20/28 APRILE 2013 SALVA LARTE Madonie

Collesano GanGi lasCari Cefalù himera

“...Non ci vuole niente a distruggere la bellezza. E allora...allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ‘stè fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente che cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, difenderla. SALVA La bellezza...è importante la bellezza...da quella scende giù LA RTE tutto il resto”. Sicilia Peppino Impastato, nel film “I cento passi” Si ringraziano Giuseppe Abbate, Giuseppe Antista, Mario Azzolini, Carmelo Bellomo, Tina Bianca, Antonino Brancato, Salvatore Burrafato, Teresa Campagna, Salvatore Carollo, Paola Castiglia, Tommaso Castronovo, Carlo Ciacomarra, Francesca Cicero, Vincenzo Cirincione, Salvatore Culotta, Graziella D’Acquisto, Mariano Di Chiara, Giuseppe Di Martino, Marco Failla, Rosario Ferrara, Giuseppe Ferrarello, Michele Ferraro, Angela Ficarra, Alessandro Ficile, Sergio Gelardi, Salvo Ilardo, Santo Inguaggiato, Rosario Lapunzina, Pasquale Li Puma, Rosario Lodico, Lucia Macaluso, Pietro Macaluso, Guido Mapelli, Massimiliano Martorana, Giovanni Battista Meli, Agostino Moscato, Giuseppe Muffoletto, Leonardo Neglia, Giovanni Nicolosi, Maria Pia Pensabene, Angelo Piscitello, Angelo Pizzuto, Giuseppe Riotto, Adriana Sapienza, Pubblicazione curata Patrizia Sferruzza, Francesca Spatafora, da Gianfranco Zanna Rosario Termotto, Giuseppe Terregino, Stampa Luxograph s.r.l. - Antonio Tumminello, Marilena Volpes, Maria Zammito per essersi adoperati e impegnati con ami - Prodotto realizzato impiegando cizia e volontariamente, offrendo i propri carta Fedrigoni certificata FSC Mixed Sources COC-000010 contributi, idee e suggerimenti, anche pic - coli, per la realizzazione di questa pubbli - cazione e per l’intera organizzazione di Salvalarte Madonie 2013. Dopo circa tre anni e mezzo torna Salvalarte Madonie . Già questa ci sembra una buona notizia, in un periodo, ormai non tanto breve né di facile soluzione, nel quale i Beni culturali non se la passano troppo bene! Per colpa non solo della crisi economica che attanaglia l’intero Paese, ma soprattutto per la mancanza di una seria e intelligente politica culturale, sono e restano concrete le minacce di chiusura di importanti istituzioni culturali siciliane, che gestiscono tra l’altro straordinari e affascinanti musei. Tra queste la Fondazione Mandralisca, che conserva, tra i suoi tanti tesori, quel quadro di Antonello da Messina che, molti anni fa, scegliemmo come simbolo per questa nostra campagna di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. La scelta cadde sul Ritratto d’ignoto , anche e soprattutto perché, come scrisse nel 1976 Federico Zevi “ è ben difficile menzionare qualcosa di più intimamente siciliano del Ritratto di Cefalù, nel cui sorriso, tra eginetico e minatorio, è condensata l’ambigua essenza dell’isola fascinosa e terribile ”. Ebbene, è qualcosa di tragicamente terribile quello che si sta facendo con la cultura nel nostro Paese e in Sicilia. Continua ad esserci un approccio economicistico, come se la cultura di per sé debba produrre reddito e, questione molto seria per un territorio interno come le Madonie, ci si continua ad affidare al solo mercato, con l’inevitabile conseguenza che si privilegiano sempre i posti in cui si vende di più, con la conseguenza che tutti gli altri restano marginalizzati. Ecco la necessità di fare rete, per costruire strutture culturali coinvolgenti, meno tristi, di approcci multiculturali e multidimensionali, rilanciandone l’utilità che significa innanzitutto ricostruirne i legami con il territorio. Ritorna la nostra proposta di qualche anno addietro, con la quale ci lasciammo nel 2009, di realizzare un Parco culturale, che rafforzi l’idea e la percezione delle Madonie come terra d’arte. Noi vogliamo continuare a far scoprire il fascino della nostra isola e, se vogliamo ancora avere una speranza per il futuro di questa nostra martoriata terra, dobbiamo essere sempre più numerosi a voler bene ai nostri Beni culturali, compiendo scelte forse inedite, cominciando magari a chiedere, qualche volta, non fondi per la rinomata sagra di paese ma per ripulire un’area archeologica o per mettere in sicurezza un antico palazzo e renderlo fruibile. Solo tutelando le nostre bellezze, restate ormai le nostre uniche risorse, possiamo salvarci. Gianfranco Zanna direttore regionale di Legambiente Sicilia SALVA IL PARCO DELLE MADONIE LA RTE Madonie

Istituito nel 1989, il Parco fatta da più di 1600 specie Anche l’Unione Europea regionale delle Madonie si vegetali, 170 endemiche, negli ultimi anni si è attivata estende per circa 40.000 alcune delle quali al fine di mantenere o ettari e comprende quindici rappresentano in assoluto ripristinare gli habitat paesi della Sicilia ricchi di preziose e straordinarie naturali e le popolazioni di arte, storia e tradizioni. rarità . specie di fauna e flora Il territorio del Parco, Altrettanto significativa è la selvatiche in uno stato compreso tra il Mar Tirreno, fauna che sulle Madonie soddisfacente e ha il fiume Imera e il fiume conta ben 130 specie di individuato dei Siti di , è caratterizzato dalla vertebrati terrestri, tra le Importanza Comunitaria presenza dei due massicci 200 censite in Sicilia, tutte (SIC) e delle Zone di montuosi del Carbonara e elencate nella lista delle Protezione Speciale (ZPS), del Monte Cervi, che specie che necessitano di un che costituiranno le Zone raggiungono i 2.000 metri di protezione rigorosa della Speciali di Conservazione altitudine . direttiva Habitat ed il 65% (ZSC) della Rete Ecologica Le Madonie hanno una degli uccelli che vi Natura 2000. straordinaria biodiversità nidificano. Il Parco delle Madonie comprende al suo interno ben sette siti, tra SIC e ZPS, 4 ai quali se ne aggiungono altri quattro individuati nelle adiacenze del suo confine che aumenterebbero la superficie già sottoposta a tutela del Parco di ulteriori 5mila ettari. Dal 2001 Il Parco delle Madonie fa parte dello European Geoparks Network , l’organismo, riconosciuto dall’ UNESCO , che comprende i siti europei di maggiore rilevanza geologica i quali, nell’ambito della Rete, destinano risorse per studi e ricerche volti alla divulgazione globale del proprio patrimonio geologico e culturale. IL PROGRAMMA

sabato 20 aprile venerdì 26 aprile Castelbuono san mauro ore 17.30 , Chiesa dell’Annunziata, ore 17 , Chiesa di Santa Maria Castelverde incontro per chiederne la sua Assunta, convegno: “Idee e ore 16.30 , mobilitazione: salvaguardia e il suo restauro. progetti per il recupero del “Salviamo la Chiesa di San domenica 28 aprile Castello”. L’incontro sarà Giorgio”. Appuntamento a piano Gratteri preceduto da una visita ai ruderi San Mauro . ore 11 , Chiesa di Sant’Andrea, del Castello . sabato 27 aprile iniziativa per sollecitare un domenica 21 aprile himera intervento di manutenzione. piano battaGlia a 50 anni dalla prima campagna di petralia sottana ore 10 , escursione naturalistica scavi , ore 17 , Aula consiliare, al sentiero geologico. ore 10 , iniziativa per la pulizia presentazione di un progetto di Appuntamento alla Battaglietta. del Tempio della Vittoria e conoscenza e fruizione degli GanGi dell’area archeologica. antichi tunnel borbonici. “L’emergenza architettonica del petralia soprana Calvario”: ore 17 , Sala Polifunzionale, dalle ore 9 alle ore 13 , visite nell’ambito della mostra guidate; Auxiliatores Bibliotheca , ore 11 , presentazione di un conversazione per la conoscenza progetto di intervento e la tutela dell’antico patrimonio conservativo. librario comunale. lasCari ore 16 , Sala Agostino (Teatrino Parrocchiale), presentazione del “Museo Virtuale della memoria collettiva dei lascaresi” e del libro “Memorie ottocentesche della Comune di Lascari” di Giacomo Tornabene. martedì 23 aprile Castellana siCula - Nociazzi ore 10 , manifestazione con le scuole: “Il Mulino Petrolito, dall’e - nergia idraulica al ciclo del pane”. mercoledì 24 aprile Cefalù ore 11 , “Il Mandralisca non deve chiudere!”, manifestazione pubblica di solidarietà e sostegno; ore 16 , Fondazione Mandralisca, incontro sul progetto di sistemazione dell’offerta culturale della “Città a rete Madonie - Termini”. SALVA COLLESANO LA RTE Madonie il Castello normanno, presenta uno un piccolo teatro per le schema quadrangolare, a rappresentazioni di forma leggermente compagnie locali. trapezoidale, con corte L’11 gennaio 1693 un interna inglobata entro devastante terremoto colpì Edificato nel corso del XII quattro torri angolari e con duramente l’abitato e il secolo, si erge a nord mura perimetrali spesse oltre Castello, che venne dell’abitato, sulla parte i due metri. Appartenuto via danneggiato in modo serio e sommitale di un poggio a via ai vari conti di Collesano, non più riparato a causa di 500 metri s.l.m. scosceso e tra i quali i Cicala, i una nobiltà locale ormai inaccessibile per tre lati e Ventimiglia, i Centelles, i caduta in declino. Adibito a aperto sul mar Tirreno, Cardona, gli Aragona e i carcere cittadino fino al all’interno del quartiere Moncada, tutti appartenenti 1819, quando un altro “Bagherino”, cioè nella zona a grandi famiglie feudali e terremoto lo rese del tutto dove nel XII secolo venne aristocratiche di origine inagibile, da quell’anno insediato il piccolo borgo soprattutto spagnola, tra il l’edificio cadde in totale fortificato di G olisano , Cinquecento e il Seicento il decadimento. originario nucleo del centro Castello, dopo aver perso la Allo stato attuale è un edificio in totale stato di 6 abitato odierno, fondato per sua originaria funzione volere dell’alta aristocrazia difensiva, venne ampliato e abbandono e di degrado normanna. trasformato in palazzo continuato, che aspetta un Costruito tra il 1140 e il residenziale e al suo interno rapido intervento di restauro 1196, il Castello, di impianto una sala venne trasformata in mirante al consolidamento e alla messa in sicurezza delle strutture murarie: a pochi anni fa risale uno studio geologico realizzato su interessamento del Comune all’interno del perimetro, che ha dimostrato la situazione geologica non felice in cui si trova l’edificio. Allo stato attuale le poche mura superstiti del complesso originario si presentano in condizioni molto precarie e necessiterebbero di un urgente intervento consolidativo. SALVA PIANO BATTAGLIA LA RTE Madonie il sentiero dove oggi possiamo toccarli Anche qui, come d’altra geologico con mano, dalle immense parte in ogni angolo della forze naturali che hanno terra, non mancano i segni generato la catena montuosa dell’uomo rapace lasciati nel delle Madonie. baratro a valle di Piano Trifoglio (1.460 m s.l.m.) e Nel sentiero geologico sono Geodiversità e biodiversità nel sovrastante vasto pianoro ben 14 i punti d’interesse venerata dal più insigne d’aspetto lunare costellato da che raccontano una storia di naturalista madonita, rilievi detritici allineati 220 milioni di anni lungo un Francesco Minà Palumbo di domiformi, prodotti dalla percorso di appena 5,2 km – Castelbuono, si abbracciano trascorsa attività estrattiva, per metà agevole anche ai in ogni stagione che adorna ormai trasformati in piccole bambini e poi questo “ crocevia dove e singolari collinette erbose moderatamente difficoltoso convivono le piante di tre abitate da gnomi burloni. per 213 m di dislivello –, su continenti ” e dove, come Il paesaggio, ora aspro e diverse rocce sedimentarie dice il botanico Francesco forte ora dolce e tenue, bucherellate e scolpite dalle Maria Raimondo “ su appena sempre diverso ad ogni intemperie dove ancora il 2% della superficie della svolta, è suggestione, regnano sovrani i patriarchi Sicilia, cresce oltre la metà bellezza d’arte naturale. della terra. Coralli coloniali delle specie della flora più Dalle cime più elevate 7 fossili in cespugli, spugne ed evoluta: oltre 1500 delle circa all’intorno, prossime ai 2.000 alghe di un antico ambiente 2600 specie di piante; quasi lo m s.l.m., riaffiorano prati e di scogliera tropicale, stesso numero delle specie masserie, boschi e pagliai, trasportati con tutto il loro presenti in Egitto, in Tunisia rupi e gole, mulini ad acqua, paleoambiente e deposti, ed Algeria ”. insediamenti pastorali e valloni. Da 1.633 a 1.420 m s.l.m., per esplorare la storia della nostra terra, ascoltare il lento e lieve sciabordio delle acque d’un mare scomparso, palpare un corallo fossile e viaggiare nel tempo d’allora, per inebriarci dei profumi di montagna, stupirci dell’incantevole panorama e viaggiare leggeri nel tempo che abbiamo. MADONIE

la storia geologica scaglie tettoniche anni, questo bacino inizia a sovrapposte, derivanti dalla diversificarsi, con lo deformazione di differenti sprofondamento di alcuni domini paleogeografici che settori e l’innalzamento di appartenevano ad un altri. Si vengono in tal modo I Monti delle Madonie margine continentale ed al a formare aree più profonde costituiscono un settore suo bacino antistante, (Bacino Imerese) e aree di chiave per la ricostruzione risalenti a circa 220 milioni piattaforma (Piattaforma della storia geologica di anni fa, e deformatisi e Carbonatica Panormide). dell’area mediterranea negli messisi in posto a partire da A partire dall’Oligocene, ultimi 200milioni di anni. circa 23 milioni di anni fa. circa 35milioni di anni fa, Dal punto di vista geologico Tutto ha inizio nel Trias inizia una fase di strutturale le Madonie medio con la deposizione di compressione della crosta rappresentano un settore rocce sedimentarie in un terrestre, fase che dura della catena Appennino – bacino marino che era ancora oggi, che ha portato al Maghrebide, formatasi a ubicato in un’area piegamento ed all’emersione seguito di un evento corrispondente a quella delle rocce che costituivano “collisionale” tra la placca dall’attuale Sardegna. vasti settori del fondo marino. Si è venuta in tal 8 Eurasiatica e quella Africana. Successivamente, dal Trias Questo segmento di catena è superiore all’Eocene, per una modo a formare una catena costituito da una serie di durata di circa 150milioni di che si è spostata verso sud, fini alla posizione attuale. Tutta la struttura è stata, inoltre, interessata da una tettonica distensiva plio- pleistocenica, che ha suddiviso in blocchi l’edificio strutturale, creando i presupporti per l’attuale assetto del massiccio. La grande varietà delle rocce affioranti, la differenza tra gli ambienti in cui si sono formate e il lungo periodo di tempo geologico che esse rappresentano, fa sì che anche da un punto di vista paleontologico l’area delle Madonie assuma una notevole importanza per la SALVA LA RTE Madonie ricchezza e la varietà dei fossili che si rinvengono. Le Madonie, che costituiscono il secondo gruppo montuoso della Sicilia, sono contrassegnate da un assetto geomorfologico articolato, in cui la varietà litologica delle rocce affioranti ha originato numerose forme strutturali presenti nelle rocce delle lungo tempo, come legate all’erosione selettiva. Madonie sono costituiti dalle “palestra” naturale dove L’analisi complessiva delle spugne (la cui abbondanza è effettuare escursioni brevi e 9 forme del rilievo ha tale da aver consentito agli periodi più lunghi di studio permesso di ricostruire studiosi di istituire nuove sul terreno - campagne un’evoluzione generi e specie proprio sui geologiche - per gli studi dei geomorfologica caratterizzata fossili rinvenuti nell’area), diversi corsi di geologia della d’alternanza di fasi di dai coralli (splendidi i Facoltà di Scienze erosione areale e di fasi magnifici esemplari di Matematiche, Fisiche e d’incisione fluviale, scogliere coralline fossili che Naturali dell’Università di coincidenti, rispettivamente, affiorano a Piano Battaglia), Palermo. con periodi di stazionamento dai lamellibranchi, dai L’inserimento del Parco delle e d’abbassamento dei livelli gasteropodi e dai Madonie nell’ European di base dell’erosione. foraminiferi. Geoparks Network Il progressivo Le Madonie rappresentano approfondimento degli stessi anche il principale acquifero costituisce senza dubbio un livelli di base è stato a sua della Sicilia occidentale e le importante riconoscimento volta condizionato da un acque delle sue sorgenti delle valenze geologiche del generale sollevamento del alimentano l’acquedotto di territorio madonita e apre gruppo montuoso iniziato Palermo e di altre città della interessanti prospettive di nel Pliocene superiore, circa Sicilia. sviluppo socio-economico 3milioni di anni fa, ed ancora Per le notevoli valenze legate ad un incremento del in atto. scientifiche l’area delle turismo scientifico e I principali gruppi fossili Madonie è stata scelta, da culturale. SALVA GANGI LA RTE Madonie il Calvario alto: le stazioni della Via elaborato sistema di scale Crucis sono infatti raffigurate esterne in pietra intagliata da formelle in gesso colorato raccorda due rampe in racchiuse entro edicolette, acciottolato che conducono disposte lungo i muri verso l’ingresso. È uno degli angoli più perimetrali del Calvario e Questo spazio urbano è suggestivi del borgo, opera di raggiungibili attraverso un particolarmente suggestivo arredo urbano del 1861 sistema di rampe lievemente nei giorni della Settimana dovuta all’impulso dei padri inclinate e alberate, poste a Santa, soprattutto il Giovedì della Compagnia di Gesù che destra e a sinistra rispetto a Santo nella tradizionale frequentavano Gangi in un sistema di scale centrale visita serale dei “Sepolcri” e maniera occasionale fin dalla in pietra, che portano verso il giorno di Venerdì Santo: metà del Seicento in il punto più alto culminante qui ha inizio, infatti, la lunga occasione delle predicazioni con la Croce, sotto la quale è ed emozionante processione quaresimali. l’edicola in pietra dov’è caratterizzata dalle “ vare ” Il luogo sorge nei pressi della raffigurata l’Addolorata. che raffigurano la Passione Chiesa di Santa Maria di Delimitato su tre lati da alti di Cristo - Gesù nell’orto Gesù, nella parte bassa muri, nella parte a valle il degli ulivi, l’Ecce Homo, la dell’abitato, e nella sua Calvario è chiuso da due Pietà seguite dalla vara del 10 suggestiva scenografia inferriate sottolineate Cristo morto e urbana rievoca il percorso dall’unico ingresso formato dell’Addolorata - che si della Via Crucis affrontata da un cancello in ferro snoda lungo le vie cittadine dal Cristo condotto al luogo sorretto da due pilastri in e che ha termine nella della crocifissione posto in pietra intagliata: un Chiesa Madre. SALVA LASCARI LA RTE Madonie il Museo Virtuale luoghi e i paesaggi, le famiglie, ma nascosto alla della memoria tradizioni, i volti e le attività fruizione della collettività, collettiva lavorative e sociali del passato. oggi resa possibile grazie al Una foto immortala in un Museo Virtuale – fotogramma un momento di www.muvilascari.it – che Su iniziativa dell’Associazione vita, un’immagine muta che offrirà a moltissimi cittadini “Il Girasole” - Circolo Arci, si carica di significato nel di Lascari e a tantissimi in collaborazione con momento in cui qualcuno emigrati, la possibilità di Legambiente “La Locomotiva” riconosce in essa una storia. partecipare e di essere e l’Amministrazione E allora le foto divengono protagonisti della Comunale, nasce il “Museo preziose tessere di un “ri-costruzione” della Virtuale della memoria mosaico che costituisce memoria collettiva lascarese. collettiva”. simbolicamente la nostra A tutto questo si aggiunge Si chiama MuVi Lascari ed è storia. Tessere di memorie un fondamentale lavoro di un progetto no profit che lascaresi che raccontano ricerca all’archivio di Stato di prevede l’acquisizione, la eventi sociali, culturali e Palermo e Notarile di conservazione e la trasformazioni urbanistiche , all’archivio valorizzazione di ogni tipo di documentati da “fotografi” diocesano di Cefalù e testimonianza (fotografie, che ne hanno percepito la parrocchiale di Lascari e filmati, documenti manoscritti forza evocativa, la bellezza e soprattutto in quello 11 o stampati e reperti vari) che la rilevanza. comunale che dopo anni di documenti le abitudini e le Un patrimonio iconografico incuria e di abbandono se ricorrenze, i momenti di vita e di ricordi custodito tra le non di saccheggio, quotidiana, le cerimonie, i mura domestiche di tante finalmente può aprire per Lascari e i lascaresi le pagine della propria storia. Il Museo verrà organizzato in sale tematiche con veri e propri percorsi ed esposizioni virtuali, documenti fotografici, archivistici e con una interessante sezione dedicata alla storia e ai Beni culturali della cittadina. SALVA CASTELLANA SICULA - Nociazzi LA RTE Madonie il Mulino Petrolito

Il Mulino Petrolito è situato lungo il torrente Ipso, in una zona di pascoli e colture cerealicole della frazione di Nociazzi e veniva alimentato dalla sorgente Invidiata, posta a una quota di 1110 metri d’altitudine. Il manufatto si articola su due livelli: quello inferiore (casso ), coperto da una volta a botte in pietra contiene la ruota a pale, 12 mentre quello superiore, pur essendo un unico vano si sviluppa su diverse quote con funzioni differenti come il ricovero delle bestie grande invaso per la raccolta Il Mulino Petrolito venne da soma, il riparo dei dell’acqua che poi veniva costruito nel XIX secolo e contadini e la zona per la fatta defluire lungo la gora restò in funzione fino agli molitura. Secondo una fino alla botte, la conduttura anni Cinquanta del tipologia diffusa nelle verticale che ne aumentava la Novecento; oggi è stato Madonie, a monte del pressione azionando la ruota restaurato a scopi Mulino era posta la prisa , un dentata collegata alla macina. didattici. SALVA CEFALÙ LA RTE Madonie la Fondazione – essere strumento di definire come Museo Mandralisca promozione e veicolo di interdisciplinare diffusione del sapere, tanto comprendente, oltre alla negli aspetti umanistici che pinacoteca, una notevole scientifici; collezione archeologica, uno La Fondazione culturale – suscitare in un pubblico splendido monetario, una raccolta malacologica tra le Mandralisca Onlus trae quanto più vasto interesse più ricche d’Europa, nonché origine dalle idee e dagli per la cultura in tutte le mobili ed oggetti di pregio ideali di un illuminato sue manifestazioni; già appartenuti alla famiglia mecenate dell’Ottocento, il – rivolgersi ai giovani (ai Mandralisca. barone Enrico Pirajno di quali soprattutto pensava Fiore all’occhiello del Museo Mandralisca (Cefalù, 1809- Enrico Pirajno quando sono due riconosciuti 1864), che credeva vergò il suo testamento) capolavori: il magnifico fermamente nel valore sviluppandone senso “Ritratto d’Uomo ”, opera di dell’istruzione e a tale critico e capacità di Antonello da Messina, e il convinzione ispirò la sua vita giudizio. cratere siceliota a figure e le sue opere. Il Museo Mandralisca – che rosse su fondo nero detto del Nel solco di tale tradizione, conserva tra le sue antiche “Venditore di tonno”. 13 la Fondazione Mandralisca – mura il patrimonio artistico, Il primo è noto in tutto il che opera a servizio della ma anche l’eredità di mondo anche per il romanzo comunità cefaludese e memorie, di Enrico Pirajno di Vincenzo Consolo, Il madonita – intende: di Mandralisca – si può ben sorriso dell’Ignoto Marinaio , che ad esso è ispirato. Il Museo mantiene in parte ancora oggi l’intima atmosfera di un ambiente domestico e l’impronta di un privato luogo di memorie. In questa suggestiva atmosfera si coglie quasi la presenza del barone, filantropo, studioso, intellettuale illuminato, ed il valore delle collezioni scientifiche, di antichità e di opere d’arte da lui raccolte sta anche nella testimonianza che esse danno della personalità del Fondatore. SALVA CEFALÙ LA RTE Madonie “...A chi somiglia l’ignoto del Museo Mandralisca? Al mafioso della campagna e a quello dei quartieri alti, al deputato che siede sui banchi della destra e a quello che siede sui banchi della sinistra, al contadino e al principe del foro; somiglia a chi scrive questa nota (ci è stato detto); e certamente 14 somiglia ad Antonello. E provatevi a stabilire la condizione sociale e la particolare umanità del personaggio. Impossibile. È un nobile o un plebeo? Un notaro o un contadino? Un uomo onesto o un gaglioffo? Un pittore un poeta un sicario? ‘Somiglia’, ecco tutto.”

1465 circa, tempera e olio (?) su tavola, cm 31 x 24,5 Leonardo Sciascia SALVA LA RTE Madonie la “Città a rete qualificazione dell’offerta personalizzate e del Madoni e -Termini” turistica in senso ecoturistico progressivo aumento del – ha preso le mosse dalla turismo culturale e necessità comune di porre in territoriale, il progetto ha essere una forte azione di puntato ad introdurre quegli Il progetto ha elaborato un distrettualizzazione elementi di valorizzazione nuovo modello di dell’offerta della Città a rete nella catena del valore che partenariato attivo, capace di Madonie-Termini. mancavano. integrare innovazione e Forti delle tendenze che le Ciò si otterrà attraverso: offerta integrata, vantaggioso ultime analisi sull’evolversi • l’introduzione di una per il turista ed al contempo, del mercato turistico hanno destination card , tessera che per l’economia locale. Esso, disegnato e quindi sulla propone un’offerta infatti, punta a determinare necessità che oltre che agli integrata di servizi e di una rinnovata competitività arrivi prendano sempre più attrazioni; dell’offerta museale campo altre rilevazioni quali: • la formalizzazione della attraverso l’innovazione dei la spesa del turista, i ricavi costituzione di una rete fattori che costituisco il aziendali e l’occupazione museale, che coinvolgerà prodotto: ambiente, imprese, delle strutture, i costi 18 musei della Città a rete Madonie-Termini; servizi, offerta culturale, reti. affrontati dal pubblico a 15 Questa impostazione – che fronte del movimento • il sensibile miglioramento ha orientato tutta la fase turistico e la tutela dei beni dell’offerta museale, progettuale unitamente alla non riproducibili, nonché attraverso l’introduzione di necessità di puntare ad una del ricorso sempre più tecnologie quali il QR-Code sempre maggiore costante a vacanze sui Beni culturali mobilitati dalla rete ; • il miglioramento dei livelli di valorizzazione e di fruizione del patrimonio e delle collezioni museografiche. La destination card consentirà dunque di organizzare e pianificare un offerta integrata di servizi e di attrazioni. Sul fronte dei servizi si punterà a mettere in rete l’offerta ricettiva esistente a partire dalle realtà aggregative maggiormente rappresentative, agenti sia sul SALVA LA RTE Madonie

fronte dell’offerta ricettiva consentirà di alberghiera ( Consorzio Cefalù rafforzare Holiday ) che di quella ulteriormente extralberghiera ( Consorzio la fruizione e Agriturismi Madonie e Terre l’inserimento di Mezzo ). nei circuiti e Entrambi le due strutture e negli itinerari, quindi gli 84 associati che ad sia di livello esse fanno capo, regionale che interverranno attivamente nazionale, che nella costruzione dell’offerte vedono il plurime e diversificate che territorio verranno mobilitate e madonita promosse dalla destination quale elemento di assoluta – Museo Civico - Gangi; card . Questo rappresenterà unicità per l’enorme – Museo delle Madonie - un fortissimo punto di forza patrimonio artistico- Polo Comunale “Cultura perché grazie a quanto già culturale posseduto, nonché d’eccellenza” MUSeBArch stratificatosi sul territorio per la unicità della - ; della Città a rete policentrica configurazione urbanistica – Museo Naturalistico 16 e diffusa, con il progetto si dei propri centri storici. “Isidoro Scelsi” - Gratteri; consentirà di legare in Alla rete hanno finora aderito: – Museo Trame di Filo - maniera inscindibile l’offerta – Museo Civico - Castelbuono; ; culturale con quella turistica, – Museo Naturalistico “F.sco – Museo Civico - in atto rappresentata da Minà Palumbo” - ; queste due realtà che nello Castelbuono; – Museo Civico della specifico sono in grado di – Museo Civico - Castellana memoria del presente - mobilitare sul mercato Sicula; Petralia Soprana; regionale, nazionale ed – Museo Civico “Don – Museo Civico Comunale a internazionale una assai Giuseppe Guarnieri” - Collisani - Petralia Sottana; consistente offerta ricettiva. ; – Museo della Manna - Pollina; Mentre la realizzazione – Museo “Targa Florio” - – Museo Etnoantropologico della rete museale Collesano; e dell’amicizia tra i Popoli - San Mauro Castelverde; – Museo Archeologico e delle tradizioni - Sciara; – Museo dell’Acqua - Scilllato; – Museo Civico “Baldassare Romano” - Termini Imerese. SALVA SAN MAURO CASTELVERDE LA RTE Madonie la Chiesa tre portali uno è visibile solo L’umidità persistente ha di San Giorgio nella parte superiore. compromesso parte degli La Chiesa consta di tre navate affreschi, dei cornicioni, delle suddivise da pilastri quadrati pareti, dei marmi e ne ha entro cui sono state annegate provocato finanche il crollo La Chiesa dedicata al le originarie colonne in pietra di parte del tetto interno. A compatrono di San Mauro, arenaria. Lo spazio interno tal proposito, nel 2008 è stato ovvero San Giorgio martire, comprende ben nove presentato alla Regione un rappresenta una rilevante cappelle laterali ricche di progetto di circa tre milioni testimonianza storico- dipinti e marmi policromati, di euro per il restauro artistica. Ubicata nella parte delle quali si annoverano completo della Chiesa e, in sommitale del paese (e quella del SS. Sacramento seguito al recente cedimento sottostante il Castello), si (interamente dipinta da un del tetto con successivo rende immediatamente ciclo di affreschi sopralluogo della visibile ed apprezzabile per rappresentanti episodi biblici Soprintendenza di Palermo, la sua monumentalità in stile quali la caduta della manna nel 2012 sono state avviate arabo-normanno. dal Cielo o la personificazione delle procedure per una Seppur di incerta datazione dei Sacramenti ) e quella di richiesta di finanziamento potrebbe essere stata San Giorgio, nonché quella per somma urgenza di 17 costruita immediatamente con l’altare ed il sarcofago 100mila euro; ma di dopo l’edificazione del contenente le spoglie di Santa entrambi, ancora, si attende Duomo di Cefalù. Elevata a Vittoria. risposta. Matrice, ha attraversato dei cambiamenti dovuti al passaggio di diversi stili raffinati ospitando opere realizzate dalle mani di pregevoli maestri locali. L’aspetto è tipicamente secentesco, seppur modificato e rimaneggiato. A croce latina, presenta una cupola ottagonale sul transetto ed una torre campanaria di conci in pietra arenaria con magnifici archi ogivali alla base, spaziando incontrastata sulla piazza a due piani antistante adornata da due archi d’accesso. Dei HIMERA

l’area archeologica dalla prima metà del VI e l’antiquarium secolo a.C. Un’epigrafe rinvenuta a Samo ricorda momenti di tensione con le popolazioni indigene sicane La colonia greca. dell’entroterra, dissidi che Himera fu fondata nel 648 probabilmente costrinsero a.C. da Greci d’origine gli Imeresi, intorno alla metà mista, calcidese e dorica, del VI secolo a.C., a chiedere provenienti da Zankle aiuto a Falaride, tiranno (Messina), dalla Grecia e da d’Agrigento. un gruppo di enigmatici Nel 480 a.C. si svolse sotto le Myletiadi, ricordati da mura di Himera un’epica Tucidide come fuoriusciti battaglia, vinta da una per motivi politici da coalizione di Greci di Sicilia Siracusa. contro i Cartaginesi; negli ripopolamento della città La città ebbe rapido anni successivi la città rimase con genti doriche. Himera sviluppo edilizio e sottoposta al controllo riacquistò presto 18 demografico, documentato politico di Tirone, tiranno di indipendenza da Agrigento, dai grandi impianti Agrigento e sotto la sua ma non venne coinvolta in urbanistici realizzati a partire azione ebbe luogo il episodi rilevanti della storia dell’isola fino al 415 a.C., quando fornì un contingente a Siracusa nella battaglia dell’Assinaro, contribuendo alla disfatta della spedizione ateniese in Sicilia guidata da Alcibiade e Nicia. Nel 409 a.C. fu conquistata e distrutta dai Cartaginesi, in un violentissimo episodio di guerra che segnerà per sempre la fine della città.

La ricerca archeologica. L’esplorazione archeologica di Himera, dopo l’identificazione del sito nel XVI secolo, venne avviata SALVA LA RTE Madonie

di Athena) iniziarono nel 1963 e vennero condotte a cura dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo. Attualmente, sono aperte al pubblico l’area del Tempio della Vittoria e quella della città alta, che offre al visitatore un panorama articolato dei principali il Tempio della Vittoria aspetti di una realtà coloniale greca d’età arcaica e classica: Costruito nel 480 a.C. nella parte orientale della città edifici monumentali, assetto bassa, in prossimità della fo - urbanistico e cultura ce del fiume Himera setten - abitativa. trionale, venne eretto per dalla Soprintendenza celebrare la vittoria ottenu - Archeologica di Palermo tra L’antiquarium. ta dai Greci sui Cartaginesi. il 1926 e il 1930 con le prime Progettato da Franco Minissi Il Tempio è un periptero di 19 indagini alla necropoli est e e costruito nei primi anni stile dorico con sei colonne con lo scavo del Tempio settanta, l’antiquarium è sui lati brevi (esastilo) e della Vittoria. Ma stato realizzato con quattordici sui lati lunghi. Fu esplorazioni sistematiche, finanziamenti della Cassa per scoperto da Pirro Marconi concentrate soprattutto sulla il Mezzogiorno e fu nel 1929: per mettere allo città alta (abitato e santuario inaugurato il 4 ottobre 1984. scoperto i resti dell’impor - tante monumento furono Nell’antiquarium sono allora demoliti alcuni edifici esposti i più significatici a carattere rurale di origine reperti archeologici rinvenuti medievale, utilizzati nel XV negli scavi di Himera e in secolo per la lavorazione altri siti dell’entroterra della canna da zucchero, una imerese. Lo spazio torre alta circa 20 mt e una espositivo, articolato su cappella. quattro livelli, collegati da Il Tempio ha pianta tripartita, rampe, si sviluppa lungo un con cella al centro; il fronto - itinerario di visita che ne era originariamente de - ripercorre le principali corato con sculture a tutto problematiche storiche e tondo, mentre un’imponen - culturali della colonia greca, te complesso di gronde a testa leonina, vivacemente illustrate da numerosi colorate, lo coronavano. pannelli didattici. SALVA PETRALIA SOPRANA LA RTE Madonie Auxiliatores o delle rare cinquecentine di tra cui la vita di S. Gandolfo Bibliotheca Sicilia, come Regni Siciliae da stampato capitula , stampato a Messina nel 1743 e illustrata da nel 1526 con incisioni di Re Antonino Bova e poi opere a Martino il giovane e Re stampa del XIX secolo tra cui spicca per le cromolitografie Le opere esposte nella mostra, Martino il vecchio. la Cappella di S. Pietro della che vanno dal 1497 al 2013, La mostra contiene anche Regia di Palermo dipinta e sono una rappresentanza, se opere a stampa del XVII ceomolicografata da pur significativa ma minima, secolo tra cui spicca uno dei del patrimonio posseduto due volumi di Pietro Antonino Terzi ed illustrata dalla Biblioteca comunale. Tognoletto, il Paradiso dai professori M ichele Amari, Nell’esposizione si possono Serafico del 1687 , in cui si edita a Palermo, nel 1899. ammirare sia dipinti del trova narrata la storia della La mostra contiene anche XVIII secolo di grandi pittori fondazione del Convento di tantissime opere moderne come il Velasquez o moderni Santa Maria di Gesù dei Frati interessanti, tra cui tantissime come il Catti. Manoscritti del Minori Riformati, che vide i Tesi di Laurea su svariatissime XVIII secolo come l’ Orae primi anni di noviziato di materie donate con generosità diurnae breviari romano del Frate Umile da Petralia e che dagli studenti che al patrimonio librario della 20 1787, con i capilettera dipinti tra le sue mura scolpì il primo eseguiti da Frati Minori Crocifisso nel 1623 e che ora Biblioteca hanno attinto per i Riformati del Convento di S. si trova nella Chiesa Madre di loro lavori. Maria di Gesù di Petralia Petralia Soprana dedicata ai Molti i libri sulle Madonie, Soprana; Incunaboli come il SS. Apostoli Pietro e Paolo. ambiente-arte-storia, donate Costitutiones Regni Siciliae , Del XVIII secolo sono dai comuni o dagli stessi stampato a Messina nel 1497, esposte anche molte opere, autori stessi o da privati. A questa vasta e variegata gamma di opere si aggiungono alcune opere di oreficeria settecentesca come il calice dell’argentiere palermitano Cipolla fatto per la Cappella dell’Ospedale S. Antonio Abbate, dato alla Biblioteca dal compianto Sindaco Mario Messineo, e alcuni reperti archeologici del V secolo a C. donati da P. Guido Macaluso insieme a tutta la sua Biblioteca (più di 1500 volumi editi tra XVI e XX secolo). SALVA CASTELBUONO LA RTE Madonie la Chiesa Ventimiglia, la Chiesa viene sull’Altare Maggiore. Sul dell’Annunziata “restaurata” e adeguata ai muro a semicerchio nuovi movimenti estetici del dell’abside è dipinta una periodo. notevole pittura ad olio Più che un vero raffigurante un corteo di ampliamento si doveva La Chiesa Maria Santissima frati, fra cui Benedettini, trattare di un adattamento Nuntiata viene costruita papi e altri religiosi. della Chiesa, che coincide, all’interno del baglio grande La Chiesa è impreziosita da dopo annosi tentativi e del Castello dei Ventimiglia, molte opere d’arte di controversie. nella seconda metà del XVI pregevole fattura bisognose All’interno, la Chiesa offre al secolo, probabilmente di restauro, ma è la struttura visitatore un delizioso successivamente alla muraria con la volta a apparato decorativo in trasformazione della destare grandi stucco e ad affresco di gusto precedente Chiesa di San preoccupazioni, perché Filippo a teatro di corte, barocco; ad aula unica, con estesamente lesionate con posto frontalmente a questa. due altari laterali, l’abside è evidenti infiltrazioni d’acqua Nel 1620, per volontà di arricchito da scanni corali in dai tetti e dai muri esterni Maria Ventimiglia Spadafora, legno, costruiti dal che compromettono la castelbuonese Diego Levanti, stabilità degli affreschi e moglie di Francesco III 21 nel 1630. Nella degli stucchi. La parte parte centrale centrale della navata della della parete Chiesa è interamente absidale è puntellata, da diversi anni, ricavata una per motivi di sicurezza. nicchia lignea, Gli ultimi restauri del 1992 riccamente hanno interessato il intagliata e consolidamento della dorata entro cui struttura esterna e il è posta la rifacimento del pavimento preziosa statua maiolicato, secondo il marmorea modello antico, dell’Annunziata completamente distrutto e con il Bambino, frammentato dall’uso e probabilmente dall’umidità di risalita. della scuola di L’organo posto nella cantoria Antonello ubicata al di sopra Gagini, datata dell’ingresso risale 1574, che prima probabilmente alla fine del del 1858 si XVII secolo e all’inizio del trovava XVIII. SALVA GRATTERI LA RTE Madonie la Chiesa fino a diventare, dopo una sovrapposte, due sculture di Sant’Andrea completa ristrutturazione, laterali e una centrale, in cui nell’ultimo quarto del secolo sembra ravvisarsi la figura di scorso, sede della scuola un pesce. Ma la vera media locale. attrattiva della Chiesa sta nella posizione elevata che Sulla fondazione della Chiesa La Chiesa, non avendo ne fa un elemento di Sant’Andrea sono subito modificazione architettonico di decorosa riscontrabili due datazioni alterative nella facciata, presenza panoramica diverse, differenti di circa un conserva l’aspetto esterno Nell’interno, a tre navate, non secolo. Quella che vediamo originario, salvo la sembrano esserci opere d’arte più ricorrente è la data mutilazione della scalinata degne di particolare menzione intorno al 1415, ma una del prospetto, ridotta, per al di là della buona fattura dei diversa e più veritiera ragioni di viabilità, nelle quadri e delle statue. Spiccano, ricostruzione la colloca dimensioni e dotata di un tra le statue, un grande nell’espansione passamano metallico non Crocifisso ricco di pathos, un dell’insediamento verso est proprio in linea con lo stile simulacro ligneo aurato di tra il XVI e il XVII secolo. architettonico del complesso. sant’Andrea, una bellissima e È possibile che accanto ci sia Resta, tuttavia, intatto il amatissima immagine della 22 stato un monastero pregevole portale in pietra, Madonna. E ancora va carmelitano, che ha subìto sormontato da un fregio ricordata una statuetta nei secoli diverse peripezie, prominente su cui spiccano, dell’ Ecce Homo da qualcuno attribuita, erroneamente, a Frate Umile da Petralia., se si considera che la statua porta la data del 1682, quando il frate era già scomparso da più di quarant’anni. Non sono trascurabili due tele presenti. Una, nella navata di sinistra, ove sono raffigurati gli apostoli Giacomo Maggiore, Filippo e Andrea, attribuita a un certo Geronimo Lombardo, del quale si sa ben poco. L’altra, nella navata destra, raffigura l’Annunciazione ed è ritenuta opera del cosiddetto Zoppo di Ganci . SALVA PETRALIA SOTTANA LA RTE Madonie gli antichi tunnel fognaria, in prossimità della la rete fu integrata e borbonici Chiesa della Santissima ingrandita, soprattutto a Trinità, si verificò un crollo opera dei Borboni nel XIX che portò alla luce un tratto secolo. Questi canali, hanno del tunnel citato da origine nei pressi dell’ex A Petralia Sottana la Giuseppe Inguaggiato Convento dei Padri tradizione popolare ritiene Collisani nei suoi scritti. riformati, attraversano il che il sottosuolo del centro Le successive esplorazioni, centro storico e terminano abitato sia attraversato da un soprattutto all’altezza della nel quartiere San Giovanni. grande tunnel a cui veniva Chiesa di San Francesco, Non sono semplici tunnel attribuita la funzione di hanno effettivamente ma canali di drenaggio che collegamento tra gli edifici accertato l’esistenza di un presentano camere di monasteriali. tunnel che percorre l’intero confluenza dove le acque Tante le storie che ruotano centro storico, e altri cunicoli venivano “frenate” dal loro intorno a questa credenza; si il cui tracciato è stato impeto e impedimento di un narra che fosse sede di momentaneamente rilevato grave dissesto idrogeologico. incontri promiscui tra parzialmente. La costruzione Difatti, ispezionando i religiosi, ma anche di come originaria del “tunnel”, risale condotti ci si è trovati davanti anche a dei via di fuga per quanti al XVII secolo, in occasione 23 volessero sfuggire alla dei primi lavori di cosiddetti ”cameroni” giustizia, o riparo durante i sistemazione del sistema rivestiti in materiale fittile. conflitti bellici. Le voci fognario e di drenaggio I canali, esplorati più volte in trovarono conferma quando voluti dal Duca di Montalto vari punti, possono diventare nel 1988, durante i lavori di e realizzati dal fabbriciere un’interessante attrattore adeguamento della rete Manosanta. Successivamente culturale rendendone fruibile, magari una parte, dove le condizioni permettono di farlo in sicurezza, e di dotare parti del selciato di copertura di feritoie trasparenti con cui, grazie a una particolare illuminazione potrà essere possibile vedere un’opera dell’uomo celata alla vista, ma che nei secoli è stata fondamentale per la salvaguardia del centro storico e della sua conservazione.