Progetto Esecutivo Ivam 2017
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CONSORZIO DI BONIFICA DI BRADANO E METAPONTO PROGETTO ESECUTIVO IVAM 2017 PROGETTISTA IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Dr. Agr. D’Alessandro Giuseppe Dott.ssa Francesca DI LUCCHIO COLLABORATORI Dr.ssa Roberta Tito Geom. Arcangela Lacapra Nome elaborato RELAZIONE GENERALE Tav. N° INDICE A1 Data Giugno 2017 PRIMO E SECONDO STRALCIO INDICE 1. INTRODUZIONE 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.1 Lineamenti climatici; 2.2 Caratteri fisiografici; 2.3 La vegetazione; 2.4 Insediamenti turistici di costa; 2.5 Criticità ambientali dei luoghi. 3. IL CONTESTO PAESISTICO DELLA COSTA IONICA E LE AREE PROTETTE 4. LE PARTICELLE INTERESSATE DAGLI INTERVENTI 5. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI 5.1 Comune di Bernalda 5.2 Comune di Pisticci 5.3 Comune di Policoro 5.4 Comune di Scanzano Jonico 5.5 Comune di Rotondella e Novasiri 2 1. INTRODUZIONE La Regione Basilicata a partire dal 2010 gestisce le aree costiere della provincia di Matera con l'attuazione del progetto IVAM - Interventi di Valorizzazione Ambientale e Miglioramento forestale delle pinete ioniche. La finalità del progetto tende a fornire idonei indirizzi operativi di gestione selvicolturale, di prevenzione degli incendi boschivi e la tutela delle fasce vegetazionali retrodunali così come indicato nelle Linee Programmatiche del settore forestale per il decennio 2013-2022 le quali prevedono interventi finalizzati alla tutela delle formazioni forestali della fascia ionica. L'ambito territoriale di intervento del progetto riguarda le superfici forestali della costa jonica costituite per lo più da rimboschimenti a prevalenza di conifere, estese lungo una fascia lunga circa 30 km a ricoprire una superficie di circa 1900 ha, dei quali circa il 78% di proprietà pubblica variamente distribuita tra l'ALSIA e in Demanio Regionale Marittimo. Entro tale fascia risulta evidente l’effetto della pressione antropica esercitata dalla massiccia presenza di numerosi insediamenti residenziali e turistici con conseguenti effetti sugli equilibri ambientali in un’area di particolare interesse ecologico e paesaggistico. In continuità con quanto già realizzato nell'ambito delle passate annualità e nel pieno rispetto di quanto contemplato nel regime vincolistico cui sono sottoposte le aree forestali costiere, il progetto IVAM 2017 si propone di intervenire per la mitigazione di alcune importanti problematiche, quali: . elevato rischio incendi, dovuto alla massiccia presenza di insediamenti turistici all’interno o a ridosso delle pinete; . bassa biodiversità, con conseguente scarsa resilienza ad agenti biotici ed abiotici; . ridotta presenza di fauna, tra cui quella avicola stanziale e migratoria; . riduzione della vegetazione psammofila per erosione delle coste e costipamento delle dune da calpestio. problemi fitosanitari derivanti da attacchi di processionaria e scolitidi; 3 Oggi la gestione di queste formazioni forestali pone diversi problemi non tanto per la loro destinazione, che, nel caso specifico, non può che essere quella protettiva e naturalistica, ma in relazione alla loro preservazione e miglioramento. I rimboschimenti in oggetto mostrano, infatti, in più punti segni inequivocabili di sofferenza che si manifesta con fenomeni di moria diffusi e lacunosità del soprassuolo cui hanno contribuito diversi fattori, quali: la già citata assenza di cure colturali; l'accadimento di eventi calamitosi, soprattutto incendi, che hanno colpito vaste porzioni di territorio; il progressivo invecchiamento dei soprassuoli e non da ultimo l'arretramento progressivo della fascia costiera. Tali fenomeni contribuiscono a rendere le pinete estremamente sensibili al rischio d'incendio e tale elevata propensione costituisce un elemento di forte preoccupazione soprattutto se si considera l'elevato numero di turisti che gravitano nella zona e negli insediamenti presenti, proprio nel periodo di maggiore incidenza degli incendi boschivi. Le numerose minacce di origine naturale o antropica cui sono sottoposti i soprassuoli della costa jonica potrebbero pregiudicarne la conservazione con gravi ripercussioni sia per gli aspetti ambientali ed ecologici, sia per le inevitabili ricadute negative che si determinerebbero nel tessuto economico e sociale, che vedrebbe seriamente minacciata la propria vocazionalità turistica e agricola. 4 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.1 Lineamenti climatici Il clima è di tipo mediterraneo; in base ai dati rilevati l’area rientra nella sottozona calda del Lauretum, del secondo tipo, con siccità estiva, secondo la classificazione fitoclimatica del Pavari. Il pluviofattore di Lang e l'indice di aridità di De Martonne hanno fornito valori rispettivamente pari a 36,5 e 22,5. Secondo le applicazioni di questi indici a scopo fitogeografico il primo valore è tipico della vegetazione della zona del Lauretum in cui ricade Policoro, il secondo corrisponde a foreste sempreverdi xerofile. 2.2 Caratteri fisiografici L’area di intervento è situata nella parte dell'arco Jonico compresa tra il Fiume Bradano ed il Sinni e rappresenta il tratto meridionale della fossa bradanica, situata tra l'Appennino e le Murge, con direzione N-O/S-E. Si succedono a partire dal mare in direzione S-E/N-E, una breve cimosa costiera sabbiosa, un fascio di cordoni dunosi di recente origine, una striscia larga circa 3 Km caratterizzata, subito dietro i cordoni dunosi, da una depressione e poi da un lento innalzarsi del terreno. Caratteristica comune dei terreni alluvionali della pianura è la presenza della falda freatica più o meno profonda, variabile secondo la stagione. 2.3 La vegetazione I rimboschimenti litoranei della Basilicata si estendono in quest’area per una lunghezza di circa 35 Km ed una superficie di circa 2.000 ettari localizzate interamente nel territorio della Provincia di Matera. Le specie maggiormente utilizzate per gli impianti furono: Pinus halepensis, Pinus radiata, Pinus canariensis, Eucalyptus spp. (in particolare globulus), Pinus pinea. Nonostante tale variabilità specifica la pineta di pino d’Aleppo rappresenta l’elemento più uniformemente caratterizzante il paesaggio. Volendo fornire uno schema successionale, dal litorale sabbioso verso l’interno, sulla base delle specie arboree maggiormente impiantate, è possibile individuare: una prima fascia boscata a contatto 5 del litorale sabbioso di minore statura, costituita in prevalenza da acacia (A. cianophylla e retinoides), di ampiezza variabile limitata a circa 10-20 m, che costituisce una costante per tutto il rimboschimento; subito a ridosso si ritrova la pineta di pino d’Aleppo che costituisce la parte più consistente del popolamento artificiale e forma una fascia ampia fino ad una distanza di circa un chilometro dal litorale; generalmente l’ultima fascia rimboschita, retrostante alle pinete è rappresentata da impianti di Eucalitti e da rimboschimenti misti con pino ed eucalitti. Allo stato attuale il soprassuolo arboreo mostra delle condizioni di eccessiva densità, fatta eccezione per alcune ristrette aree dove sono stati effettuati dei diradamenti di lieve entità. La densità, in molti casi, rispecchia il sesto di impianto originario, con il risultato di instaurare una forte competizione tra le piante, che ha generato scarsi parametri di accrescimento, diffusi fenomeni di mortalità e condizioni di marcato disordine strutturale. Difatti, le condizioni vegetative del soprassuolo risultano complessivamente scarse, soprattutto immediatamente a ridosso del litorale sabbioso dove sono individuabili ampi tratti con soggetti morti ancora in piedi; tale fenomeno si manifesta in modo più grave in zone in cui si riscontrano ormai situazioni di accentuata lacunosità della copertura. La mancata applicazione di adeguati interventi colturali negli anni, denuncia in modo evidente una situazione di stasi incrementale con una chiara tendenza in senso degradativo delle compagini forestali: una delle caratteristiche costanti è la presenza di alberi “filati” senza futuro a causa di condizioni di eccessiva densità. Nel complesso queste formazioni forestali artificiali sono caratterizzate dalla frequente mancanza o deficienza di rinnovazione naturale, ciò in maniera più accentuata nelle aree a ridosso del litorale sabbioso. Tale situazione è comunque riscontrabile anche nelle zone più interne rispetto al litorale; dai sopralluoghi effettuati si è constatato che solo nei punti dove è minore la concorrenza delle piante adulte ed al riparo di piante arbustive è stata riscontrata la presenza di novellame di pino d’Aleppo in buono stato vegetativo. 2.4 Insediamenti turistici di costa Gli insediamenti turistici di costa interessano in Basilicata prevalentemente la costa ionica, dove sono più evidenti gli attriti tra l’attività edilizia e il contesto ambientale, 6 dove il trend specifico è in evoluzione e dove gli insediamenti turistici “datati” hanno prodotto i maggiori effetti negativi. Si distinguono lungo la costa ionica: - i villaggi turistici: interventi a grande scala di recentissima realizzazione che prevedono grandi opere di infrastrutturazione come porti turistici, complessi alberghieri, case albergo, strutture di servizio e commerciali, impianti sportivi; si tratta di interventi di nuova generazione per la regione, che appare opportuno indagare al fine di controllarne la realizzazione e l’evoluzione, anche in previsione di nuove istanze delle stesso tipo. Essi ricadono prevalentemente nei comuni di Scanzano Ionico, Pisticci, Policoro e Nova Siri, fino ad oggi interessati prevalentemente da un’economia agraria ed ove si rileva la presenza di Zone a Protezione Speciale; - gli insediamenti