I Ragazzi Guardano Le Stelle Ping-Pong
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I ragazzi guardano le Stelle Ping-Pong di Enzo Pettinelli con la consulenza di Nicola Falappa Senigallia, Giugno 2011 I ragazzi guardano le Stelle Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore. 3 Enzo Pettinelli Presentazione Presentare una nuova fatica letteraria di Enzo Pettinelli è per me sempre un grande onore, sia dal punto di vista personale che istituzionale. Il nuovo lavoro, dal titolo “I ragazzi guardano le stelle”, che avrà diffusione esclusivamente per via informatica, coniuga perfettamente due aspetti fondamentali del tennistavolo che Enzo Pettinelli, dall’alto della sua esperienza, ben conosce. Il coniugare infatti il grande mondo dei campioni, che hanno timbrato con la loro presenza e le loro prestazioni indimenticabili, le più importanti manifestazioni mondiali, con il mondo dei ragazzi che nel tennistavolo vedono anche un modo per giocare, divertirsi e sognare, mi sembra veramente una mirabile intuizione che certamente sarà da tutti apprezzata. Il lavoro di Enzo, con cui l’autore vuole anche celebrare a suo modo il 150° dell’Unità d’Italia, si colloca come importante progetto culturale, all’interno della rafforzata collaborazione in atto tra la nostra federazione, il TT Senigallia ed il Centro Federale della città marchigiana. Passione ed emozioni da una parte, tecnologia ed innovazione dell’altra sono le componenti fondamentali di un’idea cui auguro tutto il successo che merita anche nell’interesse del nostro amore comune per il tennistavolo. Franco Sciannimanico Presidente Fitet 4 I ragazzi guardano le Stelle Note dell’autore Non è solo ping-pong o tennistavolo. È un’avventura vissuta dai bambini, attraverso il loro modo d’essere. L’amore, la crudeltà, la storia dei grandi campioni di tutto il mondo, stimola la loro creatività. Il racconto è scritto con lo stile del romanzo. La storia è realmente accaduta. Sogni, realtà, obbiettivi, morale, ricerca di se stessi, sono gli ingredienti. L’avventura è vissuta in uno spazio senza tempo. 5 Enzo Pettinelli Se pensate che per migliorare, bisogna sempre giocare con i più bravi, il più bravo della vostra società come ha fatto a diventare più bravo di voi? 1961 - In Cina giocano 200 milioni di persone In un paese italiano, bagnato dal mare Adriatico, una decina di bambini giocano a ping-pong con racchette un po’ malandate. La società è ancora giovane come anche i suoi dirigenti e tecnici. C’è solo un tavolo. Tutto il pomeriggio, bimbi bagnati di sudore, parlano, urlano e si sfidano. All’improvviso dall’ingresso entra un loro compagno. Eccitato grida: “E’ un cinese, Chuang Tse-Tung è il nuovo campione del mondo!”. Si interrompe la partita. Tutti gli vanno incontro. Vogliono conoscere come gioca, chi ha battuto in finale. Alcuni dicono che non 6 I ragazzi guardano le Stelle abbia mai perso un set, altri sostengono che in Cina giocano più di 200 milioni di persone. E tutti sanno che, in Cina, il ping-pong è come da noi il calcio. Poi riprendono le sfide. Uno gioca impugnando a penna, pensando che l’impugnatura nasconda qualche segreto. Prova ed inventa qualche tiro. I ragazzi che attendono il loro turno di gioco continuano a discutere: “La Cina ha una popolazione di un miliardo di persone! Mao-Tse-Tung, capo del governo, gioca tutti i giorni a ping- pong! A scuola si gioca sempre a ping-pong. Se uno gioca bene viene promosso!”. Gli amici: “Allora, andiamo tutti in Cina!”. Intanto il piccolo club trova i soldi per poter partecipare a qualche torneo nazionale. Due giovani promesse si mettono subito in evidenza e vengono convocati dalla nazionale per partecipare ad una gara internazionale. Nel gruppo è subito sorpresa e festa. 7 Enzo Pettinelli CHUANG TSE-TUNG (Zhuang Zedong) Il Genio Pechino: Chuang vince il suo primo titolo mondiale Chuang Tse-Tung, il più grande talento di tutti i tempi. Inizia a giocare a ping-pong sui marciapiedi. Disegna un rettangolo e, con dei mattoni, costruisce la rete. Chuang, quando usciva di casa, aveva sempre una pallina in tasca. Questo lo faceva sentire felice. Con gli amici frequentava un parco dove c'erano decine di tavoli all'aria aperta. Con l'arrivo dell'inverno invece si trasferivano nella casa del popolo. Qui per la prima volta ha giocato con avversari più grandi di lui. Loro gli hanno dato i primi consigli e con loro ha fatto i primi allenamenti. In tutta la Cina, nelle case del popolo del partito comunista, ci sono tavoli da ping-pong. E' il partito che l'ha voluto. A 13 anni vince il primo torneo importante. Entra nella scuola di stato di tennistavolo. E' insofferente nel fare schemi ripetitivi. Quando l'allenatore si allontana, fa partite con i compagni. Il vincitore viene chiamato, fino alla prossima sfida, "grande fratello". L'allenatore si accorge ma lo lascia fare. Alla fine della partita l'allenatore gli chiede di ripetere quel bel tiro che aveva fatto. Chuang ci riprova, ma non ci riesce. L'allenatore coglie l'occasione per spiegargli a cosa servono gli allenamenti. Gli spiega anche il socialismo e l'importanza di rappresentare il suo paese nel mondo, attraverso i sacrifici. Un bambino un po’ pazzo Chuang non trascura la scuola. A casa ripete i gesti di gioco davanti allo specchio; la madre affettuosamente dice che ha un bimbo un po' matto anche perché parla da solo mentre si corregge. Durante una visita in palestra di un famoso allenatore Chuang vede eseguire dei servizi con lancio di pallina molto alto. Questo lo 8 I ragazzi guardano le Stelle colpisce molto. Gli viene regalata una racchetta il giorno prima di una gara. La prova sulla mano mentre è a letto e ci si addormenta. Il giorno dopo vince il torneo. E' molto felice che il partito e lo Stato abbiano tanta cura dei giovani. Un giorno arriva agli allenamenti bagnato fradicio per la gran pioggia. E' presente solo lui. L'allenatore allora, commosso, lo asciuga. Per Chuang è un grande giorno, può giocare con il suo allenatore. A Pechino, nel '58, disputa il primo incontro amichevole contro l'Ungheria, e vince. Il passaporto Arriva il giorno del passaporto. Si apre la porta della grande muraglia. Prima trasferta, Oxford. Lo colpisce il traffico di auto. I bus a due piani, i negozi. I cagnolini portati al guinzaglio. Le persone vestono tutte diverse. Le donne con collane, braccialetti, anelli e così curate da dare l'impressione di non avere mai lavorato. Ha stretto centinaia di mani, tutte morbide, senza calli. Trova le persone cordiali e gentili. Il luoghi sono lussuosi e abbaglianti. Chuang sa che da qualche parte qualcuno lavorava per loro. Gioca nella terra dell'imperialismo. Chuang è emozionato, sente una grande responsabilità. Prima gara lontano dalla patria Perde il primo set. Nel secondo sta perdendo per 15 a 2. Si ferma un attimo. Sente una voce che gli nasce da dentro e che gli dice: anche se tu non vuoi vincere, il tuo paese lo vuole. Si sente subito bene, non ha più paura. Porta il punteggio sul 19 pari, poi con due schiacciate vince 21 a 19. Vince anche alla bella. Questa vittoria colpisce molto gli avversari e riempie di orgoglio la delegazione cinese. La preparazione cinese prevede anche un torneo in Scandinavia, 1959. Chuang vince ancora. 9 Enzo Pettinelli Preparazione ai mondiali La Cina si allena per i Mondiali che si terranno a Pechino nel '61. Corrono voci che in Giappone c'è un giovane molto forte, Hasegawa, che in seguito verrà chiamato "leone selvaggio". I tecnici cinesi sono preoccupati. Sanno che Hasegawa ha battuto gli ungheresi e gli jugoslavi con il "looping", un colpo che i cinesi non conoscono. Decidono di mandare degli osservatori in Giappone per studiarlo e capire. Al ritorno, i tecnici decidono di far giocare alcuni allenatori cinesi nello stesso modo di Hasegawa. Chuang e il resto della nazionale completano così la preparazione. Pechino: campionati del mondo Chuang è emozionatissimo. Non può fallire. Sa che milioni di cinesi, in diretta radio, seguono l'avvenimento minuto per minuto. Ci sono Tv e giornali da tutto il mondo. I cinesi temono anche il giapponese Ogimura, chiamato "il cervello", campione del mondo del ’54 e '56. E' dato per favorito. Chuang incontra il "leone selvaggio". Perde il primo set e nel secondo è 0 a 7. Concede troppo tempo all'avversario, che ha un gioco potente ma con movimenti lunghi. Chuang sa che deve anticipare. Anticipa, serve veloce e attacca. Hasegawa è sorpreso. Chuang mette a frutto quello che aveva preparato negli allenamenti. Vince. Anche Ogimura cederà le armi. Chuang arriva primo e i cinesi occuperanno i primi quattro posti. I 5 mila spettatori acclamano Chuang. Lui, composto, saluta il pubblico. Sa di aver fatto il suo dovere. E' modesto. Secondo gli insegnamenti di Mao, non si esalta quando vince e non si abbatte quando perde. E' considerato il genio del tennistavolo. Quando ritorna dalle gare, nella sua città, la prima visita la fa sempre al suo primo vecchio maestro di tennistavolo. E non dimentica di portargli un piccolo dono. Vincerà 3 titoli nel singolo, 3 a squadre e 1 nel doppio maschile. 10 I ragazzi guardano le Stelle Dal 1961 al 1966 è numero uno della classifica mondiale. La grande carriera si interrompe. La Cina si isola dal mondo. Si chiude dentro la grande muraglia e dà inizio alla rivoluzione culturale. Ritornerà nel '71 a Nagoya dove i cinesi inviteranno una delegazione con giocatori americani. Questa operazione verrà definita dalla stampa mondiale come la diplomazia del ping-pong. La Cina otterrà alla fine il riconoscimento all'ONU al posto di Formosa, oggi Taiwan. Chuang, in seguito, diventerà ministro dello sport. Durante la rivoluzione culturale Chuang viene accusato di appartenere alla "gang dei quattro", gruppo politico anti - maoista.