Dire Semplicemente Che Era Un Autore Ro- Mano, È Riduttivo. Conosceva
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ROMA RIFLESSA STORIE DI “ROMANITÀ” NEL SODALIZIO TEATALE TRA LUIGI MAGNI E GIGI PROIETTI Dire semplicemente che era un autore ro- Luigi Magni e Gigi Proietti. mano, è riduttivo. Conosceva benissimo la Due vere e proprie “anime di Roma”, riflessi speculari di un’arte, quella del storia della città, i segreti delle strade, ma teatro e del cinema, attraverso la quale non era il tipo da serenata “Roma te vojo hanno cantato – e incantato – il pubbli- bene”: era un intellettuale preoccupato dei co con i racconti di spaccati storici della città eterna. problemi della città, immerso nel suo tem- Quella di Luigi Magni era una “romani- po. tà” non vissuta nel senso spesso dispre- giativo di oggi, ma al contrario sinonimo di una profonda conoscenza della città, Gigi Proietti, parlando della “romanità” dell’a- fatta di storia, attualità, tradizioni e sug- mico Luigi Magni gestioni. Della sua Roma conosceva i segreti di ogni strada, di ogni singolo sasso pro- prio perché ne amava profondamente l’unicità. La locandina de “I sette re di Roma” (Teatro Sistina di Roma, 1989) 1 BACHECA DI CULTURA AGILE, PENSATO PER VOI La penna dei suoi racconti, da uomo coltissimo qual era, scriveva di cose se- rie sempre col sorriso e soprattutto con pungente ironia. Magni aveva una gran- de lucidità di giudizio, anche politico, e aveva fatto proprio della sua ironia, at- traverso un linguaggio solo apparente- mente popolare, il filtro di scrittura con- tro il potere. Ogni sua opera, per sua stessa ammissio- ne, rispecchiava qualcosa di lui stesso, con linee espressive che ondeggiavano tra tragedia e commedia, tra farsa e me- lodramma, tutto in perfetta armonia con quello che è il vero spirito della “roma- nità”. Il sodalizio artistico con Gigi Proietti nasce nel 1973, in occasione di “Tosca”. Racconta a tal proposito l’attore: “lo co- noscevo solo di nome, avevo 33 anni e dovevo girare “La Tosca” con Monica Vitti, Gassman, Aldo Fabrizi. Che cast, mi aspettavo un uomo imponente, non so perché, e mi viene incontro questo si- gnore minuto, dai modi gentili. Era ne- Luigi Magni negli anni ‘70, in un mercato di Roma mico della retorica e molto simpatico. Con uno sguardo fulminante”. I due lavorarono insieme sia al cinema (1978) e “I sette re di Roma” (1989). In che a teatro: oltre a “La Tosca”, ricor- televisione, diretto da Luca Manfredi, diamo “La commedia di Gaetanaccio” aveva poi interpretato il remake di “In Gigi Proietti e Luisa De Santis in “La Commedia di Gaetanaccio”, Teatro Brancaccio di Roma 1978 (proprietà intellettuale dell’immagine www.paneacquaculture.net) 2 BACHECA DI CULTURA AGILE, PENSATO PER VOI nome del Papa re”, successo di Magni di gli è stato conferito il David di Donatello per la cui era stato protagonista Nino Manfre- sceneggiatura, nel 1978 per “In nome del Papa di. re” (1977) e nel 1995 per “Nemici d’infanzia”, La “Commedia di Gaetanaccio” raccon- tratto da un suo racconto del 1990 e scritto in ta l’amore per Nina e la vita dell’omoni- collaborazione con Carla Vistarini. mo personaggio, burattinaio di inizi ‘800 Abbandonati gli studi umanistici, si dedicò alla realmente esistito, che cerca di soprav- scrittura per il teatro collaborando alle fortuna- vivere, come tutta la comunità dei tea- te commedie musicali di Garinei e Giovannini tranti, all’editto papale che proibiva gli “Rugantino”, 1962, “Il giorno della tartaruga”, spettacoli teatrali. 1964, e “Ciao, Rudy”, 1966, e per il cinema, Gaetanaccio continua ad andare in scena come autore di un nutrito numero di soggetti e come artista di strada e per questo ver- sceneggiature per i film di Camillo Mastrocin- rà incarcerato. Ma proprio la strada, sa que, Pasquale Festa Campanile, Alberto Lattua- bene il nostro protagonista, “va in pari da, Nino Manfredi e di altri registi. Esordì nella con la vita dell’artista, sa bene che la rap- regia nel 1968, con “Faustina”, film ambienta- presentazione è menzognera per chi non to ai margini della Roma contemporanea, ma ne conosce l’intenzione, ma è verità per raggiunse un notevole successo l’anno seguente chi sa farne incanto e ribellione”. con “Nell’anno del Signore…”, appassionata Alla fine degli anni ’80 invece, il soda- rievocazione di un episodio del Risorgimento. lizio teatrale tra i due artisti ritorna con Oltre alle sapide incursioni nella Roma antica, una commedia musicale diversa, scritta con “Scipione detto anche l’Africano” (1971) e da Magni e curata da Garinei e Giovan- “Secondo Ponzio Pilato” (1987), Magni è tor- nini, con le musiche brillanti di Nicola nato ciclicamente a raccontare le vicende del- Piovani: “I sette re di Roma”. la città papalina con opere quali “In nome del Un viaggio, tra storia e leggenda, non Papa re”, “In nome del popolo sovrano” (1990) nella Roma papalina, ma in quella delle e “La carbonara (2000)”. Nel corso degli anni origini, sempre con la stessa ironia. è rimasto fedele anche al teatro, firmando i te- Uno spettacolo reso indimenticabile dal- sti e la regia di “La commedia di Gaetanaccio la voce unica e dal trasformismo origi- (1978)” e “La santa sulla scopa” (1986), “I sette nale e sempre divertentissimo di Gigi re di Roma” (1989). Dal 1982 ha iniziato a lavo- Proietti. rare per la televisione, dirigendo tra l’altro “Sta- (A.P.) te buoni se potete” (1983), colorito ritratto di San Filippo Neri da cui è stato successivamente tratto l’omonimo film per le sale, e “Garibaldi LUIGI MAGNI fu regista cinematografico e tea- il generale” (1987), in cui ancora una volta ha trale, sceneggiatore e soggettista, nato a Roma il ripercorso il paesaggio storico del Risorgimen- 21 marzo 1928. Affascinato dalle consuetudini to italiano. In uno dei suoi ultimi film, “Nemici e dagli umori antichi della sua città, Magni ha d’infanzia”, ha rievocato la Roma dell’occupa- ricavato spunti spettacolari da tale denso sce- zione nazista e della guerra civile, attraverso gli nario storico e, con robusto istinto drammatur- occhi di un bambino e la storia di un’amicizia. gico, ha saputo trasformarli in agili copioni per (la biografia è tratta da www.treccani.it) il cinema e per il teatro musicale. Per due volte “Pensato per voi”, approfondimenti online sul teatro di Luigi Magni e Gigi Proietti (link attivi) Luigi Magni “I sette re di Roma” – con Gigi Proietti (Teatro Sistina di Roma, 1989) Gigi Proietti e Daria Nicolodi cantano “Il tango della morte” (da Gaetanaccio di L. Magni, 1978) 3.