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Spett.le DR. MODIANO & ASSOCIATI S.P.A. Ministero dello Sviluppo Economico VIA MERAVIGLI 16 Direzione generale per la lotta alla contraffazione 20123 MILANO Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Via Molise, 19 - 00187 Roma A: CENTRO AUTOMOTIVE SRLS

VIA PIAVE 110 - 04100 LATINA

Roma, il 22/07/2019

Oggetto: Opposizione 652017000133780 - richiesta deduzioni e eventuale prova d'uso

Con riferimento all’atto di opposizione in oggetto, si fa presente quanto segue.

Questa Divisione, con nota del 28/03/2018, ha trasmesso l’atto di opposizione informando che le parti avrebbero avuto la facoltà di raggiungere l’accordo di conciliazione entro due mesi dal ricevimento della citata comunicazione.

Essendo scaduto detto termine senza che le parti abbiano raggiunto l'accordo, l’opponente ha inviato, ai sensi dell’art. 176, c. 4 CPI, le osservazioni a sostegno dell’opposizione in oggetto, che si trasmettono in allegato.

Premesso quanto sopra, si fa presente che il richiedente il marchio opposto, entro il termine di sessanta giorni dalla data di ricevimento della presente comunicazione, potrà inviare per iscritto alla scrivente Divisione, ai sensi dell'art. 178, comma 2 CPI, le proprie deduzioni ed, ai sensi dell’art.178, comma 5 CPI, per i soli marchi registrati da almeno 5 anni, l’eventuale istanza per ottenere la prova dell’uso effettivo del marchio da parte dell'opponente.

Il Dirigente della Divisione Giulia Ponticelli

Via Molis e 19 - 00187 Rom a Pag ina 1 d i 1 tel. +39 06 4705 5800 - e-m ail contactcenteruibm @m is e.gov.it - www.m is e.gov.it MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione Direzione generale per la lotta alla contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Divisione II - Affari Giuridici e Normativi Via Molise 19 - 00187 Roma

Opposizione n.: 2090/2017 depositata il 22.11.2017 Opponente: AG Rappresentante dell'Opponente: Dr. Modiano & Associati S.p.A. Marchio dell'Opponente: Marchio dell'Unione Europea n. 010901114 "Figura di maggiolino" (figurativo)

Richiedente: CENTRO AUTOMOTIVE SRLS Rappresentante del Richiedente: - Marchio opposto

Domanda di marchio italiano n. 302016000031962

MEMORIA ARGOMENTATIVA MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

in favore dell'Opponente sui motivi di opposizione - ex art. 176, comma 4, lett. b) c.p.i. -

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IN FATTO

1. - Volkswagen AG (di seguito anche "Opponente " o "Volkswagen ") non necessita certamente di presentazioni, essendo una tra le più note case automobilistiche al mondo e la maggiore in Europa. Vocabolo che in tedesco significa letteralmente vettura del popolo , essa nacque sotto la dittatura nazionalsocialista di Adolf Hitler, nel 1937, per suo volere. Negli anni trenta, infatti, Hitler voleva far realizzare un'automobile che potesse essere in grado di motorizzare il popolo tedesco di classe meno abbiente. L'incarico di realizzarne il progetto venne affidato all'ingegnere Ferdinand , col diktat di creare un'auto compatta, economica, semplice e robusta, facile da costruire in grande serie ed economicamente accessibile. Da sempre produttrice di modelli di autovetture di grande successo a partire dal celebre Maggiolino, fino ai più recenti Touareg, Touran e Tiguan, passando per i celeberrimi Passat, Polo e Golf.

2.- La Volkswagen Typ 1, meglio conosciuta in Italia come Maggiolino , se in versione Typ 1/113 M15, o Maggiolone , se in versione Typ 1/1302 e 1303 (Käfer in tedesco, detta anche Coccinelle in Francia, Escarabajo in Spagna, Beetle o Bug in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, Fusca in Brasile e Vocho in Messico), è un'automobile compatta prodotta dalla Volkswagen dal 1938. A dire il vero, la storia del Maggiolino inizia nel 1934 quando Adolf Hitler annuncia al Salone di Berlino che l'auto non dovrà più essere privilegio esclusivo della classe benestante. Il nome scelto per il futuro Maggiolino era KDF Wagen (Kraft Durch Freude Wagen), ovvero "Auto della forza attraverso la gioia"! MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Il Maggiolino ha avuto quindi una riedizione in chiave moderna chiamata New Beetle , che fece il suo debutto nel 1998 negli Stati Uniti. Il Maggiolino è sicuramente l'automobile tedesca più conosciuta al mondo, simbolo della rinascita industriale tedesca nel secondo dopoguerra, nonché il primo modello Volkswagen in assoluto. Il successo del Maggiolino fu letteralmente immenso (vedi in https://it.wikipedia.org/wiki/Volkswagen_Maggiolino - All.1 - e in www.maggiolinoweb.it/storia.html - All.2 ).

Detiene attualmente il record di auto più longeva del mondo , essendo stata prodotta ininterrottamente per sessantacinque anni. Inoltre, ha detenuto a lungo il primato di auto più venduta al mondo, con 21.529.464 esemplari, e attualmente è la quarta auto al mondo per numero di esemplari prodotti, dopo Corolla, Ford F-150 e .

Nel 1999 è stata nominata tra le cinque automobili più influenti del XX secolo.

Il Maggiolino entra nella cultura di massa. Compare in svariate apparizioni cinematografiche, la più famosa delle quali è l'auto , apparsa nel film della Disney Un maggiolino tutto matto («»), Herbie il Maggiolino sempre più matto («»), Herbie al rally di Montecarlo («Herbie Goes to Monte Carlo»), Herbie sbarca in Messico («») ed Herbie - Il super Maggiolino («Herbie: Fully Loaded»). È protagonista anche nei film della serie MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK di Dudù il maggiolino a tutto gas . Inoltre fa la sua comparsa anche in varie pellicole, tra cui I due Maggiolini più matti del mondo , Ardenne '44, un inferno («Castle Keep») e Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà («On Her Majesty's Secret Service»). Un Maggiolino cabriolet bianco è anche l'auto di Veronica Pivetti nella serie Provaci ancora prof! .

Dylan Dog, il noto personaggio dei fumetti, guida un Maggiolino cabriolet bianco targato DYD666 ricevuto come pagamento del suo primo caso, come si legge nel numero 200 della serie.

Il Maggiolino è inoltre appartenuto a personaggi famosi di vario genere, tra cui Paul Newman, che possedeva un Maggiolino cabriolet elaborato, con motore V8 disposto in posizione posteriore- centrale, e Muhammar Gheddafi, che possedeva un Maggiolino azzurro, a lungo esposto in un museo di Tripoli.

3.- Da quanto sopra, è pertanto indubbia la notorietà del Maggiolino con particolare riguardo proprio alla sua particolare forma estetica riconoscibile ovunque e da chiunque.

E' quindi evidente l'interesse dell'Opponente ad evitare qualsiasi diluizione della forza attrattiva ed evocativa del Maggiolino e del corrispondente marchio registrato.

4. - Per quanto qui rileva, l'Opponente è titolare del marchio dell'Unione Europea n. 010901114 (figurativo), depositato il 07.05.2012 e registrato 27.09.2012, per prodotti e servizi in varie classi tra cui, in particolare:

• 12 Veicoli di locomozione terrestre, per via aerea, sull'acqua o su rotaia e relative parti, compresi nella classe 12, veicoli terrestri a motore, motori e sistemi di trasmissione (per veicoli terrestri), unità d'alimentazione per veicoli terrestri, frizioni per veicoli terrestri, telai per veicoli terrestri; Carrozzerie di veicoli terrestri, Pneumatici, Camere d'aria per pneumatici, Dispositivi antisdrucciolevoli per pneumatici di veicoli, Scatole per la riparazione di camere d' aria, Gomme da riparazione autoadesive per la riparazione di camere d'aria, Cerchioni di ruote per veicoli, Chiodi per pneumatici, Catene antisdrucciolo, Catene da neve, Corone di ruote di veicoli, Pneumatici solidi per ruote di veicoli; Ruote per veicoli, Mozzi per ruote di automobile, Ammortizzatori di sospensione per veicoli, Molle ammortizzatrici per veicoli, Appoggiatesta per sedili di veicoli, Sedili per veicoli, Specchietti retrovisori, Strumenti antifurto per veicoli, Apparecchiature antifurto per veicoli, Accendisigari per automobili, Autovetture, Automobili, Locomotive, Autobus, Camion, Roulotte, Rimorchi e semirimorchi per veicoli, Attacchi di rimorchi per veicoli, Trattori, Motocicli, Biciclette, Veicoli a due ruote, Ciclomotori, Scooter [veicoli], Poltrone- ascensore, Funivie, Trasportatori aerei, Sedie a rotelle, Carrelli, Carrelli per la spesa, MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Vetture per bagagli, Omnibus, Aerei, Idrovolanti, Aeronavi; Imbarcazioni, Traghetti [battelli], Navi, Yacht. • 37 Conversione, Riparazione, Servizi di manutenzione, Smontaggio, Manutenzione, Cura, Depurazione e Verniciatura di veicoli, Motori e relative parti, Montaggio di mezzi di trasporto,Motori e relative parti per conto terzi, Assistenza in caso di guasto di veicoli [riparazione],Esecuzione personalizzata di modifiche a carrozzeria, telai e motori di autoveicoli (modifica personalizzata), Tutti i suddetti servizi compresi nella classe 37. • 39 Trasporto, Imballaggio e deposito di merci, Organizzazione di viaggi, Rimorchio, Servizi di tassì, Trasporto in automobile, Logistica di trasporto, Servizi di noleggio di veicoli, In particolare automobili, Trasporto di passeggeri, In particolare con autobus, Mediazione nel carico, Consegna di pacchi e merci, Servizi di informazioni sul traffico, Guida di parchi autoveicoli mediante apparecchi di navigazione e di localizzazione.

5. - In data 20.02.2017, nonostante i diritti anteriori dell'Opponente, il Centro Automotive SRLS (di seguito, "Richiedente "), in assenza di alcuna autorizzazione da parte di Volkswagen, depositava la domanda di marchio italiano n. 302016000031962, con riferimento ai seguenti prodotti e servizi, nelle classi:

• 12 automobili, autovetture, motor , ciclomotori. • 37 manutenzione e riparazione automobili. • 39 noleggio automobili.

6. - La domanda di marchio del Richiedente veniva pubblicata nel Bollettino n. 72 del 31.08.2017. In data 22.11.2017, Volkswagen, rappresentata dallo scrivente Mandatario, in forza del proprio marchio dell'Unione Europea sopra citato, presentava opposizione contro la domanda di marchio del Richiedente, con riferimento a tutti i prodotti e servizi da questa rivendicati nelle classi 12, 37 e 39.

7. - In data 28.03.2018, l'Ufficio, verificata la ricevibilità e l'ammissibilità dell'opposizione in oggetto, trasmetteva alla Richiedente e all'Opponente la prima comunicazione alle parti ai sensi dell'art. 178, comma 1, c.p.i., al fine della prosecuzione della procedura.

8. - Non essendo intervenuto alcun accordo conciliativo tra le parti, la procedura di opposizione ora prosegue.

IN DIRITTO a) Il fondamento dell'opposizione MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

9. - Ai sensi dell'art. 176, comma 5, c.p.i. "Con l'opposizione possono farsi valere gli impedimenti alla registrazione del marchio previsti dall'articolo 12, comma 1, lettere c) e d), per tutti o per una parte dei prodotti o servizi per i quali è stata chiesta la registrazione, e la mancanza del consenso alla registrazione da parte degli aventi diritto di cui all'articolo 8 ".

10. - L'Opponente basa pertanto la presente opposizione sull'articolo 12, comma 1, lettera d) c.p.i..

b) Il motivo di opposizione

11. - Secondo l'art. 12, comma 1, lett. d) c.p.i.: "Non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d'impresa i segni che alla data del deposito della domanda: (omissis) d) siano identici o simili ad un marchio già da altri registrato nello Stato o con efficacia nello Stato, in seguito a domanda depositata in data anteriore o avente effetto da data anteriore in forza di un diritto di priorità o di una valida rivendicazione di preesistenza per prodotti o servizi identici o affini, se a causa dell'identità o somiglianza fra i segni e dell'identità o affinità fra i prodotti o i servizi possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni ". Ai sensi della norma appena citata, non sono dunque registrabili i segni che, alla data del deposito della domanda, siano identici o simili ad un marchio già da altri registrato per prodotti o servizi identici o affini se, a causa dell'identità o somiglianza tra i segni e dell'identità o affinità tra i prodotti o servizi, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico che può consistere anche in un rischio di associazione tra i segni.

12. - La valutazione sulla registrabilità o meno del marchio successivo, ai sensi della norma citata, si fonda dunque sull'esame: i) dell’ identità o somiglianza dei segni , ii) dell’ identità o affinità dei prodotti o servizi rivendicati dai rispettivi marchi, iii) del c.d. rischio di confusione e/o associazione per il pubblico sull’origine imprenditoriale dei prodotti, causato dalla identità o somiglianza dei segni e dalla identità o affinità dei prodotti o dei servizi. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

13.- La difesa dell'Opponente passerà quindi ad esaminare i requisiti appena menzionati per dimostrare la non registrabilità della domanda di marchio opposta, in ragione del marchio a fondamento dell'opposizione.

b) segue i): sulla somiglianza tra i segni: analisi degli aspetti fonetici, visivi e concettuali ia) Premesse

14. - Secondo consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria, occorre valutare la somiglianza tra segni sotto tre aspetti:

*visuale* o grafica, *fonetica* o auditiva, *concettuale* o logica 1 .

Nel determinare la presenza del rischio confusorio, la comparazione dei segni in conflitto deve inoltre basarsi sull'impressione generale data dai marchi, tenendo conto dei loro elementi *distintivi* e *dominanti* 2. Vale a dire di quelle componenti che, da sole, sono tali da dominare l'immagine di tale marchio che il pubblico pertinente conserva in memoria 3. ib) Aspetto visivo

14. - La domanda di marchio del Richiedente è un marchio figurativo che si compone del disegno di un autovettura stilizzata, definita "d'epoca" dalla controparte, con sul lato scritto in corsivo "Auto 2.0". Il disegno è posto all'interno di un ovale. La domanda di marchio del Richiedente rivendica i colori rosso grigio e nero.

1 Corte di Giustizia CE, 11.11.1997, caso C-251/95 , SABEL BV / AG, Rudolf Dassler Sport , paragrafo 23, Corte di Giustizia CE, 22.06.1999, caso C-342/97, Lloyd Schuhfabrik Meyer & Co. Gmbh / Klijsen Handel B.V., paragrafo 27.

2 Corte di Giustizia CE, 11.11.1997, caso C-251/95 , SABEL BV /Puma AG, paragrafi. 23.

3 Decisione UIBM n. 1 del 28.01.2013 sull'opposizione n. 123/2011, C.F. Porsche/Pratesi , 28.01.2013. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Il marchio dell'Opponente è anch'esso un marchio figurativo rappresentato dall'autovettura notoriamente denominata e conosciuta come il "MAGGIOLINO" di Volkswagen.

Domanda di marchio Marchio dell'Opponente del Richiedente

Come si può facilmente evincere dalla comparazione del figurativo oggetto della domanda di marchio del Richiedente con quello del marchio dell'Opponente, l'autovettura rappresentata dalla domanda di marchio opposta presenta la medesima forma tondeggiante e areodinamica a uovo, le stesse linee e caratteristiche connotanti il celebre Maggiolino, come i parafanghi curvi e il parabrezza piatto.

15. - Per giurisprudenza costante, il giudizio di confondibilità dipende dalla valutazione globale di vari fattori tra loro interdipendenti, quali: la somiglianza tra segni, il carattere distintivo intrinseco del marchio antecedente, gli elementi distintivi e dominanti nei segni in comparazione e, non ultima, l’analisi delle scelte di consumo del pubblico rilevante.

In particolare, occorre tener conto che un tenue grado di somiglianza tra i prodotti o servizi individuati può essere compensato da un elevato grado di somiglianza tra i marchi, e viceversa. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Inoltre, il rischio di confusione è tanto più elevato quanto più rilevante è il carattere distintivo del segno anteriore: in effetti, i marchi dotati di un elevato carattere distintivo, o intrinsecamente o a motivo della loro notorietà sul mercato, godono di una tutela più ampia rispetto ai marchi il cui carattere distintivo è inferiore.

Occorre altresì tener conto del fatto che il consumatore medio solo raramente ha la possibilità di procedere ad un confronto diretto dei vari marchi, ma deve fare affidamento sull'immagine non perfetta che ha mantenuto nella memoria e che il suo livello di attenzione può variare in funzione della categoria di prodotti o di servizi di cui trattasi (v., ad es. Trib. Milano, Sez. Spec. propr. industr. ed intell., 11103/2013).

La confondibilità fra marchi deve per ciò apprezzarsi ponendosi dall'angolo di osservazione del consumatore medio e, considerando le normali modalità del suo approccio al tipo di prodotto cui si riferiscono, determina la nullità del marchio successivamente registrato, per identità o somiglianza con il marchio anteriore e, correlativamente, la responsabilità per contraffazione di colui il quale si avvalga di tale segno coincidente o similare.

La somiglianza dei marchi, quindi, idonea a determinare il rischio di confusione tra i due segni, anche in virtù dell'identità del settore merceologico, ed il rischio di associazione consistente nella convinzione ingenerata nel pubblico, indipendentemente da ogni confusione tra prodotti, in ordine all'origine degli stessi, determina la possibilità di trarre, senza giusto motivo, indebitamente vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del segno anteriore, con pregiudizio per lo stesso.

Nel caso di specie, è evidente come il rischio di confusione è tanto più elevato quanto più rilevante è il carattere distintivo del marchio anteriore, costituito dalla famosa autovettura "Maggiolino", a motivo in particolare della indiscutibile elevata notorietà che esso gode non solo nel settore di riferimento e nei settori nei quali lo stesso è stato depositato come marchio, ma anche in ambiti trasversali rappresentando il simbolo del dopoguerra e della rinascita dell'economia tedesca. Nel marchio del Richiedente è ripresa integralmente ed identicamente la figura del "Maggiolino", riconducibile per la notorietà della sua forma alla casa automobilistica tedesca, che ne costituisce, a ragione della sua rinomanza, il cuore distintivo. La dicitura "Auto 2.0 " presente sul lato della MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK macchina non è d'altro canto in grado di togliere l'attenzione del consumatore sulla parte figurativa che domina il segno.

16. - Il marchio anteriore dell'Opponente è dunque interamente ripreso dalla domanda di marchio del Richiedente.

17. -Atale scopo, va ricordato che la somiglianza va valutata sull’impressione complessiva prodotta dai marchi in conflitto, in considerazione, in particolare, dei loro elementi distintivi e dominanti. Nel caso di specie, è dunque evidente che la domanda del marchio del Richiedente è costituita dalla figura del "Maggiolino", indubbiamente riconoscibile dal consumatore medio come la nota macchina di Volkswagen, simbolo di un'era. ic). Aspetto fonetico

18. - Sotto il profilo fonetico, la domanda di marchio del Richiedente presenta la dicitura "Auto 2.0" apposta sul lato dell'autovettura, mentre il marchio dell'Opponente è composto unicamente dall'elemento figurativo del "Maggiolino". Tuttavia, ancorché in materia di giudizio di confondibilità tra le componenti denominative di un marchio la giurisprudenza afferma solitamente la preminenza dell'elemento fonetico sull'elemento grafico, nel caso di specie, l'assoluta e chiara identità sul piano grafico è in grado di predominare sulla differenza a livello fonetico. id). Aspetto concettuale

19. - Sul piano concettuale, la figura del Maggiolino viene utilizzata dal Richiedente proprio per suggerire al pubblico l'attività di acquisto e vendita di autovetture prestata dal titolare della domanda di marchio opposta. ie). Conclusioni MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

20. - Concludendo si evidenzia tra i marchi in conflitto una palese identità, in particolare, sotto il profilo visivo e concettuale.

b) segue ii) : sull'identità o affinità tra prodotti e servizi ii a). Premesse

21. - Secondo l'orientamento costante della giurisprudenza della Corte di Giustizia, un ruolo determinante nella valutazione globale del rischio di confusione è svolto dalla percezione dei marchi da parte del consumatore medio in relazione ai prodotti o servizi di cui si tratta (Corte di Giustizia, 11.11.1997, in causa C-251/95 , SABEL BV / Puma AG, Rudolf Dassler Sport , paragrafo 23). In particolare, per valutare la somiglianza tra i prodotti o i servizi rivendicati dai marchi a confronto, si deve tener conto di tutti i fattori pertinenti che caratterizzano il rapporto tra i prodotti o i servizi. Questi fattori includono, in particolare, la loro natura, la loro destinazione, il loro impiego, nonché la loro concorrenzialità o complementarietà (Corte di Giustizia, 29 settembre 1998 in causa C-39/97 Canon Kabushiki Kaisha / Metro-Goldwyn-Mayer Inc. , paragrafo 23). Tra gli ulteriori fattori vi sono la finalità d'uso dei prodotti e dei servizi, il fatto che possano presumersi fabbricati, commercializzati o forniti dalla stessa impresa o da imprese tra loro economicamente collegate, nonché i loro canali di distribuzione e i punti vendita. ii b). Confronto tra prodotti e servizi

22. - La presente opposizione si base sui prodotti e servizi protetti complessivamente dal marchio anteriore dell'Opponente n. 010901114 nelle classi 12 , 14, 16, 25, 28, 35, 37 , 39 e 41 (di cui le preponderanti sono le classi 12, 37 e 39) ed è diretta contro tutti i prodotti e i servizi rivendicati dalla domanda di marchio oggetto di opposizione nelle classi 12 , 37 e 39 . E' evidente quindi che vi è perfetta identità e dunque sovrapposizione per le classi 12, 37 e 39, anche con riguardo ai prodotti e servizi rispettivamente identicamente rivendicati. ic). Conclusioni MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

23. - Vi è dunque totale identità, tra le classi 12, 37 e 39 protetti dal marchio anteriore dell'Opponente e dalla domanda di marchio opposta e, volendo, sostanziale affinità tra i prodotti e i servizi rivendicati nelle restanti classi del marchio anteriore e i servizi coperti nelle classi della domanda di marchio opposta. A questo proposito, vale la pena ricordare che l'identità o forte affinità dei prodotti recanti i marchi in conflitto assume una rilevanza tutt'altro che trascurabile nel contesto della valutazione complessiva del rischio di confusione. E ciò in quanto, in presenza di una imitazione di marchio che ha ad oggetto prodotti/servizi a loro volta merceologicamente identici o molto simili, la costante giurisprudenza sostiene che l'imitazione può essere ritenuta esistente con maggiore facilità, anche in presenza di imitazioni non pedisseque ed integrali del segno registrato anteriore (Corte di Giustizia CE, 29 settembre 1998, caso C-39/97, in GADI , 4038/2, secondo cui: "Il rischio di confusione di cui all'art. 4.1.b) della direttiva deve essere valutato globalmente, tenendo in considerazione tutti i fattori pertinenti nel caso di specie, attraverso una valutazione che implica una certa interdipendenza tra i fattori che entrano in considerazione, ed in particolare la somiglianza dei marchi e quella dei prodotti o dei servizi designati, cosicché un tenue grado di somiglianza tra i prodotti o servizi designati può essere compensato da un elevato grado di somiglianza tra i marchi o viceversa " (sott. aggiunta, nello stesso senso, tra le altre, anche Corte di Giustizia CE, 22 giugno 1999, in causa C-342/97 in GADI , 404572, Trib. Napoli, 13 maggio 1996 (ord.), in GADI 3487/3; App. Bologna, 18 febbraio 1999, in GADI, 3906/4).

24. Concludendo, nel caso in esame ci si trova di fronte a segni già pressoché identici (come si è visto, sotto gli aspetti rilevanti: visivo e concettuale, in particolar modo), depositati (oltre ad essere usati) per prodotti e servizi identici (e anche sostanzialmente affini), permettendo così davvero di sgombrare il campo da ogni eventuale residuo dubbio sulla sussistenza della confondibilità.

b) segue iii ) sul c.d. rischio di confusione e/o associazione per il pubblico iii a). Premessa MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

25. - Secondo la giurisprudenza comunitaria (Corte di Giustizia, 11 novembre 1997, in causa C- 251/95, SABEL BV / Puma AG, Rudolf Dassler Sport , paragrafi 16-18; Corte di Giustizia, 29 settembre 1998, in causa C-39/97 Canon Kabushiki Kaisha / Metro-Goldwyn-Mayer Inc., paragrafo 29) e nazionale (si richiama in particolare la decisione di questo ufficio n. 2/2012 sull'Opposizione n. 196/2011 AMALFI / ACQUA DI AMALFI ), vi è rischio di confusione e/o associazione quando il pubblico di riferimento possa ritenere che i prodotti o i servizi che recano i marchi a confronto provengano dalla stessa impresa o eventualmente da imprese economicamente collegate . Il rischio confusorio deve essere valutato globalmente, tenendo in considerazione tutti i fattori rilevanti con riferimento alle circostanze del caso (Opposizione UIBM n. 264/2011, punti 15, 16, 34 e Opposizione UIBM 377/2011, punti 5 e 6; Tribunale Milano 03/02/2003, GADI 2004, 4657; Trib. Roma, 31/03/2003, GADI 2003, 4560; Trib. Milano, 11/07/2006, GADI 2007, 5096; Corte di Giustizia, 11.11.1997, in causa C-251/95 , SABEL BV /Puma AG, Rudolf Dassler Sport ).

Ancora, la valutazione globale deve fondarsi sull'impressione complessiva prodotta dai marchi, in considerazione, in particolare, dei loro elementi distintivi e dominanti. Ai fini del giudizio di confondibilità è infatti necessario e sufficiente che l'imitazione cada sugli elementi che adempiono una specifica funzione individualizzante , indipendentemente dalla presenza di secondari elementi di differenziazione. Nel valutare il rischio confusorio con riguardo alla comparazione tra i segni, la giurisprudenza 4 ha precisato che il consumatore medio percepisce normalmente il marchio come un tutt'uno e non effettua un esame dei suoi singoli elementi, e che nell'effettuare l'analisi di somiglianza tra i marchi si deve tenere in conto che le similitudini hanno maggiore importanza delle differenze . Inoltre, le differenze fra due marchi che rilevano nel giudizio di confondibilità, sono solo quelle che appaiono all'osservatore con immediatezza e non a seguito di un'attività di riflessione 5. Infine, la giurisprudenza italiana è unanime nel ritenere che il giudizio di confondibilità debba tener conto della capacità di riconoscere i segni dei consumatori, che al momento dell'acquisto hanno dinnanzi solo uno dei marchi e conservano dell'altro un ricordo 6. 4 Cass. 06/4405 e 05/21086; Trib. Piacenza 05.04.2004, in GADI 04,1013; App. Milano 09.01.2004 ivi , 04,692; Trib. Roma, 09.10.1972, ivi , 72, 1326.

5 Trib. Genova, 21.05.1974, GADI, 74, 692.

6 Tra tutte Cass. 10/1906; Cass. 06/4405; 05/21086; Trib. Roma 18.08.2009; Trib. Bologna 23.07.2008, GADI 09, 463; Trib. Torino 7.03.2005; App. Milano 9.01.2004; Trib. Milano,3.02.2003, Marchetti Ubertazzi "Commentario Breve alle Leggi su Proprietà Intellettuale e Concorrenza " CEDAM, 2012, p.154. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Secondo la giurisprudenza comunitaria, il consumatore tipo è un soggetto normalmente informato e ragionevolmente attento e avveduto (Corte di Giustizia, 16 luglio 1998, in causa C-210/96) e deve essere valutato in relazione alla categoria di prodotti di cui trattasi. Nel caso in esame, è possibile ritenere che il pubblico di riferimento sia individuato alla stregua del consumatore tipo, come rappresentato dalla giurisprudenza comunitaria. L'adozione da parte del Richiedente della figura del "Maggiolino" all'interno della propria domanda di marchio, può certamente far richiamare pertanto nel consumatore appunto il noto "Maggiolino" di Volkswagen, nel senso di ritenere che sussistano rapporti economici tra il titolare del marchio anteriore ed il Richiedente. iii b). Carattere distintivo del marchio anteriore

26. - Il carattere distintivo del marchio anteriore costituisce un fattore di cui tenere conto in sede di valutazione globale del rischio di confusione. La valutazione va in primo luogo condotta sul carattere distintivo intrinseco del segno anteriore, intesa come capacità di questo di identificare i prodotti o servizi per i quali è chiesta la registrazione come provenienti da una impresa determinata, distinguendoli da quelli di altre imprese. Ruolo preminente in tale valutazione è la percezione del pubblico interessato. In tale valutazione, occorre prendere in considerazione tutti gli elementi pertinenti e in particolare le qualità intrinseche del marchio, ivi compreso il fatto che esso sia o meno privo di qualsiasi elemento descrittivo dei prodotti o servizi per i quali è stato registrato 7.

27. - Risulta di tutta evidenza che la distintività intrinseca ed estrinseca della figura di autovettura denominata "Maggiolino" deriva dalla sua indiscussa riconducibilità alla Volkswagen e indiscussa riconoscibilità come icona di un'epoca (cfr. All. 1 e 2). La particolare distintività del marchio dell'Opponente è quindi data dalla figura della macchina chiamata "Maggiolino" rinomata, riconoscibile dal consumatore tipo, e quindi associabile all'azienda tedesca. iii c) Conclusioni

7 Decisione UIBM opposizione n. 123/2011, C.F. Porsche/Pratesi Adriano, dell'28.01.2013; sentenza C 342/97, Lloyd , cit. paragrafo. 28. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

28. - Il consumatore che, conoscendo il marchio anteriore dell'Opponente, dovesse imbattersi nel marchio depositato dal Richiedente per prodotti e servizi identici o quantomeno affini ai prodotti e servizi offerti da Volkswagen con il proprio marchio figurativo, a causa dell'alto grado di somiglianza tra i segni sotto il profilo visivo, fonetico e concettuale, ben potrà confonderli o quanto meno ritenere che vi sia un qualche collegamento commerciale tra i rispettivi produttori/fornitori. Essendo infatti così abituato ad associare il notissimo "Maggiolino" a Volkswagen, il pubblico quasi certamente incorrerà quanto meno nel rischio di confusione circa l'esistenza di rapporti contrattuali o di gruppo tra Volkswagen e il Richiedente, e quindi circa un coinvolgimento del titolare e un suo consenso all'uso del marchio anche in situazioni in cui è chiaro al pubblico che i prodotti o servizi provengono da due imprese diverse. (cfr. Vanzetti- Di Cataldo, Manuale di Diritto Industriale, pagg. 246-247) A ciò va aggiunto che, al momento dell’acquisto, come già precedentemente ricordato, il consumatore non ha contemporaneamente sottocchio entrambi i marchi in conflitto, ma solo uno di essi: perciò il confronto deve essere effettuato non tra due segni che si suppongono entrambi presenti, ma tra un segno e il ricordo (normalmente non perfetto) dell'altro marchio che il consumatore ha serbato nella memoria 8.

CONCLUSIONI

30. - A fronte della identità della figura del "Maggiolino" presente in entrambi i marchi, e dell'identità (o quantomeno affinità) tra i prodotti e servizi rivendicati dalla domanda del Richiedente e i prodotti e i servizi protetti dal marchio anteriore, anche in virtù della indiscutibile forza attrattiva del suo elemento figurativo, esiste un forte rischio di confusione e/o di associazione sia per il pubblico di riferimento sia per il consumatore comune, anche a fronte della indiscussa e generalizzata notorietà del marchio anteriore rappresentato dall'autovettura nota come "Maggiolino".

***

Alla luce di quanto sopra esposto :

8 Corte di Giust. CE, 22.06.1999, causa C-342-97, in Giur. Ann. Dir. Ind. 4045/5. MODIANO & PARTNERS ns. rif: T295806/KM/KK

Considerati i presupposti ex art. 12, lett. d). c.p.i.; l'Opponente Volkswagen AG CHIEDE a codesto Ufficio di: a) emettere una decisione interamente favorevole all’Opponente; b) disporre, per l'effetto, il rigetto integrale della domanda di marchio italiano n. 302016000031962; c) con rimborso dei costi relativi al diritto di opposizione, nonché delle spese di rappresentanza professionale nel procedimento, ai sensi dell'art. 56 comma 4. DM 13 gennaio 2010, n. 33, Regolamento di attuazione del c.p.i. Con ogni più ampia riserva di produrre, dedurre e documentare.

Con osservanza,

Gabriella Diana Modiano Mandatario Italiano Abilitato N.632M

25 luglio 2018

Elenco documenti:

All.1- estratto wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Volkswagen_Maggiolino All.2- estratto - http://www.maggiolinoweb.it/storia Volkswagen Maggiolino - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Volkswagen_Maggiolino

Allegato 1

Volkswagen Maggiolino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La Volkswagen Typ 1 , meglio conosciuta in Italia come Volkswagen Maggiolino Maggiolino se in versione Typ 1/113 M15, o Maggiolone se in versione Typ 1/1302 e 1303 ( Käfer in tedesco, detta anche Coccinelle in Francia, Escarabajo in Spagna, Beetle o Bug in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, Fusca in Brasile e Vocho in Messico), è un'automobile compatta prodotta dalla Volkswagen dal 1938 al 2003.

Il Maggiolino è sicuramente l' automobile tedesca più conosciuta al mondo, simbolo della rinascita industriale tedesca nel secondo dopoguerra, nonché il primo modello Volkswagen in assoluto.

Detiene attualmente il record di auto più longeva del mondo, Descrizione generale essendo stata prodotta ininterrottamente per sessantacinque Costruttore Volkswagen anni. Inoltre, ha detenuto a lungo il primato di auto più venduta Tipo Berlina al mondo, con 21.529.464 esemplari, e attualmente è la quarta principale auto al mondo per numero di esemplari prodotti, dopo Toyota Altre versioni Cabriolet Corolla, Ford F-150 e Volkswagen Golf. [3] [4] [5] Sun-Roof Nel 1999 è stata nominata tra le cinque automobili più influenti Produzione dal 1938 al 2003 [6] del XX secolo. Sostituisce la KdF-Wagen

Per la sua diffusione planetaria, è uno dei primi esempi di world Sostituita da Volkswagen New . Beetle Esemplari 21.529.464 [1] Il Maggiolino ha avuto una riedizione moderna nel New Beetle, prodotti modello retrò entrato in produzione nel 1998 e seguito dal Altre caratteristiche Maggiolino nel 2011, entrambi prodotti nello stabilimento messicano di Puebla, ma la sua eredità di auto da famiglia è stata Dimensioni e massa effettivamente raccolta dalla Golf nel 1974, che ha eguagliato e poi Lunghezza 4080 mm superato il record di vendite del Maggiolino. Larghezza 1550 mm Altezza 1500 mm Passo 2400 mm Indice Massa 760 kg Storia Altro Sviluppo La produzione bellica Assemblaggio , Gli anni del dopoguerra Hannover, Emden, Dal 1950 al 1959 Ingolstadt, Dal 1960 al 1967 Osnabrück, Dal 1968 in poi Germania

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Il Maggiolino negli Stati Uniti d'America Melbourne, La crisi La seconda vita in America del Sud Bruxelles, Belgio Fine della produzione São Bernardo do Dati di produzione e vendita Campo, Brasile Giacarta, Indonesia Tecnica e design L'affidabilità Dublino, Irlanda Dati tecnici Puebla, Messico Auckland, Nuova Modelli derivati e fuoriserie Zelanda Volkswagen Volkswagen Typ 2 (1950) Lagos, Nigeria Volkswagen Typ 3 (1961) e Typ 4 (1968) Manila, Filippine Volkswagen Typ 181 Pescaccia (1969) Uitenhage, Sud Volkswagen Typ 15.1 1200 Cabriolet Africa (1954) Sarajevo, Volkswagen Typ 31 (1961) Jugoslavia Volkswagen Hobbycar (1970) Valencia, Karmann-Ghia Venezuela [2] Typ 143 Coupé & Typ 141 Cabriolet Progetto , Typ 34 1500 Ferry Porsche, Porsche Rudolf Hruska Porsche 356 Volkswagen- Stile Erwin Komenda Fuoriserie Altre eredi Volkswagen Hebmüller Typ 14 e Typ 18A (1949) Volkswagen Golf I Rometsch Spezial Sport Cabriolet (1952) Stessa Volkswagen Rometsch Taxi (1952) famiglia Kübelwagen Autozodiaco Dune Buggy (1971) Volkswagen Il Maggiolino nella cultura di massa Schwimmwagen Il Maggiolino nell'arte Il Maggiolino nelle competizioni Galleria d'immagini Note Voci correlate Altri progetti

Storia

Sviluppo

La sua produzione ha inizio per scelta di Adolf Hitler, che in un discorso del 1934 annunciò la sua scelta di mettere in commercio un'auto per tutti, convinto che l'automobile non dovesse essere un privilegio. In quegli anni le automobili, almeno in Europa, non avevano prezzi accessibili al cittadino medio. D'altro canto lo sviluppo della motorizzazione di massa avrebbe permesso alla Germania una maggiore flessibilità per il posizionamento delle fabbriche nei confronti dei quartieri residenziali.

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I progettisti interpellati furono Ferdinand Porsche e Jakob Werlin della Mercedes-Benz. Vinse il progetto del primo, che ebbe il compito di realizzare un'auto con le seguenti caratteristiche, fornite da Adolf Hitler stesso, soprattutto in funzione di viaggiare comodamente sulle prime autostrade: capacità di trasportare 5 persone o tre soldati e un mitragliatore, viaggiare oltre i 100 km/h consumando in media 7 litri per 100 km e non avere un prezzo superiore ai 1000 Reichsmark. Un operaio guadagnava in media 130 Reichsmark al mese, ma i meno abbienti erano stipendiati con circa 110 Reichsmark al mese, con ben poche possibilità di risparmio; l'auto più economica all'epoca era la Opel 1.2 L, la quale tuttavia costava 1550 Reichsmark, al cui prezzo di listino andava aggiunta una percentuale per il concessionario. Adolf Hitler, inoltre, non aveva intenzione di favorire la Opel, in quanto dal 1929 era di proprietà della statunitense General Motors.

In realtà, Ferdinand Porsche aveva in mente un progetto simile già dal 1929, quando aveva proposto la sua idea alla Mercedes-Benz prima, e alla Zündapp, produttrice di motociclette, in seguito. Nel 1932, con la Zündapp, Porsche aveva sviluppato tre prototipi marcianti di un modello denominato Porsche Typ 12 , detto anche "Auto für Jedermann" ("Auto per tutti"), con motore radiale a cinque cilindri raffreddato ad acqua (scelto dall'azienda), e nel 1935 due prototipi di Porsche Typ 60 , con motore boxer a quattro cilindri raffreddato ad aria. Nessuno dei prototipi andò in produzione. [7] [8]

Nel 1936 vennero allestiti i primi tre prototipi, due berline ed una cabriolet, fortemente ispirati sia nella tecnica che nel design a un prototipo già esistente, la Tatra V570 disegnata da Hans Ledwinka. La casa automobilistica ceca era molto gradita ad Adolf Hitler, che ne aveva provato i modelli durante i suoi viaggi in Cecoslovacchia, al punto da dire a Ferdinand Porsche: "Questa (la Tatra) è la macchina per le mie strade". [9] La vicenda dei brevetti Tatra e del ruolo di Volkswagen nella loro violazione continuerà anche dopo la seconda guerra mondiale, finendo nel 1961 con un risarcimento milionario da parte della casa tedesca.

L'automobile venne inizialmente nominata KdF-Wagen, Kraft durch Freude-Wagen, ovvero "auto della Forza attraverso la Gioia", dal nome dell'ente dopolavoro/ricreativo di stato Kraft durch Freude. Porsche tentò di opporsi a tale nome, ma la scelta era indiscutibile. La messa in atto, il finanziamento e l'organizzazione della motorizzazione di massa vennero nel Reich affidate alla KdF, l'istituzione pubblica che offriva a prezzi popolari vacanze, spettacoli e divertimenti in genere. I colossali investimenti necessari alla enorme capacità produttiva richiesta alla Modellino del Maggiolino risalente al fabbrica, uniti al fatto che il prezzo alla vendita previsto per l'auto non 1940 garantiva alcun ritorno all'industria privata, costituivano un problema di difficile soluzione: per rispettare la promessa propagandistica, si decise che i lavoratori stessi si sarebbero accollati i costi dell'operazione. Ai lavoratori tedeschi venne quindi proposto uno schema di accantonamento che prevedeva una quota settimanale, da devolvere per aver in seguito diritto all'auto di famiglia: le enormi somme anticipate dalle schiere di lavoratori (convinti dal promesso prezzo allettante) permisero la realizzazione del grande complesso produttivo Volkswagen (in tedesco "auto-del-popolo") nei pressi del castello di Wolfsburg [10] .

Questo primo modello, caratterizzato dal piccolo lunotto posteriore separato in due parti, è noto in Italia come "due vetrini". Inoltre l'auto veniva semplicemente chiamata Volkswagen, essendo l'unica vettura destinata alle vendite. Infatti il nome "Maggiolino" non le è stato attribuito sin dall'inizio. In azienda era identificata come "Typ 1". Solamente nel 1967 in una brochure pubblicitaria fu definita per la prima volta " Der Käfer " (il Maggiolino).

La Volkswagen debuttò al Salone di Berlino nel 1939, riscuotendo un grande successo. Ma, nello stesso anno, l'inizio della seconda guerra mondiale portò a convertire la Volkswagen per la produzione bellica.

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La produzione bellica

La base tecnica del Käfer è stata utilizzata per la produzione di mezzi bellici leggeri nell'esercito tedesco impegnato nella Guerra, utilizzati su tutti i fronti, dalla Russia al deserto africano.

Celebre è la Kübelwagen (Typ 82) della Wehrmacht, prodotta in circa 55.000 esemplari dal 1940 fino al 1945; costruita in lamierati piani, stampati con nervature di rinforzo, utilizzò prima il motore 985 cm¹ della KdF-Wagen, in seguito il motore 1131 cm¹ della Kommandeurwagen Typ 82.

Tra i progetti più originali al fine di contrastare la penuria di benzina in Germania, c'è quello di una Kübelwagen alimentata a gas generato dai carboni di legna, dotata di un bruciatore nel cofano anteriore. [11]

L'anfibia Schwimmwagen (Typ 166), capace di guadare ad una velocità di 10 km/h e sempre sviluppata sulla base della Kübelwagen, era dotata di trazione integrale e di una elica ribaltabile collegabile con un prolungamento all'albero motore. Le ruote anteriori fungevano da timone, e il passo accorciato rispetto al modello da cui derivava Typ 82 Kübelwagen. permetteva alla Schwimmwagen una buona manovrabilità in acqua. Venne prodotta dal 1942 al 1944 in circa 14.000 esemplari, ma attualmente solo 150 sono in condizioni di marciare.

La Kommandeurwagen (Typ 87) era il Maggiolino in versione bellica; sviluppato sulla base della Kübelwagen, era dotata di tetto in tela ripiegabile, trazione integrale, cambio con rapporti ridotti, differenziale autobloccante. Venne impiegata nella campagna russa, per un totale di 667 esemplari costruiti; ben pochi Kommandeurwagen tornarono dalla Russia, e oggi sono rari. [12] Di aspetto simile, ma senza trazione integrale, era il Maggiolino Typ 82E [13] .

Nel corso della guerra, in mancanza di carburante, molti veicoli furono convertiti, tramite l'installazione di caldaie, ad alimentazione a legna o carbone [14] .

Gli anni del dopoguerra

Terminata la guerra, gli edifici di Wolfsburg erano quasi completamente distrutti dai bombardamenti e i macchinari superstiti, trasferiti in decine di cantine e autorimesse private. Gli alleati pensarono di completare la demolizione, ma il salvataggio dell'azienda venne proposto da , un ufficiale inglese, ingegnere meccanico e particolarmente esperto di automobili, che ipotizzò di rimettere in Typ 166 Schwimmwagen. funzione la fabbrica allo scopo di costruire automezzi per l'esercito britannico. L'ipotesi di Hirst venne in seguito abbandonata, ma il suo piano fu al momento approvato dalle autorità inglesi, a patto che egli sovrintendesse personalmente all'opera di ricostruzione ed avviamento della produzione, impiegando la manodopera esistente. Tale manodopera era principalmente costituita da prigionieri francesi, polacchi e russi, oltre che da italiani e francesi deportati in Germania dalla Repubblica di Salò e dal Regime di Vichy. [15]

I lavori di ricostruzione muraria, affidati agli operai italiani, furono terminati negli ultimi mesi del 1945 e, dopo una veloce sistemazione Un Volkswagen Maggiolino 1300. delle infrastrutture, la produzione riprese tra mille difficoltà, riuscendo

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in breve tempo a stabilizzarsi sul migliaio di maggiolini al mese. Questo era il break even point produttivo: al di sotto delle 1000 unità lo stabilimento sarebbe stato inefficiente e quindi chiuso. Per raggiungere l'obiettivo di produzione, Ivan Hirst si avvalse di Richard Berrymore: ex ufficiale della RAF, si era fatto una grande esperienza nella produzione di massa, lavorando per la General Motors prima della guerra. Lo stabilimento fu salvato dalla chiusura, producendo 1003 unità nel marzo 1946, per arrivare a 10020 unità a fine anno.[16] Le vetture Un Volkswagen Maggiolino 1303 in prodotte nel 1946 e 1947 vennero destinate esclusivamente ai militari dotazione alla polizia della alleati. [15] Fino al 1948 viene prodotto il solo modello [Typ 1/111] Germania dell'Ovest. Standard.

Riavviata l'azienda e venuto il tempo di far ritorno in patria, il maggiore Hirst dovette scegliere un direttore tedesco per la nuova Volkswagen; un compito non facile visto che la quasi totalità dei manager tedeschi era compromessa con il passato regime nazista. La scelta cadde su Heinz Nordoff che, prese le redini aziendali il 1º gennaio 1948, seppe magistralmente proseguire l'opera di Hirst, portando al giusto regime il ritmo produttivo, fino a vendere, nel 1949, quasi cinquantamila esemplari. Un progresso che si arrestò solo negli anni settanta. [15]

Nel frattempo l'ingegnere Ferdinand Porsche, accusato nel 1947 di crimini di guerra e arrestato in Francia, venne liberato. Morì il 30 gennaio del 1951, lasciando a suo figlio Ferdinand "Ferry" Porsche la guida della sua casa automobilistica appena fondata. Pare che, una volta tornato in Germania, si commosse vedendo quanti "suoi" Maggiolini giravano per le strade. Poiché a Porsche si deve la nascita del Maggiolino, la sua casa automobilistica ottenne una royalty di 5 DM per ogni esemplare di Maggiolino venduto, in cambio della promessa di non commercializzare mai un'automobile concorrente. [17]

Nel 1948 viene introdotto il modello Typ 1/113 detto Export-Modell, versione molto rifinita, ricca di cromature e destinata ai mercati stranieri più ricchi, come la Svizzera. [18] Da questo momento lo sviluppo dei modelli Standard (Typ 1/111) ed Export (Typ 1/113) viaggia su binari paralleli, ma con tappe diverse. Infatti alcune migliorie meccaniche e funzionali verranno introdotte prima sul modello Export e solo più tardi sul modello Standard.

Tabella di identificazione modelli maggiolino (1949-1966)

Modello Allestimento Descrizione

Typ 1 111 Maggiolino Standard, guida a sinistra

Typ 1 112 Maggiolino Standard, guida a destra

Typ 1 113 Maggiolino Export (DeLuxe), guida a sinistra

Typ 1 114 Maggiolino Export (DeLuxe), guida a destra

Typ 1 115 Maggiolino Standard, tetto apribile, guida a sinistra

Typ 1 116 Maggiolino Standard, tetto apribile, guida a destra

Typ 1 117 Maggiolino Export (DeLuxe), tetto apribile, guida a sinistra

Typ 1 118 Maggiolino Export (DeLuxe), tetto apribile, guida a destra

Nel 1949 il modello Typ 1 viene affiancato dal Volkswagen Typ 2, un mezzo da lavoro realizzato con lo stesso motore e una meccanica molto simile: è il secondo modello della casa di Wolfsburg.

Dal 1950 al 1959

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All'inizio degli anni '50 la Volkswagen comincia a vendere il Maggiolino oltre i confini della Germania, aprendo filiali in Brasile, Stati Uniti d'America, Messico e Sudafrica.

Nel 1950 viene adottato per il modello Export il sistema frenante idraulico e il volante a due razze, mentre per tutti i modelli, il posacenere e il tetto apribile in tela gommata. Viene introdotto il termostato automatico per il raffreddamento del motore e il filtro dell'aria cilindrico a cartuccia. Inoltre vengono apportate migliorie alle barre di torsione delle sospensioni [19] . Sul cofano anteriore viene apposto lo stemma rotondo e cromato VW. Il clacson viene posto dietro il parafango sinistro, nascosto da una piccola griglia circolare e cromata (verniciata sul modello Standard con lo stesso colore della carrozzeria). La stessa griglia è apposta anche sul parafango destro [20] .

Nel 1951 furono introdotti gli ammortizzatori telescopici posteriori [19] . Dal punto di vista della carrozzeria, per il solo modello Export, venne inserito un listello cromato al parabrezza, lo stemma smaltato di Wolfsburg sul cofano anteriore e convogliatori d'aria ai fianchetti. Gli interni videro invece l'introduzione di tasche nei pannelli delle portiere [19] .

Nello stesso anno, lo Studio Porsche lavorò per un breve periodo ad un motore diesel su base del propulsore originale a benzina da 1192 cm¹, portato a 1290 cm¹, mantenendo invariato il raffreddamento ad aria e lo schema dei cilindri, con una potenza di 25 cavalli a 3300 giri al minuto e un peso inferiore ai 40 chilogrammi. Furono progettati due prototipi, un Maggiolino e un Typ 2. Nonostante avesse registrato consumi molto bassi (intorno ai 16 km/l, contro i 12 km/l del motore a benzina) e fosse stato collaudato per oltre un milione di chilometri, il progetto fu abbandonato, poiché il motore si rivelava rumoroso e troppo lento: oltre 60 secondi per arrivare a 100 km/h, per una velocità massima registrata di 110 km/h. [21]

Nel 1952, i convogliatori d'aria ai fianchetti vengono eliminati in favore di deflettori alle portiere. Il diametro delle ruote fu ridotto con l'adozione di cerchi da 15 pollici (5,60 x 15). Vennero rinnovati il cruscotto e il comando delle frecce al volante. Infine ad ottobre dello stesso anno, solo per il modello Export, fu montato il cambio con 2ª, 3ª e 4ª marcia sincronizzate [22] .

Nel 1953 viene introdotto il lunotto posteriore ovale e non più diviso in due parti. Questo modello, molto apprezzato soprattutto nella versione Export, è individuato oggi dagli appassionati col soprannome di Ovalino . In questo stesso anno, Volkswagen apre la propria filiale brasiliana nei pressi di Ipiranga, a San Paolo, facendo un passo decisivo per la conquista dei mercati esteri [22] .

Nel 1955 viene realizzato il milionesimo Maggiolino , oggi conservato nel Museo Volkswagen di Wolfsburg. Ad agosto dello stesso anno fu introdotta una nuova modalità per la catalogazione dei modelli, il cosiddetto "model year" (MY): le modifiche e le migliorie vengono messe in produzione a partire dal 1º agosto dello stesso anno, ma fanno riferimento all'anno successivo. Quindi cambiamenti inerenti il MY 1956 sono già disponibili sulle vetture prodotte ad agosto 1955 [23] [22] .

Nel 1956, viene adottata una marmitta con due tubi di scappamento: cromati per la versione Export, completamente neri per la versione Standard. Questa nuova marmitta diventerà uno dei segni contraddistintivi del maggiolino negli anni a seguire. Nel modello Export, vengono introdotti, come optional, nuovi paraurti contraddistinti da un segmento tubolare aggiuntivo, ancorato a rostri verticali più alti.

Nel 1957 avviene l'adozione degli pneumatici tubeless [24] .

Nel 1958 per rinnovare il Maggiolino i tecnici della Volkswagen si rivolgono a Battista Farina, fondatore della Pininfarina che affida il compito di rivedere la vettura al figlio Sergio. L'ingegnere studia a fondo l'automobile per poi chiedere ai tecnici Volkswagen:«Ë perfetta così, perché volete cambiarla?». Sergio Farina consiglierà solo di ampliare il lunotto posteriore per migliorare la visibilità. Uno spot di quell'anno vede protagonista proprio Farina, intento a studiare l'auto. [25]

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Nella stessa occasione tutte le superfici vetrate furono leggermente ampliate.

Dal 1960 al 1967

Nell'agosto 1961 (MY 1962) vengono introdotte nuove luci posteriori, caratterizzate da tre parti: in alto la freccia di direzione (gialla per il mercato europeo, rossa per il mercato americano), la luce di frenata ed infine il catarifrangente. Sul modello Export un indicatore del livello di benzina, posto sul cruscotto di fianco al tachimetro, sostituisce la levetta di commutazione posta poco sopra il pedale dell'acceleratore. Questa soluzione sarà ancora presente sul modello Standard fino al model year 1967.

Nel 1963 viene eliminato, dal cofano anteriore, il piccolo stemma della città di Wolfsburg (introdotto nel 1951 e leggermente modificato nel 1960 [26] ), viene ridisegnata la luce targa posteriore e viene eliminato il tettuccio apribile in tela gommata, sostituito da un tettino in metallo apribile per mezzo di una manovella, simile a quello delle Porsche. Il tettuccio apribile in tela gommata continuerà ad essere disponibile sul modello [typ1/111] Standard fino al 1967.

Alla fine del 1963 le vetture per il mercato italiano montano i segnalatori direzionali sui montanti del parabrezza.

Nell'agosto del 1964 ci fu un nuovo aumento delle superfici vetrate ed una impercettibile bombatura del parabrezza che obbligò il produttore ad adottare le più moderne spazzole tergicristallo flessibili, in uso già da tempo su tutti gli altri veicoli.

Ad agosto 1965 la grande novità fu l'introduzione, come optional, del nuovo motore 1300cc 50 hp (37 kW; 51 PS). I modelli equipaggiati col nuovo motore avevano la targhetta "1300" sul cofano motore. I motori 1200 erano immatricolati col prefisso "D", mentre i motori 1300 avevano il prefisso "E" o "F". Inoltre da allora furono introdotti i cerchi ventilati, con 10 fori. [27]

Ad agosto 1966 fu introdotto ancora un nuovo motore, il 1500cc, 53 hp (40 kW; 54 PS) a 4200 giri al minuto. I maggiolini 1500cc erano equipaggiati con freni a disco sull'asse anteriore e portavano sul cofano motore la targhetta "VW 1500". Questi motori erano immatricolati col prefisso "L" e "H". [27]

Particolari, su tutte le versioni di questo model year, i cerchi, bicolori bianco e nero, e i coprimozzi cromati e piatti, ma con bombatura più pronunciata al centro, dove si trova il marchio "VW". [27]

Dal 1968 in poi

Ad agosto 1967, per il model year 1968, avvengono nuove ed importanti modifiche: vengono ridisegnati i fari anteriori, che diventano verticali (modifica già introdotta l'anno precedente negli Stati Uniti), segnalatori posteriori più grandi (a forma di "ferro da stiro"), paraurti più moderni e robusti; l'impianto elettrico è portato da 6 a 12 V. I motori invece rimangono invariati: 1200, 1300 e 1500 cm¹.

Volskwagen Maggiolino post 1968. Nell'agosto 1969 vengono eliminate le rifiniture cromate sul cruscotto. Per la versione cabriolet viene ridisegnato il cofano posteriore, con quattro griglie di raffreddamento al posto delle precedenti due.

Nel 1970 cessa la produzione della versione cabriolet del Maggiolino e contemporaneamente esce di produzione il motore 1500 cm¹. La versione berlina invece continuerà ad essere prodotta ancora per molti anni, sempre con motori 1200 cm¹ e 1300 cm¹. Nello stesso anno, il Maggiolino viene affiancato dal modello 1302, conosciuto anche come Maggiolone (agosto 1970œluglio 1972), che viene prodotto sia in versione berlina che cabriolet. I motori

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rimangono gli stessi: 1200 cm¹, 1300 cm¹, più il nuovo motore da 1600 cm¹.

Il Maggiolino e il Maggiolone si differenziano nell'avantreno, a barre di torsione nel primo e con il Maggiolino 1970, vetro piatto, moderno schema cruscotto in ferro. Confronto tra un Maggiolone MacPherson con molle e (sinistra) e un Maggiolino (destra) ammortizzatori nel secondo. Per queste importanti differenze meccaniche viene ridisegnata tutta la parte anteriore del nuovo modello 1302 che conserva in ogni caso il vetro piatto e il semplice cruscotto del Maggiolino.

Nell'agosto 1971 (MY 72), per adeguare le auto alle norme di sicurezza, il cruscotto viene rifinito con un materiale antiurto e viene montato un nuovo volante a 4 razze su tutti i modelli. Per le berline 1600 cm¹ è disponibile il cofano a quattro griglie di raffreddamento (lo stesso in dotazione al modello cabriolet).

Nell'agosto 1972 il modello 1302 viene sostituito dal modello 1303, molto simile al precedente, ma caratterizzato da un nuovo parabrezza curvo, da un nuovo cruscotto in materiale antiurto e una nuova tappezzeria. Anche le luci posteriori vengono ridisegnate, più ampie, tonde e moderne. I nuovi indicatori vengono adottati anche sul Maggiolino.

Nel 1975 le frecce direzionali anteriori vengono spostate sul paraurti e di fianco agli sportelli.

La produzione del modello 1303 berlina di lì a poco tempo cesserà, mentre il modello 1303 cabrio rimarrà sul mercato fino al 1980.

Il Maggiolino negli Stati Uniti d'America Sul mercato nordamericano il Maggiolino riscosse grande successo. Arrivò nel 1949, grazie all'importatore Ben Pon (conosciuto anche come designer del ), e nel primo anno di vendita furono esportati solo due esemplari a scopo espositivo.

La carriera statunitense del Maggiolino, divenuto anche un fenomeno di costume dell'allora nascente cultura hippie, durerà fino al 1977, arrivando al suo punto massimo nel 1968, quando ne furono immatricolati ben 423.008 esemplari, un record di vendite tuttora ineguagliato per la Volkswagen nel mercato nordamericano. Nello stesso anno, il Maggiolino fu protagonista del film Un maggiolino tutto matto ( The Love Bug ), a riprova della fama della vettura tedesca.

Nel 2014 Volkswagen ha festeggiato il 65º anniversario del Maggiolino (giunto alla terza generazione) negli Stati Uniti. [28]

La crisi Volkswagen

La Volkswagen, fin dalla sua fondazione, vendeva quasi esclusivamente il Maggiolino. Sul finire degli anni '60 la flessione della domanda e la mancanza di nuovi modelli (e lo scarso successo di altri basati sempre sulla meccanica del Käfer) misero in crisi l'azienda. La fusione con l' e la NSU consentì di sfruttare il progetto di una berlina a tre volumi iniziato dalla NSU fin dal 1967: nacque così il modello K70, prima autovettura a marchio VW con motore raffreddato ad acqua e trazione anteriore.

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Tuttavia questa autovettura non ebbe il successo sperato, e ne vennero prodotti soltanto 200.000 esemplari fino al 1975. La cattiva accoglienza della K70 sul mercato internazionale, insieme ai problemi finanziari ereditati dalla NSU, gettarono la casa di Wolfsburg in una situazione di grave crisi finanziaria. [29]

Prima della K70 furono tentati due modelli berlina e station-wagon derivati dalla meccanica del Maggiolino: la Typ 3, prodotta dal 1961 al 1973, e la Typ 4, prodotta invece dal 1968 al 1974; entrambi i modelli hanno avuto scarso successo. L'ultima "Sedan" prodotta, datata 30 luglio 2003. Per produrre un modello nuovo, un'auto che potesse proporsi come erede ideale del Maggiolino, fu incaricato il designer italiano il quale progettò, ispirandosi alla berlina media , l'auto che avrebbe reso nuovamente celebre e fruttifera l'azienda tedesca: la Golf, entrata in produzione nel 1974 e mostratasi all'altezza di poter raggiungere, e infine superare, il successo commerciale del Maggiolino.

Nello stesso periodo Giorgetto Giugiaro realizza altri due modelli arrivati, come la Golf, sino ai nostri giorni: la berlina nel 1973, erede della sfortunata K70, e la sportiva nel 1974; l'anno successivo entra in produzione l' utilitaria , disegnata stavolta da Marcello Gandini, Volkswagen dell' , modello che, sotto il marchio dei quattro anelli, raccolse scarso successo.

Questa rinnovata gamma è basata su una nuova piattaforma a motore e trazione anteriore, e segna l'abbandono dei motori boxer ad aria in favore dei motori a cilindri in linea raffreddati a liquido.

La seconda vita in America del Sud

Per far spazio alla nuova arrivata, nel 1974 la produzione del Maggiolino si spostò a Emden. Due anni dopo la versione berlina uscirà dal mercato europeo (la cabrio continuerà fino al 1980, affiancata e poi sostituita dalla Golf cabriolet), e nel 1978 tutta la produzione viene affidata alle catene di montaggio presenti a Guadalajara, in Messico, ed a São Bernardo do Campo, in Brasile. Tuttavia il Maggiolino era ancora acquistabile importandolo dall'America Latina. Ë quello che facevano alcuni appassionati, soprattutto in occasione delle serie speciali

Il "nuovo" Kombi brasiliano: da limitate: per citare solo le più note, il Silver Bug del 1981, realizzato in notare la griglia del radiatore. occasione dei 20 milioni di esemplari prodotti, e il Maggiolino cosiddetto del Giubileo, realizzato nel 1986 in occasione del cinquantesimo anniversario dalla nascita della vettura.

Sempre nel 1986, la produzione brasiliana ebbe termine, salvo ricominciare, per un breve periodo, nel 1993 [30] .

In America Latina il Maggiolino visse una seconda giovinezza, assumendo il ruolo di auto di famiglia che aveva occupato in Europa per decenni. Insieme al Maggiolino, verrà prodotto e venduto anche il Typ 2.

Fine della produzione

Nel 2003, il 30 luglio, esce dal montaggio anche l'ultimo Maggiolino, terminando la carriera con oltre 21 milioni di esemplari prodotti e 65 anni di produzione. Un esemplare della speciale Ultima Edicion (serie speciale celebrativa, dotata di cromature ed altri particolari accessori [30] ) viene donato anche a papa Giovanni Paolo II ed è attualmente

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esposto presso il Padiglione delle Carrozze, all'interno dei Musei Vaticani. [31] L'ultimo Maggiolino uscito dalla catena di montaggio è invece conservato al Museo Volkswagen di Wolfsburg.

Sua erede è la Volkswagen New Beetle, costruita nel 1998 sulla base della Golf IV serie. Rispetto all'antenata, non nasce con fini di "motorizzazione di massa", ma come modello in chiave rétro, e fino ad ora non ha emulato il suo incredibile record di vendite.

Il pulmino Typ 2, seppure con una nuova meccanica, è stato assemblato e venduto in Brasile fino a dicembre del 2013 [32] con il nome "Kombi", sia nella versione a 9 posti, sia come furgone chiuso. Recentemente ha visto l'arrivo di un propulsore 1400 cm¹ con raffreddamento a liquido, predisposto su richiesta per alimentazione a etanolo o a GPL. La fine della produzione del Typ 2 è stata imposta dalle nuove leggi brasiliane sui sistemi di sicurezza delle automobili che il furgone, avendo oltre cinquant'anni, non avrebbe potuto applicare; nonostante questo, alla fine del 2013 il modello Volkswagen era tra i cinque furgoni più venduti in Brasile. [33]

Dati di produzione e vendita

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Dati di produzione

Produzione Maggiolino Produzione Maggiolino Produzione Maggiolino Anno in Germania cabriolet in Germania in Brasile

1945 1785 - -

1946 10020 - -

1947 8987 - -

1948 19244 3 -

1949 46146 364 -

1950 81979 2695 -

1951 93709 3938 -

1952 114338 4763 -

1953 151323 4256 -

1954 202174 4740 -

1955 278705 6361 -

1956 321635 6868 -

1957 365087 8196 -

1958 432619 9624 -

1959 553625 10995 8455

1960 700276 11921 17059

1961 776142 12005 31025

1962 795944 10129 38430

1963 747143 10599 42362

1964 836799 10355 51755

1965 976635 10754 59966

1966 954080 9712 77624

1967 794818 7583 91821

1968 1024375 13368 123089

1969 1041848 15802 126319

1970 982629 18008 134594

Tecnica e design

Il Maggiolino si è dimostrato un'auto tecnologicamente avanzata per i suoi tempi, vantando una meccanica semplice e robusta. Nella sua lunga carriera, nonostante non abbia mai subito modifiche radicali, con l'eccezione dell'adozione delle sospensioni anteriori MacPherson nel 1970, il Maggiolino è stato oggetto di oltre 78.000 migliorie. [34]

Il Maggiolino ha una disposizione con motore posteriore longitudinale a sbalzo e trazione posteriore; è dotato di un

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motore boxer a quattro cilindri, con albero a camme centrale e distribuzione ad aste e bilancieri, due valvole per cilindro. Rivoluzionaria la distribuzione a valvole in testa, in un periodo in cui i motori utilizzavano solitamente uno schema a valvole laterali o una soluzione mista testa-laterale.

Il motore è raffreddato ad aria, con un piccolo radiatore per l'olio direttamente esposto alla ventola di raffreddamento. Il lubrificante contribuisce a mantenere stabile la temperatura del motore e, grazie al Illustrazione del sistema di rapido raffreddamento garantito dal radiatore, la coppa dell'olio può convogliamento dell'aria del avere una capienza di soli 2,5 litri. Grazie a un termostato, l'olio viene Maggiolino. bypassato dal radiatore quando il motore è freddo. La lubrificazione è a carter umido. L'alimentazione è a carburatore singolo Solex, da 28 mm sui 1200, da 31 mm sui 1300, da 34 mm sui 1600, sostituito poi da un sistema ad iniezione elettronica singlepoint nei modelli sudamericani.

La ventola di raffreddamento, posta sopra il motore e dotata di carter di convoglio, ha una capacità di 0.53 m¹/s, e aspira l'aria dalle griglie poste sotto il lunotto.

Il cambio è manuale a quattro marce più retromarcia; inizialmente con la I non sincronizzata, nell'agosto 1960 il cambio è sincronizzato su tutti i rapporti; in alternativa furono presentati due cambi semi-automatici, a quattro marce con frizione centrifuga Saxomat (dal 1961) e a tre marce con convertitore di coppia AutoStick (dal 1967), quest'ultimo molto diffuso negli Stati Uniti.

Cambio e motore sono costruiti in lega leggera, dapprima con basamento in magnesio, in seguito in alluminio.

I freni anteriori e posteriori sono a tamburo a comando meccanico, poi sostituito dal comando idraulico. Dal modello del 1967 i freni anteriori a disco sono di serie sul modello 1500 e optional sul modello 1300.

L'impianto elettrico è a 6 volt, poi aumentato a 12 volt dopo il 1967. La corrente è prodotta dalla dinamo mossa dall'albero motore, poi sostituita da un alternatore negli esemplari più recenti.

Il design di Ferdinand Porsche era tondeggiante e aerodinamico, con un Cx di 0,41: valore, all'epoca, molto basso

(la coeva Lancia Aprilia aveva un Cx di 0,47), poi aumentato a 0,48 dopo le modifiche estetiche del 1967. Durante i test la forma tondeggiante del tetto dimostrava di proteggere bene i passeggeri in caso di ribaltamento. La carrozzeria a due volumi, due porte e cinque posti, è ancorata in diciotto punti a un pianale quasi piatto con tunnel centrale strutturale. Le sospensioni anteriori e posteriori sono a ruote indipendenti, a barra di torsione, su brevetto di Ferdinand Porsche; nel 1970 le sospensioni anteriori vengono sostituite, sul modello 1302, da uno schema MacPherson. Il peso del Maggiolino è di soli 780 kg.

Il Maggiolino è l'unica auto costruita in serie in grado di mantenersi a galla in acqua, seppur per breve tempo, grazie al suo pianale piatto e al peso contenuto. Questa particolarità viene esaltata anche da uno spot pubblicitario, assieme alla robustezza delle sospensioni e all'alta qualità della verniciatura. [35] Nel 1964, un meccanico bolognese, Alfonso Turtura, capofficina di Autogerma (oggi a Verona, all'epoca a Bologna) e il tedesco Bent Axel Schlesinger, responsabile dell'assistenza Volkswagen in Italia, attraversarono (di nascosto dalle autorità militari) lo Stretto di Messina a bordo di un Maggiolino con pochissime modifiche rispetto all'originale. L'impresa fu compiuta in trentotto minuti, e ripetuta altre due volte, a decenni di distanza, con gli stessi protagonisti e la stessa automobile; il Maggiolino "nautico" attualmente è custodito dal distributore italiano Autogerma a Verona. [36]

L'affidabilità

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Nel 1959, Gianni Mazzocchi, editore e direttore della rivista Quattroruote , mise a durissima prova l'affidabilità del Maggiolino, facendo percorrere 100 volte a due Maggiolini strettamente di serie la neonata autostrada del Sole, da Milano a Bologna per sedici giorni consecutivi senza interruzione. [37] Solo un guasto ad una delle due vetture al 74º giro, la puleggia della dinamo. Riparata, il centesimo giro si conclude per entrambe: 18.664 km ad una media di 110 km/h. I tecnici Volkswagen, non pienamente soddisfatti, invitano a proseguire il test. I successivi cento giri vengono percorsi ad una media di 130 km/h con un regime di 3800 giri, cioè 500 giri in più di quanto il motore può normalmente compiere. Il secondo Maggiolino si ferma al 118º giro, il primo procede e termina i 200 giri, percorrendo quasi 40.000 km senza sosta.

Il californiano Albert Klein ha donato al Museo Volkswagen di Wolfsburg il suo Maggiolino del 1963 con 2.562.885 km percorsi. Ë il Maggiolino più longevo conosciuto. [38]

Dati tecnici Caratteristiche tecniche - Volkswagen Maggiolino 1200 (modello Export) [nascondi]

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Configurazione

Posizione motore : posteriore Carrozzeria : Berlina Trazione : posteriore a sbalzo

Dimensioni e pesi

Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 4080 × 1550 × 1500 Diametro minimo sterzata :

Carreggiate : anteriore 1370 - Interasse : 2400 mm Altezza minima da terra : posteriore 1350 mm

Posti totali : Bagagliaio : Serbatoio : 30 l

Masse a vuoto: 845 kg

Meccanica

Tipo motore : Boxer 4 cilindri, 2 valvole per Cilindrata : ( alesaggio × corsa 77,0 × 64,0 cilindro, raffreddamento ad aria forzata. mm) 1.192 cm³ cm³ Rapporto di compressione: 7:1

Distribuzione : Albero a camme centrale, aste Alimentazione : a carburatore invertito Solex e bilancieri, valvole in testa 28

Prestazioni Potenza: 34 CV DIN a 3600 giri/min motore

Cambio : Manuale, 4 rapporti + RM, 1ª non Frizione : sincronizzata

Telaio

Corpo Scocca semiportante con pianale a trave centrale vettura

anteriori: A ruote indipendenti, barra di torsione / posteriori: A ruote indipendenti, Sospensioni barra di torsione

Freni anteriori: a tamburo / posteriori: a tamburo

Pneumatici 5.60-15 o 155 SR 15

Prestazioni dichiarate

Velocità : 115 km/h Accelerazione :

Consumi 7,5 l/100 km

Modelli derivati e fuoriserie

Dalla solida, economica e facilmente reperibile meccanica del Käfer nacquero molti altri modelli, non solo

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marchiati Volkswagen, ma anche Karmann-Ghia e Porsche. A queste, bisogna aggiungere varie fuoriserie messe in vendita da costruttori esterni o dalla Volkswagen stessa.

Il propulsore a benzina viene anche adottato su alcune mietitrebbiatrici Claas, risalenti ai primi anni '60.

Volkswagen

Volkswagen Typ 2 (1950) Uno dei furgoni più celebri del mondo, chiamato "Bulli" in Germania e "Bus" (pronuncia [bs]) in America, è anche il maggiore esempio delle tante funzionalità del pianale del Maggiolino. Dalle versioni "Transporter", derivò il "Bus" (8 posti) in due allestimenti: Standard Typ 22 o Sonderausfürung Typ 24, dotato di ben 23 finestrini e di tetto apribile in tela, colorazione bicolore e molti particolari cromati. Il motore era lo stesso 1131 cm¹ del Maggiolino; nel 1954 adottò il 1192 cm¹ e nel 1963 il 1493 cm¹. Il modello, entrato in produzione nel 1950, è stato prodotto in Brasile fino al 2013.

Volkswagen Typ 3 (1961) e Typ 4 (1968) Per diversificare la sua offerta, Volkswagen introdusse questi due modelli nei primi anni Sessanta, in versione berlina, e station-wagon, caratterizzati dalla presenza di due portabagagli, uno all'anteriore e uno ricavato sopra il motore. Le Typ 3 e Typ 4 non raccolsero il successo del Maggiolino, uscendo di produzione nei primi anni '70 contemporaneamente all'introduzione della più moderna Passat.

Volkswagen Typ 181 Pescaccia (1969) Molto simile al mezzo bellico Kübelwagen, Volkswagen produsse in piccola serie, tra il 1969 e il 1979, un mezzo per il fuoristrada leggero: la "Pescaccia", apparsa anche in alcuni film di guerra come "controfigura" delle ormai introvabili Kübelwagen. Nel suo breve periodo di vendita, metà della sua produzione fu acquistata dall'esercito tedesco. Dotata del motore da 1493 cm¹, aveva una carrozzeria in lamierati stampati e un tetto in tela come l'illustre progenitrice.

Volkswagen Typ 15.1 1200 Cabriolet Karmann (1954) Sulla base del Maggiolino Due Vetrini , Karmann propose nel 1949 una variante cabriolet con tetto in tela, prodotta fino al 1980 nelle successive versioni del Käfer. Nettamente rara la prima serie, la seconda serie ("vetro ovale") è più reperibile sul mercato delle auto antiche, mentre la terza serie (dal 1967 in avanti) è la più diffusa. Particolare, rispetto al Maggiolino in versione berlina, la verniciatura sintetica.

Volkswagen Typ 31 (1961) Tentando di creare un'alternativa all'inossidabile Maggiolino, Volkswagen progettò una berlina tre volumi e due porte, dotata di ben due bagagliai, uno davanti ed uno sopra al motore (sempre posteriore). Riscosse un discreto successo, seppur non paragonabile a quello del Maggiolino. La prima serie, prodotta dal 1961 al 1963, è piuttosto rara. [39]

Volkswagen Hobbycar (1970) Per insediarsi nell'allora nascente moda dei " dune buggy", la casa tedesca presentò la Hobbycar, esclusivamente per il mercato italiano. Considerata meno spartana, meno aggressiva e più stradale delle Dune Buggy artigianali, fu costruita in pochissimi esemplari ed è attualmente introvabile e ricercata in ambito collezionistico.

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Karmann-Ghia

Typ 143 Coupé & Typ 141 Cabriolet Il designer italiano Ghia e la carrozzeria Karmann usarono le sinergie Volkswagen per la produzione di una piccola coupé, la Typ 143, su base Export 1200. Nacque col marchio Volkswagen nel 1955, e due anni dopo venne affiancata dalla versione scoperta. Seguì l'evoluzione meccanica del modello d'origine, adottando dapprima il 1300 cm¹ da 40 cavalli, in seguito il 1500 cm¹.

Typ 34 1500 Ë l'ultima piccola sportiva marchiata Karmann-Ghia. Fu prodotta dal 1963 al 1965, disegnata dall'ingegner Sergio Sartorelli [40] della Carrozzeria Ghia. Non essendo mai stata esportata in USA, uno dei principali mercati delle piccole sportive tedesche, fu prodotta in meno di 45.000 esemplari, con motore 1500, 1500 con due carburatori e 1600 cm¹. Oggi ne sopravvivono circa duemila.

Porsche

Porsche 356 La meccanica del Käfer fu la base di partenza per la prima sportiva di casa Porsche. Invariato lo schema motore- trazione posteriore, la 356 adottava il motore 1100, modificato con doppio albero a camme per bancata e doppio carburatore. La potenza della prima serie, sia berlina ("Ferdinand") che cabrio, era di circa 40 cavalli. In seguito, fino all'avvento della sua sostituta, la 911, adotterà motori 1300, 1500 e 2000 (l'ultima versione, con quasi 130 cavalli). I motori 1500 e 2000, a quattro cilindri, furono utilizzati poi sulla Porsche 912, versione economica e spartana della Porsche 911, che utilizzava invece motori a sei cilindri.

Volkswagen-Porsche 914 Autovettura modello Targa a due posti, non deriva direttamente dal Maggiolino (aveva, infatti, disposizione a motore centrale-posteriore), ma ereditava il motore 4 cilindri boxer da 1679cc della Typ 4.

Fuoriserie

Hebmüller Typ 14 e Typ 18A (1949) Costruita dalla Hebmüller in meno di 700 esemplari sulla base del Due Vetrini , la Typ 14 è una lussuosa cabriolet prodotta in piccolissima serie. Al contrario della cabriolet Karmann, aveva solo due posti, capote in tela, cromature eleganti ed un prezzo superiore di oltre duemila marchi rispetto alla classica berlina. Ne vennero prodotte 696, contro le 2000 previste, quasi tutte con livrea bicolore rosso-nero, blu-nero o Hebmüller Typ 14 del 1949 avorio-nero. Ë la Volkswagen più rara nel mercato delle auto d'epoca. [41] La Hebmüller costruì inoltre i primi esemplari della Typ 18A, versione cabriolet con portiere in tela destinata alla polizia [30] , la cui produzione passò poi alla Karmann.

Rometsch Spezial Sport Cabriolet (1952) La moda delle sportive negli anni 50 convinse la carrozzeria Rometsch di Berlino a realizzare sulla base del Due

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Vetrini una piccola cabriolet a due posti con carrozzeria in alluminio. Venne realizzata in circa 300 esemplari dal 1952 al 1954. Nonostante tutto, le prestazioni erano modeste, penalizzate da un peso superiore a quello della berlina e dal motore non certo sportivo. Venne molto apprezzata, ed oggi è un pezzo da collezione. [42]

Rometsch Taxi (1952) Progettata dalla Rometsch, e assemblata dalla Messerschmitt, è un Maggiolino Due Vetrini a quattro porte sviluppato, come dice il nome stesso, in funzione di taxi. Il passo dell'automobile è venticinque centimetri più lungo della comune berlina. [43] [44]

Autozodiaco Dune Buggy (1971) Il Maggiolino a 4 porte della Sviluppato sul pianale del Maggiolino, a passo accorciato, con Rometsch carrozzeria in vetroresina, telaio tubolare, motore a vista e adattamenti per un fuoristrada estremo, Autozodiaco produsse in Italia una breve serie di Dune Buggy. Divenne famoso in alcuni film italiani.[45]

Il Maggiolino nella cultura di massa

Il Maggiolino compare in svariate apparizioni cinematografiche. La più famosa è l'auto Herbie apparsa nei film della Disney Un maggiolino tutto matto («The Love Bug»), Herbie il Maggiolino sempre più matto («Herbie Rides Again»), Herbie al rally di Montecarlo («Herbie Goes to Monte Carlo»), Herbie sbarca in Messico («Herbie Goes Bananas») ed Herbie - Il super Maggiolino («Herbie: Fully Loaded»). Ë protagonista anche nei film della serie di Dudù il maggiolino a tutto gas . Inoltre fa la sua comparsa anche in varie pellicole, tra cui I due Maggiolini più matti del mondo , Ardenne '44, un inferno («Castle Keep») e Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà («On Her Majesty's Secret Service»).

Un Maggiolino cabriolet bianco è anche l'auto di Veronica Pivetti nella serie Provaci ancora prof! .

Dylan Dog, il noto personaggio dei fumetti, guida un Maggiolino cabriolet bianco targato DYD666 ricevuto come pagamento del suo primo caso, come si legge nel numero 200 della serie. Nel Dylan Dog Gigante 22, nella storia ll tramonto dei vivi morenti (che apre un universo alternativo alle storie mensili), Dylan guida un Maggiolino terza serie berlina. Il Maggiolino, in versione berlina, fu la prima automobile del creatore del personaggio, Tiziano Sclavi. [46] Un Maggiolino cabriolet giallo è anche l'automobile del personaggio Disney Bum Bum Ghigno.

Oltre che in ambito cinematografico, televisivo e fumettistico, il Maggiolino compare in numerosi videogame, tra cui le serie di simulatori di guida Gran Turismo (a partire da Gran Turismo 4), Test Drive Unlimited, Grand Theft Auto - London 1969 e Need For Speed Payback.

Il Maggiolino è inoltre appartenuto a personaggi famosi di vario genere, tra cui:

Ted Bundy, noto serial killer statunitense attivo in particolar modo nei primi anni '70, aveva un Maggiolino bianco sul quale caricava le sue giovani vittime incoscienti, che venivano poi orribilmente uccise. Paul Newman possedeva un Maggiolino cabriolet elaborato, con motore V8 disposto in posizione posteriore- centrale. [47] Muhammar Gheddafi possedeva un Maggiolino azzurro, a lungo esposto in un museo di Tripoli.

Il Maggiolino nell'arte

Il Maggiolino Volkswagen è stato utilizzato dall'artista contemporaneo messicano Damiàn Ortega (1967) per la

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realizzazione del progetto The Beetle Trilogy (La trilogia del Maggiolino): un racconto "epico" sulla storia del Maggiolino, tra le automobili più iconiche dell'epoca contemporanea. Questo progetto comprende un'installazione (Cosmic Thing , 2002), una performance ( Moby Dick , 2004) e un film ( Escarabajo , 2005). La scelta dell'automobile è significativa perché legata strettamente sia alla biografia dell'artista, che per anni ne ha posseduta una, sia alla storia del Messico. The Beetle trilogy si sviluppa come un'indagine sulle icone della società moderna e coniuga racconti mitologici a esperimenti sulle disfunzioni dei sistemi meccanici in modo ironico e del tutto imprevedibile.

Il Maggiolino fu inoltre soggetto di molte opere e installazioni di Andy Warhol [48] , Don Eddy [14] , Tom Wesselmann [14] , Eric Staller [14] ed altri artisti meno conosciuti.

Il Maggiolino nelle competizioni

Il Maggiolino prese parte a diverse competizioni sportive, ottenendo i seguenti risultati: Maggiolino Milleluci ( Volkswagen 1º al East African Safari, 1953, 1954, 1957, 1962 Lightmobile ), Eric Staller, 1985 1º al Rally di Svezia, 1956 1º al Mobilgas Trial (14.000 km), 1956, 1958 1º al Giro di Australia, 1958 (ben 8 maggiolini nei primi 8 posti) 1º al Rally dei 1000 Minuti, 1967, 1968, 1969 43º alla Mille Miglia del 1954 1° della classe 1300 GTS Periodo F - Campionato Italiano Auto storiche velocità in pista, edizioni 2013-2014-2015-2016 (pilota: Antonio "Fireball" Lucente)

Galleria d'immagini

Un Typ 1 Cabriolet Un Maggiolino 1600 del Volkswagen Typ 87 Herbie, il Maggiolino team Fittipaldi-Bardahl Kommandeurwagen, della Disney 4x4

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Maggiolino I serie con il lunotto "Due vetrini"

Note

1. ^ Il numero di esemplari compare sulla targa dell'ultimo Maggiolino prodotto a Puebla nel 2003 2. ^ 1973 Volkswagen Super Escarabajo (VE) , Dkarros.com. URL consultato il 30 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2011) . 3. ^ Top 10 Best Selling Cars of All Time » AutoGuide.com News (http://www.autoguide.com/auto-news/2012 /02/top-10-best-selling-cars-of-all-time.html/7) 4. ^ Toyota says you might have the 40-millionth Corolla ever built - Autoblog (http://www.autoblog.com/2013/09 /07/toyota-says-you-might-have-40-millionth-corolla-ever-built/) 5. ^ Green Car Congress: 30 millionth VW Golf rolls off assembly line in Wolfsburg (http://www.greencarcongress.com/2013/06/wolfsburg-20130614.html) 6. ^ This Just In: Model T Gets Award - New York Times (http://www.nytimes.com/1999/12/24/automobiles/this- just-in-model-t-gets-award.html) 7. ^ http://www.thesamba.com/vw/forum/album_search.php?search_keywords=porsche+type12& search_terms=all 8. ^ http://farm6.staticflickr.com/5129/5320182307_fc43619dd5.jpg 9. ^ Margolius, Ivan and Henry, John G., Tatra - The Legacy of Hans Ledwinka , Harrow, SAF, 1990 10. ^ da Shirer, Storia del Terzo Reich. 11. ^ HOLZBRENNER - Wood-Burning Cars (http://strangevehicles.greyfalcon.us /HOLZBRENNER%20VOLKSWAGENS.htm) 12. ^ Volkswagen Kommandeurwagen - Silodrome (http://silodrome.com/volkswagen-kommandeurwagen/) 13. ^ Paolo Chiabra (a cura di), Enciclopedia del Maggioino per immagini , 2009, p. 54. 14. ^ a b c d Alessandro Pasi, Dal Maggiolino al New Beetle , Mondadori, 1999. 15. ^ a b c Alessandro Pasi, Ivan Hirst , Ruoteclassiche, fascicolo n. 91 del gennaio 1996 16. ^ Paul Wager, VW Beetle , Leicester, Magna Books, 1994, p. 21, ISBN 1-85422-640-1. 17. ^ HowStuffWorks "1948-1949 " (http://auto.howstuffworks.com/1945-1959-volkswagen- beetle2.htm) 18. ^ Marco Batazzi, Volkswagen maggiolino , Milano, Giorgio Nada Editore, 1989, p. 25, ISBN 88-7911-017-9. 19. ^ a b c Volkswagen Maggiolino , Giorgio Nada Editore, p. 90. 20. ^ Volkswagen bug! The people's car , The Evergreen Press, p. 106. 21. ^ Wheelspin the magazine of the London VW Club, mad about Volkswagens (http://www.ltv-vwc.org.uk /wheelspin/ws_aug-sept-2003/diesel-beetle.html) 22. ^ a b c Volkswagen Maggiolino , Giorgio Nada Editore, p. 28. 23. ^ The 1949-1959 VW Beetle , Beeman Jorgensen, p. 2. 24. ^ Volkswagen Maggiolino , Giorgio Nada Editore, p. 90. 25. ^ Spot vw bug Volkswagen Maggiolino 1958 -Video Sigle Tv spot Carosello Vw - YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=9jIWDbtoFV0) 26. ^ The Wolfsburg crest | Cartype , su cartype.com . URL consultato il 4 giugno 2018 . 27. ^ a b c The VW Beetle -- Changes Through the Years , su www.vw-resource.com . URL consultato il 23 novembre 2015 .

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Voci correlate

Ghia Rudolf Hruska Karmann Ferdinand Porsche Ferry Porsche Volksrod Volkswagen Volkswagen New Beetle

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TORIA

Solo un accenno ai principali avvenimenti dei 60 anni di storia del Maggiolino.

LA NASCITA DEL MAGGIOLINO

La storia del Maggiolino inizia nel 1934 quando Adolf Hitler annuncia al Salone di Berlino che l'auto non dovrà più essere privilegio esclusivo della classe benestante. A Ferdinand Porsche , da lui definito "il più famoso progettista di tutti i tempi", affida l'incarico di costruire la Volkswagen (auto del popolo); e non si limita alla definizione del nome, ma detta anche regole sulle caratteristiche che essa dovrà avere (velocità, consumi, costo ecc.). Nel '36 sono pronti i primi 3 prototipi (due berline e un cabriolet) cosicché, poco più tardi, Hitler affida l'incarico di trovare il luogo adatto per edificare la fabbrica del futuro Maggiolino. Il luogo viene individuato in una vasta zona della Bassa Sassonia, nei pressi del 1938: inaugurazione della castello di Wolfsburg del conte Von Schulenberg, che vedrà espropriate le sue fabbrica a Wolfsburg terre. Nel '38 avviene la cerimonia della posa della prima pietra di quella che sarebbe diventata (ed è tuttora) la più grande fabbrica d'automobili al mondo. Il nome scelto per il futuro Maggiolino era KDF Wagen (Kraft Durch Freude Wagen), ovvero "Auto della forza attraverso la gioia"! Inutile dire che Porsche tentò di opporsi a tale nome, ma la scelta era di Hitler in persona, e non ci fu nulla da fare. Nel '39 la KDF-Wagen apparve ufficialmente al Salone di Berlino , ed era così moderna e rivoluzionaria da far sfigurare le concorrenti (vedi " Tecnica "). Nel settembre '39 inizia la seconda guerra mondiale e la produzione civile del Maggiolino è convertita in militare; ciò avrà molta rilevanza per il futuro del 1936:primo prototipo Maggiolino perché a causa della guerra esso dovette subire il più duro del Maggiolino (sigla collaudo al quale mai nessun'altra auto era stata prima (ed oggi) sottoposta. VW30) E se la cavò benissimo: in qualunque condizione climatica (dalla torrida Africa alla gelida Russia) e in tutti i tipi di terreno (nel fango, nella sabbia e nella neve) il Maggiolino non si fermava davvero mai. In questo periodo nacquero la KÜBELWAGEN (auto fatta a secchio, costruita con molte varianti), e la SCHWIMMWAGEN (auto che nuota, in grado di raggiungere una velocità di 10 Km/ora in acqua), e molte altre versioni militari. Nel maggio del '45 la guerra finisce e della fabbrica di Wolfsburg, seriamente danneggiata dai bombardamenti, rimane in piedi solo un terzo. Si pensa di demolirla, ma grazie soprattutto al maggiore Ivan Hirst (al quale era stata affidata) gli Inglesi cambiano idea e, qualche anno più tardi, la Kübelwagen (Typ 82) riconsegnano ai Tedeschi, dando l'incarico di dirigerla a Heinz Nordhoff . Nel frattempo gli operai, con gli ultimi materiali salvati ai bombardamenti, avevano faticosamente ricominciato a costruire il Maggiolino, ma la produzione era a livelli bassissimi. E sarà proprio Nordhoff a compiere il "miracolo": dalle poche centinaia d'auto prodotte nel '46 si passerà a 19.000 nel '48 e a 46.000 nel '49 , con una crescita continua ed esponenziale che rallenterà solo a metà degli anni 70. In questo lasso di tempo furono continuamente introdotti miglioramenti tecnici, senza tuttavia mai toccare l'aspetto e l'impostazione originaria del progetto di

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Porsche. E a proposito di Porsche: dov'era finito? Porsche si trovava prigioniero in Francia , accusato da Pierre Peugeot addirittura di crimini di guerra (mentre pare che avesse aiutato proprio lui, impedendo che fosse arrestato dalla Gestapo). Nel '47 fu dichiarato innocente e liberato, ma gli fu consentito di tornare in Prototipo di camionetta Germania solo nel '49. militare Pare che durante il suo rientro, alla vista sulle autostrade di molti Maggiolini, si commosse fin quasi alle lacrime. Il 30 gennaio 1951 morì , senza poter sapere che "carriera" incredibile avrebbe fatto in futuro il suo Maggiolino. In questi anni cominciano le esportazioni negli altri paesi: Olanda, Danimarca, Lussemburgo, Svezia, Belgio, Svizzera e Stati Uniti. Nel '53 inizia la produzione Brasiliana con la filiale "" e nasce la "Volkswagen of America" ; nel '64 nasce un'altra filiale estera, la "Volkswagen de " e nel '66 viene aperto uno stabilimento anche in Sud Africa. Nel '55 viene costruito il milionesimo Maggiolino che, per l'occasione, è realizzato di color oro metallizzato, sedili in broccato e abbellimenti in perline di Schwimmwagen (Typ vetro sulle cromature. 166) Nel frattempo in tutti i paesi dove il Maggiolino è costruito o esportato le vendite crescono costantemente: in Italia , nel '63, vengono immatricolati 42.000 Maggiolini e in America chi lo vuole deve aspettare anche 5 mesi. Nel '67 il "look" del Maggiolino viene notevolmente modificato: i fanali diventano rotondi e verticali, i paraurti squadrati e maggiorati, le luci posteriori ingrandite e l'impianto elettrico potenziato (da 6 a 12 Volt). Anche nel '70 c'è un'importante novità: nasce, infatti, il Maggiolone (mod.1302 e 1302/S). Le differenze sostanziali riguardano l' estetica (muso più "pacioccone") e la meccanica (avantreno McPherson e retrotreno con semiassi a doppio snodo) Kommandeurwagen che verranno ulteriormente modificate nel '73 con il Maggiolone mod.1303 (Typ 87) (vetro curvo e nuova plancia imbottita). Come già detto, nel corso degli anni non si smise mai di migliorare e perfezionare il Maggiolino, ed è interessante notare che quasi sempre le migliorie introdotte erano in anticipo coi tempi e, quindi, destinate a "far scuola"; come il tettuccio apribile in PVC idrorepellente (1955), i pneumatici tubeless (1957) o la verniciatura acrilica anziché al nitro (1949). A conferma, poi, dell'affidabilità raggiunta e degli elevati standard qualitativi sia del materiale utilizzato che delle catene di montaggio, va notato che già nel '54 era stato eliminato il periodo di rodaggio . Prima del 1967 Dal '74 furono periodicamente realizzate serie speciali in numero limitato, le quali avevano allestimenti interni e colorazioni molto particolari. Nascono il Jeans, il City, il Big, lo Special Bug, il Fioriserie, il Winter, il Samtrot, il Silver Bug e nell'87, per festeggiare i 50 anni dalla nascita, esce l'ultimo della serie, da molti considerato il migliore: il Maggiolino del Giubileo (Jubiläums- käfer). Era color grigio canna di fucile metallizzato ed aveva cristalli atermici azzurrati, cerchioni sportivi in acciaio stampato, volante della Golf GTI ed interni grigi a strisce di varie tonalità. A metà degli anni 70 le vendite iniziano a calare e nel '74 a Wolfsburg si decide di trasferire la produzione del Maggiolino ad Emden per far posto alla nuova arrivata: la Golf. Dopo il 1967 Nel '78 la produzione Europea cessa definitivamente e il Maggiolino continua ad essere costruito in Messico, da dove verrà importato in Europa. Nel '76 esce di scena il Maggiolone berlina, che continua tuttavia ad essere costruito in versione cabriolet, ma solo fino al 1980.

Recentemente è cessata anche la produzione in Messico, il Maggiolino, però, difficilmente sparirà dalle strade del nostro pianeta: gran parte dei 22 milioni di esemplari costruiti percorre ogni giorno Km e Km per le strade di tutto il mondo, chiedendo in cambio solo un po' d'olio e di benzina. Maggiolone cabriolet E i loro proprietari di una cosa sono certi: se lo amano e lo trattano bene, "lui" non li tradirà mai.

BIBLIOGRAFIA: Filippo Massa, L'auto del secolo, Alkalea Edizioni, Genova 1999.

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Marco Batazzi, Volkswagen Maggiolino , Giorgio Nada Editore, Milano 1989. Alessandro Pasi, Il Maggiolino, Marsilio Editori, Venezia 1996. Renzo De Zottis, L'uomo che salvò il Maggiolino , Auto d'epoca, Edizioni Pégaso, Treviso 5/98

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