Ignazio Marino Medico Chirurgo, Senatore Pd
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[ATTUALITÀ] L’INTERVISTA DI VITTORIO ZINCONE IGNAZIO MARINO MEDICO CHIRURGO, SENATORE PD «TROPPI POLITICI PIÙ REALISTI DEL RE. DOVE IL RE È IL VATICANO. DISSENTO DALLE PAROLE DEL PONTEFICE IN MATERIA DI MEDICINA E BIOETICA. LE TESI DELL’ON. BINETTI? SE APPROVATE FAREBBERO DISASTRI» embrano mani normalissime. Eppure quelle che ho «Sì. Una legge simile metterà i medici di fronte a un bi- di fronte sono mani che hanno effettuato più di set- vio: o infrangere la legge o infrangere il codice deonto- tecento trapianti (700!), hanno salvato settecento logico, che obbliga a rispettare le indicazioni date dal pa- vite, hanno fatto felici settecento famiglie. L’intervista ziente. Molti di quelli del Pdl, seppur in buona fede, a comincia quando smetto di fissarle. volte sembrano più realisti del re». Il senatore/chirurgo del Pd, Ignazio Marino, mi accoglie Il re sarebbe il Vaticano? nella casa della madre, a Roma, in un «In Vaticano ci sono voci molto diverse salotto tutto velluti verdi e mobili an- HA EFFETTUATO 700 tra loro». tichi. TRAPIANTI. E DICE: Lei che cosa propone? Si considera un apolide, ha vissuto più «ABUSARE DELLE «Io non voglio una legge per staccare di quindici anni negli Stati Uniti e, RISORSE MEDICHE la spina. Piuttosto vorrei una norma avendo la doppia cittadinanza, ha po- PER TENERE IN VITA per cui la volontà del paziente e della tuto votare Obama. UN PAZIENTE DIVENTA sua famiglia venissero rispettate. E Cattolico di rito scoutistico, non teme IDOLATRIA DELLA fosse rispettato l’articolo 32 della Co- di dissentire dalle parole dell’attuale stituzione: quello per cui non si pos- TECNICA E RINUNCIA Pontefice in materia di medicina e di sono somministrare cure a chi non le ALLA CARITÀ bioetica. E tantomeno di stroncare le vuole. Tra l’altro una legge simile idee sul testamento biologico della sua CRISTIANA» metterebbe dei paletti allo status quo collega di partito, la teodem Paola Binetti: «La propo- deregolato». sta dell’onorevole Binetti, che piace anche al sottose- In che senso? gretario del Pdl Eugenia Roccella, se approvata cause- «Dalle audizioni tenute in Senato con gli operatori ri- rebbe disastri». sulta che mentre parliamo, da qualche parte, in una sa- Perché? la rianimazione, c’è qualcuno che sta decidendo se pro- «Perché, per esempio, impone la nutrizione e l’idrata- seguire una terapia o no, in scienza e coscienza, ma sen- zione, che in certi casi sono veri e propri trattamenti me- za consultare nessuno. Da cattolico, le dirò di più...». dici, anche sui pazienti in stato vegetativo». Mi dica. Lei è contrario? «Abusare delle risorse mediche per tenere in vita un pa- 80 | MAGAZINE FOTO DI GERALD BRUNEAU G PER CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE Ignazio Marino è nato a Genova nel 1955 e a quattordici anni si è trasferito a Roma, dove ha studiato medicina all’Università Cattolica MAGAZINE | 81 ziente diventa idolatria della tecnica e rinuncia alla carità Ha letto le parole di Papa Ratzinger sui trapianti? So- cristiana». stiene che bisogna essere cauti nel dichiarare la mor- Lei si è mai trovato di fronte a un paziente che rifiu- te di un paziente. tava un trattamento? «Non mi sento di commentare il Santo Padre. Ma in- «Certo. Anche casi estremi: un giovane testimone di somma... Wojtyla nel 2000 intervenne al congresso mon- Geova a cui dovevo trapiantare il fegato rifiutò l’intervento diale dei trapiantologi proprio per ribadire che, con un en- perché serviva una trasfusione, vietata dalla sua religione. cefalogramma piatto, donare gli organi è un atto di ge- Mi disse che preferiva morire piuttosto che essere danna- nerosità». to in eterno. Be’, è morto». Lei opera ancora? DOVEVO TRAPIANTARE IL FEGATO A UN GIOVANE testimone di Geova. Rifiutò perché serviva una trasfusione, vietata dalla sua religione. ()Mi disse che preferiva morire piuttosto che essere dannato in eterno. Be’, è morto» 82 | MAGAZINE [ATTUALITÀ] L’INTERVISTA famiglia». Perché? «Era il ’69. Ed erano più i giorni in cui si occupava che quel- li in cui si studiava». Paolo Gentiloni, suo collega del Pd, era uno dei leader del Movimento studentesco. «Non lo ricordo. Non facevo politica. E per farmi studia- re i miei genitori mi misero in un liceo privato: dai Fratelli delle Scuole cristiane». Università? «Alla Cattolica di Roma. Al quarto anno misi i miei pri- mi punti a un paziente. Ricordo anche la prima volta che presi in mano il bisturi: solo lì ti rendi conto che un erro- re di un millimetro può essere fatale». Quando si trasferì negli Stati Uniti? «Prima andai a Cambridge, l’unico posto in Europa dove si trapiantava il fegato. Alla corte di Sir Roy Calne». Un super barone dell’Università inglese? «Il contrario. Da lui ho imparato che rispondere a tutti, an- che all’ultimo degli studenti, è un dovere civile. Duran- te la pausa di un’operazione, mentre ero in bagno, Sir Roy mi raggiunse per propormi di andare a Pittsburgh: la mec- ca dei trapiantologi». Come fu l’impatto? «Drammatico. Thomas Starzl, la leggenda, il primo ad aver mai trapiantato un fegato, uno che alza il telefono e parla con il presidente degli Usa, mi portò in sala operatoria già il primo giorno». E come andò? Ignazio Marino «Ruppi il filo di una cucitura. Una figuraccia. Ma ebbi mo- fotografato nel chiostro do di rifarmi e Starzl mi fece capire che mi apprezzava: del Senato, dove quando dovetti rientrare a Roma perché era finita l’a- è stato eletto nelle spettativa con la Cattolica, fece di tutto per tenermi a Pitt- liste del Partito democratico sburgh». Cioè? «Prima mi scrisse: “Non andrai da nessuna parte se con- tinui con questo moto browniano”». «Sì, il lunedì, a Negrar, vicino a Verona, in un ospedale pub- Moto…? blico classificato». «Browniano: quando le particelle di materia si muovono Quando ha capito che avrebbe voluto fare il medico? a vuoto sprecando energia. Poi mi pianificò la carriera scien- «A diciassette anni già sapevo che avrei voluto trapianta- tifica per una decina di anni, facendo anche proposte eco- re fegati». nomiche importanti». A diciassette anni? Accettò per quello? «Leggevo qualsiasi articolo sui progressi della scienza e del- «No. Perché l’attività clinica e la ricerca a Pittsburgh non la medicina: era il periodo del primo trapianto di cuore, del avevano limiti. Lì il limite era il cielo, anche per i giova- primo allunaggio...». ni ricercatori: se presentavamo un progetto interessante, Aveva già una manualità prodigiosa? venivamo seguiti. Ho cercato di importare il modello». «Facevo modellini: aeroplani, galeoni». In Italia? Studi? «Sì. In questi giorni, grazie a un comma che ho inserito in «Prima a Genova, dove sono nato. Poi a Roma». Finanziaria l’anno scorso, 32 ragazzi sotto i 40 anni rice- Dove? veranno un assegno da 500.000 euro per un progetto di ri- «Al Tasso. Quella scuola fu uno shock per me e per la mia cerca. Hanno partecipato al concorso in 1.720 e la selezione MAGAZINE | 83 [ATTUALITÀ] L’INTERVISTA «Per venirmi a salvare. Li chiamai e mi sentii dire: “Hi doc, we got the guns ready”». Quando decise di tornare in Italia? «Quando mi dissero che c’era un progetto per realizza- re un centro trapianti in una zona del Paese dove non esi- steva». L’Ismett di Palermo. «Esatto. Essendo stato scout per molti anni, avevo un le- game fortissimo con il cardinale Pappalardo, palermi- tano, che era stato mio assistente spirituale. In Sicilia ab- biamo effettuato il primo trapianto su un paziente sie- ropositivo». Ci furono molte polemiche. «L’allora ministro Sirchia, disse che ci sarebbero stati ri- sultati catastrofici». Invece? «Il ragazzo operato sta bene». Come e perché approdò in politica? è stata a livelli altissimi. In Italia è una novità, altrove «Me lo proposero nell’estate del 2005, Giuliano Ama- è una cosa comune». to e Massimo D’Alema, con cui collaboravo alla Fon- A Pittsburgh... dazione Italianieuropei». IMAGO «Poco più che trentenne, Starzl mi mise a capo del pro- Il rapporto tra la politica e la medicina in Italia e ne- getto per il primo trapianto da un babbuino a un esse- gli Usa... re umano». «Negli Usa la politica è al servizio della medicina e tu A cena col Trapianto che lei ha effettuato? non ci entri mai in contatto». «Sì. La prima volta il 28 giugno 1992. Dopo qualche an- In Italia? nemico no andai a capo dell’unico centro trapianti del governo «I cervelli più brillanti devono perdere tempo ed ener- «Paola Binetti». americano». gia per raccogliere appoggi politici. Se no non vanno Ma è una collega Com’è avere sotto i ferri la vita di un essere umano? avanti. E poi l’Italia è piena di baroni che stanno nel pub- del Pd! «Mi è capitato più volte «Difficile. Io programmo ogni possibile imprevisto blico, ma operano soprattutto nel privato». di cenare con lei. con la mia équipe, ma quando arrivo al momento di mas- Non va bene? Non penso che si sima tensione, per un secondo penso sempre: “Ma chi me «Detto tra noi: io li allontanerei, per fare posto a chi nel riconosca davvero lo ha fatto fare?”. Lo stress è assurdo. Perdo un chilo e pubblico ci vuole lavorare per davvero». nelle idee del Pd: ma la stimo, mezzo a operazione. Ma poi...». Detto ciò, il sistema sanitario Usa non è in ottima sa- perché crede Poi? lute. fino in fondo «Annunciare la riuscita dell’intervento ai parenti è «Ci sono 50 milioni di persone senza assistenza. O in quel che dice» un’emozione impagabile». cambia il sistema o si rischia la rivoluzione. È una del- La gratitudine... le sfide principali di Obama».