1 Sommario 1 PREMESSA ...... 4 2 INTRODUZIONE ...... 5

3 QUADRO NORMATIVO ...... 6

4 QUADRO CONOSCITIVO GENERALE ...... 8

5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL SITO DI PROGETTO ...... 10

6 PRESENZA DI AREE DI TUTELA PER LEGGE ...... 11

7 CARATTERISTICHE PROGETTUALI - AREA DI INTERSCAMBIO 2 ...... 13

7.1 DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO ...... 13

8 RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA ...... 14

8.1 STATO DI FATTO E CONTEST PAESAGGISTICO...... 14

8.2 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO: ...... 14

8.3 MORFOLOGIA DEL CONTESTO PAESAGGISTICO: ...... 14

8.4 UBICAZIONE DELL’OPERA: ...... 15

STRALCIO P.T.P.M. ABITATO DI ...... 15

8.5 OBIETTIVI DELL’INTERVENTO...... 16

9 LA PERTINENZA DEL PIANO PER L’INTEGRAZIONE DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI AL FINE DI PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE...... 17

10 CARATTERI AMBIENTALI INTERFERENTI COL PIANO ...... 19

10.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO ...... 19

10.2 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ...... 23

10.3 ASPETTI CLIMATICI E IDROLOGICI ...... 24

10.4 CARATTERI IDROGEOLOGICI DEL SOTTOSUOLO ...... 26

10.5 GEOLOGIA DI DETTAGLIO ...... 27

11 CONSIDERAZIONI AMBIENTALI PERTINENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO ...... 29

11.1 SISTEMA SUOLO ...... 29

11.2 SISTEMA URBANO ...... 29

12 LA RILEVANZA DEL PIANO PER L’ ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA NEL SETTORE DELL’ AMBIENTE ...... 31

12.1 SISTEMA IDRICO ...... 31

12.2 SISTEMA SUOLO ...... 32

12.3 SISTEMA ARIA ...... 32

12.4 SISTEMA ENERGETICO ...... 32

12.5 INQUINAMENTO ACUSTICO ...... 32

12.6 SISTEMA RIFIUTI ...... 33

12.7 LA BIODIVERSITÀ ...... 33

12.8 IL SISTEMA PAESAGGIO ...... 33

13 CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI E DELLE AREE INTERESSATE ...... 34

14 MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE DEGLI IMPATTI...... 36

14.1 IMPATTO PAESAGGISTICO...... 36

2 14.2 TUTELA DELLA RISORSA IDRICA...... 37

14.3 INQUINAMENTO DEI CORPI IDRICI...... 37

14.4 INQUINAMENTO ATMOSFERICO...... 37

15 CORRISPONDENZA TRA I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALEPRELIMINARE ED I CRITERI D ELL’ ALL. I DEL DECR. LG. N. 4/2008. 38

16 TABELLA SINOTTICA DELLE PRESSIONI SULL’AMBIENTE, SIA IN FASE DI CANTIERE, CHE DI REALIZZAZIONE...... 40

17 CONCLUSIONI ...... 41

3 1 PREMESSA

Il presente Rapporto Preliminare Ambientale è relativo ALLESTIMENTO INFRASTRUTTURALE TECNOLOGICO E FUNZIONALE DI NODO DI INTERSCAMBIO GOMMA-GOMMA E GOMMA-FERRO LOCALIZZAZIONE MONTALBANO SCALO FAL.

Pertanto si procede alle opportune verifiche, così da adempiere alle prescrizioni previste, ai sensi degli art. 6 c.3, ed art. 12 del D. Lgs. n. 4 del 16/01/2008, e s.m.i. e di conseguenza a redigere il Rapporto Preliminare Ambientale, secondo l’Allegato I, del su citato decreto legislativo.

La normativa invocata, specifica all’ art. 6 i piani da sottoporre a V.A.S., mentre, all’art. 12 i piani da sottoporre a Verifica di Assoggettabilità, individuando l’Autorità Competente e l’Autorità procedente, ovvero nel caso specifico:

- Autorità Procedente: Comune di Montalbano; - Autorità Competente: Regione Ufficio di Compatibilità Ambientale. La presente "Verifica di Assoggettabilità" pertanto, si rende necessaria per verificare se il presente intervento progettuale deve essere sottoposto alla procedura della Valutazione Ambientale Strategica, V.A.S.

Localizzazione del sito su foto aerea e CTR regionale

4 2 INTRODUZIONE

La stesura del Rapporto Ambientale Preliminare per l’allestimento tecnologico e funzionale di nodo di interscambio, focalizza i seguenti aspetti:

• descrizione del piano con gli interventi proposti;

• valutazione primaria dei possibili impatti sull’ ambiente circostante, sul patrimonio culturale e sul paesaggio;

Allo stesso tempo consente di individuare possibili interventi riconducibili allo sviluppo sostenibile e alla sostenibilità ambientale. Pertanto è necessario raccogliere e descrivere tutte le informazioni utili per una prima conoscenza del piano, degli interventi ad esso connessi e i relativi impatti ai sensi del D. Lgs. 16/01/2008, Allegato I. Le motivazioni della procedura adottata trova anche riscontro in una normativa europea più specifica in merito che va sotto il nome di Valutazione Ambientale Strategica. Questa indicata con l'acronimo V.A.S. è stata introdotta dall'Unione Europea con la Direttiva 2001/42/CE, concerne la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente e costituisce un'innovazione nel processo di formulazione della pianificazione territoriale. D'altro canto detta norma è coerente con i principi stabiliti dal Trattato Comunitario volti a perseguire la salvaguardia, il miglioramento e la tutela della qualità ambientale, la preservazione della salute dell'uomo e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Con la stessa Direttiva, infatti, si completa un lungo processo normativo e culturale che inizia con la Direttiva 85/337/CEE relativa alla Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) dei singoli progetti e continua con la Direttiva 92/43/CEE sulla Valutazione d’Incidenza Ambientale, finalizzata alla tutela della biodiversità nei Siti d'Importanza Comunitaria (S.I.C.)

5 3 QUADRO NORMATIVO

Lo stato dell'arte del quadro normativo nazionale in materia di Valutazione Ambientale Strategica e di urbanistica può essere così riassunto:

- legge urbanistica nazionale n° 1150 del 1942. - V.A.S., D.L. del 3 aprile 2006 n.152 di cui le disposizioni integrative del D.L. 16 gennaio 2008, n. 4, e del D. Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010. Lo schema dei D. Lgs. in materia ambientale prelude evidentemente alla costituzione di un Testo Unico per il coordinamento del quadro normativo e nella fattispecie per ciò che concerne l’art. 9 comma 4, nella proposizione “il proponente ha la facoltà di attivare una fase preliminare allo scopo di definire, in contraddittorio con l’autorità competente, le informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale”, e al comma 5 che prescrive la consultazione preventiva di tutte le autorità con specifiche competenze ambientali sul territorio in oggetto, in merito alla “portata” ed al livello di dettaglio delle informazioni da includere. Per gli effetti del comma precedente, in base agli esiti dell’esame e delle valutazioni, l’autorità preposta alla valutazione ambientale, entro novanta giorni dalla scadenza dell’ultimo termine utile per la presentazione dei pareri, emette il "giudizio di compatibilità ambientale". Il parere ambientale così formulato costituisce presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del piano o del programma.

Tuttavia, "Il giudizio di compatibilità ambientale" può essere anche condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del piano o programma con conseguente invito a proponente di produrre le varianti del caso.

In aggiunta alle norme sopra citate e da rilevare che la Regione Basilicata non ha ancora provveduto all'adeguamento del proprio ordinamento alle disposizione del Decreto Legislativo in oggetto e pertanto il quadro normativo di riferimento deve necessariamente considerare esclusivamente quanto contenuto nel D. Lgs. n° 152 del 03/04/2006 e nel D.L. n. 4 del 16 gennaio 2008. Ciò non ostante la Regione Basilicata è dotata di legge Regionale sul Governo del Territorio di cui: Legge Regionale 11 agosto 1999, n. 23 "TUTELA, GOVERNO ED USO DEL TERRITORIO" (B.U.R. 20 agosto 1999, n. 47) e relativo regolamento di attuazione di cui alla Delibera di Giunta Regionale 24 marzo 2003, n.512, "Approvazione regolamento di attuazione L.R.11/8/1999 n.23" e nella Versione definitiva del marzo 2003 "Delibera di Giunta Regionale 22/12/2003 n.2454".

6 La procedura di " Verifica di assoggettabilità a V.A.S." si atterrà a quanto citato nell'articolo 12, comma 1, D. Lgs. n° 4/2008 e s.m.i. e in particolare a quanto stabilito nell'allegato I che elenca le seguenti valutazioni:

• Aspetti riguardanti lo stato attuale dell’ Ambiente,

• Segnalazione delle aree degradate e/o problematiche; • Esplicitazione dei possibili effetti significativi sull’ ambiente; • Verifiche degli impatti su aree o paesaggi di valore comunitario;

• Descrizione delle caratteristiche delle aree e dei relativi impatti.

Oltre a quanto sopra elencato si terrà conto di:

• Carta Regionale dell’ Uso del Suolo,

• Piano Stralcio dell’ Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata;

• Regolamento Urbanistico Comunale;

• Legge Regione Basilicata n. 23 del 1999 art. 16. Si farà altresì riferimento a:

• STUDIO GEOLOGICO EFFETTUATO DALLO SCRIVENTE • CARTA CTR • CARTA PEDOLOGICA • CARTA RETE NATURA • RISCHIO IDRAULICO • CARTA USO DEL SUOLO

7 4 QUADRO CONOSCITIVO GENERALE

Il Fondo Europeo di Sviluppo regionale (FESR) 2007-2013 si propone di ridurre lo scarto esistente fra i vari livelli di sviluppo delle Regioni europee e consentire di recuperare il ritardo accumulato dalle regioni meno favorite ed individua le azioni che possono beneficiare di un finanziamento adeguato. La regione Basilicata nel Piano Operativo-Fondo Europeo di Sviluppo regionale (FESR) 2007- 2013 (art 37.1.c del Regolamento Generale) ha previsto l’Asse I-Accessibilità che persegue l’obiettivo generale di assicurare ai cittadini ed alle imprese residenti standard elevati di accessibilità e di qualità dei servizi per la mobilità di persone e merci attraverso il potenziamento delle reti di trasporto e dei servizi logistici. Più nello specifico, gli ambienti di intervento previsti per tale Asse dovrebbero tre l’altro, promuovere la mobilità integrata di persone rafforzando l’intermodalità delle reti di trasportistiche contribuendo ad una mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente. L’Asse prioritario I’Accessibilità si articola in quattro obiettivi specifici a loro volta suddivisi in distinti obiettivi operativi, in particolare interessano: • L’obiettivo specifico I.4 – Potenziamento della mobilità regionale passeggeri; • l’obiettivo operativo I. 4.1- Allestimento infrastrutturale e funzionale di nodi di interscambio gomma-gomma e gomma-rotoia. Considerato che la programmazione regionale e provinciale in materia di trasporti e mobilità ha, da tempo, sottolineato l’urgenza di sviluppare l’interoperabilità tra le differenti reti trasportistiche la linea di intervento dell’obiettivo I.4.1., che interessa con riferimento alle Aree di interscambio, è quella relativa alla realizzazione di aree e piattaforme attrezzate per il raccordo intermodale dei trasporti sia su gomma che su rotaia attraverso interventi- codici n. 26 trasporti multimodali e n. 28 sistemi di trasporto intelligenti- di infrastrutturazione fisica e di adozione di attrezzature tecnologiche avanzate tali da migliorare l’offerta trasportistica regionale e ridurre il ricorso al trasporto privato. • Beneficiari degli interventi relativi alla linea di intervento prima citata sono le Amministrazioni provinciali, anche in partnership con altri operatori del settore (ANAS spa, RFI spa, nonché enti e soggetti concessionari di specifici servizi e/o Infrastrutture). • Relativamente all’obiettivo operativo I.4.1. la Provincia di , a seguito di una intesa interistituzionale promossa dal dipartimento Infrastrutture Mobilità della regione Basilicata, ha predisposto un Piano per la realizzazione di n. 5 Aree di interscambio dell’importo complessivo di €. 2.330.00,00. La Regione Basilicata successivamente, con nota n. 1888546 del 24/10/2012, comunicava alla Provincia di Matera che sulla linea di intervento 1.4.1.A Realizzazione di aree e piattaforme attrezzate per il raccordo intermodale dei trasporti sia su gomma che su rotaia” non vi erano disponibili risorse finanziarie. La stessa regione Basilicata ha di seguito comunicato che i fondi potevano essere reperiti sulle risorse rivenienti dalla legge n. 151/81 per un importo di €. 1.450.300,02 pertanto nel nuovo piano le aree da realizzare sono n. 3 anziché n.5 per un importo di €. 1.450.300,00. 8 Le tre aree di interscambio, sotto riportate, saranno allocate negli snodi fondamentali della rete del servizio di trasporto pubblico locale del territorio provinciale, allocazione, peraltro condivisa dall’Associazione di categoria delle imprese di trasporto della Basilicata: • -Area di interscambio 1 Scalo Grassano--

• Area di interscambio 2 Montalbano Scalo Fal- Bivio Frascarossa

• Area di interscambio 3 Scalo

L’area di interscambio è un particolare impianto fisso funzionalmente attrezzato e costituito, essenzialmente, dal piazzale (formato dalle corsie per la circolazione dei veicoli e dai marciapiedi o banchine per le persone) e dal fabbricato viaggiatori (con locali di attesa e di servizi).

9 5 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL SITO DI PROGETTO

L’area interessata dal presente progetto, da sottoporre a variante urbanistica in quanto ubicato in zona agricola, secondo il vigente R.U. del Comune di Montalbano Jonico, è ubicata lungo la SS 598 a circa 15 Km dalla SS 106 e circa 5 Km dall’abitato di Montalbano Jonico (MT).

Essa è situata in prossimità della Strada Statale Val D’Agri e l’incrocio che porta a Peschiera e non si riscontrano particolari vincoli tipologici e paesaggistici preesistenti ed è libera da intralci e servitù di qualsiasi natura tali da poterne impedire la trasformazione.

L’area si presenta regolare e pianeggiante e si sviluppa ad una quota altimetrica di circa 74 s.l.m.

DISTANZA IN LINEA D’ARIA DALLA SS 106

DISTANZA DAL CENTRO ABITATO DI MONTALBANO JONICO

10 6 PRESENZA DI AREE DI TUTELA PER LEGGE

L’intero territorio comunale di Montalbano Jonico è stato dichiarato, con Decreto del ministero per i Beni Culturali e Ambientali del 11.04.1968 e successivo D.M. del 18.04.1985 di notevole interesse pubblico.

L’ area interessata dall’intervento in oggetto è inserita in un contesto antropizzato, privo di particolari vincoli tipologici e paesaggistici preesistenti con giacitura pianeggiante ed è libera da intralci e servitù di qualsiasi natura tali da poterne impedire la trasformazione.

11 L’area interessata non rientra tra quelle ricomprese nella Riserva naturale speciale Calanchi.

L’area interessata non rientra tra quelle ricomprese nelle aree vincolate dal Pai di Basilicata.

12 7 CARATTERISTICHE PROGETTUALI - AREA DI INTERSCAMBIO 2

7.1 DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO

Il Piano Regionale dei Trasporti, approvato con delibera di C.R. n. 544 del 21-12-2016, in una logica intermodale della rete dei servizi che la Regione Basilicata intende adottare, ha confermato la realizzazione delle aree di interscambio già pianificate dalla Provincia di Matera, preso atto della determinazione n. 208 del 5-2-2019 con la quale si è preso atto del relativo protocollo d’intesa tra Regione Basilicata e Provincia di Matera.

13 8 RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

8.1 STATO DI FATTO E CONTEST PAESAGGISTICO.

La presente Relazione si riferisce alla richiesta per la Realizzazione di un ALLESTIMENTO INFRASTRUTTURALE TECNOLOGICO E FUNZIONALE DI NODO DI INTERSCAMBIO GOMMA- GOMMA E GOMMA-FERRO. LOCALIZZAZIONE MONTALBANO SCALO FAL.

RICHIEDENTE: PROVINCIA DI MATERA TIPOLOGIA DELL’OPERA: intervento all’interno del Regolamento Urbanistico Zona Agricola OPERA CORRELATA: Realizzazione di un allestimento infrastrutturale tecnologico e funzionale di nodo di interscambio gomma-gomma e gomma-ferro. Localizzazione Montalbano Scalo FAL. CARATTERE DELL’INTERVENTO: L’intervento ha carattere permanente fisso. DESTINAZIONE D’USO: Infrastrutture USO ATTUALE DEL SUOLO: Agricolo

8.2 CONTESTO PAESAGGISTICO DELL’INTERVENTO:

Il territorio di Montalbano Jonico è parte integrante della zona comunemente conosciuta come “Piana Metapontina”, caratterizzata da una successione di terrazzi marini che, dai 400 metri di quota, scendono gradatamente verso il Mar Ionio. Il nucleo Urbano di Montalbano Jonico è di circa 290,00 mt sul livello del Mare.

8.3 MORFOLOGIA DEL CONTESTO PAESAGGISTICO:

Dal punto di vista geomorfologico l’area è situata in un area pianeggiante che ha una quota topografica media compresa nell’ intervallo tra 70-75 metri sul livello medio del mare dal quale dista circa18km. L’assetto morfologico attuale dell’area, assieme al suo contesto paesaggistico, può essere considerato stabile e definitivo. Non si riscontrano, da un’indagine visiva, da conoscenze bibliografiche e soprattutto dall’analisi della carta dei vincoli, elementi geomorfologici di rilievo nel contesto in cui si andrà ad operare.

14 8.4 UBICAZIONE DELL’OPERA:

L’ area su cui sarà realizzato il nodo di interscambio è situata in prossimità della Strada Statale Val D’Agri e l’incrocio che porta a Craco Peschiera. STRALCIO P.T.P.M. ABITATO DI MONTALBANO JONICO

15 Descrizione dell’intervento. Un’area d’interscambio è un particolare impianto fisso funzionalmente attrezzato e costituito, essenzialmente, dal piazzale (formato dalle corsie per la circolazione dei veicoli e dai marciapiedi o banchine per le persone) e dal fabbricato viaggiatori (con locali di attesa e servizi). L’intervento in progetto non contempla la costruzione del fabbricato viaggiatori, ma la costruzione prefabbricata del blocco servizi e un piccolo chiosco- bar per i viaggiatori. L’intervento prevede la costruzione di un piazzale pavimentato con l’impiego di conglomerato bituminoso. Inoltre include: • la realizzazione di marciapiedi di scambio, coperti con pensiline di acciaio aperte, per la salita e discesa dei viaggiatori dagli autobus, panchine cestini getta rifiuti e spegni cicche; • la realizzazione di marciapiedi ed attraversamenti pedonali opportunamente posizionati per ridurre le interferenze tra il traffico veicolare e quello pedonale e altre segnalazione affinchè l’area sia in sicurezza; • la realizzazione di stalli per la sosta degli autobus n. 5 e delle autovetture comprese tre sosta per diversamente abili. In particolare, la sosta è prevista nel senso di marcia in modo da agevolare sia la fermata e sia la ripartenza dei mezzi con la migliore visibilità in ogni fase di manovra; • il collocamento lungo i marciapiedi di pensiline chiuse aventi la funzione di locali di attesa per i viaggiatori; • il posizionamento di panchine, paline informative intelligenti a servizio degli utenti; illuminazione del piazzale e dell’incrocio con idoneo impianto di illuminazione, • impianto di raccolta acque di prima pioggia; • fossa biologica per blocco servizi igienici e chiosco-bar; • Totem per orari arrivi e partenze autobus.

8.5 OBIETTIVI DELL’INTERVENTO.

La realizzazione di un’ Area di interscambio consente l’effettuazione degli interscambi

tra i servizi pubblici di trasporto in piena sicurezza di esercizio aumentando, nel contempo, il

comfort dei viaggiatori negli eventuali periodi di attesa degli autobus. Tale risultato è ottenuto,

non solo ottimizzando gli schemi circolatori di veicoli e persone al fine di ridurre le interferenze,

ma anche dotando le Aree di interscambio di idonei elementi di arredo quali: pensiline

aperte e chiuse, panchine, paline informative intelligenti, cestini per i rifiuti, ecc.

16 9 LA PERTINENZA DEL PIANO PER L’INTEGRAZIONE DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI AL FINE DI PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE.

Nella fase istruttoria del "Rapporto Ambientale Preliminare", è fondamentale effettuare la

comparazione degli Obbiettivi di Sostenibilità Ambientale con il Piano da attuare e cioè

verificare l’effettiva applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio

per lo scenario futuro, compatibilmente con le risorse impiegate.

Rivestono, a questo punto fondamentale importanza, gli obbiettivi di protezione ambientale

derivanti dalle normative comunitarie, ovvero:

• Manuale per la Valutazione Ambientale dei Piano di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali UE (Commissione Europea DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1988);

• Obbiettivi del Consiglio Europeo di Barcellona 2002;

• Obbiettivi della Strategia di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia (Del CIPE 02/08/2002);

• Obbiettivi desunti dalla L. Reg. n. 23/1999; L'attuazione di una politica di sviluppo locale, nel caso in esame ci si conforma a quanto dettato dalla L.R. Basilicata n. 23/1999, ovvero alle seguenti linee guida:

• Minimizzazione dell’ utilizzo delle risorse non rinnovabili;

• Mantenimento e miglioramento del suolo e delle risorse idriche;

• Mantenimento e miglioramento del patrimonio storico e culturale;

• Mantenimento e miglioramento della qualità dell’ ambiente locale;

• Mantenimento e miglioramento dell’ integrità del paesaggio;

• Miglioramento della protezione del suolo dai rischi idrogeologici.

Nello studio e nella elaborazione del rapporto preliminare sono altresì state poste alla base le seguenti premesse e considerazioni:

17 ➢ Rispetto degli standard urbanistici delle volumetrie e delle altezze in conformità agli strumenti urbanisti comunali nella logica della ottimizzazione dei suoli;

➢ Inserimento del Piano all’ interno del Bilancio Urbanistico nel rispetto degli standard per le attrezzature commerciali e il tempo libero, perseguendo obbiettivo di pianificazione che tende a salvaguardare il territorio sia per quanto riguarda l'edilizia diffusa in modo convulsivo e speculativa che il consumo stesso del suolo;

➢ Adeguamento dell'attuale rete stradale, relativamente all'accesso all’area e potenziamento della viabilità esistente;

18 10 CARATTERI AMBIENTALI INTERFERENTI COL PIANO

10.1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO L’area fa parte del Foglio Geologico in scala 1:50.000 N. 507 “Pisticci” di cui occupa una modesta porzione sita nella zona centrale del foglio. Alla luce della conoscenze geologiche per il sito d’intervento, e sulla scorta del rilevamento eseguito direttamente in loco al fine di verificare le condizioni geologiche, morfologiche e idrogeologiche dei terreni coinvolti, è possibile inquadrare l’area nel contesto geologico- strutturale di carattere regionale dell’Avanfossa bradanica, ossia di quel bacino di sedimentazione plio-pleistocenico, compreso fra la Catena appenninica e l'Avampaese apulo, individuatosi al fronte della catena in formazione.

Carta geologica schematica dell'area di studio (con cerchio rosso)

L'evoluzione tettonico-sedimentaria (Ciaranfi et alii, 1979) di questo bacino, costituitosi dopo le fasi tettoniche tortoniana e messiniana, è caratterizzata dalla migrazione verso est degli assi di subsidenza e delle relative depressioni, in seguito anche all'avanzamento di una coltre alloctona, sui sedimenti del Pliocene 19 inferiore e medio. Nel Pliocene superiore-Pleistocene inferiore il bacino è stato interessato prima da una marcata subsidenza, poi (a partire dal Siciliano) da un graduale sollevamento.

La definitiva emersione dell'area (Ricchetti, 1980) fu connessa con gli squilibri isostatici provocati dalla tettogenesi appenninica e dalla presenza di notevoli spessori di depositi a bassa densità accumulatisi nell'area della Fossa bradanica. L'aggiustamento isostatico fu accompagnato dagli effetti smorzati di spinte tangenziali tardive della tettogenesi appenninica.

Schema Geologico della Fossa Bradanica

Più recenti studi di tipo stratigrafico e paleogeografico, riguardanti l'area della Fossa bradanica, mostrano un nuovo quadro evolutivo del bacino durante il Pleistocene, con depositi della parte alta della successione bradanica che non vengono più distinti e interpretati secondo lo schema classico del ciclo regressivo, ma vengono differenziati in tre gruppi ricadenti a loro volta in tre distinti settori (A, B1, B2), in considerazione del fatto che essendosi il bacino colmato da N-NO a S-SE, ed essendo i depositi disposti a quote decrescenti secondo tale direzione, questi possiedono età e caratteri di facies variabili da nord a sud. Perciò i processi deposizionali relativi alla parte alta della successione bradanica, di tipo progradazionale, sono il risultato di un bacino in evoluzione da NO a SE, per cui i sedimenti della zona centro-settentrionale si sono deposti prima di quelli della zona meridionale.

20 Questa rappresenta quindi una testimonianza della paleo-superficie di colmamento, non più intesa come un episodio di chiusura coevo per l’intero bacino bradanico, ma riconducibile ad una piana costiera in accrescimento graduale verso SE. Le litologie del riempimento, in gran parte sepolte, precedentemente descritte, in accordo con Balduzzi et al. (1982), rappresentano successioni attribuite principalmente ad apporti terrigeni che nel corso del tempo colmano la fossa da nord-ovest verso sud-est (Casnedi, 1988). Sono riconosciuti diversi stadi del riempimento caratterizzati dalle relative successioni: pre-torbiditica, torbiditica, post-torbiditica. La successione più profonda, nel bacino è quella pre-torbiditica, rappresentata dalle emipelagiti dell’intervallo argilloso-marnoso di base (Balduzzi et al., 1982; Casnedi, 1988; Tropeano et al., 2002) che secondo Casnedi et al. (1982) indicherebbe l’evento di massima subsidenza. L’evento intermedio caratterizzato dal riempimento da parte delle torbiditi s.s. e olistostromi (Casnedi et al., 1982), è quello più importante, in quanto lo spessore delle successioni è molto elevato, presenta una evoluzione da nord-ovest verso sud-est, si sviluppa soprattutto nel bacino lucano durante il Pleistocene Inferiore ed è rappresentato dall’intervallo sabbioso-argilloso sensu Balduzzi et al. Il terzo evento, quello post-torbiditico, è rappresentato dalla deposizione delle emipelagiti (Balduzzi et al., 1982; Casnedi, 1988; Tropeano et al., 2002) che vede il colmamento generale delle depressioni e l’insorgere di fenomeni regressivi diffusi; la morfologia del fondo marino tende ad appiattirsi e la sedimentazione assume un andamento debolmente positivo, con depositi progressivamente più fini verso l’alto (Casnedi et al., 1982). A causa del sollevamento regionale, che induce una regressione forzata, questi ultimi depositi si sviluppano nel Pleistocene Medio-Superiore (Tropeano et al., 2002), e le emipelagiti nella parte alta vengono sostituite da depositi sabbioso-conglomeratici di ambiente di transizione e/o alluvionale, che formano corpi progradanti in contatto transizionale o erosivo sui sedimenti sottostanti (Pieri et al., 1994).

21

Stralcio Geologico dell’area (con cerchio rosso) Stralcio del Foglio Geologico N. 507 “Pisticci” della Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000 [in corso di stampa] Via via che l'area è emersa, è iniziata anche l'erosione dei corsi d'acqua, con la formazione dei depositi alluvionali, abbandonati sui versanti, come depositi fluviali terrazzati, in seguito all'approfondimento del reticolo idrografico. Questi terrazzi sono costituiti da materiali poligenici: le loro superfici pianeggianti sono coperte da lembi residui di depositi alluvionali e sono limitate verso il fondo valle da scarpate, spesso ripide, lungo le quali affiorano le Argille subappennine (Boenzi, 1971). 22 Llimitatamente alle aree prossime o corrispondenti alle incisioni fluviali presenti nell’area, sono presenti coperture di depositi limoso-sabbiosi di natura alluvionale di origine antica o recente. In particolare, quelli più antichi, indicati in bibliografia come “Depositi alluvionali terrazzati” (Pleistocene), affiorano a varie quote ed in estesi lembi nella parte medio-inferiore dei versanti. Trattasi di depositi generalmente coerenti, costituiti da sabbie fini e limi di colore avana o marroncino, a luoghi grigio-nerastri, con intercalazioni di sottili lenti o livelli di ciottoli poligenici che in alcuni tratti diventano prevalenti. Lo spessore di questi depositi è molto variabile, superando, localmente, alcune decine di metri.

10.2 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Dal punto di vista morfologico, questo tratto di Fossa bradanica che corrisponde alla parte medio bassa del bacino idrografico dei fiume Agri, costituendo un esteso affioramento di depositi plio-calabriani in prevalenza argillosi, mostra un complesso di forme riconducibili sia all’erosione che al di deposito fluviale. Le maggiori incisioni sono separate da dorsali che nella porzione topograficamente più elevate conservano tratti di un fondo marino tardo-calabriano, in forma di lembi residui di altopiano (ad esempio rilievi tabulari di Montalbano). Nel post-calabriano il ritiro del mare fu, infatti, alternato a fasi di arresto e a brevi avanzate. Con il progredire dell’emersione, l’intera area della Fossa fu soggetta a intensi fenomeni di degradazione (erosione, frane e colate di fango). L’originaria leggera inclinazione verso mare dei lembi di superficie residuale è stata leggermente modificata dai recenti movimenti tettonici. Effetti di una erosione selettiva legata a condizioni litologiche si notano in molte zone attigue all’area d’intervento come, ad esempio nei versanti variamente inclinati, calanchizzati, che si incontrano nelle zone di affioramento delle Argille subappennine. La genesi di queste forme è strettamente legata a differenti fattori, quale il forte sollevamento quaternario di queste aree, i caratteri litologici delle argille subappennine, l’assetto strutturale delle stesse, e l’esposizione dei versanti rispetto ai punti cardinali. L’azione erosiva che porta alla formazione dei calanchi è innescata prevalentemente dall’azione combinata del sole e dell’acqua piovana; il primo surriscalda la parte superficiale dell’argilla provocandone lo screpolamento (rappresentato da una fitta rete di fessure da dissecamento), la seconda, infiltrandosi e circolando all’interno delle suddette fessure, provoca la disgregazione meccanica e la conseguente erosione delle argille.

23 Le parti medio-alte dei versanti costituiti da terreni argilloso-siltosi sono scolpite da una moltitudine di profonde e strette incisioni con profilo trasversale a V (che si sviluppano con geometria “radiale” o a “pettine») separate da stretti crinali a “lama di coltello” e da guglie aguzze. in corrispondenza di sedimenti sabbiosi si sviluppano invece pareti verticali fino ad alcune decine di metri di altezza, probabilmente legate all’arretramento del versante in seguito a frane da crollo. Le zone ricadenti nella parte bassa dei versanti sono caratterizzate da incisioni meno profonde e da piccoli rilievi tondeggianti (forme mammellonari e a dorso di elefante). Non mancano, infine, fenomeni di erosione pseudocarsica ipogea, tipica delle aree argilloso-siltose; queste forme rappresentate da inghiottitoi e canali sotterranei sono geneticamente legate alle acque di corrivazione superficiale che si infiltrano nella parte alterata delle argille. Le alluvioni più prossime al limite vallivo risultano a quota più elevata rispetto al talveg attuale dell’asta drenante principale che, in questo tratto, presenta caratteristiche di braided stream che si manifesta in corsi d'acqua dotati di un elevato carico di sedimenti e/o caratterizzati da un cambio di pendenza in corrispondenza dell'uscita sulla pianura dopo un tratto montano. Questo perché con la riduzione della pendenza l'energia fornita dalla corrente non è più sufficiente al trasporto della maggior parte dei materiali che il fiume fino ad allora era stato in grado di convogliare verso valle. Questi ultimi vengono quindi deposti in alveo con la conseguente formazione di isole ghiaiose e ciottolose le quali ostacolano lo scorrimento del fiume e lo costringono a dividersi in numerosi canali secondari intrecciati tra di loro.

10.3 ASPETTI CLIMATICI E IDROLOGICI Dal punto di vista climatico il territorio in questione è di tipo mediterraneo con temperature medie mensili sempre al di sopra dello zero, precipitazioni concentrate in autunno ed inverno ed un periodo lungo di aridità durante l’estate che incide notevolmente sull’attività della vegetazione. I valori medi di precipitazioni piovose sono di 682 mm con 62 giorni piovosi. Dicembre è il mese più piovoso, con 97 mm, agosto, con 17 mm, ha le precipitazioni più basse. La temperatura media annuale si aggira intorno ai 16°C. Le temperature medie minime si hanno in gennaio con 7,7°C e le massime in luglio ed agosto 25,4°C.

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Andamento delle temperature alla stazione meteorologica di Montalbano Jonico

I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato la presenza di un consistente periodo di deficit idrico che interessa i mesi di luglio ed agosto, e parzialmente i mesi di giugno e settembre. L'analisi del pedoclima (Billaux 1978), considerando suoli con AWC pari a 100, 150 e 200 mm, ha identificato un regime di umidità dei suoli xerico. Il regime di temperatura dei suoli è termico. La classificazione del clima secondo la formula climatica proposta da Thornthwaite, riferita ad un AWC di 150 mm, ha condotto alla formula climatica C1B'2wb'4, che indica un clima subarido (C1) con indice di aridità pari a 36, secondo mesotermico (B'2) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua di 844 mm. Il clima si caratterizza quindi per un deficit idrico estivo, un eccesso idrico invernale (w, con indice di umidità di 17), e una concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 51% (b'). La precipitazione annuale media colloca il settore studiato in una fascia tra le meno piovose della Basilicata; al contrario, considerando per la stessa fascia di territorio le precipitazioni giornaliere massime, esse assumono un notevole significato soprattutto se rapportate all'intensità dei processi erosivi in atto ed al dissesto idrogeologico che la ha storicamente caratterizzata. Dal confronto delle linee di tendenza, calcolate per il periodo di tempo considerato (1923- 2000), ed ottenute per i grafici dell'Intensità annuale delle precipitazioni (rapporto tra precipitazioni totali annue Pt e il numero di giorni piovosi totali annui Gp) e del numero di giorni piovosi totali annuali scaturisce un marcato aumento dell'intensità delle precipitazioni ed una progressiva diminuzione del numero di giorni piovosi (Gp).

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Diagrammi pluviometrici della stazione meteorologica di Montalbano Jonico

Tale aspetto evidenzia, in realtà, un progressivo incremento dei processi erosivi lineari a causa della maggiore aggressività degli eventi meteorici sul territorio. I periodi più secchi sono quelli che vanno dalla metà di maggio fino all’inizio di settembre, mentre i rimanenti periodi dell’anno sono umidi.

10.4 CARATTERI IDROGEOLOGICI DEL SOTTOSUOLO I dati bibliografici, le osservazioni dirette in sito ed i risultati della campagna di indagini geognostiche consentono una differenziazione dei terreni in complessi idrogeologici principali. Ciascun complesso va inteso come insieme di litotipi simili, aventi una comprovata unità spaziale e giaciturale, un tipo di permeabilità prevalente in comune ed un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto. Pertanto l’identificazione idrogeologica, basata sui caratteri litologico-strutturali delle unità affioranti, ha consentito di circostanziare il differente grado di permeabilità dei terreni, da cui derivano comportamenti assai variabili nella modalità e nella misura con le quali le acque di provenienza meteorica li interessano e si infiltrano nel sottosuolo. La zonazione proposta, individua tre complessi idrogeologici, ciascuno contraddistinto da una classe litologica prevalente, che si identificano con altrettante classi di permeabilità: 26 • Complesso argilloso: rappresentato dalle formazioni delle Argille subappennine, praticamente impermeabile; • Complesso dei depositi alluvionali: rappresentato da Depositi alluvionali recenti ed attuali e da Depositi alluvionali terrazzati, con grado di permeabilità estremamente variabile da luogo a luogo tra alto a medio; • coltri detritiche: permeabili per porosità con grado di permeabilità medio-basso.

Le caratteristiche idrogeologiche dei terreni terrazzati sono contraddistinte, quindi, da permeabilità primaria complessivamente media, sebbene il grado di permeabilità localmente possa abbassarsi sino a divenire nullo per i livelli limoso – argillosi e per il substrato argilloso, che generalmente costituisce il livello base degli acquiferi dell’area. Localmente sono stati segnalati livelli ghiaiosi riconducibili a paleo alvei, intrappolati in terreni limoso - argillosi, sede di falde acquifere in genere confinate o semi-confinate, talvolta sospese e non connesse idraulicamente, generalmente di modesta portata, ripartite in modo complesso, in più orizzonti permeabili.

10.5 GEOLOGIA DI DETTAGLIO

Il riconoscimento superficiale dei litotipi affioranti nel settore d'interesse è avvenuto per mezzo del rilievo geologico di dettaglio esteso ad un territorio ben più ampio dell’area d’intervento, che ha consentito di ricavare utili informazioni di base per la definizione del modello geologico del sottosuolo. Dall'alto verso il basso sono stati riconosciuti:

RIPORTI ANTROPICI: di natura essenzialmente ciottolosa, costituiscono il corpo dei rilevati stradali e ferroviari presenti nel settore.

DEPOSITI CONTINENTALI: di natura sabbioso-terrosa, per lo più di colore rosso, ricoprono una vasta area della superficie del terrazzo marino ubicato verso nord esternamente alla zona d’intervento. Si tratta di depositi che marcano un periodo a clima più caldo rispetto all'attuale (interglaciale), indicando un fenomeno di pedogenesi di tipo lateritico specifico di aree sub-tropicali. Il contatto con la sottostante unità è molto irregolare e talvolta graduale, e per questo è indicato in carta geologica con tratteggio. Lo spessore, anch'esso poco continuo, non sembra superare i due metri.

ALLUVIONI TERRAZZATE: con tale definizione, da intendersi in senso lato, ed in accordo con quanto riportato nella Cartografia Geologica Ufficiale sono state indicate sia le alluvioni recenti di sinistra idrografica del fiume Agri, che le alluvioni attuali, per lo più grossolane, che costituiscono il letto alluvionale delle principali incisioni lineari che dissecano il settore. In linea generale si tratta di sedimenti a spiccato comportamento plastico, dove la frazione più fine (limi ed argille) è comunque sempre ben rappresentata. Non mancano zone a prevalente componente sabbiosa, con orizzonti e lenti di sabbie fini e talvolta ghiaie, che marcano specifici episodi deposizionali con apporti più grossolani. La morfologia dell'area inibisce la presenza di affioramenti di una certa importanza, e le descrizioni dei 27 litotipi prevalenti provengono essenzialmente dai dati delle indagini dirette o da pareti erosive esposte. Lo spessore di questi sedimenti e dell'ordine di alcune decine di metri.

ARGILLE GRIGIO-AZZURRE: presenti esternamente all’area d’intervento sono state intercettate unicamente nel corso di perforazioni di sondaggio eseguite nella, sono rappresentate da argille, argille limose ed argille marnose di colore grigio – azzurro alle quali si intercalano livelli sabbiosi più o meno potenti. Marcano una sedimentazione di ambienti più distali, riferiti a zone di mare più profondo, costituendo la base del ciclo deposizionale regressivo dell’area. Gli episodi clastici, che marcano sporadiche o locali alimentazioni, presentano una variabilità spaziale con caratteri granulometrici tipici dei depositi di transizione, dove si osserva la concentrazione delle frazioni più grossolane in prossimità delle aree di apporto terrigeno mentre le frazioni fini, limoso – argillose sono relegate alle aree a minore energia. Costituiscono il substrato del settore, che nella zona direttamente interessata dal progetto in questione, è ubicata intorno ai 20-30 metri di profondità.

28 11 CONSIDERAZIONI AMBIENTALI PERTINENTI ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

11.1 SISTEMA SUOLO La natura geologica del suolo, di tipo limosa argillosa si estende fino alla profondità di 22 ml circa dal piano di campagna;

La falda acquifera ha una soggiacenza di circa 26 m, pertanto nei periodi di forti, intense e prolungate precipitazioni è improbabile che si possa verificare un innalzamento della piezometrica fino al livello di campagna.

11.2 SISTEMA URBANO L'intervento di cui trattasi per le sue caratteristiche induce i seguenti fattori di criticità:

✓ La pressione antropica sul territorio; ✓ I movimenti di terra, anche se moderati; ✓ Il consumo di suolo; ✓ I consumi energetici; ✓ Incremento del traffico veicolare; ✓ La produzione di rifiuti solidi urbani; ✓ Emissioni sonore; ✓ Regimazione delle acque di ruscellamento;

Inoltre non ci saranno interazioni:

✓ Con le qualità ambientali e paesaggistiche dell’ area, del nucleo abitato di Montalbano; ✓ Con aree verdi marginali, costituite da vegetazione arborata, degli insediamenti collinari, dei comuni limitrofi; ✓ Non sono da considerarsi rilevanti i problemi relativi alle acque di ruscellamento, in quanto nel progetto sono previste ampie misure di compensazione, quali una naturale pendenza del terreno con la raccolta delle acque in apposite canalette confluenti in vasche di laminazione; ✓ L’ area in esame non ricade in nessun vincolo; ✓ Nelle immediate vicinanze dell’area non ci sono zone di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali Zone designate come di Protezione Speciale, per la conservazione di uccelli selvatici, e quelli classificati, come Siti di Importanza Comunitaria, per la protezione degli habitat naturali, e della flora e della fauna selvatica, nonchè di territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità; ✓ Non sono di rilevanti le modifiche al naturale andamento orografico del terreno per l’ esecuzione degli interventi, in quanto le pendenze sono di lieve entità;

29 ✓ Si prevedono tutte le opere necessarie per lasciare inalterate le caratteristiche dei terreni adiacenti;

✓ Non sono comprese nel progetto attività dannose alla salute umana, né per tipologia né per dimensioni. Non si prevedono attività che impiegano materiali tossici né sono contemplate attività con emissioni nocive in atmosfera;

✓ Per quanto riguarda la produzione di rifiuti soli urbani, le attività si adegueranno al Piano di raccolta differenziata del Comune di Montalbano Jonico;

In conclusione, si ritiene, che non esistono fattori ambientali tali da pregiudicare il "Progetto", sia nella fase di costruzione che nella fase di conduzione.

30 12 LA RILEVANZA DEL PIANO PER L’ ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA NEL SETTORE DELL’ AMBIENTE

Da quanto esposto Il Progetto previsto, essendo per sua natura e dimensione contenuto ha connotazione strettamente locale, non interferisce con l’attuazione della normativa comunitaria nel settore ambientale e rapportandolo a livello nazionale e regionale rispetta i piani di settore e quelli locali. In oltre per ciò che concerne le sue incidenze sulle risorse e sui sottosistemi vengono elencate le seguenti considerazioni:

12.1 SISTEMA IDRICO Il progetto prevede, secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 152/2006, che che le acque di dilavamento di aree con rischio di inquinamento intenso, debbano essere opportunamente trattate prima di essere considerata acque bianca e quindi scaricate in percorsi naturali. In particolare a regolamentare ciò è l’articolo 113 (acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia) che prevede:

- Ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le regioni, previo parere del ((Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare)), disciplinano e attuano:

- le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate;

- i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l'eventuale autorizzazione.

- Le acque meteoriche non disciplinate ai sensi del comma 1 non sono soggette a vincoli o prescrizioni derivanti dalla parte terza del presente decreto.Le regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari condizioni nelle quali, in relazione alle attività il svolte, vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.

- E' comunque vietato lo scarico o l'immissione diretta di acque meteoriche nelle acque sotterranee.

31 12.2 SISTEMA SUOLO Il Suolo è di gran lunga la risorsa più impegnata dal progetto, difatti vi è una trasformazione di suolo da "seminativo" ad "urbano". Tuttavia bisogna rileva a tale proposito che il territorio in esame non è utilizzato per la produzione agricola intensiva e di alto pregio e tra l'altro, molti campi versano nello stato di abbandono e non ha valenza di pregio paesaggistico. Nella redazione del progetto è stata posta maggiore attenzione alla preservazione di tale risorsa dato il notevole impatto conseguente alla realizzazione dei manufatti. Si è cercato infatti, di minimizzare la cementificazione e conseguente impermeabilizzazione del terreno.

12.3 SISTEMA ARIA Sicuramente il sistema aria e la sua qualità è tra i problemi maggiormente affrontati e discussi in materia ambientale sia dalle direttive comunitarie che a livello nazionale.

Difatti, con il Protocollo di Kyoto del 1977 ed altre direttive comunitarie, recepite e ratificate in Italia con il Decr. L. n. 120/2002 e successivamente con il Decr. Leg. n. 216/2006, sono stati stabiliti i parametri comuni per la riduzione delle emissioni in atmosfera ai fini della mitigazione dell'effetto serra. Nel nostro caso è da rilevare che non si presentano problematiche del tipo anzi citate, sia per la tipologia dell'insediamento che per le attività previste dal piano stesso. Gli aspetti impattanti dal punto di vista delle emissioni sono strettamente limitati all'aumento del traffico veicolare connesso alle attività previste.

12.4 SISTEMA ENERGETICO Data la valenza del Piano a carattere locale l'incidenza, per la sua modesta entità, va sicuramente rapportata a livello locale e provinciale. Si sottolinea comunque che nonostante in progetto siano previsti sistemi di produzione e sfruttamento di energia da fonti rinnovabili, quali il geotermico, il solare e eolico, le attività svolte all’ interno dell'insediamento, saranno comunque garantite dall’ approvvigionamento energetico tradizionale cioè dalla rete di distribuzione locale.

12.5 INQUINAMENTO ACUSTICO Il Comune di Montalbano Jonico ad oggi non è ha ancora elaborato un Piano di Zonizzazione Acustica, cosi come prevedono le normative nazionali DEcr. Leg. n. 447/1995 e s.m.i., Tuttavia bisogna rilevare che dal punto di vista acustico il Piano non ha rilevanza né a livello 32 regionale né nazionale ma riveste un’ importanza solo a livello locale e le attività in previsione dal punto di vista delle emissioni sonore certamente non superano 60 DB diurni e 50 notturni.

12.6 SISTEMA RIFIUTI La pressione antropica e la realizzazione di quanto previsto in progetto provocheranno un aumento della produzione dei rifiuti solidi urbani.

Di certo non si può parlare di carico nazionale, ma solo a scala locale e regionale.

Non ci sono in ogni caso produzioni di rifiuti tossici o radioattivi, speciali o dannosi per l’ uomo, ma rientrano nel carico del sistema locale di raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Sempre in linea con D.L. 152/2006 e la Legge Regione Basilicata n. 6/2001 con il relativo Piano di Gestione Rifiuti, anche il Comune di Montalbano Jonico, attraverso l’ emanazione di un bando di gara per la gestione e la raccolta dei rifiuti, si è dotato del Piano di Raccolta Differenziata Porta a Porta.

12.7 LA BIODIVERSITÀ Per quanto riguarda la biodiversità, il Progetto previsto non ha alcuna interazione con le direttive comunitarie ne’ con le convenzioni, quali la "Convenzione di Ramsar" per le zone umide, la " Direttiva Uccelli " per la conservazione degli Uccelli Selvatici, la " Direttiva Habitat" per la conservazione degli habitat naturali e semi naturali , della flora e della fauna selvatica, difatti, l’area oggetto di studio, non presenta nelle immediate vicinanze zone designate come a "protezione speciale", ne’ siti di importanza comunitaria, ne’ territori con produzione agricole di particolare qualità e tipicità;

12.8 IL SISTEMA PAESAGGIO Non ci sono interazioni tra le aree protette, designate dalla Riserva naturale speciale Calanchi. Infatti il progetto, per la distanza notevole intercorrente, per la tipologia di interventi da realizzare e per la conformazione orografica del terreno, non avrà alcuna interazione con le qualità ambientali e paesaggistiche del nucleo più consolidato del centro storico di Montalbano Jonico, né con i rilievi collinari di natura calanchiva rientranti nella riserva dei calanchi.

33 13 CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI E DELLE AREE INTERESSATE

Le caratteristiche fisiche e le qualità ambientali dell’ area interessata dal progetto, sono state ampiamente contemplate nei documenti appresso elencati e più volte richiamati nei paragrafi precedenti, quali: Piano Stralcio dell’ Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, Piano Strutturale Provinciale e Variante al Piano di Fabbricazione. Altre caratteristiche puntuali sono descritte nelle relazione Geologica allegata agli elaborati di progetto. Per una rapida lettura delle caratteristiche indicate è opportuno presentare il quadro schematico a seguire:

• L’area di intervento si inserisce in un’area agricola del territorio comunale di Montalbano Jonico, in un contesto che non presenta insediamenti produttivi e unità residenziali unifamiliari anche a carattere sparso. In sostanza non c’è una conseguente radicale alterazione della morfologia dei luoghi e delle attività colturali presenti; • Le aree tutelate dalla Riserva speciale dei Calanchi non avranno alcuna interferenza con i lavori da eseguirsi previsti nel progetto; • Le aree verdi marginali, e le fasce di vegetazione arborata, presenti alla base del tessuto pedecollinare, non saranno interessate dagli interventi; • I territori agricoli limitrofi, caratterizzati da seminativi, non saranno, in alcun modo, interessate dagli interventi; • I rilievi collinari isolati e montuosi non saranno in alcun modo interessati dagli interventi; • La componente ambientale maggiormente interessata è l’ uso del suolo; • Non si registrano fonti di inquinamento dei suoli.

L'individuazione dei possibili impatti e le relative tipologie sono in stretta relazione con le opere che li generano nonché con le loro specifiche finalità. E' opportuno dunque conoscere:

• Il grado di integrazione nelle priorità e nella strategia della dimensione ambientale e dello sviluppo sostenibile; • La durata la frequenza e la reversibilità degli impatti, • I probabili effetti di piano sulle risorse essenziali; • I probabili effetti, in particolare, in termini economici e di competitività;

34 Sinteticamente gli impatti cui bisogna far fronte possono essere così riassunti:

• Incremento della pressione antropica sul territorio;

• Movimenti di terra;

• Consumo di suolo;

• Consumi energetici;

• Incremento della produzione dei rifiuti solidi urbani;

• Incremento di traffico veicolare;

• Incremento relativo delle emissioni sonore;

• Incremento relativo di emissione in atmosfera;

35 14 MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE DEGLI IMPATTI.

Il processo di analisi della redazione del Rapporto Preliminare Ambientale ha l’obbiettivo di analizzare il progetto in relazione alle componenti ambientali, per evidenziare ogni impatto negativo generato dal Piano, ai fini di attenuare e mitigare le significatività degli stessi, e allo stesso tempo individuare e massimizzare gli impatti positivi e quindi valorizzare gli aspetti ambientali.

Le misure di mitigazione possono essere definite come quelle azioni, che riducono, riparano o compensano gli impatti di piano decritti nei precedenti paragrafi. Tutto ciò costituisce un manuale di riferimento in cui vengono esplicati i vincoli ineludibili alla base della progettazione esecutiva delle opere previste nel progetto.

Attesa l’ineludibilità della presenza degli impatti che insediamenti di tal tipo generano, di seguito vengono descritte le opere, gli accorgimenti e le azioni tese a mitigarli:

- Si prescrive la realizzazione di una quinta arborea, per la protezione dell’ inquinamento atmosferico e per la creazione di barriere antirumore, sia con siepi che con la piantumazione di alberi ad alto fusto nei punti di intersezione con la viabilità esistente;

Questo sistema oltre a costituire una barriera al rumore costituisce anche una protezione visiva ed acustica. In oltre migliora l’ombreggiamento e favorisce la biodiversità

È prevista la formazione del prato associata o sostituita, da specie vegetali tappezzanti ed ornamentali in composizione. La definizione in sede progettuale di tali spazi dovrà tendere alla massima unitarietà, evitando la frammentazione di minute aiuole o spazi di risulta e favorendo il principio del massimo accorpamento possibile. In particolare per le rotatorie dovrà essere previsto l’impianto di vegetazione rada con essenze ornamentali tappezzanti nella parte centrale, mentre nelle cornici esterne potranno essere impiantate essenze arbustive in coerenza ed in continuità con le alberature già presenti al contorno.

14.1 IMPATTO PAESAGGISTICO. Studio delle tipologie e morfologie progettuali, al fine di minimizzare ed omogeneizzare l’impatto percettivo delle nuove costruzioni.

36 14.2 TUTELA DELLA RISORSA IDRICA. Realizzazione di vasche di raccolta e depurazione delle acque piovane, al fine del loro riutilizzo per usi non potabili, quale l’ irrigazione del verde. Individuazione delle tecnologie più adeguate per gestire l’incremento dei deflussi superficiali delle acque meteoriche.

14.3 INQUINAMENTO DEI CORPI IDRICI. Esame delle caratteristiche qualitative e quantitative degli scarichi provenienti dal nuovo insediamento e successivo trattamento delle acque bianche e nere tramite idonei sistemi di depurazione.

14.4 INQUINAMENTO ATMOSFERICO. Non sono individuate come scelta progettuale l'utilizzo di fonti di energie alternative e rinnovabili, quali il geotermico, il solare.

37 15 CORRISPONDENZA TRA I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALEPRELIMINARE ED I CRITERI D ELL’ ALL. I DEL DECR. LG. N. 4/2008.

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39 16 TABELLA SINOTTICA DELLE PRESSIONI SULL’AMBIENTE, SIA IN FASE DI CANTIERE, CHE DI REALIZZAZIONE.

40 17 CONCLUSIONI

Dall'analisi del Rapporto Preliminare Ambientale esplicitato nei paragrafi precedenti si evince quali siano i possibili impatti associati all'insediamento del piano in oggetto, come all’interno di esso siano stati considerati gli obbiettivi e le strategie di sviluppo locale e come è resa possibile l'eventuale compensazione degli impatti detti.

Va inoltre rimarcato che il presente "Rapporto Preliminare" relativo all’ALLESTIMENTO INFRASTRUTTURALE TECNOLOGICO E FUNZIONALE DI NODO DI INTERSCAMBIO GOMMA-GOMMA E GOMMA-FERRO, è stato redatto al fine di provvedere alle opportune verifiche di adempimento alle prescrizioni previste ai sensi degli art. 6, 3 e 12 del Decr. Leg. n. 4/2008, Allegato I e considerato che tale normativa all’ art. 6, specifica i piani da sottoporre a V.A.S. ed all’art.12 norma la "Verifica di Assoggettabilità alla stessa procedura ", individuando "l’Autorità Competente" cui compete il provvedimento di verifica e che scopo della Verifica di Assoggettabilità è la decisione di sottoporre o meno il Piano alla V.A.S., la presente relazione si pone all'attenzione delle autorità individuate nel Comune di Montalbano Jonico quale soggetto promotore e la Regione Basilicata Settore ambiente quale Autorità Competente.

ALLEGATI • CARTA GEOLOGICA • CARTA CTR • STRALCIO CARTA PAI • CARTA PEDOLOGICA • CARTA RETE NATURA • RISCHIO IDRAULICO • SEZIONI GEOLOGICHE • CARTA USO DEL SUOLO

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