieste, il Comando Supremo intese prov- fino al fiume Livenza! vedere a fronteggiare le esigenze imposte Il fascismo, come è noto, non riconosceva nel primo momento dalla situazione loca- le regioni se non come macrotoponimi le, non ancora chiaramente conosciuta”. tradizionali o, come nel caso della Venezia In parole più semplici: il governo italiano Giulia, convenzionali, e permetteva che non sapeva che cosa fosse la Venezia Giu- sulle carte geopolitiche i territori corri- lia. Non lo sapeva Salandra, che non la spondenti venissero variamente colorati. indicò come terra da conquistare nel dis- Non si occupò, quindi, della definizione corso del 2 giugno 1915, e non lo sapeva territoriale della Venezia Giulia o della Re- Diaz, che infatti non la nominò nel no- gione Giulia, considerata una questione vembre 1918! accademica. Si preoccupò, invece, di po- Non lo sapeva neanche Petitti di Roreto tenziare Trieste, capitale di una “regione” che, acutamente osserva di Caporiacco, di incerta estensione, trasferendovi da “buttò là quel Venezia Giulia tanto per Udine il Provveditorato agli studi, il costituire un precedente”. Compartimento delle ferrovie, altri uffici Ci si aspetterebbe, a questo punto, che il “regionali”, intitolando alla Venezia Giulia nome fosse diventato immediatamente il collegio elettorale per le elezioni del esecutivo, si potrebbe dire, sulle ali della 1924, nel quale era compreso il Friuli, e la vittoria, ma così non fu. strada statale della Bassa friulana, la cosid- 120 Ecco quanto scrisse, al riguardo, Isidoro detta “Triestina”. Conseguentemente re- Küstenland in tedesco, Litorale in italiano, erano i nomi della stessa regione dell’impero asburgico che Gra- ziadio Isaia Ascoli, nel 1863, propose di chiamare Venezia Giulia: includeva terre che oggi appartengono per circa il 95% alla Slovenia e alla Croazia.

121 gnava il caos nella cartografia, come ha ef- Isaia Ascoli: così il territorio della Provincia ficacemente dimostrato di Caporiacco. di Gorizia, unico in Italia, è studiato da due Nell’Atlante di Paravia la parola Venezia Deputazioni: quella per il Friuli, istituita copre tutte le terre di nord-est; in quello nel 1918, e quella per la Venezia Giulia! di De Agostini la generica denominazio- ne Venezia permane, ma il colore della Bibliografia: G. I. Ascoli, Le Venezie, Museo di Fa- Venezia Giulia è ancora ascoliano (dallo miglia, Milano 23 agosto 1863, articolo ristampato Judrio all’Istria); nella carta murale del in G. di Caporiacco, Dalla regione mai nata alla re- Baratta la Venezia Giulia arriva al Taglia- gione mal nata, II volume della Golaine di studis sul mento (dividendo quindi in due parti la autonomìsim dell’Istitût Ladin-Furlan Pre Checo Provincia di Udine, con la Destra Taglia- Placerean, 2002; Olinto Marinelli, Il Friuli e la Ve- mento nel Veneto); nella carta murale nezia Giulia, Udine 1923; Fausto Schiavi, Trieste e il dell’IGM tutto il Friuli è compreso nella Friuli verso il divorzio, Edizioni del Movimento Regione Giulia proposta da Marinelli. A Friuli 1970; Gino di Caporiacco, Venezia Giulia, la chi credere? E che cosa intendevano dire regione inesistente, Reana del Rojale 1978; Gianni tutti coloro che usavano fra le due guer- Nazzi, Trieste e il Friuli. Opinioni a confronto, con re le parole Venezia Giulia? postfazione di Antonio Comelli, Clape Culturâl Neanche Rainer, il gauleiter nazista del Acuilee per le Edizioni Ribis 1996. Litorale Adriatico, si fidò delle parole Ve- nezia Giulia o Regione Giulia, e all’arti- colo 1 della famosa ordinanza datata da Venezia Giulia IGT Klagenfurt 1 ottobre 1943 scrisse che la zona d’operazioni “Litorale Adriatico” è Il produttore di vini che non vuol sotto- composta dalle Province del Friuli, Trie- stare alle limitazioni e alle regole del ste, Gorizia, Istria, Lubiana e Carnero! DOC (Denominazione di origine con- Ci si potrebbe aspettare, a questo punto, di trollata) può scegliere di “declassare” (si fa trovare chiarezza almeno nella legge fonda- per dire) la sua produzione scrivendo sul- mentale della Repubblica italiana, che ri- l’etichetta IGT (Indicazione geografica ti- conosce una regione chiamata Friuli-Vene- pica), cioè il nome della terra di origine. zia Giulia, ma l’Assemblea costituente si Nella nostra regione, considerato che la guardò bene dal rispondere almeno a una parola “Friuli” è riservata al DOC, e non delle due seguenti domande: che cos’è il può essere altrimenti usata per non gene- Friuli? che cos’è la Venezia Giulia? rare confusione, qualche anonimo illumi- Il legislatore si cavò d’impaccio scrivendo nato (si fa ancora per dire) pensò di auto- che la nostra regione include i territori rizzare l’IGT Venezia Giulia. Così stando delle province di Trieste, Gorizia e Udine le cose, i produttori di vino della Provin- (quella di Pordenone, istituita nel 1968, cia di Udine possono usare la IGT Vene- non è ovviamente riconosciuta!). zia Giulia, ma a questo punto è doveroso Che lo Stato italiano non abbia le idee chia- osservare che si tratta di una IGE, cioè di re è dimostrato, oltre che dalla voce se- un’indicazione geografica errata. guente, anche dal fatto che una ventina Se, infatti, pensiamo che Graziadio Isaia d’anni fa istituì la Deputazione di Storia Ascoli nel 1863 propose di chiamare Ve- Patria per la Venezia Giulia, rifacendosi al- nezia Giulia il Friuli goriziano, Trieste e 122 la delimitazione proposta da Graziadio l’Istria, cioè le terre che nel 1866 (Terza guerra di indipendenza) sarebbero rimaste dell’Istria e la Slovenia occidentale fino a a est del fiume Judrio, Faedis, Povoletto, Postumia appartengono alla Slovenia, il Colloredo di Prato e Pertegada (luoghi di resto dell’Istria alla Croazia]. Come si ve- residenza di aziende vinicole che adottano de, nessuno dei tre nomi proposti da l’IGT) sono comunque a ovest del detto Ascoli è applicabile a regioni esistenti di fiume, e pertanto l’indicazione geografica fatto e di diritto: la Venezia propria è di- non è tipica ma errata. ventata Veneto; la Venezia Tridentina è In ogni caso, posto che fra le due guerre la stata cancellata dal Trentino Alto Adige; il denominazione Venezia Giulia includeva Friuli precede la Venezia Giulia, ridotta a la Slovenia occidentale e l’Istria, anche i pochi chilometri quadrati. produttori delle dette regioni, oggi in Slo- Visto che, per effetto delle attuali deno- venia e in Croazia, potranno a nostro giu- minazioni ufficiali, occorrono ben sette dizio adoperare l’IGT Venezia Giulia! Ne parole per indicare le tre regioni del co- avranno tutto il diritto nell’Europa Unita. siddetto Nord-est, si ricorre al riassunti- Questo è uno dei tanti guasti culturali e vo Triveneto, che naturalmente ha un si- di immagine prodotti dalla Venezia Giu- gnificato soltanto lessicale. lia a danno del Friuli. E non si creda che un’etichetta per vino sia poco importan- Bibliografia: Graziadio Isaia Ascoli, Le Venezie, te. Nella società dei consumi non soltan- Museo di Famiglia, Milano 1863, riportato e com- to il vino è un prodotto di massa: anche mentato in Venezia Giulia, la regione inesistente di l’etichetta che l’accompagna è di massa, e Gino di Caporiacco, Reana del Rojale 1978. così l’IGT Venezia Giulia si trasforma in un’errata comunicazione di massa. vicìnia

Venezie I vicini erano gli abitanti del vicus, paro- la latina che indicava un piccolo abitato Le Venezie sono tre regioni inventate e rurale, ma anche un rione urbano, che così battezzate da Graziadio Isaia Ascoli per antica consuetudine prendevano de- nel 1863, per comprendere in un’unica cisioni per i problemi pubblici nell’as- denominazione tutto il territorio dell’an- semblea dei capifamiglia residenti nel tica Venetia et Histria, che lui voleva ri- paese o nel rione. vendicare all’Italia (il testo dell’articolo è Vicìnia era, quindi, il nome dell’assem- riprodotto nel volume di questa collana blea dei vicini, convocata dal suono della dedicato a Gino di Caporiacco). campana del villaggio sub tilio o sub nu- Le tre regioni ascoliane (fra parentesi qua- cu, sotto il tiglio o sotto il noce, frondo- dra e in corsivo i nomi proposti dal gran- se piante d’alto fusto piantate per tradi- de glottologo goriziano) si chiamano oggi zione sulla piazza del paese, o anche in Veneto [Venezia propria], Trentino Alto luogo chiuso. Adige [Venezia Tridentina o Retica: l’Alto Si diventava vicini, generalmente, dopo Adige o Tirolo del sud fu aggiunto dopo un lungo periodo di residenza loco et foco, la prima guerra mondiale], Friuli Venezia cioè abitando in una casa del villaggio per Giulia [Venezia Giulia, ma per effetto del- dieci o più anni. Lo status di vicino era la seconda guerra mondiale un lembo importante, perché conferiva il diritto al 123 godimento dei beni demaniali, cioè dei Ellero, La pastorizia e le vicìnie udinesi, in “Udin”, pascoli comunali o pubblici e delle selve. numero unico della Società Filologica Friulana, L’origine della vicìnia è molto antica e 1983; Gianfranco Ellero, La Vicinia di Ciconicco al- spontanea: conseguentemente le sue nor- la metà del Settecento, in “Fagagna, uomini e terra”, me furono consuetudinarie per un tem- a cura di Carlo Guido Mor, 1985; Gianfranco Elle- po molto lungo. Poi, fra Duecento e Tre- ro, Buja, terra e popolo, III edizione, Udine 2002. cento, furono codificate in statuti scritti, e le decisioni assembleari verbalizzate da notai o scrivani. vocabolari L’assemblea, presieduta dal decano o de- gano (titolo diventato poi cognome ab- Difficile sottovalutare, ai fini della con- bastanza diffuso in Friuli), eleggeva nor- servazione della lingua nella coscienza malmente un massaro (titolo poi dei parlanti, la pubblicazione dei vocabo- trasformato in cognome) o meriga (in lari, che sono poi strumenti preziosi ai fi- Carnia) e due giurati (cioè, in linguaggio ni della produzione letteraria. Pasolini attuale, un sindaco e due assessori) inca- scrisse, infatti, di aver iniziato a scrivere ricati di dare esecuzione alle decisioni as- in friulano da Bologna, attingendo alle sembleari e di svolgere tutte le altre fun- pagine del vocabolario stampato dalla zioni di governo del Comune. Eleggeva Società Filologica Friulana. altresì i camerari, cioè gli amministratori La data di pubblicazione del “Vocabola- dei beni e dei legati delle chiese. rio friulano” di Jacopo Pirona, avvenuta a Gli Statuti di Buja, ad esempio, redatti in Venezia nel 1871, dev’essere quindi con- forma scritta nel 1371, attribuivano al siderata fondamentale non solo nella sto- Comune competenza in materia di agri- ria culturale della nostra regione ma an- coltura, pascolo sui terreni comunali, pe- che nel processo di appropriazione sca nel Ledra, commercio, mercati e mi- culturale, da parte dei friulani, del loro sure, viabilità, confinazione, annona, patrimonio linguistico. finanza locale, formazione delle cernide Altrettanto importante fu, nel 1934, la (milizie paesane) e giustizia. pubblicazione del “Il nuovo Pirona”, vo- “Il professor Bogisic – scrisse Carlo Podrec- cabolario della lingua friulana, opera in- ca su “Pagine Friulane” nel 1888 – il codi- signe di Ercole Carletti e Giovan Battista ficatore del Montenegro […] esprime la Corgnali, che aggiornarono e ampliaro- sua meraviglia per la Vicinia friulana, alla no lo studio di Jacopo Pirona. cui rivelazione attribuisce l’importance d’u- “Il nuovo Pirona”, che rimane il padre di ne sourse”, l’importanza di una fonte, non tutti i successivi vocabolari, fu poi più soltanto di diritto consuetudinario, ma an- volte ristampato dalla Società, con ag- che di molte altre informazioni sulla vita, la giornamenti di Giovanni Frau. cultura e la mentalità popolari nei secoli dei In anni recenti apparvero i vocabolari di “ritmi lunghi” della storia. Giorgio Faggin, Maria Tore Barbina e Gianni Nazzi, quest’ultimo stampato a Bibliografia: Carlo Podrecca, Le Vicinie, Pagine dispense dal “Messaggero Veneto” e poi Friulane, 1, 1888; Gian Lodovico Bertolini, L’ele - raccolto in volume, tre strumenti non mento corografico negli statuti friulani, Atti dell’Acca- soltanto lessicali ma anche linguistici per 124 demia di Udine, serie III, volume IX; Gianfranco il loro carattere fraseologico. INDICE dei nomi di persona nel testo nelle emerografie e nelle bibliografie

Acquaviva Sabino 52 Candolini Angelo 111 Agaton diacono di Aquileia 18 Cantarutti Novella 102 Alberoni Francesco 52 Cardella Francesco 24 Alboino 56, 68 Carducci Giosuè 43 Alessandrini Alessio 77 Cargnelutti Liliana 60, 77 Altan Tullio Carlo 60 Carletti Ercole 107 Angeli Siro 52 Carli 110 Antonini Prospero 118 Carlo Magno 19 Archipovna Krasnovskaja N. 60 Carnera Primo 38 Argante Mario 102 Carrozzo Raffaele 39, 40, 74, 75, 83, 84, 115, 116 Ascoli Graziadio Isaia 50, 78, 100, 110, 118, 119, 120, Castellarin 84 121, 122, 123 Castiglione 85 Attila 18 Cattaneo 52, 57 Augusto 16, 97 Cavallo 113 Baracchini Aldo 73 Cecco Beppe 26, 105 Baracetti Arnaldo 21, 22, 23, 24, 52 Cecotti Sergio 118 Baratta geografo 121 Cecotto Corrado 39, 74, 83, 84, 85 Barattini Antonio 73 Cervi Mario 26, 94, 105 Barbieri Fabio 77 Ceschia Adriano 38, 67, 68, 73, 82, 83, 84, 85 Bartoli Matteo 25 Ciceri Luigi 86 Bartolini Elio 52, 117 Ciceri Nicoloso Andreina 28, 60 Basaldella Enrichetto 85 Ciconi Giandomenico 17, 92 Battello 113 Cisilin Vincenzo 23 Battisti Carlo 28, 81 Cisilino William 77 Bela IV 109 Clodig Giovanni 64 Bellina (o Beline) Antonio 29, 79 Cocianni Bruno 83 Beltrame 22, 91 Coloni 113 Benedetto XIV 19 Comel Alvise 65 Bergamini Giuseppe 50, 56, 102 Comelli Albino 60 Bernadotte 72, 73 Comelli Antonio 16, 122 Bertoia Roberto 39 Comes 41 Bertoldo di Andechs 109 Comessatti Guido 57, 98 Bertoli Danilo 107 Comini Leone 26, 31 Bertoli Pietro Severino 84 Comini Mario Mattia 84 Bertoli Renato 40, 41 Comini Sandro 40, 42, 69, 70, 73, 74, 75 Bertolini Gian Lodovico 44, 60, 69, 73, 124 Corbellini Roberta 55 Bertoni Giulio 25 Corgnali Giovanni Battista 124 Bertossi Silvano 35, 79 Cragnolini Sergio 85 Bertrand de Saint Gemiès 17 Crapiz Romeo 41, 69, 70, 73 Bertrand Russel 26, 27 D’Annunzio Gabriele 92, 93 Berzanti Alfredo 41, 42 D’Argenio Renato 77 Biasatti Giovanni 23 D’Aronco Gianfranco 23, 24, 71, 85, 86 Biasutti 113 D’Atri Adalberto 73 Blasoni Mario 77 D’Atri Aldo 73 Boccaccio 51 d’Attems conte 119 Boccotti Giancarlo 67, 111, 112 Dal Mas Francesco 85 Bogaro Anna 89 Damiani Bruno 69, 75 Bogisic 124 Damiani Luciano 40, 73, 74, 75, 84 Bologna 113 Dante Alighieri 21, 51 Bonesi Claudio 41, 73 De Agostini Ist. Geogr. 121 Bonghi Ruggero 119 De Agostini Marco 79, 84, 85 Borghesan Gianni 102 De Anna Elio 23 Bortotto Cesare 38 De Carli 40, 113 Bortuzzo Matteo 81 De Clara Licio 33, 36 Boschi 40 de Gaultier J. 30 Bossi 85 de Gironcoli Franco 47 Botto Carlo 40, 41, 42, 73, 74 De Jeso Alvise 87 Bottos Luigi 83 De Prato Luigi 73 Bovary M.me 30 de Rossetti 110 Braudel Fernand 21 De Stefano Marcello 102 Brovedani Silvio 105 Del Basso Giovanni Maria 17 Brusin 96 Del Bianco Domemico 104 Burelli Ottorino 56, 63, 88, 102 del Gallo Gian Piero 77 Burtulo Luigi 45 Del Fabbro Maria 79 Busolini Eugenio 77 Del Puppo Giovanni 35 Cadetto Bruno 45 Del Torre Carlo 23 Calgari Guido 63 del Torso Enrico 17 Callisto 112 Della Marta Tiziano 39 Campisi Piero 88 Desio Ardito 40 Devoto Giacomo 68 Iacovissi Roberto 85 di Brazzà Giacomo 106 Ilardi Vincenzo 39, 83 di Caporiacco Gino 8, 23, 24, 31, 38, 39, 43, 47, 49, Illy Riccardo 23 50, 55, 56, 60, 61, 63, 67, 69, Jaberg 25 70, 72, 84, 85, 86, 91, 102, Jacuzzi 63 106, 107, 110, 111, 113, 116, Jefferson 52, 57 118, 119, 120, 121, 123 Jimenez Juan Ramon 38 Di Lenardo Luigi 92 Jud 25 di Manzano Francesco 69 Jus Giorgio 30, 73 Di Sopra Luciano 35 Kohen 110 Diaz Armando 120 Kugy Giulio 65 Dominici Roberto 23 Labraud Valery 38 don Sturzo 52, 57 Lago Luciano 32, 35 Dorigo Gino 23 Lamuela 73 Duby Georges 90 Lavaroni Linneo 77 Einaudi 52, 57 Le Goff Jacques 89 Elkan 42 Leicht Pier Silverio 21, 69, 92, 107 Ellero Gianfranco 9, 14, 15, 24, 26, 28, 30, 31, Leonardelli Lucio 77 38, 39, 40, 43, 47, 50, 58, 60, Ligorio Pyrrho 34 63, 65, 69, 70, 75, 77, 83, 84, Livi Mario 39 85, 86, 102, 105, 107, 110, Lizzero Mario 23, 113 113, 115, 116, 124 Londero Pietro 76 Enrico IV 58, 90 Lorenzi Arrigo 65 Erasmo di Valvasone 4, 53, 92 Lorenzoni Giovanni 88, 104 Eratostene 97 Lucio Manlio Acidino 17 Ermacora Chino 63, 78, 86, 92, 104 Lutero 96 Fabbro Trinito 90 Macor Celso 56 Faggin Giorgio 38, 60, 124 Maghet Guido 49 Falcioni Giovanni 64, 77 Maniacco Tito 102 Fambri Paulo 119 Marchetti Giuseppe 26, 28, 35, 52, 56, 78, 81 Farina Guido 88 Marchetti Paolo 73 Ferro Guido 41 Marchi Felix 79,80 Feruglio egidio 65 Marchi Maria 78 Fiorini Renato 35, 102 Marinelli Giovanni 64, 65, 77, 106 Fistulario 110 Marinelli Olinto 65, 100, 119, 120, 122 Flaubert Gustave 30 Marini Rosaria 73 Fontanini Pietro 81 Marzotto Norberto 109 Fortuna Loris 22, 40, 113 Maurensig Paolo 38, 107 Fortuna Piero 24, 56, 77 Meloni Vittorino 22, 24, 42, 56, 113 Fortunaziano 68 Melzi Carlo 23 Francescato Giuseppe 49 Menazzi Moretti Lao 52 Franceschinis Silvano 83 Meneghini Fulvio 69 Francesco Giuseppe 26, 61 Menichini Dino 106 Frattolin Francesco 77 Menis Gian Carlo 19, 21, 28 Frau Giovanni 23, 25, 28, 52, 63, 78, 102, 124 Menis Pierdaniele 83, 84 Fuccaro Grazia 56 Micelli Francesco 42, 73, 83 Furlani Isidoro 120 Michelutti Manlio 14, 24 Gabriel di Sante Marie la Longe 93 Milano Mario 73 Gaio Flaminio 17 Miotti Tito 35 Gambassini 113 Molinaro Gino 103 Garlini A. 38 Mor Carlo Guido 20, 21, 69, 124 Gentilli Giuseppe 28, 45, 61, 62, 83, 99, 113, 114, Morandini Luciano 102 115, 116 Moretti Aldo 73 Gervasutti Sergio 63 Moro 88 Giacomini Amedeo 73 Mounier 52, 57 Giannini G. 97 Musoni Francesco 77, 101 Gilioli Francesco 77 Mussolini Benito 9, 25, 92, 96, 100, 107 Giovanni Paolo II 72 Muzzatti Ubaldo 23 Girardini Giuseppe 100, 101,120 Nalato Mauro 29, 56 Gisulfo duca del Friuli 56 Naldini Nico 15, 38, 86 Giuricin 113 Napoleone 42, 43, 54, 60, 69, 73 Giust Bruno 45 Nascimbeni Giulio 52, Goethe H.G. 109 Natarovich Editore 118, 119 Goffredo patriarca 91 Nazzi Gianni 38, 48, 56, 63, 64, 67, 73, 81, Gomboso Geremia 5, 23, 77, 84 83, 118, 122, 124 Gonano 85 Negro Alviero 67 Gortani Michele 65 Nencini Franco 26, 30, 105 Gottardis Filippo 23 Nicoletti Guido 28 Graziosi Giancarlo 77 Nietzsche 28 Gui 41, 83 Nievo Ippolito 66 Hamilton 52, 57 Nimis Giovanni Pietro 103 Héraud Guy 67, 101, 102 Nogaro Giovanni 35 Honsell Furio 116 Novello Adriano 35 Oertel Abraham detto Ortelio 10, 32, 34 Savorgnan 46 Origone Agostino 45 Scalettari Luciano 77 Pacciardi 105 Scarin Emilio 35, 36 Pagani Silvano 97 Scarpa Renato 83 Pajetta 22, 91 Scauro Emilio 31 Paladin Livio 55, 56 Scheuermeier Paul 25 Paoletti Oliviero 68 Schiavi Fausto 26, 30, 60, 63, 67, 70, 73, 74, Paoloni 84 75, 83, 84, 85, 87,112, 113, 122 Paravia editore 121 Schiavi Francesco 84 Parise Goffredo 52 Sgubin Eraldo 73 Parovel Mario 42 Sgubin Raffaella 104 Paschini Pio 21, 69 Shakespeare William 38 Pascolat Renzo 23, 24, 107, 113 Sigeardo 21, 58 Pascolo Enzo 35 Solimbergo 113 Pascolo Etelredo 73, 76 Someda de Marco Pietro 83 Pasolini Pier Paolo 5, 15, 38, 51, 52, 53, 71, 81, 86 Spezzotti 96 Pedronetto Giancarlo 81, 107 Stefanon Mirco 77 Pelizzo Lorenzo 23 Stoka 113 Pellarini Paolo 68 Strabone 110 Pellegrini Giovan Battista 25, 28, 52 Strassoldo Marzio 23, Pellis 113 Strassoldo Raimondo 23, 39, 58, 60, 102, 103, 107 Pellis Ugo 14, 25 Stroili Renato 107 Peressi Lucio 14, 35 Tabacchi Filippo 23 Perini Nereo 73 Taramelli Torquato 64, 69 Pertegato Giancarlo 106 Tassinari 113 Perusini Gaetano 30, 102 Tellia Bruno 23 Petitti di Roreto Carlo 120 Tellini Achille 28, 80, 81 Petracco Tarcisio 40, 116 Teodoro vescovo d’ Aquileia 18 Petrarca 51 Tessitori Tiziano 8, 15, 24, 29, 52, 53, 71, 79, 81 Pezzè Piero 52 Tito 71 Piani Silvano 49 Tito Livio 17, 20, 30, 31, 68 Piazzesi Gianfranco 112, 113 Tocqueville 52, 57 Pirona Giulio Andrea 77 Toldo Claudio 69, 70 Pirona Jacopo 124 Tolomeo 110 Pittana Agnul M. 79 Tomè Zeffirino 86 Pittino Fred 52 Tondolo 84 Pitzalis Guglielmo 68, 84 Tore Barbina Maria 124 Pizzinato Armando 35 Toros 88, 96, 113 Pizzul Pieri (pseudonimo) 76 Toso Arturo 73, 83 Placereani Francesco 58, 64, 72, 79, 83, 87 Tosoni Mauro 29, 76 Plateo Luigi 73 Tracanelli Nelso 39, 76, 77 Pocar Ervino 65 Traunero Leonardo 75 Podrecca Carlo 124 Trevisan Pino 49 Polley Trudi 56 Uberti 27 Pressacco Gilberto 107 Ungaretti 38 Peressi Lucio 32 Valcich Andrea 73 Prost Brigitte 65 Vale Mauro 69, 70, 73 Proudhon 52, 57 Valerio Ottavio 52 Publio Scipione Nasica 17 Valussi Giorgio 65, 119 Puppini D’Agaro Cornelia 82, 84, 85 Valussi Pacifico 8, 28, 100 Quadranti Sergio 97 Vavassori detto Guadagnino 4 Raffaelli Alberto 60 Vazzoler Ennio 79 Rainer 61, 122 Venturin Antonio 77 Ratchis 112 Venudo Attilio 86 Renier G. Carlo 68 Venuti Tarcisio 76 Ribis 72 Vidali Vittorio 22, 91 Ricci Giancarlo 69, 73 Vigevani Alessandro 52, 86 Rinaldi Umberto 44, 60, 69, 73 Villotta Piero 75 Ritter Carlo 99 Virgili Dino 63 Rizzolatti Piera 73 Visentin 81 Rogato Walter 77 Visintin Luciano 52 Roncali Lucio 23 Walter Ugo (pseudonimo) 74, 75 Ronco Giancarlo 69, 70, 73 Wolf Alessandro 77 Rossetti Chiara 116 Zaffonato mons. Giuseppe 87 Rossi Federico 29, 107 Zamberletti Giuseppe 103 Rossit Claudio 32, 35 Zanfagnini Piero 24 Rubbia Carlo 49 Zanini Lodovico 35, 63 Ruffino Elvio 24 Zannier Domenico 42 Salandra 101 Zannier Italo 35 Salimbeni Fulvio 49, 56 Zanutto Marco 77 Salvi Sergio 38, 67, 68 Zigaina Giuseppe 102 Sant’Ambrogio 20 Zoff Dino 38 Santuz Giorgio 23 Zorzut Dolfo 81 Finît di stampâ il 3 di Avrîl dal 2007 li des Arti Grafiche Friulane / IMOCO spa www.agf.it_Tavagnà_Udin Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean” Golaine di studis sul autonomisim

1. SCHIAVI I 1700 giorni di Fausto Schiavi. Scritti e discorsi 1967/1972, 2002

2. DI CAPORIACCO Dalla regione mai nata alla regione mal nata. Due saggi di Gino di Caporiacco, 2002

3. TESSITORI Autonomia per il Friuli. Scritti e discorsi di Tiziano Tessitori 1945/1964, 2003

4 . BARACETTI Arnaldo Baracetti. Sempre per il Friuli e la sua gente, 2003

5. PLACEREANI Une lenghe, un popul, une glesie. Scrits e discors di pre Checo Placerean, 2003

6. TRACANELLI Del Friuli storico. Scrits e pinsîrs di Nelso Tracanelli, 2004

7. PASOLINI Lingua poesia autonomia 1941-1949. Il Friuli autonomo di Pasolini, 2004

8. FAIDUTTI Autonomia per il Friuli orientale 1891-1918. L’autonomismo di Luigi Faidutti, 2005

9. MARCHETTI L’autonomia culturale di Giuseppe Marchetti 1946/1949, 2005 Istitût Ladin-Furlan “Pre Checo Placerean”