Le Valli Bolognesi tra , e Setta

114 CREATIVITÀ E NOTE ATTRAVERSANDO LA VALLE IN UN PAESAGGIO LUNARE “La mia fanciullezza in Calabria scorreva tra L’osservazione, il viaggio, l’immaginazione che terre arse dal sole e colline mal coltivate… un paesaggio visto e vissuto ha stimolato nel- ed i miei allenamenti di Ragazzo di Calabria l’espressione della mia creatività. avevano come cornice distese di alberi di Partivo dalla via . Prendevo lezioni di mandorlo assetati, di ulivi secolari e di fichi canto a San Lazzaro e nella zona dell’Idice. d’india dalle forme stravaganti. Arrivato al Percorrendo la strada nei lunghi pomeriggi in- centro sportivo dei carabinieri di , vernali, nebbiosi, percepivo in queste esten- durante gli allenamenti che dal Mulino Pa- sioni una luce irreale. Avevo la sensazione che risio, attraversando San Lazzaro, si allungava- questa campagna piatta e infinita, fosse come no oltre il lago dei castori fino a sfiorare la un paesaggio lunare. Al ritorno dai miei voca- Toscana, il mio sguardo era giornalmente lizzi era buio e faceva freddo… eppure in quel- attratto e ammaliato da quelle colline così la campagna sembrava che l’orizzonte si fosse ben coltivate, da quelle distese di grano e di spostato, come un’estensione della mia men- girasoli che coloravano anche l’aria e da quei te, dalla mia vita, come la mia voce in note simpatici e chiacchieroni contadini che, abi- nuove. tuati alla quotidiana presenza di un gruppet- to di atleti olimpionici, ci salutavano con Antonietta Laterza ammirazione. Ad attraversare questa valle an- cantautrice bolognese, collabora con cinema e televisione cora oggi provo un grande senso di appaga- mento interiore, di emozione intesa, perché la sento cosi ben rispettata dalla natura e I Fiumi dagli uomini stessi”. Le vallate degli affluenti di destra del scan- discono la fascia centrale dell’Appennino e della Demetrio Casile pianura bolognesi in una varietà di colori e pae- pittore, regista e sceneggiatore saggi davvero sorprendente. Sono i fiumi Idice, Savena e Setta, di cui oggi solo l’Idice continua il suo corso in pianura fino a lambire il Parco del Dal torrente Brasimone, suo affluente, si forma Delta del . nel territorio di Castiglione dei Pepoli il Lago di Santa Maria, che costituisce con i bacini di Suvia- L’Idice na e del Brasimone il Parco Regionale dei Laghi. Dal Monte Oggioli, presso il Passo della Rati- Dal Setta i Romani derivarono l’acquedotto sot- cosa, nasce l’Idice, il maggiore dei fiumi di queste terraneo (ben 18 km di cunicoli, in parte visitabi- valli. Interessante dal punto di vista geologico e li) che ancora oggi porta l’acqua a Bologna. Poco naturalistico, la sua vallata offre molteplici ragio- oltre, a una cinquantina di chilometri dalla fonte, ni per una visita. Di particolare bellezza è il trat- il fiume termina la sua corsa gettandosi nelle to di fiume alla confluenza con la Valle dello acque del Reno. Zena: in questa zona si stacca il Canale dei Mu- lini, che lo affianca nel percorso fino al suo in- Il Savena gresso in pianura, nel territorio di San Lazzaro di Per prima cosa la pronuncia: si dice Sávena e Savena. Attraversate le Valli di Campotto, l’Idice non Savéna, come verrebbe spontaneo se- termina il suo corso nel Reno. Qui un interessan- guendo la fonetica italiana. Termine etrusco te sistema di conche vinciane impedisce all’ac- che significa “vena d’acqua”, il Savena delimi- qua del Reno di risalire nel letto dell’Idice nei ta col Reno il territorio della città di Bologna: periodi di secca. già nella Divina Commedia in- dividua i Bolognesi come coloro che vivono Il Setta “tra Savena e Reno” (Inferno, Canto XVIII). Il Il viaggio del Setta comincia in Toscana, in pro- corso del fiume é costeggiato dalla SS 65 del- vincia di Firenze, ma già a pochi chilometri dalla la Futa e dalla Fondovalle Savena, che condu- sorgente fa il suo ingresso nel Bolognese. Tipico ce fino al Lago di Castel dell'Alpi, passando fiume appenninico dal carattere torrentizio, il per le maestose Gole di Scascoli. Setta disegna una vallata da sempre crocevia di Numerosi e in parte visitabili sono ancora i uomini e merci da e per la Toscana. Oggi questa tanti mulini nati nel corso dei secoli lungo il terra di viaggiatori offre al turista innumerevoli suo corso. Prima di sfociare in pianura, il Sa- possibilità di essere scoperta attraverso antichi vena attraversa il Parco Regionale dei Gessi percorsi, da affrontare a piedi, a cavallo e in Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, solcato mountain bike. anche dalle acque del fiume Idice.

115 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta l’appennino

L’itinerario di visita Da non perdere: L’itinerario comincia in Appen- La Via del Pane e gli antichi mulini dell’Idice e del Savena nino: l’asse portante é rappre- La Via degli Dei e il Trekking Bologna - Firenze sentato dalla storica strada del- I Parchi naturali la Futa, sul crinale tra Savena e I Giardini del Casoncello Idice, da cui sono possibili infi- Il villaggio termale di nite deviazioni in libertà alla Il Golf Club di scoperta dei tesori delle diver- La Futa e il Passo della Raticosa se vallate. Il villaggio etrusco-celtico di Monte Bibele e il Museo archeologico di Monterenzio Dalla SS 65 della Futa alla Il Santuario di Boccadirio Valle dell’Idice Le castagne, i funghi, i tartufi e le loro feste - Il parco acrobatico di - L’Osservatorio astronomico di Loiano - Monghidoro La Val di Zena - Monterenzio

Le Valli tra Savena e Setta - Monzuno - San Benedetto Val di Sambro - Castiglione dei Pepoli

Pianoro

Monterenzio

Monzuno Loiano

Monghidoro San Benedetto Val di Sambro

Castiglione dei Pepoli

116 La storia e l’ambiente A tavola Terra di viaggiatori attraversata dall’antica via L’Appennino Bolognese in queste valli è rima- di pellegrinaggio di Toscana, il territorio delle sto fedele alla semplicità e ai sapori della cu- Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta è da cina delle trattorie: una cucina montanara sempre passaggio obbligato per i transiti com- che alle specialità emiliane unisce quelle di merciali e culturali tra il Nord e l’Italia penin- Toscana. Da provare sono i tortelli di patate e sulare. La presenza dell’uomo in queste valli è le bistecche alla fiorentina, insieme a parti- documentata fin dal Paleolitico e a Monte colarità come l’agliata. Ogni anno tra la fine Bibele, tra Monterenzio e Loiano, Etruschi e di ottobre e i primi giorni di novembre si Celti hanno lasciato importanti tracce della svolgono manifestazioni e feste che hanno loro civiltà. Nato dai numerosi reperti venuti come protagonisti le castagne, i funghi e i alla luce nella zona, il Museo archeologico tartufi, ottime occasioni per assaggi e degu- “Luigi Fantini” di Monterenzio è oggi sede di stazioni dei più classici prodotti dell’Appen- una delle più importanti collezioni celtiche nino. Dall’antica presenza nella zona dei muli- d’Italia. Secondo notizie leggendarie, in que- ni ad acqua deriva poi la tradizione dei pro- ste terre visse il re etrusco Ocno, ricordato dotti da forno di queste vallate, valorizzati anche da Virgilio, mitico fondatore di Felsina dalla “Via del Pane dell’Appennino bolognese”. (l’odierna Bologna), oltre che di Parma e di Mantova. Segni del successivo passaggio dei Come arrivare Romani si riconoscono nella via Flaminia Mi- - Autostrada A1: uscite , Rioveg- nor, strada consolare utilizzata dalle legioni gio, Pian del Voglio, Roncobilaccio romane dirette alla conquista della Gallia. I - Strade: castelli e le torri di queste vallate ci riportano SS 65 Futa (Pianoro, Loiano, Monghidoro, invece alle tormentate vicende medievali in Toscana) dell’Appennino. Signore di gran parte del ter- SS 325 Val di Setta - Val Bisenzio (Sasso Mar- ritorio fu nell’XI secolo il marchese Bonifacio coni, Vado, Rioveggio, Pian di Setta, Castiglio- di Toscana, padre di Matilde di Canossa, il ne dei Pepoli, Montepiano in Toscana) quale elesse a sua residenza il castello di Pia- SP 65 Fondovalle Savena. noro, poi distrutto dai Bolognesi nel 1377. La - Linea ferroviaria “Direttissima” Bologna- natura di queste valli si è preservata in molti Firenze, con trasporto biciclette: stazioni a punti selvaggia e incontaminata. Il paesaggio Rastignano, Pianoro, Monzuno, Vado, San è quello tipico della media montagna appen- Benedetto Sambro-Castiglione P. ninica, dove le quote più elevate non supera- - Linee ATC www.atc.bo.it. no mai i 1200 m. Ideali per farsi scoprire attra- verso percorsi lenti a piedi, in bicicletta o a Informazioni Turistiche cavallo, queste valli offrono la possibilità di Ufficio Turistico Tutto Servizi vivere l’emozione di calcare gli stessi selciati Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) battuti per secoli da eserciti, pellegrini e scrit- Tel. 051.6555132 - [email protected] tori. www.tuttoservizispa.it Orari d’apertura: Eventi da lunedì a sabato 9.00-12.30/16.00-19.00 Favolando per le Valli domenica (da giugno a settembre) 9.00-12.30 Festival internazionale dedicato al teatro su misura per bambini e ragazzi ospitato dai comuni delle Valli Bolognesi tra Idice, Save- na e Setta. www.vallibolognesi.it

Il Sistema Turistico Valli Bolognesi, creato Storia e Cultura dalla “Comunità Montana Cinque Valli Bo- L’arte campanaria bolognese lognesi” insieme al “Consorzio Turistico Idi- Tra Monzuno e Monghidoro sopravvive ce Savena Setta”, offre proposte turistiche un’antica tradizione musicale legata al suo- uniche che permettono al viaggiatore di vi- no delle campane. Le radici dell’arte campa- vere una vera e propria full immersion in un naria bolognese risalgono alla metà del paesaggio incontaminato e dalla storia ric- Cinquecento: si tratta di una particolare chissima. tecnica “atletico-musicale” che coinvolge di Viale Risorgimento, 1 - 40065 Pianoro (BO) media quattro o cinque campanari (uno per Tel. 051.6527743 - Fax 051.774690 ogni campana), tramandata di generazione [email protected] in generazione fino ai giorni nostri. www.vallibolognesi.it

117 Antiche vie dell’Appennino tra storia e mito

La Flaminia Minore e la Via degli Dei Con il rinnovamento della strada del ‘700, ven- Dal Passo della Futa alla Via Emilia si snoda il nero ristrutturati anche i fabbricati delle doga- tratto terminale dell’antica via militare e di ne di La Ca’, ora demolita, e di Filigare che, pellegrinaggio conosciuta come “Flaminia voluta dal Granduca Leopoldo II, sorprende Minore”, che univa Bologna ad Arezzo. Costrui- ancora per la sua magnificenza. Le dogane ta dal Console Flaminio nel 187 a.C., la strada sopravvissero fino al 1859, quando, a Villa Loup serviva a collegare più velocemente Roma alle nei pressi di Loiano, si decise di abolire ogni nuove colonie che stavano sorgendo lungo la barriera in vista dell’ormai prossima Unità contemporanea Via Emilia. Il suo percorso di d’Italia (1861). crinale tra l’Idice e il Quaderna e poi l’alto , oltre al particolare pregio di splendide Storia e Cultura vedute su zone incontaminate, tocca alcuni La Futa e il Gran Tour luoghi di grande importanza militare, storica e Come i pellegrinaggi che si svolsero nei culturale. La strada assunse nuova importanza vari Giubilei segnarono la storia della Via nel Medioevo: a partire dal 1200 il tracciato di Toscana nel Medioevo, così il passaggio più antico della Via Francigena, quello della dell’Appennino caratterizzò un momento Cisa, cadde in secondo piano e i pellegrini che fondamentale del Grand Tour, che vide dal Nord Europa si recavano a Roma preferiva- spostarsi legioni di giovani aristocratici. no proseguire lungo la Via Emilia fino a Bolo- Cultura, avventura e maestosi paesaggi gna e qui immettersi sulle vie nate proprio sul erano le attrattive che portavano i viag- tracciato della Flaminia Minore. La più celebre giatori ad affrontare le insidie del traccia- è la Via dello Stale o Via degli Dei, percorso to Bologna-Firenze, che, ritornati in patria che ancora oggi collega Bologna a Firenze in diventavano oggetto di memorie e diari di più tappe di cammino. viaggio. Montaigne (1580), Goethe (1786), Casano- La Futa va (1761), il marchese de Sade (1776), Sthen- La strada della Futa SS 65, nota ai Bolognesi dal (1811 e 1817) Walter Scott e l’imperato- come Via Toscana e ai toscani come Via Bo- re Federico di Russia non sono che alcuni lognese, risale la Valle del Savena per poi cor- degli illustri viaggiatori che riportarono rere sul crinale tra Savena e Idice fino al Passo nei loro diari le impressioni del passaggio della Raticosa. Di qui raggiunge il Passo della della Futa. Questi scritti sono una ricca te- Futa e quindi Firenze. Già nel XIII secolo, un stimonianza di episodi che sottolineano tracciato abbastanza simile all’odierno venne le caratteristiche dei diversi personaggi. scelto dal Comune di Bologna come via uffi- Così pure nel 1811 Stendhal visita Pianoro, ciale per la Toscana. Il successo della strada Loiano e Monghidoro e scrive: “Due fran- venne confermato in occasione del Giubileo cesi che viaggiano in una buona vettura del 1300 quando la Via di Toscana venne rac- con un domestico intelligente possono comandata ai pellegrini in viaggio verso Ro- trasportare i godimenti di un salotto nel ma, poiché ritenuta più sicura di altre e so- mezzo dell’Appennino, ma non gustano prattutto dotata di alloggi, ospitali, pievi e l’Appennino come me, che viaggio solo in monasteri, fondamentali per i viaggiatori. Nel una carrozza tutta aperta”. 1759 il Granduca di Toscana Francesco di Montaigne e Goethe passarono per Loia- Lorena ottenne di potenziare l’antico percor- no e Monghidoro, a distanza di quasi due so attraverso la costruzione di una più effica- secoli, durante i loro Viaggi in Italia (1580 il ce via di comunicazione tra Firenze e Bologna. primo e 1786 il secondo). Molti altri viag- Il progetto del Granduca dovette tuttavia vin- giatori più o meno noti li seguirono. Poi il cere l’opposizione del Papato, che preferiva progresso e le invenzioni dei motori a va- che il principale collegamento tra Roma e i pore, elettrico e a scoppio cambiarono il suoi possedimenti padani non uscisse dai ter- mondo, il modo di viaggiare e le strade ritori pontifici, passando dalle Marche. importanti furono altre.

118 Pianoro

Pianoro è il primo Comune che si incontra Eventi risalendo la Futa. Il centro fu duramente col- La Cronoscalata Bologna - Raticosa pito dagli eventi bellici, tanto che Pietro Per tutti gli appassionati di motori da non Nenni lo indicò come il “maggiore e più dolo- mancare è l’appuntamento con la storica roso esempio della barbarie nazi-fascista”. A cronoscalata “Bologna-Raticosa”, 603 tor- seguito di queste devastazioni e del grande nanti contro il tempo in una gara di veloci- lavoro di ricostruzione del Dopoguerra esi- tà per auto d’epoca. Nata nel 1950 è stata stono ora i due distinti borghi di Pianoro per anni una delle cronoscalate più impe- Nuovo e di Pianoro Vecchio. Tuttavia il terri- gnative d’Italia, seconda per lunghezza torio comunale conserva ancora numerose solo alla Parma - Berceto. Svoltasi con irre- testimonianze della millenaria storia di questi golarità fino al 1969, la Bologna - Raticosa luoghi e in particolare dell’età medievale. è rinata nel 2001 sul tratto di strada tra Pianoro Vecchio e Livergnano. Da allora la A Pianoro Vecchio, si consiglia una visita alla cronoscalata si svolge ogni anno. chiesa di San Giacomo Maggiore, ristruttura- Info: www.velocitaraticosa.it ta nel Settecento e unita a un “ospitale” per i pellegrini di cui si ha notizia fin dal XII secolo. Al suo interno si segnala la pala d’altare di Natura scuola del Francia. Il Paleotto Il parco del Paleotto si allarga lungo le Un chilometro prima di Pianoro Vecchio, si sponde del Savena in lievi pendici collinari trova la medievale Torre Lùpari, pregevole compresi nei territori di Rastignano esempio dell’arte dei Maestri comacini (pag. (Pianoro), Sasso Marconi, San Lazzaro di 71), poi inglobata in un edificio quattrocente- Savena e Bologna. Il suo nome è quello di sco a doppio loggiato. una nobile famiglia senatoria bolognese e la sua storia si intreccia fin dal Medioevo con Proseguendo lungo la Futa, il borgo di Liver- quella di un antico mulino esistito nelle gnano ha la particolarità di possedere una vicinanze, di cui resta memoria nel nome serie di case incastonate profondamente della località di Molino del Paleotto. Qui un nella roccia, da cui sporgono unicamente le notevole antico ponte in pietra comunica facciate. Crocevia fondamentale nel passag- ancora con la vecchia strada per Sant’An- gio fra basso e medio Appennino, fu teatro di drea di Sesto. violenti scontri durante la seconda guerra mondiale: di qui passava una delle linee prin- cipali della Linea Gotica (pag. 160). Musei MUSEO “WINTER LINE” Calanchi via della Chiesa, 4 - Località Livergnano archivio Provincia di Bologna 40066 Pianoro (BO) - Tel. 380.5074820 Scavato alla base della parete del Contraf- forte Pliocenico che sovrasta Livergnano, il museo è stato ricavato in una grotta usata come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccoglie og- getti dei soldati della 65° Divisione Tedesca e di quelli della 91° Divisione del 361° Fanteria Usa, ritrovati lungo le trincee e i rifugi che ancora oggi è possibile vedere nelle campagne intorno Pianoro, dove nel- l’inverno tra il ‘44 e il ‘45 rimasero bloccati i due eserciti contrapposti.

119 Lungo la Val di Zena , all’interno del Parco dei Natura Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Il Centro Anfibi di Pian di Macina nasce da (pag. 137), a una quindicina di chilometri da un progetto europeo di tutela a favore di Pianoro, svetta il Monte delle Formiche con il specie di anfibi rare o a rischio di estinzio- suo particolare santuario. ne, promosso e finanziato dalla Provincia di Bologna e dal Comune di Pianoro. Nelle Storia e Cultura vasche e nelle zone umide del centro si Il Monte delle Formiche è uno sperone roc- possono scoprire curiosi animali come la cioso, che domina le valli dell’Idice e di Zena. Salamandrina dagli occhiali, il Tritone alpe- Dalla sua cima si gode un panorama incredibi- stre e l’Ululone appenninico dal ventre gial- le che, in mattine particolarmente terse, spa- lo, che prende il nome dal caratteristico vo- zia dal litorale Adriatico fino alle Prealpi vero- calizzo simile a un ululato con cui i maschi nesi. Il nome del monte deriva da un fenome- segnalano la loro presenza durante il perio- no naturale molto particolare: ogni anno, nei do riproduttivo. Si organizzano laboratori e primi giorni di settembre, sciami di formiche aule didattiche. alate raggiungono questa vetta per compiere Info: Anfibi, Rettili e Territorio Onlus il loro volo nuziale e andare poi a morire nella Tel. 051.774253 www.centroanfibi.it zona del santuario di Santa Maria di Zena. Il santuario è noto fin dal 1400 con il nome di “Santa Maria Formicarum”, a testimonianza del Natura fatto che già allora si verificava il fenomeno La Val di Zena delle formiche volanti. Ancora oggi, in occa- Lo Zena è un torrente che nasce nel territo- sione della festa della Madonna, le formiche rio di Loiano e termina il suo corso assai tor- vengono raccolte, benedette e distribuite ai tuoso nell’Idice, a . fedeli: secondo la credenza popolare hanno Ancora nei pressi di Loiano, a Quinzano, infatti capacità terapeutiche. forma una bella cascata alta 30 m, che pre- cipita in una gola boscosa. La Val di Zena è attraversata da una strada di fondovalle In direzione Monte delle Formiche s’incontra composta per i primi chilometri dalla S.P. 16 il Castello di Zena, appartenuto alla Contessa Val di Zena e poi da strade comunali di di Canossa. Di origini medievali, la sua archi- Pianoro e Monterenzio. La valle, col suo as- tettura presenta oggi elementi compositi del petto bucolico, alterna dolci colline a prati XIV e XVII secolo. Fa parte del castello la vici- e boschi e qualche calanco, in una natura na Torre dell’Erede (XIV sec.), che posta più in pressoché incontaminata di grande interes- alto fungeva da vedetta. se naturalistico e storico. Oltre ai ritrova- menti etrusco-celtici di Monte Bibele, in Verso ovest, l’aspra e imponente vetta di Monte prossimità delle sponde del torrente sorge Adone, dominante il crinale che fa da spartiac- il Castello di Zena. Costeggiata dal Contraf- que fra Savena, Setta e Reno, costituisce il più alto forte pliocenico, la vallata ospita il Parco dei rilievo del Contrafforte pliocenico (pag. 60). Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. Consigliata è una tappa al lago del castori, In frazione Pian di Macina si trova il Centro meta ideale per gli appassionati di pesca. Anfibi, dove sono possibili insoliti incontri Circa 2 Km a monte della confluenza nell’I- con rare specie dell’Appennino. dice, poco dopo l’ingresso nel territorio di San Lazzaro di Savena, presso la sponda sini- Musei stra dello Zena è situata la celeberrima MUSEO “CIVILTÀ DEI MESTIERI” Grotta del Farneto, nella quale sono state Via del Gualando, 2 - 40066 Pianoro (BO) rinvenute importanti testimonianze della Comune di Pianoro - Tel. 051.6529105 presenza umana risalenti al neolitico. Tuttoservizi s.p.a. - Tel. 051.6555132 Pensato come vero e proprio laboratorio didattico, presenta diverse sezioni temati- Pianoro aderisce all’Associazione Nazionale che: casa rurale, cantina, stalla, lavori agri- “Città del Vino”. coli, artigianato, pesi e misure.

Eventi C’era una volta: ottobre. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Fiera di Santa Maria Assunta: 15 agosto. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

120 Loiano

Osservatorio astronomico archivio Provincia di Bologna Loiano sorge sul contrafforte che separa le Valli dell’Idice e del Savena e, oltre all’Osser- A giustificare una visita a Loiano basterebbe vatorio, non mancano certo mete di interesse l’Osservatorio Astronomico dell’Università di storico-artistico. La prima è la chiesa di San Bologna, che si trova lungo la Futa, 2 km oltre Giacomo e Santa Margherita, eretta dagli il paese in direzione di Monghidoro. Agostiniani nel XIV secolo. Al suo interno conserva un dipinto del Calvaert e la Madon- Scienza e Tecnica: il Parco delle Stelle na del Carmine di Angelo Piò. Nel centro del Sul Monte Orzale ha sede la Stazione di paese rimangono anche tracce dei portici Loiano dell’Osservatorio Astronomico di quattrocenteschi che lo caratterizzavano ori- Bologna, situata all’interno di una struttura ginariamente. appartenente all’Istituto Nazionale di As- trofisica. Inaugurato il 15 novembre 1936, il Celebre è la locanda Corona, dove nel Cin- suo telescopio più grande è intitolato all’a- quecento si trattò l’annessione di Cento a Fer- stronomo Giovanni Domenico Cassini, pro- rara e in cui il 21 ottobre del 1786, pernottò gettista della grande meridiana di San Goethe diretto a Firenze. Petronio a Bologna. L’Osservatorio di Loia- no è il secondo d’Italia per dimensione del Tra gli insediamenti più significativi del territo- telescopio (152 cm di diametro). Grazie a rio si segnala la frazione dell’Anconella, antico una collaborazione con il Comune di Loiano borgo cinquecentesco. Il borgo si sviluppa e la Provincia di Bologna, l’Osservatorio è attorno a una caratteristica costruzione porti- aperto al pubblico per visite serali da aprile cata, esempio raro in Appennino, un tempo a settembre. ospitale di sosta per i pellegrini. Al suo interno Info: Biblioteca di Loiano: martedì e giovedì è possibile ammirare un camino con lo stem- ore 10.00-12.00. Tel. 051.6543617 ma della nobile famiglia dei Bentivoglio. Nella [email protected] zona sono ancora visibili le cosiddette “buse nelle lastre”, grotte scavate nell’arenaria un tempo usate come abitazioni e magazzini e nel periodo bellico anche come rifugi.

Lungo la strada provinciale che da Loiano conduce a Quinzano sorge su un altopiano la chiesa di Scanello dedicata a San Giovanni Battista, che custodisce una tela attribuita al Passerotti e due dipinti di scuola dei Carracci. Dalla vicina località di Cà di Priami si possono passare in rassegna le principali montagne della valle dell’Idice e di quelle del Savena, fino all’alto Appennino, da un lato, e alle col- line che fanno da cornice a Bologna, dall’altro. Le colline intorno a Loiano - archivio Provincia di Bologna 121 Nei pressi di Scanello sorge Villa Loup, che Natura deve il suo nome al gentiluomo svizzero che, Giardini del Casoncello sposando una Ghisilieri, ebbe in dote la resi- Via Scascoli, 75 - Loiano (BO) denza. A villa Loup sostò nel 1805 papa Pio VII Tel. 051.928100/928281 dopo aver incontrato Napoleone a Parigi, ma Nati dal recupero di un antico podere agri- il luogo è diventato celebre nelle vicende colo e aperti al pubblico dal 1996, i Giardini risorgimentali per il “Convegno di Scanello”. del Casoncello sono oggi considerati un Qui il 28 settembre 1859 i rappresentanti di ottimo esempio di “giardino naturale” dove Toscana, , Modena e Parma trattaro- l’impronta della natura e l’impronta umana no l’abolizione delle dogane tra i loro Stati e convivono in armonia e dove viene rispet- l’adozione di una moneta unica, in vista tata e favorita la molteplicità della vita ani- dell’Unità d’Italia. male e vegetale. Si presentano come un luogo dall’aspetto inconsueto ricco di pian- Dal centro di Quinzano parte una strada che, te ornamentali e di flora spontanea: nello incuneandosi nella suggestiva Val di Zena, rag- spazio di un solo ettaro convivono più di giunge l’area archeologica di Monte Bibele mille specie che, liberamente associate in (pag. 125). un “armonioso disordine”, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva. Le visite gui- Il borgo di Scascoli si presenta come uno dei date portano a scoprire questo grande “li- più suggestivi per la sua posizione. La chiesa bro verde” attraverso diverse “situazioni dei SS. Stefano e Martino è stata ricostruita vegetali”: prato misto, orto-giardino, giardi- dopo la Seconda Guerra: per la facciata ven- no roccioso, zona d’acqua, bosco-giardino, nero utilizzate le pietre di arenaria della giardino delle erbe, bordure di cespugli da distrutta chiesa di S. Ansano di Brento, men- fiore, bordure di erbacee perenni, frutteto- tre l’altare maggiore fu realizzato tramite la giardino, siepi miste, con un approccio non fusione di bossoli d’ottone delle artigliere soltanto visivo, ma che investe anche tutti americane. Nei pressi di Scascoli troviamo gli altri sensi. Una particolarità della visita è l’interessante edificio rurale de La Torre, tipi- infatti il percorso olfattivo con cui diversi e co esempio di costruzione quattrocentesca insoliti sentori sono offerti da fiori, foglie, dei Maestri comacini (pag. 71). Proseguendo cortecce e anche radici. I giardini sono visita- per la strada che scende verso il Savena, si bili solo su prenotazione con visite guidate. raggiungono le maestose Gole di Scascoli, che sovrastano il corso del fiume.

Eventi Festa della Batdura, manifestazione agri- cola, esposizione di macchine e utensili per la battitura del grano: luglio. Tartufesta: tra ottobre e novembre. Mercatino di Santa Lucia: dicembre.

Scascoli Sagra dei Marroni: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: domenica I Giardini del Casoncello - archivio privato 122 Monghidoro

Antica stazione della dogana pontificia al con- Musei fine con la Toscana, Monghidoro era cono- MUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINA sciuta col nome di Scaricalasino, appunto per- DELL’APPENNINO ché qui bisognava far controllare il carico degli Via Provinciale, 13 località Piamaggio 40063 animali, sfiancati dopo la salita che da Ronca- Monghidoro (BO) - Tel. 051.6555132 - Fax staldo conduceva al paese. 051-6552268 - [email protected] Il museo ricostruisce la vita rurale dell’Ap- Nel centro del paese, il chiostro de La Cister- pennino di un tempo nei suoi aspetti lavo- na rappresenta quello che resta dell’antico rativi e quotidiani. Agli spazi dedicati agli monastero di San Michele ad Alpes, nato nel antichi mestieri (la falegnameria, la lavora- 1528 dalla conversione del palazzo di Arma- zione della lana e della paglia, la produzio- ciotto dei Ramazzotti e donato agli Olivetani, ne del vino) si alternano alcuni ambienti che lo gestirono fino al 1797. Oggi il chiostro è domestici: la cucina, la camera da letto, la splendida cornice di molte manifestazioni un’aula scolastica, la stalla, ed infine un che animano le sere d’estate. angolo aristocratico. Unica la ricostruzione in scala 1:3 di un mulino ad acqua perfetta- Personaggi e Cultura mente funzionante. Il Ramazzotto Apertura: orario invernale, domenica ore Armaciotto dei Ramazzotti, detto il Ramaz- 15.00-18.00; orario estivo, sabato ore 16.00- zotto, è una tipica figura del Rinascimento 19.00, domenica ore 10.00-12.00 e 16.00- italiano. Nato a Scaricalasino nel 1444, il 19.00. Biglietto: offerta libera Ramazzotto abbracciò il mestiere delle armi e costruì il suo destino battaglia dopo bat- MUSEO PARROCCHIALE DI MONGHIDORO taglia. Divenuto capitano, servì dapprima Chiesa di Santa Maria Assunta Cesare Borgia, poi diversi papi, tra cui Via Garibaldi, 37 40063 Monghidoro (BO) Clemente VII dei Medici, suo grande protet- Tel. 051.6555539 tore. Ottenuti per ricompensa in feudo un Il complesso ottocentesco della Parroc- territorio sempre più vasto di Appennino e chiale ospita una piccola raccolta d’arte il titolo di Conte, Ramazzotto divenne si- sacra: oggetti d’arte devozionale, paramen- gnore di un suo stato personale, che com- ti e oggetti liturgici. Di particolare rilievo il prendeva l’inespugnabile Rocca di Tossigna- quadro realizzato dal Burrini nel 1685, raffi- no, nella Valle del . Il riordino delle gurante i Santi Petronio e Dionigi. terre di Romagna da parte di Paolo III Far- Apertura: giorni festivi, giorni feriali solo a nese mise in crisi la sopravvivenza del suo richiesta. Biglietto gratuito. feudo, che dopo alterne vicende finì per capitolare nel 1537. Morto in esilio in Tosca- na, nella chiesa di San Michele in Bosco a Bologna si custodisce la splendida arca mar- morea da lui stesso commissionata allo scultore Alfonso Lombardi (1531-1533).

Il Sentiero dei Pilastrini è un percorso che parte dal capoluogo e tocca alcuni borghi caratteristici, seguendo dieci pilastrini in pie- tra, taluni ricostruiti, testimonianza diretta del senso sacro che ha pervaso la civiltà contadi- na montanara fino all’Ottocento.

La Cisterna archivio Comune di Monghidoro

123 Tutta la zona è poi naturalisticamente di gran- l’obbligai a disfarne quattro”, forse a causa dei de pregio: si segnalano in particolare il Parco maccheroni al ragù conditi con troppo vino, il “La Martina” e l’Alpe di Monghidoro. grande seduttore racconta di avere lasciato in bianco la giovane Corticelli che l’accompa- Natura gnava. Parco Provinciale La Martina Esteso nell’alta Valle dell’Idice, il Parco offre Molto legato alle sue origini monghidoresi è il l’ambiente ideale per passeggiate nei boschi cantante Gianni Morandi. e soste all’aria aperta. Realizzato dalla Provincia di Bologna nel 1972, interessa una Proseguendo lungo la SS 65 si ragguinge il Ci- superficie di circa 155 ettari di proprietà del mitero Tedesco della Futa, già in territorio Comune di Monghidoro. Un tempo l’area toscano, progettato dall’architetto Oesterlen era caratterizzata da prati e seminativi e da e dai paesaggisti Rossow e Bournot. Realizzato boschi radi di querce; poi a partire dagli anni in pietra serena, accoglie più di 30.000 sepol- ‘20 venne rimboschita con conifere quali il ture di militari caduti durante il secondo con- pino nero, il pino silvestre, l’abete bianco e flitto mondiale lungo la Linea Gotica (pag. il cipresso di Lawson. Un percorso didattico 160). In estate, in uno scenario di grande sugge- permette di approfondire la conoscenza stione, ospita la messa in scena dei classici degli aspetti naturalistici dell’Appennino. Il della tragedia greca. collegamento con un’ampia rete di sentieri rende il Parco una comoda base per l’escur- sionismo appenninico di più ampio respiro: da segnalare il collegamento, dal Passo della Futa, con la Grande Escursione Ap- penninica (G.E.A.). All’interno del parco è possibile fruire di un campeggio attrezzato, di un punto di ristoro e di un’aula didattica.

L’Alpe di Monghidoro è un’area di grande interesse naturalistico che si estende a monte della SS 65 della Futa, non appena Triton’s Park superata la frazione di Ca’ del Costa, a circa archivio Comune di Monghidoro 2 km dal capoluogo. Strade sterrate e sen- tieri segnalati rendono l’Alpe facilmente Sport e Vacanza attiva accessibile. La zona si trova ad un’altitudine Tarzaning - Parco Avventura compresa tra gli 800 e i 1200 m ed è rico- Nel cuore dell’Appennino bolognese, Mon- perta da boschi di querce e castagneti nella ghidoro si candida ad ospitare gli emuli di fascia inferiore e da faggete in quella supe- Tarzan grazie al Triton’s Park, il parco acro- riore, ricca di sorgenti. Ghiandaie, poiane, batico immerso nel verde del Monte Og- picchi e civette sono facilmente avvistabili, gioli. Situato a circa 1.000 metri di quota, il così come scoiattoli, ghiri e lepri. Più diffici- parco è dotato di diverse strutture quali le, ma non impossibile specie alle prime ore funi, trapezi, tunnel di rete, passerelle fisse e del giorno e all’imbrunire, l’incontro con mobili. I percorsi praticabili sono diversi, tra cervi, cinghiali, volpi e caprioli. Dalla cima cui tre per adulti e due per bambini, con dell’Alpe, sul Monte Oggioli (1290 m), nelle diversi gradi di difficoltà e un’altezza massi- giornate limpide si può ammirare un pano- ma dal suolo di 7 metri. Il Triton’s Park offre rama che spazia dalle Prealpi venete anche un’area pic-nic attrezzata con barbe- all’Adriatico. cue e uno spettacolare laghetto che ospita diverse varietà di pesci e alcuni esemplari di Info: Tuttoservizi s.p.a. - Tel 051.6555132 tritoni, a cui si deve il nome. [email protected] Info: Tuttoservizi s.p.a. - Tel 051.6555132 [email protected]

Anche Monghidoro è ricordata nei diari di viaggio dei personaggi più o meno illustri che Eventi hanno attraversato questi luoghi. Curioso è il Fiera dei Ss. Pietro e Paolo: giugno. racconto di Giacomo Casanova, che, partito Fiera di San Michele: settembre. alle otto da Firenze, arrivò in piena notte a Tartufesta: tra ottobre e novembre. Scaricalasino e, benché si fosse fatto prepara- re “un letto che stupì l’oste, perché per farlo GIORNO DI MERCATO: giovedì

124 Monterenzio

Il territorio di Monterenzio si estende fra le verdi vallate dell’Idice e del Sillaro, in una zona abitata fin dai tempi più remoti: sul massiccio montuoso di Monte Bibele (verso Loiano) so- no stati scoperti i resti di un villaggio etrusco- celtico, costruito nel IV secolo a.C. La copio- sissima documentazione rinvenuta testimonia la presenza contemporanea delle due popola- zioni ed è oggi visibile nel Museo “Luigi Fantini”. Musei Intitolato al pioniere delle ricerche sulla preistoria bolognese, il museo è nato dalla scoperta nel 1978 dell’insediamento etrusco- celtico di Monte Bibele. Offre al visitatore una chiara visione dell’antico abitato e del connesso sepolcreto, attraverso numerosi reperti, integrati da pannelli illustrativi, foto- grafie, piante, ricostruzioni dell’aspetto origi- nario e delle modalità d’uso di alcuni stru- menti: il telaio verticale, le zappe e i falcetti. MUSEO ARCHEOLOGICO LUIGI FANTINI Via del Museo, 2 - 40050 Monterenzio (BO) tel. 051.929766 - Fax 051.929766 Ricostruzione di una capanna celtica con oggetti originali [email protected] archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza Apertura: orario estivo (aprile-settembre) martedì-venerdì ore 9.00-13.00, sabato e fe- Storia e Cultura stivi ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00; orario in- I Celti vernale (ottobre-marzo) sabato e festivi ore Migrati dal nord, i Celti si stanziarono nel IV 9.00-13.00 e 15.00-18.00, giorni feriali su pre- secolo a.C. nella Gallia Cisalpina, regione notazione. Biglietto: intero, euro 3.00, ridot- compresa tra le Alpi e gli Appennini. Tra le to euro 2.00, gratuito ogni prima domenica numerose tribù che scesero in Italia, nel del mese. Bolognese si insediarono i Boi, da cui pare derivi il nome della città di Bologna. A di- stanza di oltre 2000 anni si possono ancora trovare tracce della loro presenza non solo nei musei e nei siti archeologici, ma anche in molti aspetti della cultura locale, a partire dalla lingua. Ancora oggi il dialetto bolo- gnese, per quanto derivato dal latino, con- serva un consistente substrato celtico, così come dai Celti derivano pratiche come l’al- levamento e la lavorazione delle carni del maiale, che tanta parte ha nella cucina del territorio. La convivenza pacifica e la me- scolanza etnica e culturale tra Etruschi e Celti, confermata dai rinvenimenti del vil- laggio di Monte Bibele, ha dato vita nella zona a una nuova civiltà, definita “etrusco- celtica”.

Specchio di bronzo archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 125 Poi fu il turno dei Romani, che diedero inizio Lungo la Valle del Sillaro, ma ancora nel terri- allo sfruttamento delle miniere di rame di torio di Monterenzio, sorge un importante Bisano, proseguito fino all’età moderna. centro termale immerso nella natura. Bisano è oggi un caratteristico borgo di origi- ne medievale, nei pressi del quale si trova la Terme & benessere Casa Cella, edificio signorile appartenuto nel Terme e Acquapark della Salute Quattrocento al nobile Giacomo di Gotti- Immerso nella quiete di un esteso anfitea- fredo e che conserva le caratteristiche archi- tro naturale, il “Villaggio della Salute Più” tettoniche originarie. rappresenta un’oasi di relax, sport, cultura e benessere. Al suo interno ospita uno stabi- L’importanza strategica di questo territorio, a limento termale e numerosi servizi per cure cavallo fra le due vallate, ne fece nel Medio- e terapie fisiche: il centro, denominato Ter- evo la sede di un castello gravitante nell’orbi- me dell’Agriturismo, è aperto tutto l’anno e ta di Matilde di Canossa, poi devastato dalle si affaccia sulla vallata con la sua piscina truppe del Barbarossa. Ancora oggi restano termale coperta e scoperta. L’adiacente molte testimonianze di quell’epoca. La più complesso estivo dell’Acquapark della salu- nota si trova nel borgo di Scaruglio, fra Mon- te comprende ben 14 piscine, ognuna con terenzio vecchia e Monterenzio nuova. Si trat- una diversa proprietà di salute e benessere. ta di un’imponente costruzione del XIII seco- Arricchiscono l’offerta Bimbolandia, il lo denominata “la Torre”: da notare le apertu- primo parco termale nato apposta per i re originarie, con una facciata a tre portali bambini, e l’Oasi di Zello, dove gli amanti sfalsati, feritoia e finestrella. del naturismo possono trovare una zona Scendendo verso l’Idice, si incontra il borgo di ideale per l’elioterapia integrale. Villa di Cassano, di cui si segnalano le due Villaggio della Salute Più case-torri collegate tra loro con architravi e Via Sillaro, 6 - 40050 Monterenzio (BO) - Tel. portali decorati con una stella a otto punte. 051.929791 www.villaggiodellasalutepiu.it Sport e Vacanza attiva La Traversata delle Cinque Valli Bolognesi si snoda lungo il Contrafforte Pliocenico (pag. 60) toccando le località più interes- santi del medio Appennino bolognese, dal- la Rocca di Badolo con la sua parete per l’ar- rampicata sportiva, a Monte Adone dalle spettacolari torri di arenaria, fino a Liver- gnano, col suo museo della guerra, e a Mon- te delle Formiche (pag. 120). La traversata si chiude a Monterenzio, terra di Celti ed Etru- schi. Il trekking si può realizzare a piedi o in bicicletta tranquillamente in due giorni. Info: Sistema Turistico Valli Bolognesi www.vallibolognesi.it

Traversata delle Cinque Valli Bolognesi - Monte Adone L’Acquapark del Villaggio della Salute Più archivio Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi archivio privato

126 Il Villaggio della Salute Più - archivio privato

Storia e Cultura Interessante è anche il Mulino della Valle, La Via dei Mulini dove Melchiade Benni alternava al lavoro di Nelle Valli del Savena e dell’Idice i mulini ad mugnaio l’arte di violinista. A Monghidoro acqua sono stati per secoli il punto di riferi- perfettamente funzionanti e visitabili sono il mento dell’econo- Mulino Mazzone del mia rurale. Alcuni 1785, dall’ampio por- mulini sono ancora ticato, e su richiesta il funzionanti, altri so- Mulino di Ca’ di Gu- no stati recuperati e glielmo del 1776. Nel trasformati in abita- territorio di San Be- zioni private, mentre nedetto Val di Sam- di altri ancora è ri- bro si trovano il Mo- masta traccia solo lino di Federico, an- nei toponimi. cora funzionante e vi- L’acqua dei torrenti sitabile, e due bei mu- azionava le pesanti lini nei pressi del La- macine in pietra, che consentivano di polve- go di Castel dell’Alpi. Questi non sono che rizzare il grano, le castagne e anche le noci, alcuni esempi: molti altri mulini costellano i da cui si traeva un olio utilizzato per scopi corsi d’acqua che attraversano queste valli. alimentari e per l’illuminazione. Attorno ad essi sono nate varie iniziative, Tra Monzuno e Monghidoro, sul fondovalle anche di tipo enogastronomico, che condu- del Savena, una spettacolare passerella con- cono alla loro riscoperta. duce al Mulino dell’Allocco, forse il più noto Info: Tuttoservizi s.p.a. e rappresentativo di tutta la zona, costruito Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) nel XIX secolo su una preesistente struttura Tel. 051.6555132 - Fax 051.6552268 del Cinquecento. [email protected]

Eventi Bisano Festa dei Fiori, mercato di vario genere e ven- Fiera di Bisano, mercato di vario genere stand dite di piante e fiori: aprile. gastronomici spettacoli musicali: fine luglio. Festa Celtica, festa a tema sulla cultura e sulle usanze celtiche con danze e gastrono- GIORNO DI MERCATO: domenica mia: settembre. Fiera dei Marroni, vendita di castagne e po- lenta: ottobre.

127 Monzuno

Monzuno è un piccolo centro dell’Appennino, ciato, poco distante da Monzuno si erge il cui nome rimanda a Giunone (Mons Junonis) Monte Venere, una cima di 996 metri ammor- e alla sacralità riconosciuta a questi luoghi fin bidita da boschi e pascoli, sulla quale pare sor- dall’antichità. Alla fine del Quattrocento il ter- gesse un tempio dedicato alla dea dell’amore. ritorio di Monzuno diventò possesso di Gio- L’Ospitale è invece un edificio sorto intorno vanni II Bentivoglio, Signore di Bologna. L’abi- all’anno Mille a circa 1 km dal capoluogo per tato attuale è moderno, ma la chiesa di San dare ospitalità ai pellegrini in viaggio verso Giovanni Evangelista, rifatta nel 1891, conser- Roma. Qui negli anni a cavallo della seconda va un sorprendente interno barocco. guerra mondiale alloggiò Nino Bertocchi, importante pittore e critico d’arte bolognese. Il pregio maggiore di Monzuno è quello di Da allora Monzuno è diventata meta di nume- affacciarsi su una bellissima valle, ricca di mete rosi altri artisti, come Giacomelli e Manzù. naturalistiche e storiche, valorizzate dal Trek- king Bologna - Firenze e dalla riscoperta della Sport e Vacanza attiva Via degli Dei (pag. 131), la medievale strada di pellegrinaggio della “via dello Stale” che con- giungeva Bologna a Firenze. Lungo questo trac- Storia e Cultura La Contea del Bentivoglio “Cento corbe di frumento, 10 paia di capponi, 10 di capretti e 10 pollastri, una buona dose di Trekking Bologna - Firenze formaggi: è quanto valeva l’affitto annuo dei Nel tempo, varie vie hanno attraversato la territori di Monzuno nel 1471. All’epoca, con dorsale appenninica bolognese: la Flaminia Scascoli e Ripoli, Monzuno donò tutti i propri Minore, la Via Cassìola, la Via Francesca del- beni e terreni al Signore di Bologna, Giovanni II la Sambuca, la Via dello Stale o Via degli Bentivoglio, ottenendone l’uso perpetuo in Dei, la Via Montanara. Al centro del sistema cambio di un certo ammontare di regalie. degli itinerari vi erano le due grandi città di Grazie a questa convenzione, nel territorio dei Bologna e Firenze, fin dal Medioevo famo- comuni associati era vietato l’accesso agli esat- se nel mondo. Passando dalle antiche vie ai tori della Camera di Bologna e la giustizia era nuovi tracciati escursionistici fra le due esercitata da un emissario del Bentivoglio.” città poste nei due versanti dell’Appennino, Renzo Renzi si segnala il trekking da Bologna a Firenze, lungo un percorso attrezzato e segnalato, suddiviso in 7 tappe che si possono percor- rere a piedi, in bici o a cavallo. Si tratta di una nuova proposta per un turismo rispet- toso dell’ambiente, che consente un auten- tico contatto con la natura e la conoscenza degli aspetti culturali e gastronomici di Emilia-Romagna e Toscana. Il percorso “Bologna-Firenze” è illustrato dalla guida Viaggio in Italia - Trekking sulle orme di De Montaigne e Goethe attraverso Alpi (via Spluga) ed Appennino (Bologna-Firenze) ed è corredato da pacchetti turistici. Info e prenotazioni: Tuttoservizi s.p.a. Via Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro (BO) Tel. 051.6555132 - Fax 051.6552268 [email protected] www.vallibolognesi.it Giovanni II Bentivoglio Ufficio Turistico Monghidoro archivio Provincia di Bologna 128 Nei dintorni, il sito di maggiore interesse è La grotta delle Fate di Brento deve il suo no- senz’altro Montorio, sede di un antico e va- me a leggende che favoleggiano di tesori e di sto distretto ecclesiastico. La Pieve di Mon- misteriose apparizioni di eteree figure femmi- torio, dedicata a San Pietro e ricca di prege- nili sospinte nel vuoto dal fondovalle Savena voli arredi sacri, contava ben 42 parrocchie alla cima del monte. La spiegazione del miste- ed era seconda solo a quella di Monteveglio. ro sta forse nella forte corrente d’aria presen- A poca distanza dall’abitato sorge l’imponen- te all’interno della grotta, che in certe condi- te Torre di Montorio, che domina le valli del zioni atmosferiche dà luogo, all’uscita, a nu- Setta e del Sambro dall’alto di uno sperone vole di vapore. roccioso. L’edificio originario, più volte rima- neggiato, risale al XII secolo ed è affiancato Sport e Vacanza attiva da un secondo corpo cinquecentesco. La Molino del Pero Golf Club Torre presenta tracce dell’originaria merlatu- Via Molino del Pero, 323 ra guelfa con le aggiunte dei merli ghibellini 40036 Monzuno (BO) dell’800. Nella torre abitò anche, nei primi Tel. 051.6770506 - [email protected] del ‘300, il Conte Mostarda da Panico (pag. www.golfmolinodelpero.it 63). Sempre nelle vicinanze di Montorio si Nato nel 1991, presenta un percorso molto ergono il Castello d’Elle, che affonda le sue tecnico, estremamente divertente anche origini nel XIV secolo, e il settecentesco ora- per i più esperti. La salita alle prime bu- torio di San Mamolo. che, che parte ripida dalla Valle del Save- na, è stata spesso citata sulle riviste inter- nazionali come “The stairway to heaven”, la scalata verso il paradiso. Dati tecnici: 18 buche, par 70, 5.450 m uomini e 4.970 m donne, 300 m s.l.m.

Enogastronomia Montagnamica e la Via del Pane Via Casaglia, 4 - 40036 Monzuno (BO) Tel. 051.6773328 - Fax 051.6770144 [email protected] www.montagnamica.it [email protected] Nell’Appennino bolognese sono già pre- senti i prodotti del “paniere MontagnAmi- ca”: carni, salumi, formaggi, frutti del bo- sco, miele, vini e prodotti da forno. Fra- Pane montanaro - archivio Diateca Agricoltura grante di forno e profumato di legna di della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila bosco, il gustoso pane montanaro locale, per la sua alta qualità e il valore tradizio- Degno di nota è anche borgo Polverara, che nale e culturale, è diventato il prodotto presenta due edifici fortificati del XVI secolo. simbolico che rappresenta i sapori tipici di Parte del territorio monzunese rientra nel Parco queste terre di montagna. Questo pane si Storico Regionale di Monte Sole (pag. 64). fa protagonista di un itinerario turistico- culturale-gastronomico, la Via del Pane del- Eventi la Montagna Bolognese, che percorre il Festa del Borgo: aprile. territorio delle Valli Bolognesi tra Idice, MontagnaAperta, festa folk che ha per Savena e Setta. protagonista il pane e prodotti tipici dell’Ap- Alla base c’è l’idea di recuperare e valoriz- pennino bolognese: giugno. zare la coltivazione biologica dei cereali Festa di San Luigi: agosto. diffusa nell’area appenninica bolognese, Festa di Monte Venere: agosto. attraverso la qualificazione dell’intera fi- Sagra dei Marroni: ottobre. liera, dal campo alla tavola. Tartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì a Vado

129 San Benedetto Val di Sambro

Con il ricordo di un’antica abbazia benedettina A Ripoli è da vistare il Santuario della Beata nel toponimo, il Comune di San Benedetto Val Vergine di Serra (1616), che sorge in posizione di Sambro nasce dalla fusione di due impor- panoramica alla confluenza delle Valli del tanti comunità rette dalle nobili famiglie dei Brasimone e del Setta. de’ Bianchi, Conti di Piano, e dei Rossi di San Secondo, feudatari di Poggio. Non lontano è lo scalo ferroviario di San Benedetto Val di Sambro, il cui nome è La natura è la principale attrattiva del luogo, impresso nella memoria degli Italiani per i due dai boschi di Val Serena e Pian di Balestra fino gravissimi attentati terroristici di cui fu teatro, al noto Lago di Castel dell’Alpi, a 7 km dal al treno Italicus nel 1974 e dieci anni dopo al capoluogo. Il lago è meta ideale per una gita: Rapido 904: complessivamente 27 morti e originato nel 1951 da una frana che ha ostruito circa 150 feriti. Il monumento all’Italicus, opera il corso del Savena, oggi sulle sue rive è possi- dello scultore Walter Veronesi, e una targa bile pescare, prendere il sole e fare pic nic. Da commemorativa trovano collocazione nella visitare sono anche due antichi mulini, ognuno stazione a ricordo delle vittime. dotato di macina e “botte”, invaso nel quale veniva raccolta l’acqua del torrente che scen- Storia e Cultura de dal Monte Oggioli. La Direttissima e la “Grande Galleria dell’Appennino” Scienza e Tecnica La Direttissima si può definire il primo col- Parco eolico di Monte Galletto legamento ferroviario ad “alta velocità” tra Nel 1998 è entrato in funzione nel territo- Bologna e Firenze. Progettata all’inizio del rio di San Benedetto Val di Sambro il primo Novecento, l’opera era per l’epoca all’avan- parco eolico del Nord Italia. Il Parco eoli- guardia. La realizzazione della nuova linea co di Monte Galletto con le sue turbine prevedeva infatti lo scavo della più lunga produce energia pulita e contribuisce in galleria d’Italia, la “Grande Galleria dell’Ap- maniera significativa al fabbisogno energe- pennino”: 18,5 km, tutti in rettilineo. I lavori tico regionale. Per scoprire i segreti di que- per la galleria cominciarono nel 1920 e il 22 sto nuovo sistema di produzione di energia Aprile 1934 i primi treni iniziarono a percor- pulita e visite guidate al Parco, rivolgersi rere la tratta. Bologna e Firenze non erano all’Ufficio Turistico di Monghidoro. mai state così vicine. Il tributo di vite umane per la costruzione della “Direttissima” fu pesante: 97 operai, di cui 65 solo per la rea- Ma la storia del territorio ha lasciato anche lizzazione della Grande Galleria. emergenze artistiche di grande valore.

Si può cominciare dal centro di Pian del Vo- glio, con il bel borgo antico e il Palazzo Comi- tale con torre del XV secolo, appartenuto ai Conti de’ Bianchi, dove sono ancora conserva- ti bei soffitti a cassettoni e un camino tardo cinquecentesco. Nella cappella annessa alla torre da notare è la lastra tombale dei de’ Bianchi datata 1526. Il palazzo ospitò i Medici durante l’esilio da Firenze e fu residenza del Cardinale Lambertini, poi divenuto papa Bene- detto XIV. Lo stemma dei Conti de’ Bianchi si ritrova anche a Monteacuto Vallese sull’archi- trave di Palazzo di Poggio Suvizzano, maestosa Parco eolico di Monte Galletto costruzione del XVI secolo. archivio Comune di San Benedetto Val di Sambro

130 A mezza costa sul versante sinistro della Valle Sport e Vacanza attiva del Sambro, la frazione di S. Andrea sorge pro- La Via degli Dei, sentiero che da Bàdolo e prio di fronte a San Benedetto, che si può rag- Bologna porta a Fiesole e Firenze in quattro giungere anche a piedi attraverso un ripido tappe, attraversa le valli centrali dell’Appen- viottolo. Nella chiesa si segnala una Visita- nino bolognese fino al Passo della Futa. Il zione, attribuita tra gli altri anche al Reni. cammino passa per Monte Adone, Monzu- Si consiglia la salita alla cima del Monte Ar- no, Monte Venere e Madonna dei Fornelli mato, da dove si può godere un amplissimo (San Benedetto Val di Sambro). Dai toponi- panorama sulle valli circostanti. mi di questi monti appare chiara l’origine del nome della strada, che evoca luoghi Crocevia per mete naturalistiche e tappa del- sacri fin dai tempi più remoti. A testimo- la traversata transappenninica della Via degli nianza di ciò è un coccio ritrovato nella Dei, la località di Madonna dei Fornelli deve Valle del Setta dove è riportata un’iscrizio- il suo nome ai “fornelli” dei carbonai e al san- ne dedicata a “Iuppiter Appenninus”, il Gio- tuario dedicato alla Madonna della Neve. ve Appennino dei Celtoliguri. Il percorso Eretto nel 1638 quale ex voto per la fine della della Via degli Dei ricalca in parte anche peste descritta anche da Alessandro Manzoni l’antica strada dello Stale, utilizzata fin dal nei Promessi sposi, l’abside e la facciata del Medioevo, il cui nome deriva da una tra- santuario sono state oggetto di rifacimenti tra sformazione linguistica dell’Ospedale be- Otto e Novecento. Al suo interno si custodi- nedettino di San Salvatore che sorgeva in sce una pregevole raffigurazione della Ma- zona per offrire rifugio ai viaggiatori. donna dipinta a olio su rame. Ogni anno l’ico- Lungo il percorso è anche possibile calcare na viene portata in processione a Castel gli antichi reperti viari della Flaminia milita- dell’Alpi, dove resta per otto giorni, per poi re, costruita dai Romani nel II sec. a.C.: i tornare al santuario il giorno dell’Ascensione. meglio conservati si trovano nei pressi della cima di Monte Bastione (1190 m), attigui alla Da Madonna dei Fornelli si raggiunge il cin- cava da cui fu estratta la pietra per questo quecentesco borgo di Qualto, nei pressi del impervio tratto della via, per il resto già in quale, lungo la via tra Bologna e Fiesole, sono antico in gran parte non pavimentata. Il stati portati alla luce gli antichi reperti viari di trekking è contraddistinto dal segnavia VD e Monte Bastione costituiti da lastre di arenaria dalle ormai mitiche “dau bal zali” (due palle locale. gialle), che sono state la prima segnaletica di questa emozionante traversata tra Emilia e Toscana.

Notevole anche il borgo denominato Cà Mu- solesi, dove si segnalano elementi architetto- nici quattro-cinquecenteschi e una costruzio- ne chiaramente in antico casa torre. Eventi Tartufesta: tra ottobre e novembre. Fiera di San Benedetto Val di Sambro: fine agosto.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Qualto archivio Comune di San Benedetto Val di Sambro

131 Castiglione dei Pepoli

Siamo ora nel territorio di Castiglione dei Personaggi e Cultura Pepoli, ricco di boschi di castagni e d’abeti. Leo Nucci L’area, posta alle propaggini del Parco Baritono di fama mondiale, Leo Nucci nasce Regionale dei Laghi, è di una bellezza tipica- a Castiglione dei Pepoli nel 1942 in una clas- mente montana, compresa tra diversi rilievi, sica famiglia emiliana dell’epoca, in cui can- tutti di poco oltre i 1000 m. tavano un po’ tutti. In particolare, il padre cantava in un coro e suonava nella banda Con l’antico nome di Castiglione dei Gatti, dal del paese, di cui anche Leo a nove anni longobardo “gaita” che significa monte, il pae- entra a fare parte. Altrettanto tipicamente se rientrava nei vasti possessi di Matilde di emiliana è la tecnica con cui scherzosamen- Canossa. Fu dominio dei Conti Alberti e suc- te dice di avere costruito e mantenuto il suo cessivamente feudo della famiglia Pepoli, che straordinario fiato: la passione per la bici- lo tenne per oltre quattro secoli. Nel Sette- cletta! Nel ‘77 debutta alla Scala di Milano cento ebbe persino il diritto di battere mo- come Figaro nel Barbiere di Siviglia, che con neta. Rigoletto, ruolo interpretato circa 400 volte, diventerà il suo cavallo di battaglia. Di grande fascino, e per certi versi unico in Da allora canta regolarmente nei principali Appennino, è il complesso architettonico teatri del mondo e ha inciso oltre trenta della piazza principale, chiusa dalla mole del opere complete con direttori quali Herbert Palazzo Comunale del XV secolo. Disegnato von Karajan, Riccardo Muti e Claudio dall’architetto Marchesino di Cento, ospite nel Abbado. Ha partecipato anche a due film 1473 della famiglia Pepoli, il palazzo fu sede del d’opera, tra cui un Macbeth presentato al governo e comprendeva il carcere, l’abitazione festival di Cannes nel 1987. Nominato del commissario e i locali riservati alla famiglia “Goodwill Ambassador” dell’UNICEF Italia Pepoli. Ampliato nel XVII secolo con la costru- nel luglio 2000 e star del canto lirico inter- zione della cosiddetta “Palazzina”, presenta nazionale, Leo Nucci ha mantenuto con il ancora oggi gli affreschi che nel corso dei suo paese natale un forte legame, che lo secoli ne hanno impreziosito gli interni. porta talvolta a esibirsi nell’ambito delle rassegne che animano la vita della località Per chi ama l’arte, si segnalano anche la seicen- turistica. tesca chiesa della Madonna della Consola- zione, con importanti opere di scuola bolo- gnese, e la chiesa di San Lorenzo, sorta nel 1576 Nei pressi del capoluogo meritano una visita circa come oratorio della Compagnia della Mi- gli antichi oratori di Canova (secolo XVII), dedi- sericordia. cato a San Giusto, Linari, costruito nel 1641, e Rasora, di origine settecentesca e ampliato nell’800 con la costruzione del campanile e di una piccola sagrestia.

Da Monte Baducco, piccola borgata sulla cima del monte che sovrasta il capoluogo, si posso- no godere splendide vedute sulle valli sotto- stanti.

A pochi chilometri dalla frazione di Baragazza, sorge uno dei luoghi di culto più belli dell’Ap- pennino bolognese: il Santuario di Boccadi- rio, meta di incessanti pellegrinaggi da ogni parte d’Italia. L’edificio del XVI secolo gode di una posizione incantevole nel mezzo di verdi foreste, alla confluenza di due rii ai piedi del Castagneto Monte Tavianella. archivio Comune di Castiglione dei Pepoli 132 Storia e Cultura Natura Santuario della Madonna di Boccadirio Il lago di Santa Maria Il santuario della Madonna di Boccadirio Dal centro di Castiglione, deviando verso il sorge sul luogo in cui il 16 luglio 1480 la Ma- cimitero (si consiglia una sosta alla Chiesa donna apparve a due pastorelli di Baragazza. Vecchia), si scende verso il fondovalle e si All’originario tempietto, ampliato alla fine del raggiunge la centrale elettrica di Santa Maria. XVI secolo, si sostituì nel Settecento l’attuale Realizzata nel 1911 e distrutta nel secondo edificio, opera del celebre architetto bolo- conflitto mondiale, la centrale venne rico- gnese Angelo Venturoli. Il santuario manca di struita in pietra locale, fatto che le conferisce campanile e tradizione vuole che non sia sta- un certo valore ambientale. Di grande inte- to possibile realizzare le campane perché, resse è il vicino lago di Santa Maria, formato ogni volta che venivano fuse, sparivano im- a seguito dell’edificazione della diga nel 1917. mediatamente. Leggende a parte, la facciata è Il bacino alimenta la centrale di Le Piane, che del Puccetti, mentre il portico sul sagrato è sorge nei pressi della frazione Lagora e pren- attribuito al Dotti, autore a Bologna del por- de il nome dall’antichissima chiesa di Santa tico di San Luca. L’interno, a tre navate con tre Maria di Spinalacqua, oggi non più esistente. altari sul fondo, ospita quadri e bassorilievi. Oggetto di particolare venerazione è la Ma- donna delle Grazie in fine terracotta smalta- ta, opera di Andrea Della Robbia.

Castiglione è anche terra di acque: i fiumi Setta, Brasimone e Gabellato ne solcano il territorio, mentre il Lago di Santa Maria, com- preso nel Parco Regionale dei Laghi (pag. 73), vale senz’altro un’escursione.

Lago di Santa Maria archivio Comune di Castiglione dei Pepoli

A poche centinaia di metri dal paese, il Ci- mitero Sudafricano di Castiglione dei Pe- poli contiene 502 sepolture di militari del Commonwealth, in prevalenza sudafricani: la 6a Divisione Corazzata Sudafricana entrò a Castiglione alla fine di settembre del 1944 e Chiesa Vecchia rimase nelle vicinanze fino all’aprile successi- archivio Comune di Castiglione dei Pepoli vo e al definitivo sfondamento della Linea Gotica (pag. 160). Il cimitero è sempre aperto. Sport e Vacanza attiva L’accesso per persone disabili è possibile da La Via dei Santuari è un itinerario escursioni- un ingresso laterale. stico che conduce da Bologna a Prato in 4/7 tappe, attraverso i boschi dell’Appennino to- Eventi sco-emiliano. Il suo nome deriva dai quattro Mercatino della Portaccia: luglio. santuari che si incontrano lungo il cammino: Montagna in Fiera: agosto. dal santuario della Madonna di San Luca, sul Fiera di Baragazza: vigilia di Ferragosto. colle della Guardia a Bologna, fino alla badia Tartufesta: tra ottobre e novembre. di Montepiano in territorio toscano, passan- do per il santuario di Montòvolo, all'interno Creda dell’omonimo Parco Provinciale (pag. 69), e Fiera dell’agricoltura: maggio. quello di Boccadirio. Il trekking completo ri- Fiera di S. Giacomo: luglio. calca circa 150 km di sentieri CAI ed è con- traddistinto dal segnavia VS. GIORNO DI MERCATO: mercoledì

133 Le Valli Bolognesi tra Idice, Savena e Setta la collina e la pianura

Malalbergo

Baricella

Minerbio

Granarolo dell’Emilia

Castenaso

San Lazzaro di Savena

Ozzano dell’Emilia

L’itinerario di visita L’itinerario prosegue nella pia- nura dell’Idice, in un percorso ideale che dalle ultime propag- gini collinari a monte della Via Emilia si spinge fino alle porte del Parco Regionale del Delta del Po. Da non perdere: Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa Terra Idex Il Museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena - San Lazzaro di Savena L’ocarina di Budrio - Ozzano dell’Emilia I Musei e il centro storico di Budrio - Bagnarola: la Versailles bolognese Il borgo antico di Minerbio e il complesso della Rocca Isolani Terre di pianura La Ciclovia sui Gessi di San Lazzaro di Savena - Budrio Il percorso ciclabile lungo il a Malalbergo - Molinella Il Golf Club di Castenaso - Malalbergo Le valli e le oasi di Baricella, Malalbergo e Molinella - Baricella L’Asparago Verde di Altedo IGP - Minerbio Il Mercato Fuori Porta - Granarolo dell’Emilia

134 La storia e l’ambiente Come arrivare L’itinerario alla scoperta della pianura dell'Idi- - Autostrada A14: uscita San Lazzaro di Savena. ce attraversa un paesaggio molto vario: si Autostrada A13: uscite Bologna-Interporto parte dalle colline a sud della Via Emilia, domi- e Altedo. nate dai calanchi e protette dal Parco Regio- - Strade: nale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abba- SS 9 “Via Emilia” in direzione Imola, dessa, per poi spingersi fino alle valli della SS 253 “San Vitale” in direzione Ravenna, bassa pianura. Nella pianura padana con il ter- SP 6 “Zenzalino”, SP 5 “San Donato”. mine “valle” si indica ciò che resta delle ampie - Linea ferroviaria Rimini-Ancona-Bologna- paludi boscate che occupavano anche gran Portomaggiore: stazioni a Ozzano dell’Emilia, parte del settore orientale della pianura bolo- Castenaso, Budrio, Mezzolara, Guarda, Molinella. gnese. Oggi le valli sono oasi di grande valore - Linee ATC www.atc.bo.it. ambientale: le più importanti sono la “Val- lazza” a Molinella, “La Comune” a Malalbergo Eventi e la “Cassa del Quadrone” a Buda di Medicina, Organi antichi rappresenta un’occasione da già in territorio imolese. Le acque, che abbia- non perdere per ascoltare un patrimonio mo seguito fin dalle loro sorgenti nel verde unico al mondo, costituito dai 330 organi degli Appennini, qui nelle valli sembrano di- antichi conservati nelle chiese di tutta la sperdersi e diluirsi, nonostante i tentativi del- provincia di Bologna. Tra questi sono 110 gli l’uomo di addomesticarle e di irreggimentarle. strumenti originali custoditi nel territorio Il fascino di questi luoghi risiede proprio nelle della pianura. Grandi interpreti del panora- sue atmosfere sfumate, che spesso avvolgono ma internazionale hanno “toccato” i preziosi veri e propri gioielli dell’arte, come il centro strumenti, ponendo la rassegna fra i più storico di Budrio. Ma è tutto il territorio a apprezzati eventi concertistici italiani. riservare sorprese grazie alla sua antichissima www.organiantichi.org storia: basti pensare che proprio da una delle sue località deriva il nome di una delle prime civiltà della penisola, quella dei Villanoviani. In Orizzonti di Pianura età moderna questa pianura conosce una stra- Orizzonti di Pianura nasce nel 2006 dalla ordinaria diffusione delle residenze di campa- volontà della Provincia di Bologna di pro- gna della nobiltà senatoria bolognese, di cui muovere turisticamente il territorio della resta superba testimonianza a Minerbio e nel pianura bolognese. Così i comuni di Bari- complesso di Bagnarola di Budrio, nota come cella, Budrio, Bentivoglio, Minerbio, Malal- la “Versailles bolognese”. Infine il Novecento, bergo, San Giorgio di Piano, San Pietro in secolo delle grandi battaglie per i diritti dei Casale, Molinella hanno dato vita a un pro- lavoratori, che qui hanno trovato corpo e voce getto di valorizzazione della pianura nei nelle mondine di Molinella. suoi aspetti artistici, storici, naturalistici che ha portato alla realizzazione di itinerari frui- A tavola bili sia in maniera individuale sia tramite La cucina della zona è quella classica bologne- visite guidate. se, che qui si avvale di alcuni prodotti di eccel- www.orizzontidipianura.it. lenza. Primo fra tutti l’Asparago Verde di Altedo IGP, protagonista di una sagra in cui costante è la ricerca di nuovi piatti tra innovazione e tradizione. E poi la Patata DOP di Bologna, che trova nelle terre di bonifica della Enogastronomia pianura dell’Idice i terreni migliori per Mercato Fuori Porta la sua coltivazione. Budrio ne è la capitale e già L’esperienza del Mercato Fuori Porta nasce nel Settecento un trattato di gastronomia illu- per valorizzare le realtà agro-alimentari del strava gli insoliti impieghi della patata nella territorio delle “Terre di Pianura”: è stato cucina bolognese del tempo: dal pane, alle frit- creato un percorso che, unendo i Comuni telle, fino ai bignè e alle tagliatelle. Tipici del dell’Associazione, porta alla scoperta delle territorio sono anche il riso di Molinella e, co- aziende agricole e dei loro prodotti offerti mune a tutta la bassa padana, la passione per tramite la vendita diretta, degli agriturismi e le rane, fritte o in umido, e la preparazione di delle fattorie didattiche, nonché degli ele- pesci di valle come luccio, tinca e storione. menti di interesse storico-culturale e natu- Frutto della fioritura delle campagne della zo- ralistico del territorio. Il riconoscimento del na è il Miele di erba medica, che conserva i circuito è reso agevole dal logo “Arcobale- profumi tipici delle erbe aromatiche. no”. Info presso gli URP dei Comuni.

135 Informazioni Turistiche Baricella - URP venerdì e sabato 8.30-12.30 Via Roma, 76 - 40052 Baricella (BO) giovedì 8.30-17.45 Tel. 051.6622423/4 - [email protected] Orari d’apertura: Minerbio - URP lunedì, mercoledì e venerdì 8.00-13.00 Via Garibaldi, 44 - 40061 Minerbio (BO) martedì e giovedì 8.00-13.00/15.00-18.00 Tel. 051.6611780 - [email protected] sabato 8.00-12.30 Orari d’apertura: lunedì, martedì, mercoledì Budrio - URP e venerdì 8.30-13.00 P.zza Filopanti, 11 - 40054 Budrio (BO) giovedì 8.00-13.00 / 14.00-18.00 Tel. 051.6928210 - [email protected] sabato 8.30-12.00 Orari d’apertura: lunedì e mercoledì 8.00-18.30 Molinella - URP martedì, giovedì e venerdì 8.00-13.00 P.zza A. Martoni, 1 - 40062 Molinella (BO) sabato 8.00-12.00 Tel. 051.69068333/8002157 [email protected] Castenaso - URP Orari d’apertura: P.zza Bassi, 1 - 40055 Castenaso (BO) lunedì e giovedì 8.00-13.00 / 15.00-18.00 Tel. 051.6059239 - [email protected] martedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.00-13.00 Orari d’apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 8.00-13.00 Ozzano dell’Emilia - URP martedì e giovedì 8.00-13.00/14.00-18.00 Via della Repubblica, 10 sabato 8.00-12.00 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.791376/051.791377 Granarolo dell’Emilia - URP [email protected] Via San Donato, 199 Orari d’apertura: 40057 Granarolo dell’Emilia (BO) lunedì (orario invernale) 8.00-18.30 Tel. 051.6004200/6004111 martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 8.00-13.00 [email protected] sabato 8.00-12.00 Orari d’apertura: lunedì (orario estivo e Natale) 8.00-13.00 lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 8.00-13.30 giovedì 8.00-13.00/15.00-18.00 San Lazzaro di Savena - URP sabato 8.30-12.00 P.zza Bracci, 1 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) Tel. 051.6228174 - [email protected] Malalbergo - URP Orari d’apertura: P.zza dell’Unità d’Italia, 2 - 40051 Malalbergo (BO) lunedì, martedì, mercoledì, Tel. 051.6620210 - [email protected] venerdì e sabato 8.00-13.00 Orari d’apertura: giovedì 8.00-18.00 lunedì, martedì, mercoledì,

Museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena: tomba villanoviana - archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 136 San Lazzaro di Savena

San Lazzaro di Savena si è sviluppata tra il XII Natura e il XIII secolo attorno a un lazzaretto fonda- Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e to dall’ordine dei cavalieri di San Lazzaro, Calanchi dell’Abbadessa è uno spettacola- lungo la Via Emilia a oriente di Bologna. Si re complesso carsico: visitarlo sarà come pensava infatti che il vento, spirando in quel- camminare sulla Luna. Ancora oggi, infatti, i la direzione, avrebbe soffiato via anche le Gessi offrono un paesaggio unico, fatto di malattie. doline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni a candela. Un vero labirinto se si pensa che in Sulle colline a sud del capoluogo merita una quest’area collinare si nascondono gli in- visita l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara. gressi di oltre cento grotte, tra cui quelle Di origine medievale, le sue forme attuali famosissime del Farneto e della Spipola. Un risalgono al XIX secolo, mentre il chiostro af- ambiente che sa d’avventura e di mistero, frescato ha mantenuto intatta la struttura cin- dove anche la fauna si è evoluta e specializ- quecentesca. Di grande interesse sono anche zata alla vita nelle tenebre. Persino i torren- i dipinti conservati al suo interno, in partico- ti hanno imparato a convivere con i Gessi, lare la bella pala con Gesù Bambino attribuita scavando nella roccia complessi sistemi di ad Annibale Carracci. acque sotterranee. L’esempio più significati- vo si trova presso la Croara: il rio dell’Acqua- In questi luoghi, nell’estate del 1915, soggiornò fredda si inabissa per tornare alla luce dopo il diciannovenne Filippo De Pisis, destinato a quasi tre chilometri, in una sorta di seconda diventare uno dei maggiori pittori del sorgente lungo il Savena. Ma questo è Novecento europeo, nonché poeta e scritto- anche il Parco dei contrasti. Dolci pendici re. Durante quel breve soggiorno, De Pisis coltivate fanno da cornice a luoghi aspri, scrisse la maggior parte dei poemi in prosa dove si è conservata una natura selvaggia. È poi pubblicati col titolo di Canti de la Croara. il caso degli affioramenti gessosi tra Zena e Idice, con le grandi doline dell’Inferno e Le colline tra San Lazzaro, Ozzano e Pianoro della Goibola, e la Valle cieca di Ronzano sono di formazione carsica e rappresentano chiusa da falesie selenitiche. Il Parco tutela un eccezionale patrimonio ambientale, tanto anche una zona di spettacolari e selvaggi che oggi è costituito nel cuore di esse il Parco ambienti desertici conosciuta con il nome Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi di Calanchi dell’Abbadessa, formata da dell’Abbadessa. Il Parco è ricco di grotte, di argille scagliose, le rocce più antiche cui le più famose sono quelle del Farneto e dell’Appennino bolognese. In questo setto- della Spipola. La Grotta della Spipola, scoper- re si trovano notevoli testimonianze stori- ta dal grande speleologo bolognese Luigi Fan- che, legate in particolare al periodo medie- tini, è la maggiore cavità europea scavata nei vale e ai secoli XVI e XVII. gessi, mentre la Grotta del Farneto è celebre per i ritrovamenti di reperti risalenti a seimila Sede del Parco, Via Jussi n. 171 anni fa, oggi conservati nel Museo archeologi- 40068 S. Lazzaro di Savena (BO) co di San Lazzaro e in quelli di Bologna e di Tel. 051.6254811 Budrio. Per informazioni sulla possibilità di visita delle grotte, contattare il Parco. Centro Visita Villa Torre Via Tolara di Sopra, 99 - Settefonti Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.6254821 [email protected] www.parcogessibolognesi.it

137 Nel territorio sanlazzarese si incontrano alcu- ne belle ville patrizie d’età rinascimentale, tra cui spicca, sulla Via Emilia, Villa Cicogna. Progettata dal Vignola e costruita nella se- conda metà del Cinquecento dalla famiglia Boncompagni, è oggi attrezzata per ospitare meeting ed eventi culturali. Cinquecentesca è anche Villa Bellaria, situata nell’omonima via, di proprietà della società Furla.

Su di uno sperone gessoso, sulla destra del fiume Idice, sorge invece il nucleo antico di Villa Cicogna Castel de’ Britti: del castello appartenuto a archivio Bologna Turismo Matilde di Canossa rimane solo l’arco d’entra- ta posto sul piazzale antistante la chiesa, Sport e Vacanza attiva mentre a poca distanza è impossibile non no- Le Ciclovie sui Gessi tare la neomedievale mole di Villa Malvezzi. di San Lazzaro di Savena Sempre in questa frazione, in via Idice 30, Villa I percorsi studiati consentono ai cicloturisti L’Abbadia - già Abbazia di S. Michele - è una di scoprire il cuore della straordinaria “green costruzione millenaria che fu dei monaci way” che dalle sorgenti dell’Idice scende fi- camaldolesi fino al 1090 e poi dei frati gau- no al Delta del Po. Sono tracciati sinuosi che denti di dantesca memoria dal 1262 al 1586. si snodano nelle zone fluviali e sulle colline Oggi residenza privata. penetrando in un territorio variegato che più si conosce, più si desidera scoprirne la storia e la natura e assaporarne la gastrono- mia. La guida della ciclovia è in vendita presso gli Urp e gli Uffici Turistici del terri- torio, dove ci si può informare anche sulla possibilità di noleggio bici. www.montesolebikegroup.it

Parco dei Gessi e Calanchi dell’Abbadessa archivio Comune di Ozzano

138 Museo della Preistoria sopra, scena di caccia e a fianco, ominide archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza

Musei Attraverso innovativi criteri espositivi il Museo della Preistoria illustra la storia più antica del territorio bolognese orientale. Le ricostruzioni dell’uomo Erectus nella sala degli Antenati e delle grandi faune dell’ulti- mo periodo glaciale (il Bisonte delle steppe, il Megacero e la Iena delle caverne) offrono uno straordinario spaccato della vita e degli ambienti succedutisi nella preistoria. Completano l’originale viaggio nel passato i corredi dell’Età del Ferro, memoria di Gio- vanni Gozzadini e della scoperta della cul- tura villanoviana. MUSEO DELLA PREISTORIA LUIGI DONINI Via Fratelli Canova, 49 40068 San Lazzaro di Savena (BO) tel. 051.465132 - Fax 051.465132 [email protected] Apertura: orario invernale (dall’1/10 al 31/5) lunedì, martedì, venerdì ore 9.00-13.00; mer- coledì-giovedì ore 9.00-17.00; sabato e gior- ni festivi ore 9.00-13.00 e 15.00-18.00; orario Eventi estivo (dal 1/6 al 30/9) martedì-venerdì ore Verde San Lazzaro, natura e agricoltura 17.00-19.00; sabato e giorni festivi ore 9.00- biologica: 1a domenica di aprile. 13.00. Biglietto: intero euro 4, ridotto euro 2, Fiera di San Lazzaro: agosto. gratuito per i ragazzi fino a 14 anni. Festa della Madonna della Cintura, presso la parrocchia del Farneto: inizio settembre. Sapori dell’Appennino: 1a domenica di no- Nel capoluogo all’inizio di agosto si svolge la vembre. famosa Fiera di San Lazzaro, cantata da una tradizionale canzone bolognese resa celebre GIORNO DI MERCATO: sabato dall’interpretazione di Francesco Guccini.

139 Ozzano dell’Emilia

Lungo la Via Emilia incontriamo Ozzano: in Sulle prime colline a monte della frazione di età antica in questo territorio sorgeva l’abita- Maggio, nel borgo di San Pietro, si segnala la to romano di Claterna, di cui il vicino torren- bella Torre che faceva parte delle mura del te Quaderna conserva il toponimo. castello eretto in epoca medievale a difesa della Via Emilia. A 200 metri dalla vicina chie- Musei sa di San Pietro, da notare sono le due fonta- Claterna, la città scomparsa ne del XV secolo, dette “Delle Armi” dal no- Il territorio di Ozzano nasconde una delle me della famiglia bolognese che qui aveva un più interessanti realtà archeologiche della palazzo. regione. A cavallo della Via Emilia, a metà strada tra i due grandi centri di Bononia e Nella frazione di San Cristoforo sorge Palazzo Forum Cornelii (Imola), fiorì tra l’età repub- Galvani, nel XVIII secolo sede di molti esperi- blicana e quella imperiale la città romana di menti elettrici dello scienziato bolognese Claterna. Siamo nell’area compresa tra Luigi Galvani, condotti sulle rane che qui alle- l’odierno abitato di Maggio e il Torrente vava. Quaderna. Dell’insediamento non emerge alcuna traccia in superficie, ma molti sono i Di grande interesse è la piccola chiesa della reperti di notevole interesse qui rinvenuti, località di Sant’Andrea, che custodisce le spo- come i bei pavimenti a mosaico. Il Museo glie della Beata Lucia da Settefonti. Con que- della città romana di Claterna è visitabile, su sto nome è conosciuto il personaggio storico richiesta, in coincidenza con gli orari di della Badessa Lucia, venerata dai Camaldolesi apertura della biblioteca. come fondatrice del ramo femminile dell’or- L’ingresso è gratuito. Tel: 051.790130 dine e ricordata anche nel nome del Parco dei [email protected] Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa (pag. 137). Fontana di San Pietro archivio Comune di Ozzano dell’Emilia

140 Storia e Cultura Rolando partì crociato per la Terrasanta, La leggenda dell’amore tra Rolando cava- mentre Lucia, ormai molto malata, morì. In liere e l’Abbadessa Lucia Palestina il cavaliere fu fatto prigioniero. Attorno al 1100, nella Bologna infiammata Rinchiuso in una cella, una notte gli appar- dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini, la fama ve in sogno Lucia ad annunciargli la propria della bellezza di Lucia, badessa del monaste- morte. Al risveglio Rolando si trovò d’incan- ro camaldolese di Stifonti (Settefonti), rag- to libero presso la tomba dell’amata e per giunse presto le guarnigioni che presidiavano effetto del suo pianto ripresero a zampilla- il territorio. In particolare un soldato di ven- re le sette fonti, che si erano seccate alla tura, il Conte bolognese Diatagora Fava, detto morte di Lucia. Lucia fu subito venerata Rolando, si fece trasferire a San Pietro di come santa, ma la Chiesa riconobbe uffi- Ozzano solo per saperla vicina. Secondo la cialmente il miracolo solo nel 1508. Dopo la leggenda, Rolando ogni mattina percorreva a morte di Lucia il convento fu trasferito cavallo il sentiero sui calanchi che conduceva prima a Sant’Andrea di Ozzano, poi, a metà al convento dell’amata. La chiesa sorgeva del Duecento, in Santa Cristina della Fon- lungo il crinale non lontano dalla Pieve di dazza a Bologna. Oggi le fonti si sono pro- Pastino (costruita intorno al 1000 sulle rovine sciugate e a indicare il sito dove sorgeva il di un tempio dedicato al dio Pan). Lucia si monastero di Stifonti è stato posto un pila- trovò subito a combattere con il turbamento strino. Il corpo di Lucia riposa dal 1573 nella che quelle visite le provocavano. Preghiere, chiesa di Sant’Andrea, dove sono conservati veglie e penitenze valsero solo a minare la sua anche i ceppi della prigionia di Rolando. Da salute. Quanto finalmente Lucia si decise a quel lontano Medioevo, lo stretto calanco, incontrare Rolando, i due si confessarono il che il giovane cavaliere percorreva ogni loro amore, ma lei non volle tradire i suoi voti giorno per vedere la sua amata, prende il e lo pregò di non tornare mai più. nome di Passo della Badessa.

A Ciagnano da non perdere è la vista, davvero notevole, sui calanchi del Passo della Badessa.

Lungo gli “Stradelli Guelfi”, tranquillo percor- so parallelo alla Via Emilia che collega Bolo- gna alla Romagna, sorge la neoclassica Villa Angelica, oggi sede dell’omonimo Istituto Er- boristico.

Poco distante si trova la pista aerea della società Aerdelta, la cui presenza giustifica il leggero volteggiare sulla pianura dei tanti alianti e di piccoli aerei a motore. In zona si trova anche l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica.

Merita una segnalazione anche la chiesa di Torre di San Pietro Santa Maria della Quaderna, di forme cin- archivio Comune di Ozzano dell’Emilia quecentesche, con una pregevole Natività del Sant’Andrea Somacchini. archivio Provincia di Bologna

141 A Ozzano ha sede la Facoltà di Medicina Ve- terinaria dell’Università degli Studi di Bologna. Musei Istituto Nazionale di Fauna Selvatica L’Istituto custodisce una collezione di circa Facoltà Medicina Veterinaria 10.000 campioni di uccelli e mammiferi: si Presenta strumenti chirurgici veterinari ante- segnalano le serie dei rapaci, degli uccelli cedenti al XIX secolo, di grande interesse sto- acquatici e del lupo appenninico, reperti di rico, che affascinano soprattutto per la cura uccelli estinti sul territorio italiano e di spe- e la precisione con cui sono stati realizzati. A cie particolarmente rare. Una sezione didat- questi si affianca una notevole collezione di tica in allestimento ricostruisce alcuni habi- ferri da cavallo, che testimonia la destrezza tat naturali della pianura padana. dei maniscalchi locali nella ferratura. MUSEO DELL'ISTITUTO NAZIONALE RACCOLTA DI ANTICHI STRUMENTI DI FAUNA SELVATICA CHIRURGICI Via Ca’ Fornacetta, 9 Via Tolara di sopra, 50 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.6512219 - Fax 051.796628 Tel. 051.2097988 - Fax 051.796892 [email protected] [email protected] Apertura: su appuntamento dal lunedì al ve- Apertura: su appuntamento. Biglietto gratuito. nerdì. Biglietto gratuito. Facoltà Medicina Veterinaria Facoltà Medicina Veterinaria Il Museo Ercolani espone più di 3000 prepa- Istituita nel 1882, un’importante raccolta di rati di patologia animale. Fu fondato da Giovan preparati anatomici conta oltre 2.000 esem- Battista Ercolani nel 1863 con i preparati di plari delle specie domestiche, conservati pertinenza veterinaria del Gabinetto di secondo il metodo “a secco”. Di notevole Anatomia Comparata. Vere opere d'arte sono interesse gli scheletri di cavallo atteggiati le plastiche in cera, creta e gesso che ripro- nelle diverse andature, i preparati miologici e ducono in grandezza naturale visceri di ani- vascolari, le numerose preparazioni del siste- mali domestici con lesioni anatomo - patolo- ma nervoso, accanto a modelli anatomici in giche e mostruosità animali. gesso e in cartapesta. MUSEO ERCOLANI DI ANATOMIA PATO- MUSEO DI ANATOMIA LOGICA E TERATOLOGIA VETERINARIA DEGLI ANIMALI DOMESTICI Via Tolara di sopra, 50 Via Tolara di Sopra, 50 40067 Ozzano dell’Emilia (BO) 40064 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051.2097000-2097966 - Fax 051.2097967 Tel. 051.2097996 - Fax 051.792956 [email protected] [email protected] Apertura: visite guidate su richiesta previo Apertura: su appuntamento. Biglietto gratuito. appuntamento telefonico. Biglietto gratuito.

Eventi parmigiano reggiano: luglio. Sagra della Badessa, mercatini per le vie del Sagra del Tortellone: luglio. paese con musiche e spettacoli vari: maggio. Festa del Patrono: 25 luglio. Agriozzano, eventi itineranti: tutti i venerdì di giugno. Mercatale Fiera della Centonara, antica fiera con spet- Sagra degli Schioppi: settembre. tacoli serali con un grande mercato di hob- bistica e dimostrazione di come si faceva il GIORNO DI MERCATO: martedì

142 Castenaso

Chiesa del Pilar archivio Comune di Castenaso

Importante centro della pianura bolognese, Tra le ville del territorio merita una segnala- Castenaso sorge sulle rive dell’Idice, lungo zione Villa Marana che fu di proprietà del l’antica Via Salaria (oggi San Vitale), che colle- Maestro Francesco Molinari-Pradelli. La villa gava Bologna alle saline di Cervia. presenta una facciata seicentesca e ospita la preziosa collezione d’arte privata Molinari- Proprio qui, nel II secolo a.C., l’Idice divideva Pradelli. gli accampamenti degli eserciti contrapposti di Galli e Romani. Al comando di questi ulti- Personaggi e Cultura mi era il console Publio Scipione detto Francesco Molinari-Pradelli Nasica, da cui il paese deriva il proprio nome: Nato a Bologna nel 1911, dopo aver studiato originariamente Castrum Nasicae, ossia ac- pianoforte e composizione nella sua città, campamento di Nasica, divenne poi Castel- Molinari-Pradelli si diploma nel 1938 in dire- naso e infine Castenaso. zione d’orchestra a Roma. L’anno seguente debutta a Bologna con L’Elisir d’amore, ri- Ancora più remote sono le origini della frazio- scuotendo un grande successo e iniziando ne di Villanova, celebre per la sua necropoli una carriera internazionale che lo porta a dell’Età del Ferro, primo ritrovamento della collaborare con tutti i più importanti teatri civiltà che fu detta appunto villanoviana. del mondo e a registrare diverse opere, sem- Promotore delle prime campagne archeologi- pre con cast d’eccezione, principalmente del che fu il Conte Giovanni Gozzadini, a cui si repertorio verdiano e pucciniano. Accademi- deve il rinvenimento di ben 179 tombe, ricche co di Santa Cecilia, il Maestro era conosciuto di reperti ora conservati nei musei archeologi- anche come grande collezionista d’arte. ci del territorio. Centro degli scavi fu Villa Muore a Bologna nel 1996. Gozzadini, risalente al XVI secolo. Villanova è oggi un importante polo commerciale, in cui trova sede legale anche la Coop Adriatica. Nei pressi del paese sorge la chiesa della Madonna del Pilar, costruita su terreni del A Marano di Castenaso sorge la Pieve di San Collegio di Spagna. Nel magnifico interno Giminiano, di impianto risalente al XII secolo. barocco del santuario, si conserva l’immagine Completamente distrutta nel XVI secolo dalle miracolosa della Vergine di G. B. Bolognini truppe di Cesare Borgia, detto il Valentino, (1699). In questa chiesa Gioacchino Rossini venne ricostruita in forme neoromaniche so- nel 1822 sposò in seconde nozze il soprano lamente nel 1929, conservando il campanile Isabella Colbran. I coniugi Rossini vissero per cinquecentesco. una decina d’anni in una villa adiacente alla Chiesa, dove il Maestro compose opere come Sport e Vacanza attiva Semiramide e Guglielmo Tell. Di Villa Rossini Golf Club Casalunga resta oggi solo un caratteristico pozzetto. Le Via Cà Belfiore, 8 - 40055 Castenaso (BO) spoglie della Colbran riposano nel cimitero Tel. 051.6050164 - Fax 051.6052186 monumentale della Certosa di Bologna, assie- [email protected] me ad altri grandi della musica, da Farinelli a Il Golf Club Casalunga presenta un traccia- Ottorino Respighi. to di pianura di 9 buche, semplice, inserito in un pregevole contesto naturale: il percor- Eventi so si snoda intorno a un lago, paradiso per Festa dell’uva, mercatino dell’antiquariato numerose specie di uccelli migratori. e vendita di prodotti viticoli: settembre. Inaugurato nel 1993, tecnicamente richiede Maranofest, festa della birra: settembre. un gioco preciso e prudente. Dati tecnici: 9 buche, 3010 m, par 36 + 3 bu- GIORNO DI MERCATO: mercoledì che executive, par 3, 30 m s.l.m.

143 Budrio

Il nostro itinerario prosegue nelle “Terre di Teatro Consorziale pianura” e fa il suo ingresso a Budrio, patria Di proprietà dal 1802 del Consorzio dei dell’ocarina e città ricca di monumenti che ne Partecipanti di Budrio - da cui trae il nome testimoniano gli antichi fasti. attuale -, il “Consorziale” nacque nel XVII secolo come teatro privato di un’abitazione Sopra i segni dell’originale pianta romana e borghese, Casa Sgargi. Per tutto l’Ottocento medievale, il centro storico presenta un bel- ospitò in modo più o meno regolare spetta- l’aspetto sei-settecentesco, caratterizzato dal coli che si concentravano in occasione del tradizionale elemento del portico. Fu infatti carnevale e della fiera di S. Lorenzo. Durante negli anni tra Rinascimento e Illuminismo che la prima guerra mondiale il teatro divenne Budrio conobbe il suo massimo splendore alloggio per i militari e fu usato come depo- economico, dovuto a una tecnica avanzata di sito per i fiori di tiglio. Dal 1920 fu adibito lavorazione della canapa (pag. 101), di cui di- anche a sala cinematografica e ospitò comi- venne l’esportatore esclusivo in molti paesi zi e adunanze: qui parlarono più volte Qui- d’Europa. rico Filopanti, Andrea Costa e Aurelio Saffi. La nuova sala, realizzata tra il 1924 e il 1928, In quegli anni di prosperità, sorsero molti presenta pianta a campana, due ordini di degli insigni edifici della città, a cominciare da gallerie rette da sottili pilastrini in ghisa e Palazzo Boriani Dalla Noce, ora sede della una terza gradinata centrale. Le sobrie deco- Biblioteca comunale, che, con il Teatro, il razioni, policrome e dorate, di ispirazione Museo archeologico e la Pinacoteca “D. Inza- neoclassica sono opera del pittore Armando ghi”, costituisce un unico polo culturale. Aldrovandi. L’inaugurazione avvenne il 6 ottobre 1928 con La Gioconda di Ponchielli. Sciolta la Partecipanza, nel 1932, il teatro passò al Comune. Tuttora attivo con un ric- co cartellone di prosa, balletto, lirica e con- certi; nel 2005 ha ospitato l’esibizione dell’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado.

Teatro Consorziale archivio Provincia di Bologna

Cancello e viale di una villa padronale archivio Provincia di Bologna 144 Musei Tante altre sono le tappe obbligate, a comin- Palazzo della Partecipanza ciare dalla chiesa di San Lorenzo, restaurata Via Mentana, 32 40054 Budrio (BO) nel XVIII secolo, che conserva al suo interno Tel. 051.801220 (Biblioteca) 051.6928263 un affresco del Quattrocento e pale d’altare (Ufficio Cultura) - Fax 051.6928289 di epoca cinque-seicentesca. Davanti alla [email protected] chiesa sorge la quattrocentesca Torre dell’O- rologio. PINACOTECA CIVICA DOMENICO INZAGHI La Pinacoteca conserva opere pittoriche di Preziose tele seicentesche si conservano an- prevalente produzione emiliana dal 1300 al che nella chiesa di San Domenico, fondata 1700 (Vitale da Bologna, Dossi, Lavinia Fon- nel 1605 dalla Confraternita del SS. Rosario. tana, Passerotti, Calvaert e altri), un cospi- cuo fondo di stampe (incisioni di Dürer e dei La statua che troneggia in mezzo alla piazza Carracci) e di disegni di importanti autori del paese raffigura il figlio più illustre di Bu- (Guercino, Bigari e Creti). drio, Quirico Filopanti: patriota, politico, do- cente universitario, inventore e astronomo. MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E PALEOAMBIENTALE Personaggi e Cultura Il Museo espone i reperti archeologici Quirico Filopanti emersi all’interno delle maglie della centu- Giuseppe Barilli nacque a Budrio nel 1812. riazione romana, risalenti al Paleolitico (da Per amore dell’antichità classica nel 1837 tre villaggi ad economia prevalentemente cambiò il nome in Quirico Filopanti. agricolo-pastorale del XIII secolo a.C.), Personalità poliedrica e a tratti geniale, Filo- all’età del Ferro (dalla necropoli e dall’inse- panti è noto per l’invenzione dei fusi orari, diamento villanoviano di Castenaso), ed in- da lui chiamati “giorni longitudinali”, che fine al periodo romano: frammenti di cera- illustrò per la prima volta nel 1858 a Londra, mica da mensa e da cucina e di grandi con- dove era esule a causa della sua adesione tenitori per cereali, olio, vino. alla Repubblica romana del 1849. Docente di Meccanica Applicata all’Università di Bo- Apertura: domenica ore 15.30-18.30 e su logna, non ottenne mai una cattedra a cau- appuntamento; la prima domenica del mese sa del suo rifiuto di giurare fedeltà alla co- ore 10.00-12.30. rona. Deputato al Parlamento per il Partito Biglietto: intero euro 3, cumulativo per il Repubblicano fino al 1892, Filopanti è ricor- Museo Archeologico e Paleoambientale e la dato anche per il suo genio estroso e visio- Pinacoteca Inzaghi, ridotto euro 1.50 dai 14 ai nario, che lo portò a progettare strumenti 18 anni e per gli studenti universitari con tes- che avrebbero dovuto mitigare la fatica dei serino, gratuito fino ai 14 anni e per gli ultra- lavoratori (un sistema di aratura a vapore, sessantenni, cumulativo per i Musei di Bu- acquedotti per la bonifica della pianura, drio euro 5,50. ecc.), nessuno dei quali tuttavia fu mai rea- lizzato. Morì povero a Bologna nel 1894. Musei MUSEO DELLA VALLE DELL’IDICE Tel. 051.692 8306/8322 - fax 051.6928289 [email protected] Collocato in un ex edificio scolastico realiz- zato in stile neorinascimentale nel 1922, il museo concentra la sua attenzione sui luo- ghi e sui protagonisti (singoli e collettivi) delle trasformazioni epocali che hanno interessato il territorio della Valle dell’Idice. Le iniziative del Museo riguardano mostre temporanee, di volta in volta dedicate alle principali innovazioni del Novecento e alle dinamiche sociali ed economiche che nel territorio le hanno accompagnate: dai mezzi di comunicazione di massa, in particolare la radio, a quelli di trasporto, dal motorino- bicicletta fino allo scooter. Ingresso della Pinacoteca archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza 145 Una visita a Budrio non sarebbe completa sen- za aver comprato un esemplare dello strumen- to musicale inventato proprio qui: l’ocarina. Musei L’ocarina è uno strumento musicale popo- lare a fiato di terracotta, prodotto in diver- se dimensioni, in grado di comporre un con- Ocarina certo di diverse tonalità. Questo strumento archivio Provincia di Bologna - Vanes Cavazza fu inventato dal budriese Giuseppe Donati nel 1853 e per tutto il XIX secolo conobbe Musei un grande successo, anche internazionale, Le collezioni Zanella-Pasqualini, Liliana tanto che cominciò ad essere fabbricato Perani e Cervellati-Menarini riuniscono persino a Parigi e a Londra. Concerti del ben 1.200 oggetti raccolti in oltre venti anni primo gruppo ocarinistico budriese si ten- di appassionata ricerca sul teatro di anima- nero al cospetto degli Zar e al Moulin Rou- zione italiano ed asiatico: testimonianze ge. Oggi l’ocarina è protagonista di un festi- dell’importante tradizione regionale, una val biennale, che raduna artisti e appassio- ricca raccolta di marionette, alcune delle nati da tutto il mondo. quali hanno dignità d’opera d’arte, pupi sici- Il museo dell’ocarina, davvero unico al liani del primo Novecento e un antico e mondo, illustra l’evoluzione di questo parti- rarissimo pupo napoletano. colare strumento musicale, le sue tecniche MUSEO DEI BURATTINI di costruzione, i repertori musicali tradizio- Via Garibaldi, 29 - 40054 Budrio (BO) nali, attraverso gli esemplari presenti e un tel. 051.8028263 (Biblioteca) 051.6928263 ricco apparato documentario, bibliografico (Ufficio Cultura) - Fax 051-6928289 e sonoro. [email protected] MUSEO DELL’OCARINA E DEGLI Apertura: domenica 15.30-18.30; la prima STRUMENTI MUSICALI IN TERRACOTTA domenica del mese anche 10.00-12.30. Via Garibaldi, 35 - 40054 Budrio (BO) Da ottobre a giugno sono possibili ulteriori Tel. 051.801220 (Biblioteca) 051.6928263 aperture su appuntamento. (Ufficio Cultura) - Fax 051.6928289 Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1.50 dai [email protected] 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari Apertura: domenica 15.30-18.30; la prima con tesserino, gratuito fino ai 14 anni e gli domenica del mese 10.00-12.30. ultrasessantenni, cumulativo per i Musei di Biglietto: intero euro 3, ridotto euro 1.50 dai Budrio euro 5.50. 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari con tesserino, gratuito per i ragazzi fino ai 14 anni e gli ultrasessantenni, cumulativo per i Musei di Budrio euro 5,50.

Museo dei burattini archivio Provincia di Bologna Vanes Cavazza

146 Girovagando nei dintorni, a 1 km dal centro, si coli XVI e XVIII le loro superbe residenze di incontra la chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, campagna. “Vera sintesi di tutta la civiltà delle una delle pievi più antiche del Bolognese. ville del Bolognese”, Bagnarola trova il suo ele- L’attuale forma architettonica dell’esterno è mento più sensazionale nel complesso dei frutto del bel rifacimento settecentesco, Malvezzi-Campeggi, definito la “Versailles mentre a testimonianza della sua origine alto- bolognese”. Costituito dalle ville dell’Aurelio e medievale rimangono alcune epigrafi romane del Floriano, presenta una pianta a ferro di e longobarde (secoli V-VIII) e soprattutto la cavallo con ampio e lungo porticato in cui si “chiesa sommersa”, oggi accessibile solo nella svolgeva una grande fiera. Accanto si trova parte absidale. Da notare anche la croce caro- Palazzo Odorici, chiamato palazzo di Sopra, a lingia e il fonte battesimale ricavato da un cui corrisponde, a nord, il palazzo di Sotto, capitello di epoca tardo-romana, oltre a opere cinquecentesca villa che il Conte Ferdinando del Gandolfi e di scuola reniana. Nella chiesa Ranuzzi-Cospi trasformò nel XVIII secolo, dan- di Vedrana, 5 km a nord-est del capoluogo, si dole l’aspetto attuale con lo splendido loggia- segnalano invece gli affreschi del Guardassoni. to a tre archi. Ai lati, sulla stessa linea, sorgono due edifici rustici porticati. Due eleganti e Nella frazione di Mezzolara, si segnala la set- identici prospetti di chiese chiudono la sceno- tecentesca Villa Rusconi, che sorge in posi- grafia: la prima è una vera cappella dedicata zione appartata in mezzo a un antico e rigo- all’Assunta, mentre la seconda nasconde una glioso parco ricco di rare specie botaniche. grande “neviera” utilizzata come dispensa sot- Interessante dal punto di vista naturalistico è terranea. Villa Ranuzzi-Cospi è oggi sede della anche la Valle Benni, un tempo bacino di ri- rinata Accademia letteraria dei Notturni. Le serva dell’acqua per le risaie e oggi oasi di ville di Bagnarola sono visitabili solo esterna- protezione della flora e di ripopolamento e mente o in occasione di eventi. sosta per le specie migranti.

Infine una gemma che da sola vale una visita. Eventi “Luogo ameno che supera in vaghezza ogni Carnevale, a Budrio, Vedrana e Mezzolara altro”, la piccola frazione di Bagnarola fu scel- Primaveranda, mostre, spettacoli, mercati e ta da alcune delle più prestigiose famiglie del- manifestazioni sportive: tra aprile e maggio. l’aristocrazia bolognese per innalzare tra i se- AGRIBU, manifestazione agricola e alimen- tare con mercatini della salute che espon- gono prodotti naturali e biologici: tra set- tembre e ottobre. Festa dello Sport: ottobre Festival internazionale dell’ocarina: evento biennale (primavera anni dispari)

Mezzolara Fiera della cipolla: fine settembre.

GIORNO DI MERCATO: martedì Ville di Bagnarola - archivio Regione Emilia-Romagna

147 Molinella

Torre di Santo Stefano Molinella è un paese da sempre conteso tra archivio Provincia di Bologna terra e acque. L’acqua qui non ha condiziona- to solo la geografia del territorio, ma anche l’economia e la cultura. Il nome stesso del paese deriva dai molti mulini che sorgevano lungo l’antico corso dell’Idice, che sembra potessero macinare sia quando l’acqua scen- deva verso il Po di Primaro, sia quando risaliva a causa delle sue piene.

Anche l’agricoltura di queste terre ha come protagonista un cereale legato all’acqua: il riso. Considerato un alimento eccitante e portatore di malaria, il riso fu per secoli ban- Cartografia della Bonifica Renana dito dallo Stato della Chiesa e lo si iniziò a archivio Provincia di Bologna coltivare intensivamente solo dopo le siste- mazioni idrauliche sette-ottocentesche. Dal punto di vista storico Molinella reca inte- ressanti tracce del passato guerriero della pia- Queste trasformazioni si intrecciarono a Mo- nura. Situata nel centro del paese, la bella linella con la storia del movimento braccian- Torre di S. Stefano è quanto resta dell’antico tile e socialista. Qui nacque Giuseppe Massa- castello costruito dai Bolognesi per difendere renti, l’uomo che dalle lotte sindacali passò i confini verso Ferrara. Il suo aspetto attuale si alla creazione delle prime cooperative di pro- deve a una ricostruzione del 1404, dopo che duzione e lavoro e di consumo della regione. Alberto V d’Este, alleato di Gian Galeazzo Vi-

148 Personaggi e Cultura l’impegno locale a favore dei braccianti e Giuseppe Massarenti delle mondine molinellesi. Nel 1896 creò la Indirizzato dallo zio farmacista agli studi uni- cooperativa di consumo di Molinella, una versitari, a Bologna Giuseppe Massarenti delle prime in Emilia Romagna, che negli anni entrò in contatto con alcuni successivi funzionò come degli esponenti del movi- fondamentale supporto eco- mento radicale e socialista nomico dei lavoratori agricoli emiliano - romagnolo, An- scesi in sciopero. Costretto drea Costa in testa. La difesa all’esilio in Svizzera e a San dei diritti dei ceti rurali più Marino, destituito da sindaco, deboli colpiti dalla crisi agra- Massarenti non cessò mai il ria e dalla trasformazione in suo impegno per i lavoratori, senso capitalista dei rappor- per cui si guadagnò la fama di ti sociali nelle campagne, lo “apostolo della cooperazio- spinse a fondare nel 1892 la ne”. Nel dopoguerra, eletto sezione molinellese dell’ap- nuovamente sindaco di Moli- pena nato Partito dei lavora- nella, fu fatto oggetto di at- tori italiani. Nello stesso an- tacchi da parte dei fascisti, no fondò la Lega di resisten- tanto che fu costretto a la- za, organismo di lotta dei sciare nuovamente il suo pae- braccianti della Bassa. Eletto nel consiglio se per raggiungere Roma. Nella capitale, comunale nel 1895 e più tardi deputato pro- Massarenti venne arrestato nel 1926 e inviato vinciale e sindaco di Molinella, contribuì al confino per oltre sette anni. Nel 1937 all’elezione in Parlamento di Bissolati, Podrec- venne nuovamente arrestato e rinchiuso in ca e Modigliani, tutti presentatisi nel collegio un ospedale psichiatrico romano. Al termine elettorale di Budrio-Molinella. All'attività della guerra poté finalmente far ritorno a politica nazionale, Massarenti preferì sempre Molinella, dove morì nel maggio del 1950.

Storia e Cultura sconti, l’aveva distrutta insieme al castello nel Le mondine 1390. Trasformata in campanile a metà del XVI La parola “mondina” risveglia nell’immagina- secolo, presenta oggi al posto dei merli un biz- rio collettivo un mondo fatto di lavoro, pas- zarro coronamento sormontato da un torrino sioni e canzoni, reso immortale dalla pellico- con quattro archi che fungeva da cella campa- la di Giuseppe De Santis Riso Amaro, con naria. Da ricordare è anche la Battaglia della Silvana Mangano e Vittorio Gassman. I cele- Riccardina del 25 luglio 1467, primo caso nella bri cori delle mondine, detti “cantoni”, non storia di uso massiccio delle armi da fuoco. erano solo canti di allegria, ma anche il modo per levare voci di protesta. A Molinella nel Lasciato il capoluogo, meritano una visita 1883 si organizzò il primo sciopero d’Italia alcune frazioni. Una sosta è d’obbligo a Selva delle risaiole. Da allora questi luoghi furono Malvezzi, vero e proprio complesso feudale l’epicentro di grandi e ripetute agitazioni, che quattrocentesco dell’omonima potente fami- arrivarono a coinvolgere anche mille mondi- glia nobiliare. Rimaneggiato nel XVII secolo, ne. Questi prolungati e durissimi scontri per l’insieme del borgo ha comunque conservato la riduzione dell’orario di lavoro si concluse- l’aspetto originario. Notevoli il seicentesco pa- ro nel 1912 con la conquista della giornata lazzo padronale, con lo scalone a doppia ram- lavorativa di otto ore. Altro momento signifi- pa che consentiva l’accesso diversificato a per- cativo di lotta avvenne durante il Fascismo: sone e animali, e il palazzo del Governatore fra il 12 e il 20 giugno 1944 le mondine di con la splendida facciata arricchita dall’orolo- Molinella, Medicina, Galliera, Bentivoglio, S. gio e dalla campana. Pietro in Casale, Malabergo, Baricella, Minerbio e San Giovanni in Persiceto aderiro- San Martino in Argine, già documentata no allo sciopero indetto dalle organizzazioni prima del Mille in relazione ai traffici fluviali, sindacali clandestine. A sessant’anni dal fu saccheggiata nel 1390 dalle truppe di Gian primo sciopero, oggetto della rivendicazione Galeazzo Visconti. Notevole è Villa Ghisleri, erano ancora un chilo di riso, una minestra del XV secolo, ristrutturata nell’attuale aspet- calda a mezzogiorno e un copertone nuovo to da Giuseppe Grabinski, ufficiale di Napo- per bicicletta. leone.

149 A San Pietro Capofiume è presente uno dei Per chiudere, alcune curiosità gastronomiche. più importanti Centri di Studi Metereologici Qui nacque nel XVIII secolo la deliziosa torta del Nord Italia. Qui venne rilevata la tempera- di tagliatelle, mentre dal riso si ricava il più tura record del 1985, la più bassa mai registra- classico dei dolci bolognesi: la torta di riso. ta nella pianura padana: -29°c. Non lontano, in Tipico della zona è anche il condimento località Alberino, nel 1865 nacque Severino Balsamico bianco, che si ottiene dalla combi- Ferrari, raffinato poeta e studioso di letteratu- nazione di aceto di vino e mosto di uve bian- ra, amico fraterno del Pascoli e allievo predi- che di Trebbiano, variante del più noto Aceto letto del Carducci, che lo ricorda anche nei Balsamico modenese. suoi versi. Eventi Le zone umide, che ancora oggi sopravvivono Carnevale dei bambini: tra febbraio e marzo. a testimonianza della grande Padusa, offrono Fiera di Molinella: tra giugno e luglio. agli appassionati di osservazioni naturalistiche Colli e Valli, cicloraduno a cura del e birdwatching un vero e proprio paradiso Mountain Bike Club Molinella: ottobre. popolato di migliaia di esemplari di uccelli acquatici. San Pietro Capodifiume Sagra di San Pietro: giugno. Natura La Vallazza è un’area di 85 ettari di proprie- San Martino in Argine tà della Cooperativa “G. Massarenti”, situata Festa di San Luigi: luglio. sulla strada che da Molinella conduce a Selva Malvezzi. Entro un perimetro delimi- Marmorta tato dai pioppi, un fitto intrico di canne Sagra di San Vittore: inizio agosto. palustri cinge un vasto specchio d’acqua, su cui galleggiano numerose varietà di ninfee. È GIORNO DI MERCATO: giovedì l’habitat ideale per rane e tartarughe, bisce e altri rettili acquatici. Qui nidificano abi- tualmente folaghe, svassi e diverse specie di Storia e Cultura anatre e non è raro imbattersi in qualche La Piantata padana maestoso esemplare di airone cinerino. Ancora ben visibile nelle fotografie aeree Anche i vecchi “maceri” per la canapa costi- della Royal Air Force del 1944, la piantata tuiscono un sistema biologico di insospet- padana per secoli ha segnato il volto delle tabile ricchezza, contraddistinto dalla pre- campagne bolognesi. Si tratta di un tipo di senza di querce, salici, canneti e di fiori cam- coltivazione promiscua in cui campi lunghi e pestri. stretti di seminativi si alternano a filari di vite sorretti da alberi (tutori). I tutori nell’an- La Valle di Marmorta ci conduce invece tichità erano di arbustum gallicum, diffuso all’interno del Parco Regionale del Delta del in pianura dai Romani, che a loro volta Po. Seguendo le indicazioni per Argenta, si appresero dai Galli la pratica della piantata, giunge all’Oasi delle valli di Argenta, ormai peraltro già nota agli Etruschi. In età moder- in territorio ferrarese. Queste zone umide si na la piantata fu particolarmente congenia- estendono per 1600 ettari e sono costituite le alle esigenze dell’agricoltura mezzadrile, dalle casse di espansione di Bassarone, che, oltre alle colture industriali in cui era Campotto e Valle Santa. Sono quanto resta specializzata (canapa e seta), doveva fornire delle grandi aree vallive che sorgevano qui a ciascun podere i prodotti per la sussisten- ad accogliere le piene di Idice, Quaderna, za della grande famiglia contadina. I tutori Sillaro e Reno. allora erano l’olmo e l’acero campestre, oltre a salici e gelsi: gli alberi tipici della pianura.

Per chi ama andare a spasso nel cielo, a Moli- nella si segnala il più grande centro di paracadu- tismo d’Italia, presso cui sono anche attivi corsi e servizi di noleggio di ultraleggeri e alianti.

Raro esempio di “vite maritata” archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato 150 Malalbergo

Antico porto fluviale sul Canale Navile, Ma- Se l’Asparago Verde di Altedo è tutelato da un lalbergo non conserva molto degli antichi marchio europeo, il tortellino è il signore rive- edifici, per lo più distrutti nel corso dell’ulti- rito della cucina bolognese e Malalbergo se ma guerra mondiale. Eccezione fanno palazzo ne fa ambasciatore in occasione della Sagra Marescalchi, sede della Biblioteca, e il Caser- del Tortellino nel mese di giugno. mone, un tempo sede del dazio e poi della Gendarmeria, fortemente rimaneggiato. Enogastronomia Il tortellino Una pista ciclabile di 14 km collega Malal- Il più classico e imitato tra i primi piatti della bergo ad Altedo, capitale mondiale dell’aspa- tradizione gastronomica bolognese è senza rago verde. Nel mese di maggio la frazione dubbio il tortellino. Inventato dal cuoco diventa ricettacolo di artisti dei fornelli e dell’antipapa Alessandro V, l’ombelico di laboratorio di ingegneri del gusto, protagoni- Venere è fatto di una sfoglia sottilissima di sti della sagra dedicata all’asparago. pasta all’uovo tirata a mano, che racchiude un ripieno a base di lombo di maiale, pro- Enogastronomia sciutto, vera mortadella di Bologna, uova e L’Asparago Verde di Altedo ha una lontana noce moscata, secondo quanto impone la e consolidata tradizione che risale agli anni ricetta depositata in Camera di Commercio Venti del Novecento. Dopo la seconda il 7 dicembre 1974 dalla delegazione bolo- guerra mondiale l’asparagocoltura ha ripre- gnese dell’Accademia italiana della cucina so a diffondersi e la nascita sul territorio di insieme con la Dotta Confraternita del importanti realtà cooperative ha saputo Tortellino. Perché da queste parti mangiare infondere un maggior slancio alla produzio- è una cosa seria. Tradizione poi vuole che i ne e alla commercializzazione di questo tortellini vengano rigorosamente cotti e ser- prodotto, contribuendo all’ottenimento nel viti in brodo di carne. Se proprio si sente 2003 del marchio I.G.P. L’Asparago Verde di l’esigenza di trasgredire al brodo, che ciò Altedo è coltivato nei comuni di Anzola almeno non avvenga per la cottura. Ma di dell’Emilia, Argelato, Bologna, Budrio, Bari- questi rischi nelle trattorie della provincia cella, Bentivoglio, Calderara di Reno, Creval- non se ne corrono ancora. core, Castello d’Argile, Castenaso, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Castel Guelfo, Dozza, Galliera, Granarolo dell’Emilia, Imola, Malalbergo, Medicina, Minerbio, Molinella, Mordano, Ozzano, Pieve di Cento, Sala Bo- lognese, San Giovanni in Persiceto, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Sant’Agata Bolognese, San Lazzaro di Savena e in parte della provincia di Ferrara.

Tortellini di Bologna archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - Fabrizio Dell’Aquila

Asparagi Verdi IGP di Altedo archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - Luigi Riccioni 151 Canale Riolo archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci Natura Oasi La Comune e La Valle Per gli amanti della natura si segnalano le zone Il paesaggio che incontriamo nelle valli è umide delle tenute La Comune e La Valle, molto simile a quello dei boschi planiziari dove nidificano diverse specie di uccelli ac- dell’antica pianura padana. Piccole paludi, quatici, come aironi, cavalieri d’Italia e cicogne più o meno profonde, occupate da canneti nere. In questi ambienti, ricchi di boschi idrofi- si alternano a strisce di terreno asciutto li, si possono ammirare di nuovo piante e ani- dove crescono pioppi, salici, olmi e farnie. mali, la cui scomparsa aveva coinciso con Inoltre, nella vasca retrostante la casa del quella delle vecchie valli, a cui era legata la guardiano presso la Valle La Comune, cre- coltivazione del riso e quella di un’erba palu- scono i fior di loto, assai rari nel territorio stre chiamata localmente “erba sala”, da cui si bolognese. Fra le canne e gli alberi di que- otteneva un materiale molto usato nell'artigia- sta valle nidificano gli aironi cinerini. Gli nato locale, adatto per impagliare le sedie o “abitanti” delle valli sono numerosissimi: avvolgere fiaschi. ricordiamo, tra le tantissime specie di uccelli, il germano reale, la marzaiola, il martin pescatore, l’airone bianco, il cavalie- re d’Italia, la cicogna, il gufo, la civetta, il falco di palude. Da pochi anni c’è stato un gradito ritorno: le “spatole”, uccelli simili alle cicogne, con un caratteristico becco a forma di spatola (da cui prendono il nome), che mancavano da ben trecento anni. La Valle La Comune ospita per alcuni giorni all’anno una cicogna nera che viene qui a riposarsi e a rifocillarsi durante il suo perio- do di migrazione. Il Comune di Malalbergo organizza una Via Tombe serie di visite guidate che consentono, a archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci chiunque lo voglia, di osservare, conoscere e apprezzare queste zone umide.

Eventi Sagra del Tortellino: primi due week end di giugno. Birra sotto le stelle: fine giugno, inizio luglio. Serate sul Navile: primi due week end di settembre.

Altedo Sagra dell’Asparago Verde di Altedo: maggio (3a e 4a settimana). La Valle archivio Comune di Malalbergo - Tiziana Bertacci GIORNO DI MERCATO: sabato nel capo- luogo e ad Altedo

152 Baricella

Chiusa di Gandazzolo I primi documenti che attestano l’esistenza di archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni Baricella risalgono alla prima metà del XV secolo. Il suo nome deriva dai “bargelli”, uffi- Nella frazione di Boschi si trova S. Maria Lau- ciali incaricati dei servizi di polizia e di control- rentana, con all’interno una bellissima Madonna lo fiscale presso l’antico corso del fiume Sa- lignea vestita di abiti in tessuto risalente all’epo- vena, un tempo crocevia dei traffici con il con- ca della prima costruzione seicentesca, sostitui- finante territorio ferrarese. ta nel XIX secolo dall’attuale edificio.

Da vedere è la settecentesca S. Maria di Bari- Nei pressi della località di San Gabriele, merita cella, che affonda le sue origini nel XVI seco- una segnalazione la chiesa di S. Maria del Cor- lo. All’interno si segnala un pregevole crocifis- niolo consacrata nel 1530, come ricorda la lapi- so ligneo del primo Seicento, che, ritenuto mi- de custodita nell’abside. La pala d’altare raffigu- racoloso dai fedeli, in caso di calamità veniva rante l’Assunta, più volte rimaneggiata, risale ai esposto o portato in processione. primi anni del ‘500. Delle decorazioni cinque- centesche sopravvivono i due affreschi della All’estremità orientale del paese, l’oratorio di controfacciata, oltre a un interessantissimo San Marco è una bella costruzione in mattoni frammento con motivi floreali e antropomorfi, con decorazioni neomedievali in cotto e l’in- per il quale si ipotizza un intervento diretto di terno interamente decorato da affreschi che Amico Aspertini (pag. 155) che negli stessi anni celebrano la figura del Cav. Zucchini (le cui operava alla decorazione della Rocca Isolani di ceneri qui riposano dal 1905), protagonista Minerbio. della modernizzazione dell’agricoltura di que- ste terre.

153 Merita una visita anche l’Oasi di riequilibrio Natura ecologico di Baricella, realizzata dal Comune Oasi di Baricella su terreni del Reale Collegio di Spagna, dove si Passeggiando per le campagne di Baricella, organizzano attività di educazione ambientale. in via Bocche si può notare un repentino Oltre a numerose specie di uccelli, nell’area è cambio di paesaggio che rompe la piatta possibile osservare anche la rara testuggine pa- monotonia della pianura. Si tratta dell’Area lustre. di riequilibrio ecologico di Baricella: ampi prati inframmezzati da macchie alberate, giovani filari e siepi. Nel pannello posto all’entrata si possono trovare alcune indica- zioni sulla nascita dell’area e informazioni utili per visitarla. All’interno, seguendo il percorso di visita segnalato, il visitatore viene accompagnato ad osservare le due raccolte d'acqua, zone umide costituite da un prato allagato e da un bacino con acque più profonde. Sostando all’interno delle due torrette di avvistamento si può restare in attesa dell’avvicinarsi di uccelli acquatici, ma anche seguire il volo acrobatico delle libellule o assistere al corteggiamento dei rospi smeraldini. Periodicamente si organiz- zano visite guidate. Info e prenotazioni: Comune di Baricella.

Oasi di Baricella archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Oratorio San Marco archivio Comune di Baricella - Mario Fizzoni

Eventi GIORNO DI MERCATO: venerdì nel capo- Fire di Sdazz: 3a domenica e lunedì luogo e lunedì a San Gabriele di ottobre.

154 Minerbio

Ricordato negli antichi documenti come Sel- conquista di Bologna, decisero di costruire va Minervese, si ipotizza che il nome di Mi- una dimora che rispondesse a esigenze nerbio risalga al periodo romano e in partico- essenzialmente difensive. Distrutta nel 1527 lare al culto religioso dedicato alla dea Mi- in seguito al passaggio dei Lanzichenecchi nerva. La presenza romana in queste zone è che marciavano su Roma, la Rocca fu rico- del resto confermata dalle numerose tracce struita a metà del ‘500 come dimora signori- della centuriazione (pag. 104) ancora oggi ben le, abbandonando tutti i caratteri militari leggibili. Per la fondazione ufficiale bisogna che caratterizzavano la prima costruzione. attendere il 1231, quando il Podestà di Bologna Testimonianza della più grande arte decora- dona Minerbio a centocinquanta famiglie tiva del XVI secolo, la Rocca vanta al suo mantovane con l’obbligo di risiedervi e di bo- interno uno straordinario ciclo di affreschi, nificare il territorio dalle abbondanti paludi. opera del più originale pittore del suo tem- po: Amico Aspertini. Ancora oggi il paese si snoda attorno al vec- chio borgo medievale e al complesso della Personaggi e Cultura Rocca Isolani, capolavoro dell’architettura Amico Aspertini nasce a Bologna tra il 1474 bolognese del XVI secolo, visitabile solo in e il 1475. Pittore originale e coltissimo, in occasione di eventi. anni per Bologna di appiattimento estetico su canoni perugino-raffaelleschi, l’Aspertini mantenne una personalità artistica autono- ma e “alla maniera di nissuno mai volle sog- gettarsi”. Dopo avere lavorato a Roma per papa Alessandro VI, nel 1506 realizza con il Francia e il Costa gli affreschi di Santa Ce- cilia a Bologna, e successivamente quelli di San Frediano a Lucca. Capolavoro degli anni della maturità sono le decorazioni di tre sale della Rocca Isolani di Minerbio. I carto- ni preparatori dell’opera sono oggi conser- vati al British Museum di Londra. Gli affre- schi della Sala dell’Astronomia, in particola- re, rappresentano con le loro aperture illu- sionistiche la premessa più significativa e organica di quel gusto per le architetture dipinte, che tanta fortuna avrà a Bologna a partire dalla seconda metà del Cinque- Portici del centro storico cento. Importanti opere di Amico Aspertini archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato si conservano anche nella Pinacoteca Na- zionale di Bologna e nelle chiese di San L’edificazione della Rocca risale al 1403 quan- Petronio e di San Martino, dove il pittore do gli Isolani, investiti del feudo di Minerbio venne sepolto il 19 novembre 1552. da parte dei Visconti per l’aiuto fornito nella

155 La pianta rettangolare, lo spazioso cortile in- terno, le torri difensive ai quattro angoli del- l’edificio e il fossato che lo circonda sottoli- neano comunque i caratteri al tempo stesso di difesa e di dimora che il castello, ora di proprietà privata, doveva possedere. Il lungo portico che introduce al parco del castello fu costruito nel 1684 per ospitare un’impor- tante fiera annuale, che ancora oggi conti- nua ad attirare visitatori nel primo fine setti- mana di ottobre. Palazzo Nuovo archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato

Accanto alla Rocca sorge il cosiddetto “Pa- lazzo Nuovo”, opera della metà del Cinque- cento dell’architetto Bartolomeo Triachini, che in facciata presenta il motivo della loggia, che diventerà ricorrente nelle ville bolognesi dell’epoca. L’ampio cortile che fa da cornice al complesso ospita l’elegantissima mole della torre Colombaia, attribuita a Jacopo Barozzi, detto il Vignola. Risalente al 1536, la sua strut- tura a pianta ottagona internamente presenta una scala lignea elicoidale e un complicato sistema di cellette studiato per accogliere ol- tre 3.000 nidi.

Da vedere è anche la chiesa di San Giovanni Battista, sulla via principale del paese. Tra le più belle del contado, la chiesa fu costruita nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Carlo Francesco Dotti. Al suo interno sono conservate alcune importanti opere tra cui un’Addolorata di scuola reniana, oggetto di particolare devozione popolare, che tradizio- ne vuole abbia in più occasioni girato gli occhi verso i fedeli. Degno di nota è il gruppo scul- toreo della Gloria di Giuseppe Mazza, carat- Castello e portico di San Martino in Soverzano teristico esempio dello stile del pieno baroc- archivio Comune di Minerbio - Elisa Busato co bolognese. Eventi Sulla strada verso Budrio, di particolare inte- Carnevale notturno: 3° sabato di giugno. resse è la Pieve di San Giovanni in Triario, La dolce fiera: 3a domenica di giugno. probabilmente risalente all’ XI secolo, che an- Sagra della tagliatella e festival bandisti- cora conserva l’antichissima vasca battesima- co: 1° week end di luglio. le, oltre a tele attribuite a Daniele da Volterra. Sagra Settembrina: 3° week end di settem- La chiesa ospita il Museo della Religiosità bre. Popolare. La Pieve fa anche da sfondo al ro- Festa del ringraziamento: 2a domenica di manzo della giallista bolognese Danila Coma- novembre. stri Montanari dal titolo La campana dell’arci- prete, saga contadina con delitto ambientata San Giovanni in Triario nel 1824 ai tempi della Restaurazione pontifi- Festa campestre: lunedì di Pasqua. cia dopo la sconfitta del sogno napoleonico. A San Martino in Soverzano sorge il Castel- San Martino in Soverzano lo, costruito nel 1411 dal cavaliere bolognese Fiera di San Martino: 1° week end di ottobre. Bartolomeo Manzoli. L’antica costruzione, risalente al XIV secolo, è stata fortemente GIORNO DI MERCATO: mercoledì rimaneggiata nell’Ottocento.

156 Granarolo dell’Emilia

Granarolo dell’Emilia nasce come borgo agri- Anche nei dintorni sono fiorite nel corso del colo alle porte di Bologna e per secoli è stato XVIII secolo numerose ville di notevole inte- vero e proprio granaio della città. Le perdu- resse architettonico, tra cui si segnalano Villa ranti tracce della centuriazione romana (pag. Amelia, in località Fibbia, con sale decorate 104) sono ancora oggi la testimonianza più da tempere del XVII secolo e nota per la “con- evidente della vocazione agricola del territo- serva”, e Villa Mareschi, in località Lovoleto, rio, frequentato fin dall’antichità in virtù della caratterizzata dal doppio filare di querce sua collocazione sulla via di transito per il secolari, lungo circa 1 Km, che orna il principa- Ferrarese e il porto di Spina. le viale d’accesso alla villa.

Tradizione vuole che qui abbia avuto origine Gli attuali edifici delle cinque chiese parroc- la stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bologna chiali, una per ogni frazione del Comune, risal- tra il ‘400 e il ‘500. Si narra che il capostipite gono ai secoli XVIII-XIX. Forse la più notevole della nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4 per stile e affreschi è la chiesa di San Maman- maggio del 1252, dall’unione di una bella con- te a Lovoleto. Oltre alle chiese, il territorio è tadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigio- caratterizzato dai tipici oratori di campagna. I niero dei Bolognesi. più importanti sono nel capoluogo, a Lovole- to e a Cadriano. A Granarolo è da vedere la chiesa di San Vitale, ricostruita nel 1682, che conserva un San Girolamo attribuito al Guercino. Vicino alla chiesa si trova la residenza di campagna (recentemente ricostruita) dell’esploratore ra- vennate Pellegrino Matteucci, il primo ad attraversare il continente africano dal Mar Rosso al Golfo di Guinea. Sempre nel capo- luogo, Villa Bassi, detta del Marchesino, at- tualmente ospita eventi.

Oratorio Santa Croce archivio Comune di Granarolo dell’Emilia

Eventi Verdevolo, mercati con prodotti biologici e stand agricoli: fine maggio. Quarto di Luna, sfilata di carri allegorici e fiera: 1° week end di giugno. Granarolo in Festa: 2a domenica di ottobre.

Viadagola Tramonto sulla campagna di Granarolo Sagra di Viadagola: 2a settimana di giugno. archivio Comune di Granarolo dell’Emilia Lovoleto Sagra di Lovoleto: tra agosto e settembre.

Cadriano Sagra di Cadriano: 3a domenica di settembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

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