Leone XII Con La Bolla “Quod Divina Sapientia”, 1824, Bronzo (Foto Antonio Barberis, 2019) Governo Della Chiesa, Governo Dello Stato Il Tempo Di Leone XII
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e ONAL h I E c G r a E R M O e l I l L e d G I a S v N i O t C la s A gi ssemblea le QUADERNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE con il patrocinio di in copertina: Nicola Cerbara, Medaglia commemorativa della Congregazione degli studi istituita da Leone XII con la bolla “Quod Divina Sapientia”, 1824, bronzo (foto Antonio Barberis, 2019) Governo della Chiesa, governo dello Stato Il tempo di Leone XII a cura di Roberto Regoli, Ilaria Fiumi Sermattei, Maria Rosa Di Simone "Governo della Chiesa, governo dello Stato. Il tempo di Leone XII" Stampato dal Consiglio Regionale Assemblea legislativa delle Marche Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 256, Ancona 2019 a cura di Roberto Regoli, Ilaria Fiumi Sermattei, Maria Rosa Di Simone nell’ambito di un programma ideato da Valerio Barberis Saggi di Anna Barańska, Edoardo Bressan, Lisa Cattaneo, Andrea Cicerchia, Alessan- dro Dani, Maria Carmela De Marino, Maria Rosa Di Simone, Marco Fioravanti, Ila- ria Fiumi Sermattei, Pierangelo Gentile, Mario Luigi Grignani, François Jankowiak, Chiara Lucrezio Monticelli, Davide Marino, Sandro Notari, Roberto Regoli, Lorenzo Scatena, Ugo Taraborrelli, Luca Topi, Paolo Daniele Truscello Redazione Chiara Orefice Progetto grafico Mario Carassai Ringraziamenti David Bruffa, Luigi Carnevale Caprice, Giulia De Marchi, Isabella di Carpegna Falco- nieri Massimo, Tommaso di Carpegna Falconieri, Marco Filipponi, Maria Antonella Fusco, Luisa Clotilde Gentile, Antonio Mastrovincenzo, Maria Cristina Misiti, Gian Savino Pene Vidari, Daniele Salvi un ringraziamento particolare a Carmen Mochi Onory, Franca Persichetti Ugolini, Lo- renzo Pucci della Genga SOMMARIO Presentazione Antonio Mastrovincenzo Presidente del Consiglio Regionale delle Marche ............................ 7 Premessa Valerio Barberis ...................................................................... 9 Introduzione Roberto Regoli con Ilaria Fiumi Sermattei e Maria Rosa Di Simone ..... 11 I. Una questione aperta «Per qualche tempo tenuto all’oscuro…». Brèves remarques sur l’historiographie de la Curie et du gouvernement des États pontificaux sous le pontificat de Léon XII François Jankowiak ...................................................................... 19 Ordini, contrordini e disordini. Riforma della Curia e dello Stato Roberto Regoli ............................................................................... 29 II. Governo della Chiesa «Per sradicare la peste e i mali communi». La Congregazione del Sant’Uffizio e i suoi tribunali nell’età di Leone XII (1823-1829) Andrea Cicerchia .................................................................... 55 Una «colluvie di libri perniciosi». L’Indice durante il pontificato di Leone XII Davide Marino .............................................................................. 71 L’attività della Congregazione di Propaganda Fide durante il pontificato di Leone XII alla luce degli Acta Sacrae Congregatio- nis de Propaganda Fide e la missione nell’Indostan detta Tibetana Mario L. Grignani ......................................................................... 85 Léon XII et la Congrégation des Affaires ecclésiastiques extraor- dinaires: nouveaux horizons, nouveaux défis Anna Barańska ............................................................................. 115 La Segreteria di Stato e la «direzione suprema di tutti gli affari» durante il pontificato leonino Paolo Daniele Truscello ................................................................. 137 La Penitenzieria Apostolica al tempo di Leone XII: un dicastero per la “restaurazione” delle anime Ugo Taraborrelli ............................................................................. 153 III. Governo dello Stato Tra norma e prassi. Leone XII e la riforma dei tribunali civili camerali (1824-1828) Maria Carmela De Marino ............................................................ 179 La Commissione Turiozzi e la riforma dell’ordinamento giu- diziario civile di papa Leone XII (1823-1824) Sandro Notari ............................................................................... 189 Le riforme universitarie e scolastiche di Leone XII Maria Rosa Di Simone .................................................................. 243 «Il maggior deposito europeo in questo genere». Istanze di ri- forma della Calcografia Camerale nell’età della Restaurazione Ilaria Fiumi Sermattei ................................................................... 261 «La speciale protezione delle Belle Arti». La Commissione Con- sultiva Generale di Antichità e Belle Arti al tempo di Leone XII Lisa Cattaneo ................................................................................. 283 Le istituzioni sociali a Roma nell’età di Leone XII Edoardo Bressan ............................................................................ 329 La normativa di Annibale della Genga cardinale vicario di Roma Alessandro Dani ............................................................................. 341 Ordine pubblico e ordine morale: polizia e parroci nella capi- tale agli esordi del pontificato di Leone XII Chiara Lucrezio Monticelli ............................................................. 369 Ai margini della legalità: la condanna alle galere nello Stato pon- tificio negli anni Venti dell’Ottocento Marco Fioravanti ........................................................................... 383 «Mestiere da matti o da birbi»: miti e realtà di sette e congiure carbonare nell’epoca di Leone XII Pierangelo Gentile .......................................................................... 393 «Per giudicare della causa di Lesa Maestà e altre qualità aggra- vanti». La repressione giudiziaria del dissenso politico sotto il pontificato di Leone XII Lorenzo Scatena ............................................................................. 409 Processo Gasbarrone (1825): la fine di un brigante, la fine di un fenomeno. L’epilogo del brigantaggio nello Stato Pontificio Luca Topi ....................................................................................... 421 Indice dei nomi ............................................................................. 439 Gli Autori ...................................................................................... 453 «Mestiere da matti o da birbi»: miti e realtà di sette e congiure carbonare nell’epoca di Leone XII Pierangelo Gentile Nella stagione 1969-1970, sui grandi schermi della penisola, ve- niva proiettato il film Nell’anno del Signore di Luigi Magni, la vicenda dei carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari finiti sul patibolo del boia Mastro Titta nella Roma leonina e giubilare del 1825. Fu un record di incassi, tra i primi quindici della storia del cinema italiano. Lo stesso regista romano, tra gli autori del celebre musical Rugantino, in una conversazione con Marina Piccone del 2008 spiegava le ragio- ni dello straordinario successo. All’inizio aveva pensato di utilizzare un cast di perfetti sconosciuti; poi il produttore, Bino Cicogna, si era fatto coraggio per chiedere almeno un nome che facesse, come si dice in gergo, «noleggio»: venne dunque scritturato Nino Manfredi, amico di Magni, nel ruolo del ciabattino Cornacchia, sotto le cui vesti “po- polaresche” si nascondeva l’anima di Roma, Pasquino. Poi, presi da «megalomania», visto che «c’era un divo della commedia», si decise di fare la grande infornata di star: Ugo Tognazzi nelle vesti del cardinale “inquisitore”; Alberto Sordi, interprete del frate che tenta fino all’ul- timo di salvare l’anima ai sovversivi; la bellissima Claudia Cardinale nei panni dell’ebrea Giuditta; ed Enrico Maria Salerno nella divisa del colonnello Nardoni. Ma il più «celebre della truppa» era certamente Robert Hossein, reduce dalla fortunatissima serie francese Angelica, alla prova nel ruolo di Leonida Montanari; al suo fianco, come Targhi- ni, Renaud Verlay. Il cast stellare e le musiche di Armando Trovajoli assicurarono il successo a una pellicola che rimase ben sei mesi in pro- grammazione al Metropolitan di via del Corso, costringendo i gestori della sala, al sabato e alla domenica, a introdurre l’orario notturno da mezzanotte alle due. Poi, «la gente», uscita dal cinema, «faceva la fila a piazza del Popolo per vedere la targa in memoria di Targhini e Mon- – 393 – tanari che fino a quel momento non avevano mai notato»1 (fig. 1). Da un regista autodefinitosi “cattocomunista” quanto fiero di es- sere «il più elegante dei bolscevichi», in un tempo postsessantottino, non poteva che venir fuori un’opera “ideologica”, come riconosciuto del resto da Alberto Crespi, già critico cinematografico dell’“Unità”: da un lato c’è il potere costituito della Chiesa e del papa; dall’altro c’è l’opposizione (più morale che altro) del popolo costretto a scendere a compromessi («non cominciamo a confonne; voi fate la rivoluzione e io fo er carzolaro, ognuno se fa li affari sua» prorompe Cornacchia); in mezzo ci sta la ribellione politica, l’azione dei carbonari (mica cat- tivi, come nota Montanari: anche se «vonno cospira’ e so’ fregnoni»), del tutto slegata dalla realtà. Ineluttabilità, remissività e idealità che emergono in battute memorabili: «I nobili fanno la rivoluzione come la caccia alla volpe, perché s’annoiano, mica perché je serve», dice un carbonaro; «bisogna capirlo, non è colpa sua. Gli manca l’istruzione», osserva Montanari di Cornacchia; «e a voi ve manca er popolo» ribat- te il ciabattino. Il film trasuda la “rivoluzione mancata” di gramsciana memoria, dal Risorgimento fino al Sessantotto; una interpretazione