la Vocedel popolo LIMES la Vocedel popolo LIBURNICO: LE PIETRE DELLA NOSTRA storia

MEMORIA www.edit.hr/lavoce Anno 9 • n. 72 Sabato, 6 aprile 2013

CONVEGNI RECENSIONE ANNIVERSARI PILLOLE INTERVISTA

Riflessioni sulle terre Una radio e la «guerra Il sogno dell’angelo «Streghe della notte» Passione travolgente giuliano-dalmate fredda adriatica» dal «paradiso nero» per fermare i nazisti per l’archeologia Da Brescia un chiaro segnale Il libro di Roberto Spazzali è un Il 4 aprile di 45 anni fa veniva Estate ’42, pianura del Don: la “Scienza, quindi democrazia”: della volontà di comprendere esempio di ricerca di «serie A» assassinato Martin Luther King, straordinaria, eroica epopea di un’analisi del suo ruolo ciò che2|3 accadde in questa regione sulle nostre4|5 vicende di metà ’900 attivista e Nobel per la6 pace un gruppo di aviatrici7 russe culturale e sociale 8 del popolo 2 sabato, 6 aprile 2013 storia&ricerca la Voce CONTRIBUTI di Ivan Pavlov RIFLESSIONI di Italo Dapiran

LIBERI TERRITORI E TERRITORIO LIBERO rieste è, per cause storiche, una città zione. Un’altra nazione nell’infinita storia peculiare. Ogni via è intrisa di odori, di microstati europei cessa di esistere con Tsapori e suoni che non rispecchiano l’estensione della sovranità dei due stati l’omologazione delle altre città italiane. coinvolti su di essa. Pare finita qui, fin- Questa sua diversità, che deriva non solo ché la crisi economica non comincia a dall’essere stata porto franco ed essere città divampare come un cavallo imbizzarrito: di confine, la porta a essere oggetto di un il vecchio spirito europeo si riaccende nelle miscuglio di emozioni ben polarizzate: zone autonomiste, indipendentiste o addi- c’è chi la ama, e chi non la sopporta. La rittura pericolose. montaliana “divina indifferenza”, invece, La vecchia Trieste che tutti davano per se- è messa in risalto dalla perdita di autono- polta fra le macerie dell’Austria-Ungheria mia e, specialmente, autodeterminazione. e memore solo di antiche glorie inaffer- CONFRONTI E RIFLESSIONI SULL’ESODO Quando, nel 1919, il Trattato di Pace si fir- rabili si muove. Proprio come la grande mava a Versailles, la Camera di Commercio proletaria di Pascoli. Un gruppo di gio- ella suggestiva cornice del Salone di Trieste chiedeva un referendum per vani e vecchi, di lavoratori e disoccupati, Vanvitelliano di Palazzo Loggia, costituire uno stato fra Trieste e l’Istria. di triestini di ogni genere si riversa nel Nprestigioso edificio rinascimentale a Non fu ascoltata, perché gli interessi na- Movimento Trieste Libera. Casus belli pianta rettangolare, espressione del potere zionali romantici prevalsero sullo spirito la scoperta, per così dire casuale, di un veneziano in città, oggi sede della Giunta co- pragmatico e razionale dei mercanti. Una cavillo quasi superficiale: il TLT, creato munale, ubicato nel centro storico di Brescia, E SUGLI ITALIANI DELL’ADRIATICO ORIENTALE guerra mondiale dopo, la versione ridotta dalle Nazioni Unite, con uno Statuto per- affacciato sull’omonima piazza, la “platea di questo sogno infranto si apre come uno manente e diritti garantiti, pare, con il magna”, lo scorso 14 marzo si è svolto il con- spiraglio di speranza nelle tenebre del do- Trattato di Osimo, essere stato invaso da vegno internazionale “Le vicende del confine punto di partenza, una riflessione su pagine poguerra: la 16.esima Risoluzione delle forze militari aggressive. Le mani tremano orientale d’Italia e l’esodo dei giuliano-dal- di storia poco conosciute. Al margine del con- Nazioni Unite del 10 gennaio ’47 istituisce allo scrivere queste parole, conscie del fatto mati. Una memoria per la nuova Europa che vegno gli abbiamo posto alcune domande. Il il Territorio Libero di Trieste. A capo un che esse sono scomode, quasi illeggibili agli sta sorgendo”. L’iniziativa è stata promossa giornalista si interessa anche ai problemi del fantomatico Governatore, la cui elezione occhi di molti. dal Centro mondiale per la cultura giuliano- confine orientale d’Italia e sull’argomento ha spettava alle Nazioni Unite. Fino all’ele- Il Movimento Trieste Libera è a conoscienza dalmata (CMC) della città lombarda, con pubblicato un agile e al tempo stesso stimo- zione del Governatore, il TLT viene diviso di questo guaio, riconosciuto anche dalle il patrocinio del Comune di Brescia, in col- lante volumetto intitolato “Istrianieri. Storie in una zona amministrata dagli anglo- Nazioni Unite, che non hanno mai ratifi- laborazione con la Regione Lombardia, la di esilio” (liberedizioni, Gavardo, 2006). americani e una zona amministrata dagli cato il Trattato di Osimo, il cui testo, tra Provincia di Brescia, l’Università Cattolica del jugoslavi. l’altro, deposto unilateralmente dall’Italia Sacro Cuore di Milano, la Fondazione ASM e Come nasce l’idea del convegno? 5 ottobre 1954, Memorandum di Londra: presso il Segretariato dell’ONU ben dieci la Fondazione Brescia Musei. Direi che nasce dalla consapevolezza che è cam- gli anglo-americani lasciano Trieste, anni dopo la sua entrata in vigore nel Si è trattato di un incontro importante, un biato, o meglio sta cambiando, sensibilmente, ovvero l’amministrazione di essa, agli 1977. Mai ratificato perché così facendo si confronto teso a cogliere i nessi degli acca- l’approccio ad un tema da sempre controverso italiani. Ma la situazione, in linea di mas- dovrebbe modificare il Trattato di Pace del dimenti storici che sconvolsero il contesto come la storia delle foibe e dell’esodo delle sima, non cambia: il TLT esiste ancora, e 1947 e la Risoluzione n. 16, che instaura il dell’Adriatico orientale e interessarono ogni popolazioni giuliano-dalmate alla fine della l’amministrazione delle due zone rimane Territorio Libero stesso. aspetto della vita sociale. In un percorso plu- seconda guerra mondiale. Nel 2007 l’Italia temporanea. Fino al famigerato Trattato Rivendicando il “diritto a vivere in una ridisciplinare, i relatori intervenuti hanno e la Croazia, con i rispettivi presidenti della di Osimo del 10 novembre ’75. Italia e condizione di benessere individuale e col- ragionato sui problemi che investirono l’area Repubblica, litigavano sulle cause e le colpe di Jugoslavia si spartiscono il TLT con un lettivo”, tenendo conto che il Territorio geografica dalla fine della Serenissima al se- quel dramma epocale. Nel 2010, i due Paesi, tre trattato bilaterale, prendendosi le due Libero è “multiculturale, multilingue e condo dopoguerra, con riferimenti anche agli con la Slovenia, si abbracciavano invece sim- fette di territorio e le due fette di popola- intimamente mitteleuropeo”, il popolo si eventi più recenti. Non sono mancati i cenni bolicamente, pregando insieme sulle note del riprende in mano le redini delle proprie al crollo del Muro di Berlino, alla dissoluzione maestro Muti per una riconciliazione duratura sorti, tagliando la testa alle moire che lo dei regimi comunisti nell’Europa orientale fra italiani, sloveni e croati, ormai accomunati castigavano. Con una sincronica presa di nonché all’implosione della Jugoslavia e dal medesimo destino europeo. Ecco, fra pochi posizione sia sul Porto Libero internazio- al bagno di sangue seguito alla sua disgre- mesi anche la Croazia entrerà a pieno titolo nale, che sul suo inseparabile entroterra, la gazione, a circa un decennio dalla morte nell’Unione europea come 28° Stato, e ci pareva popolazione di Trieste vuole smettere di es- di Tito, leader carismatico e artefice di una uno spunto interessante da sviluppare quello di sere serva/schiava e decidere per sé stessa. Repubblica socialista plurale in senso lato, una memoria collettiva “allargata”, più che Non è, questa, un’insurrezione, una rivolu- che con indubbia abilità seppe tenere insieme “condivisa”, da elaborare sulle tragiche vicende zione, una rivolta. I cittadini chiedono solo le varie tessere di quel mosaico. del confine orientale, nella quale, attraverso il che si finalizzi quanto già formalmente in filtro della ricerca storica, far confluire le diffe- atto. La legalità c’è già, manca l’instaura- L’oblio, un delitto culturale renti sensibilità e punti di vista esistenti. zione di fatto e la costruzione del diritto. Il Si è parlato anche dell’estensione dell’Unione primo passo? Coinvolgere la popolazione, europea e della prossima adesione della Allargare gli sguardi per cogliere i nessi informare, e soprattutto, fare pressione Croazia, che per l’Istria significherà il primo sull’ONU perché elegga un Governatore. atto verso la scomparsa del confine e la ri- Con questo incontro si è voluto presen- La fiaba che vi racconto è lunga, trava- composizione di quello spazio geografico, di tare il confine orientale d’Italia e i suoi gliata, e non ha ancora un lieto fine, per fondamentale rilevanza soprattutto per la problemi prendendo in considerazione un nessuna delle parti. Vi esorto a prenderne, comunità italiana. È stato un convegno di arco temporale relativamente ampio. Vi è, se non altro, atto e conoscienza, perché qualità che ha, indubbiamente, raggiunto gli quindi, la consapevolezza che per cogliere nell’era dell’informazione non informarsi obiettivi prestabiliti. Questo lodevole incontro i nessi sia doveroso allargare lo sguardo? è peccato. Questo articolo non vuole solo di studio ha presentato al pubblico, composto L’analisi dei fatti e la ricerca delle cause di fare notizia. Non è solo reportage di un av- anche da numerosi studenti e docenti delle una tragedia colossale, che ha investito tutte venimento. È la dichiarazione di esistenza scuole medie superiori, aspetti e problemi di le popolazioni di Istria, Fiume e Dalmazia, di un pensiero che ancora non è stato terre non sempre conosciute, dando il giusto sono state a lungo viziate da strumentali vi- spezzato: il desiderio di ripensare, di ricre- rilievo agli stretti legami con la penisola ita- sioni di parte, tendenti ora a restringere ora dere, di rivedere, di rifare. Il Movimento liana e la sua civiltà. ad ampliare in modo limitato e fazioso la e il Territorio domani potranno far parte Nella sua introduzione, Luciano Rubessa, prospettiva temporale. Revisionismi e nega- del passato e aggiungersi alle migliaia di presidente del CMC di Brescia ed esule da zionismi hanno inquinato per decenni le falde movimenti simili che, fra vespri siciliani e Fiume, ha posto l’accento sul problema della conoscenza, fermando l’attenzione al comune di Parigi, sono oggetto di studio della dimenticanza e della destoricizzazione, solo periodo successivo all’8 settembre 1943, storico. Ciò che non morirà, si spera, è la che porta inevitabilmente all’oblio (l’ha o focalizzandola sul solo ventennio fascista e volontà di essere liberi che ancora impre- paragonato a un “delitto culturale”). Con la guerra di occupazione della Jugoslavia. La gna le genti d’Europa, il non voler essere l’istituzione del Giorno del Ricordo, sempre storia che è scorsa nelle vene del Carso trie- succubi, il non voler né piegarsi né spez- l’oratore, l’Italia ha rotto il silenzio su una stino e goriziano come nelle calli venete di zarsi, ma semplicemente vivere in armonia tragedia dimenticata e si è iniziato a parlare Rovigno e Pola o nella Fiume mitteleuropea con sé e gli altri. Gli echi della democrazia delle terre abbandonate; in concomitanza e nelle rive zaratine, affonda in realtà le sue voluta dai nostri antenati nel corso dei se- sono affiorate con maggiore evidenza anche radici almeno nel Settecento veneziano e poi || La divisione coli non si sono estinti, ma ora sempre più le tesi negazioniste e giustificazioniste. E per nell’Ottocento del risveglio incrociato del senti- in “zone” e più che mai rimbombano fra le doline Valerio Di Donato, giornalista del “Giornale mento nazionale sotto la cappa degli Asburgo. del territorio del Carso: ascoltare o ficcarsi le dita nelle di Brescia”, moderatore dei lavori, il dibat- Nel convegno promosso a Brescia dal CMC si orecchie? Non è una decisione semplice. tito proposto a Brescia ha voluto essere un è partiti da lontano, analizzando l’evoluzione del popolo la Voce storia&ricerca sabato, 6 aprile 2013 3

CONFRONTI E RIFLESSIONI SULL’ESODO consolidata, ma il problema vero è dato dall’e- siguo spazio offerto nei programmi di studio, falcidiati dai tagli alle ore di insegnamento. Si insegna sempre meno Storia, ed è chiaro che una pagina solo di recente riscoperta come le E SUGLI ITALIANI DELL’ADRIATICO ORIENTALE foibe e l’esodo fatichi non poco a trovare la giu- sta collocazione.

Guido Crainz nel suo Il dolore e l’esilio, la sto- Tu non hai legami diretti con l’Istria, però ria lacerata del XX secolo “ci fa capire l’esigenza nutri un forte interesse per le sue vicende e l’urgenza di un confronto reale fra le diffe- storiche e hai dedicato anche un libro renti memorie di un’Europa che nel Novecento all’argomento. Quando e in che modo ti ha vissuto in modo diverso due guerre e due sei avvicinato a questi problemi? dopoguerra, e ha conosciuto opposti totalita- Come la maggior parte degli italiani, ho sco- rismi”. Il lungo periodo di dominazione della perto la cosiddetta “questione giuliana” in età Serenissima sull’Adriatico orientale, con il suo adulta, e solo grazie al mio lavoro. Nei primi lascito artistico-culturale e il suo esempio di anni Novanta, in coincidenza con il mio arrivo civiltà fondata sul rispetto del plurilinguismo al “Giornale di Brescia”, ho sviluppato un inte- e della multiculturalità, è il migliore ricordo, resse crescente, quasi spasmodico, per le guerre o meglio il ricordo dell’italianità adriatica di di secessione nella ex Jugoslavia. Cominciai, su queste splendide terre. suggerimento anche del compianto commen- dator Tonci Cepich che all’epoca presiedeva Cercare di guardare avanti e anche «di lato» l’Anvgd di Brescia, con un viaggio (era il 1994) nell’Istria spopolata di turisti. Qui presi con- Per evitare i luoghi comuni e per compren- tatto con le per me fino ad allora sconosciute dere le articolate vicende della Venezia “comunità” della minoranza italiana e ne feci Giulia il dialogo e il confronto sono im- un ampio resoconto per il giornale. L’anno portanti. A Brescia vi è una particolare dopo finii a Belgrado, sotto embargo, per ten- attenzione, che, presumiamo, è il risultato tare di capire cosa fosse la “Grande Serbia” di di un’attenta riflessione. È così? Milošević. Quindi a Sarajevo, e ancora, nuo- L’aver organizzato a Brescia un convegno fon- vamente, in Istria, a Pola e Rovigno. Istria per dato sul confronto fra le diverse culture espresse me non era solo “Italia perduta”, ma “Balcania da un’area di confine teatro di tante tragedie allargata”. Poi, con l’istituzione del “Giorno del ai danni ora dell’una ora dell’altra etnìa, è un Ricordo”, ho messo a frutto qualche anno di punto di merito innegabile per l’associazio- esperienza e di conoscenze scrivendo un libro nismo della diaspora giuliano-dalmata nato fatto di storie di esuli, istriani, fiumani, dal- nella terra della Leonessa d’Italia con l’arrivo mati, ma anche di italiani fuggiti dai Sudeti delle prime ondate di profughi dopo il 1945. occupati dall’Armata Rossa, e di un ragazzo Gli esuli bresciani avrebbero potuto limitarsi a croato, di lontane origini friulane, che scappò ricordare la “propria” tragedia, commemorare dall’orrore della guerra fra serbi e croati in i “propri” morti, chiudersi nel lamento – peral- un paesino vicino al confine bosniaco. E poi, tro legittimo – e nel rancore per i torti subiti. se vogliamo dirla tutta, dentro di me palpita E invece, nel corso degli anni, anche qui si è l’animo inquieto del nomade, un po’ emigrante capito che bisogna guardare avanti, e anche “di e un po’ esule, essendo figlio di insegnanti me- lato”, alla storia del proprio ex vicino di casa, ridionali trasferitisi in Veneto alla metà degli al futuro di una convivenza in ambito europeo, anni Cinquanta. Attraverso le parabole, dram- dove la riconciliazione sarà più facile se tutte matiche ma anche umanamente magnifiche, di le parti in causa saranno disposte ad accettare tanti esuli giuliano-dalmati che ho conosciuto, una operazione-verità che non faccia sconti a riscopro e risistemo le mie radici, la mia mul- nessuno. Al convegno del 14 marzo abbiamo ticulturalità, oltre i confini della piccola patria assistito a uno straordinario dibattito, che mi che mi ospita, e a cui sono grato, ma di cui auguro possa essere d’esempio per chi preferisce non farò mai un vessillo di esclusione dell’altro. rimanere arroccato in una visione unilaterale La manifestazione di Brescia va letta come della nostra storia recente. Negazionisti in un chiaro segnale della volontà esistente in || Kristjan Knez e Valerio Di Donato testa. una parte d’Italia di comprendere ciò che accadde nel secondo dopoguerra, ma anche dei rapporti tra l’elemento italiano e l’elemento carne le millenarie radici latine e venete, significa Nel Salone Vanvitelliano abbiamo visto nei periodi precedenti, per cogliere appieno slavo in un’ottica di conoscenza e comprensione, negare la storia stessa di queste terre, di compo- anche una folta rappresentanza di studenti il ruolo e l’apporto del popolo italiano delle e non già di propaganda. sizione etnicamente mista, una secolare frontiera e di docenti delle scuole medie superiori. rive orientali dell’Adriatico nel corso dei se- fra il mondo latino, slavo e germanico, che ha Queste iniziative come sono accolte dal coli nonché le relazioni esistenti nelle varie Se desideriamo comprendere l’essenza e vissuto radicali trasformazioni soprattutto nel mondo della scuola? età storiche fino alla cesura avvenuta negli la complessità di quelle che generalmente “secolo breve” dei totalitarismi e dell’imbarbari- L’attenzione del mondo scolastico è senz’altro anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. sono definite le “terre perdute” è fondamen- mento dell’Europa. Il punto è che non bisogna elevata, anche se, come altrove, circoscritta Ci sono delle ferite ancora aperte, ma è tale conoscere anche il retaggio storico del avere paura della conoscenza, e vorrei aggiun- prevalentemente al periodo a ridosso del 10 feb- necessario studiare l’intera vicenda, senza popolo italiano presente lungo l’Adriatico gere conoscenza “reciproca”, perché per troppo braio. Il lavoro di informazione e divulgazione omissioni, perché escludendo la discussione orientale nel corso dei secoli. Concordi? tempo la diffidenza e i pregiudizi, uniti a incon- sviluppato in questi anni dalle rappresentanze non può esserci conoscenza. E comprensione Assolutamente sì. E non per nostalgiche quanto fessabili interessi di consenso politico, hanno degli esuli è stato però recepito da un numero significa anche rispetto per le memorie al- sterili rivendicazioni di sapore nazionalistico, impedito che si facesse piena luce su una storia sempre più elevato di istituti, oltre che da molti trui, senza le quali non è possibile ricostruire ma perché negare l’humus italiano o italofono di che non parte dal 1918 o dal 1943, ma neppure Comuni della vasta provincia bresciana. Le con- le vicende storiche ed auspicare la convi- quella che chiamiamo Venezia Giulia, dimenti- dal 1991. Come scrive giustamente lo storico ferenze nelle scuole rappresentano una realtà venza reciproca. del popolodel popolo 4 sabato, 6 aprile 2013 lala V Voceoce RECENSIONE di Emanuela Masseria

er accedere alla redazione di quella radio clandestina bisognava passare attraverso P un finto armadio a muro. Sembra quasi un particolare da giallo di “serie B”, invece il “romanzo” in questione, quello di Roberto Spazzali sulle vicende di Radio Venezia Giulia è un fervido esempio di ricerca, che si richiama a quella storia di “serie A” che viene attribu- ita a un certo “confine orientale”. Una parte di questa inizia nello specifico il 3 novembre 1945, quando a Venezia si avviano le trasmis- sioni di questa emittente voluta dal Comitato di Liberazione Nazionale giuliano, con il sostegno del Ministero degli Esteri italiano. A tenerla in piedi ci sono il conte Justo Giusti del Giardino e, fino al 1949, un direttore d’eccezione: lo scrit- tore istriano Pier Antonio Quarantotti Gambini. Radio Venezia Giulia, da quel momento, prende il suo posto clandestino nella “guerra delle radio”, quale strumento di informazione e sostegno alle popolazioni italiane dei terri- tori occupati dalla jugoslaiva. La redazione è a Palazzo Tiepolo Passi, abitazione di Quarantotti Gambini, e l’antenna emittente è posta sul cam- panile della chiesa di San Nicolò, al Lido. Dopo questa fase pionieristica Radio Venezia Giulia prosegue nella sua campagna anticomunista e scandisce con i suoi aggiornati notiziari tutta la storia della Venezia Giulia fino all’ottobre del 1954, venendo poi assorbita nella Rai. Come nelle migliori spy story Per capire le atmosfere dell’epoca e del con- testo, basti dire che il clima della ricerca, senza che ce ne sia l’intenzione da parte dello studioso che l’ha curata, è da spy story. Gli ele- menti ci sono tutti: nomi in codice, personaggi misteriosi, inseguimenti, omicidi, intrighi inter- nazionali e documenti scomparsi. Elementi in più che ci raccontano, pur nelle minuzie della storiografia, un periodo realmente avventu- roso, situato in un orizzonte territoriale che potrebbe sembrare quasi mitico, oltre che sulle ceneri di una comunità lacerata dalla guerra. Agli esordi di questo lavoro di ricostruzione, pubblicato dalla Libreria Editrice Goriziana (collana “I leggeri”) con l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano dalmata (pp. 234), c’è poi la passione per l’andare a sco- vare materiali che i più, in ambito accademico, avrebbero lasciato perdere, viste le difficoltà di reperimento delle fonti. “Tutto è partito circa 4 anni fa, riordinando l’archivio di Quarantotti Gambini, che si ritirò a Venezia dopo il 1945. Nelle sue carte e nei suoi carteggi – ricorda lo storico – trovai dei riferimenti a Radio Venezia Giulia, e non era la prima volta. Ci furono precedenti di studio sulle radio di quel pe- riodo e più in generale sui giornali e le radio QUI RADIO VENEZIA GIULIA che facevano propaganda”. Poi, dagli anni ‘80, Spazzali si ritrova a scrivere specificamente di Radio Gorizia, emittente segreta nascosta sotto le pendici delle colline che reggono il castello della città. Da Trieste a Roma: la difficile ricostruzione UNA VOCE PER I FRATELLI Il suo scopo era diffondere propaganda antico- munista negli anni del Dopoguerra. Lo storico, nemmeno poi fosse il suo destino svelare le trame di certi particolari canali mediatici, trova nella biblioteca dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste DEL CONFINE ORIENTALE una tesi di laurea su Radio Venezia Giulia, da dove emerge un abbozzo di questa realtà, specifici del territorio, anche in funzione dei nato a casa, nel Dopoguerra, viene inviato dal radio ricetrasmittente a morse inviava i di- rintracciabile attraverso alcune interviste ad mutamenti diplomatici della vita di confine. governo a Venezia come funzionario liquidato- spacci a Venezia. Dopo un po’ di tempo anche Alvise Quarantotti Gambini, fratello del cele- Una prima tappa, secondo Spazzali, è quella rio di un albergo dove c’erano altri funzionari in Istria ci si dotò delle stesse apparecchia- bre scrittore. Certo, si trattava di testimonianze che va dal novembre 1945 al settembre 1947: internati per non aver collaborato con Salò. O ture radio in modo da recensire, giorno per piuttosto vaghe e circostanziate, in un con- una fase vacillante di trattative internazionali, almeno, in apparenza: in realtà il suo compito giorno, puntuali, le varie notizie dal territo- testo dove lo storico inizia a misurarsi con la con diversi tentativi di aggirare la censura alle- era sovraintendere il territorio tra la provincia rio. Inizialmente l’attività si configurava con necessità di scandagliare centinaia, migliaia di ata e filojugoslava. udinese e la Venezia giulia, sulla linea control- una riproposizione di ritagli di stampa, ma articoli, testi, registrazioni. L’operato dell’emittente si forma sull’esempio di lata da pattuglie miste (la linea Egizi, per la poco dopo il ‘45, nelle “redazioni” istriane La ricerca puntuale scatta quindi tra questi do- Radio Bari, che presentava un palinsesto pluri- provincia friulana). Giusti del Giardino aveva si cominciarono a recensire manifestazioni cumenti, risalenti al periodo intercorso tra il lingue (trasmetteva anche in ebraico e arabo) il delicato compito di rilasciare i lasciapassare, e eventi, come ad esempio le manovre degli novembre del 1945 e l’estate del ‘49, negli scaf- e che diventa addirittura un esempio che ispira ma anche un terzo mandato: quello di infiltrare Alleati, le attività collegate al mondo dell’et- fali della radio. Ma la vera svolta è nel 2010, poi la struttura della più celebre Radio Londra. informatori nella Venezia giulia e nella provin- nia, le varie notizie di Isola, Pirano, Pisino, anno in cui Spazzali accede all’archivio della Gli Alleati, alla base, crearono la necessità di cia udinese. Da Trieste e Gorizia il compito era Montona che, da quanto riporta Spazzali, presidenza del Consiglio dei Ministri, dove c’è dar vita a queste radio a causa della fitta cen- fattibile, più difficile nel resto della Venezia erano estremamente precise. Dai suoi riscon- un fondo e un ufficio sulla storia delle zone di sura della propaganda italiana. L’organizzazione giulia. tri si ha la percezione che le informazioni confine che va dal 1945 alla fine degli anni ‘60. per Radio Venezia giulia fu in ogni caso efficace Tra i suoi altri colleghi in Radio figura poi divulgate dalla radio erano di qualità supe- Tale ufficio, curato inizialmente da un appo- fin dall’inizio. Da quel campanile di Venezia si Massimo Casini d’Aragona, sua vecchia cono- riore, “per densità delle notizie ma anche sito sottosegretario, nelle sue delicate funzioni trasmetteva in onde medie fine a raggiungere scenza, che resta a sua disposizione a Trieste per la densità quasi materica degli elementi cessò le sue attività nel 1954, per poi diventare la Danimarca e in onde corte sul territorio lo- e sfrutta il suo ascendente sugli ambienti contenuti”. un archivio contenente fondamentali passaggi cale. Questo non impediva agli angloamericani chiave che si occupano di emigrazione. Casini Poi Spazzali presenta un quadro completa- della storia di regioni come la Val d’Aosta, il in giro per l’Europa di intercettarla e di inviare interroga membri del CLN, funzionari, politici mente diverso sul quale, dal suo punto di confine francese, il Trentino e il Friuli Venezia conseguenti noti note trascritte alla BBC, non (anche monsignor Santin), creando una solida vista di ricercatore, bisognerebbe lavorare. Giulia. senza fatica. Sulle prime cercarono infatti la rete di informatori in Istria, di cui si conoscono L’analisi si sposta sulla ricetrasmittente di redazione a Trieste, senza successo. attualmente solo alcuni nomi, senza riuscire a Pola e sulla sua breve durata. Succede infatti Le funzioni dell’emittente risalire alla struttura completa. che il fabbricato che la ospita viene circon- In sostanza, era un organismo deputato all’ita- Responsabili e informatori dato dai Servizi segreti che arrestano il lianità; qui Spazzali trova un gran numero di Un altro grattacapo per gli Alleati era anche la Le «antenne» in Istria marconista, due redattori e un informatore. fascicoli che gli permettono di ricostruire nel qualità delle sue trasmissioni e relazioni, curate Quello che però è certo è che tutto quello che Nessuno darà notizia dell’accaduto, mentre dettaglio la storia dell’emittente, che si confi- dai fratelli Quarantotti Gambini, dal giornali- accadeva nelle varie località istriane veniva l’intero quartiere viene allertato. I quattro gura fin da subito in uno strumento di politica sta Ugo Milelli e appunto dal già citato conte trascritto e diffuso sfruttando le corse dei arrestati riportano all’attenzione una que- estera, per il sostegno morale e psicologico Justo Giusti del Giardino. Quest’ultimo aveva “vaporini”. Così venivano recapitate notizie stione delicata, basti pensare che arrivano a della popolazione della Venezia Giulia. Nel alle spalle una storia particolare. Diplomatico attraverso semplici bigliettini che finivano a Trieste, prigionieri, su una nave da guerra. tempo la sua azione si incentrerà su aspetti di carriera, partigiano fino al ‘45, una volta tor- Trieste, dove un giornalista con un’apposita Il sospetto è che a Pola ci sia una spia del popolo storiala Voce&ricerca sabato, 6 aprile 2013 5

dell’Ozna perchè il marconista trasmetteva che “Aspera” era il nome in codice di Radio con codici jugoslavi. Inoltre, il capostrut- Venezia Giulia. tura Renato Rocco, un istriano ex-alpino, I tempi poi cambiano e anche le sede ra- a Venezia faceva parte di un ufficio dove diofoniche. A Venezia la Radio approda si interrogavano prigioneri di guerra, ma in calle degli Avvocati, proprio vicino lavorava anche per i Servizi segreti italiani, alla sede dei servizi segreti americani. oltre che per gli americani. A Pola Rocco La trasmissione passa sotto il controllo non venne mai arrestato e probabilmente della Marina militare italiana, con de- da qui continuò a mandare informazioni lega a Giulio Andreotti e con l’utilizzo di dall’Istria. un’antenna di 70 metri. Dal ‘47 al ‘49 è la principale fonte radiofonica anticomuni- Vergarolla, la strage preannunciata? sta. Dopo il ‘49 il suo scopo, comprensivo Altro fatto importante, in stretta connessione del sostegno dei “rimasti”, viene meno ma, con la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946: in considerazione della realtà politica ju- il 17 agosto, Radio Venezia Giulia riporta di goslava, la sua attività in quel periodo è una straordinaria manifestazione popolare, a quella di facilitare l’astensionismo della Pola, parlando di un momento sereno per tutti comunità italiana nel 1950. Fa notare lo in una città tormentata. Nessun incidente du- storico che “gli appelli dal 1945 al 1950 rante quella giornata, tranne una frase di un erano quelli di invitare la popolazione a esponente dell’UAIS (Unione antifascista italo- rimanere, in modo da avere una massa cri- slovena), che a posteriori suona inquietante: tica per trattare con la Jugoslavia”. “Divertitevi, che domani piangerete i vostri morti”. Sullo sfondo il contenzioso che pre- Un «fastidio» chiamato Radio Capodistria para il campo a quella devastante esplosione: Intanto era nata Radio Capodistria, con una le mine contese tra la Marina Jugoslava e il frequenza molto vicina a Radio Trieste, quindi comando britannico aveva creato una strana particolarmente fastidiosa. Pierdomenico situazione di stallo. Gli Jugoslavi non le ave- Colosimo, primo direttore di questa emit- vano mai levate, le mine da quella spiaggia tente, era italiano (il Peter Colosimo che destinata a insanguinarsi, anche se le negli anni successivi conquistò un rivendicavano. Premio Bancarella con una sua A ogni modo, chi scrisse del opera di “fantarcheologia”). temibile avvertimento era Radio Venezia Giulia si un anonimo, in un con- trova a doversi confron- testo di segretezza e tare in breve con un circospezione. Basti appeal diverso, fatto pensare che Casini di musica leggera e D’Aragona era il Foca altre divertenti leg- ma contempora- gerezze, che mal si neamente anche il confrontano con Longhis. In tutto le sue canzoni questo riusciva, con popolari e le sue i suoi due nomi in tematiche cul- codice, a parlare turalmente più di sé stesso come “classiche”. È que- fosse il Longhis sto il momento in che conferiva di cui si pensa che questo o tal’al- Radio Venezia tro aspetto al Giulia possa pas- Foca e viceversa. sare alla Rai, Casini in gene- tramite una con- rale ha contatti venzione con con sloveni, cet- Astra. Il nome nici, ustascia, viene cambiato domobranci. È in Rai Venezia tre una personalità e la trasmissione nota in molti principale è sui ambienti, come “fratelli giuliani” d’altronde anche per quanto la sua UN VOLUME di ROBERTO lo stesso Justi funzione sia ora del Giardino, diretta anche agli SPAZZALI RIPERCORRE LA ben conosciuto esuli dei campi da Tito, che profughi siti sulla VICENDA DELL’EMITTENTE ammette che la dorsale adriatica Radio gli crea e tirrenica. «PIRATA» CHE OPERÒ A non pochi pro- blemi. Ma, si sa, Un periodo che ri- VENEZIA, SOTTO LA DIREZIONE la storia era da mane misterioso qui a cambiare in Dal 1953 c’è il DELLO SCRITTORE PIER ANTONIO poco tempo. programma “L’ora della Venezia QUARANTOTTI GAMBINI, DAL Lo scopo: irradiare Giulia” e sempre controinformazione in quell’anno, la NOVEMBRE 1945 AL SETTEMBRE 1949 Dopo il trattato di Rai rimpolpa la re- Pace, le trasmissioni dazione con vari vengono interrotte personaggi, alcuni dal per poi essere ri- || Pier Antonio passato torbido e anti- attivate, in forma Quarantotti Gambini titoista. Andreotti a quel diversa. La gestione punto cambia registro e jugoslavo. Operò sotto la direzione dello non è più del ministero considera di poter contro- Ponte di onde scrittore Pier Antonio Quarantotti Gambini degli Esteri ma, dal battere ormai apertamente dal novembre 1945 al settembre 1949. 1947, dell’Agenzia Astra, Tito con il suo ufficio propa- sottilissime Tra il 1945 e il 1949 Radio Venezia Giulia una delle più importanti ganda, che viene ben ascoltato mise in onda 3.800 trasmissioni (2600 del secondo Dopoguerra. in Jugoslavia. Nel 1954, la que- “Oggi 3 novembre, giorno di San Giusto in onde medie e 1200 in onde corte) tra L’agenzia ha sede a Trieste, sopra stione è chiusa, senza che ci sia una riga e anniversario della redenzione di rubriche quotidiane e programmi speciali: il caffè Tommaseo, e conta un centinaio di di questa radio nella storia della Rai e senza Trieste, una voce libera parla finalmente c’era la settimana diplomatica, la tribuna collaboratori. Gli intercettatori parlano varie che nessuno abbia mai detto nulla sulle atti- agli italiani della Venezia Giulia; dopo dei partiti, la parola all’economista, il lingue europee e lavorano con un’emittente vità dei suoi dipendenti. Quindi il ruolo della anni di oppressione fascista, nazista e giovedì delle lettere e delle arti, varietà, che all’epoca era più potente dell’Ansa, pro- Radio in questo ultimo periodo rimane miste- sedicente progressista. Una trinità che vita sindacale e vita politica, “Istria ducendo quotidianamente un notiziario di un rioso. soltanto nel nome si distingue: ma che Nobilissima”. Dopo un breve periodo di centinaio di pagine. La redazione aveva col- Le carte reperite raccontano della presenza nella sostanza e nella forma è identica. interruzione, riprese i programmi grazie legamenti con le redazioni di Roma e Milano di nomi importanti del giornalismo. Alcuni La nostra voce è nel primo istante una ad un accordo tra il governo italiano e ma anche con i principali quotidiani italiani di loro, come Vittorio Orefice, fecero car- carezza affettuosa di fratelli a fratelli; di la Rai, che la ribattezzò Radio Venezia e con alcuni network americani. La sua acce- riera nel mondo dell’informazione italiana. figli a padri rimasti nel carcere jugoslavo... III, inserendo nella programmazione la zione triestina parte in seno alla Democrazia Rimangono però vive delle ipotesi su certi dove forse lentamente si ripete per loro la rubrica quotidiana “Ai fratelli giuliani”, poi cristiana, con lo scopo di fare controinforma- aspetti non chiari della strutturazione della tragedia che nei campi di concentramento diventata “L’ora della Venezia Giulia”. zione in attesa delle elezioni italiane del 18 Radio. “Potrebbe essere stato un tentativo di europei fece morire giorno per giorno i Lo storico è partito dalla tesi di laurea aprile 1948. creazione di una prima base di “resistenza migliori”. Nell’impossibilità di aiutare in di Roberta Strazzaboschi, “Propaganda Il suo obiettivo in prospettiva era di continare passiva” che sarebbe potuta essere attivata altro modo i nostri concittadini rimasti e informazione radiofonica al confine ad irradiare controinformazione anche in caso in fase critica”, afferma Spazzali, ricordando oltre confine si giocò se non altro la carta orientale. Il caso di Radio Venezia Giulia di vittoria del Fronte popolare. Trieste era che “parliamo del 1946, dove su 110mila i della controinformazione, iniziava le sue 1945-1949”, e ha setacciato gli archivi: da funzionale proprio perchè fuori dall’Italia e profughi 60mila erano militari, pronti a in- trasmissioni nel 1945, sulla frequenza di quelli formidabili dell’Ufficio Zone di confine contemporaneamente dentro una postazione tervenire” e del 1947, “quando 3mila sloveni 1.380 Khz, irradiate di nascosto da un della Presidenza del Consiglio dei ministri, d’eccellezza per il monitoraggio delle attività si presentano a Gorizia dicendo che volevano appartamento di palazzo Tiepolo Passi, a al fondo dello stesso Justo Giusti del oltre confine. Come Astra l’agenzia lavorò risiedere in Italia”. Su queste ed altre vicende Venezia, Radio Venezia Giulia. Missione Giardino, conservato al Museo di guerra per fino a fine anni ‘50, per quanto gli anni d’oro oggi è disponibile all’IRCI del materiale final- dell’emittente era garantire l’informazione la pace Diego de Henriquez, fino all’Archivio rimangano quelli dalla fine del 1947 fino al mente digitalizzato, che può essere affrontato, e il sostegno psicologico alla popolazione di Stato di Trieste e ai fondi dell’Istituto ‘49-’50. Da quel che racconta lo storico, dopo come conclude Spazzali, “non in chiave pre- italiana della regione e in particolare a regionale per la Storia del movimento di il 1949 non ci sono documenti delle attività giudiziale ma sperimentale” e con tanta, tanta quella residente in Istria sotto il controllo liberazione nel Friuli Venezia Giulia. radiofoniche. Si sa, sotto il profilo secretato, buona volontà. del popolo 6 sabato, 6 aprile 2013 storia&ricerca la Voce ANNIVERSARI A cura di Fabio Sfiligoi

emphis, 4 aprile del 1968: un minuto dopo le 18, uno sparo Msquarcia la sera sopra il secondo piano del motel “Lorraine”. Martin Luther King, attivista e Premio Nobel per la pace, cade a terra senza vita, colpito alla testa da un proiettile sparato da un fucile di precisione. Viene soccorso fra gli altri anche da Marrell McCullough, un agente di polizia che cercò inutilmente di tamponare la ferita. Ad uccidere il leader afroamericano un proiettile calibro 30- 06. Trasportato al St. Joseph’s Hospital, i medici constatano un irreparabile danno cerebrale, la sua morte vienne annunciata alle 19,05 del 4 aprile 1968. Martin Luther King giunge a Memphis il giorno prima, dopo che il suo volo viene ritardato per un allarme bomba. Martin Luther King è a Memphis per partecipare MLK ad una marcia in favore degli spazzini della città (bianchi e neri), che erano in sciopero. Dopo la marcia rientra al Lorraine Motel sito a Mulberry Street di proprietà di Walter Bailey. Nella sua UN ANGELO DAL stanza, la 306, situata al secondo piano, assieme ai suoi collaboratori (tra cui il reverendo Ralph Abernathy e Jesse Jackson) cerca di organizzare un nuovo corteo per uno dei giorni successivi. Cena a casa del reverendo Samuel B. Kyles, e alle 17,30 giunge al motel chiedendo al pastore «PARADISO NERO» di seguirlo. Salomon Jones, l’autista di King gli consigliò, visto il freddo, di coprirsi con un cappotto. Parla al musicista Ben Branch, che avrebbe poi suonato quella sera ad un incontro locale in una chiesa dove era programmato un incontro. King gli chiese di intonare il suo inno preferito Take my hand, my precious Lord (prendimi per mano, mio prezioso Signore), poi intonato davvero dalla celebre Mahalia Jackson, cara amica di King, nel corso dei suoi funerali. Sviluppi Il presidente Lyndon B. Johnson chiede al popolo di non cedere alla violenza, la stessa che aveva ucciso King, ma in più di 120 città si registrarono atti violenti quali incendi e saccheggi. Dichiara il 7 aprile come giorno di lutto nazionale in onore del leader per i diritti civili, Nel 1957 fonda la “Southern Christian al funerale in sua vece era presente il Leadership Conference” (Sclc), un vicepresidente Hubert Humphrey. Su Sono passati movimento che si batte per i diritti di richiesta della vedova Coretta King al tutte le minoranze e che si fonda su ferrei funerale del marito, del 9 aprile, fu letto 45 anni precetti legati alla non-violenza di stampo l’ultimo sermone che il defunto aveva gandhiano, suggerendo la nozione di pronunciato il 4 febbraio di quell’anno. dalla morte di resistenza passiva. Per citare una frase di Nel sermone King chiede che il funerale un suo discorso: “...siamo stanchi di essere si svolgesse con grande semplicità: la sua Martin Luther King, segregati e umiliati. Non abbiamo altra bara, così, viene trascinata da un carro scelta che la protesta. Il nostro metodo con due asinelli della Georgia, come attivista e nobel sarà quello della persuasione, non della espressamente richiesto quando era ancora coercizione... Se protesterete con coraggio, in vita. Poco tempo dopo la morte di King per la pace ma anche con dignità e con amore la città di Memphis, che vide un corteo di cristiano, nel futuro gli storici dovranno 42.000 persone sfilare accetta le richieste || Rosa Parks, a destra, baciata dalla moglie di MLK Coretta Scott King dire: laggiù viveva un grande popolo, un degli spazzini neri, che interrompono lo popolo nero, che iniettò nuovo significato e sciopero. dignità nelle vene della civiltà.”. Il culmine Il killer viene arrestato a Londra circa due del movimento si ha il 28 agosto 1963 (50 mesi più tardi, si chiama James Earl Ray, anni fa) durante la marcia su Washington ma rivelò che non era stato lui l’uccisore quando King pronunci a il suo discorso di King; anzi, sosteneva di sapere chi più famoso “I have a dream....” (“Ho un fosse il vero colpevole. Nome che non sogno”). Nel 1964 riceve ad Oslo il premio poté mai fare perché muore dopo esser Nobel per la pace. Durante gli anni della stato accoltellato la notte seguente nella lotta, King viene più volte arrestato e cella in cui era rinchiuso. Ancora oggi il molte manifestazioni da lui organizzate mistero della morte dell’indimenticabile finiscono con violenze e arresti di massa; leader nero rimane insoluto. Gli atti egli continua a predicare la non violenza dell’indagine sull’assassinio di Martin pur subendo minacce e attentati. Luther King jr sono secretati fino al 2002 “Noi sfidiamo la vostra capacità di farci dall’amministrazione americana. Alcuni soffrire con la nostra capacità di sopportare testimoni confermarono come il colpo le sofferenze. Metteteci in prigione, e noi provenisse da un luogo diverso da quello vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle in cui si trovava Ray. nostre case e minacciate i nostri figli, e Venne accertato che lo sparo proveniva noi vi ameremo ancora Mandate i vostri dalla stanza 5b della pensione Bessie incappucciati sicari nelle nostre case nell’ Brower. L’arma del delitto, è un fucile ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci Remington con mirino telescopico, mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. abbandonato sul marciapiede di fronte ad Fateci quello che volete e noi continueremo un negozio, vicino al luogo del delitto, con ad amarvi. Ma siate sicuri che vi vinceremo le impronte digitali di Ray sopra di essa. con la nostra capacità di soffrire. Un giorno Pochi mesi dopo MLK, il 6 giugno 1968, Martin Luther King. che gli consente di conseguire il dottorato noi conquisteremo la libertà, ma non solo a Los Angeles, viene ucciso anche Robert Pacifista convinto e grande uomo del di filosofia a Boston. per noi stessi: faremo talmente appello alla Kennedy, candidato alle presidenziali. Novecento, Martin Luther King Jr. nasce vostra coscienza e al vostro cuore che alla il 15 gennaio 1929 ad Atlanta (Georgia), A 50 anni da: «Io ho un sogno…» fine conquisteremo anche voi, e la nostra Pari diritti per tutti la scelta di fondo nel Profondo sud degli States. Suo padre Qui conosce Coretta Scott, che sposa nel vittoria sarà piena”. Esistevano all’epoca in America fontanelle era un predicatore della chiesa battista ’53. A partire da quell’anno, è pastore della Nel 1966 si trasferisce a Chicago e pubbliche separate per bianchi e neri. A e sua madre una maestra. I King vivono Chiesa battista a Montgomery (Alabama). modifica parte della sua impostazione teatro, le balconate erano altrettanto divise nella Auburn Avenue, soprannominata il Nel periodo ’55-’60, invece, è l’ispiratore e politica: si dichiara contrario alla guerra e così i posti negli autobus pubblici (il caso Paradiso Nero, dove risiedono i borghesi l’organizzatore delle iniziative per il diritto del Vietnam e si astiene dal condannare le di Rosa Parks di cui abbiamo già trattato). del ghetto, gli “eletti della razza inferiore”, di voto ai neri e per la parità nei diritti violenze delle organizzazioni estremiste, La lotta per cambiare queste condizioni e per dirla con un’espressione paradossale civili e sociali, oltre che per l’abolizione, su denunciando le condizioni di miseria guadagnare la parità dei diritti di fronte in voga al tempo. Nel 1948 Martin si un piano più generale, delle forme legali e degrado dei ghetti delle metropoli, alla legge per i cittadini di qualsiasi razza trasferisce a Chester (Pennsylvania) dove di discriminazione ancora attive negli Stati entrando così direttamente in conflitto con è stata la scelta di fondo della breve vita di studia teologia e vince una borsa di studio Uniti. la Casa Bianca. del popolo la Voce storia&ricerca sabato, 6 aprile 2013 7 PILLOLE di Carla Rotta Donne dell’aviazione sovietica della II Guerra mondiale: combatterono i nazifascisti inquadrate nel 587° e nel 588° reggimento da bombardamento notturno

LE STREGHE DELLA NOTTE ell’estate 1942 nessuno degli grado di sfuggire agli aerei e ai piloti eserciti della coalizione tedeschi che difficilmente riuscivano ad «Nnazifascista sapeva ancora abbatterli. che a rispondere alla tempesta di fuoco La guerra si abbatté sulla con una da essi scatenata sulla pianura del Don potenza e una possenza incredibili. Stalin vi fossero anche celebri eroine dell’aria, sottovalutò non solo la minaccia tedesca, studentesse e operaie patite del volo. ma anche i mille avvertimenti – non Nessuno le aveva obbligate a combattere dicerie, congetture e “si dice” ma reali a bordo di un aereo, furono loro stesse avvertimenti, prove di spie e sostenitori a chiederlo” (M. Rossi, Le streghe –, così che 146 divisioni dell’esercito della notte”, ed. Unicopli). “Non ci tedesco, 14 divisioni rumene, reparti capacitiamo del fatto che i piloti sovietici finlandesi, 2mila aerei e 3.350 carri che ci stanno dando i più grossi problemi armati diedero vita all’Operazione siano donne. Non temono nulla, vengono Barbarossa. La Russia viveva una di notte a tormentarci con i loro obsoleti giornata normale e venne scaraventata biplani e non ci fanno chiudere occhio nel caso. Ma nonostante tutto, non fu per molte notti”. La nota del settembre una guerra né facile né veloce. Alla 1942 porta la firma del capitano tedesco risposta dei vertici alle armi, fece seguito Johannes Steinhoff, che per le donne quella della popolazione alla chiamata pilota del 587.esimo e del 588.esimo di Stalin (al suo “rientro”) pochi giorni Reggimento coniò l’epiteto Nachthexen, dopo: “Compagni, Cittadini e sorelle. “Streghe della notte”. Combattenti dell’esercito e della flotta, Il soprannome, a dirla tutta, faceva mi rivolgo a voi, amici miei.” Rispose riferimento soprattutto alle donne tutta la popolazione. Città e campagna. con le ali del 588.esimo Reggimento Uomini e donne. Tutto diventò macchina Bombardamento Notturno, più tardi di guerra. ribattezzato col titolo onorifico di 46.esimo Reggimento Guardie di Taman Donne in armi e con le ali || Lidija LItvyak, Yekaterina Vasylievna Budanova, Maria M. Kuznetsova di Bombardamento Leggero Notturno, Risposero alla chiamata alla difesa della reggimento di combattimento composto patria milioni di donne. Presero le armi, reggimento caccia. In esso militarono prese il comando anche del 587.esimo di sole donne formato su iniziativa di vennero impiegate come infermiere, Ekaterina Budanova e Lidija Litvyak. Gli Stormo bombardieri in picchiata, e condotto dal maggiore dimenticarono i loro sogni, lasciarono i aerei in dotazione erano i Yak-1). composto di bimotori Petljakov PE-2. Evdokija Davidovna Beršanskaja. Le loro impegni. Tra esse Marina Raskova, Fu ai comandi di uno di tali mezzi che Streghe allargarono le ali per le missioni che non ebbe subito un incarico al Strategia volante essa trovò la morte a soli trent’anni. Il 4 di bombardamento e di disturbo dal fronte, ma si unì al Comitato di Difesa La madre delle “Streghe”, Marina gennaio 1943 la pattuglia di tre aerei che 1942 fino alla fine della guerra. Che del popolo e si rese conto che migliaia Raskova, fu anche grande stratega: comandava si schiantò contro le scogliere non avrebbero dato respiro lo si era di donne pilota volevano un incarico alla difesa tedesca di uno uno stormo che costeggiano il Volga, nei pressi di capito fin da subito, e lo dimostra operativo nell’aviazione sovietica. Si di caccia per intercettare gli aerei Saratov. La pattuglia sfidava la bufera il fatto che i piloti della e trattava di donne che avevano avuto sovietici, rispose con il volo radente fino di neve per colare in aiuto alle squadre Steinhoff le bollarono subito con un esperienze di volo in tanti aeroclub. a raggiungere l’obiettivo, il sollevamento aeree a Stalingrado. L’equipaggio epiteto comprensivo di timore e rispetto La Raskova non perse tempo: usò la in quota e la definitiva picchiata sul (nessuno si salvò) venne sepolto in una militare. sua notorietà per arrivare agli alti bersaglio quando il nemico non sarebbe fossa comune, Marina Raskova ebbe Nel momento di massima dimensione, comandi militari dove espose il suo più potuto intervenire. Un’altra tecnica funerali di Stato e poi venne inumata il 588.esimo era composto da 40 piano: formare un reggimento aereo da lei adottata era quella del volo in nel muro del Cremlino. Pochi mesi più equipaggi di due piloti ciascuno. Gli composto da donne. Alla Raskova non pattuglie di tre aerei per gruppo: i due tardi la sua Unità venne ribattezzata equipaggi affrontarono oltre 23.672 si poteva dire di no. Alla sua chiamata più avanzati distoglievano l’attenzione 125.esimo Stormo Cacciabombardieri in missioni e sganciarono circa 3.000 t di risposero migliaia di volontarie e lei dei fari tedeschi, il terzo puntava picchiata “Marina M. Raskova”. bombe. Questa fu l’unità dell’Aviazione ne selezionò personalmente 1.000, l’obiettivo. Ma siccome ogni strategia Ci sembra doveroso citare le altre Sovietica più decorata: ognuno dei piloti raccolte nel 122.esimo Gruppo Aereo necessita dell’elemento sorpresa, che non comandanti del 588.esimo: Evdokija ancora in vita alla fine della guerra che lei stessa comandava. Il gruppo è merce infinita, aveva messo a punto Davidovna Beršanskaja (Comandante di aveva effettuato più di 1.000 missioni, interamente femminile dai meccanici ai anche l’avvicinamento alle postazioni reggimento), Jevgeniya Žigulenko (Eroe ventitré avevano ricevuto la Stella piloti ebbe ad Engels, sul Volga, un ciclo nemiche ad alta quota e il successivo dell’Unione Sovietica - Comandante d’oro di eroe dell’Unione Sovietica. Il di addestramento intensivo. abbassamento (con il motore al minimo di volo), Tatyana Makarova (Eroe reggimento perse trentuno membri in Il 122.esimo Gruppo Aereo, viste le sue per evitare rumori) per sganciare le dell’Unione Sovietica - Comandante di combattimento. dimensioni, venne diviso in tre unità bombe quando nessuno si era nemmeno volo), Nina Ulyanenko (Eroe dell’Unione Era dotato di biplani Polikarpov Po-2 in più piccole: nacque il 587.esimo BAP accorto del pericolo che arrivava dal Sovietica - Navigatrice). Ma ci sono legno e tela. L’aereo originariamente era (Reggimento da bombardamento in cielo. La Raskova e le sue Streghe, altri, tanti nomi: , destinato all’uso per l’addestramento picchiata, il cui velivolo di elezione fu il quindi, con il loro ardimento sopperirono Valentina Grizodubova, Nataša Meklin, e per l’irrigazione dei raccolti. Poteva Petljakov PE-2), il 588.esimo NBAP (588. alle non eccelse caratteristiche degli Ira Sebrova, Evdokija Beršanskaja, portare un massimo di due bombe alla esimo Reggimento da Bombardamento aerei. Galja Burdina, Valerija Chomjakova, volta, quindi si rendevano necessarie Notturno, che aveva base nei pressi di Nel novembre 1942 Marina Raskova Valja Lusicyna, Tamara Pamjatnik, più missioni in una notte. Ci tormentano Stalingrado. Ebbe il battesimo del fuoco prese il comando anche del 587.esimo Jevgenija Rudneva, Aleksandra Akimova con i loro obsoleti biplani... così aveva l’8 giugno 1942, in un raid contro contro Stormo bombardieri in picchiata e Fjodorovna, Dusja Nosal, Rajsa Aronova, scritto Steinhoff, e davvero l’areo era il quartier generale di una divisione dei suoi Petljakov PE-2. Fu proprio ai Magiba Syrtlanova, Aleksandra obsoleto, lento, ma eccezionalmente tedesca. Nella missione, compiuta comandi di un PE-2 che la coraggiosa Makunina Aleksandrovna... e l’elenco di manovrabile. Il loro valore stava però con successo, si ebbe la perdita di un Strega morì, appena trentenne. mentre queste eroiche donne (piloti, navigatrici, anche nei piloti: arditi e motivati, in solo velivolo) e il 586 IAP (586.esimo si Nel novembre 1942 Marina Raskova meccaniche...) si fa lungo. del popolo 8 sabato, 6 aprile 2013 storia&ricerca la Voce INTERVISTA di Marin Rogić

UN GIOVANE E PROMETTENTE ARCHEOLOGO he le varie Comunità degli Italiani una volta, con il filo e la porta. Grazie in Croazia e Slovenia “sfornino” di a questa “impresa”, mio padre mi ha Ccontino giovani di grande talento in premiato portandomi al cinema a vedere il campi diversi, che vanno dalla musica alla film d’avventura “I Goonies”, che all’epoca recitazione, dalla letteratura alla poesia, riscosse un enorme successo tra i ragazzini. è cosa nota e risaputa. Ma che queste Le avventure dei protagonisti mi spinsero a stesse abbiano dato i natali a giovani che, volermi immedesimare nei loro personaggi; attualmente sono alcuni tra i più importanti anche io volevo vivere le loro avventure, archeologi della nuova generazione in scoprire, esplorare, luoghi e ambienti Croazia, beh, questo cosa direi che è meno nuovi, così incominciai ad interessarmi nota ai più. Studiare archeologia in un all’affascinante mondo dell’archeologia. Poi mondo dominato dalle nuove tecnologie dopo le scuole superiori, volevo intraprendere digitali, vivendo in un’epoca che tende a una carriera accademica dove lo studio della dimenticare le scienze umanistiche e il storia sarebbe stata la materia principale, passato, che tende a omologare le diverse anche perché era l’unica materia con la quale culture, che distrugge muri millenari per passavo a pieni voti alle superiori (ride, ndr). fare spazio a facciate che impersonano il E cosi ho preso la strada per Udine, che mi ha modernismo, un modernismo che molto portato a diventare archeologo di professione. spesso è difficile da comprendere, è una scelta troppo spesso azzardata. Quanto durano e come sono strutturati Vi siete mai chiesti i studi per diventare archeologo? che cosa rappresenti Per prima cosa ho l’archeologia oggi e portato a termine gli || Mario Zaccaria davanti all’Arco romano quale è il suo ruolo studi triennali alla nel 2013? Stando Facoltà di Lettere e le popolazioni celtiche, Carni, Giapidi e Histri, Scoprire la città che dorme sotto le pietre alle ultime statistiche Filosofia all’Università prima e, la Praetentura Italiae et Alpium sono sempre meno di Udine, sezione per poi, furono delle risposte escogitate per poter Fiume e l’archeologia.. i giovani che la Conservazione dei tenere sotto controllo le vie di comunicazione, Fiume è una città nella quale l’archeologia intraprendono studi Beni Culturali, curricula che attraverso le Alpi, portavano in Italia. non è mai stata un facile comprimario. I storico-archeologici. Archeologia. Poi ho fatto i Specialmente per controllare quel territorio resti dell’antichità hanno sempre costituito Da questo punto di due anni della specialistica economicamente fondamentale, crocevia della l’ingombrante presenza con la quale fare, vista il connazionale in “Archeologia” e mi cosiddetta „via dell’ambra“ e dei traffici verso per certi versi, i conti. In passato la scoperta Mario Zaccaria sono poi laureato con il Noricco (l’attuale Austria) e oltre. di strutture anche imponenti, nel corso di rappresenta la tesi “Claustra Alpium lavori di pubblica utilità, non è diventato un’eccezione. Iuliarum. Il Limes Cosa hai scoperto sondando il terreno? motivo sufficiente per mutare il progetto Laureato a pieni liburnico tra fonti, Facendo ricognizione ho potuto ben capire iniziale. Quasi mai. La burocrazia tende a voti alla Facoltà di indagini e ricognizione” quanto difficile doveva essere, all’epoca, soffocare tutti i buoni intenti di conservazione Lettere e Filosofia, con la dott. Marina creare un sistema tanto complesso perché del territorio. Da tempo si discute della dipartimento Beni Rubinich. non si tratta solamente di mura ma di tutta creazione di un parco archeologico e della Culturali – curricula Mario Zaccaria, una serie di preparazioni prima, durante e ristrutturazione della basilica paleocristiana Archeologia di Udine, A proposito di questa dopo che dovevano costantemente rifornire vicino alle terme e qualcosa comunque nonostante la giovane premiato dalla tesi. Ha riscosso molto con armi, viveri e uomini un’opera imponente sta cambiando. Secondo la Strategia dello età (29 anni) ha già successo negli ambienti come questa. Un’opera che reca in sé un sviluppo culturale della città di Fiume alle spalle importanti Città per le sue accademici italiani potenziale, che come il Vallo Adriano, il del periodo 2013-2020, il patrimonio successi, a partire dalla della Venezia Giulia, Vallo Antonino, il limes danubiano, che gli archeologico dovrebbe avere un posto di tesi di laurea “Claustra ricerche sul Limes che si sono dimostrati Ungheresi si apprestano a valorizzare insieme spicco. Speriamo bene. La Città Vecchia è Alpium Iuliarum. molto interessati agli Slovacchi, aspetta di essere riconosciuto scomparsa, è inutile chiamarla Città Vecchia, Il Limes liburnico liburnico all’argomento. In da punto di vista culturale, ambientale e quando di ‘vecchio’ è rimasto quasi poco o tra fonti, indagini e Slovenia altrettanto, turistico per il benessere di questa zona di nulla. In nome del progresso si sono abbattuti ricognizione”, con dove sei stato sei mesi frontiera. Con il fine ultimo, magari, di tanti monumenti e case storiche. Adesso la quale ha attirato l’attenzione di molti sul campo. Spiegaci che essere incluso nella lista come Patrimonio siamo arrivati al punto di dovere salvare il esperti del settore, sia nel Bel Paese sia in cosa è il Claustra Alpium Iuliarum? dell’Umanità dell’Unesco. salvabile. Slovenia e Croazia. Si tratta di un sistema di difesa di chiuse tardo-antico che va da Fiume arriva a Bohinj Ricerche sul generale Italo Gariboldi Cosa nasconde il sottosuolo fiumano? Da bambini di solito si vuole fare l’attore, in Slovenia e molto probabilmente prosegue L’Antica Tarsatica “dorme”sotto Fiume! Era il pompiere, la ballerina, il cantante, fino a Cividale del Friuli e finisce a Rattendorf Dove possiamo trovare i resti del Limes? un centro militare di prima classe, ma era il calciatore. Te già da piccolo hai in Austria. Per 150 anni, dall’imperatore Subito vicino al Centro “Kalvarija” (ex clivio anche un emporio Liburnico. Qui ci sarebbero incominciato a dedicarti all’archeologia. Galieno fino a Teodosio il Grande, ha difeso Buonarotti) e su Santa Catarina, ma sono solo, tante e tante cose che potrebbero ‘resuscitare’ Come è nata questa passione? l’accesso al cuore dell’Impero Romano, purtroppo, piccoli frammenti, piccole tracce del però bisognerebbe dirla basta con le parole e Tutto è incominciato a sette anni, quando l’Italia. L’espressione ‘claustra’ indica sia una Limes originale. Una volta era un muro alto e passare ai fatti. stavo perdendo l’ultimo dente da latte. Lo struttura fortificata su un terreno irregolare spesso che si può vedere ancora nelle grafiche di cavai, alla vecchia maniera, come si faceva ideata per respingere il nemico, sia l’intera Johann Weichard Valvasor, che tracciò nel 17 Oltre al Limes, progetti futuri? linea difensiva. I Claustra Alpium Iuliarum, secolo con esattezza tutto il percorso del Limes. Incomincerò a scavare vicino a Bersezio dove in particolare sono un sistema di fortificazioni ci dovrebbero essere i resti di un castelliere e sbarramenti posti a protezione di quelle E il Limes ti ha portato a vincere un premio. dove vivevano i Liburni, antichi navigatori Anno 9 /n. 72 / sabato, 6 aprile 2013 del popolo valli situate tra Slovenia e Croazia (e, in Sì, ho ricevuto un premio in denaro dal e pirati. Poi mi sto attivando per presentare la Voce IN PIÙ Supplementi è a cura di Errol Superina misura minore anche in Italia e in Austria) Dipartimento della Cultura cittadino. in Europa il progetto Claustra Alpium [email protected] in cui correvano le vie di comunicazione più Si tratta di dotazioni finanziarie che mi Iuliarum, in modo da farlo diventare uno Edizione STORIA facili da percorrere per entrare in Italia in agevoleranno nel mio viaggio all’Istituto dei monumenti culturali e storici europei, in Progetto editoriale Silvio Forza caso di sfondamento del limes danubiano, Geografico Militare di Firenze, nel quale via di essere distrutto dalla vegetazione, che Caporedattore responsabile Redattore esecutivo come accadde ad esempio nel 169/170 d.C., mi fermerò per un periodo per studiare necessitano urgente attenzione. Con un’altra Errol Superina Ilaria Rocchi durante le guerre marcomannico-sarmatiche, e trovare informazioni sul generale Italo associazione, “Žmergo” di Abbazia stiamo Impaginazione quando gli invasori hanno tenuto sotto Gariboldi che, nel 1921, doveva constatare collaborando per concorrere al ricevimento Borna Giljević Collaboratori assedio per vari mesi Aquileia e distrussero le frontiere tra lo Stato di Fiume e l’Italia di fondi europei destinati alla cultura e al Italo Dapiran, Kristjan Knez, Emanuela Masseria, Ivan Pavlov, Marin Rogić, Opitergium. I claustra, insieme ai propri e poi tra il Regno di Italia e il Regno Serbo mantenimento del territorio istro-quarnerino, Carla Rotta, Fabio Sfiligoi antecedenti, e cioè le fortificazioni che Croato Sloveno. Voglio vedere quali dei tratti come associazione siamo più agili perché non Foto Rolando Giambelli, Ivor Hreljanović e archivio seguivano l’espansione romana per assicurare esplorati da lui combaciano con le mura ci mettiamo i bastoni tra le ruote con la solita i valichi montani e la città di Aquileia contro tardo-antiche. burocrazia.