Piano Di Zona 2003. Prima Parte
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Comune Capofila San Benedetto del Tronto Acquaviva Picena Campofilone Carassai Cossignano Cupra Marittima Grottammare Massignano Monsampolo del Tronto Montalto delle Marche Montefiore dell’Aso Monteprandone Pedaso Ripatransone www.ambitosociale21marche.it ______________________________________________________________________________________________________ Acquaviva Picena Monsampolo del Tronto Campofilone Montalto delle Marche Carassai Montefiore dell’Aso Cossignano Monteprandone Cupra Marittima Pedaso Grottammare Ripatransone Massignano San Benedetto del Tronto COMITATO DEI SINDACI AMBITO TERRITORIALE SOCIALE 21 DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO Pasqualino Piunti, Comune di San Benedetto del Tronto, Presidente Luigino Calvaresi, Comune di Monteprandone, Vice Presidente Anna Rita Gianbartolomei, Comune di Acquaviva Picena Amedea Bianchini, Comune di Campofilone Tiziana Pallottini, Comune di Carassai Leo Aurini, Comune di Cossignano Matilde Cameli, Comune di Cupra Marittima Maria Cristina Costanzo, Comune di Grottammare Derna Speranza, Comune di Massignano Cesare Narcisi, Comune di Monsampolo del Tronto Cristian Lupidi, Comune di Montalto delle Marche Giamaica Brilli, Comune di Montefiore dell’Aso Laura Ferretti, Comune di Pedaso Maurizio De Angelis, Comune di Ripatransone Gabriella Ceneri, Comune di San Benedetto del Tronto Coordinatore Antonio De Santis Staff Alessandro Marinelli, Francesca Del Zompo, Valentina Simonato Ufficio di Piano Lina Simonelli, Giovanna Carozza, Gianna Angelini, Gabriella Pieramici, Melissa Ascani, Giovanni Tosti, Daniela D’Alessio, Antonio Ricci, Tullia Maria Binni, Fiorenza Marinella, Stefano Ciuti, Maria Cristina Ceroni, Simona Ferretti, Ivana Tommasi, Alessandro Bruni, Sergio Trevisani, Graziella Capecci Ufficio di Piano componenti Azienda U.S.L. n. 12 Area Anziani: Domenico Sabatini, Giuseppe Bellardi Area Infanzia e Adolescenza: Vincenzo Luciani e Luigina Ubaldi Area Politiche giovanili e scuola: Luigina Ubaldi Area Disabili e Salute mentale: Franco Guidotti, Fiorenzo Tomassini Area Disagio adulto: Claudio Cacaci, Paola Apolloni Area Programmi europei e formazione: Anna Mandolini Area Famiglia: Antonia Quarticelli Area Immigrati: Antonia Quarticelli Hanno collaborato alla redazione del Piano di Zona: Alessandra Brandimarte, Osservatorio Provinciale sulle Politiche Sociali – OPS - Giovanna Picciotti, Direttore Distretti della AUSL n. 12 di San Benedetto del Tronto Maurizio Spinelli, Centro Servizi per il Volontariato –CSV- di Ascoli Piceno I N D I C E PREMESSA pag. 1 1. Metodologia della costruzione del Piano di Zona 4 1.1. Il Comitato dei Sindaci, ruolo e collegamenti 4 1.2. Il Coordinatore d’Ambito, ruolo e collegamenti 8 1.3. L’Ufficio di Piano, ruolo e collegamenti 11 1.4. Procedure attivate per la predisposizione del Piano di Zona 13 2. Presentazione del “profilo di comunità” 18 2.1. Metodologia utilizzata per la “conoscenza partecipata” 18 2.2. Basi conoscitive del “profilo di comunità” 19 2.2.1. Fase conoscitiva della popolazione del territorio 19 2.2.2. Fase conoscitiva di bisogni e domanda 30 2.2.3. Fase conoscitiva dell’offerta dei servizi 62 2.2.4. Fase conoscitiva delle risorse 87 2.3. Interpretazione del profilo di comunità 97 2.3.1. Punti di forza e punti di debolezza del sistema dei servizi 100 3. Obiettivi e priorità generali del Piano di Zona 102 3.1. Gli obiettivi strategici del Piano di Zona e raccordo con gli indirizzi regionali; 102 scelte e azioni prioritarie 3.2. Modalità di finanziamento 105 3.3. Modalità di attuazione della integrazione socio-sanitaria 107 3.4. Modalità di attuazione di altre integrazioni: formazione e lavoro 111 3.5. Modalità di gestione del Piano di Zona , modalità di gestione dei servizi 113 e di realizzazione degli interventi 3.6. Modalità della documentazione dei servizi e degli interventi 114 3.7. Modalità della informazione e della comunicazione sociale 115 3.8. Modalità di valutazione 117 4. Programmazione per Aree di intervento 121 4.1. Modello progettuale per Aree di intervento, in relazione alle Aree organizzative 121 4.2. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Famiglia 122 4.3. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Infanzia,adolescenti, giovani 124 4.4. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Disabili 143 4.5. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Salute mentale 150 4.6. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Disagio adulto 152 (dipendenze, contrasto all’esclusione, povertà) 4.7. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Anziani 155 4.8. Sezione di Piano per l’Area di intervento: Immigrati 158 4.9. Sezione di Piano per altre aree di intervento individuate 160 come priorità dall’Ambito territoriale: Programmi europei e formazione 5. Dimensioni finanziarie del Piano di Zona pag. 165 5.1. Entrate totali previste dal Piano di Zona distinte per tipologia 165 5.2. Spese totali previste dal Piano di Zona distinte per Aree organizzative 170 e Aree intervento 5.3. Riepilogo delle spese per Progetti 184 5.4. Verso il Bilancio Sociale di Ambito territoriale 186 A P P E N D I C I Appendice A Tabelle e dati Appendice B Accordo di Programma Appendice C Protocolli di Intesa Appendice D Convenzione per la gestione associata delle funzioni e dei servizi sociali integrati Appendice E Tavoli di concertazione Appendice F Bandi Appendice G Progetti Comune Capofila San Benedetto del Tronto piano di zona 2003 Acquaviva Picena Campofilone Carassai Cossignano Cupra Marittima Grottammare Massignano Monsampolo del Tronto Montalto delle Marche Montefiore dell’Aso Monteprandone Pedaso Ripatransone PREMESSA Il Piano di Zona dell’Ambito Territoriale Sociale 21 rappresenta per i cittadini e per gli amministratori un‘importante opportunità per conoscere meglio il proprio territorio sia in termini di domanda che di offerta di servizi sociali. In estrema sintesi, il Piano di Zona serve a definire: • le caratteristiche dei bisogni della popolazione • le risorse che sono disponibili • la programmazione e il livello della organizzazione dei Servizi che sono stati attivati per rispondere ai bisogni. Questo primo Piano è prevalentemente un documento che, nel descrivere l’esistente, mette in risalto la necessità di socializzare e scambiare le conoscenze su quanto viene realizzato nell’intera area dell’Ambito, aiutando a dare coerenza all’intero sistema; il Piano, oltre a fotografare i risultati e gli obiettivi raggiunti dalle Amministrazioni comunali del territorio in questi ultimi anni, indica alcuni percorsi metodologici e lo sviluppo sostenibile dei servizi nei prossimi anni. Con il Piano Sociale regionale è stato introdotto, tra gli altri, un elemento innovativo che vede il raggiungimento del benessere comunitario (il cosiddetto welfare locale) tramite il coinvolgimento di tutti gli attori sociali presenti nel territorio quali la famiglia, la persona, le organizzazioni for profit e no profit: in questa logica quanto maggiore sarà il raccordo con le realtà presenti tanto maggiore potrà essere salvaguardato il benessere dei cittadini . La legge 328/2000 e il Piano nazionale per gli interventi e servizi sociali lasciano alla programmazione sociale uno spazio di autonomia che consente di aderire alle peculiarità e alle differenze dei diversi contesti e di disegnare linee di sviluppo coerenti, definendo priorità, e obiettivi del territorio. L’innovazione del sistema degli interventi sociali deve però essere supportata da un riadeguamento degli strumenti finanziari e di gestione delle risorse. A tal riguardo la legge quadro istituendo un Fondo Unico Nazionale per le politiche sociali supera la frammentarietà, discontinuità e settorialità che caratterizzavano la situazione prima della riforma e pone le premesse concrete ed organiche alla pianificazione ed alla programmazione degli interventi. Le risorse derivanti dal Fondo nazionale trasferite al territorio sulla base dei criteri sopra richiamati sono destinate a sostenere la programmazione sociale dei Piani di Zona e le azioni di ! " ! #$ % $ & ' &( #)* & '(& ¡ ¢ ¡ £¤¡ ¥ ¦§¨©¦ ¡ ¢ ¡ £¤¡ ¥ ¦§¨©¦ . / ( 0 /1 pag . 1 +++ - , , Comune Capofila San Benedetto del Tronto piano di zona 2003 Acquaviva Picena Campofilone Carassai Cossignano Cupra Marittima Grottammare Massignano Monsampolo del Tronto Montalto delle Marche Montefiore dell’Aso Monteprandone Pedaso Ripatransone sistema, individuate e concertate con la Regione, dirette a supportare, in modo unitario, il processo di riorganizzazione delle rete dei servizi. La collaborazione tra i Comuni, condizione essenziale per l’attuazione della riforma, ha lo scopo non solo di razionalizzare le risorse attraverso una gestione associata delle stesse, ma soprattutto quello di offrire risposte omogenee ai bisogni espressi da tutti i cittadini dell’Ambito. Il processo attivato , nello spirito della L. 328/2000, si caratterizza, dunque, attraverso la “partecipazione” che, se in generale riguarda il sentirsi parte attiva in un percorso, nel caso specifico è una modalità di lavoro che coinvolge tutti i soggetti interessati alla progettazione sociale e che riguarda tutte le fasi. I soggetti istituzionali protagonisti del processo di costruzione dei Piani di Zona sono stati individuati dal Piano sociale regionale nel seguente modo: a) gli Ambiti territoriali. Sono l’elemento di definizione geopolitica alla base del processo di integrazione e costituiscono quindi il livello di governo locale delle politiche sociali. La centralità del ruolo dell’Ente locale ha portato a ricercare in aggregazioni intercomunali – l’Ambito territoriale appunto –