Carta Delle Potenzialità Archeologica Dell'unione Dei Comuni “Valli Del Dolo, Dragone E Secchia”
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Alberto Monti Carta delle Potenzialità Archeologica dell'Unione dei comuni “valli del Dolo, Dragone e Secchia” Introduzione La Carta delle Potenzialità Archeologiche è uno strumento cartografico che permette di ipotizzare con una certa attendibilità, in un dato luogo o in un'area territoriale, la presenza di evidenze archeologiche la cui esistenza non fosse già nota in precedenza, ed anche di valutare la tipologia e l'entità di depositi archeologici sepolti nel sottosuolo di aree archeologiche già note. Ciò è possibile attraverso una relativamente complessa fase di ricerca ed elaborazione dati, la quale verte sull’utilizzo delle conoscenze sui depositi archeologici noti, la consultazione delle fonti storico-documentarie e della letteratura storica, l’indagine geomorfologica e quella sull'evoluzione dell'ambiente. La sua applicazione permette di conciliare le esigenze di tutela dei beni archeologici e quelle di intervento sul territorio. Scopo della Carta delle Potenzialità Archeologiche è dunque 1 quello di offrire a chi opera sul territorio uno strumento agile, che permetta di pianificare in anticipo i modi ed i tempi di intervento sul territorio al fine di conciliare lo sviluppo 2 socioeconomico con la tutela di eventuali depositi archeologici ancora presenti. Il movente primo della realizzazione di una Carta di Potenzialità Archeologica – ed ormai sempre più comuni si stanno dotando di questo strumento – è la presa d'atto dell'impossibilità, sia dal punto di vista etico che da quello legale, di gestire lo sviluppo del territorio come si è fatto per decenni, cioè semplicemente ignorando il problema “archeologia” ed augurandosi di non esserne coinvolti. Questo anche e soprattutto perchè è lo Stato stesso, con la riorganizzazione degli Organi di Tutela da un lato e con la promulgazione di una legislazione più agile ma anche più stringente dall'altro, ad avere reso impossibile questo comportamento1. In estrema sintesi, il punto di partenza per la realizzazione di questo strumento è il censimento del patrimonio archeologico esistente, sia attraverso l’analisi di dati da scavi archeologici, sia attraverso i dati derivati da segnalazioni o dalle fonti antiche oppure dall’assetto vincolistico ex dlgs 42/04. Queste informazioni, adeguatamente inserite in una carta del territorio, formano la Carta Archeologica, ovvero una carta delle evidenze archeologiche note che possono restituire ulteriori reperti se sottoposti a scavi: ad ogni area segnalata, punto o poligono che sia, viene associata nel programma una scheda che riporta i dati essenziali per la conoscenza del sito. Per la Carta archeologica sono stati utilizzati i dati raccolti dal Museo Civico Archeologico di Modena in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna e con la Provincia di Modena (vedansi gli Atlanti della Provincia di Modena) e a ciò sono stati aggiunti gli aggiornamenti derivanti da recenti verifiche sul terreno: operando in ambiente GIS, tale strumento di base è stato poi adeguatamente aggiornato con ulteriori dati conservati presso gli archivi della Soprintendenza Archeologica. Per creare uno strumento “predittivo” delle potenzialità archeologiche del territorio, è necessario incrociare i dati forniti dalla suddetta Carta Archeologica ad altri tipi di informazioni, sia territoriali che geologiche, sia relative alle dinamiche di popolamento nell’antichità. In effetti, il secondo livello di informazioni territoriali necessario a costruire la Carta delle Potenzialità Archeologiche è rappresentato dalla Carta Geologica che è stata acquisita dal sito della Regione Emilia Romagna. I livelli di informazioni relativi alle zone di stanziamento delle popolazioni antiche e delle dinamiche demografiche sono state desunte in parte dallo studio della topografia, in parte dalla letteratura scientifica che si troverà citata all’interno dei singoli capitoli divisi per epoca. Il successivo inserimento di tutti i dati e le informazioni disponibili all’interno della piattaforma GIS ha permesso di incrociare questi diversi tipi di dati e renderli immediatamente visibili in una carta del territorio divisa in settori secondo i diversi gradi 1 Oggi non è più possibile procedere come un tempo, quando per paura dell'intervento delle “belle arti” e del conseguente temuto vincolo di un'area e blocco di una attività, si “faceva sparire tutto durante la notte”. Ora infatti l'azione più incisiva e capillare degli Organi di tutela, ma anche l'adozione di provvedimenti molto più in sintonia con le esigenze di sviluppo, consentono una interazione decisamente più efficace e meno impattante tra Stato, Pubbliche Amministrazioni e privati in materia di archeologia. 3 di potenzialità archeologica. A questo strumento sono stati accostati in via preliminare diversi fattori e gradi di potenzialità archeologica che sono stati successivamente discussi coi progettisti e i tecnici del PSC in corso di variante. Una gestazione lunga Ormai vari anni or sono chi scrive ha ricevuto l'incarico, da parte del Consiglio dell'Unione dei Comuni “Valli del Dolo, Dragone e Secchia”2 di redigere la Carta delle Potenzialità Archeologiche di quel territorio3. La gestazione di questo elaborato è stata lunga: una prima consegna della parte cartografica era già stata da me effettuata nel 2012 ma, in parte a causa della riorganizzazione dell'Ente, in parte in ossequio ad alcune precisazioni e modifiche richieste dalla SbPAER ed in parte per la naturale durata della procedura di realizzazione dell'intero Piano Strutturale Comunale4 essa non è mai stata adottata. Nel frattempo, e mentre la procedura di realizzazione del PSC stesso era ancora in atto, il MiBACT ha pubblicato le prime linee guida per la redazione delle carte di potenzialità archeologica5; di conseguenza si è reso necessario e doveroso aggiornare l'elaborato al contenuto di questo innovativo documento6. Tuttavia, come chiunque può notare leggendo le linee guida stesse, esse sono state redatte basandosi quasi solamente sulle esperienze maturate in ambiti di pianura. Avendo lavorato lungamente come archeologo del territorio7 ed avendo compiuto gli studi per le tesi di laurea e di dottorato in ambito montuoso 2 All'epoca la denominazione era ancora quella di Comunità Montana Modena ovest. 3 Si tratta dei territori comunali di Montefiorino, Palagano e Prignano sulla Secchia, collocati in provincia di Modena. 4 D'ora in poi abbreviato in PSC. 5 Regione Emilia-Romagna – Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo (a cura di), Linee guida per l'elaborazione della Carta delle potenzialità archeologiche del territorio, Bologna, 2014. Le linee guida sono state approvate con delibera giuntale regionale n. 274/2014. 6 Si tratta di uno dei primi esempi, se non del primo in assoluto, a livello nazionale di testo di orientamento in questo campo. 7 Chi scrive ha partecipato con incarichi di coordinamento alle seguenti campagne di ricerca: • Università degli studi di Siena, cattedra di Archeologia medievale, prof. Riccardo Francovich: Progetto "Carta archeologica della provincia di Siena” (Si), campagne 1990 - 91 - 92, con il ruolo di responsabile di squadra. • Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, AR/S Archeosistemi: Carta archeologica del comune di Maranello (Mo), 1990. • Metanodotto SNAM 93 “Emilia-Romagna” (Mo), con il ruolo di ricognitore autonomo; AR\S Archeosistemi (Re), 1993. • Ministero dei Lavori Pubblici, AR/S Archeosistemi: Progetto "Alta Velocità Ferroviaria" (Re), (Mo), (Bo), lavori 1994. • Metanodotto SNAM 96 “Marradi-Castelbolognese” (Ra), con il ruolo di capo commessa; AR\S Archeosistemi (Re), 1996. • Università degli studi di Bologna, Cattedra di Topografia dell'Italia Antica, prof. L. Quilici – dr.ssa E. Antonacci: Progetto “Carta archeologica della Provincia di Foggia”, campagne 1995, 1996 e 1997, con il ruolo di vice responsabile operativo del progetto. • Università degli studi di Bologna, Cattedra di Paletnologia, prof. M. Tosi: Progetto "Carta archeologica dell'isola di Pantelleria", campagne 1997 - 98 - 99 - 2000 - 2001 - 2002 , con il ruolo di direttore del 4 proprio nelle valli del Dolo e del Dragone, abbiamo creduto di poter identificare vari perfezionamenti che avrebbero potuto essere apportati alle linee guida stesse per quanto concerne appunto gli ambienti montuosi. Così, in accordo con i funzionari della SpBAER preposti ed in collaborazione con lo Studio Righi, ho iniziato un percorso di sperimentazione che ha portato all'attuale versione della Carta di Potenzialità8: essa ha ottenuto l'approvazione dei funzionari SpBAER ed è stata utilizzata dai colleghi dello Studio Righi per l'elaborazione della normativa in merito al patrimonio archeologico compresa nel quadro conoscitivo del PSC – RUE. Il testo che segue rappresenta il materiale di corredo alla Carta delle Potenzialità Archeologica vera e propria9 e nella struttura, come abbiamo già premesso, si attiene alla scansione reparto “archeologia ambientale” e di responsabile della realizzazione ed impiego del Sistema Informativo Territoriale della missione. • FF.SS - Ministero dei Lavori Pubblici - Treno Alta Velocità, Ottobre-Novembre 1998, responsabile della campagna di ricognizione di superficie sul tracciato di progetto della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Roma, su vari tratti tra Piacenza e Bologna, e progettista delle procedure di elaborazione dati per conto della cooperativa Tecne S.c.r.l. (Bo). • Università degli studi di Bologna, Cattedra di Paletnologia, prof. M. Tosi, CNRS: progetto congiunto italo- francese "Join Hadd Project",