Divisione (PARTE 4) Sclerotinia sclerotiorum

Parassita facoltativo Estremamente polifago (oltre 500 ospiti) Non ha forma conidica Fungo omotallico: sclerozi producono (a fine inverno) uno o più apoteci Sclerozi sopravvivono nel terreno per oltre 5 anni Predilige terreni leggeri e ben areati Su piante floricole ed industriali ma soprattutto su ortive (marciume del colletto) (*) Attacchi: Al colletto e su organi carnosi Con basse temperature e UR alta Marciume molle + feltro miceliare bianco fioccoso + sclerozi (neri, 1-2 cm) Le piante avvizziscono e possono spezzarsi nella porzione basale

(*) sindromi analoghe: Sclerotinia minor (sclerozi più piccoli) Botrytis cinerea Rhizoctonia solani (più rara) MARCIUME DEL COLLETTO DELLA LATTUGA (ed altre ortive) Foglie della corona più esterna: appassimento, marcescenza Piante: durante lo sradicamento di rompono all’altezza del colletto Fittone e colletto: imbrunimento di tessuti esterni ed interni Su superficie vegetale: muffa bianca Su fava: disseccamento improvviso e sclerozi nei fusti Anche su finocchio, carota, fagiolo, cavoli, frutti in conservazione Agenti: Sclerotinia sclerotiorum, Botrytis cinerea, Sclerotinia minor

Sclerotinia minor sclerozi più piccoli (2 mm) sclerozi germinano per lo più per micelio sverna nel terreno e sui residui colturali come micelio o sclerozio proporzionalità diretta tra numero di sclerozi presenti e danno osservato (ciò non vale per S. sclerotiorum a causa della germinazione degli sclerozi per apotecio con diffusione di ascospore anche a notevole distanza)

prosoplectenchima o midollo Comportamento da PERTOFITA (enzimi degradativi delle pareti cellulari)

→ più raro ------→ fungo omotallico

Ciclo di S. sclerotiorum LOTTA AI MARCIUMI DEL COLLETTO DELLA LATTUGA E DI ALTRE ORTIVE

Mezzi Agronomici: - lunghi avvicendamenti colturali (poco efficaci per diffusione ascospore) - riduzione UR e N - interramento sclerozi (ostacola sporogenesi) - cv. poco suscettibili - sesti d’impianto ampi - arieggiamento delle serre

Solarizzazione (fino a 40°C per 6 settimane): favorisce lo sviluppo di una microflora termofila antagonista

Controllo Biologico: Coniothyrium minitans riduce vitalità e capacità germinativa degli sclerozi (interrare 2-3 mesi prima della semina o impianto) Trichoderma limita lo sviluppo miceliare solarizzazione LOTTA CHIMICA

- concia dei semi: iprodione (dicarbossimidici) - 20 gg prima del trapianto: irrigazione a pioggia con metam sodium (= vapam) - tra 2 e 40 gg dal trapianto: 4 trattamenti con iprodione (fenexamide o strobilurine + boscalid)

Geodisinfestanti: tolclofos-metile Fumiganti (in coltura protetta): dazomet, metam-Na, metam-K Stromatinia cepivora (sin.: Sclerotium cepivorum) agente del marciume bianco di cipolla ed aglio (specializzato su Allium spp.) non produce apoteci si perpetua solo mediante sclerozi germinazione sclerozi: solo con essudati radicali di aglio o cipolla Sintomi: bulbi con micelio bianco e sclerozi neri piccoli (0.25 mm) → seccume LOTTA:

- riduzione densità di impianto - rotazioni non efficaci (sclerozi vitali nel terreno anche per 20 anni) - agenti di controllo biologico: Trichoderma spp. (anche Bacillus subtilis BACT2, Penicillium nigricans, Coniothyrium minitans, Sporidesmium sclerotiovorum)

Lotta chimica: 2 mesi prima del trapianto: stimolazione germinazione sclerozi con trattamenti al terreno con SOLFURO DI ALLILE (le radici producono molecole trasformate in solfuro di allile da microflora terricola) Al trapianto (ottobre-novembre): impolveramento apparato radicale con iprodione (1 g p.a./100 piantine) In primavera: un trattamento con iprodione Botrytis cinerea (sin.: Botryotinia fuckeliana)

Parassita ubiquitario, polifago (oltre 1000 ospiti erbacei ed arborei!!!), facoltativo Fungo eterotallico (apoteci rari), eterocariotico (fino a 7 nuclei per settore ifale) Facile selezione di ceppi resistenti per elevato numero di spore prodotto diffusa eterocariosi

Conservazione: sclerozio, micelio saprofita nel terreno Sclerozi: grandi (2-3 mm), neri, irregolari (come S. sclerotiorum) Germinazione sclerozi: per micelio, conidiofori o apotecio (raro)

Determina: - su frutti: marciumi molli - su foglie: lesioni necrotiche estese - su piccioli, rametti e fusti erbacei: necrosi con disseccamento delle porzioni distali Produzione di abbondante muffa grigia (conidiofori) con UR sufficiente Svernamento: come sclerozio o micelio nei residui vegetali Germinazione: con acqua libera Penetrazione: - per ferita (frequente, es.: su vite, ferite da tignola, oidio, drosofila) - attiva (talvolta, per virulentazione, vedere oltre) - per stomi (più rara)

Fenomeno della virulentazione (da organi senescenti) residui fiorali o parti morte o deperienti della pianta sono sorgenti di inoculo Es.: attacco al colletto del fagiolo da cotiledoni senescenti

Su vite Infetta acini dopo invaiatura (vedere la motivazione in seguito) PRINCIPALI MALATTIE DA BOTRYTIS

Marciume grigio dell’uva (vedi il seguito) Muffa grigia della fragola (marciume molle con efflorescenza; pacciamatura evita accumulo di inoculo nel terreno) Strozzatura del fusto del pomodoro (da foglie basali senescenti) Marciume dei frutti di pomodoro Marciume dei frutti di pomacee e drupacee (da sepali senescenti; marciume del cuore; marciumi in fase di conservazione) Strozzatura del colletto del fagiolo (da cotiledoni senescenti; damping off) Mal della tela delle ortive (il fungo si sviluppa abbondantemente in presenza di alta UR passando da una pianta all’altra se seminate fittamente; grave su lattuga) Marciume del colletto della lattuga (insieme a Sclerotinia sp.) Marciume dei boccioli di rosa Marciume dei fiori di garofano Marciume del colletto del ciclamino Marciume dei bulbi di liliacee

MARCIUMI DELL’UVA

M. grigio: Botrytis cinerea M. nero: Phyllosticta ampelicida M. bianco: Pilidiella diplodiella M. acido: Hanseniaspora uvarum, Pichia kluyveri, ecc. + Acetobacter spp. Muffa grigia della vite attacca acini dopo invaiatura* (raramente foglie e tralci) Su foglie: macchie color cuoio ripiegamento lamina secca a coppa verso il basso muffa (con alta UR) Su tralci: lesioni brune + muffa Su grappoli: muffa grigia + necrosi su rachide Su acini: marciume molle → passaggio ad acino vicino (facile in grappolo serrato) UR bassa: grappoli disseccano UR alta: grappoli si ricoprono di muffa grigia Grappoli maturi più vulnerabili: alto tenore zuccherino (favorisce germinazione) * fase fenologica della maturazione dei frutti con viraggio di colore dell'epicarpo

Fattori predisponenti: - vitigni con buccia degli acini sottile (microlesioni) - vitigni a grappolo serrato (umidità, microlesioni, difficoltà di distribuzione fungicidi) - portainnesti vigorosi ed eccessivo vigore vegetativo - eccessive concimazioni azotate - forme di allevamento e potatura che favoriscono l’affastellamento e la copertura dei grappoli da parte della vegetazione - irrigazioni eccessive - attacchi di tignola ed oidio La defogliazione dei tralci in corrispondenza dei grappoli riduce drasticamente l’incidenza dei marciumi dell’uva DANNI: Costo della rimonda Minore produzione Deprezzamento uve da tavola Uve da vino: - presenza di enzimi fungini (polifenolossidasi) che causano la casse ossidasica del vino: intorbidimento e precipitato marrone (sostanze tanniche) - mosto con alterata composizione: alterazione dell’aroma del prodotto finito

MARCIUME NOBILE: Con giorni caldi e secchi alternati a notti e mattine umide e nebbiose (in alcune aree di Ungheria, Francia, Germania; soprattutto Valle del Reno e regione di Bordeaux, Francia) Forma larvata in acini esalta traspirazione → naturale disidratazione dell’uva → mosto con maggiore concentrazione zuccherina → vino con grado alcolico maggiore (può passare, per esempio, da 13° a 20°) e particolare bouquet con aromi floreali e fruttati (modificazioni nella composizione in acidi e polifenoli) = vini molto apprezzati (e costosissimi) Ciclo di Botrytis cinerea LOTTA ANTIBOTRITICA (non soltanto su vite)

Moderare fittezza impianto Orientare filari secondo venti dominanti Arieggiare serre Riscaldare serre durante la notte Ridurre irrigazione Non eccedere con N

NOTA: Trattamenti antiperonosporici: - ditiocarbammati: favoriscono vegetazione e quindi Botrytis - rame: sfavoriscono vegetazione e quindi Botrytis PRODOTTI ANTIBOTRITICI

Rameici (azione di contenimento) * Banzammidi: prodotti vari Anilinopirimidine: Pyrimethanil **, Boscalid**, Mepanipyrim *** Idrossianilidi: Fenexamide * Strobilurine: Azoxystrobin *** Dicarbossimidici: Iprodione *

Per la lotta biologica: ceppi registrati di Aureobasidium pullulans Bacillus subtilis Bacillus amyloliquefaciens

* = prodotti di contatto ** = prodotti translaminari *** = prodotti citotropici e/o sistemici Calendario dei trattamenti

Metodo standard o fenologico A - fine fioritura B - imminente chiusura del grappolo (gli acini, accrescendosi, iniziano a toccarsi tra loro) C - invaiatura (fase fenologica con viraggio di colore dell'epicarpo) D - tre settimane prima della raccolta (vendemmia) Metodo misto Da utilizzarsi in presenza di buone pratiche agronomiche atte a sfavorire il patogeno B e C sempre, A e D solo se le condizioni climatiche sono favorevoli a B. cinerea (elevata U.R.)

B = importante perché presenti residui fiorali (rischio di virulentazione) C = importante perché negli acini si verifica variazione di composizione chimica che favorisce il patogeno (vedere oltre)

Metodo climatico (più economico ma più complicato e meno sicuro) Si interviene solo in osservanza della regola dei due 15 (15°C, 15h bagnatura) - termopluvioumettografo di Brazier Per ritardare l’insorgenza di ceppi resistenti si consiglia: - costante monitoraggio dei ceppi resistenti nelle varie aree viticole - lotta razionale alle tignole e all’oidio - uso di antiperonosporici con azione collaterale antibotritica (Azoxystrobin, Rame)

Fioritura-inizio invaiatura: grappoli resistenti per: - presenza di glicoproteina specifica verso la poligalatturonasi del fungo - presenza di stilbeni fungitossici (resveratrolo, viniferina)

Durante invaiatura diminuisce il contenuto di: - acidi - glicoproteina - stilbeni aumenta il contenuto di: - zuccheri QUINDI: condizioni più favorevoli allo sviluppo di Botrytis. Macchie di cioccolato della fava

Agente Botrytis fabae Botrytis cinerea Teleomorfosi assente presente Lesioni più piccole più grandi Lunghezza conidi circa 20 m circa 10 m Sclerozi più piccoli più grandi Diaportales (Cryphonectria, Cytospora)

CANCRO DELLA CORTECCIA DEL CASTAGNO

Primo reperto: 1904, zoo di New York da Oriente (gabbie animali in legno) In 30 anni: distruzione patrimonio castanicolo degli USA (Castanea dentata) Primo reperto italiano 1938, Genova In Campania: 1943 Oggi: in tutta Italia Cryphonectria parasitica (= Endothia parasitica, f.c. Endothiella sp.), eterotallico (produttore di periteci e picnidi) SINTOMI ed EPIDEMIOLOGIA

- Penetrazione per ferita - Su parti legnose (picnidi su frutti) - Rami giovani (fino a 4-5 anni) meno suscettibili (solo colorazione rosso mattone) - Parti meno giovani: stessa colorazione ma con fessurazioni e necrosi dei tessuti corticali (cancro) - Feltro miceliare a ventaglio di colore giallastro - Tra screpolature di tessuti morti, dopo circa 1 mese dall’infezione: - picnidi stromatici concamerati conidi in cirri arancione di anche 10 cm (diffusione a piccola distanza o sulla pianta stessa; diffusione per caduta od ornitofila) - periteci con lungo rostro ascospore proiettate in alto e poi trasportate dal vento (diffusione a grande distanza) - Parte sovrastante: morte - Parte sottostante: produzione di nuovi rami

Patrimonio castanicolo italiano: riduzione del 70% Progressione più lenta che in USA (Castanea sativa meno suscettibile di C. dentata) Anche su alcune Quercus spp. (danni molto meno gravi) Scala di resistenza decrescente: C.mollissima, C. koraiensis, C. crenata, C. sequini, C. pumila, C. ozarkensis, C. henryi, C. sativa (Europa), C. dentata (USA) Incroci con discreta resistenza: (C. mollissima x C. dentata) x C. mollissima (C. mollissima x C. dentata) x (C. mollissima x C. dentata)

Ceppi virulenti = Cancro evolutivo (letale): sintomi descritti

Ceppi ipovirulenti = Cancro involutivo (non letale): reazione di cicatrizzazione (tessuti corticali rigonfi con tessuto suberificato → esclusione di tessuto attaccato con patogeno) Ceppi ipovirulenti (sindrome “involutiva”) rispetto a ceppi virulenti (sindrome “evolutiva”): - inferiore velocità di crescita - minore fitness (capacità competitiva) - colorazione chiara (quasi bianca) (giallastra nei ceppi virulenti) - minore sporulazione - minore produzione di enzimi - mancanza di produzione di ascospore

Determinante dell’ipovirulenza: 5 micovirus (agenti singolarmente) a localizzazione citoplasmatica : Cryphonectria hypovirus 1 CHV1 (prevale in Europa) Cryphonectria hypovirus 2 CHV2 Cryphonectria hypovirus 3 CHV3 Cryphonectria hypovirus 4 CHV4 e Cryphonectria mitovirus 1 CMV1 particelle virali ed ipovirulenza si trasmettono - alla progenie per conidi - ad altri isolati virulenti* per anastomosi ifale

* solo se vegetativamente compatibili (superamento con metodi biotecnologici)

CANCRI IPOVIRULENTI  

Micelio sottocorticale a ventaglio

  ceppo virulento ceppo ipovirulento Resistenza genetica decrescente

Castanea mollissima Castanea koraiensis Asiatiche (*) Castanea crenata Castanea sativa - Europea Castanea dentata - Americana

(*) coevoluzione di patogeno ed ospite LOTTA

- Ibridi resistenti (ottimi per produzione legno): C. mollissima x (C. mollissima x C. dentata) (C. mollissima x C. dentata) x (C. mollissima x C. dentata) - Diffusione di ceppi ipovirulenti vegetativamente compatibili: - inoculazione di 10-20 piante/ha (tubi da spremere in fori poi richiusi con corteccia praticati alla periferia di cancri) - irrorazioni con sospensioni conidiche (USA) - Protezione degli innesti (punto estremamente sensibile in quanto non in grado di produrre velocemente tessuto suberificato) - ossicloruro di rame all’1% disciolto in lanolina - ossicloruro di rame al 4% in cera da innesto liquefatta - sacchetti di carta o plastica con torba* (metodo Turchetti) o con terreno di bosco* (metodo Weidlich) * con Trichoderma viride e/o Bacillus subtilis

LOTTA AGRONOMICA: Potatura è importantissimo eliminare i cancri virulenti ma lasciare i cancri ipovirulenti MAL DELLO STACCO O MORIA DEL NOCCIOLO Cytospora corylicola Soprattutto su piante danneggiate (carie, insetti, concimazioni squilibrate, freddo, asfissia radicale) Penetrazione: per ferite Sintomi: - necrosi su fusti - se è interessata tutta la circonferenza: disseccamento parte distale  eventuale ‘‘stacco’’ - picnidi con ammassi di conidi in sostanza mucillaginosa  Lotta:

- Eliminazione di fusti o rami colpiti - Protezione di grosse ferite - Trattamenti con rameici PEZIZOMYCOTINA Sordariomycetes Diaportales Diaportaceae (Diaporthe, Leucostoma, Phomopsis)

Diaporthe amygdali (sin.: amygdali) penetrazione per ferita SINTOMI Cancro dei rametti del pesco (su rametti di un anno - non letale) imbrunimento (necrosi) perigemmale cancretti rameali con flussi gommosi picnidi concamerati stromatici piccolissimi (0.2-0.5 mm) con cirri biancastri (rosa in Leucostoma) disseccamento porzione distale (seccume foglie) Morbo del pesco (su rami più vecchi - letale) su tronco o branche: aree depresse con cancri da cui: abbondanti flussi gommosi Produzione di fusicoccina (alterazione bilancio idrico e appassimento) Lotta: vedi lotta a Leucostoma  

 Leucostoma persoonii (sin.: Cytospora leucostoma, Cytospora cincta, Leucocytospora cincta, Leucostoma cincta*, Valsa cincta* ) * binomi un tempo riferiti alla teleomorfosi

Penetrazione: ferite Produce il cancro perennante o morbo del pesco (simile a Diaporthe) in regioni settentrionali picnidi concamerati stromatici scuri più grandi di quelli di Diaporthe (1-1,5 mm), disposti su tutto il ramo attaccato e non solo intorno ad una gemma, cirri rosa (biancastri in Diaporthe) Può essere esiziale

A volte sullo stesso ramo si trova sia Diaporthe che Leucostoma - entrambi parassiti da ferita

microscopio elettronico a scansione

conidiofori

picnidi stromatici concamerati Lotta contro Diaporthe amygdali e Leucostoma persoonii Misure profilattiche: - Distruzione di tutte le parti colpite - Protezione tempestiva ferite da potatura e punti d’innesto (colla vinilica + metiltiofanate) - Limitazione di concimazioni azotate - Irrigazioni sottochioma e non soprachioma per non diffondere l’inoculo sulla stessa pianta Lotta chimica in presenza di malattia: 1° trattamento: inizio caduta foglie triazolici o rameici (a dosi ridotte per ridurre la fitotossicità) 2° trattamento: alla caduta del 50-60% delle foglie stessi prodotti 3° trattamento: invernale poltiglia bordolese (1-2%) 4° trattamento: caduta petali propiconazolo o penconazolo prevenzione: solo trattamenti n. 2 e 3 ESCORIOSI DELLA VITE Phomopsis viticola (sin.: Guignardia baccae, Cryptosporella viticola) Trattasi di Escoriosi americana o Necrosi corticale della vite da non confondere con l’Escoriosi europea da Botryosphaeria dothidea (Pezizomycotina, , , ) (teleomorfosi rarissima) penetra per vie naturali o per ferita Sintomatologia su rami: - fessurazione longitudinale degli strati più esterni della zona corticale - margine delle lesioni: colore nero violaceo (le lesioni possono fondersi) - "imbianchimento" invernale dei tralci colpiti, picnidi evidenti

Sintomatologia su foglie: - areole gialle di 1-2 mm con centro necrotico che si allarga con il tempo - piegamento a doccia verso il basso Sintomatologia su grappoli: - no attacco - possibile attacco in prove sperimentali DANNO: aborto delle gemme LOTTA cv. poco sensibili: Cabernet franc, Italia, Merlot, Sylvaner, Tramier, Trebbiano bianco cv. resistenti: Pinot Meunier potatura invernale e distruzione del materiale asportato, poi: trattamento eradicante a pieno riposo EBI (cyproconazolo, difenoconazolo, fenbuconazolo, miclobutanil, penconazolo, propiconazolo, tebuconazolo, tetraconazolo, triadimenol, dimetomorf) Non molto diffuso perché poco efficiente trattamenti primaverili: 1° trattamento all’apertura delle gemme 2° trattamento dopo 7-10 giorni con - ditiocarbammati (mancozeb, propineb) o - zolfi micronizzati o - fosetil-alluminio poi: sufficienti trattamenti antiperonosporici