Exibart.Onpaper N.71

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Exibart.Onpaper N.71 Mensile - Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 Firenze Copia euro 0,0001 20 c. 2. art. 45% A.P. in Sped. - Mensile free | anno decimo | numero settantuno | gennaio-febbraio duemilaundici | www.exibart.com Arriviamo anche noi, probabilmente buoni ultimi, a saltare sul carro di Matteo Renzi. Abbiamo aspettato di averne motivo, a dire la verità. Abbiamo aspettato di avere tra le mani qualcosa di concreto per poter affermare che sì, questo amministratore esprime uno scatto innovativo alla governance necessaria per rendere credibili le nostre città. Di più: le nostre città d'arte. E non è né cosa facile, né cosa da poco. Come abbiamo avuto modo più volte di affermare, il problema, checché ne dicano gli specializzati nella disciplina di non centrare mai il punto, non è quello dei soldi che non ci sono. Come diavolo fa ad essere un problema ciò che a priori non c'è? Semmai è un dato di fatto. La questione, dunque, trasla altrove: ad esempio, toh, su come gestire meglio i soldi che ci sono; su come affrontare la burocratizzazione, i bizantinismi, la parcellizzazione delle competenze con conseguenti veti incrociati che rendono inattuabile qualsiasi tentativo di riqualificazione, di rifunzionalizzazione, di riforma. Trattato come un appestato da una sinistra indegna di un moderno Paese occidentale, Renzi non s'è spaurito a salire (o scendere?) nella reggia di Arcore. Il risultato si è visto: dopo un mese (e di mezzo c'erano anche le ªfeste”), Renzi è calato a Roma per firmare con Letta e Bondi un patto dai contenuti tanto semplici quanto rivoluzionari per un sistema ingessato come quello della nostra governance dei beni culturali. I confini tra i musei statali e quelli comunali, a Firenze, tenderanno a crollare. Gli introiti che i musei nazionali incamerano grazie all'enorme massa di turisti (moltitudine che però utilizza beni e servizi, a partire dalla pulizia della città, che è il Comune a dover pagare) verranno condivisi anche con l'ente locale. A partire da quest'anno, il 20% della bigliettazione di Uffizi & company verrà ªgirato” al Comune. Ma non girato in maniera banale, rischiando il trasferimento di questi cespiti su capitoli di spesa che nulla c'azzeccano col turismo e ciò che il turismo si aspetta: i circa 4 milioni l'anno saranno invece investiti per il contrasto all'abusivismo e la lotta contro i graffiti. Così l'accordo diventa un modello di gestione replicabile nella forma, e impeccabile nei contenuti, visto che descrive il decoro urbano come ciò che effettivamente oggi è:il problema delle nostre città d'arte. L'accordo è correlato da altre piccole svolte: una card complessiva per l'ingresso in ben 33 musei della città, la soluzione per alcuni teatri cittadini, un passaggio sul Maggio Musicale e il suo auditorium. Mentre si odono ancora gli echi di chi lo criticava per essersi recato nella dimora del capo del Governo, Renzi ha dichiarato dopo la firma dell'accordo: Seª questi sono i risultati, chiedo a Bonaiuti di fissarmi un altro appuntamento ad Arcore per fine gennaio”. Dove sbagliamo se diciamo che gli amministratori che ci interessano sono quelli che non badano a destra e sinistra, puntano diretti al risultato con il massimo del pragmatismo e soprattutto non guardano in faccia a nessuno pur di ottenere riforme e cambiamenti fondamentali al Paese per non inabissarsi definitivamente? (m. t.) 4retrocover Il sommario di questo numero è a pag. 26 sondaggi Catherine Opie sexybart sondaggi.exibart.com ED TEMPLETON di ferruccio giromini LA SFIDUCIA AL MINISTRO BONDI No, è stato un ministro niente male 3,49% Non sono certo sue le colpe per Pompei 10,48% Bondi pessimo, ma uguale ai suoi predecessori 16,59% Questo ministro va sfiduciato 69,43% i perche del mese vignetta METTI IN BANCA L’ESTEROFILIA Vienna, Bucarest, Istanbul. Tutte degne capitali, tutte città interessanti della la nostra cara vecchia Europa, tutti centri culturali (Istanbul sopra tutti gli altri, NON SOLO PERMASTEELISA non c’è partita!) di caratura internazionale dove è meritorio e opportuno in- Tutti quando si parla di queste cose vestire per una banca che voglia farsi benvolere sul territorio. Bene, detto fanno riferimento a Permasteelisa, questo, dobbiamo dire altro. E non ce ne vorranno gli amici che gestiscono la multinazionale veneta famosa per la comunicazione e le politiche culturali nella grande banca. Beh, il fatto è aver realizzato le pannellature del che non capiamo il perché UniCredit sembri privilegiare l’intervento all’estero OK Ed Templeton - - 1998 Guggenheim di Bilbao. Bisognerebbe approfondire un Bam and Michelle piuttosto che quello in Italia. Non capiamo, per esempio, come possa essere pochino di più i cartelli di cantiere quando si va a visita- possibile che un’azienda europea, ma italiana, sia presente in tutto il continen- re un nuovo museo. Ci si accorgerà che sono tante le Le “vie” della Street Art sono infinite. Soprat- te con grandi eventi mentre, nella città che è la sua sede, il neo Museo del aziende italiane che contribuiscono in maniera decisiva tutto se sai correre sulle rotelle giuste: cominci Novecento debba essere sponsorizzato dalla Merrill Lynch. alla riuscita di questi progetti. Dalle vernici agli impianti, con un home-made skateboard (“garage art”?) ai rivestimenti. IL RISTORANTE C’È MA NON SI VEDE e chissà dove vai a finire... Torna alla mente il Abbiamo baccagliato anni per far capire ai centri d’arte contemporanea che MILANO CE L’HA PICCOLO, PER FORTUNA ritornello canticchiato nel 1967 dagli indimenti- - sul modello dei migliori “competitor” stranieri - dovevano dotarsi di “servizi ag- Che avete capito? Milano ce l’ha piccolo... l’evento fieri- giuntivi” di livello. Che dovevano modulare la loro offerta culturale aggiungendo cati Giganti: “Oggi io non sono nessuno, domani stico! Piccolo, ma buono. Qualche nome? Aaf, Step09, anche elementi di intrattenimento alto come un bel bar o un ottimo ristorante, . Innocua Mia, Aam. Gli acronimi sono un poco ostici, ma dentro ci sono il Presidente della Repubblica” e ora ci fanno questo scherzo? Quale scherzo? Lo scherzo di realizzare i ser- sono le risposte che la classe creativa dà a una città che canzoncina che per via di questo messaggio fin vizi, ma di non farlo sapere. Non capiamo davvero il perché, infatti, il Maxxi non è riuscita a dotarsi di una fiera all’altezza. E allora abbia un ristorante e un bookshop (quest’ultimo anche piuttosto bello), ma troppo democratico fu censurata e addirittura eccole, alla carica, le piccole fiere: Step09 che miscela nulla di questo sia riportato sul suo sito. Non capiamo perché il Museo del bandita dalla Rai democristiana del tempo. Beh, anche il mondo della musica e del design; Mia che si Novecento abbia dato in gestione il suo servizio di ristorazione a un famoso appresta alla prima edizione in primavera e che dialoga Presidente della Repubblica magari no, però operatore milanese, ma che poi non ne parli neppure lontanamente nella sua con la fotografia; Arte Accessibile Milano che sdogana la pagina web. Non capiamo perché il nuovo ristorante del Macro, gestito anche da quelle solatie streets della California il giovin bella sede, griffata Renzo Piano, del Sole 24 Ore e che si dal Gambero Rosso, non dia in nessuna maniera la chance di reperire, sul sito ex-scapestrato Ed Templeton (Orange County, apre direttamente agli artisti. E infine Affordable Art Fair, del museo, il suo numero di telefono anche solo per effettuare una semplice format di successo internazionale da anni [vedi l’intervi- 1972), un’evoluzione dopo l’altra, salta diversi prenotazione... sta all’interno] che sbarca a Milano con grandi speranze. gradini della scalinata social-artistica e ora fila Tutti gli eventi, peraltro, puntano a rifunzionalizzare spazi, SOPRINTENDENZA BUNGA BUNGA che è un piacere. Skateboarder professionista? aprire nuove prospettive e farci porre una domanda: è Financo quando venne restaurata San Pietro in Vaticano lo sponsor ebbe la meglio una sola fiera “grande” o tante vivaci fiere piccole? All’inizio, sui diciott’anni. Ma già nel 1993 si in- sua parte di visibilità, com’è giusto che sia. In quell’occasione l’azienda era venta e si intesta la Toy Machine Bloodsucking Eni e il suo brand fu visibile sulla principale chiesa della cristianità durante RITRATTO DEGLI ANNI ZERO tutta la durata dei lavori che aveva cospicuamente contribuito a pagare. Ora Company per la produzione di skateboard deco- È una cosa bella che siano giovani curatori vogliosi di af- l’intervento privato pare si riesca a ripetere per il Colosseo: l’imprenditore fermarsi. È una cosa bella, per noi, che alcuni di loro rati. Artisticamente. Ecco la parolina magica. Da Diego Della Valle donerà 25 milioni di euro per restaurare il trasandatissimo siano anche “cresciuti” dentro o a fianco di Exibart. Ma semplice “grafico”, ma avvezzo ai salti acroba- Anfiteatro Flavio. Ci chiediamoperché , tuttavia, in una città che negli ultimi soprattutto è una cosa bella che gente nata nei pieni anni due anni è stata brutalizzata dall’installazione di 150mila impianti pubblicitari tici, Templeton si cimenta presto nella pittura e ‘80, invece di proporsi in modalità “filippini della critica” abusivi (il Comune complice in tutto e per tutto) venga negata a un mecenate (copyright Achille Bonito Oliva), tentino di riflettere su quel nella fotografia. E, coinvolto e avvolto nel Grand la possibilità di esporre il marchio delle sue aziende sul monumento che con- che c’è stato prima. E così, per esorcizzare, dominare, Barnum della fortunata mostra pluritinerante Be- tribuirà a riqualificare.
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