COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

PARERE n. 58 del 03 Agosto 2010 (o.d.g. 6 del 03 Agosto 2010)

OGGETTO: Comune di Ronco all’Adige (VR). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio.

PREMESSO CHE

– ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; – La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 03 Agosto 2010 come da nota n 409037/45.06 del 28.07.2010 del Dirigente della Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti, segretario della commissione; – Il Comune di Ronco all’Adige (VR) con note n. 6337/6375 del 18.05.10, fax del 27/5/2010, n. 6377 del 18.05.2010 ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS; – ITER PROCEDURALE PER LA VAS DEL PAT Il Comune di Ronco all’Adige ha approvato con DGC n. 103 del 02.08.2007 il “Documento Preliminare e lo schema di accordo di pianificazione” ai sensi dell’art. 15 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale; In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del PAT, oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. In data 14.01.2008 è stato sottoscritto l’Accordo di Pianificazione tra Regione, Provincia di e Comune di Ronco all’Adige (VR). Il Comune di Ronco all’Adige, con DGC n. 85 del 05.06.2010, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 15 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione; Il Comune di Ronco all’Adige con DCC n. 50 del 28.12.2009, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 15 della LR n. 11 del 23.04.04 Come da documentazione presentata dal Comune con nota prot. n. 6337/6375 del 18.05.10, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, della Provincia, sul sito Web del Comune, sul BUR n. 18 del 26:02.2010 e sui quotidiani “In Città Verona e dintorni” del 22.01.10 e “L’Arena” del 24.01.10; Come emerge dalla dichiarazione in data 18.05.2010, prot. n. 6337 del Comune di Ronco all’Adige a seguito della pubblicazione e deposito degli atti di Piano e Rapporto Ambientale, sono state presentate n. 15 osservazioni, di cui nessuna relativa al Rapporto Ambientale.

− PARERE DELLA COMMISSIONE VAS SUL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE La Commissione Regionale VAS, con parere n. 2 del 5.04.2007, aveva espresso parere favorevole sul Rapporto Ambientale Preliminare allegato al Documento Preliminare con le alcune prescrizioni che dovevano essere ottemperate in sede di stesura del Rapporto Ambientale.

− I TEMATISMI DEL PAT Le tematiche affrontate dal PAT sono le seguenti: • Sistema storico ambientale; DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 1

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• Difesa del Suolo; • Ambiti di paesaggio agrario; • Centri storici; • Sistema della residenza e dei servizi; • Territorio rurale; • Attività produttive e commerciali; • Sistema infrastrutturale.

− INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio del Comune di Ronco all’Adige è situato nella parte centro orientale della Provincia di Verona. Esso confina con i comuni di Belfiore, , Palù, , , ed Albaredo d’Adige. Oltre al capoluogo sono presenti tre frazioni principali: Albaro a nord ovest, Scardevara a nord est e Tombazosana a SW; tutte queste località sono allineate in destra orografica rispetto al fiume Adige che delimita a nord e ad est il territorio comunale. Oltre l’Adige, attraversa il Comune il fiume Bussè, al quale è legata la rete di canali di competenza del consorzio di bonifica. Il comune di Ronco all’Adige è per gran parte della sua estensione occupato da aree agricole con prevalenza di seminativi e colture arboree con particolare riferimento agli alberi da frutto (meli). Fondamentalmente il territorio è quasi integralmente votato all’agricoltura ed è percorso da una fitta rete di scoli, fossi e canali, aventi funzione sia di bonifica idraulica, che irrigua. Sono inoltre presenti numerose attività zootecniche. Nella metà del secolo scorso su vaste porzioni del territorio comunale si svilupparono numerose attività di estrazione di argille per laterizi di buona qualità. Quest’attività di estrazione, attualmente ormai quasi del tutto terminata (sul territorio è presente ancora un’unica cava attiva) ha portato alla formazione di numerose aree depresse all’interno delle quali si sono formati bacini permanentemente allagati. Il PAT suddivide il territorio comunale in 8 ATO per ognuno dei quali viene descritto lo stato di fatto. ATO 1 – RONCO -SCARDEVARA Riguarda la porzione centrale del territorio comunale a ridosso del fiume Adige; comprende il centro abitato di Ronco all’Adige e di Scardevara. L’ATO è caratterizzato dalla presenza di alcune importanti parti di tessuto residenziale storico, da alcuni episodi di città diffusa sorta lungo le principali arterie e a ridosso del centro storico e da lottizzazioni residenziali più recenti. La parte sud dell’ATO comprende alcune attività produttive storiche quali ad esempio la Stabila. Si tratta dell’area più densamente popolata di tutto il territorio comunale e qui si concentrano tutti i principali servizi alla residenza. In questa parte di territorio sono concentrati la maggior parte dei servizi di interesse comunale e sovracomunale quali: scuole, municipio, biblioteca, casa di riposo, impianti sportivi. L’ATO è attraversata in direzione est-ovest dalla SP19 ronchesana. ATO 2 – CANTON E’ localizzato a nord del territorio comunale e comprende ad est il nucleo storico di Canton e a ovest le aree produttive; è attraversata in direzione est-ovest dalla SP19 ronchesana. Nella parte sud ovest vi è a presenza di alcuni allevamenti zootecnici di dimensioni importanti. In questo ATO si concentra la maggior parte delle attività produttive del comune sorte per lo più in lottizzazioni produttive di recente realizzazione. Il collegamento con la nuova viabilità provinciale ad ovest del comune è garantito dalla tangenziale sud che bypassando il centro di Ronco collega l’area produttiva alla principale viabilità di livello sovracomunale. Per tali ragioni questo ATO sarà indicato come ambito ove collocare prevalentemente le nuove eventuali espansioni produttive. ATO 3 – ALBARO E’ localizzato nella parte nord-ovest del comune al confine con il comune di Zevio; è attraversato in senso est-ovest dalla SP19 Ronchesana, in senso nord-sud dalla SP39B. Ai margini dell’ATO è prevista la strada provinciale di nuova realizzazione Mediana. L’ATO comprende il centro abitato di Albaro ed è caratterizzato dalla presenza in parte di tessuto storico consolidato e da lottizzazioni residenziali più recenti; sono presenti alcune aree a servizio dei residenti locali quali scuole, chiese ecc… ATO 4 – TOMBAZOSANA Comprende il centro abitato di Tombazosana; è la frazione di Ronco all’Adige posta più a sud del territorio comunale compresa tra gli ambiti delle ex cave di argilla ed un’ansa del fiume Adige.

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Nell’ATO sono presenti parti di tessuto storico consolidato, edificazioni diffuse più recenti sorte lungo la viabilità e un’area produttiva di recente realizzazione posta ad ovest del centro abitato. ATO 5 – AGRICOLA EST Comprende la parte di territorio agricolo compreso tra gli ATO dei centri di Ronco e Tombazosana, l’Adige e l’Ato di interesse ambientale dei laghetti delle ex cave. E’ caratterizzata per lo più da un agricoltura di tipo intensivo a seminativo e frutteto; sono riconoscibili alcune delle corti rurali di interesse storico. Sono presenti inoltre nella parte più a sud alcune aziende agricole zootecniche. Tale ATO è interessata dal passaggio di alcuni corridoi ecologici che collegano i SIC dell’Adige con quello delle Palude del Feniletto. ATO 6 – AGRICOLA OVEST Comprende la porzione di territorio agricolo ad ovest del territorio. E’ interessato dall’attraversamento delle nuove viabilità di progetto Provinciale e comunale. E’ interessato dall’attraversamento delle nuove viabilità di progetto Provinciale e comunale. E’ caratterizzato da un agricoltura di tipo intensivo nella parte sud (seminativo) e da un paesaggio più frammisto nella parte nord (seminativo e frutteti). Sono presenti alcune aziende agricole zootecniche. Sono riconoscibili anche in questo ATO le corti rurali di interesse storico, sparse nel territorio agricolo testimonianza della storia e cultura agraria di queste terre. Tale ATO è interessata dal passaggio di alcuni corridoi ecologici che collegano i SIC dell’Adige con quello delle Palude del Feniletto. ATO 7 – AGRICOLA DELLE EX CAVE Comprende la parte centrale del territorio agricolo di Ronco all’Adige, interessato in passato da un’intensa attività di escavazione di cave di argilla la quale ha dato origine a numerosi specchi d’acqua sorti per affioramento della falda freatica. Questa particolare uso del territorio ha dato origine ad un habitat naturalistico di particolare rilevanza, posto a cavallo tra i SIC/ZPS degli sguazzi di Rivalunga e Feniletto ad ovest e il SIC dell’Adige ad est. In tale ATO sono stati individuati come indicato dalla rete ecologica regionale, i corridoi ecologici che collegano i SIC dell’Adige con quello delle Palude del Feniletto. Nella parte nord dell’ATO è presente inoltre l’oasi naturalistica della Gallinella d’Acqua, ambito per la realizzazione di un’area naturalistica. ATO 8 – ADIGE Lambisce il territorio ad est del comune e interessa la porzione di territorio di golena compresa tra il corso del fiume Adige (che scorre a cavallo tra i territori dei comuni di Belfiore e Albaredo d’Adige) e l’argine principale del fiume. Nelle due aree golenali formatisi in prossimità delle due anse più ampie, sono presenti alcune edificazioni a destinazione residenziale. La rimanente parte di territorio è coperta da vegetazione riparia e in alcune parti è coltivata a parti e a seminativo.

− INQUADRAMENTO SOCIO- ECONOMICO I residenti a Ronco all’Adige al 31 dicembre 2007 risultavano essere 6.102. La popolazione è in costante crescita se si assume come termine di paragone il lungo periodo, ma l’andamento dell’ultimo ventennio è caratterizzato da due fasi. La prima fase degli anni 90 in cui la popolazione è rimasta pressoché a valori costanti. La seconda fase degli anni 2000 in cui vi è stata una crescita abbastanza accentuata. Dal 1991 al 2001, il periodo intercensuario, la popolazione ha oscillato attorno al valore di 5600 abitanti con un leggerissimo incremento nel decennio. I residenti sono passati dai 5627 del 1991 ai 5684 del 2001, con un aumento in valore assoluto di 57 unità. Dal 2001 al 2007 (dati ufficio anagrafe comunale al 31 dicembre), cioè in soli sette anni, vi è stato un incremento di 418 unità, sette volte più grande di quello del decennio precedente. In valore percentuale l’incremento è stato dell’1,01% nel decennio 91-01, e del 7,35%. Di conseguenza l’indice di incremento medio annuo è rispettivamente pari a 0,1013 e 1,2257. Calcolato sul lungo periodo (91-07) l’indice risulta pari a 0,5276. Nello stesso periodo si è assistito ad un incremento più che proporzionale del numero delle famiglie. Le famiglie che al 1991 erano 1790, nel 2001 avevano raggiunto quota 1914 e sono passate nel 2007 ad un valore di 2161. Mentre la popolazione aumentava tra il 1991 e il 2001 di 57 unità, le famiglie sono aumentate nello stesso periodo di 124 unità. A fronte di un incremento della popolazione nel decennio del 6.93% le famiglie hanno conosciuto un aumento del 12,90%, il doppio della prima. L’indice di incremento medio annuo calcolato nel decennio intercensuario è pari a + 0,6927, ma questo sale a + 2,1508 se calcolato nel periodo più recente. Il valore calcolato in tutto il periodo 1991-2007 è pari a + 1,2954. L’incremento del numero delle famiglie anche in presenza di stasi della popolazione è dovuto ad una serie di fattori socioeconomici. Da una parte la riduzione della famiglia media. Dall’altra l’incremento delle famiglie DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 3

COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA formate da un solo componente. I componenti medi per famiglie decrescono da 3,1 del 1991, a 2,96 del 2001, a 2,82 del 2007. Si tratta comunque di valori ancora sopra la media provinciale e regionale. Nel comune di Ronco sono esistenti circa 2500 alloggi, questi sono suddivisi tra la tipologia della casetta unifamiliare e la grande casa rurale, la grande maggioranza, e quelli inseriti nei “condomini”, una esigua minoranza. Il numero degli alloggi è in continua crescita: nel 1991 erano 1800, nel 2001 erano 2100, nel 2007 sono circa 2500 (stima). Mentre l’incremento nel decennio 91-01 è stato del 13%, quello del settennio 01-07 è stato del 19%, nel complesso in quasi vent’anni le abitazioni sono cresciute del 35%. In valore assoluto l’incremento del numero degli alloggi è stato di 245 alloggi nel decennio 91-01 ma di 417 alloggi nel settennio 01-07. L’approvazione del piano regolatore, l’avvio dei piani attuativi e dei piani di riqualificazione hanno permesso negli ultimi anni un incremento edilizio maggiore che nel periodo precedente. Dal numero degli alloggi è possibile avere una stima della volumetria totale e del trend dei 17 anni presi in considerazione. Tenendo presente che il volume residenziale da considerarsi è quello “lordo” che quantifica anche le funzioni compatibili con la residenza ed inserite nelle tipologie residenziali: i negozi di vicinato, i negozi degli artigiani (parrucchiera, gelataio, ecc), i bar, gli uffici privati. Sono escluse invece, ovviamente, le funzioni non- residenziali quali i capannoni artigianali, i centri commerciali e direzionali, i servizi pubblici. Questa valutazione (confrontata anche con la lettura aerofotogrammetria informatica) stima il volume complessivo pari a 2 milioni di mc. al 2007. Ma questi erano 1.500.000 mc nel 1991 e 1.700.000 mc nel 2001. Il volume si è quindi incrementato di 200.000 mc. tra 91 e 2001, e di 300.000 mc. tra 2001 e 2007. In 17 anni sono stati costruiti circa 500.000 mc., 29mila all’anno, pari a 40-50 alloggi e/o case uni-bifamiliari. In ambito comunale il settore primario riveste notevole importanza. Gli ambiti occupati da seminativo, unitamente a quelli impiegati per colture arboree, occupano infatti oltre il 70% del territorio comunale. Nel PAQE viene definito il Distretto Agroalimentare del Occidentale, comprendente le attività produttive, di coltivazione e lavorazione dei prodotti agricoli, di ricerca, e le infrastrutture di supporto. I frutti di Ronco all’Adige partecipano al Distretto Agroalimentare del Veneto Occidentale attraverso le aziende agricole, situate all’interno del Comune, produttrici di frutta con particolare riferimento alla mela e alla pera. All’interno del Piano d’Area vi è l’obiettivo del miglioramento della qualità della produzione, della promozione dei processi di commercializzazione, di distribuzione e di trasformazione. Le aree dedicate alla destinazione produttiva, compresa quella commerciale e direzionale, presenti ed individuate all’interno del piano regolatore generale sono a Ronco all’Adige suddivise in due aree principali: Canton, e Tombazosana. Altri capannoni si trovano in cosiddetta “zona impropria”: in prevalenza nel territorio agricolo ma qualcuno anche nella parte residenziale. In zona agricola sono presenti inoltre diversi capannoni adibiti ad allevamenti medi e grandi. La prima area, la maggiore, è localizzata nella frazione di Canton (tra Albaro e il Capoluogo). L’area inserita nel PRG ha una superficie complessiva di mq 91 000 e si trova suddivisa dalla strada provinciale a nord e a sud della stessa. L’area è stata quasi completamente saturata, la superficie disponibile è pari a circa il 90%. I capannoni sono localizzati in località Fontanelle e sono legati alla produzione agricola ma anche al settore manifatturiero. Sempre nella strada provinciale sono dislocati altri capannoni in direzione ovest verso e dopo Albaro, in località Rote e in località Mondezza. Una seconda area artigianale è presente nella frazione di Tombazosana. L’area ha una superficie di mq. 36 200 ed è stata realizzata per il 70% L’area si trova lungo la strada principale di Tombasozana (via Vittorio Veneto) ed è direttamente collegata con la strada provinciale Ronchesana (SP 18). Altri capannoni sparsi sono collocati lungo la provinciale nel tratto che congiunge la frazione di Tombazosana al Capoluogo. La dislocazione di queste due aree artigianali lungo la Ronchesana fanno si che vi sia un notevole flusso di traffico lungo la strada provinciale che però attraversa gli abitati del Capoluogo e delle frazioni tutte. E’ questa la ragione principale per cui è stata prevista una nuova strada di attraversamento a sud del capoluogo e della frazioni di Canton e di Albaro per poter deviare tutto il traffico pesante non idoneo alla residenzialità. Complessivamente le aree a destinazione produttiva occupano una superficie di circa 760 000 mq ma sono quasi completamente sature. A queste due aree se ne aggiungono altre di minore rilevanza quantitativa dislocate in zona cosiddetta impropria, oltre alla presenza importante dei capannoni per allevamenti.

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− STATO DELL’AMBIENTE Per quanto concerne lo stato dell'ambiente, il Rapporto Ambientale approfondisce le differenti matrici ambientali indicate nel Rapporto Ambientale Preliminare, che ha accompagnato il Documento Preliminare del PAT, concludendo con una più dettagliata analisi delle criticità come di seguito illustrate. Criticità ambientali Per l’individuazione delle principali criticità ed emergenze presenti nel territorio comunale nel Rapporto Ambientale vengono utilizzati specifici indicatori strutturati secondo lo schema architetturale DPSIR. L’analisi delle componenti ambientali, per gli argomenti attinenti alle tematiche del PAT, riporta le seguenti indicazioni: Aria La qualità dell’aria è oggetto di monitoraggio da parte dell’ARPAV. Non esiste attualmente una stazione di monitoraggio della qualità dell’aria a Ronco all’Adige, tuttavia importanti informazioni si rinvengono all’interno del Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera. All’interno del PRTRA, approvato nel 2004, è stata effettuata la zonizzazione del territorio regionale in modo che per ciascun inquinante, fossero individuati i Comuni che necessitavano di piani di azione (zone A), piani di risanamento (zone B) e piani di mantenimento (zone C). Il Comune di Ronco all’Adige non presenta criticità, infatti è stato inserito in zona C per tutti gli inquinanti considerati. Maggiori informazioni sono disponibili a riguardo delle pressioni che agiscono sul territorio. I dati a disposizione evidenziano che la combustione nell’industria manifatturiera, il trasporto su strada e l’agricoltura sono i settori che contribuiscono maggiormente all’inquinamento atmosferico, seguiti dagli impianti di combustione non industriale e da altre sorgenti e macchinari mobili. Per il PM 10 , ad esempio, i contributi prevalenti sono quelli del traffico autoveicolare (macrosettore 7), la combustione industriale (macrosettore 3) ed altre sorgenti e macchinari mobili (macrosettore 8). L’agricoltura contribuisce soprattutto per quanto riguarda le emissioni di CH 4 e di NH 3. Il trasporto su strada rappresenta la maggiore fonte di Piombo, monossido di carbonio ed NOx. Dalla disaggregazione a livello comunale resa disponibile dall’APAT, emerge anche un valore difficile da contestualizzare di emissione di diossine e furani abbastanza alto, legato al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti; nell’area non risultano infatti presenti impianti termovalorizzatori. Da tali indagini inoltre emerge che Ronco all’Adige è tra i comuni della Regione Veneto con le emissioni meno importanti. E’ da notare che in ambito comunale sono presenti solo tre strade provinciali di cui un’unica di particolare importanza (SP19); la stessa attraversa il comune e lo collega con Zevio ed Albaredo d’Adige. La rimanente viabilità è di tipo locale e non è presente la ferrovia. Acqua Il Comune di Ronco all’Adige è compreso all’interno dei Bacini idrografici del Fissero Tartaro Canalbianco e del fiume Adige. Il fiume Adige costeggia il territorio comunale ad est, segnando il confine con gli altri comuni limitrofi di Belfiore e Albaredo d’Adige. Il territorio comunale è attraversato anche dal fiume Bussè e da una fitta rete di canali, scoli e fossi utilizzati ai fini agricoli o scoli di bonifica idraulica. Tra gli stessi si evidenziano il Dugale, il Serega ed il Sereghetta, la Fossa Lunga, il Fosso di Mezzo, lo Scolo Condotte, lo Scolo Dionisi, il Fosso Derla, la Fossa Minella. La protezione idraulica del territorio di Ronco all’Adige dipende sostanzialmente dal funzionamento della rete di bonifica, che comprende anche manufatti diversi, con funzioni idrauliche, connesse alla suddetta rete idrografica. All’interno del territorio comunale sono presenti due aree, di modesta estensione e posizionate in zona agricola, segnalate all’interno del PAI del Fissero-Tartaro-Canalbianco come zone a rischio idraulico moderato. Questo significa che i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale che si avrebbero a seguito di una eventuale alluvione sono marginali. Ben più estesa è l’area segnata come a rischio idraulico nella Carta delle segnalazioni di pericolosità idraulica dei Consorzi di Bonifica allegata al PAI. Ancora diverse sono le aree individuate a rischio idraulico all’interno della carta del rischio idrogeologico e sismico del nuovo PTCP della provincia di Verona all’interno della quale viene individuata nel Comune di Ronco all’Adige un’estesa area soggetta a rischio idraulico individuata dal PTRC e un ambito ad attenzione idraulica. L’analisi dei dati relativi allo stato quantitativo della risorsa idrica sotterranea, relativi al livello statico misurato in pozzi nei dintorni dell’area di interesse, non mostra significative variazioni dei livelli statici registrati negli anni monitorati (dal 1999 al 2005). L’analisi qualitativa delle acque sotterranee è stata fornita da ARPAV, mediante la valutazione di

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA indicatori. In particolare è stato esaminato il valore dell’indice SCAS. E’ presente un punto di campionamento in Comune di Ronco all’Adige, per il monitoraggio alla profondità di 125 metri di uno dei diversi acquiferi artesianI presenti nel sottosuolo. Le analisi in questo pozzo effettuate nel 2003 e nel 2004 indicano un valore dell’indice SCAS pari a 2, che indica acque a impatto antropico ridotto e con buone caratteristiche idrochimiche. Inoltre l’ARPAV ha fornito i valori di concentrazione media annuale di inquinanti chimici nelle acque sotterranee, dai quali si possono fare considerazioni sulle fonti di pressione presenti nel territorio. Per quanto riguarda il monitoraggio effettuato nel pozzo presente a Ronco all’Adige, si rileva un superamento dei valori limite fissati dal DM 471/99 per quanto riguarda alcuni composti organoalogenati. Tali composti derivano dal loro diffuso impiego in diversi tipi di attività (pulitura a secco dei tessuti, pulitura dei metalli, processi di lavorazione della plastica e della gomma, produzione di aerosol, ecc…). La falda monitorata si trova a notevole profondità (125 metri) pertanto un eventuale inquinamento superficiale sarebbe ostacolato degli strati argillosi presenti nel sottosuolo, che rendono la falda monitorata in pressione. Si ritiene probabile che l’inquinamento rilevato derivi in realtà da zone poste più a monte dell’area indagata. Tale ipotesi risulterebbe inoltre confermata dagli uguali valori di questi inquinanti registrati nei monitoraggi effettuati nei Comuni a nord di Ronco all’Adige. L’analisi qualitativa delle acque superficiali evidenzia un peggioramento dello stato ambientale delle acque del fiume Adige, che risultava sufficiente negli anni dal 2000 al 2002, mentre negli anni dal 2003 al 2005 è stato classificato scadente. Per quanto riguarda il fiume Bussè questo corso d’acqua risulta monitorato nei comuni di Oppeano, Palù e Roverchiara, confinanti con Ronco all’Adige. Dai dati si deduce per questo corso d’acqua un livello di qualità da mediocre a buono. Suolo e Sottosuolo Il territorio di Ronco all’Adige è compreso nella bassa pianura antica del fiume Adige, che si estende a sud della linea delle risorgive fino a raggiungere le aree lagunari bonificate sulle quali scorre il fiume prima di sfociare nel mare Adriatico. L’Adige ha costruito nel tempo la piana alluvionale divagando e mutando ripetutamente percorso. Per questo motivo nella zona sono presenti i tracciati di diversi paleoalvei, che fungono da vie preferenziali per le acque sotterranee. La differenziazione tra le varie unità geolitologiche affioranti è generalmente assai ridotta e scarsamente definita, trattandosi di termini essenzialmente limosi, con passaggi graduali e sfumati da limo sabbiosi a limo-argillosi. Tuttavia è possibile distinguere all’interno del territorio ronchesano tre unità geolitologiche: • sabbie fini limose, localmente con ghiaie e ciottoli, presenti nell’area golenare del fiume Adige; • limi sabbiosi e sabbie limose, che ricoprono quasi tutto il territorio Comunale; • limi argillosi e terreni argillosi, depositati in zone limitate nell’area indagata. Nella maggior parte del territorio comunale il terreno originale è stato in vari modi rimaneggiato, asportato o sostituito. Ciò è dovuto principalmente al complesso di operazioni collegate all’attività estrattiva di argilla (escavazione, ripristino, ecc.) ed in parte ad operazioni di livellamento di fondi agricoli o di bonifiche per colmata. Ne è conseguito un notevole sconvolgimento della litologia di superficie per cui, ad esempio, si rinvengono spesso entro i terreni superficiali ghiaie e ciottoli di provenienza assai lontana e certamente incompatibili con i terreni originari. Per quanto riguarda l’assetto idrogeologico il territorio ronchesano si trova a sud del limite superiore della fascia dei fontanili, pertanto nel sottosuolo è presente un acquifero multifalde differenziato. Nell’area indagata non esiste una vera e propria falda acquifera freatica, definita come un letto idrico continuo in diretta comunicazione con la superficie topografica. Le acque si limitano infatti a deboli intercalazioni irregolari entro le inclusioni limo-sabbiose. La copertura impermeabile fa si che la vera falda idrica più vicina alla superficie sia in pressione e quindi risaliente. Per quanto riguarda le falde sotterranee nell’area in esame è possibile distinguere tre acquiferi posti a profondità diverse: • La falda più superficiale, precedentemente descritta, è posta circa tra i 12,00 e i 15,00 m di profondità: si tratta di un acquifero sabbioso-ghiaioso di spessore variabile che può ridursi a pochi metri. • Un’altra falda è ospitata entro un acquifero sabbioso posto a profondità comprese mediamente tra i 45,00 e i 60,00 m dal p.c. anche in questo caso si tratta di una falda zampillante, con livello statico posto ad altezze comprese tra 0,80 e 2,00 metri dal piano campagna, ma non è ben sfruttabile in quanto le sabbie che costituiscono l’acquifero risultano fini e/o limose.

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• L’acquifero più utilizzato per l’approvvigionamento idrico è costituito da uno strato di sabbie fluviali, grossolane e pulite, collocato ad una profondità compresa all’incirca tra i 100 e i 120 metri dal piano campagna e presente su tutto il territorio comunale. Si tratta di un acquifero contenete falda artesiana zampillante con livello statico posto ad altezze comprese tra 0,5 e 2,50 metri dal piano campagna. Il complesso deposizionale della Pianura Veronese rappresenta un serbatoio idrico di alta potenzialità; la ricarica degli acquiferi è assicurata da vari fattori, sia naturali che artificiali, fra i quali gli afflussi meteorici diretti (precipitazioni efficaci), gli apporti sotterranei dai rilievi circostanti, le perdite in alveo dei corsi d’acqua superficiali, le infiltrazioni di acque irrigue. Il fiume Adige esplica un fondamentale effetto regimante sul sistema acquifero sotterraneo, come testimoniato dalla corrispondenza pressochè simmetrica fra le diverse fasi individuabili nei diagrammi idrometrici delle acque superficiali e sotterranee; il fiume ricarica la falda non tanto come dispersione in alveo lungo il suo percorso in pianura, quanto piuttosto riversando entro il materasso alluvionale della pianura la potente falda di subalveo contenuta nei livelli alluvionali della vallata montana. Le criticità individuate per questa componente si riferiscono in particolare alle numerose ex cave, dislocate in gran numero su tutto il territorio comunale. Le cave presenti sono del tipo a fossa , da cui veniva estratta argilla. Prima della regolamentazione normativa, l’estrazione di argilla procedeva fino al rinvenimento del substrato sabbioso che ospitava la falda in pressione. La risalita della falda artesiana per asportazione dell’acquiclude superficiale oltre a determinare una maggiore vulnerabilità dell’acquifero ai fenomeni di inquinamento, ha portato a variazioni notevoli nell’assetto idrogeologico degli strati più superficiali. La grande estensione dell’attività estrattiva ha notevolmente sconvolto il regime idrogeologico di superficie e le normali condizioni di saturazione dei terreni superficiali. L’attuale regime idrogeologico di superficie è determinato da due fattori artificiali: • la risalita della falda artesiana per asportazione generalizzata dell’acquiclude superficiale; • la bonifica per prosciugamento, ormai in buona parte impiegata nell’allontanamento delle acque artesiane in continua risalita ed in lenta diffusione laterale soprattutto verso le zone ripristinate all’agricoltura. L’insieme di tali condizioni comporta almeno due conseguenze: • in campo agronomico, una grave riduzione del franco di coltivazione, non sempre e dovunque ripristinabile mediante l’intervento della bonifica fondiaria. • Condizioni di più facile saturazione idrica dei terreni superficiali e di ristagni idrici a causa del più difficile e lento drenaggio verticale. L'indagine mette in luce la vulnerabilità degli acquiferi soprattutto superficiali proprio per il regime idrologico presente in particolar modo in riferimento all'azoto, comunemente utilizzato in agricoltura. La vulnerabilità però dovrebbe essere attenuata grazie all'applicazione della direttiva nitrati sui carichi di azoto utilizzati. Flora, fauna e biodiversità Flora L'evoluzione dell'agricoltura ha semplificato molti ecosistemi agrari eliminando buona parte delle siepi esistenti. Queste possono costituire sistemi complessi pluristratificati, come per esempio nelle zone di contatto tra aree boschive ed agricole, oppure formano elementi di separazione tra i poderi, o ancora rappresentano barriere di vegetazione che delimitano le strade dai campi. Questi “boschi lineari”, soprattutto negli impianti agrari tradizionali costituiscono una struttura produttiva e allo stesso tempo una fondamentale struttura di conservazione e migrazione di numerosi organismi vegetali e animali, testimoni della potenzialità e biodiversità del territorio. Per quanto riguarda le zone a macchie e fasce boscate, nel territorio di Ronco all'Adige queste tipologie ambientali sono rinvenibili solo in alcuni ambiti, soprattutto in corrispondenza degli argini dei principali corsi d'acqua e in alcune cave dismesse. Si tratta in genere di formazioni composte da specie arboree più o meno igrofile. Per quanto riguarda lo strato arbustivo, in questi ambiti sono ben rappresentate specie di piante pioniere e ben adattate a tollerare periodiche sommersioni alternate a siccità. Per quanto riguarda i filari questi sono composti da piante usate sia come tutori vivi per gli impianti di viticoltura, sia sopra per la produzione di legname di varia tipologia (soprattutto da ardere e da paleria). Il “verde”urbano si presenta spesso composto da specie ornamentali arbustive ed arboree esotiche, in molti casi sempreverdi. Nei parchi e giardini

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA raramente la scelta delle specie vegetali privilegia le essenze autoctone, che oltre a fornire possibilità di conservazione per numerosi animali, costituendo siti di rifugio e nidificazione ed essendo produttrici di fiori, frutti, legno e fogliame appetiti dalla fauna, hanno ottime capacità di attecchimento e di resistenza alle patologie e abbisognano di minimi interventi gestionali. Inoltre, il valore ornamentale di molte specie nostrane è nella maggioranza dei casi paragonabile o superiore alle piante esotiche. Infine, le specie autoctone da sempre sono parte integrante del paesaggio rurale veneto. L'impiego di specie vegetali indigene è quindi auspicabile sia per motivi conservazionistici che per questioni di carattere paesaggistico, tradizionale ed economico. Tra le azioni indirette di pressione sulla flora spontanea, nel territorio in questione possono essere evidenziate: • inquinamento da sostanze concimanti, diserbanti e antiparassitarie, che attraverso la rete irrigua possono giungere a notevoli distanze e concentrarsi in alcuni ambiti, specie nei periodi siccitosi, causando rarefazioni e scomparsa del manto vegetale • edificazione e costruzione di infrastrutture viarie, specie in ambiti agricoli tradizionali, che spesso hanno a loro interno elementi (quali le siepi campestri) che possono fungere da ultimi rifugi vegetazionali per specie particolarmente esigenti Tra le azioni dirette di pressione sulla flora, nel territorio di Ronco all’Adige vanno tenute in considerazione:  incendio di siepi (anche a fini gestionali)  taglio diretto per manutenzione argini della rete irrigua  pascolamento e/o uso a scopi ricreativi di aree prative  bonifica di ulteriori zone umide  messa a coltura di aree prative  eliminazione siepi, filari, macchie e fasce boscate In particolare si fa osservare che la diversità floristica riscontrata in alcune aree testimonia come queste zone necessitino di adeguata tutela. Si evidenzia come il mantenimento di alcune tipologie ambientali, quali le siepi campestri più mature, soprattutto quelle con la maggior ricchezza specifica e la presenza di specie minacciate o in regressione, rappresenti una prioritaria azione di tutela soprattutto per le specie maggiormente esigenti e delicate. Allo stesso tempo, appare fondamentale la protezione delle zone umide e boscate presenti, ma soprattutto la loro connessione e l'incremento delle superfici a finalità naturalistiche. Fauna Anche le specie animali hanno risentito delle modifiche ambientali apportate dall'uomo, soprattutto per quanto riguarda gli interventi di bonifica e di messa a coltura delle zone umide. Attualmente, nonostante tutto, molte specie sono ancora segnalate soprattutto in corrispondenza delle zone umide e boschive meglio conformate. Questo significa che con un minimo livello di tutela dell'ambiente molti animali sono in grado di conservare popolazioni vitali nel territorio. Tra queste, sono segnalate specie elencate negli Allegati della Direttiva 79/409/CEE o “Direttiva Uccelli” e della Direttiva 92/43/CEE o “Direttiva Habitat”. La presenza di una rete idrica diffusa consente ancora la conservazione e la dispersione per molte specie altrimenti assenti. Allo stesso modo, la fauna può ancora beneficiare localmente della presenza di siepi campestri e macchie boscate. Tra le aree naturalistiche più interessanti si segnala la ZRC “Zerpa”. Questa zona si presenta molto ben strutturata riguardo agli elementi naturali del paesaggio. Di fondamentale importanza risulta la presenza della boscaglia igrofila lungo la riva del F. Adige. Anche le zone coltivate sono ricche di zone incolte, fasce inerbite ai margini dei coltivi, corsi d’acqua e piccoli arbusteti lungo argini e capezzagne. Si sottolinea in questa area la presenza tra le specie nidificanti di Strillozzo, Quaglia, Beccamoschino, Cutrettola e Gheppio, tutti indicatori del buon livello di naturalità e del basso inquinamento atmosferico dell’area. Con una migliore dotazione di corsi d’acqua con vegetazione palustre (Canna palustre, Carici) possono stabilirsi nell’area, almeno durante le migrazioni, specie come il Migliarino di palude, la Cannaiola e la Cannaiola verdognola. Tuttavia, lo stato attuale della componente faunistica appare lontano dall' optimum desiderabile. In questo senso, appaiono necessarie iniziative volte alla tutela dei biotopi naturali o naturaliformi ancora presenti, al loro potenziamento e alla loro connessione.

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Alla luce delle specie accertate nel territorio di Ronco all'Adige e di quelle segnalate nelle aree circostanti, appare evidente come la conservazione e l'incremento della biodiversità propria di questa zona siano realizzabili attraverso una gestione mirata delle emergenze naturalistiche più rilevanti. In tal senso, appare fondamentale la tutela sia dei siti naturalistici in cui sono concentrate le maggiori ricchezze specifiche (numero di specie), sia delle aree dove siano presenti entità specifiche rare o endemiche. Per preservare queste presenze vanno individuati ambiti territoriali in cui siano realizzati sistemi ambientali di connessione, attraverso il ripristino di zone boscate e umide, secondo le tipologie di intervento più adatte alle caratteristiche pedo-climatiche del territorio in questione. Biodiversità Il territorio di Ronco, in considerazione delle caratteristiche geomorfologiche e idrologiche, appare vocato ad ospitare aree a particolare pregio naturalistico-ambientale. Osservando la carta dell'uso del suolo e come già più volte evidenziato, esistono delle aree che nella realtà o che potenzialmente possono identificarsi come ecosistemi, ma questi risultano, per così dire, elementi residuali è scollegati fra loro. In genere possiamo anche dire che la loro stabilità è piuttosto vacillante poiché le pressioni, principalmente collegate alle attività antropiche, sono sempre molto presenti ed individuabili nell'agricoltura di tipo estensivo, negli interventi per la difesa idrogeologica, nelle attività che possono avere risvolti sulla qualità delle acque. Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico Tra i beni culturali presenti nel Comune di Ronco all’Adige vanno segnalati i centri storici delle frazioni e le antiche corti agricole. Il territorio di Ronco all’Adige presenta numerosi insediamenti a “Corte”, alcuni anche di grande pregio, tra cui almeno 30 vennero censiti con la Variante Generale del PRG del 1997. Queste corti agricole, di antico impianto, sono sorte in seguito alla bonifica delle acque dell’Adige, che costituiscono ad oggi in importante patrimonio storico da tramandare e tutelare come testimonianza della tradizione costruttiva locale. In generale l’insediamento della Corte Agricola è organizzato intorno ad una costruzione principale di un certo pregio (corpo padronale, residenza delle nobili famiglie locali) che in alcuni casi assume le caratteristiche di una vera e propria villa. Ai lati dell’edificio principale sorgono le costruzioni minori, ovvero tutti quegli annessi rustici indispensabili alla gestione del fondo agricolo e gli alloggi più modesti dei coloni. Talvolta queste aggregazioni raggiungono ampiezze ed articolazioni tali da costituire dei nuclei complessi (o contrade), protetti da muri di cinta con portali d’accesso, oppure possono comprendere anche piccoli edifici religiosi, come cappelle private. In ogni caso la disposizione delle varie costruzioni – diversa per modalità di aggregazione, dovuta a fattori morfologici - non è casuale ma mira a circoscrivere un’area libera, delimitata dai fabbricati, riconoscibile come aia o cortile. Nel corso degli anni la struttura della Corte ha subito varie trasformazioni ed ampliamenti legati alle diverse necessità di vita e di gestione del fondo agricolo. Tali interventi risalgono a periodi storici lontani, spesso Ottocenteschi come nel caso di Villa Camozzini (corte Canton) e Corte Corso, ma anche a trasformazioni più recenti. A volte lo sviluppo ha portato ad una crescita coerente con l’impianto originario, talvolta invece ha causato la perdita della sua organicità, o semplicemente un deturpamento dei fabbricati principali. Attualmente lo stato di conservazione delle corti Il patrimonio culturale rappresentato dalle antiche corti presenti sul territorio, è una risorsa che merita di essere valorizzata, mediante operazioni di recupero e conservazione, anche in vista di un suo utilizzo nel comparto turistico. L'impronta paesaggistica del Comune di Ronco è imperniata sull'agricoltura che trova rispondenza nelle qualità geomorfologiche di questo territorio. Le aree urbanizzate coprono circa un sesto dell'estensione complessiva con usi del suolo ripartiti pressochè esclusivamente tra urbano ed agricolo. Le aree naturaliformi sono presenti con superfici superiori ai 400 ettari in gran parte derivanti dall'abbandono di terreni utilizzati come cave estrattive il cui futuro, però, non è ancora definito. Il paesaggio presenta, quindi, condizioni di crisi della continuità ambientale, con spazi naturali o seminaturali relitti e fortemente frammentati dall'insediamento, per lo più quasi sempre linearmente diffuso lungo gli assi viari, e dalle monocolture agricole. Il paesaggio registra complessivamente stati di diffusa criticità della sua articolazione spaziale, con mosaici semplificati dal punto di vista ecologico e semiologico e al tempo stesso caratterizzati da fenomeni di congestione, riferibili alla consistente frequenza di interazioni spaziali conflittuali fra diverse configurazioni o singole componenti in assenza di sistemi paesaggistici con funzioni di mediazione e inserimento.

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Agenti fisici Rumore Per il comune di Ronco all’Adige non si dispone di dati specifici relativi agli indicatori elaborati dall’ARPAV, come ad esempio l’estensione delle strade statali e provinciali con prefissati livelli di rumorosità. Tali informazioni si dispongono solo per alcuni dei comuni confinanti. All’interno del territorio comunale di Ronco all’Adige sono presenti solo tre strade provinciali, di cui un’unica di particolare importanza (SP19). Stazioni radio base ed impianti attivi radiotelevisivi Per quanto riguarda le radiazioni non ionizzanti all’interno del comune non si rinvengono particolari criticità, anche se le poche SRB presenti sono quasi tutte dislocate in corrispondenza, o molto vicino, a edifici residenziali. Elettrodotti Il tracciato degli elettrodotti non presenta particolari problematicità in quanto non attraversa gli abitati maggiori, anche se la linea a 132 kV si trova in prossimità degli edifici che si affacciano sulla SP 19. Radon Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti, dai dati ARPAV si rileva che la percentuale di abitazioni attese superare il livello di riferimento di 200 Bq/mc è pari allo 0,1% (dato elaborato sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000). Inquinamento luminoso Dalla cartografia prodotta dall’ARPAV si rileva che per il comune di Ronco all’Adige l’aumento della luminanza totale rispetto alla naturale è compresa tra il 300% e il 900% in gran parte del territorio, mentre per la restante parte è compresa tra il 300% e il 100%. Rischio industriale Il rischio industriale è rappresentato da un’unica azienda a rischio di incidente rilevante, sottoposta all’articolo 8 del decreto legislativo 334/99, pertanto a rischio elevato. Il Comitato Tecnico Regionale ha approvato le misure di sicurezza adottate e giudicato accettabile il rischio, oltre che assicurata la compatibilità ambientale e territoriale del deposito rispetto all’ambiente ed all’uso del territorio circostante. Salute umana, popolazione Il Comune di Ronco all’Adige è compreso all’interno dell’ULSS n. 21. I dati rilevati sono a livello provinciale o relativi all’intero territorio dell’ ULSS di appartenenza. Dall’analisi dei dati disponibili si osserva che le cause per morte più frequenti tanto nei soggetti maschili che femminili all’interno della provincia di Verona sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori. Tuttavia tra le donne si rileva un maggior numero di decessi per tumore in proporzione alle morti totali. A livello provinciale si rileva che gli infortuni sul lavoro riguardano maggiormente i settori dell’industria e dei servizi, valore in linea con la situazione registrata a livello regionale. Informazioni sulle malattie infettive sono disponibili solo a livello regionale, relativamente al 2004. Le malattie infettive più frequenti risultano: varicella (15524 casi), scarlattina (3136 casi) , salmonellosi non tifoide (930 casi).

− OBIETTIVI E AZIONI DEL PAT Gli obiettivi generali definiti dal piano già a partire dal Documento Preliminare sono stati analizzati e disarticolati al fine di individuare ed esplicitare obiettivi, strategie/azioni. I principali obiettivi definiti dall'Amministrazione Comunale in sede di Documento Preliminare e poi confermati dal Piano di Assetto del Territorio sono stati disarticolati per i sistemi ambientale; insediativo; produttivo - commerciale - direzionale; infrastrutturale. La tabella riportata di seguito sintetizza le principali azioni individuate dal Piano, in rapporto agli obiettivi espressi all’interno del Documento Preliminare. OBIETTIVO DI PAT AZIONE INDIVIDUATA Ob_01 - salvaguardare il territorio agricolo sia per il suo legame alla produzione ma sia per l’alto valore ambientale; Individuazione di aree di edificazione diffusa in zona agricola Ob_ 04 - permettere la residenzialità in zona agricola legata al permanere delle famiglie già prese Ob_ 07 - provvedere al ripristino ambientale delle Individuazione di un’area dove realizzare un parco urbano DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 10

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cave esaurite e alla salvaguardia e riqualificazione riconducibile alla sistemazione di alcuni contesti di cava delle aree rinaturalizzate a tutela dei biotopi attualmente presenti. Ob_ 06 - salvaguardare le aree lacustri e le aree del territorio a vulnerabilità idrogeologica (zone umide, fossi e canali di irrigazione, le riserve faunistico- venatorie, le aree ad elevato rischio idraulico), Ob_ 12 - controllare l’aumento volumetrico della residenza adattandolo all’incremento demografico fisiologico, cioè al crescere della popolazione e, soprattutto, delle famiglie, Ob_ 13 -sviluppare l’incremento della residenzialità Individuazione di nuove aree di espansione residenziali nel mantenendo un alto livello qualitativo attraverso il Capoluogo e nelle frazioni contenimento della volumetria e favorendo la tipologia a bassa densità, Ob_ 14 - sviluppare i servizi legati alla residenza in rapporto all’incremento demografico, Ob_ 18 - contenere le nuove espansioni prevedendo prioritariamente la saturazione delle aree esistenti che hanno ancora potenzialità edificatorie Individuazione di nuove aree di espansione produttive nella Ob_ 20 - favorire la delocalizzazione delle attività frazione di Canton presenti in zona impropria per liberare e decongestionare le aree agricole Ob_ 26 - realizzare la nuova circonvallazione sud come tracciato alternativo alla SP19, a sud dei centri Recepimento della viabilità di progetto dal PRG vigente abitati del Capoluogo, di Canton e di Albaro.

− PROCESSO DI CONCERTAZIONE/CONSULTAZIONE A seguito della stipula dell’accordo di copianificazione sottoscritto in data 15.01.2008 tra Comune di Ronco all’Adige, Provincia di Verona e Regione Veneto, così come previsto dallo stesso, è stata espletata la fase di concertazione e partecipazione. Nell’ambito di tale processo sono stati effettuati i seguenti incontri: - in data 13/03/2008 si è tenuto l’incontro di concertazione e partecipazione pubblica rivolto alla cittadinanza, alle associazioni e ai professionisti; - il giorno 14/03/2008 si è tenuto l’incontro di concertazione e partecipazione pubblica rivolto a Regione Veneto, Provincia di Verona, Soprintendenza, Consorzio di Bonifica Valli Grandi e Medio Veronese ed Enti Gestori di Servizi sul territorio comunale; Il calendario delle riunioni di cui sopra si è concluso nei termini di cui all’art. 4 lettera b dell’accordo di pianificazione del PAT. Per quanto riguarda gli incontri con la popolazione questi hanno permesso un confronto con la stessa e sono emersi suggerimenti ed osservazioni. Con Deliberazione di Giunta comunale n. 85 del 05.06.2008 è stato preso atto dell’espletamento della fase di concertazione relativa al documento preliminare. Con la stessa DGC sono stati approvati i verbali e le relazioni oltre che gli allegati (lettere di convocazione ed elenco partecipanti) che espongono le risultanze della concertazione, che sono allegati quali parti integrali e sostanziali alla deliberazione. Pubblicità-informazione . Dopo l’adozione gli elaborati relativi alla proposta di PAT, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica sono stati depositati presso gli uffici del Comune, della Regione Veneto e della Provincia di Verona. E’ stata data pubblicità su due quotidiani a diffusione locale (L’Arena e InCittà) ed è stato pubblicato un avviso sul BUR e sul sito web dell’avvenuto deposito. Gli elaborati sono stati anche pubblicati sul portale web comunale. Il tutto è stato anche messo a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale con nota 11/02/2010 prot. n. 902/1719. Consultazioni. In fase di consultazione sono pervenute 15 osservazioni di cui nessuna a carattere ambientale o riguardante il Rapporto Ambientale.

− AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI E DESCRIZIONE CRITICITA’ ATO 1 – RONCO -SCARDEVARA L’ATO 1 risulta essere l’ambito territoriale omogeneo più densamente abitato con 10,34 ab/ha. Inoltre nell’ATO in esame è presente un’ampia superficie destinata a zona produttiva dal vigente PRG: ben il

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43,45% dell’area prevista in ambito comunale. L’attività estrattiva in questo ambito non ha lasciato segni evidenti: ad oggi nell’ambito non sono presenti cave attive, mentre sono presenti 42500 mq di cave estinte, corrispondenti tuttavia ad appena il 2,61 % delle aree da esse occupate in ambito comunale. L’ambito, pur essendo tra i più urbanizzati ed abitati, presenta tuttavia uno spazio agricolo ancora notevole: sono presenti 959169 mq di seminativi e 383424 mq di colture legnose che arrivano a coprire il 40% della superficie dell’ambito. Una piccola porzione dell’ATO (109407 mq) ricade all’interno dell’ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC). Sono inoltre presenti nell’ambito 3 corti agricole. Nell’ATO 1 è compresa inoltre la gran parte della rete fognaria esistente e la rete di pubblica illuminazione. La classificazione acustica pone gran parte dell’ambito, circa il 60%, nella III classe (aree di tipo misto), seguono per presenza sul territorio le aree di intensa attività umana, oltre che le aree di tipo prevalentemente industriali. Caratteristica importante dell’ambito è infine la presenza sullo stesso della gran parte delle aree a servizi: servizi per l’istruzione, attrezzature per interesse comune, verde-sport, parcheggi. ATO 2 – CANTON La densità abitativa dell’ambito risulta piuttosto bassa: 1,52 ab/ha, da mettere in relazione alla superficie dell’ambito occupata da aree produttive pari a 199647,4 mq, corrispondente al 15 % dell’intero ambito. Anche quest’ambito presenta una buona percentuale di territorio agricolo: il 60% dell’ambito è infatti attualmente occupato da seminativo e colture legnose. Non sono presenti elementi di tutela e di pregio ambientale. Dal punto di vista della classificazione acustica l’ATO 2 risulta in gran parte compreso nella terza classe (aree di tipo misto). La dotazione attuale di aree standard risulta media nell’ambito. ATO 3 – ALBARO All’interno dell’ATO 3 vive il 15 % della popolazione residente in ambito comunale: la densità abitativa nell’ambito è pari a 6,6 ab/ha, seconda solo all’ATO 1. Le aree produttive presenti nell’ambito risultano decisamente poche: coprono meno del 2% della superficie dell’ATO. Importante risulta invece la presenze di zone agricole occupate da seminativo e colture legnose: pari a ben il 70% della superficie complessiva dell’ATO. All’interno dell’ambito sono presenti 3 corti agricole. La classificazione acustica pone la gran parte del territorio dell’ambito nella classe III (aree di tipo misto). Buona appare anche la dotazione di aree standard nell’ATO. ATO 4 – TOMBAZOSANA La densità abitativa nell’ATO è pari a 4,68 ab/ha, inferiore solo a quella relativa agli ATO 1 e 3. Le aree per attività produttive coprono il 7% della superficie dell’ambito, per la gran parte occupato anche in questo caso da zona agricola (in totale l’area occupata da seminativo e colture arboree copre il 60% dell’ambito. Una piccola porzione dell’ATO (33689,25 mq) ricade all’interno dell’ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC). Sono inoltre presenti nell’ambito 2 corti agricole. L’ATO risulta inoltre interessato da aree individuate a pericolosità idraulica dal Consorzio di Bonifica: queste aree coprono complessivamente una superficie pari a 598198,8 mq. Anche quest’ambito ricade per la grana parte nella classe III (aree di tipo misto) secondo la classificazione acustica comunale. Buona appare anche la dotazione di aree standard nell’ATO. ATO 5 – AGRICOLA EST All’interno dell’ambito risiede appena il 5% della popolazione totale residente in ambito comunale. L’ATO in esame è caratterizzato infatti per lo più da zona agricola: questa copre per l’80% della superficie dell’ambito. In particolare è presente un agricoltura di tipo intensivo a seminativo e frutteto. All’interno dell’ambito sono presenti 47166,86 mq di cave estinte. Sono riconoscibili alcune delle corti rurali di interesse storico. Parte della superficie dell’ambito (500690,1 mq) ricade nell’ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC). Una parte ricade anche (4648,4 mq) nell’area SIC. Da segnalare è la presenza nell’ambito in esame di ben 4020530,27 mq di superficie individuata a pericolosità idraulica dal Consorzio di Bonifica competente sul territorio. Relativamente alla classificazione acustica dell’ambito si rileva che il 95% dell’ambito ricade nella III classe (aree di tipo misto). Infine per quanto riguarda la dotazione di servizi si rileva la presenza di aree standard per attrezzature di interesse comune e parcheggi. ATO 6 – AGRICOLA OVEST Anche quest’ambito, come quello precedentemente descritto, risulta prettamente agricolo: ben l’87% della superficie dell’ambito è occupata da seminativo e colture legnose. L’ambito in particolare risulta caratterizzato da un agricoltura di tipo intensivo nella parte sud (seminativo) e da un paesaggio più frammisto nella parte nord (seminativo e frutteti). La densità abitativa è anche in questo caso molto DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 12

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bassa: intorno a 0,4 ab/ha. Minoritaria anche la presenza di aree produttive: appena lo 0,67% della superficie complessiva dell’ambito. Sono presenti nell’ambito alcune cave estinte che coprono in totale 19358,8 mq di superficie. Una piccola porzione di territorio, pari a 31449,5 mq, ricade all’interno dell’ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC). Un’altra piccola porzione (4247,28 mq) ricade anche nel SIC. All’interno dell’ATO 6 ricadono la gran parte delle corti agricole presenti in ambito comunale: ben 18. Le corti rurali di interesse storico sparse nel territorio agricolo rappresentano una testimonianza della storia e della cultura agraria di queste terre. All’interno dell’ATO sono presenti aree individuate a pericolosità idraulica dal PAI e dal Consorzio di Bonifica competente: in totale esse comprendono una superficie di 613538,3 mq. Relativamente alla classificazione acustica dell’ambito si osserva che più del 90% del territorio ricade nella III classe (aree di tipo misto). Si osserva infine, relativamente alla dotazione attuale di aree standard, la presenza nell’ATO in particolare di aree standard per attrezzature di interesse comune e parcheggi. ATO 7 – AGRICOLA DELLE EX CAVE Attualmente sul territorio è presente un’unica cava ancora attiva che copre una superficie pari a 56863 mq. Le cave estinte coprono invece una superficie pari a 1519787,57 mq (corrispondente al 93,3% della superficie occupata da cave estinte presenti nell’intero territorio comunale. Molto ampia è anche la superficie occupata da aree escavate con falda affiorante che coprono ben 3319169,75 mq di superficie (anche in questo caso tale superficie corrisponde a più del 90% della superficie totale occupata da aree escavate con falda affiorante presente in ambito comunale). Elevata è anche la presenza di ambiti di tutela e di pregio ambientale: 806329,8 mq dell’ambito ricadono nell’ ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC). Sono anche presenti corti agricole: ben 9 nell’ambito. Importante la porzione dell’ambito interessata da pericolosità idraulica secondo il PAI e il Consorzio di Bonifica: in totale pari a 5826786,23mq. L’ambito ricade per quasi il 70 % all’interno della classe III secondo la classificazione acustica. Infine relativamente alla dotazione attuale di standard si rileva la presenza di aree per attrezzature di interesse comune e parcheggi. ATO 8 – ADIGE Nell’ATO risiede l’1% della popolazione totale residente in ambito comunale. Il seminativo e le colture arboree occupano 1344526,8 mq, corrispondenti a più del 40% dell’ambito. La rimanente parte di territorio è coperta da vegetazione riparia: aree boscate (493996,5 mq) prati (128695,4 mq) e incolto (248692,2 mq). Molto elevata risulta la presenza di ambiti di tutela e di pregio ambientale: 2617734,7 mq dell’ambito ricadono nell’ ambito naturalistico di livello regionale del Fiume Adige (PTRC), mentre 1911487,7 mq ricadono all’interno del SIC. Relativamente alla classificazione acustica si osserva che l’ambito ricade pressoché interamente (al 99%) in classe I (aree particolarmente protette).

− DIMENSIONAMENTO DEL PIANO Il dimensionamento residenziale del piano è stato redatto sulla base delle analisi demografiche e le previsioni tendenziali. Il PAT prevede ex-novo mc.274.000 questi vengono suddivisi all’interno delle ATO con una distribuzione percentuale equamente suddivisa tra frazioni e capoluogo ma con riduzione consistente per il territorio agricolo. La situazione per ATO parte dalla situazione distributiva attuale della popolazione e quindi degli alloggi. Nel Capoluogo e nei centri frazionali (Albaro, Canton, Tombazosana) vive circa l’80% degli abitanti, il rimanente 20% risiede invece nella area agricola. La suddivisione per ATO viene così declinata: - Capoluogo, compreso Scardevara: mc 156.000 pari al 57% del totale volume comunale, - Albaro: mc 52.000 pari al 19% - Canton: mc.13.700 pari al 5% - Tombazosana: mc 35.600 pari al 13% - Area Agricola: mc 16.500 pari al 6% La riduzione della percentuale in zona agricola è dovuta al fatto che la nuova legge urbanistica ha ridotto notevolmente le possibilità edificatorie permettendo l’edificazione ex-novo solo agli addetti all’agricoltura veri e propri. Per la stima del dimensionamento dei servizi attualmente il PRG prevede già una dotazione di standard pari a mq 445.624, pari a 56,3 mq/ab. Tale dato è sottostimato in quanto non tiene conto delle aree soggette a PUA che devono ancora essere realizzate. Già ora, di fatto il PRG, che diventa il primo PI, ha una dotazione di aree per standard superiore al minimo richiesto dalla nuova LUR: 56,3 mq/ab contro i 30 mq/ab. Il PAT prevede aree di espansione per complessivi mq 356.382, nell’ipotesi massima. Di DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 13

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queste si può stimare che almeno il 30%sarà destinato in sede attuativa alla cessione con l’applicazione della perequazione. Le aree cedute destinate a standard saranno quindi almeno pari a 106.915 mq. L’offerta complessiva di standard, cioè di quelli previsti in PRG e confermati in PAT più quelli aggiuntivi. diventerà quindi almeno pari a mq. 552.439. Lo standard medio per abitante teorico di previsione è pari quindi a 72,3 mq/ab. Gli standard confermati del PRG, confermati dal PAT sono così suddivisi: lettera a) istruzione: mq 31 032 pari a 4,06 mq/ab lettera b) interesse comune: mq 72 281 pari a 9,46 mq/ab lettera c) verde-sport: mq 267 513 pari a 35,01mq/ab lettera d) parcheggi: mq 74 698pari a 9,77 mq/ab La situazione presente e futura è quindi notevolmente superiore al minimo richiesto sia dal DM, sia dalla nuova LUR. Il dimensionamento del non-residenziale (produttivo) tiene conto sia delle valutazioni derivanti dal valore massimo espresso dal rapporto SAU/STC sia delle valutazioni espresse dal Documento Preliminare delle direttive amministrative sia della strumentazione urbanistica superiore: piano regionale, piano provinciale, piano di area) Le direttive contenute nel Documento Preliminare danno indicazione per un completamento della area per attività produttive concentrandola nella frazione di Canton in continuazione di quella esistente.

− VERIFICA DI COERENZA INTERNA DEL PIANO L’analisi della coerenza interna del Piano (ovvero la verifica dell’eventuale esistenza di contraddizioni all’interno del piano), che garantisce la congruenza tra gli obiettivi generali e specifici e azioni di Piano, è stata svolta mediante la predisposizione di una matrice di confronto tra obiettivi del PAT (come espressi all’interno del Documento Preliminare) e azioni individuate dallo stesso. L’analisi ha permesso di rilevare l’assenza di contraddizioni.

− VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI Per la valutazione degli impatti il valutatore ha effettuato una prima indagine sui potenziali effetti determinati dalle azioni di Piano che necessitavano approfondimento, in quanto potenzialmente negativi sull’ambiente; per tali approfondimento sono stati utilizzati: • indicatori numerici (variazione di uso del suolo, consumi idrici e produzione di reflui e rifiuti); • indicatori cartografici (All. B “Quadro ambientale di riferimento per la trasformazione del territorio (progetto) - sovrapposizione azioni ed indicatori cartografici - metodo di overlay mapping); La sintesi della valutazione è stata la seguente: Per quanto riguarda la variazione di permeabilità del suolo risultano necessarie misure atte a garantire l’invarianza idraulica così come specificate nella relazione di compatibilità idraulica. Per quanto riguarda la variazione dei consumi e la produzione di reflui e rifiuti: viene ritenuto che l’incremento di carico urbanistico sia sostenibile per gli enti gestori, tuttavia in sede di PI gli stessi dovranno essere contattati. Per gli aspetti naturalistici e di continuità ecologica devono essere considerate le prescrizioni della valutazione di incidenza. Il metodo di overlay mapping permette di segnalare alcuni punti di attenzione che trovano riscontro in specifici accorgimenti da adottare al cap. 12 del Rapporto Ambientale.

− MISURE DI MITIGAZIONE Il Rapporto Ambientale propone un sistema di accorgimenti da adottare e misure di mitigazione / compensazione sulla base dei punti di attenzione individuati. Il sistema viene proposto sotto forma di elenco numerato suddiviso per temi ambientali: I In fase di predisposizione del PI la scelta della destinazione d'uso dovrà tenere conto dell'attuale classificazione acustica. Dovrà essere aggiornato il Piano di classificazione acustica e previsti ove necessari eventuali piani di risanamento acustico II In prossimità di elettrodotti e stazioni radio base, o altre sorgenti di CEM, non dovranno essere inseriti siti sensibili quali asili, scuole, ospedali, etc.

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III Data la presenza sul territorio di numerose attività insalubri (di 1° e 2° classe) si ritiene che sarà opportuno valutare in sede di PI la necessità di disporre opportune misure di mitigazione. In particolare per quelle di 1° classe dovranno essere introdotte le migliori tecnologie per non recare danno alla salute e molestia al vicinato. IV Gli interventi dovranno rispettare la fascia di 20 m dall’ unghia arginale a campagna individuata dal PAI per il fiume Adige (cfr. art. 18 del PAI). Inoltre dovranno essere rispettate le indicazioni della relazione di compatibilità idraulica. Gli interventi dovranno inoltre rispettare le zone di rispetto idraulico definite dal Consorzio di Bonifica pari a 6 metri dal piede esterno dell’argine o dal ciglio superiore esterno per tutti i canali consortili ad eccezione del fiume Busse per il quale vale una zona di rispetto di 10 m dal piede esterno dell’argine. V Gli interventi dovranno garantire la continuità idraulica dei fossi e dei corsi d’acqua; in particolare gli interventi non dovranno ridurre la sezione idraulica degli stessi. Eventuali attraversamenti dovranno essere tali da non pregiudicare gli eventuali ampliamenti dei corsi d’acqua e dovranno inoltre essere concordati con gli Enti competenti (Genio Civile, Consorzio di Bonifica). VI Nella progettazione degli interventi dovranno essere tenute in considerazione tutte le prescrizioni degli enti gestori dei sottoservizi. In fase di PI dovranno essere contattati gli enti gestori dei sottoservizi al fine di valutare l’effettiva sostenibilità degli allacciamenti. La progettazione attuativa degli interventi di nuova edificazione dovrà prevedere il collegamento alla rete fognaria esistente o l'utilizzo di sistemi di depurazione alternativi nel caso di difficoltà di collegamento. Qualora questi ambiti si trovino nelle vicinanze dei corsi d’acqua dovrà inoltre essere posta particolare attenzione a non tombinare i corsi d’acqua. VII Si ritiene che per tutte le nuove urbanizzazioni (sia relative alle nuove aree di espansione individuate dal PAT che per le aree non attuate individuate dal PRG vigente) andranno preferiti ove possibile i parcheggi drenanti inerbiti (e arredati con verde naturale piantumato) allo scopo di determinare una minore impermeabilizzazione del suolo e un migliore inserimento paesaggistico delle nuove urbanizzazioni. VIII In fase progettuale della viabilità recepita dal PAT dovrà essere valutata la necessità di inserire opere di mitigazione acustica anche per la nuova viabilità di progetto. IX A tutela della risorsa idrica sotterranea si ritiene che nelle nuove zone produttive, in particolare nelle zone destinate a piazzali di manovra e nelle aree di sosta degli automezzi , dovranno essere predisposte vasche di prima pioggia e disoleatori. Si ritiene inoltre utile la predisposizione di vasche di prima pioggia e di raccolta degli idrocarburi e disoleatori per la nuova viabilità di progetto. X La progettazione dei nuovi tratti di viabilità dovrà garantire la sicurezza degli utenti delle piste ciclo- pedonali qualora si prevedano intersezioni con le stesse. In particolare si ritiene opportuna l’adozione di limitatori di velocità in corrispondenza degli attraversamenti pedonali. XI In sede di progettazione degli interventi di nuova viabilità si ritiene necessario uno studio unitario dell’inserimento paesaggistico-ambientale che in particolare valuti la possibilità di predisposizione di fasce vegetazionali ai bordi del tracciato stradale. Andranno in ogni caso rispettate le prescrizioni del Codice della Strada (art. 16 e art 26) in merito in particolare alle distanze minime da rispettare per la piantumazione di elementi vegetazionali (siepi, arbusti, alberi). In tutti i casi le specie dovranno essere scelte in relazione agli habitat esistenti e al contesto paesaggistico, oltre che in relazione alla loro funzionalità. XII Nel caso di nuova edificazione ad uso residenziale prossima a viabilità esistente o di progetto sarà opportuno valutare la necessità di adottare opportune misure di mitigazione dell’impatto acustico che prevedano anche l’inserimento di elementi vegetazionali. XIII In sede di pianificazione e progettazione degli interventi relativi a nuove espansioni di tipologia produttiva dovrà essere esaminato l’impatto visivo degli stessi, in particolare in relazione alla possibile presenza di edifici ad uso residenziale prossimi al sito interessato dalla trasformazione, al fine di garantire il corretto inserimento paesaggistico delle trasformazioni, anche eventualmente individuando opportune misure mitigative (es. inserimento fasce vegetazionali). XIV Gli interventi di nuova urbanizzazione (nuova edificazione o ampliamenti di edifici ad uso residenziale, produttivo, commerciale, direzionale, etc; interventi di nuova viabilità; realizzazione di aree a servizi compresi parcheggi, etc.) devono concorrere, mediante la realizzazione di interventi di compensazione ecologica, al miglioramento della qualità ambientale. Il PI stabilirà le tipologie di opere di compensazione ambientale, anche sulla base di quanto indicato dal PTRC della Regione Veneto (art. DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 15

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34 comma 2 e 3 delle NTA del Piano adottato con DGR n. 372 del 17.02.2009) ed i parametri sulla base dei quali calcolare l’entità di tali opere in relazione ai diversi interventi di Piano, secondo criteri di equità in modo che gli stessi siano proporzionati nelle dimensioni e nel costo agli interventi di nuova urbanizzazione / edificazione in progetto. Il PI specificherà inoltre gli ambiti del territorio comunale dove realizzare gli interventi di compensazione ambientale. Gli interventi di compensazione potranno in particolare contribuire alla realizzazione della rete ecologica comunale. XV Al fine di prevenire e limitare i rischi potenzialmente connessi all’esposizione al gas radon proveniente dal terreno, in considerazione di quanto contenuto all’art. 31delle NTA del PTRC si ritiene opportuno che all’interno del Regolamento Edilizio vengano inserite indicazioni che assicurino, in tutti gli edifici di nuova costruzione, tecniche costruttive cautelari obbligatorie atte a prevenire l’accumulo di radon negli edifici, da estendersi anche agli edifici soggetti a ristrutturazione o manutenzione straordinaria, qualora tali attività comportino interventi sull’attacco a terra. Si consiglia inoltre di sensibilizzare la popolazione residente al problema del radon in particolare informando anche delle buone pratiche utili a ridurre il livello di inquinamento. A questo scopo si segnala che l’ARPAV ha elaborato la pubblicazione “Il Radon in Veneto, ecco come proteggersi - Guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica nelle abitazioni" - Regione Veneto - 2001”, disponibile sul sito internet (http://www.arpa.veneto.it/pubblicazioni/htm/pubblicazioni.asp) XVI Nella fase esecutiva degli interventi dovranno preferibilmente essere mantenute le siepi esistenti. Se tale mantenimento fosse oggettivamente non possibile dovranno essere comunque ricreate in modo tale da garantire la continuità ecologica. XVII Gli interventi dovranno tenere conto del contesto paesaggistico e della possibile vicinanza ad edifici tutelati (con particolare attenzione alle numerose corti agricole presenti sul territorio). La scelta delle tipologie costruttive del nuovo edificato dovrà essere coerente con il contesto paesaggistico. XVIII In fase di progetto per gli interventi prossimi al perimetro dell’ambito individuato per la formazione dell’oasi naturalistica “ la Gallinella d’Acqua ” dovrà essere tutelato il parco e gli elementi del paesaggio, prestando attenzione perché gli interventi si inseriscano correttamente nel contesto paesaggistico. XIX Gli scarti di lavorazione, in fase di realizzazione degli interventi, dovranno essere correttamente gestiti secondo la normativa vigente al fine di evitare fenomeni di percolazione. XX In fase di realizzazione degli interventi il recupero e/o lo smaltimento delle terre di scavo dovrà essere effettuato secondo la normativa attualmente vigente. XXI Per la vicinanza degli interventi ai siti della Rete Natura 2000 dovranno essere osservate le indicazioni e le prescrizioni della Valutazione di Incidenza. XXII Per le azioni di Piano che sono oggetto di Valutazione di Incidenza relativamente alle aree della Rete Natura 2000 che interessano porzioni dell’ambito comunale dovranno essere osservate le indicazioni e/o prescrizioni riportate all’interno della relazione di Valutazione di Incidenza. XXIII Gli interventi dovranno garantire la tutela dell’integrità degli elementi della rete ecologica (Core Area, Buffer zone, Corridoi ecologici principali e secondari, varchi), nel rispetto della normativa specifica del PAT. Le trasformazioni del territorio dovranno garantire la continuità dei corridoi ecologici. XXIV Si ritiene opportuno provvedere ad un’adeguata istruzione e sensibilizzazione dei proprietari delle attività produttive in merito alla tutela dell’ambiente naturale e delle risorse. Per la tutela della risorsa idrica sotterranea e del suolo è possibile incentivare l’adozione di opportuni sistemi di collettamento e smaltimento delle acque reflue, in particolare adottando lo smaltimento a reti separate e sistemi di depurazione dei reflui che riducano l’impatto ambientale dei processi depurativi. Anche importante è la riduzione dei consumi e la differenziazione degli approvvigionamenti in funzione degli usi, attraverso l’adozione di sistemi per il riutilizzo dell’acqua meteorica e dei reflui recuperabili. Analogamente risulta di primaria importanza l’adozione di procedure e materiali che minimizzino la produzione di rifiuti, in particolare di quelli non riciclabili e particolarmente dannosi per l’ambiente, oltre che incentivare il riciclo dei rifiuti garantendo la sicurezza nella gestione degli stessi. Relativamente ai consumi energetici risulta di primaria importanza anche la riduzione delle fonti non rinnovabili e l’incentivazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili, unitamente alla riduzione dei consumi. Si segnala inoltre l’importanza di ottimizzare le prestazioni dei sistemi di illuminazione naturale ed artificiale negli ambienti interni ai fini del risparmio energetico, del comfort microclimatico e visivo.

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Infine si segnala l’importanza di perseguire il contenimento dell’inquinamento luminoso nell’illuminazione pubblica e privata. XXV Nella futura progettazione e/o riqualificazione edilizia, verificare l’opportunità di utilizzo di sistemi di approvvigionamento energetico alternativi e con tutti gli accorgimenti possibili per limitare gli sprechi. XXVI Ogni intervento edilizio e/o di riqualificazione dovrà prevedere sistemi di illuminazione pubblica a basso consumo (sodio bassa pressione, LED, etc.), con corpi illuminanti totalmente schermati (full cut-off) che garantiscano assenza di dispersione luminosa verso l’alto. XXVII Risulta di primaria importanza l’adozione di procedure e materiali che minimizzino la produzione di rifiuti, in particolare di quelli non riciclabili e particolarmente dannosi per l’ambiente, oltre che incentivare il riciclo dei rifiuti garantendo la sicurezza nella gestione degli stessi. XXVIII Relativamente ai consumi energetici risulta di primaria importanza l’incentivazione dell’utilizzo di fonti rinnovabili, unitamente alla riduzione dei consumi. Si segnala inoltre l’importanza di ottimizzare le prestazioni dei sistemi di illuminazione naturale ed artificiale negli ambienti interni ai fini del risparmio energetico, del comfort microclimatico e visivo. Infine si segnala l’importanza di perseguire il contenimento dell’inquinamento luminoso nell’illuminazione pubblica e privata attraverso l’utilizzo di lampade opportunamente schermate verso la volta celeste. XXIX Dovrà essere di particolare interesse per l’ Amministrazione Comunale fare propri gli obiettivi del Piano di Sviluppo Rurale ed in particolare le linee strategiche ed azioni prioritarie, di cui all’Allegato A della DGR 1189 del 02/05/2006 di cui si riportano i punti principali: ASSE 1 – Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale: ● Linea strategica 1.2 Competitività e sostenibilità ambientale - Azione 1.2.2 - Migliorare le prestazioni ambientali dell’agricoltura - Azione 1.2.3 - Migliorare le prestazioni ambientali della silvicoltura ● Linea strategica 2.1 Qualita e gestione delle acque - Azione 2.1.1 - Incentivare le pratiche agronomiche e zootecniche conservative - Azione 2.1.2 - Promuovere un approccio di sistema nella gestione ambientale dell’azienda agricola e forestale ● Linea Strategica 2.2 Biodiversità ed attività agro-silvo-pastorali ad elevata valenza naturale - Azione 2.2.2 - Incentivare la conservazione degli habitat semi – naturali - Azione 2.2.3 - Sviluppare le reti ecologiche - Azione 2.2.5 - Incentivare la riqualificazione del paesaggio rurale ● Linea Strategica 2.3 Cambiamento climatico ed emissioni di gas serra: - Azione 2.3.1 - Incrementare la capacita di fissazione del carbonio - Azione 2.3.2 - Ridurre le emissioni agricole di gas serra - Azione 2.3.3 - Sviluppare la filiera delle energie rinnovabili ASSE 3 – Qualita della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale ● Linea strategica 3.3 Promozione della bioenergia - Azione 3.3.1 - Promuovere la diversificazione dell’attivita agricola ed il sostegno alle microimprese nelle filiere bioenergetiche - Azione 3.3.2 - Promuovere l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili di produzione locale da parte di enti locali, enti pubblici ed altri soggetti collettivi ● Linea strategica 3.4 Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro nelle aree rurali - Azione 3.4.3 - Migliorare e conservare il patrimonio edilizio rurale

− IMPRONTA ECOLOGICA Nel Rapporto Ambientale sono descritti indicatori alternativi all’impronta ecologica, basati sulla stima dei consumi di acqua, energia elettrica e gas, della produzione di reflui, di rifiuti e della domanda di traffico, nonché del consumo di suolo. In merito alla valutazione delle alternative di piano, le stesse sono state confrontate mediante la predisposizione di macroindicatori sintetici in riferimento a criteri di sostenibilità e fattori di impatto, come descritto successivamente al punto “valutazione delle alternative e opzione zero”.

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− COERENZA ESTERNA La valutazione di coerenza esterna è data: 1. Confronto, effettuato mediante la predisposizione di una matrice, tra gli obiettivi del PAT contenuti all’interno del Documento Preliminare del PAT, con gli obiettivi di protezione ambientale definiti a livello nazionale, internazionale e comunitario e con gli obiettivi della pianificazione sovraordinata. 2. dall’analisi di coerenza delle azioni del Piano con gli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati e piani settoriali per la valutazione di questi fattori sono stati calati i temi strategici e di tutela negli elaborati di Piano e nella cartografia “Quadro di riferimento ambientale per la trasformazione del territorio” che ha permesso tramite il metodo di overlay mapping, la valutazione della coerenza. 3. Analisi di coerenza delle azioni di piano con i criteri e i principi di sostenibilità ambientale valutata sulla base di una check – list con indicatori atti a verificare la risposta del piano ai criteri stessi (protezione della qualità dei suoli, tutela della salute umana e del patrimonio agricolo – forestale, minimizzazione dell’utilizzo delle risorse non rinnovabili, etc.)

− SOSTENIBILITA’ SOCIALE ED ECONOMICA Gli obiettivi di sostenibilità sociale che si era posto il Piano di Assetto del Territorio nel documento preliminare erano riferibili in particolare ai principi e agli obiettivi fondamentali di seguito riportati: • Il coinvolgimento della comunità locale nella costruzione di una visione condivisa dello sviluppo della città, affrontando i temi essenziali del processo di trasformazione territoriale ed economico- sociale; • l’utilizzo della conoscenza specifica locale degli abitanti singoli ed organizzati in società, circoli, associazioni, che costituiscono una fonte essenziale per la formulazione di un progetto capace di cogliere le diverse sfaccettature del territorio, le diverse esigenze, le reciproche aspettative; • l’attivazione e la messa in gioco delle competenze progettuali presenti fra gli abitanti, soprattutto nella delineazione del quadro conoscitivo: infatti, chi conosce le problematiche di un luogo se non chi ci vive da tempo, si sposta all’interno di esso, ne usufruisce dei servizi; • lo sviluppo del dibattito pubblico e la promozione di un rapporto più equilibrato tra società, tecnologia e ambiente; • lo sviluppo locale sostenibile nel rispetto dei bisogni e delle aspirazioni dei cittadini, nella convinzione che non bisogna imporre la sostenibilità bensì progettare la sostenibilità, ossia calibrare il progetto sostenibile rispetto al modo di vita dei cittadini. Il Rapporto Ambientale riporta al cap. 10 “La consultazione e l’apporto partecipativo” le considerazioni relative al percorso partecipativo intrapreso nell’ambito della redazione del PAT. Gli obiettivi di sostenibilità economica del PAT sono perseguiti attraverso il ricorso agli strumenti della perequazione, compensazione e credito edilizio ed all’attivazione di progetti integrati di partenariato pubblico/privato. La normativa del PAT riporta articoli specifici (art. da 4 a 12 delle NTA) relativi alla perequazione, al credito edilizio ed alla compensazione urbanistica.

− VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE E OPZIONE ZERO Nel processo di redazione del Piano sono stati presi in considerazione più elementi che hanno condotto all’individuazione e valutazione dei possibili scenari di piano, riferibili in particolare a: • recepimento e contestualizzazione degli scenari strategici definiti ai vari livelli sovracomunali, • recepimento dei contributi specialistici (compatibilità idraulica, geologica, relazione agro- ambientale, valutazione di incidenza) e coerenza con le criticità individuate, Nel Rapporto Ambientale il valutatore ha confrontato lo scenario 0 con due scenari alternativi tramite l’utilizzo di due macroindicatori sintetici costruiti con riferimento a criteri di sostenibilità ambientale e a fattori di impatto. Il primo macroindicatore (Macroindicatore 1 – valutazione del grado di risposta a criteri di sostenibilità ambientale) è stato elaborato individuando, sulla base dell’analisi delle caratteristiche del territorio condotta nel corso dello studio di VAS (e riportata all’interno del Rapporto Ambientale – Parte I) i criteri di sostenibilità ambientale che maggiormente rispondono o derivano dal

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quadro delle principali emergenze e criticità esistenti sul territorio comunale. A ciascun criterio di sostenibilità ambientale individuato è stato associato un peso numerico che ne evidenzia l’importanza sempre in relazione alle caratteristiche specifiche del territorio ed alle criticità individuate in sede di analisi dello stesso. La valutazione del grado di risposta di ciascuno scenario ai criteri di sostenibilità individuati è stata svolta mediante l’applicazione di un valore numerico rappresentativo dei seguenti gradi: • +3: l’alternativa individuata risponde primariamente al criterio di sostenibilità • +2 l’alternativa individuata risponde parzialmente al criterio di sostenibilità • +1 l’alternativa individuata risponde, seppur indirettamente, al criterio di sostenibilità • 0 l’alternativa individuata risulta ininfluente rispetto al criterio di sostenibilità • -1 l’alternativa individuata si presenta, seppur indirettamente, in lieve contrasto con il criterio di sostenibilità • -2 l’alternativa individuata si presenta parzialmente in contrasto con il criterio di sostenibilità • -3 l’alternativa individuata è in netto contrasto con il criterio di sostenibilità Il secondo macroindicatore di sintesi (Macroindicatore 2 - valutazione degli impatti determinati dalle alternative) è stato costruito individuando, in relazione alle azioni che compongono i differenti scenari presi in considerazione, una lista di “fattori di impatto” prevedibili per il territorio, quali ad es. la produzione di emissioni inquinanti, la produzione di reflui, il degrado di habitat o la perdita di naturalità di aree di pregio ambientale, etc. Anche in questo caso a ciascun fattore di impatto è stato attribuito un peso numerico che tiene conto della tipologia di impatto, delle caratteristiche proprie del territorio e delle criticità rilevate nel corso dell’analisi delle diverse componenti ambientali. Nella valutazione di ogni scenario in relazione ai diversi fattori di impatto si è poi considerato un range di valori compresi tra – 3 e + 3, così attribuiti: +3: l’alternativa individuata determina un effetto decisamente positivo sul fattore di impatto in esame +2 l’alternativa individuata determina un effetto positivo sul fattore di impatto in esame +1 l’alternativa individuata determina un effetto lievemente positivo sul fattore di impatto in esame 0 l’alternativa individuata non determina alcun effetto sul fattore di impatto in esame -1 l’alternativa individuata determina un effetto lievemente negativo sul fattore di impatto in esame -2 l’alternativa individuata determina un effetto negativo sul fattore di impatto in esame -3 l’alternativa individuata determina un effetto decisamente negativo sul fattore di impatto in esame Avendo impiegato analoghi pesi (variabili in un range da 1 a 5) e un analogo intervallo di valori in relazione alle due osservazioni (da -3 a +3) la rispondenza dei diversi scenari a ciascun criterio di sostenibilità e l’effetto di ciascuna alternativa in relazione a ciascun fattore di impatto individuato sono direttamente confrontabili (e sommabili) per ottenere un valore sintetico identificativo dello scenario di piano più sostenibile. In sintesi lo scenario zero, seppure valutato positivamente rispetto agli altri scenari dal punto di vista degli impatti indotti, risulta inefficace al fine di risolvere le criticità presenti sul territorio e rispondere alle aspettative della popolazione ed ai trend demografici in atto, come evidenziato dal confronto con i criteri di sostenibilità.

− IL MONITORAGGIO Il Valutatore propone un monitoraggio che contempla sia lo stato dell’ambiente gli effetti dell’attuazione del piano. Il primo è quello che tipicamente serve per la stesura dei rapporti sullo stato dell’ambiente. Il secondo tipo di monitoraggio ha lo scopo di valutare periodicamente il conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano stesso permettendo, allo stesso tempo, di individuare eventuali effetti sensibilmente diversi da quelli previsti e consentire di attuare azioni correttive. Si riporta di seguito l’elenco degli indicatori di monitoraggio individuati dal Rapporto Ambientale (cap. 13): Periodicità Indicatori Unità misura Fonte dei dati monitoraggio Matrice Aria

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Qualità dell’aria - ad ogni concentrazione di inquinanti in aggiornamento del varie ARPAV atmosfera dato da parte di ARPAV Misure di risanamento della Regione - Provincia - caratteristiche annuale qualità dell’aria Comune n. autorizzazioni emissioni in n, caratteristiche, annuale / Provincia atmosfera ubicazione quinquennale Matrice Acqua Dati e studi disponibili relativi Ad ogni alla qualità delle acque dei corpi varie ARPAV disponibilità idrici (superficiali e sotterranei) dei dati presenti in ambito comunale Episodi di contaminazione Comune n localizzazione (riguardanti falde, pozzi e corsi ASL annuale caratteristiche d'acqua) ARPAV Sottoservizi Popolazione servita da ab, % Ente Gestore annuale acquedotto Perdite dalla rete acquedottistica % Ente Gestore annuale Consumi idrici delle utenze civili Ente Gestotre - mc/a, mc/g/ab annuale / industriali / agricole Consorzio di Bonifica Popolazione allacciata alla rete ab, % Ente Gestore annuale fognaria Suolo e Sottosuolo Suolo urbanizzato totale/ annuale % Comune superficie comunale Suolo agricolo/superficie annuale % Comune comunale Biodiversità Dotazione di verde pubblico annuale mq ed ubicazione Comune (totale e pro capite) Interventi di potenziamento degli annuale elementi vegetazionali connessi caratteristiche e all'implementazione dei corridoi descrizione degli Comune ecologici o ad interventi di interventi compensazione ambientale Paesaggio e Beni tutelati Richieste autorizzazione Comune Provincia n e ubicazione annuale paesaggistica Regione Fenomeni di degrado paesaggistico (che determinano un impatto paesaggistico in n e ubicazione Comune annuale relazione al contesto in cui sono inserite) Rumore Classificazione acustica / Piano Localizzazione e annuale Comune di risanamento - aggiornamenti descrizione delle aree Dati relativi alla rumorosità delle annuale strade in particolare vicine agli Localizzazione e Comune - ARPAV ambiti edificati ad uso descrizione delle aree residenziale Interventi di bonifica acustica n ubicazione e tipologia Comune Provincia Arpav annuale Elettromagnetismo

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Sorgenti di inquinamento annuale elettromagnetico poste in prossimità di elementi n, caratteristiche ARPAV, Enti Gestori vulnerabili (abitazioni, scuole, etc.) Inquinamento luminoso Emissioni legate agli impianti di n, ubicazione e Comune annuale illuminazione pubblica caratteristiche Corpi illuminanti provvisti di n, ubicazione e idonea schermatura verso la Comune annuale caratteristiche volta celeste Rischi per la popolazione Fenomeni di allagamento in n, caratteristiche Comune - Protezione occasione di intense ubicazione, danni a Ad ogni evento Civile precipitazioni persone, cose, animali Fenomeni di rischio connesso n, caratteristiche Comune - Protezione alla presenza sul territorio di ubicazione, danni a Ad ogni evento Civile stabilimenti a RIR persone, cose, animali Percentuale popolazione esposta % ARPAV annuale a rischio da radon Popolazione e sistema insediativo Residenti n Comune annuale ad ogni alloggi sfitti - disabitati n, caratteristiche ISTAT - Comune aggiornamento istat Attuazione sup espansioni mq, mc Comune biennale residenziali Dotazioni pubbliche Richieste di edilizia .pop. (n. n e caratteristiche Comune semestrale totali e soddisfatte) Iscrizioni scolastiche n Comune annuale Aree pubbliche di n. ubicazione e Comune annuale socializzazione caratteristiche Aree verdi attrezzate pubbliche (aree attrezzate: presenza panchine e giochi per bambini, n. ubicazione e Comune annuale tavoli ping-pong, tavoli per il caratteristiche pic-nic, campi di calcetto e basket, etc.) Attività produttive Caratteristiche quantitative (mq “Equipaggiamento verde” delle verde/mq totale, n aree produttive (aree verdi, elementi vegetazionali Comune annuale presenza alberi, filari, siepi, etc.) presenti, etc.) e qualitative (caratteristiche) Aziende con sistemi di gestione n, settore, Sincert - Comune annuale ambientali tipologia, % sul totale Aziende e superfici ad ubicazione e tipologia Comune annuale agricoltura biologica Intensità agricola (area utilizzata mq Comune annuale per agricoltura intensiva) Trasporti e mobilità n° di veicoli per Parco veicolare circolante Autoritratto ACI biennale categoria Tratte viabilistiche e punti ubicazione e Comune - polizia stradale biennale

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maggiormente critici per caratteristiche incidentalità o traffico km, ubicazione, Mobilità ciclabile e pedonale Comune - Provincia biennale tipologie Tracciati pedonali e ciclabili di interconnessione tra le aree abitate, i servizi presenti sul ubicazione, tipologie Comune - biennale territorio e gli ambiti di particolare valenza naturalistica Energia Consumi gas metano mc/ab/anno Ente Gestore annuale Consumi energia elettrica kWh/ab/anno Ente Gestore annuale Produzione locale di energia da n ubicazione tipoligia Comune - Gestori mensile/annuale fonte rinnovabile kW/anno Rifiuti Produzione di rifiuti procapite t/(ab*anno) ente gestore annuale % Raccolta differenziata t/anno ente gestore annuale

− VALUTAZIONE D’INCIDENZA AMBIENTALE Il Rapporto Ambientale fa propri i contenuti della Valutazione di Incidenza cui si fa esplicito rimando ai capitoli: • 9.3 Confronto tra trasformazioni di piano e quadro di riferimento ambientale per la trasformazione del territorio; • 12 Accorgimenti da adottare e misure di mitigazione e/o compensazione. La Relazione di Incidenza ha per oggetto la valutazione delle azioni previste dal Piano di Assetto del Territorio (PAT) sui Siti Natura 2000 IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine”, che si sviluppa seguendo l’andamento del Fiume Adige lungo il confine comunale a nord ed a est e sui SIC/ZPS IT3210019 “Sguazzo di Rivalunga” e IT3210014 “Palude del Feniletto – Sguazzo del Vallese”. Questi ultimi due siti SIC/ZPS sono situati rispettivamente uno nel Comune di Zevio, l’altro nei Comuni di Oppeano e Palù, quindi ad una distanza di circa 5 Km dai confini del territorio comunale. Nella valutazione in riferimento a questi due siti, si sono quindi tenute particolarmente in considerazione quelle componenti animali, quali l’avifauna, che con i propri spostamenti verso il SIC “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine”, potrebbero attraversare il Comune di Ronco all’Adige. Di seguito si riportano gli esiti delle procedure di screening effettuate: Linee preferenziali di sviluppo insediativo L’esame dell’azione non ha rilevato incidenze significative connesse con la natura delle opere e le specie animali sensibili, relativamente alle incidenze Perdita di habitat , Frammentazione tenuto conto che le aree sono esterne ai Siti Natura ed anche alla luce del principio di precauzione. Relativamente alle incidenze Disturbo antropico ed Emissioni liquide , in riferimento alla localizzazione delle linee di espansione più vicine al SIC ed all’attuale livello di pianificazione, l’esame dell’azione non ha rilevato incidenze significative connesse con la natura delle opere e le specie animali sensibili, tenuto conto che siamo esterni al SIC. Percorsi ciclopedonali Allo stato attuale delle conoscenze l’esame dell’azione non ha rilevato incidenze significative connesse con la natura delle opere e le specie animali sensibili, relativamente alle incidenze Perdita di habitat , Frammentazione , Disturbo antropico ed Emissioni liquide tenuto conto che i percorsi ciclopedonali in destra Adige sono già esistenti e le lavorazioni saranno puntuali e ristrette nel tempo. Viabilità Come descritto precedentemente la viabilità considerata dal piano è un recepimento della pianificazione vigente o in fase di approvazione. In tale valutazione si considera quindi l’impatto cumulativo determinato dalla realizzazione di tali viabilità e contemporaneamente le altre trasformazioni di piano possono dare sul SIC. L’elemento su cui effettuare un ragionamento era il fatto che la viabilità SP mediana oltrepassa il SIC su un ponte esistente per cui l’impatto cumulativo poteva essere dato dall’incremento di traffico determinato dall’insediamento di nuovi abitanti nel territorio comunale. A partire dagli abitanti insediabili e dalla distribuzione della viabilità esistente di importanza DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 22

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sovracomunale e dal tasso medio di motorizzazione si è stimato che nell’ora di punta si possa assistere ad un incremento di veicoli lungo il ponte pari all’ordine di grandezza 57. La valutazione ambientale allegata al progetto dovrà tenere conto di tale incremento di traffico nei 10 – 13 anni (valore per il quale viene dimensionato il piano). L’esame dell’azione non ha rilevato incidenze significative connesse con la natura delle opere e le specie animali sensibili, relativamente alle incidenze Perdita di habitat , Frammentazione , tenuto conto che la viabilità SP Mediana è già esistente, mentre la circonvallazione è completamente esterna al SIC anche alla luce del principio di precauzione. Corridoi ecologici e core area L’esame dell’azione non ha rilevato incidenze significative connesse con la natura delle opere e le specie animali sensibili, relativamente alle incidenze Perdita di habitat , Frammentazione , Disturbo antropico ed Emissioni liquide tenuto conto che i corridoi sono esterni ai Siti Natura ed anche alla luce del principio di precauzione. Il preposto Comitato della Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi con parere URB/2009/64 del 22.06.2009 prende atto delle dichiarazioni dell’estensore della relazione di screening con le seguenti prescrizioni: 1. Le fasi di progettazione successive, come il Piano degli Interventi o la programmazione definitiva di singoli interventi, siano realizzate nel rispetto della normativa che regola la redazione degli studi di Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”; 2. la progettazione del verde sia eseguita con l’obiettivo di sviluppare una diversità fitocenotica il più possibile elevata, controllando le specie utilizzate al fine di limitare lo sviluppo di specie non autoctone o di specie alloctone invasive; 3. la conservazione delle formazioni vegetali estese o secolari lungo i fossi e i corsi d’acqua.

− PARERI DELLE AUTORITA' AMBIENTALI Con nota 11/02/2010 prot. n. 902/1719 inviata ai soggetti competenti in materia ambientale sono stati trasmessi i documenti relativi al PAT adottato e al relativo Rapporto Ambientale. Successivamente sono stati acquisiti i seguenti pareri: - Parere ARPAV - Parere Consorzio Acque Veronesi - Parere Provincia di Verona

− OSSERVAZIONI Scaduti, in data 05.03.2010, i termini relativi alla consultazione sono pervenute 15 osservazioni di cui nessuna a carattere ambientale o riguardante il Rapporto Ambientale.

− La Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti, esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che: • Il Rapporto Ambientale ha opportunamente considerato le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano. • La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione. • Il Rapporto Ambientale conferma i criteri assunti dal PAT approfondendo gli obiettivi del Documento Preliminare ed evidenziando le specifiche azioni inserite nelle NTA, divise sia per componenti ambientali e socio-economiche, che per obiettivi. • La verifica della coerenza esterna è stata fatta in relazione alla pianificazione sovraordinata (Programma Regionale di Sviluppo, Programma di Sviluppo Rurale, PTRC). • Prima dell’approvazione il Piano adottato dovrà uniformarsi a tutte le prescrizioni poste dalle Autorità Ambientali. • Per quanto riguarda il monitoraggio sono stati individuati alcuni indicatori da misurare in sede di attuazione.

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VISTE - la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - il D.Lgs. n.152/2006; - la LR 4/2008; - le D.G.R. 791/2009 e 1587/2010

RITENUTO che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE, nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS ESPRIME PARERE POSITIVO sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del Comune di Ronco all’Adige (VR) a condizione che siano ottemperate le seguenti PRESCRIZIONI 1. prima dell’approvazione del Piano : 1.1. le Norme Tecniche di Attuazione dovranno essere integrate con tutte le prescrizioni poste dalle competenti Autorità Ambientali nonché con le seguenti ulteriori disposizioni: 1.1.1. dovrà essere inserito l’art. 56bis proposto in sede istruttoria, riportante la l seguente norma: “C riteri di verifica e modalità di monitoraggio delle previsioni di sostenibilità del Piano in rapporto alla Valutazione Ambientale Strategica: Al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è redatto il Piano di Monitoraggio . Sulla base del Rapporto Ambientale elaborato per la VAS, le componenti ambientali (con relativi indicatori) da sottoporre a monitoraggio sono le seguenti: Periodicità Indicatori Unità misura Fonte dei dati monitoraggi o Matrice Aria Qualità dell’aria - ad ogni concentrazione di inquinanti aggiornamen in atmosfera varie ARPAV to del dato da parte di ARPAV Misure di risanamento della Regione - Provincia - caratteristiche annuale qualità dell’aria Comune n. autorizzazioni emissioni in annuale / n, caratteristiche, atmosfera Provincia quinquennal ubicazione e Matrice Acqua Dati e studi disponibili relativi alla qualità delle Ad ogni acque dei corpi idrici varie ARPAV disponibilità (superficiali e sotterranei) dei dati presenti in ambito comunale Episodi di contaminazione n localizzazione Comune annuale (riguardanti falde, pozzi e caratteristiche ASL

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA corsi d'acqua) ARPAV Sottoservizi Popolazione servita da ab, % Ente Gestore annuale acquedotto Perdite dalla rete % Ente Gestore annuale acquedottistica Consumi idrici delle utenze Ente Gestotre - mc/a, mc/g/ab annuale civili / industriali / agricole Consorzio di Bonifica Popolazione allacciata alla ab, % Ente Gestore annuale rete fognaria Suolo e Sottosuolo Suolo urbanizzato totale/ annuale % Comune superficie comunale Suolo agricolo/superficie annuale % Comune comunale Biodiversità Dotazione di verde pubblico annuale mq ed ubicazione Comune (totale e pro capite) Interventi di potenziamento annuale degli elementi vegetazionali caratteristiche e connessi all'implementazione descrizione degli Comune dei corridoi ecologici o ad interventi interventi di compensazione ambientale Paesaggio e Beni tutelati Richieste autorizzazione Comune Provincia n e ubicazione annuale paesaggistica Regione Fenomeni di degrado paesaggistico (che determinano un impatto n e ubicazione Comune annuale paesaggistico in relazione al contesto in cui sono inserite) Rumore Classificazione acustica / annuale Localizzazione e Piano di risanamento - Comune descrizione delle aree aggiornamenti Dati relativi alla rumorosità annuale delle strade in particolare Localizzazione e Comune - ARPAV vicine agli ambiti edificati ad descrizione delle aree uso residenziale n ubicazione e Comune Provincia annuale Interventi di bonifica acustica tipologia Arpav Elettromagnetismo Sorgenti di inquinamento annuale elettromagnetico poste in prossimità di elementi n, caratteristiche ARPAV, Enti Gestori vulnerabili (abitazioni, scuole, etc.) Inquinamento luminoso Emissioni legate agli impianti n, ubicazione e Comune annuale di illuminazione pubblica caratteristiche DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 25

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Corpi illuminanti provvisti di n, ubicazione e idonea schermatura verso la Comune annuale caratteristiche volta celeste Rischi per la popolazione Fenomeni di allagamento in n, caratteristiche Comune - Protezione Ad ogni occasione di intense ubicazione, danni a Civile evento precipitazioni persone, cose, animali Fenomeni di rischio connesso n, caratteristiche Comune - Protezione Ad ogni alla presenza sul territorio di ubicazione, danni a Civile evento stabilimenti a RIR persone, cose, animali Percentuale popolazione % ARPAV annuale esposta a rischio da radon Popolazione e sistema insediativo Residenti n Comune annuale ad ogni alloggi sfitti - disabitati n, caratteristiche ISTAT - Comune aggiornamen to istat Attuazione sup espansioni mq, mc Comune biennale residenziali Dotazioni pubbliche Richieste di edilizia .pop. (n. n e caratteristiche Comune semestrale totali e soddisfatte) Iscrizioni scolastiche n Comune annuale Aree pubbliche di n. ubicazione e Comune annuale socializzazione caratteristiche Aree verdi attrezzate pubbliche (aree attrezzate: presenza panchine e giochi n. ubicazione e per bambini, tavoli ping- Comune annuale caratteristiche pong, tavoli per il pic-nic, campi di calcetto e basket, etc.) Attività produttive Caratteristiche quantitative (mq “Equipaggiamento verde” verde/mq totale, n delle aree produttive (aree elementi vegetazionali Comune annuale verdi, presenza alberi, filari, presenti, etc.) e siepi, etc.) qualitative (caratteristiche) Aziende con sistemi di n, settore, Sincert - Comune annuale gestione ambientali tipologia, % sul totale Aziende e superfici ad ubicazione e tipologia Comune annuale agricoltura biologica Intensità agricola (area utilizzata per agricoltura mq Comune annuale intensiva) Trasporti e mobilità n° di veicoli per Parco veicolare circolante Autoritratto ACI biennale categoria Tratte viabilistiche e punti ubicazione e Comune - polizia biennale maggiormente critici per caratteristiche stradale DIREZIONE VALUTAZIONE PROGETTI E INVESTIMENTI 26

COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA incidentalità o traffico km, ubicazione, Mobilità ciclabile e pedonale Comune - Provincia biennale tipologie Tracciati pedonali e ciclabili di interconnessione tra le aree abitate, i servizi presenti sul ubicazione, tipologie Comune - biennale territorio e gli ambiti di particolare valenza naturalistica Energia Consumi gas metano mc/ab/anno Ente Gestore annuale Consumi energia elettrica kWh/ab/anno Ente Gestore annuale Produzione locale di energia n ubicazione tipoligia mensile/ann Comune - Gestori da fonte rinnovabile kW/anno uale Rifiuti Produzione di rifiuti procapite t/(ab*anno) ente gestore annuale % Raccolta differenziata t/anno ente gestore annuale L’amministrazione comunale attiva il processo di verifica del monitoraggio delle varie azioni ed in considerazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale e socio-economica, provvede a redigere ogni tre anni specifico rapporto al fine di verificare come le azioni operino nei confronti del Piano. Nella fase di attuazione del PAT tuttavia si potranno ridefinire il numero e la tipologia degli indicatori ora individuati per il monitoraggio.”. 1.1.2. per quanto riguarda la valutazione dell’incidenza che l’attuazione del Piano potrebbe avere sul SIC T3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” e sui SIC/ZPS IT3210019 “Sguazzo di Rivalunga” e IT3210014 “Palude del Feniletto – Sguazzo del Vallese” , l’art. 18 dovrà riportare e seguenti prescrizioni: • Le fasi di progettazione successive, come il Piano degli Interventi o la programmazione definitiva di singoli interventi, dovranno essere realizzate nel rispetto della normativa che regola la redazione degli studi di Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”; • la progettazione del verde dovrà essere eseguita con l’obiettivo di sviluppare una diversità fitocenotica il più possibile elevata, controllando le specie utilizzate al fine di limitare lo sviluppo di specie non autoctone o di specie alloctone invasive; • dovrà essere assicurata la conservazione delle formazioni vegetali estese o secolari lungo i fossi e i corsi d’acqua. 1.1.3. per quanto riguarda le mitigazioni relative all’inquinamento luminoso, nell’art. 37 dovranno essere aggiunte le seguenti disposizioni: • Per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti. • Fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre. • È fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria. • Per l'illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro. • L'illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall'alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i 4500 lumen. In ogni caso, per tutte le insegne non preposte alla sicurezza, a servizi di pubblica utilità ed all'individuazione di impianti di

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distribuzione self service è prescritto lo spegnimento entro le ore 24 o, al più tardi, entro l'orario di chiusura dell'esercizio. • E' vietato installare all'aperto apparecchi illuminanti che disperdono la luce al di fuori degli spazi funzionalmente dedicati e in particolare, verso la volta celeste. • Tutti gli impianti di illuminazione pubblica devono utilizzare lampade a ristretto spettro di emissione; allo stato attuale della tecnologia rispettano questi requisiti le lampade al sodio ad alta pressione, da preferire lungo le strade urbane ed extraurbane, nelle zone industriali,nei centri storici e per l'illuminazione dei giardini pubblici e dei passaggi pedonali. Nei luoghi in cui non é essenziale un’accurata percezione dei colori, possono essere utilizzate, in alternativa, lampade al sodio a bassa pressione (ad emissione pressoché monocromatica). • E’ vietata l’installazione all’aperto di apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso l’alto. 1.2. La Dichiarazione di Sintesi va redatta ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs 152/2006 come modificato con D.Lgs. 4/2008, tenendo conto di tutte le integrazioni/chiarimenti forniti in sede istruttoria. 1.3. la Sintesi non Tecnica dovrà essere integrata in relazione e quanto sopra esposto nonchè con il Piano di Monitoraggio esposto nel Rapporto Ambientale. 1.4. Il provvedimento di approvazione dovrà essere pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione con l’indicazione della sede ove si possa prendere visione del Piano approvato e di tutta la documentazione oggetto di istruttoria. 1.5. Il Comune di Ronco all’Adige deve provvedere alla pubblicazione nel proprio sito web dell'atto di approvazione del Piano, del Piano, del Rapporto Ambientale così come integrato, del presente parere, della Sintesi Non Tecnica così come integrata, della Dichiarazione di Sintesi, delle misure adottate per il monitoraggio. 2. in sede di attuazione del Piano : 2.1. il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal PAT in ambito urbano con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale. 2.2. il Piano comunale di zonizzazione acustica dovrà essere adeguato in relazione alle previsioni attuative del Piano degli Interventi. 2.3. in sede di monitoraggio, dando applicazione alle modalità e criteri contenuti nell’art. 56 bis delle NTA del Piano, dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO FIRMATO Il Presidente Il Vice Presidente della Commissione Regionale VAS della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale alle Infrastrutture e Mobilità) (Dirigente della Direzione Urbanistica) Ing. Silvano Vernizzi Arch. Vincenzo Fabris

FIRMATO Il Segretario della Commissione Regionale VAS (Dirigente della Direzione Valutazione Progetti e Investimenti) Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 28 pagine

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