COMUNE DI CITTA’ MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

PROVINCIA DI

PIANO REGOLATORE GENERALE

PRG

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE SIC IT7140112 BOSCO DI MOZZAGROGNA

NOVEMBRE 2011

COMUNE DI LANCIANO CITTA’ MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

PROVINCIA DI CHIETI

PIANO REGOLATORE GENERALE (LR 18/83 integrata, Artt. 9, 10, 11)

PRG

Il Sindaco Il Progettista Dott. Mario Pupillo Arch. Vincenzo Di Fabio

L’Assessore all’Urbanistica Consulenza generale Ins. Pasquale Sasso Prof. Ing. Giovanni Crocioni

Il Segretario Comunale Consulenza geologica Dott.ssa Daniela Giancristofaro Dott. Luigi Carabba

Il Responsabile del Collaborazione al progetto Procedimento Geom. Roberto Ceroli Arch. Giovanbattista Granà

Provincia di Chieti – Protocollo di Intesa di Copianificazione 10/05/2004

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

NOVEMBRE 2011

SOMMARIO

1 RIFERIMENTI NORMATIVI ...... 1

2 IL PRG VIGENTE ED IL NUOVO STRUMENTO URBANISTICO...... 3

3 LA PRESENZA DEL SIC DEL BOSCO DI MOZZAGROGNA NEL TERRITORIO COMUNALE DI LANCIANO. LE DIMENSIONI D’AMBITO...... 9

4 COMPLEMENTARITA’ CON ALTRI PIANI. LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA...... 12

5 L’USO DELLE RISORSE NATURALI...... 14

6 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI ...... 15

7 L’INQUINAMENTO E I DISTURBI AMBIENTALI...... 17

8 IL RISCHIO DI INCIDENTI PER LE SOSTANZE E TECNOLOGIE UTILIZZATE...... 19

9 LE COMPONENTI BIOTICHE E ABIOTICHE. MISURE ALTERNATIVE E/O COMPENSATIVE...... 20

1 RIFERIMENTI NORMATIVI

La Valutazione d’Incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat” Dir. n. 2001/42/CE con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.

E’ bene sottolineare che la Valutazione di Incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

La Valutazione di Incidenza può comportare soluzioni alternative o misure compensative, comunque volte a garantire la coerenza globale della rete “Natura 2000”, ma può avere anche una conclusione negativa, superabile solo per “motivi rilevanti di interesse pubblico” e sentita la D.G.-Ambiente della Commissione Europea.

I contenuti della relazione per la Valutazione di Incidenza di piani e progetti sono elencati nell’Allegato G del DPR 357/97, testo coordinato al DPR 120/2003; per quanto riguarda il riferimento regionale le linee guida per la relazione sono descritte nell’Allegato C del documento “Criteri ed indirizzi in materia di procedure ambientali” approvato DGR n. 119/2002 – BURA n. 73 Speciale del 14/06/2002 e successive modifiche.

1 La presente relazione tecnica analitica è redatta allo scopo dell’Approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Lanciano (CH), adottato in data 22/12/2008 con Delibera CC n° 76.

Si segnala che il nuovo PRG di Lanciano è stato altresì assoggettato, fin dalla sua adozione, a procedura di Valutazione Ambientale Strategica, ai sensi di legge.

In particolare l’ambito di previsione del Fondovalle Sangro – che ricomprende il SIC in oggetto, classificato come “Bosco di Mozzagrogna” – riconoscibile anche come Zona integrata di sviluppo strategico del Fondovalle Sangro, di cui all’Art. 69 delle Norme Tecniche del nuovo PRG, è stato assoggettato a VAS, assumendo come riferimento di merito della procedura il Piano Strategico Intercomunale Lanciano-, avviato dai due Comuni in conseguenza della Delibera della Giunta Regionale n° 410/2007, che ha provveduto a sostenere finanziariamente tale attività.

Il Rapporto conclusivo di tale Piano contiene, nel Capitolo 5, le “Linee di approfondimento sulla sostenibilità ambientale dei nuovi assetti insediativi del PRG 2008 nel Fondovalle di Lanciano”, che corrispondono sostanzialmente al cosiddetto Rapporto ambientale, di cui all’Art. 13 del D.Lgs n° 4/2008, relativo alla procedura di VAS.

Quanto alle formali procedure VAS, tali elementi del Rapporto ambientale verranno utilizzati nella sede amministrativa della formazione del Programma Integrato di Intervento, previsto quale strumento urbanistico attuativo per l’ambito soprarichiamato.

A tale documentazione si rimanda anche quale inquadramento più generale sui fattori ambientali del sito, per la presente procedura di VINCA.

2 2 IL PRG VIGENTE ED IL NUOVO STRUMENTO URBANISTICO

Il PRG vigente nel Comune di Lanciano è stato approvato dal Consiglio Provinciale con Delibera n° 113/4 del 18/12/1985 ed era stato formato a partire dai primi anni 80, se non dalla fine degli anni 70.

Esso appartiene quindi ad una fase urbanistica diversa da quella attuale; formato in assenza di un’efficace quadro di pianificazione territoriale sovraordinata, se si escludono le attività settoriali del Consorzio ASI Sangro, e del relativo Piano Regolatore Territoriale, che investivano con previsioni efficaci i due ambiti industriali di Lanciano Valle e Lanciano Centro, oggi parzialmente attuati, in misura più accentuata il secondo ambito.

Il Piano è stato per molte parti portato in attuazione, in particolare in tutti gli ambiti urbani significativi, in cui le sue originarie capacità di intervento risultano oggi in larga misura esaurite. Sono rimaste parzialmente inattuate previsioni che potevano comportare una certa complessità dei processi di urbanizzazione, o nei casi in cui l’assetto proprietario, molto frazionato e/o disperso, ha reso difficili i processi attuativi, in primo luogo nell’importante ambito dismesso del Torrieri, in prossimità dell’Ippodromo.

Oltre ad avere esaurito gran parte della propria capacità, è lo stesso impianto normativo del PRG 1985 che è venuto gradualmente perdendo parte della propria efficacia, anche a causa dei mutamenti via via intervenuti sul quadro legislativo di riferimento.

Nell’ambito del Fondovalle di Lanciano, nei primi versanti collinari in sinistra orografica sopra il Sangro, dove si trova il sito SIC del Bosco di Mozzagrogna, le previsioni del PRG vigente investivano il SIC stesso in corrispondenza con le previsioni del PRT del Consorzio ASI, nelle porzioni più a valle rispetto al corso del Sangro, oltre che con riferimento al tracciato stradale della Strada Statale del Fondovalle Sangro, che taglia oggi il SIC trasversalmente – sia pure in misura relativamente contenuta – in sinistra orografica, subito a valle del ponte esistente sullo stesso fiume.

3 Per le restanti porzioni, lo stesso SIC era ricompreso, nel territorio comunale di Lanciano, entro destinazioni ad usi agricoli e/o di tutela dello stesso corso fluviale.

Il nuovo strumento urbanistico di Lanciano – il PRG adottato il 22/12/2008 – quanto ai suoi contenuti, è venuto ad assumere in sostanza un nuovo duplice ruolo:

• da un lato, un riallineamento generale dell’intero sistema normativo e dello zooning, con un significativo adeguamento/rinnovamento delle norme di zona, un contenimento degli indici di utilizzazione, un riallineamento degli standard urbanistici, un’accresciuta flessibilità nel gioco degli usi; si segnala anche un’ampia applicazione di procedure di perequazione urbanistica;

• dall’altro, l’individuazione di nuovi interventi di carattere strategico, negli ambiti sottoposti al Programma Integrato formato in attuazione dello studio di fattibilità per una Società di Trasformazione Urbana (STU); oltre che per nuove funzioni dell’eccellenza urbana, come nel caso della nuova Fiera, del Campus della ricerca e della Piattaforma Ecologica innovativa nel Fondovalle Sangro; oltre che nell’ambito previsto in località Villa Medici verso il Comune di ed il Casello autostradale; infine, nella riconversione dell’ambito produttivo di Lanciano Centro.

Tale duplice sistema di azioni innovative previste dal Piano – di carattere diffuso ed esteso da un lato, di carattere strategico dall’altro – viene inoltre collocato in un quadro largamente aggiornato e reso efficace di azioni di tutela attiva e passiva, come immediatamente riconoscibili dalla Carta dei Vincoli, ricompresa fra gli elaborati dello stesso nuovo PRG, anche in coerente attuazione delle diverse prescrizioni imposte dalla pianificazione sovraordinata.

Ed, infine, il Piano provvede ad un forte adeguamento del sistema delle infrastrutture stradali, che vengono sensibilmente ridimensionate nelle loro tipologie infrastrutturali – per evidenti ragioni di contenimento della spesa – e fortemente integrate al sistema urbano. In particolare si segnala la presenza di un vero e proprio nuovo impianto stradale di attenta connessione ed efficace

4 integrazione tra il Casello autostradale, il sistema urbano ed il Fondovalle Sangro, con una proiezione verso Nord, per Frisa ed il Porto di .

Nel Fondovalle di Lanciano, nell’intorno del SIC del Bosco di Mozzagrogna, il nuovo PRG provvede a confermare la presenza delle attività del Consorzio Comprensoriale Raccolta Rifiuti, ipotizzando una graduale trasformazione della attuale Discarica in una Piattaforma Ecologica innovativa, orientata verso il biogas e, a tempi lunghi, verso una possibilità di termovalorizzazione, operando allo sviluppo nell’intera area di riferimento di tecniche di raccolta differenziata oltre che di raccolta selettiva e riciclaggio di rifiuti industriali. Trovano anche conferma, con talune messe a punto ed opportuni aggiornamenti, le attività produttive preesistenti, con una possibilità di sviluppo più selettivo, introdotte anche dal recente PRT del Consorzio ASI Sangro, che presenta natura di piano sovraordinato rispetto al PRG di Lanciano.

Quanto alle nuove funzioni strategiche, il PRG programma, attraverso gli approfondimenti tecnici e programmatici condotti in sede di Piano Strategico Intercomunale Lanciano-Atessa, l’attuazione di interventi per la prevista nuova Fiera di Lanciano – che verrebbe trasferita dalla attuale sede di città, ormai tendenzialmente inadeguata – e di interventi per il Campus dell’innovazione con i relativi Laboratori di ricerca nell’automotive, oltre che per una serie di attività integrate di carattere congressuale, ricettivo, ricreativo e di commercio tematico.

I subambiti corrispondenti direttamente al SIC sono tutelati dal PRG, anche nel pieno rispetto della pianificazione sovraordinata vigente (Piano Regionale Paesistico, Piano di Assetto Idrogeologico, Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Piano Territoriale delle Attività Produttive).

Fa eccezione la previsione di una strada di urbanizzazione, interna all’ambito, collocata al piede della scarpata golenale corrispondente alla fascia posta più a monte della stessa area SIC, come individuato nella Tavola 4A del nuovo PRG, di seguito riportata, insieme alla Carta dei Vincoli, 2A e 2B.

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Tav. 1 – LANCIANO PRG – Carta dei Vincoli 2A

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Tav. 2 - LANCIANO PRG – Carta dei Vincoli 2B

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Tav. 3 - LANCIANO PRG – Progetto urbano - Sintesi 4A

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3 LA PRESENZA DEL SIC DEL BOSCO DI MOZZAGROGNA NEL TERRITORIO COMUNALE DI LANCIANO. LE DIMENSIONI D’AMBITO

Come evidenziato nelle Tavole precedenti, il territorio comunale di Lanciano risulta interessato da un unico Sito di Importanza Comunitaria, denominato “Bosco di Mozzagrogna (Sangro)”, classificato come SIC IT7140112.

Il Sito investe il Fondovalle oltre che di Lanciano, dei Comuni di Atessa, e Mozzagrogna, lungo il corso del Sangro, in ambiti già parzialmente insediati da parte delle impegnative attività produttive dell’agglomerato di Atessa, del Consorzio ASI Sangro in destra orografica, ed, in parte minore per alcune porzioni marginali dell’agglomerato di Lanciano Valle, in sinistra orografica.

I Siti di Importanza Comunitaria. Il SIC IT7140112 investe in parte il Fondovalle di Lanciano

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In territorio comunale di Lanciano il SIC, nelle sue porzioni di Ponente, investe parte del corso del Sangro e parte della prima golena fluviale, in sinistra orografica, fino a tutta la prima scarpata golenale.

Nelle porzioni più di Levante il SIC, sostanzialmente, si trova a confine con l’agglomerato industriale di Lanciano Valle, a sua volta sottoposto alle competenze del Consorzio ASI Sangro, posizionato subito a monte della prima scarpata golenale sopra richiamata.

Nel nuovo PRG le previsioni per il Fondovalle, estese ad attività strategiche quali la nuova Fiera, il Campus della ricerca nel comparto dell’automotive ed una serie di attività integrate di carattere ricreativo, ricettivo, commerciale e di servizio, si posizionano nell’intorno più o meno ravvicinato del SIC, in generale nelle porzioni site più a monte, tanto relativamente al corso del Sangro, quanto ai rilievi terrazzati posti subito al di sopra della prima golena.

Trova conferma nel nuovo PRG anche la presenza delle attività del Consorzio Comprensoriale Raccolta Rifiuti, con la discarica di Cerratina ed i relativi programmi di trasformazione in una vera e propria Piattaforma Ecologica, anche secondo le previsioni di indirizzo del citato Piano Strategico Intercomunale Lanciano-Atessa.

Come già si ricordava, in sostanza, l’areale di riferimento del Sito suddetto investe dunque le porzioni poste a quota più bassa dell’intero ambito considerato, corrispondenti al corso del fiume Sangro ed a parte degli spazi golenali, con le relative scarpate, in sinistra orografica dello stesso fiume.

Risalendo da valle verso monte, il SIC interessa il territorio comunale di Lanciano dal confine Est, posto a valle dell’agglomerato industriale di Lanciano, fino all’attuale strada di collegamento fra il centro di Lanciano ed il grande agglomerato industriale di Atessa, come individuato nella precedente Tav. 2A, estratta dal nuovo PRG.

Verso valle, il Sito si estende poi, oltre i confini comunali, in territorio comunale di Atessa, investendo ancora, oltre al fiume, i corrispondenti spazi golenali; ma

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ancor più la sua consistenza si accentua, in modo sensibile, nei territori comunali di Mozzagrogna e Paglieta, sostanzialmente seguendo il corso del fiume Sangro.

Sono quattro i territori comunali interessati dal SIC, che si sviluppa, pertanto, lungo il corso del fiume, nei corrispondenti spazi golenali ed, a volte, nei relativi spazi di scarpata, in destra ed in sinistra orografica.

La sua estensione raggiunge pertanto dimensioni dell’ordine di molte centinaia di ha. In Comune di Lanciano tale estensione può essere stimata come ricompresa entro una superficie assai ampia, di oltre 135 ha. L’Ambito urbanistico più generale di previsione insediativa entro cui si trova collocato il SIC si estende per oltre 600 ha, solo in Comune di Lanciano.

Si tratta di un ambiente fluviale di notevole peso ed incidenza sul paesaggio agrario di tutto il Basso Sangro – capace di fornire già oggi un importante contributo di riequilibrio ecologico rispetto alla forte consistenza degli insediamenti produttivi preesistenti – che trova inoltre recapiti ambientali di sicuro rilievo, a valle nella grande Lecceta della Foce, posta in destra orografica del fiume, ed a monte negli ambienti boscati della collina di Archi e Bomba, sul Sangro, e di , lungo il corso dell’Aventino.

Negli ambiti fluviali, e negli spazi golenali più ravvicinati al corso del fiume, il patrimonio boschivo e vegetazionale appare ancora di cospicua consistenza, mentre nelle golene a quota più alta, nelle scarpate golenali, e negli ambiti di carattere calanchivo – che investono le porzioni ricomprese nel Comune di Lanciano – ci si trova piuttosto in presenza di ambienti cespugliati, ricoperti da una vegetazione prevalentemente arbustiva, a volte investiti anche da fenomeni di erosione superficiale, con la formazione di episodi di carattere calanchivo. Non manca nel SIC la presenza di usi agricoli residuali e/o marginali.

L’ambiente naturale originario risulta parzialmente compromesso dalla presenza nell’intorno di attività antropiche consistenti e, nello stesso areale SIC, di attività impattanti, come lo possono essere attività estrattive, ancorché dismesse e/o residuali.

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4 COMPLEMENTARITA’ CON ALTRI PIANI. LA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

La cartografia del nuovo Piano Regolatore Generale di Lanciano – ed in particolare la Carta dei Vincoli, Tavv. 2A e 2B ed il Progetto urbano, Sintesi 4A, riportate nel testo – inquadra perfettamente anche l’intero sistema della pianificazione territoriale sovraordinata, che coinvolge con le proprie previsioni il SIC del Bosco di Mozzagrogna.

Fra gli altri strumenti presentano un diretto interesse, ed esercitano già forti momenti di tutela, il Piano Regionale Paesistico, PRP; il Piano di Assetto Idrogeologico, PAI; il Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni.

Come si ricordava sopra, le previsioni degli strumenti della pianificazione sovraordinata sono state a suo tempo ricomprese nella Carta dei Vincoli del PRG di Lanciano e, pertanto, lo stesso PRG con la sua zonizzazione di progetto ha provveduto a tener conto coerentemente, ed in modi pienamente rispondenti, delle esigenze di tutela emergenti dai diversi punti di vista, con riferimento ai suddetti strumenti di pianificazione sovraordinata.

Il Piano Regionale Paesistico – PRP – propone aree a conservazione integrale A1, riferite sia agli ambiti investiti da fenomeni calanchivi, sia alle scarpate golenali, sia alle fasce boscate, fra cui il SIC del Bosco di Mozzagrogna, ed il PRG prende atto coerentemente, puntualmente, oltre che con un forte dettaglio cartografico, di tali significative previsioni. Gli ambiti così tutelati assumono nel disegno di Piano il ruolo di sottolineare i caratteri morfologici del sito, garantendo ampie possibilità di articolazione insediativa e specializzazione funzionale, per le nuove funzioni strategiche previste – tra pieni e vuoti – a cominciare dai subambiti investiti dalle importanti preesistenze rappresentate dall’agglomerato industriale di Lanciano Valle – ove il PRG conferma la competenza attuativa del Consorzio ASI – e dalle attività del Consorzio Comprensoriale Rifiuti, da trasformare gradualmente, attraverso opportune linee di sviluppo programmatico, in una vera e propria Piattaforma Ecologica innovativa.

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Il corso del fiume e gli altri ambiti tutelati, assicurano così un forte respiro ambientale all’intero programma previsto per il Fondovalle di Lanciano.

Il Piano Regionale Paesistico segnala anche la presenza, oltre alla grande fascia tratturale a Nord Est, ed altre fasce tratturali minori, di siti di interesse archeologico; alcuni, di minor rilievo, ricomprese nell’ambito stesso, ed uno più ampio ed impegnativo posto a monte di Cerratina.

Il PAI – Piano di Assetto Idrogeologico – segnala aree a pericolosità elevata e molto elevata, investite da fenomeni calanchivi, nella fascia di Ponente, subito a monte esternamente all’ambito di Fondovalle, già sottoposto a tutela dalle previsioni della pianificazione paesistica. Vengono poi segnalate le scarpate golenali e le adiacenti aree a pericolosità moderata. Anche tali ambiti appaiono già ben tutelati dalle previsioni della pianificazione paesistica, con la sola eccezione di talune previsioni stradali, che – come vedremo – investono anche l’ambito SIC.

Il tutto – con un’accresciuta attendibilità cartografica, dovuta ad una scala di maggior dettaglio – viene strutturalmente ricompreso nelle previsioni della zonizzazione del PRG, che conferma così una piena e diretta efficacia delle richiamate norme e azioni di tutela, emerse nella dimensione della pianificazione sovraordinata.

Il Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni, infine, segnala una scarsa incidenza del rischio da esondazioni, limitandone l’evidenza al corso del Sangro. D’altra parte l’ampiezza e l’altimetria dei terrazzamenti morfologici a previsione insediativa, ricompresi nel PRG, evidenziati in precedenza, posti al di sopra della prima golena e della prima scarpata golenale, mostrano di poter fornire già ampie garanzie in tal senso.

Più direttamente, analoghe garanzie di tenuta ambientale del sito derivano anche dalla Relazione geologica del PRG, oltre che dalle molte verifiche effettuate e dalle attività di monitoraggio ambientale, curate in modo ricorrente dal Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti, sui propri siti e sul relativo intorno, a cui si rimanda.

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5 L’USO DELLE RISORSE NATURALI

L’ambito SIC ricompreso nel territorio comunale di Lanciano corrisponde sostanzialmente a terreni incolti, o meglio destinati ad attività agricole residuali, e pertanto essi oggi presentano un certo grado di non utilizzazione o di scarsa utilizzazione dal punto di vista agricolo.

I subambiti corrispondenti alla fascia della scarpata golenale presentano una copertura vegetale di carattere prevalentemente cespugliato, con al piede una fascia di più intensa copertura boscata; i subambiti golenali veri e propri, soprattutto nella fascia più prossima al corso del Sangro, presentano una copertura vegetale prevalentemente boscata, di ambiente fluviale, in continuità con i caratteri del corso fluviale e dei suoi più ampi ambienti golenali.

Nell’intorno più , all’esterno dell’areale SIC, i suoli sono utilizzati secondo i moduli dell’agricoltura promiscua, attraverso strutture aziendali di piccola e media dimensione.

Prevalgono utilizzi agrari con coltivazioni specializzate ad uliveti e vigneti, con una presenza non trascurabile di seminativi, seminativi alberati e prati stabili.

Sono poi presenti da tempo nell’intorno, come già richiamato, importanti attività produttive (agglomerati del Consorzio ASI Sangro,nei Comuni di Atessa e Lanciano) e di servizio (Discarica attrezzata del Consorzio Comprensoriale Raccolta Rifiuti, nel Comune di Lanciano).

In tale quadro non va sottovalutato l’impatto sul sistema ambientale considerato delle attività idroelettriche del Bacino di Bomba, che determina mutamenti artificiali ricorrenti del regime idraulico fluviale, spesso di entità non trascurabile e non prive di effetti sugli equilibri ambientali, come pure sulla presenza della flora e delle specie faunistiche.

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6 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI

La Regione ha approvato, con la L.R. n. 83 del 28 Aprile 2000, il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti. Naturalmente gli obiettivi principali del piano sono la riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata, insieme a forme via via più innovative di smaltimento.

Le politiche ambientali definite a livello comunitario, e in particolare il VI Programma d’azione per l’ambiente dell’Unione Europea (2001-2010) e la recente Direttiva 2006/12/CE in materia di rifiuti, affermano la priorità, nell’ambito delle azioni in materia di ambiente, di tutti gli interventi mirati alla prevenzione, sia in termini quantitativi (riduzione del volume dei rifiuti) sia in termini qualitativi (riduzione della pericolosità dei rifiuti).

La strategia definita a livello comunitario punta a modelli di produzione e consumo più sostenibili, che garantiscano una maggior efficienza nella gestione delle risorse e dei rifiuti, con la finalità in particolare di allentare il legame tra crescita economica e impiego delle risorse/produzione dei rifiuti, in modo tale che tale crescita economica non comporti il superamento della capacità di carico dell’ambiente.

In merito all’attuazione di misure in materia di prevenzione dei rifiuti, si afferma la necessità di intervenire, a livello comunitario, sia per l’eliminazione graduale di talune sostanze e materie prime, con misure relative ai prodotti, sia incentivando il riutilizzo e il recupero dei rifiuti.

Le indicazioni strategiche comunitarie sono state recepite nella legislazione italiana con il D.Lgs. 22/97, che ha individuato nelle politiche di riduzione e prevenzione della formazione dei rifiuti l’intervento prioritario da attuare nell’ambito della gestione dei rifiuti, indicazioni poi riprese dal D.Lgs. 152/2006.

Rispetto all’attuazione di politiche gestionali così mirate, la relazione al Piano Regionale Gestione dei Rifiuti indica che si possono in generale prevedere interventi, non necessariamente alternativi ma piuttosto integrati, comprendenti:

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• misure di tipo economico, indirette (incentivi, esenzioni) o dirette (tasse e tariffe);

• misure amministrative, finalizzate alla limitazione di consumo, distribuzione, impiego di determinati tipi di prodotto o sostanze;

• accordi di programma, col sistema delle imprese e della distribuzione;

• politiche di prodotto, operanti attraverso obblighi derivanti dal principio di responsabilità del produttore (obblighi di recupero e gestione del prodotto a fine vita) o misure di promozione (eco-label, indirizzi per gli acquisti da parte del sistema pubblico) e attività di formazione.

Il rapporto sui flussi dei rifiuti urbani 2004-2006 inquadra Lanciano nell’ambito territoriale della Collina Litoranea, con una bassa percentuale di raccolta differenziata e una variazione annua della stessa pressoché costante, una produzione di rifiuti procapite decisamente al di sopra della media provinciale (1,52 fatto 1 il dato provinciale).

Dati più specifici di riferimento possono essere evidenziati dai documenti del Consorzio Comprensoriale Raccolta Rifiuti, tenuto conto anche delle variazioni nel tempo delle relative attività, ripresi anche nel citato Piano Strategico Lanciano-Atessa.

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7 L’INQUINAMENTO E I DISTURBI AMBIENTALI

Il Piano di Tutela delle Acque è lo strumento tecnico e programmatico attraverso cui la Regione realizza gli obiettivi di tutela quali-quantitativa previsti dall’Art. 121 del D.Lgs. 152/06. Il piano consente di classificare le acque superficiali e sotterranee e fissa gli obiettivi e le misure di intervento per la riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee classificate.

Carta dei Bacini - PRTA

Il Comune di Lanciano rientra in gran parte nel Bacino dei fiumi Sangro e Aventino. Di notevole e prevalente interesse per gli aspetti connessi all’inquinamento dei corsi idrici è però il fiume Sangro.

La Carta dello Stato Ecologico dei corpi idrici mette in risalto che il Fiume Sangro presenta un valore del S.E.C.A. relativo alla Classe 2 (punti in verde relativi alle stazioni di monitoraggio), cioè uno Stato Ecologico Buono, nonostante la presenza di uno dei più grandi e importanti nuclei industriali della Regione Abruzzo. Questo accade anche per lo Stato Ambientale S.A.C.A. che si presenta come Stato Ambientale Buono.

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Carta dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali - PRTA

Per quanto riguarda i disturbi ambientali e l’inquinamento atmosferico, è da segnalare che l’unico Sito di Importanza Comunitario che ne potrebbe risentire, in base alle attività industriali previste, è il SIC IT7140112 denominato “Bosco di Mozzagrogna (Sangro)”. Tale Sito è interessato dalle previsioni del Piano Regolatore Territoriale del Nucleo Industriale SEVEL del Consorzio ASI Sangro, con il quale la pianificazione comunale può interagire solo relativamente, in base alle linee di copianificazione adottate dal Piano Territoriale delle Attività Produttive della Provincia di Chieti. Si rimanda quindi agli atti allegati a tali Piani per la Valutazione di Incidenza delle attività ivi previste.

Per quanto riguarda le attività del Consorzio Rifiuti, la prevista impegnativa trasformazione in Piattaforma Ecologica non potrà che accentuarne le compatibilità ambientali.

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8 IL RISCHIO DI INCIDENTI PER LE SOSTANZE E TECNOLOGIE UTILIZZATE

Per quanto riguarda questo punto si ritiene che eventuali attività a rischio di incidenti siano localizzate nel Nucleo Industriale, sotto la competenza del Consorzio ASI Sangro, il quale programma specifiche previsioni, sulla base di un proprio Piano sovraordinato, tali da risultare prevalenti rispetto alle normative di zona del PRG di Lanciano. Si rimanda quindi agli atti allegati a tale Piano per la Valutazione di Incidenza delle attività ivi previste.

Da segnalare anche la presenza delle attività della preesistente discarica attrezzata del Consorzio Comprensoriale Raccolta Rifiuti, alle cui sistematiche attività di monitoraggio si rimanda direttamente.

Allo stato non esistono ragioni per ritenere troppo impegnativa, o tanto meno non sostenibile, la possibilità di rischio di incidenti per le tecnologie ivi utilizzate, in generale collaudata da attività che si vanno esercitando da alcuni decenni; anche se non mancano criticità o ritardi nella gestione delle opere di urbanizzazione degli agglomerati.

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9 LE COMPONENTI BIOTICHE E ABIOTICHE. MISURE ALTERNATIVE E/O COMPENSATIVE

Sulle componenti abiotiche si è già in parte detto nei punti precedenti.

Le caratteristiche geomorfologiche del SIC, in sinistra orografica della valle, derivano da un ambiente fluviale che ha via via ricompreso spazi e scarpate golenali, modellati nei tempi geologici dall’idraulica fluviale del corso del Sangro.

Sul versante antropico gli ambienti sono caratterizzati per la presenza, in destra Sangro, del grande agglomerato industriale di Atessa (Sevel); in sinistra da presenze meno impegnative, ma pur sempre non ignorabili, quali la Discarica di Cerratina e l’agglomerato industriale minore di Lanciano Valle.

Le attività agricole circostanti completano, infine, una significativa presenza di attività antropiche, di diverso ordine, nell’intorno del SIC, in parte presenti anche all’interno dello stesso areale classificato SIC.

Per quanto riguarda le componenti biotiche, si è già segnalata la presenza di formazioni forestali di carattere ripariale negli spazi golenali più ravvicinati all’alveo e di carattere arbustivo e cespugliato nelle scarpate golenali, dentro e fuori gli ambiti classificati SIC, anche in ragione di non sempre ben corrispondenti definizioni cartografiche, come ben documentato anche dal corredo fotografico allegato.

Le formazioni forestali – in parte veri e propri relitti minori di antiche formazioni – sono costituite da leccete, cerrete e boschi ripariali, con presenza di specie quali Alnus Glutinosa, Quercus Robur, Fraxinus Oxycarpa, Carpinus Orientalis, Juncus Subnodulosus; le formazioni arbustive comprendono la presenza di Clematis Viticella, Juniperus Ocycedrus, Mantisalca duriaei, ed ancora Quercus Robur.

Le specie faunistiche occasionalmente e/o raramente presenti sono quelle tipiche dell’ambiente fluviale e palustre, tra le quali uccelli migratori, Milvus migrans, Milvus milvus, Emberiza bastulano, Laures collurio, Falco subbuteo; tra i mammiferi assai raramente potrebbe essere presente, nei suoi movimenti

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itineranti, il Canis lupus; tra gli anfibi e rettili l’Elaphe quatorlineata, la Salamandrina tergiditata ed il Tritus carnifex; ed infine l’importante specie Alaocyba marcuzzii, insieme al Cerambyx cerdo, due invertebrati, oltre al Potamon fluvialis ed al Triturus italicus.

Quanto alle connessioni ecologiche, è del tutto evidente che la prima e più importante forma di continuità ambientale ed ecologica è rappresentata, nell’intero ambito considerato, dal corso fluviale del Sangro, che mantiene, per tutto o quasi l’ampio segmento compreso dall’affluenza dell’Aventino fino al mare, un importante carattere di continuità ambientale, con riferimento particolare al peso di una vegetazione ripariale cospicua, capace di caratterizzare l’intero ambiente vallivo e lo stesso paesaggio agrario ricompreso tra le due dorsali collinari, a Nord e a Sud, di Lanciano e Atessa.

Di tale continuità il Bosco di Mozzagrogna rappresenta una componente d’ambito non ignorabile – piuttosto che un’emergenza naturalistica particolarmente evidente – la cui sostanziale continuità ecologica, in senso longitudinale al corso del fiume, pare poter essere ampiamente garantita se non implementata, anche nei nuovi assetti.

Quanto alle interferenze sulle componenti biotiche, queste sono rappresentate – anche se indirettamente – innanzitutto dalle preesistenti attività produttive e di servizio, sotto la competenza, rispettivamente, del Consorzio ASI Sangro e del Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti, di fatto sottratte alle possibilità specifiche del PRG.

Relativamente alle nuove previsioni insediative – in particolare le attività fieristiche, del Campus dell’innovazione, con le attività complementari integrate – queste ultime si posizionano tutte esternamente all’ambito corrispondente al SIC e l’ampia disponibilità di spazi insieme alla previsione di bassi indici di utilizzazione – tutti inferiori ad un ut di 0,3 mq/mq – consentirà di assicurare ulteriori margini di protezione e tutela.

Tuttavia è evidente che si tratta di attività antropiche che, pur a non elevato o particolare carico urbanistico – se non in momenti occasionali ricorrenti, per la

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nuova Fiera – potranno determinare significativi cambiamenti e mutamenti, anche di carattere strutturale, del sistema ambientale complessivo.

Esiste poi un secondo momento di connessione ecologica rappresentato dalla continuità ambientale, trasversalmente, attraverso il corso del Sangro, dei due versanti collinari posti in destra ed in sinistra orografica. Tale continuità, assai meno rilevante, pur se significativa, non risulta peraltro garantita solo negli ambiti considerati, ma attraverso l’intero ampio sistema ambientale del basso e medio Sangro, tra la confluenza dell’Aventino e il mare, nella fascia di bassa collina.

Va qui tuttavia segnalato che il recentissimo Piano Strategico Intercomunale Lanciano-Atessa propone la realizzazione di un vero e proprio Parco Fluviale del Sangro, a completare e rendere organico il sistema insediativo complessivo, capace anche di ricomprendere in un più ampio ambito di tutela il SIC del Bosco di Mozzagrogna.

Tale ipotesi di lavoro rappresenta forse la soluzione più efficace per la tutela attiva del SIC, si intende nella logica di procedere in misura più accentuata in tal senso, attraverso un parco fluviale collocato all’interno di un ambiente fortemente antropizzato, come d’altra parte avviene, in ampia misura, già oggi.

In tal caso è evidente che, pur risultando trasformato l’equilibrio ecologico complessivo dell’intera area, risulterebbe possibile esercitare una serie di azioni di tutela attiva capaci di assicurare, pur in un quadro impegnativo di trasformazione insediativa, notevoli garanzie di preservazione/ricostruzione degli ambienti fluviali interessati.

Circa gli ambienti golenali, quelli a più intensa copertura forestale, essi risultano fortemente protetti e tutelati da distanze e rispetti assai ampi, rispetto alle attività esistenti ed a quelle da insediare.

Le scarpate golenali si trovano invece maggiormente innestate o ravvicinate agli ambiti di nuova previsione urbanistica; anche se il possibile accoglimento di numerose osservazioni presentate al PRG – confermato anche in sede VAS – porterà ad un significativo ridimensionamento del subambito a monte della

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prevista strada di collegamento Lanciano-Fondovalle, che si rapporta direttamente al SIC.

Dal punto di vista insediativo l’unica previsione che investe direttamente l’ambito della scarpa golenale in oggetto è rappresentata dall’innesto sulla Statale di Fondovalle, poi, attraversando il Sangro, nell’agglomerato di Atessa della nuova strada di previsione di PRG tra Lanciano ed il Fondovalle, insieme alla previsione di un’asta trasversale, di carattere interno, che serve longitudinalmente, in sinistra orografica, i nuovi insediamenti, riconducendoli anche verso lo svincolo della stessa Statale del Fondovalle.

Le interferenze sulle componenti abiotiche potranno essere efficacemente contenute e mitigate, se non ridotte, operando attentamente sui caratteri dei nuovi insediamenti, individuando morfologie insediative e un disegno delle reti di urbanizzazione e delle stesse tipologie infrastrutturali, capaci di aderire, in modo non impattante o distruttivo, ai caratteri orografici ed ambientali del territorio interessato.

Le interferenze sulle componenti biotiche non risultano tuttavia ignorabili.

I mutamenti ambientali potranno nell’insieme risultare significativi, pur rimanendo collocati nell’intorno, senza investire direttamente – se non in misura del tutto minore – l’areale SIC.

All’interno del Sito del Bosco di Mozzagrogna, la nuova asta stradale di collegamento tra Lanciano ed il Fondovalle non prevede la possibilità di soluzioni alternative di efficacia paragonabile, con riferimento al duplice versante, sia trasportistico che urbanistico.

Risultano invece sicuramente praticabili misure compensative, capaci di mitigare gli effetti dell’intervento e di ricostruire parte cospicua del precedente patrimonio vegetazionale e/o agronomico, oltre a garantire le necessarie continuità ambientali, utili alla tutela del patrimonio faunistico minore, creando vani e varchi di carattere artificiale, ricompresi nella tipologia dello stesso corpo stradale.

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L’asta stradale trasversale di servizio ai nuovi insediamenti, posizionata opportunamente dal PRG al piede della scarpata golenale, con un disegno quindi fortemente aderente alla morfologia del sito, potrebbe invece risultare suscettibile di soluzioni alternative – ad esempio posizionandola al di sopra della scarpata golenale corrispondente al SIC – ed in tal caso la sua incidenza verrebbe drasticamente ridotta, al prezzo tuttavia di un più marcato impatto morfologico (sterri e riporti stradali assai più accentuati), in particolare in corrispondenza dello svincolo sulla Statale del Fondovalle, e nel suo intorno.

Potrebbero risultare interessanti, in alternativa, anche soluzioni di tracciato più basse rispetto alla scarpata golenale, a riprendere vecchi tracciati di strade poderali esistenti.

Assai efficaci potrebbero tuttavia risultare anche gli interventi compensativi, ancora nel ripristinare adeguatamente il patrimonio arbustivo, a cominciare dall’immediato intorno della nuova asta stradale, e nel garantire, con il progetto dell’infrastruttura, adeguata continuità spaziale, assicurando essenziali, minuti e diffusi corridoi di continuità ecologica a favore dei piccoli animali, compresi nello stesso corpo stradale, come sopra già si ricordava.

Da questo punto di vista, ed anche da un punto di vista più generale, può apparire rilevante il possibile ruolo di continuità ecologica che potrebbe assicurare l’ampia fascia tratturale – opportunamente ripristinata – dell’antica rete che connetteva l’Aquila a Foggia, in buona parte salvaguardata e/o recuperabile.

L’attuazione del PRG, prevista attraverso appropriati strumenti urbanistici attuativi potrebbe risultare la sede opportuna ove verificare la possibilità di mettere a confronto le suddette possibili soluzioni alternative e/o compensative.

La successiva documentazione fotografica, ripresa dalla fonte Google, consente di evidenziare i caratteri naturalistici, di spessore relativamente limitato che afferiscono alle porzioni del Sic del Bosco di Mozzagrogna di pertinenza del territorio comunale di Lanciano.

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Il SIC del Bosco di Mozzagrogna, nel Comune di Lanciano, compreso tra lo svincolo della Fondovalle Sangro L’estensione del SIC, visto da Est, con in primo piano lo svincolo sulla Fondovalle Sangro. Rilevanti la pre- ad Est e la strada Lanciano-Atessa ad Ovest, tra il corso del fiume e la prima scarpata golenale. senza del corso fluviale, e sullo sfondo, il segno meno evidente della prima scarpata golenale.

La prospettiva da Sud-Ovest evidenzia ancora il peso del corso fluviale. In posizione centrale appare evidente La vista prospettica da Ovest mette in luce l’uso agricolo estensivo degli spazi golenali evidenziando anche l’impatto residuale delle attività estrattive. l’impatto delle attività estrattive.

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La vista prospettica più ravvicinata da Ovest evidenzia la copertura arbustiva e solo in parte boscata, al piede, della prima scarpata golenale. Evidente anche la preesistente strada poderale, suscettibile di rappresentare una soluzione alternativa al tracciato stradale di PRG.

Il corso del Sangro, in prossimità della Strada di Fondovalle, presenta ancora un corpo assai consistente ed un rilevante valore am bientale.

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