la Vocedel popolo

la Vocedel popolo spettacoli LA CHITARRA, www.edit.hr/lavoce Anno 3 • n. 16 UN’AMICA martedì, 25 aprile 2017 PER LA VITA

IL PERSONAGGIO CINEMA BLOCKBUSTER

Quest’anno ricorre il centenario della «La vendetta di un uomo tranquillo», «Logan: Wolverine», di James Mangold, nascita di Ella Fitzgerald e Lena Horne il film di Raúl Arévalo è l’apice dello spin-off Un ritratto delle due dive dell’universo musicale Il giovane regista spagnolo esordisce con un film L’ultimo film della saga che racconta le vicende di uno afroamericano la cui arte continua ad affascinare che consegue subito un grande successo a livello nazionale dei più interessanti protagonisti della serie e ad ispirare 4|5 e internazionale. 6|7 cinematografica «X-Men» 8 del popolo 2 martedì, 25 aprile 2017 spettacoli la Voce INTERVISTA di Ivana Precetti a COLLOQUIO CON VLATKO STEFANOVSKI, REDUCE DA UNO SPLENDIDO CONCERTO AL POGON KULTURE DI FIUME «LA CHITARRA È LA MIA OSSESSIONE» lpersonaggio che abbiamo avuto la al terzo anno di ginnasio. Non avrei mai band tutta mia, in cui potessi dare libero verso la fine degli anni Settanta e su cui si fortuna di intervistare in questi giorni è detto, e dove poi sognato, che questa sarebbe sfogo alla mia espressione artistica e basa l’omonimo film del 2016 diretto da Iindubbiamente uno dei migliori chitarristi diventata poi la mia professione, la mia vita, sentirmi libero. Erano gli inizi del 1976: Danilo e Rade Šerbedžija, per il quale ho al mondo e, come tutti i grandi personaggi, anche se devo ammettere che le basi c’erano c’è voluto poco per imparare il mestiere, composto la colonna sonora”. pecca di umiltà senza volere a tutti i costi tutte. Provengo da una famiglia di artisti; i crescere, farci le ossa. Non c’eravamo imporsi. Vlatko Stefanovski è proprio così, miei si occupavano di teatro e tutto intorno a neppure accorti che già avevamo un nostro In una recente intervista ha dichiarato che un artista tutto d’un pezzo, che vive l’arte e me... odorava di arte: era un mondo piuttosto pubblico che ci seguiva”. in quanto a chitarra, è perennemente alla per l’arte, in modo semplice, senza stressarsi interessante e io ascoltavo continuamente, ricerca di un nuovo suono. Che cosa ha troppo. Un musicista versatile e prolifico, che assorbivo tutto, m’impregnavo di Il passo dall’anonimato al successo è voluto dire? È riuscito a trovarlo? Quanto in oltre 40 anni di carriera ha accumulato quest’atmosfera, inconsapevolmente”. stato piuttosto breve. Con i è cambiato negli anni il suo modo di un’eredità musicale ricchissima, prima con ha trascorso poco più di un decennio, suonare? il leggendario gruppo macedone “Leb i sol”, Si è fatto conoscere al grande pubblico pubblicando complessivamente 13 “Sono proprio tornato da Belgrado, dove di cui è stato chitarrista dalla formazione nel con i Leb i sol. Come e quando ha album, in pratica uno all’anno. Una ho tenuto un fantastico concerto con la Big 1978 alla rottura avvenuta nel 1991, e poi conosciuto gli altri membri del gruppo? produzione niente male. L’ispirazione band dell’Armata slovena. Dunque, con una in qualità di solista. Recentemente ha tenuto Eravate molto giovani quando avete dunque era forte. Come funzionavano le classica Big band orchestra. Recentemente uno splendido concerto al Pogon kulture iniziato a suonare insieme. Può cose tra di voi? Sono sempre state rose e ho suonato con le orchestre sinfoniche di di Fiume, occasione in cui abbiamo voluto descriverci questo percorso? Quanto fiori? Londra, Lipsia, Montecarlo e Vienna. Mi incontrarlo. La prima domanda è stata quasi l’ha segnata come musicista e com’è “Come in tutti i esibisco spesso anche da solo su chitarra di rito. stato il decennio trascorso con questa rapporti, ci sono acustica o elettroacustica. La mia ricerca di leggendaria band? stati alti e bassi, nuovi contenuti, forme e suoni è infinita... Come e quando è scoppiata questa grande “I Leb i sol sono partiti nel più classico cambiamenti Mi piace offrire sempre qualcosa di nuovo e passione per la chitarra? Era tredicenne dei modi, come band locale, direi personali, fresco al pubblico, ma anche a me stesso”. quando l’ha scoperta e non se n’è più ginnasiale. Quasi tutti frequentavamo crisi separato. Ci racconti un po’. Com’era da la stessa scuola e io personalmente finanziarie, Quale significato ha per lei la chitarra? bambino, ragazzo? avevo già avuto qualche esperienza dubbi, “È allo stesso tempo il mio attrezzo, il mio “Come tutti i giovani della mia generazione, musicale con i Breg, un gruppo cose braccio lungo, la mia consolazione, il mio giocavo a pallacanestro, mi occupavo di di musicisti un po’ più grandi di normali hobby, la mia professione e la mia ossessione. fotografia, passavo da un hobby all’altro, me. A un certo punto ho voluto Mi ha dato modo di vedere e imparare tante ascoltavo musica; insomma, crescevo in una formare una cose, con lei ho fatto il giro del mondo ed è tranquilla – ha esordito –. Ho lei la mia salvezza da questo mondo spesso scoperto la chitarra per caso, tra le crudele...”. mura domestiche e l’ho amata da subito. A piano a piano, Su quale genere musicale è cresciuto? Che imparando a suonarla, la all’interno di un cosa ascolta attualmente? mia passione per questo gruppo con un “Mi sono formato con il rock anni Sessanta strumento è diventata lungo percorso. e Settanta, la fusion e il jazz. Mi ritrovo incontenibile: sentivo Qualche cosetta buona spesso ad ascoltare i dischi dei miei amici. A questo forte però l’abbiamo fatta. casa mia sentirete però più di tutto musica desiderio di Credo che i nostri primi classica. L’heavy metal non è esattamente formare una tre album, e gli ultimi tre, un genere da soggiorno... La mia collezione band ed è abbiano lasciato una traccia musicale è comunque molto variegata”. successo importante sulla scena musicale dell’ex Jugoslavia. Il disco ‘Kao Ha un chitarrista idolo? kakao’ ha salvato la band da “Era Allan Holdsworth, recentemente una crisi profonda che durava scomparso. Una perdita enorme. Era il mio da anni, ed è stato un eroe in assoluto, il mio guru, l’ho seguito grandissimo successo a fine per tutta la vita. Un musicista che con la anni Ottanta”. chitarra è andato oltre, raggiungendo quel suono particolare, quell’espressione originale I Leb i sol si sono come mai nessuno fino ad ora. La pensano sciolti con la caduta allo stesso modo gran parte dei miei colleghi della Jugoslavia: della Guitar community”. come mai? È stata una decisione Nel corso della sua carriera ha collaborato difficile? Che cosa con alcuni chitarristi di fama mondiale. ha significato per lei Che cosa le hanno trasmesso? Ha qualche e quanto c’è voluto preferenza? per intraprendere la “Ogni artista è una storia a sé e ciascuno di carriera da solista? questi chitarristi ha qualcosa di particolare, “Non è stato facile. di speciale. Per me è stato un grande piacere Quando suoni in una suonare con Jan Akkerman, ma anche con band è come vivere in Tommy Emmanuel, Stochel Rosenberg, e una specie di comfort ovviamente con il mio amico e collaboratore zone perché condividi di lunga data Miroslav Tadić. Tutti loro con gli altri membri la sono maestri del proprio responsabilità, ma anche strumento e del il successo. Quando proprio mestiere.

invece intraprendi E da ognuno di loro strade diverse, diventi solista, ho imparato qualcosa e la responsabilità è esclusivamente viceversa”. tua, e questo cambiamento a volte può risultare davvero stressante. Sì, Su che cosa sta lavorando attualmente? devo ammettere, quando abbiamo Quali sono i suoi piani a breve e a lungo deciso di scioglierci, ero un po’ sotto termine? shock, innanzitutto perché non avevo “In questo momento sto accumulando idea di che cosa avessi voluto fare, di nuove idee, creando nuovi file. Quando come proseguire. La voglia di suonare e di arriverò a un certo punto e verrà a mancarmi creare era però troppo forte, volevo tentare l’ispirazione, inizierò a realizzare un nuovo la strada solista, raggiungere una certa progetto. Se sarà di stampo cantautoriale, libertà artistica. Così, nel 1994 incisi l’album acustico-ambientale, dipenderà dalle affinità Cowboys & Indians”. del momento, e ovviamente dalle condizioni che sarò in grado di creare. In realtà, faccio Lei compone anche musica per film e gran parte delle mie cose senza un piano o teatro. Quando e come è iniziato questo un’ambizione precisi”. percorso? “Esatto, lavoro spesso anche per altri Che cosa pensa dell’odierna scena musicale? media come il film, il teatro, il balletto, le Sia a livello locale che globale? Quanto, pubblicità. Una delle rappresentazioni secondo lei, è influenzata dalla tecnologia? teatrali più significative per me è Lei, personalmente, ci va a pari passo? senz’altro Oslobođenje Skopja (La “Non posso dire di essere stracontento con liberazione di Skopje), messa in scena quello che il mercato offre oggi. In gran del popolo la Voce cinema martedì, 25 aprile 2017 3 a COLLOQUIO CON VLATKO STEFANOVSKI, REDUCE DA UNO SPLENDIDO CONCERTO AL POGON KULTURE DI FIUME Colonne sonore 1) Šmeker (di Zoran Amar, 1985) 2) Za sreću je potrebno troje (di Rajko Grlić, 1986) 3) Zaboravljeni (di Darko Bajić, 1989) 4) Klopka (di Suada Kapić, 1990) 5) Početni udarac (di Darko Bajić, 1991) 6) Suicide guide (di Erbil Altanaj, 1996) 7) Nebo gori modro (di Jure Pervanje, 1996) 8) Gipsy magic (di Stole Popov, 1997) «LA CHITARRA È LA MIA OSSESSIONE» 9) 3 summer days (di Mirjana Vukomanović, 1997) parte abbiamo a che fare con una certa 10) Journey to the sun (di Yesim Ustaoglu 1998) mediocrità. Molti musicisti tendono a 11) Skyhook (di Ljubiša Samardžić, 2000) perdersi per strada nel desiderio di piacere 12) Serafin – svjetioničarev sin (di Vicko Ruić, 2002) a tutti i costi al pubblico. Bisogna invece credere in sé stessi e nella propria arte, in quello che si vuole raccontare. In quanto a tecnologia, sto tentando di andarci a braccetto e di non insistere tanto sui Album con i «Leb i sol» metodi old school. È utile e bello sfruttarla 1) Leb i sol (1978) perché facilita le cose, ma non bisogna 2) Leb i sol 2 (1978) diventarne schiavi”. 3) Ručni rad (1979) 4) Beskonačno (1980) Che cosa consiglierebbe alle giovani 5) Sledovanje (1981) band, ai musicisti che appena si stanno 6) Akustična trauma (1982) formando? 7) Kalabalak (1983) “Di essere tenaci, di credere in sé stessi, 8) Tangenta (1984) allenarsi e imparare sempre cose nuove. Di 9) Zvučni zid (1985) non accontentarsi facilmente, bensì tendere 10) Kao kakao (1987) alla ricerca di soluzioni originali”. 11) Putujemo (1989) 12) Live in New York (1991) Ha due figli. Sono anch’essi portati per 13) Anthology (1995) la musica? “Ascoltano la musica e hanno un orecchio perfetto. Mio figlio Jan suona molto bene la batteria mentre a mia figlia Ana questa dote consente di parlare correttamente 4 Film d’animazione o 5 lingue. Si è anche trasferita a Padova 1) Cirkus (Darko Marković – 1979) per un dottorato in lingua e letteratura 2) Vjetar (Goce Vaskov – 1990) italiana”. Vlatko Stefanovski ha mai sognato la carriera internazionale? “Non posso lamentarmi perché credo Musiche per balletto di averla già... Se il suo riferimento è 1) Zodiac (di Bodan Arsovski – 1989) ai Rolling Stones o a qualcuno del loro 2) Vakuum (1996) calibro, la mia risposta è no, non ho 3) Dabova šuma (1998) mai avuto aspirazioni simili. Un grande successo è anche un grande stress. Bisogna resistere e saperlo gestire”. Ha mai collaborato con musicisti Album solistici italiani? 1) Zodiac (ft. Bodan Arsovski – 1990) “Ho avuto modo di suonare con Simone 2) Cowboys & Indians (1994) Zanchini, un fisarmonicista fenomenale. 3) Sarajevo (1996) Verso la fine degli anni Ottanta, con i Leb i 4) Gypsy Magic (1997) sol sono stato a Bologna, mentre nel 2005 5) Krushevo (ft. Miroslav Tadić – 1998) ho tenuto due concerti a Roma nell’ambito 6) V. S. Trio (1998) di uno scambio culturale; qualche anno 7) Live in Belgrade (ft. Miroslav Tadić – 2000) fa ho partecipato inoltre al Festival della 8) Journey to the Sun (2000) chitarra di Trieste, organizzato da Marco 9) Kino Kultura (2001) Ferri. In quanto al Bel Paese, sono anche 10) Kula od karti (2003) l’endorser di un’azienda italiana che vende 11) Treta majka (ft. Miroslav Tadić – 2004) altoparlanti e con la quale ho un ottimo 12) Thunder From The Blue Sky (ft. Jan Akkerman) rapporto. Il suo creatore e titolare è Marco de Virgillis, uomo dalle idee e visioni molto chiare che produce i migliori altoparlanti al mondo...”. Arrivato a questo punto della sua vita, ha una sua particolare filosofia? Un suo motto? “Cerco di vivere nel presente, di non cadere nel nostalgico e soprattutto di non avere ambizioni esagerate. La mia filosofia di vita è qui e adesso”. Se non fosse stato musicista, che cosa le sarebbe piaciuto diventare da grande? “Non mi crederà, ma mi sarebbe piaciuto diventare camionista e col mio tir attraversare il Canada, l’America... Mi sembra in qualche modo una cosa eccitante...”. Che cosa fa quando non lavora? Come si rilassa? “Sto con la mia famiglia, con i miei figli, con mia moglie, giro per casa, ogni tanto riparo qualcosetta, mi occupo del giardino. Cose semplici, ordinarie, che mi rilassano dalle situazioni stressanti”. Ha un sogno nel cassetto o l’ha già raggiunto? “Io vivo il mio sogno... Dio mi ha regalato un po’ di talento e sufficiente volontà per curarlo. Sono fortunati coloro che possono vivere di musica”. Che cosa fa di lei un uomo felice? “Non credo che la felicità sia uno stato d’animo costante, bensì un’emozione che provi per un millisecondo e in cui tutto ti sembra perfetto... ma dura poco. Nella vita bisogna comunque tendere alla felicità ed essere grati per quei pochi attimi in cui arriva”. del popolodel popolo 4 martedì, 25 aprile 2017 lala V Voceoce

uest’anno ricorre il centenario di non siano mai venute meno, lo dimostrano nascita di due tra le più importanti le esibizioni televisive accanto alle star della Qpersonalità femminili dell’universo pop moderna, come Andy Williams, Karen musicale afroamericano: Ella Fitzgerald Carpenter, Tom Jones, Stevie Wonder e via (Newport, 25 aprile 1917 - Beverly Hills, 15 elencando. giugno 1996) e Lena Horne (Brooklyn, 30 (Mi permetto di segnalare, su youtube, uno giugno 1917 - Manhattan, 9 maggio 2010). spettacolare “incontro” a tre: Ella-Sarah Importanti, non solo sotto il profilo, diciamo Vaughan-Pearl Bailey)... così, “qualitativo”, ma anche in quanto Inutile aggiungere che, comunque, “La “apripista” nei rispettivi campi per quel che prima Signora del Jazz” predilige cantare concerne la fuoriuscita dal ghetto in cui sola (Satchmo a parte) avendo alle spalle erano relegate le artiste del proprio mondo le band di Ellington o di Basie o, a fianco, il “razziale”. pianista Oscar Peterson o il chitarrista Joe A emergere per prima è la Fitzgerald. Pass. Ma meravigliosi sono i pezzi in cui ad Orfana in giovane età, tra un orfanotrofio accompagnarla è il trio del contrabassista Ray e l’altro dove viene smistata di volta in Brown, con cui è stata sposata alcuni anni. volta, ha la fortuna di incocciare in persone che la convincono a sfruttare le, seppur Un apparato vocale singolare (ovviamente) in nuce, qualità vocali, Va da sé che questo “sdarsi” – la produzione suggerendole di gettarsi nella mischia delle della Fitzgerald ammonta a centinaia di tante manifestazioni canore destinate ai dischi, tra cui una ventina di album dal dilettanti. A una di queste, poco più che vivo – ha dato anche esiti assai lontani quindicenne, nel 1934 all’Apollo Theater dalla sua altezza, va però anche detto di New York, viene notata dal batterista e che almeno un elemento non manca mai, bandleader Chick Webb, che in quattro e neanche nelle interpretazioni più banali, quattr’otto la ingaggia. Fatto curioso: nove ossia la gradevolezza. Ella, a parte quando anni più tardi, sempre all’Apollo, un’altra si esibisce nello “scat”, che è sempre un ragazzina, la diciannovenne Sarah Vaughan, momento musicale in cui predomina sarà addocchiata dal più famoso cantante l’autocompiacimento (“sentite quanto sono afroamericano del momento, Billy Eckstine, bravo/a nel fare strumento della voce, e il quale la segnalerà al proprio caporchestra, che senso del ritmo ho!”), non perde mai in Earl “Fatha” Hines; messa alla prova, viene calore, in “verità” interpretativa. Ma lasciamo presa immediatamente sia come seconda la parola a Luciano Federighi che in materia vocalist della band che come secondo di jazz cantato è una Autorità. E concludiamo pianista. con lui. Chick Webb, pur disponendo di una buona || Lena Horne orchestra, non ha però il seguito di quelle di Hines, Cab Calloway, Count Basie o Duke Ellington; tuttavia gode di un meritato prestigio anche presso la critica specializzata IL PERSONAGGIO “bianca” (faccio notare che negli anni Trenta i soli “Duca” al Cotton Club di New York e “Fatha” al Terrance di proprietà di Al Capone, a Chicago, si esibiscono nei rispettivi ballroom per una platea composta quasi esclusivamente da bianchi). Inoltre, il Savoy – dove Webb suona – si trova a Harlem, nel cuore della cittadella “negra”. «Connie Boswell color seppia» Ebbene, tornando a Ella – è il 1936 - una sera tra il pubblico c’è pure un giornalista musicale ARTISTE APRIPISTA della rivista “Stage”, il quale definisce RICORRE QUEST’ANNO la Fitzgerald una “Connie Boswell color seppia”. Connie è la battistrada del canto jazz IL CENTENARIO DI DUE TRA femminile bianco, prima di lei il nulla. Dopo... imitatrici a go go. Compresa la Nostra. Eh sì, LE PIÙ IMPORTANTI PERSONALITÀ perché pure lei, la Fitzgerald, alle spalle non ha interpreti afroamericane di jazz e pop - che FEMMINILI DELL’UNIVERSO noi definiamo “leggera” - ma solo blues e gospel e ovviamente canzoni del repertorio MUSICALE AFROAMERICANO: dei musical (Billie Holiday, che emergerà da lì a poco è ancora lontana dall’affrontare il cosiddetto “american songbook”). ELLA FITZGERALD E LENA HORNE Siamo nel 1936, dicevo, e la neanche ventenne Ella Jane Fitzgerald diventa la Numero Uno tra le cantanti “coloured”. A calda, flessuosa, si differenzia dalle colleghe per decretarlo, per un triennio, sarà l’annuale un modo di cantare assai personale, “elettrico”, referendum indetto da “Down Beat”. La scrive Federighi, e recitato, che passa dal grintoso fama oramai sarà tale che quando tre anni al dolce con rara semplicità. Piace al sassofonista dopo Chick Webb muore prematuramente, Charlie Barnet, tra i primi bandleader a far posto gli orchestrali le affidano la direzione a musicisti di colore, peraltro non famosi; ed è lui musicale della band, o quanto meno la che la lancia. Nei due anni, quanti lavoreranno dicitura: “Ella Fitzgerald and Her Famous insieme, Lena affina la propria personalità Orchestra”. E nei due anni successivi, sarà la artistica fino al punto che c’è chi la accosta alla prestigosa “Metronome” a sceglierla come già notissima Ella Fitzgerald, avendo, le due, un migliore vocalist femminile. (Inciso: fino repertorio abbastanza simile, con la differenza alla scomparsa, tutte le maggiori riviste che il jazzismo horniano viene addolcito jazz vedranno al primo posto, spesso in (“bianchizzato”, se vogliamo) ad uso e consumo alternanza, Ella e Sarah, con rare intrusioni di una platea meno esigente, ovvero più portata altre). al ballo e allo svago. || Lena Horne nel 1955 La carriera di solista La tappa a Hollywood Ma nel 1942, forte del più ampio consenso La Fitzgerald dispone di un “apparato vocale libertario, che la porterà a frequentare Paul I gusti di questa platea sono anche i gusti della e circondata dalla stima e dall’affetto – singolare - l’estensione rasenta le tre ottave, Robeson e Martin Luther King, ereditati Hollywood del periodo, ed ecco Lena Horne ancorché interessato, certo, ma da entrambi benché in alto supplisca con un falsetto, tanto più che per via genetica, per testimonianza chiamata nientemeno che dalla MGM. Siamo i soggetti – di tutto il mondo musicale che sapientemente impiegato da apparire naturale diretta, dal nonno materno, sempre in prima nel 1942. Il film è Panama Hattie. Il ruolo è di conta, Ella affronta la carriera di solista. in tutta la sua argentea, virginea grazia – un fila nella lotta per i diritti civili, tant’è che cantante; esegue una sola canzone, “Just One of Non c’è compositore che non le voglia apparato singolare, dicevo, e un modo di in giovane età si batté contro la schiavitù Those Things” di Cole Porter, ma è sufficiente. affidare i pezzi migliori: da Berlin a Porter, utilizzarlo che è elegantemente strumentale: (ufficialmente debellata) nella Cuba e nel Piace immediatamente. L’anno dopo Lena è da Ellington agli eredi di George Gershwin, muovendosi con un timing persino irritante Portorico di fine secolo. presente in due produzioni, questa volta i ruoli tanto per fare i nomi più altisonanti. E con nella sua palpitante puntualità, a volte Non sa bene cosa farà “da grande” la sono più consistenti. Si tratta dei primi due film, essi, a sua disposizione si mettono pure i tenendo implicito lo swing, e poi entrando brukliniana Lena. Sa che vuole entrare nello targati Hollywood, con cast “all afroamericans”. più bravi arrangiatori, primo fra tutti “quel” e uscendo dalle note con facilità, semplicità, showbiz, sicché, sedicenne, riesce a farsi Mai successo prima, se non ovviamente nei “race Nelson Riddle che nei Sessanta prenderà per anche nelle più sorprendenti evoluzioni”. scritturare come danzatrice (“girl”) al Cotton movies”, che si mettessero in cantiere pellicole mano un Frank Sinatra in fase discendente Club. Forse non sarà una ballerina provetta, con soli interpreti neri. Naturalmente, sono per riportarlo, con orchestrazioni ad hoc, in Lena Horne ma è bella, graziosa ed è di carnagione chiara. film musicali (le colonne sonore e quasi tutte le vetta alla storia del canto pop e in alcune A differenza di Ella, Lena Horne ha La sua non è una “partenza a razzo”. Ci canzoni di entrambi sono di Harold Arlen). indovinate interpretazioni jazz. Infine, e un’infanzia e una giovinezza felici, perlomeno mette un po’ a ingranare, perché è dispersiva: Stormy Weather lo dirige Andrew L.Stone, mentre sarà così fino quasi agli ultimi anni della sul versante socio-economico; su quello dispone di tanti talenti, che però non sa Cabin in the Sky (Due cuori in cielo) porta la sessantennale carriera, anche i colleghi-star salutare, meno, patendo di una forma – che come gestire né dove indirizzare. Ma il firma del debuttante Vincente Minnelli e di Busby chiederanno ed otterranno di esibirsi insieme per sua fortuna non degenererà – di sclerosi Cotton è un luogo (ballroom con mille posti Berkeley. a lei, talché tra show televisivi, concerti e multipla. Figlia della media borghesia a sedere, scena centrale; vi si esibiscono Nel primo, Lena, pur non essendone la incisioni discografiche, Ella duetterà con Louis afroamericana, di origini afro-europee, ma in pianta stabile per periodi relativamente protagonista, per il resto della sua carriera verrà Armstrong e Bing Crosby, Frank Sinatra e anche amerinde (“native american”), ha nel lunghi orchestre di tutto rispetto, più a ricordata come “La interprete” della canzone Nat King Cole, Perry Como e Tony Bennett, nonno materno una sorta di guida spirituale, lungo delle altre, quella di Duke Ellington) del titolo, e ciò nonostante che a far conoscere il Dean Martin e Dina Shore, Mel Tormé e Ray per cui la passione per il mondo dello frequentatissimo da gente di Broadway e pezzo fosse stata Ethel Weters. Charles, Judy Garland e Sammy Davis Junior; spettacolo (danza, teatro, cinema, canto) si del cinema. È comunque il canto che la fa Ricopre, invece, il ruolo principale nel secondo, anche con la italo-tedesca Caterina Valente. E accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni avvicinare all’ambiente cinematografico. in cui compare pure Louis Armstrong. che la classe, intesa come bravura e la fama con un forte senso di appartenenza e spirito Dotata di un fascino magnetico e di una voce Nonostante il successo personale, o forse proprio del popolo spettacolila Voce martedì, 25 aprile 2017 5

– certo, obbligata, ma indispensabile in “montagna” in anni e anni di lavoro aveva guerra, avendo un nemico in comune –, partorito men che un topolino... di perdurante razzismo. Lena Horne si fa portatrice del crescente disappunto tra gli Gli appuntamenti televisivi ufficiali e i militari afroamericani verso gli alti Ed ecco, dunque, Lena Horne ospite dei comandi. E questo non può che nuocerle. più importanti appuntamenti televisivi: il Lo si vedrà soprattutto a guerra conclusa. Perry Como’s Kraft Music Hall, i The Ed Avverrà per lei, e non solo per lei. Il veterano Sullivan Show, The Dean Martin Show, The di “colore” è un veterano di serie B. Insomma, Judy Garland Show, The Andy Williams negli USA si torna all’antico, alle barriere. Con Show e via dicendo. (Ovviamente, è di casa la differenza che i suddetti veterani in Europa a quello di Nat King Cole: a proposito del hanno conosciuto un altro mondo, un mondo quale tutt’oggi si sostiene sia stato uno dei dove il razzismo non è propriamente di casa o più belli, ma dopo un anno e mezzo dovette quanto meno non è istituzionalizzato. chiudere, perché non si trovava l’ombra di E che in America lo sia, Lena Horne lo proverà uno sponsor, mentre al cantante arrivavano sulla propria pelle in maniera durissima, in continuazione lettere minatorie). quando non solo sarà costretta a sposarsi in Torna, Lena, altresì nei grandi palcoscenici Francia, a causa del divieto in quasi tutti gli musicali e accanto alle star quali Sinatra e stati USA, di contrarre matrimonio tra un Bennett ed Engelbert Humperdinck, Dean bianco e una nera. Lo sposo è il musicista di Martin e Judy Garland, ecc. Non si contano origine israelitica “Lennie” Hayton (due Oscar, i “meet” con Sammy Davis Junior e Harry per altrettante colonne sonore, uno dei quali Belafonte e John Mathis. Nei Settanta, dopo ottenuto proprio nel periodo in cui vivevano quasi trent’anni, quando cantava nella sua insieme); ma per tre anni la coppia terrà orchestra, va in scena con Billy Eckstine. segreta la propria unione. Paradossalmente (la Ma la grande rivincita morale arriva nel follia del razzismo!?) per non inficiare la sua 1981, a 65 anni, dopo una preparazione di carriera... durata mesi, debutta con lo spettacolo Forte degli insegnamenti del nonno materno, “Lena Horne: The Lady and Her Music”, Lena si getta anima e corpo nella battaglia con l’orchestra diretta da Linda Twine, al per i diritti civili e il riscatto pieno degli Nederlander Theatre di Broadway, che apre afroamericani, impegnandosi in prima i battenti il 12 maggio e fa calare il sipario persona nelle associazioni libertarie, dopo 333 repliche consecutive, con pienoni stringendo ulteriormente amicizia con da stadio. Lo spettacolo – da cui Quincy il più esposto esponente di queste lotte, Jones trarrà un album - verrà portato in l’attore e cantante Paul Robeson (col quale tournée in numerose città statunitensi, || Lena Horne nel 1961 di Sandro Damiani ARTISTE APRIPISTA RICORRE QUEST’ANNO IL CENTENARIO DI DUE TRA LE PIÙ IMPORTANTI PERSONALITÀ CHE ESCONO DAL GHETTO FEMMINILI DELL’UNIVERSO MUSICALE AFROAMERICANO: ELLA FITZGERALD E LENA HORNE IN CUI ERANO RELEGATE

|| Ella Fitzgerald

per questo, l’ascesa di Lena Horne subisce uno certo peso, tra cui La parata delle stelle, Ritmi di nel 1941 si era esibita al prestigioso Café in Canada, a Londra e a Stoccolma. Sono “stop”. C’è da dire che gli USA sono in guerra Broadway, Due ragazze e un marinaio, Ziegfeld Society), sospettato dal nascente Comitato due ore di dialogo col pubblico, ricordi, e che quasi tutti gli artisti di Hollywood sono Follies. per le Attività Antiamericane presieduto incazzature, manciate di ironia, torti subiti, impegnati, in America e ovunque, in spettacoli dal senatore McCarthy, di filocomunismo. falsità vissute, ma sempre con il fare di chi di beneficenza per le forze militari, e la Horne Crescente disappunto per il clima di razzismo Un’amicizia che le costerà ulteriori chiusure. sa di essere sempre stato dalla parte della non è da meno. Di conseguenza, la produzione Ma c’è un secondo motivo, relativo al suddetto Definitiva, quella con Hollywood, idem per ragione; e naturalmente canto e danza. Sera cinematografica è calata paurosamente. In “stop” nei suoi riguardi, per quel che attiene quanto concerne l’accesso a Broadway, alla dopo sera i quasi millecinquecento spettatori compenso, le si aprono le porte della radiofonia e l’attività cinematografica (non è rara l’assenza radio e in televisione. a recita vanno in delirio... viene ingaggiata in una serie di trasmissioni assai hollywoodiana di afroamericani che “disturbano”, La reentrèe avviene in pratica all’indomani Oggi, Ella e Lena avrebbero cent’anni. Lo so, seguite, dal titolo “Suspense”, accanto a Orson mentre al contrario conservano spazi per dello sbaraccamento del Comitato, imposto è quasi impossibile, sebbene c’è chi ci arriva. Welles, Joseph Cotten, Henry Fonda, Humphrey esibizioni dal vivo). Agendo anche e soprattutto dal governo una volta passata l’isteria E allora, perché non sognare ciò che (a meno Bogart, Judy Garland, Marlene Dietrich, Cary tra i militari afroamericani, Lena scopre il diverso anticomunista, ma prim’ancora a seguito che non ce lo abbiano nascosto) tanto ci Grant. Lena viene altresì contrattualizzata, tra il trattamento a cui sono sottoposti questi ultimi, della figuraccia che gli Stati Uniti andavano piacerebbe: una serie di duetti, dirette dalla 1943 e il 1945, per partecipare a musical di un come pure al clima, nonostante la commilitanza facendo di fronte al mondo, tanto più che la band messa in piedi ad hoc da Quincy Jones? del popolo 6 martedì, 25 aprile 2017 spettacoli la Voce di Fabio Sfiligoi CINEMA Il regista Senza violenze spettacolari

Il film di Arévalo segna la rinascita del genere thriller in Spagna che può essere d’esempio e ispirazione in tutta Europa perché si attiene rigorosamente ai codici internazionali del genere, ma imbeve la narrazione di un’identità locale forte e chiara. Nelle promozioni con la stampa il giovane regista ha detto di “non aver voluto far nulla di originale, perché esistono già mille ottimi film di vendetta, ma voleva esprimere un punto di vista. La violenza fa parte dell’essere umano, per questo c’è qualcosa che ci attrae nel cinema di vendetta. Come spettatore mi piacciono i film nello stile di Tarantino, quelli che mi fanno sfogare l’adrenalina che non sfogo nella vita di tutti i giorni, ma per il mio film non volevo una violenza spettacolare, la volevo brutta e cruda come nella realtà, come vediamo nei film di Audiard, di Dardenne o di Matteo Garrone”. || Antonio de la Torre in una scena del film nel ruolo di José

aúl Arévalo ha 38 anni: inizia a lavorare come attore nel 2002, QUEL THRILLER grazie alla serie TV Companeros. SubitoR prestato al grande schermo, diventa CHE NON T’ASPETTI: uno dei volti più noti del cinema spagnolo e viene diretto da registi come Almodovar 92 MINUTI INTENSI (nel film Gli amanti passeggeri) e Alberto Rodríguez (La isla minima). La vendetta NELL’OPERA D’ESORDIO di un uomo tranquillo rappresenta il suo esordio come regista e co-sceneggiatore. DA REGISTA FIRMATA Anche l’altro sceneggiatore, David Pulido, è al suo esordio. E come succede di rado DALLO SPAGNOLO nel cinema, fa subito centro e raccoglie QUANDO UN UOMO SI PERDE un grande successo a livello nazionale RAÚL ARÉVALO. e internazionale con La vendetta di un uomo tranquillo: quel thriller che non UN UOMO, UNA DONNA t’aspetti, made in Espana, che tutto ci ha proposto come cinematografia - commedie, E L’ALTRO: UN DRAMMA psicodrammi -, ma ora c’è questo, che apre un nuovo capitolo di eccelsa qualità, come CHE È IMPOSSIBILE lo dimostrano i quattro Premi Goya vinti NELLA FORESTA DELLA VENDETTA (su 11 candidature): miglior film, regista DIMENTICARE esordiente, attore non protagonista e sceneggiatura originale. Nel 2016, alla Mostra del cinema di Venezia - sezione Orizzonti, standing ovation e sette minuti di applausi, nonchè premio a Ruth Dìaz come migliore attrice non protagonista. In breve: Curro (Luis Callejo) è l’unico di una banda di quattro criminali che viene arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana (Ruth Díaz) e il loro figlio sono in attesa che lui esca di prigione. José (Antonio de la Torre) è un uomo chiuso e solitario, che non sembra trovare il suo posto nel mondo. Una mattina d’inverno si reca nel bar gestito da Ana e da suo fratello e da quel giorno la sua vita si intreccia con quella degli altri frequentatori abituali del bar, che lo accolgono come uno di loro. In particolar modo è Ana a vedere nel nuovo arrivato una speranza per la sua penosa esistenza. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, trova una donna confusa e insicura e si troverà a dover affrontare un uomo che, distruggendo le sue aspettative, cambierà tutti i suoi piani. Sono gli unici elementi narrativi, offerti senza rivelare le sorprese, di un thriller che ne ha parecchie e che in originale si chiama Tarde para la ira, ossia “Tardi per la rabbia”. Dall’altra parte Dopo tanti anni passati a interpretare, osservare e imparare, per il regista madrileno evidentemente era arrivato il momento di passare dall’altra parte: e lo ha fatto in modo totale e completo, senza risparmiarsi, mettendo nella sua opera d’esordio l’impeto e lo slancio tipico dei debuttanti, di coloro che si sono fatti le ossa, sapendo ora perfettamente dove andare a parare nel nuovo ruolo. La storia del tranquillo borghese che si trasforma in uno spietato vendicatore a causa di un torto subìto è al centro di tantissimi || Ruth Díaz (Ana), candidata ai Premi Goya per migliore “attrice-rivelazione” del popolo la Voce spettacoli martedì, 25 aprile 2017 7

La vendetta Da Bruce Lee ad Abel Ferrara

Consumata calda, in un impeto d’ira, o lasciata raffreddare per gustarne meglio il sapore, come suggerisce il detto popolare, la vendetta è di certo tema cinematografico come pochi altri. Su di essa sono state costruite innumerevoli pellicole, dalle trasposizioni di Amleto fino a Bruce Lee che sconfigge un intero dojo in Dalla Cina con furore. Passando per faide mafiose che scatenano infinite reazioni domino di vendetta e contro-vendetta. D’altronde, il percorso di violenza ascendente che, giustificato da quanto subito in passato dal protagonista, caratterizza questi film rappresenta un’occasione troppo ghiotta. Una “licenza di uccidere” che i registi hanno sfruttato soprattutto nel noir e nei gangster movies, o nel sottogenere rape and revenge, in cui è uno stupro a scatenare angeli della vendetta, come quello che dà inizio alla carriera di Abel Ferrara con l’omonimo film.

capace di essere unica. Tiene ai propri personaggi come un dramma, inizia con un piano sequenza folgorante e poi raffredda tutto, covando per il resto della durata il desiderio di tornare alle atmosfere del thriller. Poi, conoscendo chi ha lavorato al film, è intuibile lo zampino dello psicologo, amico del regista. Vigliaccheria o autoflagellazione? La vendetta ha molte facce e aspetti e come tale può venir perpetrata. La QUANDO UN UOMO SI PERDE frase più comune è che la vendetta è un piatto che si serve freddo. In Kill Bill 1 si dice che “la vendetta non è mai una strada dritta. È una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei, né da dove sei partito”: sembra sia la ricetta a nostro avviso vincente di Raúl Arévalo. Infatti, a ben osservare ci NELLA FORESTA DELLA VENDETTA sono “due film in uno” dentro il lavoro del regista spagnolo. Smarcandosi dalla || Raúl Arévalo dietro la cinepresa Il team di Arévalo Il cast: Antonio de la Torre (José), Luis Callejo (Curro), Ruth Díaz (Ana), Alicia Rubio (Carmen), Font García (Julio), Pilar Gómez (Pili), Raúl Jiménez (Juanjo), Chani Martín (Marcelo), Inma Sancho (Charo), Manolo Solo (Triana), Ramiro Alonso (Mariano)

Regia: Raúl Arévalo Sceneggiatura: Raúl Arévalo, David Pulido Produttore: Beatriz Bodegas Fotografia: Arnau Valls Colomer Montaggio: Ángel Hernández Zoido Musiche: Lucio Godoy, Vanessa Garde Scenografia: Antón Laguna

|| Un confronto duro nel movie: a destra Luis Callejo (Curro)

“revenge movie” (film che hanno la vendetta è indovinata, di più avrebbe annacquato il l’ingenuità di Ruth Díaz (una di quelle scansione naturale del thriller di vendetta come filo conduttore), ma ne La vendetta di tutto. Il risultato è un movie dal ritmo serrato “belle non belle” che alla fine ti affascinano come lo conosciamo, Arévalo scopre un un uomo tranquillo si arriva al fulcro della con un arco vendicativo messo in piedi dallo con uno sguardo profondo); La vendetta di anfratto nella sua storia che solitamente vicenda per vie traverse, dopo aver valicato stesso Arévalo e dal suo amico psicologo un uomo tranquillo in più di un’occasione rimane in ombra. Il suo film non manca una premessa che sembra promettere David Pulido: dialoghi naturali, ben scritti e fa perno su diverse tecniche per creare nemmeno un clichè ma scambia l’ordine tutt’altro film. una regia brutale e selvaggia, da buon inizio: suspense, poi la utilizza al meglio: la di importanza degli elementi della storia In seguito le trame s’intrecciano, i personaggi splendido il piano sequenza iniziale il cui verità viene a galla lentamente e spesso in e così facendo cambia sguardo sui soliti svestono gli abiti delle loro personalità e punto di vista coincide con l’interno dell’auto un’inquadratura c’è qualcuno che non sa eventi. Come se potesse vedere tutto da nonostante il materiale di partenza “abusato”, in fuga afferra lo spettatore, sbattendolo e nulla e qualcun altro che invece sa anche un’altra prospettiva, crea un ambiente e Arévalo riesce a creare svolte narrative e trascinamdolo a forza dentro lo schermo. troppo. Chi guarda viene avvolto dall’attesa un mondo in cui la vendetta non è più cambi di contesto inaspettate, sostenute continua e sempre più morbosa il che è il una radicale scelta morale, o un modo da una tensione che non cala un attimo e Uso della suspense motore di questo film. molto cool di indirizzare la propria vita, da una struttura priva del benché minimo Del cast piace l’apparente inerzia di Antonio Insomma, un’opera sorprendente di tensione ma diventa un atto di vigliaccheria e cedimento. Anche la durata di 92 minuti de La Torre, così come è convincente e dramma, piena di rischi e pericoli, ma autoflagellazione. Da vedere. del popolo 8 martedì, 25 aprile 2017 spettacoli la Voce IL FILM «LOGAN: WOLVERINE» È L’ULTIMA PARTE DELLA SAGA CHE RACCONTA LE VICENDE DI UNO DEI PIÙ INTERESSANTI PROTAGONISTI DELLA SERIE CINEMATOGRAFICA «X-MEN»

ra tutte le serie cinematografiche del tipo “comics-to-movie”, X-Men Tè l’unica che si è allontanata, almeno in parte, dall’estetica uniforme dei blockbuster estivi. Naturalmente, era soltanto una questione di tempo quando uno dei suoi protagonisti più interessanti avrà una propria saga. Si tratta del mutante Wolverine, più noto come Jimmy Logan, mani di forbice, impersonato dal maschio alfa Hugh Jackman. Tuttavia, la storia recente dei franchise hollywoodiani sui supereroi conferma che il famoso concetto “origins” (origini) si riduce a un debole tentativo di strappare qualche dollaro in più ai fan. Il concetto si basa in prevalenza sul ritorno ai traumi dell’infanzia del protagonista e al suo amore tragico. Nel primo spin-off, il regista Gavin Hood ha || Laura, Logan e il Professor X riportato la storia di Wolverine indietro di trent’anni per spiegare in che modo dalle nocche delle sue mani sono cresciute le BLOCKBUSTER di Dragan Rubeša famose lame affilate. Nei titoli di testa di questo nuovo episodio della serie dedicata ai supereroi mutanti della Marvel, creati da Stan Lee e Jack Kirby, i due protagonisti Logan/Wolverine e Victor Creed/ Sabretooth percorrono circa cent’anni di storia attraverso le guerre combattute dagli americani, da quella di secessione fino a quella in Vietnam, passando per le due guerre mondiali, come se l’identità degli UN SUPEREROE Stati Uniti fosse stata costruita a partire da una guerra fratricida, fino a diventare una guerra infinita. Guerra tra fratelli Il film di Hood racconta la “guerra“ tra due fratelli, Logan e Victor, fino alla risoluzione CHE NON HA PERSO finale, in un crescendo drammatico fatto di inaspettate rivelazioni, di segreti e di morti. Hood sembra voler affidare a un altro inizio la ricerca delle proprie origini. Qui il destino di Logan è di un uomo dall’anima morta, privato della propria identità, come osserva il critico cinematografico Michele Moccia. Mentre le immagini si allontanano, L’UMANITÀ diventano opache, quasi a voler fuggire dalla storia. Presto vedremo Logan su un portare la ragazzina Laura a nord, fino tavolo operatorio dove gli verrà iniettato a un altro confine, quello canadese, in un metallo indistruttibile, l’adamantio, un posto chiamato simbolicamente Eden che conferirà alle sue ossa una lussuosa (Paradiso). Anche Laura è una mutante, brillantezza. trasformata in una macchina per uccidere. Il secondo capitolo della saga di Wolverine Nel potente prologo del film, che fa venire (L’Immortale), prima di venire affidato in mente Michael Mann, il nostro amato a James Mangold, era stato proposto a protagonista sbronzo avrà un incontro Darren Aronofsky e Bryan Singer, che ravvicinato con tre malviventi che cercano hanno rifiutato il progetto. All’inizio di rubargli l’automobile, in una fusione del film di Mangold, il personaggio di devastante di corpo e metallo. Infatti, Wolverine, un lupo solitario, richiama Logan è un’opera che più di ogni altro un individualismo Made in USA, che film di Mangold rievoca le mutazioni di trova le sue radici nella natura selvaggia Cronenberg, come pure quelle di Shinya dell’Alaska. In seguito andrà a Tokyo Tsukamoto, che abbiamo già notato nella dove gli verrà chiesto di cedere la sua “gita“ giapponese di Logan. Ma questo immortalità al vecchio giapponese che è anche un film che, in confronto con conobbe e aiutò durante la Seconda guerra tutti gli altri della serie Marvel, riduce mondiale e che decenni dopo è a capo di l’azione e gli effetti speciali al minimo. un impero tecnologico d’avanguardia. Si È un film che non si nasconde dietro a trasforma così in un eroe simile a quello una maschera. A partire da Stevens, a ritratto da Robert Mitchum nel magnifico John Milius e fino a Mann, come pure The Yakuza di Sydney Pollack. Il corpo || Hugh Jackman nel ruolo di Logan all’inevitabile John Carpenter (They Live). stanco del supereroe/soldato viene Basta osservare gli occhiali di Laura. “intossicato“ dal veleno della mutante «Logan: Wolverine» è l’apice della saga possiede degli incredibili poteri telepatici, Viper. Il viaggio di Wolverine in Giappone Ma l’apice della saga è il suo ultimo ma ora è attanagliato dal morbo di Work-in-progress si trasforma in un percorso di purificazione segmento, anche questo firmato dal Alzheimer. Sembra come se la serie X-Men si fosse contemplativa, quasi zen, in contrasto geniale James Mangold. Ciò che per Per questo motivo, Mangold rinuncia trasformata dinanzi ai nostri occhi in un con la corsa frenetica nel treno e il finale Mangold è Logan: Wolverine, per Tim ai classici canoni del genere e utilizza interminabile work-in-progress, libero cibernetico. Quasi un cinema “spirituale”. Burton è stato Batman returns e per Sam diversi meccanismi, dal film di strada dalla logica scultorea di Singer e dai Raimi – Spiderman 2. Ma nell’elegiaco al western intertestuale che rievoca lo pallidi tentativi di Gavin Hood. Infatti, contesto di Logan sono sublimati tutti i spirito di Shane, di Stevens, film che la la potenza del film sta nell’intento meccanismi del recente opus di Mangold, piccola protagonista nichilista guarda in spasmodico di dare un’anima alla saga Anno 3 / n.16 / martedì, 25 aprile 2017 del popolo dalle ombre noir di Cop Land e l’azione tv nella stanza di un motel. È per questo di Marvel, cercando nuove vie (tra la Voce IN PIÙ Supplementi è a cura di Errol Superina frenetica di Knight and Day, alle tracce che Johnny Cash negli apocalittici titoli di i produttori esecutivi si trova anche [email protected] sentimentali nel film Kate & Leopold, nel coda (The Man Comes Around) è un finale l’imprescindibile Stan Lee). Però, in primo Edizione CINEMA quale il corpo del duca Hugh Jackman logico. piano c’è il folle rapporto tra Logan e del 1876 muta nella New York di oggi. Laura nei suoi legami desiderati e negati, Caporedattore responsabile f.f. Redattore esecutivo Per questo motivo, Logan è la negazione Effetti speciali al minimo la cui intensità ricorda quello tra Butch/ Roberto Palisca Helena Labus Bačić del classico supereroe della Marvel, Qui c’è pure il territorio mitologico del Kevin Costner e il ragazzino in Un mondo Impaginazione sublimato nella figura di un vecchio confine messicano (benedetto Peckinpah!) perfetto, di Clint Eastwood. Vanja Dubravčić stanco e fisicamente provato, ridotto a un nel quale Logan/Wolverine, lontano Abbiamo ricevuto, quindi, la tipica storia Collaboratori Sandro Damiani, Ivana Precetti, Dragan Rubeša, Fabio Sfiligoi relitto umano, trasposto in un paesaggio dagli altri X-Men, lavora come autista, di un supereroe portata su nuove sponde, distopico nel quale i mutanti sono prendendosi cura del malato professor nella quale il senso dell’umanità non è Foto Creative Commons divenuti una minoranza in pericolo. Non Charles Xavier. Fino al momento in cui perduto per sempre. “Fuck!” (C...o!), sta meglio nemmeno il Professore X, che l’ex infermiera Gabriela non lo prega di direbbe il suo vulnerabile protagonista.