PDF (L'altra Pedagogia Di Rosmini)
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CORSO DI DOTTORATO IN “CULTURE D’EUROPA. AMBIENTE, SPAZI, STORIE, ARTI, IDEE” Curriculum: Discipline Filosofiche Ciclo XXXI Coordinatore: prof. Diego E. Angelucci L’altra pedagogia di Rosmini Dilemmi, occultamenti, traduzioni Dottorando: Paolo Bonafede Settore scientifico-disciplinare M-PED/02 Relatore: Prof. Paolo Marangon Anno accademico 2017/2018 2 Indice INTRODUZIONE 7 1. UN PRINCIPIO ERMENEUTICO PER LEGGERE ROSMINI 43 1.1 Ritorno al futuro 43 Per una rivalutazione della pedagogia rosminiana 43 1.2 Del metodo 45 Tra riflessioni rosminiane e istanze pedagogiche 45 1.3 Esplorazioni storiche 60 Navigando tra le correnti filosofiche della pedagogia (1945-1960) 60 1.4 Indagini epistemologiche 84 Alla ricerca di uno statuto disciplinare (1960-1985) 84 1. 5 Uno statuto problematico 105 Il “documento Granese Bertin” 105 1.6 Teoresi e pedagogia 113 La voragine teoretica nella riflessione pedagogica 113 1.7 Questioni terminologiche 118 Tra pedagogia, filosofia dell’educazione, axiologia ed epistemologia 118 1.8 Prospettive di filosofia dell’educazione 130 1.8.1 Metacritica ed ermeneutica: Cambi e Gennari 130 1.8.2 Fondamenti e orizzonti: fenomenologia e personalismo 144 1.9 Eklektekos e krasis nel rigore dell’interpretazione 158 1.9.1 Un principio d’indagine per la filosofia dell’educazione 158 1.9.2 Il carattere interpretante dell’umano: orientamenti filosofici a sostegno di principi metodologici 164 2. ANTROPOLOGIA E ANIMALITÀ 177 2.1 Alle radici dell’essere umano 177 Ricognizioni introduttive sull’antropologia rosminiana 177 2.2 L’animale nell’umano 206 Questioni di metodo, fonti e definizioni 206 2.3 L’animale nell’umano, come passio e actio 243 L’estensione interna, l’immaginazione e la forza unitiva 243 2.4 Animalità, umanità ed educazione 263 Implicazioni pedagogiche dei risultati antropologici 263 3 3. NODI PEDAGOGICI IRRISOLTI 275 3.1 Educazione religiosa o religione educativa? 275 Sulla pedagogia “classica” di Rosmini 275 3.2 Nuove frontiere pedagogiche 305 Dall’educazione religiosa alla “metodica”: indagini sull’unità 305 3.3 Convergenze e dissonanze 316 Sui rapporti tra animalità umana ed infanzia 316 3.4 Trasformazioni prospettiche 331 Sviluppo infantile e origine del linguaggio 331 3.5 La generazione dell’ io 367 Nel groviglio di coscienze mai sorte 367 3.6 Il silenzio di Rosmini 399 Ipotesi di occultamento 399 4. FRAMMENTI DI CONTEMPORANEITÀ 409 4.1 Dalla tradizione alla traduzione 409 Di nuove interpretazioni del Rosmini 409 4.2 Attualizzazione remota 420 Analogie e convergenze con Piaget e Vygotskji 420 4.3 Ritornare alla persona 437 Operazioni preliminari al di là di Rosmini 437 4.4 Oltre il personalismo pedagogico 441 Per un recupero della persona in Rosmini 441 4.5 L’orizzonte teleologico 463 La questione aperta dell’unità 463 CONCLUSIONE 487 Percorso effettuato e valori raggiunti 487 Bibliografia 499 Bibliografia primaria 499 Bibliografia secondaria 503 Sitografia 524 4 A Maria Giulia, Enrico e Andrea, “cuori pulsanti” del mio lavoro. 5 6 Introduzione Nella prospettiva di Antonio Rosmini la tematica educativa costituisce una ‘parte del tutto’, all’interno di quel progetto rinnovatore di un’Enciclopedia delle scienze, di matrice cattolica, che intende cogliere il carattere al contempo unitario e totalizzante dell’Essere1. All’interno di tale sistema, il quid pedagogico volto a definire il legame tra la “filosofia della pedagogia”2 - così come viene definita dal Francesco Paoli - e le altre discipline, si può ritrovare nel fatto che tutte le forme di sapere hanno per fine ultimo il perfezionamento della persona umana. L’orizzonte del perfezionamento (mai pienamente concluso e compibile)3 ha come motore e direttrici del processo quei precetti di carità evangelica che rappresentano l’apice di un percorso di crescita complesso e variegato - sensibile e spirituale, intellettivo e morale - che coinvolge nella totalità la persona, rivolta a cercare la verità e conseguentemente ad agire per il bene. All’interno di questa conformazione del sistema rosminiano, il discorso educativo e la pedagogia in generale è spesso stata oggetto di studi, considerati ‘minori’, all’interno del panorama di ricerche e della complessa evoluzione storiografica degli studi rosminiani. Eppure, nonostante la pedagogia appaia come un ambito collaterale dell’edificio enciclopedico del Rosmini, si può affermare senza dubbio che in realtà la prospettiva pedagogica, nella specificità della teoria dell’educazione, assuma per l’Autore un ruolo centrale, subordinando a sé tutte le altre discipline; ciò avviene perché, quando la teoria si trasla nell’orizzonte pienamente 1 Per ragioni di economia, il riferimento completo ai volumi del Rosmini si trova solamente nella bibliografia finale. In ogni caso si fa riferimento, se pubblicate, alle opere raccolte nell’edizione critica nazionale di Città Nuova, specificando il numero del volume nel caso di opere suddivise in più libri. Si è inoltre deciso per ragioni stilistiche di non effettuare abbreviazioni, ma di riportare il titolo delle opere rosminiane nella loro interezza, e di riferirsi alle pagine piuttosto che ai numeri in cui sono suddivisi i testi rosminiani. 2 F. Paoli, Agli Educatori Italiani, in A. Rosmini, Scritti Pedagogici, Edizioni Sodalitas, Stresa, 2009. p. 6. 3 Su questo, come si vedrà nel proseguo dell’introduzione, la mia interpretazione si discosta dalla prospettiva di Lino Prenna, esposta in Dall’essere all’uomo. Antropologia dell’educazione nel pensiero rosminiano, Città Nuova, Roma, 1979. Si vedano in particolare le critiche ai sistemi definiti perfettisti, all’interno dei testi che compongono la Filosofia della Politica, con cui l’Autore mette in guardia dai rischi di progetti politici utopici, che ricercando la perfezione dell’uomo e della società non intravedono i rischi congeniti alle forme di assolutizzazione presenti nei medesimi sistemi. 7 significativo dall’esistenza, la prospettiva educativa e formativa di crescita umana viene ad includere in sé tutta la filosofia. A tal proposito Rosmini stesso scrive: Se il fine della filosofia è di trovar quiete e riposo alla curiosità della mente, il suo frutto, più prezioso ancora, è di assicurar l’animo umano della possibilità, che egli giunga al compimento di tutti i suoi desideri, di togliergli, intorno a ciò, ogni incertezza, di additargli quella sicura via, per la quale egli giunga alla cima a cui tende. La qual via lo conduce a Dio, a cui il consumato filosofo si dà ad ammaestrare come discepolo, e a perfezionare come creatura. Tale è il fine della filosofia, tale il suo frutto. Ma se invece di considerare la scienza, si vuoi considerare la scuola della filosofia, ella in tal caso diventa la vera pedagogia dello spirito umano: della mente, che conduce alla scienza più compiuta, e dell’animo, ai cui affetti svela innanzi il più compiuto bene4. La filosofia è rosminianamente ‘pedagogia dello spirito umano’: per questo motivo non vi può essere un’educazione efficace se ad essa non corrisponde un contemporaneo miglioramento dell’uomo, che s’incarna in una progressiva e insistente ricerca della massima adesione dell’umano con la verità e con il bene. Una verità e un bene che, pur fondati sull’Altissimo e dunque anche teleologicamente direzionati, già ai tempi del Rosmini si caratterizzano a mio avviso per complessità e poliedricità, a volte anche inconsapevole. Proprio questa problematicità della pedagogia rosminiana è probabilmente il carattere che può permettere un confronto all’interno delle coordinate ermeneutiche di base nel panorama culturale contemporaneo5. 4 A. Rosmini, Sistema filosofico, in Introduzione alla Filosofia, vol. 2, ECN, Città Nuova, Roma, 1979, p. 302. 5 Se dovessimo sinteticamente connotare il presente, a partire dalla riflessione filosofica sull'oggi, ossia dalla lettura che del presente offre la ragione postmoderna, troveremmo essenzialmente due caratteristiche distinte ma complementari: il presente è la stagione del frammento e della molteplicità dei punti di vista, della differenza, come principio fondamentale che guida l'agire nell'epoca della complessità e della tolleranza come categoria guida del vivere sociale nel rispetto delle diversità; il presente è la stagione del dopo, del postmoderno, l'epoca che viene dopo, innanzitutto il moderno, ma anche dopo il nichilismo, oltre le ideologie e i miti che hanno caratterizzato a lungo il pensiero dell'Occidente, generando spesso totalitarismi e violenze. C. Sparaco, Postmoderno fra frammentarietà e urgenza etica, in «Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia», Università Roma Tor Vergata, anno 5, 2003. «La differenza è una delle parole d'ordine della cultura postmoderna, soprattutto in campo filosofico e politico. Se esiti del moderno sono l'omologazione dell'esperienza, la comprensione unitaria della realtà in base a un principio fondativo, e, in ambito politico, l'idea di uguaglianza, il postmoderno insiste invece sulla diversificazione, sulla molteplicità, facendone i baluardi contro i rischi della pianificazione e dell'omologazione sociale». G. Chiurazzi, Il postmoderno, Mondadori, Milano 2002, p. 12. Sulla questione del post si vedano: T. Maldonado, Il futuro della modernità, prima ed. 8 Un pensiero maturo, quello educativo rosminiano, che fa da “apripista” per la pedagogia cattolica italiana. Come sostiene Hervé A. Cavallera, anche se «le tesi rosminiane conoscono, come è noto, non poche tribolazioni all’interno della cattolicità […] il pensiero pedagogico di Rosmini svolge un ruolo rilevante su G.A. Rayneri, G.A. Sciolla, T. Pendola, M. Tarditi,