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Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 1

INDICE

1. PERCORSO METODOLOGICO ADOTTATO ...... 6 1.1 PREMESSA ...... 6 1.2 ITER DEL PIANO E DETTAGLIO DELLE TAPPE AMMINISTRATIVE, TECNICHE E DI CONCERTAZIONE ...... 6 1.2.1 FASE RELATIVA AL DOCUMENTO PRELIMINARE ...... 6 1.2.2 FASE RELATIVA AL PROGETTO DI PIANO ...... 7 1.3 IL RUOLO DELLA VAS NEL PROCESSO DI PIANO ...... 10 1.4 LE FASI DEL PERCORSO E GLI STRUMENTI FONDAMENTALI ...... 10 1.4.1 FASE 1 - Parere tecnico sul Rapporto Ambientale Preliminare ...... 10 1.4.2 FASE 2 - Elaborazione della proposta di progetto e del Rapporto Ambientale ...... 10 1.4.3 FASE 3 – Sintesi non Tecnica...... 18 1.4.4 FASE 4 – Dichiarazione di Sintesi ...... 18 1.4.5 FASE 5 – Monitoraggio ...... 19 2. CRITICITÀ EMERSE DAL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (ANTE PIANO) ...... 21 2.1 SCHEMA SINTETICO DELLE CRITICITÀ RILEVATE NEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 21 2.2 PARERE DELLA COMMISSIONE REGIONALE VAS ...... 22 2.3 COME IL RAPPORTO AMBIENTALE HA TENUTO CONTO DELLE RISULTANZE DEL “RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE” ...... 25 2.4 RISPOSTA ALLE PRESCRIZIONI ESPRESSE DALLA COMMISSIONE VAS ...... 25 2.4.1 PUNTO 1 ...... 25 2.4.2 PUNTO 2 ...... 26 2.4.3 PUNTO 3 ...... 26 2.4.4 PUNTO 4 ...... 26 2.4.5 PUNTO 5 ...... 27 2.4.6 PUNTO 6 ...... 27 2.4.7 PUNTO 7 ...... 27 2.4.8 PUNTO 8 ...... 27 2.4.9 PUNTO 9 ...... 28 2.4.10 PUNTO 10 ...... 28 2.4.11 PUNTO 11 ...... 28 2.4.12 PUNTO 12 ...... 28 2.4.13 PUNTO 13 ...... 28 2.4.14 PUNTO 14 ...... 28 3. METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEL PIANO ...... 29 3.1 PREMESSA ...... 29 3.2 SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO) ...... 29 3.3 INDIVIDUAZIONE DELLE FONTI DI PRESSIONE COMUNALI ED EXTRA-COMUNALI...... 31 3.4 GLI INDICATORI QUANTITATIVI STATO/IMPATTO...... 36 3.4.1 Tabella dei buffer di influenza ...... 36 3.4.2 Elenco degli indicatori suddivisi per comparto ambientale ...... 37 3.4.3 Elenco degli indicatori con le relative fonti ...... 39 3.4.4 Elenco degli indicatori quantitativi e autorità/enti contattati ...... 40 4. VALUTAZIONE QUANTITATIVA - STATO DI FATTO - COMUNE DI BADIA CALAVENA ...... 43 4.1 ARIA ...... 43 4.1.1 Emissioni di monossido di carbonio ...... 43 4.1.2 Emissioni di ossidi di azoto ...... 44 4.1.3 Emissioni di polveri ...... 45 4.1.4 Emissioni di biossido di azoto ...... 46 4.1.5 Emissioni di ammoniaca ...... 46 4.2 CLIMA ...... 47 4.2.1 Emissioni di anidride carbonica (CO2) ...... 47 4.2.2 Emissioni di protossido di azoto ...... 48 4.2.3 Emissioni di metano ...... 48 4.3 ACQUA ...... 49

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4.3.1 Residenti collegati alla rete fognaria ...... 49 4.3.2 Carico trofico potenziale ...... 49 4.4 SUOLO E SOTTOSUOLO ...... 50 4.4.1 Residenti collegati alla rete fognaria ...... 50 4.4.2 Carico trofico potenziale di azoto ...... 51 4.4.3 Vulnerabilità idrogeologica...... 52 4.5 FLORA E FAUNA ...... 53 4.5.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO ...... 53 4.5.2 Superficie agricola/superficie ATO ...... 54 4.5.3 Superficie boscata/superficie ATO ...... 55 4.5.4 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO ...... 56 4.5.5 Pressione venatoria ...... 56 4.6 BIODIVERSITÀ E ZONE PROTETTE ...... 57 4.6.1 Estensione delle aree a parco/superficie ATO...... 57 4.6.2 Superficie boscata/superficie ATO ...... 58 4.6.3 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale ...... 59 4.7 PAESAGGIO E TERRITORIO ...... 60 4.7.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO ...... 60 4.7.2 Aree di riqualificazione del tessuto urbano ...... 61 4.7.3 Superficie agricola/superficie ATO ...... 61 4.7.4 Superficie boscata/superficie ATO ...... 62 4.7.5 Densità degli allevamenti ...... 63 4.7.6 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO ...... 64 4.7.7 Sviluppo dei percorsi ciclabili/residente...... 65 4.8 PATRIMONIO CULTURALE ...... 66 4.8.1 Superficie dei centri storici/superficie ATO ...... 66 4.8.2 Nuclei storici ...... 66 4.9 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA ...... 67 4.9.1 Densità della popolazione ...... 67 4.9.2 Occupati nell’agricoltura ...... 67 4.9.3 Occupati nell’industria ...... 68 4.9.4 Occupati nel terziario ...... 68 4.9.5 Reddito derivante dalla produzione agricola...... 69 4.9.6 Valore aggiunto industria ...... 69 4.9.7 Valore aggiunto terziario ...... 69 4.9.8 Ripetitori per comunicazioni ...... 70 4.9.9 Emissioni di monossido di carbonio ...... 70 4.9.10 Emissioni di biossido di azoto ...... 71 4.9.11 Emissioni di polveri ...... 72 4.9.12 Emissioni di ammoniaca ...... 72 4.9.13 Livello sonoro ...... 73 4.9.14 Inquinamento luminoso ...... 73 4.9.15 Inquinamento da Radon ...... 75 4.9.16 Indici turistici ...... 75 4.10 BENI MATERIALI E RISORSE ...... 76 4.10.1 Produzione di rifiuti urbani ...... 76 4.10.2 Raccolta differenziata ...... 76 4.10.3 Consumi idrici per residente ...... 76 4.11 INDIVIDUAZIONE DELLE PRINCIPALI CRITICITÀ ...... 78 4.11.1 La coerenza con la “relazione ambientale”(Ante piano) e gli ulteriori approfondimenti condotti dal Rapporto Ambientale ...... 78 5. VALUTAZIONE QUANTITATIVA - STATO DI FATTO - COMUNE DI SELVA DI PROGNO ...... 81 5.1 ARIA ...... 81 5.1.1 Emissioni di monossido di carbonio ...... 81 5.1.2 Emissioni di ossidi di azoto ...... 82 5.1.3 Emissioni di polveri ...... 83 5.1.4 Emissioni di biossido di azoto ...... 84 5.1.5 Emissioni di ammoniaca ...... 85 5.2 CLIMA ...... 85 5.2.1 Emissioni di anidride carbonica (CO2) ...... 85 5.2.2 Emissioni di protossido di azoto ...... 86 5.2.3 Emissioni di metano ...... 87

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5.3 ACQUA ...... 87 5.3.1 Residenti collegati alla rete fognaria ...... 87 5.3.2 Carico trofico potenziale ...... 88 5.4 SUOLO E SOTTOSUOLO ...... 89 5.4.1 Residenti collegati alla rete fognaria ...... 89 5.4.2 Carico trofico potenziale di azoto ...... 89 5.4.3 Densità delle cave attive ...... 90 5.4.4 Vulnerabilità idrogeologica...... 92 5.5 FLORA E FAUNA ...... 93 5.5.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO ...... 93 5.5.2 Superficie agricola/superficie ATO ...... 93 5.5.3 Superficie boscata/superficie ATO ...... 95 5.5.4 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO ...... 95 5.5.5 Pressione venatoria ...... 96 5.6 BIODIVERSITÀ E ZONE PROTETTE ...... 96 5.6.1 Estensione delle aree a parco/superficie ATO...... 96 5.6.2 Estensione delle zone Natura 2000/superficie ATO...... 97 5.6.3 Superficie boscata/superficie ATO ...... 97 5.6.4 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale ...... 99 5.7 PAESAGGIO E TERRITORIO ...... 99 5.7.1 Densità delle cave attive ...... 99 5.7.2 Superficie urbanizzata/superficie ATO ...... 101 5.7.3 Superficie agricola/superficie ATO ...... 101 5.7.4 Superficie boscata/superficie ATO ...... 102 5.7.5 Densità degli allevamenti ...... 103 5.7.6 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO ...... 105 5.7.7 Riqualificazione della rete viaria/superficie ATO ...... 106 5.7.8 Sviluppo dei percorsi turistici/ superficie ATO ...... 106 5.8 PATRIMONIO CULTURALE ...... 107 5.8.1 Superficie dei centri storici/superficie ATO ...... 107 5.8.2 Nuclei storici ...... 107 5.9 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA ...... 108 5.9.1 Densità della popolazione ...... 108 5.9.2 Occupati nell’agricoltura ...... 108 5.9.3 Occupati nell’industria ...... 109 5.9.4 Occupati nel terziario ...... 109 5.9.5 Reddito derivante dalla produzione agricola...... 110 5.9.6 Valore aggiunto industria ...... 110 5.9.7 Valore aggiunto terziario ...... 111 5.9.8 Ripetitori per comunicazioni ...... 111 5.9.9 Emissioni di monossido di carbonio ...... 112 5.9.10 Emissioni di biossido di azoto ...... 112 5.9.11 Emissioni di polveri ...... 113 5.9.12 Emissioni di ammoniaca ...... 113 5.9.13 Livello sonoro ...... 114 5.9.14 Inquinamento luminoso ...... 115 5.9.15 Inquinamento da Radon ...... 116 5.9.16 Indici turistici ...... 117 5.10 BENI MATERIALI E RISORSE ...... 117 5.10.1 Produzione di rifiuti urbani ...... 117 5.10.2 Raccolta differenziata ...... 118 5.10.3 Consumi idrici per residente ...... 118 5.11 INDIVIDUAZIONE DELLE PRINCIPALI CRITICITÀ ...... 120 5.11.1 La coerenza con la “relazione ambientale”(Ante piano) e gli ulteriori approfondimenti condotti dal Rapporto Ambientale ...... 120 5.12 VERIFICA DELLA COERENZA ESTERNA DELLE AZIONI DI PIANO ...... 123 5.12.1 Il Programma Regionale di Sviluppo (PRS) ...... 125 5.12.2 Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) ...... 126 5.12.3 Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) ...... 127 5.12.4 Piano Regionale dei Trasporti (PRT) ...... 128 5.12.5 Piano Regionale Attività di Cava (P.R.A.C.) ...... 129 5.12.6 Il Piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico del bacino del fiume Adige - PAI ...... 130 5.12.7 Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.) ...... 131

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5.12.8 Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) ...... 132 5.12.9 Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A.) ...... 133 5.12.10 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) ...... 137 5.12.11 Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale della Lessinia ...... 138 5.12.12 Rete Natura 2000 ...... 138 6. VERIFICA DELLA PROPOSTA PROGETTUALE ...... 139 6.1 I CRITERI CHIAVE DELLA SOSTENIBILITÀ DEL PATI DI BADIA CALAVENA - SELVA DI PROGNO ...... 139 6.1.1 Definizione degli obiettivi di sostenibilità assunti dal PATI ...... 140 6.1.2 Gli obiettivi di sostenibilità ambientale del progetto di piano ...... 140 6.1.3 Gli interventi del Piano suddivisi per ATO ...... 144 6.2 LE TAVOLE DI PROGETTO ...... 146 6.2.1 La tavola dei vincoli ...... 146 6.2.2 La tavola delle invarianti ...... 146 6.2.3 La tavola delle fragilità ...... 146 6.2.4 La tavola della trasformabilità ...... 147 6.3 IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO ...... 147 6.4 VALUTAZIONE QUANTITATIVA DEL PROGETTO - VARIAZIONI DEGLI INDICATORI SIGNIFICATIVI ...... 150 6.4.1 Effetti del piano sulle criticità rilevata – Comune di Badia Calavena ...... 150 6.4.2 Effetti del piano sulle criticità rilevata – Comune di Selva di Progno...... 156 6.4.3 Le misure di mitigazione e compensazione attuate ...... 164 6.4.4 Modalità operative per l’attuazione delle Misure di mitigazione e compensazione ...... 171 6.4.5 Indice di prestazione del piano ...... 176 6.4.6 Analisi multicriteriali ...... 176 6.5 CALCOLO DEI PUNTEGGI - “STATO ATTUALE” ...... 183 6.5.1 Badia Calavena ...... 184 6.5.2 Selva di Progno...... 188 6.5.3 Intero territorio del PATI ...... 193 6.6 CALCOLO DEI PUNTEGGI - “STATO DI PROGETTO” ...... 194 6.6.1 Badia Calavena ...... 194 6.6.2 Selva di Progno...... 198 6.6.3 Intero territorio del PATI ipotesi di progetto/ stato attuale ...... 202 6.6.4 Valutazione della sostenibilità socio-economica ...... 204 6.6.5 Valutazione grafica sintetica- stato attuale e progetto ...... 208 6.6.6 Coerenza interna delle azioni di piano – matrice di valutazione ...... 209 7. LE IPOTESI ALTERNATIVE ...... 222 7.1 PREMESSA ...... 222 7.2 LA POPOLAZIONE ...... 223 7.3 L’INDUSTRIA ...... 225 7.4 L’IPOTESI ZERO ...... 227 8. LA VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA ...... 236 8.1 CONFRONTO IPOTESI ZERO/ STATO ATTUALE/IPOTESI DI PROGETTO DEL PATI ...... 236 9. IL CONSUMO DI TERRITORIO (L’IMPRONTA ECOLOGICA) ...... 241 9.1 METODOLOGIA DI ANALISI ...... 241 9.1.1 L’uso del suolo ...... 241 9.1.2 Variazione della Ricchezza Faunistica ...... 241 10. PIANO DI MONITORAGGIO ...... 246 11. DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA REDAZIONE DELLO STUDIO ...... 250 12. CONCLUSIONI ...... 251

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1. PERCORSO METODOLOGICO ADOTTATO

1.1 Premessa

I Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno hanno attivato la predisposizione del Piano di Assetto del Territorio InterComunale, ai sensi degli art. 15 della L.R. 11/04 adottando il Documento Preliminare e l’accordo di copianificazione con la Regione . Successivamente dunque si è dato avvio ad una procedura di Concertazione e Partecipazione, sviluppatasi con una serie di incontri e tappe successive di seguito schematizzati. Di seguito viene presentato l’iter del Piano.

1.2 Iter del Piano e dettaglio delle tappe amministrative, tecniche e di concertazione

I Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno si sono dotati nel 1998 di una seconda variante generale al PRG, a cui, sino ad oggi, ha apportato numerose varianti per adeguarlo alle continue necessità del territorio e renderlo sensibile anche alle esigenze sentite dalla comunità locale. Ciò nonostante esso non risponde ancora ai principi e ai criteri di una moderna gestione del territorio, risultando le sue azioni molto spesso inefficaci e tardive in una realtà socio-economica in continua evoluzione come quella del Comune di Badia Calavena - Selva di Progno, che, grazie alla sua posizione territoriale strategica in rapporto alla grande viabilità e ai flussi del traffico sovracomunale, è divenuto il polo di attrazione e di riferimento per la realtà dell’Est veronese.

1.2.1 FASE RELATIVA AL DOCUMENTO PRELIMINARE Dettaglio delle tappe amministrative, tecniche e di concertazione:

In ottemperanza al disposto dell’art. 15 della L.R. n. 11/2004, i due Comuni hanno avviato la procedura finalizzata alla formazione del PATI.I. adottando, con rispettive deliberazioni di Giunta Comunale n. 16 in data 16 febbraio 2011 per Badia Calavena e n. 10 in data 22 febbraio 2011 per Selva di Progno, il Documento Preliminare, il Rapporto Ambientale Preliminare e lo schema di Accordo di Pianificazione tra Regione, Provincia e Comuni. Con parere n. 57 del 5 agosto 2011 la Commissione VAS ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale al PATI.I., individuando alcune prescrizioni da ottemperare nella successiva stesura di Rapporto Ambientale. A seguito di questo parere le Giunte Comunali dei due Comuni hanno riadottato il Documento Preliminare e il Rapporto Ambientale Preliminare con rispettive deliberazioni di Giunta Comunale n. 80 in data 6 settembre 2011 per Badia Calavena e n. 75 in data 7 ottobre 2011 per Selva di Progno. La sottoscrizione dell'Accordo di Copianificazione tra Regione Veneto, Provincia di , Comune di Badia Calavena e Selva di Progno è avvenuta in data 8 novembre 2011.

Concertazione e partecipazione I Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno hanno dato avvio alla fase di concertazione e partecipazione prevista dall’art. 5 della L.R. 11/2004 relativamente ai contenuti del Documento Preliminare e della Rapporto Ambientale ed hanno provveduto a pubblicizzare tale fase mediante affissione di avviso pubblico, pubblicazione sul sito internet dei comuni, invito diretto agli enti pubblici territoriali, alle associazioni sociali ed economiche portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, ai gestori di servizi pubblici e di uso pubblico nonché ai cittadini ed alle associazioni. Gli incontri si sono articolati nelle seguenti serate: • Selva di Progno, Centro di Educazione Ambientale in data 02/02/2012; • Badia Calavena, Casa di Peper, in data 07/02/2012; • Badia Calavena, Casa di Peper, in data 09/02/2012; • Selva di Progno, Centro di Educazione Ambientale in data 25/10/2012. Durante gli incontri è stato fatto il punto della situazione rispetto le linee principali dei documenti prodotti e avviata la discussione a seguito della quale i partecipanti hanno proposto osservazioni ed indicazioni sugli obiettivi esposti. Il dibattito che ne è seguito non ha ravvisato

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particolari elementi di interesse. All'interno delle serate sono stati affrontati i temi che il PATI.I. sviluppa nel suo percorso di pianificazione e riassumibili in: normativa di riferimento, procedure e contenuti; • analisi del sistema infrastrutturale sovracomunale; • analisi del sistema infrastrutturale locale; • analisi del sistema produttivo; • analisi del sistema insediativo e del paesaggio di interesse storico; • analisi del sistema ambientale – difesa del suolo; • analisi del sistema turistico ricettivo.

Osservazioni e contributi All'amministrazione di Badia Calavena sono pervenute n. 34 comunicazioni inerenti la fase di concertazione del PATI.I., mentre all'amministrazione di Selva di Progno sono pervenute n. 36 comunicazioni inerenti la fase di concertazione del PATI.I.. Le istanze pervenute dai privati sono riconducibili sinteticamente a: • richieste di rinuncia ad aree edificabili di espansione residenziali e produttive previste dal PRG vigente; • richieste di nuove aree di espansione residenziali previste dal PRG vigente; • modifica dei gradi di protezione per fabbricati ricadenti nei centri storici; • richieste di inserimento di volumetrie puntuali per realizzare una residenza; • contributi generali. Gli stessi Enti sono stati coinvolti fin dalle prime battute del processo di formazione fornendo numerosi contributi e partecipando ad incontri. E’ stato dato avvio anche al processo di acquisizione di materiale utile per la formazione del Quadro Conoscitivo del PATI.I., con ricezione di documentazione da parte di: • Regione Veneto - U.C. sistema informativo settore primario e controllo, relativamente all’elenco dati delle aziende agricole operanti nel territorio; • Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Verona, Rovigo e Vicenza, relativamente all’elenco degli immobili vincolati nei territori comunali; • Provincia di Verona relativamente ai dati statistici sul turismo; • Regione Veneto Direzione Foreste ed Economia Montana relativamente al vincolo di terre di uso civico; • Ministero per i Beni e le Attività Culturali, relativamente ai siti di interesse archeologico. Le istanze dei privati e le note pervenute dagli enti coinvolti sono state valutate dai comuni di Badia Calavena con D.G.C. n. 17 del 6/3/2013 e Selva di Progno con D.G.C. n. 38 del 18/05/2013 Conclusione della Fase di Concertazione relativa alla formazione del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (art. 5 della L.R. 11/2004)”.

1.2.2 FASE RELATIVA AL PROGETTO DI PIANO

L’Amministrazione comunale ha comunque proseguito il lavoro di concertazione e co- pianificazione per la redazione del progetto di PATI.I, mantenendo aperto un canale di ascolto e trasparenza dedicato a tutti gli approfondimenti che si sono resi necessari a migliorare il nuovo strumento urbanistico del territorio di Badia Calavena - Selva di Progno.

Di seguito si riporta il resoconto dell’attività di co-pianificazione per la redazione del progetto di Piano ( PATI.I e del Rapporto Ambientale)

Data Sede Soggetti Oggetto incontro

Febbraio Comune Badia Sindaco Verifica Tavole intermedie 2013 Calavena - Selva PATI di Progno Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano Aprile 2013 Comune Badia Sindaco Verifica bozza Tavole PATI Calavena - Selva di Progno

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Data Sede Soggetti Oggetto incontro

Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano Maggio .2013 Comune Badia Sindaco Direttive dell’Amministrazione Calavena - Selva di Progno Coerenza con allevamenti e le Gruppo di Maggioranza fasce. Progettista "compatibilità ambientale" Ufficio di Piano degli interventi (VAS) Maggio.2013 Comune Badia Sindaco Dimensionamento, azioni Calavena - Selva strategiche di Progno Determinazione e valutazione della SAU Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano Maggio 2013 Comune Badia Sindaco Verifica bozza Tavola 4 e Calavena - Selva dimensionamento di Progno

Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano Giugno 2013 Comune Badia Ufficio di Piano Sopralluoghi per le azioni Calavena - Selva strategiche del PATI di Progno Alcuni Consiglieri di Maggioranza Progettista Giugno 2013 Comune Badia Gruppo progettazione Verifica stato lavori PATI. Calavena - Selva PATI di Progno - Compatibilità idraulica - valutazione sismica -Norme per una lettura finale

giugno 2013 Comune Badia Sindaco deposito alle sedi comunali Calavena - Selva della proposta di progetto di di Progno PATI con la documentazione fornita dallo studio Rizzotto in merito agli studi geologici, sismici ed idraulici ed inoltro alle autorità competenti Ufficio di Piano Progettista

5.luglio .2013 Comune Badia Sindaco Acquisito parere del Genio Calavena - Selva civile n. 288102 del 5 luglio di Progno 2013 Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano Settembre Comune Badia Sindaco Stato lavori della VAS 2013 Calavena - Selva di Progno Gruppo di Maggioranza Progettista Ufficio di Piano

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Data Sede Soggetti Oggetto incontro

Ottobre 2013 Comune Badia Gruppo Progettazione Conclusione delle verifiche VAS Calavena - Selva PATI di Progno Sindaco

04-11-2013 Comune Badia Sindaco Presentazione in serata alle Calavena - Selva Popolazione 20.30 degli esiti della VAS di Progno Capigruppo Maggioranza Progettista

Nel mantenere aperto, per il periodo di formazione del Piano, un canale di confronto e coinvolgimento con Enti, Associazioni, cittadinanza e gruppi consiliari, da concludersi con il recepimento e l’adozione del PATI., è stata avviata la predisposizione del progetto di Piano che, tenuto conto del quadro conoscitivo, delle componenti territoriali e dei suoi tematismi, delle risultanze delle analisi specialistiche geologiche ed agronomico-ambientali, e della V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica – art. 4 L.R. 11/2004), ha definito il progetto di Piano/Norme Tecniche/Relazioni che delinea le azioni strategiche di trasformabilità e tutela del territorio. Piano fondato prioritariamente sulla tutela e valorizzazione paesaggistico ambientale e turistica del territorio, nella direzione dello sviluppo sostenibile, sulla conservazione e valorizzazione dei beni storico-culturali-ambientali nel quadro di un miglioramento della qualità della vita, e su una componente progettuale fondata su interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, alla riqualificazione e riconversione di aree ed elementi di degrado, al recupero di opere incongrue e a minimi interventi di espansione residenziale, limitando al massimo ulteriore consumo di suolo. Il Piano di Assetto del Territorio Comunale di Badia Calavena - Selva di Progno, nel rispetto dei sopraccitati principi, ha delineato le scelte strategiche di assetto del territorio, individuando le sue specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, paesaggistico-ambientale, storico- monumentale, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella Pianificazione Territoriale di livello superiore ed alle esigenze della comunità locale, come specificato all’art. 12 della Legge Urbanistica Regionale n. 11/2004.

Il parere favorevole con prescrizioni della Regione Veneto – Genio Civile di Verona del 05 luglio 2013 (prot.288102) in ordine alla compatibilità idraulica del PATI. (il protocollo è quello del Genio Civile).

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1.3 Il Ruolo della VAS nel processo di Piano

Il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4 (Art. 5, lettera a), definisce la VAS come “il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo II della seconda parte del presente decreto, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l'espressione di un parere motivato, l'informazione sulla decisione ed il monitoraggio”. In particolare alla VAS si assegna una funzione di verifica continua della congruità tra le scelte e le strategie via via maturate e gli assunti formulati nel documento preliminare sotto forma di obiettivi generali e specifici, concordati dalle Amministrazioni locali con i livelli di pianificazione preordinati e con gli Enti preposti alla pianificazione e programmazione settoriale, nonché con i cittadini, singoli o riuniti in organizzazioni, durante le diverse fasi della concertazione. L’ultima fase della VAS è legata infine alla fase di attuazione del Piano, venendo a coincidere con il monitoraggio degli effetti prodotti dalle scelte di piano e la loro maggiore o minore coincidenza con il quadro predittivo derivante dall’analisi delle dinamiche evolutive del sistema ambientale.

1.4 Le fasi del percorso e gli strumenti fondamentali

Le fasi di avvio del percorso finalizzato alla elaborazione del progetto di piano consistono nella creazione della base documentale indispensabile per assumere una sufficiente conoscenza del territorio ed abbozzare le scelte strategiche. Tale base documentale rappresenta, inoltre, una prima proposta da discutere, correggere e migliorare nel corso della fase di concertazione.

1.4.1 FASE 1 - Parere tecnico sul Rapporto Ambientale Preliminare Tale documento, redatto ai sensi della Direttiva Comunitaria 2001/42/CE del 27 giugno 2001 (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente), individua le prime criticità dei sistemi ambientali e socio economiche ed è stato regolarmente trasmesso per la consultazione ai soggetti aventi competenza amministrativa in materia ambientale ai sensi della D.G.R.V. 791 del 31.3.2009. La commissione regionale VAS si è espressa con parere favorevole n. 57 il 5 agosto 2011 e individua alcune prescrizioni (vedi capitolo relativo)

1.4.2 FASE 2 - Elaborazione della proposta di progetto e del Rapporto Ambientale Terminata la fase della concertazione e consultazione, il percorso prosegue con l’elaborazione della proposta di progetto, che costituisce il documento da proporre alle Autorità competenti per la sua adozione e da sottoporre alla consultazione della cittadinanza. Nell’ambito di questo schema generale va definito e precisato il percorso metodologico seguito dalla VAS: è in questa fase infatti che la VAS, interagendo con l’elaborazione progettuale, contribuisce a indirizzare correttamente le scelte strategiche ed a verificare il raggiungimento degli obiettivi.

1.4.2.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI ATO La delimitazione degli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) è uno dei primi passaggi a cui la VAS deve necessariamente contribuire nell’ambito del confronto instaurato con l’attività di formazione del progetto. Detta individuazione si rende particolarmente necessaria perché le criticità individuate nel contesto del primo rapporto sullo stato dell’ambiente sono ancora piuttosto generiche e, soprattutto, sono scarsamente contestualizzate rispetto al territorio esaminato (ad esempio, se a livello comunale viene riscontrata un’eccessiva densità abitativa, molto probabilmente questa criticità risulta localizzata nei centri urbani e non generalizzabile anche alle aree agricole). A tale proposito è bene richiamare che il bilancio ambientale prodotto dalla VAS va formulato per singolo ATO e quindi è necessario, oltre ad identificare le diverse criticità, relazionarle correttamente alla specifica area territoriale.

1.4.2.2 SCHEMA DI PROCESSO DI VALUTAZIONE

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Schema di processo di valutazione

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1.4.2.3 ELABORAZIONE DELLA PROPOSTA DI RAPPORTO AMBIENTALE 1.4.2.3.1 I contenuti specifici del rapporto I contenuti specifici del presente Rapporto Ambientale sono stati individuati secondo l’Allegato I della direttiva 2001/42/CE ed in conformità all’art. 4 della LR 11/2004. “in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale” Il presente strumento, contiene: - la verifica del Piano dei contenuti e degli obiettivi del PATI e ne garantisce la coerenza in con altri pertinenti piani o programmi sovra ordinati (PTRC - regionale o PTP - provinciale, Piani d’area come quello che interessa il comune di Badia Calavena - Selva di Progno o di settore (piani ambientali, piani del traffico, ecc.); - la individuazione di qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 09/147/CEE e 92/43/CEE (Rete Natura 2000, aree pSIC e ZPS soggette a VINCA, ossia valutazione di incidenza ambientale- DGRV 3173/2006); - gli obiettivi di protezione ambientale assunti, scelti tra quelli stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano urbanistico da valutare, e il modo in cui tali obiettivi sono stati considerati nella redazione del piano stesso; - la caratterizzazione dello stato attuale dell'ambiente e della sua evoluzione probabile in assenza del piano urbanistico oggetto della valutazione, ossia consiste nel considerare lo stato dei sistemi ambientali in seguito alla completa attuazione del PRG vigente (viene dunque considerata la parte residua di PRG non ancora attuata) con particolare riguardo alle caratteristiche ambientali delle aree significativamente interessate dal piano stesso (Ipotesi Zero); - la valutazione dei possibili effetti del Piano (Ipotesi di progetto e scenari alternativi) significativi sull'ambiente, con riguardo alla biodiversità, alla popolazione, alla salute umana, alla flora e alla fauna, al suolo, all'acqua, all'aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, al patrimonio culturale, al paesaggio e all'interrelazione tra tali fattori, conseguenti alla realizzazione del piano oggetto di valutazione; - le misure di mitigazione o minimizzazione previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del piano urbanistico oggetto della VAS; - una valutazione di sintesi delle ragioni delle scelte fatte rispetto alle possibili alternative e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, - la descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio degli effetti, con particolare riguardo all’individuazione degli indicatori utilizzati per la lettura dello stato attuale dell’ambiente e della sua evoluzione; - una sintesi del rapporto redatta in linguaggio non tecnico.

1.4.2.3.2 Applicazione del modello DPSIR Sulla scorta della conoscenza del territorio derivante dalla documentazione elaborata nella fase preliminare (Documento strategico preliminare e Primo rapporto sullo stato dell’ambiente), ed avendo delimitato gli ambiti territoriali omogenei (ATO), risulta ora possibile procedere ad una serie di approfondimenti e verifiche partendo dall’applicazione del modello (DPSIR) (Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responses) elaborato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Il modello DPSIR è un’estensione del modello PSR (Pressione-Stato- Risposta) ed è la struttura di indicatori più ampiamente accettata; tale schema sviluppato in ambito EEA (European Environment Agency) e adottato dall’ANPA per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale (Indicatori Descrittivi), si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi: Determinanti - Pressioni - Stato - Impatti – Risposte (1)

(1) D: i determinanti sono i fattori di fondo che influenzano una gamma di variabili pertinenti, quali, ad esempio, il numero di automobili per abitante; la produzione industriale totale, il PIL; P: gli indicatori di pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali. Ad esempio: emissioni tossiche, emissioni di CO2, rumore causato dal traffico stradale, spazio occupato da una vettura in sosta;

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Tale modello evidenzia l’esistenza, “a monte” delle pressioni, di forze motrici o Determinanti, che in sostanza possono essere identificati con le attività e i processi antropici che causano le pressioni (trasporti, produzione industriale, consumi). Gli indicatori di Pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, rumore, ecc.) A “valle” delle pressioni sta invece lo Stato della natura che si modifica a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici, ecc.). Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. La società e l’economia, di fronte a tale retroazione negativa, reagiscono fornendo Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla consapevolezza dei meccanismi che la determinano. Le risposte sono dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo fino alle pressioni stesse e ai fattori che le generano (determinanti).

A tale riguardo, per ciascuno degli ATO, vengono individuati in primo luogo i determinanti, cioè le cause che determinano una condizione di pressione sulle risorse ambientali. I passi successivi consistono nel riconoscimento delle pressioni generate sull’ambiente dai suddetti determinanti e quindi nella scelta degli indicatori di stato/impatto idonei a descrivere dette pressioni. Questo percorso viene illustrato in una tabella, sotto forma matriciale, di cui si propone un esempio (i dati sono puramente indicativi):

S: gli indicatori di stato mostrano la condizione attuale dell'ambiente. Ad esempio: la concentrazione di piombo in aree urbane; i livelli acustici in prossimità di strade principali; la temperatura media globale; I: gli indicatori di impatto descrivono gli effetti ultimi dei cambiamenti di stato. Ad esempio: la percentuale di bambini che soffrono di problemi sanitari causati da piombo; la mortalità da infarti provocati dalle emissioni acustiche; il numero di persone che muoiono di fame a causa delle perdite di raccolto determinate dal cambiamento di clima; R: gli indicatori di risposta mostrano gli sforzi della società per risolvere i problemi. Ad esempio: la percentuale di automobili con marmitte catalitiche.

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Il verso di lettura della tabella è quello indicato dalle frecce azzurre.

A titolo di esempio, se nell’ATO esaminato è stata riscontrata, quale determinante, la presenza dell’attività di trasporto sulla rete stradale (traffico), è attesa una conseguente pressione sull’ambiente, data dalla produzione di sostanze inquinanti e di rumore. Gli indicatori di stato/impatto idonei a descrivere tale pressione sono costituiti dalle emissioni di sostanze inquinanti, di gas serra, di polveri e di rumori, i cui effetti vanno testati sui comparti ambientali coinvolti, rappresentati in questo caso da Aria, Clima, Acqua, Suolo e sottosuolo, Ambiente antropico. L’esito di tali verifiche porterà a determinare se la pressione esercitata sulle diverse componenti ambientali risulti significativa, e quindi necessiti di una risposta che possa ridurne gli effetti agendo a qualche livello del percorso (nel caso specifico si potrebbe ad esempio inserire delle zone a traffico limitato, o imporre dei limiti di circolazione alle vetture che non rispettano determinati standard di emissione).

La quantificazione del set di indicatori prescelto rappresenta la base di conoscenza necessaria per la definizione delle criticità ambientali. A tale scopo diventa necessario rendere confrontabile una serie di dati tra loro disomogenei: questo risultato viene ottenuto mediante la trasformazione dei valori cardinali, cioè dei valori numerici assunti dai singoli indicatori (ad esempio la concentrazione di un inquinante, o il consumo di una certa risorsa, ecc.), in punteggi. Nella figura che segue si riporta un esempio del confronto tra il dato rilevato a livello locale e l’analogo rilievo posto come riferimento, nel caso specifico densità dei ripetitori per telefonia (i dati sono puramente indicativi).

TABELLA ESEMPIO

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Densità dei ripetitori per telefonia (n./Kmq) 1.00

0.90

0.80

0.70

0.60

0.50 Stato attuale 0.40 Ipotesi zero

0.30 Ipotesi di progetto media provinciale 0.20

0.10

0.00 ATO 1 - ATO 2 - ATO 3 - ATO 4 - ATO 5 - ATO 6 - ATO 7 - ATO 8 - Cogollo Scorgnano Marcemigo Castagnini Fondovalle Collina Ovest Collina Est capoluogo

Assumendo il parametro stato attuale come valore di riferimento, il dato relativo allo stato di progetto e alle diverse ipotesi viene trasformato in punteggio:

TABELLA ESEMPIO

Densità dei ripetitori per telefonia - punteggio

5.00

4.00

3.00

2.00

1.00

0.00 Stato attuale -1.00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto -2.00 media provinciale -3.00

-4.00

-5.00 ATO 1 - ATO 2 - ATO 3 - ATO 4 - ATO 5 - ATO 6 - ATO 7 - ATO 8 - Tregnago Cogollo Scorgnano Marcemigo Castagnini Fondovalle Collina Ovest Collina Est capoluogo

Viene inoltre indicato un valore di riferimento sia esso quello provinciale e/o il limite di legge e/o il valore regionale e/o il valore limite per la salubrità.

1.4.2.3.3 Metodologia utilizzata per la valutazione della variazione degli indicatori La scelta metodologica relativa all’attribuzione dei punteggi da assegnare agli indicatori individuati deriva sostanzialmente dalla necessità di rispondere ad una serie di vincoli e di necessità imposti dal percorso di valutazione del Piano. In sintesi: - la necessità di disporre di un sufficiente set di dati, con il migliore livello di aggiornamento possibile, in grado di rendere significativi gli indicatori individuati; - l’opportunità di limitare, per quanto possibile, la discrezionalità del valutatore; - l’eventualità di dover trattare contemporaneamente informazioni di tipo cardinale e ordinale ed in ogni caso parametri estremamente disformi per natura ed entità; - il vincolo costituito dalla necessità di operare la valutazione, nel contesto comunale, a livello di singolo ATO, dove l’ATO è un’entità che risponde certamente a requisiti di omogeneità sotto il profilo ambientale, ma è frutto anche della specifica sensibilità dell’Urbanista che ha provveduto alla lettura del territorio. Riguardo l’attribuzione dei punteggi, si è fatto in primo luogo riferimento alla metodologia multicriteriale meglio conosciuta come AHP (Analitic Hierarchy Process), che risponde alla duplice

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necessità di trattare dati tra di loro disformi per natura ed entità ed inoltre di limitare fortemente la discrezionalità del valutatore. L’obiettivo di un’analisi multicriteriale è infatti quello di fornire una base razionale con la quale classificare (“gerarchizzare”) una serie di informazioni da valutare rispetto a più criteri. Non sempre è possibile individuare riferimenti numerici precisi (informazioni cardinali) per un determinato impatto; nel caso di aspetti non direttamente quantificabili (valutazioni culturali, architettoniche, paesaggistiche, ecc.), l’approccio cambia radicalmente, adottando una scala ordinale che esprime giudizi aggregati di tipo qualitativo. L’analisi multicriteriale si inserisce nella problematica da risolvere come un approccio che comporta l’esplicito riconoscimento della pluralità dei valori presenti nelle specifiche risorse in esame. Diventa, in definitiva, lo strumento per una maggiore razionalità di intervento, al fine di uno sviluppo equilibrato e in grado di gestire gli “opposti conflitti”. In particolare, l’AHP consente di determinare priorità di scelte e di interventi, scomponendo e gerarchizzando in livelli e sottolivelli un problema composto da fattori aventi importanza relativa diversa. Questo permette di determinare i valori (pesi) dei criteri su cui si basa la valutazione. Tale metodologia viene sviluppata secondo le fasi procedurali di seguito elencate:

1. Il principio della scomposizione. Il problema complesso è scomposto in parti elementari, articolate in livelli gerarchici in relazione tra di essi.

2. Il principio dei giudizi comparati. Rappresenta la tecnica di misurazione utilizzata per stabilire la priorità di ciascuna componente e di ciascun indicatore di stato/progetto rispetto alle altre in ciascun livello della scala gerarchica. L’approccio analitico attribuisce un valore a ciascuna componente e a ciascun indicatore, attraverso il confronto tra di essi a due a due, seguendo una “scala fondamentale” costruita con valori che partono da 1 (importanza relativa uguale), fino a 9 (estrema importanza relativa). Nel dettaglio, i termini della scala fondamentale risultano i seguenti (in questa scala vengono, di norma, utilizzati i numeri dispari; i numeri pari sono utilizzati solamente nelle situazioni intermedie, quando non si verifica una prevalenza ben definita): - Importanza uguale 1; - Moderata importanza 3; - Importanza forte 5; - Importanza molto forte 7; - Estrema importanza 9.

3. La sintesi delle priorità. La compilazione della matrice dei “confronti a coppie” permette di esprimere un giudizio su ciascuna componente e su ciascun indicatore di stato/progetto. Per ogni riga della matrice, viene eseguita la media geometrica che determina il peso di ogni componente inserita nella stessa. I risultati ottenuti vengono infine normalizzati, per ottenere pesi confrontabili tra di loro.

4. Infine per ogni singolo indicatore vengono rappresentati due grafici:  Il primo che riporta per singolo ATO il valore reale espresso nella relativa unità di misura per i diversi scenari;  Il secondo che prevede la trasformazione in punteggi dei valori evidenziati dai diversi indicatori selezionati secondo l’applicazione di una funzione che confronta tali valori con il dato di riferimento. Di seguito la metodologia:  Posto, ad esempio, che il dato di riferimento per un certo indicatore sia costituito dal limite di legge di un inquinante, il corrispondente valore calcolato per ciascun ATO comunale viene rapportato a questa e normalizzato nell’intervallo compreso tra -1 e +1 applicando la relazione (Vi – Vr)/(Vi + Vr), dove Vi è il valore dell’indicatore calcolato per il singolo ATO e Vr il relativo valore di riferimento. Operando in tal modo i valori risultati dal confronto si distribuiscono nell’intervallo compreso tra -1 e +1 ed il valore di riferimento assume la posizione centrale di tale intervallo (il valore centrale è pari a zero, il che si verifica quando Vi e Vr coincidono).  Dopo aver calcolato la funzione normalizzata tra -1 e +1, una seconda funzione si occupa della trasformazione in punteggi, moltiplicando i valori ottenuti per l’ampiezza dell’intervallo di punteggio desiderata (nel caso

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specifico si è scelto di classificare gli indicatori secondo un intervallo di punteggio compreso tra -5 e +5) e forzando l’ottenimento di una funzione a scalino mediante un semplice arrotondamento dei valori risultanti.  Infine viene applicato un coefficiente correttivo al punteggio ottenuto, per distinguere gli effetti positivi da quelli negativi in rapporto alla qualità ambientale. E’ evidente infatti che un valore calcolato risultante superiore al dato di riferimento in alcuni casi deve essere giudicato positivamente (coefficiente pari a +1), mentre in altri casi rappresenta un fattore negativo (coefficiente pari a -1). Si sottolinea infine che, comunque attribuiti, i punteggi servono principalmente per effettuare un confronto tra le diverse situazioni testate (stato attuale, ipotesi di progetto, ipotesi zero ed ipotesi alternative). Interessante osservare come la procedura della scomposizione abbinata a quella del confronto a coppie limiti fortemente la discrezionalità del valutatore. Infatti il singolo tema viene scomposto nelle sue diverse componenti e, per ciascuna di queste, il valutatore esprime sostanzialmente un giudizio del tipo “A migliore di B”. Poiché la scomposizione comporta un grande numero di confronti, un eventuale errore di giudizio tra due indicatori si ripercuote in misura minima nell’insieme dei confronti.

1.4.2.3.4 Verifica dello Stato Attuale e del Progetto Il percorso illustrato nei paragrafi che precedono accompagna la redazione della proposta di progetto del Piano. Tale proposta deve essere sottoposta a valutazione globale, per verificare che, in sintonia con gli obiettivi fissati, risulti migliorativa dello stato dell’ambiente e persegua le strategie individuate nelle fasi della stesura del documento preliminare e della successiva concertazione. Il processo di verifica inizia con la ripetizione del calcolo degli indicatori individuati in precedenza, applicati però all’ipotesi di progetto. I valori derivati dalla procedura di calcolo vengono trattati allo stesso modo dei precedenti, ottenendo così una serie di punteggi del tutto confrontabili con la situazione che descrive lo stato ante progetto. Avere a disposizione le due serie di punteggi permette un primo esame consistente nel confronto delle criticità: è infatti possibile verificare se l’applicazione del nuovo piano agisce positivamente sulle criticità emerse in sede di studio preliminare e se la previsione di sviluppo comporti la creazione di criticità ulteriori. Questo confronto, utile per verificare puntualmente gli effetti del progetto sulle singole componenti ambientali, non è però in grado di fornire un giudizio complessivo sull’efficacia del Piano. Infatti si può verificare che migliori il punteggio di alcuni indicatori, e parallelamente peggiori il livello di altri parametri. A titolo di esempio, si può ipotizzare che l’ampliamento di una zona destinata ad attività produttive comporti una serie di svantaggi sotto il profilo ambientale (minore naturalità, aumento dell’inquinamento, ecc), ma nel contempo produca una sensibile miglioramento del benessere economico della popolazione. E’ evidente quindi la necessità dell’introduzione di un indice di prestazione che consenta una valutazione generale dell’intero progetto, verificando in tal modo, attraverso un bilancio globale, che il Piano nel suo insieme produca gli effetti desiderati. Il calcolo dell’indice di prestazione si basa sulla gerarchizzazione dei punteggi ottenuti mediante l’elaborazione degli indicatori precedentemente calcolati: è evidente infatti che non può essere attribuita la medesima importanza ai diversi comparti ambientali e, all’interno del singolo comparto ambientale, alcuni indicatori devono essere considerati di maggiore rilievo rispetto ad altri (a titolo di esempio si può considerare che per la collettività assume maggiore importanza il tema della salute umana rispetto alla disponibilità delle risorse e, nell’ambito del tema rappresentato dal benessere della popolazione, deve essere attribuito maggiore rilievo agli indicatori relativi alla salute piuttosto che a quelli che descrivono il livello del reddito). Questa gerarchizzazione viene attuata mediante l’applicazione della metodologia nota come AHP (Analitic Hierarchy Process), meglio illustrata nei capitoli che seguono. In questa sede è sufficiente osservare che a ciascun comparto ambientale, e ad ogni indicatore utilizzato all’interno del singolo comparto, viene attribuito un peso in relazione all’importanza assunta; la somma dei punteggi pesati rappresenta il suddetto indice di prestazione. Dal confronto tra l’indice di prestazione riferito alla situazione ante progetto e quello calcolato relativamente all’ipotesi di Piano, ovviamente elaborato nella costanza dei pesi assegnati, risulta

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immediatamente evidente se il progetto assicura effettivamente il raggiungimento dell’obiettivo di migliorare la qualità dell’ambiente nel suo complesso. Come si evince dalla consultazione delle tabelle proposte di seguito, la somma dei punteggi pesati relativi a ciascuno degli ATO esaminati fornisce l’indice di prestazione dell’intero progetto. Tale calcolo, effettuato nella situazione ante progetto e nell’ipotesi dell’applicazione del Piano, evidenzia immediatamente se il progetto è in grado di assicurare il raggiungimento dell’obiettivo di migliorare la qualità dell’ambiente:

Indice di prestazione nella situazione STATO ATTUALE – TABELLA ESEMPIO

Indice di prestazione dello STATO DI PROGETTO – TABELLA ESEMPIO

1.4.3 FASE 3 – Sintesi non Tecnica Ossia una sintesi del rapporto redatta in linguaggio non tecnico, al fine di assicurare e facilitare la partecipazione della popolazione, in forma individuale o associata.

1.4.4 FASE 4 – Dichiarazione di Sintesi Il citato Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4, riprendendo quanto stabilito dall’art. 9, comma 1, lettera b della Direttiva 2001/42/CE, prevede (Art. 16, comma 1, lettera b) la redazione di una dichiarazione di sintesi, che illustra in quale modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale redatto ai sensi dell’art.5 della Direttiva 2001/42/CE , dei pareri espressi in fase di partecipazione ai sensi dell’art.5 della Direttiva 2001/42/CE e dei risultati delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il Piano adottato anche in relazione alla alternative possibili che erano state individuate. Infine tale documento riassume i risultati del processo, degli obiettivi ambientali del Piano, dei potenziali effetti significativi sull’ambiente e delle misure di integrazione e varianti nonché delle

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mitigazioni e governance ambientale (monitoraggio ambientale ai sensi dell’art.10 della Direttiva 2001/42/CE e relativi accordi per periodici report e tavoli tecnici di Autorità ambientali).

1.4.5 FASE 5 – Monitoraggio Il Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 prevede (Art. 17, comma 1) la predisposizione di un piano di monitoraggio, che ha il compito di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano approvato e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. In generale l’attività di monitoraggio di un piano o programma può genericamente essere definita come l’insieme delle procedure e delle attività finalizzate a fornire un costante flusso di informazioni sullo stato di avanzamento del programma, sulla realizzazione degli interventi, sul raggiungimento dei risultati attesi e sugli effetti non previsti. Il monitoraggio serve per verificare in itinere il processo di programmazione e di realizzazione dei singoli interventi attivati e costituisce la base informativa indispensabile per individuare le eventuali criticità dell’attuazione degli interventi e definire le azioni utili alla risoluzione delle stesse, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi generali del Programma. Ai fini della VAS, il monitoraggio degli effetti ambientali significativi del Piano ha la finalità di: - fornire gli strumenti adeguati per verificare se il piano procede verso il conseguimento degli obiettivi identificati e finalizzati alla risoluzione delle problematiche individuate per le diverse Componenti Ambientali, Sociali ed Economiche - osservare l’evoluzione del contesto ambientale di riferimento del Piano, anche al fine di individuare effetti ambientali imprevisti non direttamente riconducibili alla realizzazione degli interventi; - individuare gli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano; - verificare l’adozione delle misure di mitigazione previste nella realizzazione dei singoli interventi; - verificare la qualità delle informazioni contenute nel Rapporto Ambientale; - verificare la rispondenza del Piano agli obiettivi di protezione dell’ambiente individuati nel Rapporto Ambientale; - consentire di definire e adottare le opportune misure correttive che si rendano necessarie in caso di effetti ambientali significativi. Il monitoraggio rappresenta, quindi, un aspetto sostanziale del carattere strategico della valutazione ambientale, trattandosi di una fase dalla quale trarre indicazioni per il progressivo riallineamento dei contenuti del Piano agli obiettivi di protezione ambientale stabiliti, con azioni specifiche correttive. In tal senso, il monitoraggio rappresenta una attività più complessa e articolata della mera raccolta e aggiornamento di informazioni, ma è una attività di supporto alle decisioni, anche collegata ad analisi valutative. Sarà dunque compito della VAS la progettazione del sistema di monitoraggio. In particolare: - l’individuazione della batteria di indicatori ambientali e delle relative fonti; - l’identificazione delle reti di monitoraggio e controllo esistenti utilizzabili e delle modalità di coordinamento con i sistemi di monitoraggio già esistenti (Regione, ARPAV, ULSS, Provincia...). Tale attività di coordinamento avrà lo scopo di evitare duplicazioni; saranno infatti previste modalità di coordinamento con i sistemi informativi esistenti ed in corso di implementazione, inclusi i sistemi di georeferenziazione, utilizzati per altre procedure e/o richiesti da regolamenti e normative, che possono essere impiegati per la rilevazione delle informazioni, soprattutto quelle relative all’evoluzione del contesto ambientale. A tale proposito, appare opportuno un coinvolgimento dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi tecnici, delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e delle altre Autorità Ambientali provinciali; - la definizione delle modalità e dei tempi di rilevazione e aggiornamento delle informazioni ambientali pertinenti, anche in relazione ai tempi di realizzazione degli interventi previsti nel Piano; - la definizione delle modalità di coinvolgimento delle autorità con competenze ambientali, anche al fine della raccolta di informazioni. Gli elementi del sistema di monitoraggio, vista la loro complessità, potranno essere utilmente inclusi in un documento denominato “Piano di Monitoraggio” che sarà definito in tempo utile

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all’avvio tempestivo delle attività e contestualmente al Piano di Valutazione, poiché il monitoraggio rappresenta il necessario supporto informativo all’integrazione degli aspetti ambientali nelle attività di valutazione.

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2. CRITICITÀ EMERSE DAL RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (ANTE PIANO)

2.1 Schema sintetico delle criticità rilevate nel Rapporto Ambientale

Si ritiene di richiamare schematicamente le criticità ambientali emerse in sede di Rapporto Ambientale Preliminare (tabella delle criticità estratta dalla Rapporto Ambientale Preliminare di Badia Calavena - Selva di Progno approvata dalla Direzione Valutazione Progetti ed Investimenti) suddivise per singola componente ambientale coinvolte dalle principali problematiche a carico dei diversi sistemi: Tab. 1 - problematiche riscontrate per comparti ambientali

Componenti ambientali n. Criticità Situazione di rischio idraulico per il Torrente Acque superficiali 1 in occasione di eventi meteorici intensi Bassa percentuale di popolazione allacciata alla Acquedotti e fognature 2 rete fognaria con una situazione piuttosto critica Acqua per Badia Calavena 3 Presenza di aree a fragilità geologica Fattori di rischio Presenza di aree a rischio idraulico nel Comune di geologico e 4 Badia Calavena idrogeologico 5 Presenza di cave attive e e dismesse da riqualificare Elevate concentrazioni di radon per il territorio di Radiazioni ionizzanti 6 Agenti fisici Selva di Progno Inquinamento luminoso 7 Significativo inquinamento luminoso

Patrimonio culturale, Le azioni volte al recupero del patrimonio edilizio Patrimonio di antica origine come le contrade e le malghe, architettonico, 8 archeologico e architettonico risultano non sufficienti rispetto l’elevata presenza paesaggistico di fabbricati Graduale spopolamento della montagna verso Caratteristiche centri maggiori con conseguente saldo naturale Popolazione demografiche e 9 negativi e indici di vecchiaia elevati, in modo anagrafiche particolare per Selva di Progno Presenza di abitazioni non occupate e di un Sistema insediativo 10 patrimonio insediativo degradato che spesso si è sviluppato lungo la viabilità principale Traffico veicolare pendolare intenso sulla Strada Viabilità 11 provinciale n. 10 verso valle Necessità di ulteriore potenziamento delle Reti di servizi 12 infrastrutture e strutture a servizi Attività commerciali e Presenza di allevamenti a ridosso delle contrade e Sistema socio 13 economico produttive degli insediamenti urbani Necessità di ulteriore potenziamento per i percorsi ciclopedonali e necessità di una struttura che 14 colleghi i vari itinerari e sentieri utili a creare un Turismo sistema di visitazione integrato del territorio Necessità di ulteriori azioni volte a ridurre la scarsa 15 efficacia delle iniziative turistiche per la promozione delle bellezze del territorio

Tali criticità nel presente Rapporto Ambientale: - sono state tutte verificate - è stato attuato uno specifico aggiornamento del quadro conoscitivo ambientale finalizzato a confermare o meno le criticità segnatale e a darne opportuna valutazione quantitativa.

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2.2 Parere della Commissione Regionale VAS

e seguenti….

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2.3 Come il Rapporto Ambientale ha tenuto conto delle risultanze del “Rapporto Ambientale Preliminare”

Premesso che: - l’analisi ambientale contenuta nel presente Rapporto Ambientale, costituisce un approfondimento delle indagini condotte in occasione della stesura della prima relazione ambientale: infatti in sede di sviluppo del rapporto ambientale, sono state approfondite e contestualizzate rispetto ai diversi ambiti territoriali e meglio definite nella loro entità. Questo procedimento ha permeso in primo luogo di inserire i diversi temi ambientali in un sistema di punteggi funzionali alla valutazione quantitativa dello stato attuale e, in secondo luogo, di identificare con maggiore dettaglio gli elementi di forza e di debolezza del sistema territoriale. - Le criticità emerse da tale approfondimento dell’analisi ambientale (valutazione quantitativa dello stato attuale) sono risultate, complessivamente, coerenti con quanto rilevato in sede di prima relazione ambientale (vedi cap. 4.11); è da sottolineare tuttavia che in alcuni casi sono emerse ulteriori criticità rispetto allo studio preliminare, mentre in altri casi alcune criticità, rilevate in prima istanza nella prima relazione ambientale, hanno evidenziato in seguito alla “quantificazione” un livello di impatto ambientale inferiore e non significativo.

Pertanto: 1. il Rapporto Ambientale ha tenuto conto delle prescrizioni del parere della Commissione VAS e ne ha dato risposta; 2. sulla base delle criticità emerse, dalla valutazione delle azioni di piano sui sistemi ambientali coinvolti si sono individuati degli indicatori quantitativi finalizzati a valutare lo stato attuale del (PRG vigente), progetto di piano, le scelte alternative e l’ipotesi zero; 3. il Rapporto Ambientale si è affiancato al progetto urbanistico per la verifica degli effetti sulle criticità rilevate e una costante individuazione delle potenziali nuove criticità, così come evidenziato nel diagramma di flusso a pag. 11 del presente documento; 4. l’analisi del piano (ossia delle tavole 1,2,3,4 e delle NTA del PATI) avviene suddividendo per determinanti-pressione-sistemi-impatti gli ambiti omogenei (così come illustrato nelle pagine precedenti – cap 1.4.2.3) alla luce delle criticità e/o vulnerabilità emerse in sede di prima relazione ambientale e riportate in tabella nel cap.2.1 del presente Rapporto Ambientale;

2.4 Risposta alle prescrizioni espresse dalla Commissione VAS

Di seguito si risponde brevemente alle prescrizioni espresse dalla Commissione VAS con relativo parere:

2.4.1 PUNTO 1  in merito al ruolo della VAS nel processo di elaborazione del PATI, si rimanda a quanto già illustrato nel capitolo precedente “cap.1 – percorso metodologico adottato”. Durante la fase di elaborazione del piano è stato istituito un ufficio di piano presso il Comune di Badia Calavena ed un tavolo tecnico permanente (vedi capitolo 1.2 per le tappe del percorso di valutazione) nel quale erano presenti i progettisti, l’amministrazione, il copianificatore e il valutatore per affrontare di volta in volta soluzioni per lo sviluppo strategico del territorio comunale. Complessivamente non sono emersi significativi scostamenti in merito a quanto previsto dal Documento Preliminare. In merito invece alle scelte di piano il valutatore ha richiesto particolare attenzione alla individuazione delle nuove aree trasformabili prediligendo azioni volte al recupero e riqualificazione evitando di penalizzare il sistema ambientale interessato da estesi caratteri di naturalità. Non si sono rilevati scostamenti in merito a quanto prefissato nel documento preliminare.  Per i dettagli in merito alle consultazioni e concertazione si rimanda al capitolo “1.2 - iter del Piano” dal quale, vista la chiusura della concertazione non emergono aspetti rilevanti per la pianificazione.

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2.4.2 PUNTO 2  Tutte le prescrizioni/raccomandazioni delle autorità sono state valutate e accolte dal piano, sia con la riproposizione cartografica dei temi richiesti sia con il corretto inserimento delle norme.  In ogni caso la procedura di VAS, ai sensi della DGR. 791/2009, prevede che il Rapporto Ambientale ed il PATI vengano inviati a tutti gli Enti interessati dalla sua attuazione; sarà dunque occasione per un’ulteriore verifica e confronto.

2.4.3 PUNTO 3 La metodologia adottata nel presente rapporto ambientale prevede l’approfondimento delle tematiche sviluppate in sede di Rapporto Ambientale Preliminare con l’individuazione di specifici indicatori quantitativi atti a meglio descrivere, quantificare e localizzare le singole problematiche e criticità del territorio. In particolare nelle analisi specialistiche a corredo del PATI si sono approfondite le tematiche di seguito schematizzate, mediante richieste agli enti di specifici dati. In particolare: 1. Allevamenti intensivi con relativa classificazione e caratterizzazione con individuazione di modalità di stoccaggio delle deiezioni, calcolo di azoto emesso in atmosfera e in terreno…. 2. Biodiversità mediante la creazione della tavola della Ricchezza faunistica del territorio e valutazione nella situazione ante e post progetto; 3. Approfondimenti geologici e idraulici con consultazione con l’ing. Idraulico e la specifica tavola di valutazione delle azioni di piano 4. Indicatori specifici sul sistema consumo di suolo 5. Indicatori sul consumo/tipologia di suolo delle aree soggette a trasformazione 6. Indicatori specifici sul sistema socio economico 7. Indicatori specifici sul sistema della rete acquedottistica e fognaria. 8. Indicatori specifici sulla presenza degli elettrodotti 9. Indicatori specifici su frane e cave Inoltre si è proposta una tavola della sensibilità in grado di rappresentare adeguatamente le problematiche in atto, le criticità e le opportunità determinate dalle scelte di piano, nonché gli impatti derivanti dall’attuazione di tali azioni.

2.4.4 PUNTO 4 1. Sotto il profilo metodologico, la sostenibilità del piano risulta verificata quando l’ipotesi di progetto risulta nel complesso migliorativa nei confronti dell’ambiente. Il termine “ambiente” viene inteso, infatti, nella sua accezione più ampia, e comprende non solo gli elementi di naturalità e di salubrità del territorio, ma anche gli aspetti che riguardano le condizioni di benessere della popolazione in relazione alla salute, alla disponibilità di servizi ed alla crescita economica. A tale riguardo si può osservare che le analisi condotte in sede di Rapporto Ambientale mostrano come l’ipotesi di progetto rappresenti un miglioramento delle caratteristiche dell’ambiente rispetto alla situazione attuale e quindi risulti confermato l’obiettivo primario di creare condizioni adeguate alla vita dei cittadini anche in considerazione dell’aumento demografico. Logicamente alcune azioni di Piano, quali ad esempio la maggiore pressione antropica o l’estensione di aree destinate alle attività produttive ed ai servizi, determinano maggiori consumi di territorio e di risorse, ma tali effetti negativi risultano nel complesso più che compensati dagli interventi volti dal più elevato livello di benessere economico raggiungibile. 2. Specifici indicatori prestazionali sono stati impegnati per la valutazione della variazione socio- economica del progetto di piano rispetto lo stato attuale. Le attività economiche sono state richieste alla Camera di Commercio di Verona; in particolare tutte le aziende attive registrate con relativo codice ATECO. Elenco degli specifici indicatori quantitativi: - Occupati in agricoltura (n.km2) - Produzione lorda vendibile agricola (€/km2) - Occupati nell’industria (n.km2) - Valore aggiunto nell’industria (€/km2) - Occupati nel terziario (n.km2) - Valore aggiunto nel terziario (€/km2)

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3. Uno specifico capitolo tratta poi questa valutazione (cap 6.5 - Valutazione della sostenibilità socio-economica).

2.4.5 PUNTO 5 La coerenza esterna sviluppata nel successivo capitolo evidenzia la conformità delle azioni di progetto espresse nelle NTA con le finalità degli strumenti di pianificazione dei vari Enti sovraordinati operanti nel territorio di Badia Calavena - Selva di Progno. In particolare, è stata verificata la coerenza con: - Il sistema della viabilità del PTCP - Il sistema della rete ecologica del PTRC - Il sistema delle valenze paesaggistiche del PTRC - Altri strumenti quali il Piano del Parco regionale della lessinia…. (si veda capitolo relativo) La coerenza interna, mette in luce come le problematiche rilevate e le principali criticità del territorio siano state analizzate e valutate: - l’attuazione di interventi di riorganizzazione delle connessioni viabilistiche e la riqualificazione viaria a scala urbana; - lo viluppo della rete dei servizi ai fini della fruizione turistica, della riqualificazione e potenziamento della rete ecologica. - Il raccordo con i nuclei insediativi, la messa a sistema di una rete di servizi, attrezzature e sistemazioni, esistenti e/o programmati, per l’ospitalità e visitazione del territorio aperto, in particolare: - percorsi pedonali/ciclopedonali; - percorsi di visitazione dei luoghi di interesse archeologico-naturalistico; ai quali collegare cantine/oleifici/strutture per la promozione e vendita di prodotti agricoli tipici locali, strutture per attività didattico/culturali/museali, strutture per l’ospitalità in campagna, per la sua godibilità e fruibilità, ad integrazione con il sistema delle aree a verde e servizi della pianificazione vigente e previste dal PATI.

2.4.6 PUNTO 6 Il calcolo dell’impronta ecologica è stato effettuato seguendo una specifica metodologia illustrata nel cap. 9 “Il consumo di suolo (l’impronta ecologica)”.

2.4.7 PUNTO 7 Nel presente rapporto ambientale è stata presa in considerazione come soluzione alternativa solo l’ipotesi zero, ovvero quella del completamento del P.R.G. vigente (cap. 7), che è stata valutata con i medesimi indicatori utilizzati per le proposte di progetto del Piano. Per un approfondimento di questo aspetto si rimanda al cap. 8 “la valutazione sintetica complessiva”.

2.4.8 PUNTO 8 In merito a questo aspetto in sede di rapporto ambientale è stata redatto uno specifico approfondimento mediante quantificazione delle fonti di rumore significative presenti in territorio comunale (causato dal traffico veicolare) ed individuazione di specifici indicatori finalizzati a “pesare” l’impatto acustico sulla popolazione attuale e sulle nuove previsioni di piano.

A tale proposito inoltre le norme propongono per tutte le azioni di trasformazione “non residenziali” la verifica della compatibilità acustica e l’individuazione delle strutture/attrezzature che necessitano dell’adozione di opportune azioni di mitigazione, finalizzate a ridurre gli effetti di disturbo (in termini acustici, visivi, olfattivi e di altra natura)

Per un approfondimento di questo aspetto si rimanda alla analisi del capitolo Popolazione e salute umana e sottocapitolo relativo alle fonti di rumore (livello sonoro e strade con emissioni superiori a 67 dbA). In merito all’inquinamento luminoso è stato preso atto della attuale classificazione del territorio comunale e sono state previste opportune indicazioni nelle NTA (art. 46 – Azioni di mitigazione del

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sistema insediativo, ambientale e paesaggistico). A tale proposito inoltre va ricordato come la DGR del 17 agosto 2009, impone a tutti i comuni di dotarsi di piano di illuminazione e risparmio energetico entro 3 anni dalla pubblicazione.

2.4.9 PUNTO 9 In merito a questo aspetto è stata redatta la Dichiarazione di non necessità di avvio della procedura di Screening, ai sensi della DGR 3173/2006. (allegato esterno VAS n. 03)

2.4.10 PUNTO 10 Il presente documento denominato “Rapporto Ambientale” è stato redatto secondo le indicazioni dell’art. 13 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008.

In merito a questo aspetto allegata al presente documento è stata redatta in co-progettazione con i progettisti la compatibilità idraulica e la tavola 3 delle Fragilità del territorio. Le situazioni di attenzione soprattutto nel settore ovest del comune sono state risolte come chiaramente espresso nel parere idraulico (genio civile e consorzio di bonifica).

2.4.11 PUNTO 11 In merito a questo aspetto allegata al presente documento è stata redatta in co-progettazione con i progettisti una tavola “TAV 5 - Ambiti urbanizzati e di potenziale trasformazione” che evidenzia l’attuale destinazione e le variazioni rispetto quanto previsto dal PATI. La tavola risulta aggiornata ed è coerente con l’attuale strumento urbanistico vigente. La stessa tavola è stata poi impiegata per la determinazione della pianificazione “ipotesi zero”. Vedi dichiarazione del progettista (Allegato esterno)

2.4.12 PUNTO 12 In merito all’ attuale uso del territorio relativamente alla fascia interessata dei comuni limitrofi si veda lo specifico documento cartografico allegato (Tavola 7 – Unione degli strumenti urbanistici)

2.4.13 PUNTO 13 In merito a questo aspetto si rimanda a quanto riportato nelle NTA art. 46 –nelle cui direttive si cita: “Compensazione ambientale delle aree soggette a trasformazione” Il P.A.T.I. demanda al P.I. il compito di garantire le azioni di carattere compensativo in ambito rurale contestualmente ad interventi di nuova trasformazione del territorio rurale. In attuazione a tale prescrizione il P.I. deve: - adottare idonee misure di mitigazione/compensazione sotto il profilo visivo, acustico ed atmosferico secondo la metodologia di compensazione della CO21 emessa nella gestione dell’insediamento con un’idonea quantificazione di aree alberate (boschi, filari…); - prevedere l’impiego di essenze arboree compatibili con la specifica area; - adottare uno o più criteri al fine di determinare la biomassa da impiantare.”

2.4.14 PUNTO 14

Si veda la dichiarazione allegata dell’Ufficio tecnico del PATI in merito alla presenza di autorizzazioni regionali e/o provinciali in corso si veda la tavola (TAV 5 - Ambiti urbanizzati e di potenziale trasformazione) e dichiarazione allegata alla presente relazione (allegato esterno a cura del comune).

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3. METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEL PIANO

3.1 Premessa

La valutazione del Piano si è sviluppata in diverse fasi: - una prima fase che ha riguardato: o la verifica della criticità del territorio con aggiornamento dei dati ambientali e la compilazione di indicatori quantitativi del territorio del comune: “stato attuale”; o La creazione della tavola 8 della sensibilità ambientale – criticità e opportunità - una seconda fase che ha riguardato la valutazione quantitativa dello “stato di progetto”; - una terza che ha riguardato la valutazione quantitativa dell’alternativa costituita dall’Ipotesi zero. Ciò in considerazione al fatto che in sede di costruzione del piano e concertazione iniziale non sono emerse delle indicazioni e/o delle problematiche che abbiano portato alla creazione di uno scenario alternativo.

Come già illustrato, per una corretta valutazione ed un maggior dettaglio di analisi si è ritenuto opportuno valutare gli impatti sul territorio ATO per ATO poiché le criticità emerse dal quadro conoscitivo riguardano ambiti di territorio diversi tra loro e inoltre le azioni di Piano sono differenziate, insistono cioè su aree diverse del PATI.

3.2 Suddivisione del territorio in Ambiti Territoriali Omogenei (ATO)

Il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale individua e norma, ai sensi della L.R. 11/2004, gli Ambiti territoriali omogenei (ATO). Tali ATO sono definiti come le porzioni minime di territorio in riferimento alle quali si ritiene possano essere unitariamente considerate e risolte in termini sistemici pluralità di problemi di scala urbana e territoriale, caratterizzate da specifici assetti funzionali ed urbanistici e conseguenti politiche d’intervento. Complessivamente per i comuni del PATI di Badia Calavena e Selva di Progno sono stati individuati n. 7 ambiti omogenei (ATO), ovvero sottosistemi, in funzione di specifici contesti territoriali, sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico ed insediativo. Il PATI.I. attribuisce, all’interno degli ambiti territoriali individuati, i corrispondenti obiettivi di tutela, riqualificazione e valorizzazione, nonché stabilisce le aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, i parametri teorici di dimensionamento, i limiti quantitativi e fisici per lo sviluppo degli insediamenti residenziali, industriali, commerciali, direzionali, turistico-ricettivi ed i parametri per i cambi di destinazione d’uso, perseguendo l’integrazione delle funzioni compatibili. Nella tabella seguente viene presentata la suddivisione del territorio di Badia Calavena e Selva di Progno in ATO, per ognuno dei quali è riportata la superficie relativa di competenza. La suddivisione in ATO del territorio del PATI tiene anche in considerazione i confini rispettivi dei due Comuni Denominazione Superficie

ATO A.N.1 – Parco Naturale della Lessinia Nord 15 348 269 m2

ATO A.N.2 – Parco Naturale della Lessinia Sud 580 263 m2

ATO A.P.1 – Spazio Aperto Montano 24 547 797 m2 ATO A.P.2 – Monte San Moro 10 844 420 m2

2 ATO A.P.3 – Monte Tomba 11 628 944 m ATO I.N.1 – Selva di Progno 720 664 m2 ATO I.N.2 – Badia Calavena 4 436 052 m2

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3.3 Individuazione delle fonti di pressione comunali ed extra-comunali

Seguendo lo schema DPSIR, per ciascuno degli ATO comunali sono stati individuati i determinanti, cioè le attività ed i processi di origine antropica che sono origine di pressione sull’ambiente. La successiva identificazione delle pressioni conseguenti ha consentito di selezionare una serie di indicatori di pressione in grado di descrivere le dinamiche in atto nei confronti delle diverse componenti ambientali. In particolare tale valutazione tiene in evidenza anche le problematiche eventuali provenienti dai territori comunali contermini e confinanti e verifica la coerenza esterna degli strumenti di pianificazione. Si è dunque analizzato: - per i territori extracomunali, l’elaborato “tavola Unione degli strumenti urbanistici” (elaborato grafico VAS C72). In tale elaborato si dimostra una continuità in termini di scelte urbanistiche, sulla base delle zonizzazioni vigenti dei Comuni contermini e soprattutto il mantenimento delle unità funzionali costituenti il sistema ambientale, in modo tale che venga rispettata anche la continuità ecologica tra i vari elementi di tale sistema e non venga quindi pregiudicata l’ossatura sovracomunale della rete ecologica; - per il territorio comunale tutte le conoscenze di carattere comunale relative alle pressioni (elaborato grafico VAS 8), pressioni derivanti dalla viabilità principale.

Come precedentemente esposto, alle fonti di pressione è poi stato attribuito un macroindicatore.

La logica del metodo DPSIR organizza gli indicatori in maniera sistematica stabilendo delle relazioni causali tra gli stessi.

In questo modo si ottengono informazioni precise riguardo le attività, ovvero i DETERMINANTI che esercitano PRESSIONI sull'ambiente e, di conseguenza, comportano dei cambiamenti sullo STATO dell'ecosistema, e sono causa di IMPATTI sulla salute umana, sulla biodiversità, sulle risorse naturali, etc.

Compito del PATI è proprio quello di ridurre tali pressioni attraverso azioni di RISPOSTA.

2 Sintesi della valutazione sugli strumenti urbanistici comunali dei territori confinanti Nell’allegato cartografico n. 7 – unione degli strumenti urbanistici, del presente Rapporto Ambientale, sono evidenziati i tematismi degli strumenti di pianificazione comunale, relativi ai territori di tutti i Comuni confinanti con il territorio del PATI. Il confronto con l’allegato cartografico evidenzia la coerenza con il progetto di piano e le scelte strategiche dei comuni confinanti.

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AP 2 - Monte San Moro

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Agricoltura Energiacomunicazionie Trasporti Residenza Presenzaantropica Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x Emissione di polveri x x x Scarichi Allacciamento alla rete fognaria x x x Rumore Emissioni sonore x x Radiazioni non ionizzanti Presenza ripetitori telefonia x x x Produzione di rifiuti urbani x Rifiuti x Produzione di rifiuti speciali x x x Consumi elettrici x x x Richiesta energetica Consumi idrici x x Consumi di gas x x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x x Attività di coltivazione Superficie agricola utilizzata x x x x Attività venatoria N. cacciatori x x

AP 3 - Monte Tomba

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Agricoltura Trasporti Residenza Presenzaantropica Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x Emissione di polveri x x x Scarichi Allacciamento alla rete fognaria x x x Rumore Emissioni sonore x x Produzione di rifiuti urbani x Rifiuti x Produzione di rifiuti speciali x x x Consumi elettrici x x x Richiesta energetica Consumi idrici x x Consumi di gas x x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x x Attività di coltivazione Superficie agricola utilizzata x x x x Attività venatoria N. cacciatori x x

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IN 2 - Badia Calavena

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Agricoltura Industria Energiacomunicazionie Trasporti Residenza Presenzaantropica Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x x Emissione di polveri x x x Scarichi Allacciamento alla rete fognaria x x x x Rumore Emissioni sonore x x Radiazioni non ionizzanti Presenza ripetitori telefonia x x x Rifiuti Produzione di rifiuti urbani x x x Produzione di rifiuti speciali x x x x Consumi elettrici x x x x Richiesta energetica Consumi idrici x x Consumi di gas x x x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x x Attività di coltivazione Superficie agricola utilizzata x x x x Attività venatoria N. cacciatori x x

AN 1 - Parco della Lessinia Nord

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Agricoltura Trasporti Presenzaantropica Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x Emissione di polveri x x x Rumore Emissioni sonore x x Rifiuti Produzione di rifiuti speciali x x Consumi elettrici x Richiesta energetica x Consumi idrici x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x x Attività di coltivazione Superficie agricola utilizzata x x x x Attività venatoria N. cacciatori x x

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AN 2 - Parco della Lessinia Sud

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Trasporti Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x Emissione di polveri x x x Rumore Emissioni sonore x

AP 1 - Spazio aperto montano

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Agricoltura Industria Attivitàestrattive Trasporti Residenza Presenzaantropica Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x x x Emissione di polveri x x x Scarichi Allacciamento alla rete fognaria x x x x x Rumore Emissioni sonore x x Produzione di rifiuti urbani x Rifiuti x x Produzione di rifiuti speciali x x x x Consumi elettrici x x x x Richiesta energetica Consumi idrici x x Consumi di gas x x Escavazione Cave attive x x x x x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x x Attività di coltivazione Superficie agricola utilizzata x x x x Attività venatoria N. cacciatori x x

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IN 1 - Selva di Progno

Determinanti Impatti su

Pressioni Indicatoridi pressione

Industria Energiacomunicazionie Trasporti Residenza Aria Clima Acqua Suolosottosuoloe Florafaunae Biodiversitàzonee protette Paesaggioterritorioe Patrimonioculturale Popolazionesalutee umana Benimateriali risorse e x x x Emissione di sostanze inquinanti x x x x x x x x Emissione di inquinanti Emissione di gas serra x x x x Emissione di polveri x x x Scarichi Allacciamento alla rete fognaria x x x x Rumore Emissioni sonore x x Radiazioni non ionizzanti Presenza ripetitori telefonia x x x Produzione di rifiuti urbani x Rifiuti x Produzione di rifiuti speciali x x x Consumi elettrici x x x Richiesta energetica Consumi idrici x x Consumi di gas x x x Edificazione/urbanizzazione Superficie edificata x x x x x x

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3.4 Gli indicatori quantitativi stato/impatto

La scelta degli indicatori è avvenuta seguendo le tre seguenti macrocategorie: - Indicatori quantitativi con standard di legge: fanno riferimento ai dati quantitativi confrontabili con una soglia definita per legge, con possibilità di calcolare il grado di sostenibilità. - Indicatori quantitativi senza standard di legge: sono privi di una soglia di legge capace di delimitare gli ambiti della sostenibilità e insostenibilità, ma è comunque possibile effettuare una valutazione quantitativa sulla base di specifici criteri, quali una soglia fisica definita ad hoc (ad esempio il consumo di suolo, la portata di acqua potabile, la capacità di depurazione dei reflui, ecc). - Indicatori cartografici (Map Overlay): Si definiscono attraverso la tecnica della Map-Overlay, ovvero la sovrapposizione di più carte tematiche. Incrociando i vari tematismi è possibile avere subito un riscontro delle criticità che emergono sul territorio. La valutazione, in questo caso, si tradurrà in un giudizio di compatibilità (sì/no) delle trasformazioni insediate con le caratteristiche del territorio, o degli insediamenti presenti. Incrociando i vari tematismi è possibile avere subito un riscontro delle criticità che emergono sul territorio. La valutazione, in questo caso, si tradurrà in un giudizio di compatibilità (sì/no) delle trasformazioni insediate con le caratteristiche del territorio, o degli insediamenti presenti. Particolare attenzione deve essere rivolta alla tavola 8 – sensibilità ambientale per la quale è stata effettuata una mappatura delle aree di pianificazione (ossia le scelte strategiche) e la contemporanea visualizzazione delle aree di vulnerabilità, criticità e fragilità con le opportune fasce di attenzione e influenza meglio classificate nella tabella seguente.

3.4.1 Tabella dei buffer di influenza

Dimensione dell’area in cui si è concentrata l’analisi delle eventuali incidenza Buffer di analisi Trasformabilità Tipo Fase cantiere Fase esercizio locale 100 50 Viabilità di programma strategica 200 200 residenziali 200 100 Areali di espansione turistici 200 300 urbana produttivi 300 400 commerciali 300 200 Ambiti preferenziali di Centri 300 300 localizzazione commerciali Areali di trasformazione consolidato 200 - Rifugio Visitazionale 100 100

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3.4.2 Elenco degli indicatori suddivisi per comparto ambientale Nel caso del presente PATI gli indicatori differiscono, in parte comune per comune. Ciò ad esempio è evidente nel caso della Rete Natura 2000, presente nel comune di Selva di Progno, ma assente nel Comune di Badia alavena

3.4.2.1 COMUNE DI SELVA DI PROGNO

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 37 IN 2 - Badia Calavena

3.4.2.2 COMUNE DI BADIA CALAVENA

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.93 2 0.56 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 206 -1 -0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 34 1 0.28 0.59 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 9 218 -1 -0.09 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 630 0 0.00 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 1 643 946 0 0.00

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 176 4 0.71 0.61 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 12 230 -1 -0.10 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 80.30 0 0.00 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 19.45 0 0.00 0.13 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.54 1 0.13 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 80.30 0 0.00

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 19.45 0 0.00 0.08 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.54 1 0.08 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 28.50 -3 -0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 43.36 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -1.05

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 5.06 1 0.79 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 1.26 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 15.31 2 0.48 3.48 29.84 Superficie edificata/superficie ATO (%) 28.50 -3 -0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 4.04 1 0.01 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 43.36 -1 -0.05 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -0.34 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 6.76 -3 -0.07 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 470.76 3 0.03 4.29 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 3 746.12 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 3.89 3 0.26 1.04 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 1.58 3 0.78 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 710.32 -2 -1.22 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 6.76 0 0.00 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 87.92 2 0.61 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 60.03 -1 -0.30 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 343 496 -1 -0.08 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 5 491 369 2 0.25 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 7 277 455 1 0.13 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.23 0 0.00 -0.50 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.93 2 0.25 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 206 -1 -0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 34 1 0.13 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 630 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 68.81 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 56.95 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 1.84

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3.4.3 Elenco degli indicatori con le relative fonti

Di seguito l’elenco delle fonti consultate.

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3.4.4 Elenco degli indicatori quantitativi e autorità/enti contattati Al fine di aggiornare il quadro dello stato dell’ambiente, alcuni indicatori quantitativi utilizzati nell’approfondimento del Quadro conoscitivo del rapporto Ambientale necessitano di dati puntuali e dettagliati che sono stati richiesti, mediante specifica lettera ai singoli enti.

3.4.4.1 ALLEVAMENTI Sono stati richiesti i dati all’USLL di competenza per la compilazione della “scheda tipo” e la puntuale verifica delle fasce di rispetto di tutti gli allevamenti presenti nel territorio comunale. Di seguito l’elenco di quelli risultati intensivi.

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3.4.4.2 ATTIVITÀ ECONOMICHE ATTIVE Sono stati richiesti i dati relative a tutte le attività economiche del territorio comunale con relativo Codice ATECO alla Camera di Commercio competente territorialmente. Ciò al fine di qualificare e quantificare l’attuale presenza di unità lavorative attive per settore.

3.4.4.3 CONSUMI IDRICI E SITUAZIONE DEL SISTEMA DELLE FOGNATURE E DELLA DEPURAZIONE Sono stati richiesti alla società di servizi competente i dati relativi a: - Consumi idrici per abitante - Percentuale di popolazione connessa alla rete - Perdite della rete acquedottistica e fognaria - Numero di utenti allacciati alla fognatura

3.4.4.4 GESTIONE DEI RIFIUTI E PRODUZIONE ANNUA Sono stati recuperati i seguenti dati dall’ente che gestisce la raccolta dei rifiuti (Ufficio Ecologia).

3.4.4.5 DIFFUSIONE DEGLI INQUINANTI DOVUTI A TRAFFICO VEICOLARE In considerazione della presenza di una viabilità condensata esclusivamente nel fondo valle, lungo la SP10 della Val d’Illasi, ed in riferimento alla presenza di una “consolidata” attività produttiva, relativa soprattutto alle industrie di trasformazione carpenteria metallica, lavorazione pietre, industria tecnologica, quale punto di “attrazione” si è effettuata la simulazione del traffico ante e post per valutare in maniera puntuale i rumori ed inquinanti. Si sono individuati specifici indicatori quantitativi i cui valori sono stati determinanti medianti modelli di simulazione della diffusione degli inquinanti CALINE IV (WinDimula: modello gaussiano DIMULA per il calcolo della diffusione di inquinanti in atmosfera, sviluppato da MAIND in collaborazione con ENEA Dipartimento Ambiente; Caline 4: modello sviluppato dal "California Department of Transportation" per il calcolo delle concentrazioni di inquinanti emessi da traffico autoveicolare).

3.4.4.6 DIFFUSIONE DELL’INQUINAMENTO ACUSTICO Si sono individuati specifici indicatori quantitativi i cui valori sono stati determinanti medianti modelli di simulazione ed in particolare: NFTP Iso 9613: modello per il calcolo del rumore emesso da sorgenti puntiformi secondo quanto prescritto dalla norma ISO 9613 parte 2, sviluppato da MAIND

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3.4.4.7 FLORA E FAUNA E BIODIVERSITÀ Riguardo alla valutazione degli effetti del piano sulla flora, fauna e biodiversità si è condotto uno specifico approfondimento finalizzato alla definizione della naturalità dello stato attuale sulla base della elaborazione dell’uso del suolo e la relativa modifica della biodiversità nello stato di progetto (ossia con l’applicazione della TAV 4 di progetto), (vedi tavola n.6 – variazione del livello di naturalità / ricchezza faunistica).

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4. VALUTAZIONE QUANTITATIVA - STATO DI FATTO - COMUNE DI BADIA CALAVENA

In questa fase viene effettuato l’approfondimento del quadro conoscitivo dello stato attuale mediante valutazione ed analisi degli indicatori quantitativi di stato/impatto riferiti a ciascun ATO e distinti per comparto ambientale: - aria - clima - acqua - suolo e sottosuolo - flora e fauna - biodiversità e aree protette - paesaggio e territorio - patrimonio culturale - popolazione e salute umana - beni materiali e risorse.

La metodologia impiegata prevede, a seconda della tipologia di indicatore: - confronto tra il valore degli indicatori per ciascuna ATO e il valore medio di riferimento, nel caso si trattasse di indicatori senza standard di legge - confronto tra il valore degli indicatori per ciascuna ATO e la soglia di legge, nel caso in cui si trattasse di indicatori con standard di legge. - Il metodo “mapOverlay” per la verifica cartografica di alcuni indicatori con particolare attenzione alle scelte di piano (tavola 8 – sensibilità ambientale).

Di seguito vengono commentati i dati espressi in forma tabellare per la valutazione puramente quantitativa. Viene anche brevemente riassunto l’esito dell’indagine per singolo sistema.

4.1 Aria

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti confermano una situazione con un impatto minimo, i cui valori maggiori sono stati riscontrati solo nell’ambito urbanizzato del centro comunale di Badia Calavena (ATO IN02). In nessuna simulazione effettuata, seppur considerando le situazioni peggiori ipotizzabili, si sono riscontrati valori eccedenti i valori limite stabiliti dalla normativa vigente in merito alla qualità dell’aria (D. Lgs. 155/2010). Tale riscontro è in linea con quanto già individuato in sede di stesura del rapporto preliminare ambientale in cui non era stata individuata alcuna problematica inerente al presente comparto ambientale.

4.1.1 Emissioni di monossido di carbonio Il monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, è uno degli inquinanti atmosferici più diffusi. E’ un gas tossico, incolore, inodore e insapore, che viene prodotto ogni volta che una sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. E’ più leggero dell’aria e diffonde rapidamente negli ambienti. Come l’anidride carbonica, l’ossido di carbonio (CO) deriva dall’ossidazione del carbonio in presenza di ossigeno. La sua presenza è quindi legata ai processi di combustione che utilizzano combustibili organici. In ambito urbano la sorgente principale è rappresentata dal traffico veicolare: le concentrazioni più elevate si possono rilevare nelle ore di punta del traffico. Minore è il contributo delle emissioni delle centrali termoelettriche, degli impianti di riscaldamento domestico e degli inceneritori di rifiuti, dove la combustione avviene in condizioni migliori, con formazione di anidride carbonica (CO2). Le sorgenti industriali di CO sono le raffinerie di petrolio, gli impianti siderurgici, durante le operazioni di saldatura. Oggi il rischio da CO per i lavoratori è sostanzialmente irrilevante negli impianti di produzione di gas da idrocarburi, che avviene a ciclo chiuso. Maggiori concentrazioni possono ritrovarsi in officine di

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manutenzione di autoveicoli, nelle quali non esista un adeguato ricambio d’aria e non vengano prese le dovute precauzioni sul controllo degli scarichi. Le sorgenti di monossido di carbonio più pericolose si ritrovano tuttavia negli ambienti domestici (inquinamento indoor): in particolare scaldabagni o caldaie a gas per il riscaldamento o stufe a legna con tiraggio inadeguato per scarsa manutenzione o difetto nell’impianto, fornelli a gas o anche automobili con il motore tenuto acceso a lungo in ambienti confinati, come le autorimesse. Nel territorio di Badia Calavena i valori di CO riscontrati sono abbondantemente inferiori al valore limite giornaliero stabilito dalla normativa per tutti gli ATO del territorio Comunale. Emissioni di monossido di carbonio (valori massimi) ATO Concentrazioni di Valore limite monossido di carbonio

(mg/mc) (mg/mc) AP 2 - Monte San Moro 1.95 AP 3 - Monte Tomba 2.52 IN 2 - Badia Calavena 3.31

Totale 10

La figura sottostante mostra i valori limite ed i livelli critici imposti dalla normativa vigente in materia di qualità dell’aria.

4.1.2 Emissioni di ossidi di azoto In generale gli ossidi di azoto (NOx) si producono durante la combustione di carburanti ad alta temperatura, come quelle che avvengono appunto nei motori degli autoveicoli: l’elevata temperatura che si origina durante lo scoppio provoca la reazione fra l’azoto dell’aria e l’ossigeno formando monossido di azoto. La quantità prodotta è tanto maggiore quanto più elevata è la temperatura di combustione e quanto più veloce è il successivo raffreddamento dei gas prodotti, che impedisce la decomposizione in azoto ed ossigeno. Nelle atmosfere delle nostre città a traffico elevato e molto soleggiate si assiste ad un ciclo giornaliero di formazione di inquinanti secondari: il monossido di azoto viene ossidato tramite reazioni fotochimiche (catalizzate dalla luce) a biossido di azoto; si forma così una miscela NO-NO2, che raggiunge il picco di concentrazione nelle zone e nelle ore di traffico più intenso. Il ben noto colore giallognolo delle foschie che ricoprono le città è dovuto per l’appunto al biossido di azoto che svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico. Ai bassi livelli dell’atmosfera gli ossidi di azoto giocano un ruolo chiave nella formazione dell’ozono. Attraverso una serie di reazioni, ancora catalizzate dalla luce solare, si giunge alla formazione di ozono e di altri composti che durante la notte decadono formando composti organici, nitrati e perossidi. Il monossido contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico e, trasformandosi in acido nitrico, partecipa al fenomeno delle "piogge acide". Per il comune di Badia Calavena si ha una concentrazione relativamente più elevata di emissioni di ossidi di azoto nell’unico ambito maggiormente interessato dalle attività antropiche, domestiche e industriali, comprese quelle legate al traffico veicolare, ovvero nell’ATO IN02.

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Se però prendiamo come riferimento il valore dell’intero territorio comunale, come mostrato nella tabella sottostante, il totale delle emissioni di ossidi di azoto è di molto inferiore alla media provinciale, avvalorando la definizione di comuni scarsamente interessati da fenomeni di inquinamento.

Emissioni di ossidi di azoto (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Totale Totale Totale emissioni Media territoriale ossidi di ossidi di azoto ossidi di ossidi di emissioni di emissioni di ossidi di provinciale azoto da da azoto da azoto da ossidi di di ossidi di azoto traffico riscaldamento industria terziario azoto azoto veicolare (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (%) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 5 114 229 2 904 90 8 337 13.28 769 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 15 825 86 1 355 77 17 344 27.63 1 491 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 13 986 2 040 19 941 1 136 37 102 59.10 8 364

Totale 26 909 416 34 925 2 355 24 200 1 304 62 784 100.00 2 333 5 914

4.1.3 Emissioni di polveri Con il termine generico di polveri atmosferiche si intende una miscela di particelle, dette anche PM (dall'inglese Particulate Matter) o PTS (Polveri Totali Sospese), solide e/o liquide, in sospensione in aria (aerosol). Le particelle in questione sono estremamente variabili per dimensioni e composizione. Possono essere emesse in atmosfera come tali (particelle primarie) o derivare da una serie di reazioni chimiche e fisiche che comportano una conversione dei gas in particelle (particelle secondarie). Alcune particelle sono di dimensioni tali da essere visibili, come la fuliggine o il fumo, altre possono essere viste solo al microscopio ottico o elettronico. La classificazione del materiale particellare può essere effettuata secondo diversi criteri: ad esempio il diametro o la sede della deposizione nell'albero respiratorio, o ancora la composizione. Sulla base delle dimensioni, possiamo individuare due grandi categorie: le particelle fini, con diametro inferiore a 2,5 µm, troppo piccole per sedimentare, che rimangono a lungo in aria e possono essere trasportate a grande distanza e le particelle grossolane, con diametro compreso tra 2,5 e 30 µm, che sedimentano nel giro di ore o minuti, spesso vicino alla sorgente di emissione. Le polveri PM10, ad esempio, sono costituite da una miscela di sostanze che includono elementi quali il carbonio, il piombo, il nichel, composti come i nitrati, i solfati o composti organici e miscele complesse come particelle di suolo o gli scarichi dei veicoli, soprattutto diesel. Le particelle originate dall’attività dell'uomo derivano dall’utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche, inceneritori), dal traffico urbano, tramite le emissioni degli autoveicoli, l’usura dei pneumatici, dei freni e del manto stradale e dai processi industriali (miniere, fonderie, cementifici, ecc.). Nell’aria dei centri urbani sono presenti polveri soprattutto a causa del traffico veicolare e degli impianti di riscaldamento. Tra i mezzi di trasporto, i veicoli diesel, sia leggeri che pesanti, emettono un quantitativo di polveri maggiore rispetto ai veicoli a benzina. I valori di emissioni di polveri sottili sono più elevati dove si concentrano le attività produttive, il traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento, ovvero nell’ATO IN02. Le polveri sottili risultano comunque di molto al di sotto del valore limite stabilito dalla normativa (50 µg/m3) per tutti gli ATO.

PM10 (valori massimi) ATO Concentrazioni Valore limite di particelle totali sospese (μg/mc) (μg/mc) AP 2 - Monte San Moro 21 AP 3 - Monte Tomba 21 IN 2 - Badia Calavena 28

Totale 50

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L‘immagine sottostante mostra i valori limite ed i livelli critici imposti dalla normativa vigente in materia di qualità dell’aria.

4.1.4 Emissioni di biossido di azoto Il biossido di azoto rappresenta una delle principali sostanze inquinanti dell’atmosfera. Prodotto dagli scarichi degli autoveicoli e dagli impianti di riscaldamento domestico, è in buona parte responsabile della formazione dello smog ed è considerato uno dei principali inquinanti emessi durante i processi di combustione. Questo inquinante forma alcuni composti che si considerano responsabili delle piogge acide. Come già visibile anche nel rapporto ambientale preliminare, non vi sono livelli di attenzione in nessun ambito del comune di Badia Calavena. Il valore più alto riscontrato è comunque nell’ATO IN02 in cui si concentrano la maggior parte delle attività comunali, un’alta densità di popolazione ed i livelli più alti di traffico della SP 10 della Val d’Illasi. In ogni caso i livelli non superano mai, anche nelle peggiori ipotesi, la soglia di attenzione.

Emissioni di biossido di azoto (valori massimi) ATO Concentrazioni Livello di Livello di di biossido di attenzione allarme azoto (μg/mc) (μg/mc) (μg/mc) AP 2 - Monte San Moro 142 AP 3 - Monte Tomba 126 IN 2 - Badia Calavena 173

Totale 200 400

4.1.5 Emissioni di ammoniaca L’ammoniaca è un gas incolore, di odore irritante e pungente, poco infiammabile e tossico. Deriva principalmente dalla degradazione della sostanza organica: le quantità prodotte dai cicli industriali sono molto inferiori a quelle dell’allevamento di animali e dell’esercizio dell’attività agricola in generale. Si calcola infatti che circa il 90% dell’inquinamento da ammoniaca sia riconducibile all’attività agricola: molti prodotti utilizzati in agricoltura (fertilizzanti, concimi, pesticidi...) contengono azoto, che attraverso complesse reazioni chimiche per opera di batteri si trasformano in ammoniaca che viene liberata in atmosfera. Le emissioni di NH3 in agricoltura sono dovute alla volatizzazione di questa sostanza nel corso della permanenza delle deiezioni nei ricoveri, dei trattamenti e dello stoccaggio e alla dispersione in atmosfera in seguito alla distribuzione dei reflui nei terreni a destinazione agricola. Riguardo al comportamento di questa sostanza nei confronti dell’ambiente, deve essere osservato che non subisce reazioni in atmosfera che portano alla formazione di acidi di azoto, e dunque non contribuisce all'acidificazione delle piogge come invece gli ossidi di azoto; tuttavia, può portare (per ricaduta sui suoli e trasformazioni ad opera di particolari batteri) all'acidificazione dei suoli e, di conseguenza, delle acque di falda. In forti concentrazioni provoca gravi danni alla vegetazione.

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Per il Comune di Badia Calavena, può essere osservato che si rilevano emissioni elevate di ammoniaca solo per l’ATO IN02, con 25.402 Kg/anno per lo più determinati dalla presenza di allevamenti. Complessivamente però i livelli comunali risultano non elevati, rispetto al dato di riferimento provinciale. E’ comunque il settore zootecnico che fornisce il maggior apporto per questo inquinante.

Agricoltura - emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale ammoniaca ammoniaca ammoniaca ammoniaca provinciale coltivazioni allevamenti totale totale (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 867 7 094 7 962 734 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 870 4 782 5 653 486 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 527 24 875 25 402 5 726

Totale 26 909 416 2 264 36 752 39 016 1 450 5 327

4.2 Clima

SINTESI DEL SISTEMA: Nella valutazione dei grafici sottostanti non si è rilevata la presenza di particolari elementi critici, solo le emissioni di metano (CH4) nell’ATO IN02 comprendente il centro di Badia Calavena, sono risultate essere localmente significative.

4.2.1 Emissioni di anidride carbonica (CO 2) L’anidride carbonica è la principale responsabile dell’effetto serra, il meccanismo con cui viene definito il ruolo svolto dall’atmosfera nel processo di riscaldamento della superficie terrestre. La radiazione emessa dal Sole, dopo aver attraversato l’atmosfera, giunge sulla Terra illuminandola e riscaldandola. La Terra assorbe le radiazioni solari e ne rimette una parte verso l’alto sotto forma di radiazione infrarossa. L’atmosfera assorbe parzialmente la radiazione infrarossa attraverso le molecole di vapore acqueo, anidride carbonica ed altri gas minori, e la riemette nuovamente verso la Terra riscaldandola ulteriormente e rendendo possibile la vita terrestre. L’effetto serra dunque è di per sé un fenomeno naturale e benefico, poiché senza di esso la temperatura media della superficie terrestre sarebbe di circa 19° sotto lo zero. I gas dell’atmosfera responsabili dell’effetto serra naturale sono: vapore acqueo, anidride carbonica, metano, ossido nitroso, ozono. L’anidride carbonica, oltre ad intervenire in numerosi processi biologici quali la fotosintesi clorofilliana, attraverso la quale viene utilizzata dalle piante verdi come “alimento”, contribuisce a regolare il naturale effetto serra del pianeta. La quantità di anidride carbonica ottimale è garantita dalla presenza di piante verdi, in particolare dalle grandi foreste, e attraverso l’assorbimento da parte degli oceani. Ogni forma di combustione promossa dall’uomo (motori, riscaldamento, ecc) richiede una cospicua quantità di ossigeno: la produzione di CO2 che ne consegue sposta l’equilibrio tra i due gas a favore di quest’ultimo, fenomeno che le piante non riescono ad uguagliare attraverso la produzione di ossigeno. Per quanto concerne il comune di Badia Calavena, i livelli più elevati di emissione si registrano nel centro urbano e produttivo (ATO IN02), a causa dell’elevata concentrazione di attività antropiche (motori, riscaldamento,..). Rispetto al contesto di riferimento provinciale comunque si registrano bassi valori di emissione medi per il territorio comunale, non comportando alcuna criticità. L’ATO IN02, contribuisce per oltre il 61% delle emissioni complessive comunali.

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Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Totale Totale Totale emissioni Media territoriale anidride anidride anidride anidride emissioni di emissioni di anidride provinciale carbonica da carbonica da carbonica da carbonica anidride di anidride carbonica traffico riscaldamento industria da terziario carbonica carbonica veicolare (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (%) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 736 472 242 145 133 620 61 053 1 173 290 12.31 108 193 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 2 275 455 90 804 62 356 52 331 2 480 946 26.04 213 342 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 2 035 540 2 154 080 917 524 767 526 5 874 669 61.65 1 324 301

Totale 26 909 416 5 047 467 2 487 029 1 113 500 880 910 9 528 906 100.00 354 110 1 427 134

4.2.2 Emissioni di protossido di azoto Il protossido di azoto è un gas responsabile sia dell’effetto serra che dell’assottigliamento dello strato di ozono stratosferico. L’emissione di protossido di azoto è aumentata di circa il 50% dall’era pre-industriale ad oggi. Pur essendo caratterizzato da emissioni inferiori rispetto al biossido di carbonio, influisce in maniera significativa sui cambiamenti climatici perché ha un GWP (“Global Warming Potential” o Potenziale di Riscaldamento Globale) pari a 310. Il protossido di azoto viene emesso sia da sorgenti naturali, soprattutto suolo ed acqua, che da sorgenti antropiche, in particolare l’utilizzo di combustibili fossili, le pratiche di lavorazione del terreno in agricoltura. Altre sorgenti di protossido di azoto sono la combustione dei rifiuti all’interno di impianti di termotrattamento e i processi di nitrificazione e denitrificazione dell’azoto di origine organica che avvengono nelle acque di fognatura. Per quanto concerne le emissioni di N2O legate all’agricoltura, queste dipendono principalmente dagli allevamenti zootecnici, in conseguenza degli stoccaggi delle deiezioni, delle emissioni dirette prodotte con la somministrazione di azoto tramite l’utilizzo dei reflui sui terreni a destinazione agricola e di quelle indirette dovute alle deposizioni di NH3 e NOX e ai fenomeni biochimici ad esse correlate (processi anaerobici di denitrificazione). Le emissioni di N2O risultano molto basse, anche nell’ambito comunale in cui è più alta la concentrazione di allevamenti intensivi. La situazione generale per Badia Calavena quindi non si configura come una condizione di criticità.

Agricoltura - emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Superficie Emissioni di Emissioni di Media territoriale agricola protossido di protossido di provinciale utilizzata azoto azoto (mq) (ha) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 339 1 379 127 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 340 1 384 119 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 206 838 189

Totale 26 909 416 885 3 600 134 1 018

4.2.3 Emissioni di metano Anche il metano contribuisce al fenomeno di surriscaldamento del pianeta. Esistono diverse fonti di metano atmosferico: in ordine di importanza le paludi, i combustibili fossili, le discariche, gli animali ruminanti, le risaie e la combustione di biomassa. Il metano ha un potenziale di riscaldamento globale più grande dell'anidride carbonica; tuttavia, le emissioni sono inferiori rispetto a quelle dell'anidride carbonica, ma risulta 25 volte più pericoloso dell’anidride carbonica. Si stima che il metano produca circa un terzo di quantità del riscaldamento globale proveniente dall'anidride carbonica. Riguardo all’attività zootecnica, attraverso gli allevamenti intensivi si disperdono in atmosfera ingenti quantità di metano (CH4). Basti pensare che i bovini allevati producono circa 80 milioni di tonnellate di metano all’anno (il 15 - 20% delle emissioni globali). Le emissioni di metano derivano dai processi digestivi degli animali ma, soprattutto, dai fenomeni di degradazione anaerobica delle deiezioni che si verificano a carico della sostanza organica contenuta nelle deiezioni durante la conservazione prima dell’utilizzazione agronomica delle stesse. Per quanto

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riguarda le emissioni di CH4 solamente le coltivazioni di riso producono circa 40 milioni di tonnellate di metano all'anno. Un’ulteriore informazione conoscitiva viene fornita dall’analisi delle emissioni derivanti da attività agricole dirette ed indirette, per eventualmente considerare l’effetto cumulativo con le altri emissioni sopra descritte di origine antropica. Le emissioni di metano risultano contenute se considerato il complesso dell’intero comune. Relativamente alla distribuzione zonale, si configura una situazione di attenzione dovuta a valori elevati di emissioni si registrano nell’ATO IN02, ove si ha una maggiore concentrazione di allevamenti ed è presente il principale centro abitato.

Agricoltura - emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale metano metano metano totali metano provinciale coltivazioni allevamenti (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 81 9 907 9 988 921 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 82 11 184 11 266 969 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 49 55 077 55 127 12 427

Totale 26 909 416 212 76 169 76 381 2 838 6 838

4.3 Acqua

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti rilevano la presenza di un carico trofico potenziale di origine agricola non significativo.

4.3.1 Residenti collegati alla rete fognaria La qualità della risorsa idrica dipende anche dagli scarichi civili, oltre che quelli industriali e la rete fognaria svolge un ruolo significativo nel determinare il controllo della qualità delle acque, in quanto, se ben gestita, limita l’apporto delle sostanze inquinanti. Lo sviluppo della rete fognaria fornisce un’informazione diretta dello stato di pressione sull’ambiente imputabile ai reflui fognari, l’indicatore in questo caso è di tipo quantitativo. Il comune di Badia Calavena presenta una situazione tipica per quasi tutti i comuni di montagna: la rete fognaria non copre tutto il territorio, ma serve solo il centro urbano principale, dove abita la maggior parte dei residenti. Nel complesso dunque non si evidenziano criticità. Sviluppo della rete di fognatura ATO Residenti Residenti Residenti Media totali collegati alla collegati alla provinciale rete fognaria rete fognaria (n.) (m) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 262 0 0.00 AP 3 - Monte Tomba 98 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 2 331 1 710 73.37

Totale 2 691 1 710 63.55 79.00

4.3.2 Carico trofico potenziale Il carico trofico potenziale è un indicatore utile alla stima della pressione antropica e fornisce la stima delle quantità di azoto (e anche di fosforo) potenzialmente immesse nell’ambiente idrico e responsabili dei processi di eutrofizzazione dei corpi idrici superficiali.

4.3.2.1 AZOTO Il carico di azoto viene calcolato in modo distinto a seconda del comparto di provenienza: l’azoto deriva, infatti, da attività di origine civile, agricola e industriale.

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I carichi trofici potenziali di azoto nel Comune di Badia Calavena risultano complessivamente sostenibili. Gli apporti maggiori sono dovuti alla presenza antropica concentrata nell’ATO IN02, le cui attività generano carichi rilevanti. In ogni caso il livello generato non sarà mai tale da apportare significativi effetti di inquinamento nei corsi d’acqua limitrofi. La fragilità espressa dai dati quantitativi di questo indicatore non risulta critica.

Carico trofico potenziale - azoto (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media provinciale territoriale trofico civile trofico trofico trofico totale potenziale totale agricolo industriale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 1 59 4 64 5.92 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 59 2 62 5.29 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 9 36 28 73 16.40

Totale 26 909 416 11 154 34 199 7.38 20.08

4.3.2.2 FOSFORO La situazione presenta valori complessivamente sostenibili, con alcun superamento in nessuna ATO. Neanche in questo indicatore, come per l’azoto, si sono dunque riscontrate condizioni negative o critiche.

Carico trofico potenziale - fosforo (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media provinciale territoriale trofico civile trofico trofico trofico totale potenziale totale agricolo industriale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 0 41 0 42 3.84 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 41 0 41 3.56 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 25 3 29 6.53

Totale 26 909 416 1 107 3 112 4.16 9.67

4.4 Suolo e sottosuolo

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti rileva la presenza di un normale carico trofico di azoto di origine agricola sul suolo che determina una situazione di bassa fragilità e a rischio contenuto anche in considerazione di possibili eventi alluvionali che possono dilavare il contenuto di azoto e fosforo disperso sul terreno. Da segnalare la presenza di alcune aree di frana e aree a dissesto idrogeologico ricadenti all’interno o a ridosso dell’ATO urbana IN02.

4.4.1 Residenti collegati alla rete fognaria Oltre al sistema idrico gli scarichi civili possono essere fonte di contaminazione anche del suolo e del sottosuolo nel caso questi siano incontrollati e mal gestisti. La percentuale di residenti collegati alla rete fognaria risulta mediamente bassa a livello comunale perché come precedentemente detto la maggior parte del territorio ricade in zona montana e non è servito da rete fognaria. La sola ATO urbana di fondovalle di Badia Calavena, soprattutto in relazione alla modesta superficie territoriale di tale ambito, risulta quindi allacciata, ed in linea con i valori medi provinciali. Nel complesso dunque non si evidenziano criticità. Tale punto di debolezza è legato al territorio aperto; alle frazioni e case sparse delle ATO collinari.

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Sviluppo della rete di fognatura ATO Residenti Residenti Residenti Media totali collegati alla collegati alla provinciale rete fognaria rete fognaria (n.) (m) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 262 0 0.00 AP 3 - Monte Tomba 98 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 2 331 1 710 73.37

Totale 2 691 1 710 63.55 79.00

4.4.2 Carico trofico potenziale di azoto Il carico trofico rappresenta le quantità di azoto potenzialmente immesse nell’ambiente; è un indicatore della pressione antropica sull’ambiente e viene calcolato a seconda del comparto di origine: civile, agricola e industriale. Come già precedentemente specificato i dati sintetizzati in tabella sono dati potenziali valutati nella peggiore delle ipotesi e le probabilità di una contaminazione del suolo e sottosuolo dovrebbero essere considerati eventi straordinari. I carichi trofici totali si trovano concentrati nelle maggiori aree urbane e sono legati alla attività industriale. Considerando il carico relativo al comparto agricolo, questo si presenta in concentrazioni maggiori negli ATO a predominante vocazione agricola, dove si concentra l’attività agricola di coltivazione e di allevamento del bestiame.

4.4.2.1 AZOTO Il carico di azoto viene calcolato in modo distinto a seconda del comparto di provenienza: l’azoto deriva, infatti, da attività di origine civile, agricola e industriale. I carichi trofici potenziali di azoto risultano inferiori rispetto al riferimento medio provinciale. Gli apporti maggiori sono dovuti al carico trofico agricolo ed urbanizzato presente nell’ATO IN02, in cui si delinea comunque una situazione normale e di conseguenza con nessuna ipotetica criticità.

Carico trofico potenziale - azoto (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media provinciale territoriale trofico civile trofico trofico trofico totale potenziale totale agricolo industriale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 1 59 4 64 5.92 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 59 2 62 5.29 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 9 36 28 73 16.40

Totale 26 909 416 11 154 34 199 7.38 20.08

4.4.2.2 FOSFORO La situazione presenta valori sostenibili, con nessun superamento anche nelle condizioni peggiori ipotizzate.

Carico trofico potenziale - fosforo (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media provinciale territoriale trofico civile trofico trofico trofico totale potenziale totale agricolo industriale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 0 41 0 42 3.84 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 41 0 41 3.56 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 25 3 29 6.53

Totale 26 909 416 1 107 3 112 4.16 9.67

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4.4.3 Vulnerabilità idrogeologica Il territorio di Badia Calavena è caratterizzato dalla presenza di aree a di frana e aree a dissesto idrogeologico. Tra i fenomeni gravitativi sono state cartografate tutte le frane già individuate dal PAI (per lo più di crollo) oltre ad altre anche di recente attivazione comprendenti scorrimenti traslativi. Tali aree sono riportate in una tabella a pag. 11 e 12 della relazione geologica allegata al PATI e cartografate di seguito. Il PATI verifica l’idoneità delle azioni strategiche di sviluppo insediativo rispetto a tali fragilità. Le aree a dissesto idrogeologico sono state trattate nel dettaglio nella relazione sulla valutazione della compatibilità idraulica a cui si fa riferimento.

Tale tipologia di valutazione è stata condotta con il metodo del MAP OverLay nella tavola tavola 08 - sensibilià ambientale.

La seguente figura mostra un estratto di mappa della Tavola 8 “Sensibilità Ambientale” in cui vengono evidenziate le aree a rischio idrogeologico evidenziate dal PAI. La trasformazione è dunque soggetta a norme specifiche di cui all’art. 21 e art 23

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4.5 Flora e fauna

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano un tasso di urbanizzazione che caratterizza sostanzialmente solo l’ATO IN02, mentre il resto del territorio conserva un elevato livello di naturalità in cui le aree boscate e anche le siepi rappresentano la parte caratterizzante del territorio. Anche le infrastrutture viarie non rappresentano elementi negativi o significativi d’impatto per la componente ecologica.

4.5.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO Una delle cause di degradazione del suolo è sicuramente la sempre maggiore diffusione delle aree urbanizzazione e lo sviluppo di infrastrutture dei trasporti che hanno come conseguenza la

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cementificazione del territorio. Influssi negativi a causa della sigillatura dei suoli sono da ricercarsi poi nella limitazione delle sue funzioni ecologiche quali l’essere l’habitat per particolari specie o come accumulatore di risorse di carbonio. Le aree urbanizzate possono creare effetti negativi sulla componente vegetazionale e sulla componente faunistica, perché oltre a provocare una riduzione dei siti idonei in termini di potere trofico e di habitat naturali adatti al rifugio e alla riproduzione della fauna, ne limita la diffusione a causa di disturbi provocati dalla vicinanza con gli insediamenti stessi. Considerando le risultanze ottenute per il territorio di Badia Calavena, si evidenzia come il Comune presenti un tasso di urbanizzazione medio pari al 5.34%. Si tratta di un valore in linea con la media provinciale, ma che nasconde una consistente edificazione concentrata nell’ATO IN02 a carattere urbano. Con le sue ridotte dimensioni territoriali quest’ATO non ha un grande peso sulla superficie urbanizzata dell’intero comune, ma rivela comunque un significativo impatto edificatorio. Per meglio caratterizzare il territorio, il valore dell’urbanizzazione va “letto” insieme all’indicatore successivo “4.1.5.3 -Superficie boscata/superficie ATO”, che descrive appunto come la disponibilità di superfici coperte da boschi sia notevole, offrendo così una naturale funzione di mitigazione degli effetti dell’urbanizzazione presenti nel centro di Badia Calavena. Inoltre sono già presenti articoli delle Norme Tecniche Comunali in cui si prevedono restrizioni all’edificazione, effetti di mitigazione per tale parametro e miglioramenti delle superfici urbanizzate (art. 27-29-46 delle N.T.A.).

Uso del suolo - superficie urbanizzata ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale urbanizzata urbanizzata provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 221 307 2.04 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 138 030 1.19 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 077 700 24.29

Totale 26 909 416 1 437 037 5.34 6.56

4.5.2 Superficie agricola/superficie ATO Negli ultimi 40 anni lo sviluppo economico ha comportato una profonda trasformazione dell’assetto territoriale, con consumo e sottrazione alla SAU di suoli destinati a processi di urbanizzazione e industrializzazione a carattere diffuso. Il fenomeno appare meno evidente per il territorio di Badia Calavena, data la sua ampia copertura boschiva che non rientra nel calcolo della SAU. Quindi si può affermare che la sottrazione di suolo agricolo per fini urbanistici è stata contenuta negli anni e il territorio conserva una superficie agricola pari a circa il 33 %.

Uso del suolo - SAU ATO Superficie SAU SAU/sup. Media territoriale territoriale provinciale

(mq) (ha) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 339 31.24 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 340 29.24 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 206 46.39

Totale 26 909 416 884.6 32.87 58.21

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4.5.3 Superficie boscata/superficie ATO I boschi rappresentano per eccellenza gli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche, e costituiscono serbatoio di biodiversità. I boschi giocano poi un ruolo fondamentale nella regimazione delle acque e nella prevenzione dei fenomeni erosivi, oltre che nella valorizzazione del paesaggio e nel fornire spazi per scopi turistico-ricreativi. Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario. Il contesto territoriale in cui si situa il territorio comunale è quello collinare/montano in cui ove è possibile si sfrutta la risorsa suolo per le colture agricole, nella rimanente parte rimane prevalente invece la copertura del suolo a bosco. In tale contesto le superfici naturali e seminaturali risultano prevalenti nella caratterizzazione del territorio. La superficie boscata totale ammonta a 1420 ettari, concentrandosi soprattutto nelle ATO AP2 – Monte San Moro e AP3 – Monte Tomba. Il dato indica una percentuale di copertura boscata rispetto all’intera superficie comunale di più del 50%, mostrando quindi una elevata naturalità, di molto superiore alla media provinciale.

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Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 665 61.28 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 690 59.37 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 66 14.84

Totale 26 909 416 1 420.83 52.80 16.02

4.5.4 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO L’evoluzione delle attività antropiche è spesso accompagnata da trasformazioni irreversibili sull’eterogeneità del paesaggio, che risulta frammentato e si destruttura perdendo di identità e funzionalità. La presenza delle infrastrutture di trasporti (sebbene di impronta storica) rappresenta una delle cause della frammentazione delle tessere del mosaico ambientale. La rete stradale extraurbana comunale comprende solamente la SP10 della Val d’Illasi, asse viario principale dell’intero territorio del PATI che collega il gruppo montano del “Carega” con Verona e l’est veronese. Da questa strada si diramano varie arterie stradali secondarie ed innumerevoli strade e stradine comunali, che percorrono tutto il territorio raggiungendo le contrade e le malghe. A livello paesaggistico non si rilevano coni visuali particolarmente “minacciati” da tale infrastruttura, e comunque estensione di tale rete stradale non interferisce in maniera significativa con la continuità ecologica del territorio. Rispetto alla media regionale, lo sviluppo appare in linea per tutti gli ATO; le maggiori estensioni in senso assoluto sono nell’ATO IN02, centro residenziale e produttivo in cui si concentrano la maggior parte delle attività economiche. Inoltre la strutturazione di una rete ecologica locale, coerente con quella indicata dalla pianificazione superiore, potrà permettere di creare un sistema interconnesso tra tutti gli ambiti di interesse naturalistico presenti nel territorio, limitando al minimo gli eventuali fenomeni di frammentazione degli habitat e conseguente fenomeno di isolamento sotto il profilo faunisticico. . Sviluppo della rete stradale extraurbana ATO Superficie Sviluppo rete Sviluppo rete Media territoriale stradale stradale regionale extraurbana extraurbana (mq) (m) (Km/Kmq) (Km/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 5 476 0.50 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 19 027 1.64 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 11 509 2.59

Totale 26 909 416 36 012 1.34 1.45

4.5.5 Pressione venatoria La pressione venatoria è un indice derivante dal rapporto tra il numero di cacciatori presenti in una determinata area e la superficie cacciabile della stessa. L’intero territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata alla conservazione delle capacità riproduttive, al contenimento naturale delle specie carnivore e al conseguimento delle densità ottimali delle altre specie mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. L’attività venatoria, infatti, rappresenta un ulteriore fattore di pressione per alcune popolazioni di animali selvatici.

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Come appare dalle elaborazioni seguenti la pressione venatoria del Comune di Badia Calavena risulta inferiore a quella della provincia. Tale dato è uniforme per tutti gli ATO, compresi quelli a vocazione naturalistica maggiore come l’AP2 o l’AP3. Va ricordato che la pressione antropica indotta con l’attività di caccia non può produrre modificazioni significative sull’assetto faunistico del territorio, anche in relazione al fatto che l’attività di caccia è attualmente controllata e soggetta al Piano Faunistico Venatorio Provinciale e ovviamente dal Piano Regionale di cui alla LR 1/2007.

Pressione venatoria ATO Superficie Ripartizione Pressione Media agricola dei cacciatori venatoria provinciale

(mq) (n.) (n./ha) (n./ha) AP 2 - Monte San Moro 10 471 026 25 0.02 AP 3 - Monte Tomba 11 314 615 27 0.02 IN 2 - Badia Calavena 2 862 655 5 0.02

Totale 24 648 296 57 0.02 0.05

4.6 Biodiversità e zone protette

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano l’assenza nell’attuale strumento urbanistico di aree significative con funzione di parco-campagna in eccesso rispetto gli standard urbanistici. Il livello di biodiversità delle aree boscate e delle siepi per la loro estensione è idonea a rappresentare adeguatamente corridoi e ambiti di naturalità diffusa. Assenti sono le aree verdi aperte costruite con funzione di ricostruzione ambientale, compensazione e/o perequazione ambientale

4.6.1 Estensione delle aree a parco/superficie ATO Le aree protette, soprattutto se dotate di ambienti umidi e/o di corsi d’acqua associati a vegetazione arborea/arbustiva, rappresentano uno degli strumenti principali per la conservazione della biodiversità. Le aree verdi contribuiscono inoltre a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell’uomo, regolando gli effetti del microclima cittadino e regimando i picchi termici estivi con una sorta di effetto di condizionamento naturale dell’aria. All’interno del comune di Badia Calavena, l’ area a parco occupa parte dell’ATO AP2 e parte dell’ATO IN02, risultando in linea con la media provinciale. Questo aspetto contribuisce ad esprimere un giudizio positivo e funge sicuramente da elemento “positivo” di naturale “compensazione” degli effetti negativi generali dovuti ai fenomeni diretti ed indiretti della antropizzazione anche dello stato attuale.

Superficie destinata a parco ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale totale a totale a parco provinciale parco (mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 352 931 3.25 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 224 339 5.06

Totale 26 909 416 577 270 2.15 3.13

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4.6.2 Superficie boscata/superficie ATO Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario. La superficie boscata totale a Badia Calavena ammonta a 1.421 ettari, distribuendosi con percentuali elevate soprattutto nelle ATO AP2 e AP3. Il dato indica una elevata naturalità del territorio, che mostra una vocazione principalmente forestale ed in parte agricola. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione di tale patrimonio naturalistico. Estratto tavola 6 - della variazione di naturalità

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Nel progetto dunque si dovranno dare risconto di specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola alla strutturazione della rete ecologica: l’intento è quello di attivare misure di mitigazione/compensazione ambientale degli effetti negativi in termini di antropizzazione che l’attuazione del Piano può comportare. Si veda la tavola dell’Uso del suolo (tav. 2) per maggiori dettagli e soprattutto la tavola (tav. 6- della variazione di naturalità). Come evidente dallo stralcio qui rappresentato i maggiori livelli di naturalità si ottengono nelle aree boscate, che ricoprono gran parte del territorio. lungo i corsi d’acqua dove coesistono aree con acque libere e fasce boscate o nelle aree di aperta campagna con presenza di siepi e filari.

Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 665 61.28 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 690 59.37 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 66 14.84

Totale 26 909 416 1 420.83 52.80 16.02

4.6.3 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale Le aree di ricostruzione ambientale rappresentano ambiti nei quali si prevede l’incremento del grado di naturalità e che possono fungere da filtri ambientali in grado di attenuare il livello d'impatto tra la zona urbana ed il territorio “aperto”. Sono di particolare importanza le fasce vegetative, le siepi e boschetti, che sono collocate preferibilmente nelle zone di maggiore fragilità ambientale, in vicinanza di parchi o nelle aree protette. Possono essere rappresentate da paesaggi agrari portatori di valore naturalistico oppure da filari alberati e siepi per la rete idrica agraria. Attualmente, nel Comune di Badia Calavena non esistono aree di ricostruzione ambientale; intese come aree dedicate all’aumento della naturalità diffusa. Ciò in considerazione del fatto che si tratta di un comune montano già attualmente dotato di un ottimo livello di naturalità. Inoltre una rete ecologica ad oggi non è ancora strutturata. L’attuale strumento urbanistico comunale non consente misure specifiche per la realizzazione della rete ecologica e le sue modalità di attuazione. Sarà compito del piano individuare, in coerenza con il PTRC, una serie di elementi di valore ecologico-funzionale, da attuare sul territorio. Tale aree saranno poi ambiti preferenziali per la realizzazione di misure di compensazione ambientale. Infatti la creazione di una Rete Ecologica mira all'individuazione e al potenziamento o alla ricostruzione di quegli ambiti territoriali lineari, areali o puntiformi, che possono avere funzione di raccordo, favorendo la continuità fra gli ambienti naturali. Una delle azioni fondamentali della rete ecologica consiste proprio nella creazione di connessioni fisiche e biologiche tra foreste e aree protette, per esempio attraverso la ricostituzione o il mantenimento di corridoi biologici e zone cuscinetto, ovvero quei territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente, ma vicine per funzionalità ecologica.

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Superficie destinata ad aree di ricostruzione ambientale ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale totale totale regionale ricostruzione ricostruzione ambientale ambientale (mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 0 0.00 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 0 0.00

Totale 26 909 416 0 0.00 7.34

4.7 Paesaggio e territorio

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano la mancanza di particolari elementi di fragilità e criticità paesaggistica. I maggiori elementi rilevati comunque sono legati all’ambito urbanizzato di fondo valle in cui contribuiscono a diminuire la qualità paesaggistica anche la diffusa presenza di allevamenti e una rete stradale secondaria non trascurabile.

4.7.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO L’espansione delle aree urbanizzate produce impatti negativi sulla componente paesaggistica del territorio perché diminuisce il grado di naturalità e la diversificazione dell’assetto paesaggistico. Ma soprattutto la diffusione della superficie urbanizzata ha effetti irreversibili sulla frammentazione e destrutturazione del mosaico ambientale. Per tale ragione nella pianificazione e progettazione del sistema delle ATO si è dato rilievo a determinare non solo ambiti urbanistici omogenei ma anche un insieme di elementi strutturali omogenei che caratterizzassero il paesaggio, le patches, le quali compongono il mosaico ambientale. La scelta strategica è stata di “consolidare” l’evoluzione delle attività antropiche spesso accompagnata da trasformazioni nell’eterogeneità del paesaggio, grazie alla determinazione di margini tra patches adiacenti ed alla creazione di nuovi contatti tra gli elementi che costituiscono il mosaico ambientale. Tale mosaicatura individua due tipologia di ATO/PATCHES: - quelli del sistema urbano - quelli del sistema aperto. Uso del suolo - superficie urbanizzata ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale urbanizzata urbanizzata provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 221 307 2.04 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 138 030 1.19 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 077 700 24.29

Totale 26 909 416 1 437 037 5.34 6.56

Considerando le risultanze ottenute per il territorio di Badia Calavena, si evidenzia come il Comune presenti un tasso di urbanizzazione in linea con la media provinciale, pari al 5.34%. Si rileva una consistente edificazione, concentrata nell’ATO a carattere urbano IN02 – Badia Calavena, ovvero l’ATO di fondovalle, che viene compensata dalle altre due ATO a bassa edificazione. Per meglio caratterizzare il territorio, il valore dell’urbanizzazione va “letto” insieme all’indicatore successivo “5.5.3 -Superficie boscata/superficie ATO”, che descrive appunto come la

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disponibilità di superfici boscate, quali aree cui attribuire una funzione di mitigazione degli effetti dell’urbanizzazione (art. 40 e 41 – Rete ecologica locale) sia notevole.

4.7.2 Aree di riqualificazione del tessuto urbano Si tratta di ambiti edificati interessati principalmente da complessi di attività produttive dismesse, residenzialità abbandonate, volumi degradati che contrastano con i caratteri paesaggistici delle zone in cui ricadono. Saranno dunque oggetto di interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, volti al miglioramento ambientale. Si tratta di aree di riqualificazione e riconversione che sono parti del tessuto insediativo che hanno bisogno di rigenerazione o sono, di fatto, interessate da processi di dismissione, trasformazione o evoluzione dell’assetto fisico e funzionale attuale, aventi un ruolo determinante nella trama urbana e per la vita sociale della comunità. L’attuale strumento urbanistico, il PRG vigente, non prevede tali aree. Uno specifico articolo delle norme del PATI formula le direttive per la formazione del Piano degli Interventi (P.I.), con riguardo alle “Aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana ed ambientale” (art. 31). Si tratta, infatti, di interventi che non consumano nuovo suolo naturale.

Area di riqualificazione del tessuto urbano ATO Superficie Superficie Area di Area di Media territoriale urbanizzata riqualificazione riqualificazione comunale del tessuto ubano del tessuto ubano (mq) (mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 221 307 0 0.00 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 138 030 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 077 700 0 0.00

Totale 26 909 416 1 437 037 0 0.00

4.7.3 Superficie agricola/superficie ATO Il paesaggio agricolo, nel contesto territoriale in esame presenta i coltivi talvolta frammisti a superfici seminaturali prative, che possono rappresentare ambiti di diversificazione del paesaggio. Le aree agricole diventano perciò un presupposto essenziale della tutela del paesaggio, potendo contribuire in modo sensibile al mantenimento degli equilibri ambientali, tramite l’interconnessione di alcuni dei fattori organizzativi con l’ecosistema circostante, e tramite la diversificazione dei tasselli (patches) che compongono il mosaico territoriale. Il territorio di Badia Calavena conserva una discreta percentuale di aree agricole che concorrono a formare una buona percentuale di SAU, pari al 32.9%, con prevalenza di superficie investita a prato (superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione) seguita dai pascoli naturali, che costituiscono un aspetto di rilevante caratterizzazione del paesaggio, che l’amministrazione comunale dovrà tenere in debito conto nel definire le trasformazioni a carico del territorio. Uso del suolo - SAU ATO Superficie SAU SAU/sup. Media territoriale territoriale provinciale

(mq) (ha) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 339 31.24 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 340 29.24 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 206 46.39

Totale 26 909 416 884.6 32.87 58.21

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4.7.4 Superficie boscata/superficie ATO Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario. La superficie boscata totale a Badia Calavena ammonta a 1.421 ettari, distribuendosi con percentuali elevate soprattutto nelle ATO AP2 e AP3. Il dato indica, come già ravvisato in precedenza, una vocazione principalmente agricolo-forestale del comune, mostrando la presenza di elementi con un importante grado di naturalità. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione del patrimonio naturalistico esistente. Si dovranno indicare specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola soprattutto alla strutturazione della rete ecologica con l’intento è quello di attivare misure di mitigazione/compensazione ambientale degli effetti negativi in termini di antropizzazione che l’attuazione del Piano può comportare.

Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 665 61.28 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 690 59.37 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 66 14.84

Totale 26 909 416 1 420.83 52.80 16.02

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4.7.5 Densità degli allevamenti L’agricoltura locale è caratterizzata dalla presenza di numerosi allevamenti molti dei quali di carattere famigliare e dunque di ridotte dimensioni. Si conta anche un cospicuo numero di allevamenti di tipo intensivo, che ammontano a n. 8, incentrati su, avicoli, bovini da carne e da riproduzione. Queste realtà agricole si concentrano soprattutto nell’ATO AP2 ed anche nell’ATO IN2. Considerato che soprattutto quest’ultima manifesta una urbanizzazione considerevole, l’amministrazione dovrà considerare l’effetto detrattore che può derivare dalla presenza di tali allevamenti; in questo senso il piano deve porre in attuazione misure normative per la mitigazione dell’eventuale impatto visivo, e anche indicazioni normative per la gestione di eventuali fabbricati dismessi, recupero di volume e incentivazione di attività compatibili. Ciò in considerazione al fatto che anche il recupero di tali fabbricati costituisce modalità per rispondere alle esigenze abitative senza consumare nuovo suolo.

Allevamenti - densità ATO Superficie Allevamenti Densità degli Media territoriale allevamenti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n. /Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 28 2.58 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 26 2.24 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 31 6.99

Totale 26 909 416 85 3.16 2.24

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Mappa degli allevamenti intensivi

4.7.6 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO L’evoluzione delle attività antropiche è spesso accompagnata da trasformazioni irreversibili sull’eterogeneità del paesaggio, che risulta frammentato e si destruttura perdendo di identità e funzionalità. La presenza delle infrastrutture di trasporti (sebbene di impronta storica) rappresenta una delle cause della frammentazione delle tessere del mosaico ambientale. La rete stradale comprende la SP10 “della Val d’Illasi” che collega l’Alta Lessinia con Verona e costituisce la direttrice principale da cui si diramano varie arterie stradali secondarie che collegano le varie frazioni e contrade. Innumerevoli sono le strade e stradine comunali che percorrono tutto il territorio raggiungendo le diverse contrade e le malghe. Rispetto alla media regionale, lo sviluppo appare non elevato, con punte maggiori nel centro di Badia Calavena, ciò in considerazione delle limitate dimensioni delle ATO. Tali valori tuttavia non alterano la qualità paesaggistica complessiva

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Sviluppo della rete stradale extraurbana ATO Superficie Sviluppo rete Sviluppo rete Media territoriale stradale stradale regionale extraurbana extraurbana (mq) (m) (Km/Kmq) (Km/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 5 476 0.50 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 19 027 1.64 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 11 509 2.59

Totale 26 909 416 36 012 1.34 1.45

4.7.7 Sviluppo dei percorsi ciclabili/residente Dalla lettura della tabella sottostante emerge la grande presenza di percorsi turistici nel territorio di Badia Calavena. Tali percorsi valorizzano il contesto paesaggistico e diventano in primo luogo un’occasione per restituire ai centri urbani, attraverso parchi, aree attrezzate e percorsi nel verde la loro fruizione, un momento di svago e nello stesso tempo valorizzano maggiormente gli elementi di alto pregio storico-culturale del territorio. Il territorio di Badia Calavena vanta un buon patrimonio storico-culturale, ma soprattutto la presenza di un territorio montano boscato, adatto ad essere percorso a piedi e in bicicletta, offrendo ai fruitori tanti itinerari a loro dedicati. Lo sviluppo dei percorsi su scala comunale è molto elevato e sviluppato in quasi tutti gli ambiti, sia quelli più montani che quello più urbano.

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Sviluppo dei percorsi turistici ATO Superficie Sviluppo Sviluppo Media territoriale percorsi percorsi provinciale turistici turistici per Kmq (mq) (m) (m/Kmq) (m/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 28 614 2 638.59 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 25 704 2 210.35 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 16 618 3 746.12

Totale 26 909 416 70 936 2 636.10 91.94

4.8 Patrimonio culturale

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti non evidenziano situazioni di criticità per il sistema culturale. Gli stessi temi sono comunque una opportunità per lo sviluppo turistico e saranno oggetto di valorizzazione e tutela

4.8.1 Superficie dei centri storici/superficie ATO Il centro storico con superficie maggiore è quello di Badia Calavena nell’ATO IN2 (valore alto anche in percentuale data la ristretta superficie territoriale dell’ambito). Nel resto del territorio sono segnalati alcuni centri storici minori per i quali il progetto di piano deve tener conto. Tale caratteristica non è prioritaria nella valutazione delle criticità, ma evidenzia in ogni caso la presenza di un tessuto urbano poco discontinuo e di antica origine.

Presenza di centri storici ATO Superficie Superficie dei Superficie dei Media territoriale centri storici centri storici provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 84 627 0.78 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 105 282 0.91 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 172 700 3.89

Totale 26 909 416 362 609 1.35 0.71

4.8.2 Nuclei storici Il territorio di Badia Calavena è caratterizzato dalla presenza di diversi elementi di importanza storico-architettonico, tra cui contrade, chiesette e anche una villa veneta. Tali attrattori, se opportunamente valorizzati, possono svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo di iniziative a sostegno del turismo rurale e culturale, associato alla mobilità sostenibile. Tali elementi storici, di rilevante interesse collettivo, si ritrovano principalmente negli ATO a carattere residenziale, anche con densità superiori alla media provinciale. Ciò a testimonianza del fatto che ci troviamo in un comune con un tessuto urbano poco discontinuo. La presenza di questi elementi, associato ad una vasta rete di percorsi turistici, costituisce l’occasione per una ulteriore valorizzazione del sistema turistico-visitazionale, soprattutto di tipo locale.

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Presenza di nuclei storici ATO Superficie Nuclei storici Nuclei storici Media territoriale provinciale (mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 4 0.37 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 3 0.26 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 7 1.58

Totale 26 909 416 14 0.52 0.42

4.9 Popolazione e salute umana

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano e confermano che non vi sono criticità da segnalare, se non per le emissioni di ammoniaca in considerazione della commistione tra attività zootecnica e edificato residenziale. Trova ampio margine di miglioramento anche il sistema turistico in considerazione ad azioni di valorizzazione da poter porre in atto.

4.9.1 Densità della popolazione La popolazione si distribuisce in modo disomogeneo: è evidente la netta diversità di diffusione insediativa tra i centri urbani residenziali, Badia Calavena (ATO IN02), in cui si supera abbondantemente la media provinciale, e le altre aree. Tale valore è dettato ovviamente dalla delimitazione degli ambiti che sono stati determinati dalla volontà di “rappresentare” contesti omogenei sotto il profilo di utilizzo del territorio e dalla volontà di salvaguardare gli ambiti aperti. La densità risulta invece molto bassa negli ATO AP2 e AP3 a contesto naturalistico. La densità di popolazione complessiva a Badia Calavena è comunque ben al di sotto della media provinciale e tale situazione non produce comunque situazioni di criticità.

Popolazione - densità ATO Superficie Residenti Densità della Media territoriale totali popolazione provinciale

(mq) (n.) (ab./Kmq) (ab./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 262 24.16 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 98 8.43 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 2 331 525.47

Totale 26 909 416 2 691 100.00 294.76

4.9.2 Occupati nell’agricoltura Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Il settore primario conta in totale 138 occupati; la densità degli addetti del settore a livello comunale è inferiore alla media provinciale. A livello di singolo ATO si ha una situazione variabile a seconda del contesto territoriale; il maggior numero di addetti è concentrato nell’ATO IN02. Nel complesso si dimostra come l’agricoltura abbia comunque un ruolo significativo per il comune di Badia Calavena. Tale situazione non produce comunque situazioni di criticità.

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Occupati in agricoltura ATO Superficie Superficie Ripartizione Ripartizione Densità degli Media territoriale agricola SAU degli addetti addetti agricoli provinciale

(mq) (ha) (%) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 339 38.30 53 4.89 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 340 38.44 53 4.56 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 206 23.27 32 7.21

Totale 26 909 416 885 100.00 138 5.13 6.09

4.9.3 Occupati nell’industria Gli insediamenti produttivi occupano una bassa percentuale di superficie comunale. Il Comune di Badia Calavena appartiene al settore della Valpantena-Valpolicella-Lessinia dove si evidenzia una maggior incidenza delle attività manifatturiere (14.1% contro il 13.3% della provincia) e di quelle delle costruzioni (17.4% contro il 15.4% della provincia). Nel settore manifatturiero si registra in generale un peso maggiore della attività legate alla lavorazione del marmo, all’industria alimentare e a quella del legno. I dati dimostrano come su scala comunale la media della densità degli occupati nel settore risulta inferiore al riferimento provinciale dimostrando la relativa competitività del sistema industriale. La maggiore densità di addetti viene riscontrata primariamente all’interno dell’ATO IN2, dove di fatto sono presenti le attività industriali e artigianali. Addetti nell'industria ATO Superficie Ripartizione Densità degli Media territoriale degli addetti addetti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 39 3.60 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 18 1.57 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 268 60.37

Totale 26 909 416 325 12.08 42.28

4.9.4 Occupati nel terziario Il settore terziario si pone come contenitore di importanza intermedia in quanto impiega un numero di addetti pari a 226, superiore a quello agricolo, ma inferiore a quello industriale. A livello comunale gli addetti ai servizi per km2 sono anche in questo caso concentrati nell’ATO di fondovalle di Badia C.

Addetti nel terziario ATO Superficie Ripartizione Densità degli Media territoriale degli addetti addetti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 16 1.44 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 13 1.15 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 197 44.39

Totale 26 909 416 226 8.40 77.84

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4.9.5 Reddito derivante dalla produzione agricola Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. L’agricoltura a Badia Calavena è improntata soprattutto sul comparto zootecnico. La PLV complessiva risulta molto inferiore a quella media provinciale. In relazione anche ai valori espressi dagli altri settori, come di seguito riportati, è evidente che Badia rappresenta un comune lontano dai principali poli produttivi e urbani, vocato prettamente agli usi forestali.

Produzione lorda vendibile agricola ATO Superficie PLV PLV PLV PLV/Kmq Media territoriale coltivazioni allevamenti agricola provinciale

(mq) (€) (€) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 896 478 947 058 1 843 536 169 999 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 899 695 879 411 1 779 106 152 989 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 544 597 1 048 529 1 593 125 359 131

Totale 26 909 416 2 340 770 2 874 998 5 215 768 193 827 466 407

4.9.6 Valore aggiunto industria Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Il settore industriale di Badia Calavena è incentrato sulla presenza delle imprese di costruzione e delle industrie di lavorazione dei marmi e manifatturiere in generale. Il reddito derivante dal settore secondario è concentrato soprattutto nell’ATO IN2 che include l’area industriale produttiva e il cui valore aggiunto supera di gran lunga la media di riferimento. Complessivamente però il dato medio è ben inferiore a quello provinciale, evidenziando un ruolo secondario nel contesto territoriale di riferimento.

Valore aggiunto dell'industria ATO Superficie VA totale VA medio Media territoriale industria per Kmq provinciale

(mq) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 2 436 000 224 632 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 1 136 800 97 756 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 16 727 200 3 770 740

Totale 26 909 416 20 300 000 754 383 2 124 580

4.9.7 Valore aggiunto terziario Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Le attività del settore terziario si concentrano nell’ATO IN2 dove, come già visto, si sviluppano le attività complementari e di ausilio alle attività del settore dell’industria. Il Valore aggiunto totale derivato dal terziario a Badia Calavena è più alto nella singola ATO, ma a livello comunale è ben inferiore ai dati medi provinciali.

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Valore aggiunto del terziario ATO Superficie Imprese del VA comunale VA per Media territoriale terziario nel terziario impresa nel provinciale terziario (mq) (n.) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 7 1 899 010 175 114 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 6 1 627 723 139 972 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 88 23 873 267 5 381 647

Totale 26 909 416 101 27 400 000 1 018 231 4 669 859

4.9.8 Ripetitori per comunicazioni Le radiocomunicazioni, interessano lo spettro di frequenze comprese nell’intervallo 100 kHz – 300 gHz e appartengono al gruppo di radiazioni non ionizzanti. I campi elettromagnetici a radiofrequenza dei ripetitori per telecomunicazioni si distinguono dai campi degli elettrodotti perché quest’ultimi non trasportano energia e si estinguono molto rapidamente con la distanza, mentre quelli a radiofrequenza trasportano energia, e si attenuano lentamente con la distanza. Pertanto, anche gli effetti dovuti all’esposizione ai campi generati da queste due sorgenti sono diverse. Per quanto riguarda le radiofrequenze, diversamente dai campi magnetici ed elettrici generati a 50 Hz, non esistono ancora evidenze scientifiche che associano l’esposizione a campi elettromagnetici ad effetti sanitari cancerogeni. Le esposizioni alle radiofrequenze possono dare effetti sanitari quali forme di astenia, sonnolenza, mancanza di concentrazione, inappetenza. Con esposizioni prolungate si possono riscontrare conseguenze quali cataratte oculari, l’opacizzazione del cristallino anomalie alla cornea, alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni nel sistema immunitario, ustioni della pelle ed effetti termici. Gli effetti termici sono imputabili alla trasformazione di energia e.m. in calore e la profondità di penetrazione della radiazione dipende dall’attenuazione manifestata dalla materia attraversata: maggiore è l’assorbimento per unità di spessore, minore è la profondità di penetrazione, quindi maggiore è il riscaldamento. Nel comune di Badia Calavena sono dislocati n.2 ripetitori situati uno nell’ATO Ap2 e l’altro nell’ATO IN2 residenziale. La localizzazione di interesse è quella di IN2 residenziale, dove la posizione dovrà essere posta in relazione con le previsioni di sviluppo. Ripetitori per telefonia ATO Superficie Ripetitori Densità Media territoriale per ripetitori provinciale telefonia (mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 1 0.09 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 0 0.00 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 1 0.23

Totale 26 909 416 2 0.07 0.23

4.9.9 Emissioni di monossido di carbonio Il monossido di carbonio è un prodotto della combustione ed è estremamente diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell’inquinamento. Le sorgenti di monossido di carbonio più pericolose si ritrovano tuttavia negli ambienti domestici (inquinamento indoor): in particolare scaldabagni o caldaie a gas per il riscaldamento o stufe a legna con tiraggio inadeguato per scarsa manutenzione o difetto nell’impianto, fornelli a gas o anche automobili con il motore tenuto acceso a lungo in ambienti confinati, come le autorimesse. La sua tossicità è dovuta al fatto che, legandosi all’emoglobina al posto dell’ossigeno, il CO impedisce una buona ossigenazione del sangue, con conseguenze dannose sul sistema nervoso e cardiovascolare con eventuali conseguenze in funzione dell’accumulo di carbossiemoglobina nel sangue. Con una concentrazione di 20-40

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mg/m3, valori che caratterizzano strade strette e con molto traffico, il tenore di carbossiemoglobina nel sangue sale da un minimo dell’1,5-2%, al 3% se si sta facendo intensa attività fisica, fino a raggiungere valori attorno al 7% se contemporaneamente si fuma. Tali valori possono causare disturbi nelle funzioni del sistema nervoso centrale: vengono ridotte le capacità di reazione, la capacità visiva e la cognizione del tempo con un conseguente aumento di rischio di incidenti. Nel territorio di Badia Calavena i valori di CO riscontrati sono molto inferiori al valore limite giornaliero stabilito dalla normativa per tutti gli ATO.

Emissioni di monossido di carbonio (valori massimi) ATO Concentrazioni di Valore limite monossido di carbonio (mg/mc) (mg/mc) AP 2 - Monte San Moro 1.95 AP 3 - Monte Tomba 2.52 IN 2 - Badia Calavena 3.31

Totale 10

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10 e per la restante viabilità secondaria, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

4.9.10 Emissioni di biossido di azoto

L’NO2 e in generale gli NOx interferiscono con la salute umana poiché, una volta inalato, tende a reagire con i tessuti interni, provocando difficoltà respiratorie ed innescando reazioni biochimiche. Studi scientifici hanno rilevato una maggiore sensibilità nei soggetti asmatici e nei bronchitici. Il biossido di azoto contribuisce, seppur in misura diversa ed in dipendenza della durata dell’esposizione, è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi, causando bronchiti ed edema polmonari. Come indicato anche nel rapporto ambientale preliminare ed in precedenza, per il comune di Badia Calavena si ha una concentrazione relativamente più elevata di biossido di azoto nell’ambito maggiormente interessato dal passaggio delle principali infrastrutture viarie, ovvero nell’ATO IN2. Analogamente al CO i livelli non superano comunque mai, anche nella peggiore delle ipotesi, la soglia di attenzione.

Emissioni di biossido di azoto (valori massimi) ATO Concentrazioni Livello di Livello di di biossido di attenzione allarme azoto (μg/mc) (μg/mc) (μg/mc) AP 2 - Monte San Moro 142 AP 3 - Monte Tomba 126 IN 2 - Badia Calavena 173

Totale 200 400

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10 e per la restante viabilità secondaria, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 71

4.9.11 Emissioni di polveri Le polveri PM10 possono costituire un serio pericolo per la salute umana. Il sistema maggiormente attaccato dal particolato è l’apparato respiratorio, ed il fattore di maggior rilievo per lo studio degli effetti è probabilmente la dimensione delle particelle, in quanto da essa dipende l’estensione della penetrazione nelle vie respiratorie. Un’esposizione di breve periodo può irritare i polmoni e causare broncocostrizione, tosse e mancanza di respiro. Inoltre le sostanze che si dissolvono dal materiale particellare possono causare danni alle cellule. E’ stato infatti dimostrato che un’esposizione di lungo periodo anche a basse concentrazioni può indurre il cancro e in forme lievi le particelle che si depositano nel tratto respiratorio superiore o extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe) possono causare effetti irritativi quali secchezza ed infiammazione di naso e gola. Le particelle che si depositano nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi e bronchioli più grandi) possono invece provocare costrizioni bronchiali, aggravare malattie respiratorie croniche (asma, bronchite, enfisema) ed eventualmente indurre neoplasie. I valori di emissioni di polveri sottili sono più elevati dove si concentrano le attività produttive, il traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento, ovvero nell’ATO IN02 – Badia Calavena. Le polveri sottili risultano comunque al di sotto del valore limite stabilito dalla normativa (50 µg/m3) per tutti gli ATO.

PM10 (valori massimi) ATO Concentrazioni Valore limite di particelle totali sospese (μg/mc) (μg/mc) AP 2 - Monte San Moro 21 AP 3 - Monte Tomba 21 IN 2 - Badia Calavena 28

Totale 50

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10 e per la restante viabilità secondaria, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

4.9.12 Emissioni di ammoniaca L’ammoniaca è di odore irritante e pungente ed è tossico. L’ammoniaca è irritante e ha effetto fortemente ustionante su occhi, mucose delle vie respiratorie, polmoni e pelle. L’esposizione alle alte concentrazioni può anche determinare l’arresto temporaneo del respiro ed edema polmonare ed irritare gli occhi causando danno alla cornea e perfino cecità permanente. Come visto in precedenza, per il Comune di Badia Calavena la situazione è al di sopra della media nell’ATO IN02, dove è maggiore la concentrazione degli allevamenti e di altre attività produttive. Negli ambiti abitati si crea anche una situazione problematica, legata alla commistione tra edificato residenziale ed allevamenti stessi. Il dato complessivo a livello comunale, sebbene sotto della media provinciale, è superiore al limite imposto dalla legge a partire dall’anno 2011. Agricoltura - emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale ammoniaca ammoniaca ammoniaca ammoniaca provinciale coltivazioni allevamenti totale totale (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AP 2 - Monte San Moro 10 844 420 867 7 094 7 962 734 AP 3 - Monte Tomba 11 628 944 870 4 782 5 653 486 IN 2 - Badia Calavena 4 436 052 527 24 875 25 402 5 726

Totale 26 909 416 2 264 36 752 39 016 1 450 5 327

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4.9.13 Livello sonoro Il rumore può produrre effetti a carico dell’apparato uditivo: il danno può essere di tipo acuto, quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa, e di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un’esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore. Ma il rumore ambientale può dar luogo ad una serie di altri effetti, fra i quali il disturbo del sonno e del riposo, l’interferenza con la comunicazione verbale, effetti psicofisiologici, effetti sulla salute mentale e sull’apprendimento, oltre al disturbo o al fastidio genericamente inteso (annoyance). Le analisi condotte sul livello sonoro sia diurno che notturno hanno preso in considerazione le emissioni di rumore da traffico veicolare consentendo di rilevare il superamento dei valori massimi del limite di immissione solo nell’ambito territoriale urbano di Badia Calavena (IN02) e solo in determinate fasce orarie o giorni della settimana.

Livelli sonori rete stradale – diurno Livello sonoro ATO Valori massimi Limite di di immissione immissione calcolati diurno

(dBA) (dBA) AP 2 - Monte San Moro 63 AP 3 - Monte Tomba 64 IN 2 - Badia Calavena 68

Totale 65

Livelli sonori rete stradale – notturno Livello sonoro ATO Valori massimi Limite di di immissione immissione calcolati notturno

(dBA) (dBA) AP 2 - Monte San Moro 51 AP 3 - Monte Tomba 53 IN 2 - Badia Calavena 56

Totale 55

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10 e per la restante viabilità secondaria, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

4.9.14 Inquinamento luminoso La figura rappresenta il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenith per ampi settori con una risoluzione di circa 1 km2 (rapporto dei rispettivi valori di luminanza, o brillanza, per unità di angolo solido di cielo per unità di area di rivelatore, espressa come flusso luminoso in candele). L’intero territorio della Regione Veneto risulta avere livelli di brillanza artificiale superiori al 33% di quella naturale ed è pertanto da considerarsi inquinato. Il valore limite di riferimento (secondo UAI – Unione Astronomica Internazionale) è il 10%.

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Tutto il territorio di Badia Calavena ha livelli di brillanza tra il 100% e il 300% rispetto a quella naturale. Si tratta di medio – bassi se riferiti all’intero territorio del Veneto, ma comuni a tutta la fascia dei comuni della zona collinare e montana veneta.

Fonte: Grado di brillanza (inquinamento luminoso) – QC Regione Veneto file c0901013_BrillanzaCieloNot

Fonte: Regione Veneto

Nel territorio del P.A.T.I sono state individuate zone di maggior tutela definite dalla Regione Veneto per la protezione di osservatori astronomici esistenti (pubblici o privati). Badia Calavena infatti compare nell’Elenco dei comuni con territorio inserito nelle fasce di rispetto a 50 km da osservatori professionali ai sensi della legge regionale 27 giugno 1997, n° 22. È doveroso ricordare che la Regione Veneto ha pubblicato sul BUR n. 85 del 11/08/2009 la Legge del 07 agosto 2009 relativa a “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività

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svolta dagli osservatori astronomici”. Secondo quanto disposto dalla suddetta Legge, ciascun comune deve, entro tre anni, redigere il Piano dell’illuminazione per il contenimento luminoso (PICIL).

4.9.15 Inquinamento da Radon In sede di Rapporto Ambientale non si è individuato uno specifico indicatore in quanto nella PROVINCIA di Verona, ed in particolare nel comune di Badia Calavena, il rischio radon è molto contenuto rispetto alla realtà veneta, dove la percentuale stimata di abitazioni con una concentrazione di radon superiore a 200 Bq/m3 è pari al 3.88%. Nel caso specifico, il comune di Badia Calavena non rientra tra quelli esposti a rischio radon. Le indagini condotte da ARPAV nel 2000 mostrano che per Badia Calavena la percentuale di abitazioni con livelli di radon eccedenti 200 Bq/m3 è circa lo 0.9%. Sono infatti considerati comuni a rischio radon i territori con percentuali di abitazioni che superano i 200 Bq/m3 nel 10% dei casi. La figura sottostante indica la percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello di riferimento di 200 Bq/m3.

Percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello di riferimento di 200 Bq/m3 (fonte: ARPAV-Rapporto Indicatori Ambientali del Veneto) Nell’ambito delle attività in materia di Radon la Regione Veneto ha incaricato ARPAV di realizzare una campagna di monitoraggio in tutte le scuole dei Comuni preliminarmente individuati a rischio radon e in 14 Comuni dell’area Euganea; tali indagini non coinvolgono il comune in esame, il quale non risulta a rischio radon.

4.9.16 Indici turistici Il Tasso di turisticità rappresenta l’effettivo peso del turismo rispetto alle dimensioni della zona e si calcola nel modo seguente(presenze/giorni)/popolazione)*1000. L’indice di turisticità misura il rapporto tra numero di presenze che soggiornano in un determinato luogo e popolazione residente nel territorio considerato, e fornisce la capacità di un territorio di sopportare il carico turistico e quindi anche il peso del turismo sulla popolazione locale. Invece l’indice di utilizzazione lorda è il rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la disponibilità di letti alberghieri espressi in termini di giornate-letto: UL=P/(L*G)*100 dove P = presenze registrate negli esercizi, L = letti degli esercizi corrispondenti, G = numero delle giornate di disponibilità dei letti al lordo delle chiusure stagionali. Turismo – Anno 2009 Tasso di Turisticità Indice di (%) Utilizzazione Verona (provincia) 61.3 227.7 Veneto 34.3 209.1 Badia Calavena 1.0 57.6 Fonte: Regione Veneto_Direzione Sistema Statistico Regionale: movimento turistico nel Veneto

Il comune di Badia Calavena ha un tasso di turisticità molto basso, soprattutto se confrontato con quello provinciale e regionale, ed un corrispettivo indice di utilizzazione altrettanto basso.

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Ciò dimostra come il comune abbia ancora notevoli possibilità di crescere ed incentivare il turismo, finalità a cui deve puntare l’amministrazione comunale.

4.10 Beni materiali e risorse

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti confermano che non si rilevano problematiche per la gestione dei rifiuti e della risorsa idrica.

4.10.1 Produzione di rifiuti urbani Tra gli indicatori utili a definire le condizioni ambientali rileviamo la produzione di rifiuti urbani. La quantità di rifiuti urbani prodotti nel comune di Badia Calavena è in linea con la media riscontrata in tutta la provincia.

Produzione di rifiuti urbani ATO Residenti Ripartizione Ripartizione Media totali della dei consumi provinciale produzione comunali comunale (n.) (Kg/anno) (Kg/anno/res.) (Kg/anno/res.) AP 2 - Monte San Moro 262 95 971 366 AP 3 - Monte Tomba 98 35 898 366 IN 2 - Badia Calavena 2 331 853 853 366

Totale 2 691 985 722 366 464

4.10.2 Raccolta differenziata La diffusione della raccolta differenziata è un indicatore di risposta utile per definire l’impegno dell’amministrazione per una gestione dei rifiuti efficace e rispettosa dell’ambiente e della salute della popolazione. Grazie alla maggiore diffusione della raccolta differenziata e dei trattamenti biomeccanici, la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica sta diminuendo. Il quantitativo di materiali raccolti in modo differenziato nel Veneto ha assunto un trend positivo negli ultimi anni e la crescita della percentuale di raccolta differenziata supera di gran lunga gli obiettivi stabiliti dalla normativa nazionale e colloca il Veneto tra i primi posti in Italia. Nel comune di Badia Calavena la percentuale di rifiuti differenziati rispetto al totale di rifiuti urbani prodotti è pari a circa il 69,09% (dato del 2012), vale dire un valore in linea, addirittura superiore a quello medio regionale e provinciale. Minore risulta anche la quantità di rifiuto prodotto Raccolta differenziata dei rifiuti urbani ATO Residenti Ripartizione Ripartizione Media totali dei consumi dei consumi provinciale comunali comunali (n.) (Kg/anno) (Kg/anno/res.) (Kg/anno/res.) AP 2 - Monte San Moro 262 45 078 172 AP 3 - Monte Tomba 98 16 861 172 IN 2 - Badia Calavena 2 331 401 059 172

Totale 2 691 462 999 172 220

4.10.3 Consumi idrici per residente La richiesta d’acqua a livello mondiale è in continuo aumento a causa dell’incremento demografico e soprattutto delle moderne abitudini di vita dei Paesi industrializzati Per bere e cucinare si consumano in media 6 litri di acqua al giorno, per una doccia di 5 minuti circa 80 litri, per un carico di lavatrice 100 litri, per lavare l’auto 800 litri: solo per usi domestici

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un cittadino europeo utilizza in media quasi 300 litri di acqua al giorno. In altre parole, una quota rilevante del consumo urbano d’acqua corrisponde spesso semplicemente a consumi per il confort e la comodità. Nei nostri territori, consumiamo circa 250 litri di acqua potabile pro capite al giorno. Di questi, solo 2 litri vengono usati per dissetarci, mentre il 50% va a finire nello sciacquone del bagno, il 30% in lavastoviglie e lavatrici e poi ancora nelle docce, nel lavaggio di verdure e utensili vari. Sprechiamo, inoltre, circa 18 litri d’acqua al giorno facendola scorrere dai rubinetti per avere l’acqua più calda o più fredda. L’acqua può essere anche soggetta a “sprechi nascosti”. Si tratta della quantità di acqua necessaria alla produzione di un determinato bene. Per produrre una bistecca, ad esempio, vengono utilizzati, nelle varie fasi, 1.000 litri di acqua, per un chilo di carta ne servono 40 litri (per un chilo di carta riciclata 1,5 litri), per la lavorazione di un’automobile 78.000 litri. Relativamente al territorio di Badia Calavena i consumi idrici per residente, riferiti esclusivamente ai prelievi da acquedotto, risultano leggermente inferiori al dato di riferimento. L’amministrazione comunale dovrà mantenere questa tendenza ed incentivare nel PATI l’utilizzo di tecnologie che permettano di ottenere un risparmio ed una razionalizzazione della gestione idrica.

Consumi idrici per residente ATO Residenti totali Consumi Consumi idrici Consumi idrici Consumi idrici Media idrici attività totali per residente provinciale residenza produttive (n.) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (l/giorno) (l/giorno) AP 2 - Monte San Moro 262 27 634 0 27 634 289 AP 3 - Monte Tomba 98 10 336 0 10 336 289 IN 2 - Badia Calavena 2 331 245 854 0 245 854 289

Totale 2 691 283 824 0 283 824 289 311

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4.11 Individuazione delle principali criticità

Dalla lettura critica degli indicatori quantitativi di stato/impatto è stato possibile delineare le seguenti criticità che a livello generale caratterizzano il territorio di Badia Calavena. Le macro-criticità significative per il comune in esame sono di seguito elencate:

SISTEMA ARIA e CLIMA  Emissioni elevate di NOx e CH4 per l’ATO residenziale IN02 – Badia Calavena

SISTEMA SUOLO  Presenza di frane e di aree di dissesto idrogeologico a ridosso di centri abitati

FLORA E FAUNA  Assenza di aree a ricostruzione ambientale;  Densità abitativa elevata nel fondovalle rispetto i residenti

PAESAGGIO  Presenza di allevamenti intensivi in contesto urbano: ATO IN02;

POPOLAZIONE E SALUTE UMANA  Basso numero di addetti che dimostra il processo di spopolamento  Emissioni elevate di NOx per l’ATO residenziale IN02 – Badia Calavena

Altre problematiche rilevate da considerare sono:

POPOLAZIONE E SALUTE UMANA  Basso sviluppo del turismo

4.11.1 La coerenza con la “relazione ambientale”(Ante piano) e gli ulteriori approfondimenti condotti dal Rapporto Ambientale Per un quadro esauriente si veda la tabella riportata nella pagina successiva che evidenzia in grassetto: - le criticità riscontrate in sede di Rapporto Ambientale Preliminare. - le criticità risultanti dall’approfondimento del Quadro conoscitivo con metodologia quantitativa; - ulteriori criticità emerse dall’analisi della coerenza esterna (cap. 4.12) e interna (cap. 5.6.3)

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Verifica delle Criticità/Problematiche - Rapporto Ambientale Preliminare e Approfondimento del QC – Badia Calavena

RAPPORTO RAPPORTO AMBIENTALE COMPONENTI AMBIENTALI CRITICITÀ/PROBLEMATICHE AMBIENTALE (Approfondimento del QC, fra PRELIMINARE parentesi il cap. di riferimento) SI (4.1.2 e 4.2.3) Emissioni elevate di ossidi di azoto e di metano Aria Emissioni SI I livelli sono significativi, ma nell’ATO IN02 – Badia Calavena non costituiscono criticità SI Situazione di rischio idraulico per il Torrente Illasi in Vedi metodo mapOverlay e Acque superficiali SI occasione di eventi meteorici intensi studio di Compatibilità Acqua Idraulica (tav. 8) Bassa percentuale di popolazione allacciata alla rete Acquedotti e fognaria con una situazione piuttosto critica per Badia SI NO (4.3.1) fognature Calavena SI (4.4.3) SI Vedi metodo mapOverlay e Presenza di aree a fragilità geologica studio di Compatibilità Fattori di rischio Idraulica (tav. 8) Suolo e sottosuolo geologico e idrogeologico SI (4.4.4) Presenza di aree a rischio idraulico nel Comune di Badia Vedi metodo mapOverlay e SI Calavena studio di Compatibilità Idraulica (tav. 8) SI (4.9.15) Inquinamento Agenti fisici Elevato inquinamento luminoso SI ma comunque nei limiti luminoso della media provinciale Biodiversità, flora e Aree a tutela Assenza di aree a ricostruzione ambientale NO SI (4.6.4) fauna speciale Graduale spopolamento della montagna verso centri maggiori con conseguente saldo naturale negativi e Popolazione Salute e sanità SI SI (4.9.2-4.9.7) indici di vecchiaia elevati, in modo particolare per Selva di Progno Presenza di abitazioni non occupate e di un patrimonio Sistema socio- Sistema insediativo insediativo degradato che spesso si è sviluppato lungo SI SI (4.5.1) economico la viabilità principale

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RAPPORTO RAPPORTO AMBIENTALE COMPONENTI AMBIENTALI CRITICITÀ/PROBLEMATICHE AMBIENTALE (Approfondimento del QC, fra PRELIMINARE parentesi il cap. di riferimento)

Le azioni volte al recupero del patrimonio edilizio di antica origine come le contrade e le malghe, risultano SI SI (4.7.4) non sufficienti rispetto l’elevata presenza di fabbricati

NO (4.1, 4.2, 4.9.13) Traffico veicolare pendolare intenso sulla Strada Viabilità SI I livelli sono significativi, ma provinciale n. 10 verso valle non costituiscono criticità NO (4.7.6, 4.7.7) Necessità di ulteriore potenziamento delle Rete di servizi SI I livelli sono significativi, ma infrastrutture e strutture a servizi non costituiscono criticità Attività Presenza di allevamenti a ridosso delle contrade e degli commerciali e SI SI (4.7.5) insediamenti urbani produttive Necessità di ulteriore potenziamento per i percorsi ciclopedonali e necessità di una struttura che colleghi i SI NO (4.7.7) vari itinerari e sentieri utili a creare un sistema di Turismo visitazione integrato del territorio Necessità di ulteriori azioni volte a ridurre la scarsa efficacia delle iniziative turistiche per la promozione SI SI (4.9.16) delle bellezze del territorio

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5. VALUTAZIONE QUANTITATIVA - STATO DI FATTO - COMUNE DI SELVA DI PROGNO

In questa fase viene effettuato l’approfondimento del quadro conoscitivo dello stato attuale mediante valutazione ed analisi degli indicatori quantitativi di stato/impatto riferiti a ciascun ATO e distinti per comparto ambientale: - aria - clima - acqua - suolo e sottosuolo - flora e fauna - biodiversità e aree protette - paesaggio e territorio - patrimonio culturale - popolazione e salute umana - beni materiali e risorse.

La metodologia impiegata prevede, a seconda della tipologia di indicatore: - confronto tra il valore degli indicatori per ciascuna ATO e il valore medio di riferimento, nel caso si trattasse di indicatori senza standard di legge - confronto tra il valore degli indicatori per ciascuna ATO e la soglia di legge, nel caso in cui si trattasse di indicatori con standard di legge. - Il metodo “mapOverlay” per la verifica cartografica di alcuni indicatori con particolare attenzione alle scelte di piano (tavola 8 – sensibilità ambientale).

Di seguito vengono commentati i dati espressi in forma tabellare per la valutazione puramente quantitativa. Viene anche brevemente riassunto l’esito dell’indagine per singolo sistema.

5.1 Aria

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti confermano l’assenza di problematiche e criticità. Va segnalata una situazione di attenzione per l’ATO AP01 – Spazio aperto montano relativamente alla elevata presenza di allevamenti, che generano elevati quantità di ammoniaca.

5.1.1 Emissioni di monossido di carbonio Il monossido di carbonio (CO), noto anche come ossido di carbonio, è uno degli inquinanti atmosferici più diffusi. E’ un gas tossico, incolore, inodore e insapore, che viene prodotto ogni volta che una sostanza contenente carbonio brucia in maniera incompleta. E’ più leggero dell’aria e diffonde rapidamente negli ambienti. Come l’anidride carbonica, l’ossido di carbonio (CO) deriva dall’ossidazione del carbonio in presenza di ossigeno. La sua presenza è quindi legata ai processi di combustione che utilizzano combustibili organici. In ambito urbano la sorgente principale è rappresentata dal traffico veicolare: le concentrazioni più elevate si possono rilevare nelle ore di punta del traffico. Minore è il contributo delle emissioni delle centrali termoelettriche, degli impianti di riscaldamento domestico e degli inceneritori di rifiuti, dove la combustione avviene in condizioni migliori, con formazione di anidride carbonica (CO2). Le sorgenti industriali di CO sono le raffinerie di petrolio, gli impianti siderurgici, durante le operazioni di saldatura. Oggi il rischio da CO per i lavoratori è sostanzialmente irrilevante negli impianti di produzione di gas da idrocarburi, che avviene a ciclo chiuso. Maggiori concentrazioni possono ritrovarsi in officine di manutenzione di autoveicoli, nelle quali non esista un adeguato ricambio d’aria e non vengano prese le dovute precauzioni sul controllo degli scarichi. Le sorgenti di monossido di carbonio più pericolose si ritrovano tuttavia negli ambienti domestici (inquinamento indoor): in particolare scaldabagni o caldaie a gas per il riscaldamento o stufe a legna con tiraggio inadeguato per scarsa manutenzione o difetto nell’impianto, fornelli a gas o anche automobili con il motore tenuto acceso a lungo in ambienti confinati, come le autorimesse.

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Nel territorio di Selva di Progno i valori di CO riscontrati sono inferiori al valore limite giornaliero stabilito dalla normativa per tutti gli ATO.

Emissioni di monossido di carbonio (valori massimi) ATO Concentrazioni di Valore limite monossido di carbonio (mg/mc) (mg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 0.75 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 1.45 AP 1 - Spazio aperto montano 2.76 IN 1 - Selva di Progno 2.78

Totale 10

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.1.2 Emissioni di ossidi di azoto In generale gli ossidi di azoto (NOx) si producono durante la combustione di carburanti ad alta temperatura, come quelle che avvengono appunto nei motori degli autoveicoli: l’elevata temperatura che si origina durante lo scoppio provoca la reazione fra l’azoto dell’aria e l’ossigeno formando monossido di azoto. La quantità prodotta è tanto maggiore quanto più elevata è la temperatura di combustione e quanto più veloce è il successivo raffreddamento dei gas prodotti, che impedisce la decomposizione in azoto ed ossigeno. Nelle atmosfere delle nostre città a traffico elevato e molto soleggiate si assiste ad un ciclo giornaliero di formazione di inquinanti secondari: il monossido di azoto viene ossidato tramite reazioni fotochimiche (catalizzate dalla luce) a biossido di azoto; si forma così una miscela NO-NO2, che raggiunge il picco di concentrazione nelle zone e nelle ore di traffico più intenso. Il ben noto colore giallognolo delle foschie che ricoprono le città è dovuto per l’appunto al biossido di azoto che svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico. Ai bassi livelli dell’atmosfera gli ossidi di azoto giocano un ruolo chiave nella formazione dell’ozono. Attraverso una serie di reazioni, ancora catalizzate dalla luce solare, si giunge alla formazione di ozono e di altri composti che durante la notte decadono formando composti organici, nitrati e perossidi. Il monossido contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico e, trasformandosi in acido nitrico, partecipa al fenomeno delle "piogge acide". Come indicato anche nel rapporto ambientale preliminare, per il comune di Selva di Progno si ha una concentrazione relativamente più elevata di emissioni di ossidi di azoto negli ambiti maggiormente interessati dalle attività antropiche, domestiche e industriali, comprese quelle legate al traffico veicolare, ovvero nell’ATO IN01 – Selva di Progno e AP1. Risultano comunque al di sotto del valore limite.

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Emissioni di ossidi di azoto (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni Totale Totale Totale Media territoriale ossidi di ossidi di azoto ossidi di di ossidi di emissioni emissioni emissioni di provinciale azoto da da azoto da azoto da di ossidi di di ossidi ossidi di azoto traffico riscaldamento industria terziario azoto di azoto veicolare (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (%) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 1 381 8 0 26 1 414 10.97 92 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 234 0 0 0 234 1.82 404 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 7 797 668 847 349 9 660 74.91 394 IN 1 - Selva di Progno 720 664 788 394 276 129 1 587 12.31 2 202

Totale 41 196 993 10 200 1 070 1 123 503 12 896 100.00 313 5 914

Tali valori sono comunque sotto soglia: il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.1.3 Emissioni di polveri Con il termine generico di polveri atmosferiche si intende una miscela di particelle, dette anche PM (dall'inglese Particulate Matter) o PTS (Polveri Totali Sospese), solide e/o liquide, in sospensione in aria (aerosol). Le particelle in questione sono estremamente variabili per dimensioni e composizione. Possono essere emesse in atmosfera come tali (particelle primarie) o derivare da una serie di reazioni chimiche e fisiche che comportano una conversione dei gas in particelle (particelle secondarie). Alcune particelle sono di dimensioni tali da essere visibili, come la fuliggine o il fumo, altre possono essere viste solo al microscopio ottico o elettronico. La classificazione del materiale particellare può essere effettuata secondo diversi criteri: ad esempio il diametro o la sede della deposizione nell'albero respiratorio, o ancora la composizione. Sulla base delle dimensioni, possiamo individuare due grandi categorie: le particelle fini, con diametro inferiore a 2,5 µm, troppo piccole per sedimentare, che rimangono a lungo in aria e possono essere trasportate a grande distanza e le particelle grossolane, con diametro compreso tra 2,5 e 30 µm, che sedimentano nel giro di ore o minuti, spesso vicino alla sorgente di emissione. Le polveri PM10, ad esempio, sono costituite da una miscela di sostanze che includono elementi quali il carbonio, il piombo, il nichel, composti come i nitrati, i solfati o composti organici e miscele complesse come particelle di suolo o gli scarichi dei veicoli, soprattutto diesel. Le particelle originate dall’attività dell'uomo derivano dall’utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche, inceneritori), dal traffico urbano, tramite le emissioni degli autoveicoli, l’usura dei pneumatici, dei freni e del manto stradale e dai processi industriali (miniere, fonderie, cementifici, ecc.). Nell’aria dei centri urbani sono presenti polveri soprattutto a causa del traffico veicolare e degli impianti di riscaldamento. Tra i mezzi di trasporto, i veicoli diesel, sia leggeri che pesanti, emettono un quantitativo di polveri maggiore rispetto ai veicoli a benzina. I valori di emissioni di polveri sottili sono più elevati dove si concentrano le attività produttive, il traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento, ovvero nell’ATO IN01 – Selva di Progno. Le polveri sottili risultano comunque al di sotto del valore limite stabilito dalla normativa (50 µg/m3) per tutti gli ATO.

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PM10 (valori massimi) ATO Concentrazioni Valore limite di particelle totali sospese (μg/mc) (μg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 7 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 13 AP 1 - Spazio aperto montano 24 IN 1 - Selva di Progno 24

Totale 50

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.1.4 Emissioni di biossido di azoto Il biossido di azoto rappresenta una delle principali sostanze inquinanti dell’atmosfera. Prodotto dagli scarichi degli autoveicoli e dagli impianti di riscaldamento domestico, è in buona parte responsabile della formazione dello smog ed è considerato uno dei principali inquinanti emessi durante i processi di combustione. Questo inquinante forma alcuni composti che si considerano responsabili delle piogge acide. Come indicato anche nel rapporto ambientale preliminare, per il comune di Selva di Progno si ha una concentrazione relativamente più elevata degli ossidi di azoto negli ambiti maggiormente interessati dal passaggio delle principali infrastrutture viarie. Risultano comunque al di sotto del valore limite.

Emissioni di biossido di azoto (valori massimi) ATO Concentrazioni Livello di Livello di di biossido di attenzione allarme azoto (μg/mc) (μg/mc) (μg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 44 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 102 AP 1 - Spazio aperto montano 137 IN 1 - Selva di Progno 138

Totale 200 400

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

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5.1.5 Emissioni di ammoniaca L’ammoniaca è un gas incolore, di odore irritante e pungente, poco infiammabile e tossico. Deriva principalmente dalla degradazione della sostanza organica: le quantità prodotte dai cicli industriali sono molto inferiori a quelle dell’allevamento di animali e dell’esercizio dell’attività agricola in generale. Si calcola infatti che circa il 90% dell’inquinamento da ammoniaca sia riconducibile all’attività agricola: molti prodotti utilizzati in agricoltura (fertilizzanti, concimi, pesticidi...) contengono azoto, che attraverso complesse reazioni chimiche per opera di batteri si trasformano in ammoniaca che viene liberata in atmosfera. Le emissioni di NH3 in agricoltura sono dovute alla volatizzazione di questa sostanza nel corso della permanenza delle deiezioni nei ricoveri, dei trattamenti e dello stoccaggio e alla dispersione in atmosfera in seguito alla distribuzione dei reflui nei terreni a destinazione agricola. Riguardo al comportamento di questa sostanza nei confronti dell’ambiente, deve essere osservato che non subisce reazioni in atmosfera che portano alla formazione di acidi di azoto, e dunque non contribuisce all'acidificazione delle piogge come invece gli ossidi di azoto; tuttavia, può portare (per ricaduta sui suoli e trasformazioni ad opera di particolari batteri) all'acidificazione dei suoli e, di conseguenza, delle acque di falda. In forti concentrazioni provoca gravi danni alla vegetazione. Per il Comune di Selva di Progno, può essere osservato che si rilevano emissioni significativamente elevate di ammoniaca per l’ATO AP1 – Spazio aperto montano, per lo più determinati dalla presenza di allevamenti. E’ dunque il settore zootecnico che fornisce il maggior apporto per questo inquinante.

Complessivamente livelli risultano nel complesso non elevati, rispetto al dato di riferimento provinciale dimostrando la relativa attività agricola che interessa l’ambito comunale.

Agricoltura - emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale ammoniaca ammoniaca ammoniaca ammoniaca provinciale coltivazioni allevamenti totale totale (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 273 0 273 18 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 3 0 3 6 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 2 350 27 801 30 151 1 228 IN 1 - Selva di Progno 720 664 76 202 278 385

Totale 41 196 993 2 703 28 003 30 705 745 5 327

5.2 Clima

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti rilevano la tipica conformazione dell’edificato di fondovalle, con la presenza di emissioni di CO2 per le aree urbanizzate, quali il centro maggiore di Selva di Progno (IN01). Tali emissioni tuttavia non influiscono sul micorclima.

5.2.1 Emissioni di anidride carbonica (CO 2) L’anidride carbonica è la principale responsabile dell’effetto serra, il meccanismo con cui viene definito il ruolo svolto dall’atmosfera nel processo di riscaldamento della superficie terrestre. La radiazione emessa dal Sole, dopo aver attraversato l’atmosfera, giunge sulla Terra illuminandola e riscaldandola. La Terra assorbe le radiazioni solari e ne rimette una parte verso l’alto sotto forma di radiazione infrarossa. L’atmosfera assorbe parzialmente la radiazione infrarossa attraverso le molecole di vapore acqueo, anidride carbonica ed altri gas minori, e la riemette nuovamente verso la Terra riscaldandola ulteriormente e rendendo possibile la vita terrestre. L’effetto serra dunque è di per sé un fenomeno naturale e benefico, poiché senza di esso la temperatura media della superficie terrestre sarebbe di circa 19° sotto lo zero. I gas dell’atmosfera responsabili dell’effetto

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serra naturale sono: vapore acqueo, anidride carbonica, metano, ossido nitroso, ozono. L’anidride carbonica, oltre ad intervenire in numerosi processi biologici quali la fotosintesi clorofilliana, attraverso la quale viene utilizzata dalle piante verdi come “alimento”, contribuisce a regolare il naturale effetto serra del pianeta. La quantità di anidride carbonica ottimale è garantita dalla presenza di piante verdi, in particolare dalle grandi foreste, e attraverso l’assorbimento da parte degli oceani. Ogni forma di combustione promossa dall’uomo (motori, riscaldamento, ecc) richiede una cospicua quantità di ossigeno: la produzione di CO2 che ne consegue sposta l’equilibrio tra i due gas a favore di quest’ultimo, fenomeno che le piante non riescono ad uguagliare attraverso la produzione di ossigeno. Per quanto concerne il comune di Selva di Progno, i livelli più elevati di emissione si registrano nei centri urbani, in particolare nel capoluogo di Selva di Progno (ATO IN01), a causa della relativa elevata concentrazione di attività antropiche (motori, riscaldamento,..) e a causa anche del passaggio dell’arteria viaria quali la SP10. Rispetto al contesto di riferimento si registrano valori di emissione medi per il territorio comunale inferiori, non comportando condizioni di criticità.

Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni Totale Totale Totale Media territoriale anidride anidride anidride di anidride emissioni emissioni emissioni di provinciale carbonica carbonica da carbonica carbonica di anidride di anidride anidride da traffico riscaldamento da industria da terziario carbonica carbonica carbonica veicolare (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (%) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 221 284 8 010 0 17 444 246 738 5.65 16 076 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 37 496 0 0 0 37 496 0.86 64 620 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 1 251 848 704 909 943 420 235 491 3 135 668 71.85 127 737 IN 1 - Selva di Progno 720 664 133 465 416 537 307 160 87 219 944 381 21.64 1 310 432

Totale 41 196 993 1 644 094 1 129 456 1 250 580 340 153 4 364 283 100.00 105 937 1 427 134

5.2.2 Emissioni di protossido di azoto Il protossido di azoto è un gas responsabile sia dell’effetto serra che dell’assottigliamento dello strato di ozono stratosferico. L’emissione di protossido di azoto è aumentata di circa il 50% dall’era pre-industriale ad oggi. Pur essendo caratterizzato da emissioni inferiori rispetto al biossido di carbonio, influisce in maniera significativa sui cambiamenti climatici perché ha un GWP (“Global Warming Potential” o Potenziale di Riscaldamento Globale) pari a 310. Il protossido di azoto viene emesso sia da sorgenti naturali, soprattutto suolo ed acqua, che da sorgenti antropiche, in particolare l’utilizzo di combustibili fossili, le pratiche di lavorazione del terreno in agricoltura. Altre sorgenti di protossido di azoto sono la combustione dei rifiuti all’interno di impianti di termotrattamento e i processi di nitrificazione e denitrificazione dell’azoto di origine organica che avvengono nelle acque di fognatura. Per quanto concerne le emissioni di N2O legate all’agricoltura, queste dipendono principalmente dagli allevamenti zootecnici, in conseguenza degli stoccaggi delle deiezioni, delle emissioni dirette prodotte con la somministrazione di azoto tramite l’utilizzo dei reflui sui terreni a destinazione agricola e di quelle indirette dovute alle deposizioni di NH3 e NOX e ai fenomeni biochimici ad esse correlate (processi anaerobici di denitrificazione). Le emissioni di N2O risultano mediamente molto basse per tutti gli ambiti.

Agricoltura - emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Superficie Emissioni di Emissioni di Media territoriale agricola protossido protossido di provinciale utilizzata di azoto azoto (mq) (ha) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 107 162 11 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 2 3 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 918 1 395 57 IN 1 - Selva di Progno 720 664 30 45 62

Totale 41 196 993 1 056 1 605 39 1 018

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5.2.3 Emissioni di metano Anche il metano contribuisce al fenomeno di surriscaldamento del pianeta. Esistono diverse fonti di metano atmosferico: in ordine di importanza le paludi, i combustibili fossili, le discariche, gli animali ruminanti, le risaie e la combustione di biomassa. Il metano ha un potenziale di riscaldamento globale più grande dell'anidride carbonica; tuttavia, le emissioni sono inferiori rispetto a quelle dell'anidride carbonica, ma risulta 25 volte più pericoloso dell’anidride carbonica. Si stima che il metano produca circa un terzo di quantità del riscaldamento globale proveniente dall'anidride carbonica. Riguardo all’attività zootecnica, attraverso gli allevamenti intensivi si disperdono in atmosfera ingenti quantità di metano (CH4). Basti pensare che i bovini allevati producono circa 80 milioni di tonnellate di metano all’anno (il 15 - 20% delle emissioni globali). Le emissioni di metano derivano dai processi digestivi degli animali ma, soprattutto, dai fenomeni di degradazione anaerobica delle deiezioni che si verificano a carico della sostanza organica contenuta nelle deiezioni durante la conservazione prima dell’utilizzazione agronomica delle stesse. Per quanto riguarda le emissioni di CH4 solamente le coltivazioni di riso producono circa 40 milioni di tonnellate di metano all'anno. Un’ulteriore informazione conoscitiva viene fornita dall’analisi delle emissioni derivanti da attività agricole dirette ed indirette. Per eventualmente considerare l’effetto cumulativo con le altri emissioni sopra descritte di origine antropica. Le emissioni di metano risultano nel complesso molto contenute. Il contributo maggiore viene dato quasi esclusivamente dalle attività legate alla zootecnia presenti nell’ATO AP1. Non si segnalano situazioni problematiche per il territorio.

Agricoltura - emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale metano metano metano totali metano provinciale coltivazioni allevamenti (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 683 0 683 45 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 8 0 8 15 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 5 876 66 380 72 256 2 943 IN 1 - Selva di Progno 720 664 190 264 454 630

Totale 41 196 993 6 757 66 644 73 401 1 782 6 838

5.3 Acqua

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti rilevano lo scarso sviluppo della rete fognaria, soprattutto per l’area di maggior urbanizzazione.

5.3.1 Residenti collegati alla rete fognaria La qualità della risorsa idrica dipende anche dagli scarichi civili, oltre che quelli industriali e la rete fognaria svolge un ruolo significativo nel determinare il controllo della qualità delle acque, in quanto, se ben gestita, limita l’apporto delle sostanze inquinanti. Lo sviluppo della rete fognaria fornisce un’informazione diretta dello stato di pressione sull’ambiente imputabile ai reflui fognari, l’indicatore in questo caso è di tipo quantitativo. La percentuale di residenti collegati alla rete fognaria risulta mediamente molto bassa, in particolare per gli ATO maggiormente urbanizzati, ovvero ATO AP01 e IN 01. Nel complesso dunque si evidenzia una criticità per questi 2 ATO.

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Sviluppo della rete di fognatura ATO Residenti Residenti Residenti Media totali collegati alla collegati alla provinciale rete fognaria rete fognaria (n.) (m) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 0 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 585 57 9.68 IN 1 - Selva di Progno 347 99 28.47

Totale 938 155 16.57 79.00

5.3.2 Carico trofico potenziale Il carico trofico potenziale è un indicatore utile alla stima della pressione antropica e fornisce la stima delle quantità di azoto (e anche di fosforo) potenzialmente immesse nell’ambiente idrico e responsabili dei processi di eutrofizzazione dei corpi idrici superficiali.

5.3.2.1 AZOTO Il carico di azoto viene calcolato in modo distinto a seconda del comparto di provenienza: l’azoto deriva, infatti, da attività di origine civile, agricola e industriale. I carichi trofici potenziali di azoto risultano superiori rispetto al riferimento medio provinciale. Gli apporti maggiori sono dovuti al carico trofico agricolo. Le attività che generano tali carichi sono consolidate nel tempo e la verifica delle condizioni complessive delle acque di Selva di Progno non mostrano condizioni di inquinamento. Sarà in ogni caso necessario adottare misure normative che riconducano i livelli di carico rilevati per l’ATO IN 01, che ancorché risultanti entro limiti di tolleranza, sono relativamente elevati nel territorio in esame. Si dovranno inoltre adottare misure di mitigazione delle attività antropiche, quali ad esempio il completamento delle reti di collettamento (tale indicazione è infatti stata esplicitata sia nella relazione di progetto che nelle norme (Art. 46 – Azioni di mitigazione del sistema insediativo, ambientale e paesaggistico).

Carico trofico potenziale - azoto (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media territoriale trofico trofico trofico trofico potenziale totale provinciale civile agricolo industriale totale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 14 0 14 0.94 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 0 0 0.31 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 3 124 20 147 5.98 IN 1 - Selva di Progno 720 664 2 4 7 12 17.10

Totale 41 196 993 5 142 27 174 4.22 20.08

5.3.2.2 FOSFORO La situazione presenta valori al di sopra del dato di riferimento provinciale, con superamenti tuttavia molto contenuti. Non si hanno condizioni di particolare negatività.

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Carico trofico potenziale - fosforo (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media territoriale trofico trofico trofico trofico potenziale totale provinciale civile agricolo industriale totale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 10 0 10 0.64 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 0 0 0.21 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 0 85 2 87 3.55 IN 1 - Selva di Progno 720 664 0 3 1 4 5.02

Totale 41 196 993 1 97 3 101 2.44 9.67

5.4 Suolo e sottosuolo

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti rilevano, lo scarso sviluppo della rete fognaria, la presenza di diverse cave e di molte frane, alcune a ridosso di abitazioni civili.

5.4.1 Residenti collegati alla rete fognaria Oltre al sistema idrico gli scarichi civili possono essere fonte di contaminazione anche del suolo e del sottosuolo nel caso questi siano incontrollati e mal gestisti. La percentuale di residenti collegati alla rete fognaria risulta mediamente molto bassa, in particolare per gli ATO maggiormente urbanizzati, ovvero ATO AP01 e IN 01. Nel complesso dunque si evidenzia una criticità per questi 2 ATO. Sviluppo della rete di fognatura ATO Residenti Residenti Residenti Media totali collegati alla collegati alla provinciale rete fognaria rete fognaria (n.) (m) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 0 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 585 57 9.68 IN 1 - Selva di Progno 347 99 28.47

Totale 938 155 16.57 79.00

5.4.2 Carico trofico potenziale di azoto Il carico trofico rappresenta le quantità di azoto potenzialmente immesse nell’ambiente; è un indicatore della pressione antropica sull’ambiente e viene calcolato a seconda del comparto di origine: civile, agricola e industriale. Come già precedentemente specificato i dati sintetizzati in tabella sono dati potenziali valutati nella peggiore delle ipotesi e le probabilità di una contaminazione del suolo e sottosuolo dovrebbero essere considerati eventi straordinari. I carichi trofici totali si trovano concentrati nelle maggiori aree urbane e sono legati alla attività industriale. Considerando il carico relativo al comparto agricolo, questo si presenta in concentrazioni maggiori negli ATO a predominante vocazione agricola, dove si concentra l’attività agricola di coltivazione e di allevamento del bestiame.

5.4.2.1 AZOTO Il carico di azoto viene calcolato in modo distinto a seconda del comparto di provenienza: l’azoto deriva, infatti, da attività di origine civile, agricola e industriale. I carichi trofici potenziali di azoto risultano superiori rispetto al riferimento medio provinciale. Gli apporti maggiori sono dovuti al carico trofico agricolo. Le attività che generano tali carichi sono

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consolidate nel tempo e la verifica delle condizioni complessive delle acque di Selva di Progno non mostrano condizioni di inquinamento. Sarà in ogni caso necessario adottare misure normative che riconducano i livelli di carico rilevati per l’ATO IN 01, che ancorché risultanti entro limiti di tolleranza, sono relativamente elevati nel territorio in esame. Si dovranno inoltre adottare misure di mitigazione delle attività antropiche, quali ad esempio il completamento delle reti di collettamento (tale indicazione è infatti stata esplicitata sia nella relazione di progetto che nelle norme (Art. 46 – Azioni di mitigazione del sistema insediativo, ambientale e paesaggistico).

Carico trofico potenziale - azoto (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media territoriale trofico trofico trofico trofico potenziale totale provinciale civile agricolo industriale totale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 14 0 14 0.94 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 0 0 0.31 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 3 124 20 147 5.98 IN 1 - Selva di Progno 720 664 2 4 7 12 17.10

Totale 41 196 993 5 142 27 174 4.22 20.08

5.4.2.2 FOSFORO La situazione presenta valori al di sopra del dato di riferimento provinciale, con superamenti tuttavia molto contenuti. Non si hanno condizioni di particolare negatività.

Carico trofico potenziale - fosforo (ton/anno/Kmq) ATO Superficie Carico Carico Carico Carico Carico trofico Media territoriale trofico trofico trofico trofico potenziale totale provinciale civile agricolo industriale totale (mq) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno) (ton/anno/Kmq) (ton/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 10 0 10 0.64 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 0 0 0.21 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 0 85 2 87 3.55 IN 1 - Selva di Progno 720 664 0 3 1 4 5.02

Totale 41 196 993 1 97 3 101 2.44 9.67

5.4.3 Densità delle cave attive La presenza delle cave è la componente che maggiormente determina impatti sulla componente suolo-sottosuolo, in relazione soprattutto all’assetto morfologico e all’incidenza sulla regimazione delle acque a causa del consumo e all’escavazione di suolo. Nel territorio di Selva di P. ci sono 9 cave attive, localizzate nell’ATO AP1 – Spazio aperto montano.

Estratti della tavola dei vincoli del PATI (tav. 01)

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Cave attive - densità ATO Superficie Cave attive Densità delle Media territoriale cave attive provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n. /Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15.348.269 0 0,00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580.263 0 0,00 AP 1 - Spazio aperto montano 24.547.797 9 0,37 IN 1 - Selva di Progno 720.664 0 0,00

Totale 41.196.993 9 0,22 0,0730

5.4.4 Vulnerabilità idrogeologica Il territorio di - Selva di Progno è caratterizzato dalla presenza di aree a di frana. Tra i fenomeni gravitativi sono state cartografate tutte le frane già individuate dal PAI (per lo più di crollo) oltre ad altre anche di recente attivazione comprendenti scorrimenti traslativi. Tali aree sono riportate in una tabella a pag. 11 e 12 della relazione geologica allegata al PATI e cartografate di seguito. Il PATI dovrà verificare l’idoneità delle azioni strategiche di sviluppo insediativo rispetto a tali fragilità. Tale tipologia di valutazione è stata condotta con il metodo del MAP OverLay nella tavola tavola 08 - sensibilià ambientale.

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5.5 Flora e fauna

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano un tasso di urbanizzazione concentrato nel fondovalle, in particolare nel centro abitato di Selva di Progno.

5.5.1 Superficie urbanizzata/superficie ATO Una delle cause di degradazione del suolo è sicuramente la sempre maggiore diffusione delle aree urbanizzazione e lo sviluppo di infrastrutture dei trasporti che hanno come conseguenza la cementificazione del territorio. Influssi negativi a causa della sigillatura dei suoli sono da ricercarsi poi nella limitazione delle sue funzioni ecologiche quali l’essere l’habitat per particolari specie o come accumulatore di risorse di carbonio. Le aree urbanizzate possono creare effetti negativi sulla componente vegetazionale e sulla componente faunistica, perché oltre a provocare una riduzione dei siti idonei in termini di potere trofico e di habitat naturali adatti al rifugio e alla riproduzione della fauna, ne limita la diffusione a causa di disturbi provocati dalla vicinanza con gli insediamenti stessi. Considerando le risultanze ottenute per il territorio di Selva di Progno, si evidenzia come il Comune presenti un tasso di urbanizzazione medio molto basso, pari all’1.44%. Si rileva una consistente edificazione, concentrata nell’ATO a carattere urbano IN01 – Selva di Progno, ovvero l’ATO di fondovalle. Per meglio caratterizzare il territorio, il valore dell’urbanizzazione va “letto” insieme all’indicatore successivo “5.5.3 -Superficie boscata/superficie ATO”, che descrive appunto come la disponibilità di superfici boscate, quali aree cui attribuire una funzione di mitigazione degli effetti dell’urbanizzazione (art. 40 e 41– Rete ecologica locale) sia notevole.

Uso del suolo - superficie urbanizzata ATO Superficie Superficie Superficie Media terriotriale urbanizzata urbanizzata provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 62 150 0.40 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 381 529 1.55 IN 1 - Selva di Progno 720 664 150 047 20.82

Totale 41 196 993 593 726 1.44 6.56

5.5.2 Superficie agricola/superficie ATO Negli ultimi 40 anni lo sviluppo economico ha comportato una profonda trasformazione dell’assetto territoriale, con consumo e sottrazione alla SAU di suoli destinati a processi di urbanizzazione e industrializzazione a carattere diffuso. Il fenomeno non ha riguardato il territorio di Selva di Progno, prevalentemente montano, che conserva una certa quota di superficie agricola in tutti gli ATO. Nel complesso il territorio conserva una superficie agricola pari al 25.6 %.

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Uso del suolo - SAU ATO Superficie SAU SAU/sup. Media territoriale territoriale provinciale

(mq) (ha) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 107 6.96 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 2.27 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 918 37.40 IN 1 - Selva di Progno 720 664 30 41.10

Totale 41 196 993 1 055.8 25.63 58.21

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5.5.3 Superficie boscata/superficie ATO I boschi rappresentano per eccellenza gli habitat naturali della flora e della fauna selvatiche, e costituiscono serbatoio di biodiversità. I boschi giocano poi un ruolo fondamentale nella regimazione delle acque e nella prevenzione dei fenomeni erosivi, oltre che nella valorizzazione del paesaggio e nel fornire spazi per scopi turistico-ricreativi. Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario. Il contesto territoriale in cui si situa il territorio comunale è quello di pianura irrigua intensamente coltivata. Si tratta di un ambito a matrice fortemente agricola all’interno del quale si trovano soprattutto ecosistemi antropizzati, caratterizzati da colture arboree frammiste a vigneto, dai seminativi. In tale contesto le superfici naturali e seminaturali risultano marginali e ridotte a superfici esigue. La superficie boscata totale ammonta a 2.746 ettari, distribuendosi con percentuali elevate in tutti gli ATO, ma particolarmente negli ATO AN01 e AN02. Il dato indica una elevata naturalità del territorio, che mostra una vocazione principalmente agricolo-forestale. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione di tale patrimonio naturalistico. Si dovranno indicare specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola alla strutturazione della rete ecologica.

Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 1 333 86.85 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 57 97.84 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 1 337 54.46 IN 1 - Selva di Progno 720 664 20 27.16

Totale 41 196 993 2 746.28 66.66 16.02

5.5.4 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO La presenza delle infrastrutture di trasporti rappresentano una delle cause della frammentazione degli habitat naturali ed è noto, infatti, come la mancanza della continuità dei sistemi ambientali e la frammentazione costituisca una delle principali cause di decremento della biodiversità. Lo sviluppo della rete stradale extraurbana risulta contenuto: all’interno del territorio è maggiore, in termini di densità, nell’ATO IN01– Selva di Progno. Ciò è determinato dal passaggio della SP10.

Sviluppo della rete stradale extraurbana ATO Superficie Sviluppo rete Sviluppo rete Media territoriale stradale stradale regionale extraurbana extraurbana (mq) (m) (Km/Kmq) (Km/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 6 876 0.45 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 168 2.01 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 32 967 1.34 IN 1 - Selva di Progno 720 664 1 753 2.43

Totale 41 196 993 42 764 1.04 1.45

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5.5.5 Pressione venatoria La pressione venatoria è un indice derivante dal rapporto tra il numero di cacciatori presenti in una determinata area e la superficie cacciabile della stessa. L’intero territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata alla conservazione delle capacità riproduttive, al contenimento naturale delle specie carnivore e al conseguimento delle densità ottimali delle altre specie mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio. L’attività venatoria, infatti, rappresenta un ulteriore fattore di pressione per alcune popolazioni di animali selvatici. Come appare evidente dalla tabella seguente i cacciatori sono presenti negli ATO AN01 e AP01 dove sussistono aree libere cacciabili. La pressione venatoria generale è comunque inferiore alla media della provincia. Va ricordato che la pressione antropica indotta con l’attività di caccia non può produrre modificazioni significative sull’assetto faunistico del territorio, anche in relazione al fatto che l’attività di caccia è attualmente controllata e soggetta al Piano Faunistico Venatorio Provinciale e ovviamente dal Piano Regionale di cui alla LR 1/2007.

Pressione venatoria ATO Superficie Ripartizione Pressione Media agricola dei cacciatori venatoria provinciale

(mq) (n.) (n./ha) (n./ha) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 123 476 18 0.01 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 572 645 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 23 678 782 29 0.01 IN 1 - Selva di Progno 485 795 0 0.00

Totale 39 860 698 47 0.01 0.05

5.6 Biodiversità e zone protette

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano l’assenza nell’attuale strumento urbanistico di aree con funzione di ricostruzione ambientale, compensazione e/o perequazione ambientale

5.6.1 Estensione delle aree a parco/superficie ATO Le aree verdi protette rappresentano uno degli strumenti principali per la conservazione della biodiversità. Le aree verdi contribuiscono inoltre a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell’uomo, regolando gli effetti del microclima urbano e regimando i picchi termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento naturale” dell’aria. Come sintetizzato in tabella a Selva di Progno troviamo parte dell’area del Parco Naturale Regionale della Lessinia, per il quale sono state definiti 2 ATO, cioè l’ATO AN1 e l’ATO AN2. Superficie destinata a parco ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale totale a totale a parco provinciale parco (mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 15 145 085 98.68 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 562 999 97.02 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 72 942 0.30 IN 1 - Selva di Progno 720 664 0 0.00

Totale 41 196 993 15 781 026 38.31 3.13

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5.6.2 Estensione delle zone Natura 2000/superficie ATO La rete Natura 2000 comprende aree destinate alla conservazione della biodiversità ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali. La finalità della rete Natura 2000 non è la realizzazione di un semplice insieme di territori isolati tra loro e scelti fra i più rappresentativi ma, vuole essere un sistema di aree strettamente relazionato dal punto di vista ecologico-funzionale, in relazione al fatto che vanno preservate specie e habitat (Rete Natura 2000 nasce dalle due Direttive comunitarie "Uccelli" (1979, sostituita dalla 147/2009) e "Habitat" (1992), profondamente innovative per quanto riguarda la conservazione della natura. Non solo semplice tutela di piante, animali e aree, ma conservazione organizzata di habitat e specie). Pertanto essa dà estrema importanza ad esempio, ma anche a quei territori contigui che costituiscono l'anello di collegamento tra ambiente antropico e ambiente naturale e ai corridoi ecologici, ovvero quei territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente, ma vicine per funzionalità ecologica. Il territorio di Selva di P. è interessato dalla presenza del SIC/ZPS “Monti Lessini – Pasubio – Piccole Dolomiti Vicentine” (IT3210040), e il piano è dunque stato assoggettato a Selezione Preliminare di screening, per valutare gli effetti del progetto sul sistema della rete ecologica connessa ai siti Natura 2000. Si tratta di un valore aggiunto notevole che il piano dovrà considerare per lo sviluppo turistico.

Superficie destinata rete Natura 2000 ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale totale rete totale rete provinciale Natura 2000 Natura 2000 (mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15.348.269 15.173.477 98,86 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580.263 0 0,00 AP 1 - Spazio aperto montano 24.547.797 23.944 0,10 IN 1 - Selva di Progno 720.664 0 0,00

Totale 41.196.993 15.197.421 36,89 7,34

5.6.3 Superficie boscata/superficie ATO Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario. La superficie boscata totale a Selva di Progno ammonta a 2.746 ettari, distribuendosi con percentuali elevate in tutti gli ATO, ma particolarmente negli ATO AN01 e AN02. Il dato indica una elevata naturalità del territorio, che mostra una vocazione principalmente agricolo-forestale. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione di tale patrimonio naturalistico. Si dovranno indicare specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola alla strutturazione della rete ecologica: l’intento è quello di attivare misure di mitigazione/compensazione ambientale degli effetti negativi in termini di antropizzazione che l’attuazione del Piano può comportare.

Si veda la tavola dell’Uso del suolo (tav. 2) per maggiori dettagli e soprattutto la tavola (tav. 6- della variazione di naturalità). Come evidente dallo stralcio qui rappresentato i maggiori livelli di naturalità si ottengono nelle aree boscate, che ricoprono gran parte del territorio.

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Estratto tavola 6 - della variazione di ricchezza faunistica

Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 1 333 86.85 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 57 97.84 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 1 337 54.46 IN 1 - Selva di Progno 720 664 20 27.16

Totale 41 196 993 2 746.28 66.66 16.02

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5.6.4 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale Attualmente la pianificazione operativa ha come vero indicatore dell’affermazione delle istanze ambientali quello della conservazione delle reti ecologiche. La Rete Ecologica mira all'individuazione e al potenziamento o alla ricostruzione di quegli ambiti territoriali che possono essere lineare o puntiformi, che possono avere funzione di raccordo, favorendo la continuità fra gli ambienti naturali. Una delle azioni fondamentali della rete ecologica consiste proprio nella creazione di connessioni fisiche e biologiche tra foreste e aree protette, per esempio attraverso la ricostituzione o il mantenimento di corridoi biologici e zone cuscinetto, ovvero quei territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente, ma vicine per funzionalità ecologica. Nel comune di Selva di Progno la rete ecologica attualmente non è ancora strutturata. L’attuale strumento urbanistico comunale non consente misure specifiche per la realizzazione della rete ecologica e le sue modalità di attuazione. Sarà compito del piano individuare, in coerenza con il PTRC, una serie di elementi di valore ecologico-funzionale, da attuare nel territorio. Tale aree saranno poi ambiti preferenziali per la realizzazione di misure di compensazione ambientale.

Superficie destinata ad aree di ricostruzione ambientale ATO Superficie Superficie Superficie Media territoriale totale totale regionale ricostruzione ricostruzione ambientale ambientale (mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 0 0.00 IN 1 - Selva di Progno 720 664 0 0.00

Totale 41 196 993 0 0.00 7.34

5.7 Paesaggio e territorio

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano la presenza di alcuni elementi di fragilità e criticità paesaggistica legati alle cave attive. Contribuiscono a creare un certo impatto visivo e una bassa qualità paesaggistica anche alcuni allevamenti intensivi nei pressi dei maggiori centri abitati.

5.7.1 Densità delle cave attive La presenza delle cave è la componente che maggiormente determina impatti sulla componente paesaggio, in relazione soprattutto alla visibilità e percezione dalla vie di comunicazione.

Nel territorio di Selva di P. ci sono 9 cave attive, localizzate nell’ATO AP1 – Spazio aperto montano.

Estratti della tavola dei vincoli del PATI (tav. 01)

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Cave attive - densità ATO Superficie Cave attive Densità delle Media territoriale cave attive provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n. /Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15.348.269 0 0,00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580.263 0 0,00 AP 1 - Spazio aperto montano 24.547.797 9 0,37 IN 1 - Selva di Progno 720.664 0 0,00

Totale 41.196.993 9 0,22 0,0730

5.7.2 Superficie urbanizzata/superficie ATO L’espansione delle aree urbanizzate produce impatti negativi sulla componente paesaggistica del territorio perché diminuisce il grado di naturalità e la diversificazione dell’assetto paesaggistico. Ma soprattutto la diffusione della superficie urbanizzata ha effetti irreversibili sulla frammentazione e destrutturazione del mosaico ambientale. Per tale ragione nella pianificazione e progettazione del sistema delle ATO si è dato rilievo a determinare non solo ambiti urbanistici omogenei ma anche un insieme di elementi strutturali omogenei che caratterizzassero il paesaggio, le patches, le quali compongono il mosaico ambientale. La scelta strategica è stata di “consolidare” l’evoluzione delle attività antropiche spesso accompagnata da trasformazioni nell’eterogeneità del paesaggio, grazie alla determinazione di margini tra patches adiacenti ed alla creazione di nuovi contatti tra gli elementi che costituiscono il mosaico ambientale. Tale mosaicatura individua due tipologia di ATO/PATCHES: - quelli del sistema urbano - quelli del sistema aperto. Uso del suolo - superficie urbanizzata ATO Superficie Superficie Superficie Media terriotriale urbanizzata urbanizzata provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 62 150 0.40 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 381 529 1.55 IN 1 - Selva di Progno 720 664 150 047 20.82

Totale 41 196 993 593 726 1.44 6.56

Considerando le risultanze ottenute per il territorio di Selva di Progno, si evidenzia come il comune presenti un tasso di urbanizzazione medio molto basso, pari all’1.44%. Si rileva una consistente edificazione, concentrata nell’ATO a carattere urbano IN01 – Selva di Progno, ovvero l’ATO di fondovalle che assume dunque la definizione di ATO del sistema urbano. Per meglio caratterizzare il territorio, il valore dell’urbanizzazione va “letto” insieme all’indicatore successivo “5.5.3 -Superficie boscata/superficie ATO”, che descrive appunto come la disponibilità di superfici boscate, quali aree cui attribuire una funzione di mitigazione degli effetti dell’urbanizzazione (art. 40 e 41– Rete ecologica locale) sia notevole.

5.7.3 Superficie agricola/superficie ATO Il paesaggio agricolo, nel contesto territoriale in esame presenta i coltivi talvolta frammisti a superfici seminaturali prative, che possono rappresentare ambiti di diversificazione del paesaggio. Le aree agricole diventano perciò un presupposto essenziale della tutela del paesaggio, potendo contribuire in modo sensibile al mantenimento degli equilibri ambientali, tramite l’interconnessione di alcuni dei fattori organizzativi con l’ecosistema circostante, e tramite la diversificazione dei tasselli (patches) che compongono il mosaico territoriale. Il territorio di Selva di Progno conserva una discreta percentuale di aree agricola, nonostante nell’ultimo trentennio il consumo di SAU sia stato considerevole. Nel complesso il territorio

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conserva una superficie agricola pari al 25.6%, una percentuale di SAU significativa, con prevalenza di superficie investita a prato (superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione) seguita dai pascoli naturali, che costituiscono un aspetto di rilevante caratterizzazione del paesaggio, che l’amministrazione comunale dovrà tenere in debito conto nel definire le trasformazioni a carico del territorio. Uso del suolo - SAU ATO Superficie SAU SAU/sup. Media territoriale territoriale provinciale

(mq) (ha) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 107 6.96 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 2.27 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 918 37.40 IN 1 - Selva di Progno 720 664 30 41.10

Totale 41 196 993 1 055.8 25.63 58.21

5.7.4 Superficie boscata/superficie ATO Diversi sono gli elementi che concorrono a delineare l’elevata qualità ambientale del territorio; tra questi le formazioni boschive giocano un ruolo primario.

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La superficie boscata totale a Selva di Progno ammonta a 2.746 ettari, distribuendosi con percentuali elevate in tutti gli ATO, ma particolarmente negli ATO AN01 e AN02. Il dato indica una elevata naturalità del territorio, che mostra una vocazione principalmente agricolo-forestale. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione di tale patrimonio naturalistico. Si dovranno indicare specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola alla strutturazione della rete ecologica: l’intento è quello di attivare misure di mitigazione/compensazione ambientale degli effetti negativi in termini di antropizzazione che l’attuazione del Piano può comportare.

Il dato indica, come già ravvisato in precedenza, una vocazione principalmente agricolo-forestale del comune, mostrando la presenza di elementi con un importante grado di naturalità. L’amministrazione comunale dovrà perciò adottare misure adeguate alla conservazione del patrimonio naturalistico esistente. Si dovranno indicare specifiche misure di tutela atte a salvaguardare tale risorsa, finalizzandola soprattutto alla strutturazione della rete ecologica.

Uso del suolo - superfice boscata ATO Superficie Boschi Sup. Media territoriale boscata/sup. provinciale territoriale (mq) (ha) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 1 333 86.85 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 57 97.84 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 1 337 54.46 IN 1 - Selva di Progno 720 664 20 27.16

Totale 41 196 993 2 746.28 66.66 16.02

5.7.5 Densità degli allevamenti L’agricoltura locale è caratterizzata dalla presenza di numerosi allevamenti molti dei quali di carattere famigliare e dunque di ridotte dimensioni. Si conta anche un cospicuo numero di allevamenti di tipo intensivo, che ammontano a n. 11, incentrati su, avicoli, bovini da carne e da riproduzione. Queste realtà agricole si concentrano negli ATO AP1 e IN1, con densità elevate. Considerato che soprattutto l’ATO IN1 manifestano una urbanizzazione considerevole,

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l’amministrazione dovrà considerare l’effetto detrattore che può derivare dalla presenza di tali allevamenti; in questo senso il piano deve porre in attuazione misure normative per la mitigazione dell’eventuale impatto visivo, e anche indicazioni normative per la gestione di eventuali fabbricati dismessi, recupero di volume e incentivazione di attività compatibili. Ciò in considerazione al fatto che anche il recupero di tali fabbricati costituisce modalità per rispondere alle esigenze abitative senza consumare nuovo suolo.

Allevamenti - densità ATO Superficie Allevamenti Densità degli Media territoriale allevamenti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n. /Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 90 3.67 IN 1 - Selva di Progno 720 664 3 4.16

Totale 41 196 993 93 2.26 2.24

Mappa degli allevamenti intensivi

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5.7.6 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO L’evoluzione delle attività antropiche è spesso accompagnata da trasformazioni irreversibili sull’eterogeneità del paesaggio, che risulta frammentato e si destruttura perdendo di identità e funzionalità. La presenza delle infrastrutture di trasporti (sebbene di impronta storica) rappresenta una delle cause della frammentazione delle tessere del mosaico ambientale. La rete stradale comprende la SP10 “della Val d’Illasi” che collega l’Alta Lessinia con Verona e e costituisce la direttrice principale da cui si diramano varie arterie stradali secondarie che collegano le varie frazioni e contrade. Innumerevoli sono le strade e stradine comunali che percorrono tutto il territorio raggiungendo le diverse contrade e le malghe. Rispetto alla media regionale, lo sviluppo appare non elevato, con punte maggiori a Selva di Progno ciò in considerazione delle limitate dimensioni delle ATO. Tali valori tuttavia non alterano la qualità paesaggistica complessiva in considerazione al fatto che si tratta di viabilità storica e da sempre inserita nel contesto.

Sviluppo della rete stradale extraurbana ATO Superficie Sviluppo rete Sviluppo rete Media territoriale stradale stradale regionale extraurbana extraurbana (mq) (m) (Km/Kmq) (Km/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 6 876 0.45 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 168 2.01 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 32 967 1.34 IN 1 - Selva di Progno 720 664 1 753 2.43

Totale 41 196 993 42 764 1.04 1.45

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5.7.7 Riqualificazione della rete viaria/superficie ATO Si tratta di tratti della rete viaria per i quali si ravvisa la necessità di operare una riqualificazione, che può consistere nell’allargamento della sede stradale, nella realizzazione di marciapiedi, nella realizzazioni di rotatorie e di spartitraffico, etc… Il PATI individua tali tratti stradali che saranno dunque oggetto di interventi diretti e contribuiranno al miglioramento della qualità urbana e territoriale, e quindi ambientale. L’attuale strumento urbanistico, il PRG vigente, non prevede tali aree. Uno specifico articolo delle norme del PATI formula le direttive per la formazione del Piano degli Interventi (P.I.) con riguardo al “Sistema della mobilità” (art. 37). Si tratta, infatti, di interventi che non consumano nuovo suolo naturale.

Riqualificazione rete viaria ATO Strade Riqual. rete Riqual. rete Media extraurbane viaria viaria comunale

(m) (m) (m/Km) (m/Km) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6.876 0 0,00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 1.168 0 0,00 AP 1 - Spazio aperto montano 32.967 0 0,00 IN 1 - Selva di Progno 1.753 0 0,00

Totale 42.764 0 0,00 29,28

5.7.8 Sviluppo dei percorsi turistici/ superficie ATO Dalla lettura della tabella sottostante emerge la grande presenza di percorsi turistici nel territorio di Selva di Progno. Tali percorsi valorizzano il contesto paesaggistico e diventano in primo luogo un’occasione per restituire ai centri urbani, attraverso parchi, aree attrezzate e percorsi nel verde la loro fruizione, un momento di svago e nello stesso tempo valorizzano maggiormente gli elementi di alto pregio storico-culturale del territorio. Il territorio di Selva di Progno vanta un buon patrimonio storico-culturale, ma soprattutto la presenza di un territorio montano boscato, adatto ad essere percorso soprattutto a piedi, ma anche in bicicletta. Lo sviluppo dei percorsi su scala comunale è molto elevato e sviluppato in quasi tutti gli ambiti, con la sola esclusione dell’ATO AN2, che risulta più marginale.

Sviluppo dei percorsi turistici ATO Superficie Sviluppo Sviluppo Media territoriale percorsi percorsi provinciale turistici turistici per Kmq (mq) (m) (m/Kmq) (m/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 17 136 1 116.48 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 67 048 2 731.32 IN 1 - Selva di Progno 720 664 4 380 6 077.73

Totale 41 196 993 88 564 2 149.77 91.94

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5.8 Patrimonio culturale

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti non evidenziano situazioni di criticità per il sistema culturale. Gli stessi temi sono comunque una opportunità per lo sviluppo turistico e saranno oggetto di valorizzazione e tutela

5.8.1 Superficie dei centri storici/superficie ATO I centri storici sono riusciti solo in parte a mantenere nel tempo la propria identità originaria a causa delle proliferazioni edilizie indifferenziate che hanno prodotto nel tempo un’espansione eccessiva della superficie edificata e una saldatura dei centri storici con gli insediamenti circostanti. Il centro storico con superficie maggiore è quello di Selva di Progno nell’ATO IN1. Nel resto del territorio è segnalato il centro storico minore di Campofontana nell’ATO AP01 che il progetto di piano tiene in debito conto.

Presenza di centri storici ATO Superficie Superficie dei Superficie dei Media territoriale centri storici centri storici provinciale

(mq) (mq) (%) (%) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 25 089 0.10 IN 1 - Selva di Progno 720 664 21 763 3.02

Totale 41 196 993 46 852 0.11 0.71

5.8.2 Nuclei storici Il territorio di Selva di P. è caratterizzato dalla presenza di diversi elementi di importanza storico- architettonico, tra cui contrade, chiesette e anche una villa veneta. Tali attrattori, se opportunamente valorizzati, possono svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo di iniziative a sostegno del turismo rurale e culturale, associato alla mobilità sostenibile. Tali elementi storici, di rilevante interesse collettivo, si ritrovano quasi esclusivamente nell’ATO a carattere residenziale IN1 – Selva di Progno, con densità superiori alla media provinciale. Ciò a testimonianza del fatto che ci troviamo in un comune con un tessuto urbano concentrato nel fondovalle. La presenza di questi elementi costituisce l’occasione per una ulteriore valorizzazione del sistema turistico-visitazionale, soprattutto di tipo locale.

Presenza di nuclei storici ATO Superficie Nuclei storici Nuclei storici Media territoriale provinciale (mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 7 0.29 IN 1 - Selva di Progno 720 664 3 4.16

Totale 41 196 993 10 0.24 0.42

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5.9 Popolazione e salute umana

SINTESI DEL SISTEMA: I grafici sottostanti evidenziano e confermano l’assenza di criticità ad eccezione della elevata produzione di ammoniaca e del rischio radon molto prossimo alla soglia del 10% (9.4%).

5.9.1 Densità della popolazione La popolazione si concentra quasi esclusivamente nell’ATO di fondovalle IN1- Selva di Progno dove troviamo i principali centri abitati. Lontano da questo contesto troviamo solamente il piccolo centro abitato di Campofontana nell’ATO AP1 e quello di Giazza nell’ATO AN1. Tali valori sono dettati ovviamente dalla delimitazione degli ambiti che sono stati determinati dalla volontà di “rappresentare” contesti omogenei sotto il profilo di utilizzo del territorio e dalla volontà di salvaguardare gli ambiti aperti. La peculiarità di diffusione della popolazione ricalca in modo emblematico i caratteri prevalenti del modello veneto: è distribuita specialmente lungo i centri di attività, dei servizi e delle infrastrutture. La densità della popolazione nel comune, complessivamente, è molto bassa, con punte molto elevate solo nel centro maggiore indicato. Tale aspetto evidenzia la corretta perimetrazione degli ATO i quali individuano e delimitano ambiti ben differenziati per i quali risultano maggiori le probabilità di salvaguardia e contenimento del consumo di suolo. Popolazione - densità ATO Superficie Residenti Densità della Media territoriale totali popolazione provinciale

(mq) (n.) (ab./Kmq) (ab./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 6 0.39 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 585 23.83 IN 1 - Selva di Progno 720 664 347 481.50

Totale 41 196 993 938 22.77 281.97

5.9.2 Occupati nell’agricoltura Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Il settore primario rappresenta per il territorio comunale una fonte di impiego lavorativo legato soprattutto al settore zootecnico; ciò nonostante la forte contrazione delle attività che negli ultimi anni si è ravvisata a livello regionale e nazionale. Il numero di addetti in agricoltura presenta comunque valori non elevati. La media del comune di Selva di Progno è bassa nel contesto provinciale, dimostrando, come l’agricoltura non sia la principale fonte di reddito, anche in considerazione della forte estensione delle aree boscate che limita fortemente la presenz di aziende agricole vitali. Evidente anche come la zonizzazione sia complementare a quella dell’industria seguente.

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Occupati in agricoltura ATO Superficie Superficie Ripartizione Ripartizione Densità degli Media territoriale agricola SAU degli addetti addetti agricoli provinciale

(mq) (ha) (%) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 107 10.11 10 0.65 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 1 0.12 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 918 86.96 83 3.38 IN 1 - Selva di Progno 720 664 30 2.81 3 4.16

Totale 41 196 993 1 056 100.00 96 2.33 6.09

5.9.3 Occupati nell’industria Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Gli insediamenti produttivi occupano una bassa percentuale di superficie comunale. Il Comune di Selva di progno appartiene al settore della Valpantena-Valpolicella-Lessinia dove si evidenzia una maggior incidenza delle attività manifatturiere (14.1% contro il 13.3% della provincia) e di quelle delle costruzioni (17.4% contro il 15.4% della provincia). Nel settore manifatturiero si registra in generale un peso maggiore della attività legate all’artigianato, all’industria alimentare e alla carpenteria metallica e a quella del legno. I dati dimostrano come su scala comunale la media della densità degli occupati nel settore risulta di gran lunga inferiore al riferimento provinciale. La maggiore densità di addetti viene riscontrata primariamente all’interno dell’ATO IN1 – Selva di Progno dove di fatto sono presenti le attività industriali e artigianali. Addetti nell'industria ATO Superficie Ripartizione Densità degli Media territoriale degli addetti addetti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 66 2.70 IN 1 - Selva di Progno 720 664 22 29.99

Totale 41 196 993 88 2.14 42.28

5.9.4 Occupati nel terziario Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Il settore terziario si pone come contenitore di importanza pari a quello degli altri settori in quanto impiega un numero simile di addetti. A livello comunale gli addetti ai servizi per km2 sono tuttavia ben inferiori al dato medio provinciale, concentrandosi soprattutto a Selva di P.

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 109

Addetti nel terziario ATO Superficie Ripartizione Densità degli Media territoriale degli addetti addetti provinciale

(mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 5 0.30 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 62 2.54 IN 1 - Selva di Progno 720 664 23 32.02

Totale 41 196 993 90 2.18 77.84

5.9.5 Reddito derivante dalla produzione agricola Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. L’agricoltura Selva di Progno è improntata soprattutto sul comparto zootecnico. La PLV complessiva risulta molto inferiore a quella media provinciale. In relazione anche ai valori espressi dagli altri settori, come di seguito riportati, è evidente che Selva di P. rappresenta un comune lontano dai principali poli produttivi e urbani, vocato prettamente agli usi forestali.

Produzione lorda vendibile agricola ATO Superficie PLV PLV PLV PLV/Kmq Media territoriale coltivazioni allevamenti agricola provinciale

(mq) (€) (€) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 38 428 0 38 428 2 504 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 475 0 475 818 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 330 459 2 572 543 2 903 002 118 259 IN 1 - Selva di Progno 720 664 10 663 85 751 96 414 133 785

Totale 41 196 993 380 025 2 658 294 3 038 319 73 751 466 407

5.9.6 Valore aggiunto industria Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Il settore industriale di Selva di P. è incentrato sulla presenza delle imprese di costruzione e delle industrie di lavorazione dei marmi e manifatturiere in generale. Il reddito derivante dal settore secondario è concentrato soprattutto nell’ATO IN1 – Selva di P. Complessivamente il dato medio è ben inferiore a quello provinciale. In relazione anche ai valori espressi dagli altri settori, come di seguito riportati, è evidente che Selva di P. rappresenta un comune lontano dai principali poli produttivi e urbani, vocato prettamente agli usi forestali.

Valore aggiunto dell'industria ATO Superficie VA totale VA medio Media territoriale industria per Kmq provinciale

(mq) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 6 336 842 258 143 IN 1 - Selva di Progno 720 664 2 063 158 2 862 857

Totale 41 196 993 8 400 000 203 898 2 124 580

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5.9.7 Valore aggiunto terziario Tale indicatore ha carattere prettamente descrittivo, in quanto fornisce un dato conoscitivo che concorre a delineare il quadro socio-economico. Le attività del settore terziario si concentrano nell’ATO IN1 dove, come già visto, si sviluppano le attività complementari e di ausilio alle attività del settore dell’industria. Il Valore aggiunto totale derivato dal terziario a Selva di P. è ben inferiore ai livelli medi provinciali.

Valore aggiunto del terziario ATO Superficie Imprese del VA comunale VA per Media territoriale terziario nel terziario impresa nel provinciale terziario (mq) (n.) (€) (€/Kmq) (€/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 2 497 436 32 410 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0 0 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 27 6 715 385 273 564 IN 1 - Selva di Progno 720 664 10 2 487 179 3 451 233

Totale 41 196 993 39 9 700 000 235 454 4 669 859

5.9.8 Ripetitori per comunicazioni Le radiocomunicazioni, interessano lo spettro di frequenze comprese nell’intervallo 100 kHz – 300 gHz e appartengono al gruppo di radiazioni non ionizzanti. I campi elettromagnetici a radiofrequenza dei ripetitori per telecomunicazioni si distinguono dai campi degli elettrodotti perché quest’ultimi non trasportano energia e si estinguono molto rapidamente con la distanza, mentre quelli a radiofrequenza trasportano energia, e si attenuano lentamente con la distanza. Pertanto, anche gli effetti dovuti all’esposizione ai campi generati da queste due sorgenti sono diverse. Per quanto riguarda le radiofrequenze, diversamente dai campi magnetici ed elettrici generati a 50 Hz, non esistono ancora evidenze scientifiche che associano l’esposizione a campi elettromagnetici ad effetti sanitari cancerogeni. Le esposizioni alle radiofrequenze possono dare effetti sanitari quali forme di astenia, sonnolenza, mancanza di concentrazione, inappetenza. Con esposizioni prolungate si possono riscontrare conseguenze quali cataratte oculari, l’opacizzazione del cristallino anomalie alla cornea, alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni nel sistema immunitario, ustioni della pelle ed effetti termici. Gli effetti termici sono imputabili alla trasformazione di energia e.m. in calore e la profondità di penetrazione della radiazione dipende dall’attenuazione manifestata dalla materia attraversata: maggiore è l’assorbimento per unità di spessore, minore è la profondità di penetrazione, quindi maggiore è il riscaldamento. Nel comune di Selva di Progno sono dislocati n.2 ripetitori concentrati nell’ATO residenziale. Dovrà dunque porsi attenzione e dovranno essere poste le opportune indicazioni normative.

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 111

Ripetitori per telefonia ATO Superficie Ripetitori Densità Media territoriale per ripetitori provinciale telefonia (mq) (n.) (n./Kmq) (n./Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 0 0.00 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 0 0.00 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 0 0.00 IN 1 - Selva di Progno 720 664 2 2.78

Totale 41 196 993 2 0.05 0.23

5.9.9 Emissioni di monossido di carbonio Il monossido di carbonio è un prodotto della combustione ed è estremamente diffuso soprattutto nelle aree urbane a causa dell’inquinamento. Le sorgenti di monossido di carbonio più pericolose si ritrovano tuttavia negli ambienti domestici (inquinamento indoor): in particolare scaldabagni o caldaie a gas per il riscaldamento o stufe a legna con tiraggio inadeguato per scarsa manutenzione o difetto nell’impianto, fornelli a gas o anche automobili con il motore tenuto acceso a lungo in ambienti confinati, come le autorimesse. La sua tossicità è dovuta al fatto che, legandosi all’emoglobina al posto dell’ossigeno, il CO impedisce una buona ossigenazione del sangue, con conseguenze dannose sul sistema nervoso e cardiovascolare con eventuali conseguenze in funzione dell’accumulo di carbossiemoglobina nel sangue. Con una concentrazione di 20-40 mg/m3, valori che caratterizzano strade strette e con molto traffico, il tenore di carbossiemoglobina nel sangue sale da un minimo dell’1,5-2%, al 3% se si sta facendo intensa attività fisica, fino a raggiungere valori attorno al 7% se contemporaneamente si fuma. Tali valori possono causare disturbi nelle funzioni del sistema nervoso centrale: vengono ridotte le capacità di reazione, la capacità visiva e la cognizione del tempo con un conseguente aumento di rischio di incidenti. Nel territorio di Selva di Progno i valori di CO riscontrati sono inferiori al valore limite giornaliero stabilito dalla normativa per tutti gli ATO.

Emissioni di monossido di carbonio (valori massimi) ATO Concentrazioni di Valore limite monossido di carbonio (mg/mc) (mg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 0.75 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 1.45 AP 1 - Spazio aperto montano 2.76 IN 1 - Selva di Progno 2.78

Totale 10

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.9.10 Emissioni di biossido di azoto L’NO2 e in generale gli NOx interferiscono con la salute umana poiché, una volta inalato, tende a reagire con i tessuti interni, provocando difficoltà respiratorie ed innescando reazioni biochimiche. Studi scientifici hanno rilevato una maggiore sensibilità nei soggetti asmatici e nei bronchitici. Il biossido di azoto contribuisce, seppur in misura diversa ed in dipendenza della durata dell’esposizione, è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi, causando bronchiti ed edema polmonari. Come indicato anche nel rapporto ambientale preliminare, per il comune di Selva di Progno si ha una concentrazione relativamente più elevata degli ossidi di azoto negli ambiti maggiormente

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 112

interessati dal passaggio delle principali infrastrutture viarie, senza tuttavia raggiungere i livelli di attenzione.

Emissioni di biossido di azoto (valori massimi) ATO Concentrazioni Livello di Livello di di biossido di attenzione allarme azoto (μg/mc) (μg/mc) (μg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 44 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 102 AP 1 - Spazio aperto montano 137 IN 1 - Selva di Progno 138

Totale 200 400

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.9.11 Emissioni di polveri Le polveri PM10 possono costituire un serio pericolo per la salute umana. Il sistema maggiormente attaccato dal particolato è l’apparato respiratorio, ed il fattore di maggior rilievo per lo studio degli effetti è probabilmente la dimensione delle particelle, in quanto da essa dipende l’estensione della penetrazione nelle vie respiratorie. Un’esposizione di breve periodo può irritare i polmoni e causare broncocostrizione, tosse e mancanza di respiro. Inoltre le sostanze che si dissolvono dal materiale particellare possono causare danni alle cellule. E’ stato infatti dimostrato che un’esposizione di lungo periodo anche a basse concentrazioni può indurre il cancro e in forme lievi le particelle che si depositano nel tratto respiratorio superiore o extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe) possono causare effetti irritativi quali secchezza ed infiammazione di naso e gola. Le particelle che si depositano nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi e bronchioli più grandi) possono invece provocare costrizioni bronchiali, aggravare malattie respiratorie croniche (asma, bronchite, enfisema) ed eventualmente indurre neoplasie. I valori di emissioni di polveri sottili sono più elevati dove si concentrano le attività produttive, il traffico veicolare e gli impianti di riscaldamento, ovvero nell’ATO IN01 – Selva di Progno. Le polveri sottili risultano comunque al di sotto del valore limite stabilito dalla normativa (50 µg/m3) per tutti gli ATO.

PM10 (valori massimi) ATO Concentrazioni Valore limite di particelle totali sospese (μg/mc) (μg/mc) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 7 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 13 AP 1 - Spazio aperto montano 24 IN 1 - Selva di Progno 24

Totale 50

Il superamento della soglia è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.9.12 Emissioni di ammoniaca

Comune di Badia Calavena - Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 113

L’ammoniaca è di odore irritante e pungente ed è tossico. L’ammoniaca è irritante e ha effetto fortemente ustionante su occhi, mucose delle vie respiratorie, polmoni e pelle. L’esposizione alle alte concentrazioni può anche determinare l’arresto temporaneo del respiro ed edema polmonare ed irritare gli occhi causando danno alla cornea e perfino cecità permanente. Come visto in precedenza, per il Comune di Selva di Progno, può essere osservato che si rilevano emissioni significativamente elevate di ammoniaca per l’ATO AP1 – Spazio aperto montano, per lo più determinati dalla presenza di allevamenti.

Complessivamente livelli risultano nel non elevati, rispetto al dato di riferimento provinciale dimostrando che fra le attività agricole che interessa l’ambito comunale, è comunque il settore zootecnico che fornisce il maggior apporto per questo inquinante.

Agricoltura - emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) ATO Superficie Emissioni di Emissioni di Emissioni di Emissioni di Media territoriale ammoniaca ammoniaca ammoniaca ammoniaca provinciale coltivazioni allevamenti totale totale (mq) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno) (Kg/anno/Kmq) (Kg/anno/Kmq) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 15 348 269 273 0 273 18 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 580 263 3 0 3 6 AP 1 - Spazio aperto montano 24 547 797 2 350 27 801 30 151 1 228 IN 1 - Selva di Progno 720 664 76 202 278 385

Totale 41 196 993 2 703 28 003 30 705 745 5 327

5.9.13 Livello sonoro Il rumore può produrre effetti a carico dell’apparato uditivo: il danno può essere di tipo acuto, quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa, e di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un’esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore. Ma il rumore ambientale può dar luogo ad una serie di altri effetti, fra i quali il disturbo del sonno e del riposo, l’interferenza con la comunicazione verbale, effetti psicofisiologici, effetti sulla salute mentale e sull’apprendimento, oltre al disturbo o al fastidio genericamente inteso (annoyance). Le analisi condotte sul livello sonoro sia diurno che notturno hanno preso in considerazione le emissioni di rumore da traffico veicolare consentendo di rilevare che complessivamente i valori massimi rientrano nei limiti di immissione, per la maggior parte del territorio comunale.

Livelli sonori rete stradale – diurno Livello sonoro ATO Valori massimi Limite di di immissione immissione calcolati diurno

(dBA) (dBA) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 43 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 62 AP 1 - Spazio aperto montano 65 IN 1 - Selva di Progno 66

Totale 65

Livelli sonori rete stradale – notturno

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Livello sonoro ATO Valori massimi Limite di di immissione immissione calcolati notturno

(dBA) (dBA) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 34 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 45 AP 1 - Spazio aperto montano 51 IN 1 - Selva di Progno 49

Totale 55

Il superamento dei limiti è stato escluso anche dalla simulazione effettuata per la SP 10, come indicato nel cap. 3.3.4.6.

5.9.14 Inquinamento luminoso La figura rappresenta il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenith per ampi settori con una risoluzione di circa 1 km2 (rapporto dei rispettivi valori di luminanza, o brillanza, per unità di angolo solido di cielo per unità di area di rivelatore, espressa come flusso luminoso in candele). L’intero territorio della Regione Veneto risulta avere livelli di brillanza artificiale superiori al 33% di quella naturale ed è pertanto da considerarsi inquinato. Il valore limite di riferimento (secondo UAI – Unione Astronomica Internazionale) è il 10%.

L’intero territorio ha livelli di luminanza tra il 100% e il 300% rispetto a quella naturale. Si tratta di livelli elevati, ma comuni a tutta la fascia dei comuni della zona collinare e montana veneta.

Fonte: Grado di brillanza (inquinamento luminoso) – QC Regione Veneto file c0901013_BrillanzaCieloNot

È doveroso ricordare che la Regione Veneto ha pubblicato sul BUR n. 85 del 11/08/2009 la Legge del 07 agosto 2009 relativa a “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici”. Secondo quanto disposto dalla suddetta Legge, ciascun comune deve, entro tre anni, redigere il Piano dell’illuminazione per il contenimento luminoso (PICIL). Nel territorio del P.A.T.I sono state individuate zone di maggior tutela definite dalla

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Regione Veneto per la protezione di osservatori astronomici esistenti (pubblici o privati). Il territorio di Selva di P. infatti è catalogato tra le zone di protezione entro 10 km da osservatori astronomici esistenti (pubblici o privati) e, in specifico, i siti astronomici “Bocca di Selva” e “Pozza Morta”.

Fonte: Regione Veneto

5.9.15 Inquinamento da Radon In sede di Rapporto Ambientale non si è individuato uno specifico indicatore in quanto nella PROVINCIA di Verona, ed nel comune di Selva di Progno, il rischio radon è minimo. Il comune di Selva di Progno, infatti, non rientra tra quelli esposti a rischio radon. Le indagini condotte da ARPAV nel 2000 mostrano che la percentuale di abitazioni con livelli di radon eccedenti 200 Bq/m3 è circa il 9.4%. Sono infatti considerati comuni a rischio radon i territori con percentuali di abitazioni che superano i 200 Bq/m3 nel 10% dei casi. Tuttavia la soglia del 9.4%, vicina a quella limite, suggerisce di applicare le misure cautelative previste per legge. La figura sottostante indica la percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello di riferimento di 200 Bq/m3.

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Percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello di riferimento di 200 Bq/m3 (fonte: ARPAV-Rapporto Indicatori Ambientali del Veneto) Nell’ambito delle attività in materia di Radon la Regione Veneto ha incaricato ARPAV di realizzare una campagna di monitoraggio in tutte le scuole dei Comuni preliminarmente individuati a rischio radon e in 14 Comuni dell’area Euganea; tali indagini non coinvolgono il comune in esame, il quale non risulta a rischio radon.

5.9.16 Indici turistici Il Tasso di turisticità rappresenta l’effettivo peso del turismo rispetto alle dimensioni della zona e si calcola nel modo seguente (presenze/giorni)/popolazione)*1000. L’indice di turisticità misura il rapporto tra numero di presenze che soggiornano in un determinato luogo e popolazione residente nel territorio considerato, e fornisce la capacità di un territorio di sopportare il carico turistico e quindi anche il peso del turismo sulla popolazione locale. Invece l’indice di utilizzazione lorda è il rapporto tra le presenze registrate negli esercizi e la disponibilità di letti alberghieri espressi in termini di giornate-letto: UL=P/(L*G)*100 dove P=presenze registrate negli esercizi, L=letti degli esercizi corrispondenti, G = numero delle giornate di disponibilità dei letti al lordo delle chiusure stagionali.

Turismo – Anno 2009 Tasso di Turisticità (%) Indice di Utilizzazione Verona (provincia) 61.3 227.7 Veneto 34.3 209.1 Selva di Progno 3.0 255.3 Fonte: Regione Veneto_Direzione Sistema Statistico Regionale: movimento turistico nel Veneto

Il comune di Selva di Progno ha un tasso di turisticità basso, soprattutto se confrontato con quello provinciale e regionale, a fronte di un indice di utilizzazione elevato. Ciò dimostra come il comune abbia ancora possibilità di crescere ed incentivare il turismo

5.10 Beni materiali e risorse

SINTESI DEL SISTEMA: la valutazione dei grafici sottostanti confermano che non si rilevano problematiche per la gestione dei rifiuti e della risorsa idrica.

5.10.1 Produzione di rifiuti urbani Tra gli indicatori utili a definire le condizioni ambientali rileviamo la produzione di rifiuti urbani. La quantità di rifiuti urbani prodotti nel comune di Selva di Progno è in linea con la media riscontrata in tutta la provincia.

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Produzione di rifiuti urbani ATO Residenti Ripartizione Ripartizione Media totali della dei consumi provinciale produzione comunali comunale (n.) (Kg/anno) (Kg/anno/res.) (Kg/anno/res.) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6 2.808 468 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 0 0 0 AP 1 - Spazio aperto montano 585 273.789 468 IN 1 - Selva di Progno 347 162.401 468

Totale 938 438.998 468 464

5.10.2 Raccolta differenziata La diffusione della raccolta differenziata è un indicatore di risposta utile per definire l’impegno dell’amministrazione per una gestione dei rifiuti efficace e rispettosa dell’ambiente e della salute della popolazione. Grazie alla maggiore diffusione della raccolta differenziata e dei trattamenti biomeccanici, la quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica sta diminuendo. Il quantitativo di materiali raccolti in modo differenziato nel Veneto ha assunto un trend positivo negli ultimi anni e la crescita della percentuale di raccolta differenziata supera di gran lunga gli obiettivi stabiliti dalla normativa nazionale e colloca il Veneto tra i primi posti in Italia. Nel comune di Selva di Progno la percentuale di rifiuti differenziati rispetto al totale di rifiuti urbani prodotti è pari a circa il 51.2% (dato del 2012), vale dire un valore inferiore a quello medio regionale e provinciale.

Raccolta differenziata dei rifiuti urbani ATO Residenti Ripartizione Ripartizione Media totali dei consumi dei consumi provinciale comunali comunali (n.) (Kg/anno) (Kg/anno/res.) (Kg/anno/res.) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6 1.343 224 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 0 0 0 AP 1 - Spazio aperto montano 585 130.956 224 IN 1 - Selva di Progno 347 77.678 224

Totale 938 209.978 224 220 5.10.3 Consumi idrici per residente La richiesta d’acqua a livello mondiale è in continuo aumento a causa dell’incremento demografico e soprattutto delle moderne abitudini di vita dei Paesi industrializzati Per bere e cucinare si consumano in media 6 litri di acqua al giorno, per una doccia di 5 minuti circa 80 litri, per un carico di lavatrice 100 litri, per lavare l’auto 800 litri: solo per usi domestici un cittadino europeo utilizza in media quasi 300 litri di acqua al giorno. In altre parole, una quota rilevante del consumo urbano d’acqua corrisponde spesso semplicemente a consumi per il confort e la comodità. Nei nostri territori, consumiamo circa 250 litri di acqua potabile pro capite al giorno. Di questi, solo 2 litri vengono usati per dissetarci, mentre il 50% va a finire nello sciacquone del bagno, il 30% in lavastoviglie e lavatrici e poi ancora nelle docce, nel lavaggio di verdure e utensili vari. Sprechiamo, inoltre, circa 18 litri d’acqua al giorno facendola scorrere dai rubinetti per avere l’acqua più calda o più fredda. L’acqua può essere anche soggetta a “sprechi nascosti”. Si tratta della quantità di acqua necessaria alla produzione di un determinato bene. Per produrre una bistecca, ad esempio, vengono utilizzati, nelle varie fasi, 1.000 litri di acqua, per un chilo di carta ne servono 40 litri (per un chilo di carta riciclata 1,5 litri), per la lavorazione di un’automobile 78.000 litri. Relativamente al territorio di Selva di Progno i consumi idrici per residente, riferiti esclusivamente ai prelievi da acquedotto, risultano superiori al dato di riferimento.

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L’amministrazione comunale dovrà incentivare nel PATI l’utilizzo di tecnologie che permettano di ottenere un risparmio ed una razionalizzazione della gestione idrica.

Consumi idrici per residente ATO Residenti totali Consumi Consumi idrici Consumi idrici Consumi idrici Media idrici attività totali per residente provinciale residenza produttive (n.) (mc/anno) (mc/anno) (mc/anno) (l/giorno) (l/giorno) AN 1 - Parco della Lessinia Nord 6 1 271 0 1 271 580 AN 2 - Parco della Lessinia Sud 0 0 0 0 0 AP 1 - Spazio aperto montano 585 123 908 0 123 908 580 IN 1 - Selva di Progno 347 73 498 0 73 498 580

Totale 938 198 677 0 198 677 580 311

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5.11 Individuazione delle principali criticità

Dalla lettura critica degli indicatori quantitativi di stato/impatto è stato possibile delineare le seguenti criticità che a livello generale caratterizzano il territorio di Selva di Progno. Le macro-criticità significative per il comune in esame sono di seguito elencate:

SISTEMA ACQUA  Scarso sviluppo della rete fognaria per gli ATO residenziali IN01 e AP01 SISTEMA SUOLO  Presenza di frane a ridosso di centri abitati  Presenza di cave attive FLORA E FAUNA  Assenza di aree a ricostruzione ambientale; PAESAGGIO  Presenza di cave in contesti di interesse paesaggistico;  Presenza di allevamenti intensivi in contesto urbano: ATO IN01; POPOLAZIONE E SALUTE UMANA  Presenza di ripetitori per telecomunicazioni in contesto residenziale;

Altre problematiche rilevate da considerare sono:

SISTEMA ARIA E CLIMA

 Emissioni significative di NH3, per l’ATO AP01; BENI MATERIALI E RISORSE  Significativi consumi idrici  Bassa percentuale di raccolta differenziata POPOLAZIONE E SALUTE UMANA  Basso sviluppo del turismo  Inquinamento da Radon al 9.4%

5.11.1 La coerenza con la “relazione ambientale”(Ante piano) e gli ulteriori approfondimenti condotti dal Rapporto Ambientale Per un quadro esauriente si veda la tabella riportata nella pagina successiva che evidenzia in grassetto: - le criticità riscontrate in sede di Rapporto Ambientale Preliminare. - le criticità risultanti dall’approfondimento del Quadro conoscitivo con metodologia quantitativa; - ulteriori criticità emerse dall’analisi della coerenza esterna (cap. 4.12) e interna (cap. 5.6.3)

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Verifica delle Criticità/Problematiche - Rapporto Ambientale Preliminare e Approfondimento del QC – Selva di Progno

RAPPORTO RAPPORTO AMBIENTALE COMPONENTI AMBIENTALI CRITICITÀ/PROBLEMATICHE AMBIENTALE (Approfondimento del QC, fra PRELIMINARE parentesi il cap. di riferimento) SI (5.1.5) Emissioni elevate di ammoniaca nell’ATO AP01 – spazio Aria Emissioni SI I livelli sono significativi, ma aperto montano non costituiscono criticità SI Situazione di rischio idraulico per il Torrente Illasi in Vedi metodo mapOverlay e Acque superficiali SI occasione di eventi meteorici intensi studio di Compatibilità Acqua Idraulica (tav. 8) Acquedotti e Bassa percentuale di residenti allacciati per l’abitato di SI SI (5.3.1) fognature Selva di Progno SI (5.4.4) SI Vedi metodo mapOverlay e Presenza di aree a fragilità geologica studio di Compatibilità Fattori di rischio Idraulica (tav. 8) Suolo e sottosuolo geologico e idrogeologico SI (5.4.4) Vedi metodo mapOverlay e Presenza di cave attive e dismesse da riqualificare SI studio di Compatibilità Idraulica (tav. 8) SI(5.9.15) Radiazioni Elevate concentrazioni di radon per il territorio di Selva SI I livelli sono al 9.4%, ma non ionizzanti di Progno costituiscono criticità Radiazioni non Presenza di stazioni di radiocomunicazione a ridosso Agenti fisici SI SI (5.9.8) ionizzanti dei centri abitati; SI (5.9.14) Inquinamento Elevato inquinamento luminoso SI ma comunque nei limiti luminoso della media provinciale Biodiversità, flora e Aree a tutela Assenza di aree a ricostruzione ambientale NO SI (5.6.4) fauna speciale Graduale spopolamento della montagna verso centri Popolazione Salute e sanità maggiori con conseguente saldo naturale negativi e SI SI (5.9.2-5.9.7) indici di vecchiaia elevati, in modo particolare per Selva

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RAPPORTO RAPPORTO AMBIENTALE COMPONENTI AMBIENTALI CRITICITÀ/PROBLEMATICHE AMBIENTALE (Approfondimento del QC, fra PRELIMINARE parentesi il cap. di riferimento) di Progno

Presenza di abitazioni non occupate e di un patrimonio insediativo degradato che spesso si è sviluppato lungo SI SI (4.5.1) la viabilità principale Le azioni volte al recupero del patrimonio edilizio di antica origine come le contrade e le malghe, risultano SI SI (4.7.4) Sistema insediativo non sufficienti rispetto l’elevata presenza di fabbricati SI (5.10.3) E’ una problematica, che non Elevati consumi idrici NO rappresenta ancora una criticità NO (5.1, 5.2, 5.9.13) Traffico veicolare pendolare intenso sulla Strada Viabilità SI I livelli sono significativi, ma Sistema socio- provinciale n. 10 verso valle non costituiscono criticità economico Necessità di ulteriore potenziamento delle NO (5.10.2) Rete di servizi infrastrutture e strutture a servizi. Bassa percentuale di SI I livelli sono significativi, ma raccolta differenziata. non costituiscono criticità Attività Presenza di allevamenti a ridosso delle contrade e degli commerciali e SI SI (5.7.5) insediamenti urbani produttive Necessità di ulteriore potenziamento per i percorsi ciclopedonali e necessità di una struttura che colleghi i SI NO (5.7.8) vari itinerari e sentieri utili a creare un sistema di Turismo visitazione integrato del territorio Necessità di ulteriori azioni volte a ridurre la scarsa efficacia delle iniziative turistiche per la promozione SI SI (5.9.16) delle bellezze del territorio

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5.12 Verifica della coerenza esterna delle azioni di piano

L’esame della coerenza esterna è stato condotto mediante specifico approfondimento per i temi di rilevante interesse. Le tabelle evidenziano le finalità dello strumento di pianificazione e l’esame di coerenza dimostra la conformità con le azioni di progetto espresse nelle NTA riportate con gli strumenti di pianificazione posti in esame. Nello specifico si evidenzia:

Coerenza la pianificazione nazionale Il PATI è stato sottoposto a Selezione Preliminare di Screening (ai sensi della DGRV 3173/2006) che è parte integrante del presente Rapporto Ambientale (All. 3). Dall’esito della Relazione e dalla consultazione delle Tavola allegata, si evince che non vi sono impatti significativi sulla rete natura 2000. Coerenza la pianificazione regionale Gli obiettivi dichiarati nei piani sovraordinati di programmazione ambientale e di settore sono parte integrante dello strumento di pianificazione comunale. In alcuni casi, la relazione degli obiettivi del PATI con quelli dei piani sovraordinati risulta indiretta, in altri la coerenza esterna del piano comunale è più esplicita e diretta (ad esempio: tutela del sistema agro-ambientale, degli ecosistemi naturali e delle acque; razionalizzazione dell’uso del suolo; razionalizzazione e riequilibrio del sistema di mobilità; sostegno all’uso di fonti rinnovabili). Coerenza con la pianificazione provinciale Il PATI risulta coerente sia a livello di scelte grafiche, sia con gli obiettivi del nuovo Piano Territoriale della Provincia, in quanto in linea con gli obiettivi di tutela, salvaguardia, valorizzazione territoriale ambientale, ma anche con gli obiettivi di adeguamento infrastrutturale e delle reti di mobilità, in chiave sostenibile, e di potenziamento della competitività locale. In coerenza con il PTCP, il PATI tende promuove la conservazione degli spazi naturali a promuovere l’attuazione di interventi di ricomposizione dell’assetto urbano e lo sviluppo del settore produttivo, e del turistico-ricettivo, con l’intento di migliorare la funzionalità degli insediamenti esistenti, nonché di accrescere la qualità di vita del contesto locale e promuovere forme di sostenibilità economica integrativa.

Strumento di pianificazione Esito della coerenza

a) Programma regionale di sviluppo (P.R.S.) SI

b) P.T.R.C. SI

c) Piano Regionale dei Trasporti (PRT) SI

d) Piano Regionale per le Attività di cava (PRAC) SI

e) Piano Stralcio Tutela Del Rischio Idrogeologico del Bac. del F. Adige - PAI SI

f) Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA) SI

g) Piano di tutela delle Acque (P.T.A.) SI

h) Piano regionale di risanamento dell’Atmosfera (PRTRA) SI

i) Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale della Lessinia SI

j) Rete Natura 2000 SI

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L’approfondimento di questi ed altri temi è specificatamente illustrato nei capitoli seguenti.

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5.12.1 Il Programma Regionale di Sviluppo (PRS)

Il Programma Regionale di Sviluppo (P.R.S.) Esame di coerenza Bur n. 26 del 13/03/2007 - Legge n. 5 del 09 marzo 2007 In relazione alle attività conoscitive e di indirizzo finalizzate Si evidenzia la coerenza delle scelte di Piano con i seguenti temi del PRS: alla pianificazione, il P.R.S. svolge le seguenti funzioni: - “occorre impegnarsi nella tutela del territorio agricolo e del suo paesaggio”; - effettua una ricognizione del quadro storico evolutivo e prospetta - “razionalizzazione delle risorse”; scenari di medio-lungo periodo sul possibile sviluppo degli - “promuovere lo sviluppo organizzato e razionale delle zone industriali”; andamenti strategici della società e dell'economia; - individua le linee fondamentali dell'attività della Regione nel - “rilanciare e sostenere le funzioni commerciali e residenziali dei centri storici…”; campo economico, sociale e territoriale e fornisce il quadro di - “controllo e adeguamento delle sorgenti di inquinamento luminoso, elettromagnetico e riferimento e le strategie per lo sviluppo della comunità regionale atmosferico”. mediante il concorso dei soggetti pubblici e privati, nel rispetto del principio di autonomia assicurato dall'ordinamento; - stabilisce indirizzi, direttive, priorità e prescrizioni per l'azione della Giunta regionale nella promozione dell'attività legislativa e nell'esercizio di quella amministrativa. Per quanto concerne i contenuti, il P.R.S., sulla base della valutazione della precedente programmazione, tenuto conto delle risorse fisiche, finanziarie e sociali disponibili, indica: a) le linee fondamentali per l'attività legislativa regionale, in relazione alle finalità che la società regionale deve perseguire per il suo sviluppo; b) gli obiettivi sociali, economici e dello sviluppo locale di lungo periodo dell'attività della Regione; c) le strategie programmatiche e le metodologie operative per il conseguimento degli obiettivi di medio e breve periodo, assicurando il coinvolgimento degli altri soggetti pubblici e dei privati della società e dell'economia; d) gli indirizzi e gli obiettivi del Piano territoriale regionale di coordinamento (P.T.R.C.) e degli altri Piani di settore.

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5.12.2 Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.)

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) Esame di coerenza P.T.R.C. vigente approvato nel 1992 P.T.R.C. Adottato - BUR n. 22 del 13/03/2009 - Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 - legge regionale 23 aprile 2004, n.11 (art. 25 e 4). Il P.T.R.C. costituisce il quadro di riferimento per ogni programma di interventi di soggetti pubblici e privati di rilievo regionale ed esplica efficacia di disciplina prescrittiva per quanto riguarda gli indirizzi Il PTRC vigente individua nel territorio di Badia e le zonizzazioni generali sul territorio regionale. In coerenza con il PRS, indica gli obiettivi e le linee Calavena - Selva di Progno i seguenti ambiti: per principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla l’istituzione di Parchi e Riserve Naturali Regionali loro realizzazione. In particolare: (art. 33 N.d.A), naturalistici di Livello Regionale  acquisisce i dati e le informazioni necessari alla costituzione del quadro conoscitivo territoriale regionale;  indica le zone e i beni da destinare a particolare tutela delle risorse naturali, della salvaguardia e (art. 19 N.d.A.), a vincolo idrogeologico (R.D.L. dell’eventuale ripristino degli ambienti fisici, storici e monumentali nonché recepisce i siti interessati da 3276/1923), per zone boscate (L.431/85), di aree habitat naturali e da specie floristiche e faunistiche di interesse comunitario e le relative tutele; vincolate ai sensi della L. 1497/39, di aree situate a  indica i criteri per la conservazione dei beni culturali, architettonici e archeologici, nonché per la tutela quota superiore ai 1600 m/slm (L.431/bis), di delle identità storico-culturali dei luoghi, disciplinando le forme di tutela, valorizzazione e riqualificazione tutela dei centri storici (art. 24 N.d.A.). del territorio in funzione del livello di integrità e rilevanza dei valori paesistici; Tali ambiti sono stati opportunamente cartografati  indica il sistema delle aree naturali protette di interesse regionale; nelle tavole del PATI ed è stata recepita la  definisce lo schema delle reti infrastrutturali e il sistema delle attrezzature e servizi di rilevanza nazionale e regionale; normativa di riferimento.  individua le opere e le iniziative o i programmi di intervento di particolare rilevanza per parti significative Per una visione dettagliata degli elementi si rimanda del territorio, da definire mediante la redazione di progetti strategici; alla tavola 1 allegata al Rapporto Ambientale.  formula i criteri per la individuazione delle aree per insediamenti industriali e artigianali, delle grandi strutture di vendita e degli insediamenti turistico-ricettivi;  individua gli eventuali ambiti per la pianificazione coordinata tra comuni che interessano il territorio di più province. Più in generale, nei confronti degli interventi di sistemazione idraulica, di difesa del suolo, di bonifica e di irrigazione, il P.T.R.C. assegna ai Consorzi di Bonifica le funzioni della pianificazione, che viene esplicitata nel P.G.B.T.T.R. Tale strumento, che ha la valenza di un piano di settore di livello regionale, persegue gli obiettivi della ottimale organizzazione idraulica delle aree soggette a bonifica, della gestione delle risorse idriche ai fini della produzione agricola e della protezione qualitativa di dette acque, della tutela e valorizzazione del territorio agricolo.

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5.12.3 Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.)

Il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) Esame di coerenza P.T.R.C. Adottato - BUR n. 22 del 13/03/2009 – Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 – legge regionale 23 aprile 2004, n.11 (art. 25 e 4). Il nuovo PTRC, adottato nel 2009 (P.T.R.C. Adottato - BUR n. 22 del 13/03/2009 - con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 - legge regionale 23 aprile In merito al nuovo PTRC adottato si sono condivise le scelte 2004, n.11 (art. 25 e 4)). costituisce il quadro di riferimento per ogni programma di nella Tav 4 di progetto relativamente agli ambiti agricoli di interventi di soggetti pubblici e privati di rilievo regionale. Il PTRC è strumento di tutela e agli ambiti naturalistici della rete ecologica e agli supporto all’attività di governance territoriale della Regione in quanto consente di ambiti di valore paesaggistico. rendere coerenti la “visione strategica” della programmazione generale e quella di Per una visione dettagliata degli elementi si rimanda alla settore con il contesto fisico, ambientale, culturale, civile ed economico, attraverso tavola 1 allegata al Rapporto Ambientale. un’interpretazione del territorio che ne ponga in risalto i punti di forza e di debolezza e ne evidenzi potenzialità e opportunità. Rappresenta un momento di raccordo fra politiche e interventi in una visione sistemica. Opera per un confronto interistituzionale e con la società civile, sostenuto da un progetto d’insieme e supportato da un processo di valutazione delle scelte. I contenuti del PTRC riguardano:  Paesaggio  Città;  Montagna;  Uso del suolo;  Biodiversità;  Mobilità;  Energia e altre risorse naturali;  Mobilità;  Sviluppo economico;  Crescita socio-culturale.

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5.12.4 Piano Regionale dei Trasporti (PRT)

Piano Regionale dei Trasporti (PRT) Esame di coerenza Il 1° Piano Regionale dei Trasporti (PRT), è stato approvato nel 1990. Il 2° PRT è stato adottato dalla Giunta Regionale con provvedimento n. 1671 del 5 luglio 2005 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) n. 73 del 2 agosto 2005. Il PRT dovrà essere definitivamente approvato dal L’asse strategico più vicino risulta essere quello Consiglio Regionale. afferente del Corridoio V est-ovest; la possibilità di un efficace ed agevole accesso da e per essi consente di L’asse strategico più vicino risulta essere quello afferente del Corridoio V est-ovest; la avere un flusso turistico che risulta vitale per i comuni possibilità di un efficace ed agevole accesso da e per essi consente di avere un flusso turistico della Lessinia. che risulta vitale per i comuni della Lessinia. Le scelte di piano agiscono sulla viabilità locale e di Corridoio V collegamento con quella sovraordinata mirando alla sua Il Corridoio V consiste nella realizzazione di un collegamento Trieste-Budapest-Kiev, sia ferroviario che stradale. Questo tracciato infrastrutturale rappresenta un elemento importante per la sua riqualificazione, in accordo con la pianificazione dei ricaduta territoriale, in quanto coinvolge i sistemi urbani e industriali direttamente e indirettamente vicini comuni più prossimi ai corridoi indicati dal PRT. serviti, generando una nuova centralità delle regioni settentrionali italiane in ambito europeo.

Asse stradale: il potenziamento dell’asse infrastrutturale medio-padano può rappresentare una valida alternativa, sia ferroviaria che stradale o autostradale, per l’asse Torino-Milano-Verona- Venezia, oggi chiamato a sopportare crescenti volumi di traffico, con tratte al limite della congestione. Nel tratto veneto, la ferrovia medio-padana e la ex SS 10 “Padana Inferiore” costituiscono gli assi storici di riferimento. Per essi vanno approfonditi gli studi di fattibilità per un ammodernamento ed adeguamento funzionale. Per l’asse viario, va tenuto presente che nella vicina regione Lombardia è in atto la procedura di approvazione della nuova autostrada regionale Cremona-Mantova, che potrebbe trovare continuità funzionale nel territorio Veneto, sino a raccordarsi con la A22 del Brennero, a seconda delle soluzioni tecniche da porre a confronto.

Asse ferroviario: nel lungo periodo il traffico merci sulla direttrice è destinato ad assumere un ruolo centrale nel sistema dei collegamenti transalpini orientali ed è legato alla realizzazione della linea dell’AV/AC Torino-Milano-Mestre-Trieste in progetto.

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5.12.5 Piano Regionale Attività di Cava (P.R.A.C.)

La Giunta Regionale del Veneto con propria Deliberazione 23 ottobre 2003, n°3121 ha Esame di coerenza adottato la proposta di Piano Regionale Attività di Cava (P.R.A.C.). Al centro degli obiettivi del Piano Cave Regionale c’è la necessità di azioni in termini di salvaguardia ambientale e la consapevolezza della situazione attuale: molti territori sono sacrificati da una intensa presenza Solo il comune di Selva di P. è interessato dalla di siti, numerose aree di attività estrattive sono state utilizzate come discariche, in molti casi il ripristino non presenza di cave attive ha prodotto un vero recupero ambientale. Il piano è stato considerato già nella fase Ne deriva una forte limitazione del numero di nuovi siti estrattivi e l’attuazione del recupero ambientale, che conoscitiva ed è stato verificato lo stato di dovrà avvenire sulla base di un progetto e a totale carico del titolare del permesso all’attività di cava. A questo attuazione delle Cave. proposito, il PRAC introduce una profonda trasformazione del concetto di ripristino che orientava la ricomposizione ambientale nella normativa previgente. L’innovazione che sta alla base di questa affermazione Il piano in esame non prevede situazioni di è la sostituzione del concetto di “ripristino ambientale” con quello di recupero ambientale, nella convinzione ampliamenti o scostamenti dalla attuale che non sia più “ripristinabile” un luogo ormai morfologicamente irreversibile. pianificazione vigente (P.R.G.). Sulla base delle ricognizioni quantitative sui dati storici e i fabbisogni attesi, e attraverso opportune procedure di stima, viene introdotto il concetto di previsione della quantità globale consumata su un periodo di dieci Inoltre tali indicazioni sono state recepite dalle anni, legata alle effettive necessità economiche, con ulteriori valutazioni su scala annuale e quindi per quantità, NTA (art. 15) tanto a livello regionale quanto delle singole province venete. L’altra strategia del Piano impone di fissare e verificare periodicamente le quantità davvero necessarie di materiali da estrarre sulla base delle effettive esigenze produttive del periodo. Il Piano prevede un sistema di vigilanza, con l’assegnazione alle Province dei mezzi finanziari necessari a rafforzare il presidio del territorio e severe le disposizioni per la quale i titolari del permesso all’attività di cava condannati in sede penale per gravi danni ambientali. Viene prevista la realizzazione di un Catasto dei siti di attività estrattiva informatizzato e georeferenziato. L’accertamento della conformità dei lavori di coltivazione e recupero ambientale è svolta da collaudatori nominati dall’Amministrazione competente, con oneri a totale carico del titolare del permesso a coltivare. Infine, sarà istituito l’Osservatorio Ambientale, con compiti di controllo e monitoraggio, oltre di raccolta delle “buone pratiche” di recupero altrove realizzate.

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5.12.6 Il Piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico del bacino del fiume Adige - PAI

Il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio Rurale (P.G.B.T.T.R.) Esame di coerenza Il Piano Stralcio per la tutela dal Rischio Idrogeologico Bacino dell'Adige, Regione Veneto - Adottato dal Comitato Istituzionale con deliberazione n. 01/2005 del 15 febbraio 2005 Approvato con D.C.P.M. 27 aprile 2006 Il Piano stralcio contiene: a. l'individuazione delle aree vulnerabili per esondazioni, frane o colate detritiche; Il progetto di piano e la relativa compatibilità idraulica sono b. gli elementi a rischio rilevati in ciascuna area vulnerabile, nonché la valutazione dei stati ovviamente valutati dal genio Civile che ha espresso parere positivo con prescrizioni. relativi danni potenziali con riferimento particolare all'incolumità delle persone, alla sicurezza delle infrastrutture e delle altre opere pubbliche o di interesse pubblico, allo Tali prescrizioni sono state recepite dal rapporto svolgimento delle attività economiche, alla conservazione del patrimonio ambientale e ambientale al cap. 9 senza che alterassero le valutazioni culturale; condotte. Inoltre tali prescrizioni sono state recepite anche c. la perimetrazione delle aree di pericolosità idraulica; dalle NTA. d. la perimetrazione delle aree a rischio idraulico, da frana e da colata detritica; e. le opportune indicazioni relative a tipologia e programmazione preliminare degli Per una visione dettagliata degli elementi si rimanda alla tavola 1 allegata al Rapporto Ambientale. interventi di mitigazione o eliminazione dei rischi; f. le norme di attuazione e le prescrizioni per le aree di pericolosità idraulica e per le aree a rischio da frana e da colata detritica. In merito al territorio del PATI, il Piano Stralcio per la tutela dal Rischio Idrogeologico Bacino dell'Adige, individua apposita cartografia: Carta Geologica Variante_2007 Dissesti Frana Colata Variante_2007 Dissesti Frana Colata Storici Variante_2007 Individua inoltre le aree a diverso rischio idraulico che sono state opportunamente considerate nella valutazione di compatibilità idraulica.

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5.12.7 Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.)

Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.) Esame di coerenza Approvato con D.C.R 962 dell’1 settembre 1989, e le successive varianti, modifiche e integrazioni. Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque della Regione Veneto propone la Il progetto del PATI risulta coerente con questo strumento ricerca e la realizzazione di un miglioramento generale dell’ecosistema e il soprattutto in riferimento al completamento della rete di raggiungimento del massimo grado di protezione delle sue risorse, in presenza di vincoli ormai consolidati e legati al benessere della società. La realizzazione di tali obiettivi è fognatura e ai progetti di riqualificazione dei corsi d’acqua connessa ad una serie di interventi coordinati e complementari, tra i quali la depurazione, e ai sistemi di depurazione (NTA, Artt. 14, 21, 24, 46). la regolazione idraulica, la scelta dei recapiti, la programmazione delle destinazioni d’uso, il controllo della produzione e della manipolazione di sostanze inquinanti esercitato a Tali finalità rientrano tra quelle principali del progetto di monte dello scarico, il continuo adattamento alle variazioni del sistema. Obiettivo del piano così come dimostrato anche dagli indicatori Piano è dunque un risanamento che vuole proporsi come livello ottimale di recupero e protezione attiva dell’ambiente idrico, anche alla luce di più complessive valutazioni qualitativi impiegati. sociali ed economiche.

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5.12.8 Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.)

Il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) Esame di coerenza Approvato con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5 novembre 2009. Il PTA contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D.Lgs 152/2006 e contiene le misure necessarie Il progetto del PATI risulta coerente con questo strumento alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Il PTA comprende i seguenti tre documenti: soprattutto in riferimento al completamento della rete di a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i suoi successivi fognatura, ai progetti di riqualificazione dei corsi d’acqua, ai aggiornamenti e comprende l’analisi delle criticità per le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e idrogeologico. sistemi di depurazione e al recupero e tutela della cave b) Indirizzi di Piano: contiene l’individuazione degli obiettivi di qualità e le azioni esaurite. previste per raggiungerli: la designazione delle aree sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari, delle zone soggette a degrado del suolo e Inoltre nel progetto del PATI a livello normativo sono state date desertificazione; le misure relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione tutte le indicazioni per le gestione delle acque di prima pioggia fluviale. c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono misure di base per il conseguimento degli e il risparmio idrico. obiettivi di qualità distinguibili nelle seguenti macroazioni:  Misure di tutela qualitativa: disciplina degli scarichi.  Misure per le aree a specifica tutela: zone vulnerabili da nitrati e fitosanitari, aree sensibili, aree di salvaguardia acque destinate al consumo umano, aree di pertinenza dei corpi idrici.  Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico.  Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento.

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5.12.9 Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A.)

Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (P.R.T.R.A) Esame di coerenza Il P.R.T.R.A. si pone come obiettivo il risanamento e la tutela della qualità dell’aria, azione irrinunciabile e Nella Valutazione della diffusione degli inderogabile nelle politiche della Regione del Veneto, considerate le importanti implicazioni sulla salute dei inquinanti si è considerato lo stato del comune cittadini e sull’ambiente. nell’ambito del riferimento normativo: limite di Le azioni del Piano sono organizzate secondo due livelli di intervento: - misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico, propedeutiche alla definizione dei piani applicativi che legge. dovranno essere deliberati nell’ambito del tavolo di concertazione tra Comuni ed Assessorato alle Politiche per A livello di indicazioni normative inoltre si è l’ambiente e per la mobilità della Regione del Veneto; tenuto conto delle azioni e provvedimenti in - azioni di intervento che prospettano una gamma di provvedimenti da specificare all’interno dei piani applicativi precedentemente concordati. coerenza con l’inquadramento del comune in Per quanto riguarda la zona oggetto di intervento, il P.R.T.R.A. individua la seguente situazione già ambito provinciale considerata in sede di Rapporto Ambientale Preliminare: - Densità abitativa minore di 100 ab/km2 - Il comune di Selva di P. è in zona C ed è fuori dalla zona A e B per tutti gli inquinanti

- Il comune di Badia Calavena appartiene all’agglomerato areologico C Provincia per le PM10 (comuni con altitudine superiore ai 200 m s.l.m.)

Individuazione degli ambiti produttivi: I comuni di Selva di P. e di Badia C. non sono in zona A per alcun inquinante (tutti in zona C)

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ZONA DENSITA' EMISSIVA DI PM10

A1 Agglomerato Comuni con Densità emissiva di PM10 > 20 tonn/anno kmq

A1 Provincia Comuni con densitàemissiva di PM10 tra 7 e 20 tonn/anno kmq

A2 Provincia Comuni con densità emissiva di PM10 < 7 tonn/anno kmq

C Provincia Comuni con altitudine superiore ai 200 m s.l.m.

Comuni caratterizzati dalla presenza di consistenti aree Z.I. PRTRA industriali

Fonte: ARPAV - Valutazione qualità dell' Aria - La zonizzazione regionale

Il comune di Selva di P. e di Badia C. sono in zona C Provincia

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Il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente 2006 redatto da ARPAV riporta la situazione di qualità dell'aria in riferimento a due

soli indicatori di contaminanti: PM10 ed NO2. Entrambi sono considerati dei “traccianti” dell'inquinamento atmosferico, poiché risultano frequentemente soggetti a superamenti dei valori di protezione e poiché riportano documentati e rilevanti effetti sulla salute umana

Fonte: Rapporto Ambientale 2006

Il comune di Selva di P. e di Badia C. presentano Zone a BASSA concentrazione di PM10 .

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Premessa La zonizzazione proposta da ARPAV è stata approvata dal Tavolo Tecnico Zonale della Provincia di Verona (TTZ) e dal Comitato di Indirizzo e Sorveglianza (CIS). I comuni in fascia A sono stati suddivisi in due fasce (Al ed A2) in base alla densità emissiva. Si è, quindi, applicata la distinzione, proposta da ORAR - ARPAV fra comuni che contribuiscono all'inquinamento da PM1o (Al) e comuni che non contribuiscono direttamente, ma che risentono degli effetti di un inquinamento diffuso sul territorio (A2).

Rappresentazione grafica rappresentazione grafica dell'estensione della zona A: tratteggiati i comuni che sono stati inseriti in fascia A, in colore (marrone) i comuni, inseriti in fascia A, per i quali sono disponibili misurazioni. La scala colore è stata determinata sulla base della percentuale di superamento del limite annuo per le poveri sottili pari a 40 pg/m3 - non inquinato: concentrazione media annua stimata < limite annuo - inquinamento medio: superamento del limite annuo compreso fra 0 - 20% - inquinamento elevato: superamento del limite annuo compreso fra 20% - 50% - inquinamento elevato: superamento del limite annuo superiore al 50%

Fonte ARPAV – Verona 2006

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5.12.10 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) Esame di coerenza P.T.C.P. adottato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 52 del 27/06/2013. Il PTCP considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione territoriale che, alla luce dei principi di autonomia, di sussidiarietà e Il PTCP adottato è composto dalle seguenti tavole cartografiche che, attraverso di leale collaborazione tra gli enti, definisce l'assetto del territorio con riferimento l’identificazione dei tematismi della pianificazione territoriale, agli interessi sovracomunali, specificando le linee di azione della pianificazione contribuiscono a determinare le azioni utili per la sostenibilità dello regionale. Il PTCP è atto organizzato delle politiche settoriali della Provincia e strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione territoriale comunale. sviluppo, insieme alle norme tecniche ed allo schema strutturale di piano. E' uno strumento di governo del territorio, dettato dalla riforma urbanistica Per Badia Calavena - Selva di Progno si identificano in particolare: introdotta dalla l.r. 11/04, che si aggiunge a quelli di cui già l'amministrazione Tavola 1 – Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale: pubblica dispone, per indirizzare e coordinare le azioni, costituendo il quadro di Area di notevole interesse pubblico (D.Lgs. 42/04 art. 136 - ex L. 1497/39) riferimento per tutte le attività, pubbliche e private, che interessano l'assetto del (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Montagna eccedente 1600 m s.l.m. (N.T.A.: Art. 5 - 6 - territorio, gli sviluppi urbanistici, la tutela e la valorizzazione del territorio, 7), Territorio coperto da foreste e boschi (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Area dell'ambiente e del patrimonio storico architettonico, le infrastrutture, la difesa del soggetta a vincolo idrogeologico (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Classificazione del suolo, l'organizzazione e l'equa distribuzione dei servizi di area vasta. Il PTCP vincolo sismico (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7): Bassa, Area soggetta a vincolo riconosce l’efficacia delle tutele operanti sul territorio. Assunte le medesime quali forestale (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Sito di Importanza Comunitaria (SIC) principi fondanti, ha per obiettivo l’individuazione di politiche attive per la (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Parco e Riserva istituiti (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Area di sostenibilità dello sviluppo. tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza provinciale La Provincia riconosce a Verona ed al suo territorio i molteplici ruoli che le (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Centri storici maggiori e minori (N.T.A.: Art. 8 - 9 - peculiarità territoriali, la storia ed i suoi abitanti nel tempo la hanno saputo 10) assegnare, a partire dalla vocazione turistica, a quella logistica e produttiva, a quella Tavola 2 – Fragilità: agricola e di trasformazione agroalimentare. Al PTCP è assegnata la funzione di Aree soggette a dissesto idrogeologico: Frana di scorrimento e di definizione dei rapporti tra le diverse vocazioni, individuando le modalità per la più colamento (N.T.A.: Art. 11 - 12 - 13), Area soggetta a valanga (N.T.A.: Art. favorevole integrazione e per il miglior equilibrio tra il recupero dell'ambiente e le 11 - 12 - 14), Area soggetta a sprofondamento carsico (N.T.A.: Art. 11 -12 - esigenze connesse con i vari settori di sviluppo. 18), Cava attiva ed estinta (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 29) Gli obiettivi generali puntano soprattutto sui temi dell’ambientale, Cava estinta (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 29), Pozzo freatico (N.T.A.: Art. 21 - 22 - dell’infrastrutturale, dell’insediativo e dei servizi sovracomunali. 32 - 40), Sorgente e risorgiva (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 36 - 40), Grotta (N.T.A.: Per la definizione degli obiettivi particolari è stato riconosciuto il territorio Art. 21 - 22 - 23 - 36), Geosito (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 36), Orlo di scarpata di provinciale in alcuni ambiti che hanno mostrato la necessità di elementi di degradazione (N.T.A.: Art. 11 - 12 - 17 - 21 - 22 - 36) intervento non inquadrabili negli obiettivi generali: Tavola 3 – Sistema Ambientale: · la Lessinia Area nucleo (N.T.A.: Art. 46 - 47 - 48 - 49), Isola ad elevata naturalità · la Città di Verona (N.T.A.: Art. 46 - 47 - 48 - 49), Corridoio ecologico (N.T.A.: Art. 46 - 47 - 48 · i Colli - 49), Sito di Importanza Comunitaria (SIC) (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7) · la Pianura Veronese Zona di Protezione Speciale (ZPS) (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Parco istituito · il Baldo Garda Mincio (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7),Sorgenti e risorgive (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 36 - 40), Il PTCP prevede infine le aree di cooperazione e copianificazione intercomunale da Corso d'acqua (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), Macchia boscata (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7), sottoporre alla pianificazione condivisa attraverso il PATI, per risolvere alcune Monumento geologico (geosito) (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 36), Monumento

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problematiche particolari, usufruendo di uno strumento di coordinamento e botanico (N.T.A.: Art. 21 - 22 - 36), Cava da recuperare (N.T.A.: Art. 21 - 22 coesione anche per la risoluzione dei problemi non più efficacemente impostabili a - 29). livello solo di singolo comune. Tavola 4 – Sistema Insediativo-Infrastrutturale: Aree produttive esistenti e di espansione (art. 55-56-60), Rete viaria secondaria (N.T.A.: Art. 75 - 76 - 77), Impianto sportivo (N.T.A.: Art. 87 - 88 - 89), Itinerario ciclabile principale di progetto (N.T.A.: Art. 75 - 76 - 83). Tavola 5 – Sistema del Paesaggio: Iconema (N.T.A.: Art. 94 - 95 - 96), Ambito boscato (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7 - 94 - 95 - 96), Corso d'acqua vincolato (N.T.A.: Art. 5 - 6 - 7 - 94 - 95 - 96), Dorsale (N.T.A.: Art. 94 - 95 - 96), Monastero (N.T.A.: Art. 8 - 9 - 10 - 94 - 95 - 96), Chiesa (N.T.A.: Art. 8 - 9 - 10 - 94 - 95 - 96), Rifugio (N.T.A.: Art. 94 - 95 - 96), Malga, baito o casara (N.T.A.: Art. 94 - 95 - 96), Durello (N.T.A.: Art. 94 - 95 - 96), Itinerario ciclabile (N.T.A.: Art. 75 - 76 - 83 - 87 - 88 - 89 - 94 - 95 - 96), Sentiero escursionistico (N.T.A.: Art. 87 - 88 - 89 - 94 - 95 - 96) Tali ambiti sono stati opportunamente cartografati nelle tavole del PATI ed è stata recepita la normativa di riferimento. Per una visione dettagliata degli elementi si rimanda alla tavola 1 allegata al Rapporto Ambientale.

5.12.11 Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale della Lessinia

PIANO AMBIENTALE DEL PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA Esame di coerenza

Norme di Attuazione del Piano Ambientale approvate con D.C.R.V. 42/97 e Il Piano è coerente con quanto stabilito dal Piano ambientale modifiche art. 33 approvata con D.G.R.V. 3467/2007 recependone le indicazioni (art. 13).

5.12.12 Rete Natura 2000 Il PATI è stato sottoposto a Selezione Preliminare di Screening (ai sensi della DGRV 3173/2006) che è parte integrante del presente Rapporto Ambientale (All. 3). Dall’esito della Relazione e dalla consultazione delle Tavola allegata, si evince che non vi sono impatti significativi sulla rete natura 2000.

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6. VERIFICA DELLA PROPOSTA PROGETTUALE

6.1 I Criteri chiave della sostenibilità del PATI di Badia Calavena - Selva di Progno

Sviluppo sostenibile e ambiente sono temi che riscuotono sempre maggiore attenzione nei cittadini e nelle amministrazioni, tanto a livello locale che europeo. In particolare, nel giungo 2001 è stata adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio la direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. Il panorama italiano vede alcune regioni come l’Emilia Romagna già dotate da tempo di strumenti normativi adeguati a queste tematiche (ogni piano regolatore deve essere accompagnato dalla Valutazione sullo Stato dell’Ambiente o VALSAT), altre, come il Veneto, hanno adottato la nuova legge urbanistica (L.R. 11/2004) che recepisce questi principi. Nell’articolo 3 e 4, il PATI è indicato tra gli strumenti urbanistici da sottoporre alla VAS, che ne evidenzia la congruità rispetto agli obiettivi di sostenibilità, valuta le alternative assunte nell’elaborazione, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano.

La definizione di sviluppo sostenibile dato dalle Nazioni Unite (Commissione Brundtland), che trova maggiori consensi è la seguente:

“uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni;”

Lo sviluppo sostenibile è un processo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico ed il cambiamento istituzionale sono tutti in armonia, ed accrescono le potenzialità presenti e future per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani. La risposta a questa necessità si è concretizzata pertanto con la Valutazione Ambientale Strategica che è stata sviluppata sulle basi della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ma che si differenzia profondamente da questa. La VIA, infatti, individua gli impatti che un determinato progetto comporta sull’ambiente pronunciandosi con un giudizio positivo o meno, la VAS invece, coadiuva il processo progettuale, che attraverso iterazioni successive si conclude con un elaborato fondato sulla sostenibilità. Le strategie di sostenibilità ambientale (rielaborazione della Carta di Aalborg e Conferenza di Rio de Janeiro, del 1992) emerse nelle recenti esperienze di pianificazione in ambito nazionale e europeo, e fatte proprie nel presente processo di redazione del Piano e della VAS possono essere schematizzate come segue: 1. evitare il consumo di risorse rinnovabili (ad esempio acqua e energia) a ritmi superiori alla capacità del sistema naturale di ricostruirle; 2. limitare nel corretto rapporto tra sviluppo e tutela il consumo di risorse non rinnovabili (tra cui il suolo); 3. evitare di emettere inquinanti in quantità tale da eccedere le capacità di assorbimento e trasformazione di aria, ed in particolare acqua e suolo; 4. mantenere la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo a livelli sufficienti per sostenere la vita ed il benessere dell’uomo, nonché la vita animale e vegetale; 5. mantenere e, ove possibile, aumentare la biomassa e la biodiversità. 6. favorire un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo; 7. garantire la compatibilità dei processi di trasformazione del suolo con la sicurezza e la tutela dell’integrità fisica e con l’identità culturale del territorio; 8. garantire un miglioramento della qualità della vita e della salubrità degli insediamenti; 9. garantire la riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali e agricoli diffusi, anche attraverso opportuni interventi di mitigazione degli impatti; 10. favorire il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio urbano e la sua riqualificazione; 11. dare priorità alla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione e accedere al consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti.

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Si ribadisce pertanto, come recita l’articolo 1 della direttiva 2001/42/CE, “l’obiettivo della direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.

6.1.1 Definizione degli obiettivi di sostenibilità assunti dal PATI Il progetto del piano si è delineato prendendo come riferimento le criticità riscontrate in sede valutazione quantitativa dello Stato Attuale e gli obiettivi indicati nel documento preliminare, letti attraverso le possibili interazioni con l’ambiente naturale e antropico; successivamente tali criticità sono state analizzate e affinate con le elaborazioni della VAS. Durante tutto questo processo, si è privilegiata la ricerca di quelle soluzioni che favoriscono la corretta gestione delle risorse e delle qualità del territorio puntando a mitigare o eliminare gli elementi critici individuati (allevamenti intensivi). In generale il nuovo strumento urbanistico è incentrato sulla conservazione dell’ambiente (in particolare il sistema connesso direttamente ed indirettamente alla rete idrica e alla “campagna aperta”) e delle risorse, ma non può trascurare gli importanti aspetti sociali ed economici legati allo sviluppo economico, insediativo e produttivo. Nella gestione del territorio di Badia Calavena - Selva di Progno, gli impatti più rilevanti sono legati al collettamento delle fognature e alla prevenzione della diffusione di inquinanti in falda e alle emissioni del territorio agricolo, il consumo del suolo (risorsa non rinnovabile) per gli ATO urbanizzati e la mancanza di aree di destinate alla riqualificazione e rigenerazione urbana. La nuova legge urbanistica e i relativi atti di indirizzo danno una prima risposta a queste problematiche dimensionando la “Zona Agricola Trasformabile” in base alla “Superficie Agricola Utilizzata” presente sul territorio comunale, per quanto concerne il consumo di territorio, e incentiva l’individuazione delle aree di ripristino ambientale. Non meno importante la realizzazione di specifiche norme di piano atte alla mitigazione e compensazione delle trasformabilità di cui all’art. 45, 46, 47.

6.1.2 Gli obiettivi di sostenibilità ambientale del progetto di piano

6.1.2.1 SINTESI Le azioni, chiaramente individuate e sintetizzate all’art. 3, finalizzate non solo alla riqualificazione ma anche allo sviluppo sostenibile dell’area di Badia Calavena - Selva di Progno sono le seguenti in forma sintetica: - completamento delle reti di collettamento - ridurre il consumo di suolo urbano; - riqualificare su basi ecologiche le aree dimesse; - rigenerare i processi naturali possibili in città; - favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente; - ridurre il consumo di energia con il corretto uso delle tecnologie; - scegliere i materiali da costruzione in base ai dettami della bioarchitettura; - promuovere gli insediamenti con molteplicità di funzioni; - promuovere la riduzione del traffico automobilistico; - favorire le produzioni e le tecnologie ecocompatibili; - incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti; - promuovere uso della corretta procedura di VAS comprensiva della fase di la partecipazione dei cittadini e consultazione con gli Enti.

6.1.2.2 EQUILIBRIO GLOBALE 6.1.2.2.1 Clima e atmosfera Il PATI, in sede di realizzazione degli interventi edilizi, prevede di garantire la continuità e la fruibilità degli spazi verdi da realizzarsi attraverso la piantumazione di specie arboree autoctone. Ciò comporterà un incremento della capacità di fissazione del carbonio su scala urbana e soprattutto nelle zone urbanizzate e riduce insieme all’architettura bioecologica gli impatti sul l’attuale assetto climatico.

6.1.2.2.2 Biodiversità

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Il PATI provvede alla tutela delle risorse Naturalistiche e Ambientali e all’integrità del Paesaggio Naturale, quali componenti fondamentali della “Risorsa Territorio”. Il PATI quindi si prefigge l’attivazione di precise norme e indirizzi volti a potenziare la rete ecologica. Il PATI individua nel territorio la matrice naturale primaria. In tale ambito sono da evitare: - tutti quegli interventi antropici che riducono l'estensione delle unità elementari (urbanizzazione, riduzione a coltivo, ecc.); - tutti quegli interventi antropici che riducono la funzionalità dei corridoi ecologici (urbanizzazione, riduzione a coltivo, disturbo antropico di vario genere quale rumore, emissione di fumi, vapori e fluidi, mutamento della struttura, densità e composizione botanica del corridoio, ecc.).

Il PATI preciserà gli interventi di: - riduzione degli elementi impattanti sulla rete e sui corridoi, nello specifico assi viari, aree industriali, ecc.; - incremento della connettività residua delle connessioni ecologiche lineari e/o spaziali (ponti biotici/ecodotti, buffer zones, ecc.), così come di direttive tese alla tutela e valorizzazione del territorio aperto ad alta produttività e biodiversità (ecotoni, vegetazione spondale, siepi, boschi e macchie con funzioni di steppings stones); - valuta la compatibilità degli interventi con la rete ecologica dei territorio più vicini ai confini del territorio comunale.

6.1.2.3 RISORSE NATURALI 6.1.2.3.1 Aria Attualmente l’utilizzazione prevalente del suolo urbanizzato è quella residenziale; la presenza di attività economiche soprattutto artigianali ed industriali non è consistente, occupano in ogni caso un territorio ben specifico e limitato al fondovalle. Il PATI prevede, in sede di nuove realizzazioni, la creazione di nuove aree verdi, garantendo la continuità e la fruibilità degli spazi verdi e servizi in genere al fine di migliorare il microclima, ma anche a funzionare come barriera per le polveri e per i rumori nonché al fine di migliorare la percezione dei luoghi dalla viabilità di fondovalle. II PATI persegue comunque l'obiettivo della tutela della salute umana rispetto all'inquinamento atmosferico ed acustico,

6.1.2.3.2 Acqua Potenziamento della rete ecologica lineare lungo il torrente di fondovalle con la creazione, di connessioni ecologiche, che adeguatamente dotate di verde consentano anche una azione fitodepurante. Il PATI individua i corsi d’acqua di maggior importanza dove ogni intervento di manutenzione e riqualificazione dovrà avvenire nel principio della salvaguardia del territorio e della riduzione dell’impatto ambientale e degli inquinamenti. Il PATI si pone l'obiettivo della salvaguardia dell'assetto idrogeologico attraverso la verifica sulle condizioni che possano porsi come inquinamento della falda sotterranea. Il PATI e la Valutazione di Compatibilità idraulica tutelano mediante adeguate norme il rispetto delle progettualità del consorzio di Bonifica.

6.1.2.3.3 Suolo Il PATI provvede alla difesa del suolo e sottosuolo attraverso la prevenzione dai rischi e dalle calamità naturali: accertando la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse naturali in particolare quelle connesse con il rischio idrogeologico; individuando le azioni prioritarie e strutturali da attivare per la loro salvaguardia. Appare, quindi, evidente l’importanza della tutela del suolo e sottosuolo, prioritaria rispetto a qualsiasi nuovo intervento di trasformazione del territorio. E’ previsto in tal senso, di concerto con il Consorzio di Bonifica, la creazione di tutte quelle misure atte a tutelare maggiormente i suoli in condizioni di criticità idraulica.

6.1.2.3.4 Risorse energetiche IL PATI promuove ed incentiva lo sviluppo nel territorio comunale della progettazione edilizia sostenibile con uso di tecniche costruttive riferite alla bioarchitettura, al contenimento del

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consumo energetico e all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, che dovranno essere favorite anche in rapporto agli oneri di urbanizzazione e di costruzione. Il PATI favorisce l'utilizzo di metodi di progettazione bio-ecologica, l'utilizzo di materiali bio-compatibili ed energie rinnovabili e/o tecnologie di risparmio energetico, quali ad esempio gli impianti a energia radiante.

6.1.2.3.5 Rifiuti A livello di nuove realizzazioni edilizie sono previsti dal PATI indirizzi per la promozione di iniziative pilota per la realizzazione di singoli edifici, piani attuativi o altri interventi informati ai principi della sostenibilità.

6.1.2.3.6 Clima acustico Il PATI predispone l’individuazione delle principali strutture/attrezzature che necessitano dell’adozione di opportune azioni di mitigazione, finalizzate a ridurre gli effetti di disturbo (in termini acustici, visivi, olfattivi, o di altra natura) da esse prodotte rispetto al contesto ambientale e paesaggistico. Sono previsti, per i nuovi interventi, delle azioni di mitigazione (fasce tampone boscate di adeguata lunghezza e profondità) dell’impatto visivo, acustico e della diffusione di polveri inquinanti (mascherature e quinte arboree) degli impianti produttivi in corrispondenza di aggregati residenziali.

6.1.2.3.7 Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso è causato soprattutto da una eccessiva dispersione dell’illuminazione artificiale che altera la visione notturna del cielo, arrivando anche ad impedirne l’osservazione e a causare una modificazione degli equilibri ecosistemici. Il comune di Badia Calavena - Selva di Progno è catalogato tra le zone di tutela definite dalla Regione Veneto per la protezione di osservatori astronomici esistenti (pubblici o privati) e, in specifico, i siti astronomici “Bocca di Selva” e “Pozza Morta”. La nuova normativa prevede la predisposizione da parte dei Comuni di un "Piano dell'Illuminazione per il Contenimento dell'Inquinamento Luminoso" (PICIL). Il "Piano" è un atto di programmazione per la realizzazione dei nuovi impianti di illuminazione esterna e per ogni intervento di modifica, adeguamento, manutenzione, sostituzione ed integrazione sulle installazioni di illuminazione esterna già esistenti nel territorio comunale.

6.1.2.4 AMBIENTE UMANO 6.1.2.4.1 Ambiente edificato Nella conformazione della struttura insediativa di Badia Calavena - Selva di Progno si può cogliere il modello insediativo caratteristico veneto, nel quale l’edificazione, senza dar luogo a parti riconoscibili, tende a densificarsi secondo alcune direzioni, in prevalenza lungo alcuni tracciati stradali o negli ispessimenti delle frazioni o nuclei urbani. L’utilizzazione prevalente del suolo urbanizzato è quella residenziale. Questa diffusione presente unicamente nel territorio comunale di fondovalle sembra non essere propriamente legata alla localizzazione di attività economiche. La presenza di queste ultime risulta numericamente non particolarmente elevata, occupando porzioni di territorio a destinazione omogenea e, talvolta, inserendosi all’interno del tessuto residenziale. Il PATI prevede riordino, riqualificazione, completamento ed ampliamento del sistema insediativo consolidato esistente. Prevede inoltre la possibilità di espansione del sistema insediativo da localizzare in adiacenza alle aree residenziali consolidate esistenti, integrandole alle stesse anche con la viabilità locale attraverso il contemporaneo inserimento di adeguati servizi e luoghi centrali a continuità e raccordo con quelli preesistenti, e l’eliminazione delle situazioni di criticità determinate dalla presenza delle strutture individuate come elementi di degrado ambientale. In relazione alle aree ad edificazione diffusa, quasi completamente edificate con destinazione d’uso principalmente residenziale e collocate lungo le strade, provviste delle più importanti opere di urbanizzazione, il PATI prevede di attivare specifici strumenti attuativi finalizzati a: • limitare ed organizzare gli insediamenti e gli accessi alla viabilità principale; • definire le piccole espansioni edilizie nel rispetto del contesto rurale; • ridurre l’impatto nell’ambiente rurale circostante con fasce di mitigazione da realizzare contestualmente agli interventi ammissibili; • favorire il recupero anche di spazi per usi pubblici (servizi);

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• favorire la realizzazione ed il completamento di percorsi ciclo-pedonabili; • favorire e riconoscere le minime attività terziarie di servizio per il territorio aperto dotandole di servizi primari (verde e parcheggio); • dettare norme specifiche per ogni zona indicando i parametri urbanistico-edilizi in armonia con gli indirizzi del P.A.T.I

6.1.2.4.2 Infrastrutture Il territorio comunale è influenzato dal passaggio delle infrastrutture viarie. Il P.A.T.I. individua i servizi di interesse comune di maggior rilevanza, ricercando le integrazioni con gli altri servizi presenti e/o di progetto. Il PAT altresì individua e detta indirizzi per il potenziamento dei percorsi minori (piste ciclopedonali) di accesso a tali importanti servizi. Il PAT individua le modalità per la riduzione degli impatti e per la riduzione degli ostacoli che limitano la continuità ecologica mediante il progetto di rete ecologica e le misure di mitigazione relative.

6.1.2.4.3 Qualità estetica Il PATI riconosce l’uso delle aree verdi di interesse storico/architettonico sulla base delle specifiche caratteristiche di impianto e di progettazione. Per gli edifici e i manufatti esistenti con utilizzazioni multiple, non più funzionali alle esigenze dei fondi agricoli possono essere consentite utilizzazioni diverse da quelle agricole solo se gli immobili interessati sono coerenti o vengono resi coerenti con i caratteri tradizionali dell'edilizia rurale e con l’ambiente, anche mediante la modifica di quelli che per dimensione, forma, colore, ecc., contrastano con i caratteri ambientali dei luoghi. Le aree a verde pubblico o di uso pubblico e verde privato dovranno essere considerate come elementi di rilevante interesse, anche figurativo. La sistemazione di dette aree deve rispettare i rapporti visuali tra la vegetazione, le pavimentazioni, l'architettura degli edifici, gli elementi naturali del territorio, ecc.. L’intorno delle infrastrutture dovrà essere sistemato in modo da assorbire la loro presenza nel paesaggio circostante con l’attenuazione dell’inquinamento da rumore e la mitigazione degli impianti connessi all’esercizio del traffico e secondo le seguenti direttive: - formazione di spazi a vegetazione arborea ed arbustiva per spessori consistenti, distribuita in forma discontinua ed irregolare lungo il tracciato al fine di dissolvere l’effetto di linearità prodotto dall’infrastruttura nel paesaggio; - evitare gli effetti di accentuazione del tracciato sia pur realizzati con materiale vegetale; - mascherare le eventuali scarpate con vegetazione arbustiva ed arborea; - mantenere i punti di visibilità dall’infrastruttura verso il paesaggio circostante; - adottare la scelta di specie arboree compatibili con il grado di inquinamento dell’infrastruttura.

6.1.2.4.4 Caratteri storico-culturali Il PATI. individua le emergenze paesaggistiche le quali sono da salvaguardare da espansioni urbanistiche e costruzioni improprie e che possono essere valorizzate per incrementare la qualità del territorio. Le linee guida del PATI prevedono di: - vietare smembramenti e comunque separazione tra aree verdi, edifici e contesto paesaggistico che possano compromettere l’integrità dei beni succitati e le relazioni tra i suddetti beni ed il loro immediato intorno; - conservare i beni storico/architettonici attraverso interventi di manutenzione continua e programmata in rapporto al tipo di uso previsto, alla tipologia e alla composizione delle masse arboree; - evitare la sostituzione e/o l’integrazione con essenze non pertinenti e mantenere in efficienza gli elementi di arredo storico presenti. Individua e valorizza inoltre le zone e i manufatti di interesse storico monumentale con lo scopo di un loro possibile riutilizzo a fini culturali, didattici, espositivi.

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6.1.3 Gli interventi del Piano suddivisi per ATO Come già citato il PATI individua nel territorio considerato n. 7 ATO, raggruppati sulla base di omogeneità di contesto; questi vengono raggruppati e normati secondo le indicazioni contenute nelle NTA.

6.1.3.1 ATO A.N./1 L'A.T.O. – A.N./1 PARCO DELLA LESSINIA della Matrice Ambientale a dominante Naturalistica comprende la parte del Parco Naturale della Lessinia che insiste sul territorio comunale di Selva di Progno. Include inoltre una parte del territorio del SIC&ZPS IT3210040 “Monti Lessini – Pasubio – Piccole Dolomiti Vicentine”, tra i più estesi della Regione, includendo una fascia di territorio tra la provincia di Verona e di Vicenza. E’ situata a nord dell’abitato di Giazza dove la valle si biforca e prende il nome di Valle di Revolto, ad Ovest, e di Val Fraselle, ad Est e si estende da una quota di circa 850 m.s.l.m. a quote di 1870 m.s.l.m. in coincidenza con Cima Trappola e Monte Terrazzo con pendii dolci in cui si insinuano le incisioni a V dei Vaj.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO solo funzioni prevalentemente legate al turismo a basso impatto ed alle attività agricole montane. I considerazione della presenza del SIC&ZPS IT3210040 “Monti Lessini – Pasubio – Piccole Dolomiti Vicentine”, non sono previste aree di nuova edificazione.

6.1.3.2 ATO A.N./2 L'A.T.O. – A.N./2 PARCO DELLA LESSINIA della Matrice Ambientale a dominante Naturalistica comprende la parte del Parco Naturale della Lessinia che insiste sul territorio comunale di Selva di Progno. E’ situata a Ovest dell’abitato di Selva di Progno, si estende da una quota di circa 680 m.s.l.m. a quota di 950 m.s.l.m. ed è attraversato dalla Valle del Covolo. Non è presente alcune struttura abitativa ed è presente un’unica strada, la S.P. n 13 dei Tredici Comuni, che collega l’abitato di Selva di Progno con .

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO solo funzioni prevalentemente legate alla visitazione turistica slow. Non sono previste aree di nuova edificazione.

6.1.3.3 ATO A.P./1 L'A.T.O. – A.P./1 SPAZIO APERTO MONTANO della Matrice Ambientale a dominante Paesaggistica comprende il territorio in comune di Selva di Progno che si sviluppa sul versante Ovest ed Est del Torrente Illasi. Si tratta di un territorio in cui si susseguono ambienti ancora naturali, caratterizzati da grandi estensioni di boschi, e piccoli appezzamenti di terreno legati all’agricoltura. Vi è però un’area a Nord – Ovest e a Sud – Ovest di Campofontana dove sono presenti alcune cave attive che modificano fortemente il paesaggio.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO funzioni prevalentemente agricole, residenziali e turistico ricettive compatibili. In particolare sono ammessi interventi edilizi di espansione residenziale in contiguità al disegno urbano precostituito, comunque da definire in sede di P.I.. Il P.A.T.I. prevede anche l’incentivazione di nuove forme di ricettività con la possibilità di realizzare alberghi diffusi, intervenendo negli ambiti con caratteri storico architettonici attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente e con la possibilità di un ampliamento volumetrico massimo del 20% senza che ciò incida sul dimensionamento nel caso di interventi coordinati sull’intera contrada.

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6.1.3.4 ATO A.P./2 L'A.T.O. – A.P./2 MONTE SAN MORO della Matrice Ambientale a dominante Paesaggistica comprende il territorio aperto che si trova a sinistra dell’abitato di Badia Calavena. Questa ATO rappresenta il versante Ovest del Torrente Illasi e mantiene una forte valenza ambientale data dalla permanenza di biodiversità grazie alla presenza di nuclei abitati concentrati e ben localizzati. Si tratta di un territorio in cui si alternano tratti di bosco ancora naturale e piccoli appezzamenti di terreno adibiti all’agricoltura, in prevalenza prati adibiti allo sfalcio e a seminativo non soggetto a rotazione. La struttura abitativa si basa ancora su contrade storiche collegate da una maglia viaria quasi completamente composta da stradine che servono le corti agricole sparse.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO funzioni prevalentemente agricole, residenziali, artigianali e turistico ricettive compatibili. In particolare sono ammessi interventi edilizi di espansione residenziale in contiguità al disegno urbano precostituito, comunque da definire in sede di P.I.. Il dimensionamento del P.A.T.I. prevede per l’A.T.O. un aumento di 14.000 m3, comprensivo del volume residuo di PRG e di volume aggiuntivo, per residenziale, e 5.000 m3 per turistico ricettivo. Il P.A.T.I. individua solo un’area di possibile espansione residenziale a completamento dell’area residenziale a Sud di località San Valentino. Allo stato attuale l’area è non impermeabilizzata.

6.1.3.5 ATO A.P./3 L'A.T.O. – A.P./3 MONTE TOMBA della Matrice Ambientale a dominante Paesaggistica comprende il territorio aperto che si trova ad Est dell’abitato di Badia Calavena. Questa ATO mantiene una forte valenza ambientale data dalla permanenza di biodiversità grazie alla presenza di nuclei abitati concentrati e ben localizzati. Si tratta di un territorio in cui si alternano tratti di bosco ancora naturale e piccoli appezzamenti di terreno adibiti all’agricoltura, in prevalenza prati adibiti allo sfalcio e a seminativo non soggetto a rotazione. La struttura abitativa si basa ancora su contrade storiche collegate da una maglia viaria quasi completamente composta da stradine che servono le corti agricole sparse.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO funzioni prevalentemente agricole, residenziali, artigianali e turistico ricettive compatibili. Non sono previste aree di nuova edificazione.

6.1.3.6 ATO IN/1 L'A.T.O. – In./1 SELVA DI PROGNO della Matrice a dominante Residenziale comprende l’intero abitato del Capoluogo del comune di Selva di Progno che si è sviluppato lungo la SP n. 10 della Val D’Illasi. Il Capoluogo si è sviluppato attorno a diversi centri storici, il più importante è appunto Selva di Progno mentre gli altri sono Dosso, Piazzoli, Anselmi e Sparpani. A livello di servizi vi sono la presenza del municipio e delle scuole elementari in un unico edificio mentre per quanto riguarda i servizi commerciali vi sono alcuni piccoli negozi di alimentari mentre per il resto gli abitanti devono spostarsi a valle.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO funzioni prevalentemente residenziali, turistiche, commerciali e agricole compatibili. In particolare sono ammessi interventi edilizi di espansione residenziale in contiguità al disegno urbano precostituito, oltre ad equilibrati nuovi ampliamenti (da previsioni di P.A.T.I.) da definirsi in sede di P.I. sempre a completamento del consolidato.

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6.1.3.7 ATO IN/2 L'A.T.O. – In./2 BADIA CALAVENA – SANT'ANDREA della Matrice Ambientale a dominante Residenziale comprende l’intero struttura residenziale del comune di Badia Calavena che si sviluppa lungo la SP 10 della Val D’Illasi e forma una soluzione di continuità tra il Capoluogo a sud e la località di Sant’Andrea a Nord. Il Capoluogo si è sviluppato attorno all’antica Abbazia Benedettina per poi abbracciare su entrambe le rive il Progno di Illasi mentre la località di Sant’Andrea attorno alla chiesa omonima. Le attività produttive si concentrano a valle del Capoluogo e tra questo e la località di Sant’Andrea. Pur non avendo ampie dimensioni rivestono una grande importanza per la vallata ed è confermato il potenziamento già previsto dal PRG. La struttura a servizi presente nel capoluogo è composta da aree utilizzate direttamente dalla popolazione residente ma anche da quella proveniente da Selva di Progno. Per quanto riguarda l’offerta turistica vi sono 11 attività ricettive tra alberghi e ristoranti.

Obiettivi principali Il P.A.T.I. attribuisce all’ATO funzioni prevalentemente residenziali, turistiche, commerciali e agricole compatibili. In particolare sono ammessi interventi edilizi di espansione residenziale in contiguità al disegno urbano precostituito, oltre ad equilibrati nuovi ampliamenti (da previsioni di P.A.T.I.) da definirsi in sede di P.I. sempre a completamento del consolidato.

6.2 Le tavole di progetto

6.2.1 La tavola dei vincoli Tav. 1 - carta dei vincoli e delle pianificazioni territoriali: la Carta dei vincoli e della Pianificazione Territoriale (Tav.1) ha una rilevanza prioritaria e rappresenta la base per qualsiasi scelta di pianificazione. Essa è una tavola ricognitiva di tutti i vincoli gravanti sul territorio. Per l’analisi di questa tavola si è operato in primo luogo alla definizione delle diverse categorie di vincolo, distinguendo tra le tipologie elencate: - vincoli; - pianificazione di livello superiore; - aree a rischio idraulico e idrogeologico in riferimento al PAI - fasce di rispetto e zone di tutela

6.2.2 La tavola delle invarianti Nella tavola delle invarianti sono riportati quegli elementi che possono essere definiti strategici in un’ottica di attenzione alla qualità ambientale e paesaggistica, alle peculiarità di un determinato territorio ed alle testimonianze storiche e culturali. Tali aree non devono essere considerate immodificabili, ma piuttosto devono essere gestite secondo una serie di interventi tesi ad esaltarne i valori positivi ed a mitigarne gli elementi incongrui o che si presentano come criticità. Le invarianti presenti nel territorio comunale sono state distinte nelle seguenti categorie: - Invarianti di natura geologica; - Invarianti di natura ambientale; - Invarianti di natura paesaggistica; - Invarianti di natura agricolo-produttiva; - Invarianti di natura storico-monumentale legate alla storia del territorio e all’identità del paesaggio - Invarianti di natura storico-monumentale-architettonica.

6.2.3 La tavola delle fragilità La tavola delle fragilità contiene gli elementi che possono costituire un potenziale punto di crisi nei confronti della stabilità dell’ambiente e quindi condizionare in misura anche sensibile le direzioni dello sviluppo. Gli elementi di fragilità del territorio devono essere sostenuti da adeguati strumenti progettuali e normativi, in grado di indirizzare correttamente l’attività antropica e di moderare il livello di criticità ambientale ad essi connesso.

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Le fragilità riscontrate nell’ambito del territorio sono state raggruppate nelle seguenti categorie: - Compatibilità geologica – idoneità edificatoria dei terreni - Aree soggette a dissesto idrogeologico - Tutela.

6.2.4 La tavola della trasformabilità La tavola della trasformabilità rappresenta il momento conclusivo del progetto. Sulla scorta delle analisi sviluppate e delle indicazioni contenute nelle tavole precedenti, individua e localizza le possibili azioni di trasformazione del territorio, inoltre stabilisce gli interventi destinati alla conservazione ed alla valorizzazione delle risorse presenti. - Azioni strategiche - Viabilità. - Valori e tutele - Azioni necessarie per uno sviluppo sostenibile - Mobilità sostenibile - Fruizione turistica

6.3 Il Dimensionamento del Piano

Il dimensionamento di seguito riportato, estratto fedelmente dalle Norme Tecniche di Attuazione, è stato condotto sulla base della variabile relativa all’andamento demografico. Di seguito viene proposta una sintesi del dimensionamento estratto dalla relazione tecnica di progetto

Le nuove potenzialità edificatorie disciplinate in termini di carico insediativo aggiuntivo e gli standard urbanistici da soddisfare vengono indicate per ogni singolo ATO considerando le esigenze, in termini di nuova edificabilità, rispetto alle seguenti destinazioni d’uso-.

Per il calcolo delle superfici si sono considerate la superficie massima ottenibile nei limiti dell’edificabilità, tenendo in considerazione le barriere fisiche presenti sul territorio. Singolarmente le aree di trasformabilità, così definite, saranno comunque inferiori alla SAU definita per ATO.

A.T.O. Aree della programmazione vigente Nuove aree di espansione m2* m2** A N. 1 A N. 2 A P.1 48.707 48.448 A P.2 6.222 A P.3 IN.1 60.374 49.025 IN.2 153.208 129.012

Totale 268.511 226.485 - * aree previste nell’attuale PRG vigente non ancora attuate. - ** aree trasformabili di nuova programmazione (nel limite della attuale S.A.U. trasformabile pari a 272 828 m2)

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6.4 Valutazione quantitativa del progetto - variazioni degli indicatori significativi

 l’ipotesi di progetto (o di piano), cioè l’attuazione delle azioni pianificate dal progetto di PAT;  l’ipotesi zero, cioè l’ipotesi di prosecuzione della pianificazione fino all’esaurimento dell’attuale strumento urbanistico vigente, ossia il P.R.G.

L’ipotesi zero, cioè l’ipotesi di prosecuzione della pianificazione fino all’esaurimento dell’attuale strumento urbanistico vigente, ossia il P.R.G., ha lo scopo di verificare quale possa essere l’evoluzione dell’ambiente nel caso di mancata attuazione del PAT. Per testare questa evenienza si è fatto riferimento alle principali fonti di pressione ambientale riscontrabili nel comune, in particolare lo sviluppo demografico, la densità abitativa, la concentrazione delle industrie. L’esame delle fonti bibliografiche ha consentito di ricostruire una serie storica riguardante l’evoluzione temporale dei determinanti citati e quindi, applicando una funzione logaritmica di interpolazione, di stimare un possibile andamento futuro di tali variabili (vedi cap. 6). Nel caso specifico, considerato che rispetto all’ipotesi di Piano, l’opzione zero prevede un minor carico insediativo di tipo residenziale, e un minor carico sul sistema produttivo é quindi prevedibile una minore pressione complessiva sulle principali componenti ambientali: aria, clima, acqua, suolo e sottosuolo, sebbene lo strumento esistente non preveda azioni dirette al miglioramento del territorio (aree di mitigazione e compensazione). Si ricorda che una criticità è definita tale quando il punteggio passa a valori superiori o uguali a - 3. E’ evidente infatti che un valore calcolato risultante superiore al dato di riferimento in alcuni casi deve essere giudicato positivamente (coefficiente pari a +1), mentre in altri casi rappresenta un fattore negativo (coefficiente pari a -1). - Il punteggio -1, -2 sono definiti di attenzione - Il punteggio -3, -4 sono definiti criticità

criticità attenzione non significativo riferimento non significativo attenzione criticità

-5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5

6.4.1 Effetti del piano sulle criticità rilevata – Comune di Badia Calavena

Di seguito viene espressa una valutazione di tipo quantitativo, esclusivamente con riferimento agli indicatori che esprimono situazioni di criticità all’interno del territorio del PATI, nel Comune di Badia Calavena. Saranno successivamente indicate nei capitoli relativi le misure di mitigazione e compensazione che l’amministrazione comunale, con il piano, intende attuare per risolvere tali criticità.

6.4.1.1 ARIA – CONCENTRAZIONE DI NOX Le concentrazioni di ossidi di azoto tendono ad aumentare nell’ipotesi formulata dal piano, a seguito delle espansioni urbanistiche previste e del maggior carico antropico cui tende il progetto di piano. I livelli risultano più elevati nell’ATO IN02. In ogni caso, come si evince dal grafico relativo dei punteggi, l’aumento risulta contenuto entro livelli di sostenibilità, ossia non c’è variazione di punteggio tra uno stato e l’altro.

Nell’ipotesi zero si ha un aumento più marcato per l’ATO IN02,rispetto agli altri ambiti in cui le tre ipotesi si equivalgono. Si deve anche sottolineare il fatto che nell’ipotesi zero, non vengono attuate tutte quelle misure di mitigazione e compensazione (sia sulla viabilità che sul sistema del verde – aree verdi di neoformazione) previste invece per l’ipotesi di progetto del PAT, che vedremo in altri indicatori avere effetti positivi.

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Le norme del PAT inoltre impongono un più elevato standard qualitativo per le nuove edificazioni e prevede lo strumento del credito edilizio per l’eventuale dismissione di allevamenti zootecnici. La variazione in termini di punteggio non è significativa.

Emissioni di ossidi di azoto (Kg/anno/Kmq) 12 000

10 000

8 000

6 000 Stato attuale Ipotesi zero 4 000 Ipotesi di progetto media provinciale

2 000

0 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

Emissioni di ossidi di azoto - punteggio 5.00

4.00

3.00

2.00

1.00

0.00 Stato attuale Ipotesi zero -1.00 Ipotesi di progetto -2.00 media provinciale

-3.00

-4.00

-5.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

6.4.1.2 CLIMA – EMISSIONI DI CH4 Relativamente alla distribuzione zonale, si configura una situazione di attenzione dovuta a valori significativi di emissioni che si registrano nell’ATO IN02, ove si ha una maggiore concentrazione di allevamenti ed è presente il principale centro abitato. Le emissioni di metano tendono a diminuire lievemente nell’ipotesi formulata dal piano, a seguito delle misure di mitigazione e compensazione previste. Come si evince dal grafico il piano urbanistico che risponde alle fisiologiche esigenze territoriali non determina delle nuove criticità. Inoltre è doveroso ricordare: - il modello di simulazione applicato per la valutazione delle criticità non tiene tuttavia in considerazione alcuni aspetti dell’attuale situazione economica e dei futuri sviluppi tecnologici e legislativi. - è’ ragionevole ritenere che la crisi economica in atto in questi anni comporterà un andamento delle emissioni inferiore a quello prospettato dal modello della VAS, a conseguenza soprattutto della minore produttività industriale; inoltre il regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2007, relativo all’omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 5 ed Euro 6) e all'ottenimento di informazioni sulla riparazione e la manutenzione del veicolo prevede l’applicazione della norma EURO 6 a partire dal 1° settembre 2014 per quanto riguarda il

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rilascio dell'omologazione e dal 1° settembre 2015 per quanto riguarda l'immatricolazione e la vendita dei nuovi tipi di veicoli. Con tale norma le emissioni combinate di idrocarburi e di ossidi di azoto prodotte da veicoli diesel verranno ridotte e non potranno superare un certo limite: ad esempio, per le automobili e altri veicoli destinati al trasporto il limite è fissato a 170 mg/km. Si può ritenere perciò che l’attuale livello di emissioni non subirà significativi aumenti per i prossimi anni, almeno non nella misura di generare nuove criticità per l’ambiente.

Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 14 000

12 000

10 000

8 000

Stato attuale 6 000 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 4 000 media provinciale

2 000

0 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

Emissioni di metano - punteggio 5.00

4.00

3.00

2.00

1.00

0.00 Stato attuale

-1.00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto -2.00 media provinciale -3.00

-4.00

-5.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

Nell’ipotesi di progetto, a fronte dell’incremento urbanistico il piano è in grado di assicurare una tendenza al miglioramento. Nell’ipotesi zero la non attuazione delle misure di attenzione ambientale determina un punteggio relativamente più basso. In entrambi i casi, la variazione è non significativa.

6.4.1.3 SUOLO E SOTTOSUOLO – VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA

Attraverso la Carta della Compatibilità Idraulica e il metodo del MapOverlay è stato prodotta la tav. 6 – Estratto della VCI (allegata alla VAS) e la tav. 8- sensibilità ambientale, in cui è possibile verificare che il progetto di piano è coerente con le fragilità indicate dagli studi geologici. In particolare le azioni strategiche di sviluppo insediativo non ricadono sopra ambiti con fragilità idrogeologica, per i quali sia prevista la non idoneità all’edificazione (cfr. anche la tavola 3 del PAT).

Nell’ipotesi zero dobbiamo considerare quanto previsto dal PRG. Gli aspetti riguardanti la difesa del suolo sono affrontati in maniera generica, non essendo individuati nella cartografia, in maniera puntuale, tutti quegli elementi che rappresentano delle fragilità di tipo idrogeologico. La salvaguardia del territorio e l’attenuazione delle criticità di tipo geologico, conseguenti alle fragilità individuate, risulta in tal modo poco articolata e meno specifica, e in definitiva meno efficace.

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Di seguito si riportano gli estratti della tav. 8 allegata alla VAS, in cui vi è la sovrapposizione tra i tematismi geologici e idrologici e i tematismi di trasformazione del territorio del PAT. Da tale tavola si evidenzia la generale compatibilità degli interventi, anche in considerazione dell’apparato normativo.

6.4.1.4 FLORA E FAUNA – AREE A RICOSTRUZIONE AMBIENTALE Si assiste ad un miglioramento della situazione attuale; vengono infatti destinati a ricostruzione ambientale, ossia aree per le quali lo strumento urbanistico detta specifiche norme di valorizzazione e tutela. Si tratta nello specifico di aree da destinare al potenziamo della rete ecologica mediante riqualificazione delle aree boscate di origine antropogena e alla creazione di nuove aree marginali di protezione e schermatura in ambito periurbano (art 41, fasce di mitigazione ambientale) senza andare a occupare pascoli i quali sono un “valore” sociale e ambientale)

Superficie destinata a ricostruzione ambientale (%)

80.00

70.00

60.00

50.00

40.00 Stato attuale Ipotesi zero 30.00 Ipotesi di progetto media provinciale 20.00

10.00

0.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena Superficie destinata a ricostruzione ambientale - punteggio

5.00

4.00

3.00

2.00

1.00

0.00 Stato attuale -1.00 Ipotesi zero

-2.00 Ipotesi di progetto media provinciale -3.00

-4.00

-5.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

6.4.1.5 PAESAGGIO – PRESENZA DI ALLEVAMENTI INTENSIVI IN CONTESTO URBANO La densità degli allevamenti in considerazione del nuovo apparato normativo ha una tendenza la miglioramento. Il livello di criticità rimane invariato nei tre scenari.

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Densità degli allevamenti (n./Kmq)

8,00

7,00

6,00

5,00

4,00

Stato attuale 3,00 Ipotesi zero

2,00 Ipotesi di progetto

media provinciale 1,00

0,00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

Densità degli allevamenti - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00 Stato attuale 1,00 Ipotesi zero

0,00 Ipotesi di progetto

-1,00 media provinciale

-2,00

-3,00

-4,00

-5,00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

6.4.1.6 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – AGENTI FISICI – INQUINAMENTO LUMINOSO I livelli di inquinamento luminoso rimangono invarianti. Tuttavia il piano prevede che il Comune si doterà di apposito Piano Comunale; in attesa di tale piano il comune adotta le misure contenute all'allegato n.11 della succitata legge. L’Amministrazione Comunale, in ottemperanza alle indicazioni contenute nella L.17/2009, monitora la conformità del suo inquinamento luminoso riconducendolo all’interno dei parametri di cui alla citata legge (art. 46 delle NTA). Nell’ipotesi zero dobbiamo considerare quanto previsto dal PRG vigente in materia di inquinamento luminoso. Nello specifico le NTA non indicano la stesura di un Piano Comunale dedicato a questo aspetto, ma si limitano a richiamare al rispetto delle norme antinquinamento luminoso. L’adozione di un Piano Comunale, che affronta in maniera più articolata le fonti luminose del territorio, risulta senz’altro più efficace nel contrastare l’elevata brillanza. Perciò nell’ipotesi zero i livelli di inquinamento luminoso non sono in grado di diminuire in maniera significativa. Sono dettate delle specifiche norme di mitigazione del sistema ambientale (art. 46 delle NTA).

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6.4.1.7 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – - SISTEMA INSEDIATIVO E RETE DI SERVIZI Nell’ipotesi del piano vengono attivate una serie di azioni strategiche atte alla riqualificazione urbana, all’interno dei principali centri abitativi. Tali azioni sono cartografate nella Tav. 4 del PATI e riguardano gli aspetti residenziali, le attività ricreative, la viabilità e le attività produttive.

L’ipotesi di progetto dunque porta al miglioramento del tessuto urbano per l’ATO “ Badia Calavena. Tale ipotesi progettuale è innovativa del PATI e non trova risconto nell’attuale strumento urbanistico Nell’ipotesi zero, ovvero l’attuale PRG, non si prevede questo tipo di azioni.

Area di riqualificazione del tessuto urbano (%) 4.50

4.00

3.50

3.00

2.50 Stato attuale

2.00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 1.50 media comunale

1.00

0.50

0.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

Area di riqualificazione del tessuto urbano - punteggio 5.00

4.00

3.00

2.00

1.00

0.00 Stato attuale Ipotesi zero -1.00 Ipotesi di progetto -2.00 media comunale

-3.00

-4.00

-5.00 AP 2 - Monte San Moro AP 3 - Monte Tomba IN 2 - Badia Calavena

6.4.1.8 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – TURISMO Nell’ipotesi del piano si prevede un aumento del numero di arrivi/presenze di turisti nel territorio; il PAT prevede infatti per l’attività turistico-ricettivo una volumetria aggiuntiva di 50.000 m3 (art. 48 – generatà delle ATO).

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Il PAT indica direttive per la promozione di attività turistico-ricettive, attraverso la valorizzazione e riqualificazione del territorio nei suoi aspetti paesaggistici e storico-culturali, prevendo la promozione di strutture ricettive quali, in particolare, gli agriturismo.

La verifica costante di tale aspetto è demandata al piano annualmente di monitoraggio e si dovrà monitorare il numero di arrivi turistici nel territorio

Nell’ipotesi zero, ovvero nell’ipotesi di completa attuazione del PRG, le scelte della pianificazione risultano assenti. Non vi è infatti, per esempio, una specifica disciplina che incentivi l’attività agrituristica. Inoltre l’incentivazione della ricettività, in forme adatte al territorio, appare poco sostenuta. In tale ipotesi dunque il turismo non può addivenire ad uno sviluppo territorialmente efficace, come nell’ipotesi di progetto.

Ci si aspetta dunque un miglioramento del tasso di turisticità.

6.4.2 Effetti del piano sulle criticità rilevata – Comune di Selva di Progno

Di seguito viene espressa una valutazione di tipo quantitativo, esclusivamente con riferimento agli indicatori che esprimono situazioni di criticità all’interno del territorio del PATI, nel Comune di Selva di Progno. Saranno successivamente indicate nei capitoli relativi le misure di mitigazione e compensazione che l’amministrazione comunale, con il piano, intende attuare per risolvere tali criticità.

6.4.2.1 ACQUA – SCARSO SVILIPPO DELLE RETE FOGNARIA Nella gestione del territorio di Selva di Progno, gli impatti più rilevanti sono legati al collettamento delle fognature e alla prevenzione della diffusione di inquinanti in falda. Il piano infatti migliora decisamente tale criticità in quanto prevede specifica normativa (art 45, 46, 47) atta a: a. verifica la sostenibilità del carico urbanistico previsto rispetto alla capacità dell’impianto fognario e di quello di depurazione, eventualmente prevedendo le necessarie modifiche ed integrazioni da attuare contestualmente alle nuove previsioni; b. Individuazione delle attività civili ed industriali esistenti non collegate alla rete fognaria e quelle per le quali è previsto l'allacciamento, definendo ove sia possibile l'obbligo e le modalità di allacciamento; c. Individuare contestualmente alle reti separate strutture e soluzioni di accumulo e depurazione delle acque di prima pioggia con immissione in fognatura nera, valutando, in funzione della capacità del corpo idrico ricevente, la necessità di laminazione delle portate meteoriche di piena allo scopo di determinare il minimo incremento possibile alle portate fluviali

Sviluppo della rete di fognatura (% allacciati)

90,00

80,00

70,00

60,00

50,00 Stato attuale

40,00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 30,00 media provinciale

20,00

10,00

0,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

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Sviluppo della rete di fognatura - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00

1,00 Stato attuale 0,00 Ipotesi zero -1,00 Ipotesi di progetto -2,00 media provinciale

-3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

6.4.2.2 SUOLO E SOTTOSUOLO – VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA

Attraverso la Carta della Compatibilità Idraulica e il metodo del MapOverlay è stato prodotta la tav. 6 – Estratto della VCI (allegata alla VAS) e la tav. 8- sensibilità ambientale, in cui è possibile verificare che il progetto di piano è coerente con le fragilità indicate dagli studi geologici. In particolare le azioni strategiche di sviluppo insediativo non ricadono sopra ambiti con fragilità idrogeologica, per i quali sia prevista la non idoneità all’edificazione (cfr. anche la tavola 3 del PATI).

Nell’ipotesi zero dobbiamo considerare quanto previsto dal PRG. Gli aspetti riguardanti la difesa del suolo sono affrontati in maniera generica, non essendo individuati nella cartografia, in maniera puntuale, tutti quegli elementi che rappresentano delle fragilità di tipo idrogeologico. La salvaguardia del territorio e l’attenuazione delle criticità di tipo geologico, conseguenti alle fragilità individuate, risulta in tal modo poco articolata e meno specifica, e in definitiva meno efficace.

Di seguito si riportano gli estratti della tav. 8 allegata alla VAS, in cui vi è la sovrapposizione tra i tematismi geologici e idrologici e i tematismi di trasformazione del territorio del PAT. Da tale tavola si evidenzia la generale compatibilità degli interventi, anche in considerazione dell’apparato normativo.

6.4.2.3 SUOLO E SOTTOSUOLO – PRESENZA DI CAVE ATTIVE La presenza delle cave è la componente che maggiormente determina impatti sulla componente suolo-sottosuolo, in relazione soprattutto all’assetto morfologico e all’incidenza sulla regimazione delle acque a causa del consumo e all’escavazione di suolo e sul paesaggio, in relazione soprattutto alla visibilità e percezione dalla vie di comunicazione.

Densità delle cave attive (n./Kmq)

0,4000

0,3500

0,3000

0,2500

Stato attuale 0,2000 Ipotesi zero

0,1500 Ipotesi di progetto media provinciale 0,1000

0,0500

0,0000 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

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Densità delle cave attive - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00

1,00

0,00 Stato attuale Ipotesi zero -1,00 Ipotesi di progetto -2,00 media provinciale -3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

Solo il comune di Selva di P. è interessato dalla presenza di cave attive. Il piano è stato considerato già nella fase conoscitiva ed è stato verificato lo stato di attuazione delle Cave. Il piano in esame non prevede situazioni di ampliamenti o scostamenti dalla attuale pianificazione vigente (P.R.G.). Inoltre tali indicazioni sono state recepite dalle NTA (art. 15). Il piano determina situazioni di invarianza rispetto a tale problematica.

6.4.2.4 FLORA E FAUNA – AREE A RICOSTRUZIONE AMBIENTALE Si assiste ad un miglioramento della situazione attuale; vengono infatti destinati a ricostruzione ambientale, ossia aree per le quali lo strumento urbanistico detta specifiche norme di valorizzazione e tutela. Si tratta nello specifico di aree da destinare al potenziamo della rete ecologica mediante riqualificazione delle aree boscate di origine antropogena e alla creazione di nuove aree marginali di protezione e schermatura in ambito periurbano (art 41, fasce di mitigazione ambientale) senza andare a occupare pascoli i quali sono un “valore” sociale e ambientale)

Superficie destinata a ricostruzione ambientale (%)

120,00

100,00

80,00

Stato attuale 60,00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 40,00 media provinciale

20,00

0,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 158

Superficie destinata a ricostruzione ambientale - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00

1,00 Stato attuale 0,00 Ipotesi zero -1,00 Ipotesi di progetto -2,00 media provinciale -3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

6.4.2.5 PAESAGGIO – PRESENZA DI ALLEVAMENTI INTENSIVI IN CONTESTO URBANO La densità degli allevamenti in considerazione del nuovo apparato normativo ha una tendenza costante in conderazione al fatto che il comune di Selva di progno ha un carattere maggiormente agricolo e non sono previste scelte strategiche di riqualificazione e riordino di volumi Il livello di criticità rimane invariato nei tre scenari. Da evidenziare che il punteggio comunque è pari a -2, ossia livello di attenzione

Densità degli allevamenti (n./Kmq)

4,50

4,00

3,50

3,00

2,50 Stato attuale 2,00 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 1,50 media provinciale 1,00

0,50

0,00 AN 1 - Parco della Lessinia AN 2 - Parco della Lessinia AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno Nord Sud

Densità degli allevamenti - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00 Stato attuale 1,00 Ipotesi zero

0,00 Ipotesi di progetto media provinciale -1,00

-2,00

-3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia AN 2 - Parco della Lessinia AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno Nord Sud

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 159

6.4.2.6 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – AGENTI FISICI – IMPIANTI DI COMUNICAZIONE E TELEFONIA Il P.A.T.I. detta norme specifiche per la gestione della problematica rilevata (art 15 delle NTA) e individua gli impianti di comunicazione elettronica ad uso pubblico presenti all’interno del territorio e stabilisce i criteri di localizzazione di reti e nuovi impianti. Viene demandata necessariamente al P.I. lo specifico aggiornamento del censimento degli impianti di comunicazione elettronica ad uso pubblico e le indicazioni generali relativi alla definizione dei criteri di qualità di cui al presente articolo, senza che ciò costituisca variante Piano di Assetto del Territorio Intercomunale Il P.I. provvederà dunque a definire e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico relative a reti e servizi di comunicazione, di cui al DLgs n. 259/2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche” e successive modificazioni. Nelle more di approvazione del P.I., la localizzazione delle nuove sorgenti o la modifica delle esistenti è subordinata alla verifica di conformità con le disposizioni di legge vigenti e con il piano annuale o pluriennale di localizzazione. La sostenibilità è garantita dalla azione-norma.

Densità dei ripetitori per telefonia (n./Kmq)

3,00

2,50

2,00

Stato attuale 1,50 Ipotesi zero Ipotesi di progetto 1,00 media provinciale

0,50

0,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

Densità dei ripetitori per telefonia - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00

1,00 Stato attuale 0,00 Ipotesi zero -1,00 Ipotesi di progetto -2,00 media provinciale

-3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

6.4.2.7 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – AGENTI FISICI – INQUINAMENTO LUMINOSO

I livelli di inquinamento luminoso rimangono invarianti. Tuttavia il piano prevede che il Comune si doterà di apposito Piano Comunale; in attesa di tale piano il comune adotta le misure contenute all'allegato n.11 della succitata legge. L’Amministrazione Comunale, in ottemperanza alle indicazioni contenute nella L.17/2009, monitora la conformità del suo inquinamento luminoso riconducendolo all’interno dei parametri di cui alla citata legge (art. 46 delle NTA). Nell’ipotesi zero dobbiamo considerare quanto previsto dal PRG vigente in materia di inquinamento luminoso. Nello specifico le NTA non indicano la stesura di un Piano Comunale dedicato a questo aspetto, ma si limitano a richiamare al rispetto delle norme antinquinamento luminoso. L’adozione di un Piano Comunale, che affronta in maniera più articolata le fonti

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 160

luminose del territorio, risulta senz’altro più efficace nel contrastare l’elevata brillanza. Perciò nell’ipotesi zero i livelli di inquinamento luminoso non sono in grado di diminuire in maniera significativa. Sono dettate delle specifiche norme di mitigazione del sistema ambientale (art. 46 delle NTA).

6.4.2.8 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA –- SISTEMA DI RIQUALIFICAZIONE VIARIA Nell’ipotesi del piano vengono attivate una serie di azioni strategiche atte alla riqualificazione urbana, all’interno dei principali centri abitativi. Tali azioni sono cartografate nella Tav. 4 del PATI e riguardano gli aspetti residenziali, le attività ricreative, la viabilità e le attività produttive.

L’ipotesi di progetto dunque porta al miglioramento del della rete viaria per i quali si ravvisa la necessità di operare una riqualificazione, che può consistere nell’allargamento della sede stradale, nella realizzazione di marciapiedi, nella realizzazioni di rotatorie e di spartitraffico, etc… Il PATI individua tali tratti stradali che saranno dunque oggetto di interventi diretti e contribuiranno al miglioramento della qualità urbana e territoriale, e quindi ambientale.

Si tratta dell’attuazione di interventi di riorganizzazione delle connessioni viabilistiche e la riqualificazione viaria a scala urbana;

Tale ipotesi progettuale è innovativa del PATI e non trova risconto nell’attuale strumento urbanistico. Il miglioramento per tale aspetto è significativo per il comune di Selva di progno. Nell’ipotesi zero, ovvero l’attuale PRG, non si prevede questo tipo di azioni.

Riqualificazione rete viaria (m/Km) 800,00

700,00

600,00

500,00

valori ATO 400,00 media comunale 300,00

200,00

100,00

0,00 AN 1 - Parco della Lessinia AN 2 - Parco della Lessinia AP 1 - Spazio aperto IN 1 - Selva di Progno Nord Sud montano

Riqualificazione rete viaria - punteggio 5,00

4,00

3,00

2,00

1,00 punteggio ATO 0,00 media comunale -1,00

-2,00

-3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia AN 2 - Parco della Lessinia AP 1 - Spazio aperto IN 1 - Selva di Progno Nord Sud montano

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 161

6.4.2.9 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – TURISMO Nell’ipotesi del piano si prevede un aumento del numero di arrivi/presenze di turisti nel territorio; il PAT prevede infatti per l’attività turistico-ricettivo una volumetria aggiuntiva di 50.000 m3 (art. 48 – generatà delle ATO).

Il PAT indica direttive per la promozione di attività turistico-ricettive, attraverso la valorizzazione e riqualificazione del territorio nei suoi aspetti paesaggistici e storico-culturali, prevendo la promozione di strutture ricettive quali, in particolare, gli agriturismo.

La verifica costante di tale aspetto è demandata al piano annualmente di monitoraggio e si dovrà monitorare il numero di arrivi turistici nel territorio

Nell’ipotesi zero, ovvero nell’ipotesi di completa attuazione del PRG, le scelte della pianificazione risultano assenti. Non vi è infatti, per esempio, una specifica disciplina che incentivi l’attività agrituristica. Inoltre l’incentivazione della ricettività, in forme adatte al territorio, appare poco sostenuta. In tale ipotesi dunque il turismo non può addivenire ad uno sviluppo territorialmente efficace, come nell’ipotesi di progetto.

Ci si aspetta dunque un miglioramento del tasso di turisticità.

6.4.2.10 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA – INQUINAMENTO RADON Il comune di Selva di Progno, infatti, non rientra tra quelli esposti a rischio radon. Le indagini condotte da ARPAV nel 2000 mostrano che la percentuale di abitazioni con livelli di radon eccedenti 200 Bq/m3 è circa il 9.4%. Sono infatti considerati comuni a rischio radon i territori con percentuali di abitazioni che superano i 200 Bq/m3 nel 10% dei casi. Tuttavia la soglia del 9.4%, vicina a quella limite, suggerisce di applicare le misure cautelative previste per legge.

Pertanto fra le misure di mitigazione proposte dalla VAS, e NON presenti nelle norma, si dovrà richiamare per il comune di selva la seguente integrazione normativa:

“Con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione da gas radon in ambienti di vita”, la Regione Veneto ha avviato una campagna di prevenzione sul problema del radon indoor. Il Piano dovrà adottare le seguenti prescrizioni: - attuare la bonifica delle cantine e dei piani interrati esposti al Radon, - attuare una campagna preventiva di monitoraggio - valutare la costruzione di piani interrati per le nuove edificazioni in attuazione alla DGRV n. 79 del 18/01/02”

6.4.2.11 BENI MATERIALI E RISORSE – CONSUMI IDRICI

L’applicazione delle misure di mitigazione previste all’artt. 3, 13, 45 del PATI consentono di “mantenere” tale valore entro un punteggio (-1) di sostenibilità. Per comuni come quello di Selva di Progno non è realistico pensare a grandi progetti di riqualificazione della rete esistente. È invece possibile una corretta progettazione dei uovi insediamenti.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 162

Consumi idrici per residente (l/giorno)

700

600

500

400 Stato attuale Ipotesi zero 300 Ipotesi di progetto media provinciale 200

100

0 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

Consumi idrici per residente - punteggio

5,00

4,00

3,00

2,00

1,00 Stato attuale 0,00 Ipotesi zero -1,00 Ipotesi di progetto -2,00 media provinciale

-3,00

-4,00

-5,00 AN 1 - Parco della Lessinia Nord AN 2 - Parco della Lessinia Sud AP 1 - Spazio aperto montano IN 1 - Selva di Progno

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 163

6.4.3 Le misure di mitigazione e compensazione attuate

La valutazione di sostenibilità del Piano ha come obiettivo quello di individuare i potenziali impatti prima della loro definitiva elaborazione, ma la Valutazione Ambientale Strategica ha anche lo scopo di valutare possibili azioni da attivare quali misure di mitigazione o criteri di progettazione sostenibile, soprattutto per quegli aspetti che interessano “l’esistente”.

Il procedimento di VAS propone dunque nel suo percorso di costruzione del piano delle misure di mitigazione e criteri atti a evitare o ridurre gli impatti residui dei piani e dei programmi.

Nel caso specifico di Badia Calavena – Selva di progno, gli interventi proposti nella tabella e nei capitoli seguenti si riferiscono: - alle misure previste nelle Tavole di piano del PATI - alle misure previste direttamente dalle norme tecniche; - alle modalità operative per l’attuazione delle misure di mitigazione.

Il piano pertanto include già tutte quelle misure (sia di mitigazione che compensazione) atte a garantire la sostenibilità degli interventi di trasformazione, che sono state quantificate dagli indicatori del Rapporto Ambientale.

In particolare molte delle azioni normative trovano riscontro nella specifica tav. 4 del PATI, che riporta tutte le azioni necessarie per uno sviluppo sostenibile e la risoluzione e/o attenuazione delle criticità delle attività di sviluppo socio economiche.

La VAS ha inoltre attuato una serie di verifiche di coerenza delle azioni strategiche del PATI, mediane la metodologia del Map – Overlay, con le fasce di influenza degli impatti rispetto alle infrastrutture viarie e tecnologiche, attraverso l’elaborazione della tav. 8 – sensibilità ambientale.

Di seguito una tabella riassuntiva - Elenco delle azioni di piano che creano effetti positivi sull’ambiente e sulle criticità/problematiche

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 164

N ART. DELLE COMPARTO AZIONE DI PATI NTA DEL CRITICITÀ/PROBLEMATICHE AMBIENTALE ° PIANO COINVOLTO Risanamento idrico e qualità delle acque. a. verifica la sostenibilità del carico urbanistico previsto rispetto alla capacità dell’impianto fognario e di quello di depurazione, eventualmente prevedendo le necessarie modifiche ed integrazioni da attuare contestualmente alle nuove previsioni; b. Individuazione delle attività civili ed industriali esistenti non collegate alla rete fognaria e Scarso sviluppo della rete Acqua quelle per le quali è previsto l'allacciamento, definendo ove sia possibile l'obbligo e le 2. 45-46-47 fognaria per gli ATO Suolo e modalità di allacciamento; residenziali Sottosuolo c. Individuare contestualmente alle reti separate strutture e soluzioni di accumulo e depurazione delle acque di prima pioggia con immissione in fognatura nera, valutando, in funzione della capacità del corpo idrico ricevente, la necessità di laminazione delle portate meteoriche di piena allo scopo di determinare il minimo incremento possibile alle portate fluviali d) Le mitigazioni previste sono le seguenti:  I Canalizzazione, raccolta e recupero acque  II Drenaggi per il mantenimento dei flussi e delle portate di falda e Risparmio idrico  Gli strumenti di pianificazione di settore comunali, devono conformarsi al Piano per Acqua qualsiasi aspetto che possa interagire con la difesa e la gestione della risorsa idrica. 3. 3, 13, 45 Significativi consumi idrici Suolo e  Nel computo dei volumi da destinare all’accumulo provvisorio delle acque meteoriche, Sottosuolo non potranno essere considerate le eventuali “vasche di prima pioggia” o “di riutilizzo della risorsa idrica”;  valutazione di sperimentazione di tecniche costruttive ecocompatibili, soprattutto connesse alla tutela della risorsa idrica. Inquinamento atmosferico e Trasporti urbani. a. Il piano verifica e valuta per le previsioni di espansione delle aree residenziali e produttive, se limitrofe alle aree urbane, gli effetti sulla situazione ambientale in relazione alle preesistenze, adottando gli opportuni accorgimenti localizzativi e tecnologici e individua gli Emissioni elevate di ossidi di Aria 4. interventi di mitigazione e compensazione degli impatti; 29-30 e 37 azoto Clima b. Il piano inoltre provvede a localizzare le fonti inquinanti più significative presenti sul territorio, quali gli impianti industriali ad elevato indice di rischio di inquinamento atmosferico (emissioni puntuali), incentivano le costruzioni a basso consumo energetico e l'utilizzo di energie rinnovabili. (Art 39 PTCP) a. Con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione da gas radon in ambienti di vita”, la Regione Veneto ha avviato Aria 5. una campagna di prevenzione sul problema del radon indoor. Il Piano dovrà adottare le Aggiungere Inquinamento Radon Sistema seguenti prescrizioni: insediativo b. attuare la bonifica delle cantine e dei piani interrati esposti al Radon,

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 165

c. attuare una campagna preventiva di monitoraggio d. valutare la costruzione di piani interrati per le nuove edificazioni in attuazione alla DGRV n. 79 del 18/01/02 Attraverso il PI: a. individua percorsi tematici per la riscoperta dei fattori culturali-storico-territoriali, Abitazioni abbandonate e riqualificando le parti di territorio dove vanno ricostruite le componenti storico-territoriali degradate nei centri storici. e naturalistiche; Mancanza di iniziative Sistema 6. b. disciplina il recupero del patrimonio edilizio esistente ed in particolare per il recupero degli 31, 32, 38 importanti in termini turistici insediativo immobili che presentano una particolare valenza storico-architettonica, associando ricreativi soprattutto in Turismo all’edificio il contesto quale elemento strutturante del territorio, individuando e visione della valorizzazione classificando tali immobili in modo da indirizzare nei loro confronti, in funzione del loro delle valenze locali. livello di qualità, gli interventi di tutela e valorizzazione;(Art 54 PTCP) a. Il piano perseguendo la finalità di salvaguardia, tutela e prevede il consolidamento della rete ecologica e degli elementi vegetali e corsi d’acqua, con i relativi e specifici caratteri naturalistici-ambientali, che favoriscono il mantenimento e sviluppo della biodiversità e garantiscono la continuità del sistema ecologico territoriale. In particolare, negli elementi della rete individuata, è tutelata la presenza senza soluzione di continuità di spazi aperti di dimensione adeguata a consentire lo spostamento/scambio di individui delle specie animali Assenza di aree di connessione Biodiversità 7. presenti (art 48 PTCP) 40, 41 naturalistica. Flora e Fauna b. In tali ambiti il PATI promuove programmi e progetti specifici finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per l’attuazione di azioni volte alla tutela, conservazione e accrescimento della biodiversità da attuarsi in collaborazione con le amministrazioni provinciali, comunali e gli altri soggetti interessati, anche mediante il supporto a pratiche agricole sostenibili e di gestione rurale, privilegiando quelle dell'agricoltura biologica. Incentiva l'utilizzo di edifici esistenti connessi all’attività agricola e non più funzionali alla Mancanza di iniziative stessa, permettendo anche cambi di destinazione d’uso esclusivamente a scopo abitativo, importanti in termini turistici 8. ricettivo, ricreativo, sportivo e del tempo libero, con finalità di fruizione del territorio 43 ricreativi soprattutto in visione Turismo circostante avendo attenzione all'inserimento architettonico nel contesto di riferimento; (art della valorizzazione delle 50 PTCP) valenze locali. Al fine di preservare e valorizzare la percezione visiva degli elementi di maggior interesse paesaggistico del territorio, le opere di nuova realizzazione, sia edilizia che infrastrutturale, Paesaggio Allevamenti intensivi in 9. dovranno prevedere interventi contestuali e/o preventivi di mitigazione e compensazione in 39 Biodiversità prossimità dei nuclei abitati modo tale che, al termine di tutte le operazioni, la godibilità della percezione visiva Flora e Fauna complessiva risulti inalterata e/o accresciuta Il PI, indicare accordi e convenzioni con i proprietari degli allevamenti esistenti per la realizzazione di interventi di riqualificazione impiantistica, attuati con l'adozione delle Allevamenti intensivi in Sistema socio 10. 32, 43, 46 "migliori tecniche disponibili", al fine di migliorare l'inserimento nel territorio degli prossimità dei nuclei abitati economico allevamenti zootecnici e ridurne l'impatto ambientale, con riferimento anche agli abbattitori di

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odori, in base a quanto previsto dalla D.G.R.V. n. 856/2012 Il Comune, nella progettazione o nella riqualificazione degli impianti d’illuminazione pubblica adotta misure atte a, al fine di diminuire l’impatto luminoso, anche a favore di un risparmio energetico, ridurre l’attuale consumo comunale così come rilevato in sede di Rapporto Ambientale e dovranno rispettare tipologia di proiettori, assetto, direzione ed intensità tali da non alterare le comunità faunistiche locali. - Il Comune valuta l’opportunità di predisporre il Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica. - Il Comune valuta l’opportunità di emettere delle ordinanze di spegnimento dei fari fissi e rotanti rivolti verso il cielo e di integrare il regolamento edilizio con disposizioni concernenti la progettazione, l'installazione e l'esercizio degli impianti di illuminazione esterna; anche i privati, sono tenuti al rispetto di quanto previsto all'art.9 allegato C, della LR 22/97. Sul punto, si evidenzia che per l’inquinamento luminoso si deve fare riferimento alla LR 17/2009. In riferimento all’illuminazione artificiale da predisporsi sul territorio (aree pubbliche e private) dovranno essere rispettate le disposizioni della LR17/2009 “Nuove Elevato inquinamento Sistema socio 11. norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico 46 luminoso economico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici”, con predisposizione di apposito Piano dell’Illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso. - Per l’illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l’alto e al di fuori dei suddetti impianti. - Fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un’inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell’impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre. - È fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria. - Per l’illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro. (…) Il P.A.T.I. individua nel sistema della visitazione, suddiviso in Poli di Attrazione e Strutture di supporto, la rete degli elementi storici o dell'ospitalità legata al mondo ecclesiastico, dei Sistema socio musei, dei servizi sanitari, di sviluppo ecologico e di ricerca delle energie alternative (PEPER Necessità di azioni volte economico PARK) oltre che opportunità didattiche che il territorio offre. La rete suindicata è integrata all’incremento delle iniziative (Sistema 12. 35 dalle strutture di supporto quali aree della sosta, aree camper e aree pic-nic e le attività turistiche per la promozione insediativo e ricettive esistenti ed all'aperto e della ristorazione. delle bellezze del territorio rete di servizi Tali elementi sono già esistenti o previsti dal PRG e richiedono per una loro valorizzazione viabilità) alcune possibilità di riordino o potenziamento. 13. Il P.A.T.I. individua il sistema dei rifugi e dei bivacchi di montagna come aree idonee al 36 Necessità di azioni volte Sistema socio

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 167

riordino del patrimonio architettonico montano. Si tratta dell'intera parte del territorio a nord all’incremento delle iniziative economico del comune di Selva di Progno, ricadente già all'interno del Piano Ambientale del Parco della turistiche per la promozione (Sistema Lessinia, in cui sono presenti i rifugi di montagna oltre alle malghe individuate all’art. 37. delle bellezze del territorio insediativo e Il P.I. nel rispetto della L.R. n. 33/2002 e di quanto previsto dal Parco Naturale Regionale della rete di servizi Lessinia: viabilità) •dovrà indicare gli elementi da riordinare e le modalità attuative in funzione della loro collocazione sul territorio, integrandoli anche con le opere e servizi carenti, per una loro collocazione nella rete dei servizi al turismo senza che ciò comporti consumo di dimensionamento del P.A.T.I.; •prevede la riorganizzare gli spazi aperti contermini; •potrà individuare ulteriori elementi esistenti non cartografati dal P.A.T.I. e introdurre nuove strutture da adibire a rifugio, senza procedere ad una variante dello stesso nel rispetto del dimensionamento; •al fine di ridurre e mitigare gli impatti, può individuare le strutture/attrezzature che necessitano dell’adozione di opportune azioni di mitigazione, finalizzate a ridurre gli effetti di disturbo (in termini acustici, visivi, olfattivi e di altra natura) da esse prodotte in particolare rispetto agli insediamenti contigui rispetto alle infrastrutture o in generale rispetto al contesto ambientale e paesaggistico, in riferimento alla DGR 329/2010 che stabilisce che i comuni possono concorrere alla spesa per la realizzazione di interventi di riqualificazione degli allevamenti stessi. Sistema socio Necessità di azioni volte economico Il P.A.T.I. favorisce il mantenimento e promuove il recupero e la riqualificazione all’incremento delle iniziative (Sistema 14. dell’edificazione diffusa ed ammette l'utilizzo a carattere residenziale oltre che ad incentivare 28 turistiche per la promozione insediativo e le attività extralbeghiere. delle bellezze del territorio rete di servizi viabilità) a. Ai fini della fruizione turistica del territorio e della riqualificazione e potenziamento della rete ecologica, il P.A.T.I. b. programma strategie estese al territorio aperto ed agli insediamenti attraverso la realizzazione di una rete di servizi, attrezzature e sistemazioni per l’ospitalità, la visitazione, la godibilità e la fruibilità. Inoltre ai fini di una valorizzazione complessiva del Necessità di azioni volte quadro territoriale intercomunale promuove il raccordo ed il potenziamento delle all’incremento delle iniziative Sistema socio- 15. c. aree a verde e servizi della Pianificazione vigente attraverso percorsi tematici di visitazione 47 turistiche per la promozione economico escursionistici, di immersione rurale, ciclopedonali ed equestri, aree di sosta, strutture per delle bellezze del territorio attività turistico-ricettive, malghe di promozione e vendita dei prodotti agricoli tipici locali, siti dell’ospitalità di montagna, edicole devozionali. d. Il P.I., nel promuovere la riqualificazione e valorizzazione dei caratteri naturalistico- ambientali del territorio pone particolare attenzione: e. g)nell’organizzazione territoriale delle funzioni ed in particolare degli spazi e attrezzature

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 168

per attività turistico-ricettive, didattico-culturali, individuando nelle malghe e nelle contrade gli elementi per la creazione di un sistema di visitazione; f. i)nell'individuazione sul territorio di ambiti dedicati agli sport di montagna, quali palestre di roccia e per il tempo libero quali parchi attrezzati ed organizzati nel verde; g. j)nella localizzazione dei percorsi di immersione rurale, ciclopedonali ed equestri e aree di sosta attrezzate; h. k)nella disciplina del territorio agricolo di carattere montano, pedecollinare, collinare; i. l)nella disciplina degli spazi aperti pubblici/privati interni ed esterni agli insediamenti; j. m)nella valorizzazione turistica del territorio intercomunale, promuovendo ogni iniziativa atta a creare una rete di ospitalità di montagna, portata a implementare le attività agrituristiche e turistico-sportive all’aria aperta, attraverso il potenziamento delle attrezzature necessarie al loro sviluppo, con riferimento anche ai percorsi tematici di visitazione sparsi per l’intero territorio intercomunale; k. n)all'individuazione, all'interno dell'interno territorio del P.A.T.I., degli immobili interessati da attività di ristoro, ricettive, turistiche prevedendone il mantenimento e promuovendone il recupero anche con ampliamenti nel rispetto delle caratteristiche tipologiche dei luoghi, garantendo la dotazione di servizi ed alloggio del custode. Ricettività a basso impatto ambientale Il P.A.T.I. incentiva la creazione di un sistema di ricettività a basso impatto ambientale, quale l'albergo diffuso, per la valorizzazione del territorio come nuova forma di interazione tra il luogo e l'accoglienza. Tale proposta si orienta verso una diversificazione dell’offerta di ricettività nell'ottica di una tutela del territorio e dell'identità dei luoghi e per la valorizzazione delle qualità paesaggistiche e va considerata come limitazione al fenomeno delle seconde case. Al fine di limitare il fenomeno delle seconde case, i Comuni integreranno il Regolamento Edilizio definendo i parametri dimensionali minimi degli alloggi attraverso un’analisi del Mancanza di iniziative tessuto edilizio esistente e calibrandone le superfici. importanti in termini turistici Le caratteristiche di un albergo diffuso sono: ricreativi soprattutto in visione Sistema socio- 16. •una struttura a gestione unitaria che si sviluppa in più edifici di piccole dimensioni, al fine di della valorizzazione delle economico raggiungere una congrua capacità in termini di posti letto tale da qualificarne l'intervento; valenze locali. •una distanza in linea d'aria fra gli edifici nei quali si trovano le aree ad uso comune degli ospiti e gli alloggi non superiore a trecento metri; limite derogabile nel caso di nuclei storici unitari. Il P.I. considerati gli interessi pubblici rappresentabili dall'azione di contrasto all'abbandono ed allo spopolamento ed il contributo positivo di tale tipo di ricettività al sistema turistico ed ambientale, potrà prevedere regolamenti con deroghe dei parametri igienico sanitari definite in accordo con gli uffici A.S.L.. Analoghe iniziative potranno essere assunte per favorire l'insediamento di esercizi polifunzionali a servizio delle attività del presente articolo.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 169

Tali deroghe dovranno essere oggetto di specifici accordi di programma ai sensi dell'art. 6 della L.R. 11/2004, tra amministrazioni comunali, enti e soggetti privati. Tali accordi dovranno proporre il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente consentendo, ove possibile, la conservazione dei parametri edilizi esistenti e con essi la tipologia garantendo nel contempo l'accoglimento delle nuove funzioni. In assenza di tali accordi di programma saranno applicate le normative vigenti in materia edilizia e turismo.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 170

6.4.4 Modalità operative per l’attuazione delle Misure di mitigazione e compensazione Si premette che il rapporto ambientale del PAT per "opere di mitigazione" definisce delle misure dirette sotto forma di provvedimenti e/o di interventi che servono a ridurre gli effetti negativi nell’ambiente dello scenario di piano prescelto. Le mitigazioni sono definite solamente dopo la caratterizzazione e stima degli effetti negativi sull’ambiente, solo cioè dopo aver conosciuto l’entità e l’estensione complessiva degli effetti negativi e la loro propagazione ed estensione.

Si ritiene di proporre alcune modalità di realizzazione delle misure di mitigazione, e di creazione di aree di compensazione e di incremento della qualità urbana, in ambito edificato e nel territorio aperto. La realizzazione di tali misure trova applicazione nella tavola 8 –sensibilità e nelle aree individuate come “buffer di influenza”.

Le azioni di mitigazione sono da prevedere nella stesura del PI relativamente agli effetti che produrrà sul territorio con la sua attuazione.

Gli interventi di mitigazione e di compensazione individuati sono i seguenti: a) Misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile, gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma, previsto dalla Direttiva 42/2001/CE allegato I, co.g). Con l’applicazione delle misure di mitigazione, previste dalle linee guida VIA, 18 giugno 2001, è possibile evitare completamente l’impatto negativo e/o minimizzarne l’effetto. b) Le mitigazioni previste sono le seguenti: I Canalizzazione, raccolta e recupero acque II Drenaggi per il mantenimento dei flussi e delle portate di falda e Risparmio idrico III Consolidamento e rinverdimento delle aree soggette a recupero e riordino IV Ricostituzione e ripiantumazione della vegetazione danneggiata V Ricostituzione dei percorsi abituali della fauna lungo i corridoi lineari VI Barriere arboree con funzione di inserimento paesaggistico VIII Interventi a verde con funzione di schermature e zone tampone (Corridoi ecologici) X Contenimento del consumo di suolo (es. espansione in altezza…) XI Ripristino della funzionalità e della fruibilità delle aree XII Uso di fonti energetiche rinnovabili (Utilizzo del solare termico, Utilizzo di pannelli fotovoltaici) XIII Edilizia ecosostenibile (Utilizzo materiali bioecologici, Efficienza energetica, Comfort estivo degli edifici, ecc.) XIV riduzione dell’impatto della Illuminazione e del rumore

c) Le opere e gli interventi di mitigazione, dovranno essere effettuati contemporaneamente, e non successivamente, alla realizzazione delle azioni di piano che siano all’origine degli effetti ambientali negativi che hanno richiesto tali mitigazioni. La realizzazione delle opere e degli interventi di mitigazione di cui al presente comma lettera d) ed e) del presente Articolo , dovrà seguire le disposizioni contenute sul Rapporto Ambientale le quali costituiscono parte integrante delle presenti norme.

Le mitigazioni di cui alle lettere b) e c) sono da attuare indipendentemente dal possibile assoggettamento successivo dei progetti di realizzazione delle azioni strategiche alla procedura di VIA nazionale e regionale e nel caso di progetti sottoposti a VIA dovranno essere adottate tra le misure di mitigazione dello studio di impatto ambientale.

Di seguito sono definite delle possibili misure di compensazione che l’Amministrazione Comunale potrà adottare nel Piano degli Interventi.

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6.4.4.1 CREAZIONI DELLE AREE DI AREE BOSCATE DI COMPENSAZIONE Il piano prevede, fra le forme di compensazione, la creazione di aree boscate. Il bosco va considerato come un ecosistema, caratterizzato dalla compresenza di associazioni vegetali, comunità animali e componenti abiotiche (suolo, aria, acqua) tra loro interagenti in maniera dinamica. Ciascuna di tali componenti è da considerarsi parte integrante del bosco. Non sono da considerare bosco le colture arboree a rapido accrescimento (ad es. pioppeti) o specializzate (ad es. frutteti) e le alberature di giardini.

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6.4.4.2 CREAZIONE DI AREE FASCE BOSCATE Si ritiene di proporre la seguente definizione di bosco: per le aree boscate si intende un popolamento arboreo – arbustivo a qualunque stadio di età, di origine naturale o artificiale, con superficie minima di 1000-1200 m2 e con densità di copertura delle chiome a maturità superiore al 20%. Qualora il bosco presenti uno sviluppo lineare deve presentare una larghezza minima di 15-22 metri, al di sotto di tale misura va considerato siepe o fascia alberata.

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6.4.4.3 CREAZIONE DI FILARI Creazione di filari arborei da predisporre preferibilmente in presenza di elementi detrattori. Il disegno delle nuove aree forestali includerà la presenza di aree aperte che, oltre ad avere un elevato valore intrinseco per la conservazione attraverso l’incremento della diversità strutturale e gli ambienti di transizione (fasce ecotonali), migliorano il paesaggio, e quindi le possibilità di fruizione ricreativa e educativa per il pubblico. La funzione prevalente è quella estetica.

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6.4.4.4 FASCE DI MITIGAZIONE LUNGO LA VIABILITÀ DI PROGETTO E FASCE DI RIQUALIFICAZIONE DEI CONI VISUALI

Le fasce vegetali costituite da alberi, cespugli o vegetazione in genere possono essere composte anche da associazioni complesse di specie arboree, arbustive ed erbacee. Tali sistemi sono consigliati in coincidenza di ville storiche e aggregati urbani o lungo la viabilità di fondovalle per schermare le arree produttive in contrasto con il contesto paesaggistico circostante.

La capacità di una barriera vegetale di deviare, assorbire, riflettere e rifrangere il rumore è legato al tipo di vegetazione presente, all’altezza delle specie presenti, alla disposizione; in condizioni ottimali si possono raggiungere abbattimenti intorno a 5-10 dB(A). Ottimi risultati sono stati ottenuti con combinazioni di alberi e cespugli messi a dimora in fasce di 6-7 metri di profondità, paralleli all’infrastruttura.

Schema tipo

Tipologia Specie Altezza (m)

Ligustrum ovalifolium Laurus nobilis 1,0-1,3 Arbusti Prunus laurocerasus Pitosphorum tobira Carpinus betulus fastigiata Chamaecyparis 2,0-2,5 Alberi lawsoniana Cupressicyparis leylandi Dallim Quercus robur

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6.4.5 Indice di prestazione del piano Il capitolo seguente riporta i pesi e i punteggi attribuiti nei singoli confronti a coppie.

6.4.6 Analisi multicriteriali Attraverso l’applicazione dell’approccio descritto nel capitolo 1.4.3.3.2 e 1.4.3.3.3 si è generata la seguente matrice (metodo confronto a coppie) per la determinazione dei pesi dei comparti ambientali:

Matrice dei confronti a coppie - Comparti ambientali

Comparti ambientali

Aria Clima Acqua sottosuolo e Suolo fauna e Flora zone e Biodiversità protette territorio e Paesaggio culturale Patrimonio salute e Popolazione umana risorse e materiali Beni geometrica Media normalizzato Peso Aria 1.00 1.00 1.00 2.00 0.50 0.50 3.00 3.00 0.25 4.00 1.16 8.88 Clima 1.00 1.00 1.00 2.00 0.50 0.50 3.00 3.00 0.25 4.00 1.16 8.88 Acqua 1.00 1.00 1.00 2.00 0.50 0.50 3.00 3.00 0.25 4.00 1.16 8.88 Suolo e sottosuolo 0.50 0.50 0.50 1.00 0.33 0.33 2.00 2.00 0.20 3.00 0.71 5.44 Flora e fauna 2.00 2.00 2.00 3.00 1.00 1.00 4.00 4.00 0.33 5.00 1.91 14.58 Biodiversità e zone protette 2.00 2.00 2.00 3.00 1.00 1.00 4.00 4.00 0.33 5.00 1.91 14.58 Paesaggio e territorio 0.33 0.33 0.33 0.50 0.25 0.25 1.00 1.00 0.17 2.00 0.46 3.48 Patrimonio culturale 0.33 0.33 0.33 0.50 0.25 0.25 1.00 1.00 0.17 2.00 0.46 3.48 Popolazione e salute umana 4.00 4.00 4.00 5.00 3.00 3.00 6.00 6.00 1.00 7.00 3.86 29.46 Beni materiali e risorse 0.25 0.25 0.25 0.33 0.20 0.20 0.50 0.50 0.14 1.00 0.31 2.35 Totale 12.42 12.42 12.42 19.33 7.53 7.53 27.50 27.50 3.09 37.00 13.09 100.00

6.4.6.1 BADIA CALAVENA Di seguito si riportano invece le matrici a coppie per la determinazione dei pesi degli indicatori di stato/progetto per ciascun comparto ambientale:

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Aria

Indicatori

Concentrazione di di Concentrazione carbonio di monossido di Concentrazione azoto di biossido di Concentrazione polveri di ossidi di Emissioni (NOx) azoto ammoniaca di Emissioni geometrica Media normalizzato Peso Concentrazione di monossido di carbonio 1.00 2.00 1.00 3.00 3.00 1.78 31.34 Concentrazione di biossido di azoto 0.50 1.00 0.50 2.00 2.00 1.00 17.58 Concentrazione di polveri 1.00 2.00 1.00 3.00 3.00 1.78 31.34 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) 0.33 0.50 0.33 1.00 1.00 0.56 9.86 Emissioni di ammoniaca 0.33 0.50 0.33 1.00 1.00 0.56 9.86 Totale 6.42 10.33 6.42 16.50 16.50 5.69 100.00

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Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Clima

Indicatori

Emissioni di anidride anidride di Emissioni carbonica protossido di Emissioni azoto di metano di Emissioni geometrica Media normalizzato Peso Emissioni di anidride carbonica 1.00 4.00 5.00 2.71 68.33 Emissioni di protossido di azoto 0.25 1.00 2.00 0.79 19.98 Emissioni di metano 0.20 0.50 1.00 0.46 11.68 Totale 3.95 10.50 15.50 3.97 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Acqua

Indicatori

Residenti collegati alla alla collegati Residenti fognaria rete trofico Carico Azoto - potenziale trofico Carico Fosforo - potenziale geometrica Media normalizzato Peso Residenti collegati alla rete fognaria 1.00 5.00 5.00 2.92 71.43 Carico trofico potenziale - Azoto 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29

Totale 3.90 14.50 14.50 4.09 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Suolo e sottosuolo

Indicatori

Residenti collegati alla alla collegati Residenti fognaria rete trofico Carico Azoto - potenziale trofico Carico Fosforo - potenziale geometrica Media normalizzato Peso Residenti collegati alla rete fognaria 1.00 5.00 5.00 2.92 71.43 Carico trofico potenziale - Azoto 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29 Totale 3.90 14.50 14.50 4.09 100.00

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 177

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Flora e fauna

Indicatori

Incidenza superficie superficie Incidenza edificata SAU Incidenza superficie Incidenza boscata stradale rete Sviluppo venatoria Pressione geometrica Media normalizzato Peso Incidenza superficie edificata 1.00 1.00 0.33 3.00 4.00 1.32 20.03 Incidenza SAU 1.00 1.00 0.33 3.00 4.00 1.32 20.03 Incidenza superficie boscata 3.00 3.00 1.00 5.00 6.00 3.06 46.50 Sviluppo rete stradale 0.33 0.33 0.20 1.00 2.00 0.54 8.14 Pressione venatoria 0.25 0.25 0.17 0.50 1.00 0.35 5.30 Totale 7.75 7.75 3.66 15.75 21.33 6.59 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Biodiversità e zone protette

Indicatori

Incidenza aree a parco a aree Incidenza boscate aree Incidenza di aree Incidenza riqualificazione geometrica Media normalizzato Peso Incidenza aree a parco 1.00 2.00 3.00 1.82 53.96 Incidenza aree boscate 0.50 1.00 2.00 1.00 29.70 Incidenza aree di riqualificazione ambientale 0.33 0.50 1.00 0.55 16.34 Totale 5.58 8.50 13.50 3.37 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Paesaggio e territorio

Indicatori

Incidenza superficie superficie Incidenza edificata tessuto Riqualificazione urbano SAU della Incidenza della Incidenza boscata superficie degli Densità allevamenti rete della Incidenza stradale rete Riqualificazione viaria percorsi dei Sviluppo turistici geometrica Media normalizzato Peso Incidenza superficie edificata 1.00 6.00 3.00 1.00 5.00 5.00 7.00 6.00 3.42 29.84 Riqualificazione tessuto urbano 0.17 1.00 0.25 0.17 0.50 0.50 2.00 1.00 0.49 4.29 Incidenza della SAU 0.33 4.00 1.00 0.33 3.00 3.00 5.00 4.00 1.73 15.07 Incidenza della superficie boscata 1.00 6.00 3.00 1.00 5.00 5.00 7.00 6.00 3.42 29.84 Densità degli allevamenti 0.20 2.00 0.33 0.20 1.00 1.00 3.00 2.00 0.80 6.93 Incidenza della rete stradale 0.20 2.00 0.33 0.20 1.00 1.00 3.00 2.00 0.80 6.93 Riqualificazione rete viaria 0.14 0.50 0.20 0.14 0.33 0.33 1.00 0.50 0.32 2.80 Sviluppo dei percorsi turistici 0.17 1.00 0.25 0.17 0.50 0.50 2.00 1.00 0.49 4.29 Totale 4.46 25.83 10.03 4.46 18.83 18.83 35.00 25.83 11.47 100.00

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 178

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Patrimonio culturale

Indicatori

Incidenza dei centri centri dei Incidenza storici storici Nuclei geometrica Media normalizzato Peso Incidenza dei centri storici 1.00 0.33 0.58 25.00 Nuclei storici 3.00 1.00 1.73 75.00 Totale 12.00 5.33 2.31 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Popolazione e salute umana

Indicatori

Densità della della Densità popolazione nell'agricoltura Occupati nell'industria Occupati terziario nel Occupati dell'agricoltura Reddito dell'industria Reddito terziario del Reddito ripetitori dei Densità comunicazioni per di Concentrazione carbonio di monossido di Concentrazione azoto di biossido di Concentrazione polveri ammoniaca di Emissioni rete sonori Livelli diurno - stradale rete sonori Livelli notturno - stradale delle Incidenza biologiche coltivazioni geometrica Media normalizzato Peso Densità della popolazione 1.00 3.00 3.00 3.00 6.00 5.00 5.00 6.00 5.00 7.00 5.00 7.00 3.00 3.00 7.00 4.15 20.75 Occupati nell'agricoltura 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Occupati nell'industria 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Occupati nel terziario 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Reddito dell'agricoltura 0.17 0.25 0.25 0.25 1.00 0.50 0.50 1.00 0.50 2.00 0.50 2.00 0.25 0.25 2.00 0.53 2.67 Reddito dell'industria 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Reddito del terziario 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Densità dei ripetitori per comunicazioni 0.17 0.25 0.25 0.25 1.00 0.50 0.50 1.00 0.50 2.00 0.50 2.00 0.25 0.25 2.00 0.53 2.67 Concentrazione di monossido di carbonio 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Concentrazione di biossido di azoto 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Concentrazione di polveri 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Emissioni di ammoniaca 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Livelli sonori rete stradale - diurno 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Incidenza delle coltivazioni biologiche 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Totale 4.60 10.93 10.93 10.93 38.50 26.75 26.75 38.50 26.75 52.50 26.75 52.50 10.93 10.93 52.50 20.01 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Beni materiali e risorse

Indicatori

Produzione di rifiuti rifiuti di Produzione urbani differenziata Raccolta per idrici Consumi residente geometrica Media normalizzato Peso Produzione di rifiuti urbani 1.00 2.00 0.50 1.00 29.70 Raccolta differenziata 0.50 1.00 0.33 0.55 16.34 Consumi idrici per residente 2.00 3.00 1.00 1.82 53.96 Totale 8.50 13.50 5.58 3.37 100.00

6.4.6.2 SELVA DI PROGNO Di seguito si riportano invece le matrici a coppie per la determinazione dei pesi degli indicatori di stato/progetto per ciascun comparto ambientale:

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 179

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Aria

Indicatori

Concentrazione di di Concentrazione carbonio di monossido di Concentrazione azoto di biossido di Concentrazione polveri di ossidi di Emissioni (NOx) azoto ammoniaca di Emissioni geometrica Media normalizzato Peso Concentrazione di monossido di carbonio 1.00 2.00 1.00 3.00 3.00 1.78 31.34 Concentrazione di biossido di azoto 0.50 1.00 0.50 2.00 2.00 1.00 17.58 Concentrazione di polveri 1.00 2.00 1.00 3.00 3.00 1.78 31.34 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) 0.33 0.50 0.33 1.00 1.00 0.56 9.86 Emissioni di ammoniaca 0.33 0.50 0.33 1.00 1.00 0.56 9.86 Totale 6.42 10.33 6.42 16.50 16.50 5.69 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Clima

Indicatori

Emissioni di anidride anidride di Emissioni carbonica protossido di Emissioni azoto di metano di Emissioni geometrica Media normalizzato Peso Emissioni di anidride carbonica 1.00 4.00 5.00 2.71 68.33 Emissioni di protossido di azoto 0.25 1.00 2.00 0.79 19.98 Emissioni di metano 0.20 0.50 1.00 0.46 11.68 Totale 3.95 10.50 15.50 3.97 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Acqua

Indicatori

Residenti collegati alla alla collegati Residenti fognaria rete trofico Carico Azoto - potenziale trofico Carico Fosforo - potenziale geometrica Media normalizzato Peso Residenti collegati alla rete fognaria 1.00 5.00 5.00 2.92 71.43 Carico trofico potenziale - Azoto 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo 0.20 1.00 1.00 0.58 14.29

Totale 3.90 14.50 14.50 4.09 100.00

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 180

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Suolo e sottosuolo

Indicatori

Residenti collegati alla alla collegati Residenti fognaria rete trofico Carico Azoto - potenziale trofico Carico Fosforo - potenziale attive cave delle Densità geometrica Media normalizzato Peso Residenti collegati alla rete fognaria 1.00 5.00 5.00 5.00 3.34 62.50 Carico trofico potenziale - Azoto 0.20 1.00 1.00 1.00 0.67 12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo 0.20 1.00 1.00 1.00 0.67 12.50 Densità delle cave attive 0.20 1.00 1.00 1.00 0.67 12.50 Totale 3.93 15.00 15.00 15.00 5.35 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Flora e fauna

Indicatori

Incidenza superficie superficie Incidenza edificata SAU Incidenza superficie Incidenza boscata stradale rete Sviluppo venatoria Pressione geometrica Media normalizzato Peso Incidenza superficie edificata 1.00 1.00 0.33 3.00 4.00 1.32 20.03 Incidenza SAU 1.00 1.00 0.33 3.00 4.00 1.32 20.03 Incidenza superficie boscata 3.00 3.00 1.00 5.00 6.00 3.06 46.50 Sviluppo rete stradale 0.33 0.33 0.20 1.00 2.00 0.54 8.14 Pressione venatoria 0.25 0.25 0.17 0.50 1.00 0.35 5.30 Totale 7.75 7.75 3.66 15.75 21.33 6.59 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Biodiversità e zone protette

Indicatori

Incidenza aree a parco a aree Incidenza Natura aree Incidenza 2000 boscate aree Incidenza di aree Incidenza riqualificazione geometrica Media normalizzato Peso Incidenza aree a parco 1.00 1.00 2.00 3.00 1.57 35.12 Incidenza aree Natura 2000 1.00 1.00 2.00 3.00 1.57 35.12 Incidenza aree boscate 0.50 0.50 1.00 2.00 0.84 18.87 Incidenza aree di riqualificazione ambientale 0.33 0.33 0.50 1.00 0.49 10.89 Totale 6.33 6.33 10.17 16.00 4.46 100.00

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 181

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Paesaggio e territorio

Indicatori

Densità delle cave attive cave delle Densità superficie Incidenza edificata SAU della Incidenza della Incidenza boscata superficie degli Densità allevamenti rete della Incidenza stradale rete Riqualificazione viaria percorsi dei Sviluppo turistici geometrica Media normalizzato Peso Densità delle discariche attive 0.17 0.13 0.17 0.13 0.25 0.25 0.50 0.33 0.00 0.00 Densità delle cave attive 1.00 0.33 1.00 0.33 3.00 3.00 5.00 4.00 1.45 13.03 Sviluppo della rete di elettrodotti 0.17 0.13 0.17 0.13 0.25 0.25 0.50 0.33 0.00 0.00 Incidenza superficie edificata 3.00 1.00 3.00 1.00 5.00 5.00 7.00 6.00 3.14 28.13 Riqualificazione tessuto urbano 0.17 0.13 0.17 0.13 0.25 0.25 0.50 0.33 0.00 0.00 Incidenza della SAU 1.00 0.33 1.00 0.33 3.00 3.00 5.00 4.00 1.45 13.03 Incidenza della superficie boscata 3.00 1.00 3.00 1.00 5.00 5.00 7.00 6.00 3.14 28.13 Densità degli allevamenti 0.33 0.20 0.33 0.20 1.00 1.00 3.00 2.00 0.64 5.70 Incidenza della rete stradale 0.33 0.20 0.33 0.20 1.00 1.00 3.00 2.00 0.64 5.70 Riqualificazione rete viaria 0.20 0.14 0.20 0.14 0.33 0.33 1.00 0.50 0.29 2.57 Sviluppo rete ferroviaria 0.17 0.13 0.17 0.13 0.25 0.25 0.50 0.33 0.00 0.00 Sviluppo dei percorsi turistici 0.25 0.17 0.25 0.17 0.50 0.50 2.00 1.00 0.41 3.71 Totale 10.78 4.63 10.78 4.63 21.33 21.33 38.00 28.83 11.16 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Patrimonio culturale

Indicatori

Incidenza dei centri centri dei Incidenza storici storici Nuclei geometrica Media normalizzato Peso Incidenza dei centri storici 1.00 0.33 0.58 25.00 Nuclei storici 3.00 1.00 1.73 75.00 Totale 12.00 5.33 2.31 100.00

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 182

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Popolazione e salute umana

Indicatori

Densità della della Densità popolazione nell'agricoltura Occupati nell'industria Occupati terziario nel Occupati dell'agricoltura Reddito dell'industria Reddito terziario del Reddito ripetitori dei Densità comunicazioni per di Concentrazione carbonio di monossido di Concentrazione azoto di biossido di Concentrazione polveri ammoniaca di Emissioni rete sonori Livelli diurno - stradale rete sonori Livelli notturno - stradale delle Incidenza biologiche coltivazioni geometrica Media normalizzato Peso Densità della popolazione 1.00 3.00 3.00 3.00 6.00 5.00 5.00 6.00 5.00 7.00 5.00 7.00 3.00 3.00 7.00 4.15 20.75 Occupati nell'agricoltura 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Occupati nell'industria 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Occupati nel terziario 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Reddito dell'agricoltura 0.17 0.25 0.25 0.25 1.00 0.50 0.50 1.00 0.50 2.00 0.50 2.00 0.25 0.25 2.00 0.53 2.67 Reddito dell'industria 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Reddito del terziario 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Densità dei ripetitori per comunicazioni 0.17 0.25 0.25 0.25 1.00 0.50 0.50 1.00 0.50 2.00 0.50 2.00 0.25 0.25 2.00 0.53 2.67 Concentrazione di monossido di carbonio 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Concentrazione di biossido di azoto 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Concentrazione di polveri 0.20 0.33 0.33 0.33 2.00 1.00 1.00 2.00 1.00 3.00 1.00 3.00 0.33 0.33 3.00 0.85 4.25 Emissioni di ammoniaca 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Livelli sonori rete stradale - diurno 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno 0.33 1.00 1.00 1.00 4.00 3.00 3.00 4.00 3.00 5.00 3.00 5.00 1.00 1.00 5.00 2.07 10.33 Incidenza delle coltivazioni biologiche 0.14 0.20 0.20 0.20 0.50 0.33 0.33 0.50 0.33 1.00 0.33 1.00 0.20 0.20 1.00 0.35 1.75 Totale 4.60 10.93 10.93 10.93 38.50 26.75 26.75 38.50 26.75 52.50 26.75 52.50 10.93 10.93 52.50 20.01 100.00

Matrice dei confronti a coppie - Comparto ambientale: Beni materiali e risorse

Indicatori

Produzione di rifiuti rifiuti di Produzione urbani differenziata Raccolta per idrici Consumi residente geometrica Media normalizzato Peso Produzione di rifiuti urbani 1.00 2.00 0.50 1.00 29.70 Raccolta differenziata 0.50 1.00 0.33 0.55 16.34 Consumi idrici per residente 2.00 3.00 1.00 1.82 53.96 Totale 8.50 13.50 5.58 3.37 100.00

6.5 Calcolo dei punteggi - “Stato Attuale”

Nelle fasi precedenti sono stati determinati il punteggio degli indicatori per ciascun ATO e il peso dei fattori (comparto ambientale) e il peso degli indicatori. A questo punto è possibile trovare il “punteggio pesato” per ciascun ATO. L’esame di dettaglio circa il comportamento dei singoli indicatori può essere effettuato mediante la consultazione delle seguenti tabelle di riepilogo suddivise per singola ATO. Il punteggio finale, dato dalla somma dei punteggi di tutte gli ATO per componente ambientale, dà un chiaro giudizio sintetico delle criticità principali emerse in ambito comunale. Considerato che si tratta di un PATI, di seguito vengono presentati i dati relativi al comune di Badia Calavena e selva di Progno.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 183

6.5.1 Badia Calavena

Riepilogo punteggio pesato Stato Attuale

Tema Superficie Totale Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 10 844 420 11 628 944 4 436 052 26 909 416 Superficie ATO (%) 40.30 43.22 16.49 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 2 Aria 90.62 93.39 16.91 200.92 Clima 143.15 153.50 7.06 303.72 Acqua -102.25 -109.65 4.18 -207.71 Suolo e sottosuolo -62.61 -67.14 2.56 -127.18 Flora e fauna 109.53 107.19 -18.66 198.06 Biodiversità e zone protette 4.33 -165.34 -6.67 -167.67 Paesaggio e territorio 20.87 20.30 -8.40 32.77 Patrimonio culturale 0.00 -7.52 17.22 9.69 Popolazione e salute umana -42.27 -30.70 -4.44 -77.41 Beni materiali e risorse 1.26 1.35 0.52 3.13

Totale 162.63 -4.61 10.29 168.31

In generale il punteggio complessivo per il territorio di Badia Calavena è positivo. E’ infatti un territorio che evidenzia un punteggio positivo per il sistema aria e clima in considerazione del ridotto livello di inquinamento, un positivo valore per quanto riguarda flora e fauna, paesaggio e territorio, il quale tuttavia è evidente che possiede ancora margine per una sua maggiore tutela e possono essere oggetto di riqualificazione, potenziamento le componenti del territorio agricolo. Nello specifico, si osserva un punteggio più negativo a carico di tutti gli ATO di collina per quanto riguarda i sistema popolazione e salute umana per la scarsità di servizi (rete delle fognatura) e le difficoltà di collegamento, con situazioni relativamente peggiori nell’ATO AP2. Un punteggio complessivo positivo mostra l’ATO IN2 dove le criticità e fragilità comunali sono meno pesanti ed evidenti: in particolare suolo e sottosuolo che in effetti è l’unica ATO dove risulta positivo.

Di seguito si ritiene utile riportare le tabelle con i punteggi di tutti gli indicatori di Stato/Impatto relativi a ciascun ATO; ciò consente di consultare ATO per ATO le variazioni di ogni singolo indicatore.

Il punteggio al fondo di ogni tabella è il punteggio totale, in termini assoluti, dato dalla somma pesata dei punteggi degli indicatori.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 184

AP 2 - Monte San Moro

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.95 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 142 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 21 2 0.56 2.25 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 769 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 734 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 108 193 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 127 4 0.71 3.55 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 921 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.92 3 0.38 -2.54 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.84 2 0.25 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.94

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.92 3 0.23 -1.55 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.84 2 0.16 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 2.04 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 31.24 -2 -0.58 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 2.03 2.72

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.50 2 0.24 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.02 2 0.15 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 3.25 0 0.00 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 1.30 0.11 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -1.19 3.48 29.84 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 2.04 3 0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 0.00 -5 -0.07 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 31.24 -2 -0.10 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 0.31 0.52 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 2.58 0 0.00 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.50 2 0.05

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.05 4.29 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 2 638.59 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.78 0 0.00 0.00 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.37 0 0.00 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 24.16 4 2.44 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 4.89 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 3.60 -4 -1.22 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 1.44 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 169 999 -2 -0.16 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 224 632 -4 -0.50 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 175 114 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.09 2 0.16 -1.05 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.95 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 142 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 21 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 734 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 63.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 50.83 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 4.04

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 185

AP 3 - Monte Tomba

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.52 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 126 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 21 2 0.56 2.16 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 1 491 3 0.26 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 486 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 213 342 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 119 4 0.71 3.55 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 969 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.29 3 0.38 -2.54 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.56 2 0.25 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.94

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.29 3 0.23 -1.55 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.56 2 0.16 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.19 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 29.24 -2 -0.58 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 2.03 2.48

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.64 0 0.00 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.02 2 0.15 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.00 -5 -3.93 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 1.30 -3.83 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -1.19 3.48 29.84 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.19 3 0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 0.00 -5 -0.07 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 29.24 -2 -0.10 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 0.31 0.47 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 2.24 0 0.00 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.64 0 0.00

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.05 4.29 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 2 210.35 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.91 1 0.09 -0.17 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.26 -1 -0.26 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 8.43 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 4.56 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 1.57 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 1.15 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 152 989 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 97 756 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 139 972 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.71 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.52 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 126 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 21 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 486 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 64.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 52.54 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO -0.11

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 186

IN 2 - Badia Calavena

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.31 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 173 0 0.00

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 28 1 0.28 1.03 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 8 364 -1 -0.09 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 726 0 0.00 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 1 324 301 0 0.00

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 189 3 0.53 0.43 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 12 427 -1 -0.10 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 73.37 0 0.00 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 16.40 1 0.13 0.25 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.53 1 0.13 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 73.37 0 0.00

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 16.40 1 0.08 0.16 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.53 1 0.08 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 24.29 -3 -0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 46.39 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -1.13

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.02 2 0.15 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 5.06 1 0.79 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -0.40 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -1.19 3.48 29.84 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 24.29 -3 -0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 0.00 -5 -0.07 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 46.39 -1 -0.05 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -0.51 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 6.99 -3 -0.07 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.05 4.29 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 3 746.12 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 3.89 3 0.26 1.04 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 1.58 3 0.78 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 525.47 -1 -0.61 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 7.21 0 0.00 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 60.37 1 0.30 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 44.39 -1 -0.30 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 359 131 -1 -0.08 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 3 770 740 1 0.13 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 5 381 647 0 0.00 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.23 0 0.00 -0.27 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.31 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 173 0 0.00

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 28 1 0.13 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 726 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 68.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 56.14 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 0.62

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 187

6.5.2 Selva di Progno

Riepilogo punteggio pesato Stato Attuale

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato IN 1 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 720 664 41 196 993 Superficie ATO (%) 37.26 1.41 59.59 1.75 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato IN 1 Aria 133.04 4.29 128.77 3.63 269.73 Clima 165.42 6.25 199.29 1.97 372.93 Acqua -75.62 -2.68 -113.39 -1.78 -193.46 Suolo e sottosuolo -27.85 -0.96 -72.90 -0.36 -102.07 Flora e fauna 97.68 4.20 169.80 -0.39 271.29 Biodiversità e zone protette 172.83 0.43 -272.71 -9.86 -109.31 Paesaggio e territorio 33.40 1.20 24.21 -0.09 58.72 Patrimonio culturale -64.85 -2.45 -36.30 2.28 -101.32 Popolazione e salute umana -8.58 -2.08 -24.22 -3.07 -37.95 Beni materiali e risorse -9.43 0.89 -15.08 -0.44 -24.07

Totale 416.04 9.10 -12.54 -8.11 404.49

In generale il punteggio complessivo per il territorio di Selva di Progno è positivo.

E’ infatti un territorio che evidenzia un punteggio positivo per il sistema aria e clima in considerazione del ridotto livello di inquinamento, un positivo valore per quanto riguarda flora e fauna, paesaggio e territorio. Particolare la situazione dell’ATO AN1 che grazie alla presenza del Parco regionale e della ZPS ottiene un ottimo punteggio.

Potenzialità di miglioramento in merito al sistema acqua e suolo sottosuolo per tutte le ATO tranne quelle del fondovalle che, grazie alla situazione morfologica ottimale sono servite dalle reti di collettamento e dei servizi in genere. Nello specifico, si osserva un punteggio più negativo a carico di tutti gli ATO di collina per quanto riguarda i sistema popolazione e salute umana per la scarsità di servizi (rete delle fognatura) e le difficoltà di collegamento, con situazioni relativamente peggiori nell’ATO AP1, che risulta molto estesa e maggiori dunque sono i fenomeni di frammentazione, isolamento. Un punteggio complessivo positivo mostra l’ATO AN1 dove le criticità e fragilità comunali sono meno pesanti ed evidenti in considerazione del basso livello di antropizzazione e densità abitativa.

Di seguito si ritiene utile riportare le tabelle con i punteggi di tutti gli indicatori di Stato/Impatto relativi a ciascun ATO; ciò consente di consultare ATO per ATO le variazioni di ogni singolo indicatore. Il punteggio al fondo di ogni tabella è il punteggio totale, in termini assoluti, dato dalla somma pesata dei punteggi degli indicatori.

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 188

AN 1 - Parco della Lessinia Nord

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 0.75 4 1.11 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 44 3 0.47

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 7 4 1.11 3.57 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 92 5 0.44 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 18 5 0.44 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 16 076 5 3.03

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 11 5 0.89 4.44 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 45 5 0.52 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.94 5 0.63 -2.03 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.64 4 0.51 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.70 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.94 5 0.34 -0.75

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.64 4 0.27 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.40 4 1.17 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 6.96 -4 -1.17 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 2.03 2.62

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.45 3 0.36 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 98.68 5 2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 98.86 4 2.05 e zone 4.64 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 0.83 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -0.79 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.40 4 0.39 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 6.96 -4 -0.18 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 0.29 0.90 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 0.00 5 0.10 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.45 3 0.06

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 1 116.48 4 0.05 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.00 -5 -0.44 -1.74 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.00 -5 -1.31 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 0.39 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 0.65 -4 -1.22 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 0.30 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 2 504 -5 -0.39 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 0 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 32 410 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.23 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 0.75 4 0.50 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 44 3 0.15

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 7 4 0.50 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 18 5 0.26 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 43.00 1 0.30 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 33.51 1 0.30 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 30.03 4 0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 -0.25

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 189

AN 2 - Parco della Lessinia Sud

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.45 4 1.11 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 102 2 0.31

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 13 3 0.84 3.05 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 404 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 6 5 0.44 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 64 620 5 3.03

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 3 5 0.89 4.44 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 15 5 0.52 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.31 5 0.63 -1.90 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.21 5 0.63 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.70 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.31 5 0.34 -0.68

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.21 5 0.34 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.00 5 1.46 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 2.27 -5 -1.46 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 2.71 2.98

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.01 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.00 5 0.39 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 97.02 5 2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.00 -5 -2.56 e zone 0.31 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 1.10 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -0.79 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.00 5 0.49 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 2.27 -5 -0.23 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 0.39 0.85 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 0.00 5 0.10 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.01 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 0.00 -5 -0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.00 -5 -0.44 -1.74 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.00 -5 -1.31 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 0.00 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 818 -5 -0.39 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 0 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 0 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -1.48 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.45 4 0.50 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 102 2 0.10

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 13 3 0.38 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 6 5 0.26 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 62.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 44.99 1 0.30 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.00 -5 -0.26 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 0 0 0.00

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 0 0 0.00 0.63

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 0 5 0.63

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 190

AP 1 - Spazio aperto montano

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.76 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 137 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 24 2 0.56 2.16 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 394 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 1 228 3 0.26 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 127 737 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 57 4 0.71 3.34 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 2 943 2 0.21 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 9.68 -4 -2.54 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.98 3 0.38 -1.90 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.55 2 0.25 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 9.68 -4 -1.36 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.98 3 0.20 -1.22

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.55 2 0.14 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.37 -3 -0.20 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.55 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 37.40 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 2.03 2.85

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.34 0 0.00 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.30 -4 -2.05 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.10 -5 -2.56 e zone -4.58 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 0.83 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -0.79 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.37 -3 -0.14 28.13 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.55 3 0.29 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 37.40 -1 -0.05 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 0.29 0.41 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 3.67 -1 -0.02 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.34 0 0.00

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 2 731.32 5 0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.10 -4 -0.35 -0.61 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.29 -1 -0.26 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 23.83 4 2.44 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 3.38 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 2.70 -4 -1.22 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 2.54 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 118 259 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 258 143 -4 -0.50 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 273 564 -4 -0.50 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.41 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.76 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 137 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 24 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 1 228 3 0.15 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 65.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 51.43 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 30.03 4 0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 -0.25

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 191

IN 1 - Selva di Progno

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.78 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 138 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 24 2 0.56 2.07 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 2 202 2 0.18 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 385 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno/Kmq) 1 310 432 0 0.00

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 62 4 0.71 1.12 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 630 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 28.47 -2 -1.27 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 17.10 0 0.00 -1.01 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 5.02 2 0.25 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 28.47 -2 -0.68 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 17.10 0 0.00 -0.20

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 5.02 2 0.14 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 20.82 -3 -0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 41.10 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.68 -0.22

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.43 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.00 5 0.39 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.00 -5 -2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.00 -5 -2.56 e zone -5.64 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.28 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 0.00 -5 -0.79 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 20.82 -3 -0.29 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 41.10 -1 -0.05 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.10 -0.05 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 4.16 -2 -0.04 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.43 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 6 077.73 5 0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 3.02 3 0.26 1.31 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 4.16 4 1.04 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 481.50 -1 -0.61 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 4.16 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 29.99 -1 -0.30 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 32.02 -2 -0.61 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 133 785 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 2 862 857 1 0.13 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 3 451 233 -1 -0.13 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 2.78 -4 -0.31 -1.75 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.78 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 138 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 24 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 385 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (dBA) 66.00 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 48.70 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.00 -5 -0.26 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 -0.25

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

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6.5.3 Intero territorio del PATI Complessivamente, considerando l’intero territorio del PATI si nota che allo stato attuale il territorio manifesta buone condizioni ecologiche, come risulta dai punteggi di tutti gli ATO e da quello totale pari a 311.18. In generale il punteggio complessivo per il territorio intercomunale è positivo.

Riepilogo punteggio pesato Stato Attuale

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.60 77.89 35.80 36.90 2.19 6.68 242.54 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 1.19 2.79 345.58 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -40.40 -43.32 -1.07 1.65 -199.09 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -24.74 -26.53 -0.22 1.01 -111.99 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.23 -7.37 242.35 Biodiversità e zone protette 104.54 0.26 -164.96 1.71 -65.33 -5.97 -2.64 -132.37 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 -0.06 -3.32 48.47 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.26 -14.65 -16.70 -12.13 -1.85 -1.75 -53.54 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 251.66 5.50 -7.58 64.26 -1.82 -4.91 4.07 311.18

E’ infatti un territorio che evidenzia un punteggio positivo per il sistema aria e clima in considerazione del ridotto livello di inquinamento, un positivo valore per quanto riguarda flora e fauna, paesaggio e territorio, il quale tuttavia è evidente che possiede ancora margine per una sua maggiore tutela e possono essere oggetto di riqualificazione, potenziamento le componenti del territorio agricolo.

Particolare la situazione dell’ATO AN1 che grazie alla presenza del Parco regionale e della ZPS ottiene un ottimo punteggio, dove le criticità e fragilità comunali sono meno pesanti ed evidenti in considerazione del basso livello di antropizzazione e densità abitativa.

Nello specifico, si osserva un punteggio più negativo a carico di tutti gli ATO di collina per quanto riguarda i sistema popolazione e salute umana per la scarsità di servizi (rete delle fognatura) e le difficoltà di collegamento, con situazioni relativamente peggiori nell’ATO AP1 e AP3 Un punteggio complessivo positivo mostra l’ATO IN2 dove le criticità e fragilità comunali sono meno pesanti ed evidenti: in particolare suolo e sottosuolo che in effetti è l’unica ATO dove risulta positivo.

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6.6 Calcolo dei punteggi - “Stato di progetto”

6.6.1 Badia Calavena La simulazione dello stato di progetto per Badia Calavena evidenzia il punteggio finale, dato dalla somma dei punteggi di tutte gli ATO per componente ambientale, che dà un chiaro giudizio sintetico delle criticità principali emerse in ambito comunale e soprattutto del miglioramento complessivo del territorio comunale. Con l’applicazione del progetto di Piano, si osserva un miglioramento del punteggio a carico di quasi tutti gli ATO, in particolare in quelli dove risultano più estese le aree di ricostruzione ambientale, e dove trovano applicazione le misure per il credito edilizio e dove risulta migliorate e affrontate le criticità rilevate. Riepilogo punteggio pesato Ipotesi di progetto

Tema Superficie Totale Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 10 844 420 11 628 944 4 436 052 26 909 416 Superficie ATO (%) 40.30 43.22 16.49 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 2 Aria 90.62 93.39 9.75 193.75 Clima 143.15 153.50 9.99 306.64 Acqua -51.12 -82.23 2.09 -131.27 Suolo e sottosuolo -31.30 -50.35 1.28 -80.38 Flora e fauna 109.53 107.19 -17.39 199.33 Biodiversità e zone protette 90.75 -72.67 20.82 38.90 Paesaggio e territorio 20.87 20.30 -5.63 35.53 Patrimonio culturale 0.00 -7.52 17.22 9.69 Popolazione e salute umana -37.23 -30.70 -8.28 -76.20 Beni materiali e risorse 1.26 1.35 0.52 3.13

Totale 336.52 132.25 30.37 499.14

Osservando le componenti ambientali risulta: - condizioni migliori sono indicate anche per ACQUA e SUOLO E SOTTOSUOLO a seguito degli interventi previsti sulle reti di collettamento e all’approccio ecologico funzionale dei corsi d’acqua. - condizioni migliori si ottengono anche per la componente PAESAGGIO e TERRITORIO, POPOLAZIONE E SALUTE UMANA, e FLORA e FAUNA. - evidente il miglioramento di BIODIVERSITÀ E ZONE PROTETTE, grazie alla reale costituzione di una rete ecologica strutturata e dotata di aree di riqualificazione ambientale, nonché di una normativa in grado di attivare la perequazione ambientale. - un lieve miglioramento del punteggio, ma verso maggiori livelli di sostenibilità, si ha per la componente PAESAGGIO E TERRITORIO, legato all’aumento delle riqualificazioni di alcuni ambiti, e per la componente BENI MATERIALI E RISORSE, in considerazione del beneficio dato dallo sviluppo, che rimane costante nel tempo. In estrema sintesi, il progetto di piano affronta le problematiche, ed è in grado di migliorare alcuni indicatori e “mantenere” inalterati altri con un complessivo beneficio totale.

Di seguito si ritiene utile riportare le tabelle con i punteggi di tutti gli indicatori di Stato/Impatto relativi a ciascun ATO; ciò consente di consultare per ATO le variazioni di ogni singolo indicatore. Il punteggio al fondo di ogni tabella è il punteggio totale, in termini assoluti, dato dalla somma dei punteggi degli indicatori.

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AP 2 - Monte San Moro

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.11 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 152 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 22 2 0.56 2.25 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 811 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 724 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 123 438 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 127 4 0.71 3.55 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 907 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 16.65 -3 -1.90 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.94 3 0.38 -1.27 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.84 2 0.25 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 16.65 -3 -1.17

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.94 3 0.23 -0.78 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.84 2 0.16 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 2.17 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 31.20 -2 -0.58 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 2.03 2.72

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.50 2 0.24 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.02 2 0.15 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 3.25 0 0.00 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 1.30 2.25 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 64.95 4 0.95 3.48 29.84 Superficie edificata/superficie ATO (%) 2.17 3 0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 0.00 -5 -0.07 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 31.20 -2 -0.10 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 61.28 3 0.31 0.52 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 2.58 0 0.00 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.50 2 0.05

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.05 4.29 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 2 638.59 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.78 0 0.00 0.00 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.37 0 0.00 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 32.74 4 2.44 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 4.89 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 3.60 -4 -1.22 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 2.06 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 169 888 -2 -0.16 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 224 632 -4 -0.50 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 250 163 -4 -0.50 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.09 2 0.16 -0.92 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.11 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 152 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 22 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 724 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 63.36 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 51.28 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07 16.34 0.03

Beni Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 8.35

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 195

AP 3 - Monte Tomba

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.70 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 135 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 22 2 0.56 2.16 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 1 588 3 0.26 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 480 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 229 546 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 119 4 0.71 3.55 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 954 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 10.77 -4 -2.54 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.30 3 0.38 -1.90 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.56 2 0.25 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 10.77 -4 -1.55

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 5.30 3 0.23 -1.17 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.56 2 0.16 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.21 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 29.23 -2 -0.58 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 2.03 2.48

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.64 0 0.00 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.02 2 0.15 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.00 -5 -3.93 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 1.30 -1.68 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 71.37 4 0.95 3.48 29.84 Superficie edificata/superficie ATO (%) 1.21 3 0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 0.00 -5 -0.07 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 29.23 -2 -0.10 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 59.37 3 0.31 0.47 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 2.24 0 0.00 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.64 0 0.00

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.05 4.29 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 2 210.35 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.91 1 0.09 -0.17 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.26 -1 -0.26 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 10.15 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 4.56 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 1.57 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 1.35 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 152 969 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 97 756 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 163 300 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.71 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 2.70 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 135 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 22 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 480 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 64.30 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 52.88 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 3.06

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 196

IN 2 - Badia Calavena

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.93 2 0.56 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 206 -1 -0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 34 1 0.28 0.59 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 9 218 -1 -0.09 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 630 0 0.00 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 1 643 946 0 0.00

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 176 4 0.71 0.61 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 12 230 -1 -0.10 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 80.30 0 0.00 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 19.45 0 0.00 0.13 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.54 1 0.13 5.44 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 80.30 0 0.00

o 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 19.45 0 0.00 0.08 Suoloe

sottosuol 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 6.54 1 0.08 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 28.50 -3 -0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 43.36 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -1.05

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 Biodiversità 14.58 53.96 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 5.06 1 0.79 e zone 29.70 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 1.26 protette 16.34 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 15.31 2 0.48 3.48 29.84 Superficie edificata/superficie ATO (%) 28.50 -3 -0.31 4.29 Riqualificazione del tessuto urbano (%) 4.04 1 0.01 15.07 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 43.36 -1 -0.05 29.84 Superficie boscata/superficie ATO (%) 14.84 0 0.00 -0.34 6.93 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 6.76 -3 -0.07 6.93 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.59 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.80 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 470.76 3 0.03 4.29 Sviluppo dei percorsi ciclabili (m/Kmq) 3 746.12 5 0.07 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 3.89 3 0.26 1.04 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 1.58 3 0.78 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 710.32 -2 -1.22 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 6.76 0 0.00 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 87.92 2 0.61 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 60.03 -1 -0.30 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 343 496 -1 -0.08 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 5 491 369 2 0.25 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 7 277 455 1 0.13 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.23 0 0.00 -0.50 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.93 2 0.25 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 206 -1 -0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 34 1 0.13 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 5 630 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 68.81 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 56.95 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.17 -4 -0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 366 1 0.07

16.34 Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 172 -1 -0.04 0.03

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 289 0 0.00

Totale punteggio ATO 1.84

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 197

6.6.2 Selva di Progno

La simulazione dello stato di progetto per Selva di Progno evidenzia il punteggio finale, dato dalla somma dei punteggi di tutte gli ATO per componente ambientale, che dà un chiaro giudizio sintetico delle criticità principali emerse in ambito comunale e soprattutto del miglioramento complessivo del territorio comunale. Con l’applicazione del progetto di Piano, si osserva un miglioramento del punteggio a carico di quasi tutti gli ATO, in particolare in quelli dove risultano più estese le aree di ricostruzione ambientale, e dove trovano applicazione le misure per il credito edilizio e dove risulta migliorate e affrontate le criticità rilevate.

Riepilogo punteggio pesato Ipotesi di progetto

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato IN 1 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 720 664 41 196 993 Superficie ATO (%) 37.26 1.41 59.59 1.75 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato IN 1 Aria 133.04 4.29 128.77 1.95 268.06 Clima 165.42 6.25 199.29 0.91 371.87 Acqua -75.62 -2.68 -113.39 -1.11 -192.80 Suolo e sottosuolo -27.85 -0.96 -72.90 0.00 -101.71 Flora e fauna 97.68 4.20 169.80 -0.60 271.08 Biodiversità e zone protette 226.08 2.44 -187.54 -8.48 32.51 Paesaggio e territorio 33.40 1.20 24.21 0.03 58.84 Patrimonio culturale -64.85 -2.45 -36.30 2.28 -101.32 Popolazione e salute umana -8.58 -2.51 -24.22 -4.10 -39.42 Beni materiali e risorse -9.43 0.89 -15.08 -0.44 -24.07

Totale 469.30 10.68 72.64 -9.55 543.06

Osservando le componenti ambientali risulta: - condizioni leggermente migliori o invariate sono indicate per ACQUA e SUOLO E SOTTOSUOLO a seguito degli interventi previsti sulle reti di collettamento e all’approccio ecologico funzionale dei corsi d’acqua. - condizioni leggermente migliori o invariate si ottengono anche per la componente PAESAGGIO e TERRITORIO, POPOLAZIONE E SALUTE UMANA, e FLORA e FAUNA. - Presente un miglioramento della BIODIVERSITÀ e ZONE PROTETTE, grazie alla reale costituzione di una rete ecologica strutturata e dotata di aree di riqualificazione ambientale, nonché di una normativa in grado di attivare la perequazione ambientale. - un lieve miglioramento del punteggio, in considerazione comunque all’aumento dell’antropizzazione, si ha per la componente PAESAGGIO e TERRITORIO, legato all’aumento delle riqualificazioni di alcuni ambiti, e per la componente BENI MATERIALI E RISORSE, in considerazione del beneficio dato dallo sviluppo, che rimane costante nel tempo. In estrema sintesi, il progetto di piano affronta le problematiche, ed è in grado di migliorare alcuni indicatori e “mantenere” inalterati altri con un complessivo beneficio totale.

Di seguito si ritiene utile riportare le tabelle con i punteggi di tutti gli indicatori di Stato/Impatto relativi a ciascun ATO; ciò consente di consultare per ATO le variazioni di ogni singolo indicatore. Il punteggio al fondo di ogni tabella è il punteggio totale, in termini assoluti, dato dalla somma dei punteggi degli indicatori.

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AN 1 - Parco della Lessinia Nord

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 0.81 4 1.11 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 46 3 0.47

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 8 4 1.11 3.57 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 96 5 0.44 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 18 5 0.44 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 16 818 5 3.03

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 11 5 0.89 4.44 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 45 5 0.52 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.94 5 0.63 -2.03 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.64 4 0.51 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.70 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.94 5 0.34 -0.75

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.64 4 0.27 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.40 4 1.17 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 6.96 -4 -1.17 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 2.03 2.62

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.45 3 0.36 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 98.68 5 2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 98.86 4 2.05 e zone 6.07 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 0.83 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 99.97 4 0.64 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie edificata/superficie ATO (%) 0.40 4 0.39 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 6.96 -4 -0.18 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 86.85 3 0.29 0.90 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 0.00 5 0.10 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 0.45 3 0.06

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 1 116.48 4 0.05 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.00 -5 -0.44 -1.74 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.00 -5 -1.31 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 0.39 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 0.59 -4 -1.22 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 0.30 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 2 504 -5 -0.39 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 0 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 32 410 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.23 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 0.81 4 0.50 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 46 3 0.15

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 8 4 0.50 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 18 5 0.26 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 43.22 1 0.30 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 33.79 1 0.30 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 29.92 4 0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00 16.34

Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 -0.25

Beni risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 199

AN 2 - Parco della Lessinia Sud

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.56 4 1.11 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 106 2 0.31

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 13 3 0.84 3.05 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 419 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 6 5 0.44 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 67 951 5 3.03

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 3 5 0.89 4.44 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 15 5 0.52 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -3.17 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.31 5 0.63 -1.90 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.21 5 0.63 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 0.00 -5 -1.70 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 0.31 5 0.34 -0.68

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 0.21 5 0.34 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 0.00 5 1.46 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 2.27 -5 -1.46 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 2.71 2.98

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.01 -1 -0.12 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.00 5 0.39 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 97.02 5 2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.00 -5 -2.56 e zone 1.74 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 1.10 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 99.76 4 0.64 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie edificata/superficie ATO (%) 0.00 5 0.49 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 2.27 -5 -0.23 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 97.84 4 0.39 0.85 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 0.00 5 0.10 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 2.01 -1 -0.02

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 0.00 -5 -0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.00 -5 -0.44 -1.74 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.00 -5 -1.31 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 0.00 5 3.06 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 0.00 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 818 -5 -0.39 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 0 -5 -0.63 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 0 -5 -0.63 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -1.78 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 1.56 4 0.50 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 106 2 0.10

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 13 3 0.38 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 6 5 0.26 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 62.39 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 45.51 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.00 -5 -0.26 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 0 0 0.00 16.34 0.63

Beni Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 0 0 0.00 risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 0 5 0.63

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 200

AP 1 - Spazio aperto montano

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.07 3 0.84 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 143 1 0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 25 2 0.56 2.16 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 431 4 0.35 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 1 222 3 0.26 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 153 090 4 2.43

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 57 4 0.71 3.34 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 2 928 2 0.21 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 12.23 -4 -2.54 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 6.04 3 0.38 -1.90 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.55 2 0.25 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 12.23 -4 -1.36 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 6.04 3 0.20 -1.22

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 3.55 2 0.14 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.37 -3 -0.20 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 1.76 3 0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 37.32 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 2.03 2.85

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.34 0 0.00 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.01 3 0.23 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.30 -4 -2.05 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.10 -5 -2.56 e zone -3.15 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 0.83 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 56.64 4 0.64 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.37 -3 -0.14 28.13 Superficie edificata/superficie ATO (%) 1.76 3 0.29 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 37.32 -1 -0.05 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 54.46 3 0.29 0.41 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 3.67 -1 -0.02 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 1.34 0 0.00

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 0.00 -5 -0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 2 731.32 5 0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 0.10 -4 -0.35 -0.61 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 0.29 -1 -0.26 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 37.84 4 2.44 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 3.38 -1 -0.30 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 2.70 -4 -1.22 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 3.85 -5 -1.52 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 118 230 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 258 143 -4 -0.50 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 415 411 -4 -0.50 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 0.00 5 0.39 -0.41 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 3.07 3 0.38 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 143 1 0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 25 2 0.25 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 1 222 3 0.15 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 65.35 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 51.91 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 29.92 4 0.21 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00 16.34 -0.25

Beni Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

Comuni di Badia Calavena e Selva di Progno – V.A.S. – Rapporto Ambientale 201

IN 1 - Selva di Progno

Tema Peso dei Peso degli Indicatori di stato/impatto Unità di misura Valore Punteggio Punteggio Punteggio fattori indicatori pesato tema (% ) (% ) (‰) 8.88 31.34 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 4.50 2 0.56 17.58 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 215 -1 -0.16

31.34 Concentrazione di polveri (μg/mc) 37 1 0.28 1.12 Aria 9.86 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (Kg/anno/Kmq) 3 439 1 0.09 9.86 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 369 4 0.35 8.88 68.33 Emissioni di anidride carbonica (Kg/anno) 2 002 853 -1 -0.61

19.98 Emissioni di protossido di azoto (Kg/anno/Kmq) 54 4 0.71 0.52 Clima 11.68 Emissioni di metano (Kg/anno/Kmq) 592 4 0.42 8.88 71.43 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 59.84 -1 -0.63 14.29 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 24.76 -1 -0.13 -0.63 Acqua 14.29 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 5.41 1 0.13 5.44 62.50 Residenti collegati alla rete di fognatura (%) 59.84 -1 -0.34 12.50 Carico trofico potenziale - Azoto (ton/anno/Kmq) 24.76 -1 -0.07 0.00

12.50 Carico trofico potenziale - Fosforo (ton/anno/Kmq) 5.41 1 0.07 Suoloe sottosuolo 12.50 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.34 14.58 20.03 Superficie urbanizzata/superficie ATO (%) 29.93 -3 -0.88 20.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 35.55 -1 -0.29 46.50 Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.68 -0.34

8.14 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 3.16 -2 -0.24 Florafaunae 5.30 Pressione venatoria (n./ha) 0.00 5 0.39 14.58 35.12 Estensione delle aree a parco/superficie ATO (%) 0.00 -5 -2.56 Biodiversità 35.12 Estensione delle zone Natura 2000/superfice ATO (%) 0.00 -5 -2.56 e zone -4.84 18.87 protette Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.28 10.89 Estensione delle aree di ricostruzione ambientale/superficie ATO (%) 7.98 0 0.00 3.48 13.03 Densità delle cave attive (n./Kmq) 0.00 5 0.23 28.13 Superficie edificata/superficie ATO (%) 29.93 -3 -0.29 13.03 Superficie agricola utilizzata/superficie ATO (%) 35.55 -1 -0.05 28.13 Superficie boscata/superficie ATO (%) 27.16 1 0.10 0.02 5.70 Densità degli allevamenti (n./Kmq) 4.16 -2 -0.04 5.70 Sviluppo della rete stradale extraurbana/superficie ATO (Km/Kmq) 3.16 -2 -0.04

Paesaggioterritorioe 2.57 Riqualificazione della rete viaria (m/Km) 779.78 5 0.04 3.71 Sviluppo dei percorsi turistici (m/Kmq) 6 077.73 5 0.06 Patrimonio 3.48 25.00 Superficie dei centri storici/superfice ATO (%) 3.02 3 0.26 1.31 culturale 75.00 Nuclei storici (n./Kmq) 4.16 4 1.04 29.46 20.75 Densità della popolazione (ab./Kmq) 857.54 -3 -1.83 10.33 Occupati nell'agricoltura (n./Kmq) 2.78 -2 -0.61 10.33 Occupati nell'industria (n./Kmq) 51.41 0 0.00 10.33 Occupati nel terziario (n./Kmq) 67.25 0 0.00 2.67 Reddito derivante dalla produzione agricola (€/Kmq) 131 785 -3 -0.24 4.25 Reddito derivante dalla produzione industriale (€/Kmq) 4 907 755 2 0.25 4.25 Reddito derivante dall'attività terziaria (€/Kmq) 7 247 590 1 0.13 2.67 Ripetitori per comunicazioni (n./Kmq) 2.78 -4 -0.31 -2.34 4.25 Concentrazione di monossido di carbonio (mg/mc) 4.50 2 0.25 1.75 Concentrazione di biossido di azoto (μg/mc) 215 -1 -0.05

4.25 Concentrazione di polveri (μg/mc) 37 1 0.13 Popolazionesalutee umana 1.75 Emissioni di ammoniaca (Kg/anno/Kmq) 369 4 0.21 10.33 Livelli sonori rete stradale - diurno (Db) 68.98 0 0.00 10.33 Livelli sonori rete stradale - notturno (dBA) 51.79 0 0.00 1.75 Superficie destinata ad agricoltura biologica/SAU (%) 0.00 -5 -0.26 2.35 29.70 Produzione di rifiuti urbani (Kg/anno/res.) 468 0 0.00 16.34 -0.25

Beni Raccolta differenziata (Kg/anno/res.) 224 0 0.00 risorse

materialie 53.96 Consumi idrici per residente (l/giorno) 580 -2 -0.25

6.6.3 Intero territorio del PATI ipotesi di progetto/ stato attuale Complessivamente, considerando l’intero territorio del PATI si nota che allo stato di progetto il territorio manifesta buone condizioni di sostenibilità ambientale, come risulta dai punteggi di tutti gli ATO e da quello totale pari a 534.91, che appare migliorativo rispetto il 311.18. In generale il punteggio complessivo per il territorio intercomunale aumenta la sua positività.

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Riepilogo punteggio pesato Stato Attuale

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.60 77.89 35.80 36.90 2.19 6.68 242.54 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 1.19 2.79 345.58 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -40.40 -43.32 -1.07 1.65 -199.09 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -24.74 -26.53 -0.22 1.01 -111.99 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.23 -7.37 242.35 Biodiversità e zone protette 104.54 0.26 -164.96 1.71 -65.33 -5.97 -2.64 -132.37 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 -0.06 -3.32 48.47 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.26 -14.65 -16.70 -12.13 -1.85 -1.75 -53.54 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 251.66 5.50 -7.58 64.26 -1.82 -4.91 4.07 311.18

Riepilogo punteggio pesato Ipotesi di progetto

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.60 77.89 35.80 36.90 1.18 3.85 238.70 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 0.55 3.95 346.10 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -20.20 -32.49 -0.67 0.83 -168.49 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -12.37 -19.89 0.00 0.51 -93.28 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.36 2.33 251.93 Biodiversità e zone protette 136.76 1.48 -113.44 35.85 -28.71 -5.13 8.23 35.04 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 0.02 -2.23 49.63 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.52 -14.65 -14.71 -12.13 -2.48 -3.27 -53.95 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 283.87 6.46 43.94 132.96 52.25 -5.78 21.20 534.91

Sinteticamente, con l’attuazione del piano si assiste ad una variazione in senso positivo dell’ambiente (inteso della sua eccezione più ampia) all’interno del territorio comunale; il piano dunque con la sua completa attuazione, al termine dei 10 anni, instaura una tendenza al miglioramento delle condizioni generali e/o mantiene invariate, ossia comunque nei limite di sostenibilità, lo stato di alcune fragilità presenti nel territorio.

Dal confronto tra il riepilogo dei punteggi ottenuti dalle elaborazioni precedenti si ha chiaramente un complessivo miglioramento dell’ambiente dopo la realizzazione del Piano:  Sistema ARIA: si assiste ad una invarianza del punteggio in considerazione dei nuovi insediamenti previsti dal piano; in ogni caso le condizioni rimangono positive. L’applicazione delle misure di attenzione ambientale instaurate saranno un ulteriore fonte di beneficio, in grado di minimizzare queste variazioni.  Sistema CLIMA: vale quanto appena detto per il sistema ARIA; tuttavia il punteggio in questo caso migliora, soprattutto grazie ad una graduale riduzioni delle emissioni.  Sistema ACQUA: si assiste ad una tendenza al miglioramento delle condizioni complessive, comunque positive, grazie ad alcuni interventi di adeguamento della rete fognaria e a maggiore qualità dei servizi e attenzione nella realizzazione di nuovi insediamenti, con sistemi a basso impatti ambientale e con recupero delle acque.

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 Sistema SUOLO e SOTTOSUOLO: vale quanto appena detto per il sistema ACQUA. Sono inoltre maggiori le forme di prevenzione e conoscenza delle fragilità territoriali che instaurano un sistema di programmazione migliore.  FLORA e FAUNA: vi è una variazione in senso positivo dovuta principalmente all’aumento di superficie boscata inconsiderazione delle misure di perequazione ambientale e delle normali evoluzioni eco-sistemiche. Tale componente assomma anche gli indicatori relativi allo sviluppo delle siepi arboree ed arbustive lungo i margini di confine dell’urbanizzazione con il territorio aperto. Tali elementi contribuiscono nel loro insieme ad attenuare gli effetti dell’urbanizzazione attraverso le misure di mitigazione introdotte dal PATI, e non contemplate dal PRG vigente.  BIODIVERSITÀ e ZONE PROTETTE: si assiste ad un miglioramento della biodiversità soprattutto nel comune di Badia Calavena. Tale variazione positiva che risulta ben evidente in questo indicatore è legata alla istituzione della rete ecologica locale ed in particolare alla realizzazione di aree di ricostruzione ambientale. Tali elementi infatti creano aree di ecotono estremamente valide sotto il profilo ecologico funzionale e svolgono una importante azione mitigativa per il sistema aria.  PAESAGGIO e TERRITORIO: si assiste ad una tendenza al miglioramento del punteggio, che diventa positivo, legata ad una serie di azioni di seguito specificate. A pesare su tale componente è infatti l’aumento della superficie urbanizzata per ATO (si vedano le tabelle dei punteggi mostrate in precedenza); tale fattore viene tuttavia compensato da una serie di elementi che forniscono una maggiore sensibilità nei confronti del paesaggio rispetto a quanto contenuto nel PRG vigente, sia per quanto riguarda gli elementi areali sia per quelli di carattere puntuale: o ulteriore sviluppo dei percorsi ciclabili e delle vie verdi; o azioni di riqualificazione urbana e azioni di mitigazione a verde che non consumano nuovo suolo agricolo (aree di riqualificazione del tessuto urbano); o sviluppo delle siepi arboree ed arbustive che rappresentano un ulteriore elemento di diversificazione del paesaggio naturale; o tutela e valorizzazione degli elementi storici ed ambientali o eliminazione degli elementi di degrado (tra cui alcuni allevamenti) e applicazione delle misure di mitigazione  PATRIMONIO CULTURALE: indicatore che rimane invariato.  POPOLAZIONE e SALUTE UMANA: complessivamente il punteggio, rimane invariato in quanto la tipologia di comuni lo sviluppo socio economico atteso, il contesto territoriale di appartenenza non sono in grado di far preveder scenari particolarmente positivi. Ciò è da imputare soprattutto all’aumento solo fisiologico degli occupati del settore industriale e del reddito del settore terziario.  BENI MATERIALI e RISORSE: vale quanto esposto per il sistema precedente. In questo caso però ad aumentare sono i benefici derivanti da nuove attività come il turismo e la promozione di attività compatibili alla agricoltura.

6.6.4 Valutazione della sostenibilità socio-economica La valutazione della sostenibilità socio-economica del Piano è stata condotta mediante l’individuazione di specifici indicatori quantitativi: o Occupati in agricoltura (n.km2) o Produzione lorda vendibile agricola (€/km2) o Occupati nell’industria (n.km2) o Valore aggiunto nell’industria (€/km2) o Occupati nel terziario (n.km2) o Valore aggiunto nel terziario (€/km2) Ciò premesso, deve essere considerato che in generale, sotto il profilo sociale, la sostenibilità del piano è verificata quando l’ipotesi di progetto risulta nel complesso migliorativa nei confronti dell’ambiente. Il termine “ambiente” viene inteso, infatti, nella sua accezione più ampia, e comprende non solo gli elementi di naturalità e di salubrità del territorio, ma anche gli aspetti che riguardano le condizioni di benessere della popolazione in relazione alla salute, alla disponibilità di servizi ed alla crescita economica.

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A tale riguardo si può osservare che le analisi condotte mostrano come l’ipotesi di progetto rappresenti un miglioramento delle caratteristiche dell’ambiente socio-economico rispetto alla situazione attuale e quindi risulti confermato l’obiettivo primario di creare condizioni adeguate alla vita dei cittadini anche in considerazione dell’aumento demografico. Logicamente alcune azioni di Piano, quali ad esempio la maggiore pressione antropica o l’estensione di aree destinate alle attività produttive ed ai servizi, determinano maggiori consumi di territorio e di risorse, ma tali effetti negativi risultano nel complesso più che compensati dagli interventi volti dal più elevato livello di benessere economico raggiungibile. Di seguito vengono brevemente riepilogate le variazioni dei singoli indicatori di sostenibilità socio-economica con l’attuazione del progetto di Piano e viene riproposto in maniera sintetica un giudizio finale di sostenibilità (estratto dalle tabelle per ATO) dimostrando la sostenibilità del progetto di piano.

Variazione Stato attuale/Stato di progetto variazione per Indicatori socio-economici ATO AN ATO AN l'intero territorio significativi 1 2 ATO AP 1 ATO AP 2 ATO AP 3 ATO IN 1 ATO IN 2 del PATI Occupati nell'agricoltura 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 -0.30 0.00 -0.3 Occupati nell'industria 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.30 0.30 0.6 Occupati nel terziario 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.61 0.00 0.6 Reddito derivante dall'attività agricola 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.0 Reddito derivante dall'attività Industriale 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.13 0.13 0.3 Reddito derivante dall'attività terziaria 0.00 0.00 0.00 0.13 0.00 0.25 0.13 0.5

VARIAZIONE PER SINGOLO “ATO” 0.00 0.00 0.00 0.13 0.00 0.98 0.55 1.7

La tabella evidenzia le variazioni di ogni indicatore socio-economico, per ciascun ATO del PATI. Complessivamente risulta un punteggio con variazione positiva, ossia migliora complessivamente (punteggio +1.7) nello stato di progetto, rispetto allo stato attuale.

valutazione di sintesi per indicatore 2.00

0.00

-2.00

-4.00 punteggio

-6.00

stato attuale -8.00 ipotesi di progetto variazione

-10.00 Occupati Occupati Occupati nel terziario Reddito derivante Reddito derivante Reddito derivante nell'agricoltura nell'industria dall'attività agricola dall'attività dall'attività terziaria Industriale indicatori socio economici

Il primo grafico mette in luce, nello specifico, quali indicatori migliorano e quali invece subiscono variazioni negative: il settore agricolo (numero di occupati e reddito) vanno incontro a variazioni negative, mentre migliorano gli altri indicatori. Nel complesso è comunque garantita la sostenibilità economica e sociale.

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valutazione di sintesi

5.00

0.00

-5.00

-10.00

-15.00

-20.00 dei punteggi somma stato attuale

-25.00 ipotesi di progetto

variazione -30.00 totale indicatori1 socio economici

6.6.4.1 SINTESI DELLA AZIONI DEL PATI FINALIZZATE ALLA SOSTENIBILITÀ SOCIO ECONOMICA Si riportano le principali indicazioni per il PATI, estrapolate dalle Tavole di progetto urbanistiche e dalle Norme Tecniche di Attuazione, che hanno particolare attinenza con gli aspetti di sostenibilità sociale ed economica.

TAVOLA, ARTICOLO ASPETTI DELLA SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED DELLE NTA ECONOMICA

 TAV. 1 – ARTT. 11  Recepire i vincoli riconosciuti sul territorio dalla pianificazione di livello superiore e adeguare gli interventi alle corrispondenti norme di tutela

 TAV. 1 - ARTT. 11, 13  Tutelare i principali elementi che compongono il  TAV. 2 - ARTT. 17, 19, 20 paesaggio e conservano inoltre un valore storico  TAV. 4 - ARTT. 32, 33, 36 testimoniale, l’assetto viario interpoderale, le sistemazioni storiche, i corsi d’acqua, ecc.

 TAV. 1 - ARTT. 11, 13  Tutelare e recuperare gli edifici storico monumentali e  TAV. 2 - ARTT. 19 testimoniali, nonché le rispettive pertinenze.  TAV. 4 - ART. 36

 TAV. 3 – ART. 21, 22, 23, 24  Adeguare la possibilità di edificazione, nonché le  TAV. 4 - ART. 29, 34, 36 caratteristiche costruttive, alle limitazioni fisiche presenti sul territorio. Limitare inoltre la possibilità di edificazione negli ambiti che presentano fonti di rischio per la popolazione

 TAV. 4 - ART. 32, 33, 35  Favorire la mobilità alternativa e potenziare la valorizzazione della vocazione turistico/ricettiva del territorio

 TAV. 4 - ARTT. 26, 27, 48  Dimensionare lo strumento urbanistico in misura adeguata rispetto alle necessità insediative

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TAVOLA, ARTICOLO ASPETTI DELLA SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED DELLE NTA ECONOMICA

 TAV. 4 - ARTT. 30, 31, 34  Riqualificare il tessuto urbanistico esistente

 TAV. 4 - ARTT. 26, 28, 30  Limitare le aree di espansione residenziale, orientando lo sviluppo insediativo verso una situazione di equilibrio con le diverse funzioni espresse dal territorio

 TAV. 4 - ARTT. 43, 47  Incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente

 TAV. 4 - ART. 48  Dimensionare lo strumento urbanistico in modo adeguato rispetto alla necessità di servizi della popolazione

 TAV. 4 - ART. 10, 11, 40,  Tutelare e valorizzare le aree boscate o destinate al rimboschimento

 TAV. 4 - ARTT. 40, 41  Tutelare e potenziare gli elementi della rete ecologica locale e attuare forme di compensazione ambientale

 TAV. 4 – ARTT. 45, 46,  Individuare le nuove opere infrastrutturali ed esistenti (prevedendo soluzioni a basso impatto ambientale e misure mitigative e compensative necessarie a garantire la sostenibilità complessiva dell'intervento)  Realizzare opere di mitigazione delle infrastrutture

 TAV. 4 - ART. 47  Completamento e realizzazione di nuovi percorsi non- motorizzati e di viabilità di collegamento interna tra gli insediamenti e di attrezzature per il turismo rurale

 TAV. 2 - ART. 20,  Coinvolgere le aziende agricole nella costruzione di  ART. 43 processi di comunicazione e sponsorizzazione dei  TAV. 4 - ART. 32-33 propri prodotti di qualità, enfatizzando le caratteristiche dell’identità locale

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6.6.5 Valutazione grafica sintetica- stato attuale e progetto In sintesi l’applicazione del piano comporta l’instaurarsi di una tendenza complessivamente positiva per Badia Calavena - Selva di Progno, dimostrando come la sua attuazione sia più “conveniente” rispetto allo stato attuale.

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6.6.6 Coerenza interna delle azioni di piano – matrice di valutazione Nell’ambito della procedura VAS risulta anche dimostrata la coerenza interna del Piano: ossia le azioni di piano rispettano gli obiettivi di sostenibilità assunti. Vengono inoltre riconosciute le criticità rilevate in sede di Rapporto Ambientale Preliminare (RAP) e/o Approfondimento del Quadro Conoscitivo condotto in sede di Rapporto Ambientale, le quali vengono ovviamente considerate anche nelle scelte progettuali. Al fine di rendere più immediata e leggibile la coerenza interna viene di seguito indicata una matrice rappresentativa. La tabella seguente mette in relazione diretta le azioni di piano con ciascuno degli obiettivi di sostenibilità assunti (come specificato anche al capitolo 5.1). L’incrocio viene poi assoggettato a giudizio di “coerenza interna” sulla base dei seguenti criteri di sostenibilità:

A) Interferenza: - Verde = IP - Interferenza positiva (l’azione incide migliorando la prestazione rispetto al tema specifico) - Giallo = IM - Interferenza parziale (l’azione può incidere in maniera temporanea e parziale peggiorando la prestazione di alcuni aspetti del tema specifico) - Rosso = IN - Interferenza negativa (l’azione incide peggiorando la prestazione rispetto allo specifico tema) - Arancione = INV - Interferenza non valutabile (non è possibile valutare l’impatto dell’azione con il tema).

B) Sostenibilità complessiva: C) giudizio finale di coerenza interna sulla base di una scala semplificata - Alta (Totale) - Media (Parziale) - Bassa (bassa) Viene infine valutata l’incidenza sulle criticità, ovvero, considerando la componente ambientale di riferimento, viene valutata quale sia l’efficacia dell’azione di piano su di esse, attraverso tre tipi di giudizio:

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D) Incidenza:  Verde = IP - Incidenza positiva (l’azione incide migliorando la prestazione rispetto al tema specifico)  Giallo = IM - Incidenza parziale (l’azione può incidere in maniera temporanea e parziale peggiorando la prestazione di alcuni aspetti del tema specifico)  Rosso = IN - Incidenza negativa (l’azione incide peggiorando la prestazione rispetto allo specifico tema)

La tabella seguente dimostra la correlazione positiva tra le azioni e la risposta ambientale per la Verifica della Coerenza interna: maggiore il giudizio di sostenibilità maggiore è la coerenza interna. Sinteticamente può essere espressa una coerenza interna alta in quanto solo alcune delle azioni correttive alle criticità rilevate dipendono da dinamiche economiche che non sono direttamente connesse alla pianificazione urbanistica, ma dipendono da situazioni di “debolezza” economica di livello nazionale. Gli altri fattori direttamente o indirettamente connessi alla pianificazione urbanistica mostrano una coerenza Alta.

Al capitolo “5.5.4.10 – sintesi delle criticità affrontate” viene proposta una tabella riepilogativa delle criticità rilevate e il giudizio di coerenza.

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TABELLA DI VERIFICA DELLA COERENZA INTERNA IN RIFERIMENTO ALLE CRITICITÀ RILEVATE

6.6.6.1 Obiettivo 1 – Tutela e difesa del suolo il cui fine è la prevenzione dai rischi di origine naturale e l’attenuazione dell’impatto antropico.

Tavola di Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Articolo NTA riferimento relativa per il torrente Illasi, che non presenta quasi mai scorrimento in alveo, se non in occasione di eventi meteorici di una certa intensità, considerata l’elevata energia di trasporto, legata all’ampiezza del bacino idrografico e alla pendenza dell’alveo, dovranno essere previsti interventi di manutenzione 21 22 23 e sistemazione delle opere di difesa idraulica presenti sul territorio (briglie e muri di difesa di Tav.3 IP 24 25 sponda, talora con scogliere di massi). Sempre a questo proposito, l’efficacia delle briglie dovrà essere mantenuta, nel tempo, mediante opportuni prelievi di ghiaia, secondo le normali pratiche di polizia idraulica; per gli impluvi poiché, in caso di forti piogge, essi possono costituire vie preferenziali di 21 22 23 scorrimento delle acque meteoriche, dovrà essere impedita l’edificazione e la movimentazione Tav.3 IP terra 24 25 per le aree con problematiche di versante, censite e perimetrate dal P.A.I. dell'Autorità di Bacino del Fiume Adige, anche in riferimento alle caratteristiche geotecniche e geomeccaniche, gli 21 22 23 interventi edificatori specie se prevedano sbancamenti e riporti, devono essere approfonditamente Tav.3 IP 24 25 verificati in funzione delle possibili interazioni con le condizioni di stabilità locale e globale del versante ed eventualmente previsti eventuali opere di consolidamento per le aree con presenza di morfologie carsiche e paleocarsiche diffuse l'edificabilità è vincolata alla preventiva verifica dell'eventuale presenza di cavità sotterranee che potrebbero determinare 21 22 23 problemi di instabilità dell'edificato a seguito di crolli di volte; dovrà inoltre essere prescritta Tav.3 IP 24 25 l'adozione di adeguati sistemi di depurazione di reflui civili e produttivi nelle zone non servite da reti fognarie. per le nuove urbanizzazioni si dovrà eseguire uno studio particolareggiato delle caratteristiche geologiche, finalizzato alla valutazione della compatibilità geologico - idraulica e all'analisi delle 21 22 23 Tav.3, 4 IP tipologie di gestione delle acque meteoriche (invasi drenanti, bacini di accumulo, ecc.) da adottare 24 25 29 30 per non gravare sulla rete idrologica esistente; per le nuove urbanizzazioni si dovrà eseguire uno studio particolareggiato delle caratteristiche geologiche, finalizzato alla valutazione della compatibilità geologico - idraulica e all'analisi delle 21 22 23 tipologie di gestione delle acque meteoriche (invasi drenanti, bacini di accumulo, ecc.) da adottare Tav.3, 4 IP 24 25 29 30 per non gravare sulla rete idrologica esistente; dovrà inoltre essere prescritta l'adozione di adeguati sistemi di depurazione di reflui civili e produttivi nelle zone non servite da reti fognarie.

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per le superfici in vicinanza del margine superiore di scarpata dei terrazzi, a causa della possibile amplificazione locale delle onde sismiche, per una profondità pari all'altezza del terrazzo stesso, si 21 22 23 Tav.3 IP dovranno eseguire specifiche indagini geognostiche atte a determinare lo spessore della coltre 24 25 detritica superficiale. Piano Regionale Attività di Cava: Il Piano verificherà la situazione e metterà in atto quegli strumenti necessari per la riqualificazione del paesaggio ove consentito. SISTEMA INSEDIATIVO. Per il 15 21 22 23 sistema insediativo il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso: l’individuazione Tav.1, 3 IP 24 25 di ambiti di riqualificazione per le aree di coltivazione di cava dismesse ed estinte con il preciso intento di una riqualificazione del paesaggio.

SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate:

1) Presenza di aree di frana e di dissesto idrogeologico a ridosso di IP centri abitati

2) Presenza di cave attive in contesti di interesse paesaggistico IP 3) Scarso sviluppo della rete fognaria IP

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6.6.6.2 OBIETTIVO 2 – TUTELA DELLE RISORSE NATURALISTICHE, AMBIENTALI E DEL PAESAGGIO NATURALE. “SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE” DELLE PRINCIPALI TRASFORMAZIONI DI PIANO.

Tavola di Articolo Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano riferimento NTA relativa Il P.A.T.I. tenderà alla creazione di un sistema ambientale che punti alla conservazione delle risorse, nel quale lo Tav. 2, 3, 4 18 20 24 25 sviluppo divenga un volano per il miglioramento ambientale ed ecologico nonché un incentivo al turismo della 29 30 38 39 conoscenza e del paesaggio. IP Le strategie porranno particolare attenzione alla: tutela e salvaguardia delle risorse non rinnovabili presenti nel territorio comunale e delle specificità biologiche, naturali, paesaggistiche, storiche ed ambientali con direttive di miglioramento delle aree boscate presenti nelle varie ATO, in area montana, collinare e valliva. Per il sistema insediativo il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso:la spinta verso una Tav. 2, 3, 4 18 20 24 25 progettazione architettonica sostenibile che si ispiri ai nuovi principi costruttivi anche con l’utilizzo di fonti 29 30 38 39 IP rinnovabili per il suo fabbisogno e i materiali eco-compatibili. Il P.A.T.I. tenderà alla creazione di un sistema ambientale che punti alla conservazione delle risorse, nel quale lo Tav. 2, 3, 4 18 20 24 25 sviluppo divenga un volano per il miglioramento ambientale ed ecologico nonché un incentivo al turismo della 29 30 conoscenza e del paesaggio. Le scelte porranno particolare attenzione alla: contiguità degli allevamenti con gli insediamenti urbani, individuando gli ambiti di riqualificazione degli elementi oggetto di dismissione in IP particolare in loc. Perlati a Badia Calavena; salvaguardia e valorizzazione del paesaggio agrario e dei caratteri rurali anche con il recupero del patrimonio edilizio di antica origine (nuclei rurali di antica origine) inserito nel contesto agricolo oltre una particolare attenzione per la tipicità della struttura di malga; definizione di direttive finalizzate al mantenimento, miglioramento o valorizzazione delle forme e dell’aspetto Tav. 2, 4 18 20 25 29 del territorio, anche per le attività agricole (modellazioni del suoli, allineamenti, materiali); 30 IP individuazione di un modello urbanistico che eviti la promiscuità nell’uso del suolo, mantenendo e valorizzando le tipicità paesaggistica di ogni contesto. Riqualificazione ed incremento di tutti gli elementi del sistema ecorelazionale locale. Tav.4 41 IP

SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate:

1) Assenza di aree a ricostruzione ambientale IP 2) Presenza di allevamenti intensivi in contesto urbano IP

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6.6.6.3 Obiettivo 3 – Salvaguardia degli elementi di rilievo storico-architettonico

Tavola di Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Articolo NTA riferimento relativa Studio degli elementi di impianto, quali centri storici e contrade diffuse, per permettere una Tav. 2, 4 18 19 38 39 classificazione attraverso il P.I. con categorie di intervento al fine di consentire interventi di IP riqualificazione nel rispetto della legislazione vigente Il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso: la riqualificazione dl paesaggio Tav. 2, 4 18 19 27 28 urbano cresciuto a volte in maniera lineare lungo la viabilità principale ed a volte per aggiunte 38 39 successive prive di un disegno generale prevedendo completamenti e ricuciture del tessuto IP consolidato al fine di non intaccare aree esterne oggi di qualità paesaggistica notevole; modesti interventi di ricucitura residenziale sono previste nelle località di S. Valentino, SS. Trinità e Sprea puntando al consolidamento delle comunità presenti; SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate:

1) Presenza di ripetitori per telecomunicazioni in contesto residenziale IP 2) Basso numero di addetti che dimostra il processo di spopolamento IP 3) Basso sviluppo del turismo IP

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6.6.6.4 Obiettivo 4 – Riqualificazione e riordino morfologico delle aree di urbanizzazione consolidata, valutando le possibilità di ampliamento e di nuova costruzione in funzione dei caratteri e della qualità dei luoghi.

Tavola di Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Articolo NTA riferimento relativa per le nuove urbanizzazioni si dovrà eseguire uno studio particolareggiato delle caratteristiche geologiche, finalizzato alla valutazione della compatibilità geologico - idraulica e all'analisi delle 21 24 tipologie di gestione delle acque meteoriche (invasi drenanti, bacini di accumulo, ecc.) da adottare per Tav. 3 IP non gravare sulla rete idrologica esistente; dovrà inoltre essere prescritta l'adozione di adeguati sistemi di depurazione di reflui civili e produttivi nelle zone non servite da reti fognarie. Il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso: Tav. 2, 4 27 28 29 30 il recupero dell'esistente sia del tessuto urbano che degli episodi edilizi dello spazio aperto al fine di 31 32 33 34 limitare, quando possibile, il consumo di ulteriore territorio. Saranno definiti stimoli per una 35 37 progettazione architettonica sostenibile che si ispiri ai nuovi principi costruttivi anche con l’utilizzo di fonti rinnovabili e di materiali eco-compatibili; IP il consolidamento delle infrastrutture pubbliche a servizi e standard per soddisfare le esigenze ed i bisogni della comunità, aree adeguate per l’infanzia e luoghi di aggregazione per giovani e anche per anziani, spazi verdi diversificati sul territorio; il completamento dei servizi avverrà attraverso la realizzazione della Cittadella della Solidarietà di Badia, il centro Ippoterapico dei Gonzi di Badia; Per il sistema insediativo il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso: la Tav. 2, 4 27 28 29 30 riqualificazione dl paesaggio urbano cresciuto a volte in maniera lineare lungo la viabilità principale ed 31 32 33 34 a volte per aggiunte successive prive di un disegno generale prevedendo completamenti e ricuciture del 35 37 tessuto consolidato al fine di non intaccare aree esterne oggi di qualità paesaggistica notevole; modesti interventi di ricucitura residenziale sono previste nelle località di S. Valentino, SS. Trinità e Sprea IP puntando al consolidamento delle comunità presenti; la ridefinizione, in particolare, di tutto quel sistema di edificazione che ricade all'interno di aree a frangia del tessuto zonizzato e che attualmente ricadono in zona agricola senza averne più le caratteristiche. la verifica attraverso il P.I. dello stato di attuazione del PRG per quanto riguarda il sistema del verde e delle altre attrezzature pubbliche e del loro mantenimento e potenziamento laddove emergono carenze strutturali anche attraverso la perequazione urbanistica; in particolare si prevede il completamento del polo sportivo di Badia C. integrando l’attuale area motocross con le aree previste a ridosso, trasferendo Tav. 4 3 15 21 31 IP qui le attuali strutture esistenti; la previsione di un progetto strategico finalizzato al recupero e riqualificazione dell’area ex car-racer a sud di Badia C. con finalità di interesse pubblico ed anche residenziali; Obiettivi:- contiguità degli allevamenti con gli insediamenti urbani, individuando gli ambiti di Tav. 4 3 15 21 31 33 IP riqualificazione degli elementi oggetto di dismissione in particolare in loc. Perlati a Badia Calavena; -

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individuazione di un modello urbanistico che eviti la promiscuità nell’uso del suolo, mantenendo e valorizzando le tipicità paesaggistica di ogni contesto; paesaggio agrario e dei caratteri rurali anche con il recupero del patrimonio edilizio di antica origine (nuclei rurali di antica origine) inserito nel contesto agricolo oltre una particolare attenzione per la tipicità della struttura di malga. SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate: 1) Presenza di ripetitori per telecomunicazioni in contesto residenziale IP

2) Basso numero di addetti che dimostra il processo di spopolamento IP 3) Presenza di allevamenti intensivi in contesto urbano IP

4) Inquinamento da radon al 9.4% a Selva di P. IP

5) Emissioni significative di NH3 a Selva di P. IP 6) Bassa percentuale di raccolta differenziata a Selva di P. IP

7) Densità abitativa elevata nel fondovalle IP

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6.6.6.5 Obiettivo 5 – Riqualificazione e riordino edilizio del sistema insediativo turistico-ricettivo

Tavola di Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Articolo NTA riferimento relativa la previsione dello sviluppo ricettivo che potrà basarsi sulle attività esistenti e sulle possibilità di realizzare anche attività extralberghiere, quali affittacamere e B&B, per la creazione del sistema dell’albergo diffuso; tale possibilità rientra anche nell’ottica di un recupero delle contrade quali elementi presenti e che “custodiscono” il territorio; lo studio di una rete ricettiva che avrà come Tav. 4 34 35 36 IP traino gli elementi di eccellenza dati dal “Turismo della Natura” (Parco della Lessinia), dal “Turismo della Salute” che individuerà in Sprea (con l’Erbecedario) il centro del progetto strategico legato al benessere, il “Parco delle Energie Rinnovabili” individuando in località Sant’Andrea l’Osservatorio interattivo delle Energie Rinnovabili.

SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate: 1) Basso sviluppo del turismo IP

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6.6.6.6 Obiettivo 6 – Conferma, potenziamento e sviluppo dei servizi a scala territoriale attraverso interventi di trasformazione e qualificazione funzionale, urbanistica ed edilizia.

Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Tavola di riferimento Articolo NTA relativa Per il sistema insediativo il P.A.T.I. procederà a migliorare la qualità urbana attraverso:il consolidamento delle infrastrutture pubbliche a servizi e standard per soddisfare le esigenze ed i bisogni della comunità, aree adeguate per l’infanzia e luoghi di aggregazione per giovani e anche per anziani, spazi verdi diversificati sul territorio; il completamento dei servizi avverrà attraverso la realizzazione della Cittadella della Solidarietà di Badia, il centro Ippoterapico dei Gonzi di Badia; la verifica attraverso il P.I. dello stato di attuazione del PRG per quanto riguarda il sistema Tav.4 31 34 35 36 IP del verde e delle altre attrezzature pubbliche e del loro mantenimento e potenziamento laddove emergono carenze strutturali anche attraverso la perequazione urbanistica; in particolare si prevede il completamento del polo sportivo di Badia C. integrando l’attuale area motocross con le aree previste a ridosso, trasferendo qui le attuali strutture esistenti; la previsione di un progetto strategico finalizzato al recupero e riqualificazione dell’area ex car-racer a sud di Badia C. con finalità di interesse pubblico ed anche residenziali;

Il P.A.T.I. affronterà la questione della mobilità e delle infrastrutture con specifica attenzione a: • verifica dell'armatura sovracomunale di livello provinciale per la risoluzione dei problemi di attraversamento dei Capoluoghi andando ad approfondire le previsioni viarie di P.R.G., e se necessario proponendo delle alternative; • individuazione della Rete cicloturistica – Giazza, che intercetta tutte le località più importanti legate alla val d’Illasi; verrà completata mettendo a sistema e collegando gli altri punti ed elementi presenti sul territorio per integrare il sistema del turismo culturale e Tav.4 31 34 35 36 IP naturalistico; • riorganizzare gli spazi urbani lungo le strade all'interno dei centri abitati e definire le direttive per il P.I. al fine di organizzare la viabilità locale alle massime condizioni di sicurezza e di qualità; • confermare nel Capoluogo di Badia Calavena la previsione di una viabilità alternativa, già presente nel P.R.G., quale soluzione per sgravare il centro abitato caratterizzato da residenze ed attività commerciali, dal traffico veicolare pesante di attraversamento;

• creazione di una rete slow dei percorsi, differenziata a più livelli, anche con l’individuazione di aree a parcheggio, e finalizzata a più fruitori, con tematismi integrati Tav.4 31 34 35 36 IP quali: sentieri della cultura e della memoria (contrade, capitelli e pitture), sentieri della naturalità (cultura vegetazionale), sentieri della storia (rete di connessione con gli

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Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Tavola di riferimento Articolo NTA relativa elementi presenti nei centri confinanti); • individuazione delle vie panoramiche e dei point-view per la creazione di: coni visuali di interesse paesaggistico, coni visuali su situazioni di paesaggio negativo, punti dominanti panoramici e punti di controllo della percezione del paesaggio.

SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate: 1) Basso sviluppo del turismo IP

2) Emissioni elevate di NOx e CH4 IP

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6.6.6.7 OBIETTIVO 7 – Miglioramento e potenziamento del sistema delle infrastrutture viarie in coerenza alla sostenibilità ambientale

Tavola di Sostenibilità Scelte ed Azioni di Piano Articolo NTA riferimento relativa Il P.A.T.I. affronterà la questione della mobilità e delle infrastrutture con specifica attenzione a: • verifica dell'armatura sovracomunale di livello provinciale per la risoluzione dei problemi di attraversamento dei Capoluoghi andando ad approfondire le previsioni viarie di P.R.G., e se necessario proponendo delle alternative; • riorganizzare gli spazi urbani lungo le strade all'interno dei centri abitati e definire le direttive per il P.I. al fine Tav.4 34 35 37 IP di organizzare la viabilità locale alle massime condizioni di sicurezza e di qualità; • confermare nel Capoluogo di Badia Calavena la previsione di una viabilità alternativa, già presente nel P.R.G., quale soluzione per sgravare il centro abitato caratterizzato da residenze ed attività commerciali, dal traffico veicolare pesante di attraversamento. Il P.A.T.I. affronterà la questione della mobilità e delle infrastrutture con specifica attenzione a: • individuazione della Rete cicloturistica Zevio – Giazza, che intercetta tutte le località più importanti legate alla val d’Illasi; verrà completata mettendo a sistema e collegando gli altri punti ed elementi presenti sul territorio per integrare il sistema del turismo culturale e naturalistico; • creazione di una rete slow dei percorsi, differenziata a più livelli, anche con l’individuazione di aree a parcheggio, e finalizzata a più fruitori, con tematismi integrati quali: sentieri Tav.4 34 35 37 IP della cultura e della memoria (contrade, capitelli e pitture), sentieri della naturalità (cultura vegetazionale), sentieri della storia (rete di connessione con gli elementi presenti nei centri confinanti); • individuazione delle vie panoramiche e dei point-view per la creazione di: coni visuali di interesse paesaggistico, coni visuali su situazioni di paesaggio negativo, punti dominanti panoramici e punti di controllo della percezione del paesaggio. SOSTENIBILITÀ complessiva ALTA

CRITICITÀ affrontate: 1) Emissioni elevate di NOx e CH4 IP

2) Basso sviluppo del turismo IP 3) Densità abitativa elevata nel fondovalle rispetto i residenti IP

6.6.6.8 SINTESI DELLE CRITICITÀ AFFRONTATE

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SINTESI DELLE CRITICITÀ e PROBLEMATICHE AFFRONTATE: 1) Scarso sviluppo della rete fognaria per gli ATO residenziali IN01 e AP01 IP

2) Presenza di frane a ridosso di centri abitati IP 3) Presenza di cave attive IP

4) Assenza di aree a ricostruzione ambientale; IP

5) Presenza di cave in contesti di interesse paesaggistico; IP 6) Presenza di allevamenti intensivi in contesto urbano: ATO IN01 e IN02; IP 7) Presenza di ripetitori per telecomunicazioni in contesto residenziale; IP 8) Emissioni significative di NH3, per l’ATO AP01; IP 9) Significativi consumi idrici IP 10) Bassa percentuale di raccolta differenziata IP 11) Basso sviluppo del turismo IP 12) Inquinamento da Radon al 9.4% IP 13) Emissioni elevate di NOx e CH4 per l’ATO residenziale IN02 – Badia Calavena IP 14) Presenza di frane e di aree di dissesto idrogeologico a ridosso di centri abitati IP 15) Assenza di aree a ricostruzione ambientale; IP 16) Densità abitativa elevata nel fondovalle rispetto i residenti IP 17) Basso numero di addetti che dimostra il processo di spopolamento

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7. LE IPOTESI ALTERNATIVE

7.1 Premessa

In sede di copianificazione e coprogettazione non sono emerse variazioni rispetto al progetto di piano. Ossia le proposte e gli stimoli raccolti non hanno determinato la possibilità di individuare uno scenario alternativo oltre all’ipotesi zero. Per meglio chiarire quanto sopra esposto si precisa che “lo scenario alternativo”, non è e non deve essere inteso come diversa dislocazione di scelte di trasformazione ma deve appresentare un percorso pianificatori diverso.

Dalle riunioni con il pianificatore non sono infatti emerse indicazioni e motivazioni tecniche per l’individuazione degli scenari alternativi.

Unico scenario è dunque l’ipotesi zero. La valutazione sullo scenario, ipotesi zero, è implementata con la proiezione dei dati socio economici di base secondo le seguenti curve. Infatti qualsiasi piano o progetto ipotizzato alimenta infatti due quesiti fondamentali, riassumibili come segue:  la tendenza evolutiva dell’ambiente, lasciata alle dinamiche economiche e sociali in atto senza interventi significativi che ne orientino il percorso, è destinata a produrre un assetto migliore o peggiore rispetto all’ipotesi progettuale? (efficacia e significatività del ruolo della programmazione);  il piano elaborato rappresenta effettivamente la soluzione migliore rispetto agli obiettivi condivisi con la collettività e rispetto alle criticità ambientali che gli studi preliminari hanno evidenziato? (efficienza della programmazione). Allo scopo di consentire l’esame dell’ipoteso si è fatto riferimento ai principali determinanti ambientali riscontrabili nel territorio. Si tratta, in particolare, dei fondamentali parametri di natura economica e sociale, quali:  la densità della popolazione  la concentrazione delle attività produttive (industria ed artigianato) E’ evidente, infatti, che da tali parametri di base traggono origine, in un rapporto causa-effetto, una serie di pressioni che incidono in misura significativa sulla qualità dell’ambiente: a titolo di esempio si possono citare la trasformazione del territorio, il volume di traffico, il consumo di risorse, l’emissione nell’ambiente di sostanze inquinanti. Riguardo ai determinanti citati, l’esame delle fonti bibliografiche ha consentito di ricostruire una serie storica riguardante la loro evoluzione nel tempo, che rappresenta la descrizione dello stato attuale e dell’evoluzione che ha prodotto l’assetto ambientale presente. A partire da questa rappresentazione, applicando una funzione logaritmica di interpolazione, risulta possibile stimare un possibile andamento futuro dei parametri considerati.

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7.2 La popolazione

La serie storica relativa alla popolazione residente mostra una continua crescita, lenta ma costante, del numero dei residenti negli ultimi 35 anni (vedasi grafici seguenti) confermando le previsioni urbanistiche di progetto sia nell’ipotesi di progetto che nell’ipotesi zero. Anzi l’ipotesi di progetto, come dimostrato dal dimensionamento, adotta una politica di maggior espansione del numero di abitanti, rispetto a quelli che “naturalmente” si potrebbero aspettare dalle serie storiche. Il piano elaborato formula:

Popolazione residente – Serie storica e situazione attuale (2012) – Selva di Progno 2012, 923 2021, 807

Popolazione residente – tendenza futura (2023) –Selva di Progno

- * abitanti equivalenti

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Popolazione residente – Serie storica e situazione attuale (2012) – Badia Calavena 2012 2665 2023 2949

Popolazione residente – tendenza futura (2023) –Badia Calavena

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7.3 L’industria

L’analisi condotta per il settore industriale mostra che attualmente sono insediate nel territorio le seguenti imprese e che la loro consistenza numerica ha subito variazioni oscillanti nel corso degli anni.

Imprese industriali – Serie storica e situazione attuale (2012) –Selva di Progno

Imprese industriali – tendenza futura (2023) – Selva di Progno

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Imprese industriali – Serie storica e situazione attuale (2012) –Badia Calavena

2012 47 2021 60

Imprese industriali – tendenza futura (2023) – Badia Calavena

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7.4 L’Ipotesi zero

La reale diversità, che segna il cambiamento fondamentale di strategia nell’approccio al progetto di governo del territorio, consiste nell’attivazione, nell’ipotesi di Piano, di interventi specifici mirati alla conservazione ed alla riqualificazione degli elementi di naturalità dell’ambiente e alla programmazione di interventi di mitigazione e compensazione. Rispetto a tale strategia l’opzione zero non prevede alcun intervento che tenda a ridurre o compensare l’effetto negativo della pressione antropica, per cui i temi ambientali legati alla biodiversità ed alle zone protette, qualità della vita, attenzione alla salubrità, fruizione ricreativa evidenziano una situazione fortemente critica.

L’ipotesi zero, cioè l’ipotesi di completamento dell’attuale strumento urbanistico, ha lo scopo di verificare quale possa essere l’evoluzione dell’ambiente nel caso di mancata attuazione del Piano di Assetto del Territorio. Per testare questa evenienza, come sopra descritto, si è fatto riferimento alle principali fonti di pressione ambientale riscontrabili nel comune, in particolare la densità abitativa e la concentrazione delle industrie. Una crescita sostenuta senza programmazione è incompatibile con le risorse disponibili. Gli scenari prevedono che l’incremento di popolazione deve necessariamente andare di pari passo con la crescita delle aree residenziali e produttive, nonché delle aree di riordino, riqualificazione ed eliminazione delle fonti di pressione. I risultati della prova mostrano che, in assenza di nuovi interventi di governo del territorio, il sistema ambientale tende a rimanere fermo, mancando della capacità autonoma di rigenerare le risorse utilizzate. Infatti, l’effetto dello sviluppo demografico ha una connotazione di tipo negativo che consiste nella diminuzione del rapporto tra le risorse disponibili e la popolazione con conseguente impoverimento delle prime. La crescita demografica ha anche una connotazione positiva intrinseca in quanto stimola l’innovazione e le scoperte (organizzazione e specializzazione), ma questo fenomeno, per generare sviluppo economico in linea con i principi dello sviluppo sostenibile, deve fondarsi necessariamente sul sostegno e la programmazione da parte della pianificazione.

Nel caso specifico del territorio di Badia Calavena - Selva di Progno la valutazione dell’ipotesi zero è stata calcolata dando attuazione al PRG residuo (rappresentato nella tavola VAS 5C, in cui sono evidenziate le aree di PRG non ancora attuate) e portando a compimento la quota del PRG stesso, pari a:  un volume di m3 178.319 a destinazione residenziale;  un volume di m3 0 a destinazione turistica/ricettiva  una superficie di m2 85.000 a destinazione produttiva/commerciale.  una superficie di m2 0 per le attività compatibili con la residenza (negozi, uffici,…)

Richiamando dunque la relazione di Piano ed il dimensionamento delle norma, art 48 il Piano riporta nelle specifiche tabelle degli ATO il dimensionamento in termini di metri cubi residenziali e turistico/ricettivi, metri quadri produttivi e commerciali residui di PRG e i quantitativi aggiuntivi derivanti dalle scelte strategiche del PATI. Tali valori sono stati presi come valori quantitativi di riferimento nel modello di simulazione. A livello cartografico, la tavola 5 della VAS, allegata al Rapporto Ambientale, evidenzia chiaramente i limiti spaziali dell’ipotesi zero (ossia il completamento dell’attuale PRG vigente). L’ipotesi zero, cioè l’ipotesi di prosecuzione della pianificazione vigente, ossia il P.R.G., fino all’esaurimento dell’attuale strumento urbanistico, ha lo scopo di verificare quale possa essere l’evoluzione del territorio e dell’ambiente nel caso di mancata attuazione del PATI. Gli esiti della valutazione: nel caso specifico, considerato che rispetto all'ipotesi di Piano, l'opzione zero prevede un minor carico insediativo residenziale e un minor carico sul sistema produttivo, si prevede una pressione complessiva inferiore sulle principali componenti ambientali: aria, clima, acqua, suolo e sottosuolo. Tuttavia, rispetto all'ipotesi zero, la scelta di Piano, come si può notare dal grafico presente nel cap. successivo del Rapporto Ambientale,

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comporta un significativo miglioramento rispetto all’ipotesi di prosecuzione dell'attuale PRG vigente, fino al suo completamento (Ipotesi Zero). Di fatto, il progetto di PATI integra lo sviluppo insediativo previsto dal PRG con una gestione territoriale che comporta una maggiore sistematicità nello sviluppo e nell'occupazione di suolo e individua delle misure di mitigazione e/o compensazione e di riqualificazione urbana che rivestono importanza soprattutto nella fase di attuazione del Piano. Il piano inoltre consente la riqualificazione e riconversione e credito edilizio per complessivi 54.000 m3. Il Piano stesso, inoltre, è in grado di affrontare molte delle fragilità e delle criticità del territorio, in termini di sicurezza idraulica, di salvaguardia dei processi di creazione della rete ecologica e corridoi ecologici ed in merito all’individuazione di ambiti significativi legati alla riqualificazione di aree urbane rispetto a nuove aree insediative che determinano invece elevati consumi di suolo (SAU) e maggiori impatti.

Cartografia di supporto - Tav. 5 – VAS – Ambiti urbanizzati e di potenziale trasformazione. - Per il calcolo dell’ipotesi zero sono stati valutati gli ambiti di seguito estratti dalla tav 5:

-

Tabelle di valutazione

Qui di seguito, come già avvenuto in precedenza, vengono riportate le tabelle con i punteggi ATO per ATO di tutti gli indicatori di Stato/Impatto. Il punteggio al fondo di ogni tabella è il punteggio totale, in termini assoluti, dato dalla somma dei punteggi degli indicatori.

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8. LA VALUTAZIONE SINTETICA COMPLESSIVA

8.1 Confronto ipotesi zero/ stato attuale/ipotesi di progetto del PATI

Il confronto tra l’ipotesi zero, lo stato attuale e l’ipotesi di progetto nel territorio di Badia Calavena - Selva di Progno, evidenzia la convenienza di applicare il piano. L’analisi comparativa tra lo stato di progetto e lo scenario alternativo da una parte, e lo stato attuale e l’ipotesi zero dall’altra forniscono dei punteggi significativamente diversi, per quanto riguarda il territorio del PATI.

Premesso che è evidente che, nella valutazione della proposta di piano, alcuni indicatori possono peggiorare, mentre altri possono migliorare, la sostenibilità è tuttavia garantita dal miglior punteggio complessivo a livello di intero territorio comunale, sempre che:  ogni indicatore non “peggiori” in misura tale che il punteggio rispetto il valore di riferimento (valore provinciale, soglia di legge…) sia “estremamente negativo”, ossia sia “fuori scala” di riferimento;  il punteggio complessivo dell’intero territorio comunale sia comunque “migliore” rispetto lo “stato attuale”. Non è detto infatti che, se diminuisce il valore di un indicatore, come ad esempio il “consumo di SAU”, non si abbia un altro indicatore quale “sviluppo delle piste ciclabili” o “estensione delle aree di ricostruzione ambientale” che, pesato opportunamente (vedi metodologia esposta al capitolo 1.4.2.3.2), riesca a “compensare” l’inevitabile punteggio negativo del “consumo di SAU” determinato dalle azioni strategiche di progetto.

Come già illustrato nei capitoli precedenti la programmazione impostata è in grado di determinare un generalizzato miglioramento delle condizioni complessive nel territorio comunale attuando una valorizzazione del territorio e delle risorse che può esprimere. La cartografia di seguito riportata (VAS complessiva) ed il punteggio totale sintetizza quanto sopra espresso: si passa da una situazione attuale di 311.18 ad una situazione di progetto di - 534.91, contro una situazione di “ipotesi zero” pari a 324.20

In questo senso lo sviluppo programmato produce pressioni antropiche (aumento dei consumi e incremento delle diffusione degli inquinanti, incremento dell’urbanizzazione e della densità abitativa) che si rispecchiano su alcuni sistemi.

Per tale motivo l’equilibrio tra l’auspicata crescita economica e sociale ed il miglioramento della qualità ambientale è stato ricercato individuando una serie di interventi in grado di limitare, minimizzare e mitigare e compensare l’impatto della maggiore pressione antropica. Punteggio pesato

534.91

324.20

stato attuale 311.18 ipotesi zero ipotesi progetto

-100 -50 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550 600

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Riepilogo punteggio pesato Stato Attuale

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.60 77.89 35.80 36.90 2.19 6.68 242.54 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 1.19 2.79 345.58 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -40.40 -43.32 -1.07 1.65 -199.09 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -24.74 -26.53 -0.22 1.01 -111.99 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.23 -7.37 242.35 Biodiversità e zone protette 104.54 0.26 -164.96 1.71 -65.33 -5.97 -2.64 -132.37 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 -0.06 -3.32 48.47 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.26 -14.65 -16.70 -12.13 -1.85 -1.75 -53.54 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 251.66 5.50 -7.58 64.26 -1.82 -4.91 4.07 311.18

Riepilogo punteggio pesato Ipotesi zero

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.46 77.89 35.80 36.90 1.35 4.87 239.75 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 0.55 3.95 346.10 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -30.30 -43.32 -0.54 0.83 -189.28 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -18.55 -26.53 0.07 0.51 -106.02 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.23 -6.87 242.86 Biodiversità e zone protette 104.54 0.26 -164.96 1.71 -65.33 -5.97 -2.64 -132.37 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 0.04 -2.65 49.23 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.56 -14.65 -16.70 -12.13 -2.10 -2.93 -55.27 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 251.66 5.07 -7.58 80.54 -1.82 -5.72 2.06 324.20

Riepilogo punteggio pesato Ipotesi di progetto

Tema Superficie Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Superficie ATO (mq) 15 348 269 580 263 24 547 797 10 844 420 11 628 944 720 664 4 436 052 68 106 409 Superficie ATO (%) 22.54 0.85 36.04 15.92 17.07 1.06 6.51 100.00 Tema Punteggio pesato (x 100) Totale Ato AN 1 Ato AN 2 Ato AP 1 Ato AP 2 Ato AP 3 Ato IN 1 Ato IN 2 Aria 80.48 2.60 77.89 35.80 36.90 1.18 3.85 238.70 Clima 100.06 3.78 120.55 56.56 60.65 0.55 3.95 346.10 Acqua -45.74 -1.62 -68.59 -20.20 -32.49 -0.67 0.83 -168.49 Suolo e sottosuolo -16.85 -0.58 -44.10 -12.37 -19.89 0.00 0.51 -93.28 Flora e fauna 59.09 2.54 102.71 43.27 42.35 -0.36 2.33 251.93 Biodiversità e zone protette 136.76 1.48 -113.44 35.85 -28.71 -5.13 8.23 35.04 Paesaggio e territorio 20.21 0.73 14.65 8.25 8.02 0.02 -2.23 49.63 Patrimonio culturale -39.23 -1.48 -21.96 0.00 -2.97 1.38 6.80 -57.46 Popolazione e salute umana -5.19 -1.52 -14.65 -14.71 -12.13 -2.48 -3.27 -53.95 Beni materiali e risorse -5.70 0.54 -9.12 0.50 0.53 -0.27 0.20 -13.32

Totale 283.87 6.46 43.94 132.96 52.25 -5.78 21.20 534.91

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Come si può notare dal mappa di tendenza l’applicazione del Piano, comporta un significativo miglioramento rispetto alla situazione attuale e ad una ipotesi di prosecuzione dell’attuale PRG vigente, fino al suo completamento (Ipotesi Zero).

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L’ipotesi zero, cioè l’ipotesi di completamento dell’attuale strumento urbanistico, ha lo scopo di verificare quale possa essere l’evoluzione dell’ambiente nel caso di mancata attuazione del Piano di Assetto del Territorio. La simulazione dimostra che, una crescita sostenuta senza programmazione è incompatibile con le risorse disponibili. Gli scenari prevedono che l’incremento di popolazione deve necessariamente andare di pari passo con la crescita delle aree residenziali e produttive, nonché delle aree di riordino, riqualificazione ed eliminazione delle fonti di pressione.

I risultati della prova mostrano che, in assenza di nuovi interventi di governo del territorio, il sistema ambientale tende a rimanere fermo, mancando della capacità autonoma di rigenerare le risorse utilizzate.

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9. IL CONSUMO DI TERRITORIO (L’IMPRONTA ECOLOGICA)

9.1 Metodologia di analisi

La valutazione del consumo di suolo non può prescindere da un giudizio preliminare concernente il valore della risorsa destinata ad essere impiegata dalla collettività per il soddisfacimento delle diverse esigenze. Tale valutazione riguarda principalmente un aspetto ambientale e sociale, in quanto il mantenimento di una buona quantità di spazi a bassa densità antropica riveste il duplice vantaggio di garantire un sufficiente livello di naturalità dell’ambiente, con evidenti ricadute positive sull’equilibrio e la salubrità del sistema, e di soddisfare la necessità di poter disporre di spazi aperti per la fruizione collettiva. Deve comunque essere sottolineato un secondo aspetto, di carattere economico, correlato alla maggiore possibilità di trasformazione degli spazi a bassa densità antropica. L’insediamento antropico, soprattutto nelle sue tipologie più intensive, come ad esempio negli interventi di urbanizzazione o nella realizzazione delle infrastrutture, rappresenta un evento sostanzialmente irreversibile, che sottrae definitivamente la possibilità di riservare ad altri usi la risorsa primaria costituita dal territorio. Per valutare il consumo di suolo determinato dall’applicazione del PAT si è provveduto, in primo luogo, ad individuare l’uso del suolo esistente e quello futuro, che si andrà a conseguire in seguito alla realizzazione del processo di pianificazione. In una fase successiva è stata operata una distinzione, anche questa individuata al momento attuale e nella situazione di progetto, tra i diversi livelli di ricchezza faunistica del territorio, che esprimono qualità ambientale ed evidenziano le componenti del territorio a maggior valore ecologico.

9.1.1 L’uso del suolo Le diverse categorie di uso del suolo sono state individuate prendendo a riferimento la codifica proposta in sede europea da progetto Corine Land Cover, limitando l’applicazione di questo metodo di classificazione al livello III. Le categorie standard sono state quindi adattate all’ambiente di studio. Le utilizzazioni del suolo effettivamente riscontrate nell’area di studio sono proposte nell’elenco che segue:

 Area urbanizzata a tessuto continuo  Area edificata/urbanizzata a tessuto discontinuo  Rete stradale  Cantieri, aree estrattive  Seminativi  Colture arboree  Prati, sistemi colturali complessi  Colture agrarie con spazi naturali importanti  Boschi  Vegetazione rada o in evoluzione, greto fluviale  Bacini e corsi d'acqua

9.1.2 Variazione della Ricchezza Faunistica

9.1.2.1 METODOLOGIA DI CALCOLO La carta della variazione della ricchezza faunistica fornisce un’indicazione sulle potenzialità del territorio ad ospitare habitat idonei per la fauna vertebrata e, in maniera più estensiva, dà un’idea della qualità ambientale evidenziando le componenti del territorio a maggior valore ecologico.

Per valutare la ricchezza faunistica del Comune, al momento presente e successivamente alla realizzazione del piano, si è operato in primo luogo individuando le principali tipologie di aree che interessano il territorio comunale e, all’interno di ciascuna di queste, identificando le diverse

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destinazioni d’uso del suolo che le compongono. Tali destinazioni d’uso sono caratterizzate da un comportamento sostanzialmente omogeneo nei confronti della ricchezza faunistica, valutata principalmente in funzione del numero di specie di interesse naturalistico potenzialmente ospitate.

L’elaborazione della cartografia ha preso in considerazione 67 delle 149 specie minacciate di Vertebrati italiani, secondo il Libro Rosso WWF Italia 1998. Tali specie rivestono un interesse critico per la conservazione della biodiversità. La conoscenza delle esigenze autoecologiche dei vertebrati viene tradotta in una valutazione di idoneità ambientale, che costituisce una banca dati importante per tracciare la distribuzione potenziale sul territorio di ciascuna specie. Allo stesso modo è stato valutato il grado di idoneità dei diversi ambienti, presenti nel territorio, ad ospitare una determinata specie. Tale operazione è avvenuta considerando la potenziale presenza o meno di ciascuna specie per un determinato ambiente. Per la descrizione delle 43 tipologie ambientali utilizzate, si è fatto riferimento alle categorie d’uso del suolo del progetto CORINE LAND COVER livello III.

Di seguito si riportano le specie selezionate per le elaborazioni. Come già accennato in precedenza, la scelta ha riguardato quelle specie oggetto di tutela, ovvero quelle inserite in liste di protezione a livello nazionale e/o europeo, in quanto esprimono condizioni di precarietà per la conservazione della biodiversità. In particolare, la scelta è caduta sulle specie che mostrano un’alta idoneità per le categorie d’uso del suolo che interessano il territorio analizzato.

Specie utilizzate per l’elaborazione del valore faunistico Agone e cheppia Lampreda padana Storione cobice Allocco Lasca Succiacapre Barbagianni Lucertola campestre Talpa europea Barbo Lucertola muraiola Tarabusino Barbo canino Lucertola ocellata Tarantola muraiola Biacco Martin pescatore Tasso Carpione Miniottero Toporagno comune Civetta Nottola comune Toporagno d'acqua Cobite Orecchione comune Toporagno nano Cobite mascherato Picchio rosso maggiore Torcicollo Colombaccio Pigo Tortora dal collare orientale Donnola Pipistrello albolimbato Triotto Fagiano comune Pipistrello di Savi Trota fario Faina Piro piro piccolo Trota marmorata Ferro di cavallo euriale Porciglione Vespertilio di Capaccini Ferro di cavallo maggiore Rana agile Vespertilio di Daubenton Ferro di cavallo minore Rodeo amaro Vespertilio di Natterer Folaga Rospo smeraldino Vespertilio minore Gallinella d'acqua Salamandra pezzata Vespertilio mustacchino Geco verrucoso Savetta Vespertilio smarginato Germano reale Scazzone Vipera comune Ghiozzo padano Serotino comune Gufo comune Starna

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9.1.2.2 I LIVELLI DI NATURALITÀ E LEGENDA DELLA CARTOGRAFIA (RIF: TAV- 6) La tavola della ricchezza faunistica evidenzia la concentrazione delle aree urbanizzate (dove il livello è minimo) lungo il fondovalle della Val d’Illasi. Il progetto prevede delle espansioni di tipo residenziale e produttivo in ampliamento di tale aree. Ciò comporterà un aumento del livello di urbanizzazione, intaccando in maniera contenuta i livelli di ricchezza faunistica, come visibile dal grafico riportato di seguito.

Come accennato in precedenza si assiste ad un aumento dell’urbanizzazione cioè il livello 0, ed a una diminuzione più evidente (superiore al 3%) del solo livello 3 di ricchezza faunistica, mentre rimangono inalterati, o comunque entro variazioni dell’1%, gli altri livelli. Si osserva anche un aumento del livello 1, in cui sono incluse le aree destinate ad attività ricreative. In generale si ha dunque una sostanziale invarianza del livello generale medio (valore di 4.8), che si mantiene tale prima e dopo l’attuazione del progetto del PATI.

Ambiti con ricchezza faunistica di LIVELLO 5-6 Si tratta delle formazione boschive ed arbustive che ricoprono la maggior parte del territorio del PATI. Sono caratterizzate da una vegetazione tipica della fascia collinare, pedemontana e montana della Lessinia. Si passa dagli ostrio-querceti e gli orno-ostrieti alle quote inferiorio, alle faggete, fino alle peccete altimontane. Gli orno-ostrieti sono formazioni termofile di substrati carbonatici poco evoluti, in cui domina Ostrya carpinifolia e vi è un’elevata diffusione di Fraxinus ornus. Il sottobosco erbaceo degli orno- ostrieti è in genere occupato da Sesleria varia, che cresce in cespi sparsi, e più sporadicamente da Rhododendron hirsutum. Altre specie accessorie sono Acer campestre, Quercus pubescens, Sorbus aucuparia, Frangula alnus, Prunus mahaleb e Prunus avium e tra gli arbusti Prunus spinosa, Berberis vulgaris, Ruscus aculeatus. Queste formazioni sono governate a ceduo, che risulta la forma più efficace di gestione. Si tratta nel complesso di formazioni di scarso valore vegetazionale e floristico. Le faggete montane sono formazioni in cui il faggio (Fagus sylvatica) è l’unica specie dominante; raramente possiamo trovare alcuni soggetti di abete rosso (Picea abies) nelle esposizioni verso

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nord. Specie accessorie sono Abies alba, Sorbus aucuparia, Sorbus aria, Ilex aquifolium, Laburnum alpinum, Helleborus niger e Saxifraga petraea. La forma di governo è sia a ceduo che a fustaia, in dipendenza dell’uso prevalente. Il suo valore floristico è scarso, mentre quello vegetazionale è di valore medio. Le peccete sono formazioni a netta prevalenza di abete rosso (Picea abies). La tipologia, inquadrata nella pecceta altimontana dei substrati cartonatici, tende ad una certa alternanza con il piceo-faggeto. Altre specie che accompagnano l'abete rosso sono: l'acero montano, la betulla, il sorbo degli uccellatori, il farinaccio, l'ontano bianco e il larice; nello strato arbustivo compaiono il viburno, la Lonicera alpigena, il sambuco rosso, la rosa pendulina, mentre nel sottobosco abbonda l'elleboro o rosa di natale. Si tratta di una formazione piuttosto stabile e capace di autoperpetuarsi con una certa facilità. Da seganalare anche le formazioni antropogene di conifere, ad opera dell’uomo che, soprattutto nella prima metà del secolo scorso, ha avviato dei rimboschimenti in particolare per il consolidamento dei versanti, utilizzando specie quali il pino nero, che risultava di rapido accrescimento. Nel sottobosco possiamo trovare i rovi (Rubus sp.), il viburno (Viburnum tinus), il ligustro (Ligustrum vulgare), la rosa di macchia (Rosa canina), il pungitopo (Ruscus aculeatus). Nelle stazioni più fresche, in particolare sulle dorsali, compare il carpino bianco (Carpinus betulus), il cerro (Quercus cerris), il castagno (Castanea sativa) e nel sottobosco il nocciolo (Corylus avellana), l’acero montano (Acer platanoides), il tasso (Taxus baccata), il sorbo montano (Sorbus aria); mentre tra le specie erbacea si cita l’anemone trifolia (Hepatica nobilis) e la pervinca (Vinca minor). Salendo di quota troviamo La fauna è molto ricca e varia. Innumerevoli sono le specie dell’avifauna che nidificano in questi ambienti; se ne citano alcune: l’allocco, il torcicollo, l’upupa, il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la cincia mora, la cinciallegra, la cinciarella, la cincia bigia, la cincia dal ciuffo, il picchio muratore, il rigogolo, l’averla piccola, l’averla capirossa, la ghiandaia, il fringuello, lo zigolo nero. Tra i mammiferi abbiamo il mustiolo (Suncus etruscus) e il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), il riccio (Erinaceus europaeus), il toporagno comune (Sorex araneus), la talpa europea (Talpa europaea), la lepre comune (Lepus europaeus), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), il ghiro (Glis glis), il moscardino (Muscardinus avellanarius), l’arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), l’arvicola terrestre (Arvicola terrestris), il campagnolo sotterraneo (Pitymys subterraneus), il campagnolo di Fatio (Pitymys multiplex), il campagnolo di Savi (Pitymys savii), il topo selvatico (Apodemus agrarius), il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), il topolino delle case (Mus musculus), la volpe (Vulpes vulpes), il tasso (Meles meles), la donnola (Mustela nivalis), la puzzola (Mustela putorius), la faina (Martes foina). Tra gli anfibi si citano il tritone punteggiato (Triturus vulgaris), la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), il rospo comune (Bufo bufo), il rospo smeraldino (Bufo viridis), la raganella (Hyla arborea), la rana verde minore (Rana esculenta), la rana rossa (Rana temporaria). Tra i rettili va citato: il ramarro (Lacerta viridis), la lucertola (Podarcis muralis), la lucertola vivipara (Lacerta vivipara), l’orbettino (Anguis fragilis), il biacco (Coluber viridiflavus carbonarius), il saettone (Elaphe longissima), la biscia dal collare (Natrix natrix), il colubro liscio (Coronella austriaca), la vipera comune (Vipera aspis) e il marasso (Vipera berus).

Ambiti con ricchezza faunistica di LIVELLO 2-3-4 Sono gli ambienti con vegetazione bassa, quindi gli habitat prativi e pascolivi (livello 4), che interessano la maggior parte degli ambiti agricoli, assieme a quelli delle aree coltivate in particolare vigneti e frutteti (livello 3). Questi sistemi risultano caratterizzati da elevati livelli di input fitofarmacologico e da una semplificazione colturale atta e favorire le pratiche colturali meccanizzate. Gli elementi di naturalità (siepi, alberate, filari e boschetti) risultano sporadici e confinati lungo le aree marginali o lungo i fossi e le capezzagne. L’agroecosistema ha quindi perduto l’integrità dei vigneti più tradizionali e questo ha comportato una riduzione della biodiversità ed un incremento dei fitofagi parassiti con conseguente ulteriore ricorso alla lotta chimica. Negli ecosistemi agro-forestali collinari si riscontra una certa frammentazione colturale con un mosaico di ambienti leggermente più differenziati. Alle aree coltivate, costituite in questo

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caso per gran parte da oliveti e in minor misura da vigneti, si accompagnano talora le aree boscate, presenti sui terreni più inclinati. In questo caso le azioni colturali possono risultare un po’ meno intensive e più legate a pratiche tradizionali con un carico inferiore di fitofarmaci. Il mosaico ambientale determina una presenza più consistente di margini ed ambienti ecotonali e di conseguenza un maggior ricchezza ecosistemica. La composizione del popolamento faunistico dell’area è legata agli ambienti agrari antropizzati. Tra le specie dell’avifauna troviamo: la tottavilla, l’allodola, il calandro, l’usignolo, il codirosso, la bigia padovana, il luì piccolo, la sterpazzola, il pigliamosche, il cardellino, il verdone, il fanello, l’ortolano, lo strillozzo e il culbianco, la rondine, il balestruccio, la ballerina gialla, la ballerina bianca, lo scricciolo, lo capinera, il merlo, il pettirosso, la cornacchia grigia, lo storno, il fringuello, il verzellino, il verdone, la cinciallegra, la cinciarella, il passero mattugio. Tra gli anfibi e i rettili si citano l’ululone dal ventre giallo, il rospo comune, il biacco. Tra i mammiferi si hanno il riccio, la talpa, la lepre, il topo selvatico, il topolino delle case, la volpe, il tasso, la donnola e la faina

Ambiti con ricchezza faunistica di LIVELLO 1 e aree urbanizzate Sono gli ambienti in cui la pressione antropica è più elevata. Risultano comprese le aree non irrigue intensamente coltivate a seminativo, le aree destinate ad attività sportive e ricreative, le aree verdi pubbliche, per il livello 1; mentre tra le aree urbanizzate vi sono le aree a tessuto urbano discontinuo, i centri storici, le aree industriali e commerciali. In questi ambienti la presenza della fauna risulta molto ridotta. Le specie più diffuse sono soprattutto quelle dell’avifauna, già citate per l’ambito precedente.

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10. PIANO DI MONITORAGGIO

Gli effetti ambientali degli interventi previsti dal piano sono stati valutati con il modello descritto basato sull’analisi comparativa delle singole componenti dei diversi temi ambientali nell’ipotesi ante e post. La grande variabilità e la difficoltà di costruire un modello in grado di interpretare sia gli effetti diretti che le molteplici interazioni tra fattori a livelli diversi può generare deviazioni rispetto alle valutazioni qualitative elaborate. L’osservazione della dinamica temporale di alcuni descrittori rappresenta quindi un necessario completamento del modello utilizzato al fine di effettuare eventuali scelte di piano correttive e garantire il perseguimento degli obiettivi preposti.

Si è proceduto quindi alla scelta di alcuni indicatori in grado di soddisfare principalmente i seguenti requisiti:  devono essere facilmente rilevabili;  non devono essere di tipo qualitativo, ma enumerabili;  devono descrivere direttamente elementi di criticità ambientale. I parametri verranno rilevati secondo una periodicità definita ed implementati in un database al fine di valutare con immediatezza la dinamica temporale da confrontare con le medie territoriali e con le ipotesi di piano. Ogni due o tre anni seguirà anche l’aggiornamento del Rapporto sullo stato dell’ambiente.

L’amministrazione comunale, d’intesa con la Provincia di Verona, attiva il processo di verifica del monitoraggio delle varie azioni ed in considerazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale e socio-economica, provvede a redigere ogni due anni uno specifico rapporto al fine di verificare come le azioni operino nei confronti del Piano.

1) Il monitoraggio include in linea di principio include gli stessi indicatori degli effetti ambientali considerati nel rapporto ambientale; può tuttavia, focalizzarsi su alcuni effetti ambientali o includere aspetti aggiuntivi che non erano manifesti. 2) Coerentemente a quanto elaborato nella valutazione degli effetti ambientali del Piano, il monitoraggio previsto dalla Valutazione Ambientale Strategica prevede due percorsi di attuazione: il monitoraggio istituzionale/amministrativo e il monitoraggio di Piano. Il monitoraggio è così strutturato per essere integrato nel sistema di pianificazione. 3) Il monitoraggio istituzionale/amministrativo definisce il monitoraggio per le componenti ambientali che possano fornire un quadro di riferimento che contribuisca a identificare le informazioni ambientali pertinenti in grado di registrare tempestivamente le variazioni, possibilmente anche solo a carattere locale e riferite ad un breve tempo di risposta, e omogeneizzare gli andamenti delle informazioni dei fenomeni che si considerano. Si identificano a questo proposito per ogni componente ambientale: i fattori ambientali specifici, le aree di territorio maggiormente interessate, le fonti dei dati in maniera coerente con quanto utilizzato nella definizione dello stato dell’ambiente. 4) Il monitoraggio di Piano definisce il monitoraggio per i sistemi delle azioni definite dal Piano tramite indicatori prestazionali che aiutano a verificare il raggiungimento di obiettivi e traguardi ambientali e consentono di attribuire i cambiamenti ambientali dovuti all’attuazione del Piano. Il monitoraggio di Piano è inteso per determinare i criteri che portano a valutare la necessità delle eventuali azioni correttive, che possono essere intraprese a livello di pianificazione e a livello di attuazione. Il Piano degli Interventi, concretizzando le azioni considerate a livello strategico e quantificandone l’importanza, dovrà essere considerato in quanto stabilisce le effettive realizzazioni di quanto previsto. 5) Gli effetti ambientali possono anche essere controllati indirettamente monitorando le cause degli effetti (come i fattori di pressione o le misure di mitigazione). 6) E’ possibile inoltre individuare fonti di informazioni sull’ambiente, che costituiscano una base

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adeguata per attuare le disposizione relative al monitoraggio, disponibili a livello di progetto ai sensi di altre normative comunitarie (ad es. informazioni raccolte nelle procedure VIA o registri delle emissioni istituiti in base alla direttiva IPPC 96/61/CE o la direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE). Le informazioni sull’ambiente a livello di progetto riguardano i fattori di pressione e gli effetti sull’ambiente. I dati a livello di progetto devono essere aggregati e riassunti quando vengono usate a livello di pianificazione. 7) Si prevede la redazione periodica nei tempi di cui al punto 2 di un rapporto di monitoraggio ambientale che darà conto delle prestazioni del Piano, rapportandole anche alle previsioni effettuate. Tale rapporto dovrà avere la duplice funzione di informare i soggetti interessati ed il pubblico in generale sulle ricadute ambientali che la pianificazione sta generando, ed inoltre di fornire uno strumento in grado di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e dunque di consentire l’adozione delle opportune misure correttive. 8) Il rapporto di monitoraggio ambientale sarà inoltre utile per valutare la modifica delle previsioni e/o il cambiamento di condizioni strutturali che possono rendere necessitano il ri– orientamento del Piano o la variazione degli aspetti funzionali ad esso legati. 9) Sulla base del Rapporto Ambientale elaborato per la V.A.S., il P.I. individuerà le componenti ambientali da sottoporre a monitoraggio. 10) Il popolamento degli indicatori di monitoraggio dovrà essere effettuato a cura del Comune, che potrà avvalersi delle risorse informative messe a disposizione dal Sistema Informativo Territoriale della Regione Veneto.

I contenuti del piano di monitoraggio Il piano di monitoraggio è stato calibrato secondo i principi standard degli indicatori e la scelta di questi ultimi è stata finalizzata a monitorare le criticità rilevate ed in particolare quelle connesse a:  Aumento della diffusione di inquinanti in aria e acqua inevitabilmente generati dall’aumento della popolazione residente e dalla presenza di allevamenti;  Consumi di energia elettrica e metano;  Indice di antropizzazione legato alla tutela della biodiversità e all’obiettivo del minor consumo di suolo possibile;  Conteggio della S.A.U. disponibile/residua  Aggiornamento dell’uso del Suolo.  Effetti diretti ed indiretti generati dai fenomeni di antropizzazione  Nella tabella vengono riepilogati gli indicatori da adottare per l’attuazione del piano di monitoraggio.  Al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è redatto il Piano di Monitoraggio.  Sulla base del Rapporto Ambientale elaborato per la V.A.S., le componenti ambientali (con relativi indicatori) da sottoporre a monitoraggio sono le seguenti:

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Nella tabella vengono riepilogati gli indicatori da adottare per l’attuazione del piano di monitoraggio del piano in esame.

INDICATORI NOTE (gli indicatori vanno alimentati RESPONSABILE INDICATORI UNITA' DI MISURA almeno RACCOLTA DATI annualmente) Inquinamento ARIA μg/mc Rilievo annuale ARPAV atmosferico: PM10 Dato raccolto routinariamente nelle Acque sotterranee: n° stazioni esistenti e ARPAV N° pozzi fornito direttamente da ARPAV

Residenti collegati n Rilievo annuale AATO/Comune alle fognature

Acque sotterranee: concentrazione mg/l Rilievo annuale ARPAV media Nitrati

ACQUA Acque sotterranee: concentrazione mg/l Rilievo annuale ARPAV media cloruri

mg/l Acque sotterranee: concentrazione Rilievo annuale ARPAV media Ammoniaca

Acque sotterranee: n° n° Rilievo annuale Comune pozzi privati Acque potabili: Dato estrapolato dai consumi idrici pro l/abitante al giorno AGS/Comune quantitativi erogati. capite Acque superficiali: Rilievi ARPAV IBE

Rifiuti: Raccolta Dato raccolto % ARPAV/Comune differenziata media routinariamente

SUOLO Superficie urbanizzata/superfici % Rilievo annuale Comune e ATO Sviluppo dei percorsi ml(Kmq) Rilievo annuale Comune ciclabili

Popolazione: Abitanti n° Rilievo annuale Comune

Popolazione: Saldo n° ab Rilievo annuale Comune migratorio Popolazione: Saldo ECONOMIA E n° ab Rilievo annuale Comune SOCIETA’ naturale Popolazione: Rapporto ab/resid Rilievo annuale Comune abitazioni/residenti

Turismo: Arrivi Rilievo annuale Provincia turistici n°

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Zootecnia: n. n. e tipo dei capi Rilievo annuale Comune/ULSS allevamenti

Energia: Consumi kW/h per medi procapite di Rilievo annuale ENEL/Comune abitante energia elettrica

Inquinamento luminoso: Potenza energetica impiegata Il dato è rilevabile in Kw ENEL/Comune per la nuova sede di nuovi progetti illuminazione pubblica Consumo di suolo PAESAGGIO E % sul totale delle naturale/seminatural TERRITORIO nuove Rilievo annuale Comune e negli ambiti ad urbanizzazioni edificazione diffusa Aree di ricostruzione ambientale/superfici % Rilievo annuale Comune e ATO

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11. DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA REDAZIONE DELLO STUDIO

La redazione di una VAS presuppone l’elaborazione di una notevole mole di informazioni. Esse vengono acquisite e filtrate tra quelle disponibili e reperibili nelle banche dati dei diversi Enti operanti sul territorio (Regione Veneto, ARPAV, Consorzi di Bonifica, Province, Comuni, Istituti di Ricerca,…). L’area di indagine per ciascuno di essi viene incentrata sull’oggetto da osservare. Risulta dunque complesso estrapolare dati che abbiano significato anche per il contesto di riferimento della VAS: l’ATO. Si tratta in altri termini di passare da un livello più ampio, ovvero una scala minore a livello di area più ridotta cioè una scala maggiore, quella sub-comunale. I dati disponibili per singola ATO sono risultati molto pochi (numero di famiglie, numero di residenti, numero di attività produttive per categoria). Si è reso perciò necessario scegliere ed utilizzare dei modelli adatti che permettessero di ricavare gli altri dati necessari. La scelta e l’implementazione di questi modelli ha comportato laboriosi e successivi aggiustamenti per adattare le diverse situazioni esistenti. In conclusione:  i modelli rappresentano uno strumento utile per sintetizzare e descrivere lo stato e il valore delle differenti risorse ambientali presenti in un territorio;  ogni situazione necessita di adattare i differenti contesti per contemplare e correlare le diverse componenti del territorio;  il metodo sviluppato può fornire uno strumento applicativo utile per le Amministrazioni Locali coinvolte in decisioni concrete, pragmatiche circa la gestione del territorio;  gli indicatori sono un utile strumento per programmare futuri piani di monitoraggio delle risorse.

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12. CONCLUSIONI

L’esame dell’ambiente del PATI di Badia Calavena e Selva di Progno, tramite le analisi condotte per il Quadro conoscitivo e altre appositamente realizzate come supporto conoscitivo della VAS, ha consentito di evidenziare la presenza di talune criticità connesse direttamente all’attività antropica e alle complesse relazioni con il territorio agricolo che si presenta ampio e ricco di risorse naturalistiche alcune delle quali da valorizzare adeguatamente. Le analisi degli impatti delle azioni previste dal PATI, nelle relative ipotesi di progetto ed ipotesi zero, hanno dimostrato la congruità delle indicazioni del piano, che consente di perseguire gli obiettivi di sostenibilità, tramite la progettazione congiunta di aree trasformabili, aree soggette a nuove ristrutturazione e riqualificazione urbana, ma anche aree soggette a nuove tutele e nuove importanti azioni di mitigazione e attenzione ambientale.

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