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“Album dei ricordi blucerchiati”: “the striker” Trevor Francis di Claudio Nucci 12 Marzo 2015 – 10:56

Genova. Una Sampdoria operaia, dopo cinque stagioni fra i “cadetti”, riesce a salire sull’ultimo predellino del tram diretto in e così, quell’estate dell’82, il “presidentissimo” Paolo Mantovani, fresco dell’applicazione di cinque by pass a Phoenix, decide che è arrivato il momento di arricchire la rosa con qualche quadro d’autore…

Nel museo della storia blucerchiata entra un artista ancora poco conosciuto, nemmeno diciottenne, con un solo anno nella massima serie… è un tal .

Gli altri due “maestri d’arte” sono di scuola britannica, un irlandese di Dublino, , ceduto dalla Juventus – dopo due scudetti di fila – per far spazio a un certo e un inglese di Plymouth, Trevor Francis, dalla classe tanto cristallina da sembrare brasiliano… 28 anni da poco compiuti, ma alle spalle già nove campionati nel Birmingham, due nel Forest (con altrettante Coppe dei Campioni in bacheca, di cui una finale risolta con un suo goal), uno nel Manchester City e perfino una parentesi a Detroit… il tutto impreziosito dalla maglia della nazionale, indossata, a fine carriera, per 52 volte… noto in patria come “one million pound man”.

Non sono fra quelli che creano la paralisi del traffico in via XX settembre nel giorno della sua presentazione… ma sono sul secondo anello di San Siro, le gradinate di una volta, ad un anno di distanza una dall’altra, a godermi quelle che forse sono state le più grandi prestazioni dello “striker” in Italia…

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Due colpi di fortuna, per me… frequento Milano in quel periodo ed uscito il calendario, che prevede per il Doria un impossibile tris di partenza (Juventus, Inter, Roma), gasato dai colpi estivi, mi lancio a pronosticare “tre vittorie” … una follia pareggiata solo da un amico interista, che asserisce ai quattro venti che il neo acquisto nerazzurro Hansi Müller è più bravo di Platini…

La partita d’esordio a Marassi, con la Juve, la risolve capitan Ferroni, cosicché mi presento euforico, con gli amici “bauscia”, sugli spalti di San Siro… e mi congedo al 90° camminando tre metri sopra il cielo.

Sotto la regia del “baronetto” Brady, il tandem Francis/Mancini affonda l’Inter, con goal e assist reciproci… tanto che l’unico interista col bicchiere mezzo pieno è il fan di Müller, che con una punizione ha provato a tenere a galla i milanesi.

E’ ancora il “Mancio” a dare credito al mio azzardo, con il goal alla Roma nella terza partita… quella da cui tuttavia lo striker esce malconcio dalle grinfie di Vierchowod… bisognerà aspettare la fine del successivo febbraio per rivederlo in campo.

L’anno dopo (‘83/84) lo Zar Pietro finisce la stagione dei prestiti (prima Fiorentina e poi Roma) e alla prima di campionato, a San Siro ( e dove, se no ?), veste il blucerchiato di Trevor Francis, affidato da Gigi Radice alle cure di Fulvio Collovati.

Sulla panchina del Doria siede il confermato Renzo Ulivieri… ed io sono in piedi nel secondo anello, stesso gradone dell’anno prima… ancora Müller sul proscenio : pennella un corner per la testa di Bini, il Doria sembra in apnea, finché Trevor Francis non inizia il suo show : dapprima un goal apparentemente facile per uno come lui, poi una irresistibile discesa da metà campo, saltando lo “stopper” Collovati e il “libero” Bini… una delle reti più belle forse viste al Meazza di Milano…

Una serie impressionante d’infortuni di diversa natura (persino un pollo “indigesto” a Catania) ne condizionano la resa da lì in avanti, ivi compreso l’arrivo in blucerchiato di Luca Vialli (tre galli in un pollaio, con Mancini, a contendersi due maglie), ma non gli impedirà di essere decisivo (con , “Charlie Champagne”), con le sue 9 reti, nella conquista della prima nell’84/85.

Un posto in prima fila nell’ “album dei ricordi blucerchiati”, sir Trevor Francis lo merita di sicuro !

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