Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo

INDICE Premessa ...... 1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO REGIONALE ...... 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO LOCALE ...... 7 CARTA GEOLOGICO-STRUTTURALE Tav.1 ...... 7 CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI E DELLA DINAMICA FLUVIALE – Tav. 2 ...... 10 CARTE DELLE ISOFREATICHE E DELLA SOGGIACENZA...... 12 CARTA DELLE ISOFREATICHE – Tav. 3 ...... 13 CARTA DELLA SOGGIACENZA – Tav. 4 ...... 14 CARTA DELLA CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI – Tav. 5 ...... 15 CATASTO OPERE DI DIFESA, UBICAZIONE OPERE E PUNTI DI DIFESA– Tav. 6 ...... 18 CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA E DELL’IDONEITA’ ALL’UTILIZZAZIONE URBANISTICA – Tav. 7 ...... 19 NORME DI ATTUAZIONE DELLA CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ’ GEOMORFOLOGICA E DELL’IDONEITA’ ALL’UTILIZZAZIONE URBANISTICA ...... 20 PRESCRIZIONI GENERALI ...... 29 Art. 29, 30, 38 e 39 del PIANO STRALCIO FASCE FLUVIALI ...... 30 CRITERI GENERALI PER LE FONDAZIONI ...... 38 Allegati ...... 38 Originale P.S.F.F...... 38

Premessa A seguito dell'incarico conferitomi, è stata compiuta una revisione degli elaborati geologici (a firma del dott. geol. Giuseppe Quaglino), relativi all’intero territorio comunale consistenti in tavole e relazioni, al fine di adeguare i suddetti alle recenti normative quali PAI (Piano Assetto Idrogeologico). I nuovi elaborati sono stati redatti secondo la normativa rappresentata dalla L.R. 05/12/77 n°56 e s.m. e i., dalla Circolare del Presidente della Giunta Regionale n°16/URE del 18/07/89 e dalla Circolare n°7/LAP, recante i criteri e gli indirizzi per la componente geologica e geomorfologia nella pianificazione territoriale. Inoltre sono state inserite le norme di attuazione del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (L.18/05/89, n°183 e s.m. e i., art. 17 comma 6-ter) adottato con deliberazione n°1/96 del 05/02/96 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po. In particolare la presente relazione riguarda la revisione degli studi esistenti (si sono esaminati e valutati gli elaborati cartografici del vecchio P.R.G.C. redatto dal Dott. Giuseppe Quaglino nel 1997), proponendo un aggiornamento della cartografia già presentata e non più in linea con le ultime direttive, normative ed uno stralcio degli elaborati superati.

Variante Strutturale al P.RG.C. di (AL) 1

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo Conseguentemente, si è eseguite una nuova campagna di rilevamento atta a definire con maggiore precisione la situazione geomorfologia legata alla dinamica dei corsi d’acqua, alla luce anche di quanto espresso nel P.A.I. e negli ultimi studi idraulici eseguiti su alcuni rii del territorio comunale (Rio Fiori). Le indagini condotte hanno pertanto comportato : - la ristesura della carta geomorfologica (comprendente le aree interessate da dissesti per la dinamica dei versanti e quelle di fondovalle legate alla dinamica evolutiva dei corsi d’acqua) in scala 1:10.000; - la ristesura della carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica in scala 1:10.000; - la ristesura della carta della caratterizzazione litotecnica dei terreni in scala 1:10.000; - la ristesura della carta del catasto delle opere di difesa ed ubicazione dell’opera e punti di pericolosità;

- la ristesura della relazione geologico-tecnica ed in modo particolare delle Norme Carta di Sintesi ; - la ristesura di una relazione geologico- tecnica III fase 7/LAP sulle aree di nuovo impianto con nuove schede e schede relative alla classe IIIb. Non sono stati modificati solamente i seguenti elaborati (a firma del Dott.Quaglino). - Carta geologico-strutturale Tav.n.1; - Carta delle isofreatiche –Tav.n.3; - Carta della soggiacenza –Tav, n.4. Per quel che concerne la presente relazione, essa viene redatta ex-novo, attingendo parte delle informazioni descrittive delle tavole dal precedente lavoro “indagine geomorfologica sull’intero territorio comunale di Felizzano finalizzata alla variante del PRGC a firma del dott.Quaglino” che è stato riportato tra virgolette, quando citato fedelmente.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO REGIONALE Il territorio comunale di Felizzano, cartografato sul Foglio 69 “Asti” della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000, si situa poco a Nord dell’asse del Bacino sedimentario terziario Ligure-Piemontese, con giaciture suborizzontali dei terreni costituenti il substrato della zona, attribuibili al Pliocene.

Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 2

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo L’intero territorio comunale è caratterizzato dall’affioramento di depositi alluvionali medio-recenti ed attuali prevalentemente ghiaioso-sabbiose con lenti argilloso-limose, generalmente ricoperte da una coltre eluvio-colluviale di granulometria essenzialmente fine attribuibile al Pleistocene ed Olocene di origine fluviale. Come già segnalato nelle righe precedenti, dal punto di vista geologico- strutturale, il territorio comunale di Felizzano s’inserisce all’interno del “Bacino Terziario Ligure-Piemontese”, che si può considerare nel complesso come un’ampia depressione sinclinaloide (Sinclinale artigiana”) allungata da Ovest ad Est. I depositi di tale bacino sono costituiti da una successione sedimentaria prevalentemente clastica di età compresa tra l’Oligocene e il Miocene superiore, che si è deposta al di sopra di un substrato costituito da Unità della Zona Piemontese, Brianzonese e Ligure. Tali Unità sono state messe in posto in seguito alla chiusura degli spazi oceanici del bacino Ligure-Piemontese, dovuta alla collisione tra il paleocontinente europeo e quello africano. In seguito a questa collisione si formò una paleocatena alpina lineare, con andamento grossomodo NE-SW. L’ingressione marina inizia nell’Oligocene e procede verso W-SW, sino a formare un golfo allungato in questa direzione che si estende sopra i terreni deformati e messi in posto dall’evento collisionale pre-oligocenico. Alla trasgressione fa seguito l’immediato instaurarsi di una sedimentazione in gran parte marnosa con la deposizione di sedimenti emipalagici. L’età dell’annegamento è differente nelle varie parti del bacino e la presenza di corpi torbiditici indica fasi deformative dell’edificio alpino. Con il Miocene si verificano due eventi importanti: il primo è il ritiro del mare dalle zone meridionali del Bacino Terziario Ligure-Piemontese, dovuto all’innalzamento di queste ultime, il secondo è l’apertura del Bacino Ligure-Balearico. Tra l’Oligocene superiore ed il Miocene inferiore sono particolarmente frequenti le correnti di torbida di carattere tipicamente prossimale che sono responsabili della sedimentazione di livelli arenaceo-sabbiosi, talora conglomeratici. Nel Miocene inferiore, nella parte centrale del bacino si forma una piattaforma carbonatica che testimonia una situazione di mare poco profondo. La sedimentazione tuttavia, non è uniforme in tutta l’area: spostandosi verso Nord la sedimentazione

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo assume caratteri torbiditici, mentre nella parte orientale si trova una lacuna estesa sino al Miocene medio. Durante questa epoca gli apporti torbiditici si fanno particolarmente intensi dando vita a potenti depositi marnoso-arenacei. Le paleocorrenti mostrano generalmente una provenienza da sud-ovest. La sedimentazione per correnti di torbida è estesa a tutto il bacino durante il Miocene medio, con manifestazioni di tipiche alternanze ritmiche arenaceo-marnose o sabbioso-marnose. Queste condizioni si mantengono anche per la parte iniziale del Miocene superiore, finchè non ritorna a prevalere una sedimentazione marnosa con locali accumuli sabbiosi. Si tratta comunque di sedimenti di mare poco profondo che preludono ai depositi a circolazione ristretta del Miocene superiore. Carattere distintivo della sedimentazione miocenica nella parte meridionale del Bacino Terziario Ligure Piemontese è il ringiovanimento dei sedimenti deposti man mano che ci si sposta dalle Alpi Liguri verso la Pianura Alessandrina. La conferma di questo andamento è data dai depositi evaporatici messiniani, che si ritrovano solo in prossimità del margine settentrionale del bacino. Analogamente a quanto si osserva in altre regioni italiane, il Messiniano (Miocene sup.) del Bacino Terziario Ligure Piemontese può essere suddiviso in tre parti distinte: una inferiore marina a cui corrispondono facies emipalagiche batiali deposte sui fondi scarsamente ventilati; una intermedia evaporitica deposta in ambiente lagunare iperalino, poco profondo e ancora comunicante con il mare, ed una superiore caratterizzata da facies di ambiente lagunare a salinità variabile, ipoaline e continentali. La trasformazione del Bacino Terziario Ligure Piemontese in una laguna poco profonda, dieci metri al massimo, nel corso del Messiniano inferiore, può essere stata causata da un graduale innalzamento del fondo o da un abbassamento del livello marino di rilevante portata. Per i verificarsi di questo evento possono aver contribuito parecchi fattori, tra loro indipendenti: - una progressiva evaporazione in seguito alla chiusura precoce e completa del Mediterraneo;

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo - movimenti orogenetici verificatisi verso la fine del Miocene, di cui si trovano testimonianze tanto nelle aree emerse circostanti (Arco Alpino occidentale) quanto nel Bacino Terziario Ligure Piemontese; - un abbassamento eustatico del livello degli oceani concomitante con una fase di espansione delle calotte polari. Al di sopra dei depositi del Messiniano sono presenti i depositi discordanti trasgressivi del Pliocene costituiti da depositi limosi e limoso-argillosi. In particolare si trovano in successione stratigrafica dal basso verso l’alto: - “Sabbie di Asti”: sabbie gialle più o meno stratificate con livelli ghiaiosi, intercalazioni marnose e localmente ntercalazioni argillose; - Villafranchiano inferiore: argille con subordinate alternanze sabbiose; - Villafranchiano superiore: argille con subordinate alternanze ghiaiose. L’inclinazione degli strati di queste formazioni è stata stimata da 0° a 15° e presentano un’immersione degli strati con direzione N-NW. Questa successione stratigrafica, come già detto in precedenza, è ricoperta dai depositi alluvionali prevalentemente argillosi, appartenenti in parte ai depositi post- glaciali ed in parte ai depositi del fluviale recente. La litologia comprende anche fasi sabbiose e ghiaiose con ciottoli in specie lungo l’alveo del fiume Tanaro. L’evento tettonico più importante nel corso dell’Oligo-Miocene, che ha influenzato la struttura del Bacino Terziario Ligure Piemontese, è stata l’apertura del Bacino Ligure-Balearico collegata alla rotazione antioraria del massiccio Sardo-Corso, iniziati nell’Eocene-Oligocene, che segna l’inizio dell’orogenesi appenninica. Tramite questa rotazione si è formato un piano di subduzione avente immersione opposta rispetto alla precedente fase alpina; a questa subduzione è imputabile l’innalzamento dei settori più meridionali del Bacino Terziario Ligure Piemontese. Dal momento che il Monferrato può essere considerato il proseguimento dell’Appennino Vogherese, è ipotizzabile che il piano di subduzione sia ubicato tra il Monferrato e le Alpi Liguri, probabilmente nella sinforme di . In seguito ai fenomeni di sottoscorrimento che si verificavano nella parte settentrionale del Bacino Terziario Ligure Piemontese, si ebbe il sollevamento delle aree meridionali, come risposta isostatica all’ispessimento crostale provocato dal suddetto fenomeno.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo I lineamenti strutturali più importanti del Bacino Terziario Ligure Piemontese sono le linee Sestri- e Villarvernia-Varzi che, secondo Elter e Pertusati (1973), può essere considerata come limite tra Alpi e Appennino. Infatti le unità tettoniche ad Ovest di tale linea hanno destinazione alpina, quelle ad Est Appenninica. Questa linea corrisponderebbe ad un accavallamento del margine interno delle Alpi, con il Bacino Terziario Ligure Piemontese già sedimentato sull’Appennino settentrionale. L’accavallamento si sarebbe verificato nel Miocene, in seguito alla spinta esercitata dalle Alpi Liguri verso Nord, imputabile all’orogenesi appenninica.

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO LOCALE Come già abbondantemente accennato al paragrafo precedente, la serie stratigrafica che caratterizza l’intera area del comune di Felizzano è costituita depositi alluvionali. Queste alluvioni hanno un certo sviluppo lungo il T. Belbo, il F. Bormida, il T. Orba e il suo affluente T. Lemme e lungo il T. Scrivia e i suo affluenti fino a Serravalle. La natura di queste alluvioni è prevalentemente ghiaiosa, non mancano però anche zone sabbiose e argillose.

CARTA GEOLOGICO-STRUTTURALE Tav.1 Il presente elaborato cartografico non ha subito variazioni rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino che resta pertanto confermato si richiama pertanto, in linea di massima, quanto da lui riportato. “Poichè i litotipi che caratterizzano la quasi totalità del territorio comunale di Felizzano sono rappresentati da una coltre eluviale - colluviale1 più o meno potente è evidente che per la finalità ditale indagine si dovrà tenere conto più della esistenza di tale copertura a scarsissima coerenza piuttosto che del litotipo indicato dalle carte geologiche ufficiali. Per tale motivo le diversità litologiche che compaiono nella presente cartografia sono state dedotte da nette diversità morfologiche riscontrabili sul territorio anziché da veri e propri affioramenti. Nella allegata carta geologico-strutturale sono stati differenziati i seguenti litotipi costituenti, come noto, una struttura geologica a sinclinale il cui asse soggiace indicativamente in corrispondenza dell'alveo del Torrente Tanaro: a3: Alluvioni attuali degli alvei dei corsi d'acqua.

Rappresentate litologicamente da alluvioni ghiaiose, sabbiose con locali lenti limose

1Eluvium: Deposito o terreno formatosi per disfacimento chimico-fisico di rocce preesistenti sul luogo stesso. Rispetto alle rocce originarie possono risultare assenti alcuni componenti mineralogici asportati per dissoluzione. Colluvium: detrito o terreno con elementi a diverse granulometrie provenienti da diverse zone e successivamente depositatesi sia da parte della rete idrografica (alluvium) che per alterazione di un substrato originario (Eluvium).

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alf13 : Alluvioni prevalentemente argillose appartenenti in parte aile alluvioni postglaciali in parte al fluviale recente. fl2 : (Fluviale Medio) Alluvioni prevalentemente sabbioso-siltoso-argillose con prodotti di alterazione giallastro e locali presenze di ghiaie.2 fl1: (Fluviale antico)Alluvioni ghiaiose, sabbiose,siltose e paleosuoli, fortemente alterati con prodotti di alterazione rossastri.

Cfll: Colluvium derivante dall'accumulo nei fondo valle dell'Eluvium del fll. 12: (Fluviale antico) Ghiaie alternantesi con argille. C12 : Colluvium derivante dall'accumulo nei fondo valle dell'Eluvium del 12. Lungo l'incisione del Rio San Michele affiorano "Alternanze sabbioso argillose" (11) facenti parte della formazione delle ben note Sabbie di Asti. Al fine di meglio comprendere la caratteristica situazione geologico-strutturale del territorio comunale di Felizzano si riporta copia della significativa sezione geologica che compare nella Carta Geologica d'Italia (foglio n.69-Asti) dalla quale si comprende l'andamento stratigrafico in relazione alla struttura a sinclinale (Fig. n. 1) . Segue Fig. n.1:

2 Vengono qui di seguito riportate due stratigafie individuabili rispettivamente ad Ovest di C.na Gatti lungo la S.F. Felizzano Fubine e presso C.na San. Biagio in corrispondenza del Km.80 della S. S. n.10: - Stratigrafia presso C.na Gatti: 0.0 -1.5 mt Suolo agrario argilloso-sabbioso 1.5 - 13.00 mt Argille compatte normal-consolidate appartenenti alla parte sommitale del Fluvioglaciale recente. 13.00-35.00 Argille sabbiose e siltose fortemente alterate appartenenti alla stessa formazione e contenenti la falda freatica 35.00 - 90.00 Argille sabbiose ed arenarie del Pliocene superiore contenenti diversi sistemi di falde acquifere. N.B. prima falda alla profondita di -13 mt - Stratigrafia presso C.na San Biagio: 0.00 - 1.5 Suolo agrario argilloso-sabbioso 1.50 -30.00 Argille compatte appartenenti alla parte sommitale del Fluviale recente 30.00 - 90.00 Argille sabbiose ed arenarie del Pliocene superiore con diversi sistemi di falde acquifere. N.B. Prima falda alla profonditi di -10 mt - Seconda falda alla profondit~ di -27 mt Inoltre nella pagina seguente viene riportata la stratigrafia e le corrispondenti caratteristiche geotecniche dedotte da una prove penetrometriche statiche e dinamiche eseguite sulla stessa units stratigrafica nei pressi della Societ~ CAVIS in prossimita della S.S. N.10

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Rappresentazione schematica della geologia strutturale dei sedimenti che caratterizzano in territorio comunale di Felizzano ( Da carta Geologica d'Italia - Foglio n. 69 "Asti"). Seguono risultanze delle prove penetrometriche statiche e dinamiche eseguite presso la Ditta CAVIS”.

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CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI E DELLA DINAMICA FLUVIALE – Tav. 2 Il presente elaborato cartografico ha subito alcune modifiche rispetto al precedente elaborato realizzato dal dott. Geol. Quaglino per cui è stata fatta una ristesura della suddetta carta rivedendo e riassumendo i caratteri salienti. Il territorio di Felizzano è morfologicamente dominato dalla presenza del Fiume Tanaro che, nel settore meridionale, modella con il proprio corso di tipo meandriforme, da ovest verso est, la pianura alluvionale sulla quale risultano sospesi più ordini di terrazzi fluviali. Pertanto dal punto di vista morfologico, l’area comunale può essere suddivisa schematicamente in due porzioni: 1. Settore Area 1 sviluppatosi a quote inferiori a 100 m s.l.m.; 2. Settore Area 2 sviluppatosi a quote superiori a 100 m s.l.m.. Settore A: tale aree, sviluppantesi a quote inferiori a 100 m s.l.m., sono sottoposte all’esondazione del F. Tanaro a seguito dell’evento alluvionale del Novembre 1994 e sono caratterizzate da “Alluvioni recenti ed attuali”. Dall’esame dei dissesti e danni territoriali a seguito dell’alluvione del Novembre 1994 si evidenzia che, nell’ambito dell’Area 1, il danno che maggiormente condiziona l’abitabilità territoriale è determinato dall’altezza dell’acqua raggiunta durante l’evento di piena; nella presente cartografia sono riportate le altezza raggiunte dell’acqua estratte dalla cartografia regionale di primo impiego (Rilievo febbraio-aprile 1995). A seguito dei livelli raggiunti diverse abitazioni hanno subito alluvionamenti del piano terra senza tuttavia subire alcun danno strutturale in quanto il flusso idrico ha presentato localmente una bassa energia. Gli altri danni individuati su tale porzione di territorio sono essenzialmente legati all’esistenza della massicciata ferroviaria, alla presenza di sottopassi della stessa in concomitanza con passaggi fognari ed occlusioni varie della idrografia secondaria. È evidente che il ridimensionamento od il rifacimento di alcune

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo di queste strutture, in relazione alle caratteristiche idrauliche dell’area, permetterà in futuro di minimizzare eventuali danni a seguito di ulteriori eventi alluvionali analoghi a quelli del Novembre 1994. Settore B: tale aree, sviluppantesi a quote superiori a 100 m s.l.m., sono caratterizzate dalla serie di sedimenti individuabili nella cartografia tematica con le sigle fl2, fl1, a1fl3, Clf1, l2, Cl2. Le caratteristiche geomorfologiche dell’Area 2, ossia della parte di territorio che si sviluppa a quote superiori a 100 m s.l.m., si nota che il territorio comunale di Felizzano non presenta, in generale, particolari problemi legati alla stabilità dei versanti, alluvionamenti, erosioni spondali. I dissesti, limitati ed a lentissimo sviluppo temporale, sono riconducibili a generalizzati soliflussi su versanti con acclività compresa tra 5°-10° (versanti Torrente Sabbiona, Rio della Volpona, Valle San Michele, Rio Morto); alcuni di questi lenti processi degradative sono sicuramente accentuati dall’attività di aratura dei terreni agricoli, la qual cosa inoltre accelera considerevolmente il processo di infiltrazione in profondità dell’acqua di precipitazione meteorica.

In generale, la pianura alluvionale attuale interessa il settore meridionale del territorio comunale, risulta incisa dal Rio Sabbionaro e dal Rio dell’Albera appartenenti al reticolo idrografico secondario. Il terrazzo attuale è sospeso sul fondovalle medio del fiume Tanaro con una scarpata dell’ordine di 5 metri circa. Sono qui presenti diversi tronchi di meandro antichi, da tempo colmati sia a seguito d’interventi antropici (realizzazione linea ferroviaria) che per fenomeni naturali (salto di meandro), testimoni dell’evoluzione dinamica dell’asta fluviale, riattivabili in occasione di intensi eventi alluvionali. Allo stato attuale il F.Tanaro può essere definito un fiume in fase di raggiunta, ma non del tutto piena, maturità. Presenta infatti una valle sufficientemente ampia da consentire lo sviluppo dei meandri, ma non ancora tale da permettere una

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo libera escursione dell’alveo senza controllo da parte dei versanti che tale valle definiscono. Tale cartografia è stata redatta a seguito del rilevamento in loco sull’intero territorio comunale di Felizzano, consultando le foto aeree esistenti e, per la parte alluvionata nel mese di novembre 1994, esaminando e controllando in sito la cartografia di primo impiego in scala 1:10000 redatta dal Servizio Geologico Regionale (periodo di rilevamento febbraio-aprile 1995). Con tale cartografia vengono evidenziati non solamente i danni avutisi sul territorio comunale a seguito dell’alluvione del novembre 1994 ma, anche quelle caratteristiche morfologiche generali che possono influenzare negativamente gli interventi antropici sia esistenti che in programmazione. La carta aggiornata con la presente variante ha visto le seguenti modifiche alla carta pre- esistente del dott. Geol. Quaglino: - Sono state eliminate le aree soggette a P.R.G.C. dalla base cartografica; - Sono stati differenziati in modo corretto i corsi d’acqua a sedime pubblico e a sedime privato;

- E’ stato riportato il limite dell’area inondata dal Fiume Tanaro nel 1994; - E’ stata riportato in carta la distinzione tra meandro abbandonato ed alveo abbandonato; - Sono stati rivisti e riportati i dissesti lineari; - E’ stato riportato il dissesto areale del Rio Fiori; - Sono state riportate correttamente le fasce fluviali del P.S.F.F. Non sono stati rilevati inoltre fenomeni dissestivi.

CARTE DELLE ISOFREATICHE E DELLA SOGGIACENZA. Il presente elaborato cartografico non ha subito modifiche rispetto all’elaborato del dott. Geol. Quaglino per cui è confermato; viene oltre riportata la descrizione della carta effettuata dallo stesso Dott.Quaglino. Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 12

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“A seguito della misurazione della profondità della falda idrica si è redatta la Carta delle isofreatiche e la Carta della Soggiacenza; la prima rappresenta l'andamento e la quota assoluta delle isofreatiche alla data del rilevamento (Dicembre 1996) mentre la seconda carta rappresenta la corrispondente profondità della falda freatica. Al fine di meglio valutare il flusso sotterraneo e la profondità della falda freatica sull'intero territorio comunale di Felizzano la presente cartografia è stata ridotta su base in scala 1:25.000 (riduzione della cartografia in scala 1:10.000).

Tale cartografia è finalizzata alla valutazione, in fase di progetto esecutivo di opere edilizie, dell'influenza che può avere la falda freatica sulla tensione ammissibile del terreno e quindi anche sulla scelta della tipologia di fondazione. Inoltre sia la direzione di flusso che il gradiente idraulico della falda sono parametri idrogeologici importanti per la determinazione delle aree di rispetto dei pozzi utilizzati eventualmente a scopo idropotabile. E' evidente che le caratteristiche idrogeologiche evidenziate dalle seguente cartografia sono state dedotte in rapporto alla misurazione entro i pozzi evidenziati nella cartografia stessa; ciò significa che localmente, per eventuale presenza di falde freatiche pensili, la profondità dell'acqua può essere inferiore. In fase di progetto esecutivo, pur tenendo conto delle generali indicazioni di questo studio, si dovrà valutare esattamente, mediante adeguati sondaggi, la reale profondità della falda idrica come prescritto dal D.M. 11 Marzo 1988”.

CARTA DELLE ISOFREATICHE – Tav. 3 Il presente elaborato cartografico non ha subito variazioni rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino. “Tale cartografia è stata redatta a seguito della misurazione della profondità della falda freatica entro una serie di 10 pozzi significativi individuati sul territorio comunale di Felizzano, ai fini della presente indagine è importante stabilire non già tutta la

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo successione delle falde sovrapposte bensì la profondità della prima falda idrica ossia la falda freatica in quanto è questa che influenza quei parametri di resistenza che intervengono nel determinare la portanza di un terreno. E' evidente quindi che la ricerca di pozzi significativi va indirizzata su quei pozzi possibilmente eseguiti manualmente e generalmente reperibili presso vecchie abitazioni o isolati cascinali. Un pozzo attuale eseguito a rotazione e profondo decine di metri generalmente esclude, col proprio sistema di drenaggio, la prima falda o peggio mette in comunicazione questa con quelle più profonde "mascherando" il reale valore della profondità della falda freatica importante ai fini geologico applicativi. Dalla carte delle isofreatiche si nota come il territorio comunale di Felizzano sia caratterizzato da un flusso idrico freatico con direzione Nord Ovest - Sud Est e con un gradiente idraulico medio paria J= 0.008”.

CARTA DELLA SOGGIACENZA – Tav. 4 Il presente elaborato cartografico non ha subito variazioni rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino. “A seguito della carta precedente ed in rapporto alla quota assoluta del terreno la successiva Carta della Soggiacenza evidenzia globalmente la profondità della falda freatica sulla maggior parte del territorio comunale di Felizzano e senz'altro su quella maggiormente significativa; poichè le misurazioni della falda freatica sono state eseguite dopo un periodo caratterizzato da notevoli precipitazioni si ritiene che i valori riportati in cartografia rappresentino realisticamente il valore minimo della profondita.

Da come si può notate l'intero territorio comunale di Felizzano caratterizzato da una profondità tale della falda freatica che senz'altro non influisce sul calcolo della tensione ammissibile sul terreno di fondazione o per lo meno ha una limitatissima influenza negativa. Come già menzionato comunque importante valutare localmente l'eventuale

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo presenza di falde freatiche pensili le quali potrebbero presentare profondità tali da interessare il sistema di fondazione progettato”.

CARTA DELLA CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI – Tav. 5 Il presente elaborato cartografico ha subito alcune modifiche rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino per cui è stata fatta una ristesura della stessa modificando quanto segue: - i corsi d’acqua sono stati suddivisi in modo corretto in corsi d’acqua a sedime pubblico e corsi d’acqua a sedime privato; - è stato eliminato il limite del terreno di riporto a monte e a valle delle mura medioevali. Nello specifico nel territorio comunale di Felizzano si rilevano i seguenti tipi di depositi alluvionali (tale suddivisione è stata ripresa fedelmente dagli elaborati del

Dott.Quaglino); “Depositi alluvionali: a3: alluvioni attuali ghiaiose sabbiose caratterizzate da discreti valori della Qamm. Ad esclusione della copertura limosa-sabbiosa. Indicativamente la Qamm. Ha valori compresi tra 2.0 e 2.5 kg/cmq. Permeabilità discreta. Fl2- afl3- fl’- Cl2: alluvioni a prevalente granulometria fine (sabbiosa, limosa, argillosa) a distribuzione planoaltrimetrica disomogenea con locali valori dei parametri di resistenza tendenzialmente scarsi. Valori di Qamm. Indicativamente compresi tra 0.5 e

1.0 kg/cmq. Localmente si ha presenza di alluvioni ghiaiose con discreti valori di parametri di resistenza ma a distribuzione alquanto disomogenea ed incerta. Bassa permeabilità.

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Cfl’: alluvioni tendenzialmente fini o a matrice fine poco addensate e con scarsi valori dei parametri di resistenza. Valore di Qamm. Tendenzialmente bassi e prossimi a 0.5 kg/cmq. Bassa permeabilità. l2: alluvioni alquanto disomogenee caratterizzate da analoga disomogeneità dei parametri di resistenza. A seguito dell’alterazione dei paleosuoli si hanno tendenzialmente discreti valori dei parametri di resistenza. Qamm. Indicativa compresa tra 1 e 1.5 kg/cmq. Bassa permeabilità.

Dalle suddette definizioni geolitologiche si evince come i processi di alterazione, erosione e deposizione, sia passati che attuali, assumano una notevole importanza pratica al fine di una corretta programmazione urbanistica la quale, dopo aver evidenziato eventuali problemi geolitologici ed idrogeologici, deve proporre delle soluzioni adeguate agli interventi programmati o programmabili in futuro; per tale scopo qui di seguito vengono brevemente illustrati quei processi degradativi che maggiormente hanno influenza ed influenzano la sia pur lenta dinamica morfologica del territorio di Felizzano in particolar modo ove sono presenti i litotipi fl2, fll, 12 e il Colluvium degli stessi.

Processi di alterazione chimico-fisica. Si intendono quei processi di alterazione dei componenti mineralogici della roccia originaria che portano alla formazione di rocce eluviali le quali, oltre a presentare diversa composizione chimicomineralogica, presentano generalmente parametri geotecnici piu scadenti rispetto agli originari per cui predispongono maggiormente un terreno al dissesto sia esso gravitativo che indotto da tensioni o sovraccarichi.

I processi di alterazione chimica che maggiormente interessano terreni di Felizzano sono essenzialmente legati alla pedogenesi in atto specialmente ove intensa risulta 1' aratura del terreno, tra essi ricorderemo l'azione degli acidi umici, la solubilizzazione della componente carbonatica e l'azione dell' ossigeno dell' aria.

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Tali effetti accelerano i processi degradatori specialmente quelli legati alla erosione laminare, su pendii anche debolmente acclivi, favorita dalla scarsa o nulla coesione sia di molti litotipi affioranti che dei depositi eluviali-colluviali di copertura ed anche e specialmente per effetto dello "scasso" del terreno prodotto dalla aratura. La mancanza di coesione o la sua netta diminuzione unitamente alla continua aratura su vaste superfici favorisce una rapida penetrazione in profondità dell'acqua meteorica con conseguente decremento dei già scarsi parametri di resistenza dei sedimenti.

Processi di degradazione fisica. L'azione disgregante dell'acqua meteorica agisce molto rapidamente sulla maggior parte dei terreni eluviali-colluviali di Felizzano i quali sottoposti ad una elevata percolazione idrica subiscono una facile plasticizzazione della frazione argilloso-limosa con annullamento della già limitata coesione. Oltre all'azione disgregante dell'acqua un altro fattore importante di degradazione fisica e l'azione del crioclastismo (alternanza gelo-disgelo) sia sulle coltri eluviali che su quelle eluviali-colluviali in particolar modo su quei versanti maggiormente acclivi generalmente con acclività superiori ai 15° fortunatamente quasi inesistenti sul territorio comunale interessato sia dalla viabilità che dalla urbanizzazione anche quella cascinale. Inoltre saturazioni e successivi essicamenti favoriscono la rapida esfoliazione del terreno specialmente ove questo è stato temporaneamente inutilizzato dal punto di vista agricolo; ove le pendenze sono maggiori si possono avere processi gravitativi sia lenti come il soliflusso (già attivo con pendenze di soli 5°) che rapidi come i colamenti per saturazione idrica dello strato eluviale-colluviale, inoltre lungo l'idrografia sia temporanea che permanente si innescano sia discrete (ma localmente non pericolose) erosioni laminari per ruscellamento diffuso che concentrate per erosione per rivoli”.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo CATASTO OPERE DI DIFESA, UBICAZIONE OPERE E PUNTI DI DIFESA– Tav. 6 Il presente elaborato cartografico ha subito una serie di modiche rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino in particolare è stata corretta la suddivisione delle acque pubbliche, private e demaniali mentre ed è stato riportato in maniera corretta l’andamento delle difese spondali (fascia B di progetto). Per quanto riguarda invece il censimento delle opere di difesa idraulica degli attraversamenti etc.., si demanda alle schede Sicod, allegate alla presente, a firma del

Dott.Quaglino. Si sottolinea comunque che le uniche difese spondali degne di nota, oggi realizzate, sono quelle rappresentate dalle opere di difesa arginali relative al Fiume Tanaro realizzate dall’AIPO delle quali esiste il collaudo. Tali difese presentano un tracciato lievemente difforme rispetto a quanto riportato nella B di progetto del P.S.F.F.. Per quanto riguarda invece la restante rete idrografica minore non vi sono al momento altre opere di difesa idraulica.

CARTA DELL’EDIFICABILITA’ ATTUALE- Ex tavola 5 Tale elaborato cartografico, realizzato dal dott. Geol. Quaglino, in quanto non ritenuto più significativo.

MOSAICATURA Come richiesto dal Settore Territoriale del Rischio Geologico è stata eseguita la mosaicatura con i comuni limitrofi al territorio comunale di Felizzano. Sono stati consultati i PRGC dei comuni (Quattordio, , , Solero, , Fubine, Altavilla M.to, ) ed è stata eseguita la mosaicatura con i suddetti.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo

CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA E DELL’IDONEITA’ ALL’UTILIZZAZIONE URBANISTICA – Tav. 7 Il presente elaborato cartografico ha subito diverse modiche rispetto a quello realizzato dal dott. Geol. Quaglino e risulta pertanto realizzata ex novo. in scala 1:10.000. Sono state individuate 3 classi di edificabilità con relative sottoclassi: Per tutto il territorio comunale, qualunque sia il tipo d’intervento valgono i seguenti:

Classe I: porzioni di territorio dove le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da non porre limitazioni alle scelte urbanistiche: gli interventi sia pubblici che privati sono di norma consentiti nel rispetto delle prescrizioni del D.M. 11/03/88 e al D.M. 14/01/2008. Classe II: porzioni di territorio, nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l’adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M. 11/03/1988 e al D.M. 14/01/2008 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edificatorio o nell’intorno significativo circostante. Classe IIIa: aree ad elevata acclività, aree che presentano condizioni geomorfologiche sfavorevoli, aree boscate; Classe IIIa1: porzioni di territorio inedificate o con edifici/attività isolate, appartenenti alla dinamica del F.Tanaro che presentano caratteri idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti (aree inondabili da parte di acque ad elevata energia); tali settori sono comprese nella fascia A e nella Fascia B del P.A.I. Classe IIIa2: Aree inedificabili in quanto a rischio idraulico elevato da parte del reticolato idrografico minore e con intensità del processo Eea (molto elevato). Classe IIIa3: porzioni di territorio in edificate o con edifici/attività isolate, retrostanti all’argine (settori compresi tra la Fascia B di progetto e la Fascia C) potenzialmente inondabili e di ristagno d’acqua che presentano caratteri idrogeologici sfavorevoli.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo Classe IIIb2: Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e rischio sono tali da permettere la realizzazione di nuove edificazioni, ampliamenti o completamenti a seguito della realizzazione di opere di mitigazione del rischio. Classe IIIb3: Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e rischio sono tali da permettere solo un modesto incremento del carico antropico a seguito della realizzazione di opere di mitigazione del rischio. Da escludersi nuove unità abitative e completamenti.

Fascia di rispetto di 10 m ai sensi del R.D. Relativamente ai corsi d’acqua a regime pubblico è da applicarsi una fascia di rispetto di 10 m regolamentata dalle norme definite dal R.D. 523/1904 oltre a quelle vigenti relative alla classe IIIa2 e specificate nella pagina precedente. I corsi d’acqua a regime pubblico sono: - Torrente Sabbiona – Rio dell’Albera o Rio S.Cristoforo -Rio Sabbionaro

Fascia di rispetto argine art. 29 L.R. 56/77 E’ da applicarsi una fascia di rispetto di 25 m dal piede dell’argine.

NORME DI ATTUAZIONE DELLA CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ’ GEOMORFOLOGICA E DELL’IDONEITA’ ALL’UTILIZZAZIONE URBANISTICA Per qualsiasi intervento sono da ritenersi valide le prescrizioni normative sotto riportate e quanto contenuto nella ”relazione geologico-tecnica aree di nuovo impianto indagine III fase Circ.7/LAP/96” e nella “relazione geologico tecnica di integrazione aree di nuovo impianto indagine III fase Circ.7/LAP/96”. In particolare i punti “modalità esecutive degli interventi e definizione di massima delle indagini da eseguirsi a livello di progetto esecutivo”, presenti nelle schede di dette relazioni sono da ritenersi parte integrante delle norme tecniche di attuazione. Per tutti gli interventi previsti occorrerà anche attenersi al rispetto del D.M. 11/03/1988 e del D.M. 14/01/2008 Per tutto il territorio comunale, valgono le seguenti norme: Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 20

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo

Classe I: gli interventi sia pubblici che privati sono consentiti nel rispetto del D.M. 11/03/88 e D.M. 14/01/2008. Andrà sempre posta particolare attenzione nella valutazione della falda freatica, valutandone la sua escursione stagionale

Classe II: porzioni di territorio nelle quali si rimanda al rispetto del D.M. 14/01/2008 e D.M. 11/03/1988 ed alla stesura di una relazione geologica (per le nuove costruzioni, gli ampliamenti ed i movimenti terra significativi e tutte le volte che l’ufficio tecnico comunale lo ritenga necessario) in particolare gli interventi sono subordinati a: Se in ambito collinare verifica di stabilità del pendio nel caso l’intervento incida su quest’ultimo o siano previste opere che comportino movimenti terra; progetto di regimazione acque meteoriche; rispetto del D.M. 11/03/1988 e D.M. 14/01/2008. Se in ambito di fondovalle o pianeggiante interventi manutentivi rete idrografica minore la realizzazione di eventuali locali interrati è subordinata alla verifica del livello della falda e alla valutazione della sua possibile oscillazione verifica dei cedimenti in presenza di terreni in cui le indagini in sito evidenziano uno scarso grado di addensamento; rispetto del D.M.11/03/1988 e D.M. 14/01/2008.

Classe IIIa: all’interno delle aree appartenenti a questa classe, sono ammessi: 1. interventi di sistemazione e manutenzione idrogeologica dei corsi d’acqua e tutti quegli interventi atti a ridurre le condizioni di pericolosità dell’area; 2. trivellazione pozzi per lo sfruttamento di falde acquifere 3. per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto dall’art. 38 del P.A.I. e dall’art.31 della L.R. 56/77. 4. Casotti o pertinenze agricole

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo La fattibilità degli interventi di cui ai punti 1) e 4) è subordinata a studi di compatibilità idrogeologica.

Classe IIIa1: All’interno delle aree appartenenti a questa classe, sono ammessi oltre a quanto consentito dal P.A.I. ( in particolare gli art. 29, 30, 38 e 39 riportati al fondo) quanto oltre riportato: 1. interventi di sistemazione e manutenzione idrogeologica dei corsi d’acqua e tutti quegli interventi atti a ridurre le condizioni di pericolosità dell’area; 2. trivellazione pozzi per lo sfruttamento di falde acquifere 3. per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto dall’art. 38 del P.A.I. e dall’art.31 della L.R. 56/77. Per le porzioni di territorio comprese nella fascia A vale quanto riportato all’art. 29 del P.A.I al quale si demanda. Per le porzioni di territorio comprese nella fascia B vale quanto riportato all’art. 30 del P.A.I al quale si demanda inoltre, per gli edifici/attività esistenti è ammesso quanto oltre riportato: per attività agricole (fabbricati esistenti) sono ammessi: 1. interventi di manutenzione ordinaria; 2. interventi di manutenzione straordinaria; 3. restauro e risanamento conservativo; 4. interventi di ristrutturazione edilizia, comportanti anche sopraelevazione degli edifici con aumento di superficie o volume, non superiori a quelli

potenzialmente allagabili con contestuale dismissione d'uso di queste ultime e a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione apprezzabile della capacità di invaso delle aree stesse, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa; 5. interventi di adeguamento igienico - funzionale degli edifici esistenti, ove

necessario per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto;

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo 6. In assenza di alternative praticabili è possibile, qualora le condizioni di pericolosità lo consentano tecnicamente, la realizzazione di nuove costruzioni che riguardino in senso stretto edifici per attività agricole e residenza rurali connesse alla conduzione aziendale. Tali attività dovranno risultare non diversamente localizzabili nell’abito dell’azienda agricola e previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno. La fattibilità degli interventi di cui ai punti 4), 5), 6) al fine della tutela della pubblica e privata incolumità è condizionata (a livello di singola concessione edilizia), all’esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche, geotecniche e studi idraulici, mirati a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio e a prescrivere gli accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione ed al rispetto del D.M. 11/03/88. e D.M. 14/01/2008 (relazione geologica e geotecnica). Tali interventi non dovranno creare ostacolo al libero deflusso delle acque e loro fattibilità dovrà essere verificata tramite studi idraulici. E’ da escludere la ricostruzione di locali interrati o al piano terra di impianti tecnologici, quali ad esempio il condizionamento ed il riscaldamento.

Per attività residenziali/produttive ( fabbricati esistenti) sono ammessi: 1. Interventi di demolizione senza ricostruzione 2. interventi di manutenzione ordinaria; 3. interventi di manutenzione straordinaria; 4. restauro e risanamento conservativo; 5. soprelevazioni con aumento di volume, purché finalizzati alla riduzione della vulnerabilità dei piani terra; 6. gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumento di volume o superficie, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo 7. interventi di adeguamento igienico - funzionale degli edifici esistenti, ove

necessario per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto;

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo 8. per le attività produttive potranno essere realizzati anche strutture temporanee quali tettoie di protezione di impianti, basamenti per macchinari etc. Tali strutture non potranno in alcun modo rientrare nella fattispecie di “volume edilizio” né di “superficie utile” e dovranno altresì essere realizzate a mezzo di ossature in acciaio prive di pareti di chiusura a terra che ostacolino il libero deflusso della piena. Il soggetto interessato dovrà rinunciare al risarcimento in caso di danno. La fattibilità degli interventi di cui ai punti 4), 5), 6), 7) al fine della tutela della pubblica e privata incolumità è condizionata (a livello di singola concessione edilizia), all’esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche, geotecniche e studi idraulici, mirati a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio e a prescrivere gli accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione ed al rispetto del D.M. 11/03/88. E D.M. 14/01/2008 (relazione geologica e relazione geotecnica). Tali interventi non dovranno creare ostacolo al libero deflusso delle acque e loro fattibilità dovrà essere verificata tramite studi idraulici. E’ da escludere la ricostruzione di locali interrati o al piano terra di impianti tecnologici, quali ad esempio il condizionamento ed il riscaldamento.

Classe IIIa2: Aree a rischio idraulico reticolato idrografico minore intensità del processo Eea (molto elevato) Fatto salvo quanto previsto dall’art.3 ter del D.L.12 ottobre 2000, n.279, convertito in L.11 dicembre 2000, n.365, sono esclusivamente consentiti (rif. art. 9, punto n. 5, della N.T.A. del P.A.I.): 1. gli interventi di demolizione senza ricostruzione; 2. gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alla lettera a) b) e c) dell’art.31 della L.5 agosto 1978, n.457; 3. gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumento di volume o superficie, senza

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; 4. gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo dei beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; 5. i cambiamenti delle destinazioni colturali, purchè non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. 523/1904; 6. gli interventi volti alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; 7. le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; 8. la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; 9. l’ampliamento o la ristrutturazione degli impianti di trattamento delle acque reflue; 10. l’esercizio delle operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti già autorizzate ai sensi del D. Lgs. 5 Febbraio 1997, n.22 (o per le quali sia stata presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti specificati all’art.31 del D. Lgs. 22-1997) alla data di entrata in vigore del Piano, limitatamente alla durata dell’autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua derivante dall’autorizzazione originaria per le discariche fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall’Autorità competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all’art. 6 del suddetto decreto legislativo.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo I sopracitati interventi non dovranno creare ostacolo al deflusso delle acque superficiali o sottrarre area utile alle acque in caso di esondazione e la loro fattibilità (relativamente ai punti 3-5-7-8-10) dovrà essere verificata mediante relazione geologica ed idraulica e rispetto del D.M. 11/03/88 e D.M.14/01/2008. Per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto dall’art. 38 del P.A.I. e dall’art.31 della L.R. 56/77.

Classe IIIa3: porzioni di territorio inedificate o con edifici/attività isolate, retrostanti all’argine (settori compresi tra la Fascia B di progetto e la Fascia C), a rischio moderato, potenzialmente inondabili e di ristagno d’acqua che presentano caratteri idrogeologici sfavorevoli. Per tali aree vigono le norme relative alla classe IIIa1 della fascia B art.31; a seguito delle opere di mitigazione del rischio (cronoprogramma/deliberazione di presa d’atto del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino), saranno ammessi anche ampliamenti degli edifici esistenti e delle attività agricole. La fattibilità di tutti gli interventi al fine della tutela della pubblica e privata incolumità è condizionata (a livello di singola concessione edilizia), all’esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche, geotecniche e studi idraulici, mirati a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio e a prescrivere gli accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione ed al rispetto del D.M. 11/03/88. e D.M. 14/01/2008 (relazione geologica e relazione geotecnica). Tali interventi non dovranno creare ostacolo al libero deflusso delle acque e loro fattibilità dovrà essere verificata tramite studi idraulici. E’ da escludere la realizzazione di locali interrati e di costruzioni a quote inferiori al piano strada della viabilità comunale. Si consiglia l’impiego di pilotis e di rialzare ove possibile il fabbricato di almeno 0.50 m rispetto al piano strada. Classe IIIb2: porzioni di territorio edificate o parzialmente urbanizzate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela, del patrimonio urbanistico esistente.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo A seguito della realizzazione delle opere di riassetto sarà possibile la realizzazione di nuove edificazioni, ampliamenti o completamenti. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo d’esempio, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo etc. Per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto dall’art. 38 del P.A.I. e dall’art.31 della L.R. 56/77. Nuove opere o costruzioni saranno ammesse solo a seguito dell’attuazione degli interventi di riassetto e dell’avvenuta eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità – cronoprogramma / deliberazione di presa d’atto del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino- (solo quando l’Amministrazione Comunale o altri enti competenti avranno completato l’iter degli interventi necessari alla messa in sicurezza di dette aree). Gli interventi di riassetto (opere pubbliche o di pubblico interesse, misure strutturali e non strutturali di cui al P.A.I.) possono essere realizzati anche da uno o più soggetti privati, purchè l’approvazione del progetto di collaudo delle opere siano di competenza dell’ente pubblico, e dovranno comunque fare esplicito riferimento agli obiettivi da raggiungere in relazione alla effettiva eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità che dovrà essere decretata tramite emanazione di apposito atto da parte dell’Amministrazione Comunale (rif. punto 7.10 della N.T.E. alla Circ. P.G.R. 7/LAP/96). Divieto di realizzare locali interrati a quote inferiori all’attuale piano campagna; si consiglia (per le nuove costruzioni) l’impiego di pilotis o di rialzare, ove possibile il fabbricato di almeno 0.50 m rispetto al piano strada.

Classe IIIb3: porzioni di territorio edificate o parzialmente urbanizzate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela, del patrimonio urbanistico esistente.

A seguito della realizzazione delle opere di riassetto e conseguita la minimizzazione della pericolosità che dovrà essere decretata tramite emanazione di apposito atto da pare Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 27

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo dell’Amministrazione Comunale (rif. Punto 7.10 delle N.T.E. alla Circ. P.G.R. 7/LAP/96) sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico. Da escludersi nuove unità abitative e completamenti. Sono consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo d’esempio interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, ecc; per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili, varrà quanto indicato dall’art. 31 LR 56/77.

Sono altresì accettabili adeguamenti che consentano una più razionale fruizione degli edifici esistenti, oltrechè gli adeguamenti igienico- funzionali (es: si intende quindi possibile: la realizzazione di ulteriori locali, il recupero di preesistenti locali inutilizzati, pertinenze quali box, ricovero attrezzi etc., escludendo viceversa la realizzazione di nuove unità abitative. E’ fatto divieto di realizzare locali interrati.

Relativamente ai fabbricati (Classe IIIb2 e Classe IIIb3) esistenti sono ammessi in assenza della realizzazione delle opere di difesa: 1. interventi di manutenzione ordinaria ; 2. interventi di manutenzione straordinaria; 3. restauro e risanamento conservativo; 4. ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. 5. adeguamenti che consentano una più razionale fruizione degli edifici esistenti, adeguamenti igienico- funzionali (es. realizzazione di ulteriori locali di recupero di preesistenti locali inutilizzati, pertinenze quali box, ricovero attrezzi etc.). 6. cambio di destinazione d’uso che non implichino un aumento del rischio La fattibilità degli interventi di cui ai punti 5) e 6) è condizionata, all’esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche e geotecniche mirate a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio ed a prescrivere gli

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione ed al rispetto del D.M. 11/03/88 e D.M. 14/01/2008.

PRESCRIZIONI GENERALI Dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto di 10 m in corrispondenza degli orli di scarpata riportati nella carta geomorfologica su carta tecnica regionale, in corrispondenza dei settori di monte. Ogni intervento in corrispondenza di detta fascia, in particolare per gli edifici esistenti, dovrà essere valutato a priori mediante accurata relazione geologica con verifiche di stabilità e studi per la messa in sicurezza delle scarpate. Tutti gli interventi dovranno sottostare alla normativa generale del P.R.G..

I riporti di terreno dovranno possedere un adeguato margine di sicurezza (D.M. 11/04/2008), in caso contrario dovranno essere previste opere di sostegno dotate a tergo di corretta opere di regimazione, drenaggio e canalizzazione delle acque onde evitare fenomeni di ruscellamento incontrollati o pericolosi ristagni. Tutti gli scavi ed i riporti dovranno essere prontamente inerbiti e protetti con idonei sistemi antierosivi. Nel caso di fronti di scavo temporanei o permanenti superiori a 2 m dovrà essere eseguita la loro verifica. Per i settori in frana (attiva o quiescente) i settori potenzialmente instabili, le pratiche agronomiche dovranno essere improntate in modo tale da evitare peggioramenti delle condizioni di stabilità limite; sono pertanto da evitare le pratiche quali l’aratura profonda e a ritocchino ecc. che favoriscono il processo accelerato di erosione superficiale. Per le aree immediatamente a monte e a valle di porzioni in precarie condizioni di stabilità, gli sono subordinati a: - verifica che l'intervento non insista in maniera particolare e non turbi il già precario equilibrio delle zone adiacenti; - verifica geomorfologica di stabilità preventiva del versante mediante dettagliate indagini geognostiche in situ ed in laboratorio - progetto di regimazione e smaltimento acque meteoriche; Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 29

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo - verifica di stabilità dei ”tagli” delle zone a valle. Per la realizzazione dei locali interrati dovrà sempre essere verificato il livello della falda e la sua possibile escursione. L’intubamento dei corsi d’acqua, principali o del reticolato minore, mediante tubi o scatolati anche di ampia sezione non è ammessa in nessun caso. Le opere di attraversamento stradale dei corsi d’acqua dovranno essere realizzate mediante ponti, in maniera tale che la larghezza della sezione di deflusso non vada in alcun modo a ridurre la lunghezza dell’alveo “a rive piene” misurata a monte dell’opera; questo indipendentemente dalle risultanze della verifica delle portate. Gli assi drenanti riportati nella carta geoidrologica (corsi d’acqua temporanei, stagionali e perenni) andranno rispettati e mantenuti “sgomberi”, localmente per una migliore regimazione delle acque meteoriche dell’area, potranno essere deviati ma, non intubati. Non sono ammesse occlusioni anche parziali, dei corsi d’acqua incluse le zone di testata, tramite riporti vari. Dovrà essere sempre valutato l’effetto delle impermeabilizzazioni che si verificheranno a causa delle nuove costruzioni ed assumere eventualmente idonei provvedimenti al fine di non provocare negative variazioni dei tempi di corrivazione delle acque. Il comune interessato dovrà tenere in adeguata considerazione l’esistenza delle aree IIIa1, IIIb, nella redazione del Piano Comunale di Protezione Civile, ai sensi della Normativa Vigente.

Art. 29, 30, 38 e 39 del PIANO STRALCIO FASCE FLUVIALI Sono state inoltre riportate nella carta di sintesi le fasce A, B, C, del Piano Stralcio Fasce Fluviali. Per dette aree sono state riportate le Norme di Attuazione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n.18 in data 26 aprile 2001 ed alle quali si rimanda dal momento che ivi sono stati riportati integralmente solo gli art. 29, 30, 38 e 39.

Art. 29. Fascia di deflusso della piena (Fascia A) Variante Strutturale al P.RG.C. di Felizzano (AL) 30

Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo 1. Nella Fascia A il Piano persegue l'obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza assicurando il deflusso della piena di riferimento, il mantenimento e/o il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell'alveo, e quindi favorire, ovunque possibile, l'evoluzione naturale del fiume in rapporto alle esigenze di stabilità delle difese e delle fondazioni delle opere d'arte, nonché a quelle di mantenimento in quota dei livelli idrici di magra. 2. Nella Fascia A sono vietate: a) le attività di trasformazione dello stato dei luoghi, che modifichino l'assetto morfologico idraulico, infrastrutturale, edilizio, falle salve le prescrizioni dei successivi articoli; b) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, l'ampliamento degli stessi impianti esistenti nonché l'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D. Lgs. 5 Febbraio 1997, n. 22, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 3, let. l); c) la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue nonché l'ampliamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 3, let. L); d) le coltivazioni erbacee non permanenti e arboree, fatta eccezione per gli interventi di bioingegneria forestale e gli impianti di rinaturazione con specie autoctone, per una ampiezza di almeno 10 m dal ciglio di sponda, al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino di una fascia continua di vegetazione spontanea lungo le sponde dell'alveo inciso, avente funzione di stabilizzazione delle sponde e riduzione della velocità della corrente; le Regioni provvederanno a disciplinare tale divieto nell'ambito degli interventi di trasformazione e gestione del suolo e del soprassuolo, ai sensi dell'art. 41 del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152 e successive modifiche e integrazioni, ferme restando le disposizioni di cui al Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n. 523; e) la realizzazione di complessi ricettivi all'aperto; f) il deposito a cielo aperto, ancorché provvisorio, di materiali di qualsiasi genere. 3. Sono per contro consentiti: a) cambi colturali, che potranno interessare esclusivamente aree attualmente coltivate;

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo b) gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e all’eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; c) le occupazioni temporanee se non riducono la capacità di portata dell'alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena; d) i prelievi manuali di ciottoli, senza taglio di vegetazione, per quantitativi non superiori a 150 m3 annui; e) la realizzazione di accessi per natanti alle cave di estrazione ubicate in golena, per il trasporto all'impianto di trasformazione, purché inserite in programmi individuati nell'ambito dei Piani di settore; f) i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattiva autorizzata ed agli impianti di trattamento del materiale estratto e presente nel luogo di produzione da realizzare secondo le modalità prescritte dal dispositivo di autorizzazione; g) il miglioramento fondiario limitato alle infrastrutture rurali compatibili con l'assetto della fascia; h) il deposito temporaneo a cielo aperto di materiali che per le loro caratteristiche non si identificano come rifiuti, finalizzato ad interventi di recupero ambientale comportanti il ritombamento di cave; i) il deposito temporaneo di rifiuti come definito all'art. 6, comma 1, let. m), del D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22; l) l'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi del D. Lgs. 5 febbraio 1997, n.22 (o per le quali sia stata presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti specificati all’art. 31 dello stesso D. Lgs. 22/1997) alla data di entrata in vigore del Piano, limitatamente alla durata dell'autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua, derivante dall’autorizzazione originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall'Autorità competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all'art.6 del suddetto decreto legislativo;

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo m) l'adeguamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue alle normative vigenti, anche a mezzo di eventuali ampliamenti funzionali. 4.Per esigenze di carattere idraulico connesse a situazioni di rischio, l'Autorità idraulica preposta può in ogni momento effettuare o autorizzare tagli di controllo della vegetazione spontanea eventualmente presente nella Fascia A. 5.Gli interventi consentiti debbono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell'area, l'assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti.

Art. 30. Fascia di esondazione (Fascia B) 1. Nella Fascia B il Piano persegue l'obiettivo di mantenere e migliorare le condizioni di funzionalità idraulica, ai fini principali dell'invaso e della laminazione delle piene, unitamente alla conservazione e al miglioramento delle caratteristiche naturali e ambientali. 2. Nella Fascia B sono vietati: a) gli interventi che comportino una riduzione apprezzabile o una parzializzazione della capacità di invaso, salvo che questi prevedano un pari aumento delle capacità d’invaso in area idraulicamente equivalente; b) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, l'ampliamento degli stessi impianti esistenti, nonché l'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, fatto salvo quanto previsto al precedente art. 29, comma 3, let. l); c) in presenza di argini, interventi e strutture che tendano a orientare la corrente verso il rilevato e scavi o abbassamenti del piano di campagna che possano compromettere la stabilità delle fondazioni dell'argine. 3. Sono per contro consentiti, oltre agli interventi di cui al precedente comma 3 dell'art. 29: a) gli interventi di sistemazione idraulica quali argini o casse di espansione e ogni altra misura idraulica atta ad incidere sulle dinamiche fluviali, solo se compatibili con l'assetto di progetto dell'alveo derivante dalla delimitazione della fascia; ione

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo b) gli impianti di trattamento d'acque reflue qualora sia dimostrata l'impossibilità della loro localizzazione al di fuori delle fasce, nonché gli ampliamenti e messa in sicurezza di quelli esistenti; i relativi interventi sono soggetti a parere di compatibilità dell'Autorità di bacino ai sensi e per gli effetti del successivo art. 38, espresso anche sulla base di quanto previsto all'art. 38 bis; c)la realizzazione di complessi ricettivi all'aperto, previo studio di compatibilità dell'intervento con lo stato di. dissesto esistente; d) I' accumulo temporaneo di letame per uso agronomico e la realizzazione di contenitori per il trattamento e lo stoccaggio degli effluenti zootecnici, ferme restando le disposizioni all'art. 38 del D. Lgs. 15211999 e successive modifiche e integrazioni; e) il completamento degli esistenti impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti a tecnologia complessa, quand'esso risultasse indispensabile per il raggiungimento dell'autonomia degli ambiti territoriali ottimali così come individuati dalla pianificazione regionale e provinciale; i relativi interventi sono soggetti a parere di compatibilità dell'Autorità di bacino ai sensi e per gli effetti del successivo art. 38, espresso anche sulla base di quanto previsto all'art. 38 bis. 4. Gli interventi consentiti debbono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell'area, l'assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti.

Art.38. interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico 1. Fatto salvo quanto previsto agli artt.29 e 30, all’interno delle Fasce A e B è consentita la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali e le caratteristiche di particolare rilevanza naturale dell’ecosistema fluviale che possono aver luogo nelle fasce, che non costituiscono significativo ostacolo al deflusso e non limitino in modo significativo la capacità di invaso, e che non concorrano ad incrementare il carico insediativo. A tal fine i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità, che documenti l’assenza dei suddetti fenomeni e delle eventuali modifiche alle suddette caratteristiche, da sottoporre all’Autorità

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo competente, così come individuata dalla direttiva di cui al comma successivo, per l’espressione di parere rispetto la pianificazione di bacino. 2.L’Autorizzazione di bacino emana ed aggiorna direttive concernenti i criteri, gli indirizzi e le prescrizioni tecniche relative alla predisposizione degli studi di compatibilità e alle individuazione degli interventi a maggiore criticità in termini d’impatto sull’assetto della rete idrografica. Per questi ultimi il parere di cui al comma 1 sarà espresso dalla stessa Autorità dio bacino. 3.Le nuove opere di attraversamento, stradale o ferroviario, e comunque delle infrastrutture a rete, devono essere progettate nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni tecniche per la verifica idraulica di cui ad apposita direttiva emanata dall’Autorità di bacino. Art. 39. Interventi urbanistici e indirizzi alla pianificazione urbanistica 1. I territori delle Fasce A e B individuati dal presente Piano, sono soggetti ai seguenti speciali vincoli e alle limitazioni che seguono che divengono contenuto vincolante dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali, per le ragioni di difesa del suolo e di tutela idrogeologica perseguite dal Piano stesso: a) le aree non edificate ed esterne al perimetro del centro edificato dei comuni, cosi come definito dalla successiva lett. c), sono destinate a vincolo speciale di tutela fluviale ai sensi dell'art. 5, comma 2, lett. a) della L. 17agosto1942, n. 1150; b) alle aree esterne ai centri edificati, così come definiti alla seguente lettera c), si applicano le norme delle Fasce A e B, di cui ai successivi commi 3 e 4; c) per centro edificato, ai fini dell'applicazione delle presenti Norme, si intende quello di cui all'art. 18 della L.22 ottobre 1971, n. 865, ovvero le aree che al momento dell'approvazione del presente Piano siano edificate con continuità, compresi i lotti interclusi ed escluse le aree libere di frangia. Laddove sia necessario procedere alla delimitazione del centro edificato ovvero al suo aggiornamento, l'Amministrazione comunale procede all'approvazione del relativo perimetro. 2. All'interno dei centri edificati, cosi come definiti dal precedente comma 1, lett. c), si applicano le norme degli strumenti urbanistici generali vigenti; qualora all'interno dei centri edificati ricadano aree comprese nelle Fasce A e/o B, l'Amministrazione comunale è tenuta a valutare, d'intesa con l'autorità regionale o provinciale competente

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo in materia urbanistica, le condizioni di rischio, provvedendo, qualora necessario, a modificare lo strumento urbanistico al fine di minimizzare tali condizioni di rischio. 3.Nei territori della Fascia A, sono esclusivamente consentite le opere relative a interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti all'art. 31, lett. a), b), c) della L.5 agosto 1978, n. 457, senza aumento di superficie o volume, senza cambiamenti di destinazione d'uso che comportino aumento del carico insediativo e con interventi volti a mitigare la vulnerabilità dell'edificio. 4. Nei territori della Fascia B, sono inoltre esclusivamente consentite: a) opere di nuova edificazione, di ampliamento e di ristrutturazione edilizia, comportanti anche aumento di superficie o volume, interessanti edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, purché le superfici abitabili siano realizzate a quote compatibili con la piena di riferimento, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa; b) interventi di ristrutturazione edilizia, comportanti anche sopraelevazione degli edifici con aumento di superficie o volume, non superiori a quelli potenzialmente allagabili1 con contestuale dismissione d'uso di queste ultime e a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione apprezzabile della capacità di invaso delle aree stesse, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa; c) interventi di adeguamento igienico - funzionale degli edifici esistenti, ove necessario per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto; d) opere attinenti l'esercizio della navigazione e della portualità, commerciale e da diporto, qualora previsti nell'ambito del piano di settore, anche ai sensi del precedente art. 20. 5.La realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico che possano limitare la capacità di invaso delle fasce fluviali, è soggetta ai procedimenti di cui ai precedente art. 38.

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo 6. Fatto salvo quanto specificatamente disciplinato dalle precedenti Norme, i Comuni, in sede di adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici per renderli coerenti con le previsioni del presente Piano, nei termini previsti all'art. 27, comma 2, devono rispettare i seguenti indirizzi: a) evitare nella Fascia A e contenere, nella Fascia B la localizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico destinate ad una fruizione collettiva; b) favorire l'integrazione delle Fasce A e B nel contesto territoriale e ambientale, ricercando la massima coerenza possibile tra l'assetto delle aree urbanizzate e le aree comprese nella fascia; c) favorire nelle fasce A e B, aree di primaria funzione idraulica e di tutela naturalistico- ambientale, il recupero, il miglioramento ambientale e naturale delle forme fluviali e morfologiche residue, ricercando la massima coerenza tra la destinazione naturalistica e l'assetto agricolo e forestale (ove presente) delle stesse. 7. Sono falli salvi gli interventi già abilitati (o per i quali sia già stata presentata denuncia di inizio di attività ai sensi dell'art. 4, comma 7, del D~L. 5 ottobre 1993, n. 398, così come convertito in L.4 dicembre 1993, n. 493 e successive modifiche) rispetto ai quali i relativi lavori siano già stati iniziati al momento di entrata in vigore del presente Piano e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio. 8. Sono fatte salve in ogni caso le disposizioni e gli atti amministrativi ai sensi delle leggi 9 luglio 1908, n. 445 e 2 febbraio 1974, n. 64, nonché quelli di cui al D.Lgs. 29 ottobre 1999 n. 490 e dell'art. 82 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 e successive modifiche e integrazioni.

9. Per le aree inserite all'interno dei territori protetti nazionali o regionali1 definiti ai sensi della L.6 dicembre 1991, n. 394 e successive modifiche e integrazioni e/o da specifiche leggi regionali in materia, gli Enti di gestione, in sede di formazione e adozione di strumenti di pianificazione d'area e territoriale o di loro varianti di adeguamento, sono tenuti, nell'ambito di un'intesa con l'Autorità di bacino, a conformare le loro previsioni alle delimitazioni e alle relative prescrizioni del presente Piano, specificatamente finalizzate alla messa in sicurezza dei territori. La fattibilità degli interventi al fine della tutela della pubblica e privata incolumità è condizionata (a livello di singola concessione edilizia), all’esecuzione di studi di

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Relazione geologico-tecnica Lignana Grazia geologo compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche, geotecniche e studi idraulici a seconda del caso), mirati a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio e a prescrivere gli accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione. In tale aree è fatto divieto di realizzare locali interrati.

CRITERI GENERALI PER LE FONDAZIONI Al fine di determinare il piano di posa delle fondazioni occorre determinare i parametri geomeccanici del terreno tramite indagini geognostiche e pozzetti esplorativi. Le indagini dovranno essere svolte nel rispetto della normativa nazionale rappresentata dal D.M. 11/03/1988 e dal D.M 14/01/2008 (relazione geologica e geotecnica). Inoltre nota la natura del terreno e la conformazione geomorfologica del sito occorre verificare sempre il livello della falda.

Allegati

Originale P.S.F.F. Asti, 08 Novembre 2012

Il Relatore Dott.Geol.Grazia Lignana

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