La Democrazia Delle Donne

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La Democrazia Delle Donne BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Laura Orlandini La democrazia delle donne I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945) OttocentoDuemila 2018 Percorsi e networks, 5 OttocentoDuemila, collana di studi storici e sul tempo presente dell’Associazione Clionet, diretta da Carlo De Maria Percorsi e networks, 5 In copertina: Donne di Reggio Emilia, 1945 (Istoreco Reggio Emilia) Laura Orlandini La democrazia delle donne I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945) BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Roma 2018 La ricerca è stata promossa e fnanziata dalla Fondazione Nilde Iotti. La pubblicazione del volume è sostenu- ta dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna e provincia, in collaborazione con: Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contem- poranea di Forlì-Cesena, UDI Ravenna, UDI ISTITUTO STORICO DELLA Forlì-Cesena, Rete Regionale Archivi UDI RESISTENZA E DELL'ETÀ CONTEMPORANEA dell’Emilia-Romagna e Associazione Na- DI FORLI-CESENÀ zionale degli Archivi dell’UDI. Progetto grafco BraDypUS ISSN: 2284-4368 ISBN: 978-88-98392-72-8 Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0. 2018 BraDypUS Editore via Oderisi Da Gubbio, 254 00146 Roma CF e P.IVA 14142141002 http://bradypus.net http://books.bradypus.net [email protected] La democrazia delle donne. I Gruppi di Difesa della Donna nel- la costruzione della Repubblica (1943-1945) INDICE GENERALE Prefazione di Rosangela Pesenti 5 Capitolo uno I Gruppi di Difesa della Donna. Organizzazione e sviluppo di un movimento 11 Novembre 1943: nascita dei Gdd 13 Crescita e struttura del movimento 16 I Gruppi di Difesa e il fronte antifascista: presenza politica e rappresentanza 22 Una geografa dai confni mutevoli. Gdd e Resistenza delle donne 28 Capitolo due «Operaie, massaie, contadine!» Una collettività femminile da coinvolgere: appelli alla partecipazione 35 Convincere gli uomini. L’opera di dialogo e persuasione 39 Sabotare il nemico. Il rifuto alla collaborazione 41 Contro le requisizioni alimentari: donne in prima linea 43 Per i «fratelli partigiani». Inviti alla solidarietà 45 Capitolo tre «…per l’Assistenza ai Combattenti della Libertà». La rete operativa del supporto alle brigate 49 Come vive un partigiano. Assistenza materiale e ordinaria sopravvivenza 49 Assistenza sanitaria e cura dei feriti 56 Un esercito in continuo movimento: la rete di stafette e la trasmissione delle informazioni 59 Il tessuto sociale della guerra: assistenza alle famiglie 67 Capitolo quattro Resistenza civile e lotta per la vita. Le donne scendono in strada 75 «Difendiamo la nostra esistenza»: la battaglia per il pane e il carbone 78 Impedire gli arresti e le deportazioni. La difesa della vita 87 Sovvertire la profanazione: cura delle vittime e ritualità civile 93 La mobilitazione delle donne diventa di massa. Difesa del territorio ed agitazioni salariali. 98 Capitolo cinque La liberazione delle donne: costruzione del presente e proiezioni sul futuro 107 Lottare oggi è partecipare domani 107 Parità salariale e tutela della maternità: le lotte sul lavoro 111 La lunga strada dell’emancipazione 120 Unità femminile e identità politica: confittualità e percorsi 127 Cittadine di domani. Ruolo delle donne nella ricostruzione e diritto al voto 132 Appendice documentaria. “Donne romagnole!” I volantini dei Gruppi di Difesa conservati a Ravenna 145 Programma d’azione dei Gruppi di Difesa della Donna e per l’Assistenza ai Combattenti della Libertà 151 Fonti d’archivio e bibliografa 155 Ringraziamenti 161 Indice dei nomi 163 La democrazia delle donne. I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945) di Laura Orlandini Roma (BraDypUS) 2018 ISBN 978-88-98392-72-8 p. 5-10 Prefazione ROSANGELA PESENTI Presidente Associazione Nazionale Archivi UDI L’Associazione nazionale Archivi Udi presenta con piacere un libro necessario, che tratta uno di quei frammenti della storia femminile del nostro Paese senza il quale la narrazione del passato diventa più opaca e imprecisa. Parafrasando una famosa domanda oggi potremmo cominciare a chiederci: le donne hanno una storia politica? 1 Dovrebbe trattarsi di un’interrogazione retorica, perché la risposta è già pre- sente negli ormai numerosissimi testi specialistici, nelle tante ricerche che sono cresciute in quantità e qualità fn dagli anni ’70 e ancora prima, se pensiamo ai libri, ancora oggi preziosi, di una pioniera quale fu in Italia Franca Pieroni Borto- lotti, invece purtroppo non lo è perché la risposta continua ad essere assente nel senso comune, alimentato da manuali scolastici gravemente lacunosi e da in- formazione mediatica fuorviante e insuficiente, così che la storia politica delle donne resta ancora invisibile e la presenza politica femminile fnisce con l’essere prevalentemente ancillare al modello maschile. Perché la storia, lo sappiamo, modella l’immaginario individuale e collettivo e la sua assenza favorisce gli stereotipi che diventano poi i piccoli, grandi, enor- mi, devastanti inciampi sul cammino di moltissime donne. Per questo consideriamo importante il lavoro di Laura Orlandini sui Gruppi di Difesa della Donna, inedita formazione politica che nasce nel momento terribile di una guerra che coinvolge territorio e abitanti nelle forme devastanti che purtrop- po conosciamo ancora oggi, anche se abbiamo perso memoria del nostro passato. 1 Nel 1973 Michelle Perrot, insieme a Pauline Schmidt e Fabienne Bock intitolano il loro primo corso all’Università Paris-Diderot: Les femmes ont-elles une histoire? (Le donne hanno una storia?). 6 La democrazia delle donne. I Gruppi di Difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945) Una ricerca che incontra le fnalità dell’Associazione nazionale Archivi Udi, nata con lo scopo di salvaguardare la memoria e promuovere la conoscenza di una parte importante della storia politica delle donne italiane, quella vissuta dall’Unione Donne Italiane (oggi Unione Donne in Italia) nata nell’ottobre del 1945 dall’incontro tra i primi nuclei esistenti nell’Italia liberata e la straordinaria attività dei Gdd nati e cresciuti nella resistenza civile e partigiana dei territori occupati dai nazifascisti. La democrazia delle donne comincia dalla vita: questo è il primo pensiero che nasce incontrando la storia dei Gruppi di Difesa. Un tempo avremmo detto “parte dal basso” per dire che parte dalla popola- zione, dai bisogni primari, dalle necessità, dalle urgenze, considerando la poli- tica istituzionale come luogo “alto” a cui giungere, a cui far giungere le istanze, ma questa metafora perde di senso se consideriamo quanto in basso sia caduta la politica del ventennio fascista e quanto elevato sia stato, e sia ancora, il senti- mento di chi combatte il fascismo in tutte le sue forme. Metafora inappropriata proprio se vogliamo applicarla ai Gdd, alle donne che hanno inventato questa formazione politica alla quale si sono unite in 70.000, se- condo il dato accreditato, che certo non tiene conto delle reti familiari e sociali tradizionalmente tessute dalle donne che sosterranno in vario modo le attiviste decise a dare un’organizzazione specifca alla resistenza civile delle donne. Le donne poi “in alto” sono arrivate in poche e quelle poche, a cominciare dal- le madri costituenti, non si sono considerate né arrivate né in alto, continuando a sentirsi parte di quella popolazione con cui hanno cominciato la lotta, compa- gne e vicine alle tante e ai tanti con cui hanno condiviso tempi e azioni dificili, prendendosi il compito di essere rappresentanti senza esibirsi come rappresen- tative anche se lo erano davvero, di tutte le donne italiane che avevano patito la dittatura e la guerra. Il passaggio dall’essere una nazione belligerante, che per le donne aveva già aggravato il tradizionale carico di lavoro e responsabilità, ad essere un territorio occupato materialmente dalla guerra, con l’occupazione alleata che risale dal sud e l’occupazione nazifascista al centro-nord, rende visibile una dissoluzione delle tradizionali autorità il cui volto si trasforma ovunque in un’assenza di diret- tive dotate di senso per la popolazione, sia dove questo volto è quello della dit- tatura nazifascista con i suoi proclami di morte, sia nella parte in cui sembrano sopravvivere i fantasmi delle istituzioni nella monarchia irrimediabilmente com- promessa, mentre l’esercito liberatore fa la sua parte anche nella devastazione e violenza sulle donne. Alla guerra moltissime donne reagiscono immediatamente, soprattutto dopo l’8 settembre 1943, afinando le pratiche di sopravvivenza, la ricerca del cibo, la protezione del territorio, organizzandosi in forme inedite e spontanee per sal- vare la vita di chiunque si presenti alla porta di casa, soldati italiani ma anche Rosangela Pesenti, Prefazione 7 sbandati di altri eserciti, via via scegliendo e scoprendo di avere capacità indi- spensabili, quelle esercitate tradizionalmente, ma anche talenti impensati, tutti quelli da sempre negati e cancellati dalla cultura dominante, diventati di colpo risorsa fondamentale. Il passaggio dall’impegno per la mera sopravvivenza a quello contro la guer- ra, alla scelta di sostenere la Resistenza, a diventare partigiane, è spesso senza soluzione di continuità e segnala come l’aspirazione alla pace e alla libertà fos- sero già presenti in molte esistenze
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