Brueghel, Gli Artefici Del Mito Fiammingo

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Brueghel, Gli Artefici Del Mito Fiammingo Brueghel, gli artefici del mito fiammingo Sergio Gaddi ià nella prima metà del Cinquecento la città di Anversa è il nuovo centro economico del mondo occidentale, fulcro dei commerci, delle spedizioni e dei grandi viaggi. Nel 1568 la popolazione supera i centomila abitanti, molte cartine europee la de- Gfiniscono come la “città dei mercati” e Tommaso Moro sceglie di farvi iniziare la sua Utopia. Sempre importante per le manifatture di arazzi, la città consolida la propria fama per le scuole di scultura e architettura. Negli stessi anni nasce e si consolida una classe borghese dinamica e spregiudicata, in cerca di affermazione e ricchezza. Il flusso di denaro moltiplica anche il numero di artigiani e artisti presenti in città e la pit- tura celebra le gesta e le avventure di viaggiatori e mercanti; le loro storie diventano spunto per quadri sempre più apprezzati e diffusi, destinati ad abbellire le case di una committenza colta e attenta alle dinamiche di un mercato nascente. Nello stesso secolo si affermano i primi pittori specialisti di paesaggio, che dipingono montagne dalle forme immaginarie sullo sfondo di un alto orizzonte, utilizzando colori freddi, divisi per fasce cromatiche in successione per ottenere un efficace effetto prospet- tico. Questi artisti portano per la prima volta sulla tela un paesaggio a volo d’uccello, che grazie al punto d’osservazione molto alto crea un senso di irreale immensità e fa apparire le figure umane come minuscoli elementi circondati da montagne ciclopiche. Inizia così un percorso di nuova percezione della realtà, i quadri suscitano stupore e rendono visibile il senso del limite umano di fronte alla potenza degli elementi di un mondo minaccioso, ma al tempo stesso attraente e pieno di fascino. E mentre in Italia il lavoro di Michelangelo, Leonardo e Tiziano porta all’esaltazione ideale dell’uomo con l’enfasi sulle virtù e la tensione verso la santità, espresse da una fisi- cità plastica e perfetta, nei Paesi Bassi, anche per gli effetti della riforma protestante e delle teorie calviniste, l’attenzione si sposta sempre più verso il primato della natura, che inizia la sua trasformazione da semplice sfondo della rappresentazione a soggetto vero e proprio dell’opera d’arte. Pieter Brueghel il Vecchio, il capostipite della famiglia, viaggia in Italia fra il 1552 e il 1556; la prova del suo passaggio si desume anche dalla straordinaria tavola Veduta del porto di Napoli del 1556, nella quale rappresenta il porto in modo molto realistico e con monumenti che rendono identificabile con chiarezza la città. Il quadro, che appartiene alla collezione della Galleria Doria Pamphilj di Roma, è uno degli unici due dipinti di Pieter il Vecchio presenti in Italia, insieme alla Parabola dei ciechi del Museo di Capodimonte di Napoli. Nel suo viaggio viene certamente impressionato più dalla potenza delle montagne inne- vate, delle vallate, delle cime, delle acque e da tutto quanto trova di inconsueto e diverso Particolare cat. V.7 rispetto al paesaggio pianeggiante dei Paesi Bassi, che non dalla centralità ideale della figura 15 umana nell’arte. Sente la forza assoluta della natura e prefigura quell’idea di sublime che Brueghel sa bene che la carnalità e i bisogni elementari sono certamente poco nobili, ma Schiller arriverà a teorizzare nel corso dell’Ottocento. E forse non è un caso che proprio al tempo stesso ne riconosce verità e realtà nella quotidianità di ogni giorno. dalla sensibilità del romanticismo partirà una rinnovata attenzione critica sull’opera del ma- Il pittore si guarda attorno e descrive nei dettagli ciò che vede, e nonostante gli eccessi estro fiammingo. anche volgari dei comportamenti del popolo, mantiene spesso il tono ironico e caricaturale, Rientrato in patria, realizza la maggior parte delle sue opere tra il 1559 e il 1569, negli e anche una certa gioia di vivere. La sua capacità di osservazione e di riproduzione del mon- anni dell’arrivo nei Paesi Bassi del feroce duca d’Alba, mandato dal re di Spagna Filippo II do reale viene subito ripresa e interpretata dai figli pittori Pieter il Giovane e Jan il Vecchio, per sedare con la forza l’espansione della dottrina luterana e convertire i protestanti con che a loro volta la trasmetteranno ai discendenti, pur con esiti qualitativi differenziati, dando ogni mezzo. In un pesante clima di tensioni religiose, Brueghel è invece un colto individua- vita a una straordinaria tradizione d’arte che si estende per quattro generazioni. lista, segue la filosofia stoica, conosce le posizioni di Erasmo da Rotterdam e di Tommaso Il primo figlio, Pieter, a differenza del fratello Jan, realizza vere e proprie copie delle ope- Moro e frequenta il geografo Abraham Ortelius, l’autore del primo atlante del mondo. re paterne, permettendone la diffusione dello stile tra il pubblico e alimentando le richieste Inizia il suo percorso di formazione artistica nella raffinata bottega di Pieter Coecke van del mercato. La particolare attenzione paterna nei confronti della natura viene invece eredi- Aelst, uno dei pittori più apprezzati dei Paesi Bassi, del quale diventa anche genero sposan- tata e sviluppata in modo efficace e personale dal secondo figlio, Jan, anche soprannominato done la figlia Mayken. “Jan dei Velluti” per la straordinaria capacità tecnica che lo porta alla perfezione quasi tattile Tra i due c’è una profonda differenza di stile, come si nota mettendo a confronto l’opera della pittura. di Brueghel con il Trittico con Adorazione dei Magi, Annunciazione e Natività di Coecke van Aelst, Nonostante possa apparire paradossale, bisogna riconoscere che la fama di Pieter Brue- e infatti Pieter il Vecchio è sostanzialmente il solo, o comunque il più rilevante, tra i pittori ghel il Vecchio, accresciuta dopo la sua morte e diventata oggi leggendaria, si deve in parte che si mantengono estranei al gusto classicheggiante, ovvero al cosiddetto fenomeno di ade- anche ai numerosi dipinti dei figli, certamente i testimoni più attendibili dei soggetti origi- sione alle correnti artistiche italiane. nali e dello stile geniale del padre-maestro. Entra invece presto in contatto con le visioni fantastiche di Hieronymus Bosch, conside- A Pieter il Giovane si deve la diffusione dei celebri paesaggi invernali, diventati emblema rato oggi da molti studiosi come il primo surrealista della storia dell’arte. dell’arte fiamminga, dove la pittura riesce a trasmettere tutta la gamma di sensazioni anche Brueghel è talmente affascinato da questa pittura visionaria, capace di evocare l’oppo- fisiche legate alle temperature rigide e ai paesaggi nordici; i colori freddi e la luce lattiginosa sizione fra sacro e profano e la lotta tra fede e superstizione, che realizza dipinti e incisioni rendono vivi e presenti gli alberi coperti di neve, i tetti imbiancati, la malinconia della natura nello stesso stile, tanto da essere definito come “il secondo Bosch”. e i ritmi rallentati delle figure umane nell’aria rarefatta dell’inverno. La casa editrice d’arte Aux Quatre Vents di Hieronymus Cock, con la quale collabora Nella Trappola per gli uccelli di Pieter il Giovane la precarietà della vita dei pattinatori sul inizialmente, chiede all’artista disegni proprio sullo stile di Bosch per realizzare incisioni fiume gelato, la cui lastra di ghiaccio può cedere da un momento all’altro, è simile all’in- e stampe, che riscuotono un particolare successo, anche per la facilità di circolazione e di consapevolezza degli uccelli che si posano sotto l’apparente riparo di una tavola di legno che vendita. Ma agli uomini del Cinquecento il mondo immaginario di Bosch non appare affatto invece diventa la trappola mortale, azionata dalla mano del cacciatore attraverso la fune che come un rebus fantastico. Per loro la stravaganza iconografica dell’artista richiama imme- parte dalla finestra sullo sfondo. diatamente alla mente il conflitto tra bene e male e tra virtù e vizio, che mette il mondo in Il tratto moralistico e pedagogico è ancor più esplicito nelle Sette opere di misericordia, una posizione di costante oscillazione tra la possibilità della salvezza e il rischio dell’inferno. che rappresenta le virtù cristiane – nutrire gli affamati, vestire gli ignudi, visitare i malati e i Una chiara dimostrazione di questa tesi si ha nell’opera in mostra, i Sette peccati capitali, nella carcerati, seppellire i morti, dare da bere agli assetati, alloggiare i pellegrini – in un villaggio quale lo spazio pittorico si presenta con una propria sfericità accentuata anche dalla forma fiammingo contemporaneo all’artista e non nell’epoca storica del Nuovo Testamento nella leggermente concava della tavola, e con la sovranità del Cristo crocifisso nella fascia alta del quale effettivamente si svolge. Questa tecnica di attualizzazione degli episodi sacri e biblici dipinto che diventa il riferimento anche visivo della possibilità della redenzione. nella contemporaneità dello spettatore è piuttosto diffusa nella pittura dell’epoca e permet- Il mondo, nel quale si muovono figure che impersonificano i peccati capitali lussuria, te una immediata e più facile comprensione del messaggio e dell’insegnamento morale. ira, superbia, invidia, accidia, gola e avarizia, è appoggiato su una rupe, ed è in oscillazione tra la possibilità della salvezza e il rischio dell’inferno, dove i demoni e i “grilli” – figure tra Gli artisti della famiglia Brueghel sono narratori di fatti e di storie. Nelle loro opere, come l’umano, l’animalesco e il fantasioso – sono pronti ad accoglierlo laddove l’umanità dovesse abbiamo osservato, c’è la rappresentazione della realtà e il racconto della vita quotidiana per indulgere al vizio e soccombere di conseguenza al peccato. come effettivamente si svolge; ci sono contadini che per la prima volta diventano soggetto Lo sguardo di Brueghel sull’uomo, invece, è meno severo nel giudizio morale, assume del dipinto mentre sono piegati dalla fatica del vivere, insieme a ubriachi e mendicanti, una visione più distaccata e oggettiva senza particolari volontà accusatorie o di condanna.
Recommended publications
  • The Collecting, Dealing and Patronage Practices of Gaspare Roomer
    ART AND BUSINESS IN SEVENTEENTH-CENTURY NAPLES: THE COLLECTING, DEALING AND PATRONAGE PRACTICES OF GASPARE ROOMER by Chantelle Lepine-Cercone A thesis submitted to the Department of Art History In conformity with the requirements for the degree of Doctor of Philosophy Queen’s University Kingston, Ontario, Canada (November, 2014) Copyright ©Chantelle Lepine-Cercone, 2014 Abstract This thesis examines the cultural influence of the seventeenth-century Flemish merchant Gaspare Roomer, who lived in Naples from 1616 until 1674. Specifically, it explores his art dealing, collecting and patronage activities, which exerted a notable influence on Neapolitan society. Using bank documents, letters, artist biographies and guidebooks, Roomer’s practices as an art dealer are studied and his importance as a major figure in the artistic exchange between Northern and Sourthern Europe is elucidated. His collection is primarily reconstructed using inventories, wills and artist biographies. Through this examination, Roomer emerges as one of Naples’ most prominent collectors of landscapes, still lifes and battle scenes, in addition to being a sophisticated collector of history paintings. The merchant’s relationship to the Spanish viceregal government of Naples is also discussed, as are his contributions to charity. Giving paintings to notable individuals and large donations to religious institutions were another way in which Roomer exacted influence. This study of Roomer’s cultural importance is comprehensive, exploring both Northern and Southern European sources. Through extensive use of primary source material, the full extent of Roomer’s art dealing, collecting and patronage practices are thoroughly examined. ii Acknowledgements I am deeply thankful to my thesis supervisor, Dr. Sebastian Schütze.
    [Show full text]
  • Fire, Smoke and Vapour. Jan Brueghel's 'Poetic Hells
    FIRE, SMOKE AND VAPOUR. JAN BRUEGHEL’S ‘POETIC HELLS’: ‘GHESPOOCK’ IN EARLY MODERN EUROPEAN ART Christine Göttler Karel van Mander, in the ‘Life of Jeronimus Bos’ in his Schilder-Boeck of 1604, speaks of the ‘wondrous or strange fancies’ (wonderlijcke oft seldsaem versieringhen), which this artist ‘had in his head and expressed with his brush’ – the ‘phantoms and monsters of hell ( ghespoock en ghe- drochten der Hellen) which are usually not so much kindly as ghastly to look upon’.1 Taking one of Bosch’s depictions of the Descent of Christ into the Limbo of the Fathers as an example, van Mander further notes that ‘it’s a wonder what can be seen there of odd spooks (oubolligh ghespoock); also, how subtle and natural (aerdigh en natuerlijck) he was with ames, \ res, smoke and vapours’.2 In the Schilder-Boeck, van Mander frequently uses the word ‘aerdigh’ to describe the aesthetically pleasing quality of small works or small details;3 here, ‘aerdigh’ refers to the natural and lively depiction of res. As it has been observed, van Mander’s list of Bosch’s painterly expres- sions echoes Erasmus’s often-cited eulogy on Dürer in the Dialogus de recta Latini Graecique sermonis pronuntiatione (Dialogue About the Correct Pro- nunciation of Latin and Greek), published in Basel in 1528. According to 1 Mander K. van, The Lives of the Illustrious Netherlandish and German Painters, from the \ rst edition of the Schilder-boeck (1603–1604), ed. H. Miedema, 6 vols. (Davaco: 1994–99) I 124f. (f. 216v): ‘Wie sal verhalen al de wonderlijcke oft seldsaem versieringhen/die Ieronimus Bos in’t hooft heeft ghehadt/en met den Pinceel uytghedruckt/van ghe- spoock en ghedrochten der Hellen/dickwils niet alsoo vriendlijck als grouwlijck aen te sien.’ Here and in the following, my translation is largely based on the one given in Miedema’s edition of The Lives; I use, however, a more literal translation of van Mander’s expressions.
    [Show full text]
  • Encyklopédia Kresťanského Umenia
    Marie Žúborová - Němcová: Encyklopédia kresťanského umenia Anton Veľký - (356); tiež Anton z Komy, Anton Egyptský, Anton Pustovník, Anton opát; v angl. umení označovaný ako Anton opát; používaný opát, kresťanský svätec a pustovník, narodený v Egypte, kde potom, čo rozdal svoj majetok, strávil veľa rokov na púšti; zakladateľ asketického života; uzdravoval chorých počas epidémií v 11.st. (epidémia ruže známa ako oheň sv. Antonína); otec mníšstva; zobrazovaný ako fúzatý starec v mníšskej kutne s kapucňou, palicou v tvare písmena tau (pozri kríž egyptský antonský), tau sa objavuje v bielej alebo modrej aj na vrchnej strane jeho plášťa; v ruke drží zvonček a sprevádza ho prasa, ktoré má niekedy zvonček zavesený na krku (bravčová masť vraj používaná ako liek proti ohňu sv. Antona; v inom výklade zvonček na odháňanie zlých duchov a nepriamo odkaz na pokušenie sv. Antona; neskorokeltské reliéfy na krížoch s výjavmi zo života sv. Antona ovplyvnené koptským umením (abstrahovanie reálneho tvaru v spojení so symbolikou významu a kompozíciou horor vacui); postava Antonína jednou z postáv na stĺpe morovom; hlavným námetom so sv. Antonom je Pokušenie sv. Antona; pozri Pavol Pustovník; sviňa (Biedermann); koptské umenie; kríž antonský http://be.wikipedia.org/wiki/%D0%90%D0%BD%D1%82%D0%BE%D0%BD%D1%96%D0%B 9_%D0%92%D1%8F%D0%BB%D1%96%D0%BA%D1%96 http://www.flickr.com/photos/28433765@N07/8602834641/in/photostream/ http://www.adolphus.nl/xus/antongameriknmusea.html C. Crivelli: Sv. Anton Veľký, sv. Hieronymus a sv. Ondrej (predela oltárneho triptychu, 1482) Heslo ANTON VEĽKÝ - AP Strana 1 z 55 Marie Žúborová - Němcová: Encyklopédia kresťanského umenia Sv.
    [Show full text]
  • 2005 Recent Acqusitions 02/06/2021 16:42 Page 1
    RAFAEL VALLS 2021 2021 Acquisitions Cover.qxp_2005 Recent Acquisitions Cover 02/06/2021 16:56 Page 1 2021 Acqusitions Pages.qxp_2005 Recent Acqusitions 02/06/2021 16:42 Page 1 2021 RECENT ACQUISITIONS OLD MASTER PAINTINGS 11 Duke Street, St. James’s, London SW1Y 6BN Telephone: +44 (0) 20 7930 1144 Fax: +44 (0) 20 7976 1596 Email: [email protected] Website: www.rafaelvalls.co.uk @rafaelvallsgallery Member of SLAD 2021 Acqusitions Pages.qxp_2005 Recent Acqusitions 05/06/2021 10:57 Page 2 ACKNOWLEDGEMENTS We are extremely grateful to the following for their generous help in the writing of this catalogue: Selina Baring Mackinnon, Bettina Baumgärtel, Remmelt Daalder, Roy Miles. Front and Back Cover: Josefa Ayalla de Obidos ‘The Mystic Marriage of Saint Catherine’, (detail) cat. no. 5. 2021 Acqusitions Pages.qxp_2005 Recent Acqusitions 02/06/2021 16:42 Page 3 Catalogue of Works The catalogue is arranged in alphabetical order 1. Willem van Aelst 2. Pietro Antoniani 3. Aniello Ascione 4. Josefa Ayala de Obidos 5. Jean Beauduin 6. Gaspar de Crayer 7. Flemish School 16th Century 8. Daniel Gardner 9. Karl Franz Gruber 10. Gerard Hoet I 11. Jan Josef Horemans I 12. Justus van Huysum 13. Hieronymous Janssens 14. Angelica Kauffmann, R.A. 15. Jan Kraek, Giovanni Caracca 16. Gaston La Touche 17. William Marlow 18. Jacob Marrel 19. Hendrick van Minderhout 20. Jan Miense Molenaer 21. Carel de Moor II 22. Pieter Neefs I 23. Martinus Nellius 24. Pieter de Neyn 25. Jean Pillement 26. Martin Ferdinand Quadal 27. Jan Claesz Rietschoof 28. Adam Silo 29.
    [Show full text]
  • Bruegel the Hand of the Master
    BRUEGEL THE HAND OF THE MASTER The 450th Anniversary Edition BRUEGEL THE HAND OF THE MASTER Essays in Context Edited by Alice Hoppe-Harnoncourt, Elke Oberthaler, Sabine Pénot, Manfred Sellink and Ron Spronk CONTENTS 8 Introduction: 96 Pieter Bruegel the Elder and 210 Dendroarchaeology of the Panels ESSAYS FROM THE VIENNA EXHIBITION E-BOOK (2018) Bruegel between 2019 and 2069 Flemish Book Illumination by Pieter Bruegel the Elder in the Stefan Weppelmann Till-Holger Borchert Kunsthistorisches Museum, Vienna Pascale Fraiture 336 Leading the Eye and Staging the Composition. Some Remarks 12 Pieter Bruegel: A Preliminary 114 Traces of Lost Pieter Bruegel on Pieter Bruegel the Elder’s Reconstruction of his Network Paintings Revealed through 228 Bruegel’s Panel Paintings in Vienna: Compositional Techniques Jan Van der Stock Derivative Paintings, Phantom Some Remarks on their Research, Manfred Sellink Copies and Dealer Practices Construction and Condition 30 ‘Die 4. Jahrs Zeiten, fecit der alte Ingrid Hopfner and Georg Prast Hans J. van Miegroet 358 The Rediscovery of Pieter Bruegel Brueghel.’ The Changing Story the Elder. The Pioneers of Bruegel of Bruegel’s Cycle of the Seasons 124 Observations on the Genesis of 248 Survey of the Bruegel Paintings Scholarship in Belgium and Vienna in the Imperial Collection Pieter Bruegel the Elder’s of the Kunsthistorisches Museum Sabine Pénot Alice Hoppe-Harnoncourt The Conversion of Saul and the from a Technological Point of View Sabine Stanek, Václav Pitthard, Katharina Uhlir, Examination of Two Copies Martina Griesser and Elke Oberthaler 372 Antwerp – Brussels – Prague – 46 Functions of Drawings Christina Currie and Dominique Allart Vienna.
    [Show full text]
  • Catalogo Delle Opere I
    Catalogo delle opere I. Il giudizio morale, tra salvezza Ciò che più colpisce è però il paesaggio la Circoncisione, con uomini e donne e condanna tutto fiammingo, che assume un’importanza elegantemente abbigliati che guardano preminente rispetto al ruolo narrativo la Vergine mentre porge il piccolo Gesù al I.1 attribuito alle figure. Seduta su una roccia mohel per l’esecuzione del rito. La presenza Joos van Cleve al centro della scena, la Vergine allatta il di due cani conferisce un tocco giocoso 1485-1540/41 Bambino, nutrendolo come lui, con il suo alla scena, ricca di particolari. Adorazioni Madonna delle ciliegie sacrificio, nutrirà la fede cristiana. Dalla zona dei Magi simili a questa si conservano al Olio su tavola scura degli alberi alla luminosità radiosa Musée de Chambéry e all’Harvard University 62,8 x 51,8 cm dell’orizzonte, David coglie i fuggevoli Museum. Altri begli esempi dell’opera di Collezione privata, Belgio effetti della luce e dell’atmosfera. Di questa Van Doornik si trovano a Lilla e Lione. composizione esistono altre due versioni Provenienza (The Metropolitan Museum of Art, New I.5 Cardinale Silvio Valenti Gonzaga, York, e Museo del Prado, Madrid). Pieter Brueghel il Vecchio Villa Paolina, Roma, 1690-1756; 1525 circa-1569 R.H. van Schaik, Wassenaar, 1934 I.3 Philips Galle (attr.) Questa composizione, detta Madonna Pieter Coecke van Aelst e aiuti 1537-1612 delle ciliegie, deriva da un originale 1502-1550 La speranza perduto di Leonardo. La popolarità del Trittico 1560 soggetto è attestata dalle numerose Pannello centrale: Adorazione dei Magi Incisione a bulino versioni realizzate dai seguaci di Leonardo, Pannelli laterali: Annunciazione e Natività 22,3 x 28,6 cm tra i quali il Giampietrino (Giovanni Pietro 1540-1550 circa Firmata in basso a destra: “Brugel.
    [Show full text]
  • A Trophy of Armour on a Tree Branch Black Chalk and Grey Wash, Heightened with White, on Blue Paper
    Erasmus QUELLINUS (Antwerp 1607 - Antwerp 1678) A Trophy of Armour on a Tree Branch Black chalk and grey wash, heightened with white, on blue paper. 389 x 285 mm. (15 1/4 x 11 1/4 in.) The present sheet is attributed to Erasmus Quellinus the Younger. Chalk drawings by the artist are relatively rare, but the present sheet may be likened to two drawings in black chalk on blue paper by or attributed to the artist: a study of The Madonna and Child in the collection of the Harvard Art Museum and a Ceiling Design with Putti which recently appeared at auction. Similar military trophies are found in a very large signed drawing by Quellinus of a design for a triumphal arch, datable to c.1657, in the Hermitage in St. Petersburg, which was a project for a temporary façade for a building on the processional route of Don Juan of Austria, the new governor of the Spanish Netherlands, on his ceremonial entry into Antwerp on 6 May 1657. Comparable trophies are also found atop a colonnade in the background of a small panel painting of Cybele (Rhea) by Quellinus, signed and dated 1663, in a Belgian private collection. The painting later served as a design for the frontispiece, engraved by Richard Collin, of Engelbert Flacchio’s 'Genealogie de la très-illustré, très-ancienne et autrefois souveraine maison de La Tour, où quantité d’autres familles trouveront leur extraction et parentage', devoted to the history of the Thurn und Taxis family and published in 1709. In the context of military trophies like that depicted on the present sheet, it is also interesting to note that Quellinus assisted Rubens in making painted copies after some of Andrea Mantegna’s Triumph of Caesar paintings, now at Hampton Court, in which similar motifs appear.
    [Show full text]
  • The Leiden Collection Catalogue, 2Nd Ed
    Jan Brueghel the Younger (Antwerp 1601 – 1678 Antwerp) How to cite Bakker, Piet. “Jan Brueghel the Younger” (2017). In The Leiden Collection Catalogue, 2nd ed. Edited by Arthur K. Wheelock Jr. New York, 2017–20. https://theleidencollection.com/artists/jan-brueghel-the-younger/ (archived June 2020). A PDF of every version of this biography is available in this Online Catalogue's Archive, and the Archive is managed by a permanent URL. New versions are added only when a substantive change to the narrative occurs. Jan Brueghel the Younger belonged to the third generation of a famous dynasty of painters. He was baptized in the St George Church in Antwerp on 13 September 1601. His parents were Jan Brueghel the Elder (1568–1625), also known as “Velvet Brueghel,” and Isabella de Jode, daughter of the engraver Gerard de Jode.[1] His father was a famous and exceptionally successful painter who purchased a splendid house on the Lange Nieuwestraat in 1604. By that time, though, Jan had lost his mother, who had died the previous year. Soon thereafter his father took a second wife, Katharina van Marienberghe (d. 1627). Among the couple’s children was Ambrosius Brueghel (1617–75), who would also become a painter, and Anna Brueghel (1620–56), the future wife of the famous artist David Teniers the Younger (1610–90). Jan Brueghel the Younger would father Jan Pieter (1628–78) and Abraham Brueghel (1631–97), who constituted the fourth generation of this remarkable family of painters. Given his background it is hardly surprising that Brueghel became a painter. He received his first lessons from his father at the age of ten.
    [Show full text]
  • Jan Brueghel the Elder a Magnificent Draughtsman
    Jan Brueghel the Elder A Magnificent Draughtsman Exhibition 5 October 2019 – 26 January 2020 Antwerp, Snijders&Rockox House www.snijdersrockoxhuis.be/en Anthony van Dyck Portrait of Jan Brueghel etching, ca. 1645 (Icones, Antwerp, Gillis Hendrickx, s.d.) Private Collection Jan Brueghel (Brussels, 1568–Antwerp, 1625) was the son of Pieter Bruegel the Elder. He was orphaned at a young age. His grandmother, Mayken Verhulst, a famous watercolourist, took charge of Jan’s education and that of his older brother Pieter. She also sent the boys to Antwerp for further instruction in oil painting. Jan left for Italy around 1588, where he was particularly fascinated by the cultural landscape. He drew various Roman ruins that shaped the appearance of Naples and Rome. After returning to Antwerp in 1596, Jan further perfected his skills in depicting the landscape, particularly of the flat variety. In both his drawings and paintings, he developed new ways of representing life outside the city. He started painting flowers around 1606. Jan became one of Antwerp’s most important artists alongside Rubens, like whom he had the honour of working as court painter on several occasions for Archduke Albert and the Infanta Isabella. The most talented of his children was Jan Brueghel the Younger, who took over his father’s studio following the latter’s death. Room 8 – 1 Jan Brueghel in Italy 1.1. Jan Brueghel the Elder Sailing Vessels in a Harbour, ca. 1590 Pen and brown ink Musée du Louvre, Département des Arts Graphiques, Paris, inv. 19.731. Photo RMN-Grand Palais / Thierry Ollivier Jan’s interest in seascapes and coastal views grew during his time in Italy.
    [Show full text]
  • Fun Facts Outline-The Wedding Dance
    Wedding Dance by Pieter Bruegel the Elder Print Facts • Medium: • Date: • Size: • Location: Delporte Collection, Brussels • Period: • Style: Northern Renaissance • Genre: Genre Painting • This print is very difficult to research. The print we own states that it is by Pieter Brueghel, is called Wedding Dance, and is owned by the Delporte Collection in Brussels. However, online and in books I can only find information about a very similar print located at the Detroit Institute of Arts called The Wedding Dance by Pieter Bruegel the Elder. The differences are minor, but can be easily seen by looking at the men or at the left side where buildings are in the background on our print, but not on the print located at Detroit. Pieter Brueghel is especially hard to research because he had a son named Pieter Brueghel who was also a painter. To make matters worse, Pieter Brueghel the Younger often copied his father’s paintings. The paragraph about the print on the blue sheet in the packet says this print was called Wedding Dance in the Open Air and was painted in 1607 by Pieter Brueghel the Younger, but searches online show a different painting with that name and date. I cannot find any information to prove who actually painted this version of The Wedding Dance or where to find it. If you have more luck than me, let me know! – Amy Stephens Artist Facts • Pieter Bruegel (Pronounced [pee-ter broi-guh’l] • Born c. 1525 – It was so long ago that there is a lot of confusion about the time and place of Bruegel’s birth.
    [Show full text]
  • Jan Brueghel the Younger (Antwerp 1601 – 1678 Antwerp)
    Jan Brueghel the Younger (Antwerp 1601 – 1678 Antwerp) How To Cite Bakker, Piet. "Jan Brueghel the Younger." In The Leiden Collection Catalogue. Edited by Arthur K. Wheelock Jr. New York, 2017. https://www.theleidencollection.com/archive/. This page is available on the site's Archive. PDF of every version of this page is available on the Archive, and the Archive is managed by a permanent URL. Archival copies will never be deleted. New versions are added only when a substantive change to the narrative occurs. Jan Brueghel the Younger belonged to the third generation of a famous dynasty of painters. He was baptized in the St.-Joriskerk in Antwerp on 13 September 1601. His parents were Jan Brueghel the Elder (1568–1625), also known as “Velvet Brueghel,” and Isabella de Jode, daughter of the engraver Gerard de Jode.[1] His father was a famous and exceptionally successful painter who purchased a splendid house on the Lange Nieuwestraat in 1604. By that time, though, Jan had lost his mother, who had died the previous year. Soon thereafter his father took a second wife, Katharina van Marienberghe. Among the couple’s children was Ambrosius Brueghel (1617–75), who would also become a painter, and Anna Brueghel, the future wife of the famous artist David Teniers the Younger (1610–90). Jan Brueghel the Younger would father Jan Pieter and Abraham Brueghel, who constituted the fourth generation of this remarkable family of painters. Given his background it is hardly surprising that Jan became a painter. He received his first lessons from his father at the age of ten.
    [Show full text]
  • The Rediscovery of Pieter Bruegel the Elder's
    MA.DEC.Silva_Sellink.pg.proof.corrs:Layout 1 15/11/2011 15:22 Page 784 The rediscovery of Pieter Bruegel the Elder’s ‘Wine of St Martin’s Day’, acquired for the Museo Nacional del Prado, Madrid by PILAR SILVA MAROTO and MANFRED SELLINK 1. Wine of St Martin’s Day, by Pieter Bruegel the Elder. c.1566–67. Glue-size tempera on linen, 148 by 270.5 cm. (Museo Nacional del Prado, Madrid). IN NOVEMBER 2009 a painting on linen known as the Wine of (in reverse), which was commissioned by Abraham Brueghel St Martin’s Day (Fig.1) was brought to the Museo Nacional (1630/31–90), the great-grandson of Pieter Bruegel the Elder del Prado, Madrid, from a Spanish private collection with an (Fig.3). Abraham, who had settled in Italy, attributed the com- attribution to Pieter Bruegel the Elder (1525/30–69). The paint- position to his grandfather, Jan Brueghel the Elder (1568–1625), ing came to the Museum to be studied with a possible view to son of Pieter Bruegel the Elder.2 The existence of this engraving acquisition. Almost unknown, it had been mentioned by Matías suggests that at the time it was made, probably after 1670,3 Díaz Padrón in 1980 as a work by Pieter Brueghel the Younger Abraham Brueghel must have had access to a painted version of (1564–1638).1 At that date, Díaz Padrón, who was only familiar the composition (either the painting under discussion here or a with the painting from a black-and-white photograph, consid- copy), or, less probably, a drawing after it (Fig.4).4 ered it to be ‘the only complete repetition of the damaged The fragment in Vienna reproduces the right-hand side of the original’ by Pieter Bruegel the Elder, then thought to be the composition, with the scene of the saint dividing his cloak.
    [Show full text]