RASSEGNA STAMPA CINEMATOGRAFICA CAPITALE UMANO (IL) Editore S.A.S. Via Goisis, 96/b - 24124 BERGAMO Tel. 035/320.828 - Fax 035/320.843 - Email: [email protected] 1 Regia: Paolo Virzì Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi (Carla Bernaschi), Fabrizio Bentivoglio (Dino Ossola), (Roberta Morelli), (Gio- vanni Bernaschi), (Donato Russomanno), Giovanni Anzaldo (Luca Ambrosini), Matilde Gioli (Serena Ossola), Guglielmo Pinelli (Massimiliano Bernaschi), Gigio Alberti (Giampi), Bebo Storti (Ispettore Ranucci) Genere: Drammatico/Thriller - Origine: Italia/Francia - Anno: 2014 - Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Stephen Amidon (ed. Monda- dori) - Sceneggiatura: Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì - Fotografia: Jérome Alméras - Musica: Carlo Virzì - Montaggio: Cecilia Zanuso - Durata: 109' - Produzione: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen per Indiana Production Company, in collabora- zione con RAI Cinema e Manny Film - Distribuzione: 01 Distribution (2014)

Con questo film - suo undicesimo lun- della vita grazie alla familiarità col fi- Golino), che poi è anche la seconda gometraggio - Paolo Virzì sembra voler nanziere Bernaschi (Gifuni), si compor- moglie di Ossola e quindi la matrigna di imprimere una svolta al suo modo di ta - specie all'inizio del film - come fos- Serena. Tutta questa materia, Virzì la fare cinema, una svolta che allenta i se in una commedia ridanciana, inanel- racconta da tre punti di vista, così che 'legami' con la forma-commedia a favo- lando sbruffonate e ostentando urticanti gli stessi fatti trovino spiegazioni e in- re di una più complessa struttura narra- familiarità. Probabilmente al regista formazioni diverse. Ma più che la solu- tiva e una più equilibrata lettura psico- serviva per rimarcare ancora di più il zione del giallo (che pure arriverà alla logica. A favorirlo è il romanzo di Ste- cambio di passo che si sarebbe consu- fine) gli interessa la descrizione di un phen Amidon il cui titolo resta invariato mato durante il film, dal sorriso al cini- mondo che, come dice la moglie di anche per il film, "Il capitale umano", e smo, ma forse non ha tenuto conto di Bernaschi, 'ha scommesso sulla sconfit- di cui rispetta la complessità temporale come un'eccessiva caratterizzazione re- ta dell'Italia. E ha vinto'. ma non l'ambientazione (dal Connecti- gionale rischiasse di scivolare verso la Mai come in questo film, lo scontro ge- cut alla Brianza) scrivendo la sceneg- farsa. nerazionale tra genitori e figli è così giatura con Francesco Bruni e France- Gli exploit lombardi, comunque, passa- netto e deciso: l'età non è un discrimine sco Piccolo. Non è un passaggio al no in secondo piano quando vari perso- di bontà o cattiveria ma di responsabili- dramma tout court ma un'evoluzione dal naggi del film iniziano a essere coinvol- tà. Soprattutto i padri (veri o 'putativi', genere in cui si era esercitato fino a ieri ti nella tela gialla che ha steso il caso: come quello di Luca) sono lo specchio verso una narrazione più complessa e dopo una festa scolastica che avrebbe di un Paese che ha tradito qualsiasi ide- ambiziosa. Bisogna però aggiungere, dovuto decretare il trionfo del figlio di ale in nome del denaro e le cui azioni per evitare ambiguità, che Virzì non Bernaschi, Massimiliano (Guglielmo finiscono inevitabilmente per far sentire perde la sua capacità di graffiare attra- Pinelli), l'incidente che manda un cicli- le proprie conseguenze sugli altri mem- verso l'ironia - come dimostrano alcuni sta in fin di vita all'ospedale fa sospetta- bri della famiglia: con un maggior gra- personaggi, su tutti quello del critico re alla polizia che l'autista investitore do di corresponsabilità sulla moglie, teatrale Russomanno affidato a Luigi La fosse proprio il giovane rampollo del con effetti più distruttivi sui figli. Cascio e soprattutto affina la capacita di finanziere. A difenderlo c'è la fidanzata "Il capitale umano" questo quadro lo ottenere il meglio dai suoi attori, come Serena (Matilde Gioli), la figlia di Dino racconta con forza e durezza, senza dimostra per esempio Fabrizio Gifuni Ossola, ma ci sono troppe cose strane concedere facili sconti a nessuno (vedi che dà qui la sua prova migliore, con- perché un burbero commissario (Bebo lo scombiccherato tradimento coniugale vincente e intensa, oppure trasformando Storti) non smetta di fare domande. di Carla con Russomanno, mentre in i supposti limiti in qualità, come fa con A ingarbugliare ancor più la situazione, sottofondo passano su uno schermo tivù Valeria Bruni Tedeschi, davvero ammi- che riserverà molti colpi di scena prima le irridenti immagini di "Nostra signora revole (e non è la prima volta che gli della fine, c'è la crisi esistenziale di dei Turchi") e con un acre senso di be- riesce con un'attrice. Come dimostra Carla Bernaschi (Bruni Tedeschi), che neaugurante moralità, soprattutto dopo Nicoletta Braschi in "Ovosodo" o Mo- spera di trovare un senso alla propria l'eccesso natalizio di commediole asso- nica Bellucci in "N - Io e Napoleone). vita in un teatro da ristrutturare coi sol- lutorie e pacificatrici. Qui alla fine tutti Per non parlare del giovani, esordienti o di del marito; c'è lo sgretolarsi dei sogni escono sconfitti, anche quelli che sem- quasi, tutti ottimi. di gloria (economica) di Dino Ossola, brano convinti di aver vinto, lasciando Dove convince meno è quando sottoli- coinvolto nel crack delle speculazioni allo spettatore il compito di riflettere nea le inflessioni lombarde - da baùscia di Bernaschi; e la voglia di Serena di sui valori per cui vale davvero la pena vanziniano, alla Nicheli - nel personag- ribellarsi a un legame che non le piace, di combattere. gio affidato a Fabrizio Bentivoglio: il soprattutto dopo aver conosciuto Luca Il Corriere della Sera - 06/01/14 suo Dino Ossola, piccolo agente immo- (Giovanni Anzaldo), giovane ombroso Paolo Mereghetti biliare convinto di poter fare il colpo in cura dalla psicologa Roberta (Valeria

Paolo Virzì ha cambiato passo. Come terraneo, ha una moglie bellissima ex ma in villa, davanti a un vecchio film di se fino a ieri avesse guidato una mac- attrice, un figlio adolescente che va alla Carmelo Bene. china di cui non conosceva il pulsante scuola privata e tiene il suv in garage. Il terzo sguardo è quello di Serena, la segreto, quello del decollo. Ora che può Fabrizio Gifuni lo incarna con torva e- figlia di Ossola. Matilde Gioli, nuotatri- anche volare è pronto per il giro del sattezza di sguardi, padronale volgarità ce nella vita qui al debutto, è la rivela- mondo. Si è trasformato in un viaggia- di gesti tuttavia sempre eleganti, mai zione del film. Non ama più Massimi- tore esperto di sentieri, un entomologo caricaturale, millimetrico nel passo bru- liano Bernaschi (Guglielmo Pinelli, an- che raccoglie dettagli e li cataloga. È tale e segretamente consapevole della che lui alla prima bella prova da attore) andato in Brianza a raccontare com'è disperazione di chi, ormai, non può tor- ma lo accudisce come una madre. È in- cambiata l'Italia, lo ha fatto come se nare indietro. È, Gifuni-Bernaschi, il vece innamorata di Luca (Giovanni An- partisse per l'Alaska: vergine la curiosi- motore mobile, la causa e la ragione di zaldo, febbrile, poetico), un paziente tà, controllata l'apprensione, sottolinea- ogni cosa. Della rovina dell'Italia, ap- della sua matrigna psicologa, condanna- te cento volte le guide. Ha messo in va- punto, su cui il suo fondo ha puntato. to per spaccio. Lo zio di Luca, Piero ligia i suoi attrezzi da sarto di storie (il Fabrizio Bentivoglio è Dino Ossola, un Pierobon, racconta in due scene dure filo dell'ironia, questa volta meno dolce immobiliarista sull'orlo della rovina la come schiaffi la storia di tutti quelli che del solito, beffarda e un po' crudele per- cui figlia è fidanzata con il figlio di aspettano tra una canna e un acido di sino, le stoffe pesanti per il freddo che Bernaschi. Ha perciò accesso alla villa, partire per Formentera, appena ho i sol- c'è dentro casa e anche fuori, su al alla vita dei ricchi, ai loro doppi di ten- di rilevo un chiringuito sulla plaja di Nord, le sete per le sere di festa, le la- nis. Decide di investire 700 mila euro Mitjorn. Bebo Storti è il commissario di mette per la disperazione, l'alcol per che non ha, facendoseli prestare, nel polizia che indaga: si indovina di lui non pensarci, uno zainetto e una tuta fondo miracoloso. Qui Bentivoglio ab- una vita grama, una grande anima. per scappare, caso mai) e come un e- bandona il consueto charme distratto e Affresco polifonico e corale, riscrittura sploratore si è addentrato di soppiatto inventa una figura patetica è tragica- del romanzo di Stephen Amidon affida- nella terra dei ricchi. Di quelli che 'han- mente ordinaria, l'uomo in bilico sulla ta a Francesco Piccolo e Francesco no scommesso sulla rovina del nostro disfatta: è suo il primo dei tre sguardi Bruni, insieme allo stesso Virzì. L'Ame- paese, e hanno vinto'. Gli speculatori, i sulla scena. La storia avviene alla vigi- rica è qui, in Brianza. Le donne cono- maghi della finanza, quelli che ti pro- lia di Natale in un piccolo paese della scono la vita meglio degli uomini, la mettono di guadagnare il 40 per cento Brianza. C'è una cena di gala, c'è un in- maneggiano più disinvolte; i giovani - sui tuoi risparmi e che poi se li mangia- cidente - il cameriere della cena che vere vittime di questo tempo cieco - no, con la tua vita intera. Quelli che torna a casa in bici, investito da un Suv soccombono alle aspettative dei padri, calcolano con un algoritmo quanto co- - c'è un colpevole ignoto. infragiliti dal lusso o dall'assenza di sta la tua morte, il "capitale umano" del Si legge il racconto con gli occhi di Os- speranza; i più poveri di mezzi sanno titolo: il risarcimento agli eredi per l'as- sola, dunque, al principio. E con quelli essere più generosi di sé e lungimiranti, senza. della sua compagna Roberta, psicologa sempre. In assenza assoluta di retorica, Il film è bellissimo, il suo migliore. Po- in un consultorio pubblico, incinta: Va- sono semplici annotazioni sul tacchino tente, lieve, preciso. È un congegno che leria Golino impeccabile nel sottinteso di chi osserva. Tocco di maestria le mu- funziona come l'ingranaggio di un oro- e nel sorriso, dolce e saggia, struggente siche di Carlo Virzì, percussioni etniche logio, ogni ruota gira in un verso diver- interprete di una normalità smarrita. Poi che danno il sapore di un viaggio altro- so e tutte insieme battono il tocco delle daccapo, la scena rivive dagli occhi di ve: tamburi per l'esplorazione, appunto, ore. Non è una commedia ma è anche Carla, la moglie di Bernaschi. Una Va- di una terra remota pericolosa e onnivo- quello, non è un thriller ma un po' sì, leria Bruni Tedeschi fragile e una volta ra, la terra che ci sta mangiando. Si re- non è un racconto a tesi ma un caleido- ribelle, sensuale e goffa insieme, fonte sta a lungo, nei giorni successivi, in scopio di sguardi che tiene insieme i di grande ilarità ('C'è la polizia? Cos'è compagnia dei volti e delle parole di punti di vista senza dare lezioni. Senza la polizia?'), bravissima. Ex attrice di- Gifuni e Bruni Tedeschi, i più sorpren- quel tono di sufficienza e di distacco lettante, Carla vuole salvare dalla rovi- di un cast superbo. Lei: 'Avete che confina col disprezzo e balla il na il Politeama locale. Va in scena la scommesso sulla rovina del nostro pae- mambo fatalista del qualunquismo. Di- contesa fra cultura e denaro, e il raccon- se e avete vinto'. Lui: 'Abbiamo vinto, rige un gruppo di attori eccezionali ren- to postumo della disfatta. 'Capisci dice amore. Abbiamo. Ci sei anche tu'. dendo ciascuno di loro, se ancora pos- al marito - non c'è un teatro in tutta la La Repubblica - 07/01/14 sibile, una sorpresa. provincia'. 'È grave, amore?', le rispon- Concita De Gregorio Giovanni Bernaschi è un finanziere di de lui distratto, a letto. Il direttore arti- quelli che tra mezz'ora hanno un volo stico designato, un professorino di sto- per Londra, vive in una villa con due ria del teatro, è Luigi Lo Cascio. Strepi- rampe di scale all'ingresso, i campi da tosa Caporetto delle loro velleità è la tennis e una piscina riscaldata nel sot- scena di sesso tra i due nella sala cine-