DI TRUCCAZZANO PROVINCIA DI MILANO

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA di Sportello Unico Attività Produttive per provvedimento unico autorizzativo inerente l’ampliamento del comparto industriale posto nel Comune di Truccazzano in via Strada Provinciale 201 per Corneliano Bertario, contraddistinti al Catasto Terreni del Comune di Truccazzano al foglio 14, mappali 52, 53, 70, 71, 78, 137 (ai sensi della Direttiva 42/2001, del D.lgs. 152/2006 e s.m.i. e della L.R. 12/2005)

DOCUMENTO DI SCOPING

Arch. Moris Antonio Lorenzi

Aspetti naturalistici a cura di: Dott.ssa Patrizia Giordano

LUGLIO 2010 COMUNE DI TRUCCAZZANO SUAP DEL COMPARTO INDUSTRIALE IN VIA STRADA PROVINCIALE 201

INDICE

SEZIONE 1 – DEFINIZIONI E ASPETTI GENERALI in tema di valutazione ambientale strategica e di sviluppo sostenibile ...... 3 1 PREMESSA...... 3 2 INTRODUZIONE ...... 7 3 CONTENUTI E SIGNIFICATO DEL DOCUMENTO DI SCOPING ...... 9 4 COS‟E‟ LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ...... 10 5 L‟INFLUENZA DEL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE SULL‟APPROCCIO METODOLOGICO DELLA VAS ...... 13 6 LO SUAP E LA VAS...... 15 7 RAPPORTO AMBIENTALE ...... 19 8 LE CONSULTAZIONI ...... 21 SEZIONE 2 – I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 23 9 IL PROCESSO DI VAS ...... 23 10 IL PERCORSO METODOLOGICO PER LA VAS DELLA PROPOSTA DI SUAP IN COMUNE DI TRUCCAZZANO ...... 27 11 LE QUESTIONI PRELIMINARI PER L‟ORIENTAMENTO E LA VERIFICA AMBIENTALE ...... 29 12 LA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 31 13 LA DEFINIZIONE DELL‟AMBITO DI INFLUENZA DELLA PROPOSTA DI SUAP...... 33 14 ASPETTI ECOLOGICI MAGGIORMENTE SIGNIFICATIVI NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO ...... 43 15 VERIFICA CIRCA LA PRESENZA DI SITI DELLA RETE EUROPEA NATURA 2000 E ALTRI BIOTOPI . 53 16 LA SCELTA DEGLI INDICATORI AMBIENTALI ...... 54 17 GLI INDICATORI GENERICI ...... 57 18 GLI INDICATORI SPECIFICI ...... 60 19 LE ALTERNATIVE E L‟OPZIONE ZERO...... 61 20 LE VERIFICHE DI COERENZA DELLE SCELTE DI PIANO E I CRITERI DI COMPATIBILITA‟ AMBIENTALE ...... 63 21 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI E L‟INDIVIDUAZIONE DELLE RISPOSTE ...... 67 22 LE MODALITA‟ DI CONTROLLO DEL PIANO ...... 68 23 LA SINTESI NON TECNICA ...... 69

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SEZIONE 1 – DEFINIZIONI E ASPETTI GENERALI IN TEMA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E DI SVILUPPO SOSTENIBILE

1 PREMESSA

La consapevolezza che l‟origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni strategiche di programmazione e pianificazione, prima che nella realizzazione di nuovi progetti, era già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21‟, adottato a Rio de Janeiro nel 1992 nella Conferenza delle Nazioni Unite sull‟ambiente e lo sviluppo; proprio in detta circostanza erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero successivamente dovuto tradurre in piani di azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel ventunesimo secolo (da cui il termine coniato di “Agenda 21”).

La politica ambientale della Unione Europea risale a sua volta ad un documento conosciuto come “Quinto programma d‟azione per l‟ambiente”, - più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e sostenibile: programma politico e d‟azione della Comunità Europea a favore dell‟ambiente e di uno sviluppo sostenibile”- , adottato dal Consiglio d‟Europa nell‟anno 1993.

Il termine sostenibilità, che verrà utilizzato anche nel presente documento, in coerenza con l‟indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno all‟ambiente e alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e lo sviluppo futuro”.

All‟interno di questo concetto deve essere collocato anche il concetto di “pianificazione sostenibile” che si configura quale obiettivo ultimo della VAS, la quale a sua volta costituisce lo strumento essenziale per accertarne l‟effettiva attuazione.

Nel progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del nord Italia e dalla Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che propone, rispetto alla pianificazione sostenibile, un‟impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”. Tali criteri in sintesi sono:

usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione;

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usare le risorse non rinnovabili a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse sostitutive rinnovabili;

limitare l„immissione nell‟ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di assorbimento e di rigenerazione da parte dell‟ambiente.

Di conseguenza “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, quanto piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle trasformazioni del pianeta”.

Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come questo, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella di un‟attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle stesse).

Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment” a quello originario di “habitat”, ha preso avvio la prospettiva dello“sviluppo sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli socioeconomici.

Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di trasformazione territoriale consistente, non può limitarsi alla sola “valutazione di compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la VAS comporta quindi la necessità di definire un‟azione continuata nel futuro in termini di “monitoraggio” e “gestione”.

Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 la UE definiva in modo sintetico quanto puntuale la procedura di VAS sottolineando, all‟art. 1, la finalità della stessa: “La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti signifícativi sull’ambiente”.

La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4 L.R. 12 del 11/033/2005) e successivamente anche in sede di legislazione nazionale (Codice dell‟Ambiente D.Lgs. 152 del 03/04/2006).

Nel Codice dell‟Ambiente (D.Lgs. 152 dei 03/04/2006), alla VAS viene data la seguente definizione: “elaborazione di un rapporto concernente l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato

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piano o programma da adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”.

Nella DGR della Regione Lombardia del 15/03/06 “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”, la VAS, più sinteticamente viene così precisata: “Il processo che comprende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”.

I due provvedimenti, statale e regionale, divergono invece circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007 e nella DGR 30 dicembre 2009, n. 10971 con la quale sono state recepite le disposizioni di cui al D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.

In proposito va rilevato che quest‟ultima formulazione risulta più aderente con quanto a suo tempo precisato in quello che è considerato il testo di primario riferimento della materia, specificatamente con il “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e dei Programmi dei fondi strutturali dell‟Unione Europea” (1998) e cioè “un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”.

La VAS quindi non può limitarsi ad essere un “corredo” o un “supporto” della pianificazione - programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste.

Per questa ragione il processo di Vas che viene avviato operativamente con il presente documento, dovrà proporsi:

di raffrontare la compatibilità e la sostenibilità degli obiettivi della proposta di cui allo SUAP;

di favorire relazioni e concertazioni tra soggetti / autorità preposte alla gestione del territorio e dell‟ambiente;

di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da

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ridefinire, in continuità con gli stessi obbiettivi, i contenuti della proposta di cui allo SUAP, tramite idonee azioni correttive;

di strutturare un sistema di informazioni, sovente note ma disarticolate;

di attivare criteri di monitoraggio sulla relazione tra processualità di attuazione del piano ed effetti ambientali.

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2 INTRODUZIONE

Il Documento di Scoping ha il compito di precisare la metodologia da adottare e i procedimenti da attivare durante lo svolgimento del processo di Valutazione Ambientale Strategica della proposta di cui allo SUAP del Comune di Truccazzano.

Compito essenziale del Documento di Scoping è pertanto quello di delineare uno schema operativo, che contempli l‟insieme delle norme di riferimento, che definisca un preciso inquadramento territoriale dell‟atto di pianificazione, nonché evidenzi il significato delle consultazioni pubbliche e le informazioni che dovranno essere riportate nei documenti che costituiscono l‟esito del percorso di Valutazione Ambientale Strategica, con particolare riferimento al documento chiamato “Rapporto Ambientale”.

Le informazioni che il Rapporto Ambientale dovrà considerare verranno individuate sia in relazione allo specifico strumento di trasformazione territoriale da valutare (la proposta di cui allo SUAP), sia in ragione degli strumenti di pianificazione sovraordinati o di settore, agli specifici ambiti di influenza, alle peculiarità territoriali e ambientali del territorio comunale di Truccazzano e di una significativa area di contesto rispetto all‟ambito oggetto di trasformazione, che contempli le principali interazioni territoriali, paesaggistiche e ambientali.

Per effettuare le analisi che troveranno collocazione all‟interno del Rapporto Ambientale, sarà necessario considerare le normative di settore appositamente emanate dalle diverse autorità con competenza in materia ambientale (Comunità Europea, Stato, Regione e Provincia), alcune delle quali sono state citate nella sezione precedente. In particolare, per il contesto in argomento esse sono le seguenti:

Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell‟Unione Europea;

Attuazione della Direttiva 2001/42/CE, a cura della Commissione Europea;

Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”);

Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152”);

Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”);

Delibera di Giunta Regionale n.8/1563 del 22 dicembre 2005 “Valutazione ambientale di piani e programmi (VAS)”;

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“Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell‟articolo 4 della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con d.c.r. 13 marzo 2007, n. VIII/0351;

“Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all‟art. 4 della L.R. 11 Marzo 2005, n.12”, approvato con d.g.r. n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007;

“Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4 L.R. n. 12/2005; DCR 351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli”, approvato con d.g.r. n. VIII/10971 del 30 dicembre 2009, che contiene il modello procedimentale per i casi in SUAP;

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Milano, approvato con deliberazione di Consiglio Provinciale n. 55 del 14 ottobre 2003;

Legge Regionale 30 novembre 1983, n. 86 “Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l‟istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale” (BURL n. 48, 2º suppl. ord. del 02 dicembre 1983);

Legge Regionale 16 luglio 2007, n. 66 “Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione dei parchi” (BURL n. 29, 2º suppl. ord. del 19 luglio 2007);

Legge Regionale 16 settembre 1983 n. 80 istitutiva del Parco Adda Nord;

Legge Regionale 16 dicembre 2004 n. 35 “Istituzione del Parco Naturale dell‟Adda Nord”;

DGR n. VII/2869 del 22 dicembre 2000 “Approvazione del PTC del Parco Adda Nord”; DGR n. VII/9507 del 21 giugno 2002 di rettifica al PRC; DGR n. VII/9322 del 07 giugno 2002 di variante al PTC; DGR n. VII/18361 del 23 luglio 2004 di variante parziale al PTC; DGR n. VII/20041 del 23 dicembre 2004 di variante parziale alle NTA e variante parziale al PTC;

Piano Territoriale Regionale, approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale con DCR n. 951 del 19 gennaio 2010, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 6, 3°

Supplemento Straordinario dell‟11 febbraio 2010.

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3 CONTENUTI E SIGNIFICATO DEL DOCUMENTO DI SCOPING

La Direttiva Europea 2001/42/CEE prevede che “al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile (…) venga effettuata la Valutazione Ambientale di determinati Piani e Programmi che possono avere effetti significativi sull‟ambiente, demandando agli Stati Membri la definizione delle procedure per l‟effettuazione di tale valutazione”.

Lo Stato Italiano, mediante il D.Lgs. n.152/2006 prevede che le “Autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti sull‟ambiente dovuti all‟applicazione del Piano o del Programma oggetto d‟esame devono essere consultate al momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale e sul loro livello di dettaglio”.

La Regione Lombardia, nel definire con i propri atti il percorso metodologico della Valutazione Ambientale Strategica ha individuato tale fase di consultazione con la denominazione di “scoping”. L‟attività di scoping viene effettuata mediante una Conferenza di Valutazione, finalizzata all‟acquisizione di pareri e contributi da parte di tutti i portatori di interesse locali/sovra locali e delle autorità territoriali e ambientali che devono essere considerati all‟interno del Rapporto Ambientale.

Pertanto, il Documento di Scoping, in ossequio alle disposizioni normative vigenti, ha lo scopo di definire:

lo schema del percorso metodologico-procedurale per la redazione del Rapporto Ambientale e degli atti ad esso inerenti e conseguenti;

la portata delle informazioni e delle modalità di raccolta dei dati che si intendono utilizzare nel Processo di definizione del Rapporto Ambientale;

gli ambiti tematici che costituiscono gli indicatori generali per la definizione dello stato dell‟ambiente e la loro articolazione in indicatori più specifici;

l‟ambito di influenza della proposta di cui allo SUAP rispetto al territorio nel quale è collocata;

una prima individuazione dei principali caratteri e delle problematiche individuabili nel territorio in ordine ai vari indicatori ambientali.

Poiché, secondo la normativa e le disposizioni regionali, l‟intera proposta di SUAP è soggetta a VAS, il Documento di scoping viene predisposto avendo come riferimento la natura, i caratteri e la portata delle previsioni urbanistiche, territoriali, paesaggistiche e ambientali di detta proposta, rispetto alla quale sarà successivamente effettuata la procedura di Valutazione Ambientale e Strategica.

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4 COS’E’ LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

Come affermato precedentemente, la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull‟ambiente naturale è stata introdotta nella Comunità Europea dalla Direttiva 2001/42/CE, detta Direttiva VAS, entrata in vigore il 21 luglio 2001, che rappresenta un importante passo avanti nel contesto del diritto ambientale europeo. A livello nazionale la Direttiva 2001/42/CE è stata recepita con la parte seconda del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 entrata in vigore il 31 luglio 2007, modificata e integrata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 entrato in vigore il 13/02/2008.

La Direttiva ha stabilito che gli atti di pianificazione relativi ai settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale e della destinazione dei suoli elaborati e/o adottati da un‟autorità pubblica devono obbligatoriamente essere assoggettati a VAS.

L‟autorità procedente (la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano), contestualmente al processo di formazione del piano, avvia la valutazione ambientale strategica che comprende:

lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;

l‟elaborazione del rapporto ambientale;

lo svolgimento di consultazioni;

la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni;

la decisione;

l‟informazione della decisione;

il monitoraggio.

Il processo di VAS si sviluppa e si articola contestualmente alla definizione del piano all‟interno di un rapporto di influenza reciproca e la redazione del Rapporto Ambientale e dei suoi eventuali allegati avviene garantendo la attiva partecipazione dei soggetti istituzionali interessati e dei cittadini attraverso la promozione di forme di consultazione strutturate e ripetute nonché nella maggiore trasparenza possibile della restituzione delle decisioni adottate che trovano espressione nel piano stesso.

La Direttiva europea in materia e le leggi applicative derivate stabiliscono infine che le informazioni contenute nel Rapporto Ambientale vadano trasposte all‟interno di una sintesi non tecnica, allo scopo di 10

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favorire la maggiore conoscenza possibile delle informazioni al pubblico, comprendendo anche soggetti privi di specifiche competenze tecniche in materia ambientale.

Scopo ultimo della Direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione dell‟ambiente e di contribuire all‟integrazione delle considerazioni ambientali all‟atto dell‟elaborazione e dell‟adozione della proposta di SUAP, al fine di promuovere uno sviluppo il più possibile equilibrato e, soprattutto, ambientalmente sostenibile del comparto in oggetto.

L‟applicazione del processo VAS attraverso le specifiche componenti del processo, quali la verifica di sostenibilità degli obiettivi della proposta di SUAP, l‟analisi degli impatti ambientali significativi delle misure contenuti della proposta di SUAP, la costruzione e la valutazione delle ragionevoli alternative, la partecipazione al processo dei soggetti interessati e il monitoraggio delle performances ambientali della proposta di SUAP, rappresenta uno strumento di supporto sia per il proponente che per il decisore per la definizione di indirizzi e scelte di pianificazione sostenibile. In sostanza la VAS diventa per il piano elemento costruttivo, valutativo, gestionale e di monitoraggio.

Gli elementi innovativi introdotti con la VAS e che influenzano sostanzialmente il modo di pianificare/programmare lo sviluppo territoriale si possono ricondurre ai seguenti:

il criterio ampio di partecipazione, tutela degli interessi legittimi e trasparenza del processo decisionale, che si attua attraverso il coinvolgimento e la consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico che in qualche modo risulta interessato dall‟iter decisionale. I soggetti competenti in materia ambientale sono le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessati agli impatti sull‟ambiente dovuti all‟attuazione dei piani, programmi. Questo processo di partecipazione crea i presupposti per il consenso da parte dei soggetti interessati e del pubblico sugli interventi da attuare sul territorio.

L‟individuazione e la valutazione delle ragionevoli alternative della proposta di SUAP (compresa l‟alternativa “zero” di non intervento) con lo scopo, tra l‟altro, di fornire trasparenza al percorso decisionale che porta all‟adozione delle misure da intraprendere. La valutazione delle alternative si avvale della costruzione degli scenari previsionali di intervento riguardanti l‟evoluzione dello stato dell‟ambiente conseguente l‟attuazione delle diverse alternative e del confronto con lo scenario di riferimento (evoluzione probabile senza l‟attuazione della proposta). A sostegno di tale fase, possono essere utilizzati strumenti di supporto alle decisioni qualitativi e/o quantitativi

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quali metodologie e tecniche di valutazione integrata, analisi multicriteria, modelli matematici e strumenti GIS, ecc.

Il monitoraggio che assicura il controllo sugli impatti ambientali significativi derivanti dall‟attuazione del SUAP approvato e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti derivanti dall‟attuazione della proposta e adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio deve essere effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali (D. Lgs. n. 4/2008).

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5 L’INFLUENZA DEL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE SULL’APPROCCIO METODOLOGICO DELLA VAS

Il dibattito sulla questione ambientale, nato tra gli anni „60 e „70 del secolo scorso con la formazione delle prime Associazioni ambientaliste, ebbe come nodo centrale il rapporto tra economia e ambiente, nella sempre più evidente necessità di preservare la qualità del patrimonio naturale e nella consapevolezza che, essendo le risorse del pianeta tendenzialmente esauribili, dovessero essere rivisti ed equilibrati i modelli di sviluppo.

“La Terra come capitale da preservare, nella considerazione del rapporto critico tra crescita ed ecosistema e del processo irreversibile costituito dallo sfruttamento delle risorse non rinnovabili”, questo il tema di base affrontato nel 1972 dalla Conferenza di Stoccolma, la prima che, su scala mondiale, toccasse i temi ambientali e adottasse una Dichiarazione all‟interno della quale la tutela dell‟ambiente diveniva parte integrante dello sviluppo, uno sviluppo compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse.

La percezione del Pianeta quale sistema chiuso, nel quale ogni risorsa naturale trova i suoi limiti nella disponibilità e nella capacità di assorbimento dell‟ecosistema, in altre parole la coscienza dei limiti dello sviluppo, aprì in quegli anni la strada ad un dibattito profondo e ad una crescente attenzione da parte della comunità scientifica e della società civile.

Dalla consapevolezza di voler operare verso azioni orientate alla eco-gestione del territorio e delle attività antropiche prende l‟avvio il concetto di “Sostenibilità” e “Sviluppo Sostenibile”, contenuto nel Rapporto “Our Common Future” (1987) della World Commission on Environment and Development (Commissione Bruntland), che gli diede la sua accezione più nota, ovvero lo sviluppo che “garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”.

Il concetto informatore di questo modello di sviluppo, compatibile con le esigenze di tutela e salvaguardia delle risorse e capitale dell‟umanità, ripropone una visione del mondo nella quale il fine ultimo è rappresentato dal raggiungimento di una migliore qualità della vita, dalla diffusione di una prosperità crescente ed equa, dal conseguimento di un livello ambientale non dannoso per l‟uomo e per le altre specie viventi e nel quale sia possibile una più equa accessibilità alle risorse.

Nascono proprio in quegli anni i presupposti dell‟economia ecologica e dell‟economia ambientale, come nuovo campo di studi ove rileggere e valutare le interrelazioni tra ambiente ed economia. L‟economia ambientale avvia, più specificamente, l‟approfondimento di alcune tematiche di particolare rilievo nella

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definizione e nella comprensione delle relazioni tra salvaguardia ambientale, perseguimento dell‟efficienza economica e fallimenti di mercato, come nel caso delle esternalità ambientali e del livello ottimo di inquinamento.

Affronta, inoltre, il problema della valutazione economica delle risorse ambientali, degli strumenti di politica economica e fiscale per il controllo delle esternalità e dei problemi ambientali (imposte ambientali).

Altro caposaldo dello sviluppo sostenibile è rappresentato dalla Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 che, nella sua Dichiarazione, sancisce i 27 principi su ambiente e sviluppo, i “Principi delle foreste e l’Agenda 21”, ancora oggi vivi ed attuali.

Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, avocando a sè la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di Ambiente, Economia e Società, dato che risulta evidente come l‟azione ambientale da sola non possa esaurire la sfida: ogni piano o politica di intervento, infatti, deve rispondere ad una visione integrata e definire sia impatti economici che sociali ed ambientali. Il progresso tecnologico sostenibile si pone allora quale strumento per raggiungere l‟obiettivo di un uso oculato delle risorse naturali diminuendo il consumo di quelle non rinnovabili, della limitazione dei rifiuti prodotti e della sostituzione del capitale naturale (territorio, risorse materiali, specie viventi) con capitale costruito (risorse naturali trasformate).

La Conferenza di Rio, contestualmente, lanciava la Convenzione sulla Diversità biologica, la Convenzione sui Cambiamenti climatici e quella sulla Desertificazione, adottata poi nel 1994.

È evidente pertanto la stretta relazione tra sviluppo sostenibile e valutazione ambientale strategica che si manifesta nell‟attenzione rivolta all‟individuazione delle informazioni ambientali pertinenti e nella successiva definizione di appositi indicatori da individuare in rapporto alle singole specificità territoriali e ambientali, socioeconomiche, demografiche, ecc.

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6 LO SUAP E LA VAS

La DGR 30 dicembre 2009 n. VIII/10971, all‟allegato 1r definisce le modalità procedurali della VAS per gli sportelli unici di attività produttive. Lo Sportello è soggetto a Valutazione ambientale allorché ricadono le seguenti condizioni:

a. ricade nel “Settore della destinazione dei suoli” e definisce il quadro di riferimento per l‟autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE;

b. si ritiene che abbia effetti ambientali significativi su uno o più siti, ai sensi dell‟articolo 6, paragrafo 3 della Direttiva 92/43/CEE (punto 4.4 – Indirizzi generali)..

Proponente è il soggetto, secondo le competenze previste dalle vigenti disposizioni, che elabora il SUAP. Autorità procedente è la pubblica amministrazione che elabora il SUAP ovvero, nel caso in cui il soggetto che predispone il SUAP sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano/programma. È la pubblica amministrazione cui compete l‟elaborazione della dichiarazione di sintesi. Tale autorità è individuata all‟interno dell‟ente tra coloro che hanno responsabilità nel procedimento di SUAP.

Autorità competente per la VAS è la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità e l'elaborazione del parere motivato. L‟autorità competente per la VAS è individuata all‟interno dell'ente con atto formale dalla pubblica amministrazione che procede alla formazione del SUAP, nel rispetto dei principi generali stabiliti dai D.Lgs 16 gennaio 2008, n.4 e 18 agosto 2000, n. 267.

Essa deve possedere i seguenti requisiti:

a. separazione rispetto all‟autorità procedente;

b. adeguato grado di autonomia nel rispetto dei principi generali stabiliti dal D.Lgs 18 agosto 2000, n. 267, fatto salvo quanto previsto dall‟articolo 29, comma 4, Legge n. 448/2001;

c. competenze in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo sostenibile.

L‟Autorità procedente, d‟intesa con l‟autorità competente per la VAS, individua i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati da invitare alla conferenza di valutazione. Di seguito sono indicati i soggetti da consultare obbligatoriamente:

sono soggetti competenti in materia ambientale: 15

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a. ARPA;

b. ASL;

c. Enti gestori aree protette;

d. Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia;

e. Autorità competente in materia di SIC e ZPS (se prevista la Valutazione di incidenza) (non nella fattispecie);

f. Autorità competente in materia di VIA (se prevista la VIA o verifica di VIA) (non nella fattispecie).

Sono enti territorialmente interessati

a. Regione;

b. Provincia;

c. Comunità Montane (non nella fattispecie);

d. Comuni confinanti;

e. Autorità di Bacino;

f. Regioni, Province e Comuni di Regioni confinanti

I soggetti sopra indicati possono essere integrati a discrezione dell‟autorità procedente.

Il pubblico è costituito da una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone; il pubblico interessato è quello che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell‟ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse.

L‟autorità procedente d‟intesa con l‟autorità competente per la VAS, provvede a:

individuare i singoli settori del pubblico interessati all‟iter decisionale;

definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico.

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Relativamente alle associazioni, organizzazioni o gruppi, in relazione alla proposta di SUAP, si ritiene opportuno:

individuare tutte le realtà presenti nel territorio considerato a seconda delle loro specificità;

avviare momenti di informazione e confronto.

Il Comune di Truccazzano, contestualmente alla proposta di SUAP in oggetto, ha provveduto all‟avvio della Valutazione Ambientale Strategica procedendo a definire in prima istanza il presente Documento di Scoping.

Consultazione, comunicazione e informazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. La partecipazione è supportata da forme di comunicazione e informazione e dalla consultazione che si avvale della Conferenza di Valutazione.

Al fine di acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e ad acquisire i pareri dei soggetti interessati sono attivate la Conferenza di Verifica e/o la Conferenza di Valutazione.

L‟autorità procedente, d‟intesa con l‟autorità competente per la VAS, convoca i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati/limitrofi alla Conferenza di Verifica e/o di Valutazione.

a. Conferenza di Verifica: spetta alla conferenza di verifica, mediante apposito verbale, esprimersi in merito al rapporto preliminare della proposta di SUAP contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull‟ambiente, sulla salute e sul patrimonio culturale facendo riferimento ai criteri dell‟Allegato II della Direttiva. Della conferenza viene predisposto apposito verbale.

b. Conferenza di Valutazione: la conferenza di valutazione è articolata in almeno due sedute:

la prima, di tipo introduttivo, è volta ad illustrare il documento di scoping e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito;

la seconda, di tipo conclusivo, è finalizzata a valutare la proposta di SUAP e di Rapporto Ambientale, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti.

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Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. Nel caso di verifica di assoggettabilità alla VAS conclusasi con l‟assoggettamento del Suap a VAS, la conferenza di verifica può essere considerata, sussistendo gli elementi, quale prima conferenza di valutazione.

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7 RAPPORTO AMBIENTALE

Nel Rapporto Ambientale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l‟attuazione del piano potrebbe avere sull‟ambiente. In particolare, le informazioni di minima da riportare nel rapporto sono contenute nell‟Allegato I della Direttiva 42/2001/CE.

L‟elaborazione del rapporto ambientale, una volta individuati e condivisi gli indirizzi generali definiti durante la fase di scoping, si articola in fasi di natura tecnica che hanno lo scopo di verificare l‟adeguatezza del piano al contesto programmatico, pianificatorio e fisico-ambientale di riferimento.

Il Rapporto Ambientale, così come stabilito dalla Direttiva 2001/42/CE e del documento di attuazione, deve contemplare quanto segue:

illustrazione degli obiettivi della proposta di SUAP;

definizione dell‟ambito territoriale di applicazione della proposta di SUAP e dell‟area di riferimento;

analisi degli aspetti ambientali peculiari del territorio e degli elementi pertinenti alla tipologia della proposta di SUAP e alle linee d‟azione degli obiettivi della pianificazione insistente in detto ambito;

individuazione, sulla base delle peculiarità sopra descritte, degli indicatori ambientali più adatti a prevedere gli effetti derivanti dall‟attuazione della proposta di SUAP;

analisi di coerenza delle scelte della proposta di SUAP;

verifica degli scenari di riferimento;

costruzione, valutazione e scelta delle possibili alternative;

valutazione degli effetti ambientali relativi all‟attuazione della proposta di SUAP e all‟attuazione di ragionevoli alternative, sulla base degli indicatori precedentemente individuati;

possibili interventi di contenimento e compensazione dei prevedibili effetti negativi derivanti dall‟attuazione della proposta di SUAP;

restituzione sui processi di consultazione e partecipazione relativi alle varie fasi del processo di VAS;

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individuazione e descrizione delle misure di monitoraggio previste o suggerite;

sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai punti precedenti (sotto forma di documento separato).

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8 LE CONSULTAZIONI

La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza e del coinvolgimento, sotto forma di consultazione, delle autorità competenti in materia ambientale e del pubblico.

La procedura di VAS prevede che le Autorità con Competenza Ambientale e il pubblico interessato dall‟attuazione della proposta di SUAP abbiano la possibilità di esprimere la loro opinione nelle varie fasi della valutazione ambientale strategica.

La consultazione di soggetti terzi garantisce il rispetto del diritto all'informazione e alla partecipazione alle decisioni nelle finalità della Convenzione di Aarhus. In particolare, si garantisce il diritto:

all'informazione completa e accessibile;

a esprimere pareri, osservazioni, suggerimenti/proposte;

a conoscere le motivazioni e le modalità con le quali tali osservazioni, i pareri, i suggerimenti e le proposte sono o non sono state integrate nella proposta di SUAP.

Le consultazioni rivestono particolare rilevanza nelle procedure di VAS rappresentando il presupposto indispensabile per la localizzazione condivisa e sostenibile degli interventi sul territorio e garantendo la condivisione delle informazioni a disposizione dell‟Autorità proponente la proposta di SUAP.

La selezione dei partecipanti alle attività di partecipazione e consultazione è complessa e dipende sostanzialmente dalla definizione dell‟ambito di influenza della proposta di SUAP, dalle caratteristiche del sistema territoriale di riferimento, dalla maggiore o minore articolazione delle azioni previste, dalla maggiore o minore complessità e conflittualità dell‟arena decisionale.

Nella fase di scoping, l‟Autorità proponente deve definire l‟elenco delle Autorità con specifiche competenze ambientali e del pubblico che ritiene possano essere interessati agli effetti ambientali potenzialmente indotti dall‟attuazione del piano; particolare attenzione va posta nel garantire la rappresentanza alle componenti sociali più deboli.

Successivamente, durante la fase di consultazione sul Rapporto Ambientale, tale lista può essere estesa e completata.

La consultazione delle Autorità con competenza ambientale si avvia con la richiesta di osservazioni in merito al documento di scoping per la condivisione dei contenuti del Rapporto Ambientale ed, in particolare, 21

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del livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare nello stesso, nonché le metodologie per la conduzione dell‟Analisi ambientale e della valutazione degli impatti.

Il processo di partecipazione del pubblico avviene per fasi: alcune sono di carattere informativo e riguardano sia le decisioni assunte dall‟Autorità proponente il piano nelle fasi preliminari di redazione della proposta di SUAP e applicazione della procedura di VAS, sia la presentazione delle finalità e degli obiettivi generali della proposta di SUAP e la proposta di Rapporto Ambientale.

Successivamente, la consultazione consta nell‟espressione di osservazioni al piano e alla bozza di rapporto ambientale nella fase precedente all‟adozione/approvazione della proposta di SUAP.

Le forme e le tecniche di partecipazione che possono essere utilizzate sono molteplici: è possibile informare/consultare ampi settori di pubblico utilizzando comunicazioni on line, avvisi pubblici, manifesti, opuscoli informativi oppure strutturare gruppi ristretti di pubblico offrendo la possibilità di partecipare a forum tematici, tavoli di lavoro, incontri con gruppi di interesse. Compito del Comune è attivare, a sua discrezione, una o più tecniche di partecipazione.

A conclusione del processo, l‟Amministrazione responsabile della proposta di SUAP dovrebbe tener conto dei pareri delle autorità competenti e delle osservazioni del pubblico nella valutazione delle eventuali proposte alternative e di eventuali effetti non considerati nella proposta di SUAP. Ai fini della trasparenza e della ripercorribilità del processo, i pareri e le osservazioni devono essere resi pubblici così come le motivazioni che hanno portato l‟Autorità proponente a tenerne conto o meno nella redazione della proposta di SUAP.

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SEZIONE 2 – I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE

9 IL PROCESSO DI VAS

Lo schema operativo che viene adottato per la VAS della proposta di SUAP è illustrato di seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia. Gli indirizzi regionali lasciano una certa libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione della proposta di SUAP, l‟autorità competente per la VAS collabora con l‟autorità procedente nello svolgimento delle seguenti attività:

individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze ambientali e il pubblico da consultare.

Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi:

definizione dell‟ambito di influenza della proposta di SUAP (scoping) e definizione delle caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale;

individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali;

articolazione degli obiettivi generali.

Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale:

coerenza esterna degli obiettivi generali della proposta di SUAP;

definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli;

coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione della proposta di SUAP, e confronto tra queste e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta della proposta di SUAP;

individuazione del sistema di monitoraggio ex post.

Come già affermato, la Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza e del coinvolgimento, sotto forma di consultazione, delle autorità competenti in materia ambientale) e del pubblico demandando

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altresì agli Stati membri la definizione delle specifiche modalità per l‟informazione e la consultazione dei soggetti.

Il Comune di Truccazzano ha provveduto a predisporre le seguenti deliberazioni:

- Deliberazione di Giunta Comunale n. 46 del 06.07.2010, avente ad oggetto: “ISTITUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE AI SENSI DEL SPR 447 DEL 20.10.1998, COSI' COME MODIFICATO DAL DPR 440 DEL 07.12.2000”;

- Deliberazione di Giunta Comunale n. 49 del 06.07.2010, avente ad oggetto: “AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RELATIVO ALLO SPORTELLO UNICO PER LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO CAPANNONE, SUI TERRENI IDENTIFICATI AL FOGLIO 14 MAPP. 52, 53, 70, 71, 78, 137 E INDIVIDUAZIONE DEGLI ENTI TERRITORIALMENTE INTERESSATI E DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE”.

- Deliberazione di Giunta Comunale n. 68 del 28.09.2010 avente ad oggetto: “ANNULLAMENTO DELIBERAZIONE DI GIUNTA COMUNALE N. 49 DEL 06.07.2010 E AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RELATIVO ALLO SPORTELLO UNICO PER LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO CAPANNONE, SUI TERRENI IDENTIFICATI AL FOGLIO 14 MAPP. 52, 53, 70, 71, 78 E 137 E INDIVIDUAZIONE DEGLI ENTI TERRITORIALMENTE INTERESSATI E DEI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE”.

In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con quest‟ultima delibera dell‟Autorità Procedente, d‟intesa con l‟Autorità Competente, i seguenti soggetti:

Autorità proponente e procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di pianificazione e ne attiva le procedure); in particolare, l‟Autorità procedente è il Comune di Truccazzano;

Estensore della proposta di SUAP;

Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della redazione del Rapporto Ambientale);

Autorità competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l‟autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l‟applicazione della Direttiva e degli indirizzi regionali nell‟ambito del procedimento di valutazione ambientale del

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Documento di Piano); l‟Autorità Competente è il Parco della Valle del Lambro, nella persona del Responsabile dell‟Ufficio Urbanistica, Arch.to Leopoldo Motta;

Soggetti competenti in materia ambientale (enti pubblici competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale):

ARPA della Provincia di Milano 2

ASL

Parco Adda Nord, in quanto Ente gestore di aree protette

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia

Enti territorialmente interessati:

Regione Lombardia Direzione Generale territorio e Urbanistica

Regione Lombardia Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità

Regione Lombardia Direzione Generale Qualità dell‟Ambiente

Provincia di Milano Ambito Territoriale Ottimale

Provincia di Milano Direzione Centrale Pianificazione e Assetto del Territorio

Provincia di Milano Direzione Centrale Trasporti e Viabilità

Provincia di Milano Direzione Centrale Ambiente

I Sig.ri Sindaci dei comuni di: , , Cassano d‟Adda, Rivolta, , Merlino,

Unione Commercianti

Unione Provinciale Agricoltori di Milano e di Lodi

Coldiretti di Milano e Lodi

Confagricoltura Milano e Lodi

Confederazione Nazionale Artigiani di Milano

Assolombarda

Camera Commercio I.A.A. Melzo

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Idra Patrimonio S.p.A.

CEM Ambiente

Cogeser

ENEL Distribuzione

ENEL Sole

Telecom Italia S.p.A.

Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi

Consorzio Muzza

VV.FF. Milano

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano

Pubblico e pubblico interessato:

Cittadinanza

Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

Il processo di partecipazione integrata alla VAS della proposta di SUAP in Comune di Truccazzano sarà sviluppato utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo. In particolare, si indicano gli strumenti di informazione che saranno utilizzati:

incontri pubblici con la popolazione e le associazioni di categoria e di settore;

divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il portale internet comunale di volta in volta aggiornato con la nuova documentazione disponibile;

affissione presso l‟Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri in programma.

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10 IL PERCORSO METODOLOGICO PER LA VAS DELLA PROPOSTA DI SUAP IN COMUNE DI TRUCCAZZANO

L‟autorità procedente d‟intesa con l‟autorità competente per la VAS elabora il Rapporto Ambientale. Le informazioni da fornire, ai sensi dell‟articolo 5 della Direttiva 2001/42 CE, sono quelle elencate nell‟allegato I della citata Direttiva:

illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali della proposta di SUAP e del rapporto con altri pertinenti piani e programmi;

aspetti pertinenti dello stato attuale dell‟ambiente e sua evoluzione probabile senza l‟attuazione della proposta di SUAP;

caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente della proposta di SUAP, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409 CEE (sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE) e 92/43/CEE;

obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti della proposta di SUAP, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

possibili effetti significativi sull‟ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l‟acqua, l‟aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l‟interrelazione tra i suddetti fattori;

misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull‟ambiente dell‟attuazione della proposta di SUAP;

sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;

descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;

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sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

Le procedure per l‟approvazione del Rapporto Ambientale, in considerazione di quanto stabilito dalla DGR del 27 dicembre 2007, sono così declinate:

Attivazione della “fase preliminare allo scopo di definire, in contraddittorio con l‟Autorità Competente, le informazioni che devono essere fornite nel Rapporto Ambientale”;

Consultazione “sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale” delle “Autorità che per le loro specifiche competenze ambientali possono essere interessate agli effetti sull‟ambiente dovuti alla formazione della proposta di SUAP” ;

Prima Conferenza di scoping;

Predisposizione della proposta di SUAP definitiva e del relativo Rapporto Ambientale nonché della Sintesi non tecnica;

Messa a disposizione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica alle Autorità; pubblicazione sul sito web a disposizione del pubblico;

Seconda Conferenza di Valutazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica al fine di raccogliere e valutare le osservazioni e gli elementi conoscitivi e valutativi;

Predisposizione del giudizio di compatibilità ambientale.

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11 LE QUESTIONI PRELIMINARI PER L’ORIENTAMENTO E LA VERIFICA AMBIENTALE

È opportuno che la VAS, tenendo conto del quadro delle criticità esistenti nel contesto territoriale di riferimento, rivolga alla proposta di SUAP una serie di interrogativi preliminari al fine di dichiarare fin dall‟inizio quali saranno i temi della valutazione, di delineare il quadro dei possibili indicatori.

Tra questi interrogativi, a cui dovrà dare risposta il Rapporto Ambientale nella sua componente valutativa, alcuni, di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale ed ai rapporti che legano la proposta di SUAP con gli strumenti di pianificazione sovraordinata:

La proposta di SUAP quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune;

La proposta di SUAP è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione sovraordinati? E in quale rapporto si pone con il quadro ambientale e paesaggistico locale?

Altri attengono in modo più diretto alla proposta di SUAP, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale, e fanno riferimento ai temi della sostenibilità:

La proposta di SUAP considera in modo adeguato le criticità locali;

La proposta di SUAP tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di bio-permeabilità del territorio;

La proposta di SUAP evita lo spreco di terreno agricolo pregiato;

La proposta di SUAP compromette il paesaggio e i beni culturali;

La proposta di SUAP tiene conto dell‟assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque;

La proposta di SUAP propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua funzione;

La proposta di SUAP fa quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non rinnovabili;

Altri interrogativi, ancora, saranno da porre nella verifica finale necessaria per delineare le attività di monitoraggio del Piano attraverso le quali si andrà a valutare la corretta attuazione della proposta di SUAP:

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Le scelte della proposta di SUAP sono realisticamente realizzabili;

La proposta di SUAP prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all‟evoluzione dei fenomeni territoriali?

Dentro questo ambito di riferimento dovranno pertanto essere valutate dalla VAS non solo “le cose da fare” ma anche le indicazioni del “come debbono essere fatte”, a quale livello di dettaglio, con quali risorse e con che tempi, nonché di monitorare la sua attuazione.

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12 LA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE

Il Rapporto Ambientale è il documento che accompagna la proposta di SUAP nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l‟attuazione di detta proposta potrebbe determinare sull‟ambiente.

Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle decisioni che motivano l‟intero processo di valutazione. Il Rapporto Ambientale della proposta di SUAP viene articolato in due parti:

Parte I – Quadro conoscitivo sullo Stato dell‟Ambiente: inquadramento del territorio comunale di Truccazzano con particolare riferimento all‟ambito riguardante l‟area oggetto di SUAP e definizione delle matrici ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati disponibili. Saranno raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria, ambiti di naturalità, ecc.) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità competenti in materia ambientale o predisposte a seguito di rilievi di campo. Quadro della pressione antropica sull‟ambiente, che è determinata da una serie di elementi quali il traffico, il rumore, l‟inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico e fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, centrali per la produzione di energia, ecc. Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale che si pongono come fattore di criticità ambientale per il territorio,e che possono produrre ricadute sulle matrici ambientali. Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intesi come componenti del paesaggio naturale e antropico e delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare attenzione in fase di pianificazione. Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo studio del territorio.

Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte della proposta di SUAP: questa parte viene orientata all‟analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni previste al suo interno, effettuando anche ove opportuno la valutazione delle alternative d‟intervento eventualmente proposte. La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli aspetti pertinenti delle previsioni della proposta di SUAP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS. La valutazione viene effettuata anche mediante la compilazione di schede (qualora necessario) che prendono in considerazione gli aspetti ambientali, paesaggistici e urbanistici significativi alla scala delle previsioni della proposta di SUAP. Le ipotesi d‟intervento formulate dal documento stesso sono 31

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valutate in relazione all‟impatto e all‟influenza che le scelte della proposta di SUAP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti.

Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale.

Sulla scorta del Rapporto Ambientale e delle considerazioni emerse durante la Conferenza (dettagliate nel Verbale), l‟Autorità competente per la VAS, esprimerà un parere motivato. Il parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione della proposta di SUAP.

Il parere dovrà contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito:

alla qualità ed alla congruenza delle scelte della proposta di SUAP alla luce delle alternative possibili, ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA;

alla coerenza interna ed esterna della proposta di SUAP;

alla efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati.

Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all‟adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta di SUAP valutato. L‟autorità procedente, in collaborazione con l‟autorità competente per la VAS, provvederà, ove necessario, alla revisione della proposta di SUAP alla luce del parere motivato espresso.

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13 LA DEFINIZIONE DELL’AMBITO DI INFLUENZA DELLA PROPOSTA DI SUAP

La necessità di definire un‟area significativa di riferimento discende dalle caratteristiche dei parametri ambientali e territoriali, la cui distribuzione sul territorio spesso mostra gradienti legati ad elementi fisici ben riconoscibili, oppure la cui distribuzione sul territorio è svincolata dalla bidimensionalità del campo di applicazione dei confini amministrativi.

L‟individuazione del solo ambito territoriale di applicazione della proposta di SUAP, pertanto, non permetterebbe di cogliere compiutamente la complessità dei caratteri ambientali presenti sul territorio.

Nell‟osservare la regione urbana milanese, il territorio di Truccazzano appare collocato in posizione relativamente marginale rispetto ai più grandi centri urbani. Situato lungo la sponda dell‟Adda, Truccazzano è, infatti, un “territorio di confine” pressoché equamente distante dai centri di Milano, Lodi, Crema e Bergamo.

Una figura territoriale al limite tra ben tre ambiti amministrativi provinciali; un centro abitato appartenente a quella trama insediativa più minuta che, dai grandi nuclei urbani, dirada via via che si immerge nell‟esteso patrimonio della pianura irrigua, significativa testimonianza dell‟opera e delle fatiche dell‟uomo.

Pur vivendo una condizione di „limite‟ e di „confine‟ la realtà di Truccazzano non è però affatto marginale ed estranea alle dinamiche insediative ed infrastrutturali che hanno contraddistinto (e che tuttora segnano) la regione urbana milanese. I nuovi insediamenti della logistica che hanno via via marcato le radiali in uscita da Milano, la crescita residenziale e demografica seguita al progressivo trasferimento dall‟area centrale ma soprattutto l‟insieme delle opere e degli interventi sul sistema infrastrutturale sono, di fatto, i fenomeni che Truccazzano ha affrontato (e sta affrontando) al pari di altri centri dell‟area metropolitana.

Entro il significativo processo di trasformazione che si è via via delineato, un peso rilevante è certamente assunto dalla dimensione infrastrutturale. Potenziamento della SP 14 Rivoltana, nuovo tracciato autostradale Bre.Be.Mi., tracciato della Tangenziale Est Esterna (T.E.M.) ed ancora quadruplicamento della tratta ferroviaria Milano‐Venezia. Sono queste le opere che coinvolgono direttamente il territorio di Truccazzano anche se con modalità ed impatti differenti. Progetti infrastrutturali che di fatto rendono Truccazzano e tutto il territorio più orientale dell‟area milanese un “territorio in transizione”, un ambito nel quale gli interventi prefigurati (infrastrutturali ma non solo) porteranno a notevoli cambiamenti, positivi o negativi a seconda dei casi e dei punti di vista, ma in ogni caso quasi del tutto slegati ed estranei ai caratteri e alle dinamiche

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propriamente locali o alle politiche urbanistiche che le singole Amministrazioni intendono promuovere sul proprio territorio.

Truccazzano è però un “territorio in transizione” anche per altro. Uno sguardo anche non troppo attento mostra, infatti, come questo territorio sia sì area metropolitana ma sia soprattutto spazio agricolo e naturale. Sia sì il luogo di “un‟economia che cambia” ma sia soprattutto un paesaggio in cui trovano sintesi natura, cultura e storia. Sia sì il luogo prescelto, insieme con molti altri contesti di eguale qualità ambientale, dalla domanda di nuovi insediamenti residenziali ma anche il territorio selezionato dalle attività commerciali e della logistica che cercano spazi di notevoli dimensioni e fortemente infrastrutturati.

Si tratta di aspetti che, oltre a Truccazzano, contraddistinguono l‟intera figura territoriale dell‟Adda Martesana, un paesaggio metropolitano in cui convivono una molteplicità di ambienti e caratterizzazioni che si accostano e sfumano tra loro, a partire dalle radiali in uscita da Milano e dalle linee di deflusso delle acque che, dalla città centrale, si susseguono più o meno parallelamente e con regimi differenti avvicinandosi all‟Adda.

Un ambito in cui lo spazio aperto ha una estensione rilevante ed è ancora un elemento costitutivo del territorio, eccezione fatta per la fascia più prossima al cuore metropolitano in cui la superficie urbanizzata è di gran lunga superiore all‟estensione dello spazio aperto.

All‟interno dello stesso ambito Adda-Martesana, Truccazzano è ancora una volta un luogo di confine, uno spazio di transizione (o di continuità) tra il paesaggio che si struttura attorno all‟Adda e la pianura irrigua posta a sud del Canale Villoresi e del Naviglio Martesana. Un paesaggio molteplice e in gran parte tutelato da quel sistema di aree protette che trova nel Parco Agricolo Sud Milano e nel Parco Adda Nord i suoi principali capisaldi.

Più precisamente è il Parco Adda Nord a comprendere quasi il 70% dell‟intera estensione comunale e ad assumere nei confronti delle peculiarità e delle risorse che connotano il paesaggio, non solo un ruolo di tipo vincolistico e conservativo ma anche una posizione dinamica e, soprattutto, propositiva in grado di evolvere e far evolvere i delicati equilibri di questo territorio e la sua multifunzionalità in sintonia con i cambiamenti della natura, della società e dell‟economia.

Quello che osserviamo è un territorio in cui emergono gli aspetti naturalistici legati al fiume e alla sua morfologia ma anche gli aspetti più propriamente paesistici derivati dal coniugarsi delle dinamiche naturali e delle pratiche antropiche.

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Sono questi, infatti, i due principali processi alla base dei caratteri fisici, morfologici, geografici di quest‟ambito territoriale nel quale è possibile distinguere fondamentalmente due elementi caratterizzanti: da un lato, un patrimonio insediativo che da conto di un processo di antropizzazione intenso e strettamente legato alle pratiche della produzione agricola; dall‟altro, una presenza ancora rilevante e strutturante dello spazio aperto legato, ora alla vallata fluviale con i suoi terrazzamenti, le scarpate e i boschi, ora alla ricca piattaforma agricola la cui orditura appare ancora in parte segnata dall‟equipaggiamento vegetale sopravvissuto alla forte meccanizzazione delle pratiche colturali.

Siamo in sostanza ancora una volta di fronte ad un “territorio in transizione” tra natura, ruralità e urbanità. Se l‟essere luogo di confine, territorio e paesaggio in transizione è certamente riferito e riferibile alle caratteristiche fisiche e geografiche di Truccazzano, altri aspetti rafforzano l‟immagine di “territorio di confine / territorio in transizione”. È innanzitutto il tema dei servizi alla società e all‟economia, per un territorio fortemente dipendente dal tessuto e dal sistema delle polarità e dei servizi che lo circondano.

Entro il contesto dell‟Adda-Martesana, Truccazzano non riveste, peraltro, un ruolo di primo piano in termini di offerta di servizi ed attività economiche; il ruolo di poli attrattori per è invece assunto dai comuni di e Gorgonzola, entrambi individuati quali polarità di primo livello per dotazione di servizi ed accessibilità, ai quali si affiancano però anche i centri urbani di Trezzo sull‟Adda, Melzo e Cassano d‟Adda. Proprio Melzo e Cassano rappresentano i centri di maggiore interesse per Truccazzano, in quanto proprio qui si concentrano i servizi (strutture amministrative, attrezzature fieristiche, scuole superiori, attrezzature sanitarie, …), le stazioni ferroviarie e le linee di trasporto pubblico su gomma utili alla vita e al lavoro dei residenti. Da questo punto di vista, infatti, Truccazzano risente come tutti i piccoli centri di una forte dipendenza dalle realtà territoriali più grandi e più facilmente accessibili.

Un ruolo certamente significativo è, infatti, attribuibile anche ai centri di Treviglio o di Rivolta d‟Adda che, per prossimità ed accessibilità, sono di sicuro più facilmente raggiungibili del capoluogo lombardo. In questa direzione, dunque, Truccazzano è ancora una volta spazio della transizione tra geografie di spostamento molteplici e multi direzionali che originano dal territorio o che sul territorio gravitano anche solo temporaneamente.

Al prospettarsi di uno scenario infrastrutturale profondamente diverso si affianca anche un panorama particolarmente affollato di progettualità e trasformazioni urbane diffuse che contribuisce in misura considerevole a fare dell‟Adda-Martesana un paesaggio in forte mutamento.

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Sono molte, infatti, le iniziative e i progetti in corso o ancora in discussione, in massima parte concentrate nei comuni di maggiori dimensioni ma diffuse anche all‟interno dei centri più piccoli, dove si osserva il proliferare di trasformazioni più minute ma ugualmente importanti entro lo scenario più generale di cambiamento di cui è protagonista questa parte dell‟area metropolitana milanese.

Al di là degli interventi di carattere infrastrutturale di cui si è detto sembra opportuno richiamare i progetti che, per maggiore vicinanza geografica, potranno avere ricadute significative sul territorio di Truccazzano. Si pensi agli interventi nell‟ambito del settore produttivo e terziario commerciale con la rifunzionalizzazione del polo di Melzo o le previsioni relative al “Tecnoparco” di Cassano d‟Adda; ai progetti che investono il settore dei servizi ed, in modo particolare, il potenziamento e la riorganizzazione delle strutture ospedaliere di Melzo, Gorgonzola e Cassano o, ancora, agli interventi di minore entità dimensionale ma di forte impatto sull‟identità dei luoghi che mirano alla valorizzazione e al recupero dei beni storico architettonici e degli insediamenti di carattere rurale.

Accanto a questi interventi occorre inoltre affiancare la progettualità che investe e coinvolge più direttamente gli spazi aperti e il sistema della fruizione e delle connessioni tra i parchi e le aree protette esistenti. Sono molte in questa direzione le iniziative pubbliche in atto o già programmate; dalla sistemazione delle strade alzaie lungo il Naviglio Martesana, la Muzza o le sponde dell‟Adda, al recupero e all‟acquisizione di edifici di particolare interesse per la storia e l‟identità di questi luoghi; dal progetto di forestazione e sviluppo di nuovi insediamenti sostenibili promosso da Regione Lombardia e Scarl Navigli Lombardi al progetto Mi.Bici sostenuto dalla Provincia di Milano; dal progetto Adda Biocultural District (ABcD) promosso dal Parco Adda Nord al progetto pilota del Parco della Martesana avanzato nell‟ambito dello stesso Piano d‟Area Adda Martesana.

È ancora una volta la molteplicità delle trasformazioni e dei progetti che qualifica e rafforza la significatività di un‟immagine del territorio che viene ad assumere il ruolo di chiave di lettura e di conoscenza e, al tempo stesso, di figura progettuale entro cui orientare riflessioni e promuovere azioni, atte da un lato a dare maggior valore agli interventi in corso, dall‟altro a radicarli sul territorio dando loro contestualizzazione nell‟ambito di ciascuna politica locale.

Entro questo complesso scenario di trasformazione e di transizione si inserisce anche il percorso di pianificazione e programmazione condivisa che ha trovato sintesi e comunicazione nel Piano d‟Area Adda- Martesana, elaborato nell‟ambito del processo di adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano. Un piano che, dedicando particolare attenzione al coinvolgimento dei vari soggetti portatori di interessi sul territorio, ha individuato proprio nello slogan “la città parco nell‟economia che cambia” 36

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l‟immagine di sintesi più adatta a rappresentare in chiave interpretativa e progettuale questo parte di regione urbana milanese.

Da un punto di vista spaziale Truccazzano non è un unico e compatto centro abitato. La realtà urbana nel suo complesso è data da cinque località molto differenti tra loro, in termini di ruoli e di connotazioni spaziali, morfologiche e funzionali. La diversità che distingue le diverse frazioni non è solo spaziale, morfologica o funzionale. Le differenze risiedono nella storia che ha dato vita ai singoli nuclei, nelle caratteristiche della popolazione che li abita o ancora nel forte senso di identità e di appartenenza che i singoli cittadini esprimono nei confronti del territorio in cui risiedono.

Le singole frazioni hanno sviluppato nel tempo una propria singolare connotazione sociale e culturale, in parte certamente derivata dalla storia e dalla morfologia dei luoghi ma, per altra parte, l‟unicità di ogni frazione è il frutto delle generazioni che hanno abitato questi territori, dei legami che li hanno uniti tra loro e ai luoghi di vita, di lavoro, di svago.

Un ruolo significativo nel contesto territoriale di Truccazzano svolge l‟esteso e ricco patrimonio ambientale e paesistico; un patrimonio entro cui si distinguono due componenti fondamentali: quella naturalistica fortemente connessa all‟Adda, alla vallata e alle sue scarpate fluviali; quella agricola che invece circonda i singoli nuclei abitati e si estende attorno al canale Muzza e alla fitta rete irrigua che incide e connota così profondamente il territorio e l‟orditura dei campi e delle coltivazioni.

Il vigente strumento urbanistico mira a valorizzare e promuovere la conservazione della biodiversità, salvaguardare le risorse naturali e gli elementi puntuali di questo patrimonio, rafforzare la continuità ecologica e mitigare la frammentazione, ridurre gli impatti derivati dalla forte meccanizzazione dei processi agricoli, promuovere la varietà delle colture e la diffusione di coltivazioni biologiche, arricchire il patrimonio arboreo ed arbustivo delle ampie distese agricole. Obiettivi che trovano stretta corrispondenza e relazione nelle azioni e nelle scelte promosse dal Parco Adda Nord o, più in generale, nei principi che ispirano i processi di pianificazione sovralocale che, con modalità e cogenza differente, agiscono entro il territorio della regione urbana milanese. Obiettivi che risultano coerenti anche con gli intenti di riqualificazione e valorizzazione paesistica del territorio che, il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano individua.

Altra risorsa importante è il territorio inteso come ambito fruibile in maniera sostenibile dove vanno correttamente sfruttate le attrazioni paesistiche e culturali. In questo contesto assume straordinaria importanza il tema della valorizzazione delle risorse naturali e culturali che segnano l‟identità di Truccazzano, qualificate e messe in rete entro percorsi di fruizione che trovano principalmente origine entro i limiti amministrativi ma che

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da qui si dipartono per connettersi al sistema della fruizione che connota ora il Parco Adda Nord, ora il territorio dell‟Adda-Martesana, ora l‟intera regione urbana milanese. Ad esso si associano altri aspetti, come quelli storico-culturali, con i numerosi segni antropici che via via si sono sostituiti ed integrati entro il palinsesto naturale che un tempo caratterizzava questo territorio.

Per quanto concerne la dinamica demografica, l‟ambito Martesana-Adda risulta ancora oggi un territorio complessivamente poco densamente abitato, sebbene all‟interno emergano importanti differenziazioni. In termini generali, la dinamica demografica degli ultimi trent‟anni si rivela decisamente superiore alla media provinciale milanese ed evidenzia una forte ridistribuzione della popolazione dai comuni più densamente abitati a quelli più esterni caratterizzati tradizionalmente da una più contenuta densità abitativa.

Per quanto riguarda nello specifico il Comune di Truccazzano, al 31 dicembre 2009 risultavano residenti 5.940 ab. (nel 2008 erano 5.752; nel 2007 erano 5.542; nel 2006 erano 5.317; nel 2005 erano 4.981). L‟istogramma sottostante evidenzia invece l‟andamento della popolazione comunale secondo i censimenti, dal 1861 al 2001. Risulta evidente un costante incremento della popolazione, pari a circa nuovi 200 abitanti all‟anno.

I dati di analisi economico-territoriali evidenziano la rilevanza del sistema locale della Martesana-Adda rispetto al quadro provinciale. L'indice di occupazione extra-agricolo è infatti superiore alla media provinciale e inferiore solo a quello della città di Milano e alla fascia di comuni di prima cintura del sud Milano. La dinamica dell‟occupazione è risultata particolarmente elevata negli anni ottanta e si e mantenuta sostenuta anche negli

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anni novanta. La distribuzione territoriale dell‟occupazione e della sua dinamica evidenzia in particolare il ruolo del territorio lungo la Padana Superiore che si configura come vero e proprio asse di sviluppo dell‟area.

I settori di specializzazione dell'economia sono quelli delle attività commerciali, di alcuni comparti industriali e delle attività terziarie in genere. Commercio e logistica sono inoltre settori in grande sviluppo nel territorio e per i quali l‟occupazione e significativamente in crescita nell‟ultimo decennio. I servizi alle imprese, pur avendo registrato una crescita notevole negli anni novanta, rimangono relativamente sottodimensionati rispetto alla media provinciale, mentre l‟industria presenta valori in linea con la provincia nel suo complesso. La dimensione media delle unita locali è sensibilmente superiore a quella provinciale. Si rileva infine una storica differenziazione tra i comuni più periferici di dimensioni più contenute, in cui sono localizzate piccole imprese, e i comuni prossimi al capoluogo dove invece si insediano imprese di grandi dimensioni.

Il tessuto urbanizzato attuale manifesta palesemente l‟origine frammentata di questo territorio: i cinque nuclei originari (Truccazzano, Albignano, Cavaione, Corneliano, Incugnate) erano già presenti in antichità, anche se con storie e origini diverse. Alcuni di origine certamente romana, se non più antica, come Albignano e Corneliano, altri forse più recenti (attorno all‟anno Mille). Tutti e cinque conservano comunque le proprie peculiarità e la propria indipendenza: fisicamente separati dalla campagna coltivata, quando non da importanti strade o dal Canale Muzza, ciascuno ha un proprio campanile ed una propria chiesa, con una piazza antistante. Il costruito presenta tratti ben distinti e indipendenti, per quanto comunque sempre riconducibile nel solco della grande tradizione agricola lombarda.

Albignano: di probabili origini romane, conserva l‟impianto seicentesco, dominato dal Palazzo Anguissola (villa nobiliare di campagna), con le sue corti e tutti gli edifici a servizio delle attività agricole dei Conti Anguissola. Di notevole interesse la chiesa bramantesca e l‟annessa Canonica. L‟edificato si e evoluto attorno al palazzo principale, fino a raggiungere da un lato le sponde del canale Muzza, dall‟altro la strada provinciale 104. La compressione tra questi due vincoli ha limitato l‟espansione fino a quando, attorno agli anni ‟80, si è sviluppato largamente la fascia a nord della strada provinciale.

Truccazzano: nucleo cresciuto attorno alla Chiesa ed alla piazza antistante, di origine agricola. Nasce come insieme di corti agricole, con annesse stalle e fienili. Interessante il palazzo Dell‟Orto, probabilmente in origine una corte chiusa, trasformata nei secoli in residenza di campagna, oggi con uno spigolo tronco, che e stato creato per avere un accesso diretto alla piazza. Fino agli anni ‟50 l‟edificato era delimitato da un canale d‟acqua (la roggia Marianna) ed era circoscritto a pochi isolati. Tra la fine degli anni ‟50 e gli anni ‟60 e ‟70 l‟edificato si e allungato in direzione Est Nord-Est, tra la strada Cerca (prosecuzione della SP 39) e la strada per Albignano (SP 104). Gia al 1981, il volo per la predisposizione della Carta Tecnica Regionale in scala 39

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1:10.000 mostra una significativa evoluzione per questo nucleo che costituisce il capoluogo comunale e le altre frazioni con particolare riferimento alla frazione di Albignano e Cavaione (zona industriale).

Corneliano: di origini romane, oggi dominato dalla presenza del Castello Borromeo, fortificazione sulle sponde dell‟antico lago Gerundo, la cui fondazione e riconducibile a poco dopo l‟anno Mille, conserva un nucleo storico di antica formazione, con edifici a corte, con spiccata vocazione agricola, schiacciato contro gli avvallamenti che segnano l‟inizio dell‟alveo del fiume Adda. Per molti secoli in declino, questo centro ha affrontato negli ultimi decenni un‟espansione residenziale importante nella zona a nord del centro storico.

Cavaione: poche sono ormai le tracce del nucleo storico di questo centro abitato. Certamente era gia presente nel 1700, ma di quel periodo permangono solo poche tracce in resti di corti molto rimaneggiate. Negli ultimi decenni l‟edificato residenziale si e molto allargato nella parte nord e nord-ovest e molti edifici agricoli in rovina sono stati sostituiti da edifici residenziali.

Incugnate: nucleo abitato oggi molto degradato e con molti edifici dismessi e decadenti. Ha origini antiche, come testimonia la chiesa dei santi Gioacchino ed Anna e gli edifici annessi, ma resta oggi una frazione isolata, priva delle dinamiche che hanno caratterizzato gli altri quattro centri negli ultimi decenni.

Rete stradale della provincia di Milano (stralcio su Truccazzano). In rosso la rete primaria (SP 14 Rivoltana), in verde scuro la rete secondaria di 1° livello (SP 103 Cassanese) e in colore verde chiaro la rete secondaria di 2° livello (SP 201 per Corneliano Bertario, SP 104 per Trezzo e SP 137 per Villa Fornaci)

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La rete stradale di Truccazzano vede come assi principali la SP 14 Rivoltana, che connette i principali assi di smistamento verso le realtà urbane vicine: SP 103 Cassanese verso Cassano d‟Adda , SP 201 per Corneliano Bertario e Zelo Buon Persico (strada lungo la quale insiste l‟area oggetto di SUAP), SP 104 per Trezzo sull‟Adda e SP 137 per Villa Fornaci.

Per quanto attiene al paesaggio, questa area di pianura a est di Milano è derivata dalle profonde e continue trasformazioni che già dall‟epoca romana e nel medioevo (fino al secolo XII) , grazie all‟intenso lavoro dell‟uomo e al bagaglio di conoscenze idrauliche e delle tecniche adacquatorie recuperate, conservate e tramandate dai monaci delle abbazie, comportarono la definizione della morfologia dell‟area in funzione di una utilizzazione agraria intensiva dei terreni.

La capillare canalizzazione delle acque, con i fossi adacquatori e scolatori evitano la stagnazione delle acque e nel contempo si garantiscono una continua e regolare irrigazione favorisce lo sviluppo delle colture, rappresentate oggi in primo luogo dai cereali irrigui, soprattutto cereali vernini e mais, in rotazione. Fino a un recente passato, questa ricchezza e disponibilità di acque irrigue portate da rogge e cavi o prelevate dai fontanili, di cui e ancora ricca l‟area, ha costituito la base per lo sviluppo di una agricoltura specializzata incentrata sull‟allevamento bovino e le produzioni foraggere (caratteristiche le sistemazioni a marcita) che contraddistinguevano questa pianura, tra le più fertili d'Europa.

Il paesaggio aperto e ancora oggi fortemente marcato dall‟attività agricola sempre intensiva ma più semplificata, incentrata sui seminativi irrigui (prevalentemente cereali in rotazione con il mais): il tipico paesaggio derivato dall'attuale sistema di integrazione dei redditi degli operatori agricoli (PAC).

Oggi sui confini dei campi e i limiti fisici (strade, canali, ecc) si sviluppa prevalentemente una vegetazione erbacea, più o meno igrofila a seconda delle condizioni locali e una fragile vegetazione lineare costituita da: siepi campestri, più o meno stratificate; filari radi pluri-specifici, esemplari arborei isolati. Le specie arboree maggiormente rappresentate negli ambiti agrari sono quelle tipiche legate a ambienti umidi, per presenza di canali, corsi d‟acqua e falde sostanzialmente superficiali: pioppi (Populus x hybrida, Populus alba, P. nigra), salici (Salix alba), ontano (Alnus glutinosa), frassino (Fraxinus excelsior); tra gli arbusti il sambuco (Sambucus nigra).

Il territorio comunale e caratterizzato complessivamente da un paesaggio agrario erbaceo a seminativi (agro ecosistema erbaceo); all‟interno di questa forma generale si possono distinguere nelle porzioni nord- orientali ambiti di paesaggio più vari per la maggiore presenza di formazioni lineari interpoderali (siepi arboreo

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arbustive, continue e discontinue), che, oltre a interrompere la permeabilità visiva creando visuali più varie e di maggior interesse, costituiscono un evidente arricchimento ecologico degli agro ecosistemi erbacei.

Nelle siepi campestri e nelle aree dove si sviluppano gli strati arborei, gli strati arbustivi sono radi; tra i più rappresentati sambuchi e biancospini, specie eliofile di margine. Sono presenti anche macchie boscate, in prossimità del fiume Adda e si possono ancora riscontrare superfici relittuali a marcita: particolari sistemazioni idrauliche del terreno, cardine dell‟allevamento bovino in Lombardia fino al secolo scorso poiché consentivano una produzione foraggera straordinaria anche nella stagione invernale.

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14 ASPETTI ECOLOGICI MAGGIORMENTE SIGNIFICATIVI NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Il sito oggetto della proposta di SUAP appare non distante dal Canale Muzza e dalla Roggia Codogna: i due corsi d‟acqua sono caratterizzati da una naturalità residua lungo le rive, seppur frequentemente discontinua e contrassegnata dalla presenza di specie alloctone e infestanti (ad esempio, Phytolacca americana e la ormai naturalizzata Robinia pseudoacacia).

Nella seguente immagine satellitare si osserva la collocazione del sito interessato dall‟ampliamento della Transmec Group.

SP 104

Immagine satellitare del sito collocato nel territorio comunale di Truccazzano

Nella successiva immagine si possono osservare altri elementi caratterizzanti il territorio, quali i due corpi idrici sopra menzionati (Canale Muzza, Roggia Codogna). È inoltre riportata la distanza tra il centro urbano di Truccazzano ed il sito in esame (distanza 1,11 km).

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Centro di Truccazzano

1,11 Km

CANALE MUZZA sito

ROGGIA CODOGNA

Distanza tra il centro di Truccazzano e il sito in esame. Sono evidenziati i due corpi idrici caratteristici dell’area: il Canale Muzza e la Roggia Codogna

Nella seguente foto è stato ricostruito sinteticamente l‟uso del suolo che contraddistingue il territorio in esame.

MAIS ORZO

ORZO MAIS

MAIS

MAIS MAIS

ORZO ORZO Indicazione dell’uso del suolo (seminativi) e circoscrizione dell’area occupata attualmente dalla Società TRANSMEC GROUP (rosso). Evidenziata (blu) l’area deputata ad accogliere l’ampliamento delle strutture destinate alla logistica 44

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Inquadramento territoriale: premessa

L‟Italia appartiene a due regioni fitogeografiche quella eurosiberiana o circumboreale e quella mediterranea, separate grosso modo dal decorso del Po. Su base fitosociologica, la vegetazione può essere ripartita in fasce, individuate sulla base di complessi fisionomici ben definiti. Ogni fascia racchiude associazioni vegetali specifiche, in funzione delle peculiarità meteorologiche della stazione di rilevamento del territorio, che rileva i valori climatologici, la temperatura media annua, l‟escursione termica, la piovosità, etc.

Le fasce di vegetazione caratterizzate da tali fattori climatici sono definite fasce fitoclimatiche. La fascia fitoclimatica di appartenenza del territorio in esame, su base fitosociologica, è quella centroeuropea, caratterizzata da querco – carpineti collino – planiziali (Carpinion) e boschi submontani di faggeta mista (Ulmo glabrae – fagenion) e formazioni affini a prevalenza di Tigli, Aceri e Frassini.

Il clima della fascia centroeuropea è temperato umido, da suboceanico a continentale con 5–6 mesi estivi con temperatura media superiore a 10°C.

In base alla suddivisione climatico - forestale elaborata da Pavari e De Philippis, il territorio in esame è collocato nella zona del Castanetum, coincidente grosso modo con il querceto misto caducifoglio. L‟inquadramento fitoclimatico e quello della vegetazione potenziale consentono di stabilire con buona attendibilità alle formazioni vegetazionali tipiche del territorio.

In linea di massima, con vegetazione si intende l‟insieme degli individui vegetali del sito nella loro disposizione naturale, vale a dire che essa corrisponde ad una lista qualitativa di specie sostenute da una valutazione quantitativa di ciascuna di esse.

Con vegetazione reale si intende presenza effettiva delle specie vegetali, comprese le specie alloctone o infestanti, mentre con vegetazione potenziale si indica la vegetazione presente negli stadi naturali dell'evoluzione naturale (climax) in assenza di interferenze antropiche.

Inquadramento pedologico e fitoclimatico del sito

Il Comune di Truccazzano è ubicato nella vasta Regione pedologica della Pianura lombarda, che comprende svariate Provincie pedologiche dalle caratteristiche estremamente diversificate, così elencate:

Anfiteatri morenici recenti

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Terrazzi e anfiteatri morenici antichi e intermedi

Alta pianura

Media pianura

Bassa pianura

Valli di sinistra del Po

Piana alluvionale del Po

Pianura dell‟Oltrepò pavese di pertinenza appenninica

Terrazzi antichi del margine appenninico.

Il territorio comunale di Truccazzano è compreso nella Provincia pedologica della Alta pianura, Distretto pedologico della Alta pianura centrale. Dal punto di vista fitoclimatico, tale territorio rientra nella zona del Castanetum, caratterizzato da Indice di Gams <10.

Le temperature annuali medie sono superiori a 10°C e le precipitazioni annuali medie sono comprese tra 950 mm e 1350 mm, con gradiente sud est – nord ovest.

L‟Alta pianura è caratterizzata da un uso del suolo con seminativi irrigui (pari a circa il 46% del totale, con prevalenza di mais) e urbanizzato (pari a circa il 36% del totale) preponderanti.

Dal punto di vista geomorfologico, l‟Alta pianura è caratterizzata dalle conoidi fluvio–glaciali di Seveso, Lambro e Ovest Adda, con valli minori poco incise e scarse paleovalli. Sussistono ancora fontanili attivi al margine sud–orientale. L‟altitudine dell‟Alta pianura è compresa tra 96 e 308 m s.l.m., con acclività tra 0,6 e 0,4. La falda freatica, superficiale, è collocata tra i 5 e i 50 m dal p.c.

Inquadramento sintassonomico della vegetazione

Il territorio in esame è caratterizzato da seminativi e da fasce arboree presenti quasi esclusivamente lungo canali e Rogge. Tali fasce, tuttavia, risentono delle interferenze antropiche, tanto da risultare prive di alcune specie essenziali lungo corsi d‟acqua e rogge e propri delle aree riparie naturali (per esempio, Alnus glutinosa).

Al contrario predominano specie naturalizzate (Robinia pseudoacacia) e/o di invasione proprie di suoli ricchi di nutrienti (Rubus spp. e Sambucus nigra).

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L‟inquadramento ecologico della vegetazione attuale sembra ascrivibile a quello del Robinieto misto, su substrati sciolti e suoli mesici. Nella seguente scheda viene riassunto l‟inquadramento ecologico del sito con le caratteristiche salienti del tipo forestale proprio dell‟area in esame.

REGIONE FORESTALE Alta pianura

DISTRETTO GEOBOTANICO Alta pianura diluviale occidentale Alta pianura diluviale centrale

POSIZIONE Pianura alluvionale, conoide alluvionale

ALTITUDINE 80 m

COMPOSIZIONE ATTUALE STRATO ARBOREO Specie principali Robinia pseudoacacia Quercus pubescens Prunus serotina Corylus avellana Celtis australis Fraxinus excelsior Carpinus betulus Quercus petraea Quercus robur Castanea sativa Acer campestre

Specie minoritarie Acer pseudoplatanus Alnus incana Betula pendula Fraxinus ornus Morus alba Ostrya carpinifolia

Pinus sylvestris Platanus hybrida Populus nigra Populus tremula Prunus avium Salix caprea Tilia platyphyllos Ulmus minor

Dal punto di vista fitosociologico, il territorio comunale di Truccazzano è caratterizzato, per quanto riguarda la vegetazione potenziale, da formazioni vegetazionali appartenenti alla classe Querco–Fagetea, ordine Fagetalia sylvaticae, alleanza Carpinion.

Sulla base dei dati bibliografici raccolti (dati fitoclimatici, meteorologici, etc.) e sulla base dei sopralluoghi effettuati nel sito, si è giunti alla conclusione che l‟alleanza Carpinion, già identificata, sia rappresentata, nel

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sito in esame, da vegetazioni boschive ascrivibili alle associazioni Querco–Ulmetum e Ornithogalo– Carpinetum.

Le associazioni riscontrate sono due dato che è possibile che cambino o si sovrappongano localmente le caratteristiche edafiche, in particolare la tessitura e la maggiore o minore disponibilità d‟acqua nel suolo

Su terreni più sciolti e minor disponibilità d‟acqua la vegetazione potenziale sarà riconducibile all‟associazione Ornithogalo–Carpinetum, al contrario, laddove vi sia maggior disponibilità idrica e in presenza di tessitura più fine e maggior compattezza nei suoli, prevarrà l‟associazione Querco–Ulmetum.

Il Querco–Ulmetum minoris corrisponde, dunque, ad una bosco mesoigrofilo caratteristico degli alvei abbandonati ma ancora molto umidi, talora inondati, contrassegnati dalla presenza di Quercus robur, Alnus glutinosa, Populus nigra tra gli alberi e Ulmus minor tra gli arbusti.

Nella seguente tabella sono elencate le specie presenti nell‟associazione del Querco–Ulmetum nei tre diversi strati arboreo, arbustivo, erbaceo, utili anche ai fini della stesura dei successivi capitoli (in particolar modo sulla riqualificazione dell‟area e sulle misure di compensazione).

STRATO ELENCO FLORISTICO Acer campestre Alnus glutinosa arboreo Carpinus betulus Populus nigra Quercus robur Ulmus minor Cornus sanguinea Corylus avellana Crataegus laevigata Euonymus europaeus Frangula alnus Hedera helix arbustivo Ligustrum vulgare Prunus spinosa Rosa canina Rubus caesius Sambucus nigra Viburnum lantana Viburnum opulus Aegopodium podagraria Anemone nemorosa Aristolochia pallida erbaceo Asarum europaeum Asparagus tenuifolius Brachypodium sylvaticum Carex sylvatica

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Chenopodium vulgare Clematis vitalba Convallaria majalis Dactylis glomerata Equisetum hyemale Galeopsis pubescens Galium aristatum Glechoma hederacea Lonicera caprifolium Polygonatum multiflorum Pulmonaria officinalis Ranunculus ficaria Salvia glutinosa Symphytum tuberosum Tamus communis Urtica dioica Vinca minor Vincetoxicum hirundinaria Viola canina Viola reichenbachiana Elenco delle specie caratteristiche del Querco–Ulmetum

L‟Ornithogalo–Carpinetum presenta caratteristiche analoghe a quelle del Querco–Ulmetum, seppur rappresenti un ecosistema meno idrofilo. Nella seguente tabella sono elencate le specie presenti nell‟associazione dell‟Ornithogalo–Carpinetum nei tre diversi strati arboreo, arbustivo, erbaceo.

STRATO ELENCO FLORISTICO Acer campestre Acer pseudoplatanus Alnus glutinosa Carpinus betulus Fraxinus excelsior Fraxinus ornus arboreo Fraxinus oxycarpa Prunus avium Quercus cerris Quercus pubescens Quercus robur Tilia cordata Tilia platyphyllos Ulmus minor Cornus mas Cornus sanguinea Corylus avellana Crataegus laevigata arbustivo Euonymus europaeus Frangula alnus Hedera helix Ligustrum vulgare Prunus spinosa

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Rosa canina Rubus caesius Sambucus nigra Viburnum lantana Viburnum opulus Aegopodium podagraria Ajuga reptans Allium ursinum Anemone nemorosa Anemone ranunculoides Anemone trifolia Aristolochia pallida Aruncus dioicus Asarum europaeum Asparagus tenuifolius Brachypodium sylvaticum Campanula trachelium Cardamine bulbifera Carex alba Carex digitata Carex pendula Carex pilosa Carex remota Carex sylvatica Circaea lutetiana Clematis vitalba Clematis viticella Convallaria majalis Dactylis glomerata Daphne mezereum erbaceo Dryopteris filix-mas Erythronium dens canis Eupatorium cannabinum Euphorbia amygdaloides Euphorbia dulcis Festuca heterophylla Fragaria vesca Galium laevigatum Geranium nodosum Geranium robertianum Geum urbanum Glechoma hederacea Hepatica nobilis Hieracium racemosum Lamium orvala Lathyrus vernus Lilium martagon Listera ovata Lonicera caprifolium Lonicera xilosteum Luzula pilosa Melica nutans Melittis melissophyllum Mercurialis perennis Ornithogalum pyrenaicum Oxalis acetosella

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Paris quadrifolia Phyteuma spicatum Platanthera chlorantha Polygonatum multiflorum Polygonatum odoratum Primula vulgaris Pteridium aquilinum Pulmonaria officinalis Ranunculus auricomus Ranunculus ficaria Salvia glutinosa Sanicula europaea Serratula tinctoria Stachys officinalis Symphytum tuberosum Tamus communis Vinca minor Vincetoxicum hirundinaria Viola alba Viola canina Viola hirta Viola reichenbachiana Elenco delle specie caratteristiche dell’Ornithogalo–Carpinetum

Al momento attuale non si segnala la presenza di specie vegetali rare o a rischio.

Inquadramento territoriale: fauna potenziale e attuale

Nei campi coltivati e nelle aree prative adiacenti al sito in esame è possibile rinvenire numerose specie che frequentano proprie le aree coltivate, riportate nella seguente tabella.

TIPOLOGIE DI COLTURE SPECIE PRESENTI

Bufo spp., Hyla arborea, Rana spp. (ANFIBI)

Hierophis viridiflavus, Podarcis muralis (RETTILI)

campi arati Corvus corone cornix, Vanellus vanellus (UCCELLI)

Apodemus sylvaticus, Sorex araneus (MAMMIFERI)

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Bufo spp., Hyla arborea, Rana spp. (ANFIBI)

Hierophis viridiflavus, Podarcis muralis (RETTILI) coltivi e seminativi Motacilla alba, Motacilla cinerea, Motacilla flava (UCCELLI)

Apodemus sylvaticus, Sorex araneus (MAMMIFERI)

Parus major, Upupa epops (UCCELLI) mais Apodemus sylvaticus, Sorex araneus (MAMMIFERI)

Ardea cinerea, Anas platyrhynchos (UCCELLI) margini di coltivi Apodemus sylvaticus, Sorex araneus (MAMMIFERI)

Hirundo rustica, Motacilla flava, Pica prato pica, Sturnus vulgaris

(UCCELLI) Specie animali presenti nelle diverse tipologie di colture

Anche per quanto riguarda la fauna terrestre, sulla base dei sopralluoghi effettuati, della tipologia di habitat riscontrati e sulla base dei dati bibliografici reperiti, non si segnala la presenza di specie animali a rischio.

Mitigazioni e compensazioni dell’opera: l’importanza del collegamento con la Rete Ecologica Regionale

Individuazione di indicatori utili a rilevare elementi di pregio che consentano l‟ampliamento della Rete Ecologica Regionale: fasce e corridoi lungo i canali.

Riqualificazione dei Canali di irrigazione

Eliminazione specie esotiche–naturalizzate e impianto specie autoctone per ricostituzione ambiente tipico dei corsi d‟acqua (troppa Robinia e Sambucus nigra, manca Alnus glutinosa).

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15 VERIFICA CIRCA LA PRESENZA DI SITI DELLA RETE EUROPEA NATURA 2000 E ALTRI BIOTOPI

La VAS si accosta ad altri strumenti di valutazione ambientale, quale la Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti e la Valutazione di incidenza, riferiti ai siti di Natura 2000, costituendo un sistema nel quale l'intero ciclo della decisione viene valutato nel suo compiersi.

L‟ambito territoriale di Truccazzano non ricade all‟interno di Siti della Rete Natura 2000, per cui non risulta necessario contemplare nel Rapporto Ambientale lo studio sull‟incidenza delle azioni della proposta di SUAP.

Non sono presenti biotopi di interesse conservazionistico nell‟ambito oggetto della proposta di SUAP. Il Parco Naturale Adda Nord è situato a notevole distanza dal sito in parola.

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16 LA SCELTA DEGLI INDICATORI AMBIENTALI

Gli approfondimenti dello studio sulle varie componenti ambientali viene effettuato attraverso gli indicatori ambientali, che sono questi gli strumenti in grado di fornire informazioni in forma sintetica di un fenomeno più complesso o di rendere visibile un andamento.

Un indicatore ha un significato di sintesi ed è elaborato con il preciso obiettivo di dare un “peso” quantitativo a parametri caratteristici della comunità presa in esame, è un indice che mostra quantitativamente le condizioni del sistema. Possiamo individuare, in base al modello Pressione-Stato-Risposta proposto in ambito nazionale dal OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), tre tipi di indicatori ambientali:

Indicatori di stato: fanno riferimento alla qualità dell‟ambiente in tutte le sue componenti e evidenziano situazioni di fatto in un preciso momento temporale; quando misurano la reattività o il livello di esposizione ad alterazioni o fattori di degrado del sistema ambientale e insediativo sono anche detti indicatori di qualità/degrado/esposizione.

Indicatori di pressione: misurano la pressione esercitata dalle attività umane sull‟ambiente e sono espressi in termini di emissioni o di consumo di risorse (flussi di materia).

Indicatori di risposta: sono necessari per prevenire o mitigare gli impatti negativi dell‟attività umana e riassumono la capacità e l‟efficienza delle azioni intraprese per il risanamento ambientale, per la conservazione delle risorse e per il conseguimento degli obiettivi assunti.

A questi si possono affiancare quegli indicatori che si limitano alla caratterizzazione di aspetti utili alla descrizione del contesto di riferimento: indicatori di scenario.

A livello internazionale, pur esistendo una lista di indicatori stabilita dalla UE (“Towards Enviromental Pressure Indicators for the UE” – “TEPI” pubblicata dalla Eurostat), si è ormai compresa la necessità di lasciare alle singole comunità l‟autonomia di selezionare gli indicatori più adatti alla situazione locale per meglio rappresentare la loro specificità ambientale.

Pur mantenendo valido e regolarmente usato il modello sopra descritto esiste anche un modello di nuova concezione che meglio individua il concetto di sostenibilità: il modello DPSIR. Il modello DPSIR è

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un‟estensione del modello PSR (Pressione-Stato-Risposta) ed è la struttura di indicatori più ampiamente accettata; tale schema sviluppato in ambito EEA (European Environment Agency) e adottato dall‟ANPA per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli i campo ambientale (Indicatori Descrittivi), si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi:

Determinanti

Pressioni

Stato

Impatti

Risposte

Tale modello evidenzia l‟esistenza, “a monte” delle pressioni, di forze motrici o Determinanti, che in sostanza possono essere identificati con le attività e i processi antropici che causano le pressioni (trasporti, produzione industriale, consumi). Gli indicatori di Pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, rumore, ecc.). A “valle” delle pressioni sta invece lo Stato della natura che si modifica a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici, ecc.). Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. La società e l‟economia, di fronte a tale retroazione negativa, reagiscono fornendo Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla consapevolezza dei meccanismi che la determinano.

Le risposte sono dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo fino alle pressioni stesse e ai fattori che le generano (determinanti).

Ai fini di una valutazione ambientale la definizione del core set di indicatori ambientali nasce riferendosi ai seguenti ambiti di integrazione:

le tematiche ambientali

i settori di intervento coincidenti con quelli individuati nel Rapporto dell‟AEA del 1998.

Per la scelta delle tematiche e degli indicatori può essere utile l‟analisi critica di diverse fonti primarie, aventi in comune la logica del modello DPSIR:

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le linee guida per la raccolta dei dati (Agenzia Europea per l‟Ambiente, 1996)

le linee guida per il Rapporto Ambientale EU 1998 (AEA, 1998)

il Rapporto intermedio relativo al progetto sugli indici di pressione ambientale (Eurostat, 1998).

L‟utilizzo degli indicatori come strumento a supporto delle politiche, come componente fondamentale nella costruzione delle Agende 21 o come semplice reporting ambientale è ormai oggetto di elaborazioni e di decisioni a livello internazionale. Ma come vengono utilizzati gli indicatori in una valutazione ambientale strategica?

È certamente necessaria una elevata attenzione per cogliere le particolarità e le peculiarità del territorio – inteso sia come ambito di applicazione del piano che come area vasta di riferimento – e le caratteristiche del piano stesso; tale attenzione si deve poi tradurre nella definizione di indicatori ambientali generici, che per loro universalità ed immediatezza di comprensione possano consentire una rapida comparazione, anche su base intuitiva, con altri lavori analoghi e possano essere comodamente gestiti e popolati dalle competenze già presenti in seno all‟Amministrazione Comunale. A questi indicatori possono poi essere affiancati altri indicatori aventi caratteristiche più specifiche o settoriali.

È indispensabile definire il core set di indicatori traendo spunto anche da studi e relazioni già esistenti o raffrontando studi simili già in essere del territorio di Truccazzano, qualora prodotti e/o disponibili oppure i documenti VAS del PGT comunale, o di enti sovra locali, ecc.

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17 GLI INDICATORI GENERICI

Le principali fonti di reperimento dei dati relativi agli indicatori ambientali generici possono essere individuate nelle amministrazioni locali, in particolar modo l‟amministrazione comunale di Truccazzano, il Parco Adda Nord e la Provincia di Milano, che già hanno prodotto, anche in tempi recenti, una mole significativa di studi e consentono quindi di utilizzare dati significativi e attuali.

I criteri di significatività in base ai quali selezionare gli indicatori sono, sulla scorta dei criteri adottati nei modelli DPSIR (Driving forces, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte):

intensità: definita come una valutazione comparativa della significatività delle diverse fonti di pressione rispetto a un tematismo ambientale, o l‟identificazione delle situazioni in cui lo stato qualitativo della componente ambientale considerata risulta variamente alterato;

non conformità alla normativa in essere: riferita a possibili valori rilevati al di fuori dei limiti previsti dalla normativa o comunque non coerenti con i valori di riferimento attesi;

percezione sociale: in riferimento a quegli elementi ed indicatori socialmente percepiti come rilevanti, indipendentemente dalla effettiva intensità dell‟impatto e dall‟eventuale non conformità alla normativa.

Di seguito si riporta un primo elenco dei principali tematismi ambientali individuati sulla base delle caratteristiche territoriali e delle fonti documentali disponibili, che potranno essere ulteriormente specificati durante lo svolgimento del percorso di valutazione ambientale e in sede di redazione del Rapporto Ambientale in ragione delle rilevanze che emergeranno in fase di analisi.

Tematica GEOMORFOLOGIA, IDROLOGIA E IDRAULICA: situazione geomorfologica generale, caratteri idrogeologici e litologici, esondazioni e dissesti idrogeologici, fattibilità geologica, rischio sismico, situazione idrografica, rispetto dei corsi d‟acqua, individuazione degli eventuali scarichi in corsi d‟acqua, presenza di inquinanti.

Tematica DIFESA DEL SUOLO E DELLE ACQUE: presenza di elementi di potenziale criticità dei terreni, verifica dei sistemi di trattamento dei reflui e dei rifiuti, valutazione dei possibili rischi dell‟attività a R.I.R..

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Tematica PAESAGGIO, NATURA E BIODIVERSITA’: ambiti caratterizzati da tessuti extraurbani e agricoli, rete dei corsi d‟acqua, presenza di ambiti di connessione ambientale e degli elementi aventi valenza per la formazione delle reti ecologiche, biodiversità, elementi che concorrono alla determinazione della percezione paesaggistica, beni culturali e ambientali, regime delle aree protette, attività agricole.

Tematica SISTEMA INSEDIATIVO, DEI SERVIZI E PATRIMONIO STORICO- ARCHITETTONICO: emergenze architettoniche ed urbanistiche, presenza tessuti urbani di antica formazione, presenza di tessuti residenziali stratificati e differenziati in zone definite, presenza di ambiti di trasformazione, presenza di tessuti produttivi, presenza di aree degradate o dismesse con necessità di riqualificazione.

Tematica MOBILITA’ E SISTEMA INFRASTRUTTURALE: situazione dell‟accessibilità territoriale, assi di viabilità principale, previsioni di sviluppo della viabilità provinciale, viabilità di distribuzione urbana principale, presenza di parcheggi di interscambio, flussi di traffico, viabilità ciclo-pedonale, elementi di viabilità alternativa, accessibilità ai servizi pubblici e alle aree verdi, inquinamento acustico.

Tematica QUALITA’ DELL’ARIA: caratteristiche d‟inquinamento dell‟aria, campagne di indagine e monitoraggio, presenza di sorgenti inquinanti e punti di emissione in atmosfera, problematiche odorifere derivanti da cicli produttivi.

Tematica INQUINAMENTO ELETROMAGNETICO, ACUSTICO E RADON: presenza di elettrodotti e linee elettriche primarie, punti di emissione elettromagnetici, ripetitori antenne e impianti di ricezione, traffico veicolare e impatto acustico.

Tematica CONTAMINAZIONI E RISCHI AMBIENTALI: Situazione inerente la presenza di amianto nelle costruzioni, presenza di siti contaminati, presenza di impianti tecnologici con componenti di rischio.

Tematica ENERGIA E CONSUMI: consumi energetici, consumi idrici, inquinamento luminoso.

Per ognuno degli indicatori scelti tra quelli sopra elencati (o tra gli ulteriori che verranno definiti nel Rapporto Ambientale) verrà effettuata una valutazione relativa allo scenario di riferimento (situazione attuale), alle previsioni della proposta di SUAP, alle ragionevoli alternative (se individuate) e all‟opzione zero, al fine di

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poter prevedere i potenziali effetti derivanti dall‟applicazione del piano o di una sua alternativa, sia in relazione ad un singolo indicatore che ad una pluralità di essi.

Ciò consente di pervenire ad una valutazione complessiva degli effetti ambientali derivanti dall‟applicazione del piano e di integrare quindi, in ultima analisi, la componente ambientale tra i criteri e gli strumenti tradizionalmente utilizzati per la redazione degli atti di pianificazione.

La valutazione degli indicatori ambientali generici può essere di tipo quantitativo o qualitativo, in funzione della natura stessa dell‟indicatore, dei dati disponibili e del grado di inclusione dei relativi parametri all‟interno del piano stesso.

Nel caso in cui la valutazione di un indicatore in uno degli scenari sopra citati risultasse anche solo parzialmente non realizzabile, nel Rapporto Ambientale saranno esplicitate le motivazioni che hanno impedito la valutazione del determinato indicatore ambientale e verranno indicate le eventuali azioni di monitoraggio e rilevamento necessarie per il reperimento dei dati in futuro.

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18 GLI INDICATORI SPECIFICI

L‟individuazione e la selezione di indicatori ambientali specificatamente inerenti alle caratteristiche del territorio del comune di Truccazzano e dell‟area oggetto della proposta di SUAP avvengono sulla base di considerazioni e parametri di natura oggettiva, dati dalle analisi condotte in ambito agronomico e forestale, botanico, zoologico, geologico, idrogeologico, idraulico, paesaggistico, ecc., in grado di fornire una pluralità di informazioni e garantire una visione la più completa delle peculiarità territoriali e ambientali.

I dati e le informazioni così desunti possono quindi essere tradotti in valutazioni in grado di influenzare le scelte della proposta di SUAP e i relativi criteri attuativi di intervento.

Dal core set di indicatori generici precedentemente illustrato possono pertanto essere declinati ulteriori indicatori specifici in grado di meglio favorire la lettura dei complessi fenomeni sottesi alle scelte, altrimenti difficilmente interpretabili nelle loro ricadute potenziali e reali.

La scelta di individuare uno specifico indicatore piuttosto che un altro è frutto di una attenta valutazione commisurata all‟esito dell‟analisi dei caratteri ambientali del territorio in esame. Alcuni esempi di indicatori specifici (o di supporto agli indicatori generali) possono essere, a solo titolo di esempio:

% copertura della rete di adduzione; % copertura della rete separata di fognatura; entità del prelievo di acque superficiali/sotterranee per scopi civili/industriali; superficie delle aree a rischio di compromissione/degrado; superficie a rischio di esondazione per piena catastrofica; % copertura boschiva esistente; % terreno agricolo esistente; % terreno agricolo abbandonato sul totale; % utilizzo fonti energetiche rinnovabili (anche per tipologia); % estensione rete viaria ciclo-pedonale; Estensione della trama ecologica di primo e secondo livello.

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19 LE ALTERNATIVE E L’OPZIONE ZERO

La VAS non deve costituire un momento episodico, funzionale all‟adozione e approvazione della proposta di SUAP, ma deve inserirsi in modo organico con i suoi strumenti in un contesto più ampio di strumenti di supporto ai processi decisionali, in tutte le fasi del ciclo di vita dell‟iniziativa, anche successivamente al momento di approvazione. Con la VAS si dovrebbe innescare un circolo virtuoso di miglioramento dei processi di pianificazione, che ad ogni nuova variante generale (intesa come nuovo ciclo di pianificazione) possa fare tesoro delle esperienze svolte in precedenza, analizzate attraverso i risultati del monitoraggio.

Occorre garantire che il processo decisionale sia aperto e trasparente fin dalle prime fasi, quando le scelte strategiche non sono ancora state compiute e si stanno valutando le diverse opzioni possibili. Il processo di pianificazione deve dare chiaramente conto delle alternative prese in considerazione e delle motivazioni che hanno portato alla scelta finale. Sottoporre a valutazione diverse alternative è un modo per garantire integrazione tra i processi di piano e di VAS fin dalle fasi preliminari del processo decisionale.

La Direttiva 2001/42/CE prevede espressamente che, ad avvenuta individuazione degli indicatori ambientali, siano valutate non solamente la situazione attuale (o scenario di riferimento), ma anche:

la situazione ambientale derivante dall‟applicazione della proposta di SUAP in fase di predisposizione;

le situazioni ambientali che potrebbero derivare dall‟applicazione e realizzazione di alternative ragionevoli alla proposta di SUAP.

Per alternative ragionevoli, si intende ad esempio la scelta di usi diversi per aree designate ad attività o scopi specifici, nonché l‟individuazione di altre aree (alternative a quelle originariamente individuate) per l‟insediamento di queste attività.

Una tra le alternative da valutare è quella relativa alla cosiddetta opzione zero; in realtà non si tratta di una vera e propria alternativa alla proposta di SUAP quanto piuttosto di alternativa ad essa, ossia la non adozione della stessa, considerando unicamente l‟effetto delle trasformazioni territoriali e degli interventi derivanti da piani e/o programmi già previsti/autorizzati, sovraordinati in un arco temporale di medio-breve periodo.

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In questo caso, l‟opzione zero si qualifica non tanto come un approccio rinunciatario alla pianificazione e gestione delle dinamiche territoriali, quanto come assunzione del principio dell‟inerzia, che in determinati casi può anche condurre a conseguenze negative sulla qualità dell‟ambientale e del territorio.

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20 LE VERIFICHE DI COERENZA DELLE SCELTE DI PIANO E I CRITERI DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE

Uno tra i compiti demandati alla valutazione ambientale strategica è quello di effettuare appropriate valutazioni sulle scelte di pianificazione/programmazione giudicando siffatte scelte sia in rapporto alle indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione sovraordinati (segnatamente il PGT comunale, il PTCP, il PTC del Parco Adda Nord, ma anche altri strumenti di pianificazione-governo territoriale alla scala sovralocale) sia in riferimento alle indicazioni programmatiche comunali.

L‟analisi di coerenza ha il compito di verificare se vi sia congruenza tra gli obiettivi perseguiti della proposta di SUAP e gli obiettivi e gli indirizzi specifici desunti da piani e programmi di livello superiore (verifica di coerenza esterna) e dalle linee di indirizzo locali nonché tra le diverse azioni e i diversi obiettivi che detta proposta si propone, e che potrebbero risultare tra loro contrastanti (verifica di coerenza interna).

Infine è altresì fondamentale comprendere se nella proposta di SUAP si tenga nella dovuta considerazione la sostenibilità ambientale “complessiva”; per verificare ciò si effettua una analisi di coerenza interna tra gli obiettivi che la proposta di SUAP si prefigge di conseguire e precisi criteri di compatibilità ambientale costruiti espressamente per l‟ambito di interesse territoriale.

Per effettuare le analisi di coerenza si utilizzano generalmente matrici a doppia entrata in cui i gradi di congruità sono espressi qualitativamente su diversi livelli (tre, cinque o più, a seconda del dettaglio voluto). Ciò nonostante, l‟elenco degli obiettivi da prendere a riferimento sovente comprendono situazioni assai differenziate al punto che diviene indispensabile individuare un sistema di criteri di compatibilità ambientale quali standard di riferimento; questi, pur risultando derivati da più generali obiettivi di sostenibilità, attraverso la contestualizzazione alla realtà territoriale locale assumono connotazioni specifiche e risultano pertanto di grande ausilio durante il processo di valutazione.

I criteri così individuati con ragionamenti qualitativi ed empirici, sulla base della conoscenza dei dati ambientali e territoriali del contesto locale, verranno comunque preventivamente incrociati con gli obiettivi/indirizzi della pianificazione territoriale al fine di verificarne la consistenza e completezza rispetto alle indicazioni strategiche di livello sovraordinato.

Il riferimento più accreditato per la scelta dei criteri è il Manuale per la valutazione ambientale redatto dalla Unione Europea, che individua dieci criteri di sviluppo sostenibile.

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1 Ridurre al minimo l‟impiego delle risorse energetiche non rinnovabili: l‟impiego di fonti non rinnovabili, quali i combustibili fossili, i giacimenti minerari e gli aggregati, riduce le risorse disponibili per le future generazioni. Uno dei principi di base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso di tali risorse, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Lo stesso principio deve applicarsi anche a elementi geologici, ecologici e paesaggistici unici nel loro genere e insostituibili, che forniscono un contributo sotto il profilo della produttività, della biodiversità, delle conoscenze scientifiche e della cultura

2 Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione: quando si utilizzano risorse rinnovabili in attività di produzione primaria come la silvicoltura, l‟agricoltura e la pesca, ogni sistema presenta un rendimento massimo sostenibile superato il quale le risorse cominciano a degradarsi. Quando l‟atmosfera, i fiumi, gli estuari e i mari vengono usati come “serbatoi” per i materiali di scarto, essi sono trattati anche come fonti rinnovabili, nel senso che si conta sulle loro naturali capacità di autorecupero: nel caso in cui si sovraccarichino tali capacità, si assisterà al degrado delle risorse sul lungo periodo. Occorre pertanto fissarsi l‟obiettivo di utilizzare le risorse rinnovabili ad un ritmo tale che esse siano in grado di rigenerarsi naturalmente, garantendo così il mantenimento o anche l‟aumento delle riserve disponibili per le generazioni future.

3 Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinantii: in molte situazioni è possibile utilizzare sostanze meno dannose per l‟ambiente ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, in particolare quelli pericolosi. Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‟utilizzo di materie che producano l‟impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, digestione dei rifiuti e di riduzione dell‟inquinamento.

4 Conservare e migliorare la stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi: in questo contesto il principio fondamentale è mantenere e arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio naturale affinché le generazioni attuali e future possano goderne e trarne beneficio. Tra le risorse del patrimonio naturale si annoverano la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e fisiografiche, le bellezze naturali e in generale altre risorse ambientali a carattere ricreativo. Del patrimonio naturale fanno dunque parte la topografia, gli habitat, la flora e la fauna selvatiche e i paesaggi, nonché le combinazioni e le interazioni tra di

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essi e il potenziale ricreativo che presentano; non vanno infine dimenticate le strette relazioni con il patrimonio culturale.

5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche: il suolo e le risorse idriche sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma che possono subire perdite dovute all‟estrazione o all‟erosione o, ancora, all‟inquinamento. Il principio fondamentale cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già degradate.

6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali: il patrimonio storico e culturale è costituito da risorse finite che, una volta distrutte o danneggiate, non possono più essere sostituite. Come accade per le fonti non rinnovabili, i principi che ispirano il concetto di sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un determinato periodo o aspetto, che forniscano un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura di una zona. L‟elenco annovera edifici di valore storico e culturale, altre strutture o monumenti di qualsiasi epoca, reperti archeologici non ancora riportati alla luce, architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Anche stili di vita, usi e lingue tradizionali costituiscono un patrimonio storico e culturale che può essere opportuno preservare.

7 Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale: nell‟ambito di questo lavoro, per qualità dell‟ambiente locale si intende la qualità dell‟aria, il rumore, l‟impatto visivo e altri elementi estetici generali. La qualità dell‟ambiente locale assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, teatro di buon parte delle attività ricreative e lavorative. La qualità dell'ambiente locale può subire drastici cambiamenti a seguito delle mutate condizioni del traffico, delle attività industriali, di attività di costruzione o minerarie, del proliferare di nuovi edifici e infrastrutture e di un generale incremento delle attività, ad esempio quelle turistiche. E' inoltre possibile dare un forte impulso ad un ambiente locale danneggiato con l‟introduzione di un nuovo sviluppo (cfr. anche il criterio 3 sulla riduzione dell‟uso e delle emissioni di sostanze inquinanti).

8 Protezione dell‟atmosfera: una delle principali forze trainanti dell‟emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l‟esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell‟atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC). distruzione

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dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta . Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi. che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future (cfr. anche il criterio 3 sulla riduzione dell‟uso e delle emissioni di sostanze inquinanti).

9 Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l‟istruzione e la formazione in campo ambientale: la partecipazione di tutti i partner economici per raggiungere lo sviluppo sostenibile è un elemento basilare dei principi fissati alla conferenza di Rio per l‟Ambiente e lo Sviluppo (1992). Per realizzare uno sviluppo sostenibile diventa fondamentale sensibilizzare ai temi e alle opzioni disponibili; elementi altrettanto cruciali sono le informazioni, l‟istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale. Tale obiettivo può raggiungersi attraverso la divulgazione dei risultati della ricerca, inserendo programmi in materia ambientale a livello di formazione professionale, nelle scuole nelle università o nei programmi di istruzione per adulti e creando reti all‟interno di settori e raggruppamenti economici. Va infine ricordata l‟importanza di accedere alle informazioni in campo ambientale dal proprio domicilio e da luoghi ricreativi.

10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile: la dichiarazione di Rio stabilisce tra i fondamenti dello sviluppo sostenibile, che il pubblico e le parti interessate vengano coinvolte nelle decisioni che riguardano i loro interessi. Il meccanismo principale è la consultazione pubblica nella fase di controllo dello sviluppo, ed in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Il concetto di sviluppo sostenibile prevede inoltre un coinvolgimento più ampio del pubblico nell‟elaborazione e nell‟attuazione di proposte di sviluppo, che dovrebbe consentire di far emergere un maggiore senso della proprietà e della condivisione delle responsabilità.

Come affermato dallo stesso Manuale, tali criteri possono essere contestualizzati alle specificità amministrative e territoriali della realtà locale in cui si opera e alla tipologia di strumento di pianificazione/programmazione. Essi verranno pertanto ri-declinati in direzione di una maggiore pertinenza rispetto ai contenuti procedurali e di merito che dovrà assumere la proposta di SUAP.

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21 LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI E L’INDIVIDUAZIONE DELLE RISPOSTE

Un capitolo fondamentale del Rapporto Ambientale riguarda la definizione alla scala complessiva e di dettaglio degli effetti potenzialmente attesi dell‟attuazione delle azioni della proposta di SUAP. Le principali pressioni cui fare riferimento possono essere legate alle pressioni attese sulle componenti ambientali ambiente atmosferico, ambiente sonoro, ecosistemi, valutando le pressioni sui consumi idrici, produzione di rifiuti, carichi inquinanti generati, incremento del traffico, ecc. ma anche sull‟eventuale incremento della dotazione di verde in altri contesti (ad esempio: rete ecologica), sulla mobilità ciclo-pedonale, ecc.

Verranno valutati gli aspetti problematici e i concorsi positivi derivanti dalle scelte della proposta di SUAP, indicando la localizzazione territoriale, gli elementi di attenzione sottesi e potenzialmente interferenti, gli effetti potenziali predominanti attesi e le eventuali indicazioni di compatibilizzazione.

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22 LE MODALITA’ DI CONTROLLO DEL PIANO

Elemento di attenzione all‟interno del percorso di valutazione ambientale strategica è quello relativo al controllo della pianificazione/programmazione e quindi ai contenuti e alle modalità attuative del monitoraggio. Le finalità del programma di monitoraggio possono essere differenti, in quanto legato sia all‟attuazione della proposta di SUAP sia all‟aggiornamento, comunicazione e coinvolgimento degli attori interessati nella gestione delle diverse fasi attuative e gestionali.

Alcune tra le possibili finalità generali del piano di monitoraggio della proposta di SUAP possono essere, a mero titolo esemplificativo:

informare sull‟evoluzione dello stato del territorio oggetto di intervento; verificare lo stato di attuazione delle indicazioni contenute nella proposta di SUAP; valutare il grado di efficacia degli obiettivi contenuti nella proposta di SUAP; attivare per tempo azioni correttive; fornire elementi per l‟eventuale avvio di un percorso di aggiornamento della proposta di SUAP; definire un sistema di indicatori territoriali di riferimento per il Comune; definire una banca dati ambientale di facile consultazione e aggiornamento periodico; definire uno standard informativo alla popolazione sulle azioni della proposta di SUAP e sugli esiti delle medesime.

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23 LA SINTESI NON TECNICA

La Direttiva 2001/42/CE prescrive che le informazioni che costituiscono il Rapporto Ambientale debbano anche essere riassunte sotto forma di sintesi non tecnica, allo scopo di renderle accessibili e facilmente comprensibili al pubblico i principali contenuti.

La sintesi non tecnica, che viene in genere strutturata come documento separato per favorirne una più semplice ed efficace diffusione, riassume all‟interno di un testo di facile comprensione, una summa del percorso di valutazione attivato, le singole valutazioni, la verifica delle alternative e le considerazioni ambientali più significative contenute in forma estesa nel Rapporto Ambientale.

La sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale, rappresenta una particolare formalizzazione volta a fornire informazioni sintetiche e comprensibili anche ai “non addetti ai lavori” (Amministratori e opinione pubblica) circa le caratteristiche della proposta di SUAP e dei suoi prevedibili impatti ambientali sul territorio. Anche se si tratta di un documento al quale non è richiesto rigore scientifico in senso stretto, debbono comunque essere salvaguardati criteri di chiarezza, completezza, comprensibilità ed individuazione dei punti significativi sotto il profilo della tutela ambientale. La Sintesi non Tecnica ha quindi prevalentemente un significato informativo.

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