La Corruzione, La Vera Unità D'italia!

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La Corruzione, La Vera Unità D'italia! Salone Agroalimentare Salone Agroalimentare 29 Marzo / 1 Aprile 2012 29 Marzo / 1 Aprile 2012 Centro Fieristico Etnaexpo Centro Fieristico Etnaexpo Centro Commerciale Etnapolis Centro Commerciale Etnapolis Belpasso (CT) Belpasso (CT) Anno VIII - Marzo/aprile 2012 - N. 3 € 1,50 www.lalba.info EDIZIONE GRATUITA La corruzione, la vera unità d'Italia! La peggiore piaga che possa colpire un Paese moderno e cosiddetto civile La vera unità d’Italia non è quella bri bellezze lombarde! E lui, niente: zando. Mentre il male avanza e dilaga politico-amministrativa, e nemmeno fermo e chiuso come una roccia nella per istituzioni occasioni e persone. quella economica. Quando Giorgio sua sterile castità misteriosa. Non si Sul Corriere della sera si susseguono Bocca, questo acuto esploratore delle chieda, l’improbabile lettore ingenuo, titoli come questi: Il caso Lombardia virtù (poche) e dei vizi (molti) degli come facciamo ad attribuirgli que- Tangenti/ L’esame di coscienza che italiani scrisse uno (forse l’ultimo) dei sta rarissima qualità, questo eroico non c’è (16 marzo); Questione mora- suoi best seller sul tema qui in discus- vanto: era lui stesso a farlo sapere in le da Milano a Bologna e Bari (oc- sione, non fece fatica nel cercare il giro, a confessarsi in pubblico: come, chiello)/ Allarme per la Corruzione. titolo, gli fu suggerito dagli esiti della altrimenti, si sarebbe conosciuta nel- E un indagato racconta le tangenti sua stessa indagine, ed ebbe un suono la società, prima solo lombarda e poi in Lombardia (17 marzo). Sul primo triste: La disunità d’Italia. In questo nazionale, questa singolare qualità, numero si legge: «La deriva etica che “rapporto” sulle differenze (economi- una sì rara purezza, questo incanto sporca l’immagine della classe politi- che, sociali, politiche, e persino mo- di coerenza contro il peccato impuro ca nella più ricca regione d’Italia non rali) fra le varie regioni del Belpaese per eccellenza? Niente sfoghi solita- si può liquidare come una sommatoria il solito Nord usciva quasi indenne ri, nessuna frequentazione femmini- di casi personali. Quello che accade in rispetto alle solidissime regioni cen- le. Quante donne avranno maledetto Lombardia in questi giorni segnala un tro-meridionali. Quel solidissime è un questa follia, questo rarissimo voto di allarme ben più grave: la corruzione è lapsus calami, e sta per “solitissime” castità assoluta di un laico, e sia pure tornata ad essere sistema. Nove con- a due costruttori arrestati». Notare un’accorata letterina (anzi, ona) che Raffaele. E l’occhiello anticipa: «La (un piccolo abuso grammaticale, al (sì, ci ripetiamo) blindato credente siglieri sotto inchiesta e una catena quelle destinazioni dell’aiutino crimi- suona questo incipit musicale: «Caro lettera di Formigoni». In più questo servizio della tensione polemica qui senza disturbi di razionalità pura e di appalti sui quali spartirsi il bottino nale in prima fila: Forza Italia e Lega. direttore, sottolineo con forza che la condimento al piatto forte: «Quel- in campo) ma, nel momento in cui me intransigente. infangano il ruolo di chi è stato eletto Come dire: il partito di un Creso dal- corruzione nella nostra Regione non la frase intercettata di Pollari sulle ne sono accorto, mi ha suggerito di *** con un preciso dovere: dedicarsi al le risorse inesauribili e quello di uno è per nulla un sistema». Al solito, banche». Ci limitiamo all’anticipo- lasciarlo dov’è, come un aggettivo e Ebbene, cosa fa, oggi (un oggi bene comune a vantaggio dei cittadi- sbruffone che da lustri celebra a suon da quando Formigoni ha smesso di sommario: «“Caro Roberto…”, “Ca- superlativo consoni a una parte della vecchio già di alcuni anni) questa rari- ni». Così scrive il bravo Giangiacomo di tonitruanti bravate verbali (e ver- resistere alle tentazioni mondane, il rissimo don Luigi…”. Due lettere ri- realtà esplorata dal giornalista, il Cen- tà meneghina? Gioca sporco. In buo- Schiavi, al quale, alla luce dei fatti e bose) la presunta rettitudine blindata testimone del buondio provvidente, servate tra il governatore della Regio- tro e il Meridione: forse che non era (e na fede? Forse, e magari, sì, conces- misfatti, si perdona volentieri qual- della cosiddetta, anzi ribattezzata, minimizza, nega, piroetta come una ne Lombardia, Roberto Formigoni, e non è ancora) molto arretrato rispetto so: da una psicologia come la sua ci si che tonalità savonaroliana. A lui fa Padania. danzatrice per negare ridimensionare don Verzé. Il sacerdote chiede soldi, il al Nord, florido di industrie commerci può aspettare di tutto, anche le sortite seguito un drappello di altre stimate *** coprire, sempre a una presunta ad ma- governatore elenca i favori fatti al San finanze eccetera? Non lo si può ne- più assurde, e magari delle autentiche firme dalle colonne delle pagine 2-3, Dinanzi a così compatte denunce, iorem gloriam Dei, che nell’evidenza raffaele. Dalle intercettazioni affiora gare, ovviamente. Ma c’è una qualità ingenuità maliziose (se ci si perdona con questo incipit in prima pagina: dense di nomi e riferimenti a circostan- dei fatti e alla luce dei gesti concreti, anche una frase di Polllari (ex Sismi): che cavalca e supera quelle differenze l’ossimoro). Insomma, Formigoni, il «Allarme corruzione da Nord a Sud. ze e quantità di valsente il meno che risulta palesemente fantasiosa. Sul “Proteggevo Geronzi”». fin dai tempi (così poco lontani, peral- “piffero casto” potrebbe anche essere Un indagato nell’inchiesta su Davi- potesse fare un Presidente regionale Corsera del 5 marzo un servizio di Ci fermiamo qui per non stancare tro) di Bocca, e non ha un bel suono in buona fede quando tenta di mini- de Boni: a Cassano d’Adda soldi pro sarebbe dare, o al minimo, minacciare Mario Gerevini e Simona Ravizza il lettore, ma promettendo di ripren- nel dominio lessicale: è la corruzione. mizzare le magagne lombarde, anche quota a Forza Italia e Lega. Il gover- di dare, le dimissioni, coinvolgendosi indaga sui rapporti “incestuosi” fra fi- dere l’argomento al più presto per Eccola, la vera unità d’Italia: si annida se ormai spuntano come funghi da un natore dell’Emilia-Romagna, Errani, nell’affaire come controllore distrat- nanza laica e sorella religiosa. Il titolo mostrare altre meraviglie di questa nella peggiore piaga che possa colpire terreno irrorato. Egli insisterà ancora indagato per presunto finanziamento to; cioè, ancora, il meno del quanto di prima pagina sveglia una curiosità imprevista e non programmata Unità un Paese moderno. Come, peraltro, nel dire che si tratta di poche mosche a una coop del fratello. Bari: il sinda- dovrebbe dare all’etica e alla politi- che il testo della 23a soddisfa copiosa- d’Italia. anche degli altri tempi, sia pure con guaste, di casi isolati, e via minimiz- co Emiliano e l’ipotesi di uno sconto ca. Invece Formigoni cosa fa? Scrive mente: Don Verzé e i segreti del San Pasquale Licciardello effetti meno devastanti per l’assue- fazione materiale e morale di quelle lontane società ai limiti delle sue eco- nomie prevalentemente artigianali e Anni '60 del ‘900: la musica in Italia matura la coscienza politica giovanile poi proto-industriali. Ebbene, oggi abbiamo raggiunto quell’unità che Bocca non aveva tro- a felicità costa un gettone/ per i ragazzi del juke vato. E pazienza se non è quella che lui Lbox:/ La gioventù, la compro per 50 lire e nulla cercava. Qual è, allora? E’ un regalo più... poco onorevole, per niente etico, ma, Cantavano i giovani in Italia sul finire degli anni Cin- ahi noi!, molto gettonato. E’ la cor- quanta del secolo scorso, facendo eco ad una canzone ruzione. Alla lettera. Non c’è spazio cantata da Adriano Celentano: Juke box. Era già cambiato per distinzioni sicure, infatti, in questa qualcosa nel costume e nella mentalità italiani dopo due affermazione e constatazione; e nem- meno un briciolo di amplificazione fatti clamorosi che venivano dal mondo della musica: nel enfatica: ormai, dal proverbiale Meri- 1957 prima, al “Palaghiaccio” di Milano con il Festival dione (peninsulare e insulare), già pri- rock di Bruno Dossena; nel 1958 dopo, con il Festival di matista in questa gara non dichiarata Ancona di Vittorio Salvetti. né celebrata, al Nord già orgoglioso di primati molteplici comprensivi di un’identità incorrotta, quella patolo- Chiacchierata con gica equivalenza accomuna regioni Gino Santercole e province e comunità minori di ogni latitudine e longitudine e prevalenza Pino Pesce, pag. 12 politica (o, per dir meglio, partiti- ca). Ecco l’unica reale, spudorata, ironica unificazione riscontrabile un giorno sì e l’altro pure: è la pestifera corruzione diffusa. Quel bel tomo di Formigoni, presidente della Regione Lombardia, ha un bel destreggiarsi in piroette verbali e distinzioni sofisti- che per velare l’evidenza patologica del male diffuso, dilagante per spazi geografici infra-regionali e nel corpo flaccido di categorie professionali di varia istituzionalità, e diversamente antropologiche. Parlava sottraendo, quel piffero casto del buon Dio: «si tratta di qualche sporadico caso isola- to» – da qualche anno andava dicendo – mentre gli sporadici avanzavano ac- celerando verso la patologicità diffusa e cronica. *** Per anni e lustri fa ci siamo oc- cupati solo del Formigoni cattolico di estremistiche convinzioni, inclusive di spietate rinunce in nome della ca- stità corporale, un valore e un prima- to che ci si presentavano compatibili soltanto con epoche remote nell’am- pio seno del Tempo che fugge. E perciò fenomeno che incuriosiva, soprattutto per quella vantata castità assoluta,
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